Pierluigi Fagan, Dopo Il "Dopo La Fisica"

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Dopo il 'Dopo la fisica' Recensione di un libro di Carlo Rovelli Pierluigi Fagan Carlo Rovelli: La realtànon ècome ci appare. La struttura elementare delle cose , Cortina Ed., 2014, € 22,00 Metafisica è un termine che inizialmente venne coniato per ragioni editoriali da parte di chi si occupò di ripubblicare le opere di Aristotele prelevandole dall’oblio in cui erano sparite due secoli dopo la loro prima apparizione. Esso ebbe quindi un significato tecnico: gli scritti di Aristotele pubblicati dopo quelli della Fisica, - metà ta  physikà-, dopo la fisica. Da allora, sino ad oggi, il termine ha perso il suo specifico tecnico ed è diventato il titolo di una nuvola di pensieri astratti che ha determinato il corso della nostra filosofia, quindi della nostra facoltà pensante, delle sue regole e procedure, del come determiniamo l’esistenza stessa degli oggetti del pensiero, quel pensiero con cui pensiamo noi ed il Mondo, che orienta le nostre azioni nel Mondo. Lo statuto di questa nuvola di pensieri e modi di pensare nasce ambiguo poiché lo stesso Aristotele, a cui era ignoto il termine metafisica, definiva quell’ambito “filosofia prima”. Quel “prima” ingenerava una gerarchia controintuitiva, poiché ciò che si leggeva per primo (il mondo fisico e fenomenico) era in realtà causato da un prima, da principi precedenti, di cui appunto si occupava la filosofia prima, che però compariva per seconda. Il mondo che ci appare per primo è secondo alla lettura dei principi che lo determinano oggetto di una filosofi prima che retrocede quella che ha in oggetto il mondo, a seconda. La questione quindi, nasce aggrovigliata e ciò che nasce aggrovigliato, tende ad aggrovigliarsi di più nel tempo. Un modo per sbrogliare la faccenda è dimenticarsi il prima ed il dopo, il primo ed il secondo, la gerarchia dei tempi ed immaginare la faccenda come un loop, un circolo ricorsivo che ha due poli: l’Io umano ed il Mondo in generale. L’Io osserva ed esperisce il Mondo non privo di pre-pensieri, in base a queste idee osserva ed esperisce il Mondo, verifica o falsifica tutto o parte del suo modo di pensare il Mondo, si fa una versione diversa del sistema di pensiero che riflette il Mondo e così via… . Non funziona esattamente così, ma “idealmente”… . La cronologia assoluta è che il Mondo è venuto prima dell’Io umano. Il singolo Io umano, io, tu, noi, veniamo dopo versioni precedenti e contribuiamo al formarsi delle condizioni di pensabilità per le generazioni future. Partecipiamo di un grande circolo ermeneutico che relaziona il Mondo e gli umani che lo pensano ed in base a come lo pensano, lo agiscono. L’unica cosa veramente interessante a livello temporale è la gerarchia relativa, il fatto ad esempio che il nostro sistema di pensiero, venga influito dalle versioni precedenti degli antichi greci, dei medioevali, dei primi e secondi moderni e di come questi sistemi di pensiero si siano allacciati al mondo reale che dovevano pensare e di come abbiano influito nel determinare i comportamenti umani, essendone a loro volta, determinati. Ecco quindi che dopo il -dopo la fisica- , cioè dopo la metafisica, c’è di nuovo la

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Pierluigi Fagan, Dopo Il "Dopo La Fisica"

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Dopo il 'Dopo la fisica'Recensione di un libro di Carlo RovelliPierluigi FaganCarlo Rovelli: La realt non come ci appare. La struttura elementare delle cose, Cortina Ed., 2014, 22,00

Metafisica un termine che inizialmente venne coniato per ragioni editoriali da parte di chi si occup di ripubblicare le opere di Aristotele prelevandole dalloblio in cui erano sparite due secoli dopo la loro prima apparizione. Esso ebbe quindi un significato tecnico: gli scritti di Aristotele pubblicati dopo quelli della Fisica, -met ta physik-, dopo la fisica. Da allora, sino ad oggi, il termine ha perso il suo specifico tecnico ed diventato il titolo di una nuvola di pensieri astratti che ha determinato il corso della nostra filosofia, quindi della nostra facolt pensante, delle sue regole e procedure, del come determiniamo lesistenza stessa degli oggetti del pensiero, quel pensiero con cui pensiamo noi ed il Mondo, che orienta le nostre azioni nel Mondo. Lo statuto di questa nuvola di pensieri e modi di pensare nasce ambiguo poich lo stesso Aristotele, a cui era ignoto il termine metafisica, definiva quellambito filosofia prima. Quel prima ingenerava una gerarchia controintuitiva, poich ci che si leggeva per primo (il mondo fisico e fenomenico) era in realt causato da un prima, da principi precedenti, di cui appunto si occupava la filosofia prima, che per compariva per seconda. Il mondo che ci appare per primo secondo alla lettura dei principi che lo determinano oggetto di una filosofi prima che retrocede quella che ha in oggetto il mondo, a seconda. La questione quindi, nasce aggrovigliata e ci che nasce aggrovigliato, tende ad aggrovigliarsi di pi nel tempo.Un modo per sbrogliare la faccenda dimenticarsi il prima ed il dopo, il primo ed il secondo, la gerarchia dei tempi ed immaginare la faccenda come un loop, un circolo ricorsivo che ha due poli: lIo umano ed il Mondo in generale. LIo osserva ed esperisce il Mondo non privo di pre-pensieri, in base a queste idee osserva ed esperisce il Mondo, verifica o falsifica tutto o parte del suo modo di pensare il Mondo, si fa una versione diversa del sistema di pensiero che riflette il Mondo e cos via . Non funziona esattamente cos, ma idealmente . La cronologia assoluta che il Mondo venuto prima dellIo umano. Il singolo Io umano, io, tu, noi, veniamo dopo versioni precedenti e contribuiamo al formarsi delle condizioni di pensabilit per le generazioni future. Partecipiamo di un grande circolo ermeneutico che relaziona il Mondo e gli umani che lo pensano ed in base a come lo pensano, lo agiscono. Lunica cosa veramente interessante a livello temporale la gerarchia relativa, il fatto ad esempio che il nostro sistema di pensiero, venga influito dalle versioni precedenti degli antichi greci, dei medioevali, dei primi e secondi moderni e di come questi sistemi di pensiero si siano allacciati al mondo reale che dovevano pensare e di come abbiano influito nel determinare i comportamenti umani, essendone a loro volta, determinati.Ecco quindi che dopo il -dopo la fisica-, cio dopo la metafisica, c di nuovo la fisica. Dopo il mondo c lIo, dopo lIo che pensa il Mondo c la verifica nel Mondo, dalla verifica nascono nuovi pensieri, etc.. Questo circolo esula dalle categorie contabili dellUno (monismo), del Due (dualismo), dei Molti (pluralismo), poich attiene alla categoria relazionale, una filosofia, un modo di intendere Io e Mondo, come una relazione continuata tra forme che si modificano reciprocamente.= 0 =Lipotetica fondazione di una immagine di mondo relazionale che stiamo qui portando avanti, ha incontrato un entusiasmante libro in assonanza, un libro che racconta in maniera eccellente, lo stato dellarte del pensiero fisico degli ultimi tempi: Carlo Rovelli, La realt non come ci appare, Cortina, 2014. Visto che assonante con i nostri presupposti non stupisce il mio entusiasmo, ma esso ha anche una ragione pi oggettiva. Al di l dei contenuti che subito affronteremo, la forma ad essere eccellente. Il problema di scrivere di scienza sempre lequilibrio tra la competenza tecnica, la sensibilit epistemologica e filosofica e la tensione costante e principale a farsi comprendere. Il libro da leggere perch in un formato contenuto, esplica lintera traiettoria del pensiero fisico (quindi scientifico per via dellincidenza che la fisica ha sulle altre scienze rispetto alle quali scienza prima) moderno e recente, in maniera assolutamente comprensibile, stante il fatto che lautore assieme a Lee Smolin (altro eccellente comunicatore di scienza) uno dei principali fisici che portano avanti lindagine sulla gravit quantistica, annoso e spinoso problema del come armonizzare tra loro le due teorie madri del pensiero fisico novecentesco: la relativit e la meccanica quantistica. Il tutto mediato in concetti, bell pronti per la riflessione filosofica[1].Le prime due parti, raccontano e raccordano tra loro la fisica filosofica antica (naturalismo) e quella osservativo-sperimentale moderna. Limmagine di mondo dei fisici di Mileto, poi assunti come primi filosofi della filosofia prima in quella piccola ma influentissima (non sempre nel bene) prima dossografia contenuta nel Libro I della Metafisica di Aristotele, arriva fino a Democrito il quale immagina i costituenti primi del mondo come granuli piccolissimi (gli atomi). Epicuro che studi da un allievo di Democrito, assume lidea granulare ma cambi limmagine deterministica delle cause, introducendo la casualit.E curioso il linguaggio, una u prima (causale) o dopo una s (casuale) produce due visioni del mondo completamente diverse, un tipico effetto farfalla, cio effetto non proporzionato alle cause. Ebbene, ad oggi, la visione del mondo nei suoi costituenti primari data dal pensiero sperimentato della fisica, conferma. Il Tutto sembra proprio fatto di entit granulari[2] che per hanno perso buona parte della loro compattezza, precisione e determinabilit rispetto al concetto di atomo e mostrano un comportamento indeterminabile a priori. Ma perch le cose siano, ovvero accadano per come accadono, manca un terzo concetto: la relazione.Come abbiamo gi notato, se la granularit ed anche la casualit erano concetti presenti nellantichit greca, la relazione non lo era. I primi due vennero obliati da secoli di metafisica idealista, poi cristiana, poi razionalista, sul terzo non fu necessario compiere alcuno sforzo, il concetto non compare proprio nella nostra tradizione. Questo il punto di maggior resistenza alle nostre possibilit di pensare la forma complessa.= 0 =La traiettoria specifica della seconda parte del libro quella moderna, da Galileo-Newton al relativismo-quantistico. I costituenti del mondo newtoniano erano tre: spazio, tempo, particelle (o corpi). Faraday e Maxwell scoprono i fenomeni elettromagnetici che attengono ad un contesto di mondo inedito: il campo. I costituenti diventano quattro. Einstein fonder tra loro lo spazio ed il tempo e quindi tornano a tre: spaziotempo, campi e particelle. La meccanica quantistica fonde i campi e le particelle ed i costituenti scendono a due: spaziotempo e campi quantistici. Rovelli ed altri studiano come ridurre il tutto ad uno: lo spaziotempo quantistico[3]. Sul merito di questo tentativo di grande unificazione (e semplificazione) diremo in seguito, prima ci interessa soffermarci su una delle tante interpretazioni di cosa significhi in concetti umani la meccanica quantistica, -linterpretazione relazionale-.Di quellepisteme assai bizzarro che la meccanica quantistica esistono non meno di una quindicina di interpretazioni principali. La m-q in s una, un solo sistema di equazioni che descrivono il comportamento dei quanti, descrizioni vere nella misura in cui gli esperimenti fatti in base a queste, confermano che le cose stanno proprio cos. Il problema in quel le cose stanno proprio cos perch tali cose sono per lo pi assai strane, controintuitive, aliene dai modi con i quali abbiamo tutti, pi o meno da sempre, pensato il mondo fisico. Dal fatto che umano cercar di tradurre le equazioni in parole e discorsi ed altrettanto umano, cercar di inferire da quei discorsi particolari dei discorsi generali su come il mondo , deriva la molteplicit delle interpretazioni, le quali di natura, non hanno la consistenza che hanno le teorie scientifiche e quindi nascono plurali ma tendono a rimanere tali perch non sempre i fatti le falsificano con certezza.Il catalogo interpretativo il riflesso di altrettante immagini di mondo, soprattutto in termini di epistemologia quanto a filosofia della scienza. Ve ne sono di logiche, di ispirazione per ulteriore inferenza matematica, di ultra-idealiste, di pluraliste (a molti mondi ma anche a molte menti), di misticheggianti, coscienziali, rassegnate allevidenza presa come dato di fatto , che deducono incompletezza o ipotizzano forme di mondo assai aliene al di l di quello di cui abbiamo esperienza. Quella relazionale dice in sostanza che la cosa in s kantianamente inconoscibile e non ha senso ipotizzarla essere in un modo o in un altro poich essa sempre e solo nel momento in cui c una relazione tra quel qualcosa ed un qualcosaltro, le cose in potenza diventano in atto solo allinterno di una relazione, lessere dunque una relazione. E il tutto che fa le parti, parti e tutto -sono- contestuali e ci che li fa essere una relazione allinterno di un campo di possibilit. Questo proprio di tutto ci che e non specifico dellosservazione umana.Rovelli cita Nelson Goodman che ebbe a definire un oggetto come un processo monotono, ovvero un processo che mantiene certe caratteristiche uguali per un certo tempo, -prima- non c, dopo -non c-, nel frattempo c ma c non per come intendiamo in genere una cosa, poich la cosa in realt un processo. Come una onda del mare, ma vale anche per quelle interrelazioni sistemico-quantistiche che chiamiamo sassi o esseri umani. La meccanica quantistica descrive processi ed eventi che sono interazioni tra processi[4].Linterpretazione relazionale della meccanica quantistica forse la pi semplice tra le tante esposte, quella che pi prende le cose per come stanno[5], accettandone il fenomeno nella maniera meno contorta. Perch questa via interpretativa, se la pi diretta ed in fondo anche la pi semplice, parsa cos in ritardo e non raccoglie i maggiori consensi[6] ? Perch questa risposta che il Mondo ha dato alle nostre domande non collima con i presupposti che abbiamo in testa. La chiave formata da questi fatti osservati non ha ancora alcuna serratura corrispondente nella nostra mente, quanto ad immagine di mondo. I fatti sono polarizzati in un senso, le fessure concettuali della nostra mentalit, in un altro. La serratura che manca, la fessura concettuale che non c ancora, il concetto di relazione come costituente primo di ci che definiamo ontologia. Anche arrivando a concepire la relazione, ci immaginiamo sempre due o pi cose che siano i terminali di questa relazione, mentre invece dovremmo aprirci alla possibilit di pensare relazioni di relazioni, lessere una relazione di possibilit, la relazione che porta le potenze in atto, lei la causa efficiente, formale e finale. La sostanza, sarebbe una relazione. Io che scrivo, tu che leggi siamo onto-gnoseologicamente, figli di una relazione.= 0 =Un fugace sguardo allimpalcatura della teoria della gravit quantistica presentata nella terza parte del libro. Esisterebbero dimensioni minime di spazio, dimensioni non oltremodo riducibili. Esse sarebbero formate da linee chiuse, detti loop, da cui la definizione di teoria della gravit quantistica a loop. Questa linea di ricerca alternativa a quella forse pi nota della teoria delle stringhe. La competizione anche tra comunit epistemiche, pi fisici-fisici i loopisti, pi matematici-fisici (e per certi versi metafisici) gli stringhisti. Questi ultimi, assieme ai portatori di unaltra linea di ricerca sulla -supersimmetria- stanno ricevendo per qualche delusione dagli esperimenti del LHC del CERN di Ginevra, poich non si trovano alcuni presupposti che limpalcatura delle loro teorie, postulano.Ora, questi anelli o loop formati da linee curvate su stesse, si intreccerebbero gli uni con gli altri. Intrecciato-, lo ricordiamo il concetto di cum-plexus ovvero intrecciato assieme. I punti in cui questi anelli di toccano si chiamano-nodi-, le linee che connettono i nodi si chiamano -link-, i link che connettono i nodi tra loro formano un -grafo-. Lo spazio il volume dei nodi. Questi volumi non possono scendere sotto una certa dimensione, sono i quanti o atomi minimi di spazio e toccandosi lun con laltro formano lo spazio generale. Ognuno ha informazione su i vicini tramite i link e lo spazio il tessuto risultante dal pullulare di questa trama di relazioni tra quanti individuali di gravit. Ci sono poi aspetti ulteriori, dalla schiuma di spin, allassenza della variabile tempo, ma noi ci fermiamo alla descrizione di questa struttura iniziale.Essa della stessa forma che descrive un sistema. Le variet componenti prime sono gli anelli chiusi dei loop, ci che connette la struttura delle loro interrelazioni, dove si toccano si forma il sistema: lo spazio. Di nuovo, le variet successive sono i quanti di spazio, le interrelazioni sono disegnate dalle reti di link (o di spin), il risultato il sistema della spazio gravitazionale. La forma di queste interrelazioni di variet una rete, un network, la stessa forma che guida la nostra immaginazione come metafora generale, dalla visualizzazione di Internet (con i server ed i computer nel ruolo di nodi e le linee di rame od ottiche nel ruolo di ci che connette) a quelle del cervello (con i neuroni nel ruolo di nodi e dendriti ed assoni nel ruolo di link). Anche il genoma, dalle prime interpretazioni di unit di senso -i geni- passato ad oggetto sistemico in cui il senso promana dallinterrelazione complessa dei costituenti e forse non solo quelli. La rete un sistema ed il sistema la forma ontologica base su cui si forma una visione complessa, complessit che risulta dallinterrelazione complessiva, interna ed esterna al sistema. Il sistema il risultato dellessere una relazione. Nel caso della trama dello spazio formata dai nodi dei loop, le interrelazioni sono tutte interne poich di esterno ai loop non c nulla.Questa linea della fisica teorica dei fondamenti del micromondo, lavora su una impalcatura risultante da parti (loop, nodi), interrelate (link, reti di spin), che formano il sistema di tutti i sistemi, lo spazio quantistico, il quale infine ospita tutti gli altri sistemi, dai quanti alle forze, dagli atomi alle galassie, passando per la Terra dove si trova luomo ed i suoi sistemi sociali. Questa la linea che osserva il Mondo come fosse un sistema dinamico di sistemi dinamici in interrelazione.= 0 =Lultima parte del libro proietta lipotesi dei quanti di spazio interconnessi a rete, su i principali oggetti teorici della fisica, dal Big Bang, ai buchi neri. Un capitolo specifico per sullinfinito, croce e delizia della metafisica pi voluttuosamente onanista. Nella fisica, al pari dellimmagine di mondo degli antichi Greci, linfinito un concetto negativo, qualcosa che si pu pensare ma che non si crede possa esistere al punto da cedere che -non debba- esistere. Ma come nella faccenda Dio, qui bisognerebbe rispettare una cronologia delle asserzioni. La prima asserzione c Dio o c linfinito quella che va provata, se non viene provata inutile negarla, poich del non essere non si pu predicare nulla, neanche il non essere. Lasserzione su c linfinito per definizione indimostrabile. Ma altres collezionabile una serie di prove sul fatto che gli enti abbiamo limiti oltre i quali -non sono-. Questi limiti entificanti, in fisica, sono lo spazio di Plank che lo spazio minimo del singolo quanto di spazio, la velocit della luce che la velocit massima di propagazione di qualcosa nello spazio, la costante di Planck che quantifica lunit di misura dellinformazione dei quanti, il diametro massimo dellUniverso che 10120 volte la lunghezza di Planck. Linfinito, come si dice in questi casi, sarebbe lunit di misura della nostra ignoranza, tutto il resto avrebbe limiti.In effetti, linfinito pi semplicemente il risultato di una riflessione che la mente fa sulle proprie procedure analitiche. Queste procedure, come applicare +1 o -1 ad ogni numero, applicare prima o dopo, da dove, da quando?, verso dove, verso quando?, lintero armamentario del principio di causazione. Queste procedure non hanno terminazione, ovvero non c nulla nei meccanismi mentali di cui siamo dotati di default che impedisca la reiterazione. Poich non troviamo limiti nella mente allapplicazione di queste procedure, ne conseguiamo che esse si muovano in un ambiente illimitato, cio infinito. La natura della procedura crea il suo spazio, lo spazio diventa concetto e il concetto entra in metafisica che lo riproduce. Il problema, come sempre, confondere lambiente mentale con quello universale, dare sostanzialit alla mentalit. Purtroppo questa forma infinita della ricorsiva applicazione di un aumento o sottrazione ad un qualcosa o della causa della causa, genera il regresso allinfinito e questo attiva altre regioni della nostra mentalit che subito sallarmano. Si allarmano perch tutto della nostra mente si evoluto per farci com-prendere le cose attorno a noi e ci che non comprendiamo (prendere assieme), rimane allarme di una potenziale minaccia. Il sistema giuridico della nostra mente, interviene allora a chiudere dimperio questa dilatazione infinita che ruba attenzione e spazio mentale ed oltretutto genera indebito allarme e stabilisce qualcosa che chiuda la procedura dinfinitizzazione. Qui appaiono i principi non principiati ed in genere, Dio[7].Anassimandro pare sostenne che lelemento primo del Tutto era-lpeiron-, ma come si traduca questo apeiron un bel guazzabuglio. La tradizione successiva lo ha tradotto come infinito o indeterminato, ma il problema il senso che infinito o indeterminato hanno preso dopo i tempi coevi ad Anassimandro. G. Semeraro ha dedicato quarantanni di ricerca sulle origini della nostra cultura in quanto linguaggio e la questione, secondo lui, del tutto diversa poich la radice del termine, sarebbe accadico sumerica, e significa polvere, fango, terra. La faccenda sarebbe quindi un semplice luomo polvere ed alla polvere ritorner, come osserveranno poi una nutrita schiera di pensatori, tra cui Senofane ed anche lEcclesiaste 3.12-20? La frase di Anassimandro la madre di tutte le ermeneutiche: provate a fare un ricerchina su Google, potreste trovare gli elenchi degli articoli e dei volumi scritti su ci che ha detto il fisico di Mileto. Gi, cosa ha detto? Quello che ha detto Anassimandro sta in tre righe riportate da un neoplatonico bizantino (Simplicio) che visse pi di mille anni dopo Anassimandro. Come da questo incerto frammento si possa far sgorgare cotanta impetuosa vena interpretativa, dice di quante cose abbiamo da dire a prescindere dalloggetto sul quale dovremmo appoggiare il nostro dire. In un senso concettuale, apeiron, potrebbe anche significare indeterminato poich la terra intesa come terriccio, la polvere, la granularit, un indeterminato rispetto a tutte le cose a cui poi d vita. E se proviamo a contare questi grani primordiali essi sono senzaltro di un innumerevole che pu sopportare lin-finito in senso iperbolico. Il problema che la materialit dellapeiron si perde nel concetto di indeterminato ed infinito della tradizione successiva per via del significato metafisico che questi termini hanno poi assunto. Come sempre accade, il problema interpretare un pezzo di una immagine di mondo precedente con la mentalit di una immagine mondo successiva. Che un fisico di Mileto, incastonato tra un Talete che pensava allacqua e un Anassimene che pensava allaria, potesse pensare lorigine di Tutto come infinito in senso metafisico, da escludere senza ulteriori commenti.= 0 =La convergenza del pensiero di Rovelli con quella che chiamiamo cultura della complessit chiara, da ci che abbiamo detto e da altro che potrete verificare leggendo i suoi libri, articoli, interventi pubblici. Un capitolo finale del libro sulla termodinamica e la teoria dellinformazione di Shannon, chiude questo percorso di idee interrelate che tentano una ricostruzione coerente di una immagine di mondo che chiama a gran voce, una riflessione in filosofia. Una filosofia che precisi ed estenda i concetti e li metta in una rete-sistema che possa costituire la matrice per produrre una immagine di mondo non solo del micro-macro mondo fisico, ma anche di quello umano, esistenzial-fenomenico, di quello mentale ed ideale. Partendo dallontologia della relazione. A questo impegno ci continueremo a dedicare, perch questa la strada pi fertile che intravediamo per riparare al nostro disadattamento ad un mondo che cambia pi velocemente di quanto noi non cambiamo il nostro modo di pensare e di vivere. Se partendo con una immagine di mondo cosale, incontriamo un mondo relazionale, dobbiamo rivedere (adaequatio) gli allineamenti tra intellectus et rei.Ai livelli in cui indaga Rovelli, il tempo non c. Al livello nostro, il tempo tremendamente scarso. Un buon uso di questa scarsa risorsa per intravedere la possibile struttura di un modo utile di nuovo pensare, leggere questo libro.

[1] LAutore si distingue per una certa conoscenza (che per altro era una nobile caratteristica anche dei fisici novecenteschi tipo Planck, Heisenberg, Schrodinger, Bohr e lo stesso Einstein) della filosofia greca. Suo un: Che cos la scienza. La rivoluzione di Anassimandro; Mondadori, 2011. Si noti che tanto la meccanica quantistica, quanto e ancor di pi la relativit, non hanno fertilizzato pi di tanto la riflessione filosofica propriamente detta. Colpa forse del divorzio rancoroso tra scienza e filosofia, tra anglosassoni e continentali. Ma colpa forse anche e soprattutto dellincommensurabilit tra i concetti dellun campo e la struttura concettuale, la metafisica invisibile, dallaltro. Il lungo addio della mentalit occidentale alla propria tradizione anche un lungo addio alla fisica newtoniana che grava con i suoi presupposti il concetto di scienza per come ad esempio la intende l-economics-, una disciplina proto-paleolitica in termini epistemologici. Il caso eclatante di questa incommensurabilit fisico-metafisica nel concetto di relazione.[2] Nella terza parte del libro questi grani fondamentali sono presentati come -campi quantistici covarianti- ed avendo una dimensione minima ed una costituzione complessiva discreta, tolgono di mezzo quel continuum che porta ai paradossi dellinfinita divisibilit zenoniana.[3] Pi precisamente, i campi quantistici covarianti che -sono- lo spaziotempo ed al contempo ci in cui si generano forze e quanti, il mitico principio di cui sarebbe fatto il Tutto ci che .[4] Pg. 119[5] Stanno, rispetto a ci che si osserva sperimentalmente in base a pregresse teorie.[6] Pg. 122, Rovelli cita una sparuta ma agguerrita pattuglia di filosofi in sintonia con linterpretazione relazionale. Michel Bitbol un fisico-filosofo della scienza francese, direttore di ricerca presso il CNRS, che unisce anche interessi per la neuro-fenomenologia di F. Varela e il pensiero della scuola Madhyamika del buddhismo. Mauro Dorato insegna filosofia della scienza a Roma Tre . B. van Fraassen un importante filosofo olandese, proponente lidea di un empirismo costruttivo. Una sua intervista: http://www.consiglio.regione.toscana.it:8085/news-ed-eventi/pianeta-galileo/atti/2009/18_manetti.pdf. Ma si potrebbe anche osservare Meinard Kuhlmann, di cui -forse- ci occuperemo in un prossimo intervento.[7] In un senso biologico, linfinito un orgasmo senza eiaculazione, una dilatazione eternizzata. Si noti che il piacere orgasmico non n nella dilatazione che oltre un certo tempo diventa anche dolorosa, n nelleiaculazione che senza orgasmo ben poco soddisfacente. Il piacere -di nuovo- nella relazione tra una dilatazione e la successiva contrazione eiaculante. I mistici provano qualcosa del genere. Gli idealisti, sono dei mistici razionali. Lorgasmo dei primi Dio, quello dei secondi lAssoluto.