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1 Piano triennale della prevenzione della Corruzione 2016-2018 Approvato con Delibera n. 7/2016 (ai sensi dell’art. 1, comma 5, lett. a della Legge n.190 del 6/11/2012) Delibera 2016/0007 del 27/01/2016 (Allegato) Pagina 1 di 94

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Piano triennale

della prevenzione della Corruzione

2016-2018

Approvato con Delibera n. 7/2016 (ai sensi dell’art. 1, comma 5, lett. a della Legge n.190 del 6/11/2012)

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Indice

1. Premessa Pag. 4

2. Normativa di riferimento Pag. 7

3. Contesto esterno Pag. 9

4. Contesto interno Pag. 14

5. Società partecipate e controllate Pag. 16

6. Coinvolgimento degli organi di indirizzo Pag. 17

7. Soggetti aziendali coinvolti Pag. 19

8. Misure in atto Pag. 22

9. Azioni di sensibilizzazione e rapporto con la società civile Pag. 23

10. Censimento delle aree di rischio Pag. 24

11. Valutazione del rischio Pag. 27

12. Misure trasversali ulteriori Pag. 67 12.1 Rotazione del personale Pag. 68 12.2 Codice di Comportamento Pag. 72 12.3 Conferimento incarichi extra-istituzionali Pag. 72

13. Obbligo di astensione e conflitto di interessi Pag. 73

14. Tutela del dipendente che effettua segnalazione di illecito (c.d. whistleblower) Pag. 74

15. Formazione Pag. 79

16. Comunicazione Pag. 83

17. Controlli Pag. 84

18. Sistemi di monitoraggio Pag. 85

19. Sviluppo e aggiornamento del Piano Pag. 94

Allegato 1A: Programma Triennale della Trasparenza e dell’Integrità 2016-2018

Allegato 2A: Delibera n. 5 del 24/01/2014 ad oggetto: “Approvazione del Codice di Comportamento dell’Azienda Usl di Reggio Emilia”;

Allegato 3A: Delibera n. 2 del 26/01/2015 ad oggetto: “Adempimenti in materia di obblighi di comunicazione, attività incompatibili, cumulo di impieghi, incompatibilità e inconferibilità di incarichi. Aggiornamento compendio e regolamento aziendale ”.

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“Dalla debolezza del sentire etico …alla forza del sentire etico” “Il legame tra etica e medicina non garantisce solo una migliore gestione delle risorse economiche, ma è la via per eccellenza della cura dell’essere umano in tutte le sue dimensioni” (Vito Mancuso)

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1. Premessa

La Legge 190\2012 entrata in vigore il 28\11\2012 definisce le “Disposizioni per la prevenzione e la

repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”. Il provvedimento

legislativo è emanato in attuazione dell’art. 6 della Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni

Unite contro la corruzione, adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 31 ottobre 2003 e ratificata

dallo Stato Italiano con Legge n. 116 del 3 agosto 2009. La predisposizione di un Piano anticorruzione

rappresenta per l'Italia l'occasione di adeguarsi alle migliori prassi internazionali introducendo

nell'ordinamento ulteriori strumenti in grado di dare nuovo impulso alle politiche di prevenzione del

fenomeno corruttivo nella direzione più volte sollecitata dal Groupe d'Etats contre la Corruption

(GRECO) in seno al Consiglio d'Europa, dal Working Group on Bribery (WGB) e dal Implementation

Review Group (IRG) per l'implementazione della Convenzione contro la corruzione delle Nazioni

Unite.

La Legge 190/2012 individua, in ambito nazionale, “l’Autorità nazionale anticorruzione e gli altri

organi incaricati di svolgere, con modalità tali da assicurare azione coordinata, attività di controllo,

di prevenzione e di contrasto della corruzione e della illegalità nella pubblica amministrazione”.

La Legge stabilisce che l’organo di indirizzo politico delle amministrazioni pubbliche di cui all’art.1

comma 2 del D.Lgs n. 165 del 30/03/2001, e successive modifiche ed integrazioni:

- individua, di norma tra i dirigenti amministrativi di prima fascia in servizio, il responsabile della

prevenzione della corruzione salvo diversa e motivata determinazione, dandone comunicazione alla

C.I.V.I.T. (ora ANAC) in una apposita sezione del sito dedicata alla raccolta dei relativi dati;

- su proposta del Responsabile individuato adotta, entro il 31 gennaio di ogni anno, il Piano triennale

per la prevenzione della corruzione.

DEFINIZIONE DI CORRUZIONE

Si intende per corruzione il caso di abuso da parte del dipendente del potere a lui affidato al fine di

ottenere indebiti vantaggi privati. Sono ricomprese le situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza

penale, venga in evidenza un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati

delle funzioni o dei compiti attribuiti, che possono rivestire carattere amministrativo, tecnico o

sanitario o di altro genere e riguardare ogni dipendente quale sia la qualifica ricoperta.

Le situazioni rilevanti, pertanto, non si esauriscono nella violazione degli artt. 318 e seguenti del

Codice Penale e vanno oltre la gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati nel

Titolo II, Capo I del codice penale.

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Il concetto di corruzione, nella fattispecie, amplia i confini della definizione imponendo una rigorosa

ed attenta applicazione delle procedure di verifica in particolare all’interno delle Aziende Sanitarie,

la cui “mission” è prioritariamente la cura del malato e la tutela della sua dignità.

L’Azienda Usl di Reggio Emilia, dopo aver nominato il nuovo Responsabile Interaziendale per la

prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità con Delibera del Direttore Generale n.

272 del 30/12/2015, adempie al dettato normativo mediante l’approvazione del presente Piano

2016-2018 che si pone in continuità con il Piano precedente 2015-2017, ma che tiene tuttavia conto

dell’ “Aggiornamento 2015 al Piano nazionale Anticorruzione” approvato da ANAC con propria

Determinazione n.12 del 28 ottobre 2015.

Il presente Piano pertanto, in aderenza a quanto previsto dalla Determinazione ANAC n. 12, affronta

le tematiche e i settori oggetto di attenzione, seppur nella logica di continuità richiamata

dall’Autorità, cercando di apportare modifiche e valutazioni implementative nell’ottica del

miglioramento dell’efficacia dell’analisi e delle conseguenti misure che sono state adottate o che si

intendono adottare.

Il presente documento è caratterizzato già in questo primo anno di applicazione (2016) dall’

ampliamento dei processi che si sono andati a mappare, pur nella consapevolezza dell’opportunità di

proseguire, in un percorso dinamico di miglioramento, con l’analisi di ulteriori processi nel

perseguimento dell’obiettivo di rendere sempre più diffusa ed efficace l’azione preventiva nei diversi

settori che compongono la complessa ed articolata organizzazione di questa Azienda.

Questo Piano contiene pertanto, in applicazione della Legge n. 190 del 6.11.2012, l’analisi delle aree

di rischio, la mappatura dei processi e l’individuazione dei livelli di rischio, indica l’adozione di misure

di prevenzione in atto e l’adozione di misure ulteriori prevedendone i tempi di attuazione nonché i

sistemi di monitoraggio. Evidenzia inoltre i meccanismi di informazione, formazione e controllo

idonei a prevenire e contrastare tale rischio.

Tale impostazione riguarda quindi sia i processi precedentemente mappati e rivisti secondo la nuova

ottica di approccio suggerita da ANAC, sia i nuovi processi analizzati.

Questo documento rappresenta quindi un ulteriore step di un processo destinato a costante

sviluppo e progressivo ampliamento nel prosieguo – in adesione alle tempistiche di cui al paragrafo

19 “Sviluppo e aggiornamento del Piano” - sulla scorta delle analisi che saranno condotte in stretta

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collaborazione tra il Responsabile della prevenzione della corruzione, il Comitato aziendale, i

competenti Direttori/Responsabili di struttura, anche a seguito delle verifiche e monitoraggi da

eseguirsi. Scopo di tali interventi è quello di pervenire all’accurata e complessiva valutazione del

livello di esposizione al rischio degli uffici e delle strutture aziendali e, mediante l’adozione di idonee

misure, prevenire efficacemente, impedire e contrastare in Azienda il verificarsi di fenomeni di

corruzione.

Il presente Piano è integrato con il Programma Triennale della Trasparenza e dell’Integrità previsto

dal decreto legislativo n. 33/2013, (Allegato n. 1 al presente documento), con il Codice di

Comportamento Aziendale (Allegato 2 al presente documento) la cui adozione è prevista dalla legge

n. 190/2012 e dal DPR n. 62/2013 e con la delibera riguardante gli adempimenti in materia di obblighi

di comunicazione, attività incompatibili, cumulo di impieghi, incompatibilità e inconferibilità di

incarichi (Allegato 3 al presente documento).

Con separata evidenza formale si procederà all’adozione del Piano della performance, documento

programmatico triennale, in adesione alle indicazioni rappresentate dall’O.I.V. Regionale con

Delibere n.1/2014 e n.2/2015. Il Piano della Performance, introdotto dal D.Lgs.150/2009, definisce

gli elementi fondamentali su cui si basa la misurazione, la valutazione e la rendicontazione della

performance, ed è costruito in coerenza e stretta connessione con il presente Piano.

Si rimanda al Piano della Performance 2016-2018 per gli approfondimenti inerenti gli aspetti specifici

riguardanti la programmazione e definizione di obiettivi e indicatori per la prevenzione della

corruzione e la trasparenza che costituiscono parte rilevante e imprescindibile della performance

aziendale.

Nel presente Piano si da altresì conto di quanto realizzato nel corso del 2015 in attuazione delle

indicazioni contenute nel piano adottato con delibera n. 15 /2015 specificatamente in riferimento a:

Censimento Aree di Rischio;

Rotazione del personale;

Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (whistleblower);

Formazione

Monitoraggio.

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2. Normativa di riferimento

a) Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) elaborato dal Dipartimento della funzione pubblica in

base alla legge n. 190 del 2012 ed approvato dalla Civit – Autorità Nazionale Anticorruzione-

con Delibera n.72/2013. Il Piano, elaborato sulla base delle direttive contenute nelle Linee di

indirizzo del Comitato interministeriale, contiene degli obiettivi strategici per lo sviluppo

della strategia di prevenzione a livello centrale e fornisce indirizzi e supporto alle

amministrazioni pubbliche per l’attuazione della prevenzione della corruzione e per la

stesura del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione.

b) D.Lgs. n. 33 del 14/03/2013 sul “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità

trasparenza e diffusione dell’informazione da parte delle pubbliche amministrazioni”. Il

Decreto, nel rispetto dei principi e criteri direttivi dei commi 35 e 36 art.1 L. 190, definisce il

principio generale di trasparenza, come:

“accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche

amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle

funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche” (art. 1, c. 1).

Nel provvedimento sono definite, in maniera vincolante, le norme e le sanzioni relative ai

mancati adempimenti. Sono individuate le disposizioni che regolamentano i limiti della

pubblicazione, nei siti istituzionali e nel rispetto della privacy, di dati ed informazioni relative

all’organizzazione e alle attività delle pubbliche amministrazioni. Tali informazioni sono

pubblicate in formato idoneo a garantirne l’integrità e ne deve essere curato l’aggiornamento

periodico.

Pur rispettando i limiti imposti dalla normativa in materia di tutela della segretezza e della

privacy, il principio della completa accessibilità delle informazioni è ispirato al “Freedom of

Information Act” statunitense, che garantisce a chiunque l’accesso a qualsiasi documento o

dato in possesso delle pubbliche amministrazioni. L’introduzione del “diritto all’accesso

civico” mira a costruire e ad alimentare il rapporto di fiducia tra il Cittadino e la Pubblica

Amministrazione e a promuovere il principio di legalità e la prevenzione della corruzione.

c) D.Lgs. n.39 del 08/04/2013 recante “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità

di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico,

a normadell’art.1, commi 49 e 50 L. 190”.

d) Decreto del Presidente della Repubblica 16\04\2013 n. 62 “Regolamento recante codice di

comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’art. 54 del D.Lgs 30\03\2001, n.165”. Il

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Codice approvato sostituisce il pre-vigente Codice di comportamento dei dipendenti delle

pubbliche amministrazioni di cui al decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri –

Dipartimento della funzione pubblica 28 novembre 2000 (pubblicato nella Gazzetta ufficiale

n. 84 del 10 aprile 2001). Esso è stato abrogato dall’articolo 17, comma 3, del su citato

decreto n. 62. Il Codice stabilisce l’obbligo di “assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione

dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità

e servizio esclusivo alla cura dell’interesse pubblico”.

Il regolamento si applica ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1,

comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, il cui rapporto di lavoro è disciplinato

in base all’articolo 2, commi 2 e 3, del medesimo decreto.

Ulteriori strumenti normativi – legislativi di riferimento:

- Circolare n.1 del 25/01/2013 –Disposizioni per la prevenzione e la repressione della

corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione- Presidenza del Consiglio dei

Ministri- Dipartimento della Funzione Pubblica;

- D.P.C.M. del 16/01/2013 “Istituzione del Comitato interministeriale per la prevenzione e il contrasto della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”;

- Decreto Legislativo 30 marzo 2001 n.165 recante “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”;

- Articoli da 318 a 322 del Codice Penale;

- Legge n. 116 del 3 agosto 2009 “Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dall’Assemblea generale dell’ONU il 31 ottobre 2003 con risoluzione n. 58/4, firmata dallo Stato Italiano il 9 dicembre 2003, nonché norme di adeguamento interno e modifiche al codice penale ed al codice di procedura penale”;

- Decreto Legislativo n. 150 del 27 ottobre 2009 “Attuazione della legge 4 marzo 2009, n.15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”;

- Decreto Legislativo denominato “Testo unico sulla privacy” n. 196 del 30 giugno 2003 e s.m.i.;

- Delibera ANAC n. 149 del 22 dicembre 2014 ad oggetto: “Interpretazione e applicazione del decreto legislativo n. 39/2013 nel settore sanitario”;

- Linee guida del Garante per la protezione dei dati personali in materia di trattamento di dati personali, contenuti anche in atti e documenti amministrativi, effettuato per finalità di pubblicità e trasparenza sul web da soggetti pubblici e da altri enti obbligati” Provvedimento n. 243 del 15/05/2014;

- Determinazione n. 6 del 28/04/2015 ad oggetto: “Linee guida in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti (c.d. whistleblower)”;

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- Determinazione n. 8 del 17/06/2015 ad oggetto: “Linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici”;

- Delibera ANAC n. 12 del 28 ottobre 2015 ad oggetto: “Aggiornamento 2015 al Piano Nazionale Anticorruzione”.

Provvedimenti adottati a livello locale

Delibera del Direttore Generale n. 80 del 13/04/2011 ad oggetto “Adesione al Protocollo di Intesa per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti e concessione dei lavori pubblici”;

Delibera del Direttore Generale n. 1 del 08/01/2014 ad oggetto: “Conferimento dell'incarico di "Responsabile aziendale per la prevenzione della corruzione, della trasparenza e dell'integrità"

Delibera del Direttore Generale n. 5 del 24/01/2014 ad oggetto: “Approvazione del Codice di Comportamento dell’Azienda Usl di Reggio Emilia”;

Delibera del Direttore Generale n. 6 del 24/01/2014 ad oggetto: “Adempimenti in materia di obblighi di comunicazione, attività incompatibili, cumulo di impieghi, incompatibilità e inconferibilità di incarichi. Adozione compendio e regolamento aziendali” aggiornata con Delibera n. 2 del 26/01/2015;

Delibera del Direttore Generale n.11 del 29/01/2014 ad oggetto: ““Adozione dei Piani/Programma Triennali Aziendali concernenti: 1) la Prevenzione della Corruzione – 2) la Trasparenza/Integrità – 3) la Performance. Vigenza temporale 2013/2016;

Delibera del Direttore Generale n.15 del 28/01/2015 ad oggetto: “Adozione dei Piani/Programma Triennali Aziendali concernenti: 1) la Prevenzione della Corruzione - 2) la Trasparenza/Integrità - Vigenza temporale 2015/2017”;

Delibera del Direttore Generale n. 68 del 30/03/2015 ad oggetto: “Adozione del Piano Triennale della Performance. Vigenza temporale 2015/2017”;

Delibera del Direttore Generale n. 272 del 30/12/2015 ad oggetto: “Conferimento dell’incarico di Responsabile Interaziendale per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità”.

3. Contesto esterno

Tanti sono ormai i documenti, le analisi sul fenomeno corruttivo presente in molte realtà socio-

economiche in diversi paesi. Si riportano succintamente alcuni riferimenti a specifici studi effettuati

sul fenomeno da parte di organismi internazionali e nazionali.

Il fenomeno, di dimensioni assai più diffuse di quanto possa apparire, ci incita pertanto a ricercare

(anche nella nostra realtà) misure preventive e di controllo sempre più permeanti il contesto

organizzativo in cui operiamo.

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“Il tema della legalità – e quelli speculari della violazione dei diritti e della corruzione – sono di grande attualità in questo momento storico e coinvolgono tutte le istituzioni e i settori della nostra società. La crisi economica generale, la crisi del lavoro e la riduzione delle risorse per i servizi ai cittadini hanno di colpo reso evidente ai più che le risorse scarse non possono essere sprecate a causa di comportamenti opportunistici e fuori dalle regole stabilite per tutelare il benessere della collettività. Il mondo della Sanità e il servizio sanitario nazionale sono uno dei principali ambiti economici della nostra società (per numero di addetti nei servizi pubblici, nel privato e nell’indotto, per volumi di attività e di scambi, per assorbimento di risorse dello Stato e delle Regioni). È quindi atteso che esso sia più o meno diffusamente minacciato da fenomeni e comportamenti ascrivibili alla violazione della trasparenza, della legalità o addirittura della corruzione. Contrastare tali minacce significa impegnarsi per l’equità e per la qualità dei servizi sia del settore pubblico sia di quello privato e contribuire a garantire il miglior uso delle risorse dei singoli e della comunità. La letteratura sull’argomento è ampia e interessante, soprattutto a livello internazionale: sono disponibili sul web i dossier sulla corruzione nelle pubbliche istituzioni e in particolare nel mondo sanitario del Fondo monetario internazionale 1998 e 2000, dell’OECD del 2013, di Transparency International nel 2006, di European Healthcare Fraud and Corruption Network e Who nel 2011; è disponibile anche la relazione 2011 della Corte dei Conti che stima nello specifico i costi della corruzione per il Servizio sanitario nazionale. Per quanto si tratti di un fenomeno invisibile, la letteratura fornisce da tempo stime sulle diverse forme di illegalità nel settore della tutela della salute. Gli elementi più studiati sono le frodi e la corruzione. Negli Stati Uniti, una quota variabile fra il 5% e il 10% della spesa sostenuta dai programmi pubblici Medicare e Medicaid è assorbita da frodi e abusi. La rete europea contro le frodi e la corruzione nel settore sanitario (www.ehfcn.org) ha stimato che i n Europa il 5,6% del budget per la sanità sia assorbito dalla corruzione. Il Regno Unito ha istituito nel 1998 uno specifico servizio per la lotta contro la corruzione all’interno del National Health Service (Counter Fraud Service). La Francia dispone di un programma di contrasto delle frodi della Caisse Nationale d’Assurance maladie del Travailleurs Salariés. Nel 2006, Trasparency International, l’organizzazione internazionale che misura il livello di corruzione in tutti i Paesi del mondo, ha dedicato il suo rapporto annuale alla corruzione nella sanità. Il tema merita attenzione anche perché nel settore sanitario e sociale la corruzione produce effetti non solo economici (in particolare sulle finanze pubbliche), ma anche sulla salute delle popolazioni: riduce l’accesso ai servizi, soprattutto fra i più vulnerabili; peggiora in modo significativo – a parità di ogni altra condizione – gli indicatori generali di salute ed è associata a una più elevata mortalità infantile. Più in generale le varie forme di illegalità presenti nel settore sanitario non si limitano a sottrarre risorse ai programmi di assistenza, ma minano la fiducia nel sistema di tutela della salute da parte delle persone. Per tale ragione il contrasto della illegalità nel settore sociale e sanitario deve costituire un impegno prioritario per i responsabili delle politiche pubbliche e i professionisti del settore, soprattutto in un momento di grave crisi economica..” Da: “Illuminiamo la Salute – Per non cadere nella ragnatela dell’illegalità –“ Introduzione di Nerina Dirindin Presidente Coripe Piemonte

In relazione agli aspetti di criminalità che possono avere attinenza con il contesto di cui al presente

Piano, anche la consultazione di documenti e rendiconti più strettamente collegati alla realtà locale

mette in evidenza che alcuni fenomeni sono presenti (o sono emersi!) più recentemente anche nel

nostro tessuto sociale ritenuto comunque a minor rischio rispetto ad altre zone del nostro Paese.

Si evidenzia in particolare:

Dalla Relazione al Parlamento da parte del Ministero dell’Interno anno 2014:

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“In Emilia Romagna sono da anni presenti compagini e soggetti affiliati e/o contigui ad organizzazioni criminali mafiose provenienti dalle regioni del sud, che, attratti dalle possibilità offerte da un sistema economico dinamico, in taluni casi e per specifiche categorie di reati, arrivano ad operare anche unendosi tra loro, pianificando e realizzando attività illecite in grado di recare p ro fitti comuni.” Con riferimento specifico alla Provincia di Reggio Emilia si riferisce: “La stessa opera di ricostruzione post terremoto ancora in corso nell’ area che corre sull’asse Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara suscita una forte attrazione per le imprese vicine alle

organizzazioni mafiose, che non esitano a ricorrere ai metodi classici dell’ intimidazione e della e

della minaccia per aggiudicarsi gli appalti.

La posizione geografica della provincia e le fiorenti attività commerciali ed industriali favoriscono i tentativi di infiltrazione nel tessuto sociale, economico ed imprenditoriale posti in essere da organizzazioni criminali di tipo mafioso. Sul territorio è stata riscontrata la presenza di pregiudicati provenienti da Calabria, Campania e Sicilia che si sono stabiliti, con le rispettive famiglie, in vari comuni della provincia. Nella provincia di Reggio Emilia, il settore dell’autotrasporto è ritenuto particolarmente esposto al rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata di tipo mafioso. Nel territorio si registra la presenza operativa di numerose ditte - nella proprietà e nella disponibilità di soggetti originari di talune regioni meridionali, quali Campania, Sicilia e soprattutto Calabria - talora non del tutto in regola sotto il profilo delle autorizzazioni e/o delle iscrizioni di legge finendo per alterare le regole della concorrenza assumendo posizioni economiche favorevoli, a detrimento di chi opera nella legalità. Nel settore degli appalti pubblici si registrano numerosi tentativi di infiltrazioni di elementi contigui alla criminalità organizzata. In tale contesto, il Prefetto di Reggio Emilia ha adottato numerose interdittive, quasi tutte nei confronti di ditte e società, i cui amministratori erano contigui a personaggi affiliati a ‘ ndrine calabresi, comportando il blocco dei lavori.”

“Sono aumentati, quest'anno (2014), quanto agli uffici GIP/GUP e al dibattimento di primo grado, i

delitti di associazione per delinquere di stampo mafioso (ché le organizzazioni mafiose stanno

radicandosi sempre di più nella Regione, soprattutto nei circondari di Bologna, Modena, Reggio

Emilia e Rimini),…..omissis….. in materia di inquinamenti e rifiuti, …” (da: Relazione Procuratore

Generale Corte d’Appello di Bologna, apertura anno giudiziario 2015)

Inoltre “Sono aumentati del 8,3% le aperture di fascicoli per presunti reati a carico di pubblici

dipendenti (dato 2014 su 2013); ancora, si riferisce dell’ “emersione di fenomeni di criminalità

organizzata, tipicamente orientata alla contaminazione dell’integrità degli appalti pubblici”…. (da:

Relazione Procuratore Generale Corte dei Conti Emilia Romagna apertura anno giudiziario 2015).

Inoltre recenti inchieste sia giudiziali che giornalistiche hanno confermato che il territorio in cui

opera la nostra Azienda non può ritenersi completamente avulso da fenomeni malavitosi che

potenzialmente possono inquinare il nostro contesto organizzativo e il corretto svolgimento del

nostro agire.

Tuttavia, proprio quando determinati fenomeni stavano emergendo, alcuni anni fa, l’Azienda ha

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aderito a forme di collaborazione istituzionale promosse dalla Prefettura territoriale, proprio per

fare sistema tra pubbliche istituzioni; si riporta in seguito quanto pattuito.

Protocollo di legalità

Fatto salvo l’adeguamento ai disposti di cui al D.Lgs. n. 159 del 6 settembre 2011 e s.m.i., l’Azienda

Usl nell’aprile 2011 (e successiva proroga in luglio 2013) ha proceduto alla sottoscrizione di un

Protocollo di Legalità con la Prefettura di Reggio Emilia, finalizzato alle attività di prevenzione e

contrasto dei fenomeni corruttivi e di infiltrazione della criminalità organizzata, attraverso

l’estensione dei controlli antimafia nel settore delle opere pubbliche garantendo altresì la legalità e

la trasparenza nelle procedure di affidamento e di esecuzione delle opere.

In particolare l’Azienda si impegna a richiedere alla Prefettura le informazioni Antimafia di cui

all’art.91 del D.Lgs n. 159/2011 oltre che nei casi ivi contemplati, anche per appalti e concessioni di

lavori pubblici di importo pari o superiore a € 250.000,00, per i subcontratti di lavori, forniture e

servizi di importo pari o superiore a € 50.000 e in ogni caso, indipendentemente dal valore, nei

confronti dei soggetti ai quali vengono affidati le forniture e i servizi “sensibili”, di cui all’art. 2 del

Protocollo di che trattasi.

Ai fini di una più approfondita attività di prevenzione delle infiltrazioni della criminalità nella

esecuzione dei lavori, l’Azienda Usl di Reggio Emilia acquisirà tutti i dati delle imprese partecipanti

alle gare e delle eventuali imprese sub-contraenti con riferimento anche al legale rappresentante ed

agli assetti societari, nonché la dichiarazione sostitutiva del Certificato di iscrizione CCIAA e le

dichiarazioni sostitutive riferite ai familiari conviventi dei soggetti da controllare. Esperite le

procedure, prima di procedere alla stipula dei contratti o alla conclusione degli affidamenti ovvero

prima di procedere all’autorizzazione dei sub-contratti o dei sub-affidamenti, i dati suddetti e le

relative autodichiarazioni dovranno essere comunicati alla Prefettura ai fini del rilascio delle

informazioni di cui all’art.91 del D.Lgs n. 159/2011. Qualora la Prefettura accerti elementi relativi a

tentativi di infiltrazione mafiosa ed emetta una informativa ostativa, l’Azienda non procede alla

stipula del contratto di appalto, ovvero revoca l’aggiudicazione o nega l’autorizzazione al subappalto,

e intima all’appaltatore o concessionario di far valere la risoluzione del subcontratto.

Allo scopo di predisporre gli strumenti adeguati per attuare e rendere effettivi i controlli di cui sopra,

l’Azienda prevede nei bandi di gara, nei contratti di appalto o concessione o nel capitolato:

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che la sottoscrizione del contratto ovvero le concessioni o le autorizzazioni effettuate prima

dell’acquisizione delle informazioni di cui all’art.91 del D.Lgs n. 159/2011, anche al di fuori delle

soglie di valore ivi previste, siano sottoposte a condizione risolutiva e che la stazione

appaltante procederà alla revoca della concessione e allo scioglimento del contratto qualora

dovessero intervenire informazioni interdittive;

l’obbligo per l’aggiudicatario di comunicare all’Azienda Usl di Reggio Emilia l’elenco delle

imprese coinvolte nel piano di affidamento con riguardo alle forniture ed ai servizi di cui agli

artt. 2 e 3 del Protocollo di Intesa, nonché ogni eventuale variazione successivamente

intervenuta per qualsiasi motivo;

l’obbligo per l’aggiudicatario di inserire in tutti i subcontratti la clausola risolutiva espressa per

il caso in cui emergano informative interdittive a carico dell’altro subcontraente; tale clausola

dovrà essere espressamente accettata dall’impresa aggiudicataria.

L’Azienda si impegna altresì, sia direttamente sia con apposite clausole da inserire nei bandi e negli

appalti, a far sì che le imprese appaltatrici e le eventuali imprese sub-contraenti presentino

autonoma denuncia all’Autorità Giudiziaria di ogni illecita richiesta di denaro od altra utilità, ovvero

offerta di protezione, che venga avanzata nel corso della esecuzione dei lavori nei confronti di un suo

rappresentante o di un suo dipendente, dandone notizia senza ritardo alla Prefettura.

Allo scopo di garantire la tracciabilità dei flussi finanziari nell’ambito dei rapporti contrattuali

connessi con l’esecuzione dei lavori o con la prestazione di servizi o forniture e per prevenire

eventuali fenomeni di riciclaggio, ma anche altri gravi reati (es. corruzione), l’Azienda Usl di Reggio

Emilia adempie alle disposizioni normative di cui alla L. 136/2010 “Tracciabilità dei flussi finanziari” e

s.m.i. Essa, pertanto, è tenuta ad inserire nei contratti di appalto o di concessione o nei capitolati,

l’obbligo a carico dell’appaltatore o concessionario di effettuare i pagamenti o le transazioni

finanziarie, relative all’esecuzione del contratto di appalto o della concessione, esclusivamente per il

tramite degli intermediari autorizzati, vale a dire le banche e Poste Italiane S.p.A.

L’Azienda provvederà a verificare l’inserimento da parte delle imprese appaltatrici o concessionarie

nei contratti sottoscritti con i subappaltatori ed i subcontraenti di analoga clausola.

In entrambi i casi, in caso di violazione, si procederà alla risoluzione immediata del vincolo

contrattuale nonché alla revoca dell’autorizzazione al subappalto e/o al subcontratto.

Delibera 2016/0007 del 27/01/2016 (Allegato) Pagina 13 di 94

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Anche in relazione a quanto emerso nelle rendicontazioni delle Autorità più sopra evidenziate, pur in

una logica di progressiva implementazione del Piano, particolare attenzione è stata data alla Sezione

“Contratti Pubblici” .

È recente il resoconto operato dai Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Parma

relativamente all’anno 2015:

“Sono state eseguite, nel 2015, oltre 2mila ispezioni nell'ambito delle province di competenza Parma, Reggio Emilia, Modena e Piacenza. I sequestri portati a termine sono stati 166, nel settore degli alimenti e della sanità, farmaci ad uso umano e veterinario, fitofarmaci, integratori (oltre 17mila confezioni in parte non notificati al Ministero della Salute e in parte vantanti proprietà curative), giocattoli e articoli vari. Sospesa l'attività di 13 strutture: studi medici (di cui uno sottoposto a sequestro penale), centri massaggi, strutture socio assistenziali, ristoranti esercizi di vendita al dettaglio. Nell'ambito del contrasto al fenomeno dell'abusivo esercizio delle professioni sanitarie sono state indagate in stato di libertà alle competenti autorità giudiziarie 39 persone che prestavano la loro opera all'interno di quindici studi. In otto studi medici sono state scoperte complessivamente 171 confezioni di specialità medicinali scadute, i titolari degli studi sono stati segnalati in stato di libertà per somministrazione di farmaci scaduti. Il 26% (pari a 530) delle attività sottoposte a ispezione, sono risultate non conformi. I carabinieri del Nas hanno proceduto al campionamento di oltre 500 prodotti successivamente sottoposti ad analisi di laboratorio (prodotti alimentari, prodotti destinati a particolare alimentazione). Oltre millecinquecento le violazioni penali e amministrative rilevate; 213 persone sono state indagate in stato di libertà alle competenti Procure della Repubblica e 715 sono le persone segnalate alle diverse Autorità Amministrative. L'importo delle violazione amministrative contestate è di 528.500 euro, 168 le tonnellate di prodotti e merci varie poste sotto sequestro per un valore commerciale pari a oltre 6 milioni di euro”. Anche questi aspetti saranno considerati al fine di valutare le mappature dei processi nel presente

Piano e nelle sue successive implementazioni che si definiranno nel corso del 2016/2017.

4. Contesto interno

Nel corso del 2015 sono state poste le basi di un cambiamento organizzativo che ha coinvolto e

coinvolgerà alcuni settori importanti dell’organizzazione aziendale e che si consoliderà nel corso del

2016.

Tale processo di riorganizzazione aziendale ha determinato una rotazione dei direttori di

articolazioni organizzative fondamentali e dei servizi amministrativi, sia per spostamenti e sia per

istituzione o accorpamenti di Servizi/Strutture. I cambiamenti ai vertici hanno riguardato in

particolar modo le figure a capo delle strutture distrettuali (n.5 Distretti su 6 hanno cambiato il

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Direttore), ospedaliere (nominato il nuovo Direttore del Presidio Ospedaliero) e dei Servizi

Amministrativi.

In merito a questi ultimi, è bene sottolineare come la direttrice principale che sta guidando questo

cambiamento trova il proprio obiettivo in una sempre maggiore integrazione con l’Azienda

Ospedaliera IRCCS in tecnologie avanzate e modelli assistenziali in oncologia che insiste sullo stesso

territorio. Questo obiettivo ha guidato anche la nomina del RPC che è comune ad entrambe le

Aziende.

Tale integrazione porterà nel breve periodo a ridefinire i modelli organizzativi in campo tecnico

amministrativo e a seguire in campo sanitario-assistenziale.

Questo ultimo profilo di cambiamento interessa particolarmente il presente Piano triennale perché

ha influenzato l’impostazione del lavoro preparatorio di analisi dei processi e della relativa

mappatura del rischio.

In altre parole, pur nella riconosciuta autonomia e peculiarità delle due Aziende Sanitarie, sempre

maggiori sono i processi che si presentano comuni e che come tali saranno trattati ai fini che qui

interessano.

Inoltre il cambiamento organizzativo, che ha portato a costituire nuovi Servizi Interaziendali,

comporta, quindi, un’importante conseguenza ai fini della configurazione del nostro contesto

interno in quanto sono state cambiate le figure dirigenziali di vertice di diversi Servizi Amministrativi;

alcuni di essi, peraltro, svolgono attività definite potenzialmente a rischio. Si è di fatto concretizzata

una significativa rotazione dei Dirigenti Amministrativi dal 1/01/2016.

I Servizi che hanno visto cambiare il proprio Responsabile sono:

-Servizio Approvvigionamenti;

- Servizio Gestione Giuridica del Personale;

- Servizio Affari Generali;

- Servizio Attività Tecniche e Patrimonio.

Inoltre è stato costituito il Servizio Appalti (che si occupa di appalti di lavori) come autonoma

struttura complessa affidata anch’essa ad un nuovo Dirigente.

L’Azienda Usl di Reggio Emilia ha peraltro una specificità data dalla presenza nel proprio territorio e

nella propria organizzazione, l’Unità Logistica Centralizzata (ULC) che funge da Magazzino

Centralizzato di Area Vasta per 7 Aziende Sanitarie per farmaci e dispositivi medici.

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Tale funzione è stata pertanto oggetto di monitoraggio specifico in relazione all’entità economica del

materiale sanitario che viene stoccato anche per conto di altre aziende sanitarie.

Per approfondimenti diffusi ed articolati si rinvia al Piano della Performance vigente che evidenzia il

contesto complessivo (interno ed esterno) in cui opera l’Azienda.

5. Società partecipate e controllate

L’ANAC con Determinazione n. 8 del 17 giugno 2015 ha precisato l’ambito di applicazione della

normativa in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza nei confronti delle società e

degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni, attribuendo a

queste ultime obblighi di vigilanza e promozione nell’applicazione della normativa da parte di tali

enti.

L’Azienda Usl di Reggio Emilia nel corso dell’anno 2015 ha promosso l’adempimento e vigilato

sull’applicazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza nei

confronti delle sotto indicate società, di cui detiene una partecipazione azionaria (come

dettagliatamente specificato nel sito aziendale “Amministrazione Trasparente” – sezione: “Enti

Controllati” - sotto-sezione: “Società Partecipate”):

- CUP 2000 Spa

- Lepida Spa

Il Responsabile aziendale per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità con

note protocollo n. 86756/2015 e 86760/2015 ha invitato rispettivamente le società Cup 200 Spa e

Lepida Spa a fornire puntuale assicurazione riguardo all’adempimento di quanto previsto dalla

normativa di riferimento. A riscontro di quanto richiesto le società hanno dato conferma della

puntuale ottemperanza alla normativa in materia rilevando, in particolare, la puntuale

ottemperanza, nei modi e nelle forme previste da ANAC, di quanto contenuto agli artt. 14 e 15 del

DLgs n. 33/2013 e smi.

L’Azienda Usl di Reggio Emilia detiene una quota sociale della FIASO (Federazione Italiana Aziende

Sanitarie e Ospedaliere) alla quale, seppur non appartenga alla tipologia di società o enti destinatari

della normativa, è stata comunque destinataria della nota protocollo n. 87869/2015 a firma del

Responsabile aziendale per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità,

finalizzata alla promozione e sensibilizzazione in materia di prevenzione della corruzione e

trasparenza.

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6. Coinvolgimento degli organi di indirizzo

Con la Direzione Generale sono state condivise le linee che ANAC ha voluto indicare per il

miglioramento dell’efficacia dei Piani Anticorruzione che le Pubbliche Amministrazioni sono tenute

ad adottare. Si è pertanto condiviso che il tema dell’etica e della prevenzione siano sempre più

concetti che vadano a permeare l’operato dell’azienda in tutte le sue diverse attività e quindi di

proseguire nell’analisi di processi ulteriori rispetto a quelli già mappati che possano potenzialmente

essere considerati, per loro natura, a rischio.

Il tema dell’etica, dell’integrità e della prevenzione della corruzione è stato individuato tra i temi

strategici che la Direzione Aziendale ha posto anche a fondamento del proprio mandato affinché

costituiscano il riferimento dell’agire professionale ai diversi livelli organizzativi.

Con il coinvolgimento dei professionisti su questo tema, la Direzione aziendale ha voluto e vuole

sottolineare l’impegno per la diffusione di un clima etico che va oltre il mero adempimento

burocratico.

Si tratta di molteplici iniziative realizzate in questi anni, tra cui in particolare si richiama l’attività

formativa rivolta a tutti gli operatori (che ha visto un significativo impegno nel 2015 con la

realizzazione di un corso in modalità FAD, concluso da 3.288 dipendenti al 28/12/2015 su 3.813

interessati – adesione pari all’86%), le iniziative formative specifiche per i professionisti afferenti alle

macroarticolazioni organizzative (presidio ospedaliero, distretti e cure primarie, dipartimento di

salute mentale e dipendenze patologiche, dipartimento di sanità pubblica, dipartimento

Interaziendale Farmaceutico, dipartimento amministrativo), l’organizzazione di un incontro annuale

di approfondimento sui temi dell’etica e dell’integrità rivolto ai direttori di struttura complessa e ai

responsabili di struttura semplice, ai responsabili infermieristici e tecnici di dipartimento e ai

coordinatori infermieristici e tecnici di unità operativa, ai titolari di posizioni organizzative, ai

dirigenti amministrativi, professional, tecnici e medici di staff aziendali.

Allo strumento della formazione l’Azienda ha affiancato inoltre tutte le attività descritte nei PTPC

che si sono susseguiti in questi anni e che sono state sistematicamente verificate in sede di

monitoraggio presso le singole articolazioni organizzative.

Nel corso del 2015, come meglio descritto nel Piano della Performance 2016-2018 e a cui si rimanda

per approfondimenti, sono stati introdotti nelle schede di budget due indicatori per l’etica, dei cui

esiti si darà evidenza nella Relazione sulla performance 2015.

I due indicatori individuati esprimono una sintesi delle principali azioni adottate per favorire

l’efficacia delle misure di prevenzione della corruzione. In particolare, la formazione ha come

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obiettivi la diffusione della cultura della legalità anche attraverso la conoscenza della normativa e dei

codici di comportamento nazionale e aziendale, nonché la sensibilizzazione rispetto

all’individuazione dei processi a rischio (mappatura, analisi e trattamento). I monitoraggi inoltre

coinvolgono le macrostrutture aziendali e affrontano sia l’ambito della prevenzione della corruzione,

con particolare approfondimento sui processi a rischio e sulle misure in atto e ulteriori per il

contenimento, nonché le altre misure descritte nel PTPC (rotazione del personale, applicazione delle

misure trasversali, acquisizione delle dichiarazioni di insussistenza di cause di incompatibilità -

situazioni di conflitto di interessi - osservanza del codice di comportamento, ecc..), sia la corretta

alimentazione del sito “Amministrazione trasparente”.

Gli obiettivi e gli indicatori di risultato riportati nelle schede di budget vengono monitorati in corso

d’anno al fine della gestione tempestiva di eventuali scostamenti da quanto programmato.

Si riportano di seguito i due indicatori declinati in riferimento al tema dell’etica.

Obiettivo strategico

Obiettivo operativo

Indicatori declinati nelle schede di budget

Standard Unità operative interessate

etica

Garantire la formazione a tutto il personale dipendente

% dipendenti con corso FAD “Prevenzione della corruzione, trasparenza e integrità" concluso

>50%

Servizi amministrativi e staff, coordinamento sociale, unità logistica centralizzata, dipartimento interaziendale acquisti, distretti, dipartimenti territoriali, ospedali e direzione di presidio ospedaliero

Garantire e rendicontare gli esiti del monitoraggio

Esito in sintesi del monitoraggio relativo a prevenzione della corruzione, trasparenza e integrità

>70%

Servizi amministrativi e staff, dipartimento interaziendale acquisti, distretti, dipartimenti territoriali, direzione di presidio ospedaliero

Si rimanda al paragrafo “Sistemi di monitoraggio” del presente Piano dove, oltre a descrivere le

modalità messe in atto, si allega lo schema di scheda di monitoraggio che viene ad oggi utilizzata

nelle verifiche degli adempimenti previsti dai PTPC e PTTI aziendali e che consente di dare evidenza

della misurazione dell’indicatore specifico, i cui esiti saranno rendicontati nella Relazione sulla

performance 2015.

Il presente documento, in fase di bozza, è stato trasmesso sia al Direttore Generale in data 18

gennaio 2016, che al Collegio di Direzione in data 20 gennaio 2016.

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7. Soggetti aziendali coinvolti

Sono soggetti aziendali coinvolti nel processo di prevenzione e repressione della corruzione in

ambito aziendale e pertanto chiamati a partecipare attivamente all’elaborazione del piano di

prevenzione della corruzione e all’attuazione e controllo di efficacia delle misure con esso adottate:

il Direttore Generale;

il Responsabile aziendale per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità;

il Comitato aziendale di cui alla Delibera n. 1 del 08/01/2014 e confermato con Delibera

n.272 del 30/12/2015;

tutti i dirigenti per l’area di rispettiva competenza;

l’Organismo Indipendente di Valutazione Regionale (O.I.V.) e l’Organismo Aziendale di

Supporto (O.A.S);

l’Ufficio Procedimenti Disciplinari (U.P.D.);

tutti i dipendenti dell’amministrazione.

Il Direttore Generale nell’ambito delle sue funzioni:

- designa il Responsabile per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità;

- adotta, su proposta del Responsabile, entro il 31 gennaio di ogni anno, il piano triennale della

prevenzione della corruzione;

- garantisce al Responsabile un adeguato supporto, mediante assegnazione di appropriate

risorse umane, strumentali e finanziarie, nei limiti della disponibilità di bilancio;

- adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale che siano direttamente o indirettamente

finalizzati alla prevenzione della corruzione.

Il Responsabile aziendale per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità

Con Delibera n. 272/2015, il Direttore Generale ha nominato il nuovo Responsabile Interaziendale

per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità (di seguito Responsabile), scelto

tra i dirigenti amministrativi di ruolo in servizio. Il Responsabile, in stretta e costante collaborazione

con il Comitato aziendale per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità e con

tutti i dirigenti per le aree di rispettiva competenza, svolge i compiti indicati nelle vigenti disposizioni

normative e disciplinari ed elabora la relazione annuale sull’attività svolta assicurandone la

pubblicazione (art. 1 comma 14 della Legge n.190/2012).

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I referenti per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità componenti il

Comitato aziendale

In considerazione della complessità organizzativa dell’Azienda Usl di Reggio Emilia e delle forti

connessioni tra gli ambiti relativi alla trasparenza, alla prevenzione della corruzione e alla

performance, si è ritenuto di confermare il Comitato aziendale per la prevenzione della corruzione,

per la trasparenza e l’integrità articolato in “Cabina di regia” e “Referenti”. Le finalità principali

riguardano il supporto al Responsabile aziendale per la prevenzione della corruzione, per la

trasparenza e l’integrità nell’individuazione degli obiettivi e nella realizzazione di attività specifiche,

nonché facilitare il collegamento tra le tematiche richiamate dai tre Piani non solo sul piano formale

ma anche sul piano concreto con la creazione di specifici momenti organizzativi che colleghino

l’operato e gli obiettivi alle misure e ai fini che si prefigge il presente Piano.

Cabina di regia per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità

Stefania Gherri Responsabile Interaziendale per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità

Roberto Ligabue Servizio Tecnologie Informatiche e Telematiche Interaziendale

Marina Brunello Servizio Interaziendale Affari Generali - Anticorruzione

Silvia Filippi Servizio Intereaziendale Affari Generali - Trasparenza

Maurizia Massari Direzione Attività Socio-Sanitarie

Sara Baruzzo Responsabile Accountability e performance

Giulio Fornieri Direttore Servizio Legale e delle Assicurazioni

Referenti per la prevenzione della corruzione, per la trasparenza e l’integrità

Strutture/Servizi di competenza

Daniela Bedeschi Presidio Ospedaliero

Ivano Massirio Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche Dipartimento Sanità Pubblica Dipartimento Interaziendale Farmaceutico

Cinzia Armani Distretti Aziendali Dipartimento Cure Primarie

Maurizia Gambarelli Servizio Interaziendale Approvvigionamenti Servizio Interaziendale Appalti Sevizio Tecnico e Patrimonio Servizio Logistico Alberghiero Servizio Risorse Economiche e Finanziarie Unità Logistica Centralizzata

Roberta Borghi Servizio Interaziendale Gestione Giuridica del Personale Servizio Interaziendale Gestione Economica del Personale

Silvia Filippi

Staff della Direzione Aziendale Servizio Interaziendale Affari Generali

Giulio Fornieri Servizio Legale e delle Assicurazioni

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I referenti svolgono attività informativa nei confronti del Responsabile affinché questi abbia

elementi e riscontri sull’intera organizzazione e osservano le misure contenute nel piano.

Nello specifico, il Comitato aziendale supporta il Responsabile nell’elaborazione del piano fornendo

attiva partecipazione per:

la determinazione delle scelte operative,

per la definizione degli obiettivi,

per la realizzazione delle azioni,

per la mappatura delle aree di rischio e lo svolgimento delle azioni di monitoraggio.

Tutti i dirigenti per l’area di rispettiva competenza:

- svolgono attività informativa nei confronti del Responsabile, dei referenti e dell’autorità

giudiziaria;

- partecipano al processo di gestione del rischio;

- propongono le misure di prevenzione;

- assicurano l’osservanza del Codice di Comportamento e verificano le ipotesi di violazione;

- adottano le misure gestionali, quali l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e

rotazione del personale;

- osservano le misure contenute nel Piano;

- garantiscono la corretta pubblicazione sul sito “Amministrazione Trasparente” delle

informazioni di competenza dei servizi cui sono preposti in qualità di Direttori/Responsabili

tanto in termini di contenuti, quanto nel rispetto della tempistica di cui alla “griglia ANAC”.

L’Organismo Indipendente di Valutazione Regionale (O.I.V.) e l’Organismo Aziendale di Supporto

(O.A.S)

Adempiono ai compiti indicati nelle delibere O.I.V. n.1/2014 e n.2/2015 cui si rimanda per ogni

ulteriore specificazione. Per quanto attiene all’Organismo Aziendale di Supporto (O.A.S.) all’O.I.V.

regionale, deputato all’espletamento di quanto indicato nella delibera sopra richiamata, la sua

costituzione è stata formalizzata con delibera del Direttore Generale n. 174/2014.

L’Ufficio Procedimenti Disciplinari (U.P.D.)

- svolge i procedimenti disciplinari nell’ambito della propria competenza;

- provvede alle comunicazioni obbligatorie nei confronti dell’autorità giudiziaria;

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- propone l’aggiornamento del Codice di comportamento.

Tutti i dipendenti dell’amministrazione

- partecipano al processo di gestione del rischio;

- osservano le misure contenute nel piano;

- segnalano le situazioni di illecito al proprio dirigente o all’U.P.D.;

- segnalano casi di personale conflitto di interessi.

8. Misure in atto

In coerenza con quanto espressamente previsto dalle Linee Guida diramate dalla Presidenza del

Consiglio dei Ministri -Dipartimento della Funzione Pubblica- concernenti il Piano Nazionale

Anticorruzione, sono state impartite direttive con note protocollate agli atti ai Responsabili delle

strutture competenti riguardo a:

1) Conferimento di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività o incarichi precedenti

2) Incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali

3) Attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro

Nel corso del 2015 si sono attivati controlli presso tre centri accreditati con l’Azienda Usl di Reggio

Emilia in merito al corretto adempimento della disposizione di cui all’art. 53 comma 16-ter del

D.Lgs. 165/2001 e s.m.i. al fine di verificare la presenza o meno di soggetti che, negli ultimi tre anni

di servizio presso l’Azienda Usl di Reggio Emilia, abbiano esercitato poteri autoritativi o negoziali.

Questi soggetti, infatti, non possono svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto

di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari

dell'attività della pubblica amministrazione. Non si sono riscontrate violazioni della norma.

4) Formazione di Commissioni, assegnazione di Uffici e conferimento di incarichi in caso di condanna

penale per delitti contro la pubblica amministrazione

Nel corso del 2015 sono state effettuate verifiche sistematiche sulle autodichiarazioni rilasciate

dai soggetti interessati presso il casellario giudiziale a cura delle strutture competenti.

5) Estensione delle previsioni di cui al Codice di Comportamento a soggetti esterni collaboratori e

contraenti economici

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9. Azioni di sensibilizzazione e rapporto con la società civile

Uno degli obiettivi principali dell’azione di prevenzione della corruzione riguarda l’emersione di

eventi di cattiva amministrazione e di fenomeni corruttivi, per i quali è particolarmente importante il

coinvolgimento dell’utenza e l’ascolto della cittadinanza. In questo contesto si collocano le azioni di

sensibilizzazione che sono volte a creare dialogo con l’esterno per implementare un rapporto di

fiducia che possa far emergere fenomeni corruttivi altrimenti “silenti”. Un ruolo chiave è svolto dagli

uffici relazioni con il pubblico (URP), quale principale interfaccia con la cittadinanza, e dai Comitati

Consultivi Misti (CCM) distrettuali. I CCM sono composti da rappresentanti delle associazioni di

tutela e volontariato in numero maggioritario, da componenti dell’Azienda Usl, da rappresentanti dei

medici di medicina generale e degli enti locali. Tra gli scopi primari del CCM c’è quello di stimolare

l’Azienda nel miglioramento dei servizi sanitari, in particolare nel percorso di accesso alle strutture

sanitarie e nella valutazione della qualità dal lato degli utenti.

L’elaborazione del primo Piano triennale per la prevenzione della corruzione ha visto il

coinvolgimento dei CCM distrettuali e delle organizzazioni portatrici di interessi collettivi: OO.SS.

rappresentative dell’Area Comparto e Dirigenza (Medica – Veterinaria – Sanitaria – Tecnica –

Professionale - Amministrativa) - Coordinatore della R.S.U. aziendale - Segreterie Confederali

Provinciali CGIL/CISL/UIL/USAE con richiesta alle stesse di interessare le altre articolazioni di

categoria e le associazioni convenzionate (consumatori, pensionati, etc).

I successivi aggiornamenti del Piano triennale per la prevenzione della corruzione e del Programma

triennale per la Trasparenza e l’Integrità sono stati preceduti dalla pubblicazione sul sito internet

aziendale di un avviso di consultazione pubblica finalizzato alla raccolta di proposte, osservazioni e

integrazioni partendo dai testi vigenti, comunicando quanto approntato ad una numerosa serie di

enti, associazioni ed organizzazioni, al fine di segnalare l’opportunità messa a disposizione.

Analogo avviso è stato pubblicato anche sulla intranet aziendale al fine di poter acquisire eventuali

contributi da parte dei colleghi.

Si segnala, infine, tra le misure di sensibilizzazione anche l’organizzazione da parte dell’Azienda Usl e

dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia di una giornata della trasparenza a cadenza annuale aperta

a utenti, istituzioni, terzo settore, associazioni, comitati consultivi misti, organizzazioni sindacali e di

categoria e a tutti i cittadini interessati. L’evento costituisce un’occasione per presentare

l’organizzazione sanitaria provinciale e promuovere la partecipazione e il coinvolgimento dei

cittadini, illustrando come le due Aziende sanitarie pubbliche provinciali stiano operando nell’ottica

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di un’amministrazione aperta e al servizio del cittadino, ritenendo questo un ulteriore strumento di

prevenzione della corruzione.

10. Censimento delle aree di rischio

L’intero processo di gestione del rischio richiede la partecipazione e l’attivazione di meccanismi di

consultazione, con coinvolgimento dei dirigenti per le aree di rispettiva competenza. L’attività di

identificazione, di analisi e di ponderazione dei rischi è stata effettuata attraverso la costituzione di

gruppi di lavoro che hanno visto la partecipazione del Responsabile e/o dei componenti il Comitato

aziendale per la prevenzione della corruzione, della trasparenza e dell’integrità e dei dirigenti e

collaboratori dei servizi coinvolti nelle aree di rischio.

Il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) 2013-2016, predisposto dal Dipartimento della Funzione

Pubblica, aveva definito 4 aree di rischio comuni e obbligatorie:

A) Area acquisizione e progressione del personale;

B) Area affidamento di lavori, servizi e forniture;

C) Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico

diretto ed immediato per il destinatario;

D) Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico

diretto ed immediato per il destinatario;

prevedendo la possibilità per ogni Amministrazione di integrare queste aree anche in riferimento

alle proprie specificità. Per ciascuna area di rischio è prevista la mappatura dei processi coinvolti,

l’identificazione dei rischi, l’analisi dei rischi per determinare il livello di rischio dei processi, la

definizione delle misure in atto e di quelle eventualmente implementabili, la tempistica di

introduzione e le azioni per il monitoraggio.

L’Azienda Usl di Reggio Emilia, con il coinvolgimento delle strutture organizzative aziendali

interessate, ha recepito le indicazioni del Piano Nazionale Anticorruzione effettuando la mappatura

dei processi con riferimento alle aree di rischio indicate e aggiungendo:

- nel Piano 2013-2016 un’ulteriore area E) Provvedimenti incidenti su soggetti esterni con effetti

economici diretti ed immediati, mappando il “processo sanzionatorio conseguente all'attività di

vigilanza sulle unità locali”.

- nel Piano 2015-2017 un’ulteriore area F) Riconoscimenti economici a terzi con la mappatura di due

processi: “Attività di controllo delle prestazioni sanitarie di degenza rese da strutture pubbliche e

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private” e “Accesso delle ditte di pompe funebri presso le camere ardenti degli ospedali del Presidio

ospedaliero”.

L’integrazione nel Piano 2015-2017 dell’analisi di ulteriori processi a rischio, afferenti anche alle altre

aree di rischio comuni e obbligatorie, ha portato ad un totale di 45 processi mappati.

Nell’aggiornamento del presente Piano 2016-2018, l’Azienda ha proceduto tenendo conto degli esiti

dei monitoraggi realizzati nel 2015 e delle indicazioni fornite dall’ANAC con la Determinazione n.12

del 28/10/2015 “Aggiornamento 2015 al Piano Nazionale Anticorruzione”. Ciò ha portato a:

- aggiornare i processi precedentemente mappati in riferimento principalmente all’attualizzazione

delle misure preventive in atto e da attuare;

- mappare ulteriori processi per i quali è stata effettuata l’analisi del rischio e sono state specificate

le misure per prevenirlo;

- riassegnare tutti i processi mappati secondo la nuova e maggiormente articolata definizione di aree

di rischio generali e aree di rischio specifiche per la sanità, che per la nostra Azienda ha significato

anche sostituire aree ulteriori individuate nei precedenti Piani (cosiddette aree di rischio E e F) con

le nuove aree di rischio individuate da ANAC nella Determinazione 12/2015, poiché i processi lì

mappati sono stati assorbiti dalle nuove aree.

Per quanto riguarda l’attribuzione dei processi alle aree di rischio, si è tenuto conto degli

aggiornamenti della Determinazione ANAC 12/2015 che ha individuato aree di rischio generali:

- contratti pubblici;

- incarichi e nomine;

- gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio;

- controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni;

- affari legali e contenzioso;

ed aree di rischio più prettamente specifiche per la sanità:

- attività libero professionale e liste d’attesa;

- rapporti contrattuali con privati accreditati;

- farmaceutica, dispositivi e altre tecnologie: ricerca, sperimentazioni e sponsorizzazioni;

- attività conseguenti al decesso in ambito intraospedaliero.

L’Azienda, nell’analisi dei processi effettuata con i responsabili dei servizi aziendali coinvolti e dei

collaboratori da loro individuati, ha quindi integrato l’area di rischio “Acquisizione e progressione del

personale” con l’area “Incarichi e nomine”.

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Alla luce della sezione di approfondimento della determinazione 12/2015 relativa all’area di rischio

“Contratti pubblici”, l’Azienda ha inoltre rivisto tutti i processi precedentemente mappati nell’area

“Affidamento di lavori, servizi e forniture” nella visione complessiva del processo attraverso le fasi:

programmazione, progettazione, selezione del contraente, verifica, aggiudicazione e stipula del

contratto, esecuzione del contratto, rendicontazione del contratto.

Queste attività (in particolare per le Aree “Incarichi e nomine” e “Contratti Pubblici”) sono state

svolte attraverso gruppi di lavoro che hanno visto la partecipazione dei professionisti sia dell’Azienda

Usl che dell’Azienda ospedaliera di Reggio Emilia, nell’ambito dei processi di integrazione in corso tra

le due amministrazioni che, in particolare dal 01/01/2016, vedono la costituzione e attivazione di un

unico dipartimento amministrativo e di un unico dipartimento tecnico interaziendali.

Sull’area “Contratti Pubblici” è stato altresì operato un confronto sulla mappatura dei processi, sulle

misure adottate e da adottare anche con la struttura Dipartimentale di natura interaziendale di Area

Vasta (Dipartimento Interaziendale Acquisti) cui compete la programmazione e la gestione delle

procedure di gara per beni e servizi che nella nostra realtà sono organizzate e gestite con logiche

sovraziendali di Area Vasta o Regionali.

Inoltre, l’individuazione dei processi, delle misure e dei tempi della loro attuazione ha comportato

un’ulteriore interlocuzione, effettuata in modo congiunto, con una pluralità di figure, responsabili di

unità operative non solo di natura amministrativa ma anche tecnica e di supporto, che intervengono

nei processi individuati per questo specifico settore. L’individuazione di queste Unità Operative

viene indicata di seguito nella sezione dedicata ai processi prima della mappatura dettagliata delle

fasi inerenti l’area “Contratti Pubblici”.

La nomina di un Responsabile interaziendale per la prevenzione della corruzione e trasparenza, a far

data dal 31/12/2015, ha ulteriormente incrementato le iniziative congiunte e il confronto che

storicamente rappresenta una caratteristica distintiva dell’agire delle due aziende sanitarie

pubbliche in questa provincia. Il Responsabile per la prevenzione della corruzione e trasparenza, in

coerenza con i processi di integrazione in atto nelle due Aziende sanitarie reggiane, ha adottato un

metodo di predisposizione del Piano il più possibile unitario, anche e soprattutto in funzione di

ulteriori processi integrativi previsti nel breve periodo. Pertanto il lay-out del Piano resta lo stesso,

mentre sono assolutamente salvaguardate le specificità delle singole aziende con riferimento ai

contenuti, specificità apprezzabili nei singoli paragrafi e nella mappatura dei processi.

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11. Valutazione del rischio

Per ciascuna area identificata, è stata effettuata la mappatura dei processi e la valutazione del

rischio secondo le indicazioni riportate nell’Allegato 5 del P.N.A. 2013-2016. L’analisi del rischio

consiste nella valutazione della probabilità che il rischio si realizzi e delle conseguenze che il rischio

produce (probabilità e impatto) per giungere alla determinazione del livello di rischio rappresentato

da un valore numerico. Al fine di neutralizzare o ridurre il livello di rischio, sono state individuate e

valutate le misure di prevenzione in atto, quelle ulteriori da attuare con i relativi tempi di attuazione

nel triennio, il responsabile della misura di prevenzione e le modalità per il monitoraggio.

Si riporta di seguito l’esito dell’attività di valutazione del rischio effettuata per ciascuna area

individuata dall’Azienda Usl di Reggio Emilia, precisando che nel periodo di vigenza del presente

Piano saranno analizzati ulteriori processi di cui si darà dettagliata evidenza in sede di

aggiornamento dello stesso.

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici Servizi e strutture coinvolti: Direzione operativa di Area Vasta – Dipartimento Interaziendale Acquisti di Area Vasta –Servizio Interaziendale Approvvigionamenti –Servizio Attività tecniche e Patrimonio –Servizio Interaziendale Appalti - Logistico alberghiero –Servizio Ingegneria clinica Interaziendale, Servizio Information and Communication Technology (ICT) – Direttore Unità Logistica Centralizzata (ULC), Prevenzione e protezione PROGRAMMAZIONE

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Analisi e definizione dei fabbisogni e dell'oggetto dell'affidamento

4,17

Definizione di un fabbisogno non rispondente a criteri di efficienza/ efficacia/ economicità, ma alla volontà di premiare interessi particolari. Intempestiva predisposizione ed approvazione degli strumenti di programmazione

a) Programmazione regionale triennale “masterplan” e programmazione attuativa di Area Vasta Emilia Nord (AVEN) per acquisti di servizi e forniture. b) Ricorso ad accordi quadro e convenzioni già in essere da parte della centrale di committenza nazionale o regionale. c) Controllo periodico e monitoraggio dei tempi programmati in ordine alle future scadenze contrattuali. d) Corretta individuazione degli attori interni da coinvolgere in relazione alle specifiche competenze per identificare i beni/ servizi che soddisfano il fabbisogno.

1) Pubblicazione sul sito AVEN della “programmazione attuativa” relativa all’anno in corso. 2) applicazione degli ulteriori strumenti di controllo, monitoraggio ed interventi sostitutivi previsti dal regolamento condiviso in sede AVEN ed adottato dalle singole aziende (delibera 227/2015 AUSL Reggio Emilia). 3) Per i beni sanitari ed economali adozione di istruzioni operative per la definizione dei fabbisogni in rapporto alle strutture logistiche presenti in azienda. 4) Report semestrale al RPC sull’andamento della programmazione

1) 29/02/2016 2) 01/01/2016 3) 30/04/2016 4) 15/09/2016

1/2) Direttore DIA –Direttore Servizio Approvvigionamenti Direzione Operativa Area Vasta

3) Direttori dei servizi: Unità logistica centralizzata (ULC) e Logistico alberghiero

4) ) Direttore DIA – Direttore Servizio Approvvigionamenti, Direzione Operativa Area Vasta

1) Evidenza della pubblicazione sul sito AVEN della “programmazione attuativa” 2)evidenza dell’applicazione di quanto previsto dal regolamento AVEN

3) Evidenza dell’adozione delle istruzioni operative

4) Trasmissione report

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici PROGRAMMAZIONE

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Redazione ed aggiornamento del programma triennale dei lavori

2,75

Fabbisogno non rispondente a criteri di efficienza/ efficacia/ economicità, ma alla volontà di premiare interessi particolari

Definizione dei fabbisogni condivisa con i soggetti individuati a livello aziendale e adozione della proposta del programma annuale dei lavori

Direttore Servizio tecnico

PROGETTAZIONE

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Nomina del responsabile del procedimento e componenti il gruppo tecnico

3,00

Nomina di Responsabile unico del procedimento (RUP) e dei Componenti il Gruppo tecnico in rapporto di contiguità con imprese concorrenti (soprattutto esecutori uscenti) o privi dei requisiti idonei e adeguati ad assicurane la terzietà e l’indipendenza

Nomina RUP: Programmazione AVEN con l’individuazione di diverse aziende capofila per gli appalti di forniture e servizi. Costituzione Gruppo Tecnico: Presenza di figure tecniche e professionali provenienti da aziende diverse e individuazione di referente tecnico di area vasta. Atti di individuazione del RUP con criterio di rotazione per gli appalti dei lavori. Monitoraggio tempi di avviamento gare.

1) Sottoscrizione da parte dei soggetti coinvolti nella redazione della documentazione di gara (RUP e Componenti del Gruppo Tecnico) di dichiarazioni in cui si attesta l’assenza di interessi personali in relazione allo specifico oggetto della gara 2) Conseguente individuazione formale dei componenti del Gruppo Tecnico 3) Monitoraggio della partecipazione ai lavori di redazione del Capitolato di gara

31/08/2016

1) Direttore Servizio Approvvigionamenti 2) Direzione Operativa Area Vasta - Direttore Servizio Approvvigionamenti 3) Direttore Servizio Approvvigionamenti

Verifica dell’utilizzo dei moduli relativi al conflitto di interesse. Presenza di ricorsi o contestazioni da parte di ditte relativamente a presenza di conflitto di interesse

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici PROGETTAZIONE

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Individuazione dello strumento/ istituto di affidamento

2,92

Elusione delle regole di affidamento degli appalti mediante improprio utilizzo di sistemi di affidamento o di tipologie contrattuali per favorire un operatore. Abuso delle disposizioni in materia di determinazione del valore stimato del contratto al fine di eludere le disposizioni sulle procedure da porre in essere.

1) Motivazione nella determina a contrarre in ordine sia alla scelta della procedura sia alla scelta del sistema di affidamento adottato ovvero della tipologia contrattuale. 2) Adempimento delle disposizioni di legge che impongono l'adesione a Convenzioni Intercenter/CONSIP o il ricorso agli strumenti di acquisto del mercato elettronico.

Direttori dei Servizi: Appalti e Approvvigionamenti

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici PROGETTAZIONE

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi

Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Scelta della procedura di aggiudicazione, con particolare attenzione al ricorso alla procedura negoziata - Affidamenti diretti in economia

4,17

Elusione delle regole di affidamento degli appalti mediante l’improprio utilizzo della procedura negoziata, al di fuori dei casi consentiti dalla legge, per favorire una specifica impresa. Elusione delle regole di affidamento degli appalti mediante abuso dell'affidamento diretto, al di fuori dei casi consentiti dalla legge, per favorire una impresa.

1) Applicazione del Regolamento acquisti e lavori in economia. 2) Utilizzo dei sistemi informatizzati attivati presso le centrali di committenza per l’individuazione degli operatori da consultare.

Adozione nuovo Regolamento acquisti/ in economia e relative istruzioni operative conformi alle prescrizioni del Codice Appalti e con soglie di importo inferiore a quella di legge (€ 20.000) escluso i beni oggetto del Magazzino di Area Vasta ed in caso di necessità di garantire continuità nella fornitura nelle more dell’aggiudicazione di gara programmata (40.000 €.); Affidamenti mediante cottimo fiduciario, con consultazione di almeno 5 operatori economici, anche per soglie di importo inferiore a €40.000

31/03/2016

Direttori dei Servizi: Logistico alberghiero, ULC, Appalti, Approvvigionamenti

Evidenza dell’adozione adesione al nuovo regolamento

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici PROGETTAZIONE

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Procedure negoziate - Affidamenti in esclusiva

4,79

Elusione delle regole di affidamento degli appalti mediante l’improprio utilizzo della procedura negoziata, al di fuori dei casi consentiti dalla legge, per favorire una specifica impresa. Condizione di potenziale intrinseca “prossimità” di interessi generata dal fatto che i soggetti proponenti l’acquisto sono anche coloro che utilizzano i materiali acquistati, con conseguenti benefici diretti e/o indiretti nei confronti dello stesso utilizzatore e possono quindi orientare la quantità e tipologia del materiale richiesto

1 ) Verifica della sussistenza della modulistica compilata dal richiedente l’acquisto, finalizzata all’attestazione della esclusività dei prodotti/servizi con esplicitazione delle motivazioni a supporto. 2) Adozione della determina a contrarre con indicazione dei criteri utilizzati per l’individuazione delle imprese da invitare ovvero indicazione degli stessi nell’atto di affidamento

Individuazione da parte di AVEN di regole procedurali atte ad attestare il ricorrere dei presupposti legali per indire procedure negoziate di area vasta da parte del RUP

31/12/2016

Direttore DIA per le misure da attuare. Direttore Servizio Approvvigionamenti per le misure in atto

Evidenza delle misure in atto e da attuare

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici PROGETTAZIONE

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Predisposizione di atti e documenti di gara incluso il capitolato

4,67

Predisposizione di clausole contrattuali dal contenuto vago o vessatorio per disincentivare la partecipazione alla gara ovvero per consentire modifiche in fase di esecuzione. Prescrizioni del bando e delle clausole contrattuali finalizzate ad agevolare determinati concorrenti.

1)Obbligo di dettagliare nel bando di gara in modo trasparente e congruo i requisiti minimi di ammissibilità delle varianti progettuali in sede di offerta per appalti di lavori. 2)Utilizzo di clausole standard conformi alle prescrizioni normative con riguardo a garanzie a corredo dell’offerta, tracciabilità dei pagamenti e termini di pagamento agli operatori economici. 3)Previsione in tutti i bandi, gli avvisi, le lettere di invito o nei contratti adottati di una clausola risolutiva del contratto a favore della stazione appaltante in caso di gravi inosservanze delle clausole contenute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità per appalti di lavori. 4) Monitoraggio tempi di predisposizione documenti di gara di ambito AVEN.

Utilizzo di documenti standard di gara (bandi e capitolati) conformi ai bandi tipo redatti dall’ANAC e il rispetto della normativa anticorruzione

01/03/2016

Direttori Servizi: Appalti e Approvvigionamenti Direttore DIA per misura n.4

Verifica delle misure in atto con particolare riguardo alle procedure con ricezione di unica offerta Evidenza dell’utilizzo di bandi e capitolati conformi agli schemi

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici PROGETTAZIONE

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da

attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Definizione dei criteri di partecipazione/ requisiti di qualificazione

4,67

Definizione dei requisiti di accesso alla gara e in particolare dei requisiti tecnici economici dei concorrenti al fine di favorire un'impresa.

1) Documentazione di gara standardizzata per tipologia di procedura / appalto definita dal Gruppo Normativa di Area Vasta in conformità alle prescrizioni del Codice Appalti. 2) Rispetto delle prescrizioni del Codice Appalti con indicazione nei documenti di gara di requisiti di partecipazione non eccedenti rispetto all'oggetto di appalto e di congrua motivazione per la fissazione di criteri di qualificazione connessi al fatturato aziendale.

Direttore DIA -Direttori Servizi: Appalti, Approvvigionamenti

Definizione del criterio di aggiudicazione e dei criteri di attribuzione del punteggio

4,50

Formulazione di criteri di valutazione e di attribuzione dei punteggi (tecnici ed economici) che possono avvantaggiare il fornitore uscente, grazie ad asimmetrie informative esistenti a suo favore ovvero, comunque, favorire determinati operatori economici

1) Documentazione di gara standardizzata per tipologia di procedura/appalto definita dal Gruppo Normativa di Area Vasta in conformità alle prescrizioni del Codice Appalti. 2) Rispetto delle prescrizioni del Codice Appalti con indicazione di criteri e punteggi nella lex specialis di gara. 3) Distinzione requisiti di qualificazione / elementi di valutazione, salvo casi eccezionali, espressamente previsti dalla giurisprudenza, di utilizzo ai fini di valutazione di elementi attinenti l’esperienza e la capacità maturate.

Direttore DIA - Direttore Servizio Appalti, Approvvigionamenti

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici SELEZIONE DEL CONTRAENTE

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Pubblicazione del bando e gestione delle informazioni complementari; fissazione dei termini per la ricezione delle offerte

3,33

Assenza di pubblicità del bando e dell’ulteriore documentazione rilevante. Immotivata concessione di proroghe rispetto al termine previsto dal bando.

Accessibilità online della documentazione di gara e/o delle informazioni complementari rese. Predisposizione di idonei ed inalterabili sistemi di protocollazione delle offerte. Evidenza delle motivazioni a supporto della concessione di proroghe nei termini di presentazione offerte.

Direttore Servizio Appalti, Approvvigionamenti

Trattamento e custodia della documentazione di gara

1,88

Alterazione o sottrazione della documentazione di gara sia in fase di gara che in fase successiva di controllo

1)Obbligo di menzione nei verbali di gara delle specifiche cautele adottate a tutela dell’integrità e della conservazione delle buste contenenti l'offerta.

2)Individuazione di appositi archivi (fisici e/o informatici) per la custodia della documentazione.

Direttore Servizio Appalti, Approvvigionamenti

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici SELEZIONE DEL CONTRAENTE

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Nomina Commissione Giudicatrice

4,50

Mancato rispetto delle disposizioni che regolano la nomina della commissione (ad esempio la formalizzazione della nomina prima della scadenza del termine di presentazione delle offerte o la nomina di commissari esterni senza previa adeguata verifica dell’assenza di professionalità interne o l’omessa verifica dell’assenza di cause di conflitto di interessi o incompatibilità)

1) Rispetto delle prescrizioni legge e delle linee guida di Area Vasta relative alla nomina delle Commissioni giudicatrici. 2) Individuazione dei componenti tra i professionisti di Area Vasta per gare interaziendali. 3) Rilascio da parte dei commissari di dichiarazioni attestanti l’assenza di cause di astensione art 84 Codice appalti e art 51 cpc, (conflitto di interesse) 4) Acquisizione casellario giudiziale

Sottoscrizione da parte dei componenti la Commissione giudicatrice di dichiarazioni in cui si attesta l’assenza di interessi personali in relazione alla specifica procedura di gara con riferimento a tutte le ditte partecipanti

31/08/2016

Direttore DIA - Direttori Servizi: Appalti, Approvvigionamenti

Evidenza dell’utilizzo dei nuovi moduli

Gestione delle sedute di gara e verifica dei requisiti di partecipazione

2,50

Azioni e comportamenti tesi a restringere indebitamente la platea dei partecipanti alla gara. Applicazione distorta dei criteri di aggiudicazione della gara per manipolarne l’esito.

Verbalizzazione delle sedute di gara. Check list di controllo dei documenti previsti dal bando di gara.

Direttori Servizi: Appalti, Approvvigionamenti

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici SELEZIONE DEL CONTRAENTE

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Valutazione delle offerte

6,00

Assenza di criteri motivazionali sufficienti a rendere trasparente l’iter logico seguito nell’attribuzione dei punteggi, nonché valutazione dell’offerta non chiara/ trasparente/ giustificata.

1) Le formule di aggiudicazione riportate sulla documentazione di gara elaborata dal Gruppo Normativa di Area Vasta sono conformi ai criteri elaborati dalla giurisprudenza e alle indicazioni fornite dall’Autorità di Vigilanza. 2) Apertura in seduta pubblica delle offerte tecniche. 3) Composizione della Commissione con figure tecniche e professionali diversificate per competenza e provenienza aziendale, con riferimento alle gare di Area Vasta. 4) Monitoraggio tempi di lavoro della commissione giudicatrice.

Attuazione del regolamento acquisti che prevede la calendarizzazione delle sedute della commissione

01/01/2016

Direttore DIA-Direttori Servizi: Appalti, Approvvigionamenti

Reportistica che evidenzia gli scostamenti rispetto alle tempistiche standard

Verifica di anomalia delle offerte

3,96

Valutazione non adeguata da parte del RUP (Responsabile Unico del Procedimento) non dotato delle necessarie competenze tecniche. Assenza di adeguata motivazione sulla non congruità dell’offerta, nonostante la sufficienza e pertinenza delle giustificazioni addotte dal concorrente o l’accettazione di giustificazioni di cui non si è verificata la fondatezza.

Supporto degli uffici della stazione appaltante al Responsabile del procedimento per la valutazione dell’anomalia oppure valutazione effettuata dalla Commissione giudicatrice o ad hoc. Verbalizzazione del procedimento di valutazione delle offerte anormalmente basse e di verifica della congruità dell’anomalia che dia conto dettagliatamente delle motivazioni a sostegno della scelta effettuata.

Direttori Servizi: Appalti, Approvvigionamenti

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici SELEZIONE DEL CONTRAENTE

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Annullamento della gara/ Revoca del bando

4,50

Abuso del provvedimento di revoca del bando al fine di bloccare una gara il cui risultato si sia rivelato diverso da quello atteso o di concedere un indennizzo all’aggiudicatario.

Indicazione nella documentazione standard di gara del gruppo normativa di Area Vasta dell’obbligo di motivazione in ordine alla legittimità, opportunità, convenienza del provvedimento di revoca.

Direttori Servizi: Appalti, Approvvigionamenti

VERIFICA DELL’AGGIUDICAZIONE E STIPULA DEL CONTRATTO

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Verifica dei requisiti ai fini della stipula del contratto

2,50

Alterazione o omissione dei controlli e delle verifiche al fine di favorire un aggiudicatario privo dei requisiti. Possibilità che i contenuti delle verifiche siano alterati per pretermettere l’aggiudicatario e favorire gli operatori economici che seguono nella graduatoria.

Procedura informatizzata e centralizzata per l’acquisizione dei documenti, tracciabilità della richiesta nell’archivio informatizzato dei documenti sui quali è stato effettuato il controllo.

Direttori Servizi: Appalti, Approvvigionamenti

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici VERIFICA DELL’AGGIUDICAZIONE E STIPULA DEL CONTRATTO

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi

Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Effettuazione delle comunicazioni riguardanti i mancati inviti, le esclusioni e le aggiudicazioni; formalizzazione dell’aggiudicazione definitiva e la stipula del contratto

3,13

Violazione delle regole poste a tutela della trasparenza della procedura al fine di evitare o ritardare la proposizione di ricorsi da parte di soggetti esclusi o non aggiudicatari. Immotivato ritardo nella formalizzazione del provvedimento di aggiudicazione definitiva e/o nella stipula del contratto, che può indurre l’aggiudicatario a sciogliersi da ogni vincolo o recedere dal contratto.

Check list di controllo sul rispetto degli adempimenti e formalità di comunicazione previsti dal Codice

Direttori Servizi: Appalti, Approvvigionamenti

Individuazione Direttore Esecuzione Contratto (DEC)

3,00

Nomina DEC in rapporto di contiguità con impresa aggiudicataria o DEC privo dei requisiti idonei e adeguati ad assicurarne la terzietà e l’indipendenza

Sottoscrizione da parte del DEC di dichiarazione che attesta l’assenza di interessi personali in relazione alla ditta affidataria dell’appalto

31/08/2016

Direttore DIA - Direttori Servizi: Appalti, Approvvigionamenti

Evidenza dell’utilizzo dei moduli conflitto di interesse

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici ESECUZIONE DEL CONTRATTO

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi

Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Autorizzazione al subappalto

4,38

Mancata valutazione dell’impiego di manodopera o incidenza del costo della stessa ai fini della qualificazione dell’attività come subappalto per eludere le disposizioni e i limiti di legge, nonché nella mancata effettuazione delle verifiche obbligatorie sul subappaltatore. Accordi collusivi tra le imprese partecipanti che utilizzano il subappalto come modalità per distribuire i vantaggi dell'accordo a tutti i partecipanti all'accordo.

a) Adempimento delle prescrizioni di legge in materia di subappalto. b) Protocollo di legalità applicato agli appalti di lavori e misti di lavori/forniture/servizi.

Comunicazione al Responsabile di prevenzione della corruzione di situazioni di inosservanza degli adempimenti in materia di subappalto

31/03/2016 Direttori Servizi: Appalti e Approvvigionamenti

Segnalazione al RPC delle richieste di autorizzazione ai subappalti a soggetti privi dei requisiti

Ammissione delle varianti

4,00

Abusivo ricorso alle varianti al fine di favorire l’appaltatore (ad esempio, per consentirgli di recuperare lo sconto effettuato in sede di gara o di conseguire extra guadagni o di dover partecipare ad una nuova gara). Inserimento nuovi prezzi di cantiere.

a) Rispetto delle prescrizioni del codice Appalti relative alla redazioni di varianti. b) Varianti autorizzate con provvedimento dell'Azienda adeguatamente motivato in ordine al riscontro delle fattispecie normative.

Trasmissione al RPC delle varianti trasmesse all’ANAC

30/06/2016 Direttore Servizio Tecnico

Evidenza della trasmissione al RPC delle varianti trasmesse all’ANAC

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici ESECUZIONE DEL CONTRATTO

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da

attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Verifiche in corso di esecuzione del contratto

4,50

1) Mancata o insufficiente verifica dell’effettivo stato avanzamento lavori rispetto al cronoprogramma al fine di evitare l’applicazione di penali o la risoluzione del contratto o ingiustificato pagamento anticipato. 2) Accettazione materiali in cantiere non conformi al capitolato. 3) Accettazione materiali non conformi nelle forniture di beni sanitari. 4) Uso non giustificato di materiali fuori contratto

1a) Verifica periodica dei livelli di qualità attesi per gli appalti di servizi attraverso indicatori specifici. 1b) Applicazione di eventuali penali a seguito di non conformità riscontrate nell’esecuzione del contratto. 2) Approvazione da parte della direzione lavori dei materiali in cantiere con apposito verbale.

3) Revisione procedure su “non conformità e acquisti in danno” 4) Istruzione operativa per monitoraggi

30/06/2016

1a) Direttore Servizio Logistico alberghiero 1b) Direttori Servizi: Tecnico, ICT Approvvigionamenti, Logistico alberghiero, Ingegneria clinica 2) Direttore del Servizio Tecnico 3) Direttori Servizi: ULC, Approvvigionamenti 4) Direzione Operativa di Area Vasta

1a) Relazione annuale del Direttore esecuzione del contratto sull’andamento contratto 3) Pubblicazione sul sito AVEN delle procedure riviste 4) Reportistiche su reale utilizzo dei beni acquistati in gara

Verifica delle disposizioni in materia di sicurezza con particolare riferimento al rispetto delle prescrizioni del Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) o Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenziali (DUVRI)

2,33 Mancato rispetto delle disposizioni previste nel DUVRI/PSC/POS

1) Periodici controlli verbalizzati sulla corretta attuazione del PSC/POS a cura del coordinatore della sicurezza in esecuzione. 2) Applicazione misure previste dal DUVRI in riferimento alla procedura aziendale sui rischi di interferenza

1) Direttore Servizio Tecnico 2) Direttori Servizi: Prevenzione e Protezione, Logistico alberghiero, Tecnico

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici ESECUZIONE DEL CONTRATTO

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Gestione contrattuale biancheria

2,17

Possibile sottraibilità di biancheria in reparto, non compresa nella dotazione standard.

Informatizzazione della richiesta di biancheria.

Direttore Servizio logistico alberghiero

Verifica dell'implementazione del sistema a mezzo accertamento informatico

Gestione derrate alimentari

4,13 Possibile sottraibilità di derrate alimentari dalle dispense ospedaliere.

Informatizzazione delle richieste pasti e generi di conforto provenienti da strutture aziendali di ricovero e cura. Inventari presso le dispense delle cucine a gestione diretta; controlli presso le cucine di Unità Operativa; oggettivizzazione dei fabbisogni derrate. Informatizzazione dei dati di produzione servizio mensa.

Direttore Servizio logistico alberghiero

Verifica dell'implementazione del sistema a mezzo accertamento informatico

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici ESECUZIONE DEL CONTRATTO

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Apposizione di riserve

3,54

Apposizione di riserve generiche a cui consegue una incontrollata lievitazione dei costi

Rigorosa adesione al Codice degli appalti

Direttore Servizio Tecnico

Gestione delle controversie - Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto

3,54

Ricorso ai sistemi alternativi di risoluzione delle controversie per favorire l’esecutore

1) Rispetto delle prescrizioni di legge riguardo l'applicazione dell'Accordo Bonario. 2) Indicazione nei documenti di gara del foro competente con esclusione del ricorso ad arbitrati.

Fermo restando l’obbligo di oscurare i dati personali relativi al segreto industriale o commerciale, pubblicazione degli accordi bonari in Amministrazione trasparente, altri contenuti

01/01/2016 Direttore Servizio Tecnico

Evidenza della pubblicazione

Effettuazione di pagamenti in corso di esecuzione

3,33 Pagamenti indebiti

1) Adesione alla istruzione operativa ULC per beni sanitari. 2) Per gli interventi manutentivi coinvolgimento di tutti i componenti l’ufficio direzione lavori. 3) Adesione alla procedura di pagamento per tecnologie biomediche e informatiche

1) Revisione dell’istruzione operativa ULC. 2) Estensione del coinvolgimento dell’ufficio direzione lavori anche per i nuovi appalti nella fase di liquidazione. 3) Revisione della procedura

1) 30/04/2016 2) 30/03/2016 3) 31/10/2016

1) Direttore ULC 2) Direttore Servizio Tecnico 3) Servizio Approvvigionamenti

1)Pubblicazione dell’istruzione operativa revisionata sul sito AVEN 2) Evidenza del percorso 3) pubblicazione della procedura revisionata nella intranet aziendale

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Area di rischio generale a) Contratti pubblici RENDICONTAZIONE DEL CONTRATTO

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Procedimento di nomina del collaudatore (o della commissione di collaudo)

3,13

Attribuzione dell’incarico di collaudo a soggetti compiacenti per ottenere il certificato di collaudo pur in assenza dei requisiti

In caso di affidamento a personale interno, rotazione del personale. In caso di affidamento ad esterni, interpello plurimo anche mediante richiesta di terna all’ordine degli ingegneri.

Direttore Servizio Tecnico

Procedimento di verifica della corretta esecuzione con rilascio del certificato di collaudo, del certificato di verifica di conformità

2,71

Alterazioni o omissioni di attività di controllo al fine di perseguire interessi privati e diversi da quelli della stazione appaltante. Rilascio del certificato di collaudo/regolare esecuzione in cambio di vantaggi economici o la mancata denuncia di

difformità e vizi dell’opera.

1) Verbali di collaudo conformi al rispetto rigoroso della normativa. 2) Adesione alla procedura aziendale per il collaudo delle tecnologie sanitarie.

1) Direttore Servizio Tecnico 2) Direttore Ingegneria clinica

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Area di rischio generale b) Acquisizione e progressione del personale, incarichi e nomine Servizi coinvolti: Gestione giuridica del personale Interaziendale e Gestione economica del personale Interaziendale

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Procedimento concorsuale

3,33

Inosservanza regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell'imparzialità della selezione.

1) Adempimento delle disposizioni di legge che disciplinano il percorso. 2) Qualificazione professionale del segretario della commissione di concorso. 3) Applicazione del criterio della rotazione nell'individuazione della figura del segretario.

Direttore Servizio Gestione Giuridica del personale

Assunzione mediante liste di collocamento

3,33

Inosservanza regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell'imparzialità della selezione.

1) Adempimento delle disposizioni di legge che disciplinano il percorso. 2) Qualificazione professionale del segretario della commissione di concorso. 3) Applicazione del criterio della rotazione nell'individuazione della figura del segretario.

Direttore Servizio Gestione Giuridica del personale

Assunzioni per chiamata diretta nominativa: applicazione Legge 68/99 riguardo a personale disabile

4,00

Inosservanza regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell'imparzialità della selezione.

1) Adempimento delle disposizioni di legge che disciplinano il percorso. 2) Qualificazione professionale del segretario della commissione di concorso. 3) Applicazione del criterio della rotazione nell'individuazione della figura del segretario. 4) Dichiarazione da parte del Direttore della struttura di assegnazione della insussistenza di vincoli di parentela, affinità o altre situazioni di incompatibilità rispetto al reclutamento dell'interessato (D.Lgs.39/2013).

Direttore Servizio Gestione Giuridica del personale

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Area di rischio generale b) Acquisizione e progressione del personale, incarichi e nomine Servizi coinvolti: Gestione giuridica del personale Interaziendale e Gestione economica del personale Interaziendale

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Assunzioni mediante trasferimento per mobilità

3,33

Inosservanza regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell'imparzialità della selezione.

1) Adempimento delle disposizioni di legge che disciplinano il percorso. 2) Nella mobilità per compensazione valutazione da parte del Direttore della struttura richiedente della coerenza tra il curriculum del prescelto e le esigenze espresse per la copertura del posto e dichiarazione da parte dello stesso della insussistenza di vincoli di parentela, affinità o altre situazioni di incompatibilità rispetto al reclutamento dell'interessato (D.Lgs.39/2013).

Direttore Servizio Gestione Giuridica del personale

Conferimento di incarichi ai sensi del D.Lgs.502/92 art.15 septies

3,54

Inosservanza regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell'imparzialità della selezione.

1) Adempimento delle disposizioni di legge che disciplinano il percorso. 2) Rispetto dei contingenti massimi previsti dall'art. 15 septies commi 1 e 2 . 3) Pubblicazione di bando con indicazione dei requisiti necessari per l’individuazione del professionista. 4) Dichiarazione da parte del Direttore della struttura di assegnazione della insussistenza di vincoli di parentela, affinità o altre situazioni di incompatibilità rispetto al reclutamento dell'interessato (D.Lgs.39/2013).

Direttore Servizio Gestione Giuridica del personale

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Area di rischio generale b) Acquisizione e progressione del personale, incarichi e nomine Servizi coinvolti: Gestione giuridica del personale Interaziendale e Gestione economica del personale Interaziendale

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Progressioni di carriera che derivano da accordi integrativi aziendali area dirigenziale professional

1,88

Attribuzione di posizione non coerente con le funzioni svolte o con altri incarichi dirigenziali già attribuiti in Azienda.

Valutazione da parte della Direzione aziendale del rispetto delle disposizioni contrattuali che disciplinano il percorso e dell’appropriatezza della richiesta in rapporto alle esigenze e agli assetti organizzativi aziendali.

Direttore Servizio Gestione Giuridica del personale per il monitoraggio

Invio periodico a cadenza annuale alla Direzione Generale e ai Direttori di Dipartimento della mappatura degli incarichi assegnati.

Progressioni di carriera che derivano da accordi integrativi aziendali area comparto (progressioni orizzontali)

2,25

Inosservanza regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell'imparzialità della selezione secondo quanto previsto dagli accordi sindacali integrativi aziendali.

1) Adempimento delle disposizioni contrattuali che disciplinano il percorso. 2) Verifica dei requisiti richiesti per l'accesso al beneficio.

Direttore Servizio Gestione Giuridica del personale

Progressioni di carriera che derivano da accordi integrativi aziendali area comparto (posizione organizzativa)

2,25

Attribuzione di posizione organizzativa non coerente con le funzioni svolte o con altri incarichi di posizione organizzativa già attribuiti in Azienda.

Valutazione da parte della Direzione aziendale del rispetto delle disposizioni contrattuali che disciplinano il percorso e dell’appropriatezza della richiesta in rapporto alle esigenze e agli assetti organizzativi aziendali.

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Area di rischio generale b) Acquisizione e progressione del personale, incarichi e nomine Servizi coinvolti: Gestione giuridica del personale Interaziendale e Gestione economica del personale Interaziendale

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Conferimento di incarichi di collaborazione extraconvenzionali (contratti a progetto, incarichi libero professionali e assimilati)

3,33

Inosservanza regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell'imparzialità della selezione.

1) Adempimento delle disposizioni di legge che disciplinano il percorso. 2) Qualificazione professionale del segretario della commissione di assegnazione. 3) Applicazione del criterio della rotazione nell'individuazione della figura del segretario. 4) Attestazione del Direttore del Servizio richiedente l’incarico del rispetto dei requisiti di legittimità normativamente previsti. 5) Controllo preventivo della sussistenza del finanziamento esterno, ove previsto, prima del conferimento dell'incarico. 6) Dichiarazione, in caso di incarichi con finanziamento esterno, da parte del Direttore della struttura di assegnazione della insussistenza di vincoli di parentela, affinità o altre situazioni di incompatibilità rispetto al reclutamento dell'interessato (D.Lgs.39/2013).

Direttore Servizio Gestione Giuridica del personale

Incarichi dirigenziali di struttura complessa

4,50

Inosservanza regole procedurali indicate dalla vigente normativa nazionale e regionale.

Adempimento delle disposizioni di legge nazionali e delle indicazioni regionali che disciplinano il percorso, tra le quali in particolare: 1) Specificazione e pubblicazione del profilo soggettivo e oggettivo della struttura. 2) Qualificazione professionale del segretario della commissione di concorso. 3) Rispetto dei criteri di valutazione esplicitati nel bando.

Direttore Servizio Gestione Giuridica del personale

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Area di rischio generale b) Acquisizione e progressione del personale, incarichi e nomine Servizi coinvolti: Servizi coinvolti: Staff Sviluppo risorse umane

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Scelta del docente esterno per attività/servizi di formazione

5,33 Scelta del docente influenzata da interessi privati.

Adozione di un regolamento aziendale, coerente con il regolamento di Area Vasta Emilia Nord, per la gestione di un elenco docenti esterni. Controllo della scelta del docente da parte del referente del Servizio sviluppo risorse umane, controllo da parte del Comitato scientifico e conferimento dell'incarico formalizzato da parte del Direttore del Sevizio sviluppo risorse umane.

Adozione di una procedura aziendale inerente le modalità operative di scelta e valutazione dei docenti esterni.

31/12/2016 Direttore Staff Sviluppo risorse umane

Elenco docenti disponibile entro il 31/12/2016

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Area di rischio generale c) Gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio Servizi coinvolti: Gestione risorse economiche e finanziarie

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Attività di pagamento a fornitori e altri beneficiari

2,92

Corsie preferenziali nei pagamenti al solo fine di favorire soggetti particolari. Emissione di ordinativi di pagamento non dovuti.

a) Rotazione semestrale del personale addetto all'attività di pagamento per evitare che il medesimo funzionario tratti lo stesso tipo di procedure per lungo tempo e si relazioni sempre con i medesimi fornitori. b) In caso di richiesta di transazione da parte del fornitore, la valutazione viene effettuata in modo collegiale con il Direttore del Servizio Bilancio; la decisione è sempre formalizzata per iscritto. c) Attività di controllo a campione degli ordinativi di pagamento emessi. Tracciabilità degli operatori che emettono e di coloro che controllano l'ordinativo di pagamento. d) Per le fattispecie liquidate dal Servizio Bilancio (interessi passivi e commissioni bancarie), le funzioni di liquidazione e pagamento sono poste in capo a funzionari distinti.

Direttore Servizio Gestione risorse economiche e finanziarie

Evidenze acquisite in sede di monitoraggio semestrale per la prevenzione della corruzione e trasparenza e certificazione annuale

Registrazioni di bilancio

2,25

Registrazioni e rilevazioni non corrette/non veritiere

Tracciabilità degli operatori che effettuano/modificano scritture in contabilità

Pubblicazione in Amministrazione trasparente delle procedure aziendali adottate con riferimento al percorso attuativo di certificabilità dei bilanci (PAC).

31/12/2016 per tutte le procedure adottate/ revisionate nel corso dell’esercizio

Direttore Servizio Gestione risorse economiche e finanziarie

Evidenze acquisite in sede di monitoraggio semestrale per la prevenzione della corruzione e trasparenza

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Area di rischio generale c) gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio Servizi coinvolti: Servizio Tecnico e Patrimonio

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Gestione dei beni immobili

3,13

Condizioni di acquisto o locazione che facciano prevalere l’interesse della contro parte su quello della Pubblica amministrazione.

Per gli acquisti si utilizzano procedure ad evidenza pubblica utilizzando giornali locali, siti web istituzionali e le agenzie immobiliari locali. Per le locazioni: rigoroso rispetto della normativa in vigore che vieta nuova locazioni salvo specifiche eccezioni. In questo caso procedure ad evidenza pubblica come sopra.

Pubblicazione in “Amministrazione trasparente” nell’elenco degli immobili di proprietà anche del valore degli immobili

30/09/2016

Direttore: Servizio Tecnico/ Servizio Interaziendale Appalti

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Area di rischio generale d) Controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni Servizi coinvolti: Dipartimento Sanità Pubblica, Dipartimento Interaziendale Farmaceutico

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura prevenzione

Monitoraggio

Pareri e autorizzazioni sanitarie

6,00 Applicazione difforme della normativa e delle procedure.

1) Rispetto della normativa e delle procedure vigenti. 2) Lavoro d'equipe. 3) audit organizzativi per uniformare i comportamenti dei professionisti coinvolti.

Direttore Dipartimento Sanità Pubblica

Indennità di residenza a favore delle farmacie rurali L.221/68

3,33

Riconoscimento indebito dell'indennità per errato calcolo del numero di abitanti da parte dei Comuni.

Controlli rispetto alle certificazioni precedenti fornite dai Comuni.

Direttore Dipartimento farmaceutico

Processo sanzionatorio conseguente all'attività di vigilanza sulle unità locali

6,33

Applicazione difforme della normativa e delle procedure relative alla vigilanza.

1) Rispetto della normativa e delle procedure vigenti. 2) audit organizzativi per uniformare i comportamenti dei professionisti coinvolti.

Direttore Dipartimento Sanità Pubblica Direttore Dipartimento farmaceutico

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Area di rischio generale d) Controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni Servizi coinvolti: Dipartimento cure primarie

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Modalità di controllo dei contratti di assistenza domiciliare integrata, programmata e nelle strutture protette, nonché delle prestazioni di particolare impegno professionale erogate dai medici convenzionati

4,17

Pagamento di accessi non effettuati o di prestazioni non erogate

Procedura aziendale del 23/06/2015 sulle modalità di verifica e controllo dei contratti di ADI, ADP, ADR, PPIP

Direttore Dipartimento cure primarie

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Area di rischio generale e) Affari legali e contenzioso Servizi coinvolti: Legale e Assicurativo

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Attribuzione di incarichi di difesa giudiziaria a legali esterni

4,38

La presenza di discrezionalità nell'individuazione del legale esterno può determinare situazioni, con i singoli professionisti e/o con l'ambiente dell'avvocatura, potenzialmente eccepibili.

Il Servizio Legale e Assicurativo, per ciascheduna vertenza, propone il nominativo alla Direzione Generale, cui spetta la decisione in merito all'attribuzione dell'incarico. Il legale viene individuato all’interno di un elenco di professionisti di conosciuta esperienza per ambiti giuridici specifici (civile, penale, del lavoro, amministrativo, ecc..).

Aggiornamento annuale dell’elenco dei professionisti

entro il 31 dicembre di ogni anno

Direttore del Servizio Legale e Assicurativo

Elenco dei professionisti aggiornato

Liquidazione del risarcimento danni

6,00

Il processo presenta margini di discrezionalità sia a monte nell'individuazione dell'eventuale responsabilità della struttura sanitaria, sia nell'attribuzione delle conseguenti responsabilità, sia infine nella quantificazione del danno ritenuto risarcibile.

Collegialità delle decisioni neI Comitato Valutazione Sinistri (CVS), anche attraverso il coinvolgimento di figure professionali in grado di arricchire la fase valutativa del caso. Costante riferimento alle tabelle vigenti adottate dal tribunale di Milano o, ove esistenti, dal Ministero e ai barèmes di medicina legale in uso. Confronto con i professionisti dipendenti coinvolti, confronto con professionisti della medesima specialità esterni alla struttura interessata, confronto con medici legali interni ed esterni all'Amministrazione e con i legali che seguono dal punto di vista giudiziario la vicenda.

Direttore del Servizio Legale e Assicurativo

Verbali del CVS

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Area di rischio specifica a) Attività libero professionale e liste di attesa Servizi coinvolti: Staff Sviluppo risorse umane, Presidio ospedaliero aziendale, Dipartimento cure primarie - Programma specialistica ambulatoriale

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Prenotazione dell’attività libero professionale

4,88

Errata indicazione al paziente delle modalità e dei tempi di acceso alle prestazioni in regime assistenziale

Prenotazione informatizzata e visibile all’Azienda di oltre il 90% delle prestazioni in libera professione.

Prenotazione informatizzata e visibile all’Azienda del 100% delle prestazioni in libera professione

31/12/2016 Direttore Staff Sviluppo risorse umane

Report annuale

Attività di libera professione erogata nel rispetto dei volumi autorizzati

4,00

Violazione del limite dei volumi di attività previsti nell’autorizzazione del singolo professionista

Confronto tra volumi di libera professione effettuati e volumi autorizzati e gestione degli scostamenti

31/12/2016 Direttore Staff Sviluppo risorse umane

Report annuale

Gestione delle liste d'attesa dei ricoveri ospedalieri

4,80

Discrezionalità nell'attribuzione del codice di priorità clinica.

Controlli formali previsti dalla procedura aziendale PR02 "Compilazione, tenuta, conservazione e gestione del registro informatizzato di prenotazione dei ricoveri programmati ordinari e di Day Hospital/ Day Surgery." Aggiornata e diffusa nel 2014

Direttore Presidio ospedaliero aziendale

Evidenza degli esiti dei controlli

Gestione delle liste d'attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale

4,90 Riserva dei posti impropria.

Controlli mensili sui movimenti di prenotazione e ad hoc su segnalazione.

Dipartimento cure primarie – Direttore Programma specialistica ambulatoriale

Evidenza dell’attuazione delle misure

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Area di rischio specifica b) Rapporti contrattuali con privati accreditati Servizi coinvolti: Staff programmazione e controllo

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da

attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Attività di controllo delle prestazioni sanitarie di degenza rese da strutture pubbliche e private

6,00

Mancato rispetto delle previsioni contrattuali. Riconoscimento economico di prestazioni non correttamente codificate (sovracodifica) o non avvenute o ritenute a rischio di inapproppriatezza

Monitoraggio mensile dell’attività erogata in regime contrattuale ai fini del non superamento del tetto di budget concordato. Pianificazione dei controlli anche nel rispetto del Piano Annuale dei Controlli definito a livello regionale. Formazione regolare degli operatori addetti al controllo, confronto con professionisti di altre realtà sanitarie della regione su modalità e risultati dei controlli e criticità osservate. Formazione dei professionisti dell'Azienda sulla corretta codifica dei ricoveri in applicazione delle linee guida regionali. I controlli vengono di norma effettuati da due medici dipendenti in abbinamento, formati appositamente e se necessario coadiuvati da specialisti. Verbalizzazione di tutta l'attività di controllo effettuata. Alimentazione continua della banca dati aziendale relativa ai controlli effettuati e al loro esito.

Direttore Staff programmazione e controllo

Evidenza annuale dell’applicazione di tutte le misure in atto

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Area di rischio specifica b) Rapporti contrattuali con privati accreditati Servizi coinvolti: Dipartimento Cure Primarie - Programma specialistica ambulatoriale

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Attività di controllo delle prestazioni specialistiche ambulatoriali rese da strutture private accreditate

3,17

Mancato rispetto delle previsioni contrattuali. Riconoscimento economico di prestazioni non correttamente codificate o non avvenute

Monitoraggio mensile dell’attività erogata in regime contrattuale ai fini del non superamento del tetto di budget concordato.

Controlli a campione sui referti specialistici inviati attraverso il portale regionale SOLE agli medici di medicina generale

31/12/2016

Dipartimento Cure Primarie - Direttore Programma specialistica ambulatoriale

Evidenza annuale dell’applicazione delle misure

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Area di rischio specifica c) Farmaceutica, dispositivi e altre tecnologie: ricerca, sperimentazioni e sponsorizzazioni Servizi coinvolti: Dipartimento Interaziendale Farmaceutico – Unità Logistica Centralizzata

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da

attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Emissione degli ordini ai fornitori di beni farmaceutici e dispositivi medici (ULC)

5,50 Ordini impropri al fine di favorire un fornitore

Adesione alla procedura aziendale “Criteri e modalità di riordino e di sollecito dei prodotti gestiti a scorta dall’ULC”

Direttore ULC

Evidenza della corrispondenza tra ordinato e venduto attraverso la scheda di budget trimestrale

Gestione informatizzata del magazzino ULC al fine della corretta movimentazione delle scorte

2,71

1) Eccesso di prodotti scaduti. 2) Ammanchi.

Rispetto dell’istruzione operativa “Gestione dei beni farmaceutici all’interno dell’ULC”. Per i farmaci “sensibili” per commercio parallelo (es. stupefacenti) gestione delle scorte separata in area protetta

Direttore ULC

1) Registrazione degli scaduti ed evidenza del loro valore nella scheda trimestrale di budget. 2) evidenza di controlli a campione sulla corrispondenza tra scorte fisiche e informatiche

Prescrizione e somministrazione del farmaco in ambito ospedaliero

4,50

Uso distorto del farmaco, cioè non ai fini per cui è stato prescritto

Informatizzazione del processo di prescrizione e somministrazione del farmaco con individuazione del paziente mediante barcode

Direttore Dipartimento farmaceutico

Evidenza di audit clinici di appropriatezza dell’uso del farmaco

Prescrizione del farmaco in ambito extra ospedaliero

5,83

Abuso dell’autonomia professionale del medico al fine di favorire la diffusione di un particolare farmaco e/o frodare il SSN

Controlli contabili mensili sulle ricette spedite dalle farmacie aperte al pubblico. Adesione alla procedura aziendale di controllo sulla prescrizione territoriale, da cui scaturiscono report periodici sulla prescrizione del singolo medico (MMG o PLS).

Direttore Dipartimento farmaceutico

Evidenza dei controlli contabili. Evidenza dell’applicazione della procedura attraverso l’analisi dei report e possibile confronto con i medici prescrittori

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Area di rischio specifica d) Attività conseguenti al decesso in ambito intraospedaliero Servizi coinvolti: Presidio ospedaliero aziendale – Direzione medica di ospedale

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Accesso delle ditte di pompe funebri presso le camere ardenti degli ospedali del Presidio ospedaliero

4,00

Qualunque operatore ospedaliero può influenzare la scelta delle pompe funebri da parte dei parenti del defunto.

Procedura di presidio e regolamenti di singolo stabilimento ospedaliero per l'utilizzo del servizio mortuario. Monitoraggio annuale sull'utilizzo del registro di stabilimento e valutazione dei dati.

Direzione medica di ospedale

Verbali di avvenuta verifica dell'utilizzo e valutazione dei dati del registro.

Restano infine i processi mappati da questa Azienda rispetto alle aree definite dal PNA 2013-2016 comuni e obbligatorie, in particolare area di

rischio C “Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto e immediato per il destinatario” e area di

rischio D “Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto e immediato per il destinatario”, che non

hanno trovato diversa collocazione nell’aggiornamento delle aree effettuato nel presente Piano.

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Area di rischio C Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto e immediato per il destinatario Servizi coinvolti: Dipartimento Sanità Pubblica - Medicina Legale; Dipartimento Cure primarie

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Accertamento disabilità (invalidità civile, sordità, cecità, handicap)

4,00 Indebito riconoscimento della disabilità.

Rotazione dei presidenti della commissione in modo strutturato in tutti i Distretti

Direttore della SOC Medicina Legale

Report mensile delle sedute di tutti i distretti

Valutazione di inabilità al lavoro

3,54 Indebito riconoscimento dell'inabilità al lavoro.

Rotazione dei componenti della commissione in modo strutturato.

Autorizzazione a ricoveri in centri specialistici ex art.26 della Legge 833/78 e autorizzazione e liquidazione delle prestazioni ambulatoriali

2,92

Autorizzazione impropria rispetto a criteri di accesso e requisiti della struttura. Rimborsi ambulatoriali impropri

Adozione e applicazione della procedura aziendale per l'autorizzazione e la liquidazione delle prestazioni sanitarie dirette al recupero funzionale ex art. 26 L.833/78 presso strutture esterne all'azienda

31/03/2016 Direttore del Dipartimento Cure Primarie

Evidenza dell'applicazione della procedura

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Area di rischio D Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto e immediato per il destinatario Servizi coinvolti: Staff Programmazio-ne e Controllo, Dipartimento Cure Primarie - Programma specialistica ambulatoriale

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Esenzioni dal pagamento da parte dei cittadini della compartecipazione alla spesa sanitaria (Ticket)

4,08

Riconoscimento indebito dell'esenzione dal pagamento di ticket sanitari ed errato riconoscimento della fascia reddituale.

Garanzia di omogeneità di comportamento aziendale sul riconoscimento delle esenzioni da reddito e delle fasce reddituali sulla base dei manuali operativi aziendali. Verifica della coerenza delle autocertificazioni rilasciate ai fini dell'esenzione per reddito e del riconoscimento delle fasce di reddito con i dati

Dipartimento Cure Primarie - Direttore Programma specialistica ambulatoriale Direttore Staff Programmazio-ne e Controllo

Verbali degli incontri dei coordinatori amministrativi dei distretti e del responsabile amministrativo del Dipartimento cure primarie Report annuale del Direttore Staff Programmazione e Controllo

Rimborsi per prestazioni indifferibili e urgenti all'estero

2,67 Rimborso di una prestazione non avvenuta.

Richiesta di documentazione sanitaria e contabile rispetto alla prestazione avvenuta e, in caso di prestazione con necessità di continuità (es. trattamento dialitico), verifica della non sovrapposizione temporale della stessa prestazione in strutture diverse, come da procedura aziendale vigente.

Direttore Staff programmazione e controllo

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Area di rischio D Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto e immediato per il destinatario Servizi coinvolti: Dipartimento Cure Primarie

Processo Valutazione

rischio Elenco rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Rimborso agli utenti delle spese sostenute non fruite o per spese non dovute in regime di SSN o di libera professione

3,13 Discrezionalità degli operatori

Procedura aziendale del 5/11/2004 per i rimborsi agli utenti delle spese sostenute per prestazioni sanitarie non fruite o per spese non dovute in regime di SSN o di libera professione

Revisione della procedura per rispondere alle modifiche normative e alle richieste degli utenti. Diffusione e applicazione

Entro il primo trimestre 2016

Direttore del Dipartimento Cure Primarie

Evidenza dell'applicazione della procedura revisionata attraverso la documentazione agli atti di rimborso avvenuti

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Area di rischio D Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto e immediato per il destinatario Servizi coinvolti: Distretti

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Rimborsi spese sanitarie sostenute dagli utenti (parto a domicilio, trasporto di persone in dialisi, ricovero programmato all'estero); rimborso spese alberghiere per cure climatiche a invalidi di guerra e per servizio

2,92 Riconoscimento del rimborso non dovuto.

Controlli su tutti i casi in base alle normative regionali e alle istruzioni operative aziendali vigenti.

Direttore del Distretto

Assegni di cura a pazienti con prognosi terminale seguiti a domicilio

3,33 Riconoscimento improprio dell'assegno di cura.

Controlli su tutti gli assegni erogati in base all’istruzione operativa aziendale

Direttore del Distretto

Autorizzazioni alla fornitura di protesi ed ausili di cui al D.M. 332/99

4,96

Limitare la libera scelta del cittadino, da parte di tutti gli operatori coinvolti nel processo, indicando una specifica ditta fornitrice a cui rivolgersi per la fornitura del presidio. Possibilità di favorire singoli cittadini. Fornire al cittadino un presidio di valore economico inferiore a quanto prescritto.

Applicazione della procedura aziendale del percorso complessivo di prescrizione, autorizzazione, fornitura, collaudo, pagamento della ditta fornitrice. Applicazione delle procedure aziendali e interaziendali su specifici presidi per omogeneizzare i percorsi nella provincia di Reggio Emilia. Commissione protesica provinciale che valuta i casi più complessi e/o extratariffario. Controlli a campione tra autorizzato e fornito (collaudi).

Direttore del Distretto

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Area di rischio D Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto e immediato per il destinatario Servizi coinvolti: Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche

Processo Valutazione

rischio Elenco Rischi Misure preventive in atto

Misure preventive da attuare

Tempi di attuazione

Responsabile misura

prevenzione Monitoraggio

Erogazione sussidi ad utenti dei Centri di Salute Mentale

6,00

Discrezionalità nella valutazione dei criteri di inclusione e delle finalità dell'intervento.

Procedura dipartimentale aggiornata nel 2014 al fine di garantire una gestione uniforme del processo su base aziendale e migliorare la definizione dei criteri di inclusione e delle finalità. Intensificazione dei controlli sull'appropriatezza dell'erogazione del sussidio rispetto al progetto terapeutico

Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche

Documentazione annuale dei controlli effettuati

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Il numero complessivo dei processi mappati risulta pari a 71 .

Nel corso di vigenza del presente Piano si integrerà l’analisi individuando ulteriori processi a rischio

con evidenza in sede di aggiornamento dello stesso.

Riguardo poi alle “Misure preventive ulteriori” da attuare e al loro monitoraggio si prevede per il

prosieguo la necessità di continuare il monitoraggio dovendosi rendere costanti, a cura delle

strutture interessate, le rendicontazioni già previste così come indicate nelle tabelle sopra riportate

laddove sussiste l’esigenza di garantire un costante presidio.

In riferimento alla determinazione ANAC n.12 del 28/10/2015, parte speciale di approfondimento

dell’Area di rischio contratti pubblici, sono stati concordati in sede di Area Vasta Emilia Nord i

seguenti indicatori che i Direttori dei Servizi di competenza di questa Azienda, Approvvigionamenti e

Appalti, si impegnano a monitorare e trasmettere con cadenza annuale al Responsabile per la

prevenzione della corruzione e trasparenza.

PROGRAMMAZIONE

Processo Indicatore

Analisi e definizione dei fabbisogni e dell'oggetto dell'affidamento

Numero gare attivate/gare programmate. Numero procedure interessate da intervento sostitutivo. Numero proroghe relative a gare di area vasta/aziendale.

PROGETTAZIONE

Processo Indicatore

Nomina del Responsabile del Procedimento e Componenti il Gruppo tecnico

Presenza di ricorsi o contestazioni da parte di ditte relativamente a presenza di conflitto di interesse

Scelta della procedura di aggiudicazione, con particolare attenzione al ricorso alla procedura negoziata - Affidamenti diretti in economia

Valore affidamenti diretti sul totale acquisti

Procedure negoziate - Affidamenti in esclusiva Valore relativo alle procedure in esclusiva /totale

Predisposizione di atti e documenti di gara incluso il capitolato

Procedure con ricezione di unica offerta valida sul totale delle procedure

Definizione dei criteri di partecipazione/ requisiti di qualificazione

Numero di ricorsi per impugnazione delle regole di gara (bando) sul totale dei ricorsi notificati. Procedure con ricezione di unica offerta valida sul totale delle procedure

Definizione del criterio di aggiudicazione e dei criteri di attribuzione del punteggio.

Numero di ricorsi per impugnazione delle regole di gara (bando) sul totale dei ricorsi notificati

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SELEZIONE DEL CONTRAENTE

Processo Indicatore

Pubblicazione del Bando e gestione delle informazioni complementari, fissazione dei termini per la ricezione delle offerte

Numero proroghe termini offerta concesse

Trattamento e custodia della documentazione di gara

Numero ricorsi ricevuti in relazione all’argomento

Nomina Commissione Giudicatrice Numero ricorsi relativi a situazioni di incompatibilità dei componenti la commissione

Valutazione delle offerte Report inerente gli scostamenti rispetto alle tempistiche standard

Verifica di anomalia delle offerte Numero ricorsi in materia

Annullamento della gara/ Revoca del bando

Numero provvedimenti di ritiro sul totale delle procedure di gara. Ricorsi/segnalazioni ANAC preinformative di ricorso per difetti formali del provvedimento

VERIFICA DELL’AGGIUDICAZIONE E STIPULA DEL CONTRATTO

Processo Indicatore

Effettuazione delle comunicazioni riguardanti i mancati inviti, le esclusioni e le aggiudicazioni, formalizzazione dell’aggiudicazione definitiva e stipula del contratto

Report inerente gli scostamenti rispetto alle tempistiche standard

ESECUZIONE DEL CONTRATTO

Processo Indicatore

Autorizzazione al subappalto Segnalazione al RPC delle richieste di autorizzazione ai subappalti a soggetti privi dei requisiti

Ammissione delle varianti Numero di affidamenti con almeno una variante rispetto al numero totale degli affidamenti effettuati in un determinato arco temporale

Verifiche in corso di esecuzione del contratto Report su reale utilizzo dei beni acquistati in gara

Gestione delle controversie - Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto

Numero accordi bonari

RENDICONTAZIONE DEL CONTRATTO

Processo Indicatore

Procedimento di verifica della corretta esecuzione. Procedimento per il rilascio del certificato di collaudo, del certificato di verifica di conformità ovvero dell’attestato di regolare esecuzione (per gli affidamenti di servizi e forniture)

Scostamento medio dei costi calcolato rapportando gli scostamenti di costo di ogni singolo contratto con il numero complessivo dei contratti conclusi. Percentuale di certificazioni di collaudo in rapporto ai beni consegnati e ai servizi fatturati

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12. Misure trasversali ulteriori

Le misure trasversali per la prevenzione e riduzione del rischio corruttivo che l’Azienda segue nello

svolgimento della propria attività istituzionale sono di seguito riassunte:

a) controlli a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazione e di atto notorio rese dai

dipendenti e dagli utenti da parte dei servizi competenti;

b) promozione di convenzioni tra amministrazioni per l’accesso alle banche dati istituzionali;

c) affidamento delle ispezioni, dei controlli e degli atti di vigilanza di competenza

dell’amministrazione di norma ad almeno due dipendenti abbinati in settori individuati;

d) sottoscrizione da parte degli utenti dei verbali redatti a seguito di attività di vigilanza;

e) ascolto dell’utente, raccolta di suggerimenti, osservazioni e proposte di miglioramento anche

riguardo ai temi della trasparenza e della prevenzione della corruzione attraverso i canali di

comunicazione presenti (Uffici URP distrettuali, sito web aziendale);

f) svolgimento di incontri e riunioni periodiche tra dirigenti competenti in settori diversi per finalità

di aggiornamento sull’attività dell’amministrazione, circolazione delle informazioni e confronto sulle

soluzioni gestionali;

g) informatizzazione e dematerializzazione dei processi consentendo la tracciabilità delle diverse fasi

(protocollo informatico -workflow documentale- gestione pratiche con l’utilizzo della funzione

“scrivania”);

h) pubblicazione sul sito internet degli adempimenti previsti dalla normativa vigente in tema di

trasparenza.

Relativamente alla misura di cui al punto g) si precisa che i processi gestiti con procedure

informatiche sono: gestione gare e appalti, gestione concorsi e selezioni pubbliche, gestione

incarichi, gestione economica e giuridica del personale, gestione finanziaria pagamenti, gestione

erogazione del farmaco. Le applicazioni consentono di gestire il ciclo di vita delle informazioni di ogni

processo, la configurazione di profili utente autorizzativi, un registro di modifiche apportate dagli

incaricati.

Nel sito Amministrazione trasparente, sezione “Altri contenuti”, se, ed in quanto occorrente,

vengono implementate ulteriori informazioni rispetto a quelle previste obbligatoriamente (art. 1,

comma 9 lettera f, Legge n. 190/2013) in ordine ad una esaustiva rappresentazione della realtà

aziendale .

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12.1 Rotazione del personale

Nell’ambito delle misure dirette a prevenire il rischio di corruzione, assume rilievo l’applicazione del

principio di rotazione del personale addetto alle aree a rischio. La ratio delle previsioni normative ad

oggi emanate è quella di evitare che possano consolidarsi posizioni di privilegio nella gestione diretta

di attività e di evitare che il medesimo funzionario tratti lo stesso tipo di procedimenti per lungo

tempo, relazionandosi sempre con i medesimi utenti.

L’Azienda Usl di Reggio Emilia ha operato un significativo cambiamento ai vertici di molti Servizi

amministrativi come meglio specificato nei paragrafi precedenti operando una rotazione dei

Dirigenti Responsabili proprio in quelle strutture che sono considerate tra quelle potenzialmente più

a rischio.

Inoltre, l’Azienda Usl di Reggio Emilia, compatibilmente con le figure professionali a disposizione,

l’infungibilità dei professionisti e le condizioni organizzative esistenti, individua specifiche misure in

riferimento ai seguenti settori a rischio; di seguito si dà atto delle misure già in essere e delle misure

ulteriori che in alcuni servizi sono state messe in atto nel corso del 2015 o saranno messe in atto dal

2016:

- Servizio Interaziendale Gestione Giuridica del Personale: in riferimento all’attività di

segretariato nei processi di reclutamento del personale, assicura la turnazione del personale

amministrativo nei limiti di quanto espressamente previsto nei DPR 220/2001 e DPR 483/97

(personale amministrativo di categoria non inferiore alla C) prevedendo ove necessaria

formazione mirata all’attività da svolgere. Nelle selezioni per assunzioni a tempo determinato

per soli titoli o per titoli e colloquio il segretario è, ovviamente a turno, una sola persona ma

nell’attività di valutazione dei titoli viene coadiuvato da gruppi di persone (composti da un

numero di colleghi variabile in base al numero delle domande pervenute) a garanzia di una

corretta ed imparziale attività di valutazione dei titoli. Gli stessi criteri di rotazione sono

utilizzati per rapporti di lavoro libero professionali o co.co.co. L’evidenza di quanto sopra è

rinvenibile nei rispettivi verbali di selezione. - Servizio Interaziendale Gestione Economica del Personale: il Servizio assicura il rispetto del

principio di rotazione nell’ambito degli Uffici Stipendi dell’Azienda Usl e dell’Azienda

Ospedaliera di Reggio Emilia direttamente interessati, mentre risulta più difficoltosa la

rotazione con altri collaboratori/dirigenti di altri uffici in considerazione delle funzioni

fortemente specialistiche. Nello specifico, ogni mese le varie tipologie di variazioni stipendiali

vengono inserite a rotazione da un collaboratore dell’ufficio stipendi. Sulle stesse variazioni

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stipendiali il controllo viene effettuato da parte di un altro operatore dello stesso ufficio,

garantendone sempre la turnazione.

Una ulteriore verifica annuale viene effettuata dal Direttore e dal Coordinatore dell’Area

Stipendi sui cedolini stipendiali dell’anno precedente degli operatori assegnati al Servizio.

Tale verifica è stata estesa dal 2015 anche al personale afferente al Servizio Interaziendale

Gestione Giuridica del Personale, in quanto coinvolto nella determinazione delle variabili

stipendiali mensili e negli inserimenti/modifiche degli inquadramenti giuridici dei dipendenti

delle due Aziende.

Sia la rotazione del personale nell’ambito degli Uffici Stipendi che il controllo dei cedolini

risultano da idonea documentazione certificata annualmente dal Direttore del Servizio.

- Dipartimento Interaziendale Farmaceutico: con riferimento alla commissione di vigilanza,

ispezione e controllo sulle farmacie, è stata formalizzata nel 2012 l’integrazione dei

componenti inserendo un terzo dirigente farmacista che turna con i colleghi. Nel secondo

semestre 2015 sono stati individuati altri due dirigenti farmacisti che subentreranno in turno

con i precedenti colleghi dopo adeguata formazione. Si sottolinea che la Commissione è

costituita da un Dirigente Farmacista, un Dirigente del Dipartimento Sanità Pubblica ed un

operatore amministrativo.

- Servizio Interaziendale Appalti, Servizio tecnico e patrimonio Azienda Usl: compatibilmente

con la disponibilità delle risorse tecniche ed amministrative qualificate, applica il principio di

rotazione del personale secondo quanto segue:

la partecipazione alle commissioni di gara viene selezionata attraverso criteri di

rotazione del personale, sulla base delle professionalità richieste e compatibilmente

con gli altri eventuali ruoli svolti dai colleghi in qualità di progettista, direttore dei

lavori o Responsabile Unico del Procedimento (RUP);

in modo analogo ci si comporta nella attribuzione dei ruoli di Direttore Lavori,

Coordinatore della Sicurezza, Responsabile Unico del Procedimento, Collaudatore

cercando comunque, per evidenti ragioni di efficienza operativa, di far corrispondere

le competenze professionali e la conoscenza territoriale ai diversi tecnici disponibili

all’interno del servizio;

in riferimento agli appalti affidati come da art. 122 comma 7 del D.Lgs n. 163/2006, in

quanto sotto soglia, si opera attraverso l’apporto ed il confronto tra le indicazioni

pervenute dai tecnici di riferimento, l’integrazione delle ditte che hanno fatto

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richiesta di partecipazione alle gare di appalto o che abitualmente lavorano con

l’Azienda Ospedaliera-IRCCS e l’Azienda Usl. La partecipazione di diversi professionisti

dei Servizi Tecnici nell'individuazione delle ditte da invitare alle procedure ad evidenza

pubblica, secondo le modalità sopra richiamate, garantisce un controllo reciproco che

rappresenta uno strumento efficace come misura di contrasto alla corruzione.

- Servizio Interaziendale Approvvigionamenti: da diversi anni il sistema di gestione degli

appalti è stato regolato da modalità operative interaziendali, di Area Vasta e Regionali.

La programmazione degli appalti è disposta a livello Regionale (Masterplan) con la Centrale di

Committenza Intercent-er e resa operativa a livello di Area Vasta con la Programmazione

Attuativa.

Il sistema degli acquisti, così sintetizzato, evidenzia come l’impostazione della gara, la

definizione delle caratteristiche tecniche e dei relativi capitolati di gara, le modalità di

valutazione (intese quali fasi critiche per ipotetici fini corruttivi) sono oggetto di procedure di

lavoro determinate e definite attraverso il regolamento ed altre linee-guida sulla gestione

degli appalti, condivise dalle Direzioni Aziendali in sede di Area Vasta.

L’impianto delineato è caratterizzato da un processo che vede coinvolte professionalità

multidisciplinari nel senso cioè che sono espressione di ambiti tecnico/professionali diversi e

appartenenti inoltre anche a diverse aziende sanitarie. I professionisti che partecipano alle

gare sono scelti, di volta in volta, dalle Direzioni delle Aziende o dalle Direzioni delle Aree

Vaste garantendo, il più possibile, l’alternanza tra chi predispone le caratteristiche tecniche e

chi andrà a valutare le offerte.

Nella specifica area che si occupa di acquisizione di beni e servizi sono diversi, inoltre, i

Responsabili Unici del Procedimento che si occupano della gestione delle procedure in

riferimento alle svariate categorie merceologiche e, laddove possibile, tenuto conto del

diverso grado di preparazione e delle specifiche competenze acquisite dagli stessi, se ne

stabilisce l’alternanza.

I professionisti e gli operatori amministrativi che lavorano nel settore specifico sono pertanto

assai numerosi anche in virtù dell’accorpamento in un unico Servizio Interaziendale e ciò

consente un reciproco controllo sull’operato di ciascuno.

- Dipartimento di Sanità Pubblica: l’attività di vigilanza e controllo è svolta dal Servizio

Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro (SPSAL), dal Servizio Sanità Pubblica

Veterinaria (SSPV), dal Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione (SIAN) e dal Servizio Igiene e

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Sanità Pubblica (SIP). Nel SPSAL e SIP gli interventi ispettivi sono effettuati di norma da due

operatori con nomina di ufficiali di polizia giudiziaria e il principio di rotazione applicato

riguarda sia il personale ispettivo, ricomponendo periodicamente le “coppie”, sia rispetto

all’ambito territoriale su cui è effettuata la verifica. È stata implementata la rotazione tra gli

operatori del Servizio di Sanità Pubblica Veterinaria che svolgono attività di vigilanza presso

gli impianti di produzione (allevamenti) e trasformazione degli alimenti. L’attività di vigilanza

svolta dal SIAN è di norma agita con operatori del SSPV garantendo la rotazione del personale

e degli ambiti territoriali. Nel Servizio Medicina Legale (SML) il principio della rotazione del

personale è applicato in modo sistematico per i Presidenti dei collegi per la valutazione di

inabilità al lavoro; per quanto riguarda le Commissioni per l'accertamento della disabilità il

principio è applicato in modo strutturato in tutte le sedi ove si alternano quattro diversi

medici legali nel ruolo di presidente della Commissione.

- Servizio Gestione Risorse Economiche e Finanziarie: in riferimento all’attività di pagamento

a fornitori e altri beneficiari, al fine di evitare che il medesimo funzionario tratti lo stesso tipo

di procedure per lungo tempo e si relazioni sempre con i medesimi fornitori, viene effettuata

con cadenza semestrale la rotazione del personale addetto ai pagamenti. Il criterio oggettivo

di turnazione utilizzato è quello dell’ordine alfabetico dei fornitori da pagare. L’evidenza di

quanto sopra è rinvenibile dagli ordinativi di pagamento che riportano l’operatore che li ha

disposti.

- Unità Logistica Centralizzata (ULC): in riferimento alle modalità di esecuzione degli inventari,

per quanto riguarda l’inventario annuale, in conformità all’Istruzione Operativa n°02

“Gestione dei beni farmaceutici all’interno della Unità Logistica Centralizzata” vengono

effettuati 2 conteggi totali del materiale presente in giacenza ed un controllo; i conteggi

vengono eseguiti da tre persone: due operatori della ditta appaltatrice e un operatore

dipendente. Ad ogni conteggio tutte e tre le persone vengono sostituite. La fase di controllo

prevede la verifica solo dei prodotti individuati dal Responsabile della ULC, di norma

individuati tra quelli con differenze tra giacenza fisica e giacenza virtuale maggiormente

significative in valore o in numero di pezzi; anche in questo caso la verifica viene eseguita da

tre persone diverse dalle precedenti. Vengono effettuati, inoltre, controlli periodici con

cadenza almeno trimestrale da parte di uno dei dipendenti della ULC che esegue verifiche di

corrispondenza tra giacenza fisica e virtuale di 200 prodotti individuati a rotazione tra quelli

presenti a scorta. La persona incaricata della verifica cambia ogni volta; del controllo eseguito

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e dei suoi esiti viene redatta relazione sottoscritta dall’operatore e consegnata al

Responsabile del Servizio che la conserva.

Delle misure concretamente attuate secondo quanto sopra descritto, i Direttori competenti

producono specifica certificazione annuale producendo, se pertinente, alcune evidenze delle misure

attuate.

12.2 Codice di Comportamento

Lo strumento dei Codici di comportamento è una misura di prevenzione fondamentale in quanto le

norme in essi contenute regolano in senso legale ed eticamente corretto il comportamento dei

dipendenti e, per tal via, indirizzano l’azione amministrativa.

Con DPR n. 62 del 16 aprile 2013 è stato emanato il nuovo Codice di Comportamento dei dipendenti

delle Pubbliche Amministrazioni. L’art. 1 comma 2 del Codice prevede che ciascuna amministrazione,

con procedura di partecipazione aperta, debba dotarsi di un proprio Codice di Comportamento, ad

integrazione di quello nazionale.

L’Azienda Usl di Reggio Emilia ha adempiuto a tale obbligo e con Delibera n. 5 del 24/01/2014 ha

approvato il nuovo Codice di Comportamento Aziendale il cui testo integrale costituisce l’Allegato 2

al presente documento. La diffusione del documento è stata assicurata mediante la pubblicazione

nella intranet aziendale e nel sito web istituzionale, la trasmissione via e-mail al personale

dipendente, la consegna al personale neoassunto. Al personale neo-assunto vengono consegnati: i

Codici di comportamento nazionale e aziendale, norme disciplinari, un documento di sintesi sulla

prevenzione della corruzione, la trasparenza e l’integrità.

Nel corso del 2016 questa azienda procederà alla rivisitazione del proprio Codice di Comportamento

con lo scopo di valutare se, alla luce dell’esperienza maturata in questi ultimi anni sul tema, debbano

essere apportate modifiche od integrazioni.

Qualora venissero emanate indicazioni in merito da parte di ANAC il processo di revisione si

conformerà ai dettami che verranno esplicitati.

12.3 Conferimento incarichi extra-istituzionali

Il cumulo in capo ad un medesimo dirigente o funzionario di incarichi conferiti dall’amministrazione

può comportare il rischio di un’eccessiva concentrazione del potere su un unico centro decisionale.

La concentrazione del potere decisionale aumenta il rischio che l’attività amministrativa possa essere

indirizzata verso fini privati o impropri determinati dalla volontà del dirigente stesso. Inoltre, lo

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svolgimento di incarichi soprattutto se extra-istituzionali, da parte del dirigente o del funzionario può

realizzare situazioni di conflitto di interesse che possono compromettere il buon andamento

dell’azione amministrativa, ponendosi altresì come sintomo dell’evenienza di fatti corruttivi.

Per questi motivi, la Legge n. 190/2012 è intervenuta a modificare anche il regime dello svolgimento

degli incarichi da parte dei dipendenti pubblici contenuto nell’art. 53 del D.lgs. n. 165/2001,

prevedendo in particolare che le amministrazioni debbano adottare dei criteri generali per

disciplinare i criteri di conferimento e i criteri di autorizzazione degli incarichi extra- istituzionali.

L’azienda Usl di Reggio Emilia ha adempiuto a quanto sopra con Delibera del Direttore Generale n. 6

del 24/01/2014 (Allegato n. 2 alla delibera 11 del 29/01/2014). Con delibera n. 2 del 26/01/2015 si è

proceduto all’aggiornamento del testo, già approvato. La delibera costituisce l’allegato 3 del

presente Piano.

13. Obbligo di astensione e conflitto di interessi

Tutti i dipendenti/ collaboratori/ consulenti devono, nei loro rapporti esterni con utenti/ fornitori/

contraenti e concorrenti, comunque curare gli interessi dell’Azienda rispetto ad ogni altra situazione

che possa concretizzare un vantaggio personale anche di natura non patrimoniale.

I dipendenti destinati a operare nei settori e/o attività particolarmente esposti alla corruzione

devono astenersi da quella attività, ai sensi dell’articolo 6 bis della Legge n. 241/1990, in caso di

conflitto di interessi, segnalando tempestivamente ogni situazione di conflitto anche potenziale.

Per conflitto di interessi, reale o potenziale, si intende qualsiasi relazione intercorrente tra un

dipendente/collaboratore/consulente e soggetti, persone fisiche o giuridiche, che possa risultare di

pregiudizio per l’Azienda.

Come espressamente previsto dall’art. 7 del Codice di Comportamento aziendale (approvato con

delibera n. 5 del 24/01/2014), il dipendente deve comunicare la sussistenza del conflitto di interessi,

per iscritto e in tempo utile per la regolare trattazione della pratica al Responsabile della struttura

organizzativa aziendale di competenza specificando le ragioni dell’astensione. Il Responsabile valuta

se la situazione realizza un conflitto di interesse idoneo a ledere l’imparzialità dell’agire

amministrativo e decide in merito in tempi utili per garantire la continuità dell’attività di ufficio.

Nell’ambito del Codice di Comportamento sono indicate le misure operative cui attenersi.

La violazione sostanziale della norma, che si realizza con il compimento di un atto illegittimo, dà

luogo a responsabilità disciplinare del dipendente suscettibile di essere sanzionata con l’irrogazione

di sanzioni all’esito del relativo procedimento, oltre a poter costituire fonte di illegittimità del

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procedimento e del provvedimento conclusivo dello stesso, quale sintomo di eccesso di potere sotto

il profilo dello sviamento della funzione tipica dell’azione amministrativa.

Il conflitto di interessi è uno dei principali fattori di rischio che possono favorire l’insorgere di

comportamenti corruttivi, così come evidenziato da tutta la letteratura e anche dal codice di

comportamento. Nel corso del 2016 sarà messa in campo una analisi approfondita, anche a livello di

Area Vasta, per censire le diverse modulistiche utilizzate in azienda per la raccolta e valutazione del

conflitto di interesse anche al fine di adottare una metodologia il più possibile univoca, tenendo

conto di quanto proposto nella determinazione 12 di ANAC con riferimento ai moduli proposti da

AGENAS, per i quali si verificherà l’applicabilità all’interno del contesto aziendale.

14. Tutela del dipendente che effettua segnalazione di illecito (c.d. whistleblower)

L’Azienda Usl riconosce l’importante funzione svolta ai fini di prevenzione della Corruzione da parte

del whistleblower che, se motivato in ordine al perseguimento del pubblico interesse, può svolgere

una fondamentale azione ai fini del buon andamento complessivo dell’ente.

L’art. 1, comma 51, della legge ha introdotto un nuovo articolo nell’ambito del d.lgs. n. 165 del 2001,

l’art. 54 bis, rubricato “Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti”, il c.d. whistleblower. Si

tratta di una disciplina che introduce una misura di tutela già in uso presso altri ordinamenti,

finalizzata a consentire l’emersione di fattispecie di illecito. Il nuovo art. 54 bis prevede:

“1. Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai

sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria o

alla Corte dei conti,ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a

conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad

una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi

collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.

2. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l'identità del segnalante non può essere rivelata, senza

il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su accertamenti

distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte,

sulla segnalazione, l'identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente

indispensabile per la difesa dell'incolpato.

3. L'adozione di misure discriminatorie è segnalata al Dipartimento della funzione pubblica, per i

provvedimenti di competenza, dall'interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente

rappresentative nell'amministrazione nella quale le stesse sono state poste in essere.

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4. La denuncia è sottratta all'accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990,

n. 241, e successive modificazioni.”.

La disposizione pone tre norme:

- la tutela della identità del segnalante;

- il divieto di discriminazione nei confronti del whistleblower;

- la previsione che la denuncia è sottratta al diritto di accesso fatta esclusione delle ipotesi

eccezionali descritte nel comma 2 del nuovo art. 54 bis d.lgs. n. 165 del 2001 in caso di

necessità di svelare l’identità del denunciante.

La disciplina dell’art. 54-bis è stata successivamente integrata dal d.l. 90/2014 che ha introdotto

l’ANAC quale soggetto destinatario delle segnalazioni. Di conseguenza l’ANAC oltre a gestire, in

quanto pubblica amministrazione, le segnalazioni provenienti dai propri dipendenti per eventuali

illeciti avvenuti all’interno della propria struttura, può ricevere le segnalazioni che i dipendenti di

altre amministrazioni ritengano di indirizzarle ai sensi dell’art. 54-bis. La determinazione dell’Autorità

del 28 aprile 2015, n. 6 recante «Linee guida in materia di tutela del dipendente pubblico che

segnala illeciti (c.d. whistleblower)», illustra le procedure che l’Autorità intende seguire per la

gestione delle segnalazioni delle quali è destinataria. In attesa della completa attuazione di un

sistema automatizzato di gestione delle segnalazioni, le stesse devono essere inviate compilando

l’apposito modulo pubblicato sul sito dell’Autorità. L’ANAC provvederà alla loro definizione entro il

termine di 120 giorni dalla loro ricezione.

L’Azienda Usl di Reggio Emilia, attraverso il Servizio Tecnologie Informatiche e Telematiche

Interaziendale, mette a disposizione dei dipendenti la possibilità di effettuare eventuali segnalazioni

di illecito. A tal fine, l’Azienda si è dotata, sulla intranet locale, di un sistema di modulistica

informatizzato capace di inoltrare “segnalazioni” al Responsabile aziendale per la prevenzione della

corruzione e suoi delegati/incaricati. Le seguenti funzionalità introdotte garantiscono la tutela del

dipendente, sulla base dei seguenti criteri:

• il sistema informatizzato per la segnalazione è utilizzabile in tutti i computer dell’azienda;

• il modulo viene inviato sempre in forma “riservata”;

• il modulo può essere gestito solo dal Responsabile aziendale per la prevenzione della corruzione o

suoi delegati;

• nei casi previsti dalla “norma”, l'identità del segnalante può essere gestita ancora una volta solo

dal Responsabile aziendale per la prevenzione della corruzione o suoi delegati, previa dichiarazione

obbligatoria informatizzata del “motivo”;

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• tutti gli eventi del processo, dalla segnalazione alla gestione, sono tracciati in un registro di

sicurezza accessibile a personale amministrativo del servizio di informatica e archiviato su backup

aziendale.

In ordine all’attuazione di un’efficace e responsabile implementazione delle forme di segnalazione è

stata introdotta nel 2014 una specifica “Policy” aziendale, con evidenza nella intranet, che di seguito

si riproduce.

“WHISTLEBLOWING”

Modalità per le segnalazioni di illeciti e irregolarità 1. FONTE NORMATIVA E NATURA DELL'ISTITUTO L'art. 1, comma 51, della legge 190/2012 (cd. legge anticorruzione) ha inserito un nuovo articolo, il 54 bis, nell'ambito del d.lgs. 165/2001, rubricato "tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti", in virtù del quale è stata introdotta nel nostro ordinamento una misura finalizzata a favorire l'emersione di fattispecie di illecito, nota nei paesi anglosassoni come whistleblowing. Con l'espressione whistleblower si fa riferimento al dipendente di un'amministrazione che segnala violazioni o irregolarità commesse ai danni dell'interesse pubblico agli organi legittimati ad intervenire. La segnalazione (cd. whistleblowing), in tale ottica, è un atto di manifestazione di senso civico, attraverso cui il whistleblower contribuisce all'emersione e alla prevenzione di rischi e situazioni pregiudizievoli per l'amministrazione di appartenenza e, di riflesso, per l'interesse pubblico collettivo. Il whistleblowing è la procedura volta a incentivare le segnalazioni e a tutelare, proprio in ragione della sua funzione sociale, il whistleblower. Lo scopo principale del whistleblowing è quello di prevenire o risolvere un problema internamente e tempestivamente. 2. SCOPO E FINALITA' Scopo di questo documento è quello di sciogliere dubbi e incertezze circa le modalità da seguire per effettuare una segnalazione di illecito e irregolarità, rimuovendo possibili timori di ritorsioni o discriminazioni. In tale prospettiva, l'obiettivo è quello di fornire al whistleblower chiare indicazioni operative circa oggetto, contenuti, destinatari e modalità di trasmissione delle segnalazioni, nonché circa le forme di tutela che gli vengono offerte nel nostro ordinamento.

3. OGGETTO DELLA SEGNALAZIONE Non esiste una lista esaustiva di azioni pregiudizievoli che possono costituire l'oggetto del whistleblowing. Vengono considerate rilevanti le segnalazioni che possono determinare un danno per l'interesse pubblico,si tratti di irregolarità o reati, siano essi consumati o tentati . In particolare la segnalazione può riguardare azioni od omissioni, commesse o tentate:

penalmente rilevanti;

poste in essere in violazione dei Codici di comportamento o di altre disposizioni aziendali sanzionabili in via disciplinare;

suscettibili di arrecare un pregiudizio patrimoniale all'amministrazione di appartenenza o ad altro ente pubblico

suscettibili di arrecare un pregiudizio all'immagine dell'ASL;

suscettibili di arrecare un danno alla salute o sicurezza dei dipendenti, utenti e cittadini o di arrecare un danno all'ambiente;

pregiudizievoli per gli utenti o per i dipendenti o per altri soggetti che svolgono la loro attività presso l’Azienda;

II whistleblowing non riguarda doglianze di carattere personale del segnalante o rivendicazioni/istanze

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che rientrano nella disciplina del rapporto di lavoro o rapporti col superiore gerarchico o colleghi, per le quali occorre fare riferimento alla disciplina e alle procedure di competenza del Servizio Gestione Giuridica del Personale e del Comitato Unico di Garanzia. 4. CONTENUTO DELLE SEGNALAZIONI Il whistleblowerdeve fornire tutti gli elementi utili a consentire agli uffici competenti di procedere alle dovute ed appropriate verifiche ed accertamenti a riscontro della fondatezza dei fatti oggetto di segnalazione. A tal fine, la segnalazione deve contenere i seguenti elementi:

generalità del soggetto che effettua la segnalazione, con indicazione della posizione o funzione svolta nell'ambito dell'azienda;

una chiara e completa descrizione dei fatti oggetto di segnalazione;

le circostanze di tempo e di luogo in cui sono stati commessi se conosciute;

le generalità o altri elementi che consentano di identificare il soggetto/i che ha/hanno posto in essere i fatti segnalati sempre che siano conosciuti;

l'indicazione di eventuali altri soggetti che possano riferire sui fatti oggetto di segnalazione;

l'indicazione di eventuali documenti che possano confermare la fondatezza di tali fatti;

ogni altra informazione che possa fornire un utile riscontro circa la sussistenza dei fatti segnalati.

5. MODALITA' E DESTINATARI DELLA SEGNALAZIONE A sensi di quanto previsto negli indirizzi contenuti nel Piano Nazionale Anticorruzione e recepiti nel documento aziendale, l’Azienda mette a disposizione l’allegato modulo di segnalazione che dovrà essere compilato dal segnalante sulla base di quanto richiesto al precedente capoverso 4). Per quanto attiene all’inoltro il modulo potrà essere trasmesso:

a) per via informatica cliccando la prevista funzione “invia” da cui conseguirà l’inoltro immediato al Responsabile della prevenzione della corruzione nonché, nell’interesse del segnalante, al Direttore Amministrativo e al Responsabile della Funzione Accountability e Performance aziendale.

b) mediante servizio postale - raccomandata a.r. – con separati inoltri al Responsabile della Prevenzione della Corruzione, al Direttore Amministrativo e al Responsabile Aziendale Accountability e Performance. Sulla busta il mittente dovrà riportare la dicitura “Riservata/Personale”.

Secondo quanto previsto espressamente dalla Legge e relativamente alle esigenze e ai limiti della trattazione “riservata”, si richiamano i contenuti di cui all’art. 54 bis del D.Lgs.165/2001. L’'invio della segnalazione non esonera il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio dall'obbligo di denunciare alla competente Autorità giudiziaria i fatti penalmente rilevanti e le ipotesi di danno erariale.

6. ATTIVITA' DI VERIFICA DELLA FONDATEZZA DELLA SEGNALAZIONE La gestione e la verifica sulla fondatezza delle circostanze rappresentate nella segnalazione sono affidate al Responsabile per la prevenzione della corruzione che vi provvede nel rispetto dei principi di imparzialità e riservatezza effettuando ogni attività ritenuta opportuna A tal fine, il Responsabile per la prevenzione della corruzione può avvalersi del supporto e della collaborazione delle competenti strutture aziendali e, all'occorrenza, di organi di controllo esterni all'azienda istituzionalmente competenti. Qualora, all'esito della verifica, la segnalazione risulti fondata, il Responsabile per la prevenzione della corruzione, in relazione alla natura della violazione e al suo oggettivo rilievo, provvederà:

a presentare denuncia all'Autorità giudiziaria competente;

a comunicare l'esito dell'accertamento al Responsabile della struttura di appartenenza dell'autore della violazione accertata, affinché provveda all'adozione dei provvedimenti gestionali di competenza, incluso, sussistendone i presupposti, l'esercizio dell'azione disciplinare;

a segnalare alla Direzione Aziendale e alle strutture competenti ad adottare gli eventuali ulteriori provvedimenti e/o azioni che nel caso concreto si rendano necessari a tutela degli interessi aziendali.

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7. FORME DI TUTELA DEL WHISTLEBLOWER (al sensi dell'art. 54 bis d.lgs. 165/2001 e del Piano Nazionale Anticorruzione e dell’articolo 12 del Piano Aziendale) A) Obblighi di riservatezza sull'identità del whistleblower e sottrazione al diritto di accesso della segnalazione Ad eccezione dei casi previsti per leggel'identità del whisteblower viene protetta in ogni contesto successivo alla segnalazione. L'identità del segnalante non può essere rivelata senza il suo espresso consenso e tutti coloro che ricevono o sono coinvolti nella gestione della segnalazioni sono tenuti a tutelare la riservatezza di tale informazione. La violazione dell'obbligo di riservatezza è fonte di responsabilità disciplinare, fatte salve ulteriori forme di responsabilità previste dall'ordinamento. Per quanto concerne, in particolare, l'ambito del procedimento disciplinare, l'identità del segnalante può essere rivelata all'autorità disciplinare e all'incolpato solo nei casi in cui:

vi sia il consenso espresso del segnalante

la contestazione dell'addebito disciplinare risulti fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione e la conoscenza dell'identità del segnalante risulti assolutamente indispensabile alla difesa dell'incolpato, sempre che tale circostanza venga da quest'ultimo dedotta e comprovata in sede di audizione o mediante la presentazione di memorie difensive.

La segnalazione del whistleblower è, inoltre, sottratta al diritto di accesso previsto dagli artt. 22 e seguenti della legge 241/1990. Il documento non può, pertanto, essere oggetto di visione né di estrazione di copia da parte di richiedenti, ricadendo nell'ambito delle ipotesi di esclusione di cui all'art. 24, comma 1, lett. a), della I. n. 241/90 s.m.i.. B) Divieto di discriminazione nel confronti del whistleblower Nei confronti del dipendente che effettua una segnalazione non è consentita, né tollerata alcuna forma di ritorsione o misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla segnalazione. Per misure discriminatorie si intendono le azioni disciplinari ingiustificate, le molestie sul luogo di lavoro ed ogni altra forma di ritorsione che determini condizioni di lavoro intollerabili. Il dipendente che ritiene di aver subito una discriminazione per il fatto di aver effettuato una segnalazione di illecito deve dare notizia circostanziata dell'avvenuta discriminazione al Responsabile della prevenzione della corruzioneche, valutata la sussistenza degli elementi, segnala l'ipotesi di discriminazione:

a) al Responsabile della struttura di appartenenza del dipendente autore della presunta discriminazione. Il responsabile della struttura valuta tempestivamente l'opportunità/necessità di adottare atti o provvedimenti per ripristinare la situazione e/o per rimediare agli effetti negativi della discriminazione in via amministrativa e la sussistenza degli estremi per avviare il procedimento disciplinare nei confronti del dipendente autore della discriminazione;

b) all'U.P.D., che, per i procedimenti di propria competenza, valuta la sussistenza degli estremi per avviare il procedimento disciplinare nei confronti dei dipendente che ha operato la discriminazione;

c) al Servizio Legale e delle Assicurazioni dell'Azienda, che valuta la sussistenza degli estremi per esercitare in giudizio l'azione di risarcimento per lesione dell'immagine della Azienda;

d) all'Ispettorato della Funzione Pubblica Resta ferma la facoltà del dipendente di rivolgersi direttamente al Presidente del Comitato Unico di Garanzia che provvederà a darne tempestiva comunicazione al Responsabile per la prevenzione della corruzione.

8. RESPONSABILITA' DEL WHISTLEBLOWER Sussiste una responsabilità penale e disciplinare del whistleblower nell'ipotesi di segnalazione calunniosa o diffamatoria, ai sensi del codice penale, ovvero al ricorrere della fattispecie di cui all'art. 2043 del codice civile. Sono altresì fonte di responsabilità, in sede disciplinare e nelle altre competenti sedi, eventuali forme di abuso della presente disciplina, quali le segnalazioni manifestamente opportunistiche e/o effettuate al solo scopo di danneggiare il denunciato o altri soggetti, e ogni altra ipotesi di utilizzo improprio o di intenzionale strumentalizzazione dell'istituto oggetto del presente documento.

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15. Formazione

La legge n. 190/2012 prevede una serie di misure di formazione del personale, in particolare:

- procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori

particolarmente esposti alla corruzione, eventualmente verificando l’esistenza di percorsi di

formazione ad hoc presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione ed

individuando il personale da inserire in tali programmi (art. 1 comma 8 e 11);

- previsione, per le attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione, di

meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio

di corruzione (art.1 comma 9);

- organizzazione di attività di formazione per la conoscenza e la corretta applicazione del

Codice di comportamento dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni (art. 1 comma 44).

Nell’ambito delle misure indicate dalla Legge n. 190/2012, l’Azienda, nel corso della vigenza del

Piano triennale per la prevenzione della corruzione 2016-2018, ritiene di dover sviluppare interventi

di formazione/informazione, rivolti al proprio personale ed in primis a coloro i quali operano nelle

aree di maggior rischio tra quelle individuate e da individuarsi nel prosieguo, con la duplice funzione

di prevenire e contrastare il fenomeno e fornire la massima informazione sulle situazioni concrete di

rischio, articolati su più livelli. Nel corso della vigenza del piano saranno individuati gli operatori da

coinvolgere.

Tale percorso di formazione, che deve avere un naturale sviluppo su più anni, prevede la conoscenza

della normativa specifica e dei valori ad essa sottesi, in modo da accrescere le competenze e lo

sviluppo del senso etico e, quindi, potrà riguardare le norme penali in materia di reati contro la

pubblica amministrazione ed in particolare i contenuti della Legge 190/2012, gli aspetti etici e della

legalità dell’attività amministrativa, oltre ad ogni tematica che si renda opportuna ed utile per

prevenire e contrastare la corruzione.

Si dà conto delle iniziative formative, suddivise per tipologia, realizzate nel corso del 2015:

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FORMAZIONE GENERALE

DATA TITOLO STRUTTURA INTERESSATA

N. PARTECIPANTI E TIPOLOGIA

DURATA (in ore)

02/03/2015 Obblighi di comunicazione, attività incompatibili, cumulo di impieghi, incompatibilità e inconferibilità di incarichi

Distretto di Reggio Emilia

86 Tutti gli operatori

2

09/03/2015 Obblighi di comunicazione, attività incompatibili, cumulo di impieghi, incompatibilità e inconferibilità di incarichi

Distretto di Scandiano

39 Tutti gli operatori

2

16/03/2015 Obblighi di comunicazione, attività incompatibili, cumulo di impieghi, incompatibilità e inconferibilità di incarichi

Distretto di Guastalla Correggio

47 Tutti gli operatori

2

17/03/2015 Obblighi di comunicazione, attività incompatibili, cumulo di impieghi, incompatibilità e inconferibilità di incarichi

Distretto di Montecchio

20 Tutti gli operatori

2

30/03/2015 Obblighi di comunicazione, attività incompatibili, cumulo di impieghi, incompatibilità e inconferibilità di incarichi

Distretto di Castelnovo né Monti

28 Tutti gli operatori

2

21/04/2015 Per un’etica dell’integrità in Azienda Tutte 277 Direttori di Struttura Complessa e Semplice, Posizioni Organizzative, RIDT

4

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FORMAZIONE SPECIALISTICA

DATA TITOLO STRUTTURA INTERESSATA

N. PARTECIPANTI DURATA (in ore)

20/03/2015 Intreccio tra misure di prevenzione della corruzione e competenze specifiche dei servizi: Analisi dei rischi, soggetti coinvolti, obblighi del codice di comportamento, conflitto di interessi

Dipartimento Interaziendale Farmaceutico

14 Tutti gli operatori

2

28/05/2015 Intreccio tra misure di prevenzione della corruzione e competenze specifiche dei servizi- etica nell’ambito del DSMDP- Codice di comportamento

Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche

51 Tutti gli operatori

4

04/06/2015 Intreccio tra misure di prevenzione della corruzione e competenze specifiche dei servizi: Analisi dei rischi, soggetti coinvolti, obblighi del codice di comportamento, conflitto di interessi

Presidio Ospedaliero

22 Tutti gli operatori

4

09/06/2015 Intreccio tra misure di prevenzione della corruzione e competenze specifiche dei servizi, programma trasparenza ed integrità, conflitto di interessi, inconferibilità degli incarichi, rapporti con le istituzioni

Dipartimento Sanità Pubblica

56 Tutti gli operatori

4.5

08/10/2015 Intreccio tra misure di prevenzione della Corruzione e competenze specifiche dei servizi- analisi dei rischi-soggetti coinvolti-obblighi del codice di comportamento- conflitto di interessi

Staff Governo Clinico- Staff Programmazione e Controllo

55 Tutti gli operatori

3.5

04/11/2015 Intreccio tra misure di prevenzione della corruzione e competenze specifiche dei servizi

Dipartimenti Cure Primarie Correggio e Guastalla

36 Tutti gli operatori

4

05/11/2015 Intreccio tra misure di prevenzione della corruzione e competenze specifiche dei servizi

Dipartimenti Cure Primarie Castelnovo né Monti, Scandiano, Montecchio, Reggio Emilia

52 Tutti gli operatori

4

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WEBINAR organizzati da FORMEZ P.A.

DATA TITOLO N. PARTECIPANTI DURATA (in ore)

19/01/2015 La gestione del rischio di corruzione. Principi e Linee guida UNI ISO 31000 del 2010

3 1.5

26/01/2015 La trasparenza comunicativa 2 1.5

16/03/2015 Corruzione e maladministration. La nuova disciplina dei reati dei pubblici dipendenti

9 1.5

25/05/2015 Prevenire la corruzione attraverso i valori: legalità, responsabilità, fedeltà e libertà

3 1.5

10/09/2015 Gli open data come misura di contrasto alla corruzione: potenzialità e limiti

12 1.5

5/10/2015 Etica delle scelte pubbliche 4 1.5

2/12/2015 Il Piano Nazionale Anticorruzione: gli aggiornamenti a seguito della determinazione ANAC n. 12 del 28 ottobre 2015

5 1.5

21/12/2015 La gestione del rischio di corruzione. Analisi e trattamento del rischio alla luce degli aggiornamenti del PNA

4 1.5

GIORNATA DELLA TRASPARENZA 2015

DATA TITOLO N. PARTECIPANTI DURATA (in ore)

12/11/2015 Giornata della trasparenza Azienda Usl e Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia

27 2.5

FORMAZIONE ESTERNA

DATA e LUOGO

TITOLO N. PARTECIPANTI DURATA (in ore)

14/01/2015 Torino

Confronto sulle misure di prevenzione della Corruzione (Organizzato da “Illuminiamo la Salute”)

1 7

10/02/2015 SPISA Bologna

La prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione

1 9

10/04/2015 Forum Guido Monzani Modena

Etica e responsabilità (organizzato dall’Ordine dei Commercialisti e dall’Ordine degli Avvocati)

1 2

14/07/2015 Roma

Incontro con i Responsabili di prevenzione della Corruzione (Organizzato da ANAC)

1 7

1-2 /12/2015 Roma

“Le principali novità in materia di anticorruzione (Determinazione ANAC n.12/2015)” (Organizzato da Paradigma)

1 16

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Il totale complessivo delle presenze alle iniziative formative realizzate nei periodi indicati si

quantifica in n. 848.

Si è inoltre attivato un corso di formazione in FAD di carattere generale sui temi della prevenzione

della corruzione, della legalità e della trasparenza, rivolto a tutti i dipendenti, che alla data del

28/12/2015 ha registrato la partecipazione di n. 3.288 operatori su 3.813 interessati, con

un’adesione pari all’86% che supera lo standard previsto (50%).

Nel corso dell’anno 2016 si prevede di proseguire l’azione formativa/informativa mediante

l’approntamento delle seguenti iniziative:

A) Incontro annuale sui temi dell’etica e dell’integrità da effettuarsi congiuntamente con l’Azienda

Ospedaliera – IRCCS di Reggio Emilia e rivolta a chi nelle rispettive strutture ha ruoli di dirigenza,

di responsabilità, di coordinamento;

B) Formazione specialistica per operatori dell’Unità Logistica Centralizzata (ULC);

C) Riproposizione del corso a valenza generale secondo le tecniche c.d. “F.A.D.”, effettuato lo scorso

anno per tutti gli operatori, anche per tutti coloro che inizieranno, a diverso titolo, ad operare in

forme stabili per l’Azienda nel corso di vigenza del presente Piano;

D) Riproposizione della “Giornata della Trasparenza”.

Verranno previsti momenti formativi per gli operatori che si occupano di gestione del esecuzione dei

contratti (DEC) : è in corso di valutazione l’organizzazione di tali momenti formativi a livello di Area

Vasta.

Inoltre, si prevede di garantire la presenza di operatori dell’Azienda Usl ad eventi formativi/

informativi organizzati da Enti esterni valutando la partecipazione in rapporto alle esigenze di

crescita complessiva.

16. Comunicazione

La comunicazione costituisce uno degli strumenti di prevenzione della corruzione attraverso le

diverse modalità rivolte sia ai dipendenti e collaboratori dell’azienda, sia verso l’esterno ai cittadini e

stakeholder.

In particolare i principali canali utilizzati riguardano:

- internet: pubblicazione del sito “Amministrazione trasparente” in ottemperanza a quanto previsto

dal D.Lgs. 33/2013, delibera di incarico del Responsabile, pubblicazione del Codice di

Comportamento dei dipendenti pubblici adottato con DPR 62/2013 e del Codice di Comportamento

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aziendale, sia in fase preparatoria al fine di recepire eventuali osservazioni, sia la versione definitiva

adottata;

- intranet: pubblicazione di news del Direttore Generale sull’importanza della normativa affinché

non costituisca un mero adempimento formale, pubblicazione del codice di comportamento

attraverso il link al sito “Amministrazione trasparente”, pubblicazione del “modulo segnalazione”

che consente di effettuare una segnalazione di presunto illecito;

- stampa e media.

Sulla home page del sito aziendale è inoltre pubblicata una news che invita i cittadini a compilare

due questionari, entrambi anonimi: uno su Amministrazione trasparente e il secondo sulla

percezione della corruzione.

Il questionario su Amministrazione trasparente ha la finalità di rilevare il gradimento dei visitatori

sulla sezione stessa del sito aziendale e di acquisire suggerimenti utili a migliorare l’accessibilità e la

fruibilità delle informazioni.

Il questionario di percezione della corruzione cerca di analizzare quale sia la percezione da parte dei

cittadini della corruzione nella Pubblica amministrazione, proponendo a chi compila diverse opzioni

per il contrasto alla corruzione.

17. Controlli

L’art. 4 del D.Lgs 165/2001 così recita: “Ai Dirigenti spetta l’adozione degli atti e provvedimenti

amministrativi compresi tutti gli atti che impegnano l’amministrazione verso l’esterno, nonché la

gestione finanziaria, tecnica e amministrativa mediante autonomi poteri di spesa di organizzazione

delle risorse umane, strumentali e di controllo. Essi sono responsabili in via esclusiva dell’attività

amministrativa, della gestione e dei relativi risultati”.

In virtù di quanto disposto ai Dirigenti capo struttura è attribuita la responsabilità di garantire che

l’attività posta in essere sia conforme ai canoni di legalità, trasparenza e buon andamento; ne

consegue che compete agli stessi l’approntamento di tutte le forme di controllo necessarie per

garantire la correttezza tanto delle attività svolte presso le unità organizzative cui sono preposti

quanto che i comportamenti agiti dai loro collaboratori siano costantemente ispirati ai canoni come

sopra richiamati. Gli stessi Dirigenti sono altresì responsabili di garantire il costante flusso di

alimentazione del sito “Amministrazione Trasparente” nelle “Sezioni/Sottosezioni” di loro diretta

afferenza assicurando la qualità dei dati pubblicati e la coerenza del loro inserimento in rapporto alle

indicazioni ANAC.

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A latere dell’attività di competenza dei dirigenti, quale organo dell’Azienda agisce il Collegio

Sindacale cui spetta lo svolgimento di una azione di vigilanza riguardo al rispetto delle regole di buon

governo nonché delle norme vigenti disciplinanti la garanzia della legittimità procedurale e della

corretta tenuta della contabilità.

18. Sistemi di monitoraggio

Con il Piano 2016-2018 sono stati mappati n.71 processi rispetto a n. 45 del Piano precedente e cioè

n.26 processi nuovi che in alcuni casi si riferiscono ad attività di strutture aziendali non

precedentemente coinvolte dal precedente piano anticorruzione.

L’attuale impostazione dei monitoraggi prevede per tutte le unità operative coinvolte due verifiche

in corso d’anno a cura dei componenti il Comitato aziendale per la prevenzione della corruzione.

I monitoraggi riguardano sia l’attuazione delle misure in atto o ulteriori inerenti la prevenzione del

rischio per i processi mappati, sia tutte le misure di prevenzione della corruzione previste dal Piano,

sia la costante implementazione del sito Amministrazione trasparente.

Degli esiti dei monitoraggi viene data ampia diffusione sia alla Direzione aziendale che a tutte le

strutture coinvolte con puntuali indicazioni/prescrizioni operative alle quali prestare osservanza,

oggetto di verifica al successivo monitoraggio.

Annualmente viene predisposta una relazione a cura del Responsabile aziendale per la prevenzione

della corruzione, per la trasparenza e l’integrità sull'attività svolta, redatta secondo lo schema

indicato da ANAC, con seguente pubblicazione sul sito Amministrazione trasparente.

Si riporta di seguito lo schema di scheda utilizzato nel monitoraggio del 2° semestre, comprensivo

dei punteggi che consentono di valutare le singole strutture con un valore sintetico che rappresenta

uno degli indicatori che trovano evidenza nelle schede di budget, come meglio descritto nel

paragrafo 6. “Coinvolgimento degli organi di indirizzo” di questo Piano.

Tale schema è suscettibile di integrazioni/modifiche anche in corso d’anno in base all’esperienza

maturata e per cogliere eventuali ulteriori aspetti migliorativi delle modalità di verifica in uso.

Le modalità e lo schema utilizzato vengono comunicate alle strutture oggetto di monitoraggio prima

della realizzazione dello stesso.

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MONITORAGGIO RELATIVO ALLE AZIONI FINALIZZATE ALLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (PTPC VIGENTE) E

ALL’IMPLEMENTAZIONE DEL SITO “AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE”

Struttura _________________________ Verifica effettuata in data_____________ Partecipanti: in rappresentanza della struttura: ______________________qualifica____________________________ ______________________qualifica____________________________ componenti il comitato az.le ex Delibera 1/2014:_____________________________________________

____________________________________________

Il monitoraggio costituisce un indicatore inserito dal 2015 nelle schede di budget con uno standard > 70% e pertanto, a seguito della presente verifica, si definirà un dato finale derivante dalla media aritmetica dei singoli punteggi raggiunti relativamente alle sole domande riguardo alle quali la struttura ha competenza e che prevedono le seguenti opzioni di risposta: SI: integrale adempimento si: prevalente adempimento no: prevalente inadempimento NO: nessun adempimento N.V: non valutabile Al fine dell’attribuzione di un punteggio relativo alle risultanze del monitoraggio si attribuiscono i seguenti pesi: SI = 100 si = 66 no = 33 NO = 0 N.V: la domanda, anche se di competenza, viene esclusa dal computo in quanto o la scadenza di risposta è successiva alla data di effettuazione del monitoraggio ovvero difetta il presupposto. La documentazione utilizzata per la verifica è estratta a campione tra gli atti del servizio con un minimo di n. 4 evidenze, salvo numero minore se rappresentativo dell’intera produzione della struttura.

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SEZIONE 1

A) PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE - LIVELLO GENERALE

1) La struttura è coinvolta nella gestione di processo/i a rischio di cui al PTPC: SI NO

In caso si risposta affermativa indicare quale/i: ________________________________________________ 2) In riferimento ai processi valutati a rischio censiti al PTPC vi sono state delle modifiche che incidono sull’indice di valutazione del rischio individuato: Alinea di competenza della struttura: SI NO

In caso di risposta affermativa, la revisione riguarda il/i seguente/i processo/i: ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ (allegare le relative schede di valutazione del rischio aggiornate) 3) Riguardo al/ai processo/i già censito/i è/sono costantemente applicata/e la/e “Misure preventive in atto” come descritte nel PTPC: 3.1 - Processo …………

Verifica effettuata: ______________________________________________________________________________________ SI si no NO N.V. punteggio___________ 3.2 - Processo …………

Verifica effettuata: ______________________________________________________________________________________ SI si no NO N.V. punteggio___________ 4) Riguardo al/ai predetto/i processo/i a rischio è/sono stata/e implementata/e le “Misure preventive da adottare” come indicata/e nel PTPC: 4.1 - Processo …………

Verifica effettuata: ______________________________________________________________________________________ SI si no NO N.V. punteggio___________ 4.2 - Processo …………

Verifica effettuata: ______________________________________________________________________________________ SI si no NO N.V. punteggio___________

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5) Sussistono ulteriori processi valutati a rischio da sottoporre ad analisi: SI NO

In caso di risposta affermativa, quali e per quali ragioni_________________________________________ 6) Applicazioni delle “misure trasversali” di cui al PTPC: Alinea di competenza della struttura: SI NO

Quali misure sono applicabili: a b c d e f g h

Quali applicate: a b c d e f g h

Verifica effettuata: ______________________________________________________________________________________ 7) In riferimento a quanto indicato nel PTPC – Paragrafo “Rotazione del personale” - sono applicate le misure indicate: Alinea di competenza della struttura: SI NO

In caso di risposta affermativa, verifica effettuata: ______________________________________________________________________________________ SI si no NO N.V. punteggio___________ 8) In riferimento alla rotazione del personale, presso la struttura sono state adottate misure ancorché non previste nel PTPC SI NO

In caso di risposta affermativa, quali misure sono state adottate __________________________________ _____________________________________________________________________________________ Se NO si intende adottarne?

SI NO

Se SI, quali ____________________________________________________________________________ 9) in riferimento a quanto indicato nel PTPC paragrafo “Obbligo di astensione” si è rilevata la segnalazione della circostanza da parte di personale dipendente assegnato: SI NO

In caso di risposta affermativa si riassuma la casistica e si evidenzino le conclusioni alle quali il Responsabile della struttura è pervenuto: ______________________________________________________________________________________ 10) Art. 35 bis del D.Lgs 165/2001 (Prevenzione del fenomeno della Corruzione nella formazione di commissioni nelle assegnazioni di uffici). Riguardo ai soggetti componenti Commissioni per l’accesso a pubblici uffici/ individuazioni contraenti/ attribuzione vantaggi economici/ preposizioni ad uffici specifici si è proceduto ad accertare l’assenza delle condizioni ostative di legge:

Alinea di competenza della struttura: SI NO

In caso di risposta affermativa:

si sono acquisite le autodichiarazioni dagli interessati

Verifica effettuata: ________________________________________________________________________________

SI si no NO N.V. punteggio___________

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si sono verificate le autodichiarazioni presso il Casellario Giudiziale

Alinea di competenza della struttura: SI NO

Verifica effettuata: ________________________________________________________________________________

SI si no NO N.V. punteggio___________

11) Dichiarazioni di insussistenza di cause di incompatibilità - situazioni di conflitto di interessi- osservanza del codice di comportamento (consulenti e collaboratori) Alinea di competenza della struttura: SI NO

In caso di risposta affermativa:

- A) la dichiarazione è stata acquisita prima del conferimento dell’incarico

Verifica effettuata: ________________________________________________________________________________

SI si no NO N.V. punteggio___________

- B) la dichiarazione è stata redatta sul modulo previsto

Verifica effettuata: ________________________________________________________________________________

SI si no NO N.V. punteggio___________

12) “Codici di Comportamento” di cui al P.N.A. (capoverso 3.1.3). Negli schemi di incarico/contratto/bandi si è proceduto ad inserire l’obbligatorietà di osservanza per i terzi delle prescrizioni contenute nei Codici (Naz.le_Az.le):

Alinea di competenza della struttura: SI NO

In caso di risposta affermativa, si è proceduto all’adeguamento richiesto

Verifica effettuata: ______________________________________________________________________________________ SI si no NO N.V. punteggio___________ 13) Curricula vitae di consulenti e collaboratori

Alinea di competenza della struttura: SI NO

In caso di risposta affermativa:

- Il curriculum è stato acquisito prima del conferimento dell’incarico

Verifica effettuata: ________________________________________________________________________________

SI si no NO N.V. punteggio___________

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SEZIONE 1

B) PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE - LIVELLO SPECIFICO

A) SERVIZIO GESTIONE GIURIDICA DEL PERSONALE

1) Attività di vigilanza sull’applicazione del Codice di Comportamento (Nazionale- Aziendale) – art. 54 del D.Lgs 165/2001- con riferimento anche all’attività dell’U.P.D.:

SI indicano le modalità alle quali si conforma l’agire dell’Ufficio: ________________________________________________________________________________ 2) Consegna ai neo assunti dei predetti codici di comportamento (Nazionale e Aziendale) nonché del documento “Prevenzione della Corruzione, Trasparenza e Integrità”:

SI si no NO N.V. Verifica effettuata: ________________________________________________________________________________ 3) Sono state rilasciate autorizzazioni allo svolgimento di incarichi (rilascio dal 01.01.2015):

SI si no NO N.V.

In caso di risposta affermativa indicare il numero di richieste autorizzate e il numero di richieste non autorizzate distinguendo tra incarichi retribuiti e gratuiti: ________________________________________________________________________________________________

Verifica effettuata: ________________________________________________________________________________________________

4) Monitoraggio per verificare la presenza di incarichi extra istituzionali non autorizzati (dal 01.01.2015):

Nel merito si acquisisce la seguente dichiarazione: _______________________________________

5) Codici di comportamento – Sono pervenute richieste di pareri preventivi dalle strutture aziendali (dal 01.01.2015):

SI NO

In caso di risposta affermativa: n. ___________________________

Nel merito si acquisisce la seguente dichiarazione: _____________________________________

6) Segnalazioni di violazione del Codice di Comportamento (dal 01.01.2015):

SI NO

In caso di risposta affermativa: n. ___________________________

Nel merito si acquisisce la seguente dichiarazione: _______________________________________ 7) N. procedimenti disciplinari attivati (dal 01.01.2015):

SI NO

In caso di risposta affermativa: n. ___________________________

Nel merito si acquisisce la seguente dichiarazione: ______________________________________

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8) Autodichiarazioni di assenza di cause di incompatibilità/inconferibilità (personale dipendente)

- A) la dichiarazione è stata acquisita prima del conferimento dell’incarico

Verifica effettuata: __________________________________________________________________________

SI si no NO N.V. punteggio ___________

- B) la dichiarazione è stata redatta sul modulo previsto

Verifica effettuata: __________________________________________________________________________

SI si no NO N.V. punteggio ___________

B) SERVIZIO AFFARI GENERALI

Autodichiarazioni di assenza di cause di incompatibilità/inconferibilità (personale dipendente)

- A) la dichiarazione è stata acquisita prima del conferimento dell’incarico

Verifica effettuata: __________________________________________________________________________

SI si no NO N.V. punteggio ___________

- B) la dichiarazione è stata redatta sul modulo previsto

Verifica effettuata: __________________________________________________________________________

SI si no NO N.V. punteggio ___________

C) SERVIZIO APPROVVIGIONAMENTI

“Protocolli di Legalità” Nel merito si acquisisce la dichiarazione sullo stato di attuazione

D) SERVIZIO TECNICO

“Protocolli di Legalità” Nel merito si acquisisce la dichiarazione sullo stato di attuazione

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SEZIONE 2

TRASPARENZA ED INTEGRITA’

1) La struttura alimenta il sito aziendale

SI NO

In caso di risposta affermativa, sono di competenza della struttura le seguenti Sezioni/Sottosezioni: 1. ________________ 2. ________________ 3. __________________ 4. ________________ 5. __________________ 6. _________________ 7. ___________________ 8. _________________ 2) In riferimento a ciascuna sezione di competenza, l’aggiornamento è: esaustivo, coerente con la tempistica prevista e con quanto evidenziato nel Manuale operativo aziendale

2.1 - Sezione __________ - Sottosezione _________ Verifica effettuata: ______________________________________________________________________________________

SI si no NO N.V. punteggio ___________

2.2 - Sezione __________ - Sottosezione _________ Verifica effettuata: ______________________________________________________________________________________

SI si no NO N.V. punteggio ___________

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SEZIONE 3

VERIFICA DEGLI ADEMPIMENTI GARANTITI IN ESITO AL MONITORAGGIO PRECEDENTE (RIF. NOTA Prot. ……..del…………….)

1) STRUTTURA _______________________ Prescrizione_______________________ Verifica effettuata: ______________________________________________________________________________________ Adempimento: SI NO 2) STRUTTURA _______________________ Prescrizione_______________________ Verifica effettuata: ______________________________________________________________________________________ Adempimento: SI NO

ESITO DEL MONITORAGGIO: PUNTEGGIO (media aritmetica) = _________ Il punteggio conseguito: SUPERA/NON SUPERA LO STANDARD RICHIESTO. Osservazioni ulteriori sulla base di quanto emerso in sede di monitoraggio:

Firme: Per la Struttura:______________________________ - ___________________________________ Per il Comitato Az.le ex Delibera 1/2014: _____________________ - ____________________

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19. Sviluppo e aggiornamento del Piano

L’arco temporale di riferimento del presente piano è il triennio 2016-2018. Il documento verrà

aggiornato annualmente. Il presente Piano è stato aggiornato secondo le indicazioni che ANAC ha

emanato con Determinazione n. 12 /2015. Sono stati rivalutati processi già censiti secondo un’ottica

nuova circa il loro inserimento nella mappatura generale delle funzioni. Sono stati incrementati i

processi censiti rispetto agli anni precedenti.

Tuttavia nell’ottica indicata da ANAC, nel corso del 2016, si procederà nell’analisi dei processi

potenzialmente ritenuti a rischio per ampliare la mappatura evidenziata.

Il metodo di lavoro viene confermato e cioè sarà caratterizzato da un importante e fondamentale

coinvolgimento dei responsabili e dei loro collaboratori e da una successiva diffusione sia all’interno

che all’esterno. L’adozione del Piano ed i suoi aggiornamenti saranno pubblicati sul sito web

aziendale e sulla intranet.

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