PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE PIANO TRIENNALE DI … · L. 190/2012 Domande Quanto conosci la...

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Legge 6 novembre 2012 n°190 PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Dott. Antonio Cappiello

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Legge 6 novembre 2012 n°190

PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

Dott. Antonio Cappiello

L. 190/2012Corso di Formazione

1 5 10

L. 190/2012Domande

Quanto conosci la norma “Anticorruzione”?

Secondo te, quanto è vasto il fenomeno della corruzione in Italia?

E nella tua zona?

Quanto conosci il PTPC/Codice di comportamento del tuo ente?

Quanto puoi fare tu per prevenire la corruzione nel tuo ente?

L. 190/2012L'approccio

La formazione per gli adultiDare forma ha una conoscenza che già esiste

Stimolare l'azione

FORM - AZIONE

L. 190/2012Le parole chiave

Corruzione Corrotto

PROCESSO

Prevenzione

L. 190/2012Focus

Corruzione

L. 190/2012I significati di “corruzione”

Corruzione in senso legale

Corruzione in senso moraledepravazione: c. dei costumi; la c. dei giovani,della società; la c. della classe politica;

Corruzione nel senso fisico,Decomposizione, disfacimento, putrefazione e sim.: c. dell’aria, delle acque; la c. del cadavere;

L. 190/2012Corruzione in senso legale

Il reato di corruzione lo commette il Pubblico Ufficiale che,

per compiere un atto conforme alle proprie funzioni (o per averlo già compiuto) oppure per compierne uno contrario alle proprie funzioni,

riceve denaro o un qualche altro vantaggio che non gli spetta.

L. 190/2012Corruzione in senso legale

Si ha corruzione anche quando il Pubblico Ufficiale riceve solo la promessa di una “retribuzione” non dovuta per poter tenere le condotte descritte.

E’ altresì corrotto il Pubblico Ufficiale che abbia ricevuto un’utilità per aver omesso o per omettere un atto conforme alle proprie funzioni o per averlo anche solo ritardato.(Codice penale articoli 318)

L. 190/2012ILLEGITTIMITA’ E ILLEGALITA’

ILLEGITTIMITA’MANCATA CONFORMITA’ A UNA NORMA GIURIDICA

ILLEGALITA’ESERCIZIO DELLE POTESTÀ PUBBLICISTICHE DIRETTO AL

CONSEGUIMENTO DI UN FINE DIVERSO O ESTRANEO RISPETTO A QUELLO PREVISTO DA NORME GIURIDICHE O

DALLA NATURA DELLA FUNZIONE

L’ABUSO E, PIÙ PRECISAMENTE, LA STRUMENTALIZZAZIONE DELL’UFFICIO

L. 190/2012I REATI

PECULATOAppropriazione di denaro o di cosa mobile altrui di cui si ha

disponibilità per ragione d’ufficio

Esempi:Sottrarre un bene di proprietà comunale (marche da bollo, derratealimentari, combustibili, automobili, computers, ecc)Usare l’auto di servizio del Comune per fare la spesa o per andare acasa

L. 190/2012I REATI

ABUSO D’UFFICIOAbuso dei poteri di ufficio, omettendo di astenersi in

presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto e

procurando intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto

vantaggio patrimoniale

Esempi:non astenersi dal far parte di una commissione di concorso quando trai candidati ci sia un proprio parente

L. 190/2012I REATI

ABUSO D’UFFICIOIl bene giuridico tutelato è quello dell’imparzialità, dell’efficienza,

del buon andamento e della trasparenza della Pubblica

Amministrazione.

l’efficienza deve essere intesa come la capacità di perseguire i fini che

la legge assegna alla Pubblica Amministrazione in aderenza all’interesse

pubblico.

L’imparzialità della Pubblica Amministrazione deve essere intesa come

la necessità che venga rispettata la par condicio fra i cittadini nei

confronti della Pubblica Amministrazione.

L. 190/2012I REATI

CONCUSSIONEAbuso dei poteri d’ufficio per costringere a dare o a

promettere indebitamente, a sé o ad un terzo, denaro o

altra utilità

Esempi:«Se non mi paghi adotterò un’ordinanza di demolizione della casa»«Se assumessi xxx lavorerei meglio e potrei mandare avanti subito latua pratica adesso ferma sulla mia scrivania»

L. 190/2012I REATI

CORRUZIONEAbuso dei poteri assegnati oltre la legalità per agevolare,

per omettere o ritardare un atto, per produrre un atto

contrario ai doveri di ufficio al fine di riceve, per se' o per

un terzo, denaro od altra utilità, una retribuzione che non gli

è dovuta, in accordo con altri soggetti

Esempi:si accetta del denaro per sbloccare una pratica ferma offerto dalprivato di sua iniziativa

L. 190/2012 CORRUZIONE AMMINISTRATIVA

IL REATO DI CORRUZIONE Tutti i reati contro la pubblica amministrazione

(Titolo.II, Capo II, Codice Penale)

MA ANCHE

MALFUNZIONAMENTO DELLA P.A. A CAUSA DELL’USO A FINI PRIVATE DELLE FUNZIONI ATTRIBUITE

UTILIZZO DI FINALITA’ PUBBLICHE PER PERSEGUIRE ILLEGITTIMAMENTE UN FINE PROPRIO

USO DEVIATO O DISTORTO DEI DOVERI FUNZIONALI.

L. 190/2012 Malfunzionamento

Malfunzionamento è la parola chiave.Il concetto di corruzione è inteso in senso lato, come

comprensivo delle varie situazioni in cui, nel corso dell'attività, venga in evidenza un malfunzionamento dell'amministrazione a causa dell'uso ( o non uso) a fini

privati delle funzioni attribuite ai funzionari

L. 190/2012 Malfunzionamento

Noi dobbiamo conoscere per intero la linea di confine che corre tra il buon

funzionamento e il mal funzionamento dell'ASL

La conosciamo?

L. 190/2012 BUON/MALFUNZIONAMENTO

L. 190/2012Focus

Corrotto

L. 190/2012 Chi si corrompe?

Focus sulle persone

LA CORRUZIONE PROBLEMA ETICO O ORGANIZZATIVO

Le cause della corruzione sono etiche?(dipendono cioè dal modo in cui le persone scelgono e agiscono, seguendo i

propri interessi, anziché rispettare i valori della legalità e dell’interesse

comune)

oppure

E’ un problema organizzativo?(dipendono dal modo in cui sono GESTITE le organizzazioni pubbliche e

dal modo con cui interagiscono con il contesto socio-economico)

LA LEGGE 190/2012 PRIVILEGIA L’APPROCCIO ORGANIZZATIVO

L. 190/2012 Cosa si corrompe?

Focus sull'organizzazione

L. 190/2012 Chi è l'organizzazione?

Diamo SENSO all'organizzazione

L. 190/2012

Siete un'organizzazione se: Condividete lo stesso fine: il perché sono qui è in linea

con la finalità dell'ASL

Agite sulla base di una piattafoprma di valori condivisi

Vi è chiaro il ruolo che ricoprite e il ruolo degli altri

Riuscite a vedere come tutti i ruoli cooperando

producono i risultati che giustificano l'esistenza dell'ASL

Vi aiutate reciprocamente attraverso la co-ispirazione, il

co-apprendimento. Il co-sviluppo

L. 190/2012RESPONSABILITA’ AMMINISTRATIVA

L'ASL È RESPONSABILE DEI COMPORTAMENTI NON IN LINEA CON I SUOI FINI (DEVIATI)

MESSI IN ATTO DA PARTE DI PERSONE CHE RIVESTANO FUNZIONI DI RAPPRESENTANZA, DI AMMINISTRAZIONE, DI

DIREZIONE E

DALLE PERSONE SOTTOPOSTE ALLA VIGILANZA E AL CONTROLLO DELLE PRIME.

L. 190/2012

LA CORRUZIONE E' UN PROBLEMA ORGANIZZATIVO

RIGUARDA L'ORGANIZZAZIONE E L'ORGANIZZAZIONE VI PONE RIMEDIO

IN PRIMIS CERCANDO DI PREVENIRLA

L. 190/2012

La legge n. 190 del 6 Novembre 2012, la cosiddetta “Legge Anticorruzione”, ha introdotto per la prima volta nel nostro

paese un sistema organico di prevenzione della corruzione e dell’illegalità

all’interno della Pubblica Amministrazione.

L. 190/2012IL CONTESTO INTERNAZIONALE

Convenzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione

adottata dall'Assemblea generale dell'O.N.U. il 31 ottobre 2003 con risoluzione n. 58/4, firmata dallo Stato italiano il 9 dicembre 2003, e ratificata con legge 3 agosto 2009, n.

116.

L. 190/2012IL CONTESTO INTERNAZIONALE

Le misure contenute nelle linee guida e nelle convenzioni OECD

(Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica)

adottate dal Consiglio d'Europa con il GR.E.C.O. (Groupe d'États Contre la Corruptione) e dall'Unione Europea

L. 190/2012IL CONTESTO INTERNAZIONALE

La convenzione ONU prevede che ciascun Stato:

elabori e applichi delle politiche di prevenzione della corruzione efficaci e coordinate,

Si adoperi al fine di attuare e promuovere efficaci pratiche di prevenzione, vagliandone periodicamente l'adeguatezza e collaborarando con gli altri Stati e con le organizzazioni regionali ed internazionali per la promozione e messa a punto delle misure (art. 5).

individui uno o più organi incaricati di prevenire la corruzione

L. 190/2012IL CONTESTO NAZIONALE

L. 190/2012L'ARCHITETTURA DI PREVENZIONE

Soggetti e compiti

Misure generali di prevenzione e contrasto

Prevede l'introduzione di ulteriore normativa

L. 190/2012SOGGETTI E COMPITI

NORMATIVA ANTICORRUZIONEDOPO LA LEGGE 190/2012 1/2

Dlgs 31/12/2012 n°235 «Testo unico in materia di

incandidabilità»

Dlgs 14/03/2013 n°33 «Trasparenza»

Dlgs 08/04/2013 n°39 «Incandidabilità e inconferibilità»

DPR 16/04/2013 n°62 «Nuovo codice di comportamento

dei dipendenti pubblici»

DPCM 18/04/2013 «Decreto sulle White Lists»

NORMATIVA ANTICORRUZIONEDOPO LA LEGGE 190/2012 2/2

Le Circolari n° 1 e n° 2 del DFP

Le linee-guida Ministeriale sul PNA

La delibera CiVIT (ora A.N.A.C.) n°72/2013

«APPROVAZIONE DEL PIANO NAZIONALE

ANTICORRUZIONE»

Intesa in Conferenza Unificata 24/07/2013

FOCUS P.N.A.PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE

Indica gli obiettivi strategici del governo per attuare la

strategia di prevenzione a livello di Amministrazione

centrale;

Fornisce le linee di indirizzo per l'attuazione della

prevenzione alla corruzione e per la stesura del Piano

Triennale di Prevenzione della Corruzione.

(Vedi PNA e allegati)

P.N.A.OBIETTIVI STRATEGICI

Creare un contesto sfavorevole alla corruzione

Ridurre le opportunità che si

manifestino casi di corruzione

Aumentare la capacità di scoprire

casi di corruzione

P.N.A.

L. 190/2012

Compiti e ruoli specifici per la pubblica amministrazione locale

I SOGGETTI COINVOLTI A LIVELLO LOCALENELLA STRATEGIA ANTI CORRUZIONE

L'AUTORITA' DI INDIRIZZO POLITICO

Individua il responsabile della prevenzione della corruzione

Su proposta del responsabile della prevenzione, entro il 31 gennaio di ogni anno, adotta il piano triennale di

prevenzione della corruzione e i suoi aggiornamenti

Adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale, che siano direttamente o indirettamente finalizzati alla

prevenzione della corruzione

I COMPITI PRINCIPALI DEL R.P.C.

Predispone il piano triennale, seleziona e forma il personale da impegnare nelle attività che sono più esposte a rischio di corruzione

Verifica la concreta attuazione del piano, l’effettiva rotazione negli incarichi a più elevato rischio e individua il personale da formare

proporre modifiche al piano in caso di accertamento di significative violazioni o di mutamenti dell'organizzazione

Entro il 15 dicembre di ogni anno pubblica nel sito web dell'amministrazione una relazione recante i risultati dell'attivita'

RACCORDO TRA R.P.C. E GLI ALTRI ORGANI E FIGURE PRESENTI NELL'ASL

Al fine di realizzare la prevenzione, l’attivita del

responsabile deve essere strettamente collegata e

coordinata con quella di tutti i soggetti presenti nell’organizzazione dell'ASL

RACCORDO TRA R.P.C. E GLI ALTRI ORGANI E FIGURE PRESENTI NELL'ASL

Il vertice amministrativo ovvero il dirigente preposto alla direzione delle risorse umane e strumentali dovrà

impartire indirizzi ed istruzioni affinché sia assicurato che tutte le unità organizzative forniscano il loro apporto

collaborativo al responsabile della prevenzione.

Per assicurare un certo grado di effettività delle istruzioni, è anche opportuno che le modalità dettagliate del raccordo vengano inserite nell'ambito del piano di

prevenzione.

In proposito, si rammenta anche che la legge configura un illecito disciplinare per i dipendenti che violano le

prescrizioni contenute nel piano;

LE RESPONSABILITA' DEL R.P.C.

In caso di commissione all'interno dell'amministrazione di un reato di corruzione accertato con sentenza passata in

giudicato,

IL R.P.C. risponde sul piano disciplinare oltre che per il danno erariale e all'immagine della pubblica

amministrazione, salvo che provi tutte le seguenti circostanze:

a) di avere predisposto, prima della commissione del fatto, il piano secondo le modalità prescritte

b) di aver vigilato sul funzionamento e sull'osservanza del piano.

LE RESPONSABILITA' DEL R.P.C.

In tal caso, la sanzione disciplinare a carico del Responsabile della Prevenzione della Corruzione non può

essere inferiore alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di un mese ad

un massimo di sei mesi.

LE RESPONSABILITA' DEL R.P.C.

Nel caso in cui, nello svolgimento della sua attività, egli riscontriatti che possono presentare una rilevanza

disciplinare

deve darne tempestiva informazione al dirigente preposto all'ufficio a cui il dipendente è addetto o al dirigente

sovraordinato, se trattasi di dirigente, e all'ufficio procedimenti disciplinari

affinché possa essere avviata con tempestività l'azione disciplinare.

LE RESPONSABILITA' DEL R.P.C.

Nel caso in cui, nello svolgimento della sua attività, egli riscontrifatti suscettibili di dar luogo a responsabilità

amministrativa,

deve presentare tempestiva denuncia alla competente procura della Corte dei conti per le eventuali iniziative in

ordine all'accertamento del danno erariale

LE RESPONSABILITA' DEL R.P.C.

Nel caso in cui, nello svolgimento della sua attività, egli riscontrifatti che rappresentano notizia di reato,

deve presentare denuncia alla procura della Repubblica o ad un ufficiale di polizia giudiziaria con le modalità

previste dalla legge (art. 331 c.p.p.)

e deve darne tempestiva informazione all'Autorità nazionale anticorruzione.

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI DIRIGENTI

Concorrono alla definizione di misure idonee a prevenire e contrastare i fenomeni di corruzione e a controllarne il

rispetto da parte dei dipendenti dell'ufficio cui sono preposti

Forniscono le informazioni richieste dal soggetto competente per l'individuazione delle attività nell'ambito delle quali e' più elevato il rischio corruzione e formulano

specifiche proposte volte alla prevenzione del rischio medesimo

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI DIRIGENTI

Provvedono al monitoraggio delle attività nell'ambito delle quali e' più elevato il rischio corruzione svolte nell'ufficio

a cui sono preposti, disponendo, con provvedimento motivato, la rotazione del personale nei casi di avvio di

procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva

Svolgono attivita informativa nei confronti del responsabile, dei referenti e dell’autorita giudiziaria

Partecipano al processo di gestione del rischio

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI DIRIGENTI

Propongono le misure di prevenzione

Aassicurano l’osservanza del Codice di comportamento e verificano le ipotesi di violazione

Adottano le misure gestionali, quali l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e rotazione del

personale

Osservano le misure contenute nel P.T.P.C.

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI DIRIGENTI

Vigilano sulla corretta applicazione dell'art. del codice di comportamento che disciplina regali, compensi e altre utilità

All'atto del conferimento dell'incarico presentano una dichiarazione sulla insussistenza di una delle cause di

inconferibilita .

Nel corso dell'incarico l'interessato presenta annualmente una dichiarazione sulla insussistenza di una delle cause di

incompatibilita . Le dichiarazioni sono pubblicate nel sito della pubblica amministrazione.

La dichiarazione deve essere resa tempestivamente all'insorgere della causa di incompatibilità, al fine di consentire

l'adozione delle conseguenti iniziative da parte dell'amministrazione

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI DIRIGENTI

Per l’attuazione delle attività ad alto rischio di corruzione, i dirigenti responsabili dei settori interessati dell'ASL

Lanciano Vasto Chieti

devono presentare entro il mese di giugno 2014 un piano preventivo dettagliato al Responsabile della

prevenzione della corruzione

che fra l’altro, deve contenere valutazioni circa la definizione dei criteri atti ad assicurare la rotazione dei

dipendenti nei settori di competenza

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI DIRIGENTI

Ciascun Dirigente dell'ASL Lanciano Vasto Chieti propone,

entro il 30 aprile di ogni anno, al Responsabile del Piano per la prevenzione della corruzione, il piano

annuale di formazione della propria U.O.

, con esclusivo riferimento alle materie inerenti le attività a rischio di corruzione individuate nel presente Piano e

l’elenco dei dipendenti da inserire nei programmi di formazione di cui all’art. 1, comma 1 della legge

190/2012.

COMPITI E RESPONSABILITA'

Con le nuove norme è stata quindi affiancata l'attività del responsabile della prevenzione con l'attività dei dirigenti,

ai quali sono affidati poteri propositivi e di

controllo e sono attribuiti obblighi di collaborazione, di monitoraggio e di azione diretta in materia di

prevenzione della corruzione.

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI REFERENTI

I Referenti del Responsabile per la Prevenzione della Corruzione, al fine di assicurare, in modo diffuso e

capillare, azione coordinata, attività di controllo, di prevenzione e di contrasto della corruzione e dell'illegalità nell'ASL, concorrono con il Responsabile della Prevenzione

della Corruzione a:

definire procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione

individuare le attività nell'ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione;

prevedere meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione;

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI REFERENTI

assicurare obblighi di informazione nei confronti del Responsabile della Prevenzione della Corruzione

monitorare il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti;

monitorare i rapporti tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell'amministrazione;

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI REFERENTI

I Referenti del Responsabile per la P revenzione della Corruzione concorrono:

individuare e proporre specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge.

alla verifica dell'efficace attuazione del piano e della sua idoneità, nonché a proporre la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell'attività dell'amministrazione;

alla verifica dell'effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione;

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI REFERENTI

I Referenti del Responsabile per la P revenzione della Corruzione concorrono:

a curare che nell'Azienda siano rispettate le disposizioni sulla inconferibilità e incompatibilità degli incarichi

a curare la diffusione della conoscenza del codice di comportamento nell'amministrazione ed il monitoraggio annuale sulla sua attuazione

COMPITI E RESPONSABILITA' DEGLIORGANISMI INDIPENDENTI DI VALUTAZIONE

Partecipano al processo di gestione del rischio

Considerano i rischi e le azioni inerenti la prevenzione della corruzione nellosvolgimento dei compiti ad essi

attribuiti

-svolgono compiti propri connessi all’attività anticorruzione nel settore della trasparenza

amministrativa

esprimono parere obbligatorio sul Codice di comportamento adottato da ciascuna amministrazione

COMPITI E RESPONSABILITA' U.P.D.

Svolge i procedimenti disciplinari nell’ambito della propria competenza

Provvede alle comunicazioni obbligatorie nei confronti dell’autorità giudiziaria

Propone l’aggiornamento del Codice di comportamento;

COMPITI E RESPONSABILITA' TUTTI I DIPENDENTI

Partecipano al processo di gestione del rischio

Osservano le misure contenute nel P .T .P .C.

Segnalano le situazioni di illecito al proprio dirigente o all’U.P.D.

Segnalano casi di personale conflitto di interessi

COMPITI E RESPONSABILITA'

Dall'esame del quadro normativo risulta pertanto che lo sviluppo e l'applicazione delle misure di prevenzione

della corruzione sono il risultato di un'azione sinergicae combinata dei singoli responsabili degli uffici e del

responsabile della prevenzione, secondo un processo bottom-up in sede di formulazione delle proposte e top-down per la successiva fase di verifica ed applicazione.

IL PTPC

ASL LAN VAS CHI

P.T.P.C.FINALITA’'

«Strumento attraverso il quale l’amministrazione sistematizza e

descrive un “processo”- articolato in fasi tra loro collegate

concettualmente e temporalmente - che è finalizzato a formulare una

strategia di prevenzione del fenomeno corruttivo» (da P.N.A.)

Deve fornire una valutazione del livello di esposizione DEI

processi al rischio di corruzione

Deve indicare gli interventi organizzativi volti a prevenire

il rischio di corruzione

P.T.P.C.

Il P.T.P.C. è la descrizione di un “processo”- finalizzato a

formulare una strategia di prevenzione del fenomeno

PROCESSO

P.T.P.C.

Deve essere strutturato come documento di programmazione, con l’indicazione di:

obiettivimisure

indicatoriresponsabilitempistica

risorsemonitoraggio

deve essere collegato con gli altri strumenti di programmazione (Performance innanzitutto) e integrato con gli altri strumenti di

controllo

P.T.P.C.

P.T.P.C.IL PROCESSO DI ADOZIONE

- Individuazione degli attori interni all’amministrazione che hanno partecipato alla predisposizione del Piano nonche dei

canali e degli strumenti di partecipazione

- Individuazione degli attori esterni all’amministrazione che hanno partecipato alla predisposizione del Piano nonche dei

canali e degli strumenti di partecipazione

- Indicazione di canali, strumenti e iniziative di comunicazione dei contenuti del Piano

P.T.P.C.IL PROCESSO DI ADOZIONE

Al fine di disegnare un’efficace strategia anticorruzione, le amministrazioni debbono realizzare delle forme di

consultazione, con il coinvolgimento di cittadini e di organizzazioni portatrici di interessi collettivi, ai fini della

predisposizione del P.T.P.C.

Le amministrazioni debbono poi tener conto dell’esito della consultazione in sede di elaborazione del P.T.P.C. e in sede di

valutazione della sua adeguatezza, anche quale contributo per individuare le priorita di intervento.

P.T.P.C.COME FARE LE CONSULTAZIONE

Le consultazioni potranno avvenire o mediante raccolta dei contributi via web oppure nel corso di incontri con i rappresentanti delle associazioni di utenti tramite

somministrazione di questionari.

L’esito delle consultazioni deve essere pubblicato sul sito internet dell’amministrazione e in apposita sezione del P.T.P.C.,

con indicazione dei soggetti coinvolti, delle modalita di partecipazione e degli input generati da tale partecipazione.

P.T.P.C. CONTESTO DI RIFERIMENTO E OBIETTIVI STRATEGICI

Definizione di corruzione

Contesto di riferimento (dati e informazioni sul fenomeno corruttivo nel contesto sociale in cui agisce l'ente: presenza del crimine organizzato, casi di corruzione e malamministrazione

già riscontrati, livello delle performance organizzative, attività dell'UPD, clima e benessere organizzativo)

Obiettivi strategici ridurre le opportunita che si manifestino casi di corruzione;

aumentare la capacita di scoprire casi di corruzione;creare un contesto sfavorevole alla corruzione.

P.T.P.C.I CONTENUTI

MISURE SPECIFICHE

MISURE TRASVERSALI

MISURE GENERALI OBBLIGATORIE

INTEGRAZIONE (CODICE COMPORTAMENTO,

TRASPARENZA, PERFORMANCE)

MONITORAGGIO

P.T.P.C.GESTIONE DEL RISCHIO

P.T.P.C.LA GESTIONE DEL RISCHIO

Processo con cui si individua e si stima il rischio cui

un’organizzazione è soggetta e si sviluppano strategie e

procedure operative per governarlo

MODELLO ISO 31000 – RISK MANAGEMENT “Le organizzazioni di tutti i tipi e dimensioni si trovano ad affrontare fattori ed

influenze interni ed esterni che rendono incerto il raggiungimento dei propriobiettivi. Il rischio è l'effetto che questa incertezza ha sugli obiettivi

dell'organizzazione.”

P.T.P.C.RISCHIO - EVENTO

Per “rischio” si intende l’effetto dell’incertezza sul corretto perseguimento dell’interesse pubblico e, quindi, sull’obiettivo istituzionale dell’ente, dovuto alla

possibilita che si verifichi un dato evento

Per “evento” si intende il verificarsi o il modificarsi di un insieme di circostanze che si frappongono o si oppongono al perseguimento dell’obiettivo istituzionale dell’ente.

Questo evento deve essere esplicitato

Per “titolare del rischio” si intende la persona con la responsabilita e l’autorita per gestire il rischio

P.T.P.C.GESTIONE DEL RISCHIO

Per “gestione del rischio” si intende l’insieme delle attività coordinate per guidare e tenere sotto controllo

l’amministrazione con riferimento al rischio malfunzionamento/corruzione

La gestione del rischio di corruzione è lo strumento da utilizzare per la riduzione delle probabilità che il rischio si

verifichi e/o per scoprire tempestivamente casi di malfunzionamento/corruzione

La pianificazione, mediante l’adozione del P.T.P.C. è il mezzo per attuare la gestione del rischio.

P.T.P.C.GESTIONE DEL RISCHIO

L’intero processo di gestione del rischio richiede la partecipazione e l’attivazione di meccanismi di

consultazione, con il coinvolgimento dei dirigenti per le aree di rispettiva competenza.

Per l’attività di identificazione, di analisi e di ponderazione dei rischi è consigliata la costituzione di gruppi di lavoro, al

fine di far emergere gli aspetti salienti a seguito del confronto.

E’ utile la consultazione e il coinvolgimento di associazioni di consumatori e di utenti che possono offrire un contributo

con il loro punto di vista e la loro esperienza.

P.T.P.C.IL PROCESSO DI GESTIONE DEL RISCHIO

Mappaturaprocessi

Identificazione Valutazione

Rischio/processo

Trattamentodel rischio

ANALISI DEL RISCHIO1. MAPPATURA DEI PROCESSI

Mappare un processo significa:

Individuare, all’interno dell’amministrazione di riferimento, i processi che vengono messi in atto;

Individuare le fasi per la sua attuazione;

Identificare gli Uffici/Soggetti responsabili della sua implementazione.La mappatura consente l’elaborazione del catalogo dei

processi.

Mappaturaprocessi

ANALISI DEL RISCHIOMAPPATURA DEI PROCESSI

Il PNA definisce un processo come quell’insieme di attivitàinterrelate che creano valore trasformando delle risorse(input del processo) in un prodotto (output del processo)destinato ad un soggetto interno o esternoall'amministrazione (utente).

Il concetto di processo è più ampio di quello di procedimentoamministrativo

P.T.P.C.1. ANALISI DEL RISCHIO

LA MAPPATURA DEI PROCESSI – IL P.N.A. dice anche: “La mappatura dei processi consente l’individuazione del contesto entro cui

deve essere sviluppata la valutazione del rischio”(allegato 1,pag.24).

“Il concetto di processo è più ampio di quello di procedimentoamministrativo”(allegato 1,pag.24).

“La mappatura consiste nell’individuazione del processo, delle sue fasi edelle responsabilità per ciascuna fase. Essa consente l’elaborazione delcatalogo dei processi”(allegato 1,pag.24).

“La mappatura dei processi deve essere effettuata per le aree di rischioindividuate dalla normativa e per le sotto-aree in cui queste si articolano(si veda l’Allegato 2: Le aree di rischio). E’ inoltre raccomandato che lamappatura, anche in questa prima fase di attuazione della normativa,riguardi anche altre aree di attività, che possono essere diversificate aseconda della finalità istituzionale di ciascuna amministrazione”(allegato1,pag.25)

ANALISI DEL RISCHIOMAPPATURA DEI PROCESSI

Elementi minimi di mappatura del processo

Breve descrizione del servizio/prodotto

Destinatari

Fasi del processo e principali attività

Limite tempo conclusione procedimento/processo

Responsabilità

Normativa di riferimento

Meccanismi decisionali

Controlli sul processo

ANALISI DEL RISCHIOVALUTAZIONE DEL RISCHIO

L’attivita di valutazione del rischio deve essere fatta per ciascun processo o fase di processo mappato.

Per valutazione del rischio si intende il processo di:Identificazione, analisi e ponderazione del rischio.

Identificazione Analisi

ValutazioneRischio/processo

ANALISI DEL RISCHIOIDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO

RicercaIdentificazione

Descrizione

L’attività di identificazione richiede che per ciascun processo o fase di processo siano fatti emergere i possibili rischi di corruzione.

Questi emergono considerando il contesto esterno ed interno all'ASL,

Identificazione

ValutazioneRischio/processo

ANALISI DEL RISCHIOIDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO

L’attività di identificazione dei rischi va svolta preferibilmente nell’ambito di gruppi di lavoro, con il coinvolgimento dei dirigenti per

l’area di rispettiva competenza.

Un utile contributo può essere dato dai dati tratti dall’esperienza e, cioè, dalla considerazione di precedenti giudiziali (in particolare, i

procedimenti e le decisioni penali o di responsabilità amministrativa) o disciplinari (procedimenti avviati, sanzioni irrogate) che hanno

interessato l’ASL

Il coordinamento generale dell’attività è assunto dal responsabile della prevenzione.

E’ raccomandato il coinvolgimento del NAV, il quale contribuisce alla fase di identificazione mediante le risultanze dell’attività di

monitoraggio sulla trasparenza ed integrità dei controlli interni

ANALISI DEL RISCHIOIDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO

A seguito dell’identificazione, i rischi vengono inseriti in un “registro dei rischi”.

ANALISI DEL RISCHIORegistro dei rischi

SOTTO-AREA /PROCESSO PROCESSO PROCEDIMENTO RISCHI CONNESSI STRUTTURA RESPONSABILE Dirigente/Dipendente

CONFERIMENTO INCARICHI EXTRA-ISTITUZIONALI

Istruttoria e autorizzazioni per incarichi esterni a dipendenti

Omesse verifiche su incompatibilità al fine di agevolare i richiedenti

RECLUTAMENTO DEL PERSONALE

Assunzioni Articolo 110 Dlgs 267/2000

Motivazione generica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolate soggetti particolari

RECLUTAMENTO DEL PERSONALE

Assunzioni Articolo 90 Dlgs 267/2000

Conferimento di indennità "ad personam" non dovute

RECLUTAMENTO DEL PERSONALE

Incarichi di collaborazione coordinata e continuativa

Motivazione generica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarici professionali allo scopo di agevolate soggetti particolari

RECLUTAMENTO DEL PERSONALE

Comunicazione per utilizzo di lavoro flessibile

Omessa/parziale comunicazione per procedure di utilizzo di lavoro flessibile non rispondenti alle norme

RECLUTAMENTO DEL PERSONALE

Attivazione di somministrazione contratti a tempo determinato

Previsione di requisiti di accesso "personalizzati"Inosservanza delle regole procedurali a garanzia della trasparenza e della imparzialità

AREA A RISCHIO - ACQUISIZIONE E PROGRESSIONE DEL PERSONALE

ANALISI DEL RISCHIORegistro dei rischi

I Rischi devono essere descritti in modo tale da suggerire interventi di prevenzione. Devono mettere in luce una

possibile carenza/falla del sistema di prevenzione

Omesse verifiche su incompatibilità al fine di agevolare i richiedenti

Motivazione generica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolate

soggetti particolari

Conferimento di indennità "ad personam" non dovute

Previsione di requisiti di accesso alle gare "personalizzati"

Inosservanza delle regole procedurali a garanzia della trasparenza e della imparzialità

P.T.P.C.1. ANALISI DEL RISCHIO

DEFINIAMO UN LESSICO COMUNE

Aree ?

Sotto-aree?

Processi ?

Procedimenti?

I processi del Piano delle Performance come si collegano?

A quale livello di dettaglio dobbiamo scendere per

mappare il «PROCESSO»

P.T.P.C.1. ANALISI DEL RISCHIO

AREE DI RISCHIO COMUNI E «OBBLIGATORIE» DA P.N.A. (All. 2)

a) processi finalizzati all’acquisizione e alla progressione del personale;

b) processi finalizzati all’affidamento di lavori, servizi e forniture nonché

all’affidamento di ogni altro tipo di commessa o vantaggio pubblici

disciplinato dal d.lgs.n.163 del 2006;

c) processi finalizzati all’adozione di provvedimenti ampliativi della sfera

giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed

immediato per il destinatario;

d) processi finalizzati all’adozione di provvedimenti ampliativi della sfera

giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato

per il destinatario;

P.T.P.C.1. ANALISI DEL RISCHIO

Fermo restando il rispetto obbligatorio di Regolamenti o Leggi il rischio

che dobbiamo analizzare è verificare la probabilità che si attuino

comportamenti tali da:

Alterare il principio di pari opportunità nell’accesso alle prestazioni

Favorire ai non aventi diritto vantaggi economici

Produrre accordi collusivi di natura amministrativa e/o economica per

agevolare soggetti terzi

Sollecitare e/o accettare impropriamente regali, compensi o altre

utilità in connessione con l'espletamento delle proprie funzioni o dei

compiti affidati

P.T.P.C.1. ANALISI DEL RISCHIO

CATALOGO DEI PROCESSI DA P.N.A. (All. 2)

a) ACQUISIZIONE E PROGRESSIONE DEL PERSONALE

1. Reclutamento

2. Progressioni di carriera

3. Conferimento di incarichi di collaborazione

(vedi allegato)

LINEE GUIDA del Comitato Interministeriale

Contenuto minimo dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione

individuare, tra le attività di competenza dell’amministrazione,

quelle più esposte al rischio di corruzione (vedi comma 16):

a) autorizzazione o concessione;

b) scelta del contraente nell’affidamento di lavori, forniture e servizi;

c) concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili

finanziari;

d) concorsi e prove selettive per l’assunzione del personale

P.T.P.C.1. ANALISI DEL RISCHIO 2/2

PROCESSO PPArt 1 c 16 lett. a) l 190/2012

autorizzazione o concessione

Art 1 c 16 lett. b) l 190/2012 scelta del

contraente per l’affidamento

di lavori forniture e servizio

Art 1 c 16 lett. b) l 190/2012 scelta del

contraente per l’affidamento

di lavori forniture e servizio

Art 1 c 16 lett. d) l 190/2012

concorsi e prove selettive

personale

Processo 1

Processo 2

Gestire le risorse umane

ATTRIBUZIONE INCARICHI

GESTIONE ECONOMICA

RECLUTAMENTO

GESTIONE GIURIDICA PROGRESSIONI DI CARRIERA

Processo 99

AREA A RISCHIO - ACQUISIZIONE E PROGRESSIONE DEL PERSONALE – MATRICE DEL RISCHIO

P.T.P.C.2. VALUTAZIONE DEL RISCHIO

RIFERIMENTI DA P.N.A.La identificazione consiste nella ricerca, individuazione e descrizione dei rischi. L’attività di identificazione richiede che per ciascun processo o fase di processo siano fatti emergere i possibili rischi di corruzione” (allegato 1, pag. 26).A seguito dell’identificazione, i rischi vengono inseriti in un “registro dei rischi” (allegato 1, pag. 27).A fini di supporto, una lista esemplificativa di possibili rischi per le quattro aree di rischio comuni e generali già indicate è illustrata nell’Allegato: “Elenco esemplificativo di rischi specifici”. (allegato 3).

P.T.P.C.VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Per ciascun rischio catalogato occorre stimare il valore

della probabilità e il valore dell’impatto.

I criteri che è possibile utilizzare per stimare la probabilità

e l’impatto e per valutare il livello di rischio del processo

sono indicati nella Tabella Allegato 5: “La valutazione del

livello di rischio.

Analisi

ValutazioneRischio/processo

P.T.P.C.2. VALUTAZIONE DEL RISCHIO

LA VALUTAZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO

VALUTAZIONE DELLA PROBABILITA’

VALUTAZIONE DELL’IMPATTO

DISCREZIONALITA’

RILEVANZA ESTERNA ORGANIZZATIVO

COMPLESSITA’ DEL PROCESSO ECONOMICO

VALORE ECONOMICO REPUTAZIONALE

FRAZIONABILITA’ DEL PROCESSO ORGANIZZATIVO, ECONOMICO, DI IMMAGINE

CONTROLLI

P.T.P.C.2. VALUTAZIONE DEL RISCHIO

ESTRATTO da P.T.P.C.«Per ogni processo è stata quindi elaborata una scheda,tenendo conto della metodologia proposta all’interno delPiano Nazionale Anticorruzione, per la valutazione delrischio.»

P.T.P.C.PONDERAZIONE DEL RISCHIO

ValutazioneRischio/processo

P.T.P.C.TRATTAMENTO DEL RISCHIO

Il Trattamento del rischio , consiste nell’individuazionedelle misure che dovranno essere predisposte per mitigarei rischi di corruzione all’interno dell’amministrazione

L’individuazione e la valutazione delle misure e compiutadal responsabile della prevenzione con il coinvolgimentodei dirigenti per le aree di competenza e l’eventualesupporto dell’O.I.V.

Trattamentodel rischio

P.T.P.C.3. TRATTAMENTO DEL RISCHIO

PROTOCOLLIIl protocollo è un criterio riguardante la modalità di svolgimento dell’attività complessa. Il protocollo si riconnette alla valutazione del rischio.

Principi generali ( formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio corruzione) :l’interesse pubblico che gli uffici devono perseguire non è solo l’interesse particolare dell’ente (cui appartengono gli uffici) ma quello generale l’obbligo di informazione piena del responsabile anticorruzionela trasparenza organizzativa

Protocolli operativi (trasparenza e chiarezza delle regole) :affidamenti senza gara: limiti per affidare senza gara protocolli informativi (flusso informativo da e per il responsabile anticorruzione)Rapporti tra ente pubblico e operatori economiciRegolare i confini di intermediazione di interessi Protocolli di carattere premiale (valorizzare il ruolo della legalità in aggiudicazione di bandi)

P.T.P.C.TRATTAMENTO DEL RISCHIO

PROCEDURELa procedura è la modalità con cui i criteri contenuti nel protocollodevono essere tradotti, cioè formalizzare una sequenza dicomportamenti allo scopo di standardizzare e orientare i processi(soprattutto i processi sensibili) in chiave anticorruzione.

per esempio: Selezione e formazione dei dipendenti esposti a possibile corruzione Procedura di rotazione di dipendenti e funzionari in ambito a rischio Procedura di monitoraggio del rispetto dei termini Procedura di coordinamento tra Piano della Prevenzione e Piano della

Trasparenza Procedure riguardanti gli affidamenti senza gara (nei relativi

protocolli) Procedure per regolare i contatti con gli imprenditori …..

P.T.P.C.TRATTAMENTO DEL RISCHIO

SOTTO-AREA /PROCESSO RISCHI CONNESSI MATERIA PROTOCOLLI PROCEDURE

CONFERIMENTO INCARICHI EXTRA-ISTITUZIONALI

Omesse verifiche su incompatibilità al fine di agevolare i richiedenti

Istruttoria e autorizzazioni per incarichi esterni a dipendenti

Regolamento interno Codice di comportamento

Verifica dei requisiti secondo regolamento all’occorrenzaMonitoraggio annuale su storico

RECLUTAMENTO DEL PERSONALE

Motivazione generica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolate soggetti particolari

Assunzioni Articolo 110 Dlgs 267/2000

Norma di leggeRegolamento OU&S

Verifica dei requisiti Monitoraggio Trasparenza

RECLUTAMENTO DEL PERSONALE

Conferimento di indennità "ad personam" non dovute

Assunzioni Articolo 90 Dlgs 267/2000 Norma di legge Controlli Interni

RECLUTAMENTO DEL PERSONALE

Motivazione generica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolate soggetti particolari

Incarichi di collaborazione coordinata e continuativa

Norma di leggeRegolamento OU&S

Verifica dei requisiti Monitoraggio Trasparenza

RECLUTAMENTO DEL PERSONALE

Previsione di requsiti di accesso "personalizzati"Inosservanza delle regole procedurali a garanzia della trasparenza e della imparzialità

Attivazione di somministrazione contratti a tempo determinato

Verifica dei requisiti Trasparenza

Verifica dei requisiti Monitoraggio Trasparenza

AREA A RISCHIO - ACQUISIZIONE E PROGRESSIONE DEL PERSONALE ( W.I.P.)

P.T.P.C.SCHEDA TRATTAMENTO RISCHIO

Processo

Rischio

obiettivo misura target respons. temp. monitor..

Note

P.T.P.C.TRATTAMENTO DEL RISCHIO

EFFICACIA DELLA MISURA

E’ IDONEA AI FINI DI RIDURRE L’IMPATTO DEL RISCHIO

HA COSTI DI ATTUAZIONE RAGIONEVOLI IN FUNZIONE AL

E’ REALIZZABILE CON LE COMPETENZE PRESENTI

E’ REALIZZABILE IN TEMPI UTILI

P.T.P.C.PRIORITA' DI TRATTAMENTO

Le decisioni circa la priorità del trattamento si basano essenzialmente sui seguenti fattori:livello di rischio: maggiore è il livello, maggiore è la priorità di trattamento;obbligatorietà della misura: va data priorità alla misura obbligatoria rispetto a quella ulteriore;impatto organizzativo e finanziario connesso all’implementazione della misura.La priorità di trattamento è definita dal responsabile della prevenzione.L’individuazione delle priorità di trattamento è la premessa per l’elaborazione della proposta di P.T.P.C.La tempistica per l’introduzione e per l’implementazione delle misure può essere differenziata, a seconda che si tratti di misure obbligatorie o di misure ulteriori; in ogni caso il termine deve essere definito perentoriamente nel P.T.P.C..

P.T.P.C.MISURE TRASVERSALI

L’informatizzazione dei processi;questa consente per tutte le attività dell’amministrazione la tracciabilità

dello sviluppo del processo e riduce quindi il rischio di “blocchi” non controllabili con emersione delle responsabilità per ciascuna fase;

P.T.P.C.I CONTENUTI

MISURE GENERALI OBBLIGATORIE (da P.N.A.) Monitoaraggio sui tempi dei procedimenti

Trasparenza;

Controlli sui rapporti con soggetti esterni

Codice di Comportamento;

Rotazione del Personale;

Astensione in caso di Conflitto di Interessi;

Svolgimento incarichi d'ufficio attività ed incarichi extra-istituzionali;

Conferimento di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività o incarichi precedenti;

Incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali;

Svolgimento di attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro;

Commissioni, assegnazioni uffici e conferimento di incarichi in caso di condanna per delitti

contro la PA;

Whistleblowing;

Formazione;

Patti di Integrità;

MISURE TRASVERSALIMONITORAGGIO TEMPI DEI PROCEDIMENTI

Per l’attuazione delle attività ad alto rischio di corruzione, i dirigenti responsabili dei settori interessati dell'ASL

Lanciano Vasto Chieti

raccolgono mensilmente dai dipendenti che svolgono le attività a rischio di corruzione le relazioni, a

decorrere dalla data di adozione del presente Piano, circa il rispetto dei tempi procedimentali e circa qualsiasi

anomalia accertata, indicando, per ciascun procedimento nel quale i termini non sono stati rispettati, le motivazioni in fatto e in diritto di cui all’art. 3 della legge 241/1990,

che giustificano il ritardo.

MISURE TRASVERSALIMONITORAGGIO TEMPI DEI PROCEDIMENTI

Per l’attuazione delle attività ad alto rischio di corruzione, i dirigenti responsabili dei settori interessati dell'ASL

Lanciano Vasto Chieti

con particolare riguardo alle attività a rischio di corruzione, informano, tempestivamente e senza

soluzione di continuità, il R.P.C. in merito al mancato rispetto dei tempi procedimentali e di qualsiasi altra

anomalia accertata, adottando le azioni necessarie per eliminarle oppure proponendole al R.P.C., nel caso non

rientrino nella competenza esclusiva dirigenziale.

MISURE TRASVERSALIMONITORAGGIO TEMPI DEI PROCEDIMENTI

Per l’attuazione delle attività ad alto rischio di corruzione, i dirigenti responsabili dei settori interessati dell'ASL

Lanciano Vasto Chieti verificano il rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti e relazionano

trimestralmente, a far data da aprile 2014, al Responsabile del piano su :

- dati relativi al numero dei procedimenti adottati;- il numero dei procedimenti conclusi;

- il numero dei procedimenti per i quali si registra un ritardo ed i motivi dello stesso.

I risultati del monitoraggio e delle azioni espletate, sono messi a diposizione della ASL per le pubblicazioni

prescritte dalla normativa vigente.

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

“La trasparenza rappresenta uno strumento fondamentale per la prevenzione della corruzione e per l’efficacia e

l’efficienza dell’azione amministrativa, in quanto consente, in particolare,

la conoscenza del responsabile per ciascun procedimento amministrativo, più in generale, per ciascuna area di

attività e, di conseguenza, la responsabilizzazione dei funzionari;

la conoscenza del modo in cui le risorse pubbliche sono impiegate;la conoscenza della situazione patrimoniale dei

politici e dei dirigenti.”

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

“La trasparenza dell’attività amministrativa è assicurata dalla ASL Lanciano-Vasto-Chieti, mediante la pubblicazione sul sito istituzionale delle informazioni stabilite dal d. lgs.

N°33/2013”

L’azienda, ha approvato il P.T.T.I. 2013-2015 il quale si propone come lo strumento fornito all’utenza per consentire la valutazione dell’operato della ASL 02

Lanciano Vasto Chieti, dando così una risposta all’esigenza di trasparenza, rendicontazione della performance e

integrità nella Pubblica Amministrazione che è chiamata a svolgere le proprie attività istituzionali perseguendo i

principi di efficienza e imparzialità.

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

“Mira a garantire … la piena ed efficace accessibilità, per via telematica, delle informazioni concernenti ogni

aspetto dell’organizzazione, del suo andamento gestionale e dell’utilizzo delle risorse per il perseguimento delle

funzioni istituzionali.La trasparenza viene garantita mediante la pubblicazione

on-line delle informazioni concernenti ogni aspetto dell’organizzazione e delle attività, degli indicatori relativi

agli andamenti gestionali e all’utilizzo delle risorse, favorendo forme diffuse di controllo sul buon andamento e

imparzialità della gestione

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

Tutti i documenti, le informazioni e i dati oggetto di pubblicazione obbligatoria ai sensi

della normativa vigente sono pubblici e chiunque ha diritto di conoscerli, di fruirne

gratuitamente, e di utilizzarli e riutilizzarli ai fini dalla trasparenza

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

L'obbligo previsto dalla normativa vigente in capo alle pubbliche amministrazioni di pubblicare documenti, informazioni o dati comporta il diritto di chiunque

di richiedere i medesimi, nei casi in cui sia stata omessa la loro pubblicazione.

La richiesta di accesso civico non è sottoposta ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del

richiedente non deve essere motivata, è gratuita e va presentata al responsabile della trasparenza

dell'amministrazione obbligata alla pubblicazione che si pronuncia sulla stessa (entro 30 gg)

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

Le pubbliche amministrazioni garantiscono la qualità delle informazioni riportate nei siti istituzionali nel rispetto

degli obblighi di pubblicazione previsti dalla legge, assicurandone l'integrità, il costante aggiornamento, la

completezza, la tempestività, la semplicità di consultazione, la comprensibilità, l'omogeneità, la facile accessibilità, nonché' la conformità ai documenti originali in possesso dell'amministrazione, l'indicazione della loro provenienza e la riutilizzabilità secondo i limiti di legge

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

Obblighi di pubblicazione degli atti di concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi e attribuzione di vantaggi

economici a persone fisiche ed enti pubblici e privati.

Il decreto separa gli obblighi di pubblicazione sovvenzioni, contributi e sussidi da quelli concernenti i

contratti pubblici di lavori servizi e forniture. Viene mantenuto il limite dei 1.000 €

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

La pubblicazione comprende necessariamente

a) il nome dell'impresa o dell'ente e i rispettivi dati fiscali o il nome di altro soggetto beneficiario; b) l'importo del vantaggio economico corrisposto; c) la norma o il titolo a base dell'attribuzione; d) l'ufficio e il funzionario o dirigente responsabile del relativo procedimento amministrativo; e) la modalità seguita per l'individuazione del beneficiario; f) il link al progetto selezionato e al curriculum del soggetto incaricato.

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

Obblighi di pubblicazione concernenti i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

ciascuna amministrazione pubblica, secondo quanto previsto dal le informazioni relative alle procedure per l'affidamento e l'esecuzione

di opere e lavori pubblici, servizi e forniture

Con riferimento agli Statuti e alle norme di legge regionali, che regolano le funzioni, l’organizzazione e lo svolgimento delle

attività di competenza dell’amministrazione, sono pubblicati gli estremi degli atti e dei testi ufficiali aggiornati

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

Obblighi di pubblicazione concernenti i componenti degli organi di indirizzo politico

a) l’atto di nomina o di proclamazione e durata;b) il curriculum;c) i compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzionedella carica; gli importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici;d) I dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, ed i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti;e) gli altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e l’indicazione dei compensi spettanti;f) informazioni concernenti la situazione patrimoniale

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

Obblighi di pubblicazione dei dati relativi al personale non a tempo indeterminato1. Le pubbliche amministrazioni pubblicano annualmente i dati relativi al personale con rapporto di lavoro non a tempo indeterminato, con la indicazione delle diverse tipologie di rapporto, della distribuzione di questo personale tra le diverse mansioni e aree professionali e tra gli uffici, ivi compreso il personale assegnato agli uffici di diretta collaborazione congli organi di indirizzo politico. La pubblicazione comprende l’elenco dei titolari dei contratti a tempo determinato.2. Le pubbliche amministrazioni pubblicano trimestralmente i dati relativi al costo complessivo articolato per fasce professionali e per uffici, con particolare riguardo al personale assegnato agli uffici di diretta collaborazione con gli organi di indirizzo politico

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

Obblighi di pubblicazione dei dati relativi agli enti pubblici vigilati, e agli enti di diritto privato in controllo

pubblico,nonché alle partecipazioni in società di diritto privato

1. Ciascuna amministrazione pubblica e aggiorna annualmente:a) l’elenco degli enti vigilati e finanziati dall'amministrazione medesima ovvero per i quali l’amministrazione abbia il potere di nomina degli amministratori dell’ente, con l’indicazione delle funzioni attribute e delle attività svolte in favore dell’amministrazione o delle attività di servizio pubblico affidate;b) l’elenco delle società di cui detiene, direttamente o indirettamente, quote di partecipazione;c) l’elenco di tutti gli enti di diritto privato in controllo dell’amministrazione, con l’indicazione delle finzioni attribuite e delle attività svolte in favore dell’amministrazione o delle attività di servizio pubblico affidate. d) una o più rappresentazioni grafiche che evidenziano i rapporti tra l’amministrazione e gli enti di cui alle lettere pr

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

Le modalità di pubblicazione devono però essere coerenti al diritto di riservatezza del fruitore

Nei casi in cui norme di legge o di regolamento prevedano la pubblicazione di atti o documenti, le pubbliche amministrazioni provvedono a rendere non intelligibili i dati personali non pertinenti o, se sensibili o giudiziari, non indispensabili rispetto alle specifiche finalità di trasparenza della pubblicazione.

P.T.P.C.LA TRASPARENZA

I dati sensibili idonei a rivelare lo stato di salute o le abitudini sessuali non possono

mai essere diffusi

P.T.P.C.RAPPORTI CON SOGGETTI ESTERNI

I Direttori delle UU.OO. Dell'ASL Lanciano Vasto Chieti monitorano, anche con controlli a campione tra i dipendenti adibiti alle attività a

rischio di corruzione disciplinate nel presente piano, i rapporti aventi maggior valore economico tra l’amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di

autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggieconomici di qualunque genere,

anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i

dirigenti e dipendenti dell’amministrazione e presentano,

ogni quattro mesi, con decorrenza maggio 2014,una relazione al Responsabile per la prevenzione della corruzione.

P.T.P.C.IL MONITORAGGIO

Nel P.T.P.C. Deve essere descritto il sistema di monitoraggio sull’implementazione delle misure.

Deve essere definito un sistema di reportistica che consenta al responsabile della prevenzione di monitorare costantemente

“l’andamento dei lavori” e di intraprendere le iniziative più adeguate nel caso di scostamenti.

Nell’ambito delle risorse a disposizione dell’amministrazione, il monitoraggio deve essere attuato mediante sistemi informatici.

Questi infatti consentono la tracciabilità del processo e la verifica immediata dello stato di avanzamento.

P.T.P.C.IL MONITORAGGIO

Nel P.T.P.C. Deve essere descritto il sistema di monitoraggio sull’implementazione delle misure.

Deve essere definito un sistema di reportistica che consenta al responsabile della prevenzione di monitorare costantemente

“l’andamento dei lavori” e di intraprendere le iniziative più adeguate nel caso di scostamenti.

Nell’ambito delle risorse a disposizione dell’amministrazione, il monitoraggio deve essere attuato mediante sistemi informatici.

Questi infatti consentono la tracciabilità del processo e la verifica immediata dello stato di avanzamento.

P.T.P.C.INTEGRAZIONE

La norma ISO 31000:2010 sottolinea, in più ambiti, che la gestione del rischio non può essere una attività indipendente, separata dalle attività e dai processi di una organizzazione, ma deve esserne parte integrante

Il P.N.A. ha definito che nell’ente la prevenzione della corruzione deve essere integrata con i seguenti processi che coinvolgono l’intera organizzazione, con riferimento alle proprie specificità:• - processi di promozione della trasparenza (P.T.T.I.)• processi di gestione delle performance (Ciclo delle Performance)• processo di programmazione economica (Bilancio)• processo di gestione del personale (Codice di comportamento)

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

IL R.P.C. entro il 15 dicembre di ogni anno redige una relazione annuale che offre il rendiconto sull’efficacia delle misure di prevenzione definite

dai P.T.P.C.

Questo documento dovra essere pubblicato sul sito istituzionale di ciascuna amministrazione nonche trasmesso al D.F.P. in allegato al P.T.P.C.

dell’anno successivo.

Tale documento dovra contenere un nucleo minimo di indicatori sull’efficacia delle politiche di prevenzione

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

Ogni dirigente dell'ASL Lanciano Vasto Chieti è tenuto a

presentare, entro il mese di dicembre 2014 , al Responsabile della prevenzione della corruzione, una relazione dettagliata sulle attività poste in merito all’ attuazione effettiva delle regole di legalità o integrità indicate nel Piano per la prevenzione della corruzione,

nonché i rendiconti sui risultati realizzati, in esecuzione del Piano triennale della prevenzione.

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

Gestione dei rischi- Azioni intraprese per affrontare i rischi di corruzione

- Controlli sulla gestione dei rischi di corruzione- Iniziative di automatizzazione dei processi intraprese per ridurre i rischi

di corruzione

Formazione in tema di anticorruzione- Quantità di formazione in tema di anticorruzione erogata in giornate/ore

- Tipologia dei contenuti offerti- Articolazione dei destinatari della formazione in tema di anticorruzione- Articolazione dei soggetti che hanno erogato la formazione in tema di

anticorruzione

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

Codice di comportamento- Adozione delle integrazioni al codice di comportamento- Denunce delle violazioni al codice di comportamento

- Attività dell’ufficio competente ad emanare pareri sulla applicazione del codice di comportamento

Numero di incarichi e aree oggetto di rotazione degli incarichi

- Esiti di verifiche e controlli su cause di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

Forme di tutela offerte ai whistleblowers

Ricorso all’arbitrato secondo criteri di pubblicita e rotazione degli incarichi

Rispetto dei termini dei procedimenti

Iniziative nell’ambito dei contratti pubblici

Iniziative previste nell’ambito dell’erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari nonche attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere

-

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

Indicazione delle iniziative previste nell’ambito di concorsi e selezione del personale

Indicazione delle iniziative previste nell’ambito delle attivita ispettive

Sanzioni- Numero e tipo di sanzioni irrogate

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

Indicazione delle le misure di consultazione attuate in sede di elaborazione del P.T.P.C. ed i soggetti (interni e/o

esterni) sentiti/consultati in sede di elaborazione del P.T.C.P.

Il numero e la denominazione delle aree di rischio individuate e inserite nel P.T.P.C.

il numero e la denominazione delle aree di rischio inserite nel P.T.P.C. per le quali l’amministrazione prevede

ulteriori misure di prevenzione oltre a quelle obbligatorie per legge

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

La tipologia di misure adottate per assicurare l’attuazione dell’art. 53,omma 16 ter, del d.lgs. n. 165 del 2001

(svolgimento di attivita successiva alla cessazione del rapporto di lavoro)

La tipologia ed i casi per i quali non si e ritenuto possibile attuare la rotazione del personale

L’adozione del Codice di comportamento settoriale

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

La tipologia di misure attinenti al Codice di comportamento ulteriori rispetto a quelle disciplinate nel

Codice di comportamento approvato dal Governo;

La misura ulteriore introdotta, diversa da quelle previste come obbligatorie dalla legge, che a giudizio del

responsabile della prevenzione presenta il miglior livello di efficacia per la prevenzione

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

Il numero delle sentenze di condanna dei Giudici penali e della Corte dei conti pronunciate nei confronti di

funzionari Dell'ASL per ciascuna sottoarea tra quelle obbligatorie e comuni per tutte le amministrazioni

L’ammontare della condanna in riferimento a fatti corruttivi relativamente al triennio 2011-2013;

Le risposte a questionari sulla percezione della corruzione e sul valore dell’integrita.

P.T.P.C.FORMAZIONE

La formazione dei Dirigenti e dei dipendenti è ritenuta strumento

fondamentale per l’azione preventiva

Il Responsabile per la prevenzione della corruzione deve prevedere

una sezione – nell’ambito del piano formativo – dedicata alla

formazione riguardante le norme e le metodologie per la

prevenzione della corruzione

Le attività formative sono destinate a:

- dipendenti INTERESSATI dalla prevenzione (tutti i dipendenti)

- dipendenti COLLEGATI alla prevenzione (Responsabili/Dirigenti)

- dipendenti COINVOLTI nella prevenzione (Respos.Anticorruzione)

P.T.P.C.I CONTENUTI PROPOSTI

1. REDAZIONE DEL PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE(Finalità’, Fasi, Soggetti, Responsabilità, Collegamento al Ciclo di Gestione delle Performance)

1. AZIONI E MISURE GENERALI FINALIZZATE ALLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE • MAPPATURA DEL RISCHIO• ANALISI DEL RISCHIO• TRATTAMENTO DEL RISCHIO

2. LE MISURE DI CONTRASTO• I CONTROLLI INTERNI• IL CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI PUBBLICI• MONITORAGGIO DEI TEMPI DI PROCEDIMENTO• LA FORMAZIONE

3. ALTRE INIZIATIVE DI CONTRASTO• ROTAZIONE DEL PERSONALE• ATTIVITA’ E INCARICHI EXTRA-ISTITUZIONALI1. INCONFERIBILITA’ E INCOMPATIBILITA’ PER INCARICHI DIRIGENZIALI• ATTIVITA’ SUCCESSIVA ALLA CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO1. PATTI DI INTEGRITÀ NEGLI AFFIDAMENTI• TUTELA DEL DIPENDENTE CHE DENUNCIA ILLECITI

• OBBLIGHI DI TRASPARENZA