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PUC Tertenia 2015 Norme Tecniche di Attuazione Pagina 1 di 120

PIANO URBANISTICO COMUNALE Comune di Tertenia

PUC 2015

TERTENIA

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

Ottobre 2015

rev. Settembre 2016

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Sommario

TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI .............................................................................................................. 3

Art. 1 - Finalità .................................................................................................................................................... 3

Art. 2 - Elaborati del Piano Urbanistico Comunale (PUC) .................................................................................. 6

Art. 3 - Trasformazioni ambientali, urbanistiche ed edilizie e definizione degli interventi ................................... 8

Art. 4 - Requisiti Prestazionali .......................................................................................................................... 15

Art. 5 – I requisiti qualitativi dell’abitare: la qualità architettonica ...................................................................... 17

Art. 6 - Uso delle risorse naturali ...................................................................................................................... 21

Art. 7 – Gli interventi di ingegneria naturalistica ............................................................................................... 21

Art. 8 – Attuazione del Piano Urbanistico Comunale ........................................................................................ 22

Art. 9 – La partecipazione delle parti sociali e la perequazione urbanistica ..................................................... 22

TITOLO II - DISCIPLINA D'USO DEL TERRITORIO COMUNALE .................................................................. 25

Art. 10 – Suddivisione del territorio per aree e sistemi di paesaggio ................................................................ 25

Art. 11 – Interventi di completamento, sostituzione e riqualificazione .............................................................. 28

Art. 12 - Città consolidata di antica formazione ................................................................................................ 28

Art. 13 - Città consolidata di recente formazione .............................................................................................. 30

Art. 14 - Città di recente formazione a bassa densità edilizia ........................................................................... 33

Art. 15 – Area di compensazione ecologica agricolo-urbana ........................................................................... 35

Art. 16 – Aree per servizi generali .................................................................................................................... 35

Art. 17 - Aree industriali e commerciali ............................................................................................................. 36

Art. 18 – Aree agricole...................................................................................................................................... 37

Art. 19 - Area agricolo-paesaggistica contrassegnata dalle linee di crinale ...................................................... 41

Art. 20 - Aree turistico-residenziali.................................................................................................................... 42

Art. 21 – Aree di salvaguardia e tutela dei beni paesaggistici, culturali e archeologici ................................... 46

Art. 22 - Interventi per la messa in sicurezza del territorio ............................................................................... 49

Art. 23 – Parcheggi ed autorimesse private ..................................................................................................... 50

TITOLO III - DISPOSIZIONI FINALI ................................................................................................................. 51

Art. 24 - Costruzioni temporanee ..................................................................................................................... 51

Art. 25 - Relazioni tra le scelte urbanistiche e i vincoli idrogeologici ................................................................ 51

Art. 26 - Aree percorse da incendio .................................................................................................................. 51

Art. 27 - Norme per il superamento delle barriere architettoniche. ................................................................... 52

Art. 28 - Relazioni tra N.T.A. e Regolamento Edilizio ....................................................................................... 52

APPENDICE A – Schede prestazionali e schede tecniche di dettaglio ............................................................ 53

APPENDICE B – Scheda di dettaglio sulla qualità architettonica del singolo manufatto .................................. 58

APPENDICE C – Schede progetto per l’economia sostenibile ......................................................................... 60

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TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1 - Finalità

Le norme tecniche di attuazione sono lo strumento per rendere materiali (eseguibili ed esecutivi) gli obiettivi e le direttive del Piano Urbanistico Comunale (PUC) così come descritti nella relazione generale. È proprio per favorire e garantire la loro corretta interpretazione, a fronte di ogni contro-versia interpretativa nella gestione, che li riportiamo sinteticamente. Prima di ogni altra considerazione ribadiamo il punto di partenza del PUC di Tertenia: oggi la situazione vede un’eccedenza di costruito, di occupazione di suolo, di dissesto. Per superare questo limite il PUC, prima di dire dove si può, o si potrà, continuare a occupare suolo, deve dire dove e come si deve, o si dovrà, intervenire per riqualificare gli assetti e il patrimonio esistente. È chiaro e lampante il valore che in questo PUC ha il termine riqualificazione sia degli assetti che del patrimonio. È attraverso il concetto di riqualificazione che questo PUC propone termini , dispo-sizioni e norme incentrate sui valori qualitativi degli assetti e dei territori, superando il prevalere dei disvalori quantitativi presupposto di consumo di suolo e di risorse oltre i limiti del benessere sociale e della qualità ambientale

Obiettivi generali del Piano Urbanistico Comunale:

1. Il piano di sviluppo locale è la struttura su cui il piano urbanistico comunale definisce e costrui-sce i suoi indirizzi.

2. Il territorio è un capitale su cui investire e non una rendita da esaurire 3. Il piano è lo strumento di proposta e controllo delle trasformazioni territoriali necessarie per

l’attuazione del piano di sviluppo locale sostenibile misurato sul valore olistico dell’equilibrio, della partecipazione, dell’economia sistemica; definisce azioni idonee a costruire equilibri natu-rali, ambientali, sociali, presupposto di scenari e paesaggi di qualità strutturale ed estetica nella prospettiva storica del diritto dei futuri.

4. Le nuove realizzazioni sono, e saranno, possibili solo con piani di riqualificazione e di riorganizzazione sistemica delle attività sociali ed economiche

5. La pianificazione ambientale e il progetto territoriale sono i soli garanti affinché le nuove tra-sformazioni territoriali producano nuovi e ricostruiti equilibri ambientali (natura e cultura), strut-turali (territorio, economia, energia) e sociali con il fine della valorizzazione ecosistemica dei territori e delle attività.

6. È il piano, così proposto, che si definisce come espressione sistemica del piano di azione per l’economia sostenibile e forma del piano strutturale di sviluppo locale.

7. Il piano è lo strumento per la messa in sicurezza del territorio a garanzia degli equilibri sistemici insidiati dalle fragilità ambientali e le necessità insediative asservite fino ad oggi ai valori indivi-duali e non agli equilibri sistemici e ai valori collettivi nella gestione del territorio.

8. Il piano di sviluppo locale, e di conseguenza il piano comunale, promuovono il piano energetico generale, nonché quello di approvvigionamento idrico della piana di Sarrala, basato sulla mes-sa a profitto delle risorse locali e sulle capacità offerte dalle economie locali, dal riciclo e dall’utilizzazione degli scarti.

9. Ridurre il consumo di suolo, consentendolo per le attività direttamente legate ai processi e alle azioni della resilienza naturale e ambientale e della riqualificazione urbana e produttiva, con-trollando l’indice di impermeabilizzazione nel suo rapporto con il suo sistema di paesaggio.

Il percorso teorico-metodologico, descritto nella relazione generale al piano, e qui sintetizzato come unico presupposto di queste norme tecniche, delinea le basi qualitative su cui costruire la forma (criteri e metodi) del piano di sviluppo locale. Questo nuovo equilibrio sistemico e-sprimerà l’equilibrio culturale, sociale e naturale di un territorio e, nell’attuazione congruente con i principi usati in questo lavoro, darà struttura e forma ai territori e ai paesaggi di Tertenia. Per questo il PUC che proponiamo dopo aver: 1. sussunto l’eccesso di cubatura esistente 2. valutato la debolezza formale e strutturale-tecnologica del patrimonio edilizio esistente 3. quantificato l’attuale carenza di servizi

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prevede: 1. la messa a norma del territorio, 2. il riequilibrio dei servizi alle esigenze sociali, produttive e al mercato turistico, 3. la riqualificazione anche energetica del patrimonio esistente e quanto sinteticamente riportato

nei punti precedenti attraverso un nuovo criterio di dimensionamento del piano articolato sugli indici della qualità am-bientale. Come si legge negli elaborati proposti, tutto il piano è incentrato sulle sopra elencate tre valutazio-ni e, di fatto, propone criteri, ambiti e strutture idonee a garantire la riqualificazione del territorio e degli investimenti. Molti sono gli elementi che, come vedremo, concorrono a definire questi processi; ne premettiamo solo tre che ci sembrano fondamentali (anche per le correlazioni culturali che comportano): 1. l’inglobamento delle aree agricole nelle aree produttive (i più di 70 anni di vita della legge urba-

nistica generale (proseguita nelle varie versioni regionali) hanno dimostrato che le aree agrico-le e il lotto minimo non sono stati idonei ne a garantire la conservazione di spazi naturali o a bassa antropizzazione ne quelli necessari ai processi di resilienza. Legare strettamente l’area agricola alla partecipazione e conservazione positiva dell’equilibrio sistemico è stato un falli-mento sia per le aree urbane sia per la qualità e legalità del costruito)

2. l’introduzione contemporanea di aree a bassa antropizzazione (ottenute anche con aree di di-radamento e sostituzione) per garantire i processi di resilienza e quindi di partecipazione posi-tiva all’equilibrio sistemico dell’area urbana)

3. l’introduzione dell’indicatore di CO2eq come parametro di misurazione .Fino ad oggi (e già nell’urbanistica non speculativa) ci siamo gratificati con lo slogan no al consumo di suolo la-sciando con questo parametro inevasi tre parametri • la definizione di quale suolo non vogliamo consumare • come controlliamo la rinaturalizzazione (basta vedere i disastri che la riforestazione incon-

trollata sta creando nelle aree montane) • quali sono gli interventi che pur consumando suolo (rispetto ad una naturalità disequili-

brante) favoriscano processi di resilienza e riqualificazione Per questi motivi pensiamo che disporre di indicatori semplici direttamente riferibili ai valori della riqualificazione e della resilienza possa essere utile e veloce per creare i nuovi parametri per di-mensionare il piano. Se il territorio deve diventare un capitale su cui investire e non una rendita da esaurire, gli indicato-ri per definire aree di resilienza e aree per l’occupazione umana nei processi lavorativi sono fon-damentali proprio per valutare lo sviluppo di un’area. In questi indicatori generali gli indici principali saranno quelli che si riferiranno all’occupazione e all’aumento delle capacità produttive nelle attivi-tà di qualificazione dei territori. Per questo Il PUC cambia il paradigma dell’uso economico del territorio: l’effimero patrimonio per molti anni rappresentato dalla rendita fondiaria, dal consumo di suolo e di risorse naturali oggi è rappresentato dal patrimonio esistente se riqualificato nelle sue qualità proprie, nelle aree di sedi-me, nei paesaggi che lo avevano e l’hanno impoverito nel tempo. La property e la facility sono or-mai pratiche d’intervento sul patrimonio esistente che vengono respinte solo dalle frange di mag-gior conservazione delle amministrazioni e del settore imprenditoriale edile. Oggi il PUC (come forma, organizzazione e controllo territoriale del piano di sviluppo) deve preve-dere azioni di riqualificazione strutturale, funzionale, estetica per i dati quantitativi sul patrimonio residenziale esistente, al fine di contribuire a rilanciare un’economia debole che solo nella sua ri-qualificazione, coincidente con quella dell’area, può partecipare alla futura ripresa economica. È questo che dobbiamo normare e, con la costituzione del polo culturale e del polo industriale de-finiamo i luoghi di progettazione di questi processi..

Obiettivi specifici e Obiettivi operativi Per meglio stigmatizzare quanto detto e con la volontà di superare possibili controversie interpreta-tive che favorirebbero l’edulcorazione di quanto culturalmente costruito con questo piano rispetto alle prospettive di sviluppo e di occupazione, proponiamo la tabella a seguire che lega gli obiettivi specifici con gli obiettivi operativi su 10 classi:

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OBIETTIVI SPECIFICI OBIETTIVI OPERATIVI

1. promuovere la valorizzazione degli elementi di forte identità del terri-torio terteniese e conseguente riorganizzazione delle attività su tali risorse territoriali

� realizzazione di un polo tecnologico (rafforzamento area industriale e artigianale) � realizzazione di un polo culturale

2. promuovere il recupero e la rivitalizzazione del centro urbano

� promozione di un sistema di albergo diffuso � riutilizzazione degli spazi vuoti o non utilizzati nonché introduzione di nuovi spazi per servizi (slarghi, piazze, aree attrezzate per il gio-

co dei bambini e la socialità di giovani e anziani) � controllo, mitigazione e rimozione dei rischi idrogeologici e di quelli causati dalla cattiva gestione delle componenti naturali presenti

3. favorire la salvaguardia del patrimonio edilizio esistente (legalmente realizzato e/o parzialmente o totalmente abusivo se corretto nei pia-ni di riqualificazione)

� Individuazione e promozione di Piani Attuativi di riqualificazione dei nuclei esistenti (agricoli, agricolo-residenziali, turistico-residenziali)

4. favorire la ricomposizione della qualità del paesaggio agrario-marino per un turismo di qualità

� costruzione di itinerari turistici (circuito ovili, circuito nuraghi) � strutturazione di una rete sentieristica per la mobilità dolce

5. promuovere la valorizzazione del settore agro-silvo-pastorale

� realizzazione di piani di gestione forestale sostenibile

6. favorire l’integrazione intersettoriale per la promozione turistica e la gestione dei servizi di accoglienza diffusi

� realizzazione di piani di promozione e gestione dell’offerta e dei servizi per il turismo integrato

7. favorire lo sviluppo di attività eco-compatibili nelle aree interne e collinari

� realizzazione di un programma di job creation che, partendo dalle tradizioni, studi nuovi modi e criteri di formazione della ricchezza e del prodotto. Le due aree (tecnopolo e marketing) risulteranno determinanti nel processo di formazione e di organizzazione

8. promuovere la valorizzazione delle fonti energetiche locali per la creazione di smart grid

� creazione di isole energetiche � ottimizzazione ed efficientamento energetico dei depuratori � introduzione di impianti di fitodepurazione nei nuclei extraurbani

9. promuovere il miglioramento dell’assetto eco-paesaggistico e della qualità dell’offerta turistica della fascia costiera

� regolarizzazione (disciplina) dell’accessibilità alle spiagge, garantendone l’uso pubblico � ottimizzazione (disciplina) dell’uso delle aree da destinare alle concessioni demaniali � potenziamento degli spazi destinati ai parcheggi e ai servizi direttamente legati alle attività balneari

10. promuovere il potenziamento e l’adeguamento di servizi e infrastrut-ture (opere di urbanizzazione primaria e secondaria):

� individuazione e potenziamento dei servizi per l’istruzione � realizzazione di un centro polifunzionale per l’aggregazione sociale (giovani, anziani, diversamente abili) � realizzazione della cittadella sportiva � realizzazione di un parco urbano attrezzato � realizzazione di un parco fluviale urbano ed extraurbano � miglioramento della viabilità interna e collegamento del centro urbano di Tertenia con Sarrala � costruzione di una rete di mobilità dolce e sostenibile � potenziamento dei parcheggi � potenziamento/adeguamento e ottimizzazione delle reti di illuminazione pubblica e telefonica (ADSL e wireless) � realizzazione della rete idrica a Sarrala (approvvigionamento e distribuzione) � realizzazione e adeguamento fognature acque bianche e nere � ottimizzazione dei servizi relativi alle attività indotte dal porto (in fase di progettazione) e potenziamento dei collegamenti con i Comuni

costieri contigui

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Art. 2 - Elaborati del Piano Urbanistico Comunale (PUC) Gli elaborati del piano urbanistico comunale sono riassumibili in due macro raggruppamenti: a) Quadro conoscitivo del territorio b) Quadro delle Regole

a) Quadro conoscitivo del territorio Il quadro conoscitivo del territorio è rappresentato dagli elaborati di seguito elencati. Questi hanno come matrice i tematismi di base (o loro derivati) ritenuti necessari per costruire il quadro delle co-noscenze fisiche e dinamiche del territorio terteniese. Sono stati confrontati con i riferimenti delle linee guida del piano paesaggistico regionale (L.R. 25 novembre 2004, n. 8), per l’adeguamento dei piani urbanistici comunali al PPR e al PAI. I tematismi sono stati prodotti in ambiente GIS su basi cartografiche alla scala nominale 1:10.000, ove non diversamente specificato, e rappresentati in formato cartaceo generalmente in scala 1:20.000 per comodità di lettura, fermo restando il valore delle banche dati del Sistema Informativo Geografico da cui sono estratte e che forma parte integrante del PUC. 1. Carta delle unità di paesaggio 2. Carta degli ecotopi 3. Relazione degli studi di compatibilità geologico-geotecnica 4. Carta geologico tecnica 5. Carta Geolitologica 6. Carta delle acclività 7. Carta dell'instabilità potenziale dei versanti 8. Carta geomorfologica 9. Carta idrogeologica (superficiale e sotterranea) e della permeabilità dei suoli 10. Carta della pericolosità per frana situazione vigente P A I 11. Carta della pericolosità per frana proposta 12. Studio di compatibilità idraulica: relazione 13. Studio di compatibilità idraulica: allegati 14. Carta della pericolosità idraulica situazione vigente P A I 15. Carta della pericolosità idraulica situazione vigente PSFF 16. Carta delle pericolosità rilevate 17a. Carta della pericolosità idraulica proposta: territorio comunale 17b. Carta della pericolosità idraulica proposta: centro urbano 17c. Carta della pericolosità idraulica proposta: zona costiera Rio Sa Brecca 17d. Carta della pericolosità idraulica proposta: zone costiere Foxi Lioni e Rio Barisoni 18. Relazione agro-pedologica 19. Carta di Unità delle terre 20. Carta della capacità d’uso dei suoli 21a. Carta della suscettività d'uso agricolo dei suoli 21b. Carta della suscettività d'uso a pascolo dei suoli 22. Carta della copertura vegetale 23. Carta dell'uso e copertura dei suoli 23b. Carta delle aree percorse da incendi 24. Carta della naturalità 25. Carta dei beni paesaggistici e delle componenti con valenza ambientale 26. Carta della zonizzazione agricola 27. Carta dell’assetto insediativo: dal PPR alla scala comunale 28a. Carta dei beni storico culturali su copertura vegetale 28b. Carta dei beni storico culturali su ortofoto 2010 28c. Carta dei beni storico culturali su zonizzazione 28d. Relazione descrittiva sull’intero patrimonio archeologico e architettonico e Catalogo-

Database dei beni storico culturali 28e. Carta dei beni storico culturali: proposta di dichiarazione di non sussistenza del vincolo paesag-

gistico

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29. Carta dello stato di attuazione dello strumento urbanistico vigente 30. Carta della trasposizione dello strumento urbanistico vigente 31. Carta del calcolo della costa ai sensi del DA 2266/U/1983 32. Sintesi descrittiva dei caratteri territoriali

b) Quadro delle Regole Il Quadro delle Regole è costituito da tre blocchi di elaborati prescrittivi.

Il primo blocco riporta le norme in linguaggio alfanumerico: • Valutazione Ambientale Strategica – Rapporto Ambientale (RA) • VAS-Sintesi non Tecnica (SnT) • Studio di Incidenza con relativi allegati cartografici (SI) • Relazione di Piano (RP) • Norme Tecniche di Attuazione (NTA) • Regolamento Edilizio (RE).

Il secondo blocco riporta le norme in linguaggio grafico e comprende le Carte della disciplina ur-banistica riportate in continuità numerica con l’elenco del paragrafo precedente: 33. Carta degli indirizzi pianificatori e linee progettuali per ambiti di paesaggio di rilievo

locale: Masterplan 34a. Carta della disciplina urbanistica 34b. Carta della disciplina urbanistica con sottozone agricole 34b1. Carta della disciplina urbanistica con sottozone agricole - Centro abitato di Tertenia -

dettaglio zona Nord 34b2. Carta della disciplina urbanistica con sottozone agricole - Centro abitato di Tertenia -

dettaglio zona Sud 34b3. Carta della disciplina urbanistica con sottozone agricole - Fascia costiera di Sarrala -

dettaglio zona Nord 34b4. Carta della disciplina urbanistica con sottozone agricole - Fascia costiera di Sarrala -

dettaglio zona Centro 34b5. Carta della disciplina urbanistica con sottozone agricole - Fascia costiera di Sarrala -

dettaglio zona Sud 34c. Carta della disciplina urbanistica: sovrapposizione ai vincoli idrogeologici (PAI) 34d. Carta della disciplina urbanistica: sovrapposizione ai vincoli idrogeologici (Pericolosità propo-

sta) 35. Carta delle aree percorse da incendi su zonizzazione

Il terzo blocco comprende elaborati in linguaggio alfanumerico idoneo a definire norme e proce-dure applicative di dettaglio del PUC, migliorative di qualità e prestazioni che per loro natura sono soggette a continue evoluzioni nel tempo. È composto da due tipi di elaborati: 1. Schede prestazionali e della qualità dell’abitare (Appendici A-B) 2. Schede progetto per l’economia sostenibile (Appendice C)

1. Le schede prestazionali e della qualità dell’abitare normano il sistema di valori e di standard qualitativi che devono essere perseguiti nelle trasformazioni urbanistico - edilizie del territorio co-munale di Tertenia, come definiti nel successivo art. 3 delle presenti NTA.

A. Le schede prestazionali (Appendice A) riguardano le Aree principali del governo sociale ed e-conomico dello sviluppo di seguito elencate:

1. Spazi aperti pubblici e d'uso pubblico (strade, percorsi ciclabili, aree per parcheggio, piazze e aree pedonalizzate, aree verdi urbane attrezzate per il gioco, la ricreazione, il tempo libero e le attività sportive, parchi e giardini di interesse storico e documentale, orti urbani, spazi pubblici fruibili in territorio rurale, ecc.)

2. Area del presidio della salute (l’assistenza e i servizi sociali e igienico-sanitari, ecc.) 3. Area dell'educazione, dell’istruzione e dell'insegnamento (scuola, biblioteca, culto.) 4. Area della sicurezza sociale, individuale e dei beni (polizia, vigili del fuoco, vigili urbani, pro-

tezione civile, ecc.)

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5. Polo culturale (attività culturali, associative e politiche, ecc.) 6. Polo tecnologico (polo di innovazione e incubatori di imprese) 7. La nuova area portuale (dotazioni strutturali e servizi, compresi quelli di produzione, consu-

mo, approvvigionamento energetico).

B. Le schede della qualità architettonica (Appendice B) riguardano edifici pubblici e privati

2. Le schede progetto per l’economia sostenibile (Appendice C), sono le seguenti: 1. Tertenia sviluppo: il polo della cultura e dell’identità per lo sviluppo sostenibile del territo-

rio. 2. Tertenia innovazione - Il polo tecnologico con FabLabTERT - Promozione di Fablab crea-

tive per lo start-up di impresa in settori innovativi. 3. Tertenia smart - Riduzione dei consumi energetici e valorizzazione in rete delle fonti locali

di energia. 4. Tertenia ComPensa – Metodologie e azioni innovative per la compensazione volontaria e

certificata delle emissioni inevitabili di CO2. 5. Tertenia accoglie solidale - Creazione dell'Agenzia per l'Accoglienza "Tertenia solidale"

come centro di gestione e di servizi (informativi, formativi, promozionali e di rete) per il pro-getto e per il distretto comunitario di riferimento.

6. Tertenia Ecoquartieri - Qualità, riqualificazione e riuso come adeguamento dei servizi, mi-glioramento della qualità, sicurezza e decoro del centro urbano, recupero del patrimonio immobiliare inutilizzato.

7. M.I.S.P.O.S.T.O. sostenibile - Mobilità Intercomunale Sostenibile di Pendolari Organizzati e Turisti Orientati.

8. Sentieri di terra e di acqua - Turismo responsabile e gestione sostenibile del territorio di Tertenia.

9. Montagne praterie e spiagge - Riqualificazione sostenibile agro-silvo-pastorale del territo-rio rurale e dunale di Tertenia.

10. Area della vecchia miniera e acqua a Sarrala - Recupero e valorizzazione delle aree di-smesse della miniera, loro riqualificazione e integrazione con l’economia sistemica dell’invaso, del turismo e del museo.

Art. 3 - Trasformazioni ambientali, urbanistiche ed edilizie e definizione degli interventi Il Piano Urbanistico Comunale è stato redatto nel rispetto della legislazione europea, nazionale e regionale vigente, verificando tutte le indicazioni in essa contenute. Il Piano fa continuo riferimento sia al quadro normativo fondamentale dell’urbanistica di cui sopra sia a tutte le altre leggi settoriali attinenti. La redazione del PUC è avvenuta nell’attenzione dell’impalcato della L.R. 22/12/1989, n.45 e in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale della Regione Sardegna adottato con D.G.R. 05/09/2006 n.36/7,e nel rispetto delle leggi urbanistiche generali, come la n.1150 del 17/08/1942, la Legge Ponte n°765 del 6/08/1967 e di tutte le altre con successive modifiche e integrazioni. Inol-tre nell’ambito del Piano sono state considerate le legislazioni speciali in materia di infrastrutture e nuovo codice della strada, di opere pubbliche, di edilizia scolastica, di edilizia ospedaliera, di edili-zia economica e popolare, nonché in materia di risparmio energetico, agricoltura, industria e turi-smo. In relazione a quanto enunciato e in applicazione ai Piani Attuativi, essi potranno prevedere varia-zioni di alcuni parametri edilizi (come una maggiore elevazione degli edifici di quella prescritta fino ad un massimo di m 10,50, sempre dentro la volumetria di massima consentita) per un minore consumo di suolo e quindi una maggiore disponibilità dello stesso per un utilizzo eco-sistemico). Inoltre sono consentite possibile deroghe in funzione del risparmio energetico degli edifici ai sensi del DLgs 30 maggio 2008, n. 115 e di quanto disposto dall’art.5 del D.A. 20 dicembre 1983,n. 2266/U e successive modifiche e integrazioni.

Il P.U.C. suddivide le trasformazioni territoriali in tre macro categorie d’intervento:

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1. ambientale 2. urbanistico 3. edilizio

In tutti i casi i lavori per la realizzazione di opere di trasformazione ambientale, urbanistica e in par-ticolar modo edilizia (intervento a cui questa nota generale si riferisce prioritariamente) non po-tranno iniziare prima della realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria da parte del Comune. Il proprietario del permesso di costruire potrà realizzarle (o adeguarle) secondo le prescrizioni comunali su propria anticipazione e a costi previsti dal preziario regionale e comunque prima di realizzare le trasformazioni o i manufatti oggetto del permesso. In questo secondo caso le opere realizzate verranno detratte dagli oneri concessori riguardanti le opere di urbanizzazione primaria, fermo restando l’onere relativo al costo di costruzione.

3.1. Le Categorie d’intervento ambientale: a. Risanamento ambientale

Comprende l’insieme d’interventi e misure volti ad assicurare la messa in sicurezza e la bonifi-ca di siti, per varia natura, inquinati. I siti interessati, i livelli di contaminazione, le procedure e le modalità di progettazione e intervento sono disciplinate dalla Parte IV, Titolo V, del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e dai relativi regolamenti di attuazione.

b. Ripristino ambientale Comprende l’insieme d’interventi volti alla ricostruzione delle componenti paesaggistiche e na-turalistiche degradate e alterate da interventi trasformativi, al fine di ricreare biotipi preesistenti o comunque tipici. Tali interventi possono prevedere: la demolizione di opere, edifici, impianti e infrastrutture de-gradati o dismessi; la rinaturalizzazione dei suoli, mediante riempimenti, risagomature, consoli-damento di scarpate e terrapieni, ricostruzione della copertura vegetale; la rinaturalizzazione del reticolo idrografico, mediante ripristino di alvei fluviali naturali precedentemente rettificati o resi artificiali, riqualificazione delle sponde, ricreazione ad uso naturalistico di zone umide con-nesse.

c. Restauro ambientale Comprende l’insieme d’interventi volti a garantire processi di resilienza idonei a riqualificare l’equilibrio sistemico dei luoghi preservando e migliorando le aree verdi di particolare pregio storico e/o ambientale e/o recuperando aree verdi e di pregio con processi sia di diradamento urbano sia di recupero di aree agricole convertite in aree di garanzia alla resilienza. Tali interventi pertanto comprenderanno dal recupero dei manufatti preesistenti, al rispetto dei caratteri tipologici, formali e costruttivi originari e all’integrazione con le componenti naturalisti-che dei luoghi, alla rimozione di rifiuti o manufatti alteranti i caratteri tipici dei luoghi al taglio della vegetazione infestante e al riempimento con specie autoctone anche al fine di ricostituire continuità e integrazione nelle fito-associazioni preesistenti.

d. Mitigazione d’impatto ambientale Comprende l’insieme d’interventi e misure volti a ridurre o migliorare l’impatto sulle componenti naturalistiche e paesaggistiche conseguenti alla realizzazione di interventi edilizi e urbani non-ché di impianti e infrastrutture in superficie o nel sottosuolo; rientrano tra questi gli interventi di ambientazione di infrastrutture stradali e ferroviarie.

e. Valorizzazione ambientale Comprende l’insieme d’interventi volti alla valorizzazione paesaggistica e funzionale di aree verdi, sia nel sistema insediativo che seminaturale. In genere è finalizzata alla valorizzazione funzionale di parchi esistenti o alla creazione, nel sistema insediativo, di aree a verde attrezza-to o a parco locale. Tra gli interventi ricadenti in questa categoria si ritrova la creazione di nuo-ve componenti paesaggistico/ambientali, mediante la piantumazione di aree alberate, cespu-glietti e sistemi di siepi, nonché la realizzazione di infrastrutture leggere. Sono infrastrutture leggere quelle che non si pongono in contrasto con l'assetto generale e pa-esaggistico dei luoghi quali: • infrastrutture tese alla valorizzazione del patrimonio naturalistico, forestale, agrario archeolo-

gico e architettonico; • infrastrutture di servizio ad attività didattiche e scientifiche, al turismo ambientale e culturale;

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• infrastrutture volte al miglioramento dell’accessibilità fisica, la fruizione e la sicurezza degli utenti;

• attrezzature sportive all'aperto (con esclusione di quelle invasive che richiedono modifiche dei sistemi idrici o delle coperture vegetali, opere di modellazione del suolo e utilizzo di es-senze vegetali incompatibili con i caratteri naturali propri dei luoghi);

• aree di sosta, sentieri, percorsi attrezzati, piste ciclopedonali. f. Miglioramento bio-energetico

Comprende l’insieme d’interventi volti a migliorare le prestazioni bioclimatiche delle componenti insediative. Gli interventi comprendono: • la regolazione climatica e di protezione o risanamento acustico degli edifici secondo i principi

della bioarchitettura; • il mantenimento della permeabilità profonda dei suoli; l’utilizzo di fonti energetiche naturali e

rinnovabili; • il recupero delle acque reflue e meteoriche per usi irrigui, di fertilizzazione dei suoli o per ser-

vizi igienici; • l’impiego di materiali di costruzione durevoli e mantenibili; • l’uso del verde con finalità di regolazione microclimatica e di protezione dell’inquinamento

acustico e atmosferico e/o di compensazione volontaria della CO2 inevitabile, prodotta nelle attività di prossimità.

3.2. Le Categorie d’intervento urbanistico: In questa categoria vengono individuati gli interventi, le prescrizioni e le previsioni finalizzate: 1. alla salvaguardia degli elementi di forte identità del territorio, quali il paesaggio naturale, a-

grario e marino, 2. alla salvaguardia delle qualità architettoniche di valore storico-ambientale presenti nel tes-

suto edificato; 3. alla tutela e al ripristino ambientale di quelle parti di città o di territorio in cui sono evidenti i

segni di manomissioni e alterazioni apportate da trasformazioni e/o da dissesti naturali; 4. alla ricostruzione e al ripristino di sistemi ambientali e eco-paesaggistici con valore storico

ambientale compromessi; 5. alla salvaguardia idraulica, idraulico-forestale e di tutela della fascia valliva e costiera. Que-

sti interventi dovranno essere realizzati con le tecniche dell’ingegneria naturalistica. a. Restauro e ripristino ambientale

Sono quegli interventi e prescrizioni finalizzati: - a conservare l’integrità materiale e il recupero dei beni; - alla protezione e alla trasmissione dei valori culturali e ambientali rappresentati dall’area og-

getto d’intervento. b. Conservazione

Sono quegli interventi e prescrizioni finalizzati: - al recupero delle tecniche costruttive tradizionali con l’impiego di materiali locali e realizzati in

modo idoneo a perseguire l’obiettivo di coerenza con i caratteri tipologici e costruttivi; - alla promozione delle modalità costruttive finalizzate a conseguire un risparmio energetico e

a migliorare le condizioni di benessere naturale all’interno degli edifici. c. Riqualificazione

Sono quegli interventi e prescrizioni che, finalizzati al conseguimento di elevati livelli di qualità insediativa e paesaggistica, si occupano di: - recupero e rivitalizzazione della residenzialità e delle strutture turistico ricettive; - potenziamento e adeguamento di servizi e infrastrutture agli standard di legge, con la possi-

bilità di creare nuovi spazi pubblici e creazione di nuovi servizi; - recupero dei nuclei urbani che presentano situazioni di criticità urbanistica e ambientale;

d. Completamento Sono quegli interventi e prescrizioni finalizzati a: - potenziamento e miglioramento dei nuclei edilizi esistenti; - riqualificazione e riutilizzazione degli spazi vuoti o non utilizzati, nonché l’introduzione di nuo-

vi spazi per servizi (slarghi, piazze, aree attrezzate per il gioco dei bambini e la socialità di

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giovani e anziani) emersi sul territorio urbano in seguito alle attività di trasferimento della cu-batura con le attività di sostituzione e di demolizione e ricostruzione; - potenziamento e miglioramento delle attività; - promozione e valorizzazione delle fonti energetiche locali;

e. Rigenerazione Sono quegli interventi e prescrizioni finalizzati a: - generare attrattività nei nuclei urbani; - armonizzare le trasformazioni del paesaggio; - localizzare i possibili nuovi interventi residenziali e/o turistici e i servizi generali in connessio-

ne/integrazione strutturale e formale con l’assetto insediativo esistente; - migliorare l’accessibilità - creare nuovi servizi.

3.3. Le Categorie d’intervento edilizio1: a. Manutenzione Ordinaria

Gli interventi di manutenzione ordinaria riguardano: - opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici; - opere necessarie a integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti. In particolare essi si articolano in opere edilizie interne ed esterne. Opere edilizie interne: • pulitura e sostituzione degli intonaci e dei rivestimenti; • tinteggiatura, riparazione e sostituzione degli infissi e dei serramenti; • riparazione e sostituzione dei pavimenti; • riparazione e sostituzione di impianti tecnologici (idraulico, elettrico, fognario, di riscaldamen-

to, di ventilazione), purché ciò non comporti la creazione di nuovi volumi e superfici e non si tratti di opere di rilevanza tale da modificare elementi e parti significative dell'organismo edili-zio.

Opere edilizie esterne: • pulitura degli intonaci e dei rivestimenti, purché eseguiti senza modificare preesistenti aggetti,

ornamenti e partizioni architettoniche, materiali e colori, ossia in generale gli elementi tecno-morfologici caratterizzanti. Le opere devono in ogni caso riguardare gli interi prospetti degli edifici;

• ripristino degli intonaci e dei rivestimenti, purché eseguiti senza modificare preesistenti agget-ti, ornamenti e partizioni architettoniche, materiali e colori, ossia in generale gli elementi tec-no-morfologici caratterizzanti;

• tinteggiatura, riparazione e sostituzione degli infissi e dei serramenti senza modificare mate-riali e partiture;

• riparazione e sostituzione dei manti di copertura dei tetti senza modificare materiali e modali-tà di posa;

• riparazione e sostituzione di grondaie e canne fumarie senza modificare la posizione e le ca-ratteristiche dimensionali esistenti;

• installazione di impianti per il risparmio energetico solari termici o fotovoltaici aderenti o inte-grati nei tetti degli edifici.

b. Manutenzione straordinaria Gli interventi di manutenzione straordinaria riguardano le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire le parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare e integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici senza alterare i volumi e le superfici delle singole unità e senza modificare le destinazioni d'uso. In particolare si articolano in opere edilizie interne ed esterne. Opere edilizie interne: • modifica, apertura e chiusura di porte;

1 In assenza di prescrizioni particolari, si assumono le definizioni della L. 457/78 e dell'art. 3 del D.P.R. 6 giugno 2001

n. 380 di cui ai successivi articoli

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• demolizione con ricostruzione di tramezzi, con o senza modifica di materiali; • adeguamento delle murature perimetrali, delle coperture, dei solai ai fini della coibentazione

termica e acustica; • realizzazione e integrazione di servizi igienico-sanitari e tecnologici purché non comportino

modifiche dell'organismo edilizio; • rinnovamento e adeguamento tecnologico di impianti in edifici produttivi e artigianali senza

aumento della superficie, e senza variazioni della destinazione d'uso e del tipo di produzione; • rifacimento o installazione di impianti di ascensore o montacarichi purché non comportino

modifiche dell'organismo edilizio; • demolizione con ricostruzione di parti ammalorate delle fondazioni o dei muri portanti con o

senza modifiche dei materiali; • consolidamento, demolizione con ricostruzione di parti ammalorate di solai, volte e scale, con

o senza modifiche dei materiali ma senza modifica di quota; • rifacimento dell'armatura minuta del tetto senza modifica di forma o di quota (di imposta e di

colmo) con o senza modifiche dei materiali. Opere esterne: • rifacimento e realizzazione di tinteggiature, intonaci, rivestimenti e pavimenti anche con ca-

ratteristiche diverse da quelle esistenti; • sostituzione di infissi e serramenti con caratteristiche diverse da quelle esistenti e messa in

opera di infissi con doppio vetro a camera, di doppi infissi e inferriate; • rifacimento e sostituzione dei manti di copertura dei tetti con materiali diversi da quelli esi-

stenti; • modifica e realizzazione delle recinzioni e altre sistemazioni di parti esterne; • inserimento di vespai, isolamenti termoacustici e altre impermeabilizzazioni.

c. Restauro e risanamento conservativo Gli interventi di restauro e risanamento conservativo sono quelli rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel ri-spetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentono desti-nazioni d'uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso e dalle leggi sull’igiene e sulla sanità, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio. Rientrano nella categoria di cui sopra gli interventi diretti a: c.1. Restauro Sono quegli interventi effettuati sulle strutture non resistenti interne, sulle aperture e su altre parti esterne, purché nel rispetto degli elementi tecno-morfologici caratterizzanti; modificazione degli elementi della struttura resistente nel rispetto del comportamento statico globale dell'or-ganismo edilizio; eliminazione di elementi e parti che alterino l'organismo edilizio compromet-tendone stabilità e fruibilità; ricostruzione di parti dell'edificio crollato o demolito, comunque in presenza di adeguata documentazione; conservazione e ripristino di spazi liberi (corti, slarghi, chiostri, orti, ecc.). c.2. Risanamento conservativo Sono quegli interventi che consistono nell’inserimento di elementi accessori e impianti richiesti dall'uso previsto, ma comunque rispettando la struttura esistente e gli elementi tecno-morfologici caratterizzanti. Il risanamento conservativo può comportare: modifiche distributive interne senza alterazione del numero delle unità abitative; installazione di impianti tecnici riguardanti l'intero organismo edilizio (ascensori, montacarichi e simili) senza volume aggiuntivo; inserimento di volumi ac-cessori (doppi pavimenti, controsoffittature strutturali, scale interne, soppalchi ovvero elementi accessori) senza alterazioni delle strutture esistenti; inserimento di impianti idro-sanitari, elettri-ci e termici centralizzati anche con alterazioni della consistenza fisica dell'edificio e modifiche delle superfici e volumi esistenti. Conservazione e ripristino degli spazi liberi (corti, larghi, chio-stri, ecc.). c.3. Riqualificazione

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Sono quegli interventi che nel rispetto delle tipologie, del valore storico o testimoniale del ma-nufatto, ma nella consapevolezza dell’evoluzione storica, della domanda sociale e dei cam-biamenti strutturali dello spazio urbanistico e della società, realizzano: • cambiamenti di destinazione d’uso con le relative correzioni e completamenti architettonici

che rendano funzionali l’opera alla domanda sociale di residenze e servizi, dell’uso di energia da fonti rinnovabili, della diminuzione del peso urbanistico proporzionale al nuovo uso;

• adeguamento igienico-sanitario e superamento delle barriere architettoniche • adeguamento ai dettati previsti per il risparmio energetico. A questo proposito saranno favori-

te tutte le forme di ripristino delle maniche a vento, dei camini e di quelle forme di conteni-mento dell’uso delle pompe di calore e dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento forzati. Nelle schede progettuali d’area saranno proposti dei casi campione

• completamento di eventuali parti mancanti attraverso opere di architettura studiate nella fun-zionalità e nell’estetica più confacente con le nuove destinazioni d’uso. L’uso di linguaggi ar-chitettonici plurimi è favorito se suggerito dall’uso più appropriato di soluzioni tecnologiche volte al risparmio energetico e all’uso di fonti rinnovabili, alla diminuzione dei carichi urbani-stici, all’occupazione di suolo.

d. Interventi di ristrutturazione edilizia Gli interventi di ristrutturazione edilizia sono quelli rivolti a trasformare gli organismi edilizi me-diante un insieme sistematico di opere che possono portare a un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente anche per quanto riguarda l'articolazione distributiva, ferma re-stando la sua riconoscibilità tipologica-morfologica. Sono interventi di ristrutturazione edilizia tutti quelli che modificano il reticolo strutturale degli edifici, la modifica e/o l'inserimento di elementi tecno-morfologici. Essi si articolano in: - riorganizzazione funzionale interna delle singole unità immobiliari, senza che ne siano alterati

i volumi e le superfici, con modifiche agli elementi strutturali non portanti, e fermi restando i caratteri architettonici e decorativi dell'edificio; - realizzazione di servizi igienici con aumento del volume esistente; - rialzamento dell'ultimo piano per l’adeguamento igienico sanitario delle altezze, nel caso che

detto piano risulti abitato, e senza creazione di nuove unità immobiliari; - ristrutturazione e destinazione residenziale di volumi destinati ad altri usi; - parziale riorganizzazione distributiva dell'edificio, anche con frazionamento dell'immobile in

più unità; - modifica degli elementi strutturali orizzontali portanti fino allo svuotamento dell'edificio; - -modifica o inserimento di nuovi elementi e di impianti.

e. Interventi di demolizione e ricostruzione Gli interventi di demolizione e ricostruzione di singoli edifici vengono articolati - ai fini della normativa di questo P.U.C. - nelle seguenti categorie che comunque devono rispettare, per ac-cedere all’esercizio della demolizione e ricostruzione, quelle caratteristiche tecnologiche e tipo-logiche legate al risparmio energetico, all’utilizzazione dell’energia da fonti rinnovabili, al riciclo delle acque e dei rifiuti e a tutte le caratteristiche di qualità ampiamente descritte nelle relazioni generali e specifiche del presente P.U.C.: • demolizione di parte di edificio e sua ricostruzione con caratteristiche tipologiche, volumetri-

che, funzionali analoghe (sostituzione parziale) a condizione che le caratteristiche preceden-ti dell’edificio fossero rispettose delle condizioni generali di qualità poste in premessa di questo articolo “3 e” e delle relazioni generali e specifiche;

• demolizione di parte di edificio e sua ricostruzione con modifica delle caratteristiche a condi-zione che le nuove caratteristiche siano rispettose delle condizioni generali di qualità poste in premessa di questo articolo e delle relazioni generali e specifiche;

• demolizione totale e costruzione di un nuovo edificio con caratteristiche tipologiche, volume-triche e funzionali analoghe a quello preesistente (sostituzione) a condizione che le caratte-ristiche precedenti dell’edificio fossero rispettose delle condizioni generali di qualità po-ste in premessa di questo articolo e delle relazioni generali e specifiche;

• demolizione totale e costruzione di un nuovo edificio con caratteristiche tipologiche, volume-triche e funzionali totalmente o in parte diverse da quello preesistente a condizione che le

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nuove caratteristiche siano rispettose delle condizioni generali di qualità poste in pre-messa di questo articolo e delle relazioni generali e specifiche.

f. Interventi diretti di demolizione Sono gli interventi diretti alla demolizione d’immobili o infrastrutture illegittimamente realizzate e/o quelle ritenute incongrue con gli obiettivi perseguiti dal PUC all’interno delle singole aree normative. Questi sono interventi a cui devono seguire opere di riqualificazione ambientale o di riorganiz-zazione funzionale per uso urbano e collettivo (dai parcheggi, alla riserve d’acqua, agli spazi pubblici e di verde urbano, ecc.)

g. Interventi di nuova costruzione Sono gli interventi che si rendono necessari per completare gli standard urbanistici e la do-manda di nuove costruzioni dovuta al nuovo impulso economico legato all’attuazione del PUC e del piano di sviluppo locale, allorquando non è possibile riusare volumetrie esistenti. Lo spirito che prevale su qualsiasi intervento edilizio e nello specifico sugli interventi di nuova costruzione è la perequazione, per una corretta redistribuzione dei diritti edificatori e l'afferma-zione del valore sociale e collettivo dei servizi che rappresenta la prima scala di attenzione per le richieste del permesso di costruire. Ne consegue che le nuove edificazioni (escluse quelle ricadenti nella“Città consolidata di an-tica formazione" e nella “Città consolidata di recente formazione ad alta densità edilizia”, si po-tranno realizzare attraverso la predisposizione di piani attuativi che garantiranno alla comunità l’acquisizione di aree edificabili da utilizzare come risorsa per le operazioni perequative, oltre alla riqualificazione paesaggistico-ambientale-architettonica e alla dotazione di nuovi servizi. Il Piano quindi si basa sulle convenienze reciproche tra gli interessi pubblici e gli interessi pri-vati, sotto la regia Comunale. L’innesco dei meccanismi perequativi necessita di due fattori principali: la volontà del privato a cedere alla Comunità aree ritenute strategiche dal PUC (fa-scia costiera di tutela, aree a parco, siti archeologici, aree per servizi collettivi di varia natura) e la volontà dell'imprenditore a realizzare i piani attuativi. È solo nel rispetto dell’uso del suolo che vanno trovati i valori sociali e architettonici-tecnologici per non ritornare nelle pratiche di consumo e abuso. La scala che segna la possibilità di inter-vento per le nuove costruzioni che non appartengono alla generale categoria della sostituzio-ne e quindi rientrano nell’uso di nuovo suolo sono: • per le lottizzazioni (attuabili per stralci funzionali):

1. prima le opere di urbanizzazione primaria, attuabili anche per stralci funzionali, a carico del privato;

2. successivamente i servizi di interesse pubblico previsti dai piani attuativi per adeguamento agli standard, a carico del privato;

3. infine le residenze, esclusivamente nelle parti degli eventuali stralci funzionali dove sono state realizzate le opere di urbanizzazione primaria;

• per le nuove residenze: 1. qualora i nuovi permessi di costruzione dovessero ricadere in aree preposte al turismo

(marino e/o agricolo) i servizi da realizzare devono comprendere, oltre quelli previsti dagli standard di legge, anche quelli che il piano d’area designerà come necessari per il piano di sviluppo economico e nel rispetto delle presenti norme;

2. in tutti i casi le nuove costruzioni devono essere vincolate ai principi di qualità architettoni-ca, di risparmio energetico e di riciclo ampiamente descritti nella relazione di piano.

Gli interventi di nuova costruzione sono quindi quelli che realizzano le trasformazioni edilizie e urbanistiche del territorio, sia compensando le demolizioni precedentemente concesse, sia realizzando i servizi necessari per il completamento degli standard e il soddisfacimento del pi-ano di sviluppo, sia realizzando le nuove residenze ma solo successivamente alla realizza-zione dei servizi così come precedentemente descritte. Per nuove si intendono quelle costruzioni che non rientrano nelle altre categorie definite alle lettere precedenti, quali: • costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l'ampliamento di quelli esistenti

all'esterno della sagoma esistente; • interventi di urbanizzazione primaria e secondaria realizzati da soggetti diversi dal comune;

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PUC Tertenia 2015 Norme Tecniche di Attuazione Pagina 15 di 120

• realizzazione di infrastrutture e di impianti, anche per pubblici servizi, che comportino la tra-sformazione in via permanente di suolo inedificato;

• installazione di torri e tralicci per impianti radio-ricetrasmittenti e di ripetitori per i servizi di te-lecomunicazione;

• installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere, quali roulotte, camper, case mobili, imbarcazioni, che siano utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi, magazzini e simili, e che non siano diretti a soddisfare esigen-ze meramente temporanee. Per le boat-house è prevista la disponibilità a legare il loro sta-zionamento stabile solo alla presenza soddisfacente (standard minimi) per attività residen-ziali stabili dei servizi presenti nel nuovo porto. Sarà comunque il piano particolareggiato a definire le norme particolari nel rispetto dei principi e delle norme generali qui esposte;

• realizzazione di interventi pertinenziali, interventi cioè che comportino la realizzazione di un volume superiore al 20% del volume dell'edificio principale;

• realizzazione di depositi di merci o di materiali, nonché di impianti per attività produttive all'a-perto che comportino trasformazioni e impermeabilizzazioni permanenti del suolo inedificato.

Art. 4 - Requisiti Prestazionali Con i Requisiti Prestazionali si introducono e si normano i sistemi di valori e di standard qualitativi che dovranno essere perseguiti nelle trasformazioni urbanistico-edilizie del territorio comunale di Tertenia e da condividere nelle pratiche di partecipazione sociale alle decisioni. Il valore aggiunto che i requisiti prestazionali introducono nelle norme e quindi sul sistema di regole che garantiscono la comunità sociale sulle trasformazioni territoriali, è quello di non lasciare ai soli indirizzi generali il raggiungimento degli obiettivi di qualità nelle tra-sformazioni territoriali, ma di subordinarlo a regole certe su valori predefiniti. Questa subordinazione e questo raggiungimento viene affidato al progetto attuativo (piani partico-lareggiati e progetti esecutivi). Con i requisiti prestazionali sono assegnati i caratteri di originalità e innovazione ai requisiti, che per loro natura sono in continua evoluzione (innovazioni e innovazioni tecnologiche) divenendo, in questo modo, strumento di valutazione e dimostrazione dell’effettiva pertinenza, efficacia, efficien-za, impatto e sostenibilità delle soluzioni progettuali proposte per raggiungere gli obiettivi prefissati. Per questi aspetti il piano si definisce come strumento di pianificazione in progress che trova forza e riscontro nel principio generale che connota il P.U.C. di Tertenia: la partecipazione, la condivi-sione sociale degli obiettivi di riqualificazione dei territori e delle attività. È proprio nell’attuazione di questo principio che Enti, Associazioni, Soggetti Privati, ecc. possono proporre piani particolareggiati e progetti esecutivi sulle aree di proprietà privata o degli Enti Locali o demaniali, in stretta osservanza con i principi del piano, le disposizioni U.E. al momento vigenti, nel rispetto dei vincoli generali che lo connotano:

- elevato risparmio di risorse naturali e di energia; - uso diffuso ed efficiente di fonti rinnovabili di energia; - controllo del consumo di suolo, parametrato sulla compensazione tra superfici impermeabili

realizzate e permeabili da asservire. Di conseguenza, attraverso il presente articolo, spetta all’Amministrazione Comunale il compito di effettuare la valutazione di merito del progetto esecutivo o del piano particolareggiato proposto che, qualora fosse inoltrato da terzi o dagli enti direttamente interessati, può adottarlo o respinger-lo esprimendo un giudizio valutativo argomentato sulla base dei principi e delle condizioni presta-zionali direttamente riferite ai principi generali espressi nella relazione generale e nell’articolo 1 delle presenti norme di attuazione. Con questa accezione del concetto di ottica incrementale, si specifica che i Requisiti Prestazionali si orientano verso gli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica su cui è stata co-struita la proposta di piano (obiettivi largamente descritti nella relazione di corredo al piano) e, in ciascun ambito e tema, sono riferiti e strettamente interconnessi alle cosiddette condizionalità ex ante. Le condizionalità ex ante sono le condizioni che rendono attuali principi, paradigmi e valori condi-visi a livello europeo, spesso giuridicamente vincolanti, che possono essere determinanti per l’attivazione di risorse finanziarie comunitarie, nazionali e regionali finalizzate alla realizzazione

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delle progettualità individuate e, più in generale, all’attuazione delle Azioni del Piano dell’Economia Sostenibile del Comune. Proprio per queste caratteristiche i Requisiti Prestazionali sono da considerarsi Complemento Regolamentare rispetto a quanto previsto nelle stesse norme tecniche di attuazione e nel regola-mento edilizio e vengono elaborate per Aree Principali (del governo sociale ed economico dello sviluppo), intese come luoghi fisici e funzionali. In particolare, il contenuto essenziale dei Requisiti Prestazionali è introdotto nelle Schede presta-zionali di dettaglio. In appendice A sono riportati i Requisiti Prestazionali che riguardano gli spazi aperti pubblici e d'u-so pubblico, destinati a servizi di interesse collettivo necessari per favorire lo sviluppo sostenibile della comunità e a elevare la qualità della vita individuale e collettiva; quindi nella stessa appendi-ce viene proposta la struttura della scheda prestazionale di dettaglio con l'esempio dell'elemento "strade" Tutto ciò che non è previsto nei Requisiti Prestazionali riportati nell’Appendice A di queste NTA, essendo il piano proposto uno strumento pianificatorio e progettuale in progress, sarà proponibile nei vincoli delle leggi e disposizioni presenti e nella valutazione consultiva dell’ufficio di piano e va-lutativa del consiglio comunale che approverà in via definitiva. Aree principali del governo sociale ed economico dello sviluppo: 1. Spazi aperti pubblici e d'uso pubblico (strade, percorsi ciclabili, aree per parcheggio, piazze e

aree pedonalizzate, aree verdi urbane attrezzate per il gioco, la ricreazione, il tempo libero e le attività sportive, parchi e giardini di interesse storico e documentale, orti urbani, spazi pubblici fruibili in territorio rurale, ecc.)

, , , , 2. Area del presidio della salute (l’assistenza e i servizi sociali e igienico-sanitari, ecc.) 3. Area dell'educazione, dell’istruzione e dell'insegnamento (scuola, biblioteca, culto.) 4. Area della sicurezza sociale, individuale e dei beni (polizia, vigili del fuoco, vigili urbani, prote-

zione civile, ecc.) 5. Polo culturale (attività culturali, associative e politiche, ecc.) 6. Polo tecnologico (polo di innovazione e incubatori di imprese) 7. La nuova area portuale (dotazioni strutturali e servizi, compresi quelli di produzione, consumo,

approvvigionamento energetico). Le prestazioni formulate in ciascun ambito trovano esplicita precisazione attraverso:

• gli indicatori per la misurazione delle prestazioni in linea con i principi qualitativi generali del piano: sviluppo, partecipazione, riduzione del consumo di suolo (con tendenza allo zero), risparmio energetico e uso di energia da fonti rinnovabili;

• gli standard quantitativi e qualitativi che bisogna garantire affinché i requisiti prestazionali si possano dire effettivamente assolti;

• i livelli di prestazione e la conseguenza temporale sulla quale sono costruite le regole da ri-spettare come condizione essenziale per il conseguimento degli obiettivi prestazionali per-seguiti.

Le norme di questo articolo sono organizzate secondo le Schede prestazionali e le Schede tec-niche di dettaglio, con riferimento a specifici requisiti, secondo lo schema di cui alla tabella 1 ri-portata in appendice. In ogni Scheda Prestazionale l'enunciazione sintetica dell'esigenza fissata dal requisito è seguita dalle prestazioni specifiche richieste per rispondervi efficacemente. Le Schede Prestazionali chiariscono inoltre il campo di applicazione delle prestazioni richieste e le modalità di verifica. Le Schede prestazionali relative ai singoli requisiti possono inoltre, ove necessario, rinviare a nor-me complementari espresse in Schede tecniche di dettaglio, che in queste norme tecniche vengo-no presentate solo in alcune esemplificazioni (APPENDICE A – Schede prestazionali e schede tecniche di dettaglio). Le ulteriori schede tecniche di dettaglio saranno approvate dal consiglio comunale su proposta dell’Ufficio di Piano e da quel momento i relativi progetti dovranno rispondere ai requisiti prestazio-nali introdotti, fornendo una relazione tecnica dettagliata sulla loro osservanza.

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Art. 5 – I requisiti qualitativi dell’abitare: la qualità architettonica Per qualità architettonica s’intende l’esito di un coerente sviluppo progettuale che recepisca le esi-genze di carattere funzionale ed estetico poste a base della realizzazione dell’opera e che garanti-sca il suo armonico inserimento nel paesaggio e nell’ambiente circostante. La qualità architettonica deve essere perseguita oltre che nella pianificazione attuativa (piani parti-colareggiati e/o piani attuativi) anche nei singoli interventi edilizi quali: interventi di nuova costru-zione, demolizione e ricostruzione, ampliamenti, ristrutturazione, risanamento conservativo, manu-tenzione straordinaria. È proprio nell’attuazione di questo principio e nell’obiettivo di allineare il territorio terteniese ad ele-vati standard qualitativi, che possono essere proposti interventi che attivino processi di migliora-mento della qualità urbana e in generale del costruito. Questi interventi, in conformità anche con quanto previsto dal precedente articolo, possono essere proposti sia dai privati (imprese o singoli cittadini) con progetti specifici di intervento, sia dal pubbli-co (Amministrazione, Enti o Associazioni) preferibilmente attraverso l’uso dei concorsi di progetta-zione e/o procedure aperte, il tutto in stretta conformità con i princìpi e gli obiettivi del piano. Al fine di operare, in funzione della Qualità architettonica, le proposte progettuali dovranno ispirarsi ai criteri espressi dalle “Schede di Dettaglio sulla Qualità Architettonica” utilizzate per discipli-nare sia le nuove azioni progettuali e costruttive sia i criteri di lettura del già costruito. Le nuove a-zioni si dimostreranno necessarie per favorire l’utilizzo di princìpi costruttivi, morfologici, tipologici, e le buone pratiche; per le letture del costruito consentiranno una migliore e più rapida individua-zione delle azioni progettuali necessarie per i completamenti e la riqualificazione generale e speci-fica. Attraverso le schede vengono introdotti i criteri necessari per favorire la qualità dell’involucro della singola unità fondiaria, il suo inserimento paesaggistico, il risparmio energetico degli interven-ti edilizi, contribuendo così alla qualità dei singoli nuclei agricoli, agricolo-residenziali, nuclei resi-denziali e/o turistico- residenziali.

La scheda di dettaglio sulla Qualità architettonica riguardante i requisiti qualitativi del singolo ma-nufatto edilizio (APPENDICE B) è articolata su tre classi di esigenze: la Qualità compositiva, la Sostenibilità energetica e ambientale, la Fruibilità.

Questa scheda viene utilizzata per la determinazione di alcuni bonus volumetrici, come descritto nei paragrafi seguenti. La procedura operativa per l'uso delle schede è specificata nelle appendici. Il progettista dovrà al-legare alla documentazione di progetto la Scheda di dettaglio sulla qualità architettonica, fornendo adeguata dimostrazione grafica o per immagini e alfanumerica per ogni parametro descritto, anche attraverso tecniche di render foto-realistico. La valutazione della qualità architettonica viene determinata e descritta sinteticamente in tre valori "Alto, Medio, Basso" ai fini dell'applicazione dei bonus volumetrici elencati nei paragrafi seguenti.

5.1 Bonus volumetrico Agli interventi che, fatte salve le condizioni richieste per legge, raggiungano ulteriori o più elevati livelli qualitativi rispetto allo standard minimo di legge e/o richiesto dal PUC, viene riconosciuto un “bonus volumetrico”, come dettagliato nei punti seguenti. L'incentivo è costituito dalla possibilità di un aumento della volumetria in deroga a quanto prescritto dal PUC per le aree di intervento, ma sempre nel rispetto degli indici massimi previsti dalla norma-tiva regionale per le singole zone urbanistiche previste dal D.A. 20 Dicembre 1983, n. 2266/U a cui sono riconducibili le zone individuate dal PUC. L'intero bonus volumetrico, o la volumetria ecce-dente tale soglia, può essere utilizzato in proprio o rivenduto ad altra proprietà come "credito volu-metrico" per l'atterramento in altri lotti edificatori e/o ambiti urbanistici compatibili. Al fine di monitorare bonus e crediti volumetrici, è istituito il Registro Comunale dei Diritti dei Vo-lumi Edilizi e degli incentivi in cui sono annotati, sia per sommatoria individuale sia complessiva per il totale comunale, tutte le premialità concesse a qualsiasi titolo a seguito dell'applicazione del-le presenti Norme Tecniche di Attuazione. Il registro deve essere gestito all’interno del sistema in-formativo territoriale comunale per aumentarne la legittimità, la trasparenza e la partecipazione.

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Il bonus volumetrico si ottiene quando gli interventi edilizi e/o i piani attuativi si basano su criteri di qualità sia architettonica sia sistemica, rispondono ai requisiti ecosostenibili e propongono livelli prestazionali elevati. Qualora venissero accertate irregolarità durante la realizzazione dell’opera (anche per mezzo di ispezioni o controlli in corso d’opera) rispetto a quanto progettualmente previsto, l’incentivo volu-metrico non sarà riconosciuto; inoltre se tale volume fosse eccedente rispetto al volume urbanisti-co ammesso, questo sarà considerato in contrasto con la normativa urbanistica vigente. Le verifi-che riguardano sia il progetto sia l'opera ultimata, nei modi definiti nel Regolamento Edilizio. Per la valutazione dei parametri di qualità si fa riferimento alle schede di dettaglio sulla Qualità ar-chitettonica (appendice B) oltre ad eventuali ulteriori specificazioni riportate nei paragrafi seguen-ti. Il raggiungimento delle prestazioni energetiche e/o di qualità architettoniche necessarie per ac-cedere all’incentivo volumetrico dovrà essere dichiarato e supportato in giusta documentazione tecnica esecutiva da allegare al progetto; pertanto dovrà essere stilata una relazione tecnica prima in sede di progetto e poi in fase di collaudo, firmata dal direttore dei lavori, composta da: • relazione tecnica, anche cofirmata da un tecnico abilitato, dove sia attestata la compatibilità

paesaggistica, analisi del sito, scheda di dettaglio con allegati come descritto al paragrafo pre-cedente

• dichiarazione di conformità dell’installazione degli impianti come previsto dalle norme vigenti; • certificazione di prestazione energetica, stilata e firmata da un tecnico abilitato. I bonus volumetrici di cui al presente articolo possono cumularsi tra di loro, ma il totale non può essere superiore al 45% del volume demolito e/o della volumetria assentita dal PUC, ad eccezio-ne dei casi di cui ai seguenti articoli 12.b e 12.d – 13.b e 13.d –14.c – 15.b.

5.1.1 Nuovi edifici residenziali - Bonus volumetrico per la qualità totale (+ 20%) La rispondenza del progetto per nuovi edifici o derivanti da demolizioni e ricostruzioni, secondo quanto previsto nelle presenti norme, al requisito di qualità totale viene premiata con l’incentivo dell’aumento della volumetria del 20% rispetto ai limiti imposti dal presente PUC e dagli eventuali Piani Attuativi. Le modalità di realizzazione dell’edificio devono essere scelti tra i molti requisiti e-cosostenibili ipotizzabili, purché: - rispondano ad esigenze, fortemente condivise, di risparmio di risorse energetiche ed idriche; - propongano livelli di prestazione sicuramente raggiungibili, tenuto conto dell'attuale stato di a-

vanzamento in campo scientifico e nel settore edilizio e delle indicazioni del Protocollo ITACA Nazionale 2011 (versione dicembre 2012, strumento di valutazione della sostenibilità energetica e ambientale degli edifici approvato il 15 gennaio 2004 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome);

- siano dimostrabili in modo oggettivo in sede progettuale ed a lavori ultimati dal professionista abilitato, senza aggravamento del controllo pubblico.

Condizione necessaria per poter accedere al Bonus volumetrico è il raggiungimento di un indice di qualità architettonica "ALTA" secondo la procedura stabilita all'articolo 5.

5.1.2 Nuovi edifici residenziali - Bonus volumetrico per classe energetica A o Domotica (+20%) Possono godere di un bonus volumetrico del 20% rispetto ai limiti imposti dal presente PUC e dagli eventuali Piani Attuativi, gli edifici che hanno come obiettivo almeno uno tra i seguenti due criteri: • il raggiungimento della classe energetica A; • l'integrazione di domotica spinta a coordinare riscaldamento, illuminazione, elettrodomestici e

impianto fotovoltaico con storage, L’Amministrazione comunale, dopo l’opportuna istruttoria dell’ufficio tecnico e con la validazione e la certificazione da parte dei professionisti abilitati della progettazione tecnologica ai sensi del D.Lgs. n.192/2005 ed in conformità alla direttiva 2002/91/CE al D.Lgs. 211/2006 ed al DPR 59/2009 concede la premialità volumetrica pari al 20% del valore massimo assentito.

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5.1.3 Nuovi edifici non residenziali - Bonus volumetrico per energia rinnovabile (+ 20%) Gli edifici per attività non residenziali, ovvero produttive e a servizi, che hanno come obiettivo di raggiungere il 50% del loro fabbisogno energetico da produzione con fonti rinnovabili, possono go-dere di un aumento volumetrico incentivante del 20% rispetto ai limiti imposti dal presente PUC e dagli eventuali Piani Attuativi. L’amministrazione comunale può, dopo l’iter istruttorio e la verifica della capacità autonoma per la fornitura dell’energia alternativa, concedere una premialità volumetrica di progetto pari al 20% dell’assentito.

5.1.4 Nuovi edifici - Bonus bioarchitettura protocollo ITACA (+ 20%) Gli edifici che hanno come obiettivo di applicare i dettami della bioedilizia per la qualità energetica ed ambientale di un edificio, di cui al “Protocollo sintetico ITACA dell’Istituto per la trasparenza l’aggiornamento e la certificazione degli appalti, possono godere di un aumento volumetrico con-sentito del 20% rispetto ai limiti imposti dal presente PUC e dagli eventuali Piani Attuativi, se uti-lizzano materiali o prodotti ecologici per la bioedilizia, oggetto di certificazione da parte di istituti accreditati, per almeno il 50 % del computo metrico.

5.1.5 Edifici esistenti - Qualità tipologica, estetica e rifiniture Il presente articolo promuove il recupero e la definitiva rifinitura degli edifici esistenti al fine di ade-guare i singoli alloggi ad esigenze familiari; gli aumenti volumetrici sono da utilizzarsi una sola vol-ta per singolo alloggio e si intendono equiparati alle premialità permesse da leggi statali e/o regio-nali, con specifico riferimento all'art. 30 della L.R. 23/04/2015 n.8. La rispondenza del progetto ai parametri tipologici indicati di seguito nel presente articolo viene premiata con una diminuzione del 25% degli oneri concessori riguardanti il Costo di Costruzione; condizione necessaria per potervi accedere è l’applicazione in sede di progettazione e realizzazio-ne dell’intervento dei seguenti punti: – completamento dell’edificio con il tetto a falde inclinate di un angolo pari alla latitudine di Terte-

nia (39° con possibilità di riduzione fino a 24° pari, quest'ultimo valore, a una pendenza del 45%) se finalizzato alla presenza di impianto fotovoltaico (pannelli o tegole fotovoltaiche), incli-nazione ideale a garanzia della maggior resa dell’impianto stesso, senza che l'inclinazione del-le falde superiore al 35% venga considerata cubatura;

– indice di permeabilità minimo dell'eventuale terreno di pertinenza: 30%; – presenza di un punto sosta auto individuale per singolo alloggio; – rifiniture esterne in materiali non cementizi, ovvero con pietre, mattoni, elementi naturali com-

positi; – rifiniture esterne infissi in legno o simillegno (ferro solo per grate di protezione); – tutti gli elementi di rifinitura tipici della zona e storicamente consolidati. Le presenti norme sono applicabili in tutte le zone urbanistiche del presente PUC ad esclusione della zona ex A e D. L’applicazione delle presenti norme alle zone A viene demandata al piano di recupero del centro storico. Gli interventi di cui al primo comma sono soggetti a permesso di costruire e comportano la corre-sponsione del contributo commisurato agli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria ed al co-sto di costruzione. In luogo della cessione delle aree per opere di urbanizzazione è ammessa la monetizzazione delle stesse. Gli interventi di cui al primo comma sono subordinati al reperimento degli spazi per parcheggi per-tinenziali, di cui all’art. 41-sexies della legge 17 agosto 1942, n. 1150, e successive modificazioni ed integrazioni, salvo quanto disposto successivamente. Solo nel caso in cui l’intervento porti alla sola formazione di un solo parcheggio e in assenza del reperimento degli spazi per parcheggi pertinenziali, l’intervento è consentito previo pagamento di una somma equivalente alla monetizzazione delle aree per parcheggi.

5.1.6 Nuovi edifici - Bonus volumetrico qualità in ambiti agricoli (+ 30%) Al fine di ricondurre l’attività edilizia, in ambito agricolo, a una qualità estetica di valore si stabili-scono i seguenti incentivi:

• 30% rispetto all’indice per edifici residenziali;

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• 30% rispetto all’indice per annessi agricoli; Condizione necessaria per poter accedere al bonus volumetrico ” è il raggiungimento di un indice di qualità architettonica "MEDIA" secondo la procedura stabilita all'articolo 5.

5.1.7 -Edilizia Sociale - Bonus volumetrico per esecuzione diretta (+ 5%, + 10%) Al fine di incentivare l’esecuzione diretta da parte dei privati della realizzazione di edilizia residen-ziale per coloro che non possono sostenere il costo degli immobili nel libero mercato (Social Hou-sing), si dispongono i seguenti incentivi rispetto alla capacità insediativa prevista per i singoli ambi-ti. I diritti edificatori previsti per le singole aree saranno aumentati di una quota premiale così com-posta: a. fino a 5% per realizzazione di edilizia residenziale sociale direttamente dal proponente, previa

stipula di una convenzione con l’Amministrazione comunale nella quale venga stabilito il tipo di intervento, la durata delle locazioni e le modalità di determinazione del canone;

b. fino a 10% per cessione di aree già urbanizzate per la realizzazione di edilizia residenziale pubblica;

c. fino a 10% realizzazione di opere pubbliche oltre a quelle necessarie per l’attuazione del Com-parto.

5.1.8-Recupero edifici nel Centro Storico (30%) Al fine di incentivare l’esecuzione dei recuperi edilizi e funzionali degli edifici siti negli ambiti di conservazione si può assegnare a tutti i proprietari che concludono il recupero e la rifunzionalizza-zione di un edificio con obbligo a recupero e conservazione, un credito volumetrico pari al 30% dell’edificio recuperato. Tale volumetria deve essere iscritta nell’apposito registro di cui agli articoli precedenti, e può essere utilizzata per atterramento negli altri ambiti urbanistici in proprio o riven-duta ad altra proprietà.

5.1.10 - Riepilogo dei bonus conseguibili Si riporta di seguito un riepilogo dei bonus ottenibili per le diverse categorie di intervento:

� Edifici esistenti: - bonus volumetrico equiparato alla Legge vigente (art. 5.1.5)

� Edifici esistenti centro storico: - credito volumetrico pari al 30% dell'edificio recuperato (art. 5.1.8)

� Nuovi edifici residenziali, anche derivanti da demolizioni/ricostruzioni, credito volumetrico pari a un massimo del 45% ottenuto per: - 20% per la qualità totale (art. 5.1.1) - 20% per classe A o domotica (art. 5.1.2) - 20% per bioarchitettura (art. 5.1.4)

� Nuovi edifici non residenziali: - credito volumetrico pari al 20% per uso di energie da fonti rinnovabili (art. 5.1.3)

� Nuovi edifici in ambiti agricoli: - credito volumetrico pari al 30% per uso (art. 5.1.6)

� Edilizia sociale (art. 5.1.7): - 5% per realizzazione diretta e cessione in affitto a canone concordato - 10% per cessione aree edificabili già urbanizzate o per realizzazione di opere pubbliche

� Piani attuativi: - non sono previsti bonus speciali per i piani attuativi che devono rispettare obbligatoriamente i

requisiti di qualità generale stabiliti nelle presenti NTA. Ove ricorra il caso, le costruzioni in-cluse dal piano attuativo possono beneficiare delle premialità generali previste per tutte le costruzioni.

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Art. 6 - Uso delle risorse naturali Gli interventi di uso delle risorse naturali comprendono: • il prelievo di acqua da fiumi e torrenti o dalle falde • le escavazioni di ogni tipo di materiali sabbiosi, ghiaiosi e argillosi • la perforazione di pozzi per la ricerca e l’utilizzazione di risorse del sottosuolo • tutte le opere tese alla difesa e salvaguardia del suolo e delle risorse idriche, arboree e fauni-

stiche, realizzate dagli Enti Pubblici istituzionalmente competenti o dai privati nel rispetto delle norme vigenti.

Ferme restando le leggi e le norme vigenti in materia, ogni intervento compreso in questa catego-ria deve essere compatibile con le norme che si riferiscono alla specifica area in cui ricade ed è soggetto ad autorizzazione del dirigente responsabile, ove prescritta, contenente le disposizioni e prescrizioni atte a garantire la tutela idrogeologica e ambientale del territorio comunale. Gli interventi d’iniziativa pubblica o privata che propongono l’uso delle risorse naturali devono con-servare gli equilibri degli ecosistemi cui appartengono. A tal fine i progetti riguardanti: • trasformazioni morfologiche del territorio, • prelievi di acque dai corsi d'acqua o dalle falde, • perforazione di pozzi, e che comunque comportino modifiche delle risorse naturali, dovranno evidenziare, oltre a quanto già previsto dalle norme vigenti, le caratteristiche della risorsa naturale interessata, i criteri di tutela seguiti nella progettazione e gli effetti dell'intervento a progetto sulla risorsa stessa.

Art. 7 – Gli interventi di ingegneria naturalistica Per ingegneria naturalistica s’intende quella disciplina tecnico-scientifica che prevede l'utilizzo di materiali costruttivi vivi, da soli o in combinazione con materiali inerti, per la realizzazione di siste-mazioni a difesa del territorio: ciò significa operare producendo un basso impatto ambientale, uti-lizzando le capacità bio-tecniche delle piante e inserendo l'opera nel contesto ambientale per au-mentare e non danneggiare la naturalità del sito nel quale l'opera stessa viene realizzata. Si prevede l’applicazione delle tecniche d’ingegneria naturalistica a basso impatto ambientale ai seguenti campi d’intervento: - erosione dei versanti; - sistemazione di frane superficiali; - sistemazioni idrauliche (consolidamento delle sponde dei corsi d'acqua); - reinserimento ambientale delle infrastrutture viarie (scarpate stradali); - recupero dei percorsi pedonali; - recupero cave, discariche e miniere; - consolidamenti costieri; - frammentazione del territorio; - recupero delle aree degradate; - ripristino delle dinamiche paesistiche eliminate o danneggiate nei sistemi ambientali come la rea-lizzazione e il ripristino di connessioni biotiche tra ecosistemi isolati, aumento della grana degli e-cosistemi, ripristino delle interazioni terra-acqua-vegetazione nei bacini idrici. Nel caso in cui non sia possibile applicare le tecniche dell’Ingegneria naturalistica (questa im-possibilità deve essere documentata con una relazione certificata da un tecnico specifico e abilitato), bisognerà far riferimento ai modelli dell’ingegneria classica. Tali interventi, sia quelli di bio-ingegneria che di ingegneria classica, devono essere preceduti dalla redazione di studi geoambientali che analizzino nel dettaglio gli aspetti geologici, idrologici, idroge-ologici, geomorfologici, geotecnici, faunistici e floristico-vegetazionali con particolare attenzione al mantenimento o ripristino dei corridoi ecologici che permettano anche la mobilità alla fauna. Per quanto riguarda la descrizione e l’applicazione delle tecniche dell’ingegneria naturalistica si ri-manda alla manualistica di riferimento e in particolare, per gli interventi di riassetto idrogeologico, allo “Studio generale per la definizione delle Linee Guida regionali per la realizzazione degli inter-venti di riassetto idrogeologico con tecniche di Ingegneria Naturalistica (IN)”_Regione Sardegna.

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Art. 8 – Attuazione del Piano Urbanistico Comunale Il P.U.C. si attua per intervento diretto, oppure, ove prescritto, previa approvazione di un Piano Urbanistico Attuativo (Piano Particolareggiato), nel rispetto della legislazione nazionale e regio-nale vigente, delle prescrizioni normative del P.U.C.. Ogni intervento di nuova edificazione è ammesso solo se esistono le opere di urbanizzazione pri-maria. In tal caso il permesso di costruire relativo alla realizzazione dei manufatti edilizi non può essere rilasciato prima dell’effettiva realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria. I Piani Urbanistici Esecutivi (P.U.E.), che comprendono per intero i piani urbanistici attuativi allar-gandone il criterio anche ad una eventuale straordinarietà, sono lo strumento attuativo degli inter-venti di nuovo impianto previsti nel P.U.C. nonché, quando prescritto dalle presenti norme, degli interventi di ristrutturazione urbanistica. Detti Piani possono essere sia d’iniziativa pubblica che di iniziativa privata. Il loro contenuto e le loro modalità di formazione sono definiti dalle leggi nazionali e regionali vigenti nonché dalle pre-senti norme.

Art. 9 – La partecipazione delle parti sociali e la perequazione urbanistica a. La partecipazione delle parti sociali alle decisioni La partecipazione sociale alle decisioni è uno strumento fondamentale non solo per l’esercizio della democrazia diretta ma per la ricerca del confronto tra interessi diversi che devono trovare la loro giusta mediazione nel brano di territorio in cui si devono realizzare, sui principi dello sviluppo durevole, sia gli interessi individuali sia quelli collettivi. Usiamo consapevolmente il francesismo durevole (durable) perché in questo caso ci sembra più calzante del termine sostenibile in quanto sostenibile esprime solo la comparazione e quindi un valore relativo; al contrario lo sviluppo dure-vole deve rimanere nel tempo, garantendo il diritto dei futuri, sia per un’accertata sostenibilità (ca-pacità di carico) con la natura e l’ambiente circostante, sia per le tecnologie e i settori produttivi scelti e usati. Spesso i processi di trasformazione del territorio si complicano più per la mancanza di cultura sociale e amministrativa che per le difficoltà effettive; se la partecipazione sociale alle decisioni viene sorretta da un chiaro sistema informativo territoriale che permette di circostanziare i valori naturali e sociali di un territorio, il confronto tra i cittadini diventa un esercizio di organizza-zione sistemica del territorio. Nel PUC di Tertenia è stato assegnato alla partecipazione sociale un grande valore (come ha avu-to enorme valore nella sua fase di costruzione-elaborazione) sia come confronto di interessi sia come proposizione di interessi su un determinato frammento di territorio o su determinate fun-zioni. In merito a questo elemento piuttosto trascurato nelle pratiche usuali, ci si deve riferire all’articolo 4 delle presenti NTA laddove vengono trattate le possibilità di autopresentazione, pro-mozione e disponibilità al finanziamento e alla realizzazione di un’opera urbanistica, edilizia o di un servizio funzionale al miglioramento del governo e della governance anche di servizi specifici (un esempio per tutti la salute e l’uso informatico per la trasmissione di dati a premessa di diagnosi a distanza). Il valore espresso dalla partecipazione consiste nel permettere di capire i vantaggi di una politica di sviluppo costruita sul confronto tra interessi che, anche se individualmente legittimi devono diven-tare funzionali al bene collettivo e soprattutto compatibili con la visione olistica, capace quindi di garantire la riorganizzazione sistemica del territorio e dell’economia che questa visione esprime; sono questi interessi plurimi, spesso in conflitto tra individuali e collettivi, che devono trovare una sintesi vantaggiosa per tutti come presupposto delle trasformazioni. È nell’obiettivo di tutti e nella cultura sociale delle comunità il desiderio di lasciare i valori qualitativi della propria terra alle generazioni future dopo averle sollevate da quella povertà che ha costruito i dissesti e i disequilibri ; è un compito arduo e spesso distratto dal piacere dei vantaggi economici personali espressi da interventi per varia natura insostenibili sul piano sociale e ambientale. Il confronto degli interessi, il confronto tra i vantaggi individuali e il deprezzamento generale di un’area per l’opera che lede i valori qualitativi dell'ecosistema, possono diventare spesso il modo più efficace per la mediazione sociale rispetto agli interessi individuali, sollevando le amministra-zioni locali dalle difficoltà legate alla ricerca del consenso diretto e personale, proprie della vita del-le piccole comunità. Crediamo che molte cose si possano realizzare più con l’aiuto del confronto tra interessi reali che non con l’appello ai princìpi.

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Il confronto degli interessi si eserciterà come segue: 1. L’uso individuale delle risorse ambientali e paesistiche è un danno se è costruito sulla preva-

ricazione dei beni comuni. Questo danno, se compiuto, può essere superato solo con un in-tervento di riqualificazione sistemica che inglobi le opere in un progetto organico che le ar-monizzi con i beni e i valori comuni.

2. Lo strumento di governo delle trasformazioni è il PUC, come espressione formale del piano di sviluppo locale. Nel suo essere strumento di equilibrio dei valori territoriali e sociali propone un piano di riqualificazione come sintesi d’interessi diversi.

3. Le valutazioni qualitative costruite su parametri e indicatori certi e istituzionalmente ricono-sciuti permettono di capire se le aree interessate possano essere compatibili con i valori am-bientali e sociali dei territori sui quali insistono, in pratica capire se queste aree possono rien-trare in un piano di sviluppo che, mantenendo le sue coerenze e i suoi valori sistemici, valuta il piano e/o il nuovo consumo di suolo come elemento pertinente di un piano di riqualifica-zione.

4. Nei piani di riqualificazione (sorretti da piani particolareggiati o da progetti urbani e di area) sarà compresa tutta la parte del patrimonio che per storia o vetustà oggi compromette, o può compromettere, gli equilibri ambientali.

5. Il problema degli equilibri ambientali è fondamentale perché pone al centro il tema del pae-saggio e dell’estetica del territorio. Per un’area che dovrà incentrare il suo sviluppo sul tu-rismo e sull’uso delle risorse naturali (energia, pastorizia ecc.) il valore del paesaggio e l’estetica del territorio diventano risorse economiche, valori e ricchezze sociali irri-nunciabili. Questo significa trattare il territorio come un capitale e non come una rendita.

6. Nei territori di Tertenia, e in genere in quelli dell’area dell’Ogliastra, mancano molti servizi (al-la cultura, al turismo, alla produzione, al tempo libero, alla ristorazione ecc.) mentre le attività di servizio sono oggi elementi fondanti di qualsiasi piano di sviluppo generale e soprattutto locale. Molte attività edilizie future dovranno trovare la loro soddisfazione proprio in queste realizzazioni. Non è detto che nell’attuazione delle valutazioni alcuni edifici esistenti, incom-patibili in un piano di riqualificazione come beni individuali, non possano trovare una giusta e auspicabile utilizzazione proprio come servizi privati a sostegno di attività d’area. Le soluzioni possibili nascono da un’analisi attenta dei valori territoriali, delle loro tolleranze, delle loro compatibilità. Quando queste potranno essere rispettate, le opere realizzate saranno integra-te nel progetto di sviluppo e nella sua espressione formale: il PUC.

7. Qualsiasi integrazione, recupero o ricollocazione di un manufatto nella sfera della le-galità, sarà potenzialmente onerosa perché dovrà partecipare al miglioramento quali-tativo dell’area e al soddisfacimento degli standard urbanistici; dovrà compensare la società risarcendola del danno ambientale e istituzionale con opere e qualità che il precedente uso individuale le aveva sottratto.

8. Per questo la partecipazione sociale alle decisioni verificherà: o la disponibilità sociale ad accettare il piano di riqualificazione d’area o la disponibilità a partecipare con spirito collettivo alla soluzione di problemi creati indivi-

dualmente o la disponibilità dei singoli interessati a partecipare alla riqualificazione dei territori da loro

compromessi. 9. Rientrare nella cultura della legalità in edilizia attraverso un piano di riqualificazione

comporta la progettazione e l’attuazione di opere che rendano compatibili l’esistente con i valori che la società chiede per la qualità delle aree. Questi costi non potranno essere sopportati dalla comunità, già privata dall’uso individuale fatto dei beni collet-tivi come il paesaggio, l’equilibrio ambientale e l’armonia territoriale. Per questo sono proposte soluzioni e strumenti urbanistici idonei per realizzare tali opere in un rappor-to virtuoso tra pubblico e privato.

b) Perequazione, compensazione e premialità urbanistica. Kevin Lynch: “L’ambiente spaziale soffre di un’influenza penetrante e di grande inerzia. Assomi-glia al corredo genetico e alla struttura sociale per il modo persistente in cui distribuisce le occa-sioni della vita. La giustizia in tale distribuzione è perciò uno degli aspetti decisivi del valore di un ambiente” (in “Il senso del territorio”, Milano, 1981). Questo paragrafo delle norme inizia con la citazione di Lynch perché la perequazione è ripartizione

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e deve perseguire l'equa ripartizione dei diritti edificatori e dei relativi oneri verso l'effettivo e com-provato raggiungimento di obiettivi d’interesse pubblico. Questo interesse può essere raggiunto anche attraverso la cessione gratuita (al comune o dal comune) di aree e di opere occorrenti per le opere. La perequazione urbanistica diventa così elemento e strumento fondamentale per il gover-no del territorio con ricadute positive per i cittadini e le amministrazioni. Finora la perequazione è stata usata per acquisire i suoli per la realizzazione di servizi e standard pubblici, consentendo di perseguire il principio di giustizia distributiva e il passaggio da un’urbanistica per provvedimenti a una consensuale. In linea con le più recenti tendenze del diritto amministrativo, i processi perequativi operano per consensi e definiscono il loro ruolo come sog-getto attivo in grado di svolgere una funzione nella rigenerazione urbana come interfaccia degli en-ti territoriali. Per questo, al concetto di perequazione è interconnesso il principio di sussidiarietà; è questo prin-cipio che può trasformare realmente il piano generale in piano strutturale e operativo (attuazione dello sviluppo), fissando regole, condividendo con i privati la scelta migliore per l’uso del territorio e garantendo l’attuazione delle decisioni concordate. Ciò significa attribuire un valore edificatorio a tutte le proprietà che possono concorrere alla tra-sformazione urbanistica di uno o più ambiti del territorio prescindendo dall’effettiva localizzazione della capacità edificatoria sulla proprietà e dall’imposizione di vincoli d’inedificabilità per la dotazio-ne di spazi da riservare alle opere collettive. I proprietari possono partecipare, indistintamente e in misura uguale, alla distribuzione dei valori e degli oneri derivanti dall’attuazione ai fini della tra-sformazione. L’amministrazione potrà disporre, senza ricorrere all’esproprio, di un consistente pa-trimonio fondiario pubblico. L’istituto della perequazione attua una maggiore equità nelle scelte di pianificazione poiché il piano generale perequativo cerca di distribuire vantaggi e oneri in modo equo tra tutti i consociati, distri-buendo il più equamente possibile i vantaggi e gli svantaggi degli interventi di trasformazione ur-bana. Il paradigma di riferimento della perequazione in genere si articola su una delle due strategie: 1) perequazione generalizzata, vale a dire il principio perequativo applicato a tutte le aree oggetto di trasformazione, rendendo il dispositivo cruciale per l’attuazione del piano; 2) perequazione parziale, quando il principio perequativo è applicato solo a una porzione limitata di territorio, assumendo così un ruolo attuativo all’interno di specifici progetti previsti dal piano (in questo caso coesistono il regime tradizionale dello zoning e quello perequativo).

Attuare uno schema di riferimento può significare per il comune di Tertenia: a) identificare un insieme di aree cui attribuire un medesimo indice edificatorio; b) disporre che i proprietari non possono utilizzare liberamente le potenzialità edificatorie loro con-cesse ma devono sottostare alle indicazioni che il piano prescrive a tale scopo; c) disporre che l’edificazione può essere utilizzata dai proprietari non solo nelle aree di loro pro-prietà, ma anche su altre (contigue e non); d) una volta utilizzata la volumetria concessa, il proprietario deve cedere al comune il territorio non utilizzato, a valore agricolo o nullo. Occorre altresì prevedere princìpi generali in materia di compensazione, in virtù della quale è attri-buita al privato la facoltà di chiedere al comune il trasferimento dei diritti edificatori già assentiti, ma non più esercitabili per imposizione di vincoli urbanistici, su un’altra area del territorio comunale, previa cessione gratuita dell’area originariamente gravata. Attraverso la compensazione urbanistica sarebbe possibile procedere a riqualificazioni urbanisti-che che producano la delocalizzazione di immobili produttivi dismessi o di immobili non coerenti con le caratteristiche architettoniche e ambientali, nonché interventi di sostituzione edilizia con il riconoscimento di volumetrie aggiuntive.

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TITOLO II - DISCIPLINA D'USO DEL TERRITORIO COMUNALE Dal paragrafo le regole del linguaggio strutturale nella terminologia normativa della relazione generale:

…se effettivamente vogliamo avviare un processo di sviluppo locale, è chiaro che ci dobbiamo dotare di quegli elementi di conoscenza, studio, indirizzo, assistenza che ci permettano di…superare gli steccati di una gestione arcaica dei settori produttivi … I poli servono a riconsegnare il valore gestionale ai settori produttivi per farne elementi di cul-tura, di sviluppo e di crescita…

Art. 10 – Suddivisione del territorio per aree e sistemi di paesaggio

Art.10 a – Le aree Le aree del paesaggio agrario (dalla relazione): …la Sardegna è una regione di terra circondata dal mare e il turismo in Sardegna può durare an-che oltre il periodo balneare solo se il mare viene considerato una risorsa della terra e…se ricom-poniamo i paesaggi attraverso l’unica strada possibile: il rilancio del paesaggio agrario e pastorale come risorsa sistemica che trova valore e sviluppo nell’economia integrata. L’adozione del lotto funzionale (in estensione del lotto minimo) serve a garantire che i nuovi pae-saggi agrari siano governati dai valori quantitativi e qualitativi dei nuovi redditi agricoli ricercati in un’economia integrata e sistemica. Non serve il titolo agrario, serve che l’appezzamento produca reddito, occupazione e possa essere verificato con i valori della finanza e della ricchezza prodotta. Importante è l’area dei paesaggi vocati alla fruizione sociale e turistica dei luoghi; in (tutta) quest’area (molto più vasta di quella strettamente denominata “paesaggio costiero”) risiede la vera matrice dell’estensione della stagione turistica; è attraverso quest’area che l’integrazione sistemica delle risorse permetterà di superare il valore balneare della risorsa mare e riconsegnerà all’intero sistema territoriale l’opportunità di creare economie dirette e valori aggiunti. Analizzando il recente passato terteniese è questa l’area che dovrà accogliere le maggiori atten-zioni e cure per la riqualificazione. A quest’area appartengono le sub aree che molto schematica-mente possiamo elencare come sistema costiero e sistema dei crinali; sono questi i due segni forti che definiscono i paesaggi e orientano le azioni. Per il sistema costiero, i dati quantitativi sono pre-valsi sulla qualità e ora, con il nuovo piano, dobbiamo invertire la tendenza indirizzando le attività edilizie alla riqualificazione architettonica e ambientale. Oltre a queste, abbiamo tre aree importanti: quella fluviale, quella dell’ex-miniera e quella che per sintesi chiameremo del giardino botanico. Si tratta di aree da considerare come aree parco, capaci di ospitare attività ricreative (le prime due) e anche di studio (la terza) con la costruzione di servizi idonei a ospitare workshop. Infine abbiamo l’area dei paesaggi urbani in cui risiedono i principali elementi innovativi e normati-vi. Queste aree comprendono le zone ex A, B, C, trattate come unica area di riqualificazione; in particolare, oltre al centro consolidato di Tertenia propriamente detto (zona ex A) comprendono sia i 4 centri consolidati di Sarrala (aree costruite a nord e a sud di Foxi Manna, Il villaggio Melis e l'agglomerato di Barisoni) sia le zone ex B e C trattate come aree vocate ad attività di sostituzione e completamento. Va anticipato e specificato che i processi riqualificativi si attueranno anche attraverso l’utilizzazione della sostituzione come specificato nelle norme di attuazione.

Per queste norme tecniche di attuazione le aree proposte hanno il seguente ordine2:

1. Aree del governo sociale ed economico dello sviluppo (comprendono di volta in volta ex zone A, B, C, ma anche artigianali e industriali, e sono normate per interventi puntiformi). In partico-lare promuovono l’e-governance:

1.1. Le aree dei luoghi pubblici e degli spazi amministrativi ; 1.2. L’area del presidio della salute: 1.3. L’area dell'educazione e dell'insegnamento (scuola, biblioteca ecc.): 1.4. L’area della sicurezza sociale, individuale e dei beni (polizia, vigili del fuoco, vigili urbani,)

2 Questo primo elenco è riportato anche all’articolo “requisiti prestazionali” delle NTA .

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1.5. Il Polo culturale: 1.6. Il Polo tecnologico: 1.7. L’area portuale

2. Area del paesaggio agrario (ex zona E) 2.1. Sistema dei paesaggi collinari 2.2. Sistema dei paesaggi pianurali 2.3. Sistema del verde agricolo urbano (l'agricoltura rientra in città)

3. Area dei paesaggi vocati alla fruizione sociale e turistica dei luoghi (ex zona F) 3.1. Aree di riqualificazione e sostituzione: 3.2. Sistema costiero 3.3. Crinali 3.4. Frammenti delle aree del paesaggio agrario e urbano vocati al godimento sociale e turisti-

ca dei luoghi 3.5. Aree di completamento per servizi 3.6. Area fluviale e sue adiacenze 3.7. Area con al centro il giardino botanico

4. Area dei paesaggi urbani (dalle zone A, B, C) : 4.1. Il centro consolidato di Tertenia propriamente detto (zona ex A del comune di Tertenia) 4.2. I 4 centri consolidati di Sarrala (aree costruite a nord e a sud di Foxi Manna, Il villaggio

Melis e l'agglomerato di Barisoni) 4.3. Area di sostituzione e completamento zone ex B e C)

Art. 10 b – I paesaggi Nel Master Plan proponiamo un criterio aggregativo sistemico delle aree descritte riferito alla percezione visiva del territorio: i paesaggi: 1. Paesaggi collinari della fascia interna 2. Paesaggi vallivi della fascia interna 3. Paesaggi collinari della fascia intermedia (Versante est) 4. Linea di crinale del Paesaggio collinare della fascia intermedia 5. Paesaggi collinari della fascia intermedia (Versante ovest) 6. Paesaggi pianurali con rilievi collinari costieri Riportiamo questa classificazione nelle N.T.A. perché vogliamo costruire una liaison strutturale e formale tra le attività (struttura) presenti e/o proposte nelle diverse aree e i valori linguistici (forma) espressi dal risultato culturale e territoriale delle trasformazioni prodotte: i paesaggi

1. Paesaggi collinari della fascia interna Sviluppo agro-silvo-pastorale (attraverso anche il piano energetico); i paesaggi forestali e as-similati vengono protetti nella loro valorizzazione mediante l’uso compatibile della risorsa. In particolare si prevede: a. Gestione dei boschi: recupero della loro integrità strutturale e conseguente valorizzazione

del paesaggio b. Gestione delle radure: dimensionamento nel rispetto della capacità di carico per l’uso zoo-

tecnico c. Individuazione di aree per la trasformazione di prodotti, per servizi, residenze e turismo le-

gato alle attività silvo-pastorali

2. Paesaggi vallivi della fascia interna a. Riqualificazione dei collegamenti con la SS 125 (nuova e vecchia) b. Riqualificazione degli accessi urbani con 2 “porte”, di cui la prima è rappresentata dal polo

cultuale e la seconda dal polo tecnologico. Ambedue le strutture sono corredate da schede progetto del Piano di Sviluppo per garantire il loro inserimento paesaggistico. Il polo culturale, oltre a promuovere il territorio nei suoi valori estetico-formali (sentieristica, ecc.) e ospitare mostre reali e virtuali di arte e di prodotti, comprende attività rivolte alla memoria e alla storia dei luoghi, nonché alla ricerca, formazione e job-creation.

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Il polo tecnologico comprende sia i servizi di assistenza alla produzione e marketing e rela-tivi servizi amministrativi sia le aree artigianali e industriali, comunque legate alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti.

c. Riqualificazione del centro urbano attraverso: � la ricomposizione dei tessuti con verifica della possibilità di isole pedonali (verde, pen-

siline con corredi per la produzione energetica, ecc.) � i completamenti e/o la riqualificazione dei vuoti urbani � la valorizzazione e il potenziamento dei servizi (creazione di un albergo diffuso, attività

commerciali/artigianali, creazione di percorsi tematici, ecc.) � completamento dei servizi sociali e sportivi

d. costituzione di un parco fluviale con riqualificazione e messa in sicurezza degli argini, in-terventi di ingegneria naturalistica volti alla salvaguardia e al miglioramento del paesag-gio, creazione di verde attrezzato (laghetti, attività sportive e ricreative correlate, ecc.)

3. Paesaggi collinari della fascia intermedia (Versante est) Sviluppo agro-silvo-pastorale (attraverso anche il piano energetico); i paesaggi forestali e as-similati vengono protetti nella loro valorizzazione mediante l’uso compatibile della risorsa; in particolare si prevede: a. Gestione dei boschi: recupero della loro integrità strutturale e conseguente valorizzazione

del paesaggio b. Gestione delle radure: dimensionamento nel rispetto della capacità di carico per l’uso zoo-

tecnico c. Individuazione di aree per la trasformazione di prodotti, per servizi, residenze e turismo le-

gato alle attività silvo-pastorali d. creazione di rete sentieristica in ascesa verso il crinale con attività di ricerca floristica e fau-

nistica, caccia didattica e fotografica

4. Linea di crinale del Paesaggio collinare della fascia intermedia Creazione di un sistema di aree attrezzate, collegate da una potenziata rete sentieristica, con balconi “belvedere” per la fruizione paesaggistica della risorsa mare e la promozione dello “spuntino” come risorsa turistico-antropologica.

5. Paesaggi collinari della fascia intermedia (Versante ovest) Sviluppo agro-silvo-pastorale (attraverso anche il piano energetico); i paesaggi forestali e as-similati vengono protetti nella loro valorizzazione mediante l’uso compatibile della risorsa; in particolare si prevede: a. Gestione dei boschi: recupero della loro integrità strutturale e conseguente valorizzazione

del paesaggio b. Gestione delle radure: dimensionamento nel rispetto della capacità di carico per l’uso zoo-

tecnico c. Individuazione di aree per la trasformazione di prodotti, per servizi, residenze e turismo le-

gato alle attività silvo-pastorali d. creazione di rete sentieristica in ascesa verso il crinale con attività di ricerca floristica e fau-

nistica, caccia didattica-fotografica e. Individuazione di aree idonee, paesaggisticamente rilevanti e ambientalmente sostenibili,

per ospitare attività turistiche e residenziali

6. Paesaggi pianurali con rilievi collinari costieri Considerata la delicatezza dell’area, la pressione sociale ed economica sulla stessa, la conso-lidata fragilità ambientale, il valore paesaggistico e quindi economico per l’intera comunità, e seguendo il valore sociale ed estetico espresso nella carta degli ecotopi, proponiamo come o-biettivo principale il potenziamento del paesaggio (marino, agrario, pianurale e collinare) se-condo le caratteristiche proprie delle sottozone così come di seguito descritte attraverso la ti-pizzazione dei nuclei: - nuclei agricoli - nuclei agricolo-residenziali - nuclei residenziali e/o turistico-residenziali

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Tali nuclei (e in generale le trasformazioni che hanno compromesso il valore paesaggistico dei luoghi) saranno sottoposti a programmi di riqualificazione e recupero, verificati con modalità partecipative nell’interesse dell’equilibrio sistemico e degli interessi collettivi.

Art. 11 – Interventi di completamento, sostituzione e riqualificazione In riferimento alla filosofia generale che anima il PUC la presente normativa tende a: � limitare il consumo di suolo � migliorare le condizioni di vita urbana con incremento di servizi � considerare sufficiente il patrimonio abitativo individuale nelle quantità strettamente residenziali

ma assolutamente insufficiente per quantità e qualità dei servizi e qualità architettonica e tecno-logica in generale

� svolgere un’azione di promozione di convenienze sociali e individuali legate alla promozione di attività sostitutive e di completamento di qualità per e del patrimonio attualmente in essere

� promuovere azioni di sviluppo che garantiscano il miglioramento dell’offerta turistica soprattutto in relazione ai servizi.

In tutte le seguenti aree omogenee del PUC prevalgono le prescrizioni del Piano di Assetto Idro-geologico vigente al momento della realizzazione dell’intervento di trasformazione. Il PUC recepi-sce e si adegua alle norme d’uso del territorio dettate dall’articolo 47 delle Norme di Attuazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), così come integrate con quanto riportato nella Delibera del Comitato Istituzionale n.1 del 20.05.2015, secondo cui in ogni trasformazione d’uso del suolo, sia a livello di strumento urbanistico generale (PUC) che a livello attuativo deve essere soddisfatto il principio dell’invarianza idraulica.

Art. 12 - Città consolidata di antica formazione Nella Città consolidata di antica formazione si possono realizzare, con diverse declinazioni, le se-guenti attività finalizzate alla sua rivitalizzazione: a. Manutenzione ordinaria, straordinaria e ristrutturazione. b. Demolizione di edifici esistenti (in qualunque stato di conservazione, ove consentito dalla vin-

colistica storico-architettonica), con possibilità di trasferimento della medesima cubatura in altra zona omogenea compatibile, a condizione che l’area liberata venga ceduta al Comune per la realizzazione di servizi pubblici con priorità alle aree di sosta per i residenti nella città consoli-data. Il richiedente può beneficiare di una premialità di cubatura, cumulabile con altre eventuali pre-mialità previste dalle presenti norme (quali per esempio il reperimento autonomo del lotto su cui trasferire la cubatura o bonus volumetrico per miglioramento della qualità architettonica ove possa ricorrere il caso), se si verificano le seguenti condizioni: • l’area di sedime della costruzione demolita viene lasciata libera da qualsiasi ingombro e si-

stemata per l’accessibilità carrabile dal piano stradale (premialità pari al 10% del volume demolito);

• il lotto edificatorio liberato viene sistemato a parcheggio con sistemi permeabili e ceduto al Comune (premialità pari al 20% del volume demolito);

• il lotto edificatorio liberato viene sistemato a parcheggio, realizzato con sistemi impermea-bili per la realizzazione di cisterne interrate di riserva idrica, e ceduto al Comune (premialità pari al 40% del volume demolito).

I fabbricati con valenza Storico-Culturale, da assoggettare a rigoroso restauro conservativo, possono essere ceduti nello stato in cui si trovano al Comune per essere destinati a strutture con finalità socio-culturali e turistico ricettive, purché sia presente un progetto e un finanzia-mento specifico per il restauro del manufatto; la volumetria ceduta è trasferibile in zona omo-genea compatibile. La cubatura trasferibile di cui sopra può essere realizzata nelle zone omogenee riportate di se-guito, nel rispetto delle specifiche condizioni d’uso: • Città consolidata di recente formazione (lotto e/o fabbricato reperito in forma privata) • Città di recente formazione a bassa densità edilizia (lotto e/o fabbricato reperito in forma

privata o nei lotti messi a disposizione dal comune originati dai piani di lottizzazione)

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Nel caso in cui il lotto dove insediare la cubatura trasferita viene reperito autonomamente in forma privata, viene riconosciuto un ulteriore premio di cubatura pari al 20% del volume ceduto o trasferito.

c. Demolizione e ricostruzione per il miglioramento dei parametri di qualità architettonica ed effi-cienza energetica, con bonus urbanistico come all’articolo 5 delle presenti norme.

d. Cambio di destinazione d’uso di immobili esistenti, o parti funzionali di essi, da residenziale a turistico–ricettivo per la creazione di ricettività articolata su sistemi diffusi di albergo; le nuove destinazioni devono essere funzionali alla ricettività in senso stretto e ai servizi direttamente connessi, con ulteriore premialità del 10%.

e. Cambio di destinazione d’uso di immobili esistenti, o parti funzionali di essi, per la creazione di attività commerciali e artigianali consone per forma e dimensione alle tipologie edilizie esistenti e compatibili con la residenza.

Le attività di demolizione di cui al precedente punto b) si possono realizzare secondo le indicazioni del Piano di Recupero del Centro Storico. In ogni caso per tutti gli interventi che eccedono la manutenzione straordinaria è necessario un Pi-ano Particolareggiato di recupero redatto secondo gli indirizzi riportati di seguito in questo articolo. Indirizzi per la redazione del nuovo Piano di Recupero del Centro Storico della Città conso-lidata di antica formazione. Il Piano Particolareggiato di zona, oltre che conformarsi alle prescrizioni e agli indirizzi del Piano Paesaggistico Regionale, dovrà prevedere: - l’individuazione dei fabbricati e degli isolati dove risulta immediatamente riconoscibile il tessuto

e la conformazione con alta valenza storico-architettonica, da assoggettare a rigoroso restauro conservativo vietandone la demolizione;

- la demolizione di tutte le superfetazioni in contrasto con la tipologia di antica formazione. - la ricerca di tutti gli elementi di finitura tipici del centro storico da prescrivere nel recupe-

ro/ricostruzione dell’edificato esistente; - l’indicazione di tutti i parametri tecnico-urbanistici per le modalità di intervento per i fabbricati

assoggettabili a demolizione/ricostruzione nella stessa area di sedime e per i fabbricati suscet-tibili di sopraelevazione (queste programmabili solo per esigenze di uniformità dello skyline del-la schiera/isolato);

- abaco delle chiusure esterne, dei cromatismi di facciata, dei cornicioni, degli sporti e degli or-namenti, delle pavimentazioni e degli elementi di arredo urbano;

- mantenimento della viabilità esistente prevedendo allineamenti ed allargamenti in modo tale da permettere cunei visivi sui fabbricati e gli isolati ritenuti di valenza storico-architettonica;

- progetti norma, cioè schemi ed esempi di ricomposizione architettonica dei volumi da ricostrui-re nei progetti di ristrutturazione parziale/totale, con particolare attenzione alla composizione delle coperture;

- progetti norma, cioè schemi ed esempi di ricomposizione architettonica della schiera/isolato in presenza di vuoti edilizi venutisi a creare in seguito a demolizione/trasferimento di volumi.

Eventuali lotti interclusi esistenti o di risulta devono essere utilizzati per usi collettivi e sociali con le priorità su esposte; gli stessi possono essere ceduti al Comune con le stesse modalità del prece-dente punto b), in questo caso la volumetria trasferibile viene desunta da quella assegnata come realizzabile nel vigente Piano Particolareggiato della zona storica. Nelle more di redazione del nuovo Piano di Recupero del Centro Storico, con apposito atto di rico-gnizione da effettuarsi in data successiva all’entrata in vigore del PUC, il Comune provvederà all’Individuazione di immobili ed isolati con valenza storico-architettonica da assoggettare a rigoro-so restauro conservativo. Gli immobili edificati dopo il 1950, non individuati come immobili di valenza storico-architettonica, possono essere soggetti alle modalità di intervento di cui ai punti a, b, d, e del presente articolo. Per quanto riguarda il calcolo delle distanze, delle altezze e le possibilità di deroga per fabbricati esistenti bisogna fare riferimento alla normativa vigente, e alla eventuale evoluzione della legisla-zione regionale e nazionale, con particolare riferimento a quanto previsto dagli articoli 4 e 5 del DA 2266/U del 1983. Per quanto riguarda le demolizioni per trasferimenti, si assume la soglia massi-ma “di riferimento” di volumi da trasferire pari al 25% dell’attuale costruito nella città consolidata di

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antica formazione, sempre nel rispetto di superiori vincoli di tipo storico architettonico e del Piano di recupero del centro storico. Successivamente all’approvazione del PUC sarà redatto un Piano Particolareggiato della città consolidata di antica formazione per individuare puntualmente le aree effettivamente coinvolgibili in tali operazioni di demolizione e trasferimento, al fine di definire le priorità per un organico svilup-po di servizi. Il PP potrà anche ridurre tale percentuale del 25% che resta comunque come soglia massima. Nella città consolidata di antica formazione bisogna rispettare le seguenti prescrizioni, anche nel caso di intervento edilizio su manufatti esistenti, tranne nei casi di manutenzione ordinaria: • I supporti tecnologici a servizio della TV, impianti di climatizzazione e condizionamento, vanno

contenuti rispetto all’inquinamento visivo e in particolare le antenne TV non dovranno essere superiori a 1 per organismo edilizio cielo-terra e non possono apparire in nessuno dei 4 pro-spetti verticali ma solo sul quinto prospetto limitando al massimo l’inquinamento visivo.

• I supporti tecnologici all’impianto idrico devono essere contenuti in volumi tecnici coibentati e di qualità visiva e tecnologica consona al manufatto edilizio che li ospita.

• Gli impianti individuali per la produzione di energia da fonti rinnovabili devono essere posti sul quinto prospetto, integrati architettonicamente e funzionali all’uso diretto del manufatto su cui insistono.

Art. 13 - Città consolidata di recente formazione Nella Città consolidata di recente formazione si possono realizzare, con diverse declinazioni, le seguenti attività finalizzate alla sua rivitalizzazione, sempre nel rispetto di quanto disposto dall’articolo 9 del DPR n. 380 del 2001 e sue eventuali successive modificazioni: a. Manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, interventi di restauro e di risanamento

conservativo. b. Demolizione di edifici esistenti (in qualunque stato di conservazione, ove consentito dalla vin-

colistica storico-architettonica), con possibilità di trasferimento della medesima cubatura in altra zona omogenea compatibile, a condizione che il lotto edificatorio liberato venga ceduto al Co-mune per la realizzazione di servizi pubblici con priorità alle aree di sosta per i residenti nella città consolidata. Il richiedente può beneficiare di una premialità di cubatura cumulabile con altre eventuali pre-mialità previste dalle presenti norme, se si verificano le seguenti condizioni: • l’area di sedime della costruzione demolita viene lasciata libera da qualsiasi ingombro e si-

stemata per l’accessibilità carrabile dal piano stradale (premialità pari al 10% del volume demolito);

• il lotto edificatorio liberato viene sistemato a parcheggio con sistemi permeabili e ceduto al Comune (premialità pari al 20% del volume demolito);

• il lotto edificatorio liberato viene sistemato a parcheggio, realizzato con sistemi impermea-bili per la realizzazione di cisterne interrate di riserva idrica, e ceduto al Comune (premialità pari al 40% del volume demolito).

La cubatura di cui sopra può essere realizzata nelle zone omogenee riportate di seguito, nel rispetto delle specifiche condizioni d’uso: • Città consolidata di recente formazione (lotto e/o fabbricato reperito in forma privata) • Città di recente formazione a bassa densità edilizia (lotto e/o fabbricato reperito in forma

privata o nei lotti messi a disposizione dal comune originati dai piani di lottizzazione) Nel caso in cui il lotto dove insediare la cubatura trasferita viene reperito autonomamente in forma privata, viene riconosciuto un ulteriore premio di cubatura pari al 20% del volume ceduto o trasferito.

c. ristrutturazione edilizia con parziale o totale demolizione e ricostruzione per il miglioramento dei parametri di qualità architettonica ed efficienza energetica con bonus urbanistico come all’articolo 5 delle presenti norme.

d. Cambio di destinazione d’uso di immobili esistenti, o parti funzionali di essi, da residenziale a turistico-ricettivo per la creazione di ricettività articolata su sistemi diffusi di albergo; le nuove

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destinazioni devono essere funzionali alla ricettività in senso stretto e ai servizi direttamente connessi, con ulteriore premialità del 10%

e. Cambio di destinazione d’uso di immobili esistenti, o parti funzionali di essi, per la creazione di attività commerciali, consone per forma e dimensione alle tipologie edilizie esistenti.

f. Interventi di nuova edificazione nelle aree libere. Nella città consolidata di recente formazione bisogna rispettare le seguenti prescrizioni, anche nel caso di intervento edilizio su manufatti esistenti, tranne nei casi di manutenzione ordinaria, straor-dinaria o restauro conservativo: • rispetto delle condizioni di qualità architettonica e di efficienza energetica come descritte nelle

presenti norme. • possibilità di conservare l’allineamento dei fabbricati esistenti nei tratti di strada con tessuto ur-

bano già definito; • distanza dai fili stradali nel caso di edifici già in arretramento, D = quella dell’edificio più arretra-

to; • nel caso di preesistenza di edificio a distanze inferiori di quelle previste da queste NTA, un e-

ventuale nuovo edificio, posto a fianco del primo, dovrà osservare una distanza dai confini tale da determinarne tra i due edifici, un distacco minimo come da disposizioni del Codice Civile.

• I supporti tecnologici a servizio della TV, impianti di climatizzazione e condizionamento, vanno contenuti rispetto all’inquinamento visivo e in particolare le antenne TV non dovranno essere superiori a 1 per organismo edilizio cielo-terra e non possono apparire in nessuno dei 4 pro-spetti verticali ma solo sul quinto prospetto limitando al massimo l’inquinamento visivo.

• I supporti tecnologici all’impianto idrico devono essere contenuti in volumi tecnici coibentati e di qualità visiva e tecnologica consona al manufatto edilizio che li ospita.

• Gli impianti individuali per la produzione di energia da fonti rinnovabili devono essere posti sul quinto prospetto, integrati architettonicamente e funzionali all’uso diretto del manufatto su cui insistono. Sono sempre ammesse le pensiline fotovoltaiche a copertura di aree si sosta pubbli-che e private.

Nell'area Nord-Est della Città consolidata di recente formazione già attuata con Piano di Lottizza-zione (individuata nelle carte del PUC), si mantengono le stesse regole insediative previste dal pi-ano attuativo originario. Per quanto riguarda le demolizioni per trasferimenti, si assume la soglia massima “di riferimento” di volumi da trasferire pari al 25% dell’attuale costruito nella città consolidata di recente formazione, sempre nel rispetto di superiori vincoli di tipo storico architettonico. La Città consolidata di recente formazione è suddivisa in due zone con differenti possibilità di in-tervento, come specificato ai successivi punti 13.1 e 13.2: • Città consolidata di recente formazione ad alta densità edilizia • Città consolidata di recente formazione a bassa densità edilizia In entrambe le zone è possibile edificare nei lotti/areali vuoti e accogliere crediti volumetrici deri-vanti dalla demolizione/ricostruzione di edifici. In merito ai parametri di distanza da confini o tra fronti finestrate va comunque tenuto in considera-zione il disposto dell’articolo 5 del DA n. 2266/U del 1983 ed eventuali sue modificazioni, sempre nel rispetto delle disposizioni del codice civile. 13.1 Città consolidata di recente formazione ad alta densità edilizia

Nella “Città Consolidata di recente formazione ad alta densità edilizia” il tessuto edilizio è compatto con percentuali molto basse di aree libere, comunque dotate di viabilità e urbanizzazione primaria completamente definita; pertanto si interviene con Permesso di Costruire diretto con i seguenti pa-rametri edilizi: • Indice fondiario di base 3 mc/mq • Rapporto di copertura 50% (o pari all’esistente) • Distanza dai confini m 5 (o pari all’esistente) • Distanza tra fronti finestrate 10 m (o pari all’esistente) • Possibilità di costruire in aderenza sui confini

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PUC Tertenia 2015 Norme Tecniche di Attuazione Pagina 32 di 120

• Altezza massima dei fronti 10.50 mAll’interno dei lotti fondiari, in caso di nuove edificazioni o ri-costruzioni totali, vanno individuati i parcheggi ad uso privato nella misura minima di 1 metro quadro per ogni 10 metri cubi di costruzione e, comunque, in misura non inferiore a 2 stalli per ogni unità abitativa; ogni stallo deve avere le dimensioni minime di mt 2.50 x mt 5.00, tale pre-scrizione può essere assolta anche con la realizzazione di autorimesse o piani pilotis.

• Obbligo di cessione di aree per allineamento e allargamento della viabilità; l’area ceduta viene compensata con un premio volumetrico pari al doppio della volumetria potenziale desunta dall’effettiva superficie in cessione. La dicitura “pari all’esistente” si riferisce agli edifici esistenti alla data di entrata in vigore del presente Piano Urbanistico, per tutte le nuove edificazioni vanno rispettati tassativamente i pa-rametri principali di zona.

A seguito di accoglimento di volumetria da crediti volumetrici, nella “Città Consolidata di recente formazione ad alta densità edilizia” la sommatoria della volumetria di base e del credito/bonus vo-lumetrico non può superare l’indice fondiario massimo di 5.00 mc/mq

13.2 Città consolidata di recente formazione a bassa densità edilizia

La “Città Consolidata di recente formazione a bassa densità edilizia” si differenzia dalla precedente per la presenza di aree libere con viabilità e urbanizzazioni da potenziare. In queste ultime si interviene con piano attuativo che dovrà prevedere la cessione gratuita a favore del Comune di aree per la realizzazione, in linea di massima, di aree a parcheggio o in alternativa per aree ritenute di interesse collettivo da parte del Comune. Modalità di redazione del Piano attuativo

• La superficie minima di intervento e il perimetro del Piano attuativo sono da individuarsi in modo tale che le nuove viabilità vadano a completare ed integrare la viabilità esistente e i limiti di pia-no dovranno attestarsi con elementi geografici di immediata individuazione.

• I costi di attuazione degli interventi di urbanizzazione interni al piano attuativo sono a completo carico dei partecipanti è sono deducibili dai costi amministrativi di rilascio dei Permessi di Co-struire.

• La viabilità interna al piano una volta attuato verrà ceduta gratuitamente al Comune, tali aree non entrano in contabilità per la determinazione delle cessioni di aree per sosta e aree di inte-resse collettivo.

• Indice territoriale di base 0,20 mc/mq incrementabile a 0,30 mc/mq nel caso in cui si riceva cubatura da trasferimento; resta fissato il limite insuperabile di 1,00 mc/mq

• Rapporto di copertura 50% • Distanza dai confini m 5 (o pari all’esistente) • Distanza tra fronti finestrate 10 m (o pari all’esistente) • Possibilità di costruire in aderenza sui confini • Altezza massima dei fronti 8.50 m • Le aree da cedere per aree di sosta o aree di interesse collettivo sono da determinarsi nella mi-

sura minima di 12 mq/ab calcolati con la densità di 100 mc/abitante All’interno dei lotti fondiari vanno individuati i parcheggi ad uso privato nella misura minima di 1 metro quadro per ogni 10 metri cubi di costruzione e, comunque, in misura non inferiore a 2 stalli per ogni unità abitativa; ogni stallo deve avere le dimensioni minime di mt 2.50 x mt 5.00, tale prescrizione può essere assolta anche con la realizzazione di autorimesse o piani pilotis.

A seguito di accoglimento di volumetria da crediti volumetrici, nella “Città Consolidata di recente formazione a bassa densità edilizia” la sommatoria della volumetria di base e del credito/bonus vo-lumetrico non può superare l’indice territoriale massimo di 1.00 mc/mq, calcolato sull'intero areale identificato in cartografia.

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PUC Tertenia 2015 Norme Tecniche di Attuazione Pagina 33 di 120

Art. 14 - Città di recente formazione a bassa densità edilizia La zona urbanistica Città di recente formazione a bassa densità edilizia presenta aree periurbane di recente formazione a bassa densità edilizia, interessate da edificazioni sparse in un contesto morfologico che potrebbe rappresentare il completamento del centro urbano di Tertenia. Questa zona rappresenta l’area preposta all’accoglimento delle volumetrie trasferite in seguito alle demolizioni e cessioni di aree della Città consolidata di antica e recente formazione, dell’Area di compensazione ecologica agricolo-urbana e di quelle cedute in corrispondenza delle aree di tutela dei beni storico-culturali. Le trasformazioni edilizie si realizzano mediante Piani attuativi, che dovranno prevedere la cessio-ne gratuita a favore del Comune, oltre che delle aree per gli standard, del 20% delle aree edificabili che rappresentano l’innesco dei meccanismi di trasferimento delle volumetrie dalle aree menziona-te in precedenza. Parte delle aree edificabili cedute possono essere utilizzate, con apposita delibera del Consiglio Comunale, per edilizia economica popolare e convenzionata . Ne consegue che è il Comune, con le finalità di ri-equilibrio dei diritti edificatori, che utilizza le aree acquisite in questa zona per poter compensare le aree liberate nelle varie zone interessate da o-perazioni di ricerca di aree da destinare a standard e aree di interesse pubblico. Per tale zona è previsto un indice territoriale massimo pari a 1,00 mc/mq e un indice territoriale in-centivante variabile da 0,10 a 0,25 mc/mq in funzione della volumetria trasferita; quest'ultimo rap-presenta un incentivo per i proprietari delle aree libere in questa zona a procedere alla redazione dei piani attuativi che ricevono cubatura da trasferimento e cedere al Comune aree edificabili ur-banizzate. L’edificabilità degli areali vuoti può avvenire solo a seguito di trasferimento di volumetria da altri lot-ti pari ad almeno il doppio della cubatura incentivante, in assenza della quale l'indice territoriale in-centivante non è applicabile. La densità edilizia massima di questa zona sarà desunta dalla sommatoria della volumetria deri-vante dall’applicazione dell’indice territoriale incentivante e dalla volumetria trasferita dalla Città Consolidata, dall’Area di compensazione ecologica agricolo-urbana e dalle aree di interesse stori-co-culturale, comunque con il limite dell’indice territoriale di 1mc/mq. L'amministrazione potrà indicare con giusta delibera di Consiglio Comunale le priorità in termini di spazi per servizi collettivi e le regole di partecipazione alle procedure di selezione per l’attribuzione delle quote di aree libere da attuare congiuntamente con le proposte di trasferimento di volumetria, coerentemente con i progetti di sviluppo territoriale che l'amministrazione porrà in essere. Modalità di redazione dei Piani attuativi

• La superficie minima di intervento e il perimetro del Piano attuativo sono da individuarsi in modo tale che le nuove viabilità vadano a completare ed integrare la viabilità esistente e i limiti di pia-no dovranno attestarsi con elementi geografici di immediata individuazione.

• I costi di attuazione degli interventi di urbanizzazione del piano attuativo sono a completo carico dei partecipanti è sono deducibili dai costi amministrativi di rilascio dei Permessi di Costruire.

• La viabilità interna al piano una volta attuato verrà ceduta gratuitamente al Comune, tali aree non entrano in contabilità per la determinazione delle cessioni di aree per standard.

• Indice territoriale incentivante: incrementabile da 0,10 a 0,25 mc/mq, come indicato nella tabella seguente " Indice territoriale incentivante incrementabile proporzionalmente al Volume ospitato"

• Indice territoriale massimo: 1,00 mc/mq • Rapporto di copertura 30% • Distanza dai confini m 5 • Distanza tra fronti finestrate 10 m • Possibilità di costruire in aderenza sui confini • Altezza massima dei fronti 8.50 mt • All’interno dei lotti fondiari vanno individuati i parcheggi ad uso privato, nella quantità minima di

1 metro quadro per ogni 10 metri cubi di costruzione e, comunque, in misura non inferiore a 2 stalli per ogni unità abitativa; ogni stallo deve avere le dimensioni minime di mt 2.50 x mt 5.00, tale prescrizione può essere assolta anche con la realizzazione di autorimesse o piani pilotis.

• Cessione del 20% delle aree edificabili al comune.

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PUC Tertenia 2015 Norme Tecniche di Attuazione Pagina 34 di 120

• Cessione delle aree per standard nella misura di 50 mq/abitante, cosi ripartiti: - istruzione S1= 5,00 mq/ab., - attrezzature di interesse comune S2= 10,00 mq/ab. - verde pubblico, parchi, gioco e sport S3 = 20 mq/ab. – - parcheggi pubblici da cedere al comune S4 = 15,00 mq/ab.

Credito volumetrico da trasferimento equivalente a un indice territoriale di mc/mq

Indice territoriale incentivante

Indice territoriale totale

0,20 0,10 0,30 0,30 0,15 0,45 0,40 0,20 0,60 0,50 0,25 0,75 0,60 0,25 0,85 0,70 0,25 0,95 0,75 0,25 1,00

Tabella 1 - Indice territoriale incentivante incrementabile proporzionalmente al volume ospitato A seguito di accoglimento di volumetria da crediti volumetrici, nella “Città Consolidata di recente formazione a bassa densità edilizia” la sommatoria del credito volumetrico e di tutte le eventuali al-tre premialità previste dalle presenti norme (incluso il volume da indice territoriale incentivante) non può superare l’indice territoriale massimo di 1.00 mc/mq, calcolato sull'intero areale identifica-to in cartografia. Nella Città di recente formazione a bassa densità edilizia si possono realizzare con titolo abilitativo diretto e con diverse declinazioni, le seguenti attività, sempre nel rispetto di quanto disposto dall’articolo 9 del DPR n. 380 del 2001 e sue eventuali successive modificazioni: a. Manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, interventi di restauro e di risanamento

conservativo, opere interne. b. Ristrutturazione edilizia con parziale o totale demolizione e ricostruzione per il miglioramento

dei parametri di qualità architettonica ed efficienza energetica con bonus volumetrico come all’articolo 5 delle presenti norme.

c. Cambio di destinazione d’uso di immobili esistenti, o parti funzionali di essi, da residenziale a turistico–ricettivo per la creazione di ricettività articolata su sistemi diffusi di albergo; le nuove destinazioni devono essere funzionali alla ricettività in senso stretto e ai servizi direttamente connessi, con ulteriore premialità del 10%.

d. Cambio di destinazione d’uso di immobili esistenti, o parti funzionali di essi, per la creazione di attività commerciali, artigianali e professionali compatibili con la residenza e le attività ricettive.

Nella Città di recente formazione a bassa densità edilizia bisogna rispettare le seguenti prescrizio-ni, anche nel caso di intervento edilizio su manufatti esistenti, tranne nei casi di manutenzione or-dinaria: • I supporti tecnologici a servizio della TV, impianti di climatizzazione e condizionamento, vanno

contenuti rispetto all’inquinamento visivo e in particolare le antenne TV non dovranno essere superiori a 1 per organismo edilizio cielo-terra e non possono apparire in nessuno dei 4 pro-spetti verticali ma solo sul quinto prospetto limitando al massimo l’inquinamento visivo.

• I supporti tecnologici all’impianto idrico devono essere contenuti in volumi tecnici coibentati e di qualità visiva e tecnologica consona al manufatto edilizio che li ospita.

• Gli impianti individuali per la produzione di energia da fonti rinnovabili devono essere posti sul quinto prospetto, integrati architettonicamente e funzionali all’uso diretto del manufatto su cui insistono. Sono sempre ammesse le pensiline fotovoltaiche a copertura di aree si sosta pubbli-che e private.

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Art. 15 – Area di compensazione ecologica agricolo-urbana Si tratta di un’area di contenimento dell’espansione urbana, finalizzata alla ricostituzione del pae-saggio agrario anche nelle sue forme derivanti dalle attività agricole periurbane (come il giardino e le attività ludico-ricreative), con la qualità architettonica definita nelle schede specifiche. L’area è soggetta a diverse restrizioni edificatorie soprattutto per i rischi di tipo idrogeologico e di rispetto stradale, pertanto è individuata come una zona speciale di coronamento del centro urbano dove è possibile insediare attività compatibili con il livello di vulnerabilità e i vincoli sovraordinati. In quest’area si favoriscono le attività di produzione agricola urbana (piccoli orti sociali, individuali, collettivi) finalizzati alle produzioni familiari, alla ricreazione, alla sperimentazione e alla didattica. La sua dimensione territoriale, superiore a quella degli ambiti urbani impermeabilizzati, è stabilita per garantire un rapporto fra territorio impermeabile e permeabile favorevole a quest’ultimo. All’interno di quest’area non è possibile realizzare nuove residenze. Nel rilascio dei permessi di costruzione, per le attività compatibili, il rapporto tra permeabilità e im-permeabilità dei terreni dovrà essere uguale o inferiore a un decimo; per questa ragione vengono favorite le realizzazioni di opere e manufatti con un alto rapporto di permeabilità e tendenti alla ri-proposizione del paesaggio agrario terteniese. Per garantire una corretta compensazione delle emissioni di biossido di carbonio nel rispetto dei paesaggi terteniesi, sarà promosso uno specifico progetto di gestione floro-vegetazionale dell'area. Nell’area di compensazione ecologica agricolo - urbana sono ammesse le seguenti attività: a. Manutenzione ordinaria e straordinaria. b. Demolizione di edifici esistenti e ricostruzione della cubatura demolita nella medesima area

con possibilità di conservare l’attuale destinazione d’uso, solo se al di fuori delle classi di ri-schio PAI Hg3-Hg4 e Hi3-Hi4. In caso venga proposta una demolizione all’interno di zone rica-denti all’interno delle anzi citate classi di rischio, alla demolizione deve seguire inderogabilmen-te il trasferimento della volumetria. Ai proprietari di fabbricati ricadenti in zone di rischio PAI Hg3-Hg4 e Hi3-Hi4, per le finalità di messa in sicurezza del territorio nel caso in cui venga de-molito l’intero fabbricato e l’area di sedime venga riqualificata e riconvertita agli usi agricoli, viene riconosciuta una premialità volumetrica pari al 40% della volumetria residenziale esi-stente. La volumetria demolita maggiorata del premio di cubatura del 40% rappresenta un credito volumetrico che può essere trasferito all’interno delle aree edificabili acquisite dal co-mune all’interno dell’area Città di recente formazione a bassa densità edilizia o in lotti reperiti autonomamente. Nel caso in cui sia compatibile con la normativa vincolistica sovraordinata, a un intervento di ricostruzione o ristrutturazione parziale si applicano tutte le norme per il miglio-ramento dei parametri di qualità architettonica ed efficienza energetica con bonus volumetrico come all’articolo 5 delle presenti norme. La demolizione con ricostruzione in loco potrà avveni-re solo nel rispetto dei parametri della zona agricola previsti dal DPGR n. 228 del 1994 e dall’articolo 26 della LR n. 8 del 2015, ed eventuali successive modificazioni. La concessione del bonus volumetrico previsto per la demolizione e ricostruzione degli edifici ricadenti nelle a-ree dichiarate ad elevata o molto elevata pericolosità idrogeologica potrà avvenire nel rispetto delle condizioni previste dall’articolo 38 della legge regionale n. 8 del 2015 ed eventuali suc-cessive modificazioni.

c. Insediamento di attività agricole, ittiche o silvo pastorali, con la possibilità di insediare locali a servizio della produzione che dovranno essere giustificati da un Piano aziendale elaborato in conformità con quanto normato nel successivo articolo 18.

Art. 16 – Aree per servizi generali Aree destinate alla realizzazione di edifici e attrezzature private e pubbliche per servizi di interesse generale. Ricadono in questa categoria: Polo culturale e tecnologico, Parco urbano attrezzato, Parco urbano fluviale, Parco minerario, Parco botanico, Giardini pubblici, Aree per lo sport, Struttu-re ricreative, Scuole dell’infanzia primarie e secondarie, Edifici amministrativi, Strutture per attivi-tà commerciali, Edifici religiosi, sanitari e impianti (quali depuratori, serbatoi, e simili), Aree portuali e militari. Le nuove edificazioni sono consentite mediante Piano Attuativo di iniziativa pubblica e/o misto pubblico-privato, con indice territoriale massimo pari a 0,20 mc/mq e i requisiti prestazionali pre-

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senti in queste N.T.A. L'indice territoriale è motivatamente incrementabile con delibera di consiglio comunale in ragione di salvaguardia di interessi pubblici. Le aree e gli edifici esistenti legittimamente realizzati assumono apposita destinazione d'uso e atti-vità compatibili con la destinazione di zona assegnata. Nel caso in cui l'area sia dotata di viabilità e urbanizzazione primaria completamente definita, sono possibili i seguenti interventi diretti su edifici esistenti, sempre nel rispetto di quanto disposto dall’articolo 9 del DPR n. 380 del 2001 e sue e-ventuali successive modificazioni: • manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, interventi di restauro e di risanamento

conservativo, opere interne, cambio di destinazione d’uso • ristrutturazione edilizia con parziale o totale demolizione e ricostruzione per il miglioramento

dei parametri di qualità architettonica ed efficienza energetica con bonus volumetrico come all’articolo 5 delle presenti norme.

I parametri urbanistico edilizi da rispettare, sia per gli interventi diretti sia per i Piani Attuativi, so-no: - indice territoriale massimo pari a 0,20 mc/mq; - rapporto di copertura max. 10%, ad esclusione dei servizi del centro urbano che mantengono

l'attuale rapporto di copertura; - altezza massima degli edifici h = m 7,50; - la distanza degli edifici dai confini di proprietà deve essere pari a m 5,00; - la distanza minima tra le pareti di edifici non potrà essere inferiore a m 10,00; - sono esclusi dal rispetto della distanza tra fabbricati i muri di cinta, i locali tecnici, i gazebo (e

gli arredi da giardino) aventi altezza al colmo inferiore a m 2,70; - inoltre sono escluse le opere di sistemazione del terreno, anche se realizzate sulle coperture di

locali seminterrati (tetto verde), purché la parte fuori terra non sia tuttavia superiore a m 1,00; - la viabilità principale di collegamento interno con la rete stradale di accesso all'area, deve ave-

re una larghezza minima di m 5,00. - distanza minima delle fronti finestrate dai confini, D = h/2 e comunque min. m 5,00; - distanza minima fra le fronti finestrate, D = h e comunque min. m 10. In tutte le aree per servizi generali sono ammessi interventi non solo compatibili con i vincoli so-vraordinati, ma orientati alla messa in sicurezza del territorio, con particolare riferimento ai rischi di natura idrogeologica. Nei comparti "Strutture ricreative e servizi di Sarrala", "Strutture ricreative e militari", "Parco botani-co", "Parco minerario", "Nuova area portuale", "Parco acquatico invaso Rio Corongiu" si interviene previo Piano Attuativo di iniziativa pubblica e/o misto pubblico-privato, ferma restando la possibilità di intervento sugli edifici esistenti così come definiti nel presente articolo.

Art. 17 - Aree industriali e commerciali Nell’area industriale sita a nord del centro urbano di Tertenia è consentito l’insediamento di piccole industrie, attività artigianali e commerciali. Si prevede un lotto minimo pari a 900 mq, indice territo-riale di mc/mq 1,50 con altezza massima pari a m 10,50. Nelle altre aree esistenti (classificate come centrali produzione inerti, cantiere e rimessaggio bar-che, area artigianale) è possibile mantenere le attuali destinazioni d’uso con possibilità di miglio-ramento delle attività produttive ed eventuali opere di urbanizzazione a carico dei proprietari, nel rispetto dei parametri generali per tutte le aree industriali, che si riportano di seguito:

- distanze minime dai fili stradali = m 10,00; - sono ammesse le costruzioni in aderenza sui confini; - distanza minima fra fronti finestrate dei manufatti m 10,00;

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Art. 18 – Aree agricole La parte di territorio ricondotta sotto la classificazione di zona agricola, al netto delle zone con pre-valente copertura a macchia compatta, è caratterizzata dall’alternanza di macro aree destinate prevalentemente a pascolo e di aree con un elevato frazionamento fondiario con forte presenza di preesistenze edilizie di tipo residenziale nella parte costiera. In queste ultime l’uso del suolo (come si evince dalla carta degli ecotopi) è caratterizzato da modeste aziende agricole atte a soddisfare perlopiù esigenze di tipo familiare; la conduzione dei fondi è caratterizzata dall’allevamento di ani-mali da cortile e colture tipiche del territorio quali piccoli oliveti, vigneti, frutteti e orti.

Obiettivi - Promuovere l’economia integrata (con progetti sostenuti anche dal parco culturale-

tecnologico) che per l’agricoltura significa promuovere un sistema economico complesso nel quale sono comprese oltre alla vendita dei prodotti alimentari, voci ormai non più estranee come: o riutilizzazione degli scarti per produzione di gas, di energia e concimi o turismo (ricettività e scuole per la coltivazione e conservazione dei prodotti) basato sulle

specificità del territorio e da attuarsi con: l’implementazione di ricettività diffusa in agro me-diante la promozione di piccoli consorzi, la vendita di prodotti agricoli locali e di prodotti tipi-ci preparati con l’utilizzo degli stessi (enogastronomia), la creazione di percorsi naturalistici e culturali (archeologia, tradizioni e quant’altro contraddistingua il territorio).

- Promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili - Salvaguardare, potenziare e integrare la redditività e produttività dei territori agricoli da attuare

attraverso la riqualificazione architettonica ed energetica degli edifici esistenti, la riqualificazio-ne ambientale e del paesaggio agrario

18.1 Classificazione del territorio agricolo Sulla base della direttiva regionale per le zone agricole (D.P.GR. 228/94) e degli studi agro-pedologici specifici, finalizzati a definire i gradi di salubrità, produttività, fertilità e compromissione degli ecotopi, il territorio agricolo viene suddiviso nelle seguenti sottozone:

• E1, aree caratterizzate da una produzione agricola tipica e specializzata; • E2, aree di primaria importanza per la produzione agricola per l’estensione, composizione e

localizzazione dei terreni; • E3, aree caratterizzate da un elevato frazionamento fondiario utilizzabile sia per scopi pro-

duttivi sia per scopi residenziali; • E4, aree caratterizzate dalla presenza di preesistenze insediative utilizzabili per la riorga-

nizzazione e riqualificazione dei centri rurali; • E5, aree marginali da sorreggere con azioni adeguate di stabilità ambientale. Per tutte le sottozone occorre rispettare i seguenti parametri edilizi: - altezza massima degli edifici h. = m 7,00 ; - distanze minime dai fili stradali = m 15,00 ; - ammessa la costruzione in aderenza agli altri confini; - distanza minima fra fronti finestrate di abitazioni m 10,00; - distanza minima delle abitazioni dai ricoveri animali m 15,00: - distanza minima delle abitazioni dalle concimaie m 25,00.

18.2 Sottozone E1, E2, E3 Nelle sottozone E1, E2, E3 l’edificazione è consentita soltanto se necessaria alla conduzione del fondo, all’esercizio delle attività agricole e di quelle ad esse connesse, verificate attraverso la re-dazione da parte di tecnico abilitato in materia agraria di Piano di Utilizzazione Aziendale (P.U.A.). Il P.U.A. dovrà essere redatto secondo quanto previsto nel successivo paragrafo ad esso dedicato e comunque dovrà essere coerente a tutte le seguenti condizioni: - l’edificazione per fini residenziali è consentita unicamente agli imprenditori agricoli e alle azien-

de svolgenti effettiva e prevalente attività agricola; - la residenza potrà essere realizzata solo se strettamente correlata alla conduzione del fondo

per guardiania e numero di giornate lavorative. A questo scopo il richiedente deve presentare

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un piano di utilizzazione aziendale con un reddito minimo di 20.000 € annui e impegnare per 15 anni il fondo al dettato del Piano di Utilizzazione Agricola presentato;

- in tutti i casi le abitazioni realizzate non potranno avere una volumetria superiore ai 300 mc, con una superficie minima non inferiore a quanto prevista per gli alloggi delle case di edilizia economica e popolare;

- il volume realizzabile è, in ogni caso, calcolato utilizzando esclusivamente la superficie effettiva del fondo sul quale si edifica, ferma la possibilità di utilizzare particelle catastali contigue;

- la dimensione minima del lotto su cui poter costruire la residenza dipende dal tipo di attività (colture, allevamenti ecc.) ed è rappresentato da un’estensione variabile (comunque non infe-riore a 3 Ha) relativa alle colture presenti sul fondo e capaci di garantire all’unità aziendale un programma di utilizzazione agricola aziendale di 20.000 € annui (lotto funzionale);

- è ammessa la possibilità di raggiungere la superficie minima di intervento con l’utilizzo di più corpi aziendali che, in caso di edificazione a fini residenziali, devono essere contigui;

- il dimensionamento degli annessi agricoli dipende direttamente dalle risultanze del piano di uti-lizzazione aziendale e, in questo caso, la superficie minima di intervento è pari a 1 Ha, rag-giungibile anche con più corpi aziendali non contigui purché asserviti in modo assoluto al fondo su cui insistono gli annessi e ricadenti nella medesima unità di paesaggio;

- il lotto funzionale in cui è possibile richiedere il permesso di costruire è realizzabile anche in forma plurima (società consorzio, associazione cooperativa ecc.) purché le abitazioni previste siano inderogabilmente una per ogni 20.000 € di reddito prodotto dall’azienda (le frazioni non costituiscono titolo) e che il piano di utilizzazione aziendale contempli la necessità di più pre-senze per la conduzione aziendale.

Qualora gli annessi agricoli non dovessero ospitare macchinari o tecnologie specifiche, ma fossero richiesti per la sola utilizzazione di una conduzione contadina arcaica (nel caso cioè in cui non ci siano acquisti specifici di macchinari per la lavorazione o la trasformazione dei prodotti), gli annes-si agricoli non potranno superare i 30 metri quadri per ogni 10.000 mila metri quadri di terreno ed un’altezza massima di 3,20 metri lineari calcolata alla gronda. Tali manufatti devono essere realiz-zati con copertura a tetto. Le volumetrie necessarie devono essere definite in funzione del Piano di Utilizzazione Aziendale, con i seguenti limiti degli indici fondiari: • 0,03 mc/mq per le residenze; • 0,20 mc/mq per le opere connesse all’esercizio di attività agricole e zootecniche di stretta

pertinenza aziendale quali stalle, magazzini, silos, capannoni e rimesse. Con deliberazione del Consiglio comunale, sulla base di apposito P.U.A., gli indici fondiari massimi potranno essere elevati fino a:

- 0,10 mc/mq per punti di ristoro, attrezzature ed impianti di carattere particolare, che per la loro natura non possono essere localizzati in altre zone omogenee;

- 0.50 mc/mq in presenza di particolari esigenze aziendali, purché le opere siano ubicate ad una distanza dal perimetro urbano di 500 m

Per i punti di ristoro devono intendersi i bar, i ristoranti e le tavole calde, cui possono essere annesse, nonché di dimensioni limitate, altre strutture di servizio relative a posti letto nel numero massimo di venti e ad attività sportive e ricreative. Inoltre, con deliberazione del Consiglio comunale, si possono realizzare impianti di interesse pub-blico quali cabine elettriche, centrali telefoniche, stazioni di ponti radio, ripetitori e simili, con un in-dice fondiario massimo pari a 1,00 mc/mq.

18.3 Piani di utilizzazione aziendale

1. Le aziende agricole singole e/o associate, possono presentare al comune un Piano di Utilizza-zione Aziendale (P.U.A.).

2. Il PUA è sottoscritto da un dottore agronomo forestale, o da un perito agrario, debitamente abi-litato, nei limiti delle rispettive competenze professionali, che assevera: a. la verifica dei presupposti agronomici e/o forestali; b. la verifica degli aspetti paesistico - ambientali ed idrogeologici;

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c. la verifica di coerenza e di compatibilità con i piani sovraordinati generali e di settore. 3. Il P.U.A. contiene:

a. una descrizione dello stato attuale dell’azienda; b. una descrizione degli interventi programmati per lo svolgimento dell'attività agricola e delle

attività connesse, nonché degli altri interventi previsti per la tutela e la valorizzazione am-bientale;

c. l'individuazione dei fabbricati esistenti e l'individuazione dei fabbricati presenti nell'azienda ritenuti non più rispondenti alle finalità economiche e strutturali descritte dal programma;

d. una descrizione dettagliata degli interventi edilizi necessari a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dell'imprenditore agricolo, nonché a potenziare le strutture produttive con l'indi-cazione dei fabbricati da realizzare e dei terreni agricoli collegati agli stessi.

4. Il P.U.A. può comprendere una pluralità di aree non contigue, purché esse siano funzionali al-le finalità del Piano di Utilizzazione e ricadano nella stessa unità di paesaggio.

5. Il P.U.A. si realizza attraverso un’apposita Convenzione stipulata con il Comune, che stabilisce in particolare l’obbligo per il richiedente di: a. effettuare gli interventi previsti dal programma, in relazione ai quali è richiesta la realizza-

zione di nuove costruzioni rurali; b. non modificare la destinazione d'uso agricola delle costruzioni esistenti o recuperate ne-

cessarie allo svolgimento delle attività agricole e di quelle connesse; c. non modificare la destinazione d'uso agricola delle nuove costruzioni rurali per almeno

quindici anni dalla data di ultimazione dei lavori, salva la redazione di un nuovo P.U.A. che giustifichi la nuova destinazione d’uso;

d. non alienare separatamente dalle costruzioni il fondo alla cui capacità produttiva sono riferi-te le costruzioni stesse;

e. asservire le edificazioni ai terreni alla cui capacità produttiva esse si riferiscono. 6. Il vincolo di destinazione d'uso di cui al comma 5, lettere b) e c) è trascritto in apposito Registro

Urbanistico Comunale. 7. In caso di cambiamento di piano aziendale, derivato dalle mutate condizioni di mercato o di at-

titudine dei conduttori, sono permesse solo le trasformazioni degli annessi agricoli, favorendo la riutilizzazione dei manufatti esistenti.

Nel caso in cui la struttura tecnica comunale competente non abbia in organico le figure esperte necessarie, il Comune può avvalersi di esperti esterni dottori agronomi forestali o periti agrari per l’ottenimento di un parere preventivo.

18.4 Norme speciali per le sottozone E3 ed E4 - Ricettività turistico - rurale In queste aree va favorita la creazione di un nuovo modello di turismo integrato che faccia da vo-lano a tutte le potenzialità economiche del territorio, destagionalizzando l’afflusso turistico median-te un’offerta non esclusivamente balneare. Questo nuovo modello basato sulla organizzazione di servizi e di ricettività diffusa deve tassativamente prevedere la riqualificazione del paesaggio per renderlo punto di forza e non di debolezza. Come già evidenziato negli obiettivi riportati in questo articolo, alla base del nuovo modello di svi-luppo turistico è la creazione di una ospitalità diffusa mediante la promozione di piccoli consorzi tu-ristico - rurali. Tale obiettivo persegue due esigenze fondamentali della comunità Terteniese: la prima è quella del recupero dell’edificato esistente in un’ottica di interesse pubblico mediante la conversione degli edifici in strutture ricettive e di servizio; la seconda è quella di creare una im-prenditorialità turistica diffusa a tutta la comunità in modo tale da ridistribuire equamente la ric-chezza prodotta. All'interno di queste sottozone, caratterizzate da un elevato frazionamento fondiario, sono presenti porzioni territoriali maggiormente compromesse: si tratta principalmente di quelle aree individuate dal P.P.R. come nuclei di case sparse o insediamenti turistici. In queste aree si possono proporre piccoli centri rurali a vocazione agricolo - turistica, purché riacquisiscano i valori ambientali (energia, smaltimenti ecc.) e conseguano valori architettonici e paesaggistici comunque più elevati di quelli esistenti. In questi nuclei si interviene mediante Piano di Riqualificazione (P.d.R.), piano attuativo ai sensi della Legge Regionale 22 dicembre 1989, n. 45 e delle Linee Guida per l’adeguamento dei P.U.C.

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al P.P.R., applicando i contenuti degli articoli di queste N.T.A. relativi ai requisiti prestazionali e alla qualità architettonica. I piani e i progetti da redigere possono essere d’iniziativa privata o pubblica con il fine di persegui-re obiettivi di valore sociale e collettivo con elevata qualità paesaggistica, ecologico - ambientale e urbanistico - architettonica. Il Piano, qualora sia d’iniziativa privata deve prevedere un’intesa fra tutti i proprietari o aventi diritto delle unità aziendali aderenti al Piano, che si realizza in una idonea figura giuridica (società agrico-la e/o cooperativa, o similari). I Piani di Riqualificazione devono individuare, con modalità partecipative, i perimetri da sottoporre a piano attuativo, con i parametri urbanistico - edilizi espressi più avanti, in relazione alle possibilità di accorpamento dei fondi (fabbricati e relativi lotti di pertinenza) e di una progettazione organica di servizi (compresa la ricettività) e residenze. Il fine è quello di migliorare la qualità anche di piccoli e medi ambiti di paesaggi attraverso progetti di dettaglio degli arredi urbani e dei giardini delle unità immobiliari. I permessi di costruire (completamenti, nuove costruzioni, ristrutturazioni ecc.) saranno rilasciati successivamente alla sottoscrizione di atti d’obbligo e relativa fidejussione con la quale ci si impegna a garantire l’esecuzione nei tempi previsti dal permesso di costruire. Trattandosi di aggregati di manufatti esistenti non sono soggetti al lotto minimo ma al lotto funzio-nale; i cambi di destinazione d’uso sono ammissibili solo per attività inerenti il reddito agricolo di-retto (produttivo) o indiretto (ricettività e servizi). I partecipanti al piano di riqualificazione dovranno cedere gratuitamente le aree per la realizzazione delle opere di urbanizzazione, di servizi e arredo urbano. Nei nuclei di riqualificazione proposti nella sottozona E3 l’indice di edificabilità previsto per tutte le attività consentite è di 0.03 mc/mq. Il P.d.R., può prevedere l’innalzamento dell’indice fino ad un massimo di 0.10 mc/mq per dotare il Centro Rurale di servizi necessari alle finalità turistico - rurali, purché questo nuovo indice sia realizzato attraverso la sostituzione o riqualificazio-ne/ristrutturazione di edifici esistenti. Va comunque verificato, nel complesso del perimetro del PdR, il rispetto dell’indice fondiario e del lotto minimo di intervento (pari a 3 Ha) previsto dal DPGR n. 228 del 1994 e dall’articolo 26 della legge regionale n. 8 del 2015, oltre al rispetto dei requisiti soggettivi (imprenditore agricolo o azienda svolgente effettiva e prevalente attività agricola).; Viene trascritto il vincolo di inedificabilità residenziale sulle aree asservite al P.d.R.. I cambi di destina-zione d’uso ammissibili, debitamente descritti per qualità e quantità nel piano di sviluppo aziendale redatto secondo le stesse regole del PUA, sono tutti quelli previsti dalle leggi e direttive in vigore (agriturismo, punti di ristoro, turismo rurale), tra cui:

• Affittacamere, in comune con la residenza del conduttore del fondo; • Agriturismo • Punti di ristoro • Fattorie didattiche • Locali di servizio per attività ludiche, ricreative, escursionistiche e similari, connessi

all’attività agricola o alla gestione dei beni paesaggistici • Attrezzature culturali connesse all'attività agricola

I cambi di destinazione d’uso, sopraelencati, comportano tassativamente la trascrizione di vincolo di non modificabilità della destinazione d’uso in apposito registro urbanistico comunale; sono sem-pre ammessi i cambi tra gli usi sopra elencati. Gli edifici esistenti in zona agricola (alla data di entrata in vigore del P.U.C.), utilizzati in difformità con le norme previste nel precedente strumento urbanistico, possono essere inserite in programmi e piani di riqualificazione purché rispondano alle caratteristiche, ai dimensionamenti e alle destina-zioni d’uso sopraelencate. In mancanza di questi requisiti dovranno provvedere a che:

• l’abitazione sia asservita ad un fondo con un Piano di Utilizzazione Agricola che garantisca un reddito di 20.000 € l’anno;

• l’abitazione abbia una classificazione energetica B (attuata o da attuare) Se il manufatto è inserito o inseribile in un piano di riqualificazione partecipa, secondo la sua quota parte, alla riqualificazione fisica, energetica e paesaggistica del comprensorio in cui ricade. Accertati gli elementi suddetti e accertatene le condizioni, le abitazioni possono essere rinnovate, fino alla demolizione e ricostruzione, con il vincolo di non superare le superfici lorde utili esistenti, salvo un aumento, per una sola volta, del dieci per cento delle sole superfici con destinazione resi-denziale per motivi di adeguamento igienico sanitario.

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Gli edifici ubicati nelle fasce di rispetto stradale, in caso di demolizione e ricostruzione devono es-sere edificati nello stesso lotto e nel rispetto della normativa generale. Nella sottozona E4 "Nucleo rurale di Barisoni" l'indice di edificabilità previsto è di 0.03 mc/mq o pa-ri all'esistente. Il P.d.R., può prevedere l’innalzamento dell’indice fino ad un massimo di 0.20 mc/mq per dotare il Centro Rurale di servizi necessari alle finalità turistico - rurali purché questo nuovo indice sia realizzato attraverso la sostituzione o riqualificazione/ristrutturazione di edifici esi-stenti. Nella sottozona E4, sono direttamente attuabili senza P.d.R. gli interventi di: manutenzione ordina-ria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia nonché le demoli-zioni e ricostruzioni nel rispetto di tutto ciò che viene prescritto nelle presenti NTA in relazione alla qualità paesaggistica, ambientale e architettonica.

18.5 Sottozone E5 - Salvaguardia paesaggistico - ambientale Per la sottozona E5 sono ammessi solo attività e interventi di rinaturalizzazione o agro-silvo-pastorali, condotte con i criteri e i metodi dell’agricoltura estensiva a cicli naturali e piantumazioni autoctone. In caso di eventuali sistemazioni è fatto obbligo l’uso delle tecniche proprie dell’ingegneria naturalistica. Sono ammessi solo annessi agricoli necessari alla conduzione del fondo da parte di imprenditori agricoli o aziende svolgenti effettiva e prevalente attività agricola, certificati da un P.U.A. redatto secondo le modalità dei precedenti paragrafi. Il dimensionamento degli annessi agricoli dipende direttamente dai risultati del piano di utilizzazione aziendale, ma comunque non può superare l'in-dice fondiario di 0,10 mc/mq. La superficie minima di intervento è pari a 1,5 Ha, raggiungibile anche con più corpi aziendali non contigui purché asserviti in modo assoluto al fondo su cui insistono gli annessi e ricadenti nella medesima unità di paesaggio. Il volume realizzabile è, in ogni caso, calcolato utilizzando esclusivamente la superficie effettiva del fondo sul quale si edifica, ferma la possibilità di utilizzare particelle catastali contigue.

Art. 19 - Area agricolo-paesaggistica contrassegnata dalle linee di crinale Nell’organizzazione del P.U.A. le zone di crinale rappresentano degli indubbi punti d’interesse per la capacità attrattiva di percorsi e soste. Pertanto la norma, da applicare ai crinali segnati sulle car-te della disciplina urbanistica del PUC e a tutti i crinali al di sopra dei 300 metri s.l.m., prevede :

a. l’assoluta inedificabilità sulla fascia di crinale determinata dalle aree che si trovano fino a una quota inferiore di m 30 s.l.m. rispetto alle linee di crinale rappresentate nella cartografia della disciplina urbanistica del PUC. Nell’inedificabilità assoluta sono comprese tettoie, ga-zebi e strutture anche mobili e temporanee; sono ammessi solo per i ripari temporanei om-brelloni anche di grandi dimensioni (ombrelloni da mercato) purché non abbiano attacchi a terra stabili;

b. eventuali chioschi necessari per l’esercizio del ristoro e della sosta potranno essere ospitati nelle aziende agricole o nei pianori sottostanti a non meno di 30 metri di quota dalla linea di crinale; in tutti i casi il progetto, provvisto di adeguata dimostrazione plano-altimetrica del rispetto della suddetta norma, dovrà essere redatto in modo tale da rendere perfettamente inserito il manufatto nell’ambiente circostante per dimensione, materiali usati e impatti igie-nico-sanitari. Il chiosco non può superare la superficie di mq 30 inclusi i servizi igienici per il pubblico, con un’altezza massima di m 3,20 al colmo di copertura;

c. eventuali parapetti protettivi di percorsi e belvedere lungo la linea di crinale possono essere realizzati esclusivamente con materiali e sistemi leggeri a bassissimo impatto strutturale e percettivo

d. nelle aree ad uso civico si possono realizzare strutture architettoniche stabili adibite a bel-vedere e punto ristoro, anche con convenzioni pubblico-privato.

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Art. 20 - Aree turistico-residenziali Le zone F sono quelle parti di territorio a vocazione turistica con strutture utilizzate in linea di mas-sima stagionalmente. L’individuazione di dette aree all’interno del PUC riprende l’ubicazione delle zone F del precedente strumento Urbanistico (PRG) rimodulandone l’estensione in base alla pre-senza di urbanizzazioni e limiti geografici. All’interno dei perimetri di zona si denota un impianto urbanistico immediatamente riconoscibile, derivante da processi edificatori nati a partire dalla fine degli anni 60 del secolo scorso. All’interno dei perimetri di zona troviamo gli assi viari pubblici dotati di urbanizzazione primaria (fo-gnature, rete idrica, illuminazione pubblica) su cui si sono sviluppati vari nuclei edificati, piani di lot-tizzazione convenzionati, realizzati e in fase di attuazione, e aree con tessuto edificato rado. A seguito di tali processi insediativi la ricettività turistico-residenziale, prevalentemente stagionale, si è sviluppata con carenza di servizi per il turismo e la comunità locale, spesso con manufatti e in-sediamenti di bassa qualità architettonica e forte impatto nel contesto paesaggistico. Le presenti NTA e la relativa cartografia di Piano hanno come obbiettivo principale quello di rior-ganizzare l’impianto urbanistico di dette aree mediante processi di riqualificazione e completamen-to, utilizzando la cubatura e il relativo suolo per il potenziamento dell’offerta turistica elevandone la qualità. NORME COMUNI A TUTTI I COMPARTI Nelle aree a destinazione turistica residenziale, potenzialmente trasformabili e ricadenti nella fa-scia dei 300 metri dalla linea di battigia marina, potranno prevedersi esclusivamente interventi di demolizione/ricostruzione in loco o con spostamento, come previsto dagli articoli 38 e 39 della leg-ge regionale n. 8 del 2015, escludendosi esplicitamente la possibilità di volumetrie aggiuntive." Nelle aree a destinazione turistica residenziale, potenzialmente trasformabili e ricadenti all’interno dei beni paesaggistici “Falesie e versanti costieri ad alta energia e Sistemi di spiaggia", si applica quanto previsto dagli articoli 26, 27 e 28 delle NTA del PPR. In particolare è vietato: a) l’accesso motorizzato, nonché i flussi veicolari e pedonali incompatibili con la conservazione

delle risorse naturali; b) il transito di mezzi motorizzati sui litorali e sui complessi dunari; c) le asportazioni di materiali inerti; d) le coltivazioni agrarie e rimboschimenti produttivi, ad eccezione dei vigneti storici. Inoltre le installazioni temporanee devono preservare le condizioni del suolo e della vegetazione, al fine di evitare la trasformazione degli arenili ed il pregiudizio della vegetazione psammofila fatto-re di stabilità della duna. Nelle aree a destinazione turistica residenziale, potenzialmente trasformabili e ricadenti all’interno della fascia costiera, oltre alle prescrizioni di cui all’articolo 15 delle NTA e a quelle dei singoli beni paesaggistici ricadenti all’interno della sua perimetrazione, sono vietate le nuove strade extraurba-ne di dimensioni superiori a due corsie, fatte salve quelle di preminente interesse statale e regio-nale." Nei territori compresi nella fascia dei 1.000 metri dal mare, ai sensi dell’articolo 4 del Decreto As-sessoriale n. 2266/U del 1983, dovranno essere computati tutti i volumi, salve le specifiche ecce-zioni. Nella cartografia generale di piano vengono individuati per ogni comparto F i nuclei insediativi di prima formazione, i piani attuativi convenzionati e le aree libere per nuovi insediamenti. In sovrapposizione a tale suddivisione generale vengono indicate, in un’ottica sistemica di assetto urbano, le destinazioni di dettaglio (da rispettare tassativamente in fase di redazione dei futuri piani attuativi) delle aree a parco (Fp) e per servizi pubblici (Fs) e delle restanti aree in cui realizzare i volumi residenziali e/o ricettivi (FTr). Le aree a parco (Fp) in linea di massima sono state individuate a ridosso della fascia costiera e rappresentano una risorsa strategica, che attraverso progetti di dettaglio mirati alla riqualificazione paesaggistica, vanno a perseguire due obbiettivi principali, il primo è quello di creare una zona di rispetto tra la costa e l’edificazione, il secondo è quello di creare un parco fruibile alla collettività. Allo stato attuale tali aree, totalmente di proprietà privata, sono utilizzate in vario (modo agricoltura, giardini privati con accesso diretto alla costa, etc.) e nella stragrande maggioranza sono tutte attivi-tà che stanno compromettendo l’aspetto paesaggistico ed impoverendo la risorsa importante per la comunità e lo sviluppo turistico.

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L’ipotesi progettuale è quella di acquisire al patrimonio pubblico, mediante la cessione degli stan-dard in fase attuativa, tutte quelle aree ancora libere da edificazione per potervi progettare unita-riamente la riqualificazione e la dotazione di infrastrutture atte a perseguire gli obbiettivi di piano. Il parco attrezzato, da realizzarsi negli areali retrodunali lungo la fascia costiera, ha il fine di innesca-re processi ecologici per la protezione e il mantenimento delle dune residuali e delle essenze ve-getali autoctone, con possibilità di realizzazione di percorsi e viabilità ciclo-pedonale non invasiva quali sentieri in sterrato con finitura antipolvere in terra stabilizzata, selciati a secco e passerelle in legno. Le aree a servizi pubblici (Fs), sono state individuate lungo la viabilità esistente, tale indicazione pianificatoria ha lo scopo di concentrare eventuali volumi destinati esclusivamente a servizi pubbli-ci (socio-sanitari, commercio, uffici, locali di svago etc.) lungo le arterie viarie. Su tali aree, in fase di redazione dei piani attuativi, si dovrà prevedere tassativamente la cessione per l’allargamento della viabilità esistente, nella misura in cui la stessa abbia una sede stradale completa di marciapiede con viale alberato (non inferiore a 3 metri almeno su un lato) e pista ci-clabile (non inferiore a 2 metri). Nel caso in cui fossero necessarie maggiori superfici da destinare a servizi, questi potranno essere individuati anche nelle aree destinate alle attività turistico - residenziali (FTr). Le aree destinate all’ubicazione dei volumi residenziali e/o ricettivi (FTr) dovranno essere progetta-te in modo tale che le edificazioni si inseriscano nel contesto paesaggistico con un carattere di congruità e continuità con l’edificato in essere, mantenendo un rapporto volumetrico paritario, con-traddistinto da unità edilizie con dimensioni volumetriche simili a quelle già esistenti nel contesto; evitare composizioni a schiera e inserire i volumi in modo puntiforme potendo così creare cunei verdi di mitigazione. I Piani di Lottizzazione convenzionati alla data di entrata in vigore del PUC, devono essere completati secondo i progetti approvati, ferma restando la facoltà (ma senza alcun obbligo per l'amministrazione comunale) di poter rideterminare le aree di cessione e la localizzazione dei ser-vizi secondo le indicazioni del PUC. In ogni caso i relativi certificati di agibilità sono condizionati al completamento delle opere di urba-nizzazione e al formale trasferimento delle aree da cedere al comune secondo le convenzioni fir-mate. Eventuali proroghe alle convenzioni o varianti sostanziali al progetto si dovranno conformare agli indirizzi dettati dalle presenti norme. In particolare il rinnovo o proroga delle convenzioni sarà con-dizionato al completamento delle opere di urbanizzazione previste, attuate anche per stralci fun-zionali; il rilascio dei nuovi titoli abilitativi per la realizzazione dei volumi previsti sarà subordinato alla stipula di idonea fidejussione a garanzia. Ferma restando l’entità della volumetria prevista nel piano di lottizzazione, il rinnovo e/o la proposta di varianti sostanziali dovrà prevedere un adegua-mento a quanto previsto dalle presenti NTA e nello specifico: - Rimodulazione delle aree di cessione con la finalità di adeguarsi alle indicazioni previste dalle

presenti norme in modo tale da omogeneizzare l’impianto urbanistico del comparto alla zoniz-zazione del PUC.

- Destinazione del 50% delle volumetrie ancora da realizzarsi a servizi turistici (ricettivi, com-merciali e servizi in genere).

- Possibilità di proporre, senza nessun aggravio in termini economici per l’Ente e mediante ap-positi accordi di programma, la cessione di nuove aree e/o la realizzazione di opere a servizio della comunità in termini di servizi pubblici o riqualificazione paesaggistico-ambientale, in cam-bio di premialità volumetriche fino ad un massimo del 20% della volumetria assentita, comun-que entro gli indici massimi consentiti per la zona. I siti per le opere oggetto di accordo di pro-gramma sono da individuarsi all’interno delle zone reputate strategiche dal presente strumento urbanistico, ossia zone Fp, zone Fh e zone Ti/Tc.

In tutti i nuclei ed aggregati edilizi esistenti si interviene mediante Piano di Riqualificazione ai sensi della Legge Regionale 22 dicembre 1989, n. 45 e delle Linee Guida per l'adeguamento dei PUC al PPR. La condizione generale è che si provveda al miglioramento della qualità architettoni-ca e del contesto paesaggistico in un'ottica di sostenibilità ambientale e paesaggistica, attraverso piani e programmi di riassetto e riqualificazione degli insediamenti esistenti anche nella fascia co-stiera. I piani e i progetti possono essere di iniziativa privata o pubblica, al fine di perseguire obiet-

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tivi di elevata qualità paesaggistica, ecologico-ambientale e urbanistico-architettonica, in linea con i requisiti di qualità architettonica e prestazionali espressi nelle presenti NTA. All'interno di tali Piani di Riqualificazione deve essere incentivata la realizzazione di servizi, soprattutto mediante il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente riconvertito per le nuove destinazioni d'uso, in convenzione con l'ente pubblico. I perimetri all'interno delle zone omogenee da sottoporre a piano attuativo, devono essere indivi-duate con modalità partecipative in funzione delle possibilità di aggregazione dei fondi e di una progettazione organica di residenze e servizi. I nuovi piani di lottizzazione a carattere residenziale devono prevedere almeno il 50% della volu-metria realizzabile destinata a servizi pubblici. Tutti gli interventi edificatori dovranno conformarsi ai requisiti prestazionali di qualità paesaggistico-ambientale-architettonica previsti nelle presenti norme e soprattutto dovranno prevedere un’alta compatibilità ambientale mediante:

- recupero e stoccaggio delle acque piovane - riduzione dell’impermeabilizzazione dei suoli - impianti di depurazione ad alta compatibilità ambientale - utilizzo di fonti rinnovabili

PARAMETRI TECNICO-URBANISTICI Le volumetrie disponibili per tutte le aree turistico-residenziali sono determinate dal calcolo degli abitanti insediabili in base allo sviluppo della linea di costa, dimezzate del 50% in adeguamento al disposto dell'art. 6 della L.R. 08/2004, e detratto l'edificato esistente e pianificato; pertanto risulta:

- Volume totale derivante dallo studio di disciplina mc 368.970 - Volumetrie pianificate con i Piani di Lottizzazione convenzionati mc 159.976 - Volumetrie esistenti e legittimamente realizzate mc 90.303 - Monte volumetrico realizzabile mc 118.691

Sono stati individuati 5 comparti; i primi tre contraddistinguono la macro zona F che si sviluppa lungo la costa dalla località Aleri-Foxi Manna alla località Abba Urci, il quarto individua la zona F relativa alla zona Torre S.Giovanni-Foxi Murdegu, il quinto in località Barisoni è contraddistinto dai 3 piani di lottizzazione convenzionati relativi al precedente strumento urbanistico (su quest’ultimo comparto non si prevedono nuove aree turistiche oltre a quelle già pianificate). Il volume totale realizzabile pari a mc 118.691 , è ripartito con le seguenti percentuali: Comparto turistico residenziale Percentuale

di ripartizione Volume

assegnato in mc Comparto F.1 (Aleri – Foxi Manna) 38% 45.102

Comparto F.2 (Zinnibiri Mannu – Foxi Manna) 3% 3.561

Comparto F.3 (Abba Urci) 14% 16.617

Comparto F.4 (Torre San Giovanni-Foxi Murdegu) 45% 53.411

Comparto F.5 (Barisoni) 0% 0

TOTALE 100% 118.691

Tabella 1 - Ripartizione del monte volumetrico tra i comparti turistico residenziali Nella tabella 2 riportata di seguito è descritto il dettaglio delle ripartizioni.

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Comparto F1 (Aleri - Foxi Manna) 38%

Sub zona Superficie ter-ritoriale (mq)

Volumi esistenti (mc)

Volumi conven-zionati (mc)

Volumi asse-gnati (mc)

Sub volumi to-tali (mc)

Indice territo-riale (mc/mq)

F1Rq 152.325 34.252 0 6.000 40.252 0,26

F1Lc 242.651 0 43.391 0 43.391 0,18

F1Tr 294.482 7.180 0 39.102 46.282 0,16

Totale 689.458 41.433 43.391 45.102 129.926 0,19

Comparto F2 (Zinnibiri Mannu - Foxi Manna) 3%

Sub zona Superficie ter-ritoriale (mq)

Volumi esistenti (mc)

Volumi conven-zionati (mc)

Volumi asse-gnati (mc)

Sub volumi to-tali (mc)

Indice territo-riale (mc/mq)

F2Rq 42.157 19.535 0 2.000 21.535 0,51

F2Lc 179.938 0 27.878 0 27.878 0,15

F2Tr 15.754 0 0 1.561 1.561 0,10

Totale 237.850 19.535 27.878 3.561 50.974 0,21

Comparto F3 (Abba Urci) 14%

Sub zona Superficie ter-ritoriale (mq)

Volumi esistenti (mc)

Volumi conven-zionati (mc)

Volumi asse-gnati (mc)

Sub volumi to-tali (mc)

Indice territo-riale (mc/mq)

F3Rq 55.121 4.387 0 2.000 6.387 0,12

F3Lc 136.919 0 23.353 0 23.353 0,17

F3Tr 101.208 699 0 14.617 15.316 0,15

Totale 293.248 5.087 23.353 16.617 45.056 0,15

Comparto F4 (Torre - Foxi Murdegu) 45%

Sub zona Superficie ter-ritoriale (mq)

Volumi esistenti (mc)

Volumi conven-zionati (mc)

Volumi asse-gnati (mc)

Sub volumi to-tali (mc)

Indice territo-riale (mc/mq)

F4Rq 103.898 23.914 0 4.000 27.914 0,27

F4Lc 308.387 0 59.949 0 59.949 0,19

F4Tr 418.131 60 0 49.411 49.471 0,12

Totale 830.416 23.974 59.949 53.411 137.334 0,17

Comparto F5 (Barisoni) 0%

Sub zona Superficie ter-ritoriale (mq)

Volumi esistenti (mc)

Volumi conven-zionati (mc)

Volumi asse-gnati (mc)

Sub volumi to-tali (mc)

Indice territo-riale (mc/mq)

F5Rq 0 0 0 0 0 -

F5Lc 35.579 276 5.405 0 5.680 0,16

F5Tr 0 0 0 0 0 -

Totale 35.579 276 5.405 0 5.680 0,16

Totale comparti

Sub zona Superficie ter-ritoriale (mq)

Volumi esistenti (mc)

Volumi conven-zionati (mc)

Volumi asse-gnati (mc)

Sub volumi to-tali (mc)

Indice territo-riale (mc/mq)

F Rq 353.501 82.089 0 14.000 96.089 0,27

F Lc 903.475 276 159.976 0 160.252 0,18

F Tr 829.575 7.939 0 104.691 112.630 0,14

Totale 2.086.551 90.303 159.976 118.691 368.970 0,18

Tabella 2 - Dettaglio delle ripartizioni del monte volumetrico tra i comparti turistico residenziali I parametri edilizi sono i seguenti:

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PUC Tertenia 2015 Norme Tecniche di Attuazione Pagina 46 di 120

- Indice fondiario massimo pari a mc/mq 0,75 con altezza massima pari a m 7,00 (max due piani fuori terra).

- Cessione del 20% dei lotti edificabili residenziali al patrimonio pubblico da utilizzare per meccanismi di perequazione, fermo restando l’obbligo di cessione al comune del 30% delle aree per servizi collettivi; la cessione del 20% non si applica nel caso in cui si realizzino e-sclusivamente volumi destinati a servizi turistici

- Tutti gli oneri derivanti dai piani attuativi per la riqualificazione e le urbanizzazioni saranno a totale carico dei lottizzanti.

- La volumetria derivante dall’applicazione dell’indice territoriale dovrà essere destinata al-meno per il 50% a servizi turistici. Tutte le strutture a carattere ricettivo sono da intendersi come servizio turistico.

- Le cessioni pubbliche (30% standard Decreto Floris) dovranno essere individuate all’interno delle aree con destinazione a Parco o a Servizio al fine di acquisire al patrimonio pubblico le aree a servizio della collettività.

Nei lotti ceduti all’amministrazione comunale non è realizzabile ulteriore volumetria rispetto a quel-la complessivamente prevista nel comparto. Negli edifici legittimamente esistenti sono possibili i seguenti interventi diretti, sempre nel rispetto di quanto disposto dall’articolo 9 del DPR n. 380 del 2001 e sue eventuali successive modificazio-ni: manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, interventi di restauro e di risanamento conservativo, opere interne, cambio di destinazione d’uso. Nei nuclei esistenti che predispongono un Piano di Riqualificazione sono possibili, oltre agli inter-venti di cui al comma precedente, anche interventi di ristrutturazione edilizia con parziale o totale demolizione e ricostruzione per il miglioramento dei parametri di qualità architettonica ed efficienza energetica; i bonus volumetrici di cui all’articolo 5 delle presenti norme sono applicabili fino al rag-giungimento della soglia volumetrica assegnata per la riqualificazione dei comparti turistico - resi-denziali riportata nella precedente tabella 2."

Art. 21 – Aree di salvaguardia e tutela dei beni paesaggistici, culturali e archeologici Il territorio comunale di Tertenia presenta un ricco sistema di beni ambientali e storico-culturali, va-riamente classificabili, meritevoli comunque di tutela e valorizzazione. Nel loro complesso questi beni sono individuati dal PUC nelle seguenti tavole: • 25. Carta dei beni paesaggistici e delle componenti con valenza ambientale • 28. Carta dei beni storico culturali (a.) su copertura vegetale (b.) su ortofoto 2010 (c.) su zoniz-

zazione • 28d. Relazione descrittiva sull’intero patrimonio archeologico e architettonico e Catalogo-

Database dei beni storico culturali. • 34a. Carta della disciplina urbanistica (e seguenti)

21.1 Disciplina dei beni culturali oggetto di copianificazione. Zone di Tutela Integrale e di Tutela Condizionata I beni paesaggistici che sono stati oggetto di copianificazione sono i soli beni di cui all’art.48 com-ma 1 lettera a e lettera b delle Norme Tecniche di Attuazione del PPR. I beni in questione sono n° 51, di cui 43 riportati in Tabella 1 e n° 8 riportati nella Tabella 2 del Verbale di copianificazione (Tavola 28d del PUC). Per la specifica disciplina di ogni bene culturale individuato si rimanda al Verbale conclusivo di co-pianificazione e relative schede monografiche (Tavola 28d del PUC) nelle quali, per ciascun bene di interesse culturale, sono stati individuati i perimetri di tutela integrale e di tutela condizionata e le Relative Norme di Tutela.

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PUC Tertenia 2015 Norme Tecniche di Attuazione Pagina 47 di 120

21.2 Disciplina dei beni culturali non oggetto di copianificazione. Zone di tutela dei beni cul-turali Gli altri beni non compresi nelle Tabelle n°1 e n°2 del Verbale di copianificazione, individuati nella cartografia del Piano Urbanistico Comunale e riportati nelle Tabelle n° 3, 5, 7,8 del Verbale di co-pianificazione, sono soggetti alla seguente disciplina: - Non sono ammesse nuove costruzioni o ristrutturazioni che compromettano le caratteristiche

di naturalità del contesto e dei luoghi complementari al bene. - Non sono consentiti gli interventi che modifichino lo stato dei luoghi con piantumazioni arboree

ex novo tali da compromettere le attuali visuali sceniche del bene. - Sono consentite le attività agricole che non compromettono la naturalità dei luoghi, ed è sem-

pre consentito il pascolo. - Dovranno essere mantenuti e valorizzati tutti i caratteri storico tradizionali e naturalistici: in

particolare è prescritta la valorizzazione e la conservazione delle recinzioni storiche. Le even-tuali nuove sistemazioni a terra (stradelli, viali, etc. ) dovranno avere caratteri di semplicità, con materiali ed essenze arboree di tipo locale, e in ogni caso dovranno essere adeguati o riu-tilizzati in via prioritaria i tracciati eventualmente già esistenti.

- Non è in alcun modo consentita l’installazione di cartellonistica pubblicitaria, ma è consentito l’inserimento di cartellonistica e/o di altri sistemi informativi e didattici attinenti al bene stesso purché di proporzionate dimensioni e che non pregiudichino né le visuali verso il bene né quel-le verso il paesaggio circostante, prediligendo localizzazioni ai margini dell’area.

- Sono sempre ammessi piani, programmi e progetti coordinati di tutela, valorizzazione e rias-setto paesaggistico autorizzati dagli enti preposti alla tutela del bene e del paesaggio.

- Sono ammessi eventuali interventi relativi a opere pubbliche di difesa del suolo, di irrigazione o reti di distribuzione nei casi in cui risulti che la collocazione più idonea debba indispensabil-mente gravare sull’area.

- Sono consentite opere edili minori aventi il fine di rendere possibile al pubblico l’accessibilità, la fruizione e il godimento del bene stesso, senza alterare la qualità naturale e ambientale del paesaggio in cui il bene si trova inserito. Tali opere devono essere di disegno semplice ed es-senziale, e devono essere privilegiati materiali naturali locali.

- Con riferimento ai fabbricati esistenti, dovranno essere eliminati gli elementi incongrui, e gli eventuali impianti tecnologici non dovranno interferire negativamente con le visuali sceniche del bene tutelato.

- Gli eventuali sistemi di illuminazione pubblica e di trasporto dell’energia elettrica devono esse-re rispettosi del paesaggio e del territorio, privilegiando in ogni caso soluzioni che prevedano l’interramento dei cavi o delle tubazioni.

21.3 Disciplina delle Aree a Rischio Archeologico (ARA) Qualsiasi attività di scavo, comprese le nuove attività agricole, incidenti sul sottosuolo (arature pro-fonde oltre i 40 cm) si dovranno svolgere sotto la stretta sorveglianza della competente Soprinten-denza per i Beni Archeologici, con la quale si concordano tempi e modi con cui mettere in atto le adeguate misure di cautela e prevenzione. A tal fine è fatto obbligo al proprietario del terreno o in sua vece all’esecutore dei lavori, di notifica-re l’inizio di tali attività alla Soprintendenza per i Beni archeologici, almeno 15 giorni prima dell'ini-zio dei lavori. La comunicazione deve contenere una breve descrizione delle lavorazioni e i riferi-menti catastali e o geografici del sito di intervento. 21.4 Disciplina perequativa per le zone di tutela dei beni culturali Le aree interessate dalla presenza di beni storico-culturali e archeologici (aree indicate con il sim-bolo Ti), individuano la superficie a tutela integrale del bene identitario di riferimento e sono con-tenute all’interno di una superficie più estesa soggetta a tutela condizionata (Tc quinta scenica). A fronte di una cessione totale di un’area di tutela a favore della collettività, viene assegnato un in-dice di edificabilità “perequativo” pari a mc/mq 0,05 per le aree Ti e, nel caso in cui l’amministrazione comunale dovesse ritenerlo opportuno per una migliore gestione del sito tutela-to, un indice perequativo pari a mc/mq 0,02 per le aree Tc.Tale volumetria rappresenta un credito volumetrico trasferibile all’interno del sistema di paesaggio "Paesaggi pianurali con rilievi collinari costieri" o nel sistema "Paesaggi vallivi della fascia interna", individuati nella cartografia del PUC

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tavola 1. Carta delle unità di paesaggio. L'atterramento del credito volumetrico può avvenire in lotti edificabili di proprietà privata reperiti au-tonomamente o in lotti edificabili acquisiti alla proprietà pubblica con i meccanismi appositamente previsti dal PUC e messi a disposizione per le compensazioni perequative. In quest’ultimo caso i relativi valori devono essere monetizzati in compensazione. Per i proprietari di fabbricati esistenti in tali aree che intendono demolire e cedere l’area all’amministrazione comunale, si prevede una premialità di cubatura pari al 50% dell’esistente da sommare al credito volumetrico derivante dall’indice di edificabilità perequativo.

21.5 Disciplina delle aree di salvaguardia di interesse paesaggistico e di tutela costiera Nelle aree di salvaguardia di interesse paesaggistico e di tutela costiera, qualora non interessate da altre prescrizioni più restrittive, sono ammessi interventi tendenti alla valorizzazione del bene stesso e che non compromettano la morfologia naturale dei luoghi e non ne alterino il valore pae-saggistico. In particolare per le aree di tutela costiera si applicano le norme di cui agli articoli 27 e 28 delle NTA del PPR. In dette aree di salvaguardia, laddove non esistano vincoli più restrittivi e/o di inedificabilità assolu-ta, è possibile installare attrezzature di interesse pubblico a bassissimo impatto e ben inserite nell'ambiente circostante; comunque con indice territoriale massimo pari a 0,01 mc/mq e altezza massima pari a m 7,00. 21.6 Aree di salvaguardia: fascia di rispetto costiera retrodunale Fh Le fasce costiere retrodunali, indicate con il simbolo Fh, sono preposte alla protezione degli arenili e delle coste rocciose nonché alla tutela e ricostituzione delle fasce retrodunali con la relativa ve-getazione. In esse sono possibili interventi finalizzati ad organizzare e regolamentare la viabilità, la sosta e l’accesso per la fruizione turistico-ricreativa, contestualmente ad azioni di recupero della naturalità nelle aree degradate. Molto spesso tali aree sono di proprietà privata, pertanto il PUC individua un meccanismo perequativo con l’intento di acquisirle, senza espropri e spese, al patri-monio pubblico a servizio della collettività. A fronte di una cessione totale di un’area Fh a favore della collettività, viene assegnato un indice di edificabilità “perequativo” pari a mc/mq 0,03. Tale volumetria rappresenta un credito volumetrico trasferibile all’interno del medesimo sistema di paesaggio "Paesaggi pianurali con rilievi collinari costieri" o nel sistema "Paesaggi vallivi della fa-scia interna", individuati nella cartografia del PUC tavola 1. Carta delle unità di paesaggio. L'atterramento del credito volumetrico può avvenire in lotti edificabili di proprietà privata reperiti au-tonomamente o in lotti edificabili acquisiti alla proprietà pubblica con i meccanismi appositamente previsti dal PUC e messi a disposizione per le compensazioni perequative. In quest’ultimo caso i relativi valori devono essere monetizzati in compensazione. Per i proprietari di fabbricati esistenti in tali aree che intendono demolire e cedere l’area all’amministrazione comunale, si prevede una premialità di cubatura pari al 50% dell’esistente da sommare al credito volumetrico derivante dall’indice di edificabilità perequativo. In dette aree di salvaguardia Fh, laddove non esistano vincoli più restrittivi e/o di inedificabilità as-soluta, è possibile installare attrezzature di interesse pubblico a bassissimo impatto e ben inserite nell'ambiente circostante; comunque con indice territoriale massimo pari a 0,01 mc/mq e altezza massima pari a m 7,00.

21.7 Aree di salvaguardia: fascia di rispetto cimiteriale, fasce di rispetto stradale Alla fascia di rispetto cimiteriale si applicano le norme vigenti del Testo unico delle leggi sanitarie, mentre alle fasce di rispetto stradale quelle del nuovo codice della strada.

21.8 Disciplina dei beni paesaggistici ambientali Ai seguenti beni paesaggistici individuati nelle cartografie del PUC, tutelati per legge e dal PPR, si applicano le prescrizioni generali di cui all'articolo 15 delle NTA del PPR e le prescrizioni specifi-camente previste negli articoli di riferimento (artt. 16-17-18-21-22-26-27-33-34-40 delle NTA del PPR):

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PUC Tertenia 2015 Norme Tecniche di Attuazione Pagina 49 di 120

- Fascia costiera della profondità di 300 metri dalla linea di battigia (art.16 NTA PPR) - Fascia costiera, così come individuata dal PPR (art.26 e 40 delle NTA del PPR) - Falesie, versanti costieri ad alta energia e sistemi di spiaggia (art. 27 NTA PPR) - Laghi naturali, invasi artificiali, stagni, lagune (art.18 NTA PPR) - Fiumi, torrenti e altri corsi d'acqua (art.17 NTA PPR) - Grotte e caverne (art.34 NTA PPR) - Aree di notevole interesse faunistico e di notevole interesse botanico e fitogeografico (art.33 NTA

PPR) - Boschi e fondi gravati dal vincolo di rimboschimento (art.21 NTA PPR) - Aree del demanio comunale ad uso promiscuo gravate da usi civici (art.22 NTA PPR) Le perimetrazioni dei territori coperti da boschi naturali o artificiali, nonché dei fondi gravati dal vin-colo di rimboschimento, hanno valore indicativo e non vincolante. Per quanto riguarda la fascia costiera dei 300 metri dalla battigia viene riportata in via cautelativa e rappresentativa la linea riportata nel PPR, mentre per l’individuazione delle fasce di 150 metri dai fiumi viene riportata come riferimento la linea di mezzeria dell’asta fluviale rappresentata nel PPR. Resta inteso, ai sensi dell'articolo 16 e del comma 3 dell'art. 18 delle NTA del PPR, che ogni speci-fico intervento che interessi tali fasce deve procedere a verificare, nel caso concreto, il reale posi-zionamento della fascia medesima. Per quanto riguarda le aree gravate ad usi civici si applicano le regole generali vigenti per tali terri-tori.

21.9 Disciplina delle componenti con valenza ambientale Alle seguenti aree di interesse naturalistico istituzionalmente tutelate si applicano le prescrizioni dell'articolo 46 delle NTA del PPR: - Aree gestione speciale Ente Foreste - Riserva naturale Monti Ferru Tertenia L.R. 31/89 - SIC Monti Ferru di Tertenia Le Aree sottoposte a gestione speciale dell'Ente Foreste sono gestite dall'ente medesimo nel ri-spetto della disciplina del PPR. Per quanto riguarda la "Riserva naturale Monti Ferru Tertenia L.R. 31/89" e il "SIC Monti Ferru di Tertenia" si fa riferimento ai relativi Piani di gestione da redigersi ai sensi della L.R. 31/89 e della Direttiva 92/43/CE e Direttiva 2009/147/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici; in assenza di tali piani di gestione ci si attiene alle norme generali in vigore richiamate nel presente articolo. I beni pedologici rappresentano siti i cui requisiti di riconoscibilità di valore paesaggistico sono rife-riti essenzialmente ai caratteri dei suoli. In tali areali, individuati indicativamente nelle cartografie del PUC, sono ammessi interventi che non compromettano la morfologia naturale dei luoghi e ten-denti alla valorizzazione del bene stesso. Nelle aree interessate da alberi monumentali non sono ammessi interventi che compromettono la morfologia naturale dei luoghi, ovvero che introducono modificazioni che recano pregiudizio ai va-lori paesaggistici oggetto di protezione (cfr. art. 35 NTA PPR). Alle componenti con valenza ambientale "Ginepreti, Macchia, Garighe, Pascoli arborati, Praterie di pianura e montane di origine secondaria" si applicano le prescrizioni per le aree seminaturali di cui all'articolo 43 delle NTA del PPR. Alle aree minerarie dismesse si applicano le prescrizioni dell'articolo 53 delle NTA del PPR, allo scopo di conservare le caratteristiche essenziali e valorizzarne le qualità di interesse storico-culturale anche ai fini di una fruizione turistica compatibile.

Art. 22 - Interventi per la messa in sicurezza del territorio Edifici ricadenti nelle aree a rischio Hi3, Hi4, Hg3, Hg4 Le volumetrie legittimamente presenti nelle aree classificate dal PAI ad elevata o molto elevata pericolosità idrogeologica (rispettivamente classi 3 e 4) possono essere trasferite nelle aree di completamento/sostituzione ed in particolare nella città di recente formazione a bassa densità edi-lizia. Nel caso in cui venga demolito l’intero fabbricato e l’area di sedime venga riqualificata e ri-convertita agli usi compatibili, viene riconosciuto un credito volumetrico pari al volume dell’edificio demolito maggiorato del 40 %.

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Nelle zone classificate dal PAI a moderata e media pericolosità idrogeologica (rispettivamente classi 1 e 2), ferme restando le superiori prescrizioni del PAI, si può costruire con le seguenti indi-cazioni tipologiche: � è esclusa la realizzazione di piani interrati; � gli edifici sono realizzati con tipologia a pilotis al piano terra/seminterrato con destinazione a

garage; comunque sono escluse le destinazioni di tipo residenziale (camere da letto, soggior-no, ecc.)

� nel caso dell’attuale via Sardegna l’altezza massima si considera dal piano stradale superiore

Art. 23 – Parcheggi ed autorimesse private Nel rispetto della legislazione nazionale vigente in materia (art. 41-sexies della L. 1150/42 come sostituito dal 2° comma dell'art. 2 della L. 122/89), gli spazi da destinare ad autorimesse e par-cheggi privati a servizio delle nuove costruzioni dovranno avere superficie non inferiore ad un me-tro quadrato per ogni 10 metri cubi di costruzione. Ai fini della determinazione di detta dotazione minima di spazi per parcheggi, il volume da conside-rarsi è determinato come stabilito dal Regolamento Edilizio Comunale. In ottemperanza al disposto della legislazione nazionale già richiamata (art. 11, primo comma, L. 122/89), gli spazi per parcheggi costituiscono opere di urbanizzazione anche ai sensi dell'art. 9, primo comma, lettera f), della legge 28 gennaio 1977 n. 10. I parcheggi privati si distinguono nelle seguenti categorie: � parcheggi da realizzarsi quali pertinenze degli edifici esistenti � parcheggi da realizzarsi in assenza di rapporto giuridico di pertinenza � parcheggi da realizzarsi su aree destinate ad attrezzature pubbliche Per ciascuna di dette categorie valgono i limiti e le prescrizioni del presente articolo. 1. Parcheggi da realizzarsi quali pertinenze degli edifici esistenti. In tutte le parti del territorio comunale è ammessa la realizzazione di parcheggi ad uso pertinenzia-le delle singole unità immobiliari: - nei locali siti al piano terreno dei fabbricati, - nel sottosuolo dei fabbricati o delle aree contigue di pertinenza. Nella ex zona omogenea "A" la realizzazione di parcheggi privati sotterranei potrà essere ammes-sa solo sulla base di una attenta analisi della situazione di fatto, con particolare riferimento al pa-trimonio archeologico e ai caratteri ambientali e storico-artistici. I parcheggi devono essere progettati ponendo particolare attenzione ai problemi di impatto am-bientale e prevedendo tutte le opere necessarie a minimizzare l'impatto. Le pavimentazioni degli spazi di sosta dovranno comunque essere eseguite con materiali drenanti. 2. Parcheggi da realizzarsi in assenza di rapporto giuridico di pertinenza Nelle ex zone omogenee "A" e "B" le aree libere inedificate potranno essere destinate alla realiz-zazione di parcheggi privati scoperti in superficie. Le pavimentazioni degli spazi di sosta dovranno comunque essere eseguite con materiali drenanti. Nel caso in cui privati intendano realizzare par-cheggi coperti o scoperti, fuori od entro terra, in assenza del rapporto giuridico di pertinenza, que-sti potranno essere ammessi a condizione che una quota di posti auto sia riservata ad uso pubbli-co, introducendo in tal caso l'obbligo di stipulare apposita convenzione. 3. Parcheggi da realizzarsi su aree destinate ad attrezzature pubbliche Potrà essere consentita la realizzazione di parcheggi privati in aree destinate dal PRG a strade, piazze, servizi pubblici. L'Amministrazione Comunale potrà inoltre stabilire che una quota di posti auto sia riservata ad uso pubblico. In questo caso il proprietario si impegnerà a cedere gratuitamente al Comune le aree di superficie interessate da destinazione pubblica e le relative sistemazioni che saranno definite in sede di convenzione.

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TITOLO III - DISPOSIZIONI FINALI

Art. 24 - Costruzioni temporanee Sono quelle opere oggettivamente precarie dirette a soddisfare obiettive esigenze contingenti e temporanee tali da poter essere immediatamente rimosse alla cessazione della necessità, così come definite dagli articoli 10 bis e 15 della legge regionale n. 23 del 1985 e sue successive modi-ficazioni e integrazioni. Non sono ammesse costruzioni temporanee ad uso di abitazione, se non nelle zone residenziali, previo ottenimento di opportuno titolo abilitativo. Potrà essere concessa la realizzazione di costru-zioni temporanee ad uso sportivo e di servizio, anche su terreno demaniale, previo ottenimento di opportuno titolo abilitativo solo nell'ambito di Piani e Regolamenti che dovranno essere approvati dal Consiglio Comunale per fissare anche i termini di durata del permesso, le modalità per il suo eventuale rinnovo nonché materiali e criteri da utilizzare nella costruzione. I Piani e i Regolamenti comunali di cui al presente articolo potranno prevedere la demolizione di costruzioni temporanee esistenti, qualora esse contrastino con le esigenze di tutela ambientale o con un corretto uso del territorio.

Art. 25 - Relazioni tra le scelte urbanistiche e i vincoli idrogeologici Il PUC recepisce e si adegua alle norme d’uso del territorio dettate dall’articolo 47 delle Norme di Attuazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), così come integrate con quanto riportato nella Delibera del Comitato Istituzionale n.1 del 20.05.2015, secondo cui in ogni trasformazione d’uso del suolo, sia a livello di strumento urbanistico generale (PUC) che a livello attuativo deve essere soddisfatto il principio dell’invarianza idraulica. Nelle more della variante al PAI e comunque fino al momento in cui vigono le misure di salvaguar-dia, in relazione all’attuazione degli interventi vengono recepite le condizioni più restrittive (a favore della sicurezza) tra le perimetrazioni della pericolosità idraulica del PAI vigente e le perimetrazioni proposte per la pericolosità idrogeologica relativa sia al territorio extraurbano sia al centro urbano, derivanti dallo studio ex articolo 8, comma 2, come riportate negli allegati grafici.

Art. 26 - Aree percorse da incendio Alle aree percorse da incendi, riportate nelle cartografie del PUC, si applicano i limiti prescritti dalla Legge n. 353 del 21.11.2000: − vincoli quindicennali: la destinazione delle zone boscate e dei pascoli i cui soprassuoli siano sta-

ti percorsi dal fuoco non può essere modificata rispetto a quella preesistente l’incendio per al-meno 15 anni. In tali aree è consentita la realizzazione solamente di opere pubbliche che si rendano necessarie per la salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente. Ne consegue l’obbligo di inserire sulle aree predette un vincolo esplicito da trasferire in tutti gli atti di compra-vendita stipulati entro 15 anni dall’evento;

− vincoli decennali: nelle zone boscate e nei pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuo-co, è vietata per 10 anni la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui siano stati già rilasciati atti auto-rizzativi comunali in data precedente l’incendio sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a ta-le data. In tali aree è vietato il pascolo e la caccia;

− vincoli quinquennali: sui predetti soprassuoli è vietato lo svolgimento di attività di rimboschimen-to e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo il caso di speci-fica autorizzazione concessa o dal Ministro dell’Ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, per documentate situazioni di dissesto idrogeologico o per particolari situazioni in cui sia urgente un intervento di tutela su valori ambientali e paesaggistici.

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Art. 27 - Norme per il superamento delle barriere architettoniche. Le disposizioni contenute nelle presenti norme sono automaticamente derogate per consentire l'applicazione della normativa vigente per il superamento delle barriere architettoniche.

Art. 28 - Relazioni tra N.T.A. e Regolamento Edilizio Le disposizioni regolamentari contenute nelle presenti Norme, prevalgono, in caso di difformità, su quelle del Regolamento Edilizio.

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PUC Tertenia 2015 Norme Tecniche di Attuazione Pagina 53 di 120

APPENDICE A – Schede prestazionali e schede tecniche di dettaglio Si riporta lo schema da utilizzare per scrivere le schede/norma di dettaglio secondo la logica pro-posta. Scheda prestazionale per "spazio aperto pubblico e d’uso pubblico" 1. Oggetto Le norme riferite alla progettazione e realizzazione dello spazio aperto pubblico e d’uso pubblico interpretano e specificano gli indirizzi e le prescrizioni del PUC. 2. Destinatari Destinatari della norma sono sia il soggetto pubblico, quando opera direttamente, sia il soggetto privato, quando realizza spazi aperti pubblici o di uso pubblico. 3. Struttura normativa Per tutti gli elementi concernenti lo spazio aperto pubblico e d’uso pubblico (Strade, Percorsi cicla-bili, Aree parcheggio, Piazze e aree pedonalizzate, Aree verdi urbane attrezzate per il gioco, la ri-creazione, il tempo libero e le attività sportive, Parchi e giardini di interesse storico e documentale, Orti urbani, Spazi pubblici fruibili in territorio rurale) gli articoli definiscono: - la definizione degli spazi riconducibili all’elemento; - le componenti essenziali che concorrono nella composizione dell’elemento urbano considerato; - le prestazioni, ossia le azioni e i comportamenti progettuali da tenere nella realizzazione degli

interventi relativi; - i regolamenti correlati, ossia il riferimento ad altri testi normativi di settore pertinenti all’elemento

considerato. Le prestazioni specifiche richieste per ciascun elemento sono raccolte in Schede tecniche organiz-zate per singoli requisiti e costituenti parte integrante dell’articolato normativo, come riassunto nel-la tabella 1 di seguito riportata.

ELEMENTO REQUISITO PRESTAZIONALE Cod. rif.

Strade

Mitigazione dell’impatto ambientale a.1

Compatibilità fra esigenze funzionali e abitabilità a.2

Abitabilità della strada e integrazione con il contesto a.3

Efficienza del servizio di trasporto pubblico a.4

Realizzazione di uno spazio d’uso pubblico a.5

Percorsi ciclabili

Inserimento nella rete urbana e sicurezza b.1

Inserimento nella rete rurale e comfort b.2

Aree parcheggio

Risposta alla domanda di sosta c.1

Compatibilità ambientale e inserimento paesaggistico c.2

Sicurezza e comfort degli utenti c.3

Piazze e aree pedonalizzate

Fruizione pedonale d.1

Inserimento paesaggistico e compatibilità funzionale d.2

Molteplicità degli usi e dei tempi d.3

Aree verdi urbane attrezzate per il gioco, la ricrea-zione, il tempo libero e le attività sportive

Connessione ecologica e permeabilità e.1

Valorizzazione delle risorse locali e inserimento di elementi artistici e.2

Sicurezza e comfort degli utenti e.3

Accessibilità, molteplicità degli usi e dei tempi e.4

Funzionalità e mantenimento nel tempo e.5

Parchi e giardini di interesse storico e documentale Fruibilità compatibile f.1

Conservazione delle specie vegetali e dei manufatti f.2

Orti urbani Prodotti commestibili e risparmio idrico g.1

Progettazione unitaria, cura e manutenzione g.2

Spazi pubblici fruibili in territorio rurale Accessibilità e riconoscibilità h.1

Compatibilità fra usi agricoli e attività ricreative h.2

Tabella 1 – Requisiti prestazionali specifici per spazio aperto pubblico e d’uso pubblico

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Le Schede tecniche di dettaglio costituiscono un supporto per il progetto e per la verifica di rispon-denza del progetto e delle realizzazioni alle prestazioni attese. Struttura della Scheda Tecnica di dettaglio In ciascuna scheda tecnica di dettaglio alla verifica e agli adempimenti a essa relativi (in fase pro-gettuale e a interventi conclusi) è riservato uno spazio normativo per le verifiche che si aggiunge, correlandosi, a quello dei “Livelli prestazionali e prescrizioni specifiche”. Alle Schede tecniche di dettaglio è assegnato altresì il compito di definire i livelli prestazionali migliorativi e i relativi modi di verifica. Ciò che distingue le norme così come proposte in questo punto è che essendo contenute ed e-spresse nelle Schede tecniche di dettaglio (livelli prestazionali e prescrizioni specifiche; livelli mi-gliorativi; verifiche; verifiche dei livelli migliorativi) hanno carattere contingente, operano una ridu-zione in funzione di esigenze pratico-operative. Particolarmente sensibili al contesto e al tempo, esse mutano in ragione degli Accordi Internazionali, dell’innovazione tecnologica, risentono diret-tamente del modificarsi delle specifiche normative di riferimento. Da questo punto di vista l’attuazione delle schede di dettaglio consente una valutazione continua della loro efficacia e fun-zionalità e un’attività sistematica di manutenzione e aggiornamento. In questo modo è anche pos-sibile verificare e aggiornare i livelli prestazionali indicati dalle schede e valutarne la sostenibilità sulla base delle effettive condizioni dello stato dell’arte e della disponibilità di tecnologie adeguate riscontrabili a livello locale. Per questi motivi le schede di dettaglio costituiscono un complemento delle norme, aperto a un più agile aggiornamento. Le schede tecniche di dettaglio trattano prevalentemente temi legati al benessere e alla salubrità degli spazi abitati oltre all’impatto ambientale delle costruzioni, sia nella fase di realizzazione degli edifici (uso di inerti provenienti da demolizioni), sia nel loro uso ed esercizio (riduzione dei consumi di energia, di acqua, ecc.) che di dismissione (recupero inerti da demolizione), considerando a-spetti non direttamente normati da livelli sovraordinati o declinando a scala locale indicazioni nor-mative generali. Per questo motivo i contenuti delle schede devono essere anche frutto di una in-tensa collaborazione fra i Settori del Comune con un importante contributo di organismi con com-petenze specifiche. Fra i diversi temi trattati nelle schede assume particolare rilievo il tema della riduzione dei consumi energetici e della produzione di energia da fonti rinnovabili. Gli sviluppi nor-mativi degli ultimi anni richiedono una corposa strutturazione degli argomenti, recependo espres-samente gli indirizzi comunitari e le normative regionali.. Oltre alla normativa sovraordinata, le schede di dettaglio devono recepire elementi della Vas, nell’ambito delle valutazioni di sistema, come condizioni di sostenibilità da applicarsi all’intero terri-torio, e le indicazioni provenienti dalla pianificazione comunale di settore e/o da regolamenti speci-fici quali il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile, ecc.

Prendiamo in considerazione l’esempio “STRADE”: 1. Definizione. La strada è uno spazio complesso, la cui costruzione comporta l'assemblaggio di una serie di componenti dotate ciascuna di precise caratteristiche tecniche. La scelta, la definizio-ne e l'accostamento di queste componenti marcano le differenze di rango e funzione (fra strade per usi specializzati e strade a uso promiscuo), quelle fra strade nuove e strade da riqualificare (e-ventualmente di interesse storico) e consentono di attribuire ruoli specifici (strade per il trasporto pubblico, strade-centralità). 2. Componenti. Le strade possono essere costituite da:

- carreggiate (che comprendono corsie di marcia; corsie di accelerazione/decelerazione/ accu-mulo/servizio; corsie riservate a mezzi pubblici su gomma o ferro, taxi);

- intersezioni (a raso o su più livelli); - spazi per la sosta di auto, motociclette e motorini, biciclette; - fermate dei mezzi pubblici su gomma e ferro; - percorsi pedonali: longitudinali, affiancati alle carreggiate; trasversali, per attraversamento del-

le carreggiate; - percorsi ciclabili longitudinali (eventualmente in sede protetta) e trasversali; - fasce verdi di ambientazione, alberate, cespugliate e a prato; - mitigatori e separatori costituiti di materiali naturali (scarpate, fossi, barriere antirumore e anti-

faro) e artificiali (barriere antirumore e antifaro, spartitraffico e paracarri, paletti, cuscini).

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Lo spazio della strada si caratterizza ulteriormente per la presenza di accessori e arredi e per il trattamento superficiale delle diverse componenti individuate. 3. Prestazioni. Per i diversi tipi di strada, riconosciuti dal Piano come componenti del Sistema del-le infrastrutture per la mobilità, sono individuate le prestazioni da garantirsi allo scopo di migliorare il rapporto che ciascun tipo di strada instaura col territorio circostante e di eliminare o mitigare i problemi di compatibilità connessi. Di seguito si riportano i requisiti di dettaglio, che potranno essere integrati con delibera di consiglio comunale, derivando l’ampliamento da eventuali nuove norme generali e dalle sensibilità proget-tuali e soprattutto dall’interpretazione collettiva, espressa dal consiglio comunale, del bene pubbli-co come primo valore da tutelare. REQUISITO PRESTAZIONALE a.1: MITIGAZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE Per mitigare l'inquinamento acustico e atmosferico, compensare l'impermeabilizzazione dei suoli e ottimizzare la gestione quali/quantitativa delle portate meteoriche di dilavamento e favorire l'inse-rimento paesaggistico dell'opera dovrà essere dato valore ecologico alle fasce di rispetto e posta attenzione al progetto della sezione e del profilo stradale. Il requisito si riferisce ad autostrade e tangenziali e a strade di attraversamento e attestamento urbano. Negli interventi di nuova costruzione e di riqualificazione di strade, autostrade e tangenziali esi-stenti è necessario: - Considerare nel progetto ambiti più vasti di quelli occupati dalla sezione stradale. - Trattare la fascia di rispetto, benché di larghezza uniforme, in maniera confacente alle caratteri-

stiche del paesaggio attraversato, trasformandola in una fascia verde di ambientazione. - Prevedere, ove realizzabile, fasce filtro o tampone a lato della carreggiata per la raccolta delle

acque meteoriche di dilavamento. - Minimizzare gli apporti di acque meteoriche di dilavamento alla pubblica fognatura nera o mista. - Prevedere l'inserimento di specie vegetali, possibilmente autoctone, in grado di integrare e

completare il paesaggio locale. - Progettare la componente vegetazionale nelle fasce di ambientazione considerando da un lato

le caratteristiche dei suoli, del clima e dell'esposizione, dall'altro la capacità delle fitomasse di agire come guide ottiche per l'automobilista, segnalando a distanza l'andamento del tracciato e rompendo la monotonia.

- Studiare il tracciato considerando, per quanto possibile, i confini catastali, così da limitare la formazione di spazi residuali nonché la necessità di minimizzare l'impatto acustico nei confronti dei ricettori, prevedendo quando possibile uno sviluppo in trincea o interrato, ovvero opportune fasce di ambientazione laterali.

- Predisporre una documentazione d'impatto acustico finalizzata a verificare il rispetto dei limiti di legge e dove indispensabile provvedere con barriere antirumore, controllandone impatto visivo (tramite l'ausilio di simulazioni e rendering) e garantendone adeguata resistenza nel tempo (ma-teriali, colore).

- Progettare i raccordi della viabilità autostradale e tangenziale con la viabilità urbana, rafforzando le relazioni con il paesaggio circostante e il contributo ecologico del trattamento verde.

Progettare sistemi illuminazione e di comunicazione per la regolazione del traffico volti alla riduzio-ne dell'inquinamento luminoso e al risparmio energetico; la progettazione e realizzazione dovrà essere adeguata alle prescrizioni della specifica normativa regionale. REQUISITO PRESTAZIONALE a.2: COMPATIBILITÀ ESIGENZE FUNZIONALI E ABITABILITÀ Per garantire la compatibilità fra le esigenze di fluidità di un traffico intenso, mediamente veloce, talvolta di veicoli pesanti e le esigenze di sicurezza e comfort degli ambienti urbani attraversati si dovranno progettare soluzioni adatte all'andamento altimetrico del suolo e alla geometria della se-zione stradale, risolvere adeguatamente intersezioni e attraversamenti. Quando si tratti di direttrici storiche a ridosso delle quali sono cresciuti gli insediamenti, si dovran-no creare anche le condizioni per ridurre l'intensità e moderare la velocità del traffico di attraver-samento, con opportuni aggiustamenti della sezione e trattamenti della superficie stradale, così da migliorare le condizioni di sicurezza di ciclisti e pedoni e ridurre l'effetto di cesura operato dal traffi-co. Il requisito va garantito per le strade di connessione tra parti urbane e per le strade di attraver-

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samento e attestamento urbano esistenti quando queste ultime siano a diretto contatto con gli in-sediamenti residenziali e dunque prive di fasce di ambientazione. Prestazioni Negli interventi di nuova costruzione e di riqualificazione di strade di attraversamento, attestamen-to, connessione esistenti è necessario: - Canalizzare le diverse componenti del traffico, mantenendo una dimensione costante per le cor-

sie di marcia, promiscue e riservate. - Articolare la sezione complessiva con riferimento alle caratteristiche del contesto attraversato

agendo sulle altre componenti della strada (corsie di accelerazione/decelerazione, accumulo, servizio, spazi per la sosta, percorsi pedonali e ciclabili, fasce verdi di ambientazione, separato-ri).

- Ridurre il numero dei raccordi con le altre strade, individuando e caratterizzando le intersezioni risolte con rotatorie in relazione al ruolo loro attribuito e agli usi presenti nell'intorno.

- Creare una rete continua e sicura di percorsi pedonali e di piste ciclabili, con particolare atten-zione agli attraversamenti sia pedonali che ciclabili.

- Nelle strade di attraversamento e attestamento urbano eliminare ovunque possibile gli spazi di sosta lungo le corsie di marcia e riservate.

- Nelle strade, e in particolare in quelle di nuova costruzione, dovranno essere realizzati appositi rientri per la collocazione di cassonetti per rifiuti e strumenti di servizio alla collettività per evitare ogni intralcio alla circolazione pedonale, ciclabile e motorizzata.

REQUISITO PRESTAZIONALE a.3: ABITABILITÀ DELLA STRADA E INTEGRAZIONE CON IL CONTESTO Per rendere abitabile lo spazio di strade soggette a usi molteplici occorre conciliare le esigenze della mobilità e della sosta veicolare con il buon funzionamento degli spazi urbani, la sicurezza e il comfort dei diversi utenti della strada (in particolare i più deboli), la piacevolezza (soprattutto per i pedoni e i ciclisti) degli spazi stradali più prossimi alla residenza curando l'integrazione con i diversi contesti che attraversano. Il requisito si applica a tutte le strade a esclusione di autostrade e tan-genziali, strade di attraversamento e attestamento urbano, strade di connessione tra parti urbane. Prestazioni Negli interventi di nuova costruzione e di riqualificazione di strade locali esistenti è necessario: - Impiegare le soluzioni di moderazione del traffico più opportune e meglio integrabili nel contesto. - Posare pavimentazioni coerenti con le caratteristiche dei contesti urbani, con i materiali e i colori

predominanti nelle facciate degli edifici prospicienti. In particolare nella città storica privilegiare pavimentazioni realizzate con materiali lapidei, curando con particolare attenzione le intersezioni tra strade o tratti di strada di differenti materiali.

- Prevedere una crescente integrazione delle componenti stradali (carreggiate, intersezioni, spazi per la sosta, percorsi pedonali e ciclabili, elementi verdi di ambientazione e pavimentazioni di-versificate) mano a mano che la strada assume una valenza residenziale e di vicinato.

- Quando non è possibile l'integrazione (tramite per esempio isole ambientali) accompagnare queste strade con: una rete continua di piste ciclabili, prevedendo spazi di interscambio bi-ci/auto; una rete continua, fitta e comoda di percorsi pedonali dove sia facile orientarsi, curando in modo particolare gli attraversamenti e l'illuminazione.

- Caratterizzare fisicamente il reticolo di strade che definisce l'isola ambientale mediante effetti porta, restringimenti fisici e ottici della carreggiata, inserimento di spazi per la sosta delle auto, piccole piazze e aiuole verdi, variazione delle luci, degli spessori e delle superfici delle pavimen-tazioni.

REQUISITO PRESTAZIONALE a.4: EFFICIENZA DEL SERVIZIO DI TRASPORTO PUBBLICO Per estendere l'uso dei mezzi di trasporto pubblico occorre dare fluidità alla percorrenza (adeguata velocità) in condizioni di sicurezza per i diversi utenti della strada, favorire lo scambio con i mezzi di trasporto privati, facilitare l'accessibilità alle fermate e garantire un'attesa in condizioni di sicu-rezza e di comfort. Il requisito si riferisce alle strade prevalentemente dedicate al trasporto pubblico. Le prestazioni ri-chieste vanno garantite compatibilmente con i requisiti associati al tipo di strada (differenti in caso di strada di attraversamento e attestamento, di connessione fra parti urbane, ecc.).

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Prestazioni Negli interventi di riqualificazione dello spazio stradale riguardanti strade prevalentemente dedica-te al trasporto pubblico è necessario: - Individuare e separare le eventuali corsie riservate attraverso il progetto della sezione, il disegno

plano-altimetrico delle differenti corsie e degli eventuali separatori, la selezione dei materiali per il trattamento della superficie stradale.

- Ridurre le interferenze con gli spazi per la sosta di motoveicoli. - Caratterizzare formalmente i nodi di scambio intermodale fra trasporto pubblico e trasporto pri-

vato e quando le fermate del trasporto pubblico costituiscano nodi nel sistema delle infrastrutture per la mobilità individuati dal PUC, prevedere parcheggi di interscambio per autoveicoli e aree di sosta per i taxi.

- Localizzare le fermate del trasporto pubblico in modo da intercettare i principali percorsi ciclabili e pedonali, prevedendo spazi di sosta per le biciclette.

- Realizzare aree di sosta per bici, moto e auto ai capolinea e alle fermate di scambio intermoda-le.

- Localizzare le fermate in aree visibili (prossime ai luoghi di maggiore attrattività), proteggendole dalle intemperie, dotandole di servizi e di elementi di arredo utili all'attesa del mezzo pubblico.

REQUISITO PRESTAZIONALE a.5: REALIZZAZIONE DI UNO SPAZIO D’USO PUBBLICO Là dove la strada si caratterizza per la concentrazione di servizi (sociali, commerciali, ricreativi, ri-cettivi e ristorativi, amministrativi) che costituiscono recapito per una parte di città, la sua progetta-zione dovrà favorire un'alta e varia frequentazione da parte dei diversi tipi di utenti. Il requisito si riferisce alle strade-centralità. Le prestazioni richieste vanno garantite compatibilmente con i requi-siti associati al tipo di strada (differenti se strada di attraversamento e attestamento, di connessio-ne, ecc.) e con l'indicazione di strade prevalentemente dedicate al trasporto pubblico. Prestazioni Negli interventi di nuova costruzione e riqualificazione di strade-centralità esistenti è necessario: - Realizzare interventi puntuali distribuiti lungo il percorso adottando le soluzioni tipiche di mode-

razione del traffico. - Ridurre l'impatto della circolazione degli autoveicoli sugli ambienti circostanti, introducendo mi-

sure di mitigazione dell'inquinamento acustico, atmosferico e luminoso con l'utilizzo di piante i-donee e coerenti con la soluzione progettuale adottata e di pavimentazioni e tecniche di posa in opera utili ad abbattere l'inquinamento.

- Sistemare le fasce laterali qualificando gli usi pedonali e ciclabili, anche tramite la progettazione integrata dei diversi elementi di arredo.

- Consentire la sosta e l'incontro riprogettando come piazze gli slarghi e le intersezioni con le strade trasversali.

- Progettare lo spazio pedonale in modo da favorire l'insediamento di usi commerciali in strutture di vicinato e artigianato di servizio.

- Valorizzare la presenza eventuale del portico. Integrare opere d'arte nello spazio stradale. - Progettare sistemi di illuminazione rivolti alla riduzione dell'inquinamento luminoso e al risparmio

energetico; la progettazione e realizzazione dovrà essere adeguata alle prescrizioni della speci-fica normativa regionale.

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APPENDICE B – Scheda di dettaglio sulla qualità architettonica del singolo manufatto Il progettista dovrà redigere una relazione tecnica che include una analisi del sito con i seguenti aspetti (i dati vanno riferiti ad un intorno opportunamente individuato dal progettista almeno a scala di quartiere e/o di comparto) utili all'applicazione della scheda:

• clima e temperature medie del sito • disponibilità delle risorse rinnovabili • clima acustico • campi elettromagnetici • tipologie edilizie storiche e quelle prevalenti • tipologie delle rifiniture edilizie storiche e quelle prevalenti

Alla documentazione di progetto deve essere allegata la Scheda di dettaglio sulla Qualità architet-tonica, fornendo adeguata dimostrazione grafica o per immagini e alfanumerica per ogni parame-tro descritto, anche attraverso tecniche di render foto-realistico. La valutazione della qualità architettonica viene determinata e descritta sinteticamente in tre valori "Alto, Medio, Basso" ai fini dell'applicazione dei bonus volumetrici. Il progettista compila la scheda assegnando ad ogni dettaglio prestazionale il "valore 1" se "Vero" e il "valore zero" se "Falso". La somma di tali valori porta per ciascuna "Classe di esigenza" a un numero che definisce, in funzione del range di appartenenza, la classificazione della medesima "Classe di esigenza" in Alto, Medio Basso. Classe di esigenza Valore

massimo Range valore Basso Range valore Medio Range valore Alto

Qualità compositiva 17 0 ÷ 6 7 ÷ 12 13 ÷ 17

Sostenibilità energetica e ambientale 14 0 ÷ 5 6 ÷ 10 11 ÷ 14

Fruibilità 7 0 ÷ 3 4 ÷ 5 6 ÷ 7

La qualità architettonica del manufatto viene definita come segue:

• ALTA, se almeno due "Classi di esigenza" appartengono al range di valori Alto • MEDIA, se almeno due "Classi di esigenza" appartengono al range di valori Medio • BASSA, se almeno due "Classi di esigenza" appartengono al range di valori Basso

Classe di esi-genze

Requisiti Qualitativi Dettagli prestazionali Ve-ro

Fal-so

Qualità compo-sitiva

Presenza di elementi di pregio architettoni-co e coerenza lingui-stica (*)

Loggiati e Porticati 1 0

Portali 1 0

Balcone con ringhiera in ferro battuto o in legno, per edifici storici. Metalli o vetro o materiali di nuova generazione, per architet-ture moderne 1 0

Portone e/o infissi ad arco, per edifici storici. Per architetture moderne sempre vero, nella coerenza del linguaggio usato 1 0

Infissi esterni in legno o simillegno, per edifici storici. Acciaio inox o materiali di nuova generazione, per architetture mo-derne. 1 0

Elementi di arredo di pregio (modanature, riquadrature in pie-tra o decorate, cornici marcapiano, zoccolature, angolari), per edifici storici. Per architetture moderne sempre vero, nella coerenza del linguaggio usato 1 0

Rifiniture esterne in materiali non cementizi, ovvero con pie-tre, mattoni, elementi naturali compositi, per edifici storici. Per architetture moderne sempre vero, nella coerenza del linguaggio usato 1 0

Recinzioni di pregio in ferro battuto o in legno 1 0

Coerenza linguistica con il comparto 1 0

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Classe di esi-genze

Requisiti Qualitativi Dettagli prestazionali Ve-ro

Fal-so

Presenza di spazi di pertinenza

Orto 1 0

Cortile ad uso esclusivo 1 0

Corte ad uso pubblico 1 0

Presenza di altera-zioni di degrado e contrasto

Superfetazioni 0 1

Sopraelevazioni 0 1

Volumi Accostati 0 1

Volumi interclusi 0 1

Rivestimenti posticci 0 1

Sostenibilità energetica e ambientale

Integrazione con il contesto ambientale

Integrazione paesaggistica 1 0

Integrazione con la cultura e i materiali locali 1 0

Presenza di dispositi-vi per il consumo e-nergetico sostenibile e sistemi di isolamen-to

Impianto fotovoltaico (incremento del 20% rispetto agli obbli-ghi di legge) 1 0

Impianto solare-termico (incremento del 20% rispetto agli ob-blighi di legge) 1 0

Altre fonti di produzione di energia da fonti rinnovabili 1 0

Coibentazione a cappotto o con pareti ventilate 1 0

Infissi a taglio termico 1 0

Tetto ventilato o tetto verde 1 0

Camini di ventilazione estiva 1 0

Presenza di sistemi di smaltimento acque piovane/reflue e ap-provvigionamento idrico

Sistema di recupero, per usi compatibili, delle acque meteori-che, in misura pari al 50% del consumo pro capite per abitan-te insediabile; 1 0

Area di pertinenza (superficie minima pari al 30% del lotto) permeabile e con piante autoctone 1 0

Sistema di recupero, per usi compatibili, delle acque grigie 1 0

Impianto fognario pubblico o fossa biologica con fitodepura-zione 1 0

Approvvigionamento idrico da acquedotto pubblico 1 0

Fruibilità

Funzionalità

Accessibilità all’intero organismo edilizio (anziani e/o con handicap motori) 1 0

Arredabilità funzionale per portatori di handicap e anziani 1 0

Dotazione di impianti per aumentare il benessere e il senso di sicurezza (incidenti, incendi, intrusioni) 1 0

Accessibilità e loca-lizzazione dell’edificio

Direttamente da fronte strada o spazio aperto pubblico o pri-vato 1 0

Prospiciente a strada principale o piazze/slarghi 1 0

Presenza di par-cheggi pertinenziali dell’immobile

Area di pertinenza a parcheggio in misura superiore al 20% dello standard minimo richiesto dal PUC; 1 0

Garage privato 1 0

(*) Nota Per rimanere nel giusto rapporto con la qualità architettonica, che non si nega alle nuove espressioni formali e tecnologiche, bisogna distinguere tra le architettura di tipo storico-tradizionale (e il loro recupero) e le nuove costruzioni che si riferiscono all'architettura moderna (laddove i vincoli sovraordinati lo consentano). Pertanto il criterio generale è la coerenza del linguaggio, che ci porta a dif-ferenziare i dettagli prestazionali di questo requisito qualitativo (Presenza di elementi di pregio architettonico e coerenza linguistica) a seconda che si tratti di un edificio storico o di una architettura moderna. Il compito della norma è definire le regole formali che di-sciplinano le azioni di trasformazione assicurando la modernizzazione e la tradizione, sempre alla ricerca della qualità. Si può prendere l'esempio della risoluzione del tetto a falde come questione estetica e tecnologica, in contrapposizione alla copertu-ra (anche parziale) a terrazza/belvedere attrezzata a verde come sintesi attuale e culturale della terrazza mediterranea. Il valore formale della copertura a verde corrisponde ad una più generale considerazione attribuita all’intera costruzione, quale conferma di una relazione tecnologica, culturale, antropologica verificabile in precisi archetipi (principio insediativo e carattere del sito, carattere artificiale del manufatto e sua mitigazione con le parti a terrazzo/giardino). Così come la valorizzazione dell'uso dei materiali tradi-zionali non deve impedire l’utilizzo del cemento a faccia vista, in parti ben definite e controllate progettualmente, quando si tratti di architetture moderne, ben sapendo che troppo spesso viene dato valore esclusivamente alla perpetuazione tout-court di modelli ti-pologici tradizionali.

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APPENDICE C – Schede progetto per l’economia sostenibile

Le schede progetto per l’economia sostenibile, sono le seguenti: 1. Tertenia sviluppo: il polo della cultura e dell’identità per lo sviluppo sostenibile del territorio. 2. Tertenia innovazione - Il polo tecnologico con FabLabTERT - Promozione di FabLab creative

per lo start-up di impresa in settori innovativi. 3. Tertenia smart - Riduzione dei consumi energetici e valorizzazione in rete delle fonti locali di

energia. 4. Tertenia ComPensa – Metodologie e azioni innovative per la compensazione volontaria e cer-

tificata delle emissioni inevitabili di CO2. 5. Tertenia accoglie solidale - Creazione dell'Agenzia per l'Accoglienza "Tertenia solidale" come

centro di gestione e di servizi (informativi, formativi, promozionali e di rete) per il progetto e per il distretto comunitario di riferimento.

6. Tertenia Ecoquartieri - Qualità, riqualificazione e riuso come adeguamento dei servizi, miglio-ramento della qualità, sicurezza e decoro del centro urbano, recupero del patrimonio immobi-liare inutilizzato.

7. M.I.S.P.O.S.T.O. sostenibile - Mobilità Intercomunale Sostenibile di Pendolari Organizzati e Turisti Orientati.

8. Sentieri di terra e di acqua - Turismo responsabile e gestione sostenibile del territorio di Ter-tenia.

9. Montagne praterie e spiagge - Riqualificazione sostenibile agro-silvo-pastorale del territorio rurale e dunale di Tertenia.

10. Area della vecchia miniera e acqua a Sarrala - Recupero e valorizzazione delle aree di-smesse della miniera, loro riqualificazione e integrazione con l’economia sistemica dell’invaso, del turismo e del museo.

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Scheda Progetto n. 1

RIFERIMENTI PAES: Ambito 1 Permanenza degli abitanti e contrasto a fenomeni di abbandono, soprattutto giovanili: Ambito 4 Gestione partecipata del territorio

Titolo Progetto: “Tertenia sviluppo” Il polo della cultura e dell’identità per lo sviluppo sostenibile del territorio • Obiettivi e finalità Il progetto è basato sull’idea che investire in cultura significa sviluppare saperi e competenze, migliorare la qualità della vita, innovare e dare nuovo impulso allo sviluppo territoriale. E ciò a maggior ragione in una situazione di difficoltà economica e sociale quando si richiedono operazioni coraggiose di investimento che mobilitino risorse e sappiano aprire nuove prospettive per la città. Il progetto deve sviluppare un costante confronto con i soggetti pubblici e privati per garantire opportune sinergie e coinvolgimento. Con la sua articolazione plurisettoriale il polo culturale intende offrire alla città di Tertenia uno spazio di crescita sociale e culturale e di innovazione che si manifesta fondamentalmente nella creazione di opportunità concrete per favorire l’aggregazione cittadina in base a differenti e variegate aspettavive e vocazioni e l’applicazione diretta di nuove tecnologie. Si articola così la nascita di un Centro culturale che costituisce il Nodo strategico centrale su cui ruota tutto il processo di cambiamento auspicato per Tertenia. L’intento è anche di perseguire una politica di governo del territorio efficacemente basata sull’integrazione delle attività di gestione delle risorse culturali e sociali, trasformandole nell’eccezionale opportunità di sviluppo economico e sociale della città. La scelta è ancora più opportuna riferendosi alla domanda sociale in questi settori e alla presenza di una stabile popolazione residente nel territorio, soprattutto giovanile e in età scolare, nonché alla domanda di innovazione che passa anche per l’uso diffuso delle tecnologie informatiche e della telecomunicazione. • Quadro di riferimento Il riferimento principale per questo tipo di azioni è senza dubbio la Strategia nazionale per le Aree Interne, disegnata in vista della programmazione dei Fondi comunitari per il 2014-2020, soprattutto per quanto riguarda il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo sociale di sviluppo. Il territorio di Tertenia, per la sua posizione geografica, e per la connotazione socio-produttiva si può inquadrare proprio all’interno di tale definizione che, come è noto, non si riferisce solamente all’ubicazione geografica. In questo contesto si aprono le opportunità per la costruzione di interventi che possono consentire di raggiungere uno degli obiettivi generali della stessa strategia e, in particolare di promuovere la diversità naturale e culturale e il policentrismo. Molte sono le nazioni, non solo in Europa, che inseguono la diversificazione territoriale e il policentrismo. Le aree interne italiane già le hanno. Queste aree presentano una straordinaria biodiversità climatica e naturale che ha a sua volta favorito la diffusione e la sopravvivenza di prodotti agricoli straordinariamente diversi, giunti in Italia attraverso successive, secolari ondate (dell’epoca pre-romana e romana e poi dal Medio-Oriente e dal Sud-America). Questa duplice diversità ,naturale e poi frutto dell’azione umana, si è mescolata nei singoli luoghi con la diversità di lingue, culture e tradizioni, favorita dalla separazione fra i luoghi. In una fase storica in cui, in presenza di una nuova ondata di globalizzazione, la diversità dei luoghi e il policentrismo assumono un ruolo crescente nelle aspirazioni delle persone e come opportunità di sviluppo, l’Italia è particolarmente ben posizionata: il policentrismo non lo deve inseguire – ma mantenere. Anche sotto questo punto di vista, la presenza di popolazioni demograficamente assortite (giovani e vecchi, residenti fissi e temporanei, nati nei luoghi, immigrati di ritorno, immigrati o “globali”) è garanzia del risultato. Ma richiede un modello economico e sociale coeso, che sappia assorbire le inefficienze connesse alla diffusione di piccoli insediamenti e assicurare modelli di vita nelle aree interne competitivi e complementari con quelli offerti dalle aree urbane e dai territori a esse contigui.

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Il Polo Culturale, si inquadra anche all’interno dell’altro obiettivo strategico per le Aree Interne cui è demandato il compito di “Concorrere al rilancio dello sviluppo”, insieme alla tutela del territorio e della sicurezza degli abitanti e alla promozione delle diversità e del policentrismo territoriale”. Anzi, solo se si aprono nuove opportunità di sviluppo la popolazione troverà attraente e conveniente vivere in questi territori, in modo permanente o per una parte della propria vita, e potrà quindi assicurare manutenzione e promozione della diversità. Per sviluppo si intende, ovviamente, sia crescita, sia inclusione sociale, ossia accesso del maggior numero di persone a livelli socialmente accettabili di servizio e di opportunità di vita. Una valorizzazione adeguata delle aree interne, dei loro boschi, valli, fiumi, cime, borghi e centri maggiori, saperi e cultura può consentire nuove, significative opportunità di produzione e di lavoro: nei comparti del turismo, dei servizi sociali, dell’agricoltura (dove l’idealità ecologica può divenire politica agricola positiva), della rivitalizzazione e valorizzazione degli antichi mestieri, dove possono combinarsi sapere stratificati e innovazione. Infine la concentrazione di iniziative “tra tradizione e futuro “ in un unico nodo scaturisce anche dalla consapevolezza che è impensabile assicurare una crescita inclusiva ed intelligente senza valorizzare opportunamente e rendere visibili e fruibili le risorse culturali del territorio. Descrizione dell’intervento Il progetto, da realizzare attraverso apposito concorso nazionale e/ internazionale per idee, si dovrà basare sulle seguenti linee guida: a) Riqualificazione del vecchio complesso industriale del Caseificio, oggi dismesso, da restaurare, cablare e dotare di importanti tecnologie innovative di comunicazione per ospitare, fra l’altro, funzioni e servizi di qualità, quali: - il Laboratorio Territoriale di Municipio, spazio di partecipazione cittadina permanente,

strettamente collegato all’Ufficio di Piano e alla gestione del PUC, . - il Polo Bibliotecario come polo di informazione e per la formazione culturale, centro pulsante

organizzativo e di gestione delle iniziative culturali e sociali della città; - il Polo Espositivo e ricreativo con gli spazi per le mostre d’arte e a disposizione per le

produzioni artistiche ed artigianali degli artisti locali e regionali; - il Centro Immagini e Suoni , dove si sviluppano le attività legate a video e musica e quelle

legate alla riproduzione tecnologica di immagini e suoni della tradizione musicale per costituire un vero e proprio archivio digitale di demoetnoantropologico della zona;

- il Centro Linguistico e per l’Internazionalizzazione, dove accanto alla conservazione e attualizzazione della lingua sarda si si possano avviare iniziative di cooperazione internazionale attraverso cui Tertenia si faccia conoscere nel mondo, mantenga e valorizzi i legami con gli emigrati, consenta ai giovani terteniesi di attivare iniziative di interscambio giovanile e volontariato civile europeo;

- un auditorium, oltre a bar e punti ristoro, negozi e spazi aperti per manifestazioni e iniziative pubbliche.

b) Individuazione della struttura di gestione del polo, attraverso la costituzione di un Contratto di Rete intersettoriale e costituzione operativa dello staff di gestione, attraverso: - Animazione territoriale per l’individuazione dei soggetti interessati e la costituzione di un “Contratto di rete intersettoriale” e ricerca di partner; - Elaborazione delle apposite Convenzioni idonee a favorire la partecipazione di soggetti coinvolti; - Start up e avvio gestione Costi dell’intervento Nella tabella riassuntiva seguente si riportano i costi stimati per le varie attività:

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Categoria di costo Descrizione

Importo totale

(€)

Elaborazione e gestione Concorso internazionale di idee

Si tratta di organizzare il Concorso per idee con progettazione di massima e stabilire i meccanismi di partecipazione e valutazione dei progetti. Si prevede la gestione on line di tutte le attività tramite piattaforma dedicata esistente, per trasparenza, riduzione costi e riduzione di emissioni climalteranti. La giuria valuta i progetti presentati e assegna il proprio punteggio ed i premi on line. L’amministrazione si riserva la possibilità di utilizzare il progetto per richiedere il finanziamento alle fonti adeguate .Si prevede di premiare il primo classificato e di attribuire dei premi minori fino al 3 classificato.

100.000,00

Importo massimo per la riqualificazione strutturale, l’arredo e le attrezzature del Centro

Come descritto considerando che la struttura prevede di occupare complessivamente circa 2.000 mq recuperando e riqualificando strutture e spazi esistenti all’aperto e al chiuso. Si considera il costo medio del fabbricato tipo (Regolamento europeo sulle statistiche economiche congiunturali n. 1158/2005) che prevede, tra le

specifiche di costruzione, la zona altimetrica, sismica e climatica. Sia la tipologia edilizia del fabbricato che la classe energetica sono classificate come media. Per il valore medio si fa riferimento alla Determinazione del Direttore Generale dell’Assessorato ai LL PP della Regione Sardegna PROT.N. 15956 REP. N.461 del 07.05.2014

2.500.000,00

Animazione territoriale e costituzione Contratto di rete

Personale e attrezzature per 6 mesi 50.000,00

- Spese di start-up e avvio

Contributo alla messa in esercizio del Centro 20.000,00

- Spese generali i di gestione annuale esclusi realizzazione eventi

Contributo alla gestione del Polo culturale per (Consumi, utenze, amministrazione, sito web, materiali di promozione, etc. (nel triennio)

60.000,00

Totale 2.730.000,00

La previsione delle entrate per la gestione delle attività del Centro può basarsi su: - risorse derivanti da attività di informazione e formazione (seminari/workshoop e giornate di studio) e campagne di disseminazione dei contenuti culturali e delle attività attraverso la pubblicazione di brochure informative e testi. - vendita di cd multimediali riprodotti a cura dell’archivio con riferimento al mercato turistico nella provincia dell’Ogliastra - Affitto sale per mostre e convegni specialistici e organizzazione di eventi culturali - Gestione di progetti di interscambio giovanile e culturale - Gestione del sito web ;

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Fonti di Finanziamento � MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO - Dipartimento per lo sviluppo e la coesione

economica, interventi a valere sulla programmazione regionale del Fondo per lo sviluppo e la coesione SETTORE CULTURA ;

� POR SARDEGNA 2014/2020 :

1) Obiettivo Tematico 11 “Rafforzare La Capacità Istituzionale E Promuovere Un'amministrazione Pubblica Efficiente”

2) Obiettivo Tematico 10 “Investire Nelle Competenze, Nell'istruzione E Nell'apprendimento Permanente”

3) Obiettivo Tematico 9 “Promuovere L'inclusione Sociale E Combattere La Povertà”

4) Obiettivo Tematico 8 “Promuovere L'occupazione E Sostenere La Mobilità Dei Lavoratori”

5) Obiettivo Tematico 2 “Migliorare L'accesso Alle Tecnologie Dell'informazione E Della Comunicazione, Nonché L'impiego E La Qualità Delle Medesime

� PROGRAMMI DIRETTI EUROPEI 2014/2020:

1) Europa Creativa

2) Europa per I Cittadini

3) Erasmus per Tutti

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Scheda Progetto n.2 RIFERIMENTI PAES: Ambito 2 Innovazione e crescita socio-culturale

Titolo Progetto:

Polo Tecnologico di Tertenia: FabLabTERT - Promozione di Fablab creative per lo start-up di impresa in settori innovativi Finalità ed Obiettivi Obiettivo del progetto è quello di infrastrutturare nel Comune di Tertenia un presìdio di fabrication laboratory finalizzato a: 1.Recuperare l’eredità storica culturale e tecnica dell’artigianato locale inserendola in nuovi cicli di vita produttivi di artigianato digitale; 2.Valorizzare l’etica del lavoro manuale e cooperativo formando Reti ed Ecosistemi Creativi e dinamici che favoriscono l’aggregazione di competenze, la contaminazione dei saperi e l’emergenza dei talenti; 3. Produzione sostenibile attraverso crowdfunding, mecenatismo 2.0. e negozi online; 4. Formazione di “Clusters for Social Innovation” propulsori di crescita sostenibile in grado di comporre gli attori presenti nel territorio nei campi della produzione artigianale, artistica e del design; 5. Concorrere al perseguimento degli obiettivi della piattaforma strategica “Rifiuti Zero”. Quadro di riferimento Un rapporto presentato nei giorni scorsi da Citigroup e da McKinsey ha inserito –in un elenco di nuove invenzioni definite "dirompenti" le tecnologie che allestiscono, già oggi, centinaia di FabLab in tutto il mondo. Non si tratta di scoperte scientificamente nuove, ma di dotazioni strumentali capaci di far compiere un brusco salto all'economia, in termini di maggiore produttività e di qualità dei consumi, paragonabile a quello che si è verificato con il computer o, prima ancora, con i motori elettrici.Già oggi, coloro che intendono sviluppare idee di nuovi prodotti possono evitare di affidare ad altri la loro realizzazione, potendo decidere di produrre e distribuire da soli, sfruttando il web e le nuove tecnologie. Alla base di questo cambiamento epocale – qualcuno parla di “ritorno” dal virtuale al reale – insieme alle stampanti 3D, ci sono tutti i principali trend nati in rete – dalla peer production all’open source, dal crowdsourcing al crowdfunding – che permetteranno a chiunque di finanziare e produrre un singolo oggetto a costi bassissimi. Nel prossimo futuro si prefigurano tante piccole fabbriche personali e un movimento sempre più diffuso di “artigiani digitali” che concorrerà a revisionare la tradizionale produzione di massa. Neil Gershenfeld, fondatore del Center Bits and Atoms al MIT di Boston sostiene che “la fabbricazione digitale è la vera rivoluzione. Si stanno trasformando i dati in cose, e le cose in dati. , inoltre spiega che lavoro, educazione e gioco, storicamente separati, con gli strumenti di invenzione digitale è possibile farli convergere, portando ad es. i FabLab dove è possibile fare business, divertirsi e produrre arte. “I FabLab stanno reinventando il funzionamento del sistema, stanno inventando un nuovo tipo di economia”. Nell’ultimo anno è stato promosso da Officine Arduino Fab Lab Italia e sono nate FabLab a Torino, Palermo, Chieri, Roma, Valenzano (BA), Milano, Matera, Firenze, Reggio Emilia, Cava Dei Tirreni, Genova, Fontaneto d'Agogna (NO), Trento. La promozione dei laboratori è quasi quotidiana e non conosce né differenze geografiche né vincoli legati alle aree urbane rispetto alle aree interne e ai piccoli comuni. La parola FabLab viene da “fabrication laboratory” (laboratorio di fabbricazione), si tratta di piccole officine dotate di varie macchine a controllo numerico (stampanti 3D, macchine a taglio laser, frese, plotter) con cui si può costruire praticamente di tutto. I FabLab sono degli spazi in cui tutti possono (co)progettare e realizzare i loro oggetti, esattamente come li vogliono. Nei FabLab si può venire anche per provare le macchine, imparare ad usarle con l’aiuto di chi ha le competenze e sperimentarne le possibili applicazioni. Si tratta di spazi aperti a studenti, hobbysti, gente che vuole riparare un oggetto a cui tiene in modo particolare, ma anche professionisti alla ricerca di nuove

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idee, piccoli artigiani che hanno bisogno di consigli per velocizzare i loro processi di produzione o giovani “inventori” che possono realizzare singoli prototipi da modificare di volta in volta, prima di imbarcarsi in costosi processi di stampa industriale». Un FabLab è in sintesi un laboratorio, dotato di macchinari e tecnologie, che viene messo a disposizione di chi voglia realizzare un prodotto o confrontarsi con un team di professionisti per inventare, costruire, riparare, o creare un prototipo.In un FabLab si mettono a disposizione diversi tipi di utensili: dalle pinze alle macchine da cucire ed è possibile intervenire su vecchi oggetti per aggiustarli, ma anche per migliorarli o aggiungere funzionalità, oltre naturalmente a crearne dei nuovi. Allo stesso tempo, mentre si ripara, si sviluppa conoscenza, si alimentano idee, si condivide nuova progettualità. La stampa in 3D permette di creare oggetti reali in tre dimensioni a partire da file digitali. Finora sono state usate soprattutto per produrre prototipi. Tra i limiti che attualmente ne frenano la penetrazione nei processi industriali veri e propri, invece, i tempi di realizzazione dell'oggetto, molto più lunghi che nei processi industriali attuali, e i problemi a monitorare la qualità. Ma le evoluzioni in corso rendono la tecnologia molto promettente: macchinari e “inchiostro” (in realtà il più delle volte è un materiale plastico) costano sempre meno, la tipologia di materiali utilizzabili si sta ampliando (ora si possono stampare anche oggetti in titanio), le funzioni sono sempre più evolute e la qualità migliorata. La stampa in 3D permette inoltre di ottenere strutture e forme prima inconcepibili, consentendo di forgiare oggetti con materiali più leggeri di quelli solitamente utilizzati, spreca pochissima materia prima ma, soprattutto, permette di produrre oggetti senza bisogno delle strutture tradizionali che devono essere presenti nelle fabbriche e nei laboratori: torni, stampi, forni, ecc. “Allo stesso modo in cui internet ha ridotto radicalmente i costi del generare e disseminare informazioni, facendo nascere nuovi business come Google e Facebook, la stampa in 3D ha il potenziale di ridurre enormemente i costi di produzione dei beni fisici, permettendo l'entrata sul mercato di centinaia di migliaia di mini-produttori”. L'energia e la materia risparmiata con questo nuovo modo di produrre concorrerebbe a livello globale a migliorare l'efficienza, che è il vero tratto distintivo della “terza rivoluzione industriale” che da tempo predicano importanti economisti. Diffusissimi negli Stati Uniti e in Nord Europa, ma presenti un po’ in tutto il mondo, i FabLab sono approdati in Italia solo nel 2011 e costituiscono un fenomeno culturale che suscita un interesse crescente anche nelle aree più marginali e arretrate. Un po’ designer, un po’ informatici e un po’ bricoleur, i makers inventano e costruiscono oggetti, ma a differenza degli artigiani tradizionali lo fanno partendo dal digitale. Il movimento della personal fabrication nasce dall’industria, da cui ha preso la precisione e la riproducibilità dei prodotti, e vanta legami profondi con l’artigianato, da cui ha preso la progettazione su misura, e con il mondo dell’opensource con cui condivide la filosofia di scambiarsi progetti liberamente. Nei FabLab la parola d’ordine è “condivisione”, in quanto ogni oggetto fabbricato digitalmente ha l’equivalente di un “codice sorgente” che permette di modificarlo e riprodurlo infinite volte. In questo modo gli oggetti possono essere pensati utilizzando le stesse categorie concettuali che usiamo per la conoscenza in senso stretto, quella scritta e formalizzata nei testi: non è un caso infatti che i FabLab vengano spesso paragonati alle biblioteche. La possibilità di creare facilmente prototipi apre a opportunità di customizzazione simili a quelle del mondo dei servizi, allargando molto la varietà dell’offerta (e creando quindi nuova domanda). Un mondo in cui piccole unità produttive danno vita a prodotti high-tech innovativi senza bisogno di investimenti milionari ridimensiona il potere dei grandi brand e rende lo sviluppo tecnologico ancora più imprevedibile. I FabLab che si propone di avviare si presentano come laboratori di fabbricazione in cui macchine a controllo numerico permettono di realizzare le più disparate lavorazioni a partire da file digitali, che verranno offerte a pagamento alle aziende e a prezzi moderati (o gratis) ai membri della comunità. Descrizione dell’intervento Il progetto opererà nei campi: 1. Design e Fabbricazione Digitale: attraverso l’utilizzo software, scanner e stampanti 3d e vendita online del prodotto 2. Servizi alle imprese (prototipizzazione rapida per industria, realizzazione di modelli e plastici per l’architettura e le belle arti; 3. Servizi alle pubbliche amministrazioni (tecnologie per il rilievo, la diagnostica e la rigenerazione digitale dei beni ambientali);

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4. Social design (design “responsabile” per il miglioramento del benessere e delle condizioni di vita umane, per il soddisfacimento dei bisogni di tutti i Sud del Pianeta attraverso progetti di cooperazione internazionale). In tal modo si sviluppa un nuovo asset strategico oggi all’attenzione delle policy nazionali ed europee, diffondendo “cultura makers”, incubando start up e spin-off, strutturando reti di sapere e di cooperazione locale ed extraterritoriale, sperimentando processi e linee di prodotti e servizi fondati sui princìpi di “territorio zero”, attraverso le pratiche creative di riuso, riparazione, chiusura del ciclo dei rifiuti, inclusione sociale. Una volta sperimentato il modello FabLab di Tertenia (FabLabTERT), si avvierà un programma di trasferimento delle esperienze su scala territoriale più ampia, in raccordo con i territori e con le organizzazioni produttive e sociali. Nella particolare fase storica la FabLabTERT si propone inoltre di svolgere una rilevante funzione di indirizzo e sperimentazione pratica nei percorsi formativi e lavorativi ad elevato contenuto tecnico specialistico, in considerazione delle disponibilità tecnologiche e delle reti di saper fare che i laboratori gestiranno. La FabLabTERT opererà quale spazi di co-working, spazi per definizione fertili e predisposti alla condivisione, all’incontro di professionalità diverse e alla cross innovation, funzionali, anche grazie ai laboratori e all’expertize delle rete scientifica e industriale locale, all’erogazione di servizi integrati a favore dei territori in materia di Smart City, Smart Communities e alle politiche pubbliche di green economy. La scelta di promuovere la FabLab ha un suo razionale strategico nella opportunità di avviare per primi in Regione Sardegna la sperimentazione di simili percorsi, impegnando i prossimi mesi nella alfabetizzazione dei princìpi e dei valori, sviluppando competenze tecnico-professionali, animando i territori e promuovendo reti territoriali con pubbliche amministrazioni, categorie produttive, organizzazioni sociali e giovani creativi e innovatori. In tal modo, entro un anno si ritiene di poter contare su un know how e su un sistema di relazioni, aperte a contatti e cointeressenze con il sistema FabLab nazionale ed internazionale, titolato a cogliere una serie di opportunità rinvenienti dalle politiche pubbliche di intervento in materia di smart cityes, smart communities, cluster di social innovation, cantieri sperimentali del lavoro, ricerca e innovazione a favore delle microimprese nella filiera del riuso e del riciclo, che verranno messe in campo dall’UE, dal governo e dalla Regione a valere sul nuovo ciclo di programmazione 20-20-20. Il coworking, i servizi di design modellazione e prototipazione rapida, le prestazioni specialistiche di laboratorio, lo sviluppo di star up, la formazione professionale, potranno determinare la sostenibilità ex post dell’investimento e garantire la sussistenza dei requisiti minimi per lo sviluppo di partenariati di progetto e il miglioramento tecnologico dei processi di erogazione dei servizi. L’Atelier del riuso Al fine di garantire una maggiore sostenibilità economica al piano di investimento, promuove contestualmente la realizzazione di due Atelier del riuso in scala con i servizi che verranno offerti dalla FabLab. Il lavoro artigiano in Italia costituisce un ingrediente essenziale per il successo delle imprese quando dimostra di sapersi proiettare in una nuova dimensione economica e culturale. Esiste, infatti, un lavoro artigiano che dà qualità all’operato di tante medie e grandi imprese che affidano a competenze artigianali compiti fondamentali per il loro successo sul mercato. Gli Atelieur di Tertenia sono dei laboratori artigiani che lavorano su due macrotipologie di prestazioni: 1. Realizzazione di linee di prodotti che vengono ideati e prototipati nelle FabLab; 2. Realizzazione di prodotti che nascono dal riuso di materiali. La tipologia delle attività laboratoriali insieme alle specifiche dotazioni strumentali dovrà essere identificata sulla base di una analisi strategica che tenga conto della reperibilità dei materiali e dei prodotti da lavorare, delle categorie di prodotto richieste dal mercato e della disponibilità di capitale umano da impiegare nelle lavorazioni artigianali innovative. I segmenti specialistici sono numerosi e possono comprendere il tessile, l’elettronica, la meccanica, carta e cartone, il legno, il vetro, la plastica, le linee di prodotto illimitate (elementi di arredo, mobili, accessori, gioielli, giochi, vestiti, decoro urbano…..).Si evidenzia inoltre, anche al fine di rendere coerente l’iniziativa progettuale con le Linee guida sulla Social Innovation previste nell’Agenda delle Istituzioni nazionali ed europee (vedi Documento del MIUR del 21/03/2013 su “La via italiana alla Social Innovation”), l’opportunità di favorire il coinvolgimento strategico del sistema della cooperazione sociale e del low profit, componente essenziale delle nuove politiche di crescita e sviluppo incentrate sulle

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ricadute sociali che ricerca scientifica e innovazione tecnologica devono, d’ora in avanti, sempre più garantire. Lo sviluppo congiunto delle esperienze FabLabTERT e AtelieurTERT, aperto alla partecipazione collaborativa di cooperative, pmi, enti locali, università e associazioni di promozione sociale, può sostenere, in tempi relativamente brevi, l’avvio, da parte del Polo, di un processo di identificazione di un vero e proprio modello di “artigianato innovativo”, ecosostenibile e a territorio zero, da replicare su scala territoriale regionale e da mettere in rete con le numerose realtà nazionali e internazionali. Il sistema dei FabLab e Atelieur del riuso, una volta maturata l’assunzione dei requisiti soggettivi e tecnico-strutturali minimi, si qualificherà come rete territoriale titolata a beneficiare di una serie di strumenti che caratterizzeranno il nuovo ciclo di programmazione 20-20-20 in materia di “incubatori e start up ”, “reti di green factory”, “cantieri sperimentali e piani locali per il lavoro”, “laboratori didattici”, “percorsi orientativi e di formazione”, “stage aziendali”, “master” e “progetti di ricerca scientifica e innovazione Tecnologica”. Il progetto in poche parole infrastruttura una serie di presìdi in cui si concentrano spazi interdisciplinari, dotazioni tecnologiche e strumentali, competenze tecniche manuali e competenze scientifiche e professionali, che alimentano quotidianamente, grazie a modelli inclusivi e partecipativi, idee e nuova progettualità. Riuso dei materiali, prolungamento del ciclo di vita dei prodotti, risparmio e riduzione energia, abbattimento emissioni co2, uso ottimale di risorse, consentono di impegnarsi da subito in una dimensione di pratica innovativa di Social Innovation attraverso l’applicazione efficace e sostenibile di nuove idee di prodotto, servizi, modelli. Il tutto nella direzione di offrire non solo un contributo concreto allo sviluppo di una nuova economia più rispettosa dei diritti dei cittadini e più attenta alla promozione della cultura dell’ambiente e del riuso, ma anche a creare una reale occasione di inserimento lavorativo in una dinamica di società responsabile, anticipando la sperimentazione dei princìpi posti a base della nuova strategia “Europa 2020” per una “crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” ... Non da meno appare infine l’opportunità di sviluppare linee di prodotto e manifatcuring sostenibile marchiate “TERT”, approntando un vero e proprio catalogo da promuovere attraverso le piattaforme di comunicazione, marketing e commercializzazione già operative della rete FabLab nazionale ed internazionale. Il percorso metodologico Il Progetto si prefigge di costruire un percorso sperimentale di avvio di un Cluster di Social Innovation sul riuso integrato con la costruzione delle FabLab e l’accompagnamento di Start Up innovative. Le fasi previste sono: 1. Progettazione partecipata

Riunioni sotto forma di forum territoriale nella città di Tertenia esteso agli attori potenziali e le reti sociali esistenti della Provincia, al fine di raccogliere le idee sulla base degli input proposti dal gruppo promotore (Comune di Tertenia);

2. Individuazione start-up innovative Attraverso la valorizzazione di soggetti esistenti o di nuova costituzione, avviare dei progetti di accompagnamento di micro o piccole imprese che prevedano anche l’assistenza all’individuazione di fonti di finanziamento per la gestione, di microcredito, di servizi trasversali; Al contempo, una apposita attività di scouting permetterà di conoscere eventuali attività artigianali esistenti a livello provinciale sensibili all’innovazione e compatili con la filiera del riuso, da accompagnare con le sole attività promozionali di cui alla fase 4 e di messa in rete.

3. Realizzazione della FabLabTERT Il Comune realizza le FabLab (vedi oltre) da mettere a disposizione delle start-up e della filiera di social innovation sul riuso

4. Implementazione FabLabTERT D’intesa con le start-up e la filiera di social innovation, il Comune garantisce la promozione dei prodotti realizzati, la costituzione di un catalogo condiviso, la commercializzazione, (franchising, etc.)

Il Programma di interventi Il programma di interventi prevede la realizzazione di:

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• Nr. 1 Fab Lab • Nr. Sistema di Laboratori di Artigianato Innovativo sul Riuso (almeno 3) • Nr. 1 Eco Pub

La FabLab La fab Lab sarà localizzata in uno spazio appositamente dedicato e organizzata. In particolare si prevede la localizzazione della FabLab presso l’area dedicata all’incubazione di imprese innovative e start up. Il sistema di Laboratori di Artigianato Innovativo sul Riuso, saranno composto da una o più officine artigiane sulle seguenti tematiche:

� polifunzionale sul riuso; � giochi e giocattoli; � elementi di arredo in prodotti naturali, paglia e legno; � elettronica; � tessile

Eco Pub Inoltre, sarà valorizzata l’esperienza innovative nel settore della somministrazione di alimenti e bevande (Eco Pub), caratterizzati da arredi funzionali in materiale riciclato (provenienti dalle stesse FabLab realizzati o da idee concorso del Polo) e cibi provenienti da km.0 Costo dell’intervento I costi per la realizzazione del progetto sono così articolati: a. Investimento per il recupero e messa a norma dello spazio dedicato b. Investimento in attrezzature e macchinari c. Spese di funzionamento Per quanto riguarda la voce a) si prevede di destinare una somma pari a € 50.000,00 da articolare in base alle esigenze di recupero, messa a norma e organizzazione dello spazio individuato Per quanto riguarda la voce b) , si specifica che le principali attrezzature da acquistare e rendere funzionali sono: 1. Costo medio singolo laboratorio (€20.000) x 3 € 60.000,00 2. Costo medio per Ecopub (arredi, impiantistica e utensileria) : € 20.000,00 3. Costo per installazione FabLab, come segue:

Attrezzatura Modello Costo (€) Stampante 3D POWERWASP 1.500,00 Laser Cutter (per taglio incisione)

GLC3040

4.250,00 Plotter taglio di vinile SummaCut D60FX 1.390,00 ShopBot Desktop with router

ShopBot Desktop (with router)

4.290,00 Macchina ricamatrice Janome Memory Craft 200E 1.220,00 Modellatore 3D MODELA MDX20 3.700,00 Bancone da lavoro e porta attrezzi mobile

In legno 500,00

Piccole attrezzature da Laboratorio

Varie (Kit di chiavi inglesi e giraviti, avvitatore, pennelli, viti, dadi e bulloni, martello, tenaglia e pinza, taglerino prof, seghetto, ecc.)

1.450,00

Materiali di consumo Vari (acetati, stoffe, filo, carta, ecc.)

1.700,00

TOTALE 20.000,00

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c. Spese di funzionamento Voce Costo (€) Piano di Formazione 10.000,00 4 Workshop 8.000,00 Materiale di Consumo per tutti i laboratori

(solo primo anno di avvio a regime)

40.000,00

Totale Spese di funzionamento 58.000,00 Pertanto il costo totale del progetto risulta essere pari a : € 208.000,00 Fonti di Finanziamento Il Finanziamento dell’iniziativa può avvenire attraverso varie fonti, anche integrabili che possono coprire il costo fino ad un valore max dell’100%. In particolare le fonti utilizzabili sono da ricercare, oltre che nei Bandi del MISE in corso (Cfr. Finanziamenti per creare nuove imprese nel Mezzogiorno, attivo dal settembre 2013), anche all’interno delle risorse del POR Sardegna 2014-2020 e delle iniziative Comunitarie Horizon 2020. In particolare, relativamente a quest’ultimo si segnala: - Bando comunitario: "VP/2013/010 nell'ambito del programma PROGRESS".Garanzia delle competenze per la crescita e l'occupazione, gennaio 2014; Bando comunitario: "Sostegno all'innovazione, risorse umane, politica e cooperazione internazionale 2- 2014". -INFRASUPP-1-2014:”Misure di sostegno dell'innovazione”, gennaio 2014; - Bando comunitario: "Sostegno all'innovazione, risorse umane, politica e cooperazione internazionale 1 - 2015". -INFRASUPP-4-2015:”Nuove professioni e competenze per le infrastrutture elettroniche”, Gennaio 2015;

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Scheda Progetto n.3 RIFERIMENTI PAES: Ambito 2

Innovazione e crescita socio-culturale

Ambito 3

Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio comune per uno sviluppo durevole Titolo Progetto: “Tertenia smart” riduzione dei consumi energetici e valorizzazione in rete delle fonti locali di energia

Obiettivi e finalità

Il Progetto proposto riguarda l’implementazione e sperimentazione di una serie di azioni operative che qualificano e valorizzano il Comune di Tertenia come “smart community” che, in perfetta sinergia con il polo tecnologico, consente di coinvolgere il contesto territoriale, con utenti attivi, in modo da sperimentare nella realtà le soluzioni proposte nel PUC e nel PAES. Solo così il progetto con il suo investimento in termini economici e di risorse umane può rappresentare un punto di riferimento per una riproposizione sistematica delle azioni maggiormente sostenibili. Le iniziative legate alle Smart Cities o alle Smart Community, possono essere considerate un veicolo utile per le città e i territori a contribuire agli obiettivi europei al 2020. Le città come entità intelligenti sono particolarmente adatte ad accogliere iniziative che affrontino il problema del “bene pubblico” a livello locale, come ad esempio tutto ciò che riguarda l’approvvigionamento energetico e il cambiamento climatico. La densità e la diversità degli abitanti, nonché la collaborazione fra la popolazione ed il tessuto produttivo, facilita il riconoscimento reciproco delle problematiche presenti sul territorio. La mobilitazione di un’ampia parte della cittadinanza e la condivisione di ruoli e responsabilità rendono più efficiente una determinata comunità. In realtà, l’iniziativa comunitaria legata allo sviluppo delle Smart Cities si prefigge di apportare miglioramenti in relazione ad un certo numero di obiettivi del programma Europa 2020. Nella sostanza, l’obiettivo strategico dell’Unione Europea è quello di dimostrare che una rapida progressione verso il raggiungimento degli obiettivi al 2020 è auspicabile, dimostrando ai cittadini che la qualità della vita e delle economie locali può essere migliorata attraverso investimenti in diversi ambiti connessi strettamente tra loro, i quali generano una serie di ricadute positive per le città e i loro abitanti.

Nello specifico, Il progetto ”Tertenia Smart” si muove lungo le direttrici su citate e prevede un’articolazione sui seguenti assi principali:

� Asse 1 � Governance � Asse 2 � Efficienza energetica degli Edifici � Asse 3 � Fonti locali di energia � Asse 4 � Ambiente

ad ognuno di essi corrispondono una serie di azioni oggetto di progettazione, realizzazione, monitoraggio delle variabili significative, adeguamento e valutazione finale in relazione a parametri di sostenibilità . Tali attività saranno garantite dal Laboratorio che ruota attorno all’Ufficio del Piano di Tertenia in quanto la necessità di migliorare la pianificazione degli interventi non può prescindere dallo sviluppo di indispensabili strategie di “knowledge management” finalizzate a garantire la conoscenza utile alla pianificazione e gestione ottimale degli interventi di efficientamento energetico degli edifici e al monitoraggio del parco edilizio comunale da inserire nel SIT di Tertenia, alla definizione delle priorità d’intervento e le linee d’azione, politiche e tecniche, finalizzate al risparmio energetico da conseguire.

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Quadro di riferimento

Il termine "smart city" lo si trova principalmente collegato al resoconto di conferenze, ad annunci di bandi europei, ai proclami delle pubbliche amministrazioni e ai prodotti tecnologici. Tutto corretto, ma anche limitativo nell'interpretazione di un sistema che può essere molto più complesso e che deve mettere al centro come risorsa principale il cittadino, rendendolo partecipe. Quindi partecipazione, risparmio energetico, attività culturali, sicurezza, mobilità, opportunità economiche: una visione organica dello sviluppo della città, con un impegno coeso di tutti gli attori presenti sul territorio. Tutti elementi fondamentali che rendono il PUC di Tertenia organico al suo Piano di Sviluppo, basato sui principi di tutela, salvaguardia e valorizzazione sostenibile delle sue risorse. In questo quadro, la proposta progettuale risulta focalizzata su una delle più difficili sfide ambientali del XXI secolo ossia sull’efficiente uso delle risorse e la ricerca di nuovi scenari di vita in tutti i settori che ci circondano (fonti energetiche, sistemi industriali, sistemi agricoli, mobilità, modalità di produzione e consumo di beni e servizi, etc.), legandosi intimamente alle problematiche dei cambiamenti climatici, trattate in altre schede dello stesso Piano.

La Smart City è una proiezione astratta di comunità del futuro, un perimetro applicativo e concettuale definito da un insieme di bisogni che trovano risposte in tecnologie, servizi e applicazioni riconducibili a domini diversi. Tali tecnologie, servizi ed applicazioni non costituiscono di per sé né singolarmente né collettivamente una Smart City, se non vengono integrate in una piattaforma che assicuri interoperabilità e coordinamento, ma soprattutto la definizione di appropriati strumenti di governance e finanziamento, elementi essenziali alla realizzazione della visione politica e sociale costitutiva della Smart City.

La Smart City è quindi in primo luogo una collezione di problemi rilevanti da affrontare e di idee per risolverli, un insieme di modelli di inclusione, di regole di ingaggio tra sistema pubblico e privato, di nuova strumentazione finanziaria, di innovazione nella Pubblica Amministrazione, di procedure di procurement, di azioni di semplificazione e trasparenza, di regolamentazione, su cui la Pubblica Amministrazione sappia formulare promesse credibili nel medio periodo.

Al centro della sfida vi è la costruzione di un nuovo genere di bene comune, una grande infrastruttura tecnologica e immateriale che faccia dialogare persone e oggetti, integrando informazioni e generando intelligenza, producendo inclusione e migliorando il nostro vivere quotidiano.

Quella della Smart City è un’opportunità che le Pubbliche Amministrazioni italiane tendono oggi ad interpretare in modo bivalente. Da un lato la volontà di intercettare le potenzialità offerte dal grande programma comunitario Smart City e più in generale da Horizon 2020, che metteranno a disposizione delle città europee ingenti risorse nei prossimi anni, dall’altro un’occasione per costruire nuove ipotesi strategiche del futuro delle singole città ed offrire agli investitori privati una prospettiva credibile e stabile nel medio periodo.

Tali visioni devono essere riconciliate e ricondotte ad un piano d’azione comune ed è per questo importante che gli amministratori locali vengano accompagnati in un azione istituzionale governativa, sia nella costruzione, su scala nazionale, del sistema di competenze per la realizzazione del modello di Smart City sia nel tentativo di cogliere al massimo le possibilità offerte dalla Commissione Europea su questo fronte. Le disposizioni contenute all’articolo 20 del Decreto Legge n. 179 del 18 ottobre 2012, (cosiddetto Decreto Crescita 2.0) costituiscono l’infrastruttura di base che mira a definire una piattaforma di base di natura tecnologica, finanziaria e di strumenti di governance capace di creare le migliori precondizioni possibili per lo sviluppo di progetti Smart City su scala nazionale. L’attuazione di tale disegno, oggi affidato all’emanazione dei decreti attuativi da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale è la prima delle condizioni necessarie allo sviluppo delle Smart City. in Italia. Il secondo elemento è legato al carattere duale delle politiche delle Smart City. In un momento di risorse scarse, in particolare per le amministrazioni locali, appare di fondamentale importanza porre in atto politiche nelle quali gli investimenti contribuiscano contestualmente alla costruzione di competenze distintive delle imprese italiane e alla messa in

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efficienza dei servizi della Pubblica Amministrazione o più in generale al miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

In questo contesto il progetto declina la problematica generale a livello locale, individuando ambiti specifici di intervento finalizzati ad aumentare il contributo volontario della Comunità locale di Tertenia come nodo sperimentale innovativo, per creare e sviluppare iniziative finalizzate alla costruzione di una Smart Community di eccellenza. Descrizione dell’intervento

Come su accennato, l’intervento proposto prevede la realizzazione di un processo che si svilupperà realizzando alcuni preliminari passi fondamentali: - definire una vision degli obiettivi a medio�lungo periodo; - sviluppare le infrastrutture abilitanti quali, ad esempio, le reti in banda larga wireless e fisse, le

reti di sensori ambientali, le smart grid, etc; - abilitare lo scambio intelligente e diffuso di informazioni e servizi, grazie alla creazione di

standard di cooperazione applicativa tra soggetti pubblici e privati;

Il progetto è pertanto articolato su 4 assi principali che, in sinergia tra di essi ed integrandosi, con altri interventi progettuali dello stesso Paes, contribuiscono a rendere visibile il progetto nel suo complesso.

1. Asse 1 - Governance

L’Asse 1) si compone di 5 azioni principali :

• Azione 1.1 � Formazione e motivazione dei diversi attori interessati: animazione del territorio

Questo percorso è di fondamentale importanza che la formazione per la realizzazione di una smart city. Le tecnologie sono strumenti importanti, ma fanno una città davvero smart solo nel momento in cui vi si arriva in modo intelligente, partendo cioè dalla volontà di dare risposte concrete ai bisogni reali delle persone. Ascolto, quindi. E chi dovrebbe fornire le risposte? Le persone stesse, partecipando attivamente alla costruzione dei servizi e sostenendo così il miglioramento della qualità della vita di tutti. È la logica del bottom up, contrapposta a quella del top down. Concetto tanto trito, quanto non ancora pienamente applicato. Eppure è evidente che la logica top down non funzioni. In un processo bottom up le tecnologie possono essere uno strumento importante, sia nella fase di ascolto (prima, durante, dopo), sia nel favorire la partecipazione e la co�progettazione, oltre che la diffusione e lo scambio di informazioni, l’integrazione e la collaborazione. L’infrastrutturazione ha la sua importanza, ma solo con il coinvolgimento delle persone fin dallo sviluppo delle soluzioni si può arrivare a vivere davvero in una città intelligente, dove tecnologie e capacità umane si incontrano in modo creativo e le comunità stesse diventano portatrici di innovazione. Pertanto tale azione, trasversale su tutto il progetto, prevede delle attività di sensibilizzazione diversificate per i diversi argomenti e per i differenti stakeholder che verranno coinvolti di volta in volta.

• Azione 1.2 � Informatizzazione e interoperabilità della pubblica amministrazione

Tale azione risulta essere sicuramente quella di più immediata percezione positiva da parte dei cittadini, essa punta a semplificare le procedure, a ridurre i tempi e a facilitare il dialogo tra privati, imprese e Pubblica Amministrazione; Tale azione, attraverso l’implementazione del SIT è stata già avviata durante l’organizzazione dell’Ufficio di Piano di Tertenia (Cartografia Digitale e DataBase georiferiti), ma va estesa ad altre aree dell’amministrazione comunale come ad esempio: o Prenotazione certificati demografici o Certificati anagrafici con Timbro Digitale o Servizi Tributari ICI�IMU e COSAP

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o Presentazione e visura delle pratiche Rottura Suolo e Commercio fisso o Iscrizioni Asili Nidi e Scuole materne o SMS ed e�mail Allerta Meteo, sosta auto, erogazione acqua o Albo pretorio o Pagamenti o Documenti firma digitale o PEC.

• Azione 1.3 � Navigazione libera negli spazi pubblici

Navigazione libera gratuita, con access�point wi�fi, senza limiti orari, nelle principali piazze cittadine, nelle biblioteche e nei musei, con i seguenti obiettivi chiave: o valorizzazione turistica o riqualificazione urbana o riduzione del digital divide.

Il progetto prevede inoltre l'accesso senza autenticazione ad alcuni servizi dell'Ente di carattere generale, come ad esempio lo Sportello del Cittadino, MobilityPoint (portale di infomobilità), ecc.

• Azione 1.4 � Trasformazione intelligente di aree urbane

La presente azione prevede la realizzazione di una metodologia replicabile per processi di programmazione, pianificazione e progettazione di spazi urbani secondo i principi delle smart cities. Tale metodologia deve essere elaborata per presentare elementi di innovazione nei contenuti e nelle modalità di realizzazione dei diversi prodotti (piani, programmi, ...) in modo da garantire la completa e immediata condivisione da parte di tutti gli attori interessati al processo.

• Azione 1.5 � Sviluppo di software multipiattaforma per la gestione delle reti e dei sistemi

Il progetto prevede la realizzazione di software multipiattaforma mirato: o alla gestione delle reti e dei sistemi generali, a servizio della governance; o al monitoraggio di consumi e dei parametri di carattere generale e specifico, a servizio degli utenti.

2. Asse 2 � Edifici

Le azioni principali di questo asse sono legati al raggiungimento di elevati standard di isolamento ed all’integrazione di impianti da fonte rinnovabile e di co e trigenerazione per la produzione di energia, sia nelle nuove edificazioni che nelle ristrutturazioni del patrimonio edilizio. Nella Smart city gli edifici, integrando razionalmente la rete elettrica, di telecomunicazione e termica al loro interno, svolgono contemporaneamente un doppio ruolo di consumatori e produttori. Il continuo sviluppo tecnologico e la miniaturizzazione nel campo dei sensori e delle tecnologie di comunicazione annesse è il volano per il dispiegamento di soluzioni di telemonitoraggio di parametri energetici ed ambientali che, interconnessi in rete come sorgenti d’informazioni, abilitano servizi digitali di telemetering, di telecontrollo, e di sicurezza.

Un aspetto di particolare importanza è rappresentato dal perseguimento degli obiettivi di sostenibilità nella ristrutturazione del patrimonio esistente e nella sua riqualificazione , studiando soluzioni intelligenti che permettano al contempo di preservarlo, valorizzarlo ed incrementarne prestazioni ambientali e comfort interno.

Le principali azioni previste sono:

• Azione 2.1 � Adeguamento funzionale degli edifici pubblici di Tertenia in modo da renderlo ad alta efficienza energetica,integrando energie rinnovabili, verde, valorizzazione dell'acqua piovana e materiali di tradizione mediterranea come pavimentazione drenante e fotocatalitica.

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• Azione 2.2 � Realizzazione di progetti di riqualificazione secondo i criteri di efficientamento energetico e riduzione dei consumi distinti per tipologie edilizie e di funzioni.

• Azione 2.3 � Realizzazione di un edificio ad energia zero da destinare a funzioni diversificate e con forte carattere dimostrativo (il Polo Culturale).

3. Asse 3 � Energia

L’utilizzo della produzione elettrica da fonti rinnovabili viene pianificata attraverso lo sviluppo di impianti fotovoltaici integrati negli edifici e nelle coperture, la realizzazione di microimpianti eolici, idroelettrici ed a biomassa. Inoltre il progetto intende coprire quote di domanda termica attraverso l’utilizzo del solare termico, dalle biomasse e da impianti di cogenerazione e trigenerazione diffusa che utilizzano l’idrogeno quale vettore energetico principale. La produzione energetica da un mix diversificato (per fonte, per taglia degli impianti e per caratteristiche della fornitura) ed integrato nel tessuto interessato al progetto offre un eccellente campo per lo sviluppo di reti energetiche “smart”, che implicano un flusso di comunicazione continuo ed intelligente tra consumatori, produttori e nodi di regolazione e distribuzione dell’energia a tutte le scale dimensionali e di potenza.

Le principali azioni previste dal Piano di azione sono:

• Azione 3.1 � Elaborazione esecutiva del calcolo delle emissioni e la definizione degli obiettivi di riduzione previsti nel piano

• Azione 3.2 � Installazione di impianti fotovoltaici, microeolici ad asse verticale e solari termici nelle strutture pubbliche sottoposte a interventi di efficientamento energetico ;

• Azione 3.3 � Installazione di impianti fotovoltaici innovativi in edifici privati significativi ai fini della riproponibilità del modello individuato

• Azione 3.4 � Redazione Piano Regolatore della Pubblica illuminazione e realizzazione interventi di efficientamento delle linee e dei sistemi di potenza (leddificazione del sistema di illuminazione pubblica e inserimento degli inverter come variatori di velocità nei sistemi di potenza)

• Azione 3.5 � Realizzazione di una rete sperimentale per il teleriscaldamento e teleraffrescamento a biomassa nelle zone industriali e turistiche.

• Azione 3.7 � Realizzazione di una smart grid che sostenga assieme alla sicurezza dell'approvvigionamento, la liberalizzazione del mercato e la conseguente connessione degli impianti di generazione distribuita che vedono l'accesso al mercato da parte di una moltitudine di produttori attraverso:

3.7.1 la produzione decentrata di energia termica e/o elettrica attraverso lo sviluppo e la diffusione di impianti alimentati ad idrogeno, per utenze singole e/o interconnesse in reti energetiche locali e regionali.

- Realizzazione ed installazione di sistemi di produzione di energia termica alimentata da combustori ad idrogeno derivante da fonte rinnovabile e collegati a sistemi di distribuzione a bassa temperatura;

- Realizzazione ed installazione di sistemi e impianti a celle a combustibile alimentate ad idrogeno derivante da fonte rinnovabile di energia;

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3.7.2 l’installazione di pavimentazioni innovative (pavimentazioni catalitiche e/o piezoelettriche, ecc.) per la riduzione degli agenti inquinanti e la produzione decentrata di energia elettrica da movimento.

- Realizzazione ed installazione di sistemi di conversione di energia cinetica in produzione di energia elettrica attraverso l’installazione in spazi pubblici di aggregazione di impianti alimentati da pavimenti piezoelettrici;

- Realizzazione ed installazione di sistemi catalitici per l’abbattimento di sostanze inquinanti (NOx, CO2, ecc.) in ambiti urbani strategici.

4. Asse 4 – Ambiente

L’asse ambientale è sicuramente quello che nella visione comune di “smart city” è prioritario assieme a quello energetico, nel progetto che si propone si sono individuate tre azioni fondamentali da realizzare secondo le ultime metodologie dell’innovazione nel settore e che presentino un fattore di riproponibilità elevato.

Le principali azioni previste sono:

• Azione 5.1 � Monitoraggio parametri ambientali

E' prevista la progettazione di una rete di sensori per il controllo di tutti i parametri ambientali significativi per la qualità della vita e il monitoraggio nel tempo delle diverse azioni posti in essere dal progetto.

• Azione 5.2 � Realizzazione, adeguamento e gestione reti

La realizzazione di reti idriche e fognarie efficienti (con perdite zero) rappresenta un obiettivo del progetto considerati i costi, in termini economici ed ambientali che tale inefficienza comporta. Realizzare quindi un Data warehouse funzionale con tecnologia GIS Funzionale in quanto deve essere realizzato per dare immediatamente informazioni e strategie applicative per ottenere benefici tangibili. Quindi controllo puntuale: o della risorsa idrica, dalla sorgente (o dal serbatoio principale) al rubinetto; o dei liquami, dallo scarico utente al depuratore e poi da questo al collettore di smaltimento.

Azione 5.3. � Gestione ciclo dei rifiuti

Il progetto prevede la realizzazione completa di un ciclo di rifiuti che mette al centro la raccolta differenziata con una valorizzazione delle diverse frazioni e premialità ai cittadini virtuosi. Quindi oltre a limitare gli sprechi si avvierà una "gestione intelligente" riciclando di più, recuperando risorse e generando occupazione attraverso lo “Smaltimento a chilometri zero”. Le azioni previste riguardano piccoli sistemi di smaltimento ad uso locale. In tal modo ai vantaggi dell’elasticità di tali sistemi si aggiunge la riduzione dei costi di trasporto e i relativi vantaggi in termini di emissioni non prodotte. - Azione 1: Realizzazione di piccoli impianti per un compostaggio di prossimità ; - Azione 2: Realizzazione di impianti per riciclare e riusare i rifiuti ingombranti con la realizzazione di una materia prima seconda ad esempio per opere di arredo urbano, panchine, chiusini, ecc.).

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Costi dell’intervento

Nella tabella riassuntiva seguente si riportano i costi stimati per tali attività: Categoria di costo

Per Assi principali

Descrizione

Principali caratteristiche quantitative e qualitative

Importo totale

(€)

1. Asse 1 - Governance

• Azione 1.1 � Formazione e motivazione dei diversi attori

• Azione 1.2 � Informatizzazione e interoperabilità della pubblica amministrazione

• Azione 1.3 � Navigazione libera negli spazi pubblici

• Azione 1.4 � Trasformazione intelligente di aree urbane

• Azione 1.5 � Sviluppo di software multipiattaforma per la gestione delle reti e dei sistemi

Animazione territoriale, workshoop e seminari

Programmazione e Implementazione servizi SIT

Incremento dei servizi wifi comunali

Sviluppo software

100.000,00

2. Asse 2 � Edifici

• Azione 2.1 � Adeguamento funzionale degli edifici pubblici di Tertenia in modo da renderlo ad alta efficienza energetica, integrando energie rinnovabili, verde, valorizzazione dell'acqua piovana e materiali di tradizione mediterranea come pavimentazione drenante e fotocatalitica.

• Azione 2.2 � Realizzazione di progetti pilota di riqualificazione secondo i criteri di efficientamento energetico e riduzione dei consumi distinti per tipologie edilizie e di funzioni.

• Azione 2.3 � Realizzazione di un edificio ad energia zero da destinare a funzioni diversificate e con forte carattere dimostrativo (il Polo Culturale).

Diagnosi energetica e realizzazione di cappotti termici cambio infissi ecc.su n. 3 edifici di interesse pubblico e 3 edifici pilota privati cofinanziati al 50%

Installazione di sistemi soolar cooling per il raffrescamento estivo

1.500.000,00

250.000,00 3. Asse 3 � Energia

• Azione 3.1 � Elaborazione esecutiva del calcolo delle emissioni e la definizione degli obiettivi di riduzione previsti nel piano

- Acquisto software e implementazione banca dati delle emissioni

15.000,00

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• Azione 3.2 � Installazione di impianti fotovoltaici, microeolici ad asse verticale e solari termici nelle strutture pubbliche sottoposte a interventi di efficientamento energetico ;

• Azione 3.3 � Installazione di impianti fotovoltaici innovativi in edifici privati significativi

• Azione 3.4 � Redazione Piano Regolatore della Pubblica illuminazione e realizzazione interventi di efficientamento delle linee e dei sistemi di potenza (leddificazione del sistema di illuminazione pubblica e inserimento degli inverter come variatori di velocità nei sistemi di potenza)

• Azione 3.5 � Realizzazione di una rete sperimentale per il teleriscaldamento e teleraffrescamento a biomassa nelle zone industriali e turistiche.

• Azione 3.7 � Realizzazione di una smart grid che sostenga assieme alla sicurezza dell'approvvigionamento, la liberalizzazione del mercato e la conseguente connessione degli impianti di generazione distribuita che vedono l'accesso al mercato da parte di una moltitudine di produttori attraverso:

3.7.1 la produzione decentrata di energia termica e/o elettrica attraverso lo sviluppo e la diffusione di impianti alimentati ad idrogeno, per utenze singole e/o interconnesse in reti energetiche locali e regionali:

- Realizzazione ed installazione di sistemi di produzione di energia termica alimentata da combustori ad idrogeno derivante da fonte rinnovabile e collegati a sistemi di distribuzione a bassa temperatura;

- Realizzazione ed installazione di sistemi e impianti a celle a combustibile alimentate ad idrogeno derivante da fonte rinnovabile di energia;

3.7.2 l’installazione di pavimentazioni innovative (pavimentazioni catalitiche e/o piezoelettriche, ecc.) per la riduzione degli agenti inquinanti e la produzione decentrata di energia elettrica da movimento.

- Realizzazione ed installazione sperimentale

- Installazione di tegole FTV, e microelolico tipo turbomill

- cofinanziamento di impianti microelolici per i consumi domestici

- elaborazione piano e attivazione ESCo per intervento illuminotecnico , acquisto di inverter persostituzione pompe emotori

- studio di fattibilità e implementazione

Installazione n. 2 impianti combustore ad idrogeno e impianto a bassa temperatura

Installazione n. 2 impianti ad idrogeno a celle a combustibile alimentato da microgeneratore eolico

Realizzazione

400.000,00

200.000,00

500.000,00

20.000,00

90.000,00

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di sistemi di conversione di energia cinetica in produzione di energia elettrica attraverso l’installazione in spazi pubblici di aggregazione di impianti alimentati da pavimenti piezoelettrici;

- Realizzazione ed installazione sperimentale di sistemi catalitici per l’abbattimento di sostanze inquinanti (NOx, CO2, ecc.) in ambiti urbani strategici.

impianto Tipo Pavagen n. 100 mattonelle cinetiche e relativi sistemi di fruizione in spazio pubblico

Realizzazione di 500 ml di strada carrabile in punto di snodo e transito

180.000,00

100.000,00

100.000,00 4. Asse 4 – Ambiente

• Azione 5.1 � Monitoraggio parametri ambientali

• Azione 5.2 � Realizzazione, adeguamento e gestione reti

• Azione 5.3. � Gestione ciclo dei rifiuti

- Realizzazione di piccoli impianti per un compostaggio di prossimità ;

- Realizzazione di impianti per riciclare e riusare i rifiuti ingombranti con la realizzazione di una materia prima seconda ad esempio per opere di arredo urbano, panchine, chiusini, ecc.).

Acquisto e implementazione software e attrezzature

n. 10 piccoli impianti di compostaggio

Acquisto di piccole attrezzature e piccoli impianti

50.000,00

20.000,00

50.000,00

Totale 3.575.000,00 Fonti di Finanziamento

� FONDO DI COESIONE 2014-2020

� Delibera CIPE 18 Dicembre 2012 – Linee strategiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile e la messa in sicurezza del territorio

� Piano nazionale per la riduzione delle emissioni dei gas serra Delibera CIPE 29 gennaio 2013

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� POR SARDEGNA 2014/2020 : 1) Obiettivo Tematico 1 “Rafforzare La Ricerca, Lo Sviluppo Tecnologico E L’innovazione 2) Obiettivo Tematico 2 “Migliorare L'accesso Alle Tecnologie Dell'informazione E Della Comunicazione, Nonché L'impiego E La Qualità Delle Medesime” 3) Obiettivo Tematico 4 “Sostenere La Transizione Verso Un’economia A Basse Emissioni Di Carbonio 5) Obiettivo Tematico 6 “Tutelare L’ambiente E Promuovere L’uso Efficiente Delle Risorse”

� PROGRAMMI DIRETTI EUROPEI 2014/2020: 1. Programma HORIZON 2020 2. COSME (Competitiveness of Enterprises and Small and Medium-sized Enterprises) 3. JESSICA (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas) for Smart

Sustainable Cities 2014-2020 4. ELENA2014-2020(European Local Energy Assistance) e KfW (Kreditanstalt Für

Wiederaufbau)

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Scheda Progetto n.4

RIFERIMENTI PAES: Ambito 3 Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio comune per uno sviluppo durevole

Titolo Progetto: Tertenia ComPensa – Metodologie e azioni innovative per la compensazione volontaria e certificata delle emissioni inevitabili di CO2 Obiettivi e finalità

La presente iniziativa si inserisce nel contesto dello sviluppo di nuovi strumenti di “green marketing” che stanno coinvolgendo numerose istituzioni ed organizzazioni operanti in Europa, dove i meccanismi di compensazione volontaria delle emissioni climalteranti hanno raggiunto livelli significativi di utilizzo e diffusione. In Italia, questo strumento è poco conosciuto e, nei pochi casi noti di applicazione, è considerato più una modalità di greenwashing che uno strumento di contrasto, più un opportunismo compensativo che un'effettiva, ancorchè eticamente consapevole, possibilità di contribuire volontariamente alla riduzione delle emissioni dannose causa del cambiamento climatico. Tutto ciò contestualizzato in una scarsa e poco diffusa cultura sull’argomento a livello di autorità locali e comunità locali. In questo contesto e in quello derivante dalle politiche nazionali su questo tema (Cfr B. di db “Linee Strategiche per l’adattamento ai camb. climatici la gestione sost. e la messa in sicurezza dei territori”, dic. 2012 e B. di db “Piano Nazionale per la riduzione delle emissioni di gas serra”, gen. 2013), l’iniziativa si pone la finalità di sperimentare a livello locale quale può essere il contributo dei Comuni alla riduzione e stabilizzazione della concentrazione di Gas ad effetto Serra, valorizzando il patrimonio forestale presente sul territorio come principale “serbatoio di carbonio” e sperimentando soluzioni innovative di contrasto e abbattimento delle emissioni in ambito locale. In questo quadro, saranno implementate azioni sperimentali per la compensazione volontaria di emissioni inquinanti (CO2, NOx) generate dalla realizzazione e/o fruizione di differenti tipologie di eventi locali, migliorando i bilanci emissivi del territorio che diventa così naturale veicolo di promozione culturale, formazione e informazione scientifica diffusa sulla tematica. Il progetto riguarda quindi azioni per la compensazione volontaria certificata delle emissioni inevitabili (residuali e ineliminabili alla fine di processi di efficientamento), anch’esse da considerare opportunamente sulla base di quanto introdotto dalla comunità internazionale, con la creazione di un vero e proprio mercato volontario di scambio e acquisto di certificati e crediti, contribuendo alla sperimentazione di nuovi meccanismi indispensabili per il raggiungimento degli impegni internazionali.

Quadro di riferimento La proposta progettuale risulta focalizzata su una delle più difficili sfide ambientali del XXI secolo ossia sulla problematica del cambiamento climatico del pianeta che coinvolge in uno scenario multilivello praticamente tutti i settori che ci circondano (fonti energetiche, sistemi industriali, mobilità, modalità di produzione e consumo di beni e servizi, etc.). I rischi legati al cambiamento climatico sono connessi al progressivo sviluppo delle attività antropiche che comporta un continuo aumento della concentrazione dei gas serra (greenhouse gases - GHG) nell'atmosfera e conseguentemente della temperatura della troposfera della Terra. A tal proposito, l'ultima relazione dell’IPCC (Intergovernmental Panel Climate Change), confermando l’origine antropica dell’effetto serra, evidenzia la necessità di una riduzione delle emissioni per i Paesi industrializzati del 25-40% al 2020 e del 80-95% al 2050 al fine di mantenere l’aumento della temperatura media superficiale della terra al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali (cfr. Enea, 2011). Le emissioni di GHG (il biossido di carbonio, CO2, è il più importante gas a effetto serra di origine antropica) hanno subito una crescita esponenziale a partire dalla rivoluzione industriale: secondo uno studio del World Meteorological Organization GHG Bulletin (WMO, 2011) è stato raggiunto il valore di 389 ppm per la CO2, di 1.808 ppb per CH4 e di 323.3 ppb per N2O (con un aumento rispetto ai valori precedenti al 1750 rispettivamente pari al 39%, al 158% e 20%).Ragionando in termini di emissioni globali (GtCO2e), tra il 1970 ed il 2004 (IPCC, 2007) si è avuta una crescita di più del 70% passando da 28.7 GtCO2e a 49.0 GtCO2e.

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Con riferimento a tali problematiche, gli ecosistemi forestali e naturali svolgono un ruolo insostituibile, che sta crescendo continuamente di importanza e di riconoscimento, anche a livello internazionale (v. il recente Accordo di Copenhagen per la riduzione della deforestazione tropicale). Infatti, le foreste, pur ricoprendo poco più del 30% della superficie delle terre emerse, ne rappresentano circa il 60% della produttività primaria netta e sono sede del 70% degli scambi di carbonio; inoltre, le foreste contengono più dell’80% della biomassa e del carbonio epigeo terrestre e circa il 40% di quello presente nel suolo. Al contempo, gli ecosistemi forestali svolgono un ruolo chiave nell'ambito di alcuni importanti cicli biogeochimici della biosfera, regolando anche i parametri del clima regionale e planetario e contribuendo alla protezione dei suoli. Si stima, ad esempio, che il valore di tali funzioni rese dagli ecosistemi forestali rappresenta circa una quota pari a 80% del complessivo “valore economico” delle foreste mentre solo il 20% è il corrispettivo riguardante la produzione di beni direttamente commerciabili ovvero le biomasse legnose. Da segnalare però che i servizi “non materiali” resi dagli ecosistemi forestali non trovano remunerazione o, altresì, tale remunerazione (o minor costo rispetto alla prevenzione dei danni e rischi) non arriva mai a chi possiede, gestisce o cura le foreste. Il concetto stesso di sostenibilità richiama ad azioni a valenza multipla, dove il fornitore di servizi, la foresta in questo caso, è anche un fruitore di servizi di ritorno: il controllo e la riduzione di processi distruttivi sia di natura idrogeologica che legati agli incendi e a situazioni meteo estreme permette la costruzione di nuovo suolo e di ambienti più favorevoli alla vita, con aumento delle capacità della foresta stessa di resistere a situazioni di stress, di immagazzinare maggiori quantità di carbonio e di aumentare la propria produttività. La gestione degli ecosistemi agro-forestali per la mitigazione ambientale e per la produzione di significativi servizi ambientali prevedono anche la problematica dell’adattamento degli ecosistemi ai futuri cambiamenti e la prevenzione dei rischi ambientali (geo-idrogeologico, incendi). La predizione dell’adattabilità dei sistemi forestali a scenari climatici in rapido mutamento con la conseguente possibilità di mantenere, se non aumentare, la fornitura di prodotti e servizi alla società, presuppone l’approfondimento delle conoscenze sulle interazioni tra comunità vegetali ed ambiente, con la conseguente individuazione di opportuni indici e marcatori a diverse scale, da quella fisiologica e molecolare a quella integrata a scala territoriale, capaci sia di segnalare situazioni di disequilibrio incipiente, sia di assistere la pianificazione territoriale e gli interventi di gestione, anche finalizzati alla selezione di materiale vegetale provvisto di sufficiente flessibilità eco-biologica per affrontare i cambiamenti attesi. Altri inesorabili cambiamenti legati all'aumento delle temperature globali sono le riduzioni di neve, l'assottigliamento e riduzione dell'estensione dei ghiacci marini, i restringimenti della durata delle stagioni fredde per i laghi e i fiumi ghiacciati, l'aumento della temperatura del suolo, l'innalzamento del livello del mare e rischio desertificazione, questi ultimi più direttamente afferenti alla realtà della Regione Calabria. Le problematiche ambientali affrontate dalla proposta risultano quindi di estrema attualità come dimostrato anche dalle recenti direttive della Comunità europea incentrate su tali tematiche (Libro Bianco della Commissione Europea (CE) "Adattarsi ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo"; decisione del Consiglio del 25 aprile 2002, n. 2002/358/CE riguardante l’approvazione, a nome della Comunità europea, del Protocollo di Kyoto; direttiva 2009/28/CE per la promozione delle energie rinnovabili; direttiva 2009/29/CE incentrata sullo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra; decisione n. 406/2009/CE concernente gli impegni della Comunità in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2020). Va inoltre sottolineato che le recenti comunicazioni comunitarie (COM(2011)112 del 14 marzo 2011 sulla Roadmap per una transizione al 2050 ad una economia competitività a basso contenuto di carbonio) avviano verso un’economia a basso contenuto di carbonio promuovendo politiche di efficientamento energetico e di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra: in particolare la Roadmap per il 2050 prevede una progressiva decarbonizzazione dell’economia con un impegno di riduzione di gas serra dell’80% al 2050. In questo contesto il progetto declina la problematica generale a livello regionale, individuando ambiti specifici di intervento finalizzati ad aumentare il contributo volontario della Comunità locali, e nello specifico del Comune di Tertenia come nodo sperimentale innovativo, alla riduzione e stabilizzazione della concentrazione di Gas ad effetto Serra, valorizzando il patrimonio forestale esistente come principale “serbatoio di carbonio” e sperimentando

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soluzioni innovative di contrasto e abbattimento delle emissioni in contesti territoriali specifici e simbolici del territorio. Descrizione dell’intervento Le azioni principali del progetto consistono nella utilizzazione e sviluppo di modelli di analisi, valutazione e certificazione delle emissioni di CO2, fortemente legati al contesto locale, e nella di sperimentazione di meccanismi innovativi per la compensazione di CO2 in aree simbolo del territorio del Comune di Tertenia. Coerentemente con gli obiettivi prefissati il progetto si articola in 4 azioni principali così denominate:

Linea di Azione 1 DATA-PEC Organizzazione, elaborazione e comunicazione dei dati da rilevazioni climato-ambientali, arboreo-forestali e di qualità dell’aria, implementando il SIT dell’Ufficio di Piano e specializzando una sezione con la creazione del “Sistema potenziale di compensazione di carbonio del territorio comunale” da diffondere tramite un Portale collegato. Linea di Azione 2 GREENTER_SMARTFOREST - Pianificazione ed attuazione di misure per la carbon sink e carbon offset in ambito forestale. Linea di Azione 3 GREENTER_GREENCITY - Pianificazione ed attuazione di misure per favorire la forestazione in ambito urbano. Linea di Azione 4 PHOTOOL Progettazione e realizzazione di una pavimentazione fotocatalitica innovativa e strumentata (con progettazione e sviluppo di una rete di sensori per il monitoraggio di CO2 e NOx mediante piattaforma tecnologica web-based). Come azioni trasversali saranno sviluppate attività di monitoraggio e comunicazione oltre che eventi ed animazione territoriale. L’implementazione delle azioni si avvarrà della collaborazione degli Enti e delle Istituzioni che saranno coinvolti mediante manifestazione di interesse. La durata complessiva prevista per la realizzazione del progetto è di 3 anni, di cui 2 per la l’avvio e la realizzazione delle azioni ed uno per la messa a regime delle attività previste. I risultati attesi per ciascuna linea di azione sono i seguenti: - Linea d'azione 1: i) Sistema informativo DATA-PEC sviluppato e funzionante attraverso: - sviluppo modello logico-concettuale e fisico del SI; populamento del SI con le informazioni ambientali esistenti ed implementazione di protocolli di cooperazione, interscambio e riuso di DB; Costruzione di indicatori ed elaborazione di mappe climatiche e delle aree sensibili del territorio; ii) Modelli matematici elaborati, testati, e certificati con particolare riferimento a : - modello di calcolo dei livelli di emissioni di CO2; modello di calcolo del potenziale di compensazione di carbonio del Comune; iii) Portale Emissioni Compensazioni Tertenia progettato, costruito e funzionate per : - Comunicazione dei dati ambientali per enti pubblici e privati cittadini; Gestione del Repertorio delle emissioni e degli eventi di prossimità anche con autocensimento controllato; Sviluppo e Gestione del mercato volontario di scambio e acquisto di certificati e crediti; - Linea d'azione 2 e 3 GREENTER_ SMARTFOREST e GREENTER – GREENCITY i) Data Base arboreo forestale e della vegetazione arbustiva e arborea urbana elaborato per la pianificazione degli interventi forestali e di selvicoltura urbana sostenibile nelle aree urbane, aree degradate e/o sensibili e per alimentare il DATA-PEC; ii) codici di pratica sperimentati e certificati di supporto alle politiche di gestione forestale sostenibile orientata agli obiettivi di riduzione e compensazione di CO2, raddoppiando nel medio periodo la capacità di accumulo di CO2 nel territorio; iii) linee guida elaborate, sperimentate e certificate per la pianificazione di interventi di selvicoltura urbana con monitoraggio della riduzione dell’inquinamento atmosferico nel tempo; iv) Buone pratiche di gestione del verde urbano sostenibile e di mitigazione dei consumi energetici negli edifici e delle emissioni inquinanti, implementate e monitorate. v) crediti di carbonio sul mercato volontario generati e gestiti come fonte di entrata, alla fine del progetto, per l’Ente di gestione del progetto;

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- Linea d'azione 4 PHOTOOL: i) Pavimentazione fotocatalitica innovativa e strumentata, realizzata e sperimentata; ii) Campagne di monitoraggio con sensori della riduzione del valore di NOx nella misura attesa del 40%, progettate e realizzate; Si segnala che il progetto, rientra tra le iniziative e progetti di adattamento ai cambiamenti climatici in atto, considerando che le principali azioni riguardano la mitigazione degli effetti prodotti dai GHG e la limitazione/riduzione futura di tali effetti mediante azioni integrate che agiscono a vari livelli territoriali e sociali. Da un lato infatti, si opererà, con lo studio e la verifica delle cause che hanno progressivamente aumentato l’esposizione a fenomeni dannosi, quali l’abbandono di colture e tecniche agricole tradizionali , lo spopolamento di aree montane e collinari nonché la deforestazione , l’eccessiva impermeabilizzazione dei suoli e i diffusi fenomeni di desertificazione che hanno duramente colpito le varie zone della Sardegna e, in particolare i territori coinvolti. L’individuazione e la mappatura delle tessere di territorio (patch) su cui pianificare interventi forestali tracciabili e l’attivazione di misure di “ecologia urbana” per favorire la forestazione in ambiente urbano, quale azione collaterale alla forestazione in ambito naturale, ma altrettanto importante per il valore che assume “un albero in città” rispetto all’intrinseca minore capacità di assorbire CO2 per i diffusi fattori limitanti presenti, vanno nella direzione di dare piena attuazione della carbon offset ad integrazione e completamento della carbon sink, potenziando la capacità naturale di assorbimento e fissazione del carbonio atmosferico complementare ed integrativa alla riduzione delle emissioni “alla fonte” ed atta ad accrescere lo stoch di carbonio presente nella biomassa vegetale, sequestrandolo rispetto al comparto atmosferico (riduzione dell’effetto climalterante nell’atmosfera). Infine, la concreta sperimentazione di una tipologia di pavimentazione stradale capace di ridurre le emissioni inquinanti di NOx di valori consistenti, apre il campo a interventi di contrasto ed adattamento ad emissioni inquinanti che, ancora per un certo numero di anni e fino al completo cambio degli attuali paradigmi produttivi, porteranno conseguenze sui cambiamenti climatici globali. Costi dell’intervento Le principali voci di costo sono relative alle azioni previste nella proposta e si suddividono in una prima categoria cui appartengono quelle che per loro natura si concludono al termine del progetto, ed una seconda categoria cui invece appartengono quelle azioni che proseguiranno anche dopo la conclusione della proposta. Nello specifico, nella prima categoria rientrano: - le azioni preparatorie di ciascuna linea di intervento ; - le azioni che si riferiscono all'implementazione degli interventi fisici sul patrimonio forestale - SMARTFOREST (acquisizione e delimitazione delle aree relative, ricostituzione dei suoli forestali degradati); - le azioni che si riferiscono all'implementazione degli interventi della linea GREENCITY (acquisizione e delimitazione delle aree relative, operazioni sul verde urbano alla luce); - le azioni che si riferiscono agli interventi dell'azione PHOTOOL (acquisizione e delimitazione delle aree relative, realizzazione della pavimentazione catalitica e della piattaforma di misura tecnologica dotata di una rete di sensori per il monitoraggio in tempo reale dell’evoluzione delle concentrazioni di inquinanti aeriformi (CO2 e NOx). - gli eventi di presentazione e di chiusura del progetto; - i seminari formativi previsti al termine di ciascun anno di attività in ciascuna delle linee di intervento; - azione finalizzate al monitoraggio dello stadio di avanzamento complessivo del progetto. Nella tabella riassuntiva seguente si riportano i costi stimati per tali attività:

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Categoria di costo

Descrizione

Importo totale (€)

- Personale

Resp. di progetto 1 unità x 3 anni = 60.000,00 €

Personale Tecnico/scientifico n. 3 unità x 3 anni a tempo parziale = 135.000,00

Personale ammnistrativo 1 unità x 3 anni tempo parziale 45.000,00

240.000,00

- Viaggi e missioni Forfait (6.000€/anno) 12.000,00

- Acquisto di beni e servizi e

forniture necessari

all'espletamento delle attività

progettuali

- interventi fisici sul patrimonio forestale - SMARTFOREST (acquisizione e delimitazione delle aree relative, ricostituzione dei suoli forestali degradati);

- interventi della linea GREENCITY (acquisizione e delimitazione delle aree relative, operazioni sul verde urbano);

- interventi dell'azione PHOTOOL (acquisizione e delimitazione delle aree relative, realizzazione della pavimentazione catalitica e della piattaforma di misura tecnologica dotata di una rete di sensori per il monitoraggio in tempo reale dell’evoluzione delle concentrazioni di inquinanti)

70.000,00

80.000,00

100.000,00

- Spese di produzione e

divulgazione di materiale

Realizzazione materiale promozionale, preparazione

relazioni, organizzazione seminari ed eventi divulgativi e dimostrativi, (nel triennio)

45.000,00

- Spese generali (costi di

gestione, consumi, canoni,

contributi assicurativi, ecc.)

Consumi, contributi assicurativi, amministrazione,

abbonamento annuo sito web, etc. (nel triennio)

37.500,00

Totale 584.500,00 Le azioni che proseguiranno anche dopo la conclusione del progetto sono di seguito elencate: - attività di monitoraggio finalizzate a quantificare l'impatto degli interventi previsti nelle linee di azione; - fruizione fisica delle aree oggetto di intervento anche tramite visite guidate durante le quali sarà possibile illustrare i risultati ottenuti; - gestione ed aggiornamento del Sistema informativo DATA-PEC che costituisce elemento strategico anche per mappatura aree sensibili a rischio ambientale; - azioni connesse alla gestione del Portale Emissioni Compensazioni che costituisce elemento fondamentale per calcolo emissioni CO2 e per il management di un mercato locale volontario di scambio e acquisto di certificati e crediti di carbonio;

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- la disseminazione dei contenuti scientifici attraverso la pubblicazione dei risultati con brochure informative e testi scientifici; - la gestione del sito web dedicato al progetto ed eventi divulgati; Il quadro delle risorse necessarie all'implementazione delle azioni previste può essere costruito a partire dalle seguenti considerazioni: - l’attenta ed oculata gestione del verde urbano e del patrimonio forestale connessa alla proposta progettuale, può generare dei crediti di carbonio che, una volta venduti tramite transazioni attivate con il mercato di compensazione volontario, fornirà delle fonti di entrata all’Amministrazione comunale, utilizzabili per: i) il proseguo delle attività di monitoraggio finalizzate a quantificare l'impatto degli interventi previsti nelle linee di azione previste; ii) le attività di gestione ed aggiornamento del Sistema informativo DATA-PEC; iii) le attività di gestione del Portale Emissioni Compensazioni; iv) la gestione del sito web dedicato al progetto; - entrate per le amministrazioni coinvolte nell'iniziativa saranno derivanti dalla fruizione fisica delle aree oggetto di intervento: ad esempio l'indotto connesso alla concessione dei luoghi simbolo dell'iniziativa per l'organizzazione di eventi/manifestazioni; - risorse derivanti da attività di didattica ed informazione (seminari/giornate di studio) presso Università regionali e nazionali e campagne scolastiche utilizzabili per la disseminazione dei contenuti scientifici attraverso la pubblicazione dei risultati con brochure informative e testi scientifici . - con riferimento al mercato afferente ai produttori di conglomerato bituminoso, risorse relative alla brevettazione della nuova tipologia di pavimentazione catalitica. - Con riferimento alle attività di disseminazione anche dopo la conclusione della proposta, è prevista la produzione di un Piano di Comunicazione che comprenderà fra l'altro: - la pubblicazione di articoli scientifici su riviste nazionali ed internazionali del settore; - la pubblicazione sul sito web del progetto di una relazione conclusiva sugli output ottenuti; - l'organizzazione di un workshop per la pubblicizzazione dei risultati ed obiettivi conseguiti e delle ricadute su territorio; - l'organizzazione di eventi e campagne educative per scuole e comunità locali. I risultati raggiunti saranno inoltre attivamente utilizzati anche e soprattutto alla fine dell'intervento da diversi soggetti e/o organizzazioni, come di seguito specificate: - Le istituzioni locali e le organizzazioni sociali attraverso la diretta gestione delle aree (urbane, forestali) soggette agli interventi previsti; - Insegnanti, docenti, e studenti delle scuole e delle Università regionali e nazionali attraverso l'utilizzo delle suddette aree per le attività di ricerca, didattica e formazione; - Studiosi e ricercatori a livello regionale, nazionale ed internazionale che potranno utilizzare le banche dati del database elaborato e contribuire al suo costante aggiornamento. Fonti di Finanziamento

� Delibera CIPE 18 Dicembre 2012 – Linee strategiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile e la messa in sicurezza del territorio

� Strategia Nazionale sulla Biodiversità, Conferenza Stato-Regioni Ottobre 2010 – Rep. 181/CSR

� Piano nazionale per la riduzione delle emissioni dei gas serra Delibera CIPE 29 gennaio 2013 � Programma quadro per il settore forestale - 2008 � POR Sardegna 2014/2020 : OBIETTIVO TEMATICO 5 “PROMUOVERE L’ADATTAMENTO

AL CAMBIAMENTO CLIMATICO, LA PREVENZIONE E LA GESTIONE DEI RISCHI – misure 1 e 2

� PSR Sardegna 2014/2020 � Programmi Diretti Europei 2014/2020: Programma LIFE Ambiente

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Scheda Progetto n. 5 RIFERIMENTI PAES: Ambito 2 Innovazione e crescita socio-culturale Titolo Progetto: Creazione dell'Agenzia per l'Accoglienza "Tertenia solidale" come centro di gestione e di servizi (informativi, formativi, promozionali e di rete) per il progetto e per il distretto comunitario di riferimento. Obiettivi e finalità

L'Agenzia “Tertenia Solidale” è pensata come spazio sociale e di servizi permanenti, la cui organizzazione logistica e funzionale risponde, coerentemente, al ruolo propulsore della rete sociale da costituire e di coordinamento, gestione e promozione di tutte le attività del Piano e a quello di centro permanente di servizio e sviluppo di tutte le iniziative in campo sociale previste. Gli indirizzi programmatici e le verifiche progettuali saranno curate dall’ Ufficio di Piano insieme alla Partnership che necessariamente dovrà essere promossa per la gestione delle varie iniziative progettuali. L’iniziativa definirà anche un percorso che permetterà nel tempo di giungere alla costituzione di una vera e propria Fondazione di Comunità di Tertenia, che potrà avvalersi anche della recente esperienza promossa e realizzata in altre parti di Italia.

Quadro di riferimento

La costituzione dell’Agenzia per l’Accoglienza di Tertenia, risulta coerente con l’impostazione del Piano di Sviluppo e del Piano Urbanistico che puntano entrambi alla creazione di spazi di gestione innovativi e sperimentali in grado di facilitare e concretizzare il cambio di passo anche metodologico nella proposizione e realizzazione di progetti che favoriscono lo sviluppo sostenibile del territorio municipale. L’Agenzia si ascrive alle innovazioni di tipo sociale che permette di organizzare luoghi e funzioni in maniera unitaria, superando la frammentarietà delle azioni che, spesso, vanificano la programmazione regionale. Numerose sono le esperienze che si possono analizzare come buone pratiche territoriali e che hanno portato buoni risultati in termini di impatto di azioni coordinate e sviluppate tramite le Agenzie di sviluppo. Qui, si vuole superare il concetto di Agenzia per lo sviluppo, dandole la connotazione di un centro capace di accogliere tutti (abitanti, cittadini residenti e non, turisti e soggetti svantaggiati) creando i presupposti per rifondare e/o consolidare e rafforzare i legami di comunità. L’Agenzia dovrà essere capace di identificare i bisogni e dare risposte alla Comunità in termini di occasioni ed opportunità strutturate e organizzate.

Descrizione dell’intervento

L’implementazione dell'Agenzia prevede un'organizzazione logistica ed una funzionale-operativa. Dal punto di vista logistico, si prevede di attrezzare i locali della sede principale ubicata nei locali di un immobile reso disponibile dall’Amministrazione comunale nel centro storico di Tertenuiae di attivare i nodi informativi decentrati, tutti collegati attraverso un sistema informativo internet anche con la sede centrale e localizzati nelle varie località del Comune di Tertenia . Si prevede di organizzare almeno 6 nodi informativi, corrispondenti ai relativi paesaggi individuati nel PUC di Tertenia e in particolare a: 1. Paesaggi collinari della fascia interna 2. Paesaggi vallivi della fascia interna 3. Paesaggi collinari della fascia intermedia (Versante est) 4. Linea di crinale del Paesaggio collinare della fascia intermedia 5. Paesaggi collinari della fascia intermedia (Versante ovest) 6. Paesaggi pianurali con rilievi collinari costieri

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Figura 1 – Schema del Master Plan approvato Presso questi nodi, opportunamente dotati dei materiali informativi e di attrezzature per il collegamento informatico (intra nodi e con la sede centrale) si potranno scambiare informazioni e gestire le necessità operative specifiche di ciascuna realtà territoriale, migliorando il flusso e l’interscambio informativo tra le realtà associative, i servizi a livello locale e il coordinamento generale delle iniziative intraprese. Le attività che i nodi potranno garantire sono elencate già negli obiettivi del PUC e qui sono riprese in termini esemplificativi e non esaustivi, secondo le varie zone in cui si localizzano. Nella zona 1, Paesaggi collinari della fascia interna, il nodo dell’Agenzia avrà il compito di facilitare iniziative di Sviluppo agro-silvo-pastorale (attraverso anche il piano energetico; i paesaggi forestali e assimilati vengono protetti nella loro valorizzazione mediante l’uso compatibile della risorsa); in particolare si prevede d facilitare l’insediamento di iniziative per la: a. Gestione dei boschi: recupero della loro integrità strutturale e conseguente valorizzazione del

paesaggio b. Gestione delle radure: dimensionamento nel rispetto della capacità di carico per l’uso

zootecnico c. Individuazione di aree per la trasformazione di prodotti, per servizi, residenze e turismo legato

alle attività silvo-pastorali

Nella zona 2, Paesaggi vallivi della fascia interna, il nodo dell’Agenzia provvederà a promuovere interventi di:

a. Riqualificazione dei collegamenti con la SS 125 (nuova e vecchia) b. Riqualificazione degli accessi urbani con 2 “porte” in entrata e in uscita dalla vecchia SS125,

di cui la prima a sud è rappresentata dal polo cultuale (Centro Servizi per la cultura e l’identità) e la seconda a nord da un polo tecnologico (FAb Lab Ter). Il polo culturale, oltre a promuovere il territorio nei suoi valori estetico-formali (sentieristica, ecc.) e ospitare mostre reali e virtuali di arte e di prodotti, comprende attività rivolte alla memoria e alla storia dei luoghi, nonché alla ricerca, formazione e job-creation.

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Il polo tecnologico comprende oltre alle Fablab, anche i servizi di assistenza alla produzione e marketing e relativi servizi amministrativi sia le aree artigianali e industriali, comunque legate alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti,

c. Riqualificazione del centro urbano attraverso: � la ricomposizione dei tessuti con verifica della possibilità di isole pedonali (verde, pensiline

fotovoltaiche, ecc.) � i completamenti e/o la riqualificazione dei vuoti urbani � la valorizzazione e il potenziamento dei servizi (creazione di un albergo diffuso, attività

commerciali/artigianali, creazione di percorsi tematici, ecc.) � completamento dei servizi sociali e sportivi

d. costituzione di un parco fluviale con riqualificazione e messa in sicurezza degli argini, interventi di ingegneria naturalistica volti alla salvaguardia e al miglioramento del paesaggio, creazione di verde attrezzato (laghetti, attività sportive e ricreative correlate, ecc.)

Nella zona 3, Paesaggi collinari della fascia intermedia (Versante est), gli interventi promossi dal nodo saranno legati allo Sviluppo agro-silvo-pastorale. In particolare si prevede la : a. Gestione dei boschi: recupero della loro integrità strutturale e conseguente valorizzazione del

paesaggio b. Gestione delle radure: dimensionamento nel rispetto della capacità di carico per l’uso

zootecnico c. Individuazione di aree per la trasformazione di prodotti, per servizi, residenze e turismo legato

alle attività silvo-pastorali d. creazione di rete sentieristica in ascesa verso il crinale con attività di ricerca floristica e

faunistica, caccia didattica e fotografica Nella zona 4, Linea di crinale del Paesaggio collinare della fascia intermedia, il nodo dell’Agenzia prevede di sviluppare iniziative promozionale per la Creazione di un sistema di aree attrezzate, collegate da una potenziata rete sentieristica, con balconi “belvedere” per la fruizione paesaggistica della risorsa mare e la promozione dello “spuntino” come risorsa turistico-antropologica.

Nella zona 5, Paesaggi collinari della fascia intermedia (Versante ovest), si prevede di attivare il nodo per avviare iniziative di sviluppo agro-silvo-pastorale che prevedono: a. Gestione dei boschi: recupero della loro integrità strutturale e conseguente valorizzazione del

paesaggio b. Gestione delle radure: dimensionamento nel rispetto della capacità di carico per l’uso

zootecnico c. Individuazione di aree per la trasformazione di prodotti, per servizi, residenze e turismo legato

alle attività silvo-pastorali d. creazione di rete sentieristica in ascesa verso il crinale con attività di ricerca floristica e

faunistica, caccia didattica e fotografica e. Individuazione di aree idonee, paesaggisticamente rilevanti e ambientalmente sostenibili, per

ospitare attività turistiche e residenziali. Infine, nella zona 6, Paesaggi pianurali con rilievi collinari costieri, considerata la delicatezza dell’area, la pressione sociale ed economica sulla stessa, la consolidata fragilità ambientale, il valore paesaggistico e quindi economico per l’intera comunità, e seguendo il valore sociale ed estetico espresso nella carta degli ecotopi, il Nodo dell’Agenzia si propone di operare per il potenziamento del paesaggio (marino, agrario, pianurale e collinare) secondo le caratteristiche proprie delle sottozone così come di seguito descritte attraverso la tipizzazione dei nuclei: - nuclei agricoli (sottozone E4: aree che, caratterizzate dalla presenza di preesistenze

insediative, sono utilizzabili per l’organizzazione di centri rurali)

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- nuclei agricolo-residenziali (sottozone E3: aree che, caratterizzate da un elevato frazionamento fondiario, sono contemporaneamente utilizzabili per scopi agricolo-produttivi e per scopi residenziali)

- nuclei residenziali e/o turistico-residenziali (zone F)

Tali nuclei (e in generale le trasformazioni che hanno compromesso il valore paesaggistico dei luoghi) saranno sottoposti a programmi di riqualificazione e recupero, verificati con modalità partecipative nell’interesse dell’equilibrio sistemico e degli interessi collettivi. Vengono inoltre individuate le sottozone a forte caratterizzazione agricola di tipo E1 (aree caratterizzate da una produzione agricola tipica e specializzata), di tipo E2 (aree di primaria importanza per la funzione agricolo-produttiva, anche in relazione all’estensione, composizione e localizzazione dei terreni) e di tipo E5 (aree marginali per attività agricola nelle quali viene ravvisata l’esigenza di garantire condizioni adeguate di stabilità ambientale). A loro volta queste vengono classificate secondo lo stato di salute (buono-medio-scarso) che definisce la correttezza conduttiva e aggregativa all’interno dei nuclei stessi. Altro aspetto fondamentale è il miglioramento dell’assetto eco-paesaggistico e della qualità dell’offerta turistica della fascia costiera. Dal punto di vista funzionale l'Agenzia è strutturata come segue: - Un comitato Tecnico- Scientifico, costituito da personalità riconosciute del mondo accademico e culturale ed istituzionale. - Un comitato di Promozione Territoriale costituito dai rappresentanti delle reti presenti nel partenariato diffuso dell'iniziativa (GAL, Associazioni dei Comuni limitrofi, ecc.); - Un Gruppo di Supporto Tecnico con compiti di garantire la manutenzione e funzionalità degli immobili, i servizi tecnici per le varie attività, l'assistenza legale e amministrativa, il tutoraggio tecnico, ecc.; - Una Struttura operativa costituita da un nucleo di 11 unità con i compiti di (1 Direttore, 4 responsabili delle linee di azione, 4 di staff per le linee di azione, 1 di Segreteria tecnico-operativa); Le attività specifiche che l'Agenzia svilupperà con la collaborazione dei partner e delle associazioni locali sono le seguenti : - Coordinamento e gestione delle linee di azione del Piano e in particolare:

• Organizzazione e gestione efficiente del sistema di mobilità per le attività di progetto e individuazione di nuove modalità di mobilità sostenibile nell'area di riferimento;

• Percorsi di accompagnamento all’inserimento lavorativo, destinati ad orientare, accompagnare e sostenere gli interessati (soprattutto giovani e soggetti deboli) nel processo di acquisizione di autoconsapevolezza e autovalutazione essenziale per compiere scelte professionali coerenti con le proprie disposizioni, competenze e aspettative culturali e professionali e con le offerte/ richieste del mercato del lavoro.

• Organizzazione dei Percorsi di Formazione, Sensibilizzazione, Educazione ed integrazione sociale;

• Manutenzione e gestione del patrimonio materiale utilizzato/promosso nel Piano; • Valorizzazione sostenibile dei beni storico-architettonici del territorio; • Supporto alla organizzazione e gestione dei Campi di lavoro internazionali, come strumento

di scambio giovanile e occasione di lavoro qualificato, • Supporto e gestione alla creazione dei Villaggi Artigianali e delle Botteghe solidali; • Certificazione dei prodotti e dei processi territoriali

- Marketing territoriale (Animazione territoriale e manutenzione rete sociale, pubblicizzazione interna ed esterna (reti internazionali); - Promozione e diffusione del modello di ospitalità diffusa presso le famiglie e gestione di un Fondo di Comunità da costituire allo scopo; - Organizzazione e Gestione di un Osservatorio sulla Legalità;

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Relativamente a queste ultime due attività, da un lato si specifica che si tratta di una proposta finalizzata ad ampliare ed includere anche privati cittadini nel sistema di accoglienza avviato con il progetto. In tutta l’area di intervento risulta, infatti, una potenziale disponibilità da parte di numerosi proprietari di immobili e terreni, oggi non utilizzati o sotto utilizzati e/o abbandonati, a renderli fruibili per l’ospitalità e l’uso produttivo sia direttamente che in comodato d’uso al progetto. Per la realizzazione di questa attività è previsto un investimento per la produzione di materiali informativi- promozionali e la ricerca delle migliori condizioni di "mercato etico" per la costituzione di un Fondo di Comunità (da utilizzare mediante previa adozione di un Regolamento per il suo funzionamento), ai fini del progressivo coinvolgimento di soggetti privati nel programma di accoglienza solidale a Tertenia, orientato ai fabbisogni degli abitanti più deboli e allo sviluppo del turismo responsabile (permanenza temporanea) nell’area di intervento. D’altra parte la creazione di una sezione dell’Agenzia che funga da Osservatorio sulla Legalità, è garanzia di trasparenza nella gestione delle attività di progetto e di diffusione di una cultura generalizzata che, purtroppo, ancora oggi presenta ampie sacche di resistenza ed è poco praticata, soprattutto nella gestione della cosa pubblica.

Costo dell’intervento Le risorse ed i mezzi materiali e finanziari necessari alla realizzazione dell’intervento i questa linea di azione, i cui costi sono coerentemente riportati nella tabella di seguito riportata, sono fondamentalmente legate a: - Personale per la gestione delle attività; - Arredi, macchinari e adeguamenti funzionali delle strutture individuate ; - Attrezzature informatiche hardware e software (compreso sito Web); - Mezzi di trasporto per la mobilità (oltre che di pulmini messi a disposizione delle singole associazioni, si prevede di dotare l’Agenzia di un mezzo di trasporto elettrico e di 4 schooter elettrici e 5 biciclette assistite per la mobilità interna); - Materiali di consumo; - Spese per ricerche e produzione di materiali; - Utenze e servizi Sono previsti investimenti per ristrutturazione e impianti degli immobili utilizzati, creando un Fondo di rotazione da implementare per le necessità principali, secondo un regolamento da stilare prima dell’avvio del progetto che comprenda adeguate forme di incentivazione legate all’uso di fonti alternative di produzione energetica, uso di materiali ecocompatibili, forme di risparmio di energia e materie prime, bassa o nullo smaltimento dei rifiuti, ecc.). Le principali voci di costo possono essere riassunte nella tabella seguente (i costi sono valutati per un triennio): Categoria di costo Descrizione

Importo totale

(€) - Personale

Direttore 1 unità x 3 anni = 60.000,00 €

Responsabili d linea e staff Tecnico/scientifico n. 8 unità x 3 anni a tempo parziale = 360.000,00

Personale ammnistrativo 1 unità x 3 anni tempo parziale 45.000,00

465.000,00

- Viaggi e missioni Forfait (15.000€/anno) 45.000,00

- Acquisto di beni e servizi e

- Arredi, macchinari e adeguamenti funzionali delle strutture individuate ;

100.000,00

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forniture necessari

all'espletamento delle attività

progettuali

Attrezzature informatiche hardware e software (compreso sito Web);

- Mezzi di trasporto per la mobilità (oltre che di un furgone a basso consumo si prevede di dotare l’Agenzia di un mezzo di trasporto elettrico e di 4 schooter elettrici e 5 biciclette assistite per la mobilità interna)

- Fondo di rotazione per interventi di Comunità

50.000,00

80.000,00

250.000,00 - Spese di produzione e divulgazione di materiale

Realizzazione materiale promozionale, preparazione

relazioni, organizzazione eventi divulgativi, (nel triennio)

45.000,00

- Spese generali (costi di

gestione, consumi, canoni,

contributi assicurativi, ecc.)

Consumi, contributi assicurativi, amministrazione,

abbonamento annuo sito web, etc. (nel triennio)

47.500,00

Totale 1.082.500,00

Fonti di Finanziamento

- Fondazione con il Sud, Bando per lo Sviluppo Locale 2015 e altri

- POR Sardegna 2014/2020 : OBIETTIVO TEMATICO 8. Promuovere l'occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori

- PSR Sardegna 2014/2020 - Programmi Diretti Europei 2014/2020: Programma Cambiamento e Innovazione Sociale

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Scheda Progetto n. 6 RIFERIMENTI PAES: Ambito 3 Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio comune per uno sviluppo durevole

Titolo Progetto: Tertenia Ecoquartieri : qualità, riqualificazione e riuso come adeguamento dei servizi, miglioramento della qualità, sicurezza e decoro del centro urbano, recupero del patrimonio immobiliare inutilizzato. Obiettivi e finalità La valorizzazione e riqualificazione degli spazi verdi e dell’arredo urbano, ossia della qualità urbana nel suo complesso, dovrà essere perseguita mediante l’incremento qualitativo/quantitativo, ed il conseguente corretto mantenimento, del patrimonio verde pubblico (giardini, parchi urbani e di cintura, ambiti rurali). Le aree urbane di interesse saranno oggetto di interventi di cura e riqualificazione, al fine sia di favorirne un’ampia, corretta e confortevole fruizione da parte dei cittadini, valorizzandone al meglio le caratteristiche estetiche e funzionali, che di stimolare una maggiore sensibilità nei confronti del patrimonio verde pubblico e dell’arredo urbano. L’obiettivo di valorizzazione del patrimonio pubblico esistente, inoltre, è perseguito e motivato anche dai seguenti criteri: - sostenibilità ambientale/ecologica; - riduzione impatti sull’esistente e dei consumi, sia materiali che energetici; - contenimento degli investimenti finanziari in una situazione socio-economica recessiva. Il miglioramento della qualità degli spazi verdi ed urbani si consegue, quindi, attraverso azioni di riqualificazione e di valorizzazione degli ambiti cittadini pubblici, dei giardini, dei parchi, delle piazze, dei sagrati, delle aree pedonali, dei monumenti cittadini, secondo criteri di funzionalità (massima fruibilità e comfort), di armonia ed eleganza (bellezza) e mediante la salvaguardia di principi ecologici (es. ricreazione delle connessioni a rete e della biodiversità). Nel caso specifico, tali obiettivi si conseguono anche destinando ad aree parcheggio di qualità e/o a arredo a verde, gli spazi interstiziali del centro storico e urbano consolidato , nonché gli spazi derivanti dalle eventuali demolizioni e scambio di cubature. Le finalità da conseguire con l'arredo urbano sono rivolte a sviluppare interventi nella città per migliorarne la sua qualità urbana, per garantirne l'identificazione in parametri estetici, funzionali e sociali, e quindi per consegnare ai cittadini una città più bella e funzionale. Una città bella ed accogliente stimola atteggiamenti rispettosi verso il patrimonio pubblico, riducendone anche i costi di mantenimento. Pertanto, seguendo le presenti linee guida , si provvederà al miglioramento e cura delle aree urbane lastricate e a verde, attraverso la rimozione di oggetti di arredo o attrezzature ludico-sportive ammalorate, obsolete e conseguente programmazione della loro sostituzione con oggetti tra loro coordinati, adeguati allo spazio pubblico e tecnologicamente innovativi. Verrà quindi attuato un programma di intervento mediante la redazione di progetti di sistemazione e sostituzione di manufatti esistenti obsoleti e degradati per restituire decoro agli spazi pubblici cittadini. Per il verde e l’arredo urbano verranno programmati interventi volti sia alla nuova realizzazione che alla valorizzazione ed al corretto mantenimento, nonché alla riqualificazione ed al recupero della qualità urbana degli spazi pubblici esistenti. Tali attività progettuali riguarderanno necessariamente anche interventi di riqualificazione, manutenzione ordinaria e straordinaria ed opere di restauro di monumenti e fontane. Verranno altresì realizzati ed incrementati percorsi lenti (cd. “slow”), in coordinamento con i criteri guida indicati nell’apposita scheda progetto, destinati a pedoni e ciclisti, e finalizzati a collegare tra loro le aree a verde esistenti (che in caso di necessità saranno anche riqualificate) e le aree a verde di nuova costruzione; Inoltre verranno promossi e sviluppati importanti interventi di riqualificazione urbana ed ambientale riguardanti ampie aree verdi della città volti, questi ultimi, prioritariamente al miglioramento della funzione ecologica a cui si aggiungono le sistemazioni, attraverso interventi di forestazione e/o compensazione del verde di aree residuali, il cui obiettivo è finalizzato al realizzazione di una

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“Cintura Verde” per Tertenia, formata da una successione di parchi urbani che, connettendosi con la zona fluviale, la campagna i parchi dei comuni limitrofi, costituiranno luogo di bellezza in cui è piacevole vivere, avamposto della tutela dell’ambiente e della città, nonché alla strutturazione di una vera e propria Rete Ecologica Comunale. Quadro di riferimento L’obiettivo generale si pone è quello di costruire il futuro di una città globale, coesa e protagonista di un nuovo sviluppo economico, sociale, culturale intergenerazionale; ossia, una Tertenia che vuole accogliere e valorizzare la tradizione di solidarietà ospitale sarda nonché la grande risorsa di una comunità aperta e inclusiva. Tra i diversi punti di progetto, quali concetti principali e valori promossi dall’amministrazione che declinano il suddetto modello di città, vi è quello di una “Tertenia più bella e verde, perché ricca di spazi urbani curati, in quartieri che sono città e non periferie; con un’edilizia e un disegno urbanistico ben progettato e con tanto spazio in cui muoversi, perché la terra e il verde sono spazi di vita e socializzazione e l’aria non è più una minaccia per la salute.” Tra le diverse tematiche e linee di intervento, attinenti ad attività strategiche volte alla valorizzazione e riqualificazione del verde e dell’arredo urbano del territorio comunale, vi sono: - attività di progettazione e gestione del verde, dalla scala urbana ai parchi di cintura, tale da garantire la giusta salvaguardia, conservazione, cura e tutela del paesaggio; anche con modalità che favoriscano l’eventuale coinvolgimento della cittadinanza attiva (es. libere associazioni di cittadini, associazioni culturali e/o volte all’educazione ambientale); - attività di progettazione volta alla valorizzazione, riqualificazione e recupero dell’arredo urbano e degli spazi pubblici costruiti e o provenienti da demolizioni; - attuazione di una politica di sviluppo dei lavori pubblici sempre più efficiente ed efficace, e ciò mediante: l’introduzione di strumenti e processi di controllo più incisivi per la fase esecutiva dei lavori; la realizzazione delle necessarie opere di manutenzione tali da garantire manufatti costruiti alla piena regola d’arte, con qualità prestazionali sempre migliorative, durevoli nel tempo e più confortevoli; - valorizzazione del paesaggio rurale e naturalistico nel territorio, punto di forza, in chiave ecologica, dell’intero sistema verde comunale, anche mediante attività di maggior controllo delle superfici destinate ad attività agricola o a parco naturale (a valenza urbana o intercomunale). In particolare, con riferimento agli obiettivi strategici, contenuti nel PUC e nel PAES, da conseguirsi anche in relazione alla sua entrata in vigore si prevedono azioni volte a promuovere: - il “Rafforzamento della città pubblica”, attraverso l’incremento delle dotazioni pubbliche negli ambiti di trasformazione urbana; - il “Rilancio della qualità urbana”, attraverso la valorizzazione e il recupero della città esistente, recuperando una dimensione di fattibilità delle trasformazioni, con particolare attenzione alle esigenze di tutela e restauro del patrimonio artistico culturale e della dimensione paesaggistica della città;

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- la “Valorizzazione e riqualificazione degli spazi verdi e dell’arredo urbano”, ridefinendo le modalità di gestione, ricercando partner esterni alla Amministrazione comunale nella riqualificazione e manutenzione delle aree verdi pubbliche. In particolare, la declinazione degli obiettivi e delle finalità trasversali, sopra espressi, in azioni volte alla valorizzazione e riqualificazione del patrimonio esistente, prevedono: - ascolto e raccolta delle esigenze/bisogni di chi vive e lavora in città (cittadini, associazioni, aziende, etc.), promuovendo quindi forme di: - progettazione partecipata, anche al fine di sviluppare e diffondere senso civico per un utilizzo consapevole e rispettoso del bene pubblico, che preveda quindi il coinvolgimento ed il confronto con e/o fra i cittadini e l’Amministrazione comunale per rendere sempre più bella e confortevole la città; - miglioramento e mantenimento delle condizioni qualitative del bene pubblico esistente, mediante opportuni interventi di riqualificazione, e manutenzione ordinaria/straordinaria; - promozione di iniziative volte alla realizzazione di interventi di collaborazione operativa con associazioni di cittadini per la gestione, a loro carico, di spazi verdi da fruire in forma collettiva; - riduzione dei costi di mantenimento delle aree pubbliche verdi, anche mediante la ricerca e selezione di partner esterni all’Amministrazione (sponsor) per la gestione condivisa di tali spazi urbani; aumento di soluzioni tecnico-progettuali e scelte materiche che promuovano la sostenibilità ambientale (es. riutilizzo di elementi in materiale naturale in luogo di quelli cementizi), così da ridurre l’impatto sull’ambiente; Descrizione dell’intervento Gli interventi programmati per valorizzare e riqualificare il verde e l’arredo urbano riguarderanno il riordino delle aree, dei manufatti di arredo, la manutenzione e la riqualificazione degli ambiti urbani aperti. In particolare si prevede di intervenire con le seguenti azioni:

1. progettazione e condivisione con gli interessati dell’“Abaco degli arredi”, documento utile alla programmazione della qualità urbana, necessario sia per la composizione dell’immagine coordinata della città, mediante la posa di elementi di arredo coordinati per ambiti, sia per conseguire economie di scala nella manutenzione;

2. rimozione, nelle aree oggetto di interventi di riqualificazione, dei manufatti di arredo urbano ammalorati e dismessi, depalificazione;

3. posa di nuovi componenti per l’arredo urbano già definiti e approvati dalla dagli Enti preposti ;

4. nuove procedure per promuovere la partecipazione di privati per interventi su ambiti a verde e del patrimonio non utilizzato mediante: - collaborazioni tecniche – interventi di riqualificazione e manutenzione del verde e del patrimonio non utilizzato senza ritorno di immagine per il privato; - sponsorizzazioni tecniche – interventi di riqualificazione e manutenzione del verde e del patrimonio non utilizzato con ritorno di immagine per il privato; - sponsorizzazioni finanziarie – interventi di riqualificazione e manutenzione del verde e del patrimonio non utilizzato, eseguiti dall’Amministrazione con ritorno di immagine per il privato. Per la tutela e il restauro del patrimonio artistico culturale si prevede di attivare procedure amministrative per accrescere e mantenere in condizioni di decoro il patrimonio monumentale cittadino (monumenti, sculture, targhe), quali: - donazioni (progetti e interventi di restauro, posa di nuovi monumenti); - comodati d’uso.

5. Attività di progettazione e gestione dell’arredo urbano nonché di valorizzazione della qualità urbana.

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La promozione e realizzazione di interventi volti alla valorizzazione dell’arredo urbano cittadino (nuovo od esistente) ed il rilancio della qualità urbana, secondo le finalità sopraenunciate, si attueranno mediante: • piani di riqualificazione d’ambito; tali piani perseguono i seguenti obiettivi: valorizzare il patrimonio artistico e culturale, promuovere le attività commerciali attraverso una riqualificazione del contesto urbano, migliorare la pedonalità e aumentare la vivibilità e la sicurezza.

In particolare i Piani di riqualificazione d’ambito, forniscono delle linee guida in merito a: - sostituzione di manufatti per il commercio obsoleti, laddove gli esercenti siano disponibili, uniformando anche le tipologie; - tipologie di manufatti (es.: tavoli, sedie, ombrelloni, tende solari, tende ombratole, etc.) materiali e colori; - riordino della localizzazione delle occupazioni di suolo pubblico; - riordino degli elementi di arredo urbano (dissuasori, panchine, lampioni, etc.); - depalificazione (riduzione del numero di pali e miglioramento della pedonalità); Tali piani, dovranno essere redatti e condivisi con i Settori competenti dell’ammnistrazione comunale, Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, ecc.

6. Attività di gestione e manutenzione del verde comunale Per quanto attiene la manutenzione e la gestione del verde urbano si avvierà l’attività di coordinamento e attuazione di una gara di affidamento del servizio a strutture cooperative e/o a “Contratto di Rete” a maggioranza giovanile, di tipo Global Service, strumento innovativo che consente di: a) garantire uno standard qualitativo prestabilito; b) raggiungere significative economie di scala rendendo omogenei i criteri di intervento; c) coordinare ed ottimizzare lo svolgimento di molteplici servizi in un’attività continua e programmata; d) adeguare il patrimonio alle nuove esigenze e richieste della città; e) incrementare e rinnovare i servizi e le attrezzature. L’appalto di Global Service costituisce inoltre uno strumento agile e veloce, attraverso gli interventi di manutenzione straordinaria, per rispondere alle esigenze dei cittadini relativamente alle seguenti tipologie: - riqualificazione di aree verdi, contribuendo a migliorare la qualità del territorio e della vita urbana; - creazione o riqualificazione di aree gioco secondo gli standard previsti dalla normativa vigente in materia di sicurezza; - creazione o riqualificazione di aree riservate agli animali per garantire migliore igiene e per fornire spazi adeguati al moto ed al loro svago; - riqualificazione di giardini annessi a edifici scolastici con interventi sull’impianto a verde e sulle attrezzature ludiche e sportive; - creazione di aree per l’inserimento organico di giostre, gonfiabili, tappeti elastici e altre attrezzature private, non stanziali, per il gioco e il divertimento; - realizzazione o incremento di impianti di irrigazione per facilitare lo sviluppo ed il mantenimento di aiuole decorative e giardini.

7. Attività di progettazione interna del verde e di supporto agli Operatori privati per quella esterna (opere, in cessione, realizzate a scomputo degli oneri di urbanizzazione)

Per quanto concerne l’attività di progettazione interna agli uffici, finalizzata alla realizzazione di aree urbane destinate a verde (sia di nuova istituzione che già esistenti ma da riqualificare), tenuto conto che la stessa potrà aver luogo sulla base delle effettive disponibilità finanziarie, nonché a seguito della definizione di priorità d’intervento, in merito si procederà col dar seguito alla

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redazione dei diversi livelli progettuali, in collaborazione con l’Ufficio del PUC. Inoltre, saranno contestualmente svolte e garantite le necessarie attività di supporto tecnico (asseverazioni progettuali e sorveglianze sull’esecuzione dei lavori) per tutte le progettazioni, in capo ad Operatori privati, inerenti la realizzazione, e successiva cessione al Comune, di opere a verde pubblico (es. aree attrezzate a giardino o a parco urbano),programmate nell’ambito di strumenti urbanistici attuativi convenzionati, da realizzarsi a scomputo degli oneri d’urbanizzazione dovuti per il rilascio di permessi di costruire.

8.Attività di valorizzazione degli ambiti rurali e/o dei parchi agricoli Sono contemplate attività, in concorso con altri Enti, per la definizione di scenari progettuali condivisi inerenti gli ambiti rurali (ambiti territoriali prevalentemente ricompresi all’interno del costituendo Parco Fluviale di Tertenia). Gli ambiti rurali sono organizzati per ambiti paesaggistici ove orientare e organizzare nuovi interventi, sia privati che pubblici, finalizzati alla valorizzazione del paesaggio periurbano attraverso: la riqualificazione del sistema delle acque, il potenziamento del patrimonio arboreo, della matrice ecologica e lo sviluppo della rete dei percorsi per la fruizione, nel rispetto delle attività delle imprese operanti nel settore agricolo incentivandone la multifunzionalità anche mediante il loro coinvolgimento nella manutenzione delle aree pubbliche, con una modalità di gestione partecipata in cooperazione con Soggetti locali ed Associazioni impegnate nella promozione dell’ambiente e della natura.

9. Attività di serra e vivaio Verranno garantite le tradizionali e variegate attività di produzione, accrescimento e conferimento di piante, fioriture d’arredo e corone per eventi, cerimonie, e arredo uffici di rappresentanza dell’Amministrazione comunale. L’attività viene svolta sia in esterno su prose, che in serre. Tra le attività contemplate vi sono anche corsi per la formazione professionale di “operatore del verde”, organizzati in collaborazione con il Settore Politiche del Lavoro e dell’Occupazione sia Provinciale che della Regione Sardegna

Vengono inoltre organizzati percorsi didattici rivolti agli alunni delle scuole dell’infanzia primarie e secondarie di primo grado, nonché visite guidate, destinate anche a gruppi o semplici cittadini, negli spazi tematici dove è possibile scoprire e capire alcuni aspetti del mondo vegetale. Infine, per quanto riguarda lo sviluppo della didattica indirizzata alla diffusione delle conoscenze in materia ambientale, si opererà in stretta sinergia con le altre iniziative culturali, economiche e sociali previste nel Piano. Costi dell’intervento Categoria di costo Descrizione

Importo totale

(€) Personale, software e materiali di consumo

1. progettazione e condivisione dell’“Abaco degli arredi”,, pubblicazione cartacea e on line

10.000,00

Personale, mezzi meccanici, materiali, consumi e spese generali annuali

2. intervento di rimozione, nelle aree oggetto di interventi di riqualificazione, dei manufatti di arredo urbano ammalorati e dismessi, depalificazione;

100.000,00

Personale, mezzi meccanici, attrezzature e materiali, consumi e spese generali

3. Posa di nuovi componenti per l’arredo urbano in are pilota come prototipi e dimostrativi realizzati preferibilmente in materiali naturali, facilmente reperibili in loco e/o di riuso

250.000,00

Personale, software e materiali di consumo

4. nuove procedure per promuovere la partecipazione di privati per interventi su ambiti a verde

10.000,00

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Personale, software e materiali di consumo

5. Attività di progettazione e gestione dell’arredo urbano nonché di valorizzazione della qualità urbana.

40.000,00

Personale, mezzi meccanici, piccole attrezzature, consumi e spese generali

6. Attività di gestione e manutenzione del verde comunale: start up del contratto di rete

20.000,00

Personale, software e materiali di consumo

7. Attività di progettazione interna del verde e di supporto agli Operatori privati per quella esterna (opere, in cessione, realizzate a scomputo degli oneri di urbanizzazione)

30.000,00

Personale, software, materie prime vegetali e materiali di consumo

8.Attività di valorizzazione degli ambiti rurali e/o dei parchi agricoli

70.000,00

Personale, mezzi meccanici, materie prime vegetali consumi e spese generali

9. Attività di serra e vivaio 15.000,00

Totale 545.000,00

Fonti di Finanziamento

� Delibera CIPE 18 Dicembre 2012 – Linee strategiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile e la messa in sicurezza del territorio;

� Strategia Nazionale sulla Biodiversità, Conferenza Stato-Regioni Ottobre 2010 – Rep. 181/CSR;

� Piano nazionale per la riduzione delle emissioni dei gas serra Delibera CIPE 29 gennaio 2013

� PAPERS - Piano per gli Acquisti Pubblici Ecologici della Regione Sardegna DGR n.37/16 del 30.7.2009)

� POR SARDEGNA 2014/2020 : - Agenda Urbana - Obiettivo Tematico 5 PO: “Promuovere l’adattamento Al Cambiamento Climatico, La Prevenzione E La Gestione Dei Rischi –

� PROGRAMMI DIRETTI EUROPEI 2014/2020:

- Programma LIFE Ambiente

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Scheda Progetto 7 RIFERIMENTI PAES: Ambito 3 Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio comune per uno sviluppo durevole Titolo Progetto: M.I. S.P.O.S.T.O. sostenibile, Mobilità Intercomunale Sostenibile di Pendolari Organizzati e Turisti Orientati, Finalità ed Obiettivi Il progetto mira a organizzare un piano di mobilità sostenibile che faciliti i collegamenti con mezzi privati in condivisione tra la città di Tertenia, i comuni della Provincia dell’Ogliastra e la città di Cagliari. Il progetto si propone inoltre di facilitare, attraverso la condivisione e lo scambio di conoscenza, lo sviluppo socio-culturale di della zona. In particolare, pur inserendosi nell’ampio e più volte dibattuto panorama di temi inerenti la mobilità sostenibile, l'originalità del progetto è individuabile nella duplice istanza che da un lato contribuisce allo sviluppo di una cultura della mobilità più razionale ed ecosostenibile, dall'altro implementa l'accessibilità all'interno di una rete di luoghi "identitari", proponendo un approccio che ne facilità la conoscenza. Analizzando un contesto omogeneo per caratteristiche culturali e geografiche si vuole elaborare e sperimentare un sistema di mobilità sostenibile, definendo metodi e criteri in grado di costituire un “modello” di sperimentazione da applicare in ambiti territoriali simili. Il presente progetto poggia le sue basi su una vasta indagine delle esperienze nazionali ed internazionali e vuole essere un contributo alle difficoltà di mobilità nella Regione con particolare attenzione agli utenti della provincia dell’Ogliastra. Quadro di riferimento Tra gli interventi di mobilità sostenibile ad oggi sperimentati, Car sharing e Car pooling sono servizi basati sul principio dell'auto privata per uso collettivo. Nel caso del Car Sharing l'automobile è noleggiata per poche ore presso le apposite società e riconsegnata al termine del suo utilizzo. Nel caso del Car Pooling l'automobile è di proprietà di un privato che la mette a disposizione per compiere tragitti casa-lavoro insieme ad altre persone, spesso conoscenti o colleghi, con la stessa esigenza di orario e di percorso. Nel 1998, il Decreto Interministeriale Mobilità Sostenibile nelle Aree Urbane, introducendo il concetto di “mobilità sostenibile” ha posto l’interesse della collettività non solo sull'esigenza di ridurre l'inquinamento ma, più in generale, sulle esternalità negative, quali le emissioni di gas serra, lo smog, l'inquinamento acustico, la congestione del traffico urbano e l'incidentalità. In tale luce, diversi sono stati gli interventi del Legislatore tesi a favorire la divulgazione e la pubblicizzazione dei principi sottesi alla mobilità sostenibile (nel 2000 è stato emanato il Decreto del Ministero dell'Ambiente, recante "programmi radicali per la mobilità sostenibile", attraverso cui si intendeva “promuovere la realizzazione di interventi strutturali radicali finalizzati alla riduzione permanente dell'impatto ambientale derivante dal traffico urbano tramite l'attuazione di modelli di mobilità sostenibile"). Ed accanto a questi il Ministero dell’Ambiente ha emanato diversi decreti di finanziamento ai comuni a favore "di politiche radicali ed interventi integrati per la mobilità sostenibile nelle aree urbane" e "per il governo della domanda di mobilità". Infine, si ricorda che nel gennaio 2013 la Commissione Europea ha pubblicato una proposta di Direttiva sulla realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi dove, oltre ad esaminare le principali opzioni disponibili in materia di combustibili alternativi per sostituire il petrolio , contribuendo al contempo a ridurre le emissioni di gas serra nel settore dei trasporti, si incentiva la rimozione degli ostacoli infrastrutturali per la diffusione dei mezzi alternativi per la mobilità, attraverso la costruzione nuove reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica.

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Descrizione dell’intervento Il progetto punta ad implementare la mobilità nel territorio di riferimento, contribuendo allo sviluppo di una cultura della mobilità più razionale ed ecosostenibile, attraverso l’identificazione, la definizione e l’applicazione di interventi tesi alla riduzione degli impatti ambientali e dei consumi energetici relativi alla mobilità di studenti e lavoratori appartenenti all’area territoriale di interesse. Il progetto, inoltre, mira a stimolare una coscienza energetico-ambientale nei target group di riferimento, al fine di aumentare la conoscenza degli effetti negativi derivanti dall’uso dei tradizionali mezzi di trasporto e orientandone le scelte verso soluzioni più efficienti e modelli a bassa intensità energetica. In particolare il progetto prevede la costruzione di un sistema di trasporto con mezzi privati in uso condiviso, car sharing e car pooling, che con il supporto di una piattaforma internet mettano in collegamento utenti diversi dalle esigenze simili. Tutto ciò al fine di razionalizzare il traffico veicolare, abbassare l’impatto energetico dello stesso e facilitare gli spostamenti da e verso l’area. Ulteriore risultato di tale attività saranno la sensibilizzazione alle problematiche del miglioramento della qualità ambientale e la socializzazione spontanea tra gli utenti. Le strategie messe in atto sono di seguito riportate. 1) La proposta di Car Pooling prevede che gli spostamenti su mezzo privato possano essere effettuati da equipaggi che condividono uno stesso veicolo, contribuendo di conseguenza ad una riduzione del traffico stradale. Un tale sistema consente, dunque, la creazione di equipaggi con la possibilità di ridurre sensibilmente il numero di veicoli in circolazione. Forme spontanee di car-pooling possono essere già presenti, ma l’utilizzazione di un servizio strutturato consentirebbe di mettere in contatto persone che non si conoscono o non si frequentano e permetterebbe, quindi, di ottenere risultati tangibili su scala più ampia. Soprattutto nelle piccole aziende l’uso collettivo dell’automobile è una realtà già praticata, ma in forma spontanea e disarticolata da parte dei dipendenti e quindi con risultati modesti ai fini della riduzione delle percorrenze complessive. Tale scelta può essere incentivata e razionalizzata dalle aziende stesse attraverso una centrale operativa dotata di uno specifico software. Per strutturare in maniera corretta un servizio organico di car-pooling, oltre all’attivazione di un partenaraiato ampio di istituzioni che promuovano il progetto (Comuni, Provincia, Università, Gal, ecc.) è necessario l'utilizzo di un software che gestisca la banca dati e organizzi gli equipaggi anche attraverso bacheche virtuali (newsgroup), che consenta di far incontrare domanda ed offerta di passaggi, di gestirli e soddisfare le esigenze degli utenti in maniera rapida e efficace. L’analisi dei sistemi in commercio evidenzia la necessità, comune, di una piattaforma on-line con un sito internet che sarà collegato sia ai principali siti di riferimento delle Istituzioni partner di progetto. 2) La proposta di Car Sharing consiste nell’uso collettivo di un parco di autoveicoli, per il noleggio temporaneo che, versando una quota associativa, permetterà di noleggiare un’auto in ogni momento della giornata pagando solo l’effettivo utilizzo. È un servizio di mobilità che consente di accedere su richiesta a una flotta comune di veicoli posizionati in prossimità di importanti nodi della rete di trasporto pubblico. L’uso del veicolo da parte dell’utente avviene in modo autonomo ed è consentito anche per periodi limitati di un’ora. Il sistema del Car Sharing è particolarmente vantaggioso da un lato, per gli automobilisti che utilizzano occasionalmente l’auto, in quanto si può disporre nei momenti di necessità, di un mezzo individuale senza dover sostenere gli alti costi fissi di esercizio legati al possesso dell’auto, dall’altro alle aziende che attraverso quest’offerta razionalizzino i costi di trasferta del personale. Un sistema di gestione riceverà e soddisferà le richieste di prenotazione, registrerà le modalità di utilizzo e si occuperà della manutenzione dei veicoli. Per prenotare un’auto, è sufficiente una telefonata. Una volta al parcheggio è sufficiente utilizzare la Smart Card consegnata al momento dell’iscrizione per prelevare l’auto. L'utente quindi pagherà solo una quota annuale di abbonamento e l'effettivo utilizzo dell’auto, calcolato in base al tempo e ai Km percorsi. Al fine di verificare l’esistenza di un numero iniziale definito di utenti disposti ad utilizzare il servizio, è stato effettuato, in fase di macroprogrammazione, una valutazione dei possibili stakeholders, aziende interessate ad utilizzare l’auto condivisa, confermando un bacino di utenza i circa 12.000 persone interessate. Tale indagine preliminare sarà affiancata, in fase realizzativa, da focus group con i residenti dell’area, individuati in via preliminare utilizzando i risultati di studi e

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ricerche sul campo e la documentazione disponibile, con l’obiettivo di definire e quantificare, le percentuali di utenza effettivamente interessate al servizio. Una delle fasi conclusive di questo progetto sarà ripetuta l’attività di monitoraggio dell’utenza interessata mediante ulteriori focus group, così da poter verificare l’effettivo successo della diffusione e disseminazione dei principi ambientali e sociali che sottendono il concetto di mobilità sostenibile e l’effettivo interesse e uso della piattaforma internet di gestione dei servizi di car pooling e car sharing. In via preliminare si è scelto di scindere i possibili utenti in due fasce di interesse e di impiego del servizio. Un’utenza, nel progetto definita “utenza pendolare”, formata da studenti universitari, lavoratori, che si suppone che possano utilizzare il servizio di car pooling per gli spostamenti giornalieri e/o settimanali per il tragitto casa/lavoro, casa/università. Parte degli studenti e dei dipendenti provenienti dai Comuni dell’area potranno usufruire del servizio di car pooling organizzato, grazie al quale si potrà agevolmente organizzare su internet lo spostamento casa-università insieme a colleghi e amici. Attraverso il sito web appositamente dedicato chi cerca un passaggio potrà mettersi direttamente in contatto con chi lo offre e viceversa, semplicemente iscrivendosi e inserendo i propri annunci con la massima garanzia di riservatezza e privacy dei dati sensibili. Una scelta del genere darà la possibilità, nell’immediato, di risparmiare sulle spese di viaggio e, sul lungo periodo, contribuirà al miglioramento della qualità della vita e alla salvaguardia dell’ambiente. Accanto all’utenza pendolare il progetto identifica quali ulteriori destinatari, e definisce “utenza occasionale”, tutti i cittadini non residenti nelle aree periferiche della provincia di Ogliastra, e principalmente nell’area limitrofa a Tertenia, ma che vi si recano per particolari eventi culturali (concerti, eventi, feste tradizionali, etc.). Infine, anche attraverso la previsione da parte dei comuni di forme di facilitazione per la gestione di tale servizio, i sistemi di trasporto oggetto, consolidando la struttura dell’offerta, possono diventare importante servizi integrativi al trasporto pubblico locale, soprattutto in un’area “difficile” del territorio regionale dove i trasporti pubblici ed i sistemi di collegamento sono purtroppo deficitari. In tale luce, il servizio può quindi essere una possibile facilitazione allo sviluppo turistico dei territori del territorio. In sintesi le attività previste dal progetto sono: 1. Definizione dei partner e dei target di utenza. 1.1. Studio esecutivo delle esigenze di mobilità dell'area Nella prima fase del progetto si prevede la realizzazione di uno studio esecutivo finalizzato all’analisi del contesto territoriale in riferimento alle esigenze di mobilità della popolazione dell’area configurata in eventuali classi di utenza (pendolari, studenti, utenti occasionali, turisti etc.). 1.2 Definizione esecutiva dei target di utenza e valutazione della propensione all'utilizzo del servizio (focus group) In una fase successiva anche attraverso la collaborazione dei principali enti istituzionali presenti nel territorio si effettuerà un’indagine conoscitiva finalizzata alla raccolta di dati e confronto sui comportamenti e sulle modalità di trasporto della popolazione Universitaria nei centri individuati, così da effettuare un’analisi tecnico-sociale dello status quo del sistema locale di mobilità. L’indagine prevede una fase di rilevazione attraverso questionari appositamente predisposti e rivolti in maniera particolare alla popolazione universitaria anche attraverso la predisposizione di modalità di somministrazione on-line attraverso le pagine del portale internet di ateneo. I principali obiettivi dell’indagine sono riconducibili all’analisi delle ragioni, delle modalità e delle abitudini di viaggio degli intervistati, la loro disponibilità a cambiare tali abitudini e le condizioni per effettuare i cambiamenti. L’indagine si svilupperà in maniera tale da raccogliere tre tipologie di dati differenti: dati riguardanti le modalità di trasporto utilizzate; dati riguardanti la situazione universitaria; dati personali indirizzati a capire le zone di provenienza degli intervistati. Le attività 1.1., 1.2. e 1.3 saranno utilizzate anche come base informativa per la futura redazione del Piano Temporale degli Orari (PTO) per l’Area.

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1.3. Diffusione dell'iniziativa finalizzata alla creazione di una rete. Al fine di diffondere il più possibile l’intervento si prevede l’attivazione di contatti con tutti i soggetti potenzialmente interessati (imprese, scuole, università, associazioni, ecc.) che saranno coinvolti nella campagna di comunicazione integrata per far conoscere ed incentivare l'utilizzo della rete. Si predisporranno inoltre occasioni di partecipazione attraverso le quali coinvolgere i cittadini potenziali fruitori del servizio. Tale attività persegue un duplice obiettivo: far conoscere l’idea progettuale dandone capillare informazione; coinvolgere più soggetti che a vario titolo possono essere interessati all’iniziativa nel territorio di riferimento del progetto. Un ulteriore ed importante fase della presente attività è rappresentata dal coinvolgimento dei Comuni della provincia, si prevede perciò di effettuare attività di animazione attraverso visite nei territori, interviste a testimoni privilegiati, focus, incontri seminariali, incontri istituzionali e non. 2. Realizzazione dell'infrastruttura e dei servizi. 2.1. Progettazione di un portale internet per azioni di mobilità condivisa. L’attuazione del car-pooling prevede l’utilizzo di un software dedicato per la realizzazione di un sistema programmato di utilizzo collettivo dell'auto privata. Un tale sistema consente, attraverso un portale web, di creare degli equipaggi facendo incontrare domanda ed offerta di passaggi, e di gestirli con varie funzionalità, soddisfacendo le esigenze degli utenti in maniera rapida e efficace. Le criticità maggiori legate alla realizzazione di un servizio di carpooling riguardano lo start-up del sistema, in quanto devono essere affrontate spese iniziali per l’acquisto di un software adeguato che consenta il collegamento tra gli utenti in maniera facile e rapida, e la promozione del servizio, poiché si devono andare a modificare abitudini di viaggio ormai consolidate. In tal senso si prevede tra le attività di progetto la Costruzione di una Piattaforma internet al fine di catalogare le esigenze di mobilità dei cittadini e proporre agli iscritti possibili compagni di viaggio, in base alla comunanza dei percorsi e degli orari. La realizzazione del portale consentirà l’”incontro” tra domanda e offerta, tra chi offre e chi cerca un passaggio e faciliterà quindi la formazione degli equipaggi. In particolare, l’attività di progettazione del software di supporto al portale dovrà considerare: la realizzazione di un software utilizzabile via Internet che contiene un elenco di possibili collegamenti tra i comuni, quartieri e luoghi particolari (ospedali, università ecc.) di un dato territorio. Il software gestisce anche un database di utenti che possono sia offrire che richiedere un passaggio; la costruzione di un database aggiornato dei principali eventi culturali/ricreativi/formativi attivati sul territorio dell’area; l’abbinamento, sulla base delle offerte e delle richieste, dei possibili guidatori-passeggeri su una data tratta in un dato giorno/orario; la possibilità di iscrizione al sistema on-line, gratuita per un primo periodo di prova di 6 mesi e successivamente subordinata al pagamento di un abbonamento. Un continuo e aggiornato servizio di informazione agli utenti tramite newsletter. il Sito internet potrà contenere anche informazioni aggiuntive tipo: le altre piattaforme esistenti in altre aree, informazioni sul traffico, info sulle opportunità turistiche (ricerca strutture per ospitalità turistica), info sugli altri progetti che riguardano la mobilità nell'area di riferimento (attraverso un link all'ufficio regionale per la gestione del traffico). 2.2. Costruzione sperimentale di un parco mezzi ad utilizzo urbano e di collegamento tra Tertenia e i comuni dell'area (sistema car-sharing). Il progetto prevede la sperimentazione dimostrativa del sistema car sharring attraverso la costituzione di un parco mezzi minimo iniziale formato mediante l’acquisto di una vettura elettrica e di due scooter elettrici utilizzabili dai dipendenti comunali. L’utilizzo delle stesse verrà facilitato dalla presenza nel portale web (previsto al punto 2.1) di un’area ad accesso riservato che sviluppa un sistema di prenotazioni utile ad organizzare l’utenza dei mezzi per uso urbano ed extraurbano. Si prevede inoltre il potenziamento progressivo del parco mezzi attraverso la condivisione delle auto di proprietà dei partner. La presenza degli scooter elettrici è un modo per incentivare anche l’abbandono del vecchio ciclomotore (molto diffuso nelle aree di cui trattasi) e passare alle due ruote ecologiche. L’obiettivo è di svecchiare il parco due ruote, eliminando la circolazione dei ciclomotori più datati e inquinanti e sostituendoli con mezzi a basso impatto. Inoltre, i ciclomotori a trazione elettrica non sono soggetti alle restrizioni della circolazione stradale ed è possibile (come hanno fatto molti amministratori comunali) varare decreti per consentire la circolazione dei ciclomotori elettrici all’interno delle corsie preferenziali o esentarli dal pagamento del ticket per il parcheggio a tempo.

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Si prevede inoltre l’acquisto di due centraline elettriche (colonnine di rifornimento) alimentate dagli impianti fotovoltaici da localizzare in punti strategici del Comune, per attivare e sperimentare il funzionamento delle infrastrutture di ricarica elettrica come sistema alternativo/complementare alle attuali colonnine di rifornimento di combustibile tradizionale. 2.3. Implementazione dei servizi di carpooling e carsharing. Attivazione un portale internet per azioni di mobilità condivisa (sistema car-pooling e carsharing). L’attività prevede la messa in funzionamento del portale internet per la gestione del sistema di carpooling e carsharing garantito per i primi 6 mesi di attività dalle componenti dello staff tecnico di progetto e per i successivi mesi tramite gestione propria da parte dell’Agenzia Tertenia Solidale anche in compartecipazione con attività di volontariato sociale. Il portale verrà gestito prevedendo opportune caratteristiche del servizio di iscrizione, in particolare: l'utente che si iscrive deve comunicare il suo indirizzo e-mail o telefono, oltre ad alcuni dati personali che servono per garantire la sicurezza (nome, cognome e indirizzo). Inoltre può indicare alcune condizioni tipo il fatto che il compagno/a di viaggio sia o meno fumatore, maschio o femmina, oppure il percorso preferito o altro; l'utente accetta con l'iscrizione alcune condizioni di utilizzo del sistema e un "codice di buona condotta" (attraverso un regolamento che assicuri il rispetto delle normative sulla sicurezza e privacy); l'appuntamento tra guidatore e passeggero può essere fissato via e-mail, sms o telefono; i costi di viaggio possono essere ripartiti tra conducente e passeggeri secondo modalità da definire; il sistema potrà essere impostato per essere utilizzato anche da utenti non registrati, che possono mandare una e-mail per offrire/richiedere un passaggio, ma che non sono abilitati a conoscere i dati della controparte. In questo caso sta all'utente registrato decidere se vuole o meno accettare il contatto da parte dell'utente non registrato. 3. Creazione del portfolio utenti. 3.1. Attività di sensibilizzazione e animazione territoriale (incontri, seminari). Le attività di progetto prevedono la realizzazione di una campagna di comunicazione per far conoscere i motivi per i quali è opportuno/conveniente non usare l’auto e suggerire possibili alternative di mobilità (car-pooling). Inoltre le attività di informazione e sensibilizzazione saranno funzionali a stimolare nei potenziali utenti l’interesse a sperimentare questa nuova opportunità, superando dubbi e diffidenze iniziali. La campagna informativa verrà gestita direttamente dal soggetto promotore, in riferimento alle caratteristiche del proprio territorio e dell’utenza derivanti dalla prima attività di studio e analisi del contesto. Inoltre tali attività verranno realizzate di concerto con i principali attori istituzionali presenti nei territori interessati: Comuni, GAL, Scuole, Università, etc.. In particolare, sono previste azioni di disseminazione/educazione sulla mobilità sostenibile verso studenti e lavoratori. La comunicazione rappresenta uno strumento di valenza strategica per la ricerca della partecipazione e del consenso, fattori che determinano il successo di azioni di qualsiasi natura. Pertanto si prevede la realizzazione di una campagna promozionale rivolta alla popolazione in genere della provincia e nei propri comuni di appartenenza, attraverso strumenti vari e diversificati, quali: conferenza di promozione; pannelli verticali; poster; volantini; spot radio; articoli di giornale; avvisi sui siti dei partner coinvolti. Nei comuni interessati dovranno essere messe in atto iniziative mirate per coinvolgere i potenziali fruitori e creare gruppi sperimentali di utenti. Queste iniziative potranno essere mirate a gruppi specifici, ad esempio: lavoratori attraverso il coinvolgimento delle imprese locali; famiglie per il tragitto casa-scuola dei bambini. 3.2. Formalizzazione della rete dei partner. L’attività prevede la realizzazione protocolli di intesa con i soggetti istituzionali coinvolti, nonché la possibilità di rendere l’intervento progettuale. Lo strumento dell'accordo di partnership rappresenta il modo più efficace per la formalizzazione della condivisione degli obiettivi progettuali e delle attività previste i soggetti sottoscrittori.

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3.3. Divulgazione e promozione dell'iniziativa. L’attività di divulgazione e promozione dell’iniziativa sarà realizzata attraverso la predisposizione di materiale informativo e divulgativo di progetto (brochure e manifesti) che sarà diffuso presso le sedi delle associazioni coinvolte, i canali Istituzionali e le organizzazioni locali. 4. Gestione del servizio. 4.1. Gestione e Manutenzione del sito internet. L’attività prevede il costante aggiornamento della piattaforma web; le modifiche dovute ad aggiornamenti legislativi; le modifiche dovute agli aggiornamenti di browser; risoluzione malfunzionamenti ed incompatibilità non gravi; aggiornamento del posizionamento sui motori di ricerca. 4.2. Gestione e Manutenzione dei veicoli. La manutenzione dei veicoli, per il periodo di finanziamento, sarà realizzata a cura di un responsabile della logistica. Il rifornimento delle vetture elettriche che si prevede di acquistare sarà garantito da due centraline elettriche “colonnine di rifornimento” alimentate da impianti fotovoltaici installati ad hoc Costo dell’intervento Il Piano dei Costi comprende le seguenti voci: Personale. I costi comprendono il personale dello staff tecnico impegnato nella realizzazione delle attività di progetto e costituito da: n. 1 responsabile di progetto, n. 1 analista per lo studio preliminare dell’utenza dei servizi, n. 6 animatori per le attività di sensibilizzazione territoriale, n. 1 responsabile della logistica per il parco mezzi, n. 1 responsabile della gestione della piattaforma online. Le figure impiegate saranno contrattualizzate tramite incarichi di collaborazione a progetto. Viaggi e missioni. I costi comprendono il rimborso spese per gli spostamenti effettuati dal personale dello staff tecnico per la realizzazione di attività di animazione e sensibilizzazione territoriale, nonché di promozione del progetto. Acquisto di beni e servizi e forniture necessari all'espletamento delle attività progettuali. Tale voce comprende il costo per la costituzione del parco mezzi, composto da n. 1 vettura elettrica e da n. 2 scooter elettrici che saranno acquistati dal soggetto proponente per la realizzazione del servizio di carsharing. Inoltre si prevede la realizzazione di due punti di rifornimento dei mezzi elettrici da configurarsi mediante acquisto di due colonnine di ricarica alimentati da un sistema Fotovoltaico e eolico integrato. In tale categoria di costo sono previsti anche i servizi di consulenza. Tale voce comprende prestazioni di terzi inerenti la fornitura di servizi funzionali alla realizzazione della piattaforma online per il servizio di carpooling, nonché la fornitura di servizi di consulenza per la realizzazione della campagna promozionale relativa alle attività di diffusione dei risultati del progetto. Spese di produzione e divulgazione di materiale. I costi comprendono la realizzazione di materiale promozionale, l’organizzazione di eventi divulgativi e dimostrativi, etc. Spese generali. Comprendono le spese per funzionalità organizzativa ovvero per le spese di gestione, dei consumi, contributi assicurativi, amministrazione, Categoria di costo Descrizione

Importo totale

(€) - Personale

Resp. di progetto 10.500,00

Incarico per studio esecutivo 5.000,00

Animatori 18.000,00

Resp. logistica 8.000,00

Resp. gestione sito 8.000,00

49.500,00

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PUC Tertenia 2015 Norme Tecniche di Attuazione Pagina 105 di 120

- Viaggi e missioni 6.000,00

- Acquisto di beni e servizi e

forniture necessari

all'espletamento delle attività

progettuali

Vettura elettrica (n. 1) 27.100,00

Scooter elettrico (n. 2) 7.000,00

Colonnine rifornimento elettrico con impianto Fotoeolico annesso (n. 2) 30.000,00

Consulenza progettazione piattaforma online 5.400,00

Consulenza campagna di comunicazione 4.500,00

74.000,00

- Spese di produzione e

divulgazione di materiale

Realizzazione materiale promozionale, preparazione

relazioni, organizzazione eventi divulgativi e

dimostrativi, partecipazione a fiere

10.000,00

- Spese generali (costi di

gestione, consumi, canoni,

contributi assicurativi, ecc.)

Consumi, contributi assicurativi, amministrazione,

abbonamento annuo sito web, etc.

12.500,00

Totale 152.000,00

Fonti di Finanziamento Il Finanziamento dell’iniziativa può avvenire attraverso varie fonti, anche integrabili che possono coprire il costo fino ad un valore max dell’80%. In particolare le fonti utilizzabili sono: - Ministero Ambiente - AVVISO PUBBLICO PER L’ATTRIBUZIONE DI CONTRIBUTI ECONOMICI A ENTI PUBBLICI E SOGGETTI PRIVATI, SINGOLI O ASSOCIATI, FONDAZIONI E ASSOCIAZIONI PER INIZIATIVE ED INTERVENTI IN MATERIA AMBIENTALE , Bando Annua; -Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Legge 7 agosto 2012 n. 134 - Art. 17 septies, Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica, Luglio 2013

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Scheda Progetto n. 8

RIFERIMENTI PAES: Ambito 3 Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio comune per uno sviluppo durevole

Titolo Progetto: Sentieri di terra e di acqua: Turismo responsabile e gestione sostenibile del territorio di Tertenia Obiettivi e finalità La finalità principale dell’intervento è riprendere il rapporto interrotto con un territorio sede della storia e della cultura locale, troppo presto abbandonato e dimenticato. Se è generalmente riconosciuta la funzione di difesa e presidio del territorio da parte degli abitanti, allo stesso tempo gli insediamenti soffrono di un spopolamento sociale continuo che progressivamente sposta la popolazione, soprattutto giovanile, verso la costa e le zone dove sono ubicati maggiori i servizi. Il termine ripopolamento vuole sottolineare il bisogno della presenza di persone, di vegetazione e la nascita di servizi funzionali al permanere. In tal senso, questa azione intende contribuire alla risoluzione delle problematiche connesse con l’abbandono di intere porzioni di territorio, dove, spesso, poggia l’identità intima di una popolazione. E’ così anche per Tertenia che è disseminata di beni culturali, antichi resti di civiltà millenaria ma è anche sede dell’ anomalia di un territorio deturpato e maltrattato che ha portato ad un paesaggio brullo, disseminato di macerie di ogni tipo, soprattutto culturali. Riprendere ad attraversare a piedi o con mezzi più moderni gli antichi percorsi, rispettandone le peculiarità e le valenze ambientali e naturali, significa anche riqualificare aree degradate, recuperare nuclei insediativi abbandonati, per costituire veri e propri eco-villaggi e/o fattorie didattiche a cielo aperto, riequilibrare l’ecosistema, recuperare la biodiversità, produrre sviluppo economico, sociale e culturale. Sono progetti difficili ed ambiziosi che però hanno avuto un grande ritorno per chi li ha sperimentati e che si intrecciano con il turismo consapevole o responsabile. Il turismo viene considerato da tutti come il fattore chiave per lo sviluppo. Ci sono però varie tipologie di turismo che hanno un grado diverso di integrazione con l’ambiente e un rispetto delle tipicità dei luoghi in cui si manifestano. Considerando la diversità di impatto sull’ambiente delle diverse tipologie di turismo, questa azione prevede proposte di turismo sostenibile. In particolare, con questa azione, si intende contribuire allo sviluppo di : � Una carta del turismo sostenibile e le modalità di qualificazione per diventare strutture e servizi

certificati ; � forme di turismo legato alla terza età , con fini sociali e solidali, sportivi, naturalistici e di ricerca; � momenti formativi por Guide locali non soltanto per escursioni ma anche per attività di

educazione ambientale; � attività di recupero di rifugi e sentieri, la loro manutenzione, tabellazione ed accessibilità; � attività di promozione degli operatori turistici nei circuiti settoriali e nelle manifestazioni e fiere

del turismo; � percorsi turistici che sappiano combinare più aspetti dalla cultura alla natura e che siano basati

sulla tipicità ; � strutture di promozione della tipicità e di scuole estive per turisti quali quelle gastronomiche; � escursionismo e turismo di prossimità; � formazione delle figure turistiche come previsto dalla nuova disciplina delle figure turistiche; Quadro di riferimento L’intervento è finalizzato a strutturare una serie di itinerari e percorsi per la fruizione e il miglioramento della vivibilità del Paesaggio vivente di Tertenia. Un percorso, infatti, é un itinerario, non solo fisico, che lega attorno ad un tema diverse "stazioni", ognuna delle quali ha certe caratteristiche o attrattive. Dal punto di vista del fruitore, il percorso ha una capacità attrattiva, e comunicativa, forte, che non hanno le singole stazioni che lo costituiscono. Inoltre, il percorso é anche, per il turista, un programma che unisce elementi di diverso tipo e aventi livelli diversi di interesse. La maggiore attrattività derivante dal sistema di elementi caratterizzanti il percorso può, nel caso in cui non esistano delle singole risorse che giustifichino il viaggio, essere il fattore di richiamo distintivo. Il percorso deve coinvolgere anche risorse umane, sono infatti necessari

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servizi diversi lungo di essi; l'articolazione dell'offerta si avvicinerà alle esigenze del mercato turistico, sempre più attento alle tematiche ambientali e al valore didattico che la fruizione turistica, già di per sé ricreativa, potenzialmente può garantire. Dal punto di vista della comunicazione con l'esterno, il percorso ha un doppio vantaggio: é abbastanza articolato per essere interessante, e soprattutto prefigura un programma. Il visitatore sa di quanto tempo deve disporre, quali sono gli spostamenti che deve fare, le attività che può intraprendere. L'unità sistemica del percorso ne favorisce la comunicabilità: i diversi aspetti dell'ambiente dei quali si fruisce devono essere messi in evidenza nella comunicazione verso l'esterno, cioè verso i potenziali fruitori. La sentieristica per la fruizione dei beni paesaggistici, archeologici, culturali e naturalistici ben si presta a svolgere questa funzione: primo perché è in grado di coinvolgere gli abitanti come detentori e custodi degli antichi saperi e in secondo luogo per l’elevato valore aggiunto che rappresenta in termini di opportunità lavorativa soprattutto per giovani e donne della comunità locale. Il quadro si completa considerando la coerenza di questo tipo di interventi con la legge nazionale sul turismo che dedica moltissimo spazio ai temi del turismo responsabile di tipo escursionistico – culturale e al turismo naturalistico cui questa azione è esplicitamente riferita. Descrizione dell’intervento L’intervento consiste nell’organizazione, progettazione e realizzazione di percorsi identitari che permettano la fruizione del territorio terteniese dalla montagna alla costa, facilitando il recupero e la manutenzione del territorio , oggi spesso abbandonato e creando opportunità di lavoro nella gestione delle attività escursionistiche generate. Partendo dai beni paesaggistici, culturali ed archeologici individuati e tutelati tramite PUC, attraverso il processo di copianificazione , sono stati identificati percorsi identitari possibili, di seguito elencati e cartografati nel SIT dell’Uffucio di Piano � Sentieri minerari principalmente nella zona di Talentino/Bavaranes � Sentieri Carbonai prevalentamente lungo la zona di costa (sentiero Brecconi , Cartucedu) ma

anche in montagna dove le risorse forestali permettevano tale attività (Giuilea , Giancusu, ecc.) � Sentieri delle Fornaci di calce nella zona Sucrabiolu � Sentieri archeologici e delle chiesette rupestri con i principali Nuraghi censiti di Sarrala e verso

le zone interne dove esistono una miriade di Nuraghi censiti e non � Sentieri degli ovili o pastorali diffusi su tutto il territorio e spesso , oggi abbandonati soprattutto

quelli più interni e/o antichi � Sentieri naturalistici anch’essi diffusi in tutta la zona forestale e della costa.

Tutti i percorsi si interconnettono in più punti , creando una vera e propia “ragnatela identitaria” facilmente fruibile anche a piedi o in bicicletta.I sentieri potranno essere fruiti direttamente a partire dall’infopoint situato nell’attuale Museo etnografico di Tetenia, recentemente ristrutturato, dove sarà allestita anche una sala immersiva multimediale per i turisti e gliu abitanti. In questa sala immersiva , mediante sistemi olografici alimentati da telecamere agganciate a droni, si potrà assistere a voli virtuali lungo i sentieri apprezzandone le bellezze montane e costiere, facilitando la conoscenza dei luoghi e stimolando la curiosità per una visita diretta.

Le princiapli attvità da realizzare quindi possono essere evidenziate in : 1. Ricognizione, segnatura e manutenzione dei percorsi e dei principali sentieri coì come descritti;

L’attività consiste nella ricognizione e segnatura dei percorsi e dei principali sentieri dell’area da inserire nella rete della senti eristica locale. Per ogni sentiero sarà preparata una relazione che indichi lo stato e le eventuali opere di manutenzione delle quali necessita. La fase di progettazione è cruciale: in essa vengono definiti i poli ed individuate le modalità di funzionamento, indicate le "stazioni" e valutate per ciascuna il tipo di servizi necessari. Uno dei presupposti fondamentali per la realizzazione dei percorsi è la possibilità di utilizzare, oltre alle strade veicolari esistenti, anche la vastissima rete di sentieri, strade forestali, strade interpoderali che hanno da sempre costituito il tessuto connettivo per lo svolgimento delle attività umane in questa zona. Purtroppo attualmente molti sentieri sono in stato di abbandono e necessitano di interventi più o meno consistenti per il loro ripristino. Nonostante esista già in parte un'antica viabilità di collegamento, assai utile al fine di impostare l'itinerario escursionistico attraverso l'area, occorrerà comunque individuarne e riattare i

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sentieri rurali a scopi naturalistici, mediante il decespugliamento del piano di calpestio; la spalcatura dei rami ingombranti; la costruzione, ove necessario, di piccole opere di contenimento di scarpate (muri a secco, graticciate); di attraversamento ruscelli (piccoli ponticelli in legno) che intersecano il percorso del sentiero e quanto necessario per consentire il transito pedonale dello stesso.

2. Definizione della segnaletica e della tabellonistica per la fruizione del paesaggio vivente

L’attività è finalizzata a dotare di un sistema coerente di segnaletica tutti i percorsi e gli itinerari recuperati, quale ulteriore elemento identitario che accomuna tutti gli interventi previsti in progetto, in stretta relazione con quanto realizzato per il Parco Culturale dei Greci di Calabria.

La tabellazione, ovvero l’individuazione dei punti in cui installare le tabelle, avverrà naturalmente in collaborazione con il Comune e le associazioni locali, tenendo presente sia dei vincoli fisici e delle proprietà, sia tenendo in considerazione le esigenze del visitatore di raggiungere le mete più significative del territorio, nel rispetto della compatibilità ambientale. Ad ogni percorso o luogo singolare verrà assegnato un numero di catalogo, che sarà utilizzato sia nella segnaletica che nei documenti per la sua pubblicizzazione. Nella segnaletica sarà inserito, inoltre, un logo come marchio identificativo del sistema locale di offerta turistica.

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Individuazione di massima di sentieri ipotizzati

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Costi dell’intervento Categoria di costo Descrizione

Importo totale (€)

- Personale

Elaborazione progettuale dei sentieri, delle sale immersive e del sistema di rilevamento e trasmissione dati tramite droni

20.000,00

- Viaggi e missioni Valutazioni tecniche interventi da realizzare 5.000,00

- Acquisto di beni e servizi e

forniture necessari

all'espletamento delle attività

progettuali

-acquisto di attrezzature immersive, droni e telecamera di ripresa video, compreso il sistema olografico di riproduzione; adeguamento, allestimento funzionale della sala immersiva

- interventi di pulizia e ripristino funzionale e messa i sicurezza del patrimonio sentieristico , utilizzando tecniche di ingegneria naturalistica 6 sentieri di 5 Km/p in media e segnalizzazione con idonea tabellonistica

- acquisto di un mezzo elettrico e di bici a pedalata assistita per il servizio navetta

- acquisto di materiale di consumo vario

50.000,00

300.000,00

15.000,00

4.000,00

- Spese di produzione e

divulgazione di materiale

Realizzazione materiale promozionale, preparazione relazioni, organizzazione seminari ed eventi divulgativi e dimostrativi, (nel triennio)

30.000,00

- Spese generali (costi digestione, consumi, canoni,

contributi assicurativi, ecc.)

Consumi, contributi assicurativi, amministrazione,

abbonamento annuo sito web, etc. (nel triennio)

30.000,00

Totale 454.000,00 Fonti di Finanziamento � STRATEGIA NAZIONALE SULLA BIODIVERSITÀ, CONFERENZA STATO-REGIONI

OTTOBRE 2010 – REP. 181/CSR � PROGRAMMA QUADRO PER IL SETTORE FORESTALE – 2008 � POR SARDEGNA 2014/2020 :

- Obiettivo Tematico 6 “Tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse” - Obiettivo Tematico 7 “Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le

strozzature nelle principali infrastrutture di rete“ � PSR SARDEGNA 2014/2020 � PROGRAMMI DIRETTI EUROPEI 2014/2020:

- Programma LIFE Natura

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Scheda Progetto n.9

RIFERIMENTI PAES: Ambito 3 Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio comune per uno sviluppo durevole

Titolo Progetto: Montagne praterie e spiagge : riqualificazione sostenibile agro-silvo-pastorale del territorio rurale e dunale di Tertenia Obiettivi e finalità Il progetto ha come finalità generale quella di contribuire a sostenere il valore della ruralità del territorio di Tertenia attraverso azioni creative ed innovative volte alla qualità, alla sostenibilità, all’emersione del sistema di offerta di prodotti e servizi caratterizzati dall’identità locale. L’intervento si articola in due azioni integrate con la finalità di migliorare la qualità della vita e facilitare la diversificazione dell’economia rurale della montagna e della costa. Gli obiettivi specifici perseguiti con questo intervento sono i seguenti: - Consolidare lo sviluppo e il potenziamento dell’economia nelle zone rurali, anche costiere e contribuire al mantenimento della popolazione rurale attiva in loco valorizzando le risorse endogene locali; - Promuovere attività complementari a quella agricola nei settori dei servizi con particolare attenzione alla funzione sociale dell’impresa agricola, alla valorizzazione delle tradizioni e della cultura locale, alla produzione di energia; - Creare nuove opportunità di occupazione e di reddito per la famiglia agricola ; - Favorire la creazione di nuova occupazione specie femminile e giovanile. Inoltre, l’intervento è finalizzato a: - potenziare il sistema di ospitalità dell’area attraverso la creazione di nuovi posti nelle aziende agrituristiche esistenti e di nuova formazione; - Favorire e sostenere la creazione di campi di attività nuovi ed innovativi attraverso lo sviluppo di nuove funzioni interne alle imprese agricole (fattorie sociali, fattorie didattiche, eco-fattorie, fattorie creative di creazioni artigianali aziendali, fattorie bioenergetiche). - Diversificare l’economia rurale; - Innovare, integrare e qualificare il sistema produttivo locale; Quadro di riferimento Oltre agli espliciti riferimenti alle Convenzioni Internazionali in materia agricola ed ambientale, sono innanzitutto da ricercare nei valori e nei principi che stanno alla base del disegno strategico pensato per lo sviluppo rurale sostenibile del territorio di Tertenia e che si ispira alle famose 3E (Efficienza, Efficacia ed Equità) degli Orientamenti Strategici Comunitari, che hanno guidato la stesura del Piano Nazionale Strategico e costituito la cornice di riferimento per la redazione dei PSR a livello regionale, negli anni passati. I tre criteri vengono qui attualizzati, contestualizzati e reinterpretati alla luce delle riflessioni condivise che alcuni soggetti del territorio (istituzioni, imprese, associazioni, ecc.) stanno portando avanti ormai da qualche tempo. La strategia di intervento si sviluppa, infatti, e si sostanzia a partire da un principio fondamentale: la consapevolezza ormai matura che tra la società locale e le risorse naturali deve valere un principio di equità spaziale e temporale. Quella spaziale rimanda ad un bilancio dell’utilizzo del territorio che, purtroppo, negli ultimi tempi è stato decisamente a sfavore delle risorse naturali: le comunità locali hanno esercitato una pressione negativa (aggressione, dissesto, abbandono.. fino al punto di compromettere la possibilità di ripristino delle risorse consumate. Dal punto di vista temporale, l’equità è invece riferita alla necessità intergenerazionale di disporre delle stesse risorse: oggi i più giovani non dispongono delle stesse opportunità quanto all’uso di risorse , perché i più vecchi ne hanno abusato e, spesso, hanno sprecato quelle più significative. Guidati da questo principio, la strategia di sviluppo proposta è fortemente incentrate sulla volontà di preservare e valorizzare le risorse e le esperienze esistenti, per divenire un vero e proprio modello di sviluppo trainante, attraverso le idee, il lavoro e le aspettative degli abitanti di oggi e di domani e mediante le opportunità derivanti dalle relazioni sociali, economiche ed ecologiche locali e globali.

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Descrizione dell’intervento L’intervento si articola su differenti tipologie di intervento, che mirano tutte a sviluppare un solido sistema economico e sociale nelle aree rurali, anche costiere, esaltando il ruolo multifunzionale dell’impresa agricola, non più solo produttrice di beni ma anche di servizi: sociali, ambientali, formativi, turistico e ricreativi. Si tratta di funzioni che rappresentano modalità d’integrazione del reddito aziendale e opportunità per assorbire il lavoro familiare in eccesso ma che possono svolgere anche un ruolo fondamentale per la crescita, l’occupazione e lo sviluppo sostenibile delle aree rurali. Infatti, la dotazione di servizi alla popolazione disponibili su un territorio, anche attraverso la riqualificazione delle attività delle imprese agricole, consente di invertire cicli demografici negativi e favorire la creazione di nuova occupazione, specie giovanile e femminile. Questa nuova funzione dell’impresa agricola è peraltro riconosciuta dalla legge di orientamento in agricoltura (artt. 14 e 15 del decreto 228/01) che prevede la possibilità di stipula di contratti di collaborazione e convenzioni tra imprese agricole e pubbliche amministrazioni per l’erogazione di servizi alle persone e alle famiglie o per lo svolgimento di attività per la cura e salvaguardia ambientale. Un percorso innovativo per la produzione di beni dell’azienda agricola è rappresentato dalla produzione e vendita di energia ottenuta da fonti energetiche rinnovabili. Questa attività può dare un importante contributo alla promozione delle filiere bioenergetiche, coerentemente agli specifici obiettivi comunitari in materia di sviluppo e promozione di tali risorse, alla diversificazione della produzione agricola e al miglioramento delle condizioni di vita nelle aree rurali. Il know how del turismo rurale, inoltre, si fonda in larga misura sulla capacità di far conoscere il modo di vivere delle popolazioni rurali, ossia la loro capacità di comunicare mediante le parole, il comportamento, l’ambiente e le attività con i cittadini che hanno perso il contatto con la campagna e la natura. Quanto più la città è fonte di apprensione (disoccupazione, instabilità, etc.), tanto più la campagna rassicura. Più il presente è aggressivo, tanto più il passato è dolce. Quanto più si è disorientati, tanto più si godrà della vita genuine, fatta di tempi lenti, di riti, tradizioni che danno un senso di vita alle comunità rurali. Questi elementi sono ormai ricercati dalla maggior parte dei visitatori che arrivano nell’area e ne rimangono affascinati: emozioni concrete, vere, scandite dal tempo delle stagioni e dal contatto con la manualità e la gestualità che conserva tratti ancestrali ed istintivi. I contadini che hanno saputo prendere le distanze dalla propria ruralità, per meglio comprendere i desideri del turista e dedicarvisi senza complessi, sono coloro che ottengono i risultati migliori. Sono coloro che propongono, in un’impresa a dimensione umana, prestazioni che sembrano personalizzate, anche quando queste sono assolutamente anonime. Ed è qui che sorge il problema dei promotori e dei grandi investitori finanziari. Il turismo rurale è un turismo di piccole e medie imprese, un turismo in cui l’uomo costituisce l’elemento centrale e primario. Escludendo l’assunzione e la formazione di falsi contadini cui affidare la gestione di centri turistici rurali o il finanziamento di attività gestite da veri rurali, è difficile immaginare un turismo rurale organizzato da grandi imprese. Paradossalmente, i “difetti” del turismo rurale rappresentano una delle principali caratteristiche di questo tipo di turismo e ne sono il marchio. Rassicurano il cliente rendendo il fornitore più vicino. La “rusticità elegante” è altrettanto attraente nell’accoglienza che nelle confezioni o nella presentazione dei prodotti agroalimentari. In entrambi i casi, questa caratteristica appare come un segno della qualità reale, del prodotto “autentico”, “locale”, “tradizionale” e “genuino”. Ma dentro questo involucro grezzo deve essere contenuto un prodotto che offra tutte le garanzie di sicurezza e comfort. Si tratta dunque di trovare l’equilibrio, un difficile equilibrio tra i valori del passato e le preoccupazioni del presente, tra ciò che viene chiesto e ciò che viene consumato, tra le aspettative della città e le realtà della campagna. Per far ciò l’intervento propone attività dirette a : Azione 1 - Creazione e consolidamento dell’ospitalità agrituristica

Le tipologie di operazioni nell’ambito dell’azione 1 sono le seguenti: - ristrutturazione e miglioramento di fabbricati rurali da destinare all’ospitalità agrituristica (creazione di posti letto e di ristoro, aree attrezzate per il tempo libero, allestimento aree di spazi attrezzati per la sosta di tende, allestimento di spazi attrezzati per lo svolgimento di attività culturali e sportive, escursionistiche e ippoturistiche degli ospiti, allestimento di spazi da finalizzare al servizio di custodia dei cani inteso come servizio offerto agli ospiti dell’agriturismo); - acquisto attrezzatura per lo svolgimento delle attività previste;

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Azione 2 - Creazione e consolidamento di imprese agricole multifunzionali innovative quali

fattorie sociali, fattorie didattiche, fattorie creative ed eco-fattorie.

Le tipologie di operazioni nell’ambito dell’azione 2 sono le seguenti: - ristrutturazione e adeguamento di fabbricati rurali e acquisto attrezzatura per lo svolgimento delle attività previste. Trattasi di attività non agricole; - ristrutturazione e adeguamento di fabbricati rurali e acquisto attrezzature per la creazione di spacci in azienda per la vendita dei prodotti artigianali aziendali prevalentemente non agricoli; Azione 3 Sostegno alla creazione e allo sviluppo delle imprese

La misura è prioritariamente rivolta al sostegno delle strategie di diversificazione delle attività economiche delle aree rurali. Sono pertanto ammissibili i seguenti interventi relativi creazione e allo sviluppo delle microimprese artigianali, commerciali e del turismo di cui alla raccomandazione 2003/361/CE: 3.1: Sostegno per la creazione e/o lo sviluppo di micro-imprese artigiane: tale azione sostiene gli investimenti strutturali, l’acquisto di attrezzature, gli investimenti immateriali e, solo nel caso della creazione le spese di gestione, per l’avvio di attività artigianali che utilizzano nel processo di produzione materia prima agricola o che producono prodotti artigianali che incorporano le caratteristiche tipiche del territorio; 3.2: Sostegno per la creazione e/o lo sviluppo delle micro-imprese commerciali: tale azione sostiene gli investimenti strutturali, l’acquisto di attrezzature, gli investimenti immateriali e, solo nel caso della creazione le spese di gestione, per l’avvio di attività commerciali di prodotti e servizi (anche per la promozione del turismo rurale) e comunque strettamente connessi alla promozione del territorio e delle sue tipicità locali;

Nel suo complesso, l’intervento permette di applicare concretamente il passaggio dal lotto minimo al lotto funzionale in ambito agricolo, dove il lotto funzionale è riferito maggiormente al ruolo che l’impresa agricola svolge sul territorio e alle attività produttive generatrici di reddito attivate dall’impresa, piuttosto che alla dimensione fisica della sua base materiale. Costi dell’intervento Categoria di costo Descrizione

Importo totale

(€) Interventi d’integrazione del reddito agricolo aziendale

- stipula di contratti di collaborazione e convenzioni tra imprese agricole e pubbliche amministrazioni per l’erogazione di servizi alle persone e alle famiglie

- stipula di contratti di collaborazione e convenzioni tra imprese agricole e pubbliche amministrazioni per lo svolgimento di attività per la cura e salvaguardia ambientale. Installazione di n. 10 piccoli impianti di produzione e vendita di energia ottenuta da biomassa e sistemi di cogenerazione di energia elettrica e termica

400.000,00

Interventi per la creazione e il consolidamento dell’ospitalità agrituristica

Incentivi per Ristrutturazioni e recupero di fabbricati rurali da adibire ad attività agrituristica ed enogastronomica (n. 10 interventi)

300.000,00

Interventi per la Incentivi per la trasformazione di imprese agricole in 200.000,00

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creazione e consolidamento di imprese agricole multifunzionali innovative quali

fattorie sociali, fattorie didattiche, fattorie creative ed eco-fattorie.

presidi multifunzionali (n. 10 interventi)

Interventi di sostegno alla creazione e allo sviluppo delle imprese

Incentivi a sostegno della creazione e/o lo sviluppo di micro-imprese artigiane e commerciali in zona costiera (n. 10 interventi)

200.000,00

- Spese generali di animazione , progetazione monitoraggio e gestione degli interventi

100.000,00

Totale 1.200.000,00

Fonti di Finanziamento

� Delibera CIPE 18 Dicembre 2012 – Linee strategiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile e la messa in sicurezza del territorio

� Strategia Nazionale sulla Biodiversità, Conferenza Stato-Regioni Ottobre 2010 – Rep. 181/CSR

� Programma quadro per il settore forestale - 2008

� POR SARDEGNA 2014/2020 : - Obiettivo Tematico 3 “Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore

agricolo (per il FEASR) e il settore della pesca e dell’acquacoltura (per il FEAMP)”; - Obiettivo Tematico 4 “Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di

carbonio”; - Obiettivo Tematico 5 “Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione

e la gestione dei rischi”.

� PSR SARDEGNA 2014/2020

� Programmi Diretti Europei 2014/2020: Programma Horizon 2020

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Scheda Progetto n.10

RIFERIMENTI PAES: Ambito 3 Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio comune per uno sviluppo durevole

Titolo Progetto: Area della vecchia miniera e l’acqua a Sarrala: recupero e valorizzazione delle aree dismesse della miniera, loro riqualificazione con l’economia sistemica dell’invaso, del turismo e del museo Obiettivi e finalità La miniera di rame di Tertenia, abbandonata da anni, è un tipico esempio di abbandono senza progetto, vale a dire: finita la possibilità di guadagno, giro le spalle e trasformo quello che prima era simbolo di lavoro in un luogo che è simbolo di degrado. Eppure i valori paesistici e le consistenze edilizie sono interessanti per storia e forma; rappresentano un patrimonio sia per la memoria sia per il potenziale valore fisico-estetico. Restituire la memoria storica ad un luogo significa anche farlo uscire dal degrado (culturale e strutturale) e restituirlo all’uso e quindi alla dignità e al ruolo. Quindi si affaccia la possibilità di immettere sul territorio un nuovo valore: la disponibilità di riutilizzare la miniera trasformando l’attuale degrado e consumo di suolo in riuso e riqualificazione che investa l’area mineraria in se e i territori limitrofi (riutilizzazione del patrimonio dismesso) e circostanti. Come sempre i magnifici Ri sono, anche qui, il presupposto per rinnestare processi economici sul territorio: investimenti, occupazione, cultura. Il recupero della miniera in una nuova attività museale ed eco-museale significa ridare attività economica ad un sito, innescare processi partecipativi e progettuali, ri-coinvolgere le vecchie maestranze sia nelle persone fisiche (qualora possibile) sia nella loro storia e tradizione. La ricostruzione virtuale della storia e delle attività della miniera sarà il filo conduttore sul quale si costruirà il progetto dell’ecomuseo, il piano d’impresa e il piano marketing.

L’ex miniera di rame si trova in un’area nella quale il nuovo Piano Urbanistico Comunale del comune di Tertenia prevede interventi importanti e comunque tutti organici all’ecomuseo.

Nell’area, infatti, è previsto l’imbrigliamento del fiume con la formazione di un invaso da utilizzare sia come riserva idrica, fondamentale come elemento di contrasto e adattamento di fronte ai cambiamenti climatici in atto, sia come lago a fini turistici e ricreativi. L’invaso, come riserva idrica, sarà a sua volta utilizzato per alimentare una turbina per la produzione di energia sia per fornire acqua alla sottostante pianura alluvionale di Sarrala. La pianura pur ospitando attività agricole e l’affaccio a mare per il comune di Tertenia, ha gravi carenze di approvvigionamento idrico potendo contare solo sull’ acqua oltre quella proveniente dai pozzi artesiani e da pochissimi corsi d’acqua a carattere stagionale.

L’area museale della miniera ben si coniuga con le attività turistiche previste per l’utilizzazione dell’invaso come lago. E’ proprio su questo doppio valore che l’attuale patrimonio edilizio, ai tempi usato e per le lavorazioni e per il riposo delle maestranze, trova la sua migliore riutilizzazione come nucleo documentale, museale e di servizio al turismo dell’intera area. Il progetto prevede infine un intervento integrato di ripristino e segnalizzazione dei percorsi collegati che comprende anche la tabellazione dei valori culturali presenti attorno al sito e il ripristino degli “antichi camminamenti del minerale”, da recuperare a fini turistici. Quadro di riferimento Il codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (Dlgs 42/2014) classifica le miniere come Beni Culturali, lascando tuttavia indeterminati gli aspetti industriali, ambientali e paesaggistici. Solo negli ultimi anni nel nostro Paese inizia ad affacciarsi l’interesse a restituire memoria storica e documentale alle miniere. Queste, sempre meno importanti per l’economia corrente italiana, hanno rivestito ruoli im-portanti nelle economie antiche e regionali; basta pensare ai fasti di Populonia, alle miniere d’oro della val Sesia e della valle Anzasca. La Sardegna è ricca di storie minerarie e per alcune (un esempio per tutti il carbone del Sulcis) il dibattito sociale ed economico sulla loro

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salute, capacità e convenienza produttiva è ancora in corso. A questo inesorabile declino produttivo iniziano ad accompagnarsi studi e progetti per la loro riutilizzazione a fini documentali e turistico-museali. I territori circostanti le miniere sono inoltre interessati da un notevole patrimonio edilizio che nel tempo era stato impiegato per le lavorazioni (trasformazione e stoccaggio) e per accogliere le maestranze che vi lavoravano. L’abbandono delle attività minerarie ha comportato il conseguente abbandono delle attività corollarie che, prive di ogni interesse, consumano territorio in un lento e inesorabile degrado. L'Ogliastra è un'area della Sardegna fortemente caratterizzata da rilievi calcarei, granitici e scistosi. Il territorio è ricchissimo di bellezze naturali, soprattutto lungo la bellissima fascia costiera, ma anche di svariati siti minerari abbandonati da tempo. Tra le miniere più conosciute ed importanti dell'Ogliastra ci sono quelle di Correboi (Villagrande Strisaili), di Genna Olidoni (Baunei) e di Baccu Talentinu (Tertenia). Il territorio di Tertenia è stato oggetto di ricerche minerarie fin dall'antichità, sia nella sua parte più interna con le miniere di Bacu Talentinu e Bau Arenas che nella zona costiera, la marina, dove si alternano nel tempo diverse ricerche per minerali baritici. La maggior parte di queste ricerche minerarie avendo uno sviluppo limitato è stato cancellato col tempo o inglobato all'interno di proprietà private; altre come le miniere di Barisoni e Santoru risultano ai limiti della marina di Tertenia, già in territorio di Loceri e di Lanusei. Le miniere di Baccu Talentinu (o Bacu Talentino) e di Bau Arenas (o Is Arenas), sono ubicate ad Ovest rispetto al paese di Tertenia, incassate in una profonda e suggestiva valle all'ombra del Tacco calcareo di Monte Arbo. La strada per accedere alle strutture ed ai cantieri minerari si trova alla la periferia Sud del paese in prossimità del ponte sul Rio Corongiu; da qui si raggiunge agevolmente la laveria e la fonderia percorrendo una strada bianca. Il raggiungimento dei cantieri minerari di Talentinu e di Bau Arenas risulta invece più difficoltoso. La miniera di Santoru è ubicata in una vasta area a sud della costa di Tertenia; sono ancora presenti molte testimonianze di questa miniera, anche se molto è all'interno di una proprietà privata, dove vengono allevati animali. Il villaggio di Santoru è posto presso la costa e ospitava varie abitazioni.; non lontano dal villaggio era stato costruito anche un porticciolo per il carico del minerale su nave di cui ora restano i ruderi; si cercò di sfruttare la conformazione naturale dell'insenatura di Porto Santoru. Anticamente era presente anche un'altro porticciolo d'imbarco, costruito in legno più a Nord rispetto al nuovo, che si chiamava Porto Santoru vecchio. La miniera di Barisoni è ubicata a monte dell'omonima frazione, a sud della marina di Tertenia ed è facilmente raggiungibile da una strada sterrata; i lavori di questa miniera sono ora difficilmente visibili, in quanto occultati all'interno di proprietà private o chiusi per questioni di sicurezza. Nell'area di costa che va dalla Torre di San Giovanni di Saralà fino alla località di Foxi Manna si alternarono a partire dagli anni '20 molti permessi di ricerca che possono essere ricondotti alla miniera di Saralà; di questa miniera di minerali di bario sono visibili pozzetti, gallerie, trincee e il pozzo Enrico, che prende il nome del primo concessionario della miniera Enrico Pernis. Il minerale estratto veniva cernito sul piazzale della miniera, trattato con una serie di crivelli inglesi e quindi inviato a Foxi Manna per essere imbarcato, direzione porto di Cagliari. Gli studi sulla mineralizzazione baritica presente nella Marina di Tertenia (Arsenopirite, Azzurrite, Barite, Calcite, Calcopirite, Fluorite, Galena, Oro (in tracce), Malachite, Sfalerite) gli attribuiscono una genesi di tipo idrotermale di età alpina (post-Eocene), e questo fa dei filoni di Santoru e dintorni il più importante caso di mineralizzazione di età alpina che abbia avuto un reale interesse economico. Vari fattori hanno sempre condizionato pesantemente lo sfruttamento dei filoni ogliastrini impedendone il decollo: la scarsa solidità finanziaria degl’imprenditori interessati, l’inesistenza di vie di comunicazione tra i cantieri minerari e i punti di spedizione del minerale, il carattere esclusivamente torrentizio dei corsi d’acqua, l’imperversare della malaria che falciava non solo gli operai forestieri ma anche i sardi, e la malcelata ostilità da parte degli abitanti del luogo nei riguardi dei forestieri. in Italia manca uno specifico quadro giuridico-normativo di riferimento, sia in merito all’utilizzo dei siti minerari a fini culturali, sia rispetto alle norme di sicurezza per i visitatori. Nel percorso di valorizzazione e comunque di fondamentale importanza la definizione del percorso giuridico da implementare. In Italia manca uno specifico quadro giuridico-normativo di riferimento, sia in merito all’utilizzo dei siti minerari a fini culturali, sia rispetto alle norme di sicurezza per i visitatori Il percorso deve innanzitutto partire dalla corretta definizione della tipologia del giacimento (miniera o cava), in quanto questo sottende una diversa disciplina giuridica in funzione della natura merceologica del minerale estratto. Inoltre la completa ed esaustiva definizione dello stato giuridico non può prescindere dall’accertamento circa l’esistenza o meno di un giacimento

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minerario residuo. In caso di sussistenza di regime concessorio, l’altro aspetto fondamentale è ovviamente quello dello stato di vigenza della concessione mineraria. Descrizione dell’intervento Le miniere dismesse presentano innanzi tutto problemi di sicurezza, di stabilità. La legislazione vigente non prevede nulla riguardo alle opere da compiere in vista della dismissione delle attività estrattive. Di conseguenza qualsiasi opera che miri ad un recupero dei siti non può prescindere da preventivare opere di messe in sicurezza della struttura e un radicale recupero ambientale per contrastare i tentativi e le opere di rinaturalizzazione dei siti. Nel nostro caso la proposta progettuale si caratterizza come individuazione delle linee guida di prefattibilità con individuazione delle possibili fonti di finanziamento, finalizzato alla predisposizione di uno studio di fattibilità tecnico-economica di approfondimento dell’iniziativa cui, in caso di esito positivo, farà seguito la redazione del vero e proprio progetto per la riqualificazione e valorizzazione del sito e delle sue pertinenze esterne. In particolare la proposta di studio prevede le seguenti attività: a) Recupero della miniera in una nuova attività museale ed eco-museale

� Analisi ambientale e studio delle caratteristiche del sito comprensivo di : - verifica della sussistenza o meno di fenomeni di degrado associati alla dismissione mineraria (instabilità delle strutture, innalzamento della piezometrica, decadimento delle caratteristiche geomeccaniche delle pareti incassanti; - valutazione dell’indice di rischio statico e strutturale ; messa in sicurezza e in piena salubrità del sito; verifica della consistenza e stato degli edifici costituenti il borgo esterno; valutazione delle condizioni di accessibilità al sito. Valutazione d’impatto ambientale e di incidenza sn

� Ricostruzione virtuale della storia e delle attività della miniera, anche attraverso un processo partecipativo e di coinvolgimento le vecchie maestranze sia nelle persone fisiche sia nella loro storia e tradizione;

� individuazione del percorso giuridico più appropriato per la valorizzazione culturale del bene;

� Progettazione del recupero della miniera per la sua trasformazione in una nuova attività museale ed eco-museale comprensivo di interventi nella parte ipogea del sito minerario e nelle aree di pertinenza esterne del sito minerario e di quelli complementari nell’antico borgo dei minatori e nel contesto circostante : • percorsi di visita • percorso tattile-sensoriale • esposizione permanente tesa ad evidenziare diversi aspetti dell’attività mineraria

(modalità di coltivazione, attrezzature, tecniche di scavo e di messa in sicurezza, ecc.). • centro di accoglienza • biglietteria e book-shop • servizi igienici • museo minerario. Gli interventi complementari resi possibili dalla presenza del borgo dei minatori e nel contesto circostante , vengono preliminarmente individuati nella creazione di: • spazi espositivi per realizzazione di mostre temporanee • aule didattiche • sala di video-proiezione • archivio storico audiovisivo e documentale • bar-ristorante • strutture ricettive. • itinerari turistici tematici volti a mettere in luce le emergenze geologiche e minerarie

dell’area.

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b) Creazione di un invaso da utilizzare come riserva idrica per alimentare una turbina idraulica per la produzione di energia e per fornire acqua alla sottostante pianura alluvionale di Sarrala - Studio ambientale del Bacino - Progettazione delle opere di imbrigliamento del fiume e creazione di un invaso con tecniche dell’ingegneria naturalistica, da utilizzare anche a fini turistici; - Progettazione e realizzazione di una microcentrale idroelettrica, della condotta e del serbatoio idrico di Sarrala

Localizzazione e distanza tra il Parco minerario e Sarrala Di seguito sono riportare delle immagini e sezioni che evidenziano, in alcuni punti, le quote di un percorso che dal Parco minerario giunge al mare che si estende per circa 8,3 Km.

Il Parco minerario è evidenziato dalla sagoma in rosso ubicato a sud-ovest rispetto al centro urbano di Tertenia

1) Quota 140m s.l.m. del Parco Minerario.

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2) Quota 104m s.l.m. in un punto all’interno della ZONA C, del vigente strumento urbanistico.

3) Quota 374m s.l.m. nel punto più alto del percorso che giunge a mare.

4) Quota 8m s.l.m. nella costa.

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Costi dell’intervento Nella tabella riassuntiva seguente si riportano i costi stimati per tali attività: Categoria di costo Descrizione

Importo totale

(€) - Personale e consulenze

Elaborazione studio di fattibilità completo e progettazione di massima e studi ambientali

240.000,00

- Viaggi e missioni Per analisi e studi 15.000,00

- Acquisto di beni e servizi e

forniture necessari

all'espletamento delle attività

progettuali

Attrezzature per analisi ambientali e acquisto di servizi specialistici geologici e idraulici come ad esempio: topografia e geomorfologia del sito, valutazione della risorsa idrica e del suo potenziale energetico, selezione del sito e schema base dell’impianto, turbine idrauliche, generatori elettrici e loro regolazione, studio di impatto ambientale e misure di mitigazione, valutazione economica, contesto istituzionale e procedure amministrative per l’ottenimento delle Autorizzazioni, ecc.

70.000,00

- Spese di produzione e divulgazione di materiale e spese generali

Realizzazione materiale promozionale, preparazione relazioni, organizzazione seminari ed eventi divulgativi

20.000,00

Stima costi di Investimento in attrezzature e macchinari per opere civili per ecomuseo ed opere idrauliche compresa centrale idroelettrica, condotta idrica e serbatoio idrico per Sarrala, completo di opere di rinaturalizzazione e mitigazione ambientale

Opere civili circa 2.000 mq di strutture recuperate, attrezzature virtuali, centralina idroelettrica 1 Mw, 10 Km circa di condotta e serbatoio idrico di acqua potabile

8.000.000,00

Totale 8.345.000,00 Fonti di Finanziamento

� Delibera CIPE 18 Dicembre 2012 – Linee strategiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile e la messa in sicurezza del territorio

� Programma quadro per il settore forestale – 2008 � POR SARDEGNA 2014/2020: Obiettivo Tematico 5 “Promuovere l’adattamento al

Cambiamento Climatico, la Prevenzione e la Gestione dei Rischi – Misure 1 e 2 � PSR SARDEGNA 2014/2020