PIANO DI EMERGENZA ESTERNA RELATIVO AI RISCHI …

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PIANO DI EMERGENZA ESTERNA RELATIVO AI RISCHI INDUSTRIALI DI MARGHERA Edizione 2011

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PIANO DI EMERGENZA ESTERNA

RELATIVO

AI RISCHI INDUSTRIALI DI MARGHERA

Edizione 2011

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ATTO DI APPROVAZIONE

IL PREFETTO

Venezia,

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ELENCO DI DISTRIBUZIONE Udestinatari per competenza

ENTI E COMANDI SEDE N. COPIE

Regione del Veneto

Segreteria Regionale per l'Ambiente:

− Unità di Progetto Protezione Civile Ve-Marghera 1

− Unità Complessa Tutela Atmosfera Venezia 1

Segreteria Regionale per la Sanità:

− Direzione Prevenzione Ve-Mestre 1

Provincia di Venezia

Settore Tutela e Valorizzazione del Territorio:

− Ufficio Protezione Civile Ve-Mestre 1

− Assessorato alle Politiche Ambientali Ve-Mestre 1

Questura:

− Sala Operativa Ve-Marghera 1

− Polstrada Ve-Marghera 1

− Polaria Venezia 1

− Polmare Venezia 1

− Polfer Venezia 1

Comando Provinciale Vigili del Fuoco Ve-Mestre 2

Capitaneria di Porto Venezia 1

1° Comando Forze di Difesa – FOD - Ufficio COCIM Vittorio Veneto 1

Comando Provinciale Carabinieri Venezia 1

Comando Provinciale Guardia di Finanza Venezia 1

ENAC - Direzione Aeroportuale Ve - Tessera 1

A.R.P.A.V. Dipartimento Provinciale Ve-Mestre 1

Sala Operativa SIMAGE Ve-Mestre 1

Ufficio Scolastico Regionale Venezia 1

Direzione Provinciale del Lavoro Venezia 1

Ispettorato Regionale dell’Agricoltura Venezia 1

Poste Italiane S.pA. - Divisione Rete Territoriale Area Nord-Est

Ve-Mestre

1

Comune di Venezia

− Protezione Civile Ve-Mestre 1

− Polizia Locale Venezia 1

Autorità Portuale di Venezia Venezia 1

Azienda U.L.S.S.12 Veneziana

− Centrale Operativa 118 Ve-Mestre 1

− Dipartimento di prevenzione Ve-Mestre 1

Croce Rossa Italiana – Comitato Provinciale Ve-Mestre 1

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ENTI E COMANDI SEDE N. COPIE

ANAS S.p.A. -

Compartimento Viabilità per il Veneto Ve-Mestre 1

Dipartimento Trasporti Terrestri – − Ufficio Provinciale D.T.T

Ve-Mestre

1

Veneto Strade Ve-Mestre 1

Soc. RFI - Rete Ferroviaria Italiana – 1

− Direzione Territoriale Produzione di Venezia Ve-Mestre 1

− Protezione Aziendale Veneto - Venezia Ve-Mestre 1

TELECOM ITALIA S.p.A.

− Direzione Territoriale Nord-Est Ve-Mestre 1

TERNA Roma 1

ENEL Distribuzione – Rete Triveneto - Ve-Mestre 1

ITALGAS - Area Nord - Est Ve-Mestre 1

VERITAS Ve-Mestre 1

ACTV S.p.A. Venezia 1

ATVO S.p.A San Donà di Piave 1

Ente Zona Industriale Porto Marghera Ve-Marghera 1

SAVE S.p.A Ve - Tessera 1

ENAV Ve - Tessera 1

Guardie ai Fuochi del Porto di Venezia scral Ve-Marghera 1

Ditte Art. 8

1. AIM Bonifiche S.r.l. Ve-Marghera 1

2. Alcoa Trasformazioni S.r.l. Ve-Marghera 1

3. Arkema S.r.l. Ve-Marghera 1

4. Chimica Porto Marghera S.p.A – ex 3V CPM Ve-Marghera

5. Decal S.p.a. Ve-Marghera 1 6. ENI – Divisione Refining & Marketing –

Raffineria di Venezia Ve-Marghera 1

7. IES – Italiana Energia e Servizi S.p.A Ve-Marghera 1

8. Petroven S.r.l. Ve-Marghera 1

9. Polimeri Europa S.p.A. Ve-Marghera 1

10. San Marco Petroli S.p.A. Ve-Marghera 1

11. Sifagest S.c. a r.l, Ve-Marghera 1

12. Solvay Fluor Italia S.p.A. Ve-Marghera 1

13. Syndial – Attività Diversificate S.p.A. Ve-Marghera 1

14. Vinyls Italia S.p.A. Ve-Marghera 1

Ditte art. 6

15. Cereal Docks S.r.l. Ve-Marghera 1

16. Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l. Ve-Marghera 1

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ELENCO DI DISTRIBUZIONE

Udestinatari per conoscenza

ENTI E COMANDI SEDE N. COPIE

Presidenza del Consiglio dei Ministri

− Dipartimento della Protezione Civile Roma 3

− Sala Italia Roma 1

Ministero Interno

− Gabinetto Roma 1

− Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile

Roma 3

Ufficio Regionale Genio Civile Venezia 1

Comando Presidio Militare Esercito Venezia 1

Direzione Interregionale dei Vigili del Fuoco per il Veneto ed il Trentino Alto Adige

Padova 1

Corpo Forestale dello Stato Venezia 1

Consorzio di Bonifica Acque Risorgive Venezia 1

Comune di Mira Mira 1

Azienda U.L.S.S.10 “Veneto Orientale” San Donà di Piave 1

Azienda U.L.S.S.13 Venezia 1

Azienda U.L.S.S.14 Chioggia 1

Croce Rossa Italiana – 5° Centro Mobilitazione Verona 1

Camera di Commercio – Industria Artigianato Venezia 1

U

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REGISTRAZIONI AGGIUNTE E VARIANTI

Le aggiunte e varianti al presente Piano, emanate di volta in volta, saranno numerate progressivamente. Di norma si sostituiranno intere pagine o se ne inseriranno di nuove. Le aggiunte e varianti di piccola entità potranno essere apportate a penna rossa. Nella tabella che segue saranno registrate tutte le aggiunte e varianti e la lettera di trasmissione che le accompagna dovrà essere inserita dopo l’ultimo allegato.

Serie di aggiunte e varianti Firma di chi apporta

la correzione ed inserisce

la variante

Data di inserimento della serie di varianti

N.

progressivo

N. di prot. e data della lettera di

trasmissione

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UINDICE ATTO DI APPROVAZIONE ELENCO DI DISTRIBUZIONE REGISTRAZIONE AGGIUNTE E VARIANTI PREMESSA

1. Generalità pag. 9 2. Scopo pag. 9 3. Riferimenti legislativi e normativi pag. 9

TESTO

INQUADRAMENTO TERRITORIALE 1. Orografia ed idrografia pag. 12

a. Caratteristiche geomorfologiche “ b. Corsi d’acqua e risorse idriche profonde “ c. Informazioni meteoclimatiche predominanti e rischi naturali del territorio “

2. Reti tecnologiche di servizi pag. 14 a. Rete di monitoraggio ambientale “ b. Impianti di produzione energia “ c. Rete fognaria “ d. Rete ferroviaria “ e. Rete acqua industriale “

3. Elementi infrastrutturali pag. 15 a. Infrastrutture stradali, ferroviarie, porti, aeroporti “ b. Distribuzione qualitativa e quantitativa del dato demografico “ c. Stralcio del piano urbanistico comunale e provinciale “

SITUAZIONE

1. Le sostanze pericolose pag. 16 2. Obblighi aziendali “ 3. Reti di monitoraggio ambientale e sistema integrato di monitoraggio ambientale pag. 17

a. Rete di monitoraggio Ente Zona Industriale “ b. Rete SIMAGE all’interno della zona industriale “ c. Rete SIMAGE esterna alla zona industriale “ d. Rete monitoraggio ARPAV della qualità dell’aria urbana “

4. Il Sistema SIMAGE nella gestione delle emergenze pag. 18 a. Organizzazione e competenze “ b. Procedure “

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5. Forme e classificazione degli incidenti pag. 19 a. Tipologia “ b. Livelli di allerta pag. 20 c. Zone di danno “

6. Informazioni sugli stabilimenti di Marghera soggetti all’art. 8 d.lgs. 334/99 e relative zone di danno pag. 21 a. AIM BONIFICHE “ b. ALCOA “ c. ARKEMA “ d. CHIMICA PORTO MARGHERA ex 3V CPM pag. 22 e. DECAL “ f. ENI – Divisione Refining & Marketing Raffineria di Venezia pag. 23 g. IES - ITALIANA ENERGIA E SERVIZI “ h. PETROVEN pag. 24 i. POLIMERI EUROPA “ j. SAN MARCO PETROLI pag. 25 k. SIFAGEST pag. 26 l. SOLVAY FLUOR ITALIA “ m. SYNDIAL pag. 27 n. VINYLS ITALIA “

7. Informazioni sugli stabilimenti di Marghera soggetti all’art. 6 d.lgs. 334/99 e relative zone di danno pag. 28 a. CEREAL DOCKS “ b. SAPIO Produzione Idrogeno Ossigeno s.r.l. “

8. L’ “effetto domino” pag. 29 MODELLO ORGANIZZATIVO DI INTERVENTO

1. Generalità pag. 30 2. Organizzazione di comando e controllo “

a. Sala Operativa Unica (S.O.U) “ b. Centro Operativo Avanzato (C.O.A.) pag. 31

3. Sistema di allarme “ 4. Rilevamento ed elaborazione dati meteo ambientali pag. 32 5. Sistema pubblico di informazione “ COMPETENZE E RESPONSABILITA’

1. Compiti e procedure pag. 33 a. Livello di attenzione “ b. Livello di preallarme “

(1) Gestore dello stabilimento “ (2) Comando Provinciale Vigili del Fuoco “

c. Livello di allarme pag. 34 (1) Gestore dello stabilimento “ (2) Prefettura – U.T.G. “ (3) Comando Provinciale Vigili del Fuoco pag. 35 (4) Centrale Operativa 118 pag. 36 (5) Questura “ (6) Sindaco “ (7) Regione del Veneto pag. 37 (8) Provincia di Venezia “ (9) U.L.S.S. n. 12 pag. 38

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(10) A.R.P.A.V pag. 38 (11) Comando Provinciale Carabinieri pag. 39 (12) Comando Provinciale della Guardia di Finanza “ (13) Polizia Stradale “ (14) 1° Comando delle Forze di Difesa (1° FOD) “ (15) Capitaneria di Porto pag. 40 (16) Gestore di edifici o impianti aperti al pubblico “ (17) R.F.I. Rete Ferroviaria Italiana “ (18) Aziende e Consorzi Acquedotti “ (19) A.C.T.V. e A.T.V.O pag. 41 (20) Associazioni ed Organizzazioni di Volontariato “

2. Gestione post-emergenza “ a. Controllo sulla qualità ambientale “ b. Bonifica dell’area e ripristino dello stato di normalità “

INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE

1. Campagna informativa preventiva pag. 42 2. Schede informative di cui all’Allegato V del D.lgs. 334/1999 “ 3. Il messaggio informativo preventivo e di emergenza “

ALLEGATI

Pag. A. Mappa satellitare di Porto Marghera 44 B. Area industriale di Porto Marghera 45 C. Planimetria piano urbanistico 46 D. Scarichi del petrolchimico 48 E. Elementi infrastrutturali vulnerabili 49 F. Edifici pubblici di rilevante interesse 50 G. SIMAGE – Definizione degli stati 51 Appendice Stati di allerta secondo DPCM 25 febbraio 2005 e Siges 53 H. SIMAGE – Acquisizione evento 54 I. Valori di riferimento e unità di misura per la valutazione degli effetti 64 J. Aziende in “Seveso” Art. 8 66 K. Superficie massimo inviluppo scenari 67 L. Sistema integrato per le comunicazioni in emergenza “R i a l t o” 68 Appendice Messaggistica per eventi a Marghera “percepibili” ma senza rischi evidenti 71 M. Comunicazione di evento 72 N. Comunicazione di evento percepibile all’esterno 73 O. Misure di evacuazione 74 P. Norme di comportamento in caso di nube tossica 75 Q. Posti di blocco e viabilità – Vedi Annesso 2 76 R. Messaggi di emergenza preregistrati 77 S. Sistema di allarme sonoro alle popolazioni 78 T. Ubicazione sirene 81 U. Distribuzione qualitativa e quantitativa del dato demografico 82

GLOSSARIO 83

Annesso 1

Schede di informazione delle ditte sui rischi di incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori

Annesso 2

Posti di blocco e vie di fuga

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PREMESSA

1. GENERALITA’

In questo documento si esaminano le attività a rischio di incidente rilevante delle singole aziende dell’area industriale di Porto Marghera e le relative possibili interazioni. Questo permette di avere una visione globale del rischio rappresentato dagli stabilimenti industriali dell’area, nonché l’individuazione delle zone in cui tale rischio è maggiormente concentrato. Le aziende che possono essere definite a rischio di incidente rilevante sono attualmente 16 (14 ditte soggette all’art. 8 e 2 ditte soggette all’art. 6). Tali aziende, unitamente ai mezzi che circolano sulla rete stradale e ferroviaria per trasportare le sostanze pericolose utilizzate o prodotte dalle industrie in questione, possono essere origine o coinvolte in incidenti di varia grandezza che, generalmente, accadono all’improvviso o con breve quanto ininfluente preavviso ai fini dello sgombero della popolazione. Nei casi di incidenti in grado di coinvolgere le aree esterne agli stabilimenti mediante inquinamento, incendio o esplosione, l'attuazione di adeguate misure e provvedimenti per la tutela dell'incolumità della popolazione è di pertinenza degli Enti, Organi, Autorità elencati nel Piano Provinciale di Protezione Civile e di altri che, per la particolarità dell'incidente, possono essere ugualmente interessati a fornire la loro collaborazione. Quindi, nel presente piano si riportano di seguito solo attribuzioni e competenze integrative per gli incidenti di tipo industriale.

2. SCOPO

Per quanto esposto, il presente “piano” intende: − prospettare i rischi esistenti nel contesto di scenari plausibili così come valutati dal

competente Comitato Tecnico Regionale o, in mancanza, sulla base dei rapporti di sicurezza presentati dai singoli stabilimenti (vds Annesso 1);

− indicare le risorse nonché le modalità formative ed informative disponibili; − armonizzare le misure e le procedure operative degli Enti responsabili dei soccorsi

nell’immediatezza dell’evento calamitoso allo scopo di contenere i danni a persone e cose; − costituire fonte di consultazione per le Autorità locali ai fini della pianificazione degli

interventi e della regolamentazione del territorio di propria competenza; − conferire carattere di automaticità e tempestività alle segnalazioni di allarme ed agli

interventi di Enti ed Organi competenti in caso di incidente.

3. RIFERIMENTI LEGISLATIVI, NORMATIVI E DI PIANIFICAZI ONE a. Leggi e decreti legislativi

− D. Lgs. 31 marzo 1998, n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo 1° della Legge 15 marzo 1997, n. 59”;

− D. Lgs. 17 agosto 1999, n. 334 “Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”;

− Legge n. 225 del 24 febbraio 1992 pubblicata su G.U. n. 64 del 17 marzo 1992. b. Piani

− “Piano di emergenza intraospedaliero e squadre di soccorso – Piano per le Grandi Emergenze” – ULSS 12 “Terraferma Veneziana” del 20 agosto 1996;

− “Accordo di programma e relativo protocollo operativo della rete di emergenza/urgenza per la provincia di Venezia” – Azienda ULSS 12 Veneziana del 28 febbraio 2001;

− “Piano Nazionale di difesa da attacchi terroristici di tipo biologico, chimico e radiologico” (R) - P.C.M. – Ed. 2003;

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− “Piano di emergenza – Sito Petrolchimico di Porto Marghera” – Ed. n.1 del 19 dicembre 2003; − “Studio Integrato d’Area di Porto Marghera” – Agenzia Regionale per la Prevenzione e

Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) con Ente della Zona industriale di Porto Marghera – Ed. 23 settembre 2005;

− “Piano provinciale di emergenza di protezione civile” – Provincia di Venezia – Ed. 2008; − “Rapporto Integrato di Sicurezza Portuale” – Autorità Portuale di Venezia – Ed. dicembre 2008.

c. Circolari − Linee guida per la pianificazione, della Presidenza del Consiglio dei Ministri -

Dipartimento Protezione Civile - diramate con Circ. n. 1/165/1 C.O.M. S.IND. del 18 gennaio 1994;

− Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile - Circolare n. EM 2836/24250/II datata 19 luglio 2002 “Organizzazione della risposta del C.N. Vigili del Fuoco alle emergenze di tipo chimico, biologico, nucleare e radiologico. Decontaminazione personale, indumenti, materiali ed automezzi”;

− Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile - Circ. n. 2/OPC/S.G.C./94 “Legge 24 febbraio 1992, n. 225 – criteri per la elaborazione dei piani di emergenza approvati dal Consiglio Nazionale della Protezione Civile” datata 13 aprile 1994;

− Circolare del Ministero dell'Ambiente n. 0029/93/032/CCL in data 30 dicembre 1993 e pubblicata su G.U. n. 15 del 20 gennaio 1994;

− Linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna – art. 20, comma 4 del D. Lgs. 334/99 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile - diramate con Circ. n. DPC/GEV/0012522 del 4 marzo 2005;

− Linee guida per l’informazione alla popolazione sul rischio industriale, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile - diramate con Circ. n. DPC/PREA/0025933 del 2 maggio 2007;

Per la stesura del “Piano” si è inoltre tenuto conto delle nozioni tecniche e dei dati forniti dagli Enti Pubblici con compiti istituzionali nel particolare settore (A.R.P.AV., Protezione Civile della Provincia di Venezia, Comando Provinciale Vigili del Fuoco, Ispettorato Provinciale del Lavoro, Ufficio Protezione Civile del Comune di Venezia) e di categoria (Ente Zona Industriale della Provincia di Venezia).

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TESTO

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INQUADRAMENTO TERRITORIALE 1. OROGRAFIA E IDROGRAFIA

Il territorio ove è insediata l’area industriale di Porto Marghera è costituito da quattro zone accorpabili in funzione della loro collocazione geografica e delle relative affinità e interconnessioni produttive: − l’area petroli; − l’area del petrolchimico; − l’area portuale commerciale; − gli stabilimenti isolati. In particolare l’area in esame è delimitata a (cartografia in Allegato “A”): − nord dalla Ferrovia Venezia – Padova; − est dal canale lagunare Malamocco – Marghera; − sud dal Naviglio Brenta; − ovest dalla S.R. n. 11 “Via Fratelli Bandiera”. Essa include tutte le aziende, nonché tutto il territorio circostante, ove, oltre alla stessa Marghera, si trova parte dell’abitato di Malcontenta. Attualmente il polo industriale (Allegato “B”) si estende su di una superficie complessiva di circa 2000 ha, suddivisi in: − 1400 ettari per attività industriali (I e II zona industriale); − 340 ettari circa per canali e specchi d’acqua; − 120 ettari per il porto commerciale; − 80 ettari circa per strade, ferrovie e servizi; − 40 ettari circa per le fasce demaniali. Le aziende sono circa 700 con quasi 14.000 addetti

occupati (ARPAV, 2008). Di queste 16 sono classificate come aziende a rischio, ai sensi del D.Lgs. 334/99.

Alle sue spalle, ad occidente, sorge il popoloso quartiere urbano di Marghera, destinato in origine ai quadri ed alle maestranze delle industrie. a. Caratteristiche geomorfologiche

La natura del terreno ove sorge lo stabilimento è di origine alluvionale con sabbie miste a limo e/o argilla poco permeabili. Altezza sul livello del mare: 2 m in media.

b. Corsi d’acqua e risorse idriche profonde Solcano l’area: − ad est i seguenti canali di navigazione:

• “Industriale Nord”; • “Industriale Ovest”; • “Industriale Sud”;

− a sud il già citato “Naviglio Brenta”; − a ovest il canale “Brentelle”, lo “Scolo Lusore” ed il suo affluente da sinistra “Canale

Tron”. La profondità della falda freatica è a 2 m e non costituisce risorsa idrica.

c. Informazioni meteoclimatiche predominanti e rischi naturali del territorio Il territorio si affaccia sulla laguna di Venezia ed è caratterizzato da clima mediterraneo umido-temperato con piovosità media di 600 mm/anno. Foschie e nebbie sono mediamente presenti per pochi giorni all’anno (5 nell’arco diurno e 18 nell’arco notturno). Negli anni fortemente dominati da campi di alta pressione con scarsa ventilazione e conseguente ristagno dell’aria, nel basso veneto il fenomeno (compreso la foschia) si verifica con una media annua che può superare gli 80 giorni (www.meteotriveneto.it/static/ClimaVeneto.php)

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I venti prevalenti provenienti dal NNO specie in inverno sono deboli, quelli >2 m/s provengono prevalentemente da NE ed ESE, tipici del semestre freddo e più intensi in autunno.

Velocità del vento Frequenza annuale 0.5 ÷ 1.5 m/s 45 % 1.5 ÷ 2.5 m/s 27 % 2.5 ÷ 3.5 m/s 14 %

> 3.5 m/s 14 % Le classi instabili sono associate a venti provenienti da S-E con un picco di frequenze intorno ai 3 m/s in corrispondenza della brezza di mare. Episodi di “bora” si verificano nella stagione invernale con punte fino a 50/60 nodi (90/100 Km/h). Le trombe d’aria di intensità tale da provocare danni rilevanti a fabbricati e/o strutture industriali hanno una frequenza media annuale di 7 mentre le perturbazioni cerauniche sono pari a 4 fulmini/anno/kmq.

La zona è classificata come non sismica.

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2. RETI TECNOLOGICHE DI SERVIZI

a. Rete di monitoraggio ambientale. E’costituita da un insieme di reti di monitoraggio. La rete di monitoraggio Ente Zona Industriale (EZI): attualmente composta da 16 postazioni di misura fisse (12 di inquinanti, 1 mista chimico-meteo, 3 meteo), posizionate in zona industriale (10 postazioni), Venezia centro storico (3 postazioni), quartiere urbano di Marghera (1 postazione) e 2 in area extraurbana localizzate a Moranzani e Campagna Lupia. Nel complesso la rete EZI monitora 124 parametri, tra meteo e inquinanti (in particolare anidride solforosa, ossidi di azoto, polvere, ozono, idrocarburi).

b. Impianti di produzione energia Nell’area di Porto Marghera sono installate 6 centrali di produzione di energia elettrica/vapore tecnologico: - Centrale Enel Fusina A Palladio, costituita da 4 gruppi (gruppi 1 e 2 della potenzialità di

170 MWe alimentati a carbone, gruppi 3 e 4 della potenzialità di 320 MWe alimentati a carbone o in regime di co-combustione carbone-CDR)

- Centrale Enel Marghera costituita da due gruppi da 70 MWe alimentati a carbone - Centrale Edison Azotati costituita da due unità a ciclo combinato alimentate a gas

metano con potenzialità di 125 MWe ciascuna - Centrale Edison Marghera Levante costituita da tre unità a ciclo combinato per la

produzione di energia elettrica e vapore tecnologico alimentate a gas metano: TG3 e TG4 con potenzialità nominale di 128 MWe e TG5 con potenzialità nominale 260 MWe

- Centrale Polimeri Europa SA1 per la produzione di energia elettrica e vapore tecnologico costituita da due gruppi alimentati a olio da Cracking/olio combustibile, metano e gas povero. I due gruppi sono in grado di produrre ciascuna 170 t/h di vapore a 120 ate e generano una potenza elettrica di 25 MW ciascuno.

- Impianto di Cogenerazione installato presso ENI S.p.A. Raffineria di Venezia alimentato a Fuel gas della potenzialità elettrica di 25,75 MW circa e una turbina della potenza di circa 9 MW per la produzione di vapore tecnologico.

c. Rete fognaria bianca della zona industriale convoglia le acque in un sistema di trattamento con capacità adeguata ad un insediamento di 300.000 abitanti ed è separata da quella delle acque industriali.

d. Rete ferroviaria: Una complessa rete di binari, denominata "raccordo base", collega la stazione ferroviaria di Mestre con le singole fabbriche dotate di una rete ferroviaria interna ed è gestita dalla società "Esercizio Raccordi Ferroviari di Porto Marghera S. p. A". (ERF) Il raccordo base si estende su sei direttrici principali e assomma, tra linee e parchi, oltre 30 km di binari collegando una trentina di "raccordi particolari". Inoltre ERF svolge le attività di movimentazione ferroviaria all'interno di alcuni stabilimenti della Zona Industriale per conto della soc. S.F.L. s.r.l. (Servizi Ferroviari e Logistici), esegue la terminalizzazione al Porto Commerciale di Marghera.

e. Rete acqua industriale Le reti di distribuzione delle acque possono essere raggruppate come di seguito: − acqua di fiume; − acqua potabile; − acqua di mare. Le reti di distribuzione dell'acqua di fiume e dell’acqua potabile sono ad "anello" per cui in caso di anomalie nella rete di distribuzione è possibile comunque garantire la fornitura di acqua ai B.L. (Boundary Limits) degli impianti. Tali impianti sono separati dalla rete idrica cittadina fatta eccezione per la fornitura dell’acqua potabile, che è gestita dalla Veritas S.p.A.. La rete di distribuzione dell'acqua di mare non è ad "anello", ma è costituita da tre rami indipendenti che si staccano dalla stazione di pompaggio ed alimentano gli utenti.

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3. ELEMENTI INFRASTRUTTURALI

a. Infrastrutture stradali, ferroviarie, porti, aeropo rti Le principali in zona sono: − la ferrovia Venezia – Padova; − l’ autostrada A57 (Quarto d’Altino – Dolo); − la S.S. n 309 “Romea” (Venezia – Ravenna); − la S.R. n. 11 (Padana); − la S.P. n. 24 (Mestre – Malcontenta di Mira); − le reti stradali provinciali e comunali; − le banchine del porto commerciale ed industriale

b. Distribuzione qualitativa e quantitativa del dato demografico

A cura della amministrazione comunale di Venezia. Dati aggiornati al 31/10/2010 in Allegato “U”.

c. Stralcio del piano urbanistico comunale e provinciale

Planimetria in allegato “ C ”

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SITUAZIONE

1. LE SOSTANZE PERICOLOSE

Le sostanze pericolose in ciclo o in deposito presso gli impianti industriali sul territorio sono 38 (ANNESSO 1). Le principali categorie sono: − sostanze pericolose per l’ambiente; − sostanze corrosive; − gas sotto pressione; − sostanze tossiche; − sostanze infiammabili; − sostanze esplosive. Di ciascuna sono noti i dati di identificazione, la soglia massima prevista dalla legislazione vigente, la quantità detenuta in ciascuna azienda, le proprietà chimico-fisiche, gli effetti fisiologici e le misure di protezione. Tra le principali sostanze tossiche, caratterizzate da più elevato rischio per la combinazione tossicità-quantità-volatilità e tutte dislocate nella fascia meridionale dell’area industriale di Porto Marghera, vi sono: − il cloro; − l’acido cianidrico; − l’ammoniaca; − l’acetoncianidrina; − l’acido fluoridrico; − il cloruro di vinile.

2. OBBLIGHI AZIENDALI

Le aziende hanno l'obbligo di prendere tutte le misure atte a prevedere tutte le misure atte a prevenire gli incidenti rilevanti e limitarne le conseguenze per l'uomo e l'ambiente. In particolare, in base al D.Lgs. 334/99 e ss.mm.ii, ciascun gestore di impianto industriale, a seconda della tipologia e dei quantitativi di alcune sostanze detenute per le esigenze aziendali, è tenuto a inviare una notifica (art.6) alle Autorità competenti (Ministero dell’Ambiente, Regione, Prefettura, Provincia, Comune, Comitato Tecnico Regionale dei Vigili del Fuoco), attuare un sistema di gestione della sicurezza (art. 7) e redigere, nei casi in cui le sostanze superano la soglia prevista per legge, un rapporto di sicurezza ai sensi dell’art. 8, contenente tutte le informazioni utili per analizzare e prevenire i rischi che possano derivare dalle attività. Per le aziende rientranti nel campo di applicazione degli art. 6 e 8 del D.Lgs. 334/99 i gestori sono tenuti a redigere ed a tenere aggiornato il relativo "Piano di Emergenza Interno" che, in caso di incidente in relazione alla natura e quantità delle sostanze immagazzinate nei depositi separati e/o trattate nei processi di lavorazione stabilisca: − procedure per la diramazione dell'allarme; − norme di impiego delle squadre aziendali appositamente attrezzate ed equipaggiate; − modalità per la richiesta dell'intervento di forze esterne, qualora si preveda che le squadre

dell'azienda non siano in grado di fronteggiare l'incidente. Per le sole aziende coinsediate all’interno del Petrolchimico, è definito un Piano di Emergenza di Sito gestito dalla Società Servizi Porto Marghera (S.P.M.). S.P.M., attraverso una sala operativa presidiata H24, in caso di necessità garantisce l’intervento della squadra dei Vigili del Fuoco aziendali con il compito di fronteggiare le situazioni di

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emergenza nonché la diffusione e la gestione delle comunicazioni durante le situazioni di emergenza. Per il Petrolchimico, peraltro, dal 1° febbraio 2004 è entrato in vigore un piano di sito interaziendale, che consente la gestione integrata delle emergenze in 6 stabilimenti (SINDIAL, POLIMERI, ARKEMA, SOLVAY, VINYLS, S.P.M.), utilizzando il sistema computerizzato SIGES per elaborare e diffondere le informazioni in tempo reale. Il sistema computerizzato SIGES è un sistema costituito da unità remote poste in punti presidiati dei vari reparti del petrolchimico, atte a segnalare, mediante dispositivi acustici e visivi, eventuali emergenze derivanti dall’insorgere di anomalie o incidenti che coinvolgano sostanze pericolose. Quando nel sito Petrolchimico accade un evento che costituisce un potenziale pericolo per cose, persone o ambiente, tutte le unità remote diffondono un messaggio che differisce in base alla diversa ubicazione dell’unità remota rispetto all’area presumibilmente interessata dagli effetti dell’evento stesso. I messaggi di testo di dettaglio dell’evento, oltre ad essere visibili in tutte le unità remote poste all’interno del petrolchimico, sono ridondati attraverso dei terminali installati nelle sale operative presidiate H24 SIMAGE ARPAV e del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Venezia. Tali messaggi sono formulati, nel corso dell’emergenza, dal Reperibile dell’ Azienda interessata dall’evento, nell’ottica di procedere celermente all’aggiornamento dell’Autorità/Enti esterni sull’evolversi della situazione. Il sistema SIGES utilizza la meteorologia in tempo reale per la rappresentazione delle conseguenze dell’evento incidentale in corso. Lo stato di EVOLUZIONE DEL FENOMENO viene definito dall’unità remota che presenti lo scenario di maggiore gravità.

3. RETI DI MONITORAGGIO AMBIENTALE E SISTEMA INTEGRATO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE

a. Rete di monitoraggio Ente Zona Industriale (EZI)

Attualmente è composta da 16 postazioni di misura fisse (12 di inquinanti, 1 mista chimico-meteo, 3 meteo), posizionate in zona industriale (10 postazioni), Venezia centro storico (3 postazioni), quartiere urbano di Marghera (1 postazione) e 2 in aree extraurbane localizzate a Moranzani e Campagna Lupia. Nel complesso la rete EZI monitora 124 parametri, tra meteo e inquinanti (in particolare anidride solforosa, ossidi di azoto, polvere, ozono, idrocarburi).

b. Rete Sistema Monitoraggio Ambientale e Gestione delle Emergenze dell’Arpav (SIMAGE) all’interno della zona industriale E’ costituita da vari strumenti di misurazione quali: - 5 sistemi DOAS (Differential Optical Absorption Spectroscopy) per la misurazione di

inquinanti particolari (Ammoniaca, Acidi Cloridrico, Fluoridrico e Cianidrico, Diclorobenzene, Idrocarburi, Mercurio);

- 3 analizzatori gascromatografici (per la misurazione di Idrocarburi leggeri e pesanti); - 3 sensori di tipo fotoelettrico per la rilevazione degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA). La visualizzazione dei dati della rete SIMAGE è attiva sia presso la Sala Operativa SIMAGE che presso la sala centrale EZI.

c. Rete SIMAGE esterna alla zona industriale Installata in differenti posizioni, è costituita da alcune stazioni con strumentazione (canister e/o campionatori ad alto volume per microinquinanti organici e per particolato) attivabile in modo remoto dagli operatori della sala SIMAGE, per la sorveglianza incidentale e post incidentale (follow up).

d. Rete di monitoraggio ARPAV della qualità dell’aria urbana E’ costituita da numerose stazioni di background e di traffico, dislocate in area urbana ed extra urbana, in grado di monitorare vari inquinanti (Ossidi di Azoto, Anidride Solforosa, Monossido di Carbonio, PM10, PM2,5, Ozono, BTX, metalli ed IPA).

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4. IL SISTEMA SIMAGE NELLA GESTIONE DELLE EMERGENZE

a. Organizzazione e competenze L’ARPAV attraverso il sistema SIMAGE garantisce un servizio di monitoraggio ambientale e gestione delle emergenze in continuo per l’area soggetta a rischio industriale di Porto Marghera. La strutturazione organizzativa del SIMAGE vede coinvolta una Sala Operativa, presidiata da personale tecnico H 24, organizzato in doppia postazione di lavoro e localizzata presso il Dipartimento ARPAV di Venezia. Alla Sala SIMAGE confluiscono i dati provenienti dalle reti di monitoraggio SIMAGE, costituite da un sistema di analizzatori (DOAS- Gas Cromatografi – rilevatori di gas- ecc) dislocati negli insediamenti industriali di Porto Marghera, all’interno del Petrolchimico ed in alcuni Reparti delle Società coinsediate, in grado di monitorare H 24 l’eventuale presenza di inquinamento ambientale, anche a seguito di eventi incidentali. Confluiscono inoltre alla sala SIMAGE: - i dati delle centraline di monitoraggio ambientale di Ente Zona Industriale (EZI); - le segnalazioni provenienti da Vigili del Fuoco e 118; - le segnalazioni via fax delle aziende soggette al D.Lgs. 334/99 di Porto Marghera in caso di

eventi percepibili dall’esterno. Le competenze della Sala Operativa SIMAGE, oltre all’acquisizione ed elaborazione dei dati provenienti dalle reti di monitoraggio, sono quelle di contattare telefonicamente il tecnico di turno del petrolchimico, in caso in cui si rilevi attraverso la rete di monitoraggio una concentrazione di inquinanti superiore ai valori di soglia concordati coi gestori degli impianti ed indicati della procedura gestionale ARPAV PO02 RVE “SIMAGE - ACQUISIZIONE EVENTO” (Allegato H). In tal caso il flusso delle comunicazioni tra la sala operativa SIMAGE e il tecnico di turno aziendale è regolato da una specifica procedura di sito del Petrolchimico denominata “Gestione del flusso delle comunicazioni relativo alle richieste di informazione pervenute dalla sala operativa SIMAGE”.

b. Procedure Nel momento in cui viene attivato un contatto sala SIMAGE con il tecnico di turno aziendale (T.d.T) si instaura lo stato di ATTENZIONE, per cui vengono immediatamente attivate le azioni di verifica in campo attuate attraverso il reperibile dello stabilimento interessato dalla segnalazione al fine di accertare la natura dell’anomalia che ha determinato l’intervento degli analizzatori SIMAGE. La gestione delle comunicazioni che intercorrono tra la Sala Operativa SIMAGE, il T.d.T e il reperibile dello stabilimento, dovranno avvenire nel rispetto dei “Tempi di risposta” fissati con le procedure SIMAGE. Il mancato rispetto dei tempi di risposta definiti con la procedura SIMAGE comporta l’attivazione dei livelli di allerta definiti per il SIMAGE, che in coerenza con il DPCM 25.2.2005, sono:

- ATTENZIONE - PREALLARME - ALLARME/EMERGENZA - CESSATO ALLARME

L’operatore della Sala Operativa SIMAGE può attivare i primi due stati autonomamente con il supporto del proprio responsabile in orario ordinario di lavoro o del dirigente in reperibilità fuori orario di lavoro, informando dell’evento la sala operativa del Comando dei Vigili del Fuoco di Venezia. Alla comunicazione tra i diversi attori segue l’eventuale attivazione della Sala Operativa Unica (SOU), la quale attraverso l’insediamento dell’ Unità di crisi (Sala Operativa Unica e Unità di crisi descritte nel capitolo “Modello organizzativo di intervento” a pag. 30) andrà a decidere in merito al successivo passaggio agli stati di allarme/emergenza (nonché lo stato di cessata emergenza finale). Nella fase di allarme/emergenza si andranno a mantenere i canali ed i flussi di comunicazione e informazione già attivati nella fase precedente di pre-allarme dalla Sala Operativa SIMAGE.

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5. FORME E CLASSIFICAZIONE DEGLI INCIDENTI Gli incidenti rilevanti che possono accadere durante l’attività di lavoro di uno stabilimento possono determinare un pericolo, immediato oppure differito nel tempo, per la salute umana o per l’ ambiente.

a. Tipologia Alla luce delle classi di scenario incidentali previste dal D. Lgs. 334/99, nel presente piano sono esaminati gli incidenti causati da: − Rilascio (R); − Incendio (I); − Esplosione (E). Essi possono manifestarsi anche associati fra di loro (rilascio + incendio, incendio + esplosione, rilascio + incendio + esplosione). (1) Il rilascio di sostanze pericolose è correlato alla presenza di alcune sostanze o composti

chimici tossici o pericolosi per l’ambiente, necessari per talune produzioni industriali e che, in caso di incidente, possono interessare le matrici ambientali aria-acqua e suolo: (a) L’impatto sulla matrice aria è originato dalla fuoriuscita di una sostanza tossica o

pericolosa allo stato gassoso o liquido da un impianto di produzione, da un deposito o da un mezzo di trasporto di sostanze tossiche e/o inquinanti, con la conseguente formazione di una nube tossica, la cui pericolosità è strettamente correlata a: − proprietà chimico - fisiche della sostanza; − quantità fuoriuscita; − concentrazione della stessa; − distanza dal punto di emissione; − condizioni meteorologiche del momento (forza e direzione del vento, pressione e

fenomeni atmosferici in corso). (b) l’impatto sulla matrice suolo e sulla matrice acquea, è originato da sostanza

tossica o pericolosa per l’ambiente, allo stato solido e/o liquido, che si disperde in queste matrici creando un impatto che per effetto dello scorrimento, del dilavamento o dell’infiltrazione nelle falde acquifere, possono avere effetti immediati o ritardati sull’uomo e sull’ambiente. L’inquinamento delle acque lagunari e marittime, di massima, è dovuto anche alla fuoriuscita di idrocarburi per incidente durante il trasporto o il travaso dalle navi ai serbatoi di stoccaggio.

(2) L’incendio e l’esplosione sono collegati alla presenza di stabilimenti e depositi di sostanze infiammabili. In particolare, i fenomeni fisici presi in esame sono:

− per l’incendio: (cap. 5 D.P.C.M. 25/02/2005) • jet fire (getto di gas incendiato) • pool fire (pozza di liquido infiammabile); • flash fire (innesco di una miscela infiammabile)

− per l’ esplosione: • VCE (Vapor Cloud Explosion): esplosione di vapori in ambiente confinato; • UVCE (Unconfined Vapor Cloud Explosion): esplosione di vapori in

ambiente aperto e meno pericoloso del precedente; • BLEVE (Bowling Liquid Expanding Vapor Explosion): esplosione

estremamente pericolosa, a forma di sfera (fireball,) di un liquido infiammabile confinato sottoposto a temperatura elevata;

• Esplosione di sostanza esplosiva. • Esplosione di reattori per reazioni run-away

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b. Livelli di allerta I livelli di allerta sono (definizioni del D.P.C.M. 25.02.2005): (1) ATTENZIONE: stato conseguente ad un evento che, seppur privo di qualsiasi

ripercussione all’esterno dell'attività produttiva per il suo livello di gravità, può o potrebbe essere avvertito dalla popolazione creando, così, in essa una forma incipiente di allarmismo e preoccupazione per cui si rende necessario attivare una procedura informativa da parte dell’Amministrazione comunale. In questa fase, il gestore informa l’Autorità Preposta (AP) e gli altri soggetti individuati nel PEE in merito agli eventi in corso, al fine di consentirne l'opportuna gestione.

(2) PREALLARME: si instaura uno stato di «preallarme» quando l’evento, pur sotto controllo, per la sua natura o per particolari condizioni ambientali, spaziali, temporali e meteorologiche, possa far temere un aggravamento o possa essere avvertito dalla maggior parte della popolazione esposta, comportando la necessità di attivazione delle procedure di sicurezza e di informazione. Tali circostanze sono relative a tutti quegli eventi che, per la vistosità o fragorosità dei loro effetti (incendio, esplosione, fumi, rilasci o sversamenti di sostanze pericolose), vengono percepiti chiaramente dalla popolazione esposta, sebbene i parametri fisici che li caratterizzano non raggiungano livelli di soglia che dalla letteratura sono assunti come pericolosi per la popolazione e/o l’ambiente. In questa fase, il gestore richiede l’intervento di squadre esterne dei VVF, informa l’AP e gli altri soggetti individuati nel PEE. L’AP assume il coordinamento della gestione dell’emergenza al fine di consentire un’attivazione preventiva delle strutture, affinché si tengano pronte a intervenire in caso di evoluzione di un evento incidentale.

(3) ALLARME - EMERGENZA ESTERNA ALLO STABILIMENTO: si instaura uno stato di «allarme» quando l’evento incidentale richiede, per il suo controllo nel tempo, l’ausilio dei VVF e, fin dal suo insorgere o a seguito del suo sviluppo incontrollato, può coinvolgere, con i suoi effetti infortunistici, sanitari ed inquinanti, le aree esterne allo stabilimento. Tali circostanze sono relative a tutti quegli eventi che possono dare origine esternamente allo stabilimento a valori di irraggiamento, sovrapressione e tossicità superiori a quelli solitamente presi a riferimento per la stima delle conseguenze (DM 9 maggio 2001). In questa fase, si ha l’intervento di tutti i soggetti individuati nel PEE.

(4) CESSATO ALLARME: la procedura di attivazione del cessato allarme è assunta dall’AP, sentite le strutture operative e gli amministratori locali, quando è assicurata la messa in sicurezza del territorio e dell’ambiente.

c. Zone di danno

Nell’ area coinvolta in un incidente si possono individuare 3 zone che si differenziano per l’ intensità degli effetti dannosi nel loro interno. Esse sono: − 1^ zona di sicuro impatto, normalmente limitata alle immediate adiacenze dello

stabilimento o del veicolo e caratterizzata da elevata probabilità di morte anche per le persone mediamente sane che si trovino all’aperto;

− 2^ zona di danno, esterna alla precedente e caratterizzata da possibili danni, anche gravi ed irreversibili, per persone mediamente sane che non adottino misure di autoprotezione e da possibile letalità per gli individui maggiormente vulnerabili (minori, anziani, ecc.) ;

− 3^ zona di attenzione, ove gli effetti sono possibili e generalmente non gravi per soggetti particolarmente vulnerabili, ma di sensibile rilevanza ai fini del turbamento della popolazione. La sua estensione dev’essere individuata sulla base delle valutazioni delle autorità locali.

Parametri e unità di misura utilizzati per la valutazione degli effetti nelle suddette aree sono specificati in Allegato “I”.

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6. INFORMAZIONI SUGLI STABILIMENTI DI MARGHERA SOGGETT I ALL’ART. 8 D.LGS. 334/99 E RELATIVE ZONE DI DANNO

a. AIMAIMAIMAIM BONIFICHEBONIFICHEBONIFICHEBONIFICHE

(1) Dati dell’impianto − Ragione sociale dello stabilimento: AIM BONIFICHE S.r.l. − Sede legale ed Amministrativa: Contrà Pedemuro San Biagio, 72 – 36100 Vicenza; − Ubicazione: Via Righi, 10 – 30175 Venezia Porto Marghera − Presidente e responsabile dello stabilimento: Ing. Renato Guerzoni tel. [omissis] (1)

L’azienda svolge un’attività di stoccaggio provvisorio in appositi serbatoi e di trattamento di rifiuti industriali, anche pericolosi e che sono poi inviati a trattamento finale (discarica, termodistruzione, recupero, ecc.)

(2) Tipologia di eventi incidentali Negli eventi iniziali ipotizzati i più significativi sono riferiti a: − rilascio e incendio di toluene (pool fire) con:

• 1^ zona 7 m • 2^ zona 12 m • 3^ zona 16 m

− rilascio tossico di alcol metilico al suolo - evaporazione da pozza - con 1^ zona < 2 m. e 3^ zona a 30 m.

b. ALCOAALCOAALCOAALCOA (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: Alcoa Trasformazioni s.r.l. − Sede legale ed Amministrativa: Zona industriale Portovesme (CA) − Ubicazione: Via dell’elettronica 30/31 – Fusina − Gestore e direttore Ing. Celso Soares Produce alluminio primario, laminati di alluminio e sue leghe. Si articola in 2 unità denominate “Primario e Fonderia” e “Laminatoio”

(2) Tipologia di eventi incidentali Dei 6 top events iniziali ipotizzati i più significativi sono: − incendio localizzato in aria in fase liquida ( incendio da pozza “pool fire”) con:

• 1^ zona a 14 m. (12,5 kW/mq) • 2^ zona a 26 m. (7 kW/mq) • 3^ zona a 37 m. (5 kW/mq)

− esplosione non confinata di miscela gas/vapori infiammabili (U.V.C.E.) con: • 1^zona a 30 m. (3 kPa) • 2^ zona a 45 m. (1,4 kPa) • 3^ zona a 230 m. (0,05 kPa)

c. ARKEMAARKEMAARKEMAARKEMA (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: ARKEMA s.r.l.. − Sede legale ed Amministrativa: Via Pregnana, 63 – 20017 RHO (MI). − Ubicazione: Via della chimica 5 – Porto Marghera.

1 I numeri di telefono e fax delle ditte non sono resi pubblici in quanto a stretto uso degli enti e dei comandi competenti ad intervenire

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− Direttore: Ing. Andrea Massenzana L’attività dello stabilimento consiste nella produzione di acetoncianidrina che viene trasportata allo stabilimento ARKEMA di Rho per la produzione di metilmetacrilato e polimetilmetacrilato, a partire da acido cianidrico (prodotto per sintesi da ammoniaca, metano ed ossigeno) e acetone in presenza di sodio idrossido.

(2) Tipologia di eventi incidentali Dei top event iniziali ipotizzati i più significativi sono: − incendio localizzato in aria in fase liquida ( incendio da pozza “pool fire”) con:

• 1^ zona a 17 m. • 2^ zona a 20 m. • 3^ zona a 22 m.

− rilascio in fase liquida sul suolo (evaporazione da pozza) con • 1^ zona a 95 m. • 2^ zona a 167 m. • 3^ zona a 266 m.

d. CHIMICACHIMICACHIMICACHIMICA PORTOPORTOPORTOPORTO MARGHERAMARGHERAMARGHERAMARGHERA –––– exexexex 3V3V3V3V CPMCPMCPMCPM (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: CPM Chimica Porto Marghera S.p.A. − Sede legale: Via Fatebenefratelli n. 20 – 20121 Milano − Ubicazione: Via Malcontenta n. 1 – 30175 Porto Marghera − Responsabile e gestore dello stabilimento: ing. Tiziano Panziera - Via Malcontenta

n. 1 – 30175 Porto Marghera Effettua sintesi di prodotti chimici impiegati principalmente nell’industria dei coloranti, come additivi nelle materie plastiche e nella chimica fine. I cicli produttivi interessano 2 impianti: il CPM 1 ed il CPM 3.

(2) Tipologia di eventi incidentali I vari casi incidentali ipotizzati all’interno dello stabilimento 3V CPM non comportano effetti né per la popolazione né per l’ambiente.

e. DECALDECALDECALDECAL (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: Decal s.p.a. − Sede legale ed Amministrativa: Soresina (CR) via Triboldi 4. − Ubicazione: Via della geologia, 11 - Porto Marghera. − Rappresentante legale e amministratore delegato: Dr. G.Luigi Triboldi – tel. [omissis] − Direttore del deposito: Ing. Giovanni Pajaro. − Reperibile Aziendale: tel. [omissis]. Vende servizi relativi alla movimentazione alla rinfusa ed allo stoccaggio di prodotti petroliferi, petrolchimici e chimici allo stato liquido.

(2) Tipologia di eventi incidentali Dei top event iniziali ipotizzati i più significativi sono: − incendio localizzato in aria in fase liquida ( incendio da pozza “pool fire”) con:

• 1^ zona a 18 m. • 2^ zona a 35 m. • 3^ zona a 45 m.

− rilascio in fase liquida sul suolo (evaporazione da pozza) con • 1^ zona non rilevante

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• 2^ zona a 160 m. • 3^ zona a 1620 m.

f. ENIENIENIENI –––– DivisioneDivisioneDivisioneDivisione RefiningRefiningRefiningRefining &&&& MarketingMarketingMarketingMarketing RaffineriaRaffineriaRaffineriaRaffineria didididi VeneziaVeneziaVeneziaVenezia (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: ENI S.p.A. Divisione Refining & Marketing − Sede legale: Piazzale Enrico Mattei 1 – 00144 Roma. − Ubicazione: Via dei petroli, 4 – 30175 Porto Marghera. − Direttore del deposito: Ing. Antonio De Stefano tel. [omissis] fax [omissis]. La Raffineria lavora il petrolio per estrarre principalmente combustibili ed in particolare: − Propano, butano e GPL miscela; − Benzine senza piombo; − Petroli per aviazione e per riscaldamento; − Gasoli per trazione e riscaldamento; − Oli combustibili; − Bitumi; − Zolfo. E’ suddivisa in tre aree fondamentali: − isola petroli: adibita allo stoccaggio di greggio, collegata tramite oleodotto sub

lagunare al Pontile San Leonardo per l’attracco delle navi di rifornimento greggio; − raffineria: vi si trovano stoccaggi di vari prodotti come benzine, petroli, gasoli,

bitume, oli combustibili, GPL e tutti gli impianti di processo; − zona nord-est: adibita allo stoccaggio ed alla spedizione via terra di prodotti finiti

quali GPL, benzine, petroli, gasoli e oli combustibili, oltre al ricevimento via terra di greggio di provenienza nazionale.

(2) Tipologia di eventi incidentali Gli eventi iniziali ipotizzati più significativi sono riferiti a: − incendio sia in fase liquida (tank fire e pool fire) sia in fase gassosa (jet fire e flash

fire), con estensione delle zone 1^ fino a 64 m. e 2^ fino a 90 m. nel caso di incendio nube (flash fire);

− rilascio sia in fase liquida in acqua sia in fase gas/vapore con estensione delle zone 1^ fino a 80 m. e 2^ fino a 160 m (rilascio di emulsione da oleodotto).

Le concentrazioni relative alle soglie di danno rimangono comunque entro i confini dello stabilimento.

g. IESIESIESIES ---- ITALIANAITALIANAITALIANAITALIANA ENERGIAENERGIAENERGIAENERGIA EEEE SERVIZISERVIZISERVIZISERVIZI (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: IES – Italiana Energia e Servizi S.p.A: − Sede legale ed Amministrativa: Porto Marghera (VE) − Ubicazione: Via Banchina dell’Azoto, 21 − Portavoce della Società: Fabrizio Canuti tel. [omissis] – fax [omissis] − Gestore del deposito: Ing. Vincenzo Greco − Responsabile del deposito: Antonio Galise Trattasi di un deposito costiero di oli minerali ove può essere stoccato un quantitativo massimo di 78000 tonnellate di liquidi estremamente infiammabili quali: − olio greggio di petrolio; − semilavorati leggeri (virgin nafta/benzine semilavorate);

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− miscele olio greggio di petrolio e semilavorati pesanti (olio combustibile); − miscele olio greggio di petrolio e semilavorati pesanti. Lo stoccaggio del petrolio greggio avviene in 8 serbatoi cilindrici ad asse verticale e fuori terra di cui 7 con capacità variabile da 10000 a 25500 mc. ed uno da 100 mc. Fa parte dell’ impianto anche una stazione di pompaggio costituita da 7 pompe.

(2) Tipologia di eventi incidentali L’ evento iniziale ipotizzato più significativo è riferito a incendio in fase liquida da pozza (incendio serbatoio) con 1^ zona non rilevante e 2^ zona a 3 m.

h. PETROVENPETROVENPETROVENPETROVEN (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: Petroven s.r.l. − Sede legale ed Amministrativa: Piazza della Vittoria, 1 – 16121 Genova − Ubicazione: Via dei Petroli, 14 – Porto Marghera – tel. [omissis] − Direttore del deposito: Ing. Antonio Lenti – tel. [omissis] fax [omissis] − Personale: 11 unità presenti H24 e complessivamente 44 unità di lavoro, ripartite a

in tre turni con orari e composizione variabili. L’impianto svolge attività di stoccaggio di idrocarburi liquidi, scarico da navi cisterna, ricevimento via tubazione dalla raffineria ENI, stoccaggio, trasferimento additivazioni e colorazioni, carico su autobotti. Le sostanze pericolose detenute nel deposito sono: − benzina − gasolio − GreenFarmin − Red Yellow01 − Lubriziol − Chimec 9638 Gold − Hitec 4678 − Chimec 6546

(2) Tipologia di eventi incidentali: Gli eventi iniziali ipotizzati più significativi sono riferiti a incendio localizzato in aria da pozza (pool fire) per perdita significativa da tubazione da 10’’ con: − 1^ zona 15 m. − 2^ zona 36 m. − 3^ zona 46 m.

i. POLIMERIPOLIMERIPOLIMERIPOLIMERI EUROPAEUROPAEUROPAEUROPA (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: Polimeri Europa S.p.A. − Sede legale ed Amministrativa: Piazza Boldrini, 1 – San Donato Milanese (MI) − Ubicazione: Via della Chimica, 5 – 30175 Porto Marghera − Tecnico di Turno: tel. [omissis]- fax [omissis]- cell. [omissis] − Reperibile di Direzione Polimeri Europa: tel. 041/2912939 (H/24): − Direttore del deposito: Ing. Marco Riva Le sostanze detenute nel deposito sono:1,2 dicloroetano (per conto della Società Vinyls), acetone, ammoniaca anidra, benzene, benzina di craking, butano, cumene, diciclopentadiene, etano, etilbenzene, etilene, fenolo, frazione c4, frazione c5, idrogeno,

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metano (gas naturale), metanolo, propilene, raffinato 2, rifiuti speciali pericolosi, rifiuti tossico-nocivi, toluene, virgin nafta. In caso di incidente rilevante possono essere pericolose per l’esterno principalmente le seguenti sostanze: − 1,2 dicloroetano − ammoniaca anidra − benzene − benzina di craking − fenolo − miscela di idrocarburi

(2) Tipologia di eventi incidentali Gli eventi iniziali ipotizzati i più significativi sono riferiti a: − Incendio da recipiente (Tank-fire) con:

• 1^ zona a 24 m. • 2^ zona a 45 m. • 3^ zona a 55 m..

− Incendio da pozza (Pool-fire) con: • 1^ zona a 98 m. • 2^ zona a 141m. • 3^ zona a 176 m.

− Getto di fuoco (Jet-fire) con: • 1^ zona a 137 m. • 2^ zona a 146 m. • 3^ zona a 161 m.

− Incendio di nube (Flash-fire) con: • 1^ zona a 147 m. • 2^ zona a 348 m.

− Dispersione gas tossici con: • 1^ zona a 135 m. • 2^ zona a 540 m.

j. SANSANSANSAN MARCOMARCOMARCOMARCO PETROLIPETROLIPETROLIPETROLI (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: San Marco Petroli S.p.A. − Ubicazione, Sede legale ed Amministrativa: Via dell’Elettronica 2 – 30175 Marghera − Rappresentante legale: Sig. Pierpaolo Perale − Direttore del deposito e portavoce della Società: Sig. Claudio Piscopello L’impianto svolge l’attività di stoccaggio di prodotti petroliferi e di bitume (sia per conto proprio che di terzi) e la relativa commercializzazione. I prodotti vengono ricevuti via mare e via terra (ferrocisterna e autobotti), immagazzinati nei serbatoi, effettua eventuali miscelazioni richieste e provvede infine alla loro spedizione via terra o via mare. Le sostanze pericolose detenute nel deposito sono: − gasolio − benzina

(2) Tipologia di eventi incidentali Negli eventi iniziali ipotizzati i più significativi sono riferiti all’incendio di benzina/gasolio, localizzato in aria e in fase liquida da: − recipiente (tank fire) benzina:

• 1^ zona 21 m

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• 2^ zona 33 m • 3^ zona 40 m

− recipiente (tank fire) gasolio: • 1^ zona 72 m. • 2^ zona 93 m • 3^ zona 103 m.

− pozza (trench fire) benzina: • 1^ zona 4 m. • 2^ zona 8 m • 3^ zona 10 m.

k. SSSSIFAGESTIFAGESTIFAGESTIFAGEST S.c.ar.l.S.c.ar.l.S.c.ar.l.S.c.ar.l. (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: Sifagest s.c.a.r.l. − Ubicazione: Via della Chimica, 5 – Porto Marghera − Direttore responsabile dello stabilimento: Dr. Giuseppe Vecchiato tel. [omissis]; Lo stabilimento si occupa della gestione delle attività ausiliarie e di servizio di comune interesse delle aziende operanti nell’ambito del sito multisocietario, nell’area ex Petrolchimico di Porto Marghera (Syndial, Polimeri Europa, Vinyls Italia, Arkema, Crion Produzioni , Sapio ,Transped e Solvay Fluor Italia). Le sostanze pericolose detenute nell’ impianto sono: − ossigeno − metano − tossiche (R23 – R24 – R25) − benzene/metanolo − sostanze pericolose per l’ambiente

(2) Tipologia di eventi incidentali Gli eventi iniziali ipotizzati più significativi sono riferiti a incendio localizzato in aria, esplosione confinata e rilascio in fase liquida. Tali eventi restano confinati all’interno del reparto in cui avvengono e comunque all’interno dello stabilimento.

l. SOLVAYSOLVAYSOLVAYSOLVAY FLUORFLUORFLUORFLUOR ITALIAITALIAITALIAITALIA (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: Solvay Fluor Italia S.p.A. − Sede legale: Via della Chimica, 5 - 30175 Porto Marghera - VENEZIA − Sede Amministrativa: Via Marostica, 1 - 20146 Milano − Ubicazione: Via della Chimica, 5 - 30175 Porto Marghera - VENEZIA − Portavoce della Società: Comunicatore Secom tel. [omissis] − Direttore dello stabilimento: Ing. Paolo Menichini. Nello stabilimento si svolgono le seguenti attività: − produzione e stoccaggio acido fluoridrico − produzione policloruro di alluminio − produzione catalizzatore − bonifica recipienti mobili − neutralizzazione e trattamento acque. Le sostanze ed i preparati soggetti al D. Lgs. n. 334/99 detenuti nello stabilimento sono: − acido fluoridrico anidro

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− ammoniaca anidra − oleum − metano

(2) Tipologia di eventi incidentali Gli eventi ipotizzati più significativi sono riferiti al rilascio HF sia in fase liquida al suolo (dispersione) sia in fase gas/vapore (dispersione per turbolenza) con: − 1^ zona 65 m. − 2^ zona 340 m. − 3^ zona non indicata Le concentrazioni relative alle soglie di danno rimangono entro i confini dello stabilimento petrolchimico.

m. SYNDIALSYNDIALSYNDIALSYNDIAL (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: Syndial – Attività Diversificate S.p.A. − Sede legale ed Amministrativa: Piazza Boldrini 1 – San Donato Milanese − Ubicazione: Via della Chimica, 5 – 30175 Porto Marghera (VE) − Rappresentante legale e amministratore delegato: − Direttore e Responsabile dello stabilimento: Ing. Luca Meneghin Le attività dello stabilimento sono: − produzione cloro; − produzione dicloroetano; − termodistruzione residui organo – clorurati; − trattamento acque clorurate; − stoccaggi - reparto PSO (Parco Serbatoi Ovest).

(2) Tipologia di eventi incidentali Negli eventi iniziali ipotizzati i più significativi sono riferiti al rilascio in fase: − liquida sul suolo ed evaporazione da pozza con 1^ zona fino a 123 m. e 2^ zona fino

a 543 m; − in fase gas/vapore con dispersione per gravità (densità nube > aria) con 1^ zona fino

a 58 m. e 2^ zona fino a 363 m.. La terza zona non è stata considerata.

n. VINYLSVINYLSVINYLSVINYLS ITALIAITALIAITALIAITALIA SPASPASPASPA (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: Vinyls Italia S.p.A. − Reperibile di Direzione Vinyls: Italia: cell [omissis] − Direttore responsabile dello Stabilimento: Ing. Stefano Zuliani tel. [omissis] Lo stabilimento è costituito da due impianti separati, denominati: − CV22/23 (Impianto DCE/CVM) per la produzione di dicloroetano e cloruro di

vinile monomero; − CV24/25 (Impianto PVC) per la produzione di polivinilcloruro. Le sostanze pericolose detenute nello stabilimento sono costituite da cloro, acido cloridrico e gas liquefatti estremamente infiammabili.

(2) Tipologia di eventi incidentali I top events iniziali ipotizzati più significativi sono il rilascio in fase:

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− liquida sul suolo (evaporazione da pozza) con: • 1^ zona a 110 m. • 2^ zona a 900 m. • 3^ zona non indicata.

− gas/vapore ad alta o bassa velocità di rilascio (dispersione per gravità con densità della nube > all’aria) con: • 1^ zona a 60 m. • 2^ zona a 1530 m. • 3^ zona a non indicata

7. INFORMAZIONI SUGLI STABILIMENTI DI MARGHERA SOGGETT I ALL’ART. 6

D.LGS. 334/99 E RELATIVE ZONE DI DANNO

a. CEREALCEREALCEREALCEREAL DOCKSDOCKSDOCKSDOCKS (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: Cereal Docks − Sede legale: Via Flaminia, 888 – 00191 Roma − Ubicazione: Via Banchina Molini– 30175 Porto Marghera − Gestore e responsabile dello stabilimento: Ing. Roberto Olivo - Via Banchina Molini

– 30175 Porto Marghera - tel. [omissis]– fax [omissis]. Lo stabilimento produce olio vegetale e farine da semi oleosi con l’ausilio di esano tecnico, stoccato in serbatoi interrati e detenuto nel quantitativo massimo di 187 tonnellate.

(2) Tipologia di eventi incidentali Tra gli eventi iniziali ipotizzati (incendio, esplosione, rilascio) il più significativo è riferito all’ incendio di esano localizzato in aria in fase liquida da pozza (pool fire): − 1^ zona fino a 25 m. − 2^ zona fino a 32,6 m. − 3^ zona fino a 36,02 m.

b. SAPIOSAPIOSAPIOSAPIO ProduzioneProduzioneProduzioneProduzione IdrogenoIdrogenoIdrogenoIdrogeno OssigenoOssigenoOssigenoOssigeno s.r.l.s.r.l.s.r.l.s.r.l. (1) Dati dell’impianto

− Ragione sociale dello stabilimento: SAPIO PRODUZIONE IDROGENO OSSIGENO s.r.l.

− Sede legale: via San Maurilio 13 – 20122 Milano − Ubicazione: Via della Chimica, 5 – 30175 Porto Marghera − Gestore e responsabile dello stabilimento: Ing. Marco Serafin – Via Malcontenta, 49

- 30175 Porto Marghera - tel. [omissis] − Portavoce della Società: Responsabile della comunicazione e immagine presso Sede

Operativa in via Silvio Pellico, 48 – 20052 Monza (MI). Lo stabilimento produce, vende e distribuisce gas tecnici. La produzione primaria consiste nella produzione di ossigeno e azoto (allo stato gassoso e liquido) e di argon allo stato liquido estraendoli dall’aria. Parte dei prodotti sono stoccati allo stato liquido in serbatoi fuori terra e travasati in autocisterne per la distribuzione alla clientela o, in forma gassosa, tramite tubazione alle utenze del polo industriale. Lo stabilimento, inoltre, comprime ed imbottiglia in bombole i gas tecnici o loro miscela.

(2) Tipologia di eventi incidentali Tra gli eventi iniziali ipotizzati (incendio, esplosione, rilascio) il più significativo è riferito al rilascio di ammoniaca in fase gas/vapore ad alta o bassa velocità di rilascio

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con dispersione per turbolenza: − 1^ e 3^ zona non considerate; − 2^ zona fino a 62 m. Per nessuno degli scenari valutati si prevedono conseguenze che si estendano all’esterno dei confini dello stabilimento.

8. L’ “EFFETTO DOMINO”

L’elevata concentrazione degli impianti di processo nella zona industriale di Porto Marghera, peraltro, comporta la necessità di andare oltre la valutazione dei singoli scenari aziendali. Vi è infatti una fitta rete di interazioni da prendere in considerazione. In particolare un singolo evento incidentale, detto “primario”, può dare origine ad altri incidenti concatenati, identificati come “secondari”, che incrementano le aree d’impatto coinvolte e, quindi, i danni: è il cosiddetto“effetto domino”. Le cause del propagarsi dell’incidente possono essere: − irraggiamento termico; − onda di sovrappressione; − proiezione di frammenti.

Gli effetti domino possono essere interni allo stabilimento in cui l’incidente ha avuto origine, ma si possono estendere anche all’esterno per cause interne o esterne (ad esempio, a seguito di caduta di aereo).

Le zone di rischio considerate nel presente documento sono quelle valutate dalla competente Commissione Tecnica Regionale o, in mancanza, quelle ipotizzate dai gestori delle singole aziende e riportate nei Rapporti di Sicurezza, considerando i relativi scenari incidentali ad esse associati. La ricomposizione dei rischi d’area considera sia la distribuzione della popolazione, dal punto di vista degli effetti, sia la possibilità che si verifichi effetto domino, dal punto di vista degli eventi.

Pertanto, l’area massima da considerare complessivamente esposta al rischio effetto domino, secondo le elaborazioni dell’ARPAV (Allegato “K”), è racchiusa nell’inviluppo di tutte le distanze di danno degli scenari incidentali ipotizzati nei Rapporti di Sicurezza. Essa: − confina:

• a Nord con la S.R. n. 11 (Viale della Libertà) e l’autostrada A4; • a Est con la laguna; • a Ovest con la località di Ca’ Sabbioni; • a Sud il Naviglio Brenta.

− include, oltre alla zona industriale e le sue banchine: • gli abitati di Marghera e buona parte di quello Malcontenta; • la S.S. n. 309 “Romea”; • le banchine del porto industriale; • l’area di Fusina.

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MODELLO ORGANIZZATIVO DI INTERVENTO

1. GENERALITA’

Sul territorio provinciale di Venezia sono presenti sistemi ed Enti in grado di individuare, controllare e ridurre i rischi derivanti da un incidente rilevante di origine industriale. Gli elementi essenziali sono costituiti da: − una organizzazione di comando che fa capo ai Sindaci ed alla Prefettura di Venezia - Ufficio

Territoriale di Governo (U.T.G.) con una stretta integrazione operativa di Vigili del Fuoco, Centrale Operativa 118, ULSS, ARPAV e Provincia in coordinamento con le Forze di Polizia e le Polizie locali, nonché con il concorso delle organizzazioni di volontariato;

− un sistema di allarme a vari livelli; − una rete di rilevamento a controllo ambientale per rilevare i parametri che possono influire

sulla dispersione delle sostanze inquinanti in aria o nelle acque della provincia di Venezia; − una organizzazione operativa tecnico – sanitaria per gli interventi di soccorso e trattamento

degli eventuali infortunati; − sistema di pubblica informazione per diffondere tempestivamente ed anche selettivamente

informazioni inequivocabili a tutta la popolazione coinvolta o di possibile coinvolgimento in tale emergenza;

− opportune misure cautelative. In assenza di personale degli Organi Istituzionali (VV.F.) preposti al soccorso tecnico urgente, è esclusiva responsabilità del gestore la valutazione degli indicatori di rischio e della più credibile evoluzione di uno scenario incidentale in atto nonchè l’avvio delle procedure attribuite dal presente “Piano” alla Direzione dello Stabilimento. L'attuazione di adeguate misure e provvedimenti per la tutela dell'incolumità della popolazione è, invece, di pertinenza degli Enti, Organi, Autorità elencati nel Piano Provinciale di Protezione Civile e di altri che, per la particolarità dell'incidente, possono essere ugualmente interessati a fornire la loro collaborazione. Quindi, nel presente piano si riportano di seguito solo procedure e competenze integrative per gli incidenti di tipo industriale con possibile impatto esterno all’azienda.

2. ORGANIZZAZIONE DI COMANDO E CONTROLLO

a. Sala Operativa Unica - SOU La direzione ed il coordinamento delle operazioni viene esercitata dalla Sala Operativa Unica, ubicata nella caserma del Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Mestre – Terraglio, ove si insedia una Unità di crisi interistituzionale attivata e presieduta dal Prefetto. Di norma è composta dai titolari o delegati dei seguenti Enti: − Prefettura di Venezia; − Regione Veneto; − Provincia di Venezia; − Comune di Venezia − Sindaci dei comuni coinvolti nell’emergenza; − Questura di Venezia; − Comandi E.I., C.C., M.M., C.P., G.di F., C.F.S. competenti per territorio; − Comando Provinciale Vigili del Fuoco − Centrale Operativa 118. A seconda della natura e delle dimensioni dell’emergenza, possono essere chiamati ad intervenire i rappresentanti di:

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− Autorità Portuale; − Magistrato alle Acque; − Direzione Provinciale del Lavoro; − Ispettorato Regionale dell’Agricoltura; − Direzione Regionale per la Prevenzione - Servizio Igiene Pubblica – − Ufficio Radioprotezione; − ARPAV Dipartimento Provinciale; − Direzione Generale Veneto Ufficio Scolastico Regionale; − Azienda U.L.S.S. 12 Veneziana; − Croce Rossa Italiana - 5° Centro Mobilitazione; − ENAC – Direzione Aeroportuale; − Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. – Direzione Compartimentale Movimento; − ANAS – Compartimento Viabilità; − Ente Zona Industriale − ecc…… La sala operativa è organizzata per funzionare 24 ore su 24. L’Unità di crisi, a seconda del livello di allarme e sulla base delle valutazioni della Prefettura, potrà assumere nella sua composizione una forma ristretta; analogamente situazioni di più limitata portata, potranno essere gestite con le ordinarie procedure, fermo restando gli obblighi di informativa al Prefetto.

b. Centro operativo Avanzato (C.O.A.) Per consentire lo svolgersi con successo dei soccorsi è fondamentale individuare e stabilire sullo scenario dell’incidente un Centro Operativo Avanzato per tutti gli Enti presenti e raccordato con i servizi sanitari di emergenza affinché questi, coordinati dal Direttore Tecnico dei Soccorsi (Comandante Provinciale VV.F.), mettano a disposizione le risorse necessarie per: − le attività di pertinenza, compresa la tutela della popolazione e dei propri operatori; − fornire il supporto al personale dei Vigili del Fuoco per il triage in zona calda. Le operazioni di soccorso consistono nel: − salvataggio (a); − soccorso sanitario a persone (b); − neutralizzazione e limitazione degli effetti dannosi (c); − controllo ordine pubblico e tutela dei beni rimasti incustoditi (d); Il loro coordinamento e le relative responsabilità sono così stabiliti: − al Comandante dei Vigili del Fuoco: le operazioni (a) e (c); − al Direttore del SUEM: le operazioni (b) e (c); − al Questore: l’attività operativa (d).

3. SISTEMA DI ALLARME

Un sistema di allarme deve consentire la mobilitazione coordinata delle strutture operative di intervento e degli enti di supporto per la protezione della popolazione e la gestione di uno stato di pericolo, in relazione al tipo e alla gravità della minaccia. Il sistema, pertanto, si articola su tre livelli operativi, connessi rispettivamente all’entità del danno o rischio atteso, ma non necessariamente consequenziali tra loro: − attenzione: l’evento in atto è privo di ripercussioni all’esterno dello stabilimento, ma può

essere avvertito (visivamente, a causa del rumore, ecc.) dalla popolazione circostante e, quindi, suscitare apprensione o turbamento. Pertanto non comporterà in via generale l’insediamento dell’Unità di Crisi;

− preallarme: l’evento incidentale, per il momento sotto controllo, potrebbe degenerare in misura non gestibile e controllabile dalla ditta con i soli mezzi propri. Ciò comporterà

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l’insediamento dell’Unità di crisi che seguirà i probabili sviluppi della situazione e valuterà le misure da attuarsi in via preventiva in termini di spostamenti di persone, di potenziamento delle risorse, di misure di autoprotezione;

− allarme: l’evento incidentale è tale da far temere un coinvolgimento delle aree esterne allo stabilimento con effetti dannosi per l’integrità fisica della popolazione e dell’ambiente. Tale livello comporterà l’immediata costituzione dell’Unità di Crisi presso la Sala Operativa Unica -SOU.

4. RILEVAMENTO ED ELABORAZIONE DATI METEOAMBIENTALI

Per rilevare i parametri che possono influire sulla dispersione delle sostanze inquinanti in aria o nelle acque della provincia di Venezia, sono in funzione strutture gestite dall’Ente Zona Industriale di Porto Marghera. Possono, inoltre, fornire con continuità dati meteoambientali anche: − Stazione Meteorologica dell’Aeronautica Militare Italiana (aeroporto di Venezia – Tessera); − Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale - Ufficio Compartimentale di Venezia (per

rilevamento dati pluviometrici); − Centro Meteo Arpav di Teolo (PD). − Dipartimento Provinciale Arpav di Venezia; Altre fonti di informazione sono costituite da: − “Sistema integrato di monitoraggio e gestione delle emergenze di origine industriale per

Porto Marghera” (SIMAGE) dell’ARPAV; − “Centro Elaborazione Dati del Sistema Informativo per la Gestione delle Emergenze”

(S.I.G.E.M.) ubicato presso il Centro Operativo della Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi del Ministero dell'Interno. Detto sistema, sulla base di poche ma essenziali informazioni fornite (ad es. quantità approssimativa di idrocarburo rilasciato, temperatura e tenore di umidità dell'aria, entità di una fuga di gas noto, direzione e velocità del vento) è in grado di fornire in tempo reale all'operatore le caratteristiche di pericolosità della sostanza, la mappatura delle concentrazioni al suolo nell'area circostante il punto di rilascio, le tecniche di intervento raccomandate, le dimensioni della zona pericolosa e da evacuare tempo permettendo, i mezzi di protezione individuale che devono essere indossati, la durata presumibile del pericolo, ecc..

5. SISTEMA PUBBLICO DI INFORMAZIONE

In ambito provinciale viene utilizzato un sistema pubblico di informazione, denominato “Rialto” (vedasi Allegato “L”), che consente di integrare ed armonizzare i seguenti mezzi di comunicazione: − impianti di diffusione sonora fissa e mobile; − pannelli stradali luminosi a messaggio variabile; − messaggi radio e video su alcune reti private. Il sistema è attivabile secondo procedure prestabilite dall’ Autorità locale responsabile della gestione dell’ emergenza in atto. I relativi moduli di comando sono ubicati nella Sala Operativa della caserma dei Vigili del Fuoco di Venezia-Mestre (Terraglio)

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COMPETENZE E RESPONSABILITA’

1. COMPITI E PROCEDURE

a. Livello di ATTENZIONE

Il Gestore dello stabilimento deve: − adottare le misure previste dal piano di emergenza interno; − informare con immediatezza la sala operativa SIMAGE per l’adozione della

procedura di gestione dell’anomalia (procedura SIMAGE PO02RVE) − nel caso in cui l’anomalia si configuri come evento che può o potrebbe essere

percepibile all’ esterno e quindi in grado di suscitare apprensione o turbamento nella popolazione circostante, il gestore dello stabilimento è tenuto ad informare a mezzo fax gli Enti indicati nell’apposito modulo in Allegato “N” e cioè: • Comando provinciale dei Vigili del fuoco; • Prefettura; • Sindaco; • Presidente della Regione del Veneto; • Presidente dell'amministrazione provinciale; • Centrale Operativa 118 • Carabinieri 112 • Polizia di Stato 113

− aggiornare la sala SIMAGE sull’evoluzione dell’evento fino alla chiusura dell’evento stesso e, nel caso di eventi percepibili dall’esterno, inviare sempre via fax , ulteriori notizie di aggiornamento sull’evento in atto.

b. Livello di PREALLARME (1) Il Gestore dello stabilimento deve:

−−−− adottare le misure previste dal piano di emergenza interno; −−−− informare la sala operativa SIMAGE −−−− chiedere alla Sala Operativa “115”l’immediato intervento dei Vigili del Fuoco −−−− informare con immediatezza a mezzo fax con il modulo “comunicazione di evento”

in Allegato “M” le seguenti Autorità/Enti: • Comando provinciale dei Vigili del fuoco e/o distaccamento (115); • Prefettura; • Sindaco; • Presidente della Regione del Veneto; • Presidente dell'amministrazione provinciale • Centrale Operativa 118 • Carabinieri 112 • Polizia di Stato 113

−−−− aggiornare sempre mezzo fax le Autorità/Enti sull’evoluzione dell’evento in atto fino alla chiusura dell’evento stesso.

(2) Comando Provinciale Vigili del Fuoco La Sala Operativa del 115 deve: −−−− provvedere ad inviare le squadre di soccorso ritenute necessarie; −−−− avvertire, non appena acquisite e/o verificate le informazioni di dettaglio sulle

caratteristiche dell’incidente e sui suoi possibili sviluppi, le altre componenti della Protezione Civile (Prefettura, Provincia e Comune);

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−−−− tenere costantemente informato il Prefetto ed il Sindaco sull’azione di soccorso in atto e sull’evoluzione dell’evento per consentire una corretta informazione alla popolazione e per l’assunzione di idonee misure a tutela della salute pubblica.

−−−− attraverso l’applicazione della procedura gestionale PO01 RVE “SIMAGE – Definizione degli stati” instaurare l’apertura di un canale privilegiato VV.F sala SIMAGE per monitorare l’evoluzione dell’evento;

Sul luogo dell’incidente si costituisce il Centro Operativo Avanzato (C.O.A.) da cui il Direttore Tecnico del Soccorso (D.T.S.) nominato dal Prefetto dirige e coordina i soccorsi.

c. Livello di ALLARME (1) Il Gestore dello stabilimento deve:

−−−− adottare le misure previste dal piano di emergenza interno; −−−− informare la sala operativa SIMAGE −−−− chiedere alla Sala Operativa “115” l’immediato intervento dei Vigili del Fuoco

qualora non siano già presenti; −−−− informare con immediatezza a mezzo fax con il modulo “comunicazione di evento”

in Allegato “M” le seguenti Autorità/Enti: • Prefettura; • Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco; • Sindaco; • Presidente della Giunta Regionale; • Presidente dell'Amministrazione Provinciale; • Centrale Operativa 118; • Carabinieri 112 • Polizia di Stato 113

−−−− aggiornare sempre mezzo fax le Autorità/Enti sull’evoluzione dell’evento in atto fino alla chiusura dell’evento stesso.

(2) Prefettura – U.T.G. Avuta notizia del verificarsi di un incidente di origine industriale che possa pregiudicare l'incolumità della popolazione, il Prefetto: −−−− informa:

• il Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile;

• la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile; • il Ministero dell'Ambiente; • il Ministero della Salute;

−−−− attiva, se necessario e/o su richiesta del Sindaco, sulla base del modello organizzativo precedentemente descritto, la Sala Operativa Unica/Unità di Crisi e qualora opportuno, il Centro Operativo Misto (C.O.M.);

−−−− dispone l'invio nella località interessata dei reparti dei Vigili del Fuoco, Polizia di Stato e Carabinieri (se non sono già sul posto) per la valutazione dell'evento calamitoso e decide il livello degli interventi;

−−−− convoca, eventualmente, il Comitato Provinciale di Protezione Civile; −−−− adotta i provvedimenti intesi ad assicurare la disponibilità di aree, alloggi, mezzi di

trasporto pubblici (A.C.T.V., A.T.V.O.), mezzi speciali e manodopera; −−−− richiede se necessario:

• il concorso delle Forze Armate; • l'impiego della colonna mobile dei Vigili del Fuoco;

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• l'intervento dei reparti di soccorso della Polizia di Stato e dei Carabinieri; • il concorso delle Associazioni di Volontariato, della Croce Rossa Italiana e del

C.I.S.O.M. (S.M.O.M.). • l'invio da parte della Dipartimento Vigili del Fuoco di Soccorso Pubblico e di

Protezione Civile di materiale in giacenza presso i "Centri assistenziali di Pronto Intervento (CAPI)".

Nelle emergenze originate da rilascio di sostanze chimiche, ove gli eventi richiedano tempestività di decisione tale da non consentire la convocazione dei citati organi di coordinamento in tempo utile, il Prefetto: −−−− nomina Direttore Tecnico dei Soccorsi il Comandante Provinciale Vigili del Fuoco; −−−− dispone l’intervento delle Forze di Polizia su richiesta del Comandante Provinciale

dei Vigili del Fuoco; −−−− emana le direttive per la limitazione degli accessi all’area contaminata; −−−− autorizza la Sala SIMAGE ARPAV alla diramazione dei sistemi di messaggistica

preimpostati SIMAGE; −−−− dirama comunicati stampa/radio, sentiti il Sindaco e le altre Amministrazioni

interessate; −−−− informa la popolazione dell’accaduto e dei provvedimenti adottati o da adottare a

tutela della pubblica incolumità (Sistema “Rialto”). −−−− accertata, attraverso le segnalazioni degli Organi responsabili del controllo (VV.F. –

A.R.P.A.V. - U.L.S.S.) il rientro della situazione di rischio, dichiara la cessata emergenza e ne dispone la comunicazione con il mezzo ritenuto più idoneo.

(3) Comando Provinciale Vigili del Fuoco Nell'ipotesi che il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco sia il primo ad essere avvertito di un incidente di origine industriale, il Comandante (o l'Ufficiale di turno di detto Comando), appena avrà acquisito le informazioni di dettaglio sulle sue caratteristiche e le possibili conseguenze sulla popolazione, dovrà: −−−− qualora non siano già state allertate dal gestore dello stabilimento interessato,

avvertire subito le altre componenti di Protezione Civile (Prefettura, Provincia, Questura, Carabinieri. U.L.S.S., Capitaneria di Porto, Comune, ecc.);

−−−− richiedere alle Autorità competenti (Prefetto e/o Sindaco) o – in caso di estrema urgenza – autorizzare di iniziativa la diffusione di informazioni su autoprotezione e soccorso reciproco nelle aree a rischio di coinvolgimento mediante il sistema delle comunicazioni di emergenza messaggistica SIMAGE e“Rialto”;

Quale Direttore Tecnico dei Soccorsi, in base alla situazione, il Comandante Vigili del Fuoco: −−−− dispone la zonizzazione dell’area coinvolta nell’incidente in base alle proprie

procedure operative individuando tre zone per le operazioni di soccorso: •••• zona di sicuro impatto (“area rossa”); •••• zona di danno circostante (“area gialla”) interdetta e ritenuta ugualmente

interessata all’evento; •••• zona esterna dal luogo di impatto (“area verde”) ove opera l’assistenza del

personale sanitario; −−−− in caso di rilascio di sostanze tossiche, procede all’eventuale disinquinamento del

personale, materiali e mezzi venuti a contatto con esse; −−−− coordina gli interventi della Centrale Operativa 118 e delle FF.P. eventualmente

ricevute in concorso dall’U.T.G.; −−−− tiene informati e rappresenta ulteriori e successive esigenze alla Direzione

Interregionale Vigili del Fuoco di Padova; −−−− richiede alla Questura l’attivazione dei posti di blocco atti a garantire l’accesso ai

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soli mezzi di soccorso; −−−− se necessario, ordina all’ente erogatore dell’energia elettrica di interrompere la

fornitura della suddetta energia nell’area a rischio; −−−− tiene costantemente informati il Prefetto ed il Sindaco sull'azione di soccorso in atto

e sulle misure necessarie per tutelare la salute pubblica, valutando l'opportunità di una tempestiva evacuazione della popolazione eventualmente minacciata oppure l'eventualità di adottare altre misure suggerite dalle circostanze (Allegato “O”).

(4) Centrale Operativa 118 Interviene previa intesa con il Comandante dei Vigili del Fuoco, che ne coordina l’attività di soccorso sanitario urgente. In caso di incidente da rilascio, il personale sanitario, dotato di idonea protezione individuale e degli strumenti operativi necessari, provvede alla prima bonifica delle persone colpite (area di confine e di transito “area tiepida e fredda”). I soggetti che necessitano di ulteriori trattamenti sono smistati presso i centri ospedalieri, individuati dalla ULSS nella propria pianificazione, con modalità e procedure prestabilite. Il responsabile della Centrale Operativa 118 provvede a: −−−− attivare:

• le squadre munite di idonei DPI per la ricognizione; • le squadre e la stazione di decontaminazione campale; • il Posto Medico Avanzato (PMA) di I o II livello;

−−−− contattare il Centro Antiveleni di riferimento; −−−− allertare le strutture sanitarie sull’eventuale arrivo di soggetti contaminati.

(5) Questura

Ricevuta la segnalazione dell'incidente, il Questore, in base alle informazioni acquisite, provvede a: −−−− inviare sul luogo dell'incidente il personale disponibile dotato di adeguati mezzi di

protezione individuale; −−−− acquisire le notizie necessarie sulla evoluzione dell'evento ed i presumibili effetti

sulla popolazione (esalazione di gas tossici, emanazione di fumi o di radiazioni termiche conseguenti ad incendio, ecc.);

−−−− in caso di incidente da rilascio, presidiare e controllare dall’esterno il territorio comprendente le due aree interdette (“calda” e “tiepida”), alle quali è consentito l’accesso solo a personale e mezzi di soccorso autorizzati dal Comandante dei Vigili del Fuoco;

−−−− coordinare le eventuali operazioni di evacuazione di abitati minacciati dall’evento, su indicazioni del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco e d'intesa con i responsabili di Comune, U.L.S.S. ed idonee Organizzazioni di Volontariato;

−−−− esercitare i controlli di sicurezza nei Pronto Soccorso coinvolti nell’emergenza; −−−− organizzare, con il concorso della Polizia Locale., il flusso veicolare in unico senso

di marcia, almeno su due itinerari di evacuazione, lasciando libero per ognuno di essi una corsia di emergenza per le autolettighe ed i mezzi di soccorso in genere;

(6) Sindaco Il Sindaco di Venezia deve essere prioritariamente informato dal gestore dello stabilimento interessato ed, eventualmente, anche da altri soggetti responsabili delle attività di protezione civile.

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Ricevuta la segnalazione, alla luce della presente pianificazione di emergenza, della situazione anagrafica della popolazione residente nella località interessata ed in relazione alla gravità dell’incidente, il Sindaco o suo delegato: −−−− attiva la propria Unità operativa di Protezione Civile e se del caso il C.O.C.

provvisto delle funzioni di supporto ritenute opportune; −−−− attiva, sentito il Prefetto, il servizio di informazione alla popolazione tramite

trasmissioni radiotelevisive di emergenza con comunicati atti ad evitare panico e confusione;

−−−− richiama le norme comportamentali da adottare durante l’emergenza, qualora si dovesse disporre il riparo al chiuso (Allegato “P”) o l’evacuazione;

−−−− adotta le misure cautelative nella zona di attenzione, sulla base delle indicazioni ricevute sia dal Comandante dei Vigili del Fuoco sia delle Autorità sanitarie sul posto;

Successivamente, dispone per: −−−− l’isolamento dell’area comprendente le zone di sicuro impatto e di danno; −−−− gli interventi immediati di assistenza alla popolazione compatibilmente con la

tipologia dell’incidente e con le risorse disponibili (personale addestrato, attrezzature e mezzi);

−−−− la sorveglianza, in proprio o in concorso con le Forze Armate, della eventuale zona abitata da evacuare (su indicazioni del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco) e per l'organizzazione del traffico veicolare in uscita, di quello di soccorso ed all’esterno delle zone suddette su itinerari alternativi;

−−−− l’allestimento e l’organizzazione di centri di accoglienza per il ricovero della popolazione evacuata anche tenendo conto della prevedibile durata dell'emergenza e delle eventuali condizioni meteo avverse;

−−−− la distribuzione nei suddetti centri di generi di conforto; −−−− il concorso al personale delle U.L.S.S. ed, eventualmente, della C.R.I. per un

servizio di assistenza nelle zone di raccolta, onde assicurare le misure più urgenti ed essenziali di soccorso alla popolazione evacuata e l'eventuale ricovero delle persone più gravi presso le strutture ospedaliere della zona.

(7) Regione del Veneto In relazione al tipo di incidente, la Regione:

− assicura il concorso delle componenti regionali, sia agli Enti e agli Organismi Istituzionali, sia agli Enti locali. In particolare, ove necessario, provvede all’attivazione delle proprie Strutture: Protezione Civile, Ambiente, Sanità.

− ove necessario, provvede all’attivazione del Corem – Centro di coordinamento regionale in emergenza e dell’Unità di crisi della Sanità regionale, al fine di assicurare il coordinamento delle azioni di competenza da intraprendere, in raccordo con la Direzione tecnica dei soccorsi presso la SOU, con i Centri operativi di Arpav/Simage, CREU , 118 e ULSS.

− Al fine di garantire un adeguato coordinamento interistituzionale, assicura i rapporti con la Prefettura e con il Dipartimento Protezione Civile Nazionale.

− Valutata la natura, la gravità e l’estensione dell’evento, assicura anche le azioni necessarie in merito al coordinamento per l’utilizzo del Volontariato di Protezione Civile, a supporto delle Strutture e degli Enti interessati, in conformità al DPR 194/01.

(8) Provincia di Venezia In relazione al tipo di incidente, la Provincia può sostenere le attività svolte a tutela della popolazione mediante:

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−−−− il concorso con le Autorità locali all'individuazione ed alla scelta, in zone prossime a quella colpita, di alloggiamenti per gli evacuati (scuole o locali di propria pertinenza);

−−−− l’attivazione dei gruppi di volontariato iscritti negli elenchi provinciali per collaborare all’organizzazione dei trasporti per il trasferimento della popolazione esposta a pericolo, allo sgombero dei feriti ed al rifornimento di qualsiasi materiale occorrente;

−−−− il concorso con le forze di Polizia Provinciale alle attività di Ordine Pubblico di competenza della Questura di Venezia;

−−−− la disponibilità del personale del Settore Politiche Ambientale.

(9) U.L.S.S. n. 12 Provvede a: −−−− fornire supporto alla centrale operativa 118; −−−− fornire l'assistenza sanitaria di pronto soccorso nella zona colpita e nelle eventuali

aree di sgombero, sotto il coordinamento della Centrale Operativa 118 −−−− assicurare, ove necessario, il coordinamento dei servizi di igiene e prevenzione

necessari per gli eventi; −−−− assicurare, in caso di evacuazione, il trasporto a mezzo di autolettighe dei disabili o

comunque di coloro che non sono in grado di muoversi autonomamente, nonchè il ricovero nei luoghi di cura delle persone abbisognevoli;

(10) A.R.P.A.V. Con la struttura SIMAGE operativa in H24 ARPAV provvede a: −−−− verificare lo “stato di ATTENZIONE” contattando telefonicamente il tecnico di

turno dello stabilimento nel caso in cui si rilevi attraverso la rete di monitoraggio la presenza di inquinanti oltre a dei valori di soglia predefiniti con i gestori degli impianti;

−−−− definire il cambiamento di stato allo “stato di PREALLARME”, informando telefonicamente la sala operativa dei Vigili del Fuoco (115) e il dirigente ARPAV reperibile, qualora attraverso i contatti con il tecnico di turno sia stato riscontrato un evento incidentale;

−−−− individuare la direzione dei venti attraverso la postazione Ente Zona Industriale (EZI), per prevedere la propagazione e la zona di ricaduta delle possibili sostanze inquinanti rilasciate a seguito dell’evento incidentale;

−−−− attivare con comando remoto dalla Sala SIMAGE, su richiesta del dirigente ARPAV, i sistemi di campionamento passivo dell’aria costituiti da canister e campionatori ad volume, installati in 10 stazioni poste nel territorio all’esterno dell’area industriale per la sorveglianza post incidentale (follow up);

−−−− informare nel corso dell’evento la Sala Operativa Unica, ubicata della caserma del Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Mestre – Terraglio, ove d’ordine del Prefetto si insedia una Unità di crisi, riguardo il flusso dei dati provenienti dalle reti monitoraggio ambientale SIMAGE;

−−−− fornire informazioni in merito alla classificazione e caratterizzazione delle sostanze pericolose attraverso la banca dati delle aziende a rischio di incidente rilevante tra cui un catasto di scenari incidentali tratto dai Rapporti di Sicurezza che le aziende sono tenute a presentare.

Con il personale di servizio in orario ordinario o in regime di pronta disponibilità ARPAV provvede a: −−−− effettuare nel corso dell’evento campionamenti d’aria nelle presunte zone di ricaduta

degli inquinanti derivanti dall’evento incidentale nonchè prelievo ed analisi

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sistematica dei campioni fatti nel corso dell’evento fino alla completa scomparsa degli inquinanti;

−−−− effettuare eventuali campionamenti di acqua superficiale e suolo qualora gli effetti dell’evento comportino un possibile impatto per le predette matrici ambientali;

−−−− aggiornare la Sala Operativa Unica della Prefettura sui risultati dei campionamenti eseguiti per le matrici ambientali aria, acqua e suolo fino alla cessata emergenza;

(11) Comando Provinciale Carabinieri Avuta la segnalazione dell'incidente, il Comando Provinciale Carabinieri di Venezia dovrà: −−−− allertare la compagnia C.C. competente per territorio; −−−− far intervenire nei luoghi colpiti o minacciati i rinforzi eventualmente necessari,

idoneamente equipaggiati in relazione all'entità ed al tipo dell'evento, per il mantenimento della sicurezza pubblica e per i primi soccorsi;

−−−− mantenere i collegamenti tra le zone interessate ed il Comando Provinciale C.C. e tra questo e la Prefettura;

−−−− mantenere stretto contatto con il Questore o con il funzionario suo delegato per garantire il costante e corretto coordinamento delle operazioni.

(12) Comando Provinciale della Guardia di Finanza Il Comando Provinciale G.d.F. può essere chiamato a concorrere con le altre forze di O.P. (ordine pubblico) alle operazioni di soccorso ed al mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica nella zona colpita. In tal caso il Comando, ricevuta la richiesta dalla Prefettura provvederà a: −−−− allertare l'Unità competente per territorio; −−−− disporre l'intervento dei rinforzi necessari e disponibili, idoneamente equipaggiati, in

relazione all'entità ed al tipo dell'evento. L’impiego delle unità disponibili sarà coordinato dalla Questura.

(13) Polizia Stradale

All’atto della ricezione della segnalazione di incidente il Comando Sezione della Polizia Stradale di Venezia dovrà: −−−− inviare immediatamente pattuglie munite, se necessario, di equipaggiamento

protettivo nella zona colpita o minacciata per realizzare, su disposizioni della Questura, eventuali posti di blocco (Allegato “Q”) sulle vie di accesso alla zona esposta agli effetti dannosi dell'incidente e per porre sotto controllo il traffico in entrata e uscita, in particolare se la zona esposta a rischio deve essere evacuata;

−−−− avvertire i Comandi di Polizia Stradale della province limitrofe qualora l'evento richieda il blocco del traffico al di fuori del territorio della provincia di Venezia.

(14) 1° Comando delle Forze di Difesa (1° FOD)

Le richieste di concorso, trasmesse dalla Prefettura al 1° FOD - Ufficio Addestramento - Sezione Cooperazione Civile e Militare (COCIM), quando possibile, sono precedute da preavviso telefonico e devono contenere una sintetica rappresentazione della situazione che le hanno originate. Il 1° FOD, valutato il grado di priorità delle richieste in relazione alle altre esigenze e, compatibilmente con queste ultime, trasmette l'ordine di movimento alle unità prescelte e ne informa la Prefettura, autorizzando contatti diretti ai fini di stabilire le modalità esecutive (equipaggiamento individuale ritenuto necessario, attrezzature richieste, mezzi di trasporto, luogo di presentazione, ecc.).

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L'opera che le Forze Armate possono essere chiamate a fornire si configura sempre come concorso di personale, mezzi e materiali alle Autorità Civili e si estrinseca nell'impiego di reparti organici alle dirette dipendenze dei rispettivi comandanti.

(15) Capitaneria di Porto di Venezia Nel contesto dell’emergenza esterna per rischi industriali, la Capitaneria di Porto di Venezia è interessata, per la zona di propria competenza, ai seguenti possibili incidenti: −−−− rilascio in mare di sostanze tossiche e/o inquinanti da parte degli stabilimenti; −−−− incidenti interni agli stabilimenti le cui conseguenze si estendono fino al mare; L'allarme per i tipi di incidenti di cui sopra sarà diramato alla Capitaneria interessata secondo le procedure e agli Enti interessati. Appena ricevuto l'allarme la Capitaneria di Porto, inoltre, dovrà: −−−− assicurarsi che le altre componenti della Protezione Civile siano allertate e, in caso

contrario, provvedervi direttamente; −−−− concordare con le sopracitate componenti della Protezione Civile le azioni da

intraprendere.

(16) Gestore di edifici o impianti aperti al pubblico Qualora percepisca o venga informato della possibilità che le persone presenti nelle strutture di sua responsabilità possano essere coinvolte nelle conseguenze di un incidente rilevante, provvede a: −−−− comunicare con immediatezza l’accaduto ai Vigili del Fuoco (115) ed alla Centrale

Operativa 118; −−−− fermare, in presenza di rilascio di sostanze tossiche, gli impianti di

ventilazione/climatizzazione eventualmente esistenti per ostacolarne la diffusione in tutti gli ambienti;

−−−− informare le persone presenti sul comportamento da tenere in base alle direttive ricevute in precedenza attraverso le campagne informative svolte dagli Enti ai vari livelli;

−−−− chiudere gli accessi sia in entrata sia in uscita fino all’arrivo delle squadre di soccorso dei Vigili del Fuoco;

−−−− disporre che il proprio personale sanitario dipendente, se disponibile ed adeguatamente protetto, concorra con i Vigili del Fuoco ed alla Centrale Operativa 118 secondo le indicazioni che riceverà da questi ultimi.

(17) Società Rete Ferroviaria Italiana (RFI) Per le azioni di propria competenza, la società RFI dispone di un apposito manuale ad uso interno che prevede modalità di segnalazione e di intervento in relazione alla natura della sostanza interessata. Qualora l'incidente non appaia fronteggiabile con il solo personale della Azienda Ferroviaria, dovranno essere anche allertati gli Enti interessati.

(18) Aziende e Consorzi Acquedotti In caso di caso di incidente che possa provocare inquinamento di acque potabili, le aziende o i consorzi che gestiscono la rete idrica devono: −−−− sospendere immediatamente l'erogazione dell'acqua inquinata o presunta tale

informandone tutte le autorità locali e direttamente o tramite esse, gli Enti e le popolazioni interessati;

−−−− effettuare il prelievo e far analizzare i campioni; −−−− provvedere al rifornimento idrico con soluzioni alternative, se esistono, o richiedere

adeguati concorsi alle predette Autorità.

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Se la natura dell'incidente lo richiede , devono essere allertati anche i responsabili delle reti di rilevamento dell'inquinamento delle acque, dell'atmosfera e dei parametri meteorologici.

(19) A.C.T.V. e A.T.V.O Nel caso fosse necessario trasferire gli abitanti da zone o quartieri esposti a rischio in zone più sicure, le aziende di trasporto pubblico A.C.T.V. e A.T.V.O. dovranno, su richiesta della Prefettura, predisporre prima e, se il caso, impegnare subito dopo, i mezzi di trasporto richiesti da e per le località che saranno indicate.

(20) Associazioni ed Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile Hanno compiti di ausilio e concorso nelle attività relative a comunicazioni, soccorso sanitario - socio assistenziale - tecnico/logistico e sono definiti per legge. Pertanto, nelle emergenze causate da un incidente rilevante di origine industriale e soprattutto in quelle causate da rilascio nell’ambiente di sostanze tossiche, le Organizzazioni di volontariato, compatibilmente con l’addestramento e l’equipaggiamento dei singoli volontari, possono essere impiegate con la massima cautela esclusivamente sotto il controllo ed il coordinamento degli Enti istituzionali preposti agli interventi di pubblico soccorso ed al di fuori delle aree di sicuro impatto e di danno. Il loro intervento sarà limitato a: −−−− supporto alle FF.O. per il controllo della viabilità esterna alle zone di danno; −−−− assistenza alla popolazione eventualmente evacuata.

2. GESTIONE POST-EMERGENZA

a. Controllo sulla qualità ambientale: a cura dell’ARPAV. b. Bonifica dell’area e ripristino dello stato di normalità: a cura del soggetto responsabile e

secondo le disposizioni di legge per l’attribuzione degli oneri e responsabilità.

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INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE

1. PRESENTAZIONE DEL PIANO

A cura dei tecnici del gruppo di lavoro che ha redatto il documento.

2. CONSULTAZIONE DELLA POPOLAZIONE

La popolazione può consultare il Piano per 30 giorni e presentare eventuali osservazioni. .

3. CAMPAGNA INFORMATIVA PREVENTIVA

Come indicato dall’art. 2 co.° 2 del Decreto Ministeriale 24 luglio 2009, n. 139, il Prefetto, ai fini di cui all'articolo 20, comma 1, del decreto legislativo n. 334 del 1999, nel corso della predisposizione del Piano di Emergenza Esterno e comunque prima della sua adozione procede, d'intesa con il Comune, alla consultazione della popolazione per mezzo di assemblee pubbliche, sondaggi e la pubblicazione di opuscoli informativi, anche sui siti istituzionali. Le schede informative sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e per i lavoratori redatte dai gestori dei singoli impianti sono raccolte nell’Annesso 1 al presente documento.

4. IL MESSAGGIO INFORMATIVO DI EMERGENZA

L’informazione alla popolazione viene fornita a mezzo di: −−−− il sistema di allarme sonoro alla popolazione di Marghera (Allegato “S”); −−−− il sistema di monitoraggio e di allarme SIMAGE; −−−− il sistema integrato per le comunicazioni in emergenza “Rialto”(esempi in Allegato “R”).