Piergiorgio Caselli - Scuola Non Scuola - Raccolta Di Scritti e Articoli

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Piergiorgio Caselli Scuola Non Scuola Raccolta di scritti e articoli

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Piergiorgio Caselli

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Raccolta di scritti e articoli

Il volo della meditazione

Hai mai visto il volo del falco ?

Le ali aperte, il corpo rilassato, ogni movimento è pura armonia. Il suo è uno scivolare leggero sull’aria, un delicato accarezzare il cielo. Nella sua danza con le nuvole non lo vedrai sforzarsi e per questo puoi vederlo lì su, così in alto, dove non ci sono né cornacchie né merli né altri uccelli. E’ un aprirsi, un lasciarsi andare, un mollare la presa e lasciare che il volo accada. E’ meditazione.

Spesso mi sono imbattuto in insegnanti e in testi che insistono sull’importanza dello sforzo nella pratica meditativa. Anche in diverse conferenze ho sentito parlare della meditazione in questi termini e vorrei esporre a riguardo quello che il falco mi ha mostrato.

Poco tempo fa mi trovavo in campagna, non lontano da casa mia, seduto sotto un albero. Mi guardavo intorno assorbendo quel senso di pace che la campagna con uno spicchio di lago all’orizzonte ti dà quando uno di questi grandi maestri di volo è apparso, proprio prima che mi dedicassi all’amato silenzio. Quel che segue non è quindi farina del mio sacco, ma solo la traduzione in parole di quello che un grande amico dei cieli mi ha regalato.

Con infinita gratitudine per lui, che mentre stò qui a chiacchierare è in cielo a gioire del volo chissà dove, e per la vita tutta, che non finisce mai di riversarti addosso benedizioni e oppurtunità. A mani giunte.

La meditazione viva è alchimia, è contatto con la magia della vita, è azzardo, è volo nel cielo sconfinato dell’esistenza. Ma l’uomo è addormentato. Ha dimenticato le ali ampie del suo essere, la gioia di danzare con le nuvole, l’estasi della libertà totale, il fremito della picchiata nell’abisso….. Ha da pagare il mutuo e deve sbrigarsi per andare al lavoro, e poi c’è la macchina da portare a fare il tagliando….. Questa storia del volo non sarà roba pericolsa? Non sa più tuffarsi nella vita come un avventuriero. Ha perso la capacità di buttarsi e di rischiare e quindi di gioire e di danzare. Ha dimenticato chi è. Ed ecco che a contatto con un morto anche la meditazione diviene morta. Una routine, una collezione di farfalle di cui parlare in salotto, un fossile, una pratica sterile, un abitudine meccanica. E sai perché ? Perché sotto sotto l’uomo ha paura.

Fin da quando eri piccolo ti hanno riempito la testa di "stai attento", "mi raccomando", "fai il bravo", "meritatelo", "comportati bene", "non devi", "pensa bene a quello che fai", "non puoi"…..

E quelle paure sono cresciute con te, sono divenute parte del tuo sangue e delle tue ossa. Non le vedi ma ci sono in te, a livello inconscio, e plasmano il tuo modo di vivere. Meglio, plasmano il tuo modo di non vivere: pieno di paure come puoi rilassarti nell’esisteza ? Come puoi essere davvero grato della vita se la temi ? Come puoi gioire di qualcosa che non vivi ? Questa paura, questa erba tossica dell’anima, ti blocca, ti inchioda a terra. E sai da cosa lo puoi vedere ? da quanto ti devi sforzare per vivere.

Per l’uomo tutto è uno sforzo. Il lavoro è uno sforzo, non la sana soddisfazione di creare, la gioia di materializzare il proprio sostentamento. E’ fatica, noia e dovere. Perché ? Perché non ha avuto la fortuna di avere un bel lavoro ? Certo i suoi occhi gli dicono questo. Ma solo perché vede attraverso la paura. Non ha il coraggio di rischiare, di buttarsi, di azzardare alla ricerca del lavoro che ama.

Và al cinema a vedere film di avventura e vive come un codardo. Tutti gli hanno inculcato la paura del lavoro, la necessità di tenersi stretto non quello che ama e lo fa volare no, ma quello che è sicuro e tranquillo. Vivendo in una società di addormentati viene educato al sonno, capisci ? Ed ecco che la gran parte delle ore che vive sono vissute all’ombra del timore, non della creatività che qualsiasi lavoro, anche il più umile, porta a galla e fa affiorare nell’individuo quando fa ciò che davvero ama fare.

I rapporti con gli altri sono uno sforzo, l’hai mai notato ? La psicologia moderna ci informa che l’uomo nelle relazioni interpersonali non fa altro che competere per il potere. Non è la gioia di trovarsi in questa vita e fare un pezzo di strada insieme. Non è la gioia di condividere il volo dell’esistenza con un amico, un’ amante, una moglie, un figlio….. E’ lì che scherza e ride ma sotto sotto è a caccia di attenzioni, approvazioni, complimenti.

E lo puoi vedere da come ogni rapporto alla fine si trasforma in un vincolo, in una serie di doveri e obblighi….. Siamo addirittura arrivati a dire che quando si vuole bene a qualcuno si è legati a quel qualcuno. Legati! Nulla a che fare con la gioia col quale il falco condivide il volo con la sua compagna. Giocano alla vita, godono della loro libertà, gioiscono dell’essere vivi e dell’essersi trovati. Ti basterà guardarli per vedere quanta armonia c’è fra loro. Quelle curve in aria, quelle picchiate fianco a fianco, quei voli altissimi….. E come potrebbero volare se fossero l’uno legato all’altra ? L’uno trascinerebbe a terra l’altro. E questo è quello che facciamo noi. Precipitiamo in basso all’insegna dell’amore e dell’amicizia. Come può essere amicizia ? Come può essere amore se non ti fa volare ? Ma ecco che "vivendo" tutti così per noi diviene normale così. Tanto andremo al cinema a vedere qualche bellissimo film d’amore…..

La vacanza è uno sforzo! Hai mai guardato attentamente l’uomo in spiaggia ?

Il mare è lì, bellissimo, ma lui non c’è. Un pezzo di lui è al lavoro che lo aspetta la prossima settimana, un pezzo di lui a quel che mangerà la sera, un pezzo di lui è a fare foto a tutto spiano, un pezzo di lui è preoccupato per il figlio e un pezzo di lui è in quel bellissimo bikini laggiù. E’ frammentato, e torna dalla vacanza a pezzi. Deve risposare, e certamente si sforzerà di riposare…..

Se si sforza in tutto, come può non sforzarsi di meditare ? E anzi si sforzerà ancor più nella meditazione perché la sua mente gli dice che è importante, che è una cosa che lo trasformerà, che lo renderà migliore, più bello e luminoso davanti agli altri. La sua mente investe nella meditazione, ha bisogno di meditare per sentire che stà facendo qualcosa di spirituale.

Al lavoro sembra funzionare così: più ti sforzi e più riesci. E’ così anche in una corsa: più forza ci metti e prima arrivi. Anche nella meditazione deve essere così….. Ed ecco che questa benedizione, questa via al risveglio, questo mistero che conduce a chi veramente sei la

intraprendi come uno "sport dell’anima": anziché correre dietro ad un pallone corri dietro al silenzio.

E in tutto questo senti insegnanti invitarti allo sforzo, lo stesso che continuano a compiere loro e lo stesso che hanno compiuto per preparare i loro discorsi. Ti dicono: aumenta la velocità, corri più forte, allena ancor più le gambe e presto sarai così veloce che la meditazione non potrà più sfuggirti. Cornacchie. Cornacchie che insegnano a volare basso e che credono che esista solo quel modo di volare, che di fatto non è volare. Hanno confuso il volare con il mantenersi a qualche metro di altezza grazie ad un movimento convulso delle ali, grazie allo sforzo e all’allenamento. Nulla a che fare con qualcosa più di te, con la magia dell’accadere, dell’essere trasportato, della beatitudine della meditazione profonda. In questo modo non la raggiungerai mai, e anche chi ne parla in questi termini non l’ha mai sperimentata in profondità. Certo forse è esperto e sa un sacco di cose, forse ha scritto libri e frequantato corsi su corsi, ma questo non vuol dire volare alto. Non vuol dire che ha toccato la magia, la totalità, l’essere. Non significa che ha aperto le ali e che vola nell’esistenza. Quella di cui ti parlano non è meditazione. E’ una forma di rilassamento che ti permetterà di essere un po’ più tranquillo, di dormire meglio e di suonare meno il clacson nel traffico.

Ma non ha nulla di sacro, non è un contatto col divino, non è conoscere i cieli sconfinati dell’essere, non è risveglio, non è volo. E’ solo un dormire più tranquillamente. E’ una sorta di training autogeno e certo non è sbagliato, può aiutarti, ma non ha nulla a che fare con la nobile via della meditazione profonda.

La meditazione è qualcosa che accade nel tuo essere. Non è un tuo fare, non è un tuo sforzo.

Tutto è abbandono, le ali sono aperte e il cielo ti accoglie, ti sorregge con le sue correnti di silenzi e benedizioni, ti conduce, ti annulla.

E ricorda: non è nemmeno un tuo non fare. Infatti sia che tu faccia che tu non faccia sei sempre tu a decidere, è sempre quel tu che guida. Sia che quel tu decide di fare che di non fare è sempre presente, ed è lo stesso decidere che rafforza la sua presenza. E fin quando c’è quel tu non c’è meditazione. O c’è quel tu o c’è meditazione.

Non stò dicendo che le tecniche non servono. Le tecniche sono utili, ma non sono la meditazione. Tutto è così semplice da essere difficilissimo per la mente, ed è proprio per questo che le tecniche all’inizio sono importanti. Tutta la nostra cultura è incentrata sulla complicatezza, sulle cose intelligenti, e più una cosa è mentale è più ci appare raffinata e importante. Siamo addormentati.

Se tu fai il contadino non fai nulla di che, ma se tu fai il contadino perché stai seguendo una filosofia ecco che gli altri iniziano ad interessarsi a te, a seguirti, sarai il guru della patata.

Fai il calzolaio e non sei nulla, ma inventati la filosofia del riparare le scarpe e sarai circondato da mille cornacchie con le scarpe rotte. Diverrai famoso !

La vita mi ha donato la possibilità di tenere dei corsi di meditazione nelle scuole medie per i professori e di poter entrare nelle classi nell’orario scolastico per condurre dei gruppi sulla consapevolezza con i ragazzi. E’ sconcertante accorgersi di quanto venga loro insegnato a fare tutto con la mente. Più mente ci metti in una certa cosa più quella cosa sarà buona. E

Questo può essere vero per la matematica e per la fisica, ma che cosa sarà di quel poveretto davanti all’amore ? Che cosa sarà di lui davanti alla vita ? Danzerà mai con le nuvole ?

L’esistenza gli chiederà di essere creativo, di essere vivo, di essere limpido e capace di gioire, di vivere la vita con intesità e con coraggio come una grande avventura cosmica e lui e lì che non si ricorda a che pagina era scritto la cosa più giusta da fare adesso. I voti e le cose che sa non possono sostituire quello che è, e nessuna laurea con lode potrà conferirgli il silenzio e l’armonia necessari per una vita piena e luminosa. E’ uno degli infiniti candidati alla sopravvivenza, non al vivere davvero. E non stò tanto parlando di un ragazzo che ha ora 13 anni ma di noi quando avevamo la sua età, capisci ? Tu ed io siamo stati indottrinati all’ intellettualità, all’essere intelligente e controllato in tutto ciò che si fa, ad essere sicuro che il cervello sia collegato prima di dire o fare qualsiasi cosa.

Il caro padre Ballester dice che siamo tutti figli di Aristotele. In questo marasma di intellettualità come può accaderti la meditazione ? E’ necessaria una tecnica che ti permetta di avvicinare gradualmente quel Mistero, quella Gioia e quella Libertà che pulsano nelle profondità del tuo essere.

Quella magia, quell’abissale silenzio, quello svanire come un fiocco di neve che cade nel mare….. Puoi conseguirli anche adesso. In questo preciso istante ,mentre i tuoi occhi poggiano su queste parole, nulla lo stà impedendo. Eppure non accade, come mai ? Non perché tutto questo sia lontano da te, no no. Tutto è qui, tutto è ora….. Ma perché sei tu lontano da tutto questo, capisci ?

Hai mai visto una foglia sforzarsi per essere portata via dal Vento ?

E’ vero il contrario: è necessario uno sforzo per non essere portata via dal Vento. E qual’è quello sforzo ? E’ lo sforzo del rimanere aggrappato all’albero, è la tensione con la quale rimani aggrappato all’intellettualità.

E’ l’intellettualità la distanza fra te e il volo del falco. E così come sei ora non puoi andare da nessuna parte senza portarti dietro la mente con tutto il suo fardello fatto di fare e di credo e di condizionamenti. Saranno le tecniche ad avvicinarti, a riempire un po’ quel dislivello. Ed è solo questa la loro funzione. Ora tu sei la tua mente e dalla tua mente devi partire, ecco perché all’inizio occorre una tecnica ed uno sforzo. Ma poi quello stesso sforzo dovrà sparire.

C’è una bellissima storiella nella quale Gesù e Pietro camminano sulle sponde di un lago, quando il maestro dice- vieni Pietro, seguimi, faremo prima di qua — ed inizia a camminare sull’acqua.

Pietro è impietrito. Sa che il figlio di Giuseppe e Maria è un mistico ed è abituato alle sue improvvise stranezze, ma questo è veramente troppo! E lì che passeggia sull’acqua come niente fosse ! Dopo aver ammirato estasiato la scena per un po’ torna in sé e decide di fare quello che il maestro gli ha detto, ed entra in acqua anche lui per seguirlo. Subito inizia ad affondare: — maestro, vado a fondo - e Gesù — dai Pietruzzo andiamo, siamo in ritardo, seguimi -. Il buon Pietro ce la mette tutta, ascolta il respiro per qualche istante, fa la discesa a zero, vuota la mente….. E riparte. Ma niente, continua ad affondare. L’acqua arriva alla vita, alla pancia, al collo…..Disperato urla — Gesù non riesco, aspettami, non riesco come

te….. così affogherò! — al che il maestro si gira a guardare quello che stà accadendo. Vedendo la scena fa — Pietro, ma che stai

facendo ? Perché non cammini sugli scogli affioranti come faccio io ? —

Quando lo sforzo rimane nei giorni e nelle settimane c’è qualcosa che non và. Ciò che doveva accadere non è accaduto ed è tempo di fermarti e di comprendere perché. E’ tempo di cambiare qualcosa nella vita, è tempo di accorgerti di qualcosa che non stai vedendo.

Hai mancato le rocce sotto il pelo dell’acqua, ti stai muovendo nella complicatezza, nello sforzo, nella fatica. Prima o poi annegherai. Non hai toccato la vera meditazione. Certo, forse per diverse ore al giorno tieni la schiena dritta e gli occhi chiusi, ma questo non vuol dire che la meditazione ti ha sfiorato col suo tocco leggero, che ti ha incontrato, che ti ha invitato a entrare nei silenzi dell’anima….. Stai praticando qualcosa in cui credi, qualcosa che è solo mente. Hai deciso che è importante, che è bene, ma non basta. Questa meditazione è solo un’ideologia. Bella, bellissima, ma non ti shiuderà nessuna soglia sul mistero, nessuno spiraglio sull’infinito. Non ti farà aprire le ali e spiccare il volo, capisci ? Devi trovare gli scogli, devi trovare la via della semplicità o diverrai un robot della pratica meditativa. E ricorda: quella via è unica. Non puoi seguire quella di un altro. Quella che per un altro è la via leggera e consapevole per te può non esserlo. Di fatto non può esserlo, perché tu sei un essere unico in tutto l’universo. Sono unici i tuoi occhi, è unico il tuo viso, è addirittura unica la tua impronta digitale. Come puoi pensare che non sia unica la tua interiorità ? Come puoi pensare che non sia unica la tua via alla verità e al silenzio ? Ma queste cornacchie continuano a dirti di sforzarti, ti tenere duro, di tirare avanti. Ti invitano a essere cieco e andare avanti come un cavallo con i paraocchi. Ti dicono di essere consapevole e ti portano sulla strada dell’inconsapevolezza. E sai perché ? Perché non hanno realizzato quel silenzio, non l’hanno vissuto. L’hanno solo studiato, ne hanno fatto una materia teorica, uccidendo la meditazione viva. Hanno preso il seme e l’hanno messo in un laboratorio. Ne parlano e ne discutono e ci scrivo libri e ci tengono conferenze. Ma non l’hanno seminato nel loro essere. Non l’hanno fatto germogliare. Non ne hanno tratto fiori e frutti, ne profumi da regalare al Vento…..Per favore ricordalo: la meditazione non può essere morta. Non può essere un libro che hai letto, qualcosa che hai conosciuto in passato, un corso che hai fatto 2 anni fa….. La meditazione viva è adesso, e ti porta alla semplicità, al saper vedere gli scogli sui quali passare, a trovare la via facile.

E quando questo accade inizierai a vedere la vita sorriderti. Non che prima non ti sorridesse, solo non avevi occhi per vederlo. Prima era solo aria in faccia, ora è una carezza. Prima era solo un bimbo, ora è un elfo. Prima era solo un albero, ora è un essero vivo che danza nel vento.

Prima era solo un falco, ora è un maestro. Prima era solo sopravvivenza, ora è Vita.

Certo questo miracolo può non accaderti immediatamente. La meditazione potrebbe non toccarti subito. Per vite e vite hai navigato nella complicatezza e ora potresti non riuscire ad uscirne al primo tentativo. Puoi sbagliare, è naturale, è sano, è addirittuara bello. Sei vivo e tutto questo fa parte del gioco, và benissimo così. Se rimani con gli occhi aperti prima o poi accadrà, e non importa neanche quando. Tutto è già così bello, che importa ? Quello stesso tenere gli occhi aperti è già magia, è già bellezza al punto che non importa altro. L’illuminazione, Dio, la Verità…..

Che importa ? E ricorda, è proprio quando nulla è importante che tutto lo diventa. E’ proprio quando non sei più così preoccupato e teso nello sforzo di raggiungere Dio che Lui viene a visitarti e a colmarti…..Ma dovrai sperimentarlo da te, o tutto questo sarà solo un articolo su una rivista che tra poco dimenticherai chissà dove.

Nel caldo torrido della savana una giraffa si stà arrotolando una canna. E’ lì stanca che si prepara a fumarsela quando all’improvviso gli arriva un ceffone su una zampa. Guarda in basso e c’è un coniglio tutto sudato e concitato che gli fa - basta con queste canne, vieni a correre con me, a fare qualcosa di salutare, daiiiii — e via partono in due. Coniglio e giraffa corrono alzando un polverone, il coniglio avanti che la incita — forza dai forzaaaa -. Dopo qualche centinaio di metri

i due si imbattono in una scimmia. Stà lì appoggiata stancamente su un ramo che si fuma la sua canna quando il coniglio gli fa — smettila con queste canne, ti fanno solo male. Risveglia le tue energie e vieni a correre con noi — e via partono in tre. La colonna di polvere è ancora più grossa ora. Il coniglio velocissimo davanti che urla all’impazzata di spingere sulle zampe, la scimmia e la giraffa dietro che ce la mettono tutta, concentratissimi. Poco dopo si imbattono in una zebra. Sbracata all’ombra è lì che sì sta sniffando la sua droga quando il coniglio le dà un ceffone — piantala con questa robba. Vieni a correre con noi scema, accenditi, vivi davvero …..- ed ecco la compagnia di corridori alzare nella corsa un enorme nuvola di polvere. Il coniglio davanti con gli occhi di fuori che urla di mettercela tutta e dietro la giraffa, la scimmia e la zebra sudati e impegnatissimi. La cosa và avanti così: incontrano uno gnù, un leopardo, 2 elefanti, un rinoceronte, un gruppo di avvoltoi, un branco di iene, un facocero, una gazzella e 3 ippopotami e tutti convinti dall’energico coniglio mollano le loro droghe e corrono con tutte le loro forze all’insegna di una vita più piena e energica. C’è polvere ovunque, la terra trema, gli animali protesi nello sforzo. Il coniglio davanti a tutti con gli occhi rossi e spiritati urla più che mai : dai forza spingete su quelle zampe e su quelle ali, più veloci più veloci energiaaaaa - quando improvvisamente si trovano davanti al re della giungla. Un leone maschio sdraiato a pancia in sù con una grossa canna nella zampa, è lì che fa cerchi di fumo nell’aria. Tutti si fermano. Il re della giungla è pur sempre il re della giungla. Il coniglio si avvicina, ma non fa in tempo ad aprire la bocca che il leone gli dà una zampata così forte che lo scaraventa alto in aria. I corridori ammutoliti seguono con lo sguardo la parabola del coniglio mentre vola alto sopra le loro teste, per atterrare rovinosamente in gruppo di cespugli lontani. Tutti sono impietriti. Per un po’ regna il silenzio mentre il leone è lì che continua a fumare la sua canna facendo cerchi di fumo, una zampa dietro alla testa e gli occhi un po’ assonnati a guardare le nuvole come se nulla fosse accaduto. Alla fine il rinoceronte forte della sua corazza sì fa avanti, e dice al grande leone — perché ci fai questo ? E’ il nostro guru, ci ha fatto uscire dalla droga e ci ha incitati ad una vita più consapevole….- ma il leone non lo lascia finire e fa: — ma quale guru e guru, sei grande grosso e bambacione! quello è Santain, non lo conosci ? Possibile che ogni volta gli animali della mia foresta si fanno fregare così ? Correre all’impazzata e incitare tutti a lasciare le droghe per seguirlo è la solita reazione che ha quando ha esagerato con la sua dose -.

E’ proprio così, stai attento. Non lasciare che lo sforzo sia la tua meditazione, non lasciare che la meditazione sia solo il praticare una tecnica. Smettila di correre dietro al coniglietto del silenzio, quello non è il vero silenzio, capisci ? I metodi sono solo trucchetti, giocattoli, espedienti per aiutarti a saltare oltre la mente. Ma se tu rendi la meditazione solo una

tecnica come potrai fare quel salto ? Rimarrai al suo interno, e quella che chiami meditazione altro non sarà che un grande sforzo e l’alzare un gran polverone. Per favore lascia che te lo ripeta: la tecnica non è la meditazione.

Sei tu che ripeti un nome supremo, sei tu che ripeti un mantra o una preghiera, sei tu che respiri in quel modo, sei tu che porti e riporti l’attenzione sulla punta del naso…..C’è ancora un fare, c’è ancora un tu, ed è così impegnato nello sforzo che come può svanire ? Se ti guardi con attenzione potrai vederti nel tuo sforzo di cornacchia: stare lì a gracchiare lo chiami meditazione ?

Nessun volo silenzioso nel cielo sconfinato, solo uno sforzo, solo una pratica.

Certo questo all’esterno non si vede. Sei seduto lì nella tua bella posizione e puoi dire agli altri che stai meditando, e che lo fai da anni con spirituale regolarità.

Puoi addirittura ingannare te stesso: come sono elevato, come sono mistico. Quegli sciocchi non fanno altro che correre dietro ad un pallone, mentre io corro dietro al silenzio…..

E’ sempre un fare, capisci ? Solo adesso lo hai spostato da fuori a dentro, ma stai continuando ad inseguire qualcosa, a sforzarti. Prima cercavi il goal nella porta, ora invece lo cerchi nell’illuminazione, nel silenzio ultimo, nel nirvana….c’è ancora una tensione, c’è ancora un obiettivo. E per raggiungerlo alzerai un gran polverone, attraverso il quale non potrai più vedere la realtà.

E sai qual è il guaio ? Il guaio è che ora il tuo ego si sente importante. Pratichi la meditazione da anni….di fatto è da così tanto tempo che rincorri il silenzio che l’ego si è allenato. Ha gambe forti e un torace ampio. Ora è così grosso e muscoloso, come potrà passare per la porta stretta ?

Come potrà svanire se in tutti quegli anni è diventato così importante ?

Un giorno vedrai la meditazione proseguire senza che tu faccia più nulla.

Non c’è nulla che tu abbia fatto per toccare questo stato e non c’è nulla che tu possa smettere di fare per toccarlo, capisci ?

Semplicemente accade. E’ una grazia, una benedizione, è la vita che ti prende per mano e ti conduce. Ora non devi più sbattere quelle alucce nere, puoi smettere di gracchiare. Ora puoi semplicemente essere. Ora voli alto. C’è un bellissimo detto zen che dice: l’erba cresce da sola.

E’ magnifico, l’erba cresce da sola. Tu non fai nulla, tutto è scivolare nel non sforzo, tutto accade e le benedizioni cadono su di te nel silenzio come la neve sulla grande montagna.

Ed ecco il volo: magico, armonioso, delicato… Eppure forte e possente. Come puoi dire che sei tu a volare ? Come puoi dire che sei tu ad essere arrivato a volare ? Non sei stato tu. Non è merito tuo. Come puoi adesso dire che quella certa pratica ti ci ha condotto ? Non è vero.

Di fatto tutte quelle tecniche, tutti quei corsi e quelle iniziazioni, tutti quelle letture e quegli studi così seri…Tutti quegli sforzi e nulla accadeva…..E adesso…Come puoi non ridere ?

Rinzai, un grande maestro zen del passato, entrò un giorno nel monastero dove insegnava meditazione cavalcando un somarello lanciato a tutta velocità. Davanti ai suoi allievi sbigottiti sfrecciava a destra e sinistra per tutto il cortile urlando a squarcia gola: ho perso il mio somaro, ho perso il mio somaro, dov’è? Dov’è ? E sempre in groppa all’animale schizzò di nuovo fuori della scuola e scomparve, per quel giorno non lo si vide più. Quel giorno diede una meravigliosa lezione.

Le tecniche non sono meditazione, non ti accontentare di praticare una tecnica, anela al cielo, al silenzio ultimo, non diventare un robot della pratica tecnica, o la meditazione non ti accadrà mai. Per anni inseguirai il silenzio e non ti accorgerai che quell’inseguimento iniziale, quello sforzo non era mirato a farti correre più veloce per acchiapparlo, no. Era mirato invece a renderti consapevole che esso stesso tiene lontano il silenzio, senza mai fartelo raggiungere. Ma all’inizio avevi così bisogno di corerre che è stato meglio farti correre dietro al silenzio che dietro a qualcos’altro.

Essendo così scalpitante come ti si poteva dire che era la corsa stessa a tenere lontano il silenzio ? Sarebbe stata solo una repressione, non una benedizione.

Tu eri la tua mente e come ti si poteva dire di svanire nel silenzio ? Essendo la tua mente era necessaria una tecnica che altro non era che un gioco per la mente stessa. Non ha nulla di sacro in sè. Anche se ha nomi alto sonanti come nome supremo o mantra o dio in realtà non è nulla di sacro, è solo una parola. Ma potrebbe risvegliare il Sacro in Te. Potrebbe condurti a ciò che è veramente Sacro. Ma questo può accadere solo se la usi per quello che è, senza attaccartici e senza farne una pratica meccanica. Se arrivi a stancarti di correre e ti fermi anziché drogarti per correre di più, capisci ? E quel sacro è la capacità di vedere, di vedere che nulla è mai stato lontano da te. Ne il Dio misterioso, ne l’illuminazione, ne il Tao… Chiamalo come vuoi. E’ sempre stato in te e lo cercavi lontano, è sempre stato te e lo cercavi in qualcun altro. Sfrecciavi su Lui cercando Lui. Somaro! Come puoi non ridere ? Questo stesso universo è una grande risata, queste stelle, queste nuovole, quel falco, queste pareti, questa tastiera, il canto di questi uccelli….

Come puoi non ridere ?

Ma ora lo dovrai realizzare da te. E allora quel cadere della mente è vero, è una tua realizzazione non un tuo averlo letto o creduto. Allora quella risata ha una qualità unica. Non è solo ridere, è vedere, è danzare, è vivere, è ringraziare, è gioire. E’ il vero Allelujia. L’allelujia che non è una parola ripetuta meccanicamente la domenica, ma una vita piena e consapevole, una luce accesa, il celebrare l’intera esistenza. Allora il sacro accade in te, e la meditazione è il volo del falco. Semplice, leggera, delicata… Eppure abissale, sconfinata, infinita.

Allora il falco svanisce e rimane solo il volo. Allora il volo svanisce e rimane solo il Cielo

La sola rivoluzione

Grazie per questi fiori quì sul tavolo, sono bellissimi.

Loro sono veri maestri: guardali bene. Sono fioriti, vedi ? .

Fioriscono per quel che sono: una rosa fiorisce come rosa, un tulipano come tulipano, una gerbera come gerbera...... .

Ogni fiore fiorisce per ciò che è. E nel fiorire non fanno altro che portare a galla la loro vera natura, ciò che già erano in .

profondità, capisci ? .

Lasciano soltanto che il seme germogli, cha la loro potenzialità si attui. .

Ecco perchè sono veri maestri per tutti noi. .

Il grande Ramana Maharshi diceva : "sii ciò che sei" e vedi ? .

I fiori gli danno retta e fioriscono per quel che sono. .

E sono molto più religiosi di noi. .

Non ho mai visto una rosa cercare di divenire una orchidea o un giglio sforzarsi .

di essere un anemone.....semplicemente fioriscono, seguendo la loro natura. .

Non cercano di essere diversi da ciò che sono, si accettano. .

E in questa accettazione, in questo grande sì all'esistenza.....La fioritura. .

Hanno colori e profumi diversi eppure, se sei attento, se sai ascoltare il canto della vita,

potrai accorgerti che stanno dicendo tutti la stessa cosa, senti ? [ Si avvicina con l'orecchio al mazzo ]

Ascolta, senti ? Stanno dicendo tutti sì.

Sì.

Sai davvero ascoltare attentamente ?

Conosci la vera attenzione ?

A scuola ci educano a essere attenti e pensiamo di saperlo essere.

Dentro di noi diciamo "ora sarò attento........" ma questa non è vera attenzione.

Questo è qualcosa che costruisco in me, che decido di iniziare e che posso decidere di interrompere...... [ In questo preciso

istante qualcuno nell'auditorio starnutisce fragorosamente ] Magnifico ! Avete sentito ?! Tu non decidi di starnutire, tu

non dici a te stesso qualcosa come "ora inzierò a starnutire e dopo due o tre colpi mi arresterò", anche se mi auguro che

quella persona non continuerà più con queste esplosioni tonanti. Uno starnuto semplicemente accade. E così è la vera

attenzione alla quale ti invito. Accade, semplicemente accade. Non è un tuo sforzo, è qualcosa che accade in te. Ma

allora, dirai tu, come si può essere invitati a qualcosa che non posso decidere di iniziare ? Lasciandola accadere. Lasciala accadere,

lasciala accadere....[ Pier Giorgio prende una campanella che è sul tavolo e alzandosi in piedi la suona ].

Stai quì.....Come questi teneri fiori..... Come il dolce suono di questa campanellina..... Stai quì.

E non dico alla persona seduta affianco a te, dico a te.

Stai quì, ora.

[ seguono diversi istanti di silenzio ].

Chi sei tu ?

Conosci veramente te stesso ? Sai chi sei ? Chi sei tu ?

Tu puoi avere un bel vestito e non conoscerti, avere una bella macchina e ancora non saperlo, essere importante e avere un

lavoro che tutti ti invidiano e non essere minimamente sfiorato da questa consapevolezza. Puoi anche tenere una

conferenza su questo e non saperlo !....E anche puoi uscire dal corpo, vivere i così detti viaggi astrali, incontrare entità

di altri piani, angeli, deva......e ancora non saperlo. Puoi vedere le auree della gente o degli alberi e sapere tutto su piani piùsottili di questo

[ batte con le nocche del pugno sul tavolo ].....Ma ancora non sapere chi sei

. Chi sei ?

Vedi, questa è un pò quella che Cohelo chiamerebbe la mia leggenda personale:

io ho sguazzato a lungo in questi "giochi sottili". Ho seguito tanti guru e maestri, sono stato in India e in varie parti

dell'oriente.....E sono svolazzato diverse volte fuori dal corpo, vivendo esperienze molto particolari.

Ma chi sono in realtà io ?

Puoi volare al di sopra di un bosco col tuo corpo astrale e puoi davvero, se hai abbastanza costanza e impegno nel tuo

"allenamento sottile", percependo presenze invisibili, vedendo fiamme di colore intorno ad ogni cosa

e vivendo le esperienze più eccitanti della tua vita, puoi anche sviluppare il potere della guarigione e tanti altri.......

Non sapendo ancora chi sei davvero.

Non avendo ancora mai sperimentato la tua vera natura.

La persona che ha parlato prima ha detto cose molto belle sullo zen.

Nello zen esiste un koan: quale faccia avevi prima di nascere ?

Ecco, tu puoi vivere fenomeni eccezionali ma non conoscere quella faccia.

E in quella faccia è la vera religione.

Religione è tutto quello che ti avvicina all'amore.

E' tutto quello che permette la fioritura del tuo essere.

[ si alza e sollevando un fiore lo guarda in silenzio per diversi secondi ].

C'è un tratto bellissimo sul vangelo.

Vogliono lapidare Gesù perchè ha appena affermato di essere tutt'uno col Padre.

Ascolta bene con orecchie limpide, perchè è magnifico: i farisei erano molto intransigenti su quello che per noi è il vecchio testamento.

E Gesù, da grande maestro che è, non li attacca e non recrimina, ma cita la loro stessa legge, dicendo loro :

- non stà forse scritto che siete dei ?-.

E' bellissimo!

Non polemizza, non dibatte, non è un politico !

Ma solo li prende per il verso più adatto, come un grande giardiniere che dà ad ogni tipo di seme la cosa più adeguata alla sua

crescita, ai suoi particolari bisogni.

Siete dei e ve lo siete dimenticato, e anche la vostra legge lo dice.

E allora perchè ve la prendete con me che ho realizzato e affermo la divinità in me?

E i farisei non poterono far altro che gettare a terra le pietre e tornare alle loro case.

E pensa all'atmosfera di magia che in quel momento deve essersi creata, all'amore, all'intensità di quell' istante.....

Siete dei, e questo vale per te, per me, per tutti oggi come duemila anni fà.

Siete dei. Non è meraviglioso ?

E c'è un altra frase del grande Gesù che vorrei ricordarti: - il regno dei cieli è in mezzo a voi -

e sai una cosa ? Nel testo antico la frase era diversa, e diceva che il regno dei cieli è dentro di voi.

Dentro di voi, dentro te, me, lui, lei..... E' quì, e non lo vedi.

E' quì su questa poltrona [ pier giorgio indica una suora seduta davanti a lui ] ora.

E' quì in te.Tu sei. Tu sei, il tempio dello Spirito [ seguono diversi istanti di silenzio ].

Non è magnifico che degli esseri così elevati vengano a ricordarci chi siamo veramente ?

Non è bellissimo che sulla terra abbiano messo piede creature così splendenti ?

Puoi sentire la gratitudine sbocciare nel cuore ? La senti ?

Non quella che "bisogna avere perchè sei religioso", ma quella vera, spontanea, quella che assomiglia a questi piccoli fiori.

C'è una storia che racconto spesso nei gruppi di meditazione. Risale al grande Budda,

che la narrò in India 2600 anni fà.

Quando era ormai anziano e i suoi discepoli lo accudivano amorevolamente

un sadhu chiese di vederlo. Disse che doveva parlargli a tutti i costi.

Quando fu condotto dal maestro, che era steso su un letto d'erba, gli domandò:

- Ho seguito tanti maestri. Ho ascoltato guru e insegnanti religiosi ma c'è confusione in me.

Mi rivolgo a te perchè ho sentito che sei un grande illuminato.

Ti prego, dimmi, che cos'è veramente la spiritualità ?

Budda non era un filosofo. Budda era un maestro, un uomo che aveva trovato

quel regno dei cieli dentro di lui, che aveva realizzato chi fosse realmente.

E come ogni grande uomo di Verità parlava con estrema semplicità, non come i filosofi o i dotti.

E raccontò una storia semplice, bellissima, che a mio avviso tutti i sinceri ricercatori dovrebbero conoscere e assaporare col cuore.

Ascolta con orecchie limpide:

- Una leonessa perse il proprio cucciolo. Il piccolo si smarrì in un gregge di pecore e crebbe con loro.

Imparò a belare, a scappare al minimo segno di pericolo, a rimanere sempre attaccato alle altre pecore per essere sempre al sicuro.

Un giorno si avvicinò al gregge un leone adulto per cacciare.

Aqquattato immezzo all'erba alta osservava il gruppo alla ricerca di una preda, quando vide il leoncino.

Si comportava come una pecora ! Stupito saltò fuori e, nel fuggi fuggi generale del gregge, agguantò il piccolo.

Gli chiese cosa stesse facendo lì immezzo, ma il cucciolo impaurito soltanto belava !

Il re della foresta gli disse che anche lui era un leone e che non c'era nulla da temere,

ma il cucciolo non ascoltava e cercava solo di scappare e di raggiungere le altre pecore.

Il grande felino, non vedendosi ascoltato e non sapendo che fare, si guardò in torno e vide uno stagno a pochi metri da lì.

Con due balzi ci portò il cucciolo e fece affacciare il suo musetto sul pelo dell'acqua, calma e placida come uno specchio.

E quando il piccolo vide chi veramente era, ruggì. -

Finita di raccontare la storia il Budda si rivolse al Sadhu e disse:

- Spiritualità è ruggire -

E' bellissima vero ? Ruggire, risvegliarsi a quello che siamo realmente.

Al regno che abbiamo dentro, alla divinità che c'è in noi e che abbiamo dimenticato.

Mi pare che fosse Santa Teresa d'Avila a dire che la religione è per i coraggiosi. Ed è proprio così.

Ora ti tratterò un pò male, ma non prendertela. E se proprio te la devi prendere osservati

e potrai vedere parti di te che non conosci.....[ Seguono istanti di silenzio ]

Le persone religiose sono pochissime, rari esseri.

Noi all'insegna della religione abbiamo costruito una maschera che copre la paura.

Paura della morte, di un dio che punisce, della sofferenza, della mancanza di sicurezza.....Paura.

Vai in un ospedale e lo trovi pieno di immagini sacre, di santini, di rosari.....

Poi vai in settimana bianca o in un villaggio turistico al mare.

Che fine hanno fatto tutte le tue preghiere, le tue

devozioni, le immagini di santi e maestri ?

In ospedale temi di morire o che un tuo caro perda la salute, ed ecco che divieni religioso, devoto.....

Poi vai in montagna o al mare e sai cosa diviene sacro lì ?

Il tuo giornale, la tua discoteca, il tuo andare a pesca.....Ora non hai nulla da temere e quindi non ti occorre nessuna ancora di salvezza.

E non c'è solo l'ospedale.

C'è anche il colloquio di lavoro, la gara sportiva, la prova importante che tuo figlio deve affrontare.....

Ci sono un'infinità di situazioni nelle quali preghi, perchè ci sono un'infinità di situazioni nelle quali hai paura.

Hai mai notato che le persone così dette religiose sono quelle che più temono la vita ?

Sono quelle che non sono a loro agio, che sono sempre tese, preoccupate continuamente.....

E se sono ridotte così quale dio hanno trovato ?

Che cosa contattano con le loro continue suppliche e preghiere ?

Se contattassero solo un pizzico di verità, di ciò che é, non potrebbero essere così contratte e nervose.

Quell'estasi, quella luce che la vera interiorizzazione porta le cambierebbe, le trasformerebbe.

Da anni pregano e partecipano a riti, affermano di essere religiose da sempre eppure non vi è alcuna armonia nelle loro vite,

non c'è alcuna luce nei loro occhi.

Non danzano mai con le nuvole.

Non è l'albero buono che da buoni frutti ?

E quali frutti stanno raccogliendo se sono sempre così preoccupate e tese ?

A mio avviso un cristiano vero è uno che prende sul serio le parole di Gesù.

E chi davvero si preoccupa della divinità che è in lui ?

Chi veramente fà qualcosa per muoversi verso il regno che ha dentro ?

Santa Teresa ha ragione: la religione è per i coraggiosi, non per i pavidi

. Il grande Lao Tzu dice che un viaggio di cento mila miglia si inizia col prima passo,

ed è il più importante perchè sveglia la tua determinazione a partire, a muoverti, ad avviarti.....

Tu sei partito ? Hai mosso quel passo ? [ Seguono diversi istanti di silenzio ]

[ Si sporge e guarda fuori dalla finestra ]

Beh! , se sei ancora quì fuori deve davvero piovere forte.

Qualcuno ha parlato della religione e dell'importanza del suo rinnovarsi.

Ma come potrà la religione rinnovarsi se non si rinnova l'uomo ?

Io auspico un rinnovamento della religione e, per questo, prima sono per un rinnovamento dell'individuo. Del singolo.

Hai mai incontrato la società ? La società è un concetto, l'individuo è reale.

Tu sei reale, eccoti quì. Lei è reale, eccola lì [ indica diverse persone nell'auditorio ].

Ed ecco Pasquale Chiaro [ lo indica a fianco a lui ] solo lui non è reale.

Ma questo è un caso particolare.....Capisci ?

L'individuo è reale, e se si vuole una reale rivoluzione si dovrà guardare al singolo individuo, non alla società.

E se il singolo individuo cambia non potrà non cambiare la società, capisci ?

Ma se parliamo di cambiamento della società senza guardare al singolo individuo non ci sarà mai un vero cambiamento, ma solo teoria.

Prima di una religione rinnovata un individuo rinnovato. E qual'è quel rinnovameto ?

E' l'entrare in contatto con te stesso, con la scintilla divina, con la luce del tuo essere.

E io chiamo quel contatto meditazione: un sprofondare negli abissi della tua interiorità, oltre la mente, in profondità che non conosci, che hai dimenticato.....

Non parlo di movimenti, di organizzazioni, di gruppi, di politica. Parlo di te, di me, di lui, di lei. E quando contatti il centro del centro (come lo chiamava S. Giovanni della croce) non potrai non contattare l'amore, la gioia, la libertà......

Perchè è la tua essenza. Perchè, anche se non ne sei consapevole, è la tua vera natura. E' il leone che dorme in te.

Svegliati ! E allora e solo allora potrà avvenire veramente un cambiamento.

Il grande Krishnamurti la chiamava "la sola rivoluzione", ed ha ragione.

Conosciamo le tante rivoluzioni della storia ma abbiamo mai conosciuto la rivoluzione dell'individuo ?

Abbiamo mai portato una rivoluzione in noi più profonda del nostro credo o del nostro pensare ?

Abbiamo mai toccato qualcosa in noi oltre la mente ?

No, ed ecco perchè ogni rivoluzione è caduta, dimenticata. Perchè tu, come gli angeli nella bibbia, sei caduto in basso.

Perchè tu hai dimenticato chi sei.

Il vero cambiamento non può essere attuato dalle pecore.

Puoi mettere un bel vestito ad una pecora, farle la permanente, mandarla in palestra,

metterla in adorazione ai piedi di un leone.....Ma rimarrà sempre un pecora. E non ruggirà.

C'è un bellissimo detto della tradizione yoga: "se vuoi cambiare il mondo cambia te stesso".

Sì! Il vero cambiamento è attuato da chi cambia se stesso. Cambia te stesso.

Cambia te stesso e cambierai il mondo.

Svegliati ! Tu non sei quel che credi di essere, stai dormendo, svegliati !

C'è una parola bellissima che abbiamo un pò frainteso: pentimento.

Per noi è qualcosa che ha a che fare con un senso di colpa, di sbagliato, di peccaminoso.....

Ma in aramaico (la lingua che parlava Gesù) questa parola ha tutto un altro sapore: pentirsi significa "rigirarsi" come si rigira un calzino....

.Gira la tua attenzione da fuori a dentro.....Guarda chi sei veramente.....Torna a casa !

Sai una cosa ? La vera religione non ti appesantisce mai, non ti carica di colpe, non ti schiaccia.

La vera religione ti alleggerisce. Ricordi Gesù ? : - Venite a me perchè il mio carico è leggero..... -

Come puoi volare se non ti alleggerisci ?

La vera religione ti fà volare, e bada bene:

non ti mette le ali, no no. Non te le può mettere perchè già le hai !

Te ne rende soltanto consapevole. Ti fà vedere quel che già sei ora, quì, adesso.....di essere capace di volare nel cielo della vita.....

[ apre le braccia nel gesto di volare ].....Non di "tirare a campare", capisci ?

Sei figlio di Dio e puoi vivere una vita divina, è un tuo diritto !

E' la tua eredità celeste, rivendicala !

Vivi ! Vivi la vita che è per te ! Apri gli occhi, svegliati ! Torna a casa !

Sei tu il sale della terra e se tu perdi sapore con che cosa si salerà ? [ seguono istanti di silenzio ].

Ma ora mettiamoci a coppie, voglio presentarvi un esercizio, è qualcosa contro il calo demografico.....

[ pier giorgio guida una meditazione nella quale le coppie si guardano negli occhi in silenzio tenendosi mani nelle mani. Dura diversi minuti al termine dei quali tutti si abbracciano ].

Questo esercizio viene dalla bellissima tradizione degli esseni.

Loro lo chiamavano "imparare a guardare" ed è un invito a guardare con gli occhi interiori, oltre i filtri dell'educazione, della cultura, del credo.....

Guardare senza condizionamenti, non solo con la mente, ma con tutto il tuo essere.

Guardare le cose non per ciò che appaiono, ma per quel che realmente sono.

Nei gruppi di meditazione che tengo prendo un po’ da tutte le tradizioni: sufi, zen, taoista, essena, dai cristiani delle origini, dalla moderna psicosintesi, da Gurdjieff....

.E soprattutto prendo dal mio maestro, anche se lui non ama essere chiamato così, che è Padre Mariano Ballester.

Per me è stato ed è importantissimo, ringrazio con tutto il cuore questo grande leone.

Lui oggi non c'è, ma c'è.

E ora lascia che ti racconti una storiella.

Non essere serio. Oggi esiste una malattia tremenda non ancora classificata come tale.

Rode l'anima, uccide la vita, spegne ogni gioia: la serietà.

E' un muro tra te e l'esistenza, perchè l'esistenza non è mai seria.

Se guardi un merlo, il mare, le nuvole......Se guardi la vita intorno a te potrai vedere che non è mai seria.

E' un oceano di gioia traboccante, dirompente.

E tanto più sei serio tanto più sei separato da questa meraviglia.

Puoi essere importante davanti agli uomini ma se non ti avvicini all'esistenza non sarai mai veramente vivo.

Non essere serio, gioca.

E la vita giocherà sempre più con te.....Senti ? [ in giardino degli uccelli cantano ]

Pensi che si stiano preoccupando della polizza vita o di cosa mangeranno domani ?

No. Non stanno nemmeno chiacchierando.

Stanno celebrando. Celebrano l'essere vivi, l'appartenere a questa meraviglia, l'essere quì ed ora.

Sono continuamente in festa perchè la vita è una festa continua.

Un giorno Budda fù invitato a parlare alla corte di un re.

Era una situazione molto importante e molta gente, ministri, sacerdoti si erano radunati per l'occasione nel cortile della reggia.

Il maestro si sedette e prima che iniziasse a parlare un piccolo uccello gli sì poggiò vicino e inziò a cantare.

Budda lo guardò per tutto il tempo, senza interromperlo, lo ascoltò amorevolmente

E quando l'uccellino finì disse :- avete sentito ? Questo piccolo uccello ha detto tutto -

e non disse più nulla in quella occasione. Non è bellissimo ? I mistici risultano strani ai nostri occhi perchè gli strani, in realtà, siamo noi.

Siamo noi a essere separati dal banchetto della vita.

Eppure nulla lo stà impedendo, anche ora, in questo preciso istante, puoi svegliarti. Come gli uccelli, come il mare, come le nuvole non essere serio.

E ascolta questa storiella, che parla proprio di uccelli:

Una donna molto religiosa acquista una pappagallina.

E' molto bella e ne parla a tutti i membri della sua parrocchia.

E un giorno, mentre a casa sua ci sono molti amici venuti a vederla,

l'uccellino se ne esce e fà: - fammi tua, sono tutta per te - ! La signora rimane esterrefatta, come tutti gli amici.

Nei giorni successivi la cosa si ripete di frequente. La povera signora non sà che fare, e alla fine si rivolge al suo parroco.

Questi la rassicura, dicendole che ha due pappagalli maschi religiosissimi che potranno tranquillamente educarla alle buone maniere.

E così invita la signora a portare la sua pappagallina da lui.

La signora, ormai disperata e disposta a provarle tutte, si decide e porta l'uccellino con la sua gabbia dal parroco.

Quando arriva subito si sente sollevata. La scena è questa:

un pappagallo del prete tira una cordina alla quale è collegata una piccola campana e l'altro, con un libricino aperto davanti, recita le sacre scritture.

Rincuorata prende la pappagallina e la mette nella gabbia dei religiosissimi pappagallini.

E appena entra quella fà - fammi tua, sono tutta per te - e subito un pappagallo, chiudendo il libricino, fà all'altro:

- smettila di suonare quella campana, finalmente le nostre preghiere sono state esaudite ! -

Che cos'è veramente la preghiera ?

E' veramente qualcosa che ha che fare con le nostre domandine ?

Ti prego fammi andare bene all'esame.....aiuta mio figlio.....fa che trovi quel lavoro.....Che cos'è davvero la preghiera ?

E' qualcosa di così piccolo ? E' una attività del nostro ego e dei suoi capricci ?

Per favore dammi la tua attenzione, non la serietà, ma la tua attenzione.

Potremo scoprire qualcosa di importante. Tu che dici ? Che cos'è veramente pregare ?

Sapete che quella che oggi si chiama meditazione profonda un tempo si chiamava preghiera profonda.

Che cos'è dunque la preghiera ?

E' davvero una serie di domande fatte in un atteggiamento più o meno riverente ?

La preghiera è uno stato dell'essere. E non che ci sia qualcosa di sbagliato nel domandare, no no.

E anzi, se domandi con profondità, ricevi.

Veramente. Ma questo non è pregare, questo è domandare.

E puoi anche domandare a Dio, non sarò certo io a dire che questo è sciocco.

Questo è bellissimo, un figlio che chiede al Padre......Ma solo questa non è preghiera, capisci ?

Lascia che te lo ripeta: la preghiera è uno stato dell'essere.

Hai mai sentito parlare dei sufi ?

E' una tradizione bellissima, sono i mistici dell'islam. Sai che nel sufismo un modo di avvicinarsi alla preghiera è la danza

. Una danza bella, di totale arresa all'esistenza.

I dervisci danzano con le braccia aperte, con il viso verso l'alto, ruotando su se stessi in un atteggiamento di totale abbandono.

E' bellissimo. E sai come nacque questa danza ? Nacque da un antico mistico, è interessante, lascia che te lo racconti:

Questo mistico stava attraversando un periodo molto intenso e passava diverse ore ritirato in preghiera.

Ma più pregava e meno sentiva la vicinanza di Dio o, per dirla con il loro linguaggio, di Allah

. Più i suoi sforzi aumentavano e più si sentiva distante, lontano dal Padre.

E un giorno, al culmine delle sue fatiche religiose e preso da un senso di impotenza,

si interruppe e uscì a girovagare per la città. Camminava solo per camminare, senza alcun motivo, senza alcuna meta.

E camminando si rilassò, abbandonando ogni sforzo.

Continuando nel suo girare si trovò a passare nella via degli orefici.

Chi di voi è stato in oriente avrà presente il tipico mercato pieno di suoni, aromi, voci.....

E in questa via, dove gli orefici lavoravano ai loro argenti con i loro scalpellini e martelletti, accadde qualcosa di meraviglioso.

Il mistico rimase impietrito: tutti i rumori intorno a lui, tutte le martellate, tutte le voci.....

Tutto divenne un solo suono: Allah. Allah, Allah......

Ogni cosa canta il suo nome, ogni cosa è piena della sua fragranza, del suo amore, della sua gioia.

E in questa musica, in questo stato di profonda grazia l'uomo, in mezzo al mercato, apre le braccia e inizia a danzare al suono sacro di Allah.

Tutto è gioia, abbandono, svanire.....Allah, Allah.......

tutto canta solo il suo nome.

Scivola via la mente, il ragionare, il pensare.....

Scivola via tutto, e tutto è un profondo abbandono a Lui....

.Alla vita......

Alla Luce.....Allah, Allah............ [ Seguono istanti di silenzio ]. Quando chiedi chi è che chiede ? E' la mente.

E la preghiera non ha nulla a che fare con la mente. Ha a che fare con uno stato di non mente.

Tutto tace, dentro di te tutto è silenzio, come puoi chiedere ?

Chi può chiedere ?

In quel silenzio totale l'ego svanisce, non c'è più la tua personalità con i suoi bisogni, con le sue idee, con le sue suppliche....

.Come puoi chiedere ?

La preghiera è uno stato dell'essere, di totale apertura, di innocenza. E non è un atteggiamento che assumi.

Non è qualcosa come "ora stò pregando e devo essere candido e puro", no.

Non puoi scegliere come essere. Semplicemente non puoi essere altrimenti perchè, oltre l'ego e la mente,

quella è la sola cosa che tu sia realmente.

Sei pura presenza, sei totale ricettività.

Tutto è candore e limpidezza. Sei vergine.

La vera religione non ha nulla a che fare con una verginità fisica, con un velo di pelle.

Questo per secoli ha soltanto caricato di sensi di colpa e di vergogna la donna. La religione vera ha a che fare con una verginità dimenticata.

C'è in te, ma l'hai dimenticata. E' nelle profondità del tuo essere.

E' lì, dove la preghiera ti porta. E la preghiera, ricordalo, non puoi farla tu.

Non è qualcosa che fai, è qualcosa che accade.

Nella millenaria tradizione spirituale indiana c'è una parola bellissima: samadhi.

Indica lo stato di coscienza più elevato, la vetta della consapevolezza umana.

Samadhi è la fusione della vita dell'individuo con la vita cosmica, è l'unione col tutto.

E' il silenzio ultimo: in esso le acque della tua interiorità sono così immobili e cristalline da riflettere la tua vera natura.

E' la fusione col Padre.

Ma la parola samadhi ha anche un altro significato: tomba. E perchè ?

Perchè quello stato così profondo accade solo quando la tua personalità svanisce, quando l'ego muore.

La parole di Gesù sono un continuo invito a morire, morire per rinascere.

Sono un continuo invitarti a entrare in quella tomba.....E ricordi le parole di San Paolo ?: - Io muoio ogni giorno -.

"Io muoio ogni giorno" capisci ? Paolo muore ogni giorno, ogni giorno la sua personalità muore, ogni giorno il suo ego svanisce nel silenzio totale, ogni giorno rinasce nello spirito. Ogni giorno prega.

[ Indica l'immagine della madonna con il bimbo per diversi istanti di silenzio ]

In quel pregare l'ego svanisce.

Allora sei vergine.

E in quella verginità nasce Dio.

Piergiorgio

BOSCO INSEGNAMI

Notte. Bosco. Luna piena.

La spada fende l'aria.

Il suo sibilo, unico e magico, si fonde con i mille suoni del bosco.

L'aria è fresca e umida, il respiro veloce.

La nostra è una danza.

Lei danza sulle mie mani, io sul suo filo.

Il bosco tutto pare guardare.

Gli alberi, le foglie, le stelle ... tutto guarda e con noi gioca.

Anche la civetta; è su quel ramo da un bel po', due occhi grandi fermi su di me.

La spada è veloce, ma la mia mente corre di più.

La litigata con Lucia, il lavoro, la morte di nonna ...

Nella mia testa mille pensieri partecipano alla danza, e ballano meglio di me.

Quando molleranno la presa?

Ciò che è accaduto dieci anni fa si accavalla a ciò che mi aspetta dopodomani.

L'ansia del futuro sta giocando a tennis con l'ombra del passato, e in questa partita la palletta sono io.

Sono partito che già era buio e ho camminato per quasi due ore.

Ora è notte fonda, ma non mi sono lasciato alle spalle niente. Niente!

Ogni cosa è qui con me, mi ha seguito come la mia ombra.

Mi ricordo di una storia antica:

Circa tre secoli fa un uomo incontrò il maestro sufi del quale da anni sentiva parlare.

Non era facile trovarlo e non era facile poterlo avvicinare.

Quando finalmente se lo trovò davanti prima che potesse dire qualcosa questi lo anticipò,

chiedendogli:

"perché sei venuto con tutta questa gente? "

Il tizio si girò a guardare dietro di sé, non c'era nessuno.

Che stava dicendo questo tipo con la barba lunga?

Forse lo avrebbe dovuto incontrare prima ... qualche anno fa ...

forse ora era troppo tardi ... ora aveva una certa età ... ora era rimbambito ...

Ma il maestro demolì i suoi dubbi, dicendogli una cosa meravigliosa:

"no, non guardarti dietro.

Guardati dentro ...

Ora và, torna da me un altra volta, e torna solo".

Perché sono venuto con tutta questa gente?

Volevo passare una notte nel bosco da solo e invece eccomi qui, in mezzo alla folla.

Voci ed echi a centinaia, sono nella porta portese di Robin Hood.

Cara civetta, in mezzo a questa radura, sotto questa luna, siamo in tanti ad avere una spada in mano.

Qui ogni cosa è magica. Le grosse querce, le foglie e i ricci pieni di castagne, le stelle, questa luna tonda e luminosa ...

Hai presente la sensazione di silenzio vivo e pulsante che il bosco di notte trasmette?

E' magnifico. E magnifico è accorgersi che questo profondo silenzio non viene dall'assenza di rumori, ma dall'assenza delle disarmonie.

Ci sono mille suoni qui: il vento tra i rami, il trotterello lontano di una volpe, un riccio cade da un castagno, una civetta canta.

Nel bosco non sentirai mai il silenzio, è pieno di rumori.

Eppure il bosco è sempre in silenzio.

E questo è il silenzio del meditante.

Non la sterile mancanza di suoni, ma la mancanza di disarmonia, capisci?

Allora non devi crearlo, non devi combattere per conquistarlo.

Non devi neanche cercarlo.

E' semplicemente la tua natura ed è in te anche in mezzo alla piazza del mercato.

Ti muovi in Lui, respiri in Lui, vivi in Lui.

Se hai orecchie limpide potrai sentire che il bosco è sempre immerso in questo silenzio, anche mentre il falco caccia e l'erba cresce.

Il bosco è maestro di meditazione.

La spada continua a volteggiare, la mente a correre.

In mezzo a questa grande armonia qualcosa di disarmonioso c'è: io.

Pieno di pensieri fino all'osso, davanti alla quiete di queste maestose querce mi sento come un televisore acceso a tutto volume.

Forse per questo la civetta continua a guardarmi.

Forse ha pure il telecomando e si diverte a scegliere tra i moltissimi generi che stanno dando dentro di me: drammatici, comici, avventurosi ...

Non pensare ... Non pensare ...

Nello sforzo di non pensare penso di più.

... Non pensare ... Non pensare ...

Pensare al non pensare è già pensare.

Sto lottando contro la mente e i suoi pensieri, e sto pensando più che mai.

Più mi sforzo di calmarla e più si agita, più cerco di spegnere quel televisore più il suo volume cresce.

Mi muovo leggero, la spada fende l'aria.

Combattere è creare un nemico, combattere è dare forza al nemico.

E' questo il meccanismo della mente: oscillare come un pendolo.

Destra e sinistra, santo e peccatore, illuminazione e ignoranza, dio e diavolo ...

E in questo oscillare il centro continua a sfuggire.

Continua ad essere un passaggio, nessuna sosta, nessuna centratura.

La natura della mente è nel movimento.

Un pendolo fermo non è un pendolo, è solo un peso attaccato ad un filo.

Il pendolo è tale perché oscilla, e così la mente è tale nel pensare.

Quando è ferma non è più mente.

Quando è ferma non è più.

E quanto più ti sforzi di fermare quel pendolo tanto più lo spingi nel suo oscillare.

...Lasciar scorrere ... Lasciar accadere ... Lasciar fluire ...

Senza tensioni o sforzi, senza attriti o violenze, come questa foglia che cadendo leggera si abbandona alla brezza notturna.

Non sa dove và, non conosce niente del suo viaggio.

Si è staccata, si è liberata, si è lasciata andare totalmente.

Senza filosofie o teologie soltanto và, portata dal vento.

Non la vedrai lottare, non la vedrai combattere o sforzarsi.

La vedrai essere tutt'uno con il bosco.

La vedrai compiere il suo destino.

...A volte una foglia ha più fede di Te.

...Lasciar scorrere ... Lasciar accadere ... Lasciar fluire ...

La lotta del guerriero è quella che si combatte per arrivare a non combattere più.

Combattere per smettere di combattere, camminare per arrivare lì dove non c'è più cammino, giungere senza un io che possa arrivare.

Come una foglia che cadendo ti sfiora il braccio.

Continuo a muovermi, l'aria fresca sul viso.

... Lasciar scorrere ... Lasciar accadere ... Lasciar fluire ...

Cos'è stato?

Fermo la spada, il riflesso della luna sulla lama.

Cos'era quel rumore? Le orecchie tese e attente, Pier giorgio teso e spaventato.

Di volpi ne ho sentite più d'una, ma questo rumore è diverso ... Di nuovo!

Cos'è?

Il cuore accelera, il corpo immobile.

Signori e signore ecco a voi la paura.

Non si era ancora fatta viva, forse avevo troppo da pensare.

Non è la prima volta che vengo nel bosco di notte e la conosco.

A volte arriva già alla sola idea di andare in un posto buio e isolato.

In altri casi invece arriva all'improvviso, così.

Fa parte del gioco ed è parte del televisore che mi porto dentro:

cara civetta per te c'è anche il genere horror ... Di nuovo!

Cos'è questo rumore?

Non è una volpe, conosco il ritmo del suo trotto leggero e svelto.

E' diverso.

Deve trattarsi di qualcosa di grosso, e peggio:

è qualcosa che non ha nessuna fretta di andarsene.

Laggiù, da qualche parte ...

La mente parte: qualcuno mi ha seguito fin qui!

Il cuore accelera.

Mi dico di stare calmo, ma me lo dico soltanto.

Altre volte venendo da queste parti di notte la paura giocava con la mia fantasia.

E' così che mentre meditavo un minimo fruscio alle mie spalle si trasformava in un mostro pronto ad azzannarmi o in un pazzo che con un coltello lungo così voleva fare di me un puzzle mistico, ma ora è diverso.

Ora non è un fruscio, non è una mia proiezione mentale.

Ora c'è veramente qualcosa ... Di nuovo!

Cos'è?

Ho paura. Questa volta c'era anche uno strano verso, profondo, gutturale.

E' qualcuno che vuole spaventarmi e sta giocando alla strega di Blair.

Ma sì, qualcuno dei miei amici deve avermi seguito fin qui.

Mi osservo sperarlo con tutto il cuore.

Mi osservo non crederlo neanche un po'.

La tensione continua ad aumentare, la paura danza in me liberamente.

Il paese più vicino è a quasi due ore di cammino e solo ora mi accorgo di quanto sono isolato.

La voglia di meditare, la ricerca del profondo silenzio ... ogni cosa sparisce.

Rimane solo la consolazione di avere in mano la mia spada.

La stringo forte.

Ancora quel verso!

Un rantolo sommesso e prolungato mi ghiaccia l'anima.

Oddiomio.

Le gambe tremano, la mente immobile.

Laggiù, dietro a quel castagno, qualcosa si muove lentamente.

Mi sposto piano, di qualche passo, attento a non fare alcun rumore.

Ora intravedo ... ora vedo qualcosa ... c'è veramente qualcosa!

C'è veramente!

Nel petto il cuore mi esplode: laggiù, dietro a quel castagno, una grossa sagoma scura accovacciata mi sta fissando.

La mente urla in silenzio.

Poi, il panico: Improvvisamente scatta e corre contro di me.

Un grosso cinghiale mi passa da qui a lì, tuffandosi nella macchia e sparendo rapidamente tra gli alberi.

Quanto tempo è passato ?

Lentamente riprendo coscienza di me. Mi osservo.

Impugnando la spada con entrambe le mani ho assunto una posizione di difesa.

Non ricordo di essermi messo così, non ricordo di essermi mosso.

Nella mia memoria solo una grande massa nera che grugnendo all'impazzata mi piombava addosso.

Nella carica sbatteva il muso tra le foglie secche sollevandone a quintali mentre mi puntava deciso.

Poi, a un paio di metri da me, ha deviato bruscamente e si è buttato a capofitto tra quegli alberi, sparendo nella macchia.

Rido.

Rido come uno scemo.

Sono vivo.

Il cinghiale si è portato dietro una forte odore insieme a tutte le mie tensioni.

Un grande grazie si solleva silenzioso verso gli alberi, le stelle, la vita.

Tante volte ho giocato col bosco, ora lui ha giocato con me. Grazie.

Voglio giocare ancora, voglio riprendere la mia danza e dedicarla a tutto l'universo.

Più veloce di prima, più veloce che mai la lama leggera tra le mie mani corre nell'aria.

Quel cinghiale, quella paura, quella risata ... una grande energia si è svegliata in me.

Il bosco mi sta insegnando qualcosa. Il respiro accelera, la spada vola.

... Lasciar scorrere ... lasciar accadere ... lasciar fluire ...

I riflessi della luna sulla lama.

E' un oggetto meraviglioso, fatto in Giappone da artigiani esperti.

E' stata battuta e ribattuta a mano, con le stesse tecniche che si usavano più di mille anni fa.

Nei secoli passati in oriente spade come questa si tramandavano di padre in figlio.

Al momento del dono il vecchio benediceva il giovane augurandogli che la spada lo aiutasse a tagliare il velo dell'illusione, il velo di Maya.

Tagliare il velo dell'illusione.

Qualcosa cresce in me.

Il corpo sudato si muove come non mai, va da solo, senza peso.

I movimenti accadono senza pensarli, senza deciderli.

Perfettamente bilanciata la spada diviene tutt'uno con le mie braccia, con i miei movimenti, con il mio respiro.

Gli alberi e le stelle sono con me.

Mi sorridono, ed io piango.

Né caldo, ne freddo, né stanchezza.

Solo presenza.

Né prima, né dopo.

Solo qui, solo ora.

La vera lama è la mia attenzione, affilata come non mai.

Un taglio verticale sibila forte, ultimo, supremo.

Poi tutto si ferma.

Il corpo immobile, la fronte sudata, i muscoli tesi.

Anche il bosco si ferma, anche il vento nei rami.

Anche il tempo.

In cielo una stella cade e si lascia dietro una lunga scia.

E' caduta per me, mi sta dicendo qualcosa.

Siedo con la schiena dritta e chiudo gli occhi.

Tutto si calma. Il respiro svanisce.

Gli alberi e le stelle sono con me

Gli alberi e le stelle sono me.

Qualcosa arriva ma non bussa

Perché la porta è già aperta.

Ti aspettavo ed eri qui,

Ti cercavo e non eri mai andato via.

Senza parole qualcosa parla.

Hai mai visto la magnificenza di una stella che cade?

Se ne và, sparisce, e in questo sparire per un attimo diviene bellissima.

Prima, quando era ferma al suo posto, non era così brillante e luminosa.

Non aveva tutta quella luce, era uguale a mille altre.

Ma quando cade, quando si lascia andare, quando accetta di sparire nel mistero, svanendo per sempre, diviene bellissima.

E se sai guardarla attentamente, se sai guardarla con tutto il tuo essere, la sentirai parlarti. La sentirai invitarti a lasciarti andare, a cadere e dissolverti così come sei.

Nessuna lotta, nessun combattimento, nessun nemico da dover vincere.

Non invita la tua mente, non invita il tuo comprendere.

Invita il tuo essere.

E' un invito tra due stelle, tra la stella che vedi e la stella che sei.

Se sai guardarla attentamente, se sai guardarla con tutto il tuo essere, la sentirai sussurrarti di illuminarti e svanire, come lei.

La mano che l'accompagna nel mistero ultimo del dissolversi nell'universo, è la stessa amorevole mano che l'aveva accesa in cielo, ecco perché è così piena di fiducia.

Hai mai visto la magnificenza di una stella che cade ?

Se sai guardarla attentamente, con tutto il tuo essere, la sentirai invitarti a compiere il tuo destino.

La sentirai invitarti a tornare a casa.

E nel seguirla con lo sguardo nel suo volo potrai cogliere, nell'istante prima che svanisca, il suo ultimo sussurro:

Non aver paura.

Piergiorgio

Lettera mail ad una mamma

" ... devi fare costantemente i conti con una realtà diversa da quella che vorresti tu per lui".

Perchè ?

Perchè volere qualcosa tu per lui ?

Questo è il primo passo per portarlo ad allontanarsi dai sentieri interiori, mettergli in testa che questi sono migliori di quelli che lui sta già percorrendo.

Approfondendo se stesso, entando più in se stesso, tuffandosi in se stesso gli stessi sentieri che percorre ora diverranno Via. E questo sarà il segno che "cammina": il suo stesso lavoro, il suo stesso svago, il solito computer, i soliti amici ... tutto ciò che ha sempre fatto si trasformerà e divverà Via.

Non deve abbandonare ciò che sta facendo per trovare la Via.

Se farà questo non sarà Via: sarà una decisione, una svolta costruita nella sua mente, ma nulla di vero.

Se la Via è imboccata la vedrà affacciarsi in ogni cosa, e le cose che ha sempre fatto diverranno nuove.

Assumerano colori diversi, tinte nuove. E sono sempre state così in realtà, ma gli occhi non potevano vederlo.

La via deve essere trovata in ciò che fai, capisci ?

Non devi fare qualcos'altro per trovarla, ma fare ciò che hai sempre fatto in modo diverso.

Ora fai ciò che hai sempre fatto, ma c'è una luce, una consapevolezza, una fresca vitalità del tutto nuovi. E non devi abbandonare nulla, non devi scappare da nessuna parte, non devi ritirarti, perchè la Via è ovunque.

E' ora quì in questo monitor, nei notturni di Chopin che stò ascoltando, nel bianco della maglietta che indosso ...

... Continui a preoccuparti per tuo figlio.

Chi sei tu per decidere quale è la via per lui ?

Non hai neanche trovato la via per te e credi di sapere quale sia quella per lui !

Ti prego, non ti offendere, ascolta col cuore aperto:

dici di volere qualcosa per lui quando ciò che vuoi per te non riesci a farlo;

dici che vorresti venire al gruppo ma ... e poi vuoi qualcosa per lui !?

Non credi che dovresti iniziare dal realizzare ciò che vuoi per te ?

Fai attenzione perchè la mente è maestra in questo: conitnua a volere, a sapere ciò che è meglio, a pianificare la tua vita e quella di tuo figlio ... a fare un sacco di cose.

E al di fuori di questo, in realtà, non ti accade nulla.

E' tutto solo una proiezione mentale, una serie di programmazioni, di giusto e sbagliato ... è tutto un gran baccano, un gran disordine sul quale stendiamo un velo con su scritto: vita.

E questa non è la vita ! Non è questa ! Questa è solo una scritta !

E come potrai vedere cos'è Vita ?

Bhè, ti parrà strano, ma ora non puoi vederlo. Prima dovrai far cadere quel velo che tu stessa hai teso, quel velo che non ti permette di vedere la vita per quello che realmente è.

Prima di vedere la Vita devi toglierti da davanti gli occhi quella sciocca scritta vita.

Per gustare un cioccolatino devi togliere la carta che lo avvolge,vero ?

Così togli la carta e mangia !

E' strano.

E' strano togliere quella carta perchè è bellissima: è argentata e piena di bei disegnini ... poi c'è quella bella scritta così importante: vita.

E quegli abbellimenti, quella carta colorata cos'è ?

Sono tutte le tue teorie sulla vita, tutti i tuoi credo, tutte le tue dottrine e religioni: hai costruito una carta bellissima, che ti piace tanto. In questo ti senti profonda, perchè hai letto molto, sai un sacco di cose e quella carta è proprio bella.

Ci hai messo proprio tutto.

C'è quello che ti dicevano i parenti, i professori, c'è quello che hai letto, c'è quello che hai sentito dai guru ... c'è proprio tutto.

Ma è solo la carta.

... continui a preoccuparti per tuo figlio.

Togli quella carta.

Scarta la vita e assaporala.

Gustane l'essenza più profonda ...

E quando questo accadrà

primo: non te la prenderai per quello che ti stò dicendo

secondo: non ti esprimerai più in modo così sciocco

terzo: qualcosa dentro di te canterà.

... e quel canto avrà gli echi di casa, della tua vera Casa, quella che hai dimenticato, quella che ti attende da sempre ...

Buttati dentro di te e vai a toccare ... a sperimentare ... ad assaporare.

Scarta la vita, scartala: non c'è nulla di così buono. Niente.

Abbi coraggio, togli quei colori, spogliala di tutto ciò che sai, di tutto quello che credi e assaporala.

Assaporala, non morire senza aver gustato questa magia, perchè nulla è così sublime, così nobile, così vero.

E potrai accorgertene solo quando avrai assaporato, non prima.

Se dici sì a questo, se dici sì a queste sciocche paroline senza veramente mangiare stai ancora abbellendo la tua carta.

Non dire sì, non capire, non assentire. A me non interessa che dici si o dici no a quello che dico.

Non mi interessa che sulla carta del cioccolatino scrivi sì o no.

A me interessa che scarti e assapori.

Mangia la vita. Nutritene fino al midollo, falla scorrere in te.

Tu puoi, nulla te lo stà impedendo.

Puoi anche ora, in questo preciso momento, nulla lo sta impedendo.

Non aver fretta di mettere tuo figlio sulla strada giusta.

La vita penserà a lui, non stà a te.

Amalo, dagli tutto, ma non decidere cosa è bene per lui.

Apri le orecchie e sii attenta a ciò che è buono per te, avvicinati più a te, vola dentro di te ... oltre tutti i tuoi ora non posso ... .

Parli di "quando sarà" ma non accadrà.

Il quando sarà vale per una nuvola: è leggera, e quando sarà che il vento soffierà

se ne andrà via ...

La nuvola è pronta, è pronta perchè è libera ... e questa è vera spiritualità: sei pronto, hai sganciato tutte le corde che ti tenevano legato a terra e aspetti il vento. E nemmeno te ne preoccupi più: quando sarà, sarà.

E' così bello stare quasù leggero ... che importa quando accadrà ?

Guarda una nuvola; se avrai orecchie limpide potrai imparare da lei un sacco di cose.

Una nuvola è un maestro, guardala, togli quel velo da davanti gli occhi e guarda ... .

Ma quando sei aggrappata, quando ti tieni così forte, così saldamente il "quando sarà" sarà mai.

Perchè il Vento, per quanto forte, non ti smuoverà dalle tue ancore.

Il Vento non è mai violento.

Il Vento rispetta e ama e in quanto tale non ti strapperà dalle tue posizioni.

Attenderà che molli la presa così salda.

Attenderà che smetti di attendere.

Possa il Vento

spettinare le pieghe della tua mente

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