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«Piano nazionale di intervento nel settore idrico» Legge di Bilancio 2018, Art. 1, commi 516/525 A cura di: Luca Bekhet Lorenzo Campagna Matteo Di Pietro Ingegneria Gestionale Corso di Economia e Gestione delle Amministrazioni Pubbliche A.A. 2017/2018 Docenti: Prof. Alessandro Avenali, Prof. Giuseppe Catalano

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«Piano nazionale di intervento

nel settore idrico»Legge di Bilancio 2018, Art. 1, commi 516/525

A cura di:

Luca Bekhet

Lorenzo Campagna

Matteo Di Pietro

Ingegneria Gestionale

Corso di Economia e Gestione delle Amministrazioni Pubbliche

A.A. 2017/2018

Docenti: Prof. Alessandro Avenali, Prof. Giuseppe Catalano

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Agenda1. La domanda di ricerca

2. Le caratteristiche del bene

3. Le caratteristiche del settore in Italia

4. Le ragioni del Piano Invasi

5. Le modalità di attuazione del Piano Invasi

6. Uno strumento strategico: l’analisi multicriteria

7. Le esigenze e i finanziamenti privati

8. Il confronto europeo

9. Conclusioni e proposte

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1. La domanda di ricerca

Piano nazionale di intervento

nel settore idrico:

Perché è necessario?

Come sopperire all’insufficienza di

fondi pubblici per la sua realizzazione?

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2. Le caratteristiche del bene

Natura vs percezione del bene

Tariffabile Bene comune

Natura del bene: Percezione da parte dei

consumatori:

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3. Le caratteristiche del settore in Italia

3.1 La governance

• Recepisce le direttive comunitarie e detta le norme per l’attuazione di quest’ultime

STATO

• Elaborano il Piano di bacino distrettuale

AUTORITA’ DI BACINO DISTRETTUALE

• Svolgono attività conoscitive sull’impatto delle attività umane e sullo stato delle acque

• Adottano, approvano e applicano Piani di tutela delle acque (art.61 d.lgs. 152/2006)

REGIONI

• Vi partecipano obbligatoriamente tutti i comuni ricadenti negli ATO

• Affidano la gestione del servizio idrico integrato ad un gestore unico a livello di Ambito

• Predispongono il Piano d’ambito e ed il programma degli interventi

• Predispongono le tariffe da sottoporre all’autorità

ENTI DI GOVERNO DELL’AMBITO (EGA)

Tale processo, in

diverse regioni, è

ancora in corso.

Hanno il compito di individuare gli EGA a cui

trasferire i poteri delle soppresse autorità

d’ambito (art. 147 d.lgs. 152/2006) e di vigilare

su questi, esercitando poteri sostitutivi di

commissariamento in caso di inadempienza.

Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE:

Salvaguardia, miglioramento della qualità, uso

sostenibile, applicazione del principio «chi inquina

paga», definizione del ‘distretto idrografico’.

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In Italia porta alla definizione

delle Autorità di bacino distrettuale

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3.2 Autorità di bacino distrettuale

Istituite dall’art. 63 del d.lgs.

n.152/2006

Si occupano principalmente di elaborare

il Piano di bacino distrettuale

Piano di bacino distrettuale:

• Rappresenta lo strumento di riferimento per definire le

caratteristiche di partenza del distretto e pianificare le misure da

assumere per il mantenimento o ripristino delle situazioni

compromesse

• Contiene il Piano di gestione delle acque

• Viene attuato attraverso programmi triennali di intervento

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Fonte: www.bacino-adige.it (2017).

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0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

n° interventi

3.3 L’importanza del soggetto attuatore

Oltre il 49%

degli interventi

è effettuato dai

Comuni; solo

il 25% dai

Gestori del

S.I.I.

La scelta del giusto soggetto

attuatore è di importanza

vitale!

Da essa può dipendere la

lunghezza dell’iter

procedurale e

conseguentemente, il tempo

di realizzazione dell’opera.

Un soggetto attuatore non

adeguato, potrebbe non

avere know-how e

competenze tecniche

sufficienti a valutare carenze

progettuali.

GRAFICO 1: Numero di interventi per

soggetto attuatore nell’anno 2015

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Fonte: rielaborazione

personale sui dati di

Italiasicura (2015).

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3.4 La frammentazione della gestione

Le maggiori criticità infrastrutturali e i maggiori

ritardi per la loro risoluzione si registrano proprio in

quelle aree del Paese dove non è stata attuata la

riforma del S.I.I.

Nelle Regioni o negli Ambiti in cui si registrano

delle inadempienze allo sviluppo della governance

di settore la conoscenza è spesso frammentaria,

disomogenea e non aggiornata.

Figura 2: Stato degli affidamenti del SII

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Fonte: italiasicura (2015).

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38,3%

3,1%

41,4%

4.1 Le perdite di rete

Perdite fisiche

Perdite amministrative

• In Italia ogni anno la

quantità d’acqua

immessa che non arriva

agli utenti finali è pari a

3,45 miliardi di metri

cubi.

• Il 60% delle

infrastrutture è stato

messo in posa oltre 30

anni fa.Fonte: ISTAT 2015.

4. Le ragioni del Piano Invasi

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2 miliardi € di

danno

Latte

-15%Cereali

-30%

Fieno

-30%

Olive

-30%

Erba da pascolo

-20%

Foraggio

-50%

2017: anno più

siccitoso dal 1800

ad oggi

4.2 La siccità

Elaborazioni su dati

Coldiretti 2017.

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5. Le modalità di attuazione del Piano Invasi

Piano nazionale di interventi nel settore

idrico

Articolato in due sezioni

Competenza di ARERACompetenza del Ministero di infrastrutture e trasporti

INVASIACQUEDOTTI

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Obiettivi:

Mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità

Potenziamento e adeguamento delle infrastrutture idriche

5.1 Il Piano Invasi

Priorità:• Completamento dighe incompiute

• Ampliamento capacità di invaso delle grandi

dighe

• Messa in sicurezza delle zone a elevato

rischio di dissesto idrogeologico e

sismico.

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Legge di

Bilancio

ARERAMinistero delle

Infrastrutture e

dei Trasporti

Autorità

di bacino

distrettuali

STATO REGIONE

ACQUEDOTTI

INVASI1) Richiesta fabbisogni

2) Analisi multicriteria

3) Competenza

tecnica

Progetto

inter-regionale

Progetto

intra-regionale

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5.2 I fondi pubblici stanziati

200 milioni € in itinere, 50 mln € per il finanziamento dei progetti e 150 mln € per il finanziamento delle opere, a partire dal 2022.

50 milioni di € all’anno per i prossimi 5 anni, per un totale di 250 milioni di €, a partire dal 2018.

250mln €

200mln €

In Italia si investe poco

nella progettazione,

questo si ripercuote

sull’esito delle opere.

50 mln € per

finanziare i progetti:

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5.3 Le opere idriche incompiute

Interventi per stato di attuazione 2015

TAB. 1: Stato di attuazione per area geografica (n. di interventi), 2015

Carenze tecniche dal punto di vista progettuale, si traducono spesso in:

• Sottovalutazione del finanziamento necessario alla realizzazione,

• Mancato raggiungimento degli obiettivi per cui l’opera era stata pensata (nei casi limite

in un’ inadeguatezza rispetto agli standard normativi)

• Necessità di revisioni e perizie di variante con un conseguente aumento dei costi

• Rischio di contenziosi

Lavori

avviati

2.899

mln €

24%

Lavori non

avviati

3.261 mln €

28%Lavori

conclusi

5.891 mln€

48%

Grafico 2:

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Fonte: italiasicura (2015).

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6. Uno strumento strategico: l’analisi multicriteria

E’ un metodo di valutazione non monetaria,

utilizzato per esaminare la convenienza di un

progetto di investimento sul territorio. Tiene

conto contemporaneamente sia degli aspetti

qualitativi che quantitativi del problema.

I criteri costituiscono una maniera per

esprimere gli obiettivi in modo tale da poter

essere misurati al fine di confrontare tra loro le

alternative.

Nel contesto del Piano invasi si è scelto di

effettuare un’analisi multicriteria per stilare un

ranking dei numerosi progetti presi in analisi

(circa 150).

Figura 3

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Fonte: Stanghellini, S. et al. (2018).

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Utilizzo della risorsa idrica

Dissesto idrogeologico

Grado di sismicità Obiettivi dell’intervento

Profilo progettuale

Valutazione dell’autorità di distretto

Profilo economico

Analisi multicriteria

Elaborazioni sui

documenti forniti dal

Ministero delle

Infrastrutture e dei

Trasporti.

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0

500

1000

1500

2000

2500

3000

31,2222,82 279,91 351,3

1681,39

197,05 141,27

7.1 Il quadro delle esigenze delle autorità distrettuali

2.905,48

E’ stato stimato un

fabbisogno di 2,9

mld di € a fronte dei

250 milioni, più

eventuali 200

milioni stanziati dal

Piano.Necessità di finanziamenti privati

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Fonte: Elaborazioni sui dati

forniti dal Ministero delle

Infrastrutture e dei Trasporti.

7.Le esigenze e i finanziamenti privati

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Percezione dell’acqua come bene

sociale

• Diversa dalla percezione rispetto ad ogni altro tipo di bene.

Problematicità nell’innalzare

la tariffa

• La domanda rispetto a questo bene è anelastica. Un innalzamento della tariffa porterebbe problemi di tipo socio-economico.

Difficoltà di remunerazione

degli investimenti

• Se è complicato aumentare la tariffa, come vengono finanziati?

7.2 Quali sono le

barriere all’ingresso di

investitori privati?

Canone di disponibilità?

Difficoltà ad

effettuare

un’analisi costi-

benefici

Mercato

imperfetto

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7.3 Cos’è il canone di disponibilità?

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E’ la remunerazione residuale del costo sopportato per l’investimento dopo che il

concessionario ha incassato il contributo pubblico. Consente al concessionario di

remunerare le opere solo marginalmente ripagate dai servizi a tariffa, rientrando così

dai costi.

Da esso dipende molto spesso la bancabilità del progetto, e dunque la scelta del

privato riguardo al concedere o meno il finanziamento.

E’ oggetto di contrattazione competitiva tra i concorrenti all’aggiudicazione, poiché

rappresenta un elemento chiave nella valutazione comparativa da parte del concedente

delle proposte pervenute.

Fonte: Moro Visconti, R. (2010).

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Il canone di disponibilità è costituito da una parte fissa (intorno all’80-85%) e da una

parte variabile (15-20%). Quest’ultima è influenzata da numerosi parametri:

Costo

dell’investimento

Da esso dipende spesso la possibilità di coprire totalmente o

marginalmente i costi, dunque la necessità o meno del canone

Contributi pubblici Più sono alti, minore sarà l’entità del canone

Tipologia dell’opera

(calda, fredda)

Più l’opera è fredda, maggiore sarà il contributo richiesto al

canone di disponibilità

Marginalità del

concessionario per

ricavi da tariffa

E’ inversamente proporzionale al canone, che è incaricato di

remunerare i costi altrimenti non coperti

Durata della

concessione

E’ inversamente proporzionale al canone, dal momento che una

gestione più lunga consente di dilazionare il rientro del capitale

Offerte degli altri

concorrenti

In sede di gara chi offre i parametri più bassi e quindi

economicamente più vantaggiosi, si aggiudica il progetto

Fonte: Moro Visconti, R.. (2010).

7.4 I parametri che influenzano il canone

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Il canone di disponibilità è lo strumento principe con cui si raccolgono fondi dai privati

Perché non è facilmente applicabile nel settore idrico?

E’ un settore critico, è estremamente difficile ottenere la remunerazione dell’investimento

dall’utente finale.

Un tentativo di partenariato pubblico-privato va fatto, ma è

estremamente complicato!

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8.Confronto europeoM

ON

OP

OLI

O R

EG

OLA

MEN

TATO

• Non esistono concessioni: la proprietà degli assets è privata, dunque non esistono vincoli temporali di rientro degli investimenti

• Separazione netta tra regolatore ed erogatore del servizio idrico.

GESTI

ON

E D

ELE

GA

TA

• I privati sopportano il rischio operativo, ma condividono la responsabilità degli investimenti con il pubblico per mezzo di modelli gestionali ibridi: l’Afférmage, ossia l’affitto ad operatori privati di reti già costruite e lagerance, paragonabile ad un contratto di disponibilità.

• Esistono enti pubblici la cui prerogativa è quella di promuovere gli investimenti, come le Agences de bassin. IM

PR

ESA

PU

BB

LIC

A L

OC

ALE

• Regolazione pubblica

• Erogazione del servizio pubblica o mista

• Il servizio idrico riflette l’impronta federalistica nella ripartizione delle funzioni pubbliche: hanno forte rilievo le municipalità

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REGOLAZIONE Pubblica Pubblica Pubblica

GESTIONE DEL

SERVIZIO Privata Mista Mista

POSSIBILITA’ DI

COPRIRE I

COSTI CON LA

TARIFFA

L’ OFWAT con

cadenza

quinquennale

attua delle price

reviews, ma è

obbligato a

garantire la

sostenibilità

economica delle

water companies

Le compagnie

possono trasferire

il rischio

regolatorio

all’utente finale,

mediante la

rinegoziazione

contrattuale

Le imprese

recuperano

integralmente i

costi attraverso

la tariffa

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Fonte: Anwandter L.,

Rubino P. (2006).

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01/06/2018

8.1 Un benchmarking

europeo

Un’ analisi comparativa delle realtà

europee più virtuose ha mostrato che il

processo di trasformazione e

aggregazione delle aziende locali italiane

in realtà industriali, avviato nel ’94, è la

strada giusta da percorrere.

Le aree nazionali prese come termine di

paragone sono il “Nord-Ovest” e il “Nord-

Est”: in molti casi i loro indicatori presi in

esame, non solo sono risultati coerenti,

ma addirittura migliori delle eccellenze

europee.

Fonte: Laboratorio Ref. Ricerche (2018).

Aree europee a maggior vocazione industriale oggetto del

confronto (in diverso colore le varie aree considerate)

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01/06/2018

Figura 4: fatturato medio delle prime 10 aziende in mln€ (2017)

Le dimensioni della gestione

Fonte: Laboratorio Ref. Ricerche (2018).

La solidità finanziaria nel 2015

Figura 5: Rapporto tra indebitamento e margine operativo lordo (2015)

NB: valori del rapporto inferiori a 4,5 indicano un flusso di cassa adeguato.

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9. Conclusioni

• Maggior oculatezza nelle scelta dei soggetti attuatori

• Estremizzazione: “Terna dell’Acqua”

Proseguire e concludere il

processo di selezione di un Gestore Unico

all’interno di ogni ATO

• Investire nei progetti per evitare aumenti dei costi derivanti da revisioni e contenziosi

Migliorare la fase di progettazione

Gestione più efficiente delle infrastrutture e dei fondi ad esse destinati

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Proposte

PROJECT FINANCINGTecnica di finanziamento di progetti ad alta intensità di capitali, la base della fiducia non risiede

nello standing creditizio delle imprese promotrici dell’iniziativa, ma nella fattibilità e nella

redditività del progetto.

PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO:

Ciò che si evince dalle analisi è la necessità di afflusso di capitale da parte di privati in questo settore,

attraverso l’utilizzo di nuove formule.

La condizione di utilizzo del Project Financing, è che il progetto sia in grado di generare un flusso

monetario idoneo a ripagare l’esborso iniziale.

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La sentenza n. 02481/2017 del Consiglio di Stato,

mitiga gli effetti del referendum e lascia un margine

di manovra per l’ingresso di privati nel settore.

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Acque nuove

68.82 mln €

AcamAcque

100 mln €

Acque S.p.a.

255 mln €

Queste 3 società sono l’esempio di come sia possibile ottenere

ottimi risultati di finanziamento privato tramite il PF

Erogati in 7 anni a partire

dal 2005 e da restituire nei

successivi 10 (Arezzo).

Erogati tra il 2006 e il

2024 da un pool di

banche capeggiato

da ISP (La Spezia).

Accordo con Depfa

Bank per il sistema

idrico del Basso

Valdarno.

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Fonte: MIT (2008).

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BibliografiaAnwandter, L., Rubino, P., & Anselmo, I. (2006). Rischi, incertezze e conflitti d'interesse nel settore idrico italiano:

analisi e proposte di riforma, Ministero dell'economia e delle finanze.

Coldiretti, Siccità: Coldiretti oltre 2 miliardi di danni nei campi, (https://www.coldiretti.it/economia/siccita-coldiretti-

oltre-2-miliardi-di-danni-nei-campi).

Istat. Censimento delle acque per uso civile, www.istat.it (https://www4.istat.it/it/archivio/207497).

Italiasicura. Sviluppo delle infrastrutture idriche, www.italiasicura.governo.it

(http://italiasicura.governo.it/site/home/news/documento734.html).

Laboratorio Ref.Ricerche. Industria idrica in cammino verso le eccellenze europee, (http://www.astrid-

online.it/static/upload/ref-/ref-ricerche_contributo_98.pdf).

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