Piccoli comuni, grandi tesori - Legambiente · cucina, lo studio e l’esattoria. Al primo piano...

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Piccoli comuni, grandi tesori Salvalarte

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Piccoli comuni,grandi tesori

Salvalarte

Quando nel 1786 Goethe decise diintraprendere il suo Viaggio in Italia,gran parte del nostro Paese gli era deltutto sconosciuto e questo esercitava sudi lui un’attrazione fortissima. Se volessimo ripercorrere oggi l’idearomantica del grand tour, con tutte lesue emozioni, dovremmonecessariamente ricercare mete nascostee ancora poco conosciute: come i piccolicomuni, grande scrigno di chiese,palazzi, castelli, mura, bastioni, torri,case torri, un mondo ancora pocovalorizzato. Con Salvalarte e con PiccolaGrande Italia, la campagna a favore deipiccoli comuni, Legambiente coltivaappunto l’ambizione di proporre questaItalia, minore solo per dimensioni emagari per visibilità, come nuova terrad’elezione di un turismo di qualità,sostenibile e responsabile. Sono centinaia, migliaia di città piccolee piccolissime dove si concentra unpatrimonio tuttora vivo di feste etradizioni, gastronomia e artigianato,paesaggi agrari, miti, leggende, musiche,costumi, minoranze etniche elinguistiche; realtà preziose, da cui puòvenire un contributo notevole a quellaeconomia della qualità vero valoreaggiunto perché l’Italia torni a

competere, ma realtà fino adesso tenuteai margini delle politiche di sviluppo eperciò in troppi casi rese fragili. Organizzeremo percorsi tra i capolavoricustoditi nei centri minori, faremoriscoprire tesori dimenticati. Così, ad esempio, andremo in Valled’Aosta passeggiando fino ai Castelli diFenis; nel vicino Piemonteraggiungeremo la splendida abbazia diStaffarda; ammireremo gli affreschiquattrocenteschi di San Maurelio aTrecenta in Veneto; toccheremo la spadanella roccia tra le rovine dell’Abbazia diSan Galgano in Toscana. Il viaggiocontinuerà in Campania non lontano daPompei, a Nola che ha conservatopressoché intatto, dopo un’eruzione delVesuvio di circa 4000 anni fa, unvillaggio preistorico unico al mondo conle suppellettili tutte al loro posto. E ancora visiteremo i menhir di Zollinonel Salento. La nostra sfida è semplice eappassionante: rimettere al centro delpresente e del futuro un’Italia che è,sicurissimamente, al centro della nostra storia.

RRoobbeerrttoo DDeellllaa SSeettaaPresidente nazionale di Legambiente

Piccoli comuni, grandi tesoriDa lontano non si ha notizia che dei massimi tra loro, e sovente ci si accontenta de’nomi; ma quando ci si avvicina a questo firmamento e si comincia a scorgere ancheil fulgore degli astri di seconda e di terza grandezza, e ciascuno di essi risalta ancheperché fa parte dell’intera costellazione, ecco che quel mondo diventa più grande,l’arte più ricca.JJoohhaannnn WWoollffggaanngg vvoonn GGooeetthhee -- IIttaalliieenniisscchhee RReeiissee ((VViiaaggggiioo iinn IIttaalliiaa))

Valle d’Aosta

Il Castello di FénisRReeggiioonnee -- Valle d’Aosta

CCoommuunnee -- Fénis (AO)

DDeeffiinniizziioonnee -- Castello medievale

DDeessccrriizziioonneeGià esistente nel XIII secolo, il castello di Fénis acquista la sua fisionomia definitiva fra il 300e il 400, in seguito a trasformazioni ed ampliamenti voluti dalla potente famiglia feudaledegli Challant. È l’esempio più compiuto di castello medievale alpino. Diversamente dagli altricastelli costruiti per scopi bellici e di difesa, Fénis non è situato sulla sommità di unpromontorio, bensì su un lieve poggio. La sua funzione, infatti, è stata unicamente quella

di rappresentanza per la Famiglia Challant.Il castello ha pianta pentagonale, treangoli sono muniti di torrette circolari,mentre lo spigolo sud-ovest presenta unatorre massiccia e quello a sud una apianta quadrata.Il mastio è racchiuso in una doppia cintadi mura con torrette di guardia collegateda un camminamento di ronda. Si accedeal maniero passando attraverso una torrequadrata che aveva una saracinesca persbarrare l’androne in caso di pericolo.Il cortile interno, con lo scalonesemicircolare e le balconate in legno, èdecorato da pregevoli affreschi cheraffigurano San Giorgio che uccide il dragoe un gruppo di saggi e di profeti recanticartigli con proverbi e sentenze morali inantico francese; sulla parete orientalesono raffigurati l’Annunciazione e SanCristoforo. Gli affreschi di Fénis sonoattribuiti ad un pittore vicino alla scuola diJaquerio e datano tra il 1425 e il 1430.Al pianterreno sono visitabili la sala

d’armi, la sala da pranzo, la dispensa, lacucina, lo studio e l’esattoria. Al primo piano sono degne di nota la cappella con l’annessasala di rappresentanza e le camere dei conti. Il castello appartenne ai signori Challant delramo di Fénis fino al 1716, quando fu ceduto al conte Baldassarre Castellar di SaluzzoPaesana. Oggi il castello è di proprietà dell’Amministrazione Regionale che lo ha destinato asede del Museo del mobile valdostano a partire dal 1936.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggeeDa Aosta, Autostrada A5 o SS 26 direzione ed uscita Fénis.Il castello dista 15 Km da Aosta e 45 Km da Ivrea.

Piemonte

L’Abbazia di Santa Maria di StaffardaRReeggiioonnee -- Piemonte

CCoommuunnee -- Revello(CN)

DDeeffiinniizziioonnee -- Abbazia medievale

DDeessccrriizziioonneeFondata forse con un intervento di San Bernardo di Chiaravalle, Staffarda è l’Abbazia delSaluzzese. Il luogo della costruzione fu scelto volutamente in un’area malsana e paludosa e tutto il terreno circostante fu sottoposto a bonifica da parte dei monaci. L’importantecomplesso medioevale, fondato nel XII secolo dai monaci cistercensi venne dedicato allaVergine e la sua costruzione continuò per tutto il XIII secolo. L’Abbazia, situata in apertacampagna, è circondata ancora oggi da un piccolo villaggio rustico. Il complesso religiosocomprende la Chiesa che conserva al proprio interno un pulpito ligneo in stile gotico del

Quattrocento e il campanile, costruito nel1250 sempre in stile gotico. Dal chiostro, conarcate ogivali a doppia ghiera rette dacolonnine binate, si accede alla salacapitolare destinata agli incontri dellacomunità. Completano il complesso laforesteria dove venivano accolti i viandanti e la loggia del mercato, massicciacostruzione gotica. Gli edifici sonocaratterizzati dallo stile romanico e dallo stilegotico. L’Abbazia, tipicamente medievale, eradifesa da mura che la cingevano e l’ingressoera salvaguardato da una torre segnata dauna croce. Vi era un ponte levatoio, comenegli antichi castelli. Questo ingresso è ancoroggi ben visibile, incorporato in un’abitazionerurale. Il complesso sorge sui resti di unacostruzione d’epoca romana al di sotto dellaquale si nasconde un sito celtico. I raridipinti presenti nell’Abbazia riportano crocitemplari e denotano un insistente uso dei

colori legati all’alchimia (rosso e bianco). Tutta la struttura risulta sapientemente costruita sull’asse del sole, che al mattino illuminal’altare, a mezzogiorno il campanile e al tramonto l’ingresso principale.

PPeeccuulliiaarriittààContrariamente a ciò che appare, tutto è totalmente asimmetrico al punto da risultare quasi impossibile.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggeeStrada statale n.589 dei laghi di Avigliana. Con l’autostrada A6 uscire al casello di Marene,imboccare la statale 662 fino a Saluzzo (13 km) e proseguire per l’abbazia (10 km). In trenoscendere alla stazione di Saluzzo e proseguire con un autobus locale.

Le foto sono tratte da “Archivio Parco del Po Cuneese - Renzo Ribetto”.

Piemonte

Abbazia di Sant’Antonio di RanversoRReeggiioonnee -- Piemonte

CCoommuunnee -- Rosta (TO)

DDeeffiinniizziioonnee -- Abbazia tardo mediovo piemontese

DDeessccrriizziioonneeL’abbazia di Sant’Antonio di Ranverso fu fondata attorno al 1188 lungo l’antica Via Francigenaverso i valichi del Moncenisio e del Monginevro. Il complesso era in realtà una precettoriadipendente dall’Abbazia di Saint-Antoine-du-Viennois (nel Delfinato) e rappresentava unadelle tappe di quel complesso sistema di luoghi di accoglienza i cui cardini erano la Sacra diS. Michele, Novalesa e S. Giusto di Susa (poi divenuta cattedrale). Il complesso venne erettograzie alla volontà del Conte di Savoia Umberto III. Nel ‘400 l’Abbazia era l’unica a godere,nella valle, di una certa floridezza tanto da promuovere nel 1470 lavori di ampliamento edecorazione della chiesa e del complesso ospedaliero. Dell’antico complesso monastico si sono conservati la chiesa con il campanile e la sacrestia,un lato del chiostro, l’ospedale, il convento e le cascine. L’attuale aspetto della chiesa è

dovuto alla notevole opera di restauro diAlfredo D’Andrade, compiuta nel 1914, checercò di recuperare l’immagine che l’edificiodoveva avere nel secolo XV, quando furonoampliate le strutture originarie. Il sistema abbaziale presenta architettureimportanti e fra le più esemplari del tardoMedioevo piemontese, e di non minorerilievo, per qualità e per quantità, è lapresenza di affreschi. All’interno della Chiesal’attenzione viene catturata dal grandepolittico che si erge sull’altare maggiore,eseguito nel 1531 da Defendente Ferrari, pervoto fatto dalla città di Moncalieri duranteuna pestilenza. Sopra la struttura in legnodorato che incornicia il polittico, si trova lostemma della città di Moncalieri. Particolareattenzione merita l’apparato architettonico

della facciata della chiesa: su di essa si apre unportico a tre luci sormontate da ghimberghe ornate a foglie giganti, fiori, frutta e riccavegetazione in cotto e terminanti con pinnacoli. Lateralmente, rispetto alla porta principale,si trovano pilastri a colonnina, con interessanti capitelli in pietra verde, intagliati secondo lostile lombardo. Accanto alla chiesa sorge il monastero del Settecento con partiquattrocentesche e sul fianco sinistro il campanile con tre piani di bifore, eretto nellaseconda metà del Trecento. Da non dimenticare inoltre l’ospedale, che sorge staccato dal monastero.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggeeDa Torino procedere oltre Rivoli e al Km 19.5 della statale del Moncenisio dirigersi indirezione di Avigliana.

Lombardia

Le Limonaie di GargnanoRReeggiioonnee -- Lombardia

CCoommuunnee -- Gargnano (BS)

DDeeffiinniizziioonnee -- Le limonaie di Gargnano, altissime serre per enormi piante di limoni

DDeessccrriizziioonneeLa coltivazione degli agrumi sulla sponda bresciana del lago di Garda, da Salò a Limone, èdocumentata fin dal XV secolo, ma era stata introdotta, forse dai frati del convento di SanFrancesco di Gargnano, fin dal XIII secolo. Nel chiostro di S.Francesco sono ancora evidenti icapitelli di limoni e di pesci del lago. Malgrado le condizioni climatiche particolarmente miti, per rendere possibile l’agrumicoltura aquesta latitudine (la più a nord del mondo), furono costruite monumentali strutture in pietra,le limonaie (costituite da alti muraglioni perimetrali su tre lati e da alti pilastri di pietrarealizzati su una maglia di 4-5 metri di lato, legati tra loro da una orditura di travi) che neimesi invernali venivano chiuse con grandi pareti mobili di legno e coperte da tetti di assipure di legno, ugualmente smontabili. Vere e proprie serre venivano quindi fabbricate

periodicamente intorno agli alberi che, essendopiantati in piena terra e sostenuti da unaincastellatura lignea, raggiungevano il loromassimo sviluppo. Le limonaie, nei rari casidi gelate , venivano riscaldate con fuochi dilegna. I limoni di Gargnano così maturavanomolto prima in primavera e venivanotrasportati in tutta Europa specialmente allacorti di Russia e di Francia! Con l’arrivo della ferrovia e dei modernimezzi di trasporto anche le corti del nordEuropa potevano ricevere i limoni della Siciliae così è stata distrutta l’economia e anche latradizione, unica al mondo, delle limonaie.Le limonaie devono essere considerate nonsolo come “fabbrica” isolata, ma comesistema territoriale, in cui risultafondamentale il rapporto col giardino o conaltre colture agricole, con i filari di cipressipiantati spesso a scopi di paravento o diparafrane, con la viabilità, con la rete idrica

(complesse opere di raccolta e incanalamentodelle acque): infatti le limonaie, perso oggi l’aspetto più propriamente produttivo, non sonocomunque strutture morte, testimonianze del passato, ma vivi esempi di un impiantopaesaggistico ancora leggibile, monumenti che solo qui esistono. Oggi fortunatamente sonorimaste alcune bellissime limonaie private ancora in funzione.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggeeDall’autostrada Milano Venezia uscita Brescia est si prosegue sulla SS 45bis verso Salò e Riva, più o meno nel mezzo della sponda bresciana del Lago di Garda. In treno fino a Brescia e pullman fino a Gargnano.

Lombardia

Sabbioneta: la piccola AteneRReeggiioonnee -- Lombardia

CCoommuunnee -- Sabbioneta (MN)

DDeeffiinniizziioonnee -- La città ideale

DDeessccrriizziioonneeSabbioneta è un esempio eccellente dello stile architettonico rinascimentale lombardo, cittàdi fondazione e città ideale, progettata dal Duca Vespasiano Gonzaga Colonna. La città antica(1556-1591), chiusa dalla possente cortina muraria difensiva, contiene delicati ed eccellentiesempi di architettura e arte pittorica tardo rinascimentale. Cornici dorate e bestiaririnascimentali tempestano i soffitti e le pareti delle sale e delle camere che numerose sisusseguono all’interno degli edifici. Un patrimonio monumentale di inestimabile valore che,ancora oggi, permette di riconoscere e apprezzare la grandezza intellettuale del DucaVespasiano Gonzaga, architetto militare, uomo di lettere, conditor di Sabbioneta. Sul lato suddi Piazza d’Armi sorge il Palazzo del Giardino (1578-1588), che costituiva un luogo di deliziein cui il duca si ritirava per leggere, studiare e trovare sollievo dagli impegni di governo.

Vespasiano volle sistemare qui la suacollezione di marmi di epoca classica conbusti, statue, epigrafi, bassorilievi in marmo:nacque così la Galleria degli Antichi (1584-1586). Il cuore di Sabbioneta è il Teatroall’Antica, costruito tra il 1588 ed il 1590dall’architetto vicentino Vincenzo Scamozzi,che riveste un ruolo di primaria importanzanell’ambito degli edifici teatrali italiani edeuropei; costituisce infatti il primo esempiodi teatro stabile dell’età moderna, costruitodal nulla, non vincolato da strutturepreesistenti. Verso la metà del 1500Vespasiano cominciò a far costruire il PalazzoDucale o Palazzo Grande che fu il primoimportante edificio ad essere costruito nellacittà, sede dell’attività politica e centro delpotere. A Villa Pasquali, a due chilometri daSabbioneta, Antonio Galli Bibiena, celebre

scenografo e architetto teatrale, probabilmentesulla base di un precedente disegno del padre Ferdinando Galli, progettò la Chiesa diSant’Antonio Abate, edificata tra il 1765 e il 1784 per volere del Parroco Giovan BattistaPedrazzi e delle locali confraternite. Nella seconda metà del XVIII secolo su progettodell’architetto viadanese Pietro Antonio Maggi è stata innalzata la tardo barocca Chiesa diSan Giorgio Martire a Breda. Un luogo di culto e di riunione della comunità ebraica della cittàè la Sinagoga, edificata nel 1824, probabilmente su progetto dell’architetto Carlo Visioli.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggeeIn auto prendere l’autostrada A22 - uscita Mantova, autostrada A1- uscita Parma, autostradaA21- uscita Cremona. In treno: Stazione di Mantova, Stazione di Parma, Stazione di Bozzolo(MN), Stazione di Casalmaggiore (CR).

Veneto

GiazzaRReeggiioonnee -- Veneto CCoommuunnee -- Giazza - Selva di Progno (VR)

DDeeffiinniizziioonnee -- ““Contrada Campostrin”; “Carbonara” luogo di produzione del carbone; “Calcara” in località Buskangruabe di Giazza: fornace per la produzione della calce.

DDeessccrriizziioonneeLa ccoonnttrraaddaa CCaammppoossttrriinn è situata a 1254 metri s.l.m. nella zona della Lessinia orientale, allatesta della Val d’Illasi, ai piedi delle Piccole Dolomiti e ricade all’interno del territorio delParco Naturale Regionale della Lessinia. Attualmente, sebbene lo stato di conservazione delcomplesso è notevolmente compromesso, è comunque oggetto di interesse di numerosistudiosi, proprio per l’importanza storico-architettonica che riveste. È un esempioarchitettonico caratteristico del sistema abitativo dei Cimbri, gli antichi coloni bavaresi quiinsediatisi a partire dall’XI sec. ed inoltre è l’unico nucleo rimasto raggiungibileesclusivamente attraverso mulattiere e sentieri, limitandone così la contaminazione.L’insediamento di Campostrin risale al XVI-XVII sec. ed è costituito da una schiera di edifici in

pietra a sviluppo lineare composto da un“baito” (edificio per la produzione estagionatura del formaggio), un porcile, seistalle e due abitazioni. La CCaarrbboonnaarraa ècollocata in un’apposita piazzola in localitàTeldari, poco sopra la strada che conduceall’abitato di Giazza. Ciò che rende unicoquesto luogo è la procedura che vieneutilizzata per la costruzione della Carbonarache viene eretta con cinque bastoni difrassino posizionati in modo da formare uncamino, dal quale uscirà il fumo. Si inizianoa collocare tutto intorno al camino i legnipiù corti, con la parte superiore verso ilcentro. La legna viene poi coperta con unostrato compatto di foglie e di terriccio. Lacombustione nella carbonaia avvienelentamente, inizia dall’alto e poi si propaga

lentamente verso il basso. Questa operazionerichiede dodici ore ma occorrono complessivamente ben 72 ore di lenta combustioneanaerobica, sorvegliata giorno e notte. Quando non esce più fumo la legna è tuttacarbonizzata e si può procedere alla scoperta della carbonaia.La CCaallccaarraa in località Buskangruabe di Giazza è una fornace per la produzione della calce.Normalmente le calcare vengono costruite a ridosso di un terreno in pendio e quindi pertre/quarti immerse nel terreno, mentre, la zona di alimentazione e la bocca di carico sitrovano nella zona fuori terra. La calce è pronta dopo circa tre giorni e tre notti di fuococontinuo. Lo stato di conservazione complessivo è discreto, non vi sono perdite di muratura,anche se necessita di alcuni interventi di manutenzione che permettano di renderlafunzionante e che la preservino dall’azione invasiva degli agenti atmosferici e del passaggiodel tempo. La calce viva si otteneva cuocendo i sassi calcarei. Fu abitata stagionalmente (6-8 mesi l’anno) sino agli anni 1950-’60

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggee -- A4 uscita Soave direzione Val d’Illasi.

Veneto

Affreschi della Chiesa di San MaurelioRReeggiioonnee -- Veneto

CCoommuunnee -- Trecenta (RO) Frazione Sariano, Piazza XX Settembre

DDeeffiinniizziioonnee -- Affreschi della Cappella della Chiesa di San Maurelio

DDeessccrriizziioonnee -- La Cappella è parte di un edificio medievale sopravvissuta alla ricostruzioneintegrale della Chiesa nel 1704, disposta lateralmente rispetto a quest’ultima e collegata adoriente del presbiterio. La presenza della Cappella è testimoniata già nel 1300, eprobabilmente è in seguito al 1401, anno in cui Nicolò III d’Este investe del feudo di SarianoUguccione de’ Contrari, che si può datare parte degli affreschi riscoperti nel 1953.Alla luce di una prima analisi stilistica, risulta chiaro che il ciclo pittorico sia stato eseguitoda più mani e in epoche diverse: un primo intervento, databile intorno alla metà del XVI

secolo forse eseguito in coincidenza del cambio difeudatario, il secondo voluto da Uguccione e databiletra il 1401 e il 1434. Molti sono i lacerti, di variedimensioni, che ancora si possono osservare. NellaCappella ad oriente del presbiterio, ovvero la partepiù antica, vi sono un santo inquadrato, databileintorno al XIV secolo e attribuibile a Jacopo daBologna;una Madonna in trono con Bambino ,affiancata da due Santi, il volto di una Santa;Cristo crocefisso, del XVII secolo; la decorazione amotivi vegetali alternati a stelle che ricopre l’interavolta a crociera al centro della quale è unadecorazione a rilievo raffigurante lo stemma deiContrari del XV secolo. Nel presbiterio della chiesaattuale, in un timpano sovrastante l’arco trionfale,si possono vedere: due schiere di figure checonvergono verso l’Altissimo, racchiuso in un clipeodecorato esternamente con un arcobaleno, che oggi si

può solo intravedere, databili alla seconda metà del XIV; un frammento con un uomo in armatura, probabilmente lo stesso Uguccione; una Madonna con Bambino del XV secolo; il volto di un Santo. Il ciclo pittorico è gravementedanneggiato dal tempo, dalla presenza di umidità e ciò fa sì che ampie aree siano interessate da distacco.

PPeeccuulliiaarriittààSi tratta di un esempio di pittura quattrocentesca, unica in tutto il Polesine, che stascomparendo. La zona tra Sariano e Trecenta è importante anche per la presenza di un’areadi notevole interesse naturalistico: i Gorghi, siti riconosciuti tra le bellezze naturali protettedalla Comunità Europea (SIC), che costituiscono il maggiore sistema di zone umide delPolesine.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggeeDalla Transpolesana Verona-Rovigo: uscire all’altezza di Badia, prendere per Trecenta poiSariano (Km12) Dall’Autostrada A13: uscita Occhiobello a destra per Stienta, Gaiba, Salara a destra per Sariano (Km16) Da Ferrara: passato il Po a sinistra per Occhiobello, poi come per A13 (Km28).

Marche

Le torri di CrispieroRReeggiioonnee -- Marche

CCoommuunnee -- Castelraimondo (MC)

DDeeffiinniizziioonnee -- Il Sistema difensivo del Ducato di Camerino e le torri di Crispiero.

DDeessccrriizziioonnee Si tratta di un grande sistema fortificatorio che dai MontiSibillini si estende fino alla media valle dei fiumi Potenzae Chienti. Vi sono presenti castelli, rocche, torri diavvistamento, ville fortificate che segnano il territorio ene costituiscono uno dei maggiori fattori d’identità. Glioltre 80 siti censiti formano dei sottosistemi, il piùinteressante dei quali è la cosiddetta Intagliata: piùfortificazioni unite da un terrapieno con palificate lungouna decina di chilometri che è stato definito “una lineaMaginot del ‘400”. Sono molto particolari le due torrid’avvistamento di Crispiero, chiamate Fanula e Guardia.Le torri sorsero sicuramente in età comunale; la primanotizia che le riguarda risale al 1272 allorché CrescenzioMigliorati, Podestà di Sanseverino, dovette cedere aCamerino il castello di Crispiero e la Pieve insieme adaltri luoghi tra cui le torri di Fanula e Guardia. Esse sonoannoverate nel Diploma di Paolo II (1468) tra le trediciarces che rappresentavano i punti-chiave di tutto loschieramento difensivo dello Stato di Camerino. Le torrisi trovano alla sorgente del Rio Follano, affluente didestra del fiume Potenza, sopra una elevazionepianeggiante nei pressi del monte di Crispiero. La torremaestra Fanula (8 metri di lato) sorge su posizioni piùelevate e, probabilmente era collegata con la torre dettaGuardia (6 metri di lato) da mura e da un cammino dironda che le metteva in comunicazione. Attualmente unafitta macchia rende il complesso difficilmente leggibile ele torri sono in un preoccupante stato di degrado che fa temere per la loro conservazione.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggeeDa Porto Recanati-Loreto: SS 571 direzione Macerata, San Severino Marche; a Villa PotenzaSS 361 per San Severino Marche fino a Castelraimondo. Da Orte: SS 3 Flaminia fino a Nocera Umbra, da qui SS 361 direzione San Severino Marche.Proseguire sulla 361 fino a Castelraimondo.

Marche

Abbazia di RambonaRReeggiioonnee -- Marche

CCoommuunnee -- Pollenza (MC)

DDeeffiinniizziioonnee -- Abbazia benedettina

DDeessccrriizziioonnee Lungo la media valle del Potenza, a breve distanza dal centro storico di Pollenza, versoOvest, sorge l’antica Abbazia di Rambona, potentissima nell’alto Medio Evo, la cuigiurisdizione si estendeva dalle pendici dei Monti Sibillini alla foce del Potenza.Sulle sue origini ci informa un dittico d’avorio conservato nei Musei Vaticani ed in copia,all’interno dell’Abbazia; vi si legge che la regina longobarda Ageltrude construxit (ma più

probabilmente fece ricostruire, nefinanziò la rinascita), sull’area di unprecedente insediamento, questoimportante cenobio dedicato aiSanti Gregorio, Silvestro eFlaviano, dandone incaricoall’Abate Olderico. Siamo in etàtardocarolingia, intorno al IXsecolo ed i Benedettini operanosull’area di un antico santuariopagano o di un’ara dedicata allaDea Bona, da cui il toponimoRambona, corruzione del latino AraBonae Deae. Il culto di questadea della fertilità e della salute,diffuso negli ambienti rurali, èavvalorato dalla presenza, nelleimmediate vicinanze dell’Abbazia,del Rio Acqua Salata e di unafonte di acqua sorgiva le cuiacque, ritenute benefiche, furono

incanalate attraverso un rudimentaleimpianto di captazione e convogliate in un ambiente ipogeo a pianta quadrata, ancor oggiesistente al di sotto della cripta, in una parte di proprietà privata che dal 1886 è la villaAntonelli-Incalzi. Attualmente la chiesa officiata si presenta con un presbiterio triabsidato euna cripta ancora fortemente suggestiva per la selva di colonne e di capitelli scolpiti in pietraarenaria, l’uno diverso dall’altro, poggianti su colonne di granito e di striato marmo paro.Esternamente le absidi, ancora intatte nella loro tessitura muraria e circondate da foltavegetazione, emanano il respiro storico di questo luogo, un tempo brulicante di farti operosiche insegnavano tecniche di bonifica e di coltivazione ai contadini del luogo e fervido diattività economiche e culturali che sempre ruotavano intorno alle abbazie.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggee A14, uscita Porto Recanati; S.P. 571 e S.S. 77; oppure uscita Civitanova Marche prendere laSuperstrada 77 uscita per Pollenza.

Toscana

San GalganoRReeggiioonnee -- Toscana

CCoommuunnee -- Chiusdino (SI)

DDeeffiinniizziioonnee -- Abbazia cistercense ed eremo di Montesiepi

DDeessccrriizziioonneeMontesiepi, a pochi chilometri da Siena, è da tempo chiamato San Galgano. Il complessocomposto dall’Eremo o Rotonda di Montesiepi e dalle rovine della grande Abbazia Cistercensedi San Galgano è uno dei più suggestivi che si trovano in Toscana. Per secoli l’Abbazia svolseuna fondamentale funzione di centro spirituale e di ricovero per pellegrini e viandanti chepercorrevano la Strada Maremmana. Fu nel XVI secolo che iniziò il suo decadimento. Solo nel

1926 fu effettuato un vero e proprio restauro conservativo,consolidando quanto restava del complesso abbaziale.Visitando l’intero complesso monastico due sono glielementi architettonici da cui si rimane particolarmentecolpiti per bellezza e grandiosità: la facciata e la parteabsidale. Da notare inoltre la cappella con gli affreschi delLorenzetti. Esisteva all’inizio una piccola chiesa;successivamente, fu edificato il corpo che fungeva danavata, e la chiesetta originale divenne il transettodell’Abbazia. Edificata tra il 1182 ed il 1185 ove San Galganoinfisse la Sua Spada nella roccia, la Rotonda di Montesiepifu originariamente la Tomba del Santo, sepolto a nord dellaspada. Solo nel 1220 si iniziò la costruzione della grandeAbbazia a valle che durò fino al 1268, quando venneufficialmente consacrata dal Vescovo di Volterra AlbertoSolari. La leggenda narra che Galgano Guidotti la mattina diNatale del 1180 conficcò la sua spada in una roccia, vicino aChiusdino, suo paese d’origine, per trasformare unostrumento di violenza in una croce per pregare: Galgano sifece eremita, morì un anno dopo e fu fatto santo. A 821 anni di distanza, è arrivata la conferma scientifica chequella spada conficcata risale realmente al periodo in cuiSan Galgano visse. Il simbolo della spada nella roccia, a

prescindere dalle vicissitudini e dai travagli mistici diGalgano Guidotti, rimanda alla saga di Re Artù, al mago Merlino,

al ciclo bretone, ai Cavalieri della Tavola Rotonda e alle componenti celtiche e druidiche ditali leggende. L’unico punto di contatto fra realtà e fantasia è stabilito dall’episodio delritrovamento del corpo di Galgano da parte degli abati cistercensi, che portò alla decisione diinsediare la comunità monastica nell’eremo di Montesiepi.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggeeDa Siena, SS 73 direzione Rosia, Frosini e Roccastrada arrivando al Bivio del Madonnino. Qui si prende a destra la SS 441 per Massa Marittima; dopo un paio di chilometri, si imboccaa sinistra la strada bianca che porta all’abbazia

Toscana

Ponte BruschetoRReeggiioonnee -- Toscana

CCoommuunnee -- Incisa in Val d’Arno (FI)

DDeeffiinniizziioonnee -- Ponte di Bruscheto o di Annibale

DDeessccrriizziioonneeIl Ponte di Bruscheto ha una conformazione tipologica e strutturale peculiare degliattraversamenti medievali, con tessitura portante interamente in pietra locale. L’opera harilevante valore storico e architettonico, sia per le caratteristiche tipologiche che per quellecostruttive. Insieme al Ponte Vecchio a Firenze e al Ponte Buriano, rappresenta l’unicoattraversamento dell’Arno che non abbia subito alcuna manomissione nel corso del tempo.

Allo stato attuale il ponte e l’annesso mulinosono in completo abbandono. La pavimentazione è costituita da grosse pietredi fiume ben squadrate. Purtroppo la sualocalizzazione è in una zona attualmente moltodegradata e marginale rispetto alla viabilitàlocale. L’antico mulino di Bruscheto, edificioancora esistente, era collegato alla riva sinistradel fiume da un attraversamentooriginalissimo: più che un ponte una vera epropria ‘palancola’, che valicava il fiume quasia pelo d’acqua nei periodi di magra, resistendocosì quasi senza danno ai forti impeti delleacque che travolsero i ben più colossali pontidi Incisa, di Rignano e di Figline. L’impianto siarticola in piccoli archi in pietra di modestaluce poggianti sulle rocce che emergononaturalmente dall’alveo del fiume. Il ponte inquestione è citato e descritto in un documentodel 1763 redatto dal cancelliere dellaPodesteria di Figline, chiamato dallaMagistratura di Parte Guelfa a redigere unrapporto sulla viabilità della zona: “… altroponte sopra il fiume Arno in Località detto LePanche senza sponde, che sarà largo circa

braccia 6 [3,5 m] e lungo quanto l’estensionedell’Arno” (ASF, Capitani di Parte, n.n.; f.1707, c. 24).L’originale linea di questo antichissimo manufatto è comunque visibile in alcune fotografied’epoca, fra le quali segnaliamo la più antica, dei primi del Novecento, di Alinari, conservatapresso la Biblioteca Comunale di Incisa, che riproduce il ponte e il mulino ancoraperfettamente funzionanti.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggee A 1 Uscita n. 24 Incisa

Liguria-Umbria

MillesimoRReeggiioonnee -- Liguria CCoommuunnee -- Millesimo (SV) DDeeffiinniizziioonnee -- Borgo medievale

DDeessccrriizziioonnee --La collocazione di Millesimo è tipica di un borgo medievale, adagiato sulla rivadestra della Bormida, stretto tra la roccia del castello e il fiume Bormida.Il borgo ha conservato numerose testimonianze delle culture passate, sia nel centro storicosia nel circondario: il Pontevecchio (La Gaietta) è uno dei pochi esempi esistenti in Italia diponte fortificato; il Castello, edificato da Enrico II del Carretto a difesa del borgo, con icastelli di Cengio, Cosseria e Roccavignale, costituiva un quadrilatero a protezione della viatra Piemonte e Liguria attraverso le Langhe. La chiesa di Santa Maria extra muros, edificio apianta basilicale del XII secolo, di stile romanico, dotata di un campanile, a cinque ordini, del

XV secolo. La leggenda, poi, narra che nell’aprile 1796Napoleone Bonaparte ricevette le bandiere strappate aiPiemontesi, dopo la presa del castello di Cosseria,proprio nella sala della giunta del palazzo comunale, delXII secolo. Tra le numerose chiese da visitare, c’è quelladei monaci di Sant’Antonio Abate, era uno dei tremonasteri esistenti in Millesimo. A salvaguardia delborgo dalle ricorrenti pestilenze, sorgevano poco fuori lemura le cappelle dedicate a San Rocco e a SanSebastiano. Al Monastero di Santo Stefano, accantoall’originale chiesa romanica, nel XV secolo fu aggiunto il

chiostro con eleganti capitelli in pietra arenaria.CCoommee ssii rraaggggiiuunnggee -- In auto: Autostrada A6 “Verdemare” Torino - Savona uscita Millesimo.In treno: Stazioni FS di Cengio a 5 km e di S. Giuseppe di Cairo a 8 km

Chiesa di Santa Croce ai CappucciniRReeggiioonnee -- Umbria CCoommuunnee -- Panicale (PG) DDeeffiinniizziioonnee -- Eremo benedettino

DDeessccrriizziioonnee -- Panicale è un centro di cultura per tutto il Trasimeno. È ricca di chiese cheracchiudono veri gioielli d’arte, come il martirio di San Sebastiano del Perugino. Interessantea Panicale è la struttura architettonica della città fortificata e la piazza con cisterna

quattrocentesca, il teatro storico che risale al XVII secolo conrifacimenti del 1850. La chiesa trecentesca di Santa Croce aiCappuccini in origine era un eremo benedettino. Nel 1535 iCappuccini vi edificarono un convento che, nell’arco di 350 anni,ha ospitato personaggi illustri tra i quali, nel ‘600, il fratecartografo Fra Silvestro Pepi e Fra Silvestro Brancaleoni, pionieredell’Asia nei primi anni del ‘700, e di cui si conserva undettagliato ed interessantissimo diario proveniente dagli archivisegreti del Vaticano. La chiesa e l’area circostante, dopo lasoppressione governativa dei conventi del 1870, è divenuta

cimitero di Panicale rimanendo tale fino al 1970. Molte sono lespecie vegetali e animali che sopravvivono nella zona circostante. Inoltre da Santa Croce sipuò scorgere la città di Assisi (motivo che di sicuro ha spinto i Cappuccini ad edificarvi ilconvento) oltre che Perugia e uno scorcio incantevole del Lago Trasimeno.CCoommee ssii rraaggggiiuunnggee -- In treno: stazione di Chiusi C.T. o Castiglione del Lago. In auto: daPerugia 30 km circa in direzione Chiusi; dal casello autostradale A1 di Chiusi o di Fabro circa20 km in direzione Perugia.

Abruzzo

Il parco archeologico di Monte PallanoRReeggiioonnee -- Abruzzo

CCoommuunnee -- Tornareccio (CH)

DDeeffiinniizziioonneeMura megalitiche e insediamento ellenistico-romano

DDeessccrriizziioonneeL’altopiano di monte Pallano, che domina possente e maestoso la valle del Sangro,rappresenta uno dei rilievi più ricchi sotto l’aspetto della diversità forestale per la sua relativaaltitudine, la vicinanza al mare e la sua costituzione carsica. Esso, inoltre, rappresenta unpunto di riferimento storico ineludibile per disegnare la mappa delle sequenze abitative digran parte del territorio del medio Sangro. I resti più imponenti esistenti sul Monte Pallano,che attestano la presenza italico-sabellica, sono rappresentati dalle Mura Megalitiche, unafortificazione realizzata con massi di calcare locale che cinge l’Altopiano.Il più lungo tratto conservato supera i 160 m e raggiunge un’altezza di 5 m intervallato dadue porte superstiti, dai possenti architravi di Porta del Monte e di Porta del Piano.L’insediamento di epoca ellenistico-romana, dalle notevoli strutture murarie, è riconosciutocome la capitale di una tribù di stirpe sannitica, che costituiva un luogo di importanza

strategica per il controllo della viabilità e dellarete fratturale. La cinta muraria si inserisce nelpiù vasto sistema degli “ocres”, centrifortificati molto frequenti nella popolazionedella dorsale appenninica del centro Italia.Esse erano disposte in modo da favorire unavvistamento ottico reciproco ed avevano unafunzione civile e militare di riparo eprotezione delle popolazioni e dei greggi, aguardia della viabilità terrestre, fluviale emarittima. La maestosa città di MontePallano, punto di forza di questo sistemadifensivo, si allinea in un vasto scacchiereottico che comprende anche altre emergenzemegalitiche. Oltre alle mura, a Monte Pallanosi può osservare la presenza di un

insediamento, forse l’antica città di Pallanum.L’altopiano del monte e le aree adiacenti erano, inoltre, fino a qualche anno fa, disseminatedi capanne di pietra, i “tholos”, utili nella pastorizia, di cui se ne conservano pochiesemplari. Monte Pallano vede gravitare intorno a sé cinque interessanti borghi checonservano ricchezze architettoniche, tradizioni e varietà gastronomiche che concorrono arendere questo sito un luogo di ricchezza ed importanza umanitaria.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggeeDall’autostrada A14 uscita Val di Sangro, direzione Atessa, proseguire lungo la S.S.364 fino a Tornareccio.

Abruzzo

Compianto in terracotta policromaRReeggiioonnee -- Abruzzo

CCoommuunnee -- Raiano (AQ

DDeeffiinniizziioonneeCompianto di Gianfrancesco Gagliardelli.

DDeessccrriizziioonneeIl Compianto in terracotta policroma del 1510 (la datazione si ricava da una scritta che alludeall’opera sulla facciata dell’Eremo) realizzato da Gianfrancesco Gagliardelli rappresenta l’operadi maggiore interesse artistico del complesso dell’Eremo sito all’interno delle Gole di SanVenanzio. Si tratta di diciassette statue e di un gruppo di cinque angeliche, che pende dalsoffitto. Due angeli porta candelabro in pietra, all’origine situati ai lati del Compianto, sono

stati trafugati e le teste didue personaggi, postilateralmente al gruppocentrale, sono inrestauro. Domina lascena la figura del Cristoadagiata in primo pianoin un sudario. Ai lati sitrovano le figure diNicodemo, GiuseppeD’Arimatea e SanGiovanni. Dietro il Cristoè posto il raccoltogruppo delle Marie chesorreggono la Vergine. LePie Donne, assieme allaMaddalena, sono lefigure che megliorappresentano ladrammaticità dell’evento.Le figure maschili, tranneSan Giovanni, indossanolunghe tuniche e stranicopricapo; le figure

femminili vestono ungrande manto agganciato sul petto, che ricade sulla fronte fino all’altezza degli occhi; i vestitie le fattezze dei loro volti richiamano certe tipiche Madonne della Spagna meridionale, manon sono estranee a tipologie tipicamente abruzzesi.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggeeDa Roma e da Pescara: A25, uscita Pratola Peligna.Da L’Aquila: S.S. 17 per Popoli e S.S.5.

Lazio

Chiesa della Madonna del SoccorsoRReeggiioonnee -- Lazio CCoommuunnee -- Corchiano (VT) DDeeffiinniizziioonnee -- Chiesa rinascimentale

DDeessccrriizziioonnee -- La chiesa rinascimentale, con annessa struttura conventuale degli Agostiniani èattribuita a Giuliano da Sangallo. Provvista di un campanile a vela, presenta sulla facciata unascalinata sulla sommità della quale insistono due pilastri compositi e due colonne dipeperino, ornati da stemmi, rosette ed altri elementi decorativi. Dei tre portali della facciata,quello centrale presenta una ricca decorazione ad intagli e rilievi: sugli stipiti, sormontati da

capitelli corinzi, angeli e candelabri a rilievo. L’interno, con il soffittoa capriate, è scandito da tre navate spartite in sei campate dapilastri cilindrici coronati da bei capitelli compositi di peperino.Un’antica tradizione narra che alla fine del 1400 una coppia disposi sognasse la Vergine che ordinava loro di far costruire unachiesa in suo onore lungo la Via Amerina. Negli stessi giorni, Papa Sisto IV (1471-1484) fece lo stesso sogno e in seguito,passando per la Via Amerina in occasione di una visita al cardinald’Estouteville, riconobbe il luogo indicato dalla Madonna. Raccontò così al cardinale il sogno, ma questi non si sorprese

poiché nel frattempo anche i giovani sposi gli avevano narrato illoro; colpito dalla doppia premonizione, avviò la costruzione della chiesa.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggee -- Dalla A1: uscita di Magliano Sabina. Da Viterbo: via Cassia Cimina fino aCanapina, poi deviazione per Vallerano-Vignanello. Corchiano è situato a circa 25 km daViterbo e a circa 60 km da Roma.

San CosimatoRReeggiioonnee -- Lazio CCoommuunnee -- Vicovaro (RM) DDeeffiinniizziioonnee -- La rupe di San Cosimato

DDeessccrriizziioonnee -- Dal ceppo adriatico dei Piceni, verso il 1000 a.C. si staccarono gli Equi che pianpiano per motivi di pastorizia, si spinsero verso il Tirreno e si insediarono nel territorio dei

monti Lucretili. Nel 304 a.C., I Romani, dopo vari scontri duratipiù di tre secoli, sconfissero definitivamente gli Equidistruggendone trentuno città tra cui Varia (Vicovaro) che eraconsiderato un luogo strategico ed avamposto militare per ladifesa di Roma. Conquistato il territorio degli Equi, i Romanirafforzarono la posizione strategica dell’attuale San Cosimato,quale avamposto di difesa e di passaggio verso l’Adriatico. Ilconvento di San Cosimato sorge su un ampio pianoro, a piccosull’Aniene; poggia parte delle sue fondamenta sui resti di unafortezza equa e che in seguito divenne un presidio militare

romano. I massi delle volte e delle mura dell’attuale seminterratorichiamano quelli posti come cinta a difesa di Varia. La rupe di San Cosimato è costituita dauna grande massa travertinosa originatasi nel pleistocene; vi sono numerose grotte: alcune dipochi metri, altre grandi centinaia di metri. Dal punto di vista naturalistico la zona permettedi godere di una natura particolarmente varia: nella zona si conservano e sono visitabilinumerosi eremi in grotta, l’Abbazia e il Convento. CCoommee ssii rraaggggiiuunnggee -- Autostrada A24 uscita Vicovaro-Mandela

Basilicata

Guardia PerticaraRReeggiioonnee -- Basilicata

CCoommuunnee -- Guardia Perticara (PZ)

DDeeffiinniizziioonnee -- Borgo medievale

DDeessccrriizziioonneeGuardia Perticara domina la Valle del Sauro. Il borgo è situato su una collina di 700 s.l.m.; ilborgo attuale risale al periodo medievale e si sviluppa intorno al ‘Castello’. Vi sono due portedi cui una permetteva l’acceso al castello tramite ponte levatoio. Disposta a sud-est dei rilieviappenninici che caratterizzano la parte centrale della Basilicata, i monti della Maddalena, delVolturino e di Viggiano, Guardia è situata in un territorio di speroni collinari venati danumerosi corsi d’acqua. Il paese è di antiche origini, se si considera che nel vicino sito

archeologico sono state ritrovate circa600 tombe risalenti al VII-V sec.a.C. appartenenti alle popolazionienotrie. Il paese ha conservatointatto l’aspetto del borgomedioevale con le case in pietra afaccia vista, i vicoli stretti, le scaleche si inerpicano fin su al castelloe da cui si domina l’intera valledel Sauro. Lungo l’antica via deiCarbonari (oggi Armando Diaz) ele altre strade del centro,affacciano le case ed i palazzistorici di Guardia, ricchi diparticolari architettonici edecorativi di rilievo: le pietrelavorate dai maestri artigiani e levolte in mattoncini rossi. Digrande suggestione l’atmosfera inpiazza Europa, un tempo piazzadel Popolo, nota per le numerosesequenze del film ‘Cristo si èfermato a Eboli’: la fontana, la

Chiesa, il palazzo, il bar e lafarmacia creano nella piazza una ‘naturale’ ed affascinante ambientazione neorealista. Ottimal’aria, che gode delle frescure dei vicini rilievi appenninici, e squisite le specialitàgastronomiche, basate sulla vasta produzione di prodotti tipici locali come i formaggi, gliinsaccati, gli ortaggi, l’olio ed il vino. Due le chiese principali del paese, risalenti al XVI- XVIIsecolo: la chiesa di San Antonio, la cui edificazione risale con molta probabilità alla fine delXVI e l’inizio del XVII sec., e la chiesa Madre di San Nicolò Magno ricostruita in seguito alterremoto del 1857.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggeeA3 (SA-RC) – uscita Atena Lucana – SS 598 fino bivio Armento proseguire in direzione diGuardia Perticara (strada locale). SS 106 Jonica – uscita SS 598 (tra Policoro e Scanzano) Uscita a Caprarico per Guardia Perticara

Basilicata

CastelmezzanoRReeggiioonnee -- Basilicata

CCoommuunnee -- Castelmezzano (PZ)

DDeeffiinniizziioonnee -- Castello - Palazzi Storici - Chiese

DDeessccrriizziioonneeCastrum Medianum (Castello Mezzano) nasce come fortezza Normanna posizionata al centrofra i due Castelli di Pietrapertosa e Brindisi di Montagna.L’icona simbolo del paese riproduce lo stemma con due Templari su un solo cavallo. Repertiarcheologici confermano la penetrazione dei Greci nella valle del Basento, quando dalle rivedello Ionio alcune famiglie di coloni si spinsero verso l’interno nominando l’antico abitato

Maudoro, mondo d’oro. Furono i Normanni, intorno al Mille, acostruirvi un castello, di cui sono ancoravisibili i resti delle mura e la gradinatascavata nella roccia che consentiva l’accessoal punto di vedetta più alto, da cui si dominal’intera valle del Basento. Con l’occupazionenormanna il borgo vive un periodo diprosperità: il feudo viene concesso ai fedelidell’Imperatore e cresce il potere dellecomunità religiose. Con gli Angioini cominciala decadenza. Periodo di particolareimportanza per il luogo, e d’altro canto perl’intera regione, è il XIX secolo quando lazona diventa teatro del fenomeno delbrigantaggio: tra i nascondigli naturali dellerocce e della macchia boschiva moltidiseredati trovarono qui il loro ambienteideale. Nella nostra rilassante passeggiata nelborgo lucano, oltre che nei resti del castellonormanno, simbolo dell’identità storica delluogo, ci imbattiamo nella piazza principaledel paese dove, tra i diversi palazzi gentilizi,tra cui Palazzo Merlino, Palazzo Parrella,Palazzo Coiro Palazzo Paternò, PalazzoCampagna e il grandissimo Palazzo Ducale De Lerma, si erge la Chiesa Madre Santa Maria dell’Olmo.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggeeIn auto: Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria uscita Sicignano direzione Metaponto, SS Basentana uscita Albano di Lucania. In treno: stazione di Potenza Inferiore, poi bus per 35 minuti.

Campania

frigentoRReeggiioonnee -- Campania CCoommuunnee -- Frigento (AV)

DDeeffiinniizziioonnee -- Cattedrale, Palazzi, Giardini

DDeessccrriizziioonneeLe prime notizie sulla cattedrale risalgono alla fine dell’VIII sec., ma dopo il disastrosoterremoto del 1732 la costruzione assunse la forma definitiva che oggi ammiriamo. LaCattedrale presenta all’interno un corpo longitudinale di m21x30 suddiviso in tre navate conabside semicircolare e cappelle laterali. Numerose opere sono conservate nella cattedrale,come la tela del soffitto del Vecchione (XVIII sec.) raffigurante l’Assunzione della Vergine; laVia Crucis del ‘400 ed il maestoso altare maggiore. Oggi, come un tempo, la vecchia piazzaUmberto I è delimitata su tre dei suoi quattro lati da antichi palazzi risalenti al XVIII sec.Di notevole interesse, troviamo, poi, il Palazzo Filippine, attribuito a maestranze locali con unandrone con volte a crociera, una scalinata in pietra locale e pavimentazione a blocchisquadrati. Il Palazzo Pelosi, nato come abitazione privata. L’atrio interno chiuso, pavimentatoa blocchi squadrati, è arricchito da un bellissimo pozzo in pietra.Il Palazzo Flamma è caratterizzato da un alto portale in pietra con balcone soprastante. Al

primo piano, una galleria conservaancora in buono stato decorazionie tele del ‘700. Sul corso delpaese si trova il palazzo De Leoche vide i natali del poetaMarciano De Leo. Il cortile internopresenta un pozzo ed unascalinata in pietra che ha uncaposala con le sembianze di unleone, simbolo della famigliastessa. Non passa inosservato ilpalazzo Flammia caratterizzato daun portale in pietra lavorata adalto rilievo con un motivo afogliame, sovrastato da unostemma che riproduce il simbolodelle arti medico-chimiche.

Internamente presenta un cortileaperto, pavimentato a blocchi squadrati, con scalinata in pietra locale. Più avanti troviamo leCisterne romane, principale traccia dell’insediamento urbano di epoca romana: si tratta di uncomplesso di cisterne in “opus incertum”, di rilevante estensione e di cospicuo interessearcheologico. Proprio da queste cisterne attingevano l’acqua i pozzi dei palazzi gentilizi delcentro storico. La pavimentazione, oggi come una volta, è in pietra. La bellezza dei giardinida Via Cedolone sta nelle grandi aiuole delimitate da piante di bosso che per la loroplasticità si prestano ad essere modellate con potature continue, con maestosi alberi di noci,giganteschi abeti, pini marittimi, piante di alloro, mentre sono pochissimi gli alberi da frutta.Quasi tutti i palazzi signorili di Frigento sono corredati di un giardino pensile.

CCoommee ssii rraaggggiiuunnggee Autostrada A16 Na-Ba uscita casello di Grottaminarda

Puglia-Molise

I menhirRReeggiioonnee - Puglia CCoommuunnee - Zollino (LE) DDeeffiinniizziioonnee - Architettura megaliticaDDeessccrriizziioonnee - Il termine “Menhir” deriva dal celtico men-pietra ed hir-fitta e significa “pietralunga” o “pietra fitta”. È la forma di architettura megalitica il cui significato rimane piùmisterioso. I menhir salentini sono molto numerosi e sparsi sul territorio: se ne possonoindividuare un discreto numero semplicemente facendo una passeggiata per le vie di

campagna o aguzzando lo sguardo ai bordi delle strade, sono collocati per lopiù in posizione solitaria. Sulle loro origini e funzioni si possono azzardaresolo ipotesi. Interessante è il fatto che alcune di queste costruzioni sianocomuni a quelle della Cornovaglia, della Bretagna in Francia, dell’Inghilterra,del Portogallo, del Belgio e che in Italia si trovino così concentrate nel soloterritorio salentino. Raggiungono l’altezza di circa 1.5 metri dal suolo epoggiano su banchi di roccia affioranti.Caratteristica del menhir, solo però nel caso in cui dovessero avere la base diforma rettangolare, è quella dell’orientamento delle facce rispetto ai punticardinali: le facce più larghe sono orientate a nord e sud (questo accade concertezza sistematica su tutto il territorio della provincia di Lecce). Attorno aqueste costruzioni in pietra, sono nate, col passare dei secoli numeroseleggende, tra cui quella che racconta di favolosi tesori custoditi sotto di essi,per impossessarsi dei quali, è indispensabile seguire questo rituale: amezzanotte due persone devono appoggiarsi con le spalle alle pareti del

monolite il quale, sollevandosi da terra, schiaccerebbe uno dei due, quello conl’animo meno puro; al sopravvissuto spetterebbe poi la lauta ricompensa.CCoommee ssii rraaggggiiuunnggee-- Strada provinciale n° 16 uscita per Zollino. Strada provinciale n° 543 perSan Cataldo e proseguendo con la n° 611 uscita per Melendugno.

RoccamandolfiRReeggiioonnee -- Molise CCoommuunnee -- Roccamandolfi (IS) DDeeffiinniizziioonnee -- Città delle pecoreDDeessccrriizziioonnee -- Il castello di Roccamandolfi è situato al di sopra del centro abitato, non moltolontano dalla strada che conduce allo splendido pianoro carsico di Campitello Matese. Si tratta di un maniero di origine longobarda, dal nome del conte Maginulfo che lo fondòviene il nome del paese. Dal castello, si può intravedere il campanile della chiesaparrocchiale dedicata a San Giacomo, dove sono conservate le reliquie di San Liberato,martire cristiano, e cui reliquie erano state traslate dalle catacombe di Roma. Nella chiesa di

San Sebastiano, la devozione popolare era per San Donato, noto per le suedoti taumaturgiche per i bambini epilettici: per guarire i bambini i genitorioffrivano un quantitativo di grano equivalente al peso del bimbo. Danon dimenticare, poi, la croce in pietra di epoca medioevale. L’impiantourbanistico di Roccamandolfi comprende oltre alla parte abitativa, unintero quartiere destinato alle pecore, la principale risorsa economica delpassato. Si tratta di una zona periferica, ma abbastanza ampia,un’autentica «città delle pecore», in cui sulle strade, che sono parallelefra di loro e disposte a quote differenti, vi sono le aperture delle stalle.Queste sono strutture originali con tetto ad una sola falda e ingresso amonte per il fienile e a valle per gli animali. Le greggi compivano ogni

anno la transumanza verso il Tavoliere pugliese; oggi è rimasto l’alpeggioche si svolge sui rilievi del Matese. CCoommee ssii rraaggggiiuunnggee -- Da Isernia: S17 fino a Cantalupo nel Sannio e proseguire fino a Roccamandolfi.

Sardegna-Sicilia

La miniera di AntraciteRReeggiioonnee - Sardegna CCoommuunnee - Seùi Barbàgia di Seùlo - (NU) DDeeffiinniizziioonnee - Bacino antraciferoDDeessccrriizziioonnee - Seùi è il più importante centro della Barbagia di Seulo. La Miniera di Antracitedi Seùi fa parte dell’Area 3 del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna istituitodall’UNESCO a Parigi nel 1997 e formalizzato a Parigi e Cagliari nel 1998. Il bacino

antracitifero venne scoperto agli inizi del 1800 dal generalepiemontese De La Marmora e data l’ottima qualità del materiale,venne in seguito intensamente sfruttato da diverse compagnieminerarie fino al 1960, anche attraverso la realizzazione a fine‘800 della linea ferrata che trasportava l’Antracite ai portid’imbarco per il continente, e una doppia teleferica checonduceva il materiale estratto a monte verso la Laveria più avalle, e riportava i contenitori vuoti al punto di estrazione. E’una testimonianza industriale e architettonico, storico eantropologico, che merita di essere recuperato e proposto allapiù ampia fruizione. Attorno flora spontanea, castagneti, noceti,

numerosi vigneti e allevamenti di bovini, ovini e soprattuttocaprini, specie più frequente in zone di montagna. Affascinanti i percorsi, sempre mossi, insentieri avvolti nel verde o strade lastricate, verso le aperture delle gallerie o dei numerosiedifici funzionali alla Miniera, come anche alla Laveria, adagiata quasi sulla linea ferrataMonserràto-Arbatàx, o la Polveriera, in bella mostra sopra un rilievo.CCoommee ssii rraaggggiiuunnggee-- S.S. 131 direzione Cagliari-Oristano prendere la strada 128 (bivio perSenorbì) e proseguire in direzione Ìsili, poi la strada 198 (bivio per Seùi) per circa 40 km.

I testi a cura di Cinzia Frau.

Abbazia di San GiorgioRReeggiioonnee -- Sicilia CCoommuunnee -- Gratteri (PA) DDeeffiinniizziioonnee -- Abbazia del VII secoloDDeessccrriizziioonnee -- Tra bellissime montagne e splendidi valloni, a oltre mille metri di altezza, è

adagiato il piccolo paese di Gratteri, uno dei 15 Comuni del Parcodelle Madonie. L’Abbazia fu fatta costruire dal duca Ruggero IInel 1140, affidandola ai monaci Premostratensi, che erano degliAgostiniani riformati provenienti dalla Normandia. Dedicata aSan Giorgio per adempiere alle promesse fatte dal ConteRuggero durante la battaglia di Cerami contro i Saraceni, versola fine del XIV secolo ebbe inizio una progressiva decadenza el’Abbazia divenne commenda posta sotto l’autorità della Chiesadi Cefalù. Nel 1645 venne definitivamente abbandonata. Della Chiesa sono rimasti i muri perimetrali e lo stupendoportale di stile romanico. La pianta è di tipo basilicale a trenavate, con tre absidi rivolte ad oriente.

Del Monastero non è rimasta alcuna traccia ma la Chiesa puòsenza dubbio essere considerata una delle espressioni più alte dell’architettura romanicaeuropea, al pari del Duomo di Cefalù.CCoommee ssii rraaggggiiuunnggee -- In auto: Palermo-Catania uscita Buonfornello, si prosegue sulla stradastatale SS113 in direzione Cefalù. A una decina di chilometri si trova il bivio di Lascari-Collegano-Gratteri.

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Legambiente SardegnaVia Garibaldi 5, 09125 Cagliari tel. 070 659740 fax 070 659740 [email protected]

Legambiente SiciliaVia Agrigento 67, 90141 Palermo tel. 091 301663 fax 091 6264139 [email protected] http://www.legambiente.sicilia.it

Legambiente ToscanaVia Orsini 44, 50126 Firenze tel. 055 6810330 fax 055 6811620 [email protected] http://www.legambientetoscana.it

Legambiente Trentinoc/o Casa della PaceVia degli Olmi 22, 38100 Trento tel. 0461 912937 fax 0461 912937 [email protected]

Legambiente UmbriaVia della Viola 1, 06122 Perugia tel. 075 5721021 fax 075 [email protected]

Legambiente VenetoCorso del Popolo 276, 45100 Rovigo tel. 0425 27520 fax 0425 28072 [email protected] http://www.legambienteveneto.it

Legambiente nel territorio

PiccolaGrandeItalia è la campagna di Legambiente perrilanciare il ruolo e la visibilità dei piccoli centri cherappresentano ben il 72% dei comuni italiani. Una costellazione solo apparentemente minore che,nell’era della globalizzazione, brilla per una straordinaria

varietà naturale e culturale ed è custode di gran partedello straordinario patrimonio culturale storico, naturale ma ancheenogastronomico del nostro Paese. Per dare spazio e visibilità alle tante vociche costituiscono questa PiccolaGrandeItalia abbiamo realizzato un portaleinternet dove convergono, iniziative, ricerche e storie dei comuni, in costanteaumento, che aderiscono all’iniziativa: una grande opportunità per farconoscere i disagi, mettere in rete le esperienze ma soprattutto le prezioserisorse e le ricchezze da valorizzare.

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Salvalarte è la campagna itinerante di Legambiente suibeni culturali, intesi anche come sapori, tradizioni,paesaggi. Vogliamo con essa contribuire alla scoperta,tutela e valorizzazione dei tesori nascosti, certi che il lororecupero sia la carta vincente per creare occupazione

durevole, per costruire uno sviluppo economico solido eambientalmente compatibile, per trovare forza e fiducia nelle nostre radiciculturali. Spesso la scarsa manutenzione, gli atti vandalici, la cementificazioneselvaggia del territorio hanno distrutto o danneggiato gravemente segniimportanti della storia e dell’identità italiane. Salvalarte è una buona occasione per imparare a voler bene all’Italia e lanciala sfida per trasformare il nostro patrimonio artistico da pesante eredità del passato a investimento per il futuro.

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