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Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi COMUNI DI LOIANO, MONZUNO, PIANORO PIANO STRUTTURALE COMUNALE COMUNITÀ MONTANA CINQUE VALLI BOLOGNESI Presidente: Andrea Marchi COMUNE DI LOIANO COMUNE DI MONZUNO COMUNE DI PIANORO Sindaco: Giovanni Maestrami Sindaco: Andrea Marchi Sindaco: Simonetta Saliera Ufficio di Piano Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi: Arch. Ferdinando Petri - Ing. Mario Di Lodovico Comune di Loiano: Arch. Eva Gamberini - Comune di Monzuno: Ing. Massimo Milani - Comune di Pianoro: Dott. Luca Lenzi Responsabili di progetto: Arch. Carla Ferrari Arch. Rudi Fallaci - Tecnicoop soc.coop. Ing. Roberto Farina - Oikos Ricerche s.r.l. Consulenti e collaboratori: per le analisi sul sistema della pianificazione e sul sistema insediativo attuale: arch. Carla Ferrari, arch. Luca Biancucci (Tecnicoop soc.coop), dott. urb. Mario Scarpari di Prà Alto, dott. urb. Alida Spuches per le analisi socio-economiche e gli scenari insediativi: dott. urb. Francesco Manunza - Oikos Ricerche srl per le analisi delle persistenze storiche e dei tessuti urbani: arch. Enrico Guaitoli Panini, arch. Irene Esposito, arch. Barbara Varini, dott. arch. Cecilia Carattoni, dott. arch.Giovanni Buffagni per le analisi archeologiche: dott. Paolo Campagnoli, dott. geol. Carlo Del Grande (Ambiente Terra) per le analisi sugli aspetti geologici, geomorfologici, sismici ed idraulici: dott. geol. Aldo Quintili, dott. geol. Marco Massacci, dott. geol. Marina Silvestri, dott. geol. Valeriano Franchi, dott. geol. Stefania Asti, ing. Adelio Pagotto, dott. geol. Gianluca Vaccari, dott. Fausto Melotti, ing. Yos Zorzi per le analisi della mobilità e del traffico: ing. Francesco Mazza, ing. Fabio Cerino (Airis srl) per le analisi sul rumore e sulla qualità dell'aria: dott.sa Francesca Rametta, ing. Irene Bugamelli, ing. Gildo Tomassetti (Airis srl) per le analisi sui temi energetici: ing. Gionatan Ruscelli, ing. Gildo Tomassetti (Airis srl) per le analisi sul territorio rurale (agricoltura, paesaggio, ecosistemi): dott. agr. Salvatore Giordano, arch. Camilla Alessi, (Airis srl), dott. for. Paolo Rigoni, dott. agr. Michele Sacchetti INTRODUZIONE E ANALISI DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA giugno 2008 RELAZIONE QC.1/R

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  • Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi

    COMUNI DI LOIANO, MONZUNO, PIANORO

    PIANO STRUTTURALE COMUNALE

    COMUNITÀ MONTANA CINQUE VALLI BOLOGNESI Presidente: Andrea Marchi

    COMUNE DI LOIANO COMUNE DI MONZUNO COMUNE DI PIANORO Sindaco: Giovanni Maestrami Sindaco: Andrea Marchi Sindaco: Simonetta Saliera

    Ufficio di Piano

    Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi: Arch. Ferdinando Petri - Ing. Mario Di Lodovico Comune di Loiano: Arch. Eva Gamberini - Comune di Monzuno: Ing. Massimo Milani - Comune di Pianoro: Dott. Luca Lenzi

    Responsabili di progetto:

    Arch. Carla Ferrari Arch. Rudi Fallaci - Tecnicoop soc.coop.

    Ing. Roberto Farina - Oikos Ricerche s.r.l.

    Consulenti e collaboratori: per le analisi sul sistema della pianificazione e sul sistema insediativo attuale:

    arch. Carla Ferrari, arch. Luca Biancucci (Tecnicoop soc.coop), dott. urb. Mario Scarpari di Prà Alto, dott. urb. Alida Spuches per le analisi socio-economiche e gli scenari insediativi: dott. urb. Francesco Manunza - Oikos Ricerche srl

    per le analisi delle persistenze storiche e dei tessuti urbani: arch. Enrico Guaitoli Panini, arch. Irene Esposito, arch. Barbara Varini, dott. arch. Cecilia Carattoni, dott. arch.Giovanni Buffagni

    per le analisi archeologiche: dott. Paolo Campagnoli, dott. geol. Carlo Del Grande (Ambiente Terra) per le analisi sugli aspetti geologici, geomorfologici, sismici ed idraulici:

    dott. geol. Aldo Quintili, dott. geol. Marco Massacci, dott. geol. Marina Silvestri, dott. geol. Valeriano Franchi, dott. geol. Stefania Asti, ing. Adelio Pagotto,

    dott. geol. Gianluca Vaccari, dott. Fausto Melotti, ing. Yos Zorzi per le analisi della mobilità e del traffico: ing. Francesco Mazza, ing. Fabio Cerino (Airis srl)

    per le analisi sul rumore e sulla qualità dell'aria: dott.sa Francesca Rametta, ing. Irene Bugamelli, ing. Gildo Tomassetti (Airis srl) per le analisi sui temi energetici: ing. Gionatan Ruscelli, ing. Gildo Tomassetti (Airis srl)

    per le analisi sul territorio rurale (agricoltura, paesaggio, ecosistemi): dott. agr. Salvatore Giordano, arch. Camilla Alessi, (Airis srl), dott. for. Paolo Rigoni, dott. agr. Michele Sacchetti

    INTRODUZIONE E ANALISI DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA giugno 2008

    RELAZIONE QC.1/R

  • Comunità Montana CINQUE VALLI - Comuni di LOIANO - MONZUNO - PIANORO - Quadro Conoscitivo del PSC

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    COMUNITA' MONTANA CINQUE VALLI BOLOGNESI

    COMUNI DI

    LOIANO - MONZUNO - PIANORO

    P.S.C.

    QUADRO CONOSCITIVO

    QC.1/R

    INTRODUZIONE E ANALISI DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA

    INDICE 1.1 INTRODUZIONE pag. 2 1.2 IL SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE pag. 5

    1.2.1 PTCP BO- Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Bologna pag. 5 1.2.1.1 Piano Provinciale del Commercio della Provincia di Bologna (POIC) pag. 15

    1.2.2 PRIT98 – Piano Regionale Integrato dei Trasporti pag. 16 1.2.3 PMP – Piano Mobilità Provinciale di Bologna pag. 17 1.2.4 POIC – Piano Operativo Insediamenti Commerciali pag. 20 1.2.5 PLERT – Piano di Localizzazione delle Emittenti Radio Televisive pag. 22 1.2.6 PIAE – Piano Infraregionale attività estrattive della Provincia di Bologna pag. 29 1.2.7 ATO 5 Bologna – Piani d’Ambito pag. 44

    1.2.7.1 Piano di prima attivazione del Servizio Idrico Integrato pag. 44 1.2.7.2 Piano prima attivazione del Servizio di Gestione dei Rifiuti Urbani pag. 48

    1.2.8 PTA - Piano Tutela delle Acque pag. 49 1.2.9 Piani di Bacino pag. 52

    1.2.9.1 PSAI – Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico Bacino del Reno pag. 52 1.2.10 PGQA – Piano di Gestione della Qualità dell’Aria pag. 53 1.2.11 PEAP – Piano Energetico Ambientale Provinciale pag. 55

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    1.1 INTRODUZIONE

    Il Quadro Conoscitivo finalizzato alla elaborazione del PSC dei Comuni di Loiano, Monzuno e Pianoro è articolato, in funzione dei diversi contributi disciplinari, negli elaborati riportati nella tabella allegata. Il presente documento (QC/1) costituisce l'introduzione ai documenti che compongono il Quadro Conoscitivo del PSC dei Comuni di Loiano, Monzuno e Pianoro (facenti parte della Comunità Montana Cinque Valli) (Relazioni/Tavole/Allegati). Il Quadro Conoscitivo è articolato in due sistemi principali: - SISTEMA INSEDIATIVO E DELLA MOBILITA', a sua volta articolato in:

    - Introduzione e analisi della pianificazione sovraordinata (QC.1) - Sistema socio-economico e scenari demografici (QC.2) - Sistema insediativo storico (QC.3) - Sistema insediativo attuale (QC.4) - Sistema della mobilità (QC.5)

    - SISTEMA NATURALE E AMBIENTALE, a sua volta articolato in:

    - Suolo - Sottosuolo - Acque (QC.6) - Rumore - Qualità dell'aria - Energia (QC.7) - Territorio rurale: Agricoltura, Paesaggio, Ecosistemi (QC.8)

    Ciascuno dei sistemi o delle componenti di sistema sopra richiamati è stato indagato restituendo le informazioni raccolte nei seguenti elaborati: - una relazione descrittiva che, per comodità di consultazione, raccoglie anche le tavole di

    analisi ridotte alla scala del formato A3 e che sono però stampabili nel formato A0, alla scala originale in cui sono state rappresentate;

    - una o più tavole per ciascun sistema o sottosistema, che riporta gli elementi conoscitivi indispensabili per lo sviluppo delle scelte di piano e le relative emergenze e criticità, oltre ai limiti e condizioni alle trasformazioni;

    - gli allegati alle analisi delle diverse componenti. Ai fini della riconoscibilità dei diversi documenti che compongono il Quadro Conoscitivo è utile sapere che gli elaborati hanno tutti un codice alfanumerico che li identifica nell'ambito del QC (Quadro Conoscitivo): - per ciascuna componente analizzata, identificata con il proprio codice (QC.1, QC.2,

    QC.3, ecc.), è stata predisposta una Relazione di analisi, identificata con la lettera “R”; - le tavolette allegate alla relazione (identificate con la lettera “t” minuscola) sono state

    realizzate a scala maggiore e stampate in formato A3 al solo scopo di poterne avere una agevole consultazione durante la lettura della relazione. In quanto parte integrante del QC esse sono riportate nel CD che raccoglie tutta la documentazione del Quadro Conoscitivo alla scala di redazione originaria perchè, chi lo ritiene, possa consultarli anche nel formato originale;

    - le Tavole, identificate oltre che con il codice numerico della componente analizzata, con la lettera “T” maiuscola, riportano la sintesi delle elaborazioni per ciascuna componente, sia in termini di vincoli e tutele esistenti, sia in termini di emergenze, criticità, limiti e condizioni alle trasformazioni;

    - gli Allegati, identificati con la lettera "A".

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    Con riferimento alle tavole e agli allegati, per ciascuna componente indagata, la Relazione del Quadro Conoscitivo riporta: - rappresentazione dello stato di fatto del territorio e dei processi evolutivi che lo

    connotano: la rappresentazione dello stato di fatto tiene conto, ove possibile, dei processi evolutivi,

    evidenziando, laddove si sia in possesso anche di dati e informazioni acquisite in epoche precedenti, se l’attuale stato evidenzia un processo di miglioramento/peggioramento rispetto al passato e in che termini.

    - vincoli alla trasformazione e allo sviluppo del territorio: sono evidenziati i vincoli in senso stretto all’uso e alla trasformazione del territorio che

    derivano da prescrizioni di piani sovraordinati o da leggi inerenti il tematismo indagato. Tali vincoli possono essere connessi alle particolari caratteristiche del territorio

    (morfologiche, geologiche, ecc.) o al suo valore (naturale, culturale, ambientale, paesaggistico, ecc.) ovvero all’esistenza di fattori di rischio (ambientale, industriale, ecc.).

    - valutazione delle criticita': sono evidenziate le condizioni di criticità che attengono al tematismo indagato, al fine di

    evidenziare i problemi di natura ambientale, infrastrutturale, insediativa, ecc. che il tematismo stesso presenta e che possono condizionare le future scelte di piano.

    - limiti e condizioni alla trasformazione: Sono indicate le prescrizioni o le cautele che occorre seguire nella trasformazione e uso

    del territorio, alla luce delle analisi della singola componente, ed eventualmente gli interventi che si ritengono necessari per superare le criticità indicate, anche mediante l'introduzione di misure di compensazione.

    Il Quadro Conoscitivo è completato dalle tavole di "Sintesi del Quadro Conoscitivo del PSC - emergenze, criticità, limiti e condizioni alle trasformazioni" in scala 1:25.000 e 1:15.000, che raccolgono gli elementi più significativi, in termini di emergenze, di criticità rilevate e di limiti e condizioni alla trasformazione del territorio, di ciascuna componente indagata. Le indicazioni desumibili dal Quadro Conoscitivo ed in particolare dalle valutazioni di criticità rilevate ovvero dai limiti e condizioni alla trasformazione del territorio, consentiranno di formulare un sistema di scelte strategiche che costituiranno l’ossatura delle scelte del Piano Strutturale e che saranno anticipate nel Documento Preliminare e nel relativo Schema Strutturale. Il presente documento introduttivo (QC/1) riporta, come quadro di riferimento per la pianificazione del territorio di Loiano, Monzuno e Pianoro, una sintesi degli elementi strutturali della pianificazione sovraordinata, che più in dettaglio, laddove necessario, viene anche indagata nelle relazioni relative ai sistemi o alle singole componenti di analisi.

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    1.2 IL SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA

    L’analisi riportata nel presente capitolo ha come oggetto il sistema della pianificazione sovraordinata della Provincia di Bologna e approfondisce in particolare il Piano Territoriale di Coordinamento e il sistema della pianificazione settoriale (infrastrutturale, ambientale, energetica, etc.), provinciale e regionale, mettendo in evidenza i contenuti e gli indirizzi di carattere prevalentemente territoriale. L’obiettivo è quello di ricostruire il quadro generale degli indirizzi e delle direttive che avranno influenza nel processo di pianificazione del PSC dei Comuni di Loiano, Monzuno e Pianoro. 1.2.1 PTCP BO - Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Bologna

    Il PTCP è “lo strumento di pianificazione che definisce l'assetto del territorio con riferimento agli interessi sovracomunali, articolando sul territorio le linee di azione della programmazione regionale” ai sensi della LR 20/2000. In particolare il PTCP di Bologna identifica tre grandi obiettivi strategici: - un accordo istituzionale per il governo dell’area metropolitana; - un nuovo e più importante rango dell’area bolognese e del sistema urbano regionale; - una effettiva sostenibilità dei sistemi urbani e delle scelte di sviluppo del territorio. Le vicende della pianificazione d’area vasta nel territorio bolognese, al momento consolidate con l'approvazione del PTCP, si sviluppano nell’arco di tempo di circa quindici anni. Dalla fine degli anni ’80 l’Amministrazione provinciale di Bologna avvia gli studi per il Piano Territoriale Infraregionale (PTI) ai sensi della LR 36/88 che si sono conclusi con l’adozione del piano nei primi anni ’90. Questo piano assume la funzione di strumento di programmazione socio-economica, territoriale e ambientale del territorio bolognese. Parallelamente la Legge 142/1990 sulle autonomie locali attribuisce alle Province poteri in materia di pianificazione di area vasta e il compito di elaborare i PTCP. Nel corso degli anni ’90 la Provincia si dota prima dello “Schema Direttore del Territorio Metropolitano” (1997), che, sulla base delle opzioni strategiche del PTI, si configura come strumento di concertazione tra i vari livelli amministrativi dell’area metropolitana, basato su accordi tecnico-politici. Successivamente, a partire dal 2001, avvia il processo di pianificazione per il PTCP vero e proprio. È da rilevare l’importanza, nel PTCP, assegnata agli ambiti intercomunali di cooperazione per la concertazione delle politiche urbanistiche, che ha rilanciato un'inedita e innovativa stagione di pianificazione in forma associata. Il PSC in forma associata dei Comuni di Loiano, Monzuno e Pianoro (facenti parte della Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi) dà quindi seguito alle indicazioni espresse dal PTCP.

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    Fig. 1.1 – Tavola 3 del PTCP di Bologna, foglio Sud, che riguarda “l’assetto evolutivo degli insediamenti, delle reti ambientali e delle reti per la mobilità” – Area di Pianoro.

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    Fig. 1.2 – Tavola 3 del PTCP di Bologna, foglio Sud, che riguarda “l’assetto evolutivo degli insediamenti, delle reti ambientali e delle reti per la mobilità” – Area di Loiano e Monzuno.

    Di seguito viene riportato un elenco dei principali contenuti del PTCP che insistono sul territorio oggetto di studio, approfondendo in particolare il sistema ambientale e il tema delle reti ecologiche, il sistema insediativo e il sistema delle infrastrutture per

    la mobilità. Sistema insediativo ed infrastrutturale

    Il sistema insediativo dei tre Comuni di Loiano, Monzuno e Pianoro gravita storicamente su due strade di valico appenninico:la Strada Provinciale n. 65, detta “della Futa”, che segue il fondovalle del Fiume Savena fino a Pianoro e poi il crinale fra Savena e Idice, attraversando Loiano, e la provinciale 325 che seguendo il fondovalle del Setta attraversa Vado e Rioveggio; i centri abitati di Vado, Monzuno e Loiano sono poi interessati dalla Provinciale n.59 “di Monzuno” o “Mediana montana”, la quale collega trasversalmente la valle

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    del Savena e la Valle del Setta. Più recentemente l’apertura della Provinciale Fondo-Valle-Savena ha dato una nuova accessibilità sia a Monzuno che a Loiano Il sistema infrastrutturale di questa porzione di territorio provinciale classificato dal PTCP e quindi oggetto di politiche attive, si articola nei seguenti elementi: - la viabilità extraurbana secondaria di rilievo provinciale e interprovinciale (art. 12.8,

    12.9, 12.10, 12.11), che corrisponde alla strada Fondo-valle-Savena”; - la viabilità extraurbana secondaria di rilievo intercomunale (art. 12.8, 12.9, 12.10, 12.11),

    che comprende le Provinciali n. 65 ”Futa”, n. 253 Val di Setta, n. 59 di Monzuno, n. 23 Monzuno-Rioveggio e n. 37-58 “Ganzole-Pieve del Pino.

    Una delle principali scelte strategiche del PTCP riguarda il potenziamento prevalente del carico insediativo di quei centri urbani dotati delle fermate del Sistema Ferroviario

    Metropolitano, una volta entrato a regime, per favorire la mobilità su ferro. Tale indicazione, da valutare in sede di pianificazione locale, riguarda i centri di Pianoro (fermate di Rastignano, Pian di Macina e Pianoro) e di Vado (fermata Monzuno-Vado) lungo la linea n.5 del SFM.

    Fig. 1.3 – Carta del Servizio Ferroviario Metropolitano. Per quanto riguarda invece le aree produttive il PTCP individua in Comune di Pianoro un “ambito di rilievo sopracomunale consolidato per funzioni miste manifatturiere e terziarie” (art. 9.1), che si trova tra Rastignano e Pianoro lungo il Savena. Si riportano di seguito alcune delle più rilevanti opzioni del PTCP, con riferimento al sistema insediativo ed infrastrutturale: - il rafforzamento fino alla completa attuazione del Sistema Ferroviario Metropolitano,

    come principale risposta ambientalmente sostenibile al tema della mobilità nell’area metropolitana;

    - l’individuazione di altri poli produttivi da razionalizzare e qualificare, piuttosto che da espandere, ma anch’essi di riconosciuto rilievo provinciale;

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    - l’obiettivo del decongestionamento del centro dell’area metropolitana, dello storico asse di sviluppo della via Emilia e della fascia pedecollinare: contesti saturi di funzioni e di insediamenti, e spesso in condizioni di criticità e fragilità ambientale;

    - l’adozione di criteri selettivi negli sviluppi residenziali che privilegiano i centri urbani dotati di adeguata gamma di servizi e quelli serviti dalle linee del trasporto su ferro.

    Il territorio dei tre Comuni di Loiano, Monzuno e Pianoro ricade nella UP7 della “Collina Bolognese” (quasi tutto il comune di Pianoro e un lembo all’estremo nord di Monzuno) e nella alla UP10 della “Montagna Media Orientale” (tutto il territorio di Loiano e buona parte di quello di Monzuno); infine un lembo del comune di Monzuno oltre il Setta ricade nella UP9 “Media Montagna Occidentale” (artt.3.1 e 3.2).

    Fig. 1.4 - Le Unità di Paesaggio della Provincia di Bologna

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    Si riportano di seguito, in quanto particolarmente rilevanti ai fini della pianificazione, le Disposizioni specifiche per il territorio collinare e montano indicate rispettivamente all'art. 10.8 e 10.9 delle NTA del PTCP della Provincia di Bologna: Territorio collinare

    “1.(D) Le disposizioni che seguono trovano applicazione per gli insediamenti urbani ricadenti nelle Unità di paesaggio della Collina bolognese (…)

    2.(I) Per tutto il territorio di cui al primo punto, il PTCP formula i seguenti indirizzi e criteri a cui orientare la pianificazione comunale e le azioni e interventi settoriali che interessano gli insediamenti urbani. a) Valorizzazione delle funzioni coerenti e compatibili con le specifiche condizioni di

    carattere geomorfologico, socio-economico e paesaggistico: - in primo luogo la funzione di riequilibrio ecologico per compensare la forte

    densità insediativa della fascia pedemontana sottostante; - la funzione paesaggistica, con riferimento a tutto il territorio ma in particolare

    alla fascia che comprende i primi versanti collinari visibili dalle zone urbane e dalle infrastrutture della pedecollina e di fondovalle, che costituiscono la 'cornice' paesaggistica delle aree più densamente urbanizzate;

    - la funzione 'turistica' riferita alle attività del tempo libero della popolazione urbana;

    - la funzione di area residenziale di qualità. b) Sviluppo diffuso delle attività economiche e di servizio connesse alla fruizione

    delle risorse ambientali. c) Valorizzazione delle aree fluviali e perifluviali (Reno, Savena, Idice, Sillaro,

    Sellustra, Santerno, Samoggia, Lavino) anche in funzione della fruizione da parte dell’utenza urbana.

    d) Per quanto riguarda le politiche di sviluppo urbano: - promozione della riqualificazione urbana; in particolare attraverso la

    riconversione degli insediamenti produttivi dismessi, per residenza, servizi e attività economiche compatibili qualora collocati all’interno o a ridosso di aree urbane residenziali, o ancora per attività produttive o terziarie negli altri casi;

    - esclusione dell’ulteriore espansione urbana per la residenza nei sistemi urbani delle valli del Lavino, dello Zena, dell’Idice, del Sillaro, dotati di una debole infrastrutturazione per la mobilità di cui non è possibile o comunque non previsto a breve o medio periodo il potenziamento, nonché nei piccoli nuclei di crinale;

    - indirizzo prevalente alla riqualificazione urbana nei sistemi vallivi fortemente infrastrutturati ed insediati del Reno, del Setta e del Savena (comuni di Pianoro e Sasso Marconi) evitando l’ulteriore utilizzazione urbana di suoli non urbani salvo che per opere non diversamente localizzabili e salvo che si tratti di aree a distanza pedonale da stazioni e fermate del SFM;

    - contenimento dell’ulteriore espansione urbana negli altri sistemi vallivi (Samoggia e Santerno) evitando comunque ogni ulteriore utilizzazione urbana di aree di pertinenza fluviale salvo che per opere non diversamente localizzabili.

    e) Distribuzione nel tempo dell’attuazione delle aree edificabili attraverso una programmazione pluriennale concertata; laddove sono formate le Associazioni o Unioni di Comuni, tale programmazione va concertata a livello di Associazione o Unione intercomunale. A questo fine occorre inserire nei PSC i criteri per la definizione del tetto massimo di nuova offerta edilizia, da rispettare in ciascun

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    POC, sulla base delle condizioni di sostenibilità dei nuovi insediamenti, e in sede di POC occorre verificare preventivamente l’attuazione di tali condizioni di sostenibilità di ciascun nuovo insediamento.

    3.(D) Ai fini dell’applicazione dei criteri di cui al punto precedente lettera d): - per i centri abitati e i sistemi urbani delle valli del Lavino, dello Zena, dell’Idice,

    nonché per i piccoli nuclei di crinale, il PSC potrà prevedere un’estensione complessiva del Territorio Urbano (TU + TPU + TDU, v.) non superiore a quella del Territorio Urbano secondo il PRG vigente al momento dell’entrata in vigore delle presenti norme;

    - per i centri abitati e i sistemi urbani delle valli del Samoggia, del Santerno e del Sillaro, il PSC potrà prevedere un’estensione complessiva del Territorio Urbano (TU + TPU + TDU, v.) che superi per non più del 5% l’estensione complessiva del Territorio Urbano secondo il PRG vigente al momento dell’entrata in vigore delle presenti norme;

    - nelle verifiche di cui sopra potrà non tenersi conto di incrementi dell’estensione del territorio urbano dovuti a nuove previsioni per infrastrutture, impianti e servizi di interesse generale, nonché a nuove previsioni di aree che si collochino a distanza pedonale da stazioni e fermate del SFM.

    4.(I) Per quanto riguarda le attività produttive industriali e artigianali, nel territorio collinare la Provincia e i Comuni favoriscono il consolidamento e la compatibilizzazione delle attività produttive in essere, nel rispetto delle disposizioni del presente piano. In relazione alle particolari caratteristiche e funzioni del territorio collinare, non sono individuati nel PTCP ambiti specializzati per attività produttive di rilievo sovracomunale suscettibili di sviluppo.

    5.(D) Al di fuori degli ambiti specializzati per attività produttive di rilievo sovracomunale consolidati, per i quali si applicano le disposizioni di cui all’art. 9.1, è ammessa la previsione urbanistica di nuove aree edificabili per attività produttive manifatturiere esclusivamente finalizzate a specifiche esigenze di sviluppo di attività già insediate nel territorio collinare, con la procedura dell’Accordo di programma in variante ai sensi dell’art. 40 della L.R. 20/2000 o in sede di approvazione del PSC. Può tuttavia trovare applicazione, anche nel territorio collinare, quanto previsto all’art. 9.6 punto 5 nel caso di necessità di delocalizzazione di stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti”.

    Territorio montano

    1.(D) Le disposizioni che seguono trovano applicazione per gli insediamenti urbani ricadenti nelle Unità di paesaggio della Montagna media bolognese (…).

    2.(I) Per il territorio di cui al primo punto, il PTCP formula i seguenti indirizzi e criteri a cui orientare la pianificazione comunale e le azioni e interventi settoriali che interessano gli insediamenti urbani: a) Consolidamento della gamma dei servizi di attrazione sovracomunale presso i

    capisaldi principali di Porretta Terme, Vergato e Castiglione dei Pepoli, e secondariamente Loiano.

    b) Qualificazione in particolare del polo produttivo dell’Alto Reno e del polo urbano di Porretta, inteso come sistema insediativo unitario del fondovalle da Silla a Ponte della Venturina, attraverso: - la tenuta del distretto manifatturiero quale freno allo sviluppo di pendolarismi

    a più lungo raggio verso la pianura; - la difesa e diversificazione del ruolo commerciale del centro storico e

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    l’integrazione anche con nuovi servizi di attrazione a supporto dell’economia turistica;

    - la valorizzazione delle attività termali, delle attività ricettive connesse e delle ulteriori funzioni correlate insediabili nell’area presso la ex sottostazione elettrica, considerate nel loro insieme come polo funzionale, di cui all’art. 9.4.

    c) Sostegno alle diverse forme ed ai diversi segmenti dell'economia turistica, attraverso lo sviluppo diffuso delle attività economiche e di servizio connessa all’utenza turistica ed escursionistica e alla popolazione stagionale.

    d) Promozione e indirizzo prioritario agli interventi di riqualificazione urbana, al recupero e riuso del patrimonio edilizio storico, al riuso delle aree urbanizzate dismesse.

    e) Sviluppo residenziale in risposta alla domanda di residenza di qualità che proviene dalla conurbazione sottostante, oltre che attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente, anche attraverso eventuali integrazioni e crescita dei centri abitati, alle seguenti condizioni: - una precisa coerenza fra le politiche dei servizi pubblici, le condizioni di

    accessibilità e le eventuali scelte urbanistiche di espansione urbana, con l’obiettivo di ridurre al minimo la necessità di utilizzo dell’automobile per gli spostamenti di maggiore frequenza. Ciò richiede di:

    - limitare le scelte di espansione urbana (ambiti per nuovi insediamenti) esclusivamente attorno ai centri urbani dotati almeno di una gamma minima di servizi (scuola elementare e materna, un minimo di varietà di esercizi di vicinato, farmacia, sportello bancario o ufficio postale….), con preferenza per i centri dotati anche di servizi di base sanitari e socio-assistenziali, e con preferenza per i sistemi vallivi del Reno e del Setta, in quanto serviti dal SFM;

    - per i centri non dotati della gamma minima essenziale di servizi, limitarsi alle politiche del recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente;

    - una precisa coerenza fra le politiche di tutela idrogeologica e dei sistemi fluviale e gli insediamenti urbani, evitando ogni intervento che possa peggiorare le condizioni di sicurezza dei versanti, ogni ulteriore artificializzazione degli alvei fluviali, ogni ulteriore utilizzazione urbana di aree di tutela fluviale o di pertinenza fluviale salvo che per opere non diversamente localizzabili, nei limiti di cui agli artt. 4.3 e 4.4;

    - la verifica di non dare luogo ad un eccessivo incremento di carico sulle reti viarie e sulle reti tecnologiche rispetto alla capacità delle reti stesse e degli impianti di depurazione;

    - la verifica che non vengano intaccate risorse ambientali integre; - un dimensionamento complessivo comunale delle nuove previsioni non superiore

    alla produzione di nuovi alloggi registrata negli ultimi dieci anni; - e, infine, la riproposizione di modalità aggregative e tipologie rispettose dei

    caratteri tradizionali degli insediamenti e del paesaggio nei singoli contesti. f) Per i centri abitati con più spiccata vocazione turistica montana le politiche

    urbane vanno rivolte a sostenere e qualificare l'offerta turistica, attraverso: - lo sviluppo della ricettività, delle attività culturali ricreative, ristorative e

    sportive; - gli interventi per la qualificazione degli spazi urbani e l'arredo; - il sostegno e la qualificazione dell'offerta commerciale e di servizi alla

    persona; - il calendario di iniziative di animazione; - l’organizzazione della promozione e della commercializzazione del prodotto

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    turistico. g) Per quanto riguarda l’attuazione delle previsioni urbanistiche già contenute nei PRG

    vigenti all’adozione delle presenti norme, si richiamano gli accordi fra i Comuni stessi e la Provincia già sottoscritti (di cui all’Allegato H), e si indirizzano i Comuni, in sede di revisione dei piani, a verificare l’idoneità di ciascuna delle previsioni in essere non attuate rispetto agli indirizzi che precedono.

    3.(D) Ai fini dell’applicazione del criterio di cui al punto 2 lettera e) in sede di formazione del PSC: - dovrà essere valutata la dotazione di servizi pubblici e privati in essere in ciascun centro abitato, le condizioni di accessibilità e le prospettive concrete di mantenimento nel tempo dei servizi e di eventuale apertura di nuovi servizi; - dovrà essere verificato l’andamento statistico dell’attività edilizia, in termini di produzione di nuovi alloggi negli ultimi dieci anni. Nel caso di elaborazione di PSC in forma associata, potrà essere proposta una diversa modulazione delle indicazioni di cui sopra, sulla base di argomentazioni che tengano conto della dislocazione dei servizi e delle condizioni di accessibilità nell’insieme di tutti i centri abitati del territorio interessato.

    4.(I) Nel territorio montano la Provincia e i Comuni, nel rispetto delle disposizioni del presente piano, favoriscono il consolidamento e la compatibilizzazione delle attività produttive industriali e artigianali in essere, nonché lo sviluppo di nuovi progetti di impresa per attività produttive di piccola e media dimensione, che rispondano ai seguenti criteri: - comportino impatto modesto sul sistema dei trasporti, e in particolare il movimento merci non dia luogo a significativi peggioramenti delle condizioni di qualità acustica e atmosferica e di sicurezza nei centri abitati eventualmente attraversati; - non comportino particolari problematiche rispetto al reperimento delle materie prime e allo smaltimento dei reflui e dei rifiuti; - comportino impatti modesti dal punto di vista della percezione del paesaggio collocandosi preferibilmente presso aree già urbanizzate, e in particolare non compromettano con insediamenti isolati contesti paesaggistici integri; - siano preferibilmente riferite all'utilizzazione di risorse locali e/o di tecnologie leggere in settori innovativi.

    5.(D) In relazione alle particolari caratteristiche del territorio montano, il PTCP non individua ambiti specializzati per attività produttive di rilievo sovracomunale suscettibili di sviluppo, considerando inopportuno predisporre a priori, sia in fase di pianificazione provinciale che di pianificazione comunale strutturale, un’offerta insediativa per una domanda non ancora espressa e valutabile. La previsione urbanistica di nuove aree edificabili per l’insediamento di nuove attività produttive potrà avvenire, in presenza di specifici progetti di impresa, esclusivamente con la procedura dell’Accordo di programma in variante ai sensi dell’art. 40 della L.R. 20/2000 o in sede di approvazione del PSC, sulla base di una valutazione condivisa fra il Comune e la Provincia che: - la specifica attività produttiva proposta sia compatibile con i criteri generali di cui al punto 4 e con le condizioni e limitazioni specifiche del luogo proposto per l’insediamento; - le opere previste non siano in contrasto con gli obiettivi e le altre disposizioni del presente Piano, con particolare riferimento a quelle di cui al Titolo 13. Queste disposizioni si applicano anche per le varianti agli strumenti urbanistici che si rendano necessarie per lo sviluppo di attività produttive già in essere, qualora tale

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    sviluppo richieda l’occupazione di nuove aree. Può trovare applicazione inoltre, anche nel territorio montano, quanto previsto all’art. 9.6 punto 5 nel caso di necessità di delocalizzazione di stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti.

    6.(D) La Provincia si riserva di emanare con atto successivo una Direttiva per stabilire le condizioni del proprio assenso a tali nuove previsioni urbanistiche, sulla base di una più precisa definizione dei criteri di compatibilità ambientale e territoriale delle attività e degli interventi.

    7.(D) Nelle Unità di paesaggio della Dorsale appenninica e dell’Alto crinale appenninico le caratteristiche ambientali, la ridotta dimensione dei nuclei abitati e le ridotte dotazioni di infrastrutture e di servizi escludono di prevedere l’urbanizzazione di nuove aree, salvo che per opere non diversamente localizzabili. In queste UdP le disposizioni di cui ai punti 4 e 5 non si applicano.

    Sistema paesaggistico-ambientale

    Il territoro dei comuni di Loiano, Monzuno e Pianoro ricade interamente in area collinare e di montagna ed è caratterizzato da una buona qualità paesaggistica ed ecologico-ambientale. Il PTCP riconosce come spina dorsale di valore ambientale dei tre Comuni il corso del fiume Savena, attribuendogli valore di corridoio ecologico (art. 3.5) che attraversa da nord a sud il territorio e che congiunge il grande nodo ecologico del Parco dei Gessi Bolognesi ad una vasta area, individuata anch’essa come nodo ecologico, che si estende nell’alta valle del Savena tra Monzuno e Loiano. I suddetti nodi ecologici sono classificati nel PTCP come “nodi complessi” (art. 3.5) e attorno ad essi viene individuata una “zona di rispetto dei nodi ecologici complessi” (art. 3.5). Tale zona di rispetto, che di fatto interessa una consistente porzione del territorio collinare e montano esterno al territorio urbanizzato, rappresenta il connettivo ecologico diffuso tipico delle aree caratterizzate da relativamente basso impatto ambientale rispetto all’attività antropica. L’unica discontinuità che viene rilevata è l’area di Rastignano - Pianoro individuata come “interferenza” di “ambiti produttivi di rilievo sopracomunale” con il territorio collinare. Il tratto di Savena che scorre da Pianoro fino alla confluenza con l’Idice viene inoltre individuato come “Progetto di tutela, recupero e valorizzazione delle aste fluviali” (art. 4.7); inoltre laddove l’asta fluviale interseca o lambisce i centri urbani, essa può assumere la valenza di area di compensazione ecologica degli ambienti urbani e di dotazione territoriale anche per finalità ricreative, nonché può assumere la valenza di elemento funzionale alla rete ecologica. Il PTCP di Bologna è stato adottato nel 2003 (delibera n.3 del C.P del 11/02/2003, integrata e rettificata con delibera n.20 del C.P. del 18/03/2003) e successivamente approvato nel 2004 (delibera n.19 del C.P. del 30/03/2004). Il piano è reperibile al seguente indirizzo internet: http://cst.provincia.bologna.it/ptcp/index.asp

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    1.2.1.1 Piano Provinciale del Commercio della Provincia di Bologna (POIC)

    La Provincia di Bologna, con Delibera G.P. n. 159 del 17/04/2007, ha approvato il Quadro Conoscitivo, il Documento Preliminare e la Valsat del Piano Provinciale del Commercio (POIC) della Provincia di Bologna.

    Per quanto riguarda le problematiche di lungo termine affrontate dal POIC sull’assetto della rete di vendita nei comuni e nelle località vallive, collinari e montane, si assume quanto previsto per i Comuni del Territorio 5 Valli e, nello specifico, quanto desumibile per i Comuni di Pianoro, Loiano e Monzuno nel Documento preliminare con riferimento in particolare: - alle valutazioni contenute nel Documento preliminare, nel Quadro Conoscitivo del POIC

    e nei paralleli studi sull’assetto del commercio, sull'organizzazione insediativa delle strutture di vendita, in particolare per quanto riguarda le zone collinari e montane in cui più è difficile garantire sia la qualità e completezza del servizio, sia la permanenza delle attività nelle località minori;

    - agli obiettivi per la riqualificazione della rete dei servizi commerciali esistenti, visti con particolare importanza in queste zone vallive e di montagna nel quadro del progetto territoriale complessivo configurato dal Documento Preliminare per il POIC;

    - alle specifiche previsioni contenute nel Documento circa il riassetto strategico di medio-lungo termine delle potenzialità di sviluppo provinciale e per quanto riguarda le scelte operative di più breve termine da riferire al range di variazione per le grandi strutture di vendita.

    Il piano è reperibile al seguente indirizzo internet: http://www.provincia.bologna.it/commercio/

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    1.2.2 PRIT98 – Piano Regionale Integrato dei Trasporti

    Il PRIT è il principale strumento di pianificazione dei trasporti della Regione Emilia Romagna ed ha la finalità di definire l’assetto viabilistico garantendo accessibilità e fruibilità alle diverse parti del territorio regionale. Il PRIT è stato approvato con delibera della G.R. n.1322 del 22/12/1999. Per le indicazioni di dettaglio fornite dal piano rispetto agli interventi infrastrutturali che insistono sul territorio della Comunità Montana Cinque Valli (Loiano, Monzuno e Pianoro) si rimanda al successivo capitolo 1.2.3 che ha per oggetto il Piano della Mobilità Provinciale di Bologna, attualmente in fase di Conferenza di Pianificazione, che garantisce un livello di analisi maggiormente dettagliato. Nel PRIT98 compaiono le indicazioni relative al tracciato della “Variante di Valico”, lo storico tratto tra Sasso Marconi e Barberino del Mugello, che interessa la Comunità montana di Cinque Valli e, rispetto ai tre Comuni di Loiano, Monzuno e Pianoro, solo marginalmente il Comune di Monzuno, all’altezza di Vado nella valle del Setta. Attualmente i lavori per la tratta Sasso Marconi – La Quercia sono quasi completati (ampliamento a 3 corsie e svincolo di Sasso Marconi) mentre sono in completamento i lavori per la realizzazione della Galleria Gardelletta verso nord (circa 800 m).

    Fig. 1.5 – Tavola di sintesi del PRIT98 sul sistema stradale. Dettaglio del territorio di Comunità Montana Cinque Valli ( Loiano, Monzuno e Pianoro).

    Il piano è reperibile al seguente indirizzo internet: http://www.regione.emilia-romagna.it/wcm/ERMES/Canali/trasporti/pianificazione_trasporti/piano_regionale_integrato_trasporti.htm

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    1.2.3 PMP – Piano Mobilità Provinciale di Bologna

    Il Piano della Mobilità Provinciale di Bologna si configura come strumento strategico per il governo della mobilità provinciale di diretta derivazione dal PTCP. La finalità del PMP è quello del riordino delle reti infrastrutturali all’interno di un progetto unitario rendendo coerenti i grandi progetti quali il SFM, l’Alta Velocità/Alta Capacità, il Passante Nord, la rete del trasporto pubblico urbano bolognese comprese le azioni immateriali (integrazione tariffaria e riorganizzazione del TPL - Trasporto Pubblico Locale). Il PMP garantisce il coordinamento con i piani per la qualità dell’aria e quello per la sicurezza stradale. Attualmente il PMP non ha concluso il suo iter di approvazione, pur essendo in fase conclusiva. A partire dal Documento di indirizzo strategico (G.P. 11/04/2006) è stata aperta la Conferenza di pianificazione nell’ottobre del 2006, con la presentazione del Documento preliminare e in seguito sono stati prodotti alcuni approfondimenti tematici, tra cui quello sulla mobilità nell’area montana. Le criticità che vengono individuate riguardano da un lato la mancanza di una prassi pianificatoria che integri le scelte di sviluppo territoriale con il sistema dei trasporti e della mobilità, dall’altro una serie di ritardi che si sono accumulati nella gestione della mobilità, a fronte di dinamiche economiche, insediative e logistiche che già da tempo hanno messo in crisi la mobilità del nodo bolognese. Tra le opportunità viene indicata l'attuale fase di pianificazione condivisa, con l'elaborazione dei piani in forma associata, che in prospettiva possono meglio garantire la coerenza tra le scelte del PMP e le scelte locali. Le scelte strategiche del PMP che interessano la mobilità della Comunità Montana Cinque Valli (Loiano, Monzuno e Pianoro) riguardano in prevalenza la messa a regime del Sistema Ferroviario Metropolitano e il completamento del progetto della “Variante di Valico”. Il Documento Preliminare del PMP ha inoltre definito un programma di azione suddiviso in due scenari: - uno scenario di riferimento, con interventi infrastrutturali di sicura copertura

    finanziaria, - uno scenario di progetto, con interventi da realizzarsi in un arco temporale a medio e

    lungo termine. Di seguito vengono riportati gli interventi, con riferimento alla numerazione del PMP e le cartografie di riferimento. Scenario di riferimento

    � B, “Variante di Valico”, progetto completo; � S, “Futa”, SP 65 della Futa da Ponte Boaria a Ponte Oche; Scenario di progetto

    o 11, “Fondovalle Savena”, SP 65 della Futa da Ponte Oche alla 870 (risoluzione del nodo di Rastignano);

    o 44, Variante alla SP37 Ganzole/by pass Val di Setta - Valle Savena con adeguamento SP 37 (opera in corso di valutazione);

    o 45, Potenziamento collegamento Fondovalle Savena – SP 79 Loc. Molino della Valle (opera in corso di valutazione);

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    Fig. 1.6 – Tavola A del PMP di Bologna che riguarda il “Quadro sinottico progettuale del trasporto privato”.

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    Fig. 1.7 – Tavola B del PMP di Bologna che riguarda il “Quadro sinottico progettuale del trasporto pubblico”. In verde chiaro le linee del SFM e le restanti le linee del Trasporto

    Pubblico su gomma TPL, con le indicazioni dei nodi di interscambio.

    Il piano è reperibile al seguente indirizzo internet: http://cst.provincia.bologna.it/pianificazione/piani/pmp/PMPindirizzistrategici.pdf

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    1.2.4 POIC - Piano Operativo degli Insediamenti Commerciali della Provincia di

    Bologna

    L’obiettivo del POIC è quello di definire il dimensionamento massimo delle superfici di vendita (settore alimentare e non) nel territorio della Provincia di Bologna fissando il range di variazione per riequilibrare le sperequazioni emerse negli ultimi anni tra tendenze socio-demografiche e dotazione pro-capite di strutture di vendita di rilevanza sovracomunale. Le previsioni e le modalità di attuazione del Piano Provinciale del Commercio si riferiscono a due ambiti sovracomunali: l’imolese e l’area metropolitana omogenea bolognese. Per l’area bolognese si è provveduto ad un'ulteriore zonizzazione in ambiti coincidenti con le Associazioni o Unioni di Comuni. Di seguito si riportano le ipotesi di sviluppo per l’area di Cinque Valli, che coinvolge anche i Comuni di Loiano, Monzuno e Pianoro: “Il Piano Provinciale del Commercio, al fine di potenziare la funzione di filtro dei poli urbani di fondovalle di Pianoro e Sasso Marconi e di sostenere la funzione del Servizio Ferroviario Metropolitano, ammette la possibilità, sulla base di appositi progetti di fattibilità, di individuare aree integrate di servizio e di nuovo sviluppo commerciale per medio-grandi strutture alimentari e non alimentari, fino al limite massimo complessivo di 6.000 mq. di vendita, in ambiti prossimi alle stazioni SFM dei due capoluoghi”. Il piano è stato adottato con delibera di G.P. n. 159 del 17/04/2007 ed è stata aperta la conferenza di pianificazione.

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    Fig. 1.8 – Tavola del POIC di Bologna. Documento Preliminare: assetto strategico del sistema commerciale. Un progetto territoriale per il sistema commerciale bolognese.

    Legenda

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    1.2.5 PLERT – Piano di Localizzazione delle Emittenti Radio Televisive

    Il PLERT è redatto ai sensi della LR 30/2000, recante “Norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico”. Il PLERT persegue la riduzione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Gli obiettivi sono: - la costruzione di un catasto provinciale dei siti e delle emittenze radiotelevisive, - l’accertamento della compatibilità territoriale, urbanistica e paesaggistica dei siti, - il rilevamento delle emissioni di campo elettromagnetico (attraverso ARPA), - la tutela della presenza e della qualità dei servizi pubblici di comunicazione. Il piano prevede la possibilità di delocalizzare gli impianti ubicati in siti ritenuti non idonei. Il PLERT è stato adottato nel 2005 (deliberazione della G.P. n. 451 del 02/11/2005). L’Amministrazione Provinciale di Bologna ha approvato, con delibera del Consiglio n. 87 del 4.12.2007, un nuovo Piano Provinciale per la Localizzazione dell’Emittenza Radio e Televisiva (PLERT). Le azioni di piano della Provincia di Bologna si dividono in due gruppi: - le azioni derivanti da valutazioni di elementi cogenti, - le azioni derivanti da valutazioni a carattere supplementare. Nel primo gruppo rientrano le seguenti casistiche e relative azioni da attivare: - siti da confermare, - siti da confermare ma non idonei al potenziamento della struttura, - siti da confermare con la delocalizzazione di alcune postazioni, - siti da confermare promuovendo l’adeguamento urbanistico, - siti da non confermare; siti da delocalizzare; - siti con possibilità di permanenza temporanea; - siti da risanare. Nel secondo gruppo rientrano: - siti da razionalizzare, - siti da trasferire, - siti di cui occorre verificare l’idoneità ad ospitare nuovi impianti o postazioni, - siti da riqualificare. Nel territorio della Comunità Montana Cinque Valli (Loiano, Monzuno e Pianoro) sono

    presenti 15 siti ed emittenze radiotelevisive. Di seguito si riporta la cartografia generale del Quadro Conoscitivo con la localizzazione dei siti esistenti e di seguito una descrizione delle caratteristiche, delle criticità, delle compatibilità sanitarie, della valutazione di impatto paesaggistico dei singoli siti e la carta con le maggiori sorgenti di campo elettromagnetico.

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    Comune di Pianoro

    Fig. 1.9 – Tavola 1 del PLERT della Provincia di Bologna: “Localizzazione e caratteristiche dei

    siti esistenti”. Dettaglio su Pianoro.

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    Comune di Loiano e Monzuno

    Fig. 1.10 – Tavola 1 del PLERT della Provincia di Bologna: “Localizzazione e caratteristiche dei siti esistenti”. Dettaglio su Monzuno e Loiano.

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    Dalle analisi effettuate emerge che i siti critici che ricadono nel territorio di Loiano, Monzuno e Pianoro sono i seguenti: Siti critici per esposizione ai campi elettromagnetici,

    - sito n. 125, Pianoro – Monte Calvo: sito per il quale ARPA prevede di completare le misurazioni;

    - sito n. 122, Pianoro – via Monte Calvo 27: valori di campo elettromagnetico prossimi al valore di attenzione (6 V/m);

    - sito n. 123, Pianoro – via Monte Calvo 43 valori di campo elettromagnetico prossimi al valore di attenzione (6 V/m);

    Siti critici per incompatibilità della localizzazione,

    - sito n. 97A, Loiano – Monte Bastia: territorio urbanizzato o urbanizzabile a prevalente funzione a servizi collettivi. Zona a Parco Urbano;

    - sito n. 111A, Monzuno – Rioveggio Isoradio: fascia di 300 m di rispetto dell’urbanizzato;

    - sito n. 112A-B, Monzuno – Campolungo Isoradio: fascia di 300 m di rispetto dell’urbanizzato;

    - sito n. 114A-B, Monzuno – territorio urbanizzato o urbanizzabile a prevalente funzione a servizi collettivi; aree destinate ad attrezzature sanitarie, assistenziali, scolastiche e sportive.

    - sito n. 117A, Pianoro - Monte delle Formiche, Santuario:territorio urbanizzato o urbanizzabile a prevalente funzione a servizi collettivi;

    - sito n. 121A, Pianoro – via Monte Calvo 43: fascia di 300 m di rispetto dell’urbanizzato;

    - sito n. 122A, Pianoro – via Monte Calvo 27: territorio urbanizzato o urbanizzabile a prevalente funzione residenziale;

    - sito n. 124A, Pianoro – via Bolognesi: territorio urbanizzato o urbanizzabile a prevalente funzione residenziale;

    Nelle norme di attuazione, allegato G vengono riportati i giudizi sintetici sulla compatibilità ambientale dei singoli siti e sulle azioni di piano, di seguito elencati:

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    N. Sito

    Postazione (codice)

    Denominazione sito

    Comune

    Compatibilità urbanistica (art. 4 co.1

    L.R. 30/2000) permanenza temporanea

    Compatibilità urbanistica (art. 4 co.1

    L.R. 30/2000) divieto

    assoluto

    Valutazione delle

    compatibilità territoriali

    delle postazioni da PTCP

    Compatibilità urbanisitca e

    territoriale dei siti

    Compatibilità sanitaria dei

    siti

    Impatto paesaggistico

    Azioni di piano

    97 97A

    (107) Monte Bastia Loiano in contrasto ammissibile condizionata incompatibile entro i limiti medio

    1)da confermare subordinato ad adeguamento urbanistico. 2)da riqualificare

    111 111A (113)

    Rioveggio - isoradio

    Monzuno in contrasto ammissibile condizionata incompatibile entro i limiti nullo 1)permanenza temporanea.

    112 112A (114)

    Campolungo - Isoradio

    Monzuno in contrasto ammissibile condizionata incompatibile entro i limiti nullo 1)permanenza temporanea

    112 112B(114) Campolungo -

    Isoradio Monzuno in contrasto ammissibile condizionata incompatibile entro i limiti nullo

    1)permanenza temporanea

    113 113A (112)

    Monte Venere Monzuno ammissibile ammissibile condizionata mediamente compatibile

    entro i limiti medio 1)da confermare 2)da riqualificare

    114 114° (115)

    San Rocco Monzuno in contrasto ammissibile condizionata

    114 114B (115)

    San Rocco Monzuno in contrasto ammissibile condizionata

    incompatibile entro i limiti medio 1)permanenza temporanea. 2)da riqualificare

    117 117A (192)

    Monte delle formiche - Santuario

    Pianoro in contrasto ammissibile in divieto incompatibile entro i limiti nullo 1)permanenza temporanea

    118 118A (167)

    Guzzano Pianoro ammissibile ammissibile condizionata mediamente compatibile

    entro i limiti nullo 1)da confermare

    119 119A (171)

    Monte delle formiche

    Pianoro ammissibile ammissibile in divieto parzialmente incompatibile

    entro i limiti medio

    1)da confermare ma non idoneo al potenziamento della struttura. 2)da riqualificare

    120 120A (170)

    Ca Nova Pianoro ammissibile ammissibile condizionata mediamente compatibile

    entro i limiti medio 1)da confermare 2)da riqualificare

    121 121A (90)

    Via Montecalvo 35

    Pianoro in contrasto ammissibile condizionata incompatibile entro i limiti basso 1)permanenza temporanea

    122 122A (89)

    Via Montecalvo 27

    Pianoro in contrasto ammissibile condizionata incompatibile oltre i limiti medio

    1)permanenza temporanea 2) da monitorare, da riqualificare

    123 123A (88)

    Via Montecalvo 43

    Pianoro ammissibile ammissibile condizionata

    123 123B (88)

    Via Montecalvo 43

    Pianoro ammissibile ammissibile condizionata

    123 123C (88)

    Via Montecalvo 43

    Pianoro ammissibile ammissibile condizionata

    mediamente compatibile

    critico medio

    1)da confermare 2)da riqualificare, da monitorare, da trasferire

    124 124A (168)

    Via Bolognesi Pianoro in contrasto ammissibile condizionata incompatibile entro i limiti basso 1) da confermare

    125 125A (297)

    Monte Calvo Pianoro ammissibile ammissibile condizionata mediamente compatibile

    da misurare medio 1)da confermare 2)da riqualificare

    126 126A (169)

    Monte Brinello Pianoro ammissibile ammissibile condizionata mediamente compatibile

    entro i limiti medio 1)da confermare 2)da riqualificare

    Tab 1.1 - Valutazione sintetica delle compatibilità urbanistiche, territoriali, sanitarie, paesaggistiche, con relative azioni di piano relative alle postazioni dei siti individuati dal PLERT

    Infine si riportano di seguito i dettagli comunali della tavola 5 riassuntiva delle principali sorgenti di campo elettromagnetico comprensiva di siti per l’emittenza radio-televisiva e impianti per la telefonia mobile, nonché delle linee elettriche ad alta e altissima tensione, aeree e interrate e delle cabine di trasformazione.

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    27

    Comune di Pianoro

    Fig. 1.11 – Tavola 5 del PLERT della Provincia di Bologna: “Principali sorgenti di campo elettromagnetico”. Dettaglio su Pianoro.

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    28

    Comune di Loiano e Monzuno

    Fig. 1.12 – Tavola 5 del PLERT della Provincia di Bologna: “Principali sorgenti di campo elettromagnetico”. Dettaglio su Monzuno e Loiano.

    Il piano è reperibile al seguente indirizzo internet: http://www4.provincia.bologna.it/pianificazione/Engine/RAServePG.php/P/251711020704

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    29

    1.2.6 PIAE – Piano Infraregionale della attività estrattive della Provincia di Bologna

    (2002-2012)

    Il PIAE si conforma al PTCP e alle indicazioni ivi contenute per quanto riguarda le previsioni di sviluppo insediativo e definisce il dimensionamento della capacità estrattiva e la localizzazione delle cave idonee, limitando il più possibile l’impatto ambientale e territoriale. Il PIAE individua i poli estrattivi di valenza sovracomunale e definisce i criteri per la sistemazione delle cave nuove e per il recupero di quelle abbandonate. Il piano è stato approvato nel 2004 (delibera del C.P. n.22 del 30/03/2004). Nel QC del PIAE viene riportato lo stato di attuazione della pianificazione vigente (aggiornato al 30/11/2002). Nell'ambito della Comunità Montana Cinque Valli ( Loiano, Monzuno e Pianoro) a questa data risultano attive le cave poste nelle aree indicate di seguito: - “Sgalara 2” per estrazione di sabbia silicea e “Campuzzano” per ghiaia di monte, a Loiano, - “Cà di serra” per estrazione di sabbia silicea a Monzuno; - “I Laghi” per estrazione di ghiaia di monte a Pianoro. Le cave invece inattive sono: - “Sgalara 2A” a Loiano per ghiaia alluvionale e “Molino del Pero” a Monzuno per ghiaia alluvionale. Sono invece esaurite: “Le Fosse” a Loiano per ghiaia di monte e “Rio Bacchio” a Monzuno per sabbia silicea. Le cave esaurite e non sistemate nel territorio della Comunità Montana Cinque Valli (Loiano, Monzuno e Pianoro) sono i siti n. 18 “Porrini” e il sito n. 19 “Terrazzi Cà di Serra” entrambi a Monzuno e il sito “Ghelli-Croara” tra Pianoro e San Lazzaro di Savena.

    ZONIZZAZIONE PIAE PROVINCIALE

    COMUNE DENOMINAZIONE TIPOLOGIA DI

    MATERIALE ESTRATTO

    STATO

    AGG. 30/11/02

    Sgalara 2 Sabbia silicea Attiva

    Sgalara 2A Ghiaia alluvionale Inattiva

    Le Fosse Ghiaia di monte Esaurita Loiano

    Campuzzano Ghiaia di monte Attiva

    Molino del Pero Ghiaia alluvionale Inattiva

    Cà di Serra Sabbia silicea Attiva Monzuno

    Rio Bacchio Sabbia silicea Esaurita

    Pianoro I laghi Ghiaia di monte Attiva

    Le nuove localizzazioni previste per attività estrattive nel territorio della Comunità Montana di Cinque Valli sono le seguenti: - 7) Campuzzano, a Loiano; - 8) I Laghi/le Fosse, tra Loiano e Pianoro; - 9) Sgalara, a Loiano; - 10) Ca di Serra, a Monzuno. Di seguito si riportano per ognuna le schede di progetto e le tavole di zonizzazione.

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    7 - Campuzzano - Loiano

    Materiale: ghiaia di monte

    Quantità: mc 2.000.000 (P.I.A.E. 2002/12) + 212.830 (residui) = mc 2.212.830 Descrizione Il polo è situato in località Campuzzano, Comune di Loiano, in destra idrografica del torrente Savena su di un versante di media acclività, litologicamente costituito da conglomerati ghiaiosi pliocenici alternati a strati più o meno potenti di argille marnose. L'area precedentemente pianificata è parzialmente interessata dalla presenza di bosco che non presenta le caratteristiche di cui al punto g, comma 2, art. 31 della L.R. 17/1991, mentre l’ampliamento introdotto dal presente P.I.A.E. interessa una superficie a prateria da sfalcio. L’intervento, ampliamento di una attività in essere, determina un incremento in superficie di circa 20.000 mq, ma il volume previsto di materiale utile, costituito da ghiaia di monte, proviene per la maggior parte dalle superfici già pianificate nel P.I.A.E. e nel P.A.E. comunale previgenti, ed è pari a circa 2.000.000 mc. La pianificazione estrattiva precedente aveva zonizzato complessivamente una superficie di mq 285.000 per circa mc 2.068.988 e, con un estratto totale di mc 1.856.158, la quantità residua al 30.11.2002 risulta essere pari a mc 212.830. Il reticolo idrografico è costituito da linee di drenaggio corrispondenti a erosioni incanalate, instauratesi lungo irregolarità del pendio, che convogliano le acque di scorrimento superficiale nel Rio Casonazzo tributario del torrente Savena. Dal punto di vista idrogeologico sono localmente presenti modeste falde acquifere al contatto tra depositi ghiaiosi e sottostanti banchi argillosi. Dette falde non rivestono grande importanza in quanto titolari di portate scarse e saltuarie. Il progetto di sistemazione finale prevede la rimodellazione del versante, la sistemazione idraulica, l’inerbimento e la piantumazione di essenze autoctone in modo da restituire all’intero bacino estrattivo caratteristiche morfologiche e vegetazionali naturali omogenee al contesto paesaggistico esistente. Il materiale ghiaioso sarà conferito all’impianto di lavorazione di Rioveggio in Comune di Monzuno (Val di Setta), mentre il materiale argilloso e limoso sarà ridistribuito in loco. Tutele: P.T.P.R.: art. 19 “zone di particolare interesse paesaggistico ambientale” e . art. 32“area studio”; P.T.C.P.: art. 6.8 “elementi a rischio di frana da sottoporre a verifica”, art. 7.3 “zona di particolare interesse paesaggistico ambientale”; P.S.A.I.: art. 12 “attitudini alle trasformazioni edilizio urbanistiche nel territorio del bacino montano”; interessa parzialmente una Unità Idromorfologica Elementare da sottoporre a verifica; Valutazione L’intervento soddisfa le 4 politiche-azioni guida del piano:

    1. costituisce ampliamento del polo estrattivo Campuzzano che nelle fasi attuative fin qui svolte ha creato esclusivamente un significativo impatto sul paesaggio, ora in via di ricomposizione dopo i primi interventi di riassetto morfologico e reintroduzione vegetazionale, oltre a qualche saltuario problema di lordatura della Strada Provinciale di Fondovalle Savena;

    2. risponde ai fabbisogni del bacino Centrale in cui è localizzato (ed in particolare i cantieri della Variante Autostradale di Valico) ed inoltre rifornisce i bacini Bologna e Pianura Orientale entrambi in condizioni di necessità di importazione da altri bacini;

    3. non altera l’equilibrio di prelievo fra i giacimenti alluvionali e quelli di monte; 4. provvede ad alimentare l’impianto sito in Rioveggio, (Monzuno), localizzato in zona idonea, da

    ristrutturare e riattivare, del tutto non approvvigionato per il decennio. Il polo ha una efficacia economica molto elevata. Gli impatti prevedibili più significativi riguardano il traffico, sia per il numero di autocarri immessi sulle strade sia per il lungo percorso per raggiungere l’impianto di lavorazione; l’idrografia superficiale per la necessità di ricostruzione del reticolo di scolo, l’impatto temporaneo e permanente sul paesaggio. L’Efficienza complessiva risulta essere elevata.

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    Prescrizioni particolari − Dovrà essere effettuata la zonizzazione dell’U.I.E. da sottoporre a verifica ai sensi dell’art. 12 comma 6 della N.T.A. del P.S.A.I. − il Progetto di Sistemazione dovrà prevedere il raccordo e l'omogeneizzazione delle opere e degli usi finali con quanto previsto per l'area destinata ad attività sportive e ricreative ad uso pubblico nel contiguo polo "Le Fosse". − All'interno della perimetrazione definita dal presente P.I.A.E. sono presenti ulteriori potenzialità estrattive non ancora pianificate in quanto eccedenti il fabbisogno provinciale decennale e la capacità produttiva decennale dell'Esercente, per una volumetria che si stima essere dell'ordine di alcuni milioni di mc: in considerazione di ciò, vale l'indirizzo per cui un ulteriore futuro sviluppo dell’attività estrattiva in questione, dovrà avvenire per la massima parte all'interno di tale perimetrazione (fatte salve eventuali modeste modifiche del perimetro dettate da necessità operative, di sicurezza, ecc.), allo scopo di perseguire il più razionale utilizzo delle materie prime naturali, contenere il numero dei poli e ridurre la superficie interessata da cave sul territorio provinciale. Inoltre dovrà essere posta particolare attenzione allo sviluppo degli interventi di coltivazione e di successiva e conseguente risistemazione al fine di evitare di creare situazioni di difficoltà o di manomissione di opere di sistemazione già realizzate: al tal fine risulta necessario che gli atti progettuali delle fasi attuative (progetto preliminare e/o S.I.A. per le procedure di V.I.A. di cui alla L.R. 9/99 s.m.i.; P.C.S. per le procedure autorizzative di cui alla L.R. 17/91 s.m.i.) prevedano programmi, tempistiche e soluzioni che considerino, sia pur da un punto di vista ipotetico, i futuri sviluppi dell'attività, organizzando gli interventi effettivamente da autorizzare nel quadro dello sfruttamento complessivo e definitivo del sito. 8 - I Laghi/Le Fosse – Pianoro/Loiano

    Materiale: ghiaia di monte

    Quantità: mc 800.000 (P.I.A.E. 2002/12) + 1.835.821 (residui) = mc 2.635.821 Descrizione Il polo I Laghi/Le Fosse, è situato in destra idrografica del torrente Savena nella località omonima, parte in Comune di Pianoro e parte in Comune di Loiano, su di una dorsale di media acclività, è litologicamente costituito da conglomerati ghiaiosi pliocenici alternati a strati più o meno potenti di argille marnose. L'area è parzialmente interessata dalla presenza di bosco che non presenta le caratteristiche di cui al punto g, comma 2, art. 31 della L.R. 17/1991 (territorio del Comune di Loiano), mentre per il resto (territorio del Comune di Pianoro) è già denudata dall'attività estrattiva in corso. L’ampliamento zonizzato dal presente Piano si sviluppa parte in comune di Pianoro e parte in Comune di Loiano, in corrispondenza della dorsale che separa le due aree sulla quale corre il confine tra i due comuni; è costituito da ghiaia di monte, misura una superficie di circa 27.787 mq di nuova pianificazione tutta in territorio di Pianoro, ma coinvolge circa 11 ettari di terreni, parte dei quali in territorio di Loiano, considerando anche la ripresa dell'intervento in zone già pianificate da P.I.A.E. e P.A.E. vigenti; il volume di materiale utile pianificabile è di circa mc 800.000 (N:B: nella tabella “DISPONIBILITA’ ESTRATTIVE COMPLESSIVE” l’assegnazione di 400.000 mc a Loiano e 400.000 mc a Pianoro è puramente indicativa e sarà definitivamente stabilita nell’elaborazione dei rispettivi P.A.E. Comunali). La pianificazione estrattiva precedente aveva zonizzato complessivamente una superficie di mq 187.427 per circa mc 2.780.000 e, con un estratto totale di mc 944.179, la quantità residua al 30.11.2002 risulta essere di mc 1.835.821. Il reticolo idrografico è costituito dal Rio Casonazzo e dal Rio dei Laghi, tributari del Torrente Savena, che non vengono direttamente interessati dall'intervento, mentre per le aree già assoggettate ad attività estrattiva il drenaggio superficiale viene svolto dal reticolo scolante artificiale.

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    Dal punto di vista idrogeologico sono localmente presenti modeste falde acquifere al contatto tra banchi ghiaiosi e sottostanti livelli argilloso-limosi. Dette falde non rivestono grande importanza in quanto caratterizzate da portate assai scarse e saltuarie. Le buone caratteristiche fisico-meccaniche della formazione rocciosa conferiscono al pendio soddisfacenti condizioni statiche. Il piano di sistemazione finale prevede la rimodellazione del versante in una nuova dorsale ribassata e raccordata dolcemente con le superfici finali dei poli "Le Fosse" ed "I Laghi" come attualmente autorizzate, la sistemazione idraulica, l’inerbimento e la piantumazione di essenze autoctone in modo da restituire all’intero bacino estrattivo caratteristiche morfologiche e vegetazionali omogenee con il contesto paesaggistico esistente. Il materiale ghiaioso sarà conferito all’impianto di lavorazione di Osteriola in Comune di Pianoro, il materiale argilloso e limoso sarà ridistribuito in loco. Tutele: P.T.P.R.: art. 19 “zone di particolare interesse paesaggistico ambientale” e art. 32 “area studio”; P.T.C.P.: art. 6.9 “attitudini alle trasformazioni edilizie ed urbanistiche nel territorio montano”, art. 7.2 “sistema delle aree forestali”; P.S.A.I.: il polo insiste su aree forestale. Valutazione L’intervento soddisfa le 4 politiche-azioni guida del piano:

    1. costituisce ampliamento del polo estrattivo I Laghi – Le Fosse che nelle fasi attuative fin qui svolte ha creato esclusivamente un significativo impatto sul paesaggio, ora in via di ricomposizione dopo i primi interventi di riassetto morfologico e reintroduzione vegetazionale, oltre a qualche saltuario problema di lordatura della Strada Provinciale di Fondovalle Savena;

    2. risponde ai fabbisogni del bacino Centrale in cui è localizzato ed inoltre rifornisce il bacino Bologna in condizione di necessità di importazione da altri bacini;

    3. non altera l’equilibrio di prelievo fra i giacimenti alluvionali e quelli di monte; 4. provvede ad alimentare l’impianto di Osteriola, (Pianoro), localizzato in zona idonea.

    Il polo ha una efficacia economica molto elevata. Gli impatti prevedibili più significativi riguardano il permanere di condizioni di rumorosità nell'area (sia pure per i pochissimi residenti nelle vicinanze), l’eliminazione completa della vegetazione durante l’esecuzione dei lavori, l’impatto temporaneo sul paesaggio. L’Efficienza complessiva risulta essere elevata. Prescrizioni particolari − Dovrà essere effettuata la zonizzazione dell’U.I.E. da sottoporre a verifica ai sensi dell’art. 12 comma 6 della N.T.A. del P.S.A.I. − il Progetto di Sistemazione dell'intero polo "I Laghi" dovrà prevedere il raccordo e l'omogeneizzazione delle opere e degli usi finali con quanto previsto per l'area destinata ad attività sportive e ricreative ad uso pubblico del polo "Le Fosse", che a sua volta dovrà procedere nei tempi previsti con le opere di sistemazione finale approvate variandone le geometrie e la tempistica esclusivamente nella zona di nuovo intervento estrattivo, al confine con il polo "I Laghi". − lo sviluppo dell'attività estrattiva dovrà essere concertato tra i due Comuni interessati, in modo da regolamentare i percorsi ed i volumi il di traffico pesante e da conseguire gli obiettivi di sistemazione nei tempi previsti.

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    Fig. 1.13 – Scheda n.7 e n.8 del PIAE di Bologna. Zonizzazione.

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    Fig. 1.14 – Scheda n.7 e n.8 del PIAE di Bologna. Tutele.

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    9 - Sgalara A e B - Loiano

    Materiale: sabbia silicea

    Quantità: mc 430.000 (P.I.A.E. 2002/12) + 529.330 (residui) = mc 959.330 Materiale: Ghiaia e sabbia alluvionale

    Quantità: 10.000 (residui) = mc 10.000 Descrizione Il polo è situato in località Sgalara, in Comune di Loiano, in sinistra orografica del torrente Savena, su di un pendio di media acclività litologicamente costituito da arenarie quarzoso feldspatiche debolmente cementate con talora intercalati livelli pelitici; l’area è parzialmente interessata dalla presenza di bosco che non presenta le caratteristiche di cui al punto g, comma 2, art. 31 della L.R. 17/1991. Il giacimento, ampliamento di una attività esistente (come individuato nelle corografia allegata) su un versante in corso di sistemazione, è costituito da sabbie silicee, misura una superficie di circa 50.000 mq, l’incremento in volume di materiale utile è di circa 430.000 mc, di cui 345.000 mc per uso industriale e 85.000 mc, prodotto di qualità inferiore, per uso stradale e riempimenti. La pianificazione estrattiva precedente (P.A.E. 2) aveva zonizzato complessivamente una superficie di mq 187.427 per circa mc 550.000 e, con un estratto totale di mc 20.670, la quantità residua al 30.11.2002 risulta essere di mc 529.330, ai quali si aggiungono mc 10.000 di ghiaie di un terrazzo sospeso. La idrografia superficiale è rappresentata dal torrente Savena, che scorre a circa 300 m dall’area, e dai Rii Canevarolo e Sgalara, corsi d’acqua di portata modesta ed a regime stagionale. Dal punto di vista idrogeologico sono localmente presenti modestissime falde acquifere al contatto fra banchi arenacei e intercalazioni impermeabili pelitiche. Tali falde non rivestono particolare importanza in quanto caratterizzate da portate assai modeste e saltuarie. Le caratteristiche fisico-meccaniche delle rocce, la giacitura degli strati (a franapoggio più inclinati del pendio) e la presenza di fratture, per lo più disposte normalmente alla stratificazione, può determinare in fase di sfruttamento, come già avvenuto in passato, il locale distacco di porzioni rocciose. Il piano di sistemazione finale, privilegiando il recupero naturalistico, prevede il rimodellamento del versante secondo pendenze di abbandono non difformi da quelle delle scarpate naturali presenti in zona, tali comunque da permettere la crescita di piante autoctone, messe a dimora o a crescita spontanea, la sistemazione idraulica e l’inerbimento in modo da restituire all’intero bacino estrattivo caratteristiche morfologiche e vegetazionali omogenee con il contesto paesaggistico esistente. Il materiale utile di alta qualità sarà inviato ad industrie ceramiche ubicate fuori del territorio provinciale, presso il polo ceramico di Modena e Reggio-Emilia, mentre quello meno pregiato sarà collocato sul mercato locale per l’impiego in riempimenti e rilevati. Tutele: P.T.P.R.: art. 19 “zone di particolare interesse paesaggistico ambientale” e, art. 32 “area studio”; P.T.C.P.: art. 6.9 “attitudini alle trasformazioni edilizie ed urbanistiche nel territorio montano”, art. 7.2 “sistema delle aree forestali”, art. 7.3 “zona di particolare interesse paesaggistico ambientale”; P.S.A.I.: Il polo insiste su un’area forestata. Valutazione L’intervento soddisfa le 4 politiche-azioni guida del piano:

    1. costituisce ampliamento del polo estrattivo Sgalara, che nelle fasi attuative fin qui svolte ha creato esclusivamente un significativo impatto sul paesaggio e sulla vegetazione ora in via di ricomposizione dopo i primi interventi di riassetto morfologico e reintroduzione vegetazionale;

    2. risponde ai fabbisogni sovra - provinciali di sabbia silicea per uso industriale valutati dal presente P.I.A.E., considerate la prossimità dei giacimenti bolognesi ai centri di domanda extra - provinciali, la scarsità di giacimenti dello stesso tipo nelle altre province, e le alternative di importazione da altre regioni o dall'estero.

    3. non altera l’equilibrio di prelievo fra i giacimenti alluvionali e quelli di monte;

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    4. provvede ad alimentare le industrie dei diversi distretti ceramici emiliani e romagnoli, in condizioni di scarso approvvigionamento per il decennio.

    Il polo ha una efficacia economica medio elevata. Gli impatti prevedibili più significativi riguardano il traffico, per il lungo percorso per raggiungere le industrie di impiego (quasi sempre fuori Provincia), l’eliminazione completa della vegetazione durante l’esecuzione dei lavori, il potenziale disturbo alla fauna anche per la prossimità del S.I.C. del Contrafforte pliocenico. L’Efficienza complessiva risulta essere elevata. Prescrizioni particolari − Dovrà essere effettuata la zonizzazione dell’U.I.E. da sottoporre a verifica ai sensi dell’art. 12 comma 6 della N.T.A. del P.S.A.I.; − il perimetro di scavo deve rispettare la distanza di 200 m dalla sorgente; − il trasporto del materiale sabbioso all'esterno della cava dovrà avvenire esclusivamente su automezzi coperti, sia per la destinazione all'industria che per le altre destinazioni, al fine di evitare l'aerodispersione di polveri; − i fronti di abbandono dovranno avere una pendenza assecondante la giacitura degli strati, evitando cioè che si determinino strati a franapoggio meno inclinati del pendio; − il P.C.S. dovrà prevedere un riassetto morfologico ed ambientale in armonia con il paesaggio circostante, ed in particolare dovrà prevedere un significativo abbassamento e rimodellamento del fronte di scavo residuato dall'attività pregressa. − All'interno della perimetrazione definita dal presente P.I.A.E. sono presenti ulteriori potenzialità estrattive non ancora pianificate in quanto eccedenti il fabbisogno provinciale decennale e la capacità produttiva decennale dell'Esercente, per una volumetria che si stima essere dell'ordine di mezzo milione di mc: in considerazione di ciò, vale l'indirizzo per cui un ulteriore futuro sviluppo dell’attività estrattiva in questione, dovrà avvenire per la massima parte all'interno di tale perimetrazione (fatte salve eventuali modeste modifiche del perimetro dettate da necessità operative, di sicurezza, ecc.), allo scopo di perseguire il più razionale utilizzo delle materie prime naturali, contenere il numero dei poli e ridurre la superficie interessata da cave sul territorio provinciale. Inoltre dovrà essere posta particolare attenzione allo sviluppo degli interventi di coltivazione e di successiva e conseguente risistemazione al fine di evitare di creare situazioni di difficoltà o di manomissione di opere di sistemazione già realizzate: al tal fine risulta necessario che gli atti progettuali delle fasi attuative (progetto preliminare e/o S.I.A. per le procedure di V.I.A. di cui alla L.R. 9/99 s.m.i.; P.C.S. per le procedure autorizzative di cui alla L.R. 17/91 s.m.i.) prevedano programmi, tempistiche e soluzioni che considerino, sia pur da un punto di vista ipotetico, i futuri sviluppi dell'attività, organizzando gli interventi effettivamente da autorizzare nel quadro dello sfruttamento complessivo e definitivo del sito.

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    Fig. 1.15 – Scheda n.9 del PIAE di Bologna. Zonizzazione.

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    Fig. 1.16 – Scheda n.9 del PIAE di Bologna. Tutele.

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    10 - Ca’ di Serra - Monzuno

    Materiale: sabbia silicea

    Quantità: mc 2.000.000 (P.I.A.E. 2002/12) + 293.102 (residui) = mc 2.293.102 Descrizione Il polo è situato in località Ca’ di Serra, in Comune di Monzuno, in destra orografica del torrente Setta, su di un pendio acclive litologicamente costituito da arenarie quarzosofeldspatiche debolmente cementate con talora intercalati livelli pelitici. L'area di ampliamento è totalmente interessata dalla presenza di un bosco che non presenta le caratteristiche di cui al punto g, comma 2, art. 31 della L.R. 17/1991. Il giacimento, ampliamento di una attività esistente, è costituito da sabbia silicea, misura una superficie di circa 16.700 mq, il volume utile di incremento è di circa 2.000.000 mc, di cui 1.800.000 mc per uso industriale e 200.000 mc, prodotto di qualità inferiore, per uso stradale e riempimenti. La pianificazione estrattiva precedente aveva zonizzato complessivamente una superficie di mq 210.000 per circa mc 3.799.803 e, con un estratto totale di mc 3.506.701, la quantità residua al 30.11.2002 risulta essere di mc 293.102. La idrografia superficiale è rappresentata dal torrente Setta, che scorre ad una certa distanza dall'area, e dal Rio Blogna, che fiancheggia la zona sul lato orientale e settentrionale, e dal suo affluente fosso Pianello. Dal punto di vista idrogeologico sono localmente presenti modestissime falde acquifere al contatto fra banchi arenacei e intercalazioni impermeabili pelitiche. Tali falde non rivestono particolare importanza in quanto caratterizzate da portate assai modeste e saltuarie. Le caratteristiche fisico-meccaniche delle rocce, la giacitura degli strati e la presenza di fratture hanno in passato determinato distacchi di porzioni rocciose sull'ala occidentale dell'attuale fronte di scavo: il nuovo intervento prevede di intervenire con un sostanziale ribassamento della parte ammalorata del fronte ed un suo riorientamento studiato in modo tale da conferire maggiore stabilità al versante di abbandono. Il materiale utile di alta qualità sarà inviato ad industrie ceramiche ubicate fuori del territorio provinciale, presso il polo ceramico di Modena e Reggio Emilia, mentre quello meno pregiato sarà collocato sul mercato locale per l’impiego in riempimenti e rilevati. Il piano di sistemazione finale prevede il rimodellamento del versante, sistemazione idraulica, rimboschimento. Tutele: P.T.P.R.: nessuna. P.T.C.P.: art. 7.2 “sistema delle aree forestali”; art 7.6 “crinali calanchi e dossi”; P.S.A.I.: nessuna. Valutazione L’intervento soddisfa le 4 politiche-azioni guida del piano:

    1. costituisce ampliamento del polo estrattivo Ca’ di Serra, che nelle fasi attuative fin qui svolte ha ingenerato impatti da traffico sulla S.P. 395 Fondovalle Setta, ed in particolare all'abitato di Vado; un rilevante impatto sul paesaggio (ivi compresa la perdita di significative porzioni di bosco ceduo), ora in via di ricomposizione dopo i primi interventi di riassetto morfologico e reintroduzione vegetazionale, nonché alcuni problemi non trascurabili di stabilità dei fronti, che dovrebbero essere risolti con le nuove geometrie d'intervento;

    2. risponde ai fabbisogni sovra - provinciali di sabbia silicea per uso industriale valutati dal presente P.I.A.E., considerate la prossimità dei giacimenti bolognesi ai centri di domanda extra - provinciali, la scarsità di giacimenti dello stesso tipo nelle altre province, e le alternative di importazione da altre regioni o dall'estero.

    3. non altera l’equilibrio di prelievo fra i giacimenti alluvionali e quelli di monte; 4. provvede ad alimentare le industrie dei diversi distretti ceramici emiliani e romagnoli, in

    condizioni di scarso approvvigionamento per il decennio. Il polo ha una efficacia economica molto elevata. Gli impatti prevedibili più significativi riguardano il traffico, sia per il numero di autocarri immessi sulle strade sia per il lungo percorso, talvolta congestionato, per raggiungere le industrie di impiego (quasi sempre fuori Provincia), il permanere di

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    condizioni di rumorosità nell'area, l'intorbidamento delll’idrografia superficiale, la stabilità (limitatamente al periodo di escavazione), l’eliminazione completa del bosco durante l’esecuzione dei lavori, l’impatto temporaneo e permanente sul paesaggio. Dal punto di vista idrogeologico sono localmente presenti modestissime falde acquifere al contatto fra banchi arenacei e intercalazioni impermeabili pelitiche. Tali falde non rivestono particolare importanza in quanto caratterizzate da portate assai modeste e saltuarie. L’Efficienza complessiva risulta essere media. Prescrizioni particolari − il trasporto del materiale sabbioso all'esterno della cava dovrà avvenire esclusivamente su automezzi coperti, sia per la destinazione all'industria che per le altre destinazioni, al fine di evitare l'aerodispersione di polveri; − la sistemazione finale dovrà prevedere il riassetto morfologico ed ambientale dell’area, che conduca alla ricostituzione dell'ecosistema preesistente, ricomprendendo le aree precedentemente pianificate. − All'interno della perimetrazione definita dal presente P.I.A.E. sono presenti ulteriori potenzialità estrattive non ancora pianificate in quanto eccedenti il fabbisogno provinciale decennale e la capacità produttiva decennale dell'Esercente, per una volumetria che si stima essere dell'ordine di un milione di mc: in considerazione di ciò, vale l'indirizzo per cui un ulteriore futuro sviluppo dell’attività estrattiva in questione, dovrà avvenire per la massima parte all'interno di tale perimetrazione (fatte salve eventuali modeste modifiche del perimetro dettate da necessità operative, di sicurezza, ecc.), allo scopo di perseguire il più razionale utilizzo delle materie prime naturali, contenere il numero dei poli e ridurre la superficie interessata da cave sul territorio provinciale. Inoltre dovrà essere posta particolare attenzione allo sviluppo degli interventi di coltivazione e di successiva e conseguente risistemazione al fine di evitare di creare situazioni di difficoltà o di manomissione di opere di sistemazione già realizzate: al tal fine risulta necessario che gli atti progettuali delle fasi attuative (progetto preliminare e/o S.I.A. per le procedure di V.I.A. di cui alla L.R. 9/99 s.m.i.; P.C.S. per le procedure autorizzative di cui alla L.R. 17/91 s.m.i.) prevedano programmi, tempistiche e soluzioni che considerino, sia pur da un punto di vista ipotetico, i futuri sviluppi dell'attività, organizzando gli interventi effettivamente da autorizzare nel quadro dello sfruttamento complessivo e definitivo del sito.

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    Fig. 1.17 – Scheda n.10 del PIAE di Bologna. Zonizzazione.

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    Fig. 1.18 – Scheda n.8 del PIAE di Bologna. Tutele.

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    Di seguito si riportano immagini tratte dalle tavole del PIAE con le indicazioni suddette.

    Fig. 1.19 – Tavola 5 del PIAE. Dettaglio dell’area del fondovalle del Savena dove si concentrano le cave dei Comuni di Loiano, Monzuno e Pianoro.

    Il piano è reperibile al seguente indirizzo internet: http://www.provincia.bologna.it/ambiente/piae.htm In attuazione del PIAE provinciale i comuni di Loiano, Pianoro e Monzuno si sono dotati di PAE comunali, recependo le zonizzazioni del PIAE. Il Comune di Loiano ha approvato il PAE – Variante Generale 2004, con Delibera C.C. n. 18 del 05/04/2005. Il Comune di Monzuno ha approvato il PAE – Variante Generale 2004, con Delibera C.C. n. 66 del 17/10/2005. Il Comune di Pianoro ha approvato il PAE – Variante Generale 2004, con Delibera C.C. n. 26 del 23/3/2005.

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    1.2.7 ATO 5 Bologna – Piani d’Ambito

    I Piani d’ambito di ATO 5 sono gli strumenti di organizzazione e controllo del Servizio Idrico Integrato e del Servizio di Gestione dei rifiuti urbani e assimilati. ATO 5 è l’agenzia d’ambito composta da Provincia e dai Comuni del territorio bolognese subentrata nel 2002 ai Comuni nelle competenze relative ai due servizi. 1.2.7.1 Piano di prima attivazione del Servizio Idrico Integrato

    Il Piano di prima attivazione del Servizio Idrico Integrato è un Piano d’ambito che si configura come strumento di pianificazione e gestione del Servizio idrico ai sensi della LR 25/99. Il Piano, sulla base di una analisi territoriale, di una analisi del fabbisogno idrico e della domanda di depurazione in relazione alle vulnerabilità ambientali, di una analisi dello stato di fatto, dei livelli, e delle criticità del servizio stabilisce il programma degli interventi, definisce gli standard di qualità, affida i servizi ai gestori tramite apposita convenzione, controlla l’operato dei gestori e determina le tariffe d’ambito. Il servizio comprende la gestione dell’acquedotto, della fognatura e della depurazione (escluso il servizio di gestione delle reti per acque meteoriche – acque bianche). Il Piano è stato approvato il 20 dicembre 2004 con deliberazione n.13. La gestione del servizio acquedottistico per i Comuni di Loiano, Monzuno e Pianoro è attualmente affidata a HERA Bologna. Il Comune di Loiano è servito al 41% dall’acquedotto Primario e al 59% dall’acquedotto Canda; i Comuni di Monzuno e Pianoro sono serviti al 100% dall’acquedotto primario. La gestione del servizio fognario è affidata rispettivamente ai tre Comuni così come la gestione del servizio della depurazione è affidata a Hera – Bologna. Lo stato di fatto e le criticità della rete fognaria e della depurazione è oggetto di specifico approfondimento sviluppato