Piano di Assetto del Territorio del Comune di Rovigo · Rapporto Ambientale. La Relazione...

90

Transcript of Piano di Assetto del Territorio del Comune di Rovigo · Rapporto Ambientale. La Relazione...

Piano di Assetto del Territorio del Comune di Rovigo Valutazione Ambientale Strategica

Relazione Ambientale (art. 4 L.R. n. 11/2004 e Allegato C della D.G.R. n. 3262/2006)

INDICE

INTRODUZIONE.............................................................................................. 2

PREMESSA...................................................................................................... 2 CONTESTUALIZZAZIONE GEOGRAFICA....................................................................... 2 I RIFERIMENTI NORMATIVI ED I CONTENUTI DELLA VAS .................................................. 5

Ambito di applicazione................................................................................ 6 Soggetti interessati .................................................................................... 6 Fase di consultazione ................................................................................. 7 Procedimento integrato fra VAS e Documento di Piano .................................... 7 Rapporto Ambientale.................................................................................. 8

LE RICHIESTE DI INTEGRAZIONE DELLA COMMISSIONE REGIONALE V.A.S. ............................ 9 IMPOSTAZIONE METODOLOGICA: GLI INDICATORI ....................................................... 10

DESCRIZIONE PRELIMINARE DELLO STATO DELL’AMBIENTE........................ 14

IL COMUNE DI ROVIGO E LA SOSTENIBILITÀ ............................................................. 14 ARIA E FATTORI CLIMATICI ................................................................................. 16 ACQUA........................................................................................................ 21

Acque superficiali e sotterranee ................................................................. 21 Ciclo idrico integrato ................................................................................ 30

SUOLO E SOTTOSUOLO...................................................................................... 38 Le attività ad elevato impatto sul suolo ....................................................... 40

AGENTI FISICI ............................................................................................... 43 Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti .......................................................... 43 Rumore .................................................................................................. 46 Inquinamento luminoso ............................................................................ 47

BIODIVERSITÀ, FLORA E FAUNA............................................................................ 48 PATRIMONIO STORICO CULTURALE, ARCHITETTONICO, ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO ......... 51 POPOLAZIONE................................................................................................ 55

Caratteristiche demografiche e anagrafiche ................................................. 55 Istruzione ............................................................................................... 58 Situazione occupazionale .......................................................................... 59

IL SISTEMA SOCIO-ECONOMICO ........................................................................... 61 Il sistema insediativo................................................................................ 61 Viabilità e mobilità urbana......................................................................... 63 Attività economiche.................................................................................. 66 Rifiuti solidi urbani ................................................................................... 68 Energia .................................................................................................. 73 Turismo.................................................................................................. 79

PROBLEMATICHE AMBIENTALI E OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ.................. 80

IL QUADRO AMBIENTALE E TERRITORIALE DI SINTESI.................................................... 80 GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ .......................................................................... 80

LA COERENZA INTERNA DEL DOCUMENTO PRELIMINARE............................. 82

IL PERCORSO DEL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO DI ROVIGO ................................... 82 LA CONCERTAZIONE E LA PARTECIPAZIONE ............................................................... 82 I CONTENUTI DEL DOCUMENTO PRELIMINARE ............................................................ 84 LA COERENZA FRA GLI OBIETTIVI DEL DOCUMENTO PRELIMINARE E LE PROBLEMATICHE AMBIENTALI

................................................................................................................ 85

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

2

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

INTRODUZIONE Premessa Il presente documento costituisce la Relazione Ambientale elaborata nell’ambito del processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano di Assetto del Territorio (PAT) del Comune di Rovigo, così come integrata a seguito delle richieste della Commissione Regionale VAS espresse nella seduta del 2 dicembre 2008. Tale Relazione Ambientale affianca il Documento Preliminare e si confronta quindi con la componente più strategica del percorso di pianificazione1. Essendo collocata ad un livello “preliminare” del Piano, essa non si mostra in grado di rilevare e valutare compiutamente gli scenari evolutivi derivanti dalle politiche ed azioni promosse del PAT. La verifica della sostenibilità, che rappresenta il momento di analisi e valutazione dei principali effetti derivanti dall’attuazione delle azioni e delle politiche previste dal PAT con la valutazione delle ragionevoli alternative di Piano e la predisposizione delle idonee misure di monitoraggio, viene rinviata alla successiva fase di stesura del Rapporto Ambientale. La Relazione Ambientale ha invece lo scopo di mettere in luce la situazione attuale dello stato dell’ambiente e si propone come un documento di inquadramento territoriale e socio economico del Comune, di analisi delle problematiche ambientali rilevate nel territorio, al fine di effettuare un’analisi della coerenza interna che rappresenta quella fase tesa ad evidenziare la rispondenza fra gli obiettivi generali del Documento Preliminare e le problematiche ambientali rilevate e/o gli obiettivi di sostenibilità assunti dagli strumenti di pianificazione territoriali e settoriali o da processi volontari dell’amministrazione locale. Allegati alla Relazione Ambientale sono inoltre: - l’elenco dei soggetti interessati alle consultazioni, che coincidono con i

portatori di interesse individuati per la fase di concertazione; - gli elaborati cartografici, in particolare la Rappresentazione cartografica dei

vincoli ambientali presenti nel territorio e l’estratto del PRG vigente. Contestualizzazione geografica Il Comune di Rovigo, uno dei sette capoluoghi provinciali del Veneto, si estende per una superficie di 108,55 kmq e conta di 51.295 abitanti al 31 Dicembre 2007. La città, che si sviluppa interamente in una porzione della Pianura Padana orientale, può essere definita come una terra di fiumi e canali compresa com’è tra il fiume Adige a nord e il Canal Bianco a sud, ad eccezione della frazione di Fenil del Turco che è

1 Secondo le linee guida sviluppate con il Progetto Enplan i piani ed i programmi, e la loro valutazione ambientale, sono caratterizzati da tre componenti:

strategica: la componente del piano o programma di prevalente natura programmatica, che indica lo scenario di assetto e sviluppo, urbano, territoriale o di settore, e che, in riferimento alla situazione presente, sviluppa obiettivi e strategie; strutturale: la componente del piano o programma che definisce l’organizzazione e l’assetto spaziale del territorio nelle sue forme fisiche, materiali e funzionali prevalenti e che conforma stabilmente il territorio nel medio/lungo periodo; tale componente costituisce quadro di riferimento per realizzare gli obiettivi strategici del piano o del programma; attuativa: la componente del piano o programma che sviluppa gli aspetti attuativi e gestionali, nel breve/medio periodo, e che disciplina le modalità di realizzazione degli interventi o dei progetti; questa fase costituisce momento di coordinamento delle scelte strategiche e di assetto spaziale e strutturale, e sviluppa forme di concertazione e flessibilità entro il quadro delineato dalla componenti strategiche e strutturali.

3

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

situata a sud del Canal Bianco; è attraversata dal naviglio Adigetto, il cui tratto urbano è stato per gran parte coperto, e da numerosi canali artificiali, il più importante dei quali è lo scolo Ceresolo; sul Canal Bianco si apre il porto di Rovigo, diventato operativo nel 1998. Al di fuori del territorio comunale scorre inoltre il fiume Po, che elabora, all’interno della provincia, il suo delta, una delle più importanti zone umide d'Europa. Il territorio è, dal punto di vista geologico, di formazione recente e frutto degli apporti alluvionali dell'Adige e del Po, in cui l'azione dell'uomo è stata determinante attraverso i lavori di bonifica e di arginatura dei corsi d'acqua, rendendolo oggi una delle più fertili pianure d’Italia e adatto in particolare alla coltivazione del mais e di prodotti orticoli di qualità. Il territorio è quindi estremamente pianeggiante e l'altitudine varia tra i 5 e gli 8 metri sul livello del mare. Oscuri sono l’origine e il significato del nome “Rhodigium”, menzionato per la prima volta in un documento ravennate del sec. IX, e altrettanto oscura è la nascita della località che fu certamente nel sec. X castello dei vescovi di Adria. L’allora temporaneo trasferimento della sede vescovile di Adria in un luogo fortificato contro le scorrerie ungare sembra aver contribuito alla formazione dell’abitato. A partire dal 1138, salvo una parentesi padovana e una veneziana, Rovigo rimase estense fino al 1482 quando si diede definitivamente alla Repubblica di Venezia. Fu ceduta all'Austria col trattato di Campoformio fino al 1866, anno in cui fu annessa al Regno d'Italia. La città, che rimase a lungo stazionaria anche come popolazione, risentì favorevolmente della costruzione nel 1866 della linea ferroviaria Padova - Rovigo; ma è solo negli anni cinquanta e sessanta che essa ha avuto un notevole sviluppo, non solo come tradizionale mercato agricolo, ma anche come centro industriale. L'urbanizzazione di Rovigo si è estesa fino a comprendere le frazioni di Granzette e Boara Polesine a nord, Sarzano a est, Borsea a sud, Roverdicrè a ovest. Le frazioni di Concadirame, Fenil del Turco, Grignano Polesine e Sant'Apollinare sono centri abitati isolati. Circa il 6% dei residenti nel comune abita in nuclei isolati di dimensioni minori, tra i quali i più importanti per popolazione ed estensione sono le località di San Sisto e Ca' Bianca. Pur facendo parte del territorio del comune di Rovigo, le frazioni di Buso e Mardimago, confinando rispettivamente con i comuni di Villadose e San Martino di Venezze, contribuiscono alla formazione dei centri abitati di questi comuni. Secondo lo statuto, le frazioni del comune di Rovigo sono: Boara Polesine, Borsea, Buso, Concadirame, Fenil del Turco, Granzette, Grignano Polesine, Mardimago, Roverdicrè, Sant’Apollinare, Sarzano. Sul sito istituzionale del comune, sono riconosciute come località anche: Ca' Bianca, Cantonazzo, Grompo. Recentemente hanno ottenuto lo status di località anche: San Sisto, Santa Rita, Spianata. Sono comuni contermini: Anguillara Veneta, Arquà Polesine, Barbona, Boara Pisani, Bosaro, Ceregnano, Costa di Rovigo, Crespino, Lusia, Pontecchio Polesine, San Martino di Vanezze, Vescovana, Villadose, Villanova del Ghebbo.

4

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

5

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

La città risulta ora inserita nel territorio in un contesto di “prossimità”: si trova infatti a breve distanza da due città importanti (Padova e Ferrara) che posseggono caratteri di modernità, un carattere metropolitano, due Università; si trova lungo una importante linea ferroviaria (Bologna-Venezia) e lungo un percorso autostradale ben connesso alla rete nazionale.

I riferimenti normativi ed i contenuti della VAS Affinché sia possibile attuare uno sviluppo sostenibile nella pianificazione territoriale sono necessari, oltre ad un solido apparato teorico-metodologico di riferimento, anche strumenti normativi forti, in grado, cioè, di ottenere l’applicazione di metodologie di valutazione dello sviluppo sostenibile agli strumenti della pianificazione. Mentre l’apparato normativo concernente la valutazione dei progetti è da tempo consolidato, sia alla scala europea che a quella nazionale e regionale, e possiede metodologie e tecniche ormai da tempo sperimentate, quello per la valutazione dei piani sta nascendo solo recentemente, anche con repentine modifiche, e non possiede ancora metodologie e tecniche consolidate. I principali riferimenti normativi per l’applicazione della VAS, in ordine cronologico, sono: - la Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 “Direttiva del Parlamento Europeo e

del Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”;

- l’art. 4 della Legge Regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio”;

- la Deliberazione della Giunta Regionale del 1 ottobre 2004, n. 2988 avente ad oggetto “Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente. Primi indirizzi operativi per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) di piani e programmi della Regione del Veneto”;

6

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

- il Titolo II della Parte II del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”, così come modifica dal Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale”;

- la Deliberazione della Giunta Regionale del 24 ottobre 2006, n. 3262 avente ad oggetto “Attuazione Direttiva 2001/42/CE della Comunità Europea. Guida metodologica per la Valutazione Ambientale Strategica. Procedure e modalità operative.”;

- la Deliberazione della Giunta Regionale del 7 agosto 2007, n. 2643 avente ad oggetto “Entrata in vigore della Parte II del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152. Procedure per la valutazione ambientale strategica – VAS -, per la valutazione di impatto ambientale – VIA - e per l’autorizzazione integrata ambientale – IPPC –“.

A partire dalla Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 si può quindi affermare che il quadro normativo sulla VAS è completo a tutti i livelli istituzionali, pur con le difficoltà interpretative derivanti dalla sua complessità e dalla sovrapposizione di norme di diverso rango. Come in molte altre realtà regionali italiane, nel Veneto la Direttiva 2001/42/CE ha trovato attuazione ben prima del formale recepimento da parte dello Stato Italiano, ponendo, nei confronti dei processi di pianificazione in corso, il tema del regime giuridico di riferimento per l’applicazione della VAS. Per quanto riguarda il Comune di Rovigo, visto che il Documento Preliminare è stato approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n. 174 del 11 luglio 2005, si può affermare che il processo di pianificazione e valutazione ha preso avvio prima del 13 febbraio u.s. (data di entrata in vigore del D.Lgs. n. 152/06 così come modificato dal D.lgs. n. 4/08) e pertanto il quadro normativo di riferimento è costituito dall’art. 4 della L.R. n. 11/2004 e dall’Allegato C della D.G.R. n. 3262/2006. Le disposizioni normative convergono comunque su quelli che sono i contenuti fondanti del procedimento di VAS: - l’ambito di applicazione; - i soggetti interessati; - la fase di consultazione; - il procedimento integrato fra VAS e Piano; - il Rapporto Ambientale. Ambito di applicazione Ai sensi dell’art. 4 della L.R. n. 11/2004, per quanto concerne il livello di pianificazione comunale, è sottoposto alla VAS il Piano di assetto del territorio comunale o PAT, al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente. La VAS valuta gli effetti derivanti dall’attuazione del PAT, evidenzia la congruità delle scelte del PAT rispetto agli obiettivi di sostenibilità dello stesso, alle possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione individuando, altresì, le alternative assunte nella elaborazione del piano, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione e/o di compensazione da inserire nel piano. Soggetti interessati Al processo di VAS e di pianificazione compartecipano diversi attori e sono soggetti interessati al procedimento: - l’autorità procedente: è il Comune di Rovigo ed in particolare la responsabilità

del procedimento è in capo al Responsabile del Settore Urbanistica, arch. Giampaolo Ferlin;

7

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

- l’Autorità Ambientale per la VAS: in fase di preparazione del Piano e prima della sua adozione, essa prende in considerazione il rapporto ambientale, le osservazioni e le controdeduzioni, i pareri espressi nonché i risultati delle consultazioni con le regioni finitime ovvero con altri stati membri transfrontaliera; tale Autorità è individuata nell’apposita Commissione Regionale VAS composta da tre componenti e costituita dal Segretario Regionale alle infrastrutture e mobilità con funzioni di Presidente, dal Segretario Regionale all'ambiente e territorio con funzioni di Vicepresidente, e dal Segretario competente per materia, ovvero da Dirigente dallo stesso delegato, componente variabile a seconda della natura del Piano e/o Programma di volta in volta sottoposto al giudizio di compatibilità ambientale;

- i soggetti competenti in materia ambientale: sono le strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionale, o con specifiche competenze nei vari settori, che possono essere interessati dagli effetti dovuti all’applicazione del piano o programma sull’ambiente; il Comune di Rovigo ha individuato in questa categoria le strutture pubbliche riportate nell’Allegato;

- il pubblico: sono una o più persone fisiche o giuridiche, secondo la normativa vigente, e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi, che soddisfino le condizioni incluse nella Convenzione di Aarhus, ratificata con la legge 16 marzo 2001, n. 108 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, con due allegati, fatte ad Aarhus il 25 giugno 1998) e delle direttive 2003/4/CE e 2003/35/CE; alla fase di consultazione sono state pertanto convocate: • LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE EX L. 349/86 attive sul territorio

comunale; • LE ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE DAL COMUNE DI ROVIGO; • I LIBERI CITTADINI.

Fase di consultazione La normativa di riferimento, a partire dalla direttiva europea fino alle DGR, si sofferma lungamente sulla rilevanza del processo di consultazione che deve accompagnare la VAS ed il PAT nei diversi momenti di costruzione. Essa è componente essenziale del processo di valutazione ambientale di piani e programmi prevista obbligatoriamente dalla direttiva 2001/42/CE. I momenti della consultazione devono quindi essere ben programmati lungo tutte le fasi, utilizzando gli strumenti più efficaci e devono disporre delle risorse economiche e organizzative necessarie. Tale attività presuppone il coinvolgimento di soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico al fine di acquisire dei “pareri sulla proposta di piano o programma e sul rapporto ambientale che la accompagna, prima dell'adozione o dell'avvio della relativa procedura legislativa”. Procedimento integrato fra VAS e Documento di Piano E’ l’assunto fondamentale della VAS: essa rappresenta il processo continuo e preventivo di analisi e valutazione ambientale (e non solo, ci ricorda la Direttiva europea) dei potenziali effetti significativi sull’ambiente conseguenti l’attuazione di un piano o programma (P/P), da compiersi nell’intero ciclo di vita del piano, dalla sua elaborazione fino alla fase di attuazione e gestione. L’obiettivo che si pone la VAS è di aiutare il processo di pianificazione a svilupparsi in maniera coerente, trasparente, efficace, al fine di arrivare ad approvare un piano auto – sostenibile. Con l’obiettivo di coordinare e di ottimizzare il procedimento di formazione del piano urbanistico con il procedimento di valutazione ambientale strategica, nel caso della copianificazione, la D.G.R. n. 3262/2006 individua l’effettuazione dei seguenti passaggi nelle diverse fasi dei rispettivi procedimenti:

8

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

- inizialmente, in collaborazione con la Regione e la Provincia, il Comune redige il Documento Preliminare e la relazione ambientale nonché l’elenco degli enti interessati all’adozione del PAT, le Associazioni ambientaliste individuate secondo quanto stabilito dalla L. n. 349/86 e s.m.i., nonché le associazioni di categoria eventualmente interessate all’adozione del Piano e/o Programma; ai fini della sottoscrizione dell’Accordo di Pianificazione deve essere acquisito oltre al parere del Dirigente Regionale della Direzione Urbanistica anche quello della Commissione Regionale per la VAS;

- una volta sottoscritto l’Accordo di Pianificazione concertata, il Comune provvede alla redazione del PAT e alla predisposizione del Rapporto Ambientale, che vengono congiuntamente adottati;

- a seguito di detta adozione, il PAT ed il Rapporto Ambientale devono essere depositati per almeno 30 giorni e inviati alle altre Autorità che hanno competenze amministrative in materia ambientale e paesaggistica per le necessarie consultazioni; dell’avvenuto deposito del PAT e del Rapporto Ambientale deve essere data notizia mediante pubblicazione in almeno due quotidiani a livello nazionale e due a livello regionale;

- il Piano, il Rapporto Ambientale, le osservazioni e le controdeduzioni vengono sottoposte al parere della Valutazione Tecnica Regionale (V.T.R.) e della Commissione Regionale per la VAS;

- il Piano di Assetto del territorio comunale o intercomunale ed il Rapporto Ambientale, così come approvati in sede di Conferenza dei Servizi (alla quale partecipa anche la Regione Veneto attraverso un proprio rappresentante munito del parere della Commissione Regionale per la VAS), sono trasmessi alla Giunta regionale per la ratifica nei termini fissati dalla Legge Regionale 23 aprile 2004, n. 11 e smi. Dell’avvenuta ratifica viene garantita la più ampia informazione come previsto dall’art. 9 della Direttiva CE/42/2001.

Rapporto Ambientale Il Rapporto Ambientale è il documento tecnico con il quale si esprime il processo di VAS, costituisce parte integrante del piano e ne accompagna l’intero processo di elaborazione ed approvazione, distinguendosi in Relazione Ambientale da affiancare al Documento Preliminare e Rapporto Ambientale da affiancare al PAT in adozione. I contenuti della Relazione Ambientale sono esplicitati da una specifica nota tecnica della Commissione Regionale per la VAS ed ha lo scopo di mettere in luce la situazione attuale dello stato dell’ambiente e si propone come un documento di inquadramento territoriale e socio economico del Comune, di analisi delle problematiche ambientali rilevate nel territorio, al fine di effettuare un’analisi della coerenza interna che rappresenta quella fase tesa ad evidenziare la rispondenza fra gli obiettivi generali del Documento Preliminare e le problematiche ambientali rilevate e/o gli obiettivi di sostenibilità assunti dagli strumenti di pianificazione territoriali e settoriali o da processi volontari dell’amministrazione locale. Essendo collocata ad un livello “preliminare” del Piano, essa non si mostra in grado di rilevare e valutare compiutamente gli scenari evolutivi derivanti dalle politiche ed azioni promosse del PAT. La verifica della sostenibilità, che rappresenta il momento di analisi e valutazione dei principali effetti derivanti dall’attuazione delle azioni e delle politiche previste dal PAT con la valutazione delle ragionevoli alternative di Piano e la predisposizione delle idonee misure di monitoraggio, viene rinviata alla successiva fase di stesura del Rapporto Ambientale. Per quanto attiene ai contenuti del Rapporto Ambientale essi risultano ormai ben codificati e si richiamano direttamente dalla direttiva europea: - illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del

rapporto con altri pertinenti piani o programmi;

9

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

- aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma;

- caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;

- qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;

- obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;

- possibili effetti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori;

- misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma;

- sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;

- descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio; - sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti. Il Rapporto Ambientale è comprensivo dello Studio di Incidenza, se sono prevedibili potenziali incidenze sulle aree di Rete Natura 2000 (non è il caso del Comune di Rovigo) e deve essere accompagnato da una Sintesi non tecnica. L’autorità procedente adotta il PAT e, a seguito della fase di pubblicazione e osservazioni, predispone la Dichiarazione di Sintesi, volta a: - illustrare il processo decisionale seguito; - relazionare sulla fase di consultazione; - esplicitare il modo in cui le considerazioni ambientali sono state integrate nel PAT

e come si è tenuto conto del Rapporto Ambientale e delle risultanze di tutte le consultazioni.

Le richieste di integrazione della Commissione Regionale V.A.S. Nell’ambito della seduta del 2 dicembre 2008, la Commissione Regionale VAS ha richiesto un supplemento d’istruttoria sulla Relazione Ambientale in ordine alle seguenti osservazioni: 1. non viene valutato il sistema delle infrastrutture viarie esistenti nonché in fase di

realizzazione e/o di progetto che interessano il territorio comunale (peraltro, in cartografia viene indicata erroneamente l’autostrada A4), ne viene indicato in cartografia lo stato di fatto (esistente, in fase di attuazione, ecc.);

2. non vengono descritte le criticità derivanti dall’attuale assetto insediativo; 3. la situazione occupazionale risulta essere riferita all’ambito provinciale e non

comunale; 4. nulla viene detto in ordine agli insediamenti produttivi del settore secondario, alle

attività artigianali e commerciali presenti sul territorio ed agli eventuali allevamenti zootecnici;

5. non viene descritta la qualità delle acque sotterranee, ne viene indicato il numero di pozzi presenti sul territorio;

10

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

6. non viene comunicato l’eventuale presenza di siti inquinati e di attività a rischio di incidente rilevante;

7. non vengono indicate le aree soggette a rischio idraulico e idrogeologico in riferimento al PAI, gli eventuali depuratori degli scarichi industriali, ne vengono descritti gli ambiti delle cave dimesse;

8. vanno indicate le fasce degli elettrodotti presenti, con il numero degli abitanti e/o dei siti sensibili ricadenti all’interno delle rispettive fasce di rispetto;

9. va indicato il livello di inquinamento luminoso e dell’eventuale rischio radon; 10. per quanto riguarda gli ambiti paesistico – ambientali non risultano

adeguatamente descritti in Relazione Ambientale e indicati nell’elaborato cartografico;

11. vanno adeguatamente descritti gli ambiti delle discariche riportati in cartografia. Come concordato con l’arch. Giovanni Battista Pisani (per conto della Regione Veneto) in occasione dell’incontro del 19 dicembre 2008, alla presenza dell’Assessore all’Urbanistica Prof. Luigi Osti, dell’arch. Fiorenza Ronsisvalle, della dr.ssa Lisa Milan e della dr.ssa Nicoletta Toffaletti (per conto del Comune di Rovigo), tali informazioni supplementari sono integrate nel testo della presente Relazione Ambientale (richiamando di volta in volta il numero dell’osservazione specifica) e del suo elaborato cartografico, che viene così risottoposta al parere della Commissione Regionale VAS. Impostazione metodologica: gli indicatori Dopo l’analisi della coerenza interna ed esterna, condotta sulla base della caratterizzazione dello stato attuale dell’ambiente del Comune di Rovigo e del quadro programmatico di riferimento, nel Rapporto Ambientale verranno analizzati e valutati gli effetti ambientali significativi conseguenti alle previsioni ed attuazioni del PAT. L’obiettivo principale della VAS del PAT è di valutare, in particolare, la sostenibilità dell’aumento del carico insediativo, analizzandone gli effetti e le misure compensative e mitigative per ridurre gli impatti ambientali; le considerazioni sono sviluppate a livello dell’intera area urbana e, laddove significativo, a livello locale o alla scala dei diversi ATO. La sostenibilità degli effetti ambientali significativi verrà svolta a partire dalla preventiva analisi delle componenti ambientali maggiormente interessate dalle previsioni ed attuazioni del PAT ed in particolare: - uso del suolo, per quanto concerne le variazioni della superficie urbanizzata e il

limite quantitativo massimo di trasformazione della zona agricola; - ciclo idrico integrato, per gli aspetti legati al sistema di approvvigionamento

idropotabile e al sistema di collettamento e depurazione dei reflui; - sistema del verde urbano e le sue variazioni; - mobilità urbana, sia in termini trasportistici che ricadute ambientali; - energia: in relazione ai consumi ad uso civile e alle forme di risparmio energetico

nei diversi settori; - rifiuti solidi urbani, in termini di produzione. Lo strumento di analisi e valutazione prescelto porterà alla costruzione di un set limitato di indicatori di stato (S) e di pressione (P) per verificare con efficacia ed immediatezza le previsioni ed attuazioni introdotte dal PAT e le sue misure di mitigazione (assunte come risposte – R -). Il gran numero di indicatori ambientali, relativi alle diverse componenti ambientali, segnalati a più riprese da diversi organismi nazionali e internazionali come strategici per permettere una ricognizione più completa possibile dello stato dell’ambiente, necessita di essere ridotto ai fini di consentire un'applicabilità pratica di un modello di valutazione della sostenibilità. Esso, infatti,

11

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

deve tradursi in uno strumento il più semplice possibile, al fine di essere facilmente applicato dagli Enti locali e dai professionisti impegnati nella redazione dei piani. Si ritiene quindi che, ai fini della valutazione ambientale, è più importante la scelta oculata di un limitato numero di indicatori aventi una ricaduta strategica nelle trasformazioni, che la ricostruzione di un quadro informativo ridondante (spesso confuso e di difficile gestione). La scelta degli indicatori deve allora ricadere tra quelli che sono in grado di rappresentare singolarmente o in combinazione con altri parametri, gli aspetti più significativi dell'organismo ambientale e, in tal senso, come detto, ai fini di una reale operatività gli indicatori non dovrebbero essere troppo complessi, né troppo costosi da rilevare. Un ulteriore aspetto che deve caratterizzare il modello è la selezione di indicatori che permettano di evidenziare le eventuali interazioni e sinergie tra le diverse componenti. La scelta degli indicatori è elemento fondamentale nella costruzione di una metodologia valutativa, ed essa deve tenere conto anche delle indicazioni dell’OCSE, che raccomanda la rispondenza ai seguenti criteri: - utilizzare dati esistenti, cioè recuperabili facilmente e statisticamente

confrontabili; - porre gli indicatori in relazione con l'individuo, come scegliere indicatori che

forniscono qualche tipo di misurazione pro capite. - determinare i collegamenti tra gli indicatori in un sistema integrato, come

capacità di valutazione delle ricadute sinergiche tra indicatori e tra un gruppo di indicatori e il sistema complesso.

La scelta degli indicatori per il PAT di Rovigo è stata effettuata con l’obiettivo inoltre di verificare gli effetti del piano in riferimento ai dieci criteri di sostenibilità promossi nell’ambito del “Manuale per la valutazione ambientale dei piani di sviluppo regionali e dei programmi dei fondi strutturali dell’Unione europea” e ripresi dall’Atto di indirizzo regionale sulla VAS. In questo modo è possibile finalizzare l'analisi ad una valutazione critica delle scelte del piano che si traduca in una sintesi finale su cui operare un bilancio definitivo in materia di sostenibilità ambientale. Pertanto nella selezione del set di indicatori per il PAT di Rovigo si è data importanza alla loro rappresentatività rispetto ai primi otto criteri di sostenibilità, così come riportato nella seguente tabella.

12

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

GLI INDICATORI DI SOSTENIBILITA’ PER IL PAT DI ROVIGO

Minimizzare l'utilizzo delle risorse non rinnovabili Consumi energetici civili totali e pro-capite Suolo urbanizzato totale e pro-capite

1

Limite quantitativo massimo di trasformazione della zona agricola Utilizzare le risorse rinnovabili entro i limiti delle possibilità di rigenerazione 2 Consumi idrici civili Utilizzare e gestire in maniera valida sotto il profilo ambientale sostanze e rifiuti anche pericolosi o inquinanti Capacità depurativa delle acque reflue urbane

3

Produzione di rifiuti solidi urbani Preservare e migliorare la situazione della flora e della fauna selvatica, degli habitat e dei paesaggi 4 Aree a verde Mantenere e migliorare il suolo e le risorse idriche

5 Suolo urbanizzato totale e pro-capite Mantenere e migliorare il patrimonio storico e culturale

6 - Mantenere e aumentare la qualità dell'ambiente locale Emissioni acustiche Reti di mobilità sostenibile

7

Congestione Tutelare le condizioni dell'atmosfera

8 Mobilità sostenibile Sviluppare la sensibilità, l'istruzione e la formazione in campo ambientale 9 (non pertinente al processo di pianificazione) Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni in materia di sviluppo 10 (obiettivo assolto nella procedura e processualità del PAT)

13

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

14

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

DESCRIZIONE PRELIMINARE DELLO STATO DELL’AMBIENTE Il Comune di Rovigo e la sostenibilità Mentre degli strumenti di pianificazione e programmazione settoriale si parlerà diffusamente nei capitoli seguenti, si vogliono qui richiamare, per il loro contenuto informativo e progettuale, i programmi ed i progetti attinenti al percorso dello sviluppo sostenibile. Il Comune di Rovigo sviluppa infatti, in maniera autodeterminata, rilevanti attività nel campo della sostenibilità, che devono essere prese in considerazione per la determinazione degli obiettivi di sostenibilità. L’Amministrazione ha infatti pubblicato nel 2000 il Profilo di salute dei Comuni di Rovigo e Villadose, nell’ambito delle attività promosse dalla Rete Italiana Città Sane e ha avviato, nel 2000/2001, il Processo di Agenda 21. Per il 2002 è stato programmato il Progetto integrale di monitoraggio ambientale su aria, elettrosmog e rumore a cui faranno seguito le rivisitazioni del trasporto pubblico urbano e il ridisegno del piano del traffico, piste ciclabili, ecc., nonché una implementazione dei parchi urbani. L’azione più rilevante nel percorso verso la sostenibilità è senza dubbio l’adesione del Comune di Rovigo al Progetto CLEAR (City and Local Environmental Accounting Reporting, cioè Progetto per la contabilità e i report ambientali di città e comunità locali), sviluppato nell’ambito dei finanziamenti europei LIFE AMBIENTE. L’obiettivo del progetto è l’implementazione di sistemi di contabilità ambientale negli enti locali2 che trova forma nella redazione di un Bilancio Ambientale da approvare contestualmente al Bilancio di Previsione. Il Bilancio Ambientale deve quindi essere redatto con cadenza annuale e registra le partite contabili relative alle risorse e al patrimonio naturale dell’ente, divenendo quindi uno strumento di valutazione degli effetti ambientali di tutte le politiche attuate dall’ente stesso. Ora che il Bilancio Ambientale è arrivato alla sua terza redazione, esso presenta una parte consuntiva, che contiene i risultati delle politiche attuate, e preventiva, che conterrà le indicazioni e le analisi sulla pianificazione futura. Per promuovere a Rovigo uno sviluppo sostenibile, l’Amministrazione comunale ha inoltre redatto, nel corso del 2005, il Bilancio di Sostenibilità, promuovendo l’integrazione delle strategie della dimensione sociale, ambientale ed economica. Le tre dimensioni della sostenibilità al proprio interno sono strutturate in differenti aree di rendicontazione, come illustrato di seguito, che riferiscono delle linee di azione prioritarie assunte dal Comune di Rovigo. Con Delibera di Giunta Comunale n. 29 del 13 marzo 2007, il Comune di Rovigo ha aderito al Protocollo d’intesa che costituisce il “Coordinamento delle Agende 21 Locali del Triveneto” per il perseguimento dell’obiettivo di favorire l’aumento del numero di Amministrazioni ed Enti che applicano i principi dello sviluppo sostenibile, ritenendo opportuno incentivare la creazione di reti fra le Autorità Locali per elaborare strategie comuni e favorire uno scambio di buone pratiche, pur nel rispetto delle autonomie di azione delle singole realtà. L’adesione a tale Coordinamento impegna inoltre l’Amministrazione ad aderire alla Carta Aalborg, avviare l’attivazione delle procedure di Agenda 21 Locale, destinare all’Agenda 21 Locale risorse economiche, umane e strumentali.

2 Al Progetto CLEAR hanno aderito in Italia 11 Comuni (fra i quali il Comune di Ferrara è il capofila), 6 Province, la Regione Emilia-Romagna e l’OCSE.

15

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Le linee di azione della sostenibilità del Comune di Rovigo (Fonte: Il Bilancio di Sostenibilità, Comune di Rovigo, 2005)

16

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Nel presente capitolo vengono pertanto messe a sintesi le informazioni che derivano dagli approfondimenti svolti sia nell’ambito del processo di pianificazione urbanistica sia nell’ambito di processi volontari delle amministrazioni locali (Comune di Rovigo, Provincia di Rovigo, ARPAV) in campo ambientale. Per quanto riguarda il PAT, ai sensi della L.R. n. 11/2004, è stato sviluppato un apposito Quadro Conoscitivo, i cui principali contenuti settoriali di interesse sono: - l’analisi demografica; - l’analisi della morfologia del tessuto insediativi; - l’elaborazione della Carta del verde; - l’elaborazione della Carta del paesaggio; - l’analisi della flora, fauna e biodiversità; - l’analisi agronomica; - l’analisi della mobilità in relazione alla redazione del PGTU; - l’analisi geologica articolata nei tematismi geolitologia, geomorfologia,

idrogeologia, penalità ai fini edificatori e fragilità idrografiche. Elemento di riferimento per la valutazione dello stato di qualità della città di Rovigo sono stati inoltre i seguenti strumenti, anche volontari: - il Bilancio Ambientale del Comune di Rovigo, nei tre aggiornamenti

predisposti a consuntivo degli anni 2001, 2002, 2003/2004; - il Bilancio di Sostenibilità del Comune di Rovigo, sviluppato nel 2005 per le

tre dimensioni della sostenibilità (sociale, ambientale ed economica); - il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente e della Comunità, sviluppata

nell’ambito del processo di A21 Polesana dall’Amministrazione Provinciale di Rovigo, d’intesa con il Comune di Rovigo;

- la Proposta di Piano Energetico Provinciale, redatta dalla Provincia di Rovigo in collaborazione con ENEA – Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente;

- il Piano Generale del Traffico Urbano, approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 328 del 22 dicembre 2005;

- il Piano Comunale per la Qualità dell’Aria, approvato con Deliberazione della Giunta Comunale n. 333 del 29 dicembre 2005;

- il Programma URBAN Italia “Rovigo città capoluogo” (cofinanziato dal Governo Italiano), che è stato attivato dal Comune di Rovigo in partnership con altri Enti ed Istituzioni del territorio (Provincia di Rovigo, Cen.Ser S.p.A., Consorzio per lo Sviluppo del Polesine - Con.Svi.Po.,Consorzio Smaltimento R.S.U., A.S.M. Rovigo S.p.A.) e con le Associazioni economiche più rappresentative;

- le banche dati di Ecosistema Urbano di Legambiente - Ambiente Italia e dell’Osservatorio ambientale sulle città dell’ISTAT.

L’analisi dello stato attuale di qualità dell’ambiente cittadino che segue è articolata secondo l’indice proposto dalla nota tecnica predisposta dalla Commissione Regionale per la VAS concernente i contenuti della Relazione Ambientale. Aria e fattori climatici Per quanto riguarda gli aspetti climatici, Rovigo è sede di una stazione meteorologica, ubicata a 9 metri s.l.m. e alle coordinate geografiche 45°03’N 11°46’E. L'area climatica di riferimento è quella dell'Italia nord-orientale, dove in base alla media trentennale di riferimento 1961 – 1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +1,6°C, quella del mese più caldo, luglio, è di +24,1°C. Le precipitazioni medie annue, distribuite in modo irregolare con minimi relativi in inverno ed estate, si aggirano sui 650 mm e sono distribuite mediamente in 80 giorni.

17

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

ROVIGO Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno

Temperatura max media (°C)

4.4 7.6 13.0 17.6 22.8 27.1 30.0 29.1 24.8 18.0 10.9 5.8 17.6

Temperatura min. media (°C)

-1.3 0.3 4.2 8.2 12.4 15.9 18.2 17.7 14.7 9.8 4.9 0.6 8.8

Piogge (mm) 39 39 52 63 71 65 42 47 55 73 65 49 660

Giorni di pioggia (≥1 mm)

6 5 7 8 8 7 5 5 6 8 8 7 80

Il risanamento e la tutela della qualità dell’aria costituiscono un obiettivo irrinunciabile e inderogabile, considerate le importanti implicazioni sulla salute dei cittadini e sull’ambiente. Il rapido sviluppo della Regione Veneto, passata da una piena e tuttora radicata civiltà agricola ad una tumultuosa affermazione di attività artigianali e industriali, ha infatti comportato un aumento della produzione di emissioni inquinanti in atmosfera, dovute alle specifiche attività produttive, ai trasporti, alla produzione di energia termica ed elettrica, al trattamento e smaltimento dei rifiuti ed ad altre attività di servizio. Per fronteggiare tale problematica divenuta nel corso degli anni una criticità ed in ottemperanza al D.Lgs. n. 351/99 “Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente”, la Regione del Veneto ha elaborato il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera, approvato con Deliberazione di Consiglio Regionale n. 57 del 11 novembre 2004. Il piano valuta la qualità dell’aria secondo un criterio di continuità rispetto all’elaborazione del relativo piano di risanamento e tutela, al fine di individuare le zone del territorio regionale a diverso grado di criticità in relazione ai valori limite previsti dalla normativa in vigore per i diversi inquinanti atmosferici; la classificazione del territorio in tre zone denominate A, B, C, è attuata a partire dall’analisi di tre elementi territoriali: - superamenti dei valori limite di uno o più inquinanti nel quinquennio 1996-2001; - presenza di agglomerati urbani (ovvero zone del territorio con più di 250.000

abitanti) e/o di aree densamente abitate; - caratteristiche dell’uso del suolo. Le aree ricadenti nella zona A, per specifico inquinante, sono zone critiche o zone nelle quali applicare i piani di azione, caratterizzate dal superamento dei valori limite aumentati del margine di tolleranza e/o delle soglie di allarme (nel caso in cui siano previste); nella zona B rientrano le aree nelle quali sono da applicare i piani di risanamento e per le quali sono stati registrati superamenti dei valori limite (senza margine di tolleranza); infine appartengono alla zona C le aree considerate a basso rischio di superamento dei valori limite (assenza di superamenti o superamenti relativi a uno o due anni non recenti). Sulla base di tali analisi ed essendo Rovigo comune capoluogo di provincia, la Regione del Veneto ha incluso il Comune di Rovigo nella c.d. “zona A” per i parametri polveri sottili (PM10), idrocarburi policiclici aromatici (I.P.A.) e biossido d’azoto (NO2), ed in “zona B” per i parametri benzene ed ozono. A livello locale, mentre con l’entrata in vigore del DPR 203/88 e dei decreti attuativi sono stati raggiunti buoni risultati in ordine all’abbattimento delle emissioni dagli impianti industriali, per quanto riguarda il traffico si è verificata nell’ultimo decennio una netta inversione di tendenza divenendo la principale causa di inquinamento dell’aria a causa di una crescita inarrestabile del parco circolante e della congestione del traffico. La qualità dell’aria all’interno del territorio comunale è pertanto monitorata attraverso le centraline fisse ubicate in Largo Martiri e in località Borsea, che

18

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

rilevano i seguenti parametri chimici: il biossido di zolfo (SO2), gli ossidi di azoto (NOx), il monossido di carbonio (CO), le polveri (Polveri Totali Sospese o PTS fino al 2002, mentre a partire dal 2003 a seguito dell’entrata in vigore del D.M. n. 60/2002 vengono misurate le Polveri il cui diametro è inferiore a 10 micron o PM10) in entrambe le centraline, l’ozono (O3) nella centralina di Borsea e il benzene (C6H6) nella centralina di Largo dei Martiri.

Caratteristiche delle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria nel Comune di

Rovigo (Fonte: A21 Polesine) Un valido indicatore per analizzare lo stato di qualità dell’aria è il numero di giorni nei quali vengono superati il livello di attenzione ed il livello di allarme, anche se l’entrata in vigore del D.M. n. 60/2002 e del D.Lgs. n. 183/2004 hanno riformato la materia imponendo valori limite diversi. Il Bilancio Ambientale ed il Bilancio di Sostenibilità del Comune di Rovigo, per semplificare la lettura dei dati e consentire un agevole confronto con i dati rilevati nel biennio 2001-2002, continuano ad utilizzare la terminologia previgente (“livello di attenzione” e “livello di allarme”). Estrapolando i dati dai predetti bilanci, è possibile ricostruire la serie storica del numero dei superamenti nel periodo compreso fra il 2001 ed il 2004.

Numero di superamenti del livello di attenzione in giorni a Rovigo 2001 2002 2003 2004

SO2 0 0 0 0 NO2 0 1 0 0 PTS 23 18 / / PM10 / / 104 114 CO 0 0 0 0 O3 1 0 0 6 Numero di superamenti del livello di attenzione in giorni a Borsea 2001 2002 2003 2004

SO2 0 0 0 0 NO2 0 0 0 0 PTS 1 3 / / PM10 / / 79 135 CO 0 0 0 0 O3 8 7 0

Numero di superamenti del livello di allarme in giorni a Rovigo 2001 2002 2003 2004

SO2 0 0 0 0 NO2 0 0 0 0

19

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

PTS 0 1 / / PM10 / / / / CO 0 O3 0

Numero di superamenti del livello di allarme in giorni a Borsea 2001 2002 2003 2004

SO2 0 0 0 0 NO2 0 0 0 0 PTS 0 0 0 0 PM10 / / / / CO 0 O3 0 0 0 0

Superamenti dei principali inquinanti atmosferici (Fonte: Bilancio Ambientale del Comune di Rovigo)

Per l’analisi di dati più recenti si può far riferimento alla Relazione Regionale della qualità dell’aria (ai sensi dell’art. 81 della L.R. n. 11/2001), elaborata da ARPA per l’anno di riferimento 2006 e pubblicata nell’agosto 2007. Essa rendiconta dei livelli di concentrazione dei principali inquinanti rilevati dal sistema di monitoraggio regionale. Per il biossido di zolfo (SO2) non vi sono stati superamenti della soglia di allarme di 500 µg/m3, né superamenti del valore limite orario (350 µg/m3) e nemmeno superamenti del valore limite giornaliero (125 µg/m3). Il biossido di zolfo si conferma, anche a scala regionale, un inquinante primario non critico; tutto ciò grazie alle sostanziali modifiche dei combustibili avvenute negli ultimi decenni (da gasolio a metano, oltre alla riduzione del tenore di zolfo in tutti i combustibili, in particolare nei combustibili diesel). Analogamente non destano preoccupazione le concentrazioni di monossido di carbonio (CO): in tutti i punti di campionamento non ci sono stati superamenti del limite di 10 mg/m3, calcolato come massima media mobile otto ore. Per la valutazione dei livelli di biossido di azoto (NO2), il valore limite annuale più margine di tolleranza, complessivamente pari a 48 µg/m3, è rispettato in tutte e due le stazioni, registrando una riduzione delle concentrazioni per la stazione di RO_Borsea (da 26 a 23 µg/m3, rispettivamente nel 2005 e 2006) e un incremento della concentrazione media annuale per la stazione di RO_centro (da 43, nel 2005, a 48 µg/m3, nel 2006). Fino al recepimento dei valori limite, previsto per il 1° gennaio 2010, per l’NO2 rimane in vigore anche il valore limite di 200 µg/m3 calcolato come 98° percentile delle concentrazioni medie di un’ora, rilevate nell’arco di un anno, dal 1° gennaio al 31 dicembre. Il 98° percentile è stato calcolato per tutte le stazioni regionali, suddivise in stazioni di background e di traffico; in nessun caso il valore limite è stato superato. Per l’inquinante NO2 è stato verificato se vi sono stati dei superamenti del valore limite orario di 200 µg/m3 (il margine di tolleranza per l’anno 2006 è di 40 µg/m3); tale limite non deve essere superato per più di 18 volte l’anno. Per quanto riguarda invece gli ossidi di azoto (NOx), prodotti dalle reazioni di combustione, il valore limite annuale per la protezione degli ecosistemi (pari a 30 µg/m3 e calcolato come media delle concentrazioni orarie dal 1° gennaio al 31 dicembre, da rilevare solo nelle stazioni di tipologia “background rurale”) non è stato rispettato in nessuna delle stazioni della rete di rilevamento regionale della qualità dell’aria. Relativamente al numero di superamenti della soglia di informazione per l’ozono (O3), pari a 180 µg/m3, si evidenzia che il 2006 è stato molto più critico rispetto al 2005 in tutta la regione; presso la stazione di Rovigo Borsea i superamenti sono stati

20

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

134, nel 2006, contro i 19 del 2005; negli stessi anni i superamenti della soglia di allarme sono stati nulli nel 2005 e pari a sette nel 2006. L’analisi dello stato della qualità dell’aria rispetto al parametro non convenzionale particolato PM10, normato dal D.M. n. 60/2002, mantiene la suddivisione delle stazioni nelle due tipologie “background” e “traffico”. Rispetto ai superamenti del valore limite giornaliero di 50 µg/m3, consentito in un valore pari a 35 gg/a, questo è stato è stato superato in tutti i punti di campionamento regionale.

Considerando le medie annuali registrate nelle stazioni di tipologia background e traffico si osserva che il valore limite di 40 µg/m3 è pari, nel 2006, Rovigo centro a 47 ug/mc e a Borsea e 48 Centro.

21

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Per quanto riguarda la concentrazione di benzene nell’aria, l’Amministrazione comunale ha provveduto, nel corso del 2002 e del 2004, ad eseguire delle campagne di monitoraggio del benzene atmosferico, che hanno consentito di rilevare valori ampiamente al di sotto del limite stabilito dalla legge. In particolare, a fronte del valore limite annuale di 5 microg/mc fissato dal D.M. n. 60/02 (che entrerà in vigore nel 2010), nelle due postazioni di misura (sempre Largo Martiri e Borsea) sono stati rilevati valori che, nel periodo considerato, forniscono valori medi annui rispettivamente di 2,2 e 1,9 microg/mc. I dati analizzati evidenziano quindi che in generale i superamenti sono sempre inferiori ai livelli di allarme e spesso anche a quelli di attenzione. Una singola criticità è rilevabile nel numero di superamenti per le PM10, cha anche nell’anno in corso fanno registrare degli episodi acuti in corrispondenza del periodo invernale. Il Comune è quindi impegnato nell’adozione di provvedimenti di limitazione della circolazione per i mezzi maggiormente inquinanti con applicazione progressiva delle misure previste dalla Carta di Padova, ai fini del contenimento e della prevenzione degli episodi acuti relativamente alle aree maggiormente inquinate, individuate come zone A nel Piano regionale di Tutela e Risanamento dell’atmosfera. Acqua Acque superficiali e sotterranee Le acque dolci interne rappresentano uno degli elementi caratteristici dell’intero territorio polesano, solcato sia dai grandi fiumi come l’Adige, il Po e il Tartaro Canalbianco, sia da una fitta rete di canali di bonifica che costituiscono una sorta di sistema linfatico che drena ogni angolo della provincia. Dal punto di vista dei deflussi idrici superficiali il territorio comunale è largamente compreso all’interno del bacino idrografico denominato Fissero Tartaro Canalbianco3, che, con una superficie complessiva di circa 2.885 kmq, si estende fra l’area di Mantova ad ovest ed il Mare Adriatico ad est e che risulta circoscritto dal corso del fiume Adige a nord e dal fiume Po a sud. Il bacino, nel suo complesso, presenta un territorio pressoché pianeggiante, con ampie zone poste a quota inferiore ai livelli di piena dei fiumi Adige e Po. Nel passato esso è stato pertanto soggetto a complesse vicende idrauliche con la realizzazione di cospicue opere artificiali di canalizzazioni e solo recentemente ha assunto una propria fisionomia; il bacino è ora attraversato da ovest ad est dal corso d’acqua denominato Tartaro Canalbianco Po di Levante, la cui funzione idraulica è legata all’allontanamento delle acque di piena dei laghi di Mantova e allo scolo e al recapito al mare delle acque del vasto comprensorio in sinistra Po. La maggior parte del territorio provinciale di Rovigo gravita quindi sul bacino del Canalbianco, attraverso una fitta rete di canali e scoli che drenano capillarmente il Polesine riversando le proprie acque direttamente nel Canalbianco per la zona posta in sinistra idrografica, mentre per le zone in destra idrografica le acque defluiscono dapprima nel Collettore Padano Polesano e quindi, tramite esso, nel Canalbianco. Fra i più importanti affluenti che interessano inoltre il territorio comunale, il Naviglio Adigetto scorre sulla sinistra del Canalbianco e rappresenta una derivazione dell’Adige originante in prossimità di Badia Polesine. Da citare, inoltre, il Canale Ceresolo, che rappresenta un corso d’acqua artificiale della lunghezza di circa 50 Km, utilizzato principalmente a fini irrigui. Infine, sebbene in termini di drenaggio dei terreni

3 Di competenza dell’Autorità di Bacino Interregionale del fiume Fissero Tartaro Canalbianco; solo una fascia di 150 m di larghezza a ridosso delle arginature del fiume Adige è di competenza dell’Autorità di Bacino del fiume Adige.

22

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

rivestano un ruolo secondario, il Polesine e la sua storia sono indissolubilmente legati ai due grandi fiumi, l’Adige ed il Po, che ne delimitano a nord e a sud i confini con le province limitrofe. All’interno del territorio comunale, l’Adigetto separa due bacini scolanti principali, le cui funzioni di drenaggio sono state in parte compromesse dalle trasformazioni urbanistiche: - il bacino scolante a nord dell’Adigetto comprende una parte dei sottobacini

Ceresolo, Rezzinella, S. Marco, Bresega; - il bacino scolante a sud dell’Adigetto comprende una parte dei sottobacini

Ramostorto, Borsea (Bacino Superiore) e del Bacino Inferiore. Da un punto di vista idrogeologico, la Pianura Padana inferiore è caratterizzata da un sistema acquifero multifalde, distinto verticalmente in Acquifero superiore ed Acquifero inferiore. Nel territorio comunale la falda più superficiale, freatica e di ridotta potenzialità idrica, presenza una ridotta soggiacenza, riscontrandosi alla profondità compresa fra 0 – 4 m dal piano campagna.

Carta idrogeologica del territorio comunale (Fonte: Quadro Conoscitivo del PAT)

Nell’ambito degli approfondimenti condotti per l’elaborazione del Quadro Conoscitivo, sono state acquisite informazioni di dettaglio sui pozzi per acqua presenti nel territorio comunale4, a partire da un data base fornito dall’Unità Periferica del Genio Civile di Rovigo della Regione Veneto, dove gli elementi sono stati selezionati, in base dell’utilizzo e alla portata media giornaliera, escludendo quelli ritenuti poco significativi. Si è quindi proceduto alla georeferenziazione degli elementi puntuali, ed alla formazione delle tabelle degli attributi. Oltre ai suddetti pozzi sono stati aggiunti

4 Risposta all’osservazione n. 5 della Commissione Regionale V.A.S.

23

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

anche quelli utilizzati per fini idropotabili, per questi ultimi la fonte è Polesine Servizi S.p.A. e risultano già presenti nella cartografia allegata alla Relazione Ambientale. Nel complesso sono presenti circa 30 pozzi per acqua, distribuiti come riportato nella cartografica seguente.

Distribuzione dei pozzi per acqua nel territorio comunale Il territorio comunale, come del resto la provincia nel suo complesso, presenta quindi consistenti fattori di rischio idraulico essendo il piano campagna ad una quota molto bassa rispetto al livello del medio mare ed al livello di scorrimento dell’acqua dei principali fiumi ed essendo la superficie freatica molto superficiale. Nel passato il Comune di Rovigo è stato interessato dalle alluvioni nel 1951, 1957, 1960 e nel 1966. La gestione idraulica del territorio è affidata a due Consorzi di Bonifica: Rovigo rientra quasi interamente all’interno del comprensorio del Consorzio di Bonifica Polesine Adige Canalbianco, mentre solamente la porzione di territorio posta a sud est dell’area comunale, oltre il Canalbianco, rientra nel comprensorio del Consorzio di Bonifica Padana Polesana. Lo stato di efficienza delle opere al servizio dello scolo delle acque è variabile da zona a zona, anche se in tutte è evidenziata una generale insufficienza della bonifica, riconducibile ai seguenti motivi: - scarsità dei coefficienti udometrici con i quali è stata a suo tempo calibrata la

rete scolante: i canali, anche in caso di precipitazioni appena superiori al normale, si gonfiano ritardando lo smaltimento delle acque e determinando vasti infradiciamenti di terra se non veri e propri allagamenti;

- subsidenza: le conseguenze del fenomeno, sviluppatosi alcuni decenni fa ed ora rientrato, sono ancora presenti in quanto a valle di Rovigo l’abbassamento del suolo impedisce di convogliare a mare le acque dei bacini di monte;

- insufficiente manutenzione delle opere consorziali; - fossalazione minore: la fossalazione minore è scarsamente oggetto di

manutenzione, in particolare quella privata;

24

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

- espansione edilizia dei centri abitati: s’impone una revisione globale e programmata della rete scolante.

Il territorio comunale è interessato da aree di difficile drenaggio superficiale e da aree in cui vengono evidenziati rischi di allagamento di vario livello e pericolosità. Le analisi condotte hanno permesso di effettuare la zonizzazione geologico tecnica del territorio comunale, secondo quattro classi, incrociando le caratteristiche geotecniche, di drenaggio superficiale ed i rischi reali di sommersione (cfr. Indagine geologica, idrogeologica e geotecnica del territorio comunale – Tavola 4.4 Carta delle penalità ai fini edificatori).

Terreni buono – mediocri

Terreni mediocri

Terreni mediocri – scadenti

Cara

tteri

stic

he

geo

tecn

ich

e

Ris

chio

id

rau

lico

Terreni scadenti

In particolare la categoria Terreni mediocri – scadenti e Terreni scadenti è assegnata a quei terreni che, oltre a modeste caratteristiche geotecniche, presentano, in maniera più o meno marcata, problemi di drenaggio superficiale o rischi reali di sommersione. Sono state pertanto classificate come aree soggette a dissesto idrogeologico per ristagno idrico, rispettivamente con tempo di ritorno (Tr) pari a 20 anni (in totale sono 9 aree nel territorio comunale con uno sviluppo complessivo di 529 ettari) e tempo di ritorno (Tr) pari a 3 - 5 anni (in totale sono 4 aree con uno sviluppo complessivo di 123 ettari). Esse coinvolgono a volte in maniera significativa il territorio abitato.

Carta delle penalità ai fini edificatori del territorio comunale (Fonte: Quadro Conoscitivo del PAT)

25

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Secondo la Carta di Pericolosità Idraulica relativa al P.A.I. del Fissero-Tartaro-Canalbianco (anno 2001)5, l’intero territorio comunale risulta classificato come zona P1 a pericolosità moderata (area soggetta a scolo meccanico), eccezion fatta per alcune aree di modesta estensione, classificate genericamente a pericolosità moderata P1. Risultano invece assenti aree di pericolosità idraulica media P2 ed elevata P3.

= P1 pericolosità moderata Tr=100 anni – h >0

Per le aree classificate pericolose (e cioè per l’intero territorio) valgono le disposizioni di cui al Titolo II (artt. 10-11-12-13-14-15) delle Norme Tecniche di Attuazione del P.A.I. di Fissero-Tartaro-Canalbianco; in particolare per tali aree, “salvo che per l’esecuzione di opere di pubblica utilità, è vietato: - eseguire scavi o abbassamenti del piano di campagna capaci di compromettere la

stabilità delle fondazioni degli argini; - realizzare intubazioni o tombinature dei corsi d’acqua superficiali, ad eccezione

degli interventi di mitigazione del rischio, di tutela della pubblica incolumità e quelli previsti dal piano di bacino;

- occupare stabilmente con mezzi, manufatti anche provvisori e beni diversi le fasce di transito al piede degli argini;

- posizionare rilevati a protezione di colture agricole conformati in modo da ostacolare il libero deflusso delle acque;

- operare cambiamenti colturali ovvero impiantare nuove colture arboree capaci di favorire l’indebolimento degli argini.”

“Nelle aree classificate a pericolosità moderata – P1 spetta agli strumenti urbanistici ed ai piani di settore prevedere e disciplinare l’uso del territorio, le nuove costruzioni, i 5 Risposta all’osservazione n. 7 della Commissione Regionale V.A.S.

26

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

mutamenti di destinazione d’uso, la realizzazione di nuovi impianti, opere ed infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico, gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, in relazione al grado di pericolosità individuato e nel rispetto dei criteri e indicazioni generali del presente Piano”. Nell’ambito della fascia di 150 m in destra Adige (di competenza dell’Autorità di Bacino del fiume Adige) non vengono segnalate aree a rischio idraulico dal P.A.I. del fiume Adige (anno 2005), presenti invece solo più a monte (in provincia di Verona e Vicenza, per quanto concerne la Regione Veneto). Per quanto riguarda la qualità delle acque superficiali, lo stato ambientale dei corsi d’acqua (S.A.C.A.) viene determinato, sulla base della metodologia prevista dal Decreto Legislativo n. 152/99 e successive modifiche, rapportando i dati relativi allo stato ecologico con quelli relativi alla presenza di alcuni microinquinanti chimici (parametri “addizionali”). Lo stato ecologico viene a sua volta definito valutando il Livello di Inquinamento dato dai Macrodescrittori (L.I.M.) e l’Indice Biotico Esteso (I.B.E.). Le classi di stato ecologico sono cinque, dalla 1 (la migliore) alla 5 (la peggiore). Gli stati di qualità ambientale previsti per i corsi d’acqua sono: Elevato, Buono, Sufficiente, Scadente e Pessimo. Dal Rapporto sullo Stato dell’Ambiente dell’A21 Polesine (che a sua volta si avvale di campagne di monitoraggio condotte da ARPAV) si evince che per quanto riguarda il Livello di Inquinamento dato dai Macrodescrittori, i corsi d’acqua monitorati nell’ambito del territorio provinciale presentano, la maggior parte, come livello di inquinamento una terza classe, tranne il fiume Adige a Rosolina e il collettore Padano Polesano a Porto Viro, che sono in una seconda classe, e lo scolo Ceresolo che presenta una quarta classe. Rispetto al 2000, si è riscontrato un miglioramento del livello di inquinamento da macrodescrittori per le stazioni 221 (fiume Adige a Rosolina) e 226 (Collettore Padano Polesano a Porto Viro): per i due tratti di fiume monitorati c’è stato, infatti, il passaggio dalla terza alla seconda classe. Viceversa, si è verificato un peggioramento qualitativo del tratto di Ceresolo monitorato presso la stazione 207 (Rovigo), che è passato dalla terza alla quarta classe.

27

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Livello di inquinamento dei corpi idrici in base ai macrodescrittori – anno 2001

(Fonte: A21 Polesine) Per la determinazione dell’Indice Biotico Esteso (I.B.E.), la comunità biologica più usata come indicatore è quella dei macroinvertebrati bentonici (larve d’insetti, molluschi, crostacei ecc.), che sono comunemente ritenuti i più adatti a rappresentare, con buona sensibilità, le variazioni indotte dall’inquinamento in un corso d’acqua. Data la complessità delle operazioni di determinazione dell’IBE, nell’ambito del “Piano di monitoraggio 2000” svolto da ARPAV è stato possibile determinare l’IBE solo per alcune stazioni. Per queste, il calcolo dell’indice ha evidenziato la presenza di un ambiente “inquinato” (fiume Adige) o, addirittura, “molto inquinato” (CanalBianco e Fiume Po).

28

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Indice Biotico Esteso dei corpi idrici – anno 2001

(Fonte: A21 Polesine) Per alcuni corpi idrici su cui ARPAV non ha effettuato la determinazione dell’IBE, sono disponibili i dati dell’indice ottenuti da due indagini eseguite dall’Assessorato Politiche dell’Ambiente e dall’Assessorato alla Pesca della Provincia di Rovigo, al fine di analizzare la qualità biologica dei corsi d’acqua per la costruzione della “carta ittica”. Mettendo a confronto i risultati delle due indagini, si riscontra, negli anni indicati, un miglioramento della qualità per i fiumi Ceresolo, Adigetto e Collettore Padano Polesano. Il Cavo Maestro del bacino Superiore ha subito, invece, un peggioramento qualitativo.

Dati di IBE rilevati per la stesura della “carta ittica” – anni 1989 e 1998

(Fonte: A21 Polesine) Lo stato ambientale complessivo dei corsi d’acqua è stato quindi determinato solo per quattro stazioni: eccetto il tratto monitorato del fiume Adige, che presenta uno stato Sufficiente, tutte le altre stazioni hanno presentato un livello di qualità Scadente.

Stato ambientale dei corsi d’acqua (S.A.C.A.) significativi - anno 2001

(Fonte: A21 Polesine)

29

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Per quanto riguarda lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici sotterranei6, questo è definito sulla base dello stato quantitativo e dello stato chimico per ogni singolo acquifero individuato. Lo stato chimico delle acque sotterranee (SCAS) che, in funzione delle concentrazioni rilevate per i parametri di base macrodescrittori e per alcuni microinquinanti, definiti come parametri addizionali (principalmente metalli pesanti, composti organoalogenati e pesticidi) definiscono cinque classi di qualità (indicate con 1, 2, 3, 4 e 0), è determinato dall’ARPAV per i vari punti della rete di monitoraggio regionale in base alla normativa vigente. I pozzi per il monitoraggio delle acque sotterranee collocati nella Provincia di Rovigo si concentrano soprattutto sul settore occidentale e solo a partire dal 2004 sono periodicamente rilevati; fra questi solo uno è ubicato nel Comune di Rovigo (codice pozzo 902), dove lo SCAS, al 2006, è pari a 0 (che corrisponde allo “stato particolare” della falda, dovuto alla presenza di inquinanti inorganici di origine naturale, soprattutto ferro, manganese, arsenico, e ione ammonio, una situazione comune a tutta la falda superficiale della bassa pianura veneta), mentre non è determinato lo stato di qualità ambientale.

Stato chimico delle acque sotterranee, anno 2006 (fonte: Rapporto sugli indicatori ambientali del Veneto, anno 2008)

Nella pianificazione sovraordinata del Piano Regionale di Tutela delle Acque, il territorio del Comune di Rovigo non rientra fra le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e da prodotti fitosanitari, oltre che fra le aree di primaria tutela quantitativa degli acquiferi; inoltre nell’ambito comunale non sono presenti aree sensibili.

6 Risposta all’osservazione n. 5 della Commissione Regionale V.A.S.

30

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Ciclo idrico integrato Il 20 dicembre 2001 l'Assemblea dell'Autorità d'Ambito "Polesine" ha individuato nella società Polesine Acque S.p.A. 7 il Soggetto Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato nel territorio polesano. Il territorio gestito dalla società, per i servizi di produzione, potabilizzazione, distribuzione, raccolta e depurazione, è costituito da 52 comuni, appartenenti alle tre province di Rovigo (50 comuni), Verona (1 comune) e Venezia (1 comune), che costituiscono l'Ambito Territoriale Ottimale Polesine come definito dalla L.R. n. 5/98. Gli abitanti serviti sono circa 260.000 con considerevoli incrementi dovuti al turismo nel periodo estivo e 63.000 sono le utenze attive. L’approvvigionamento idropotabile della provincia di Rovigo è basato su acqua di pozzi golenali e, soprattutto, su acqua superficiale potabilizzata prelevata dai due fiumi che delimitano la provincia, il Po e l’Adige; questa situazione implica una bassa qualità dell’acqua di partenza, ma non esistono sul territorio fonti alternative tali da garantire la copertura dei fabbisogni idrici della popolazione. L’acqua superficiale attinta, per essere resa potabile ai rubinetti, viene trattata da una decina di centrali di potabilizzazione. Le maglie acquedottistiche non sono così interconnesse da rendere omogenea l’acqua in tutti i comuni serviti: pur attingendo dallo stesso fiume, caratteristiche differenti per i diversi comuni si spiegano con l’esistenza di più punti di attingimento lungo il corso d’acqua e con le diversità nel funzionamento delle centrali. I principali centri di captazione dell'acqua da pozzo sono le centrali di Boara Polesine, Occhiobello, Castelnovo Bariano e Polesella. I principali centri di potabilizzazione della Provincia di Rovigo sono rappresentati nella seguente figura.

I principali centri di potabilizzazione delle acque immesse nella rete acquedottistica

(Fonte: sito internet Polesine Acque S.p.A.) L'acqua potabilizzata e sollevata presso le centrali di produzione viene immessa nella rete di adduzione ed a gravità alimenta i serbatoi pensili a capo delle reti comunali (solo presso il serbatoio pensile di Loreo è presente un punto di risollevamento); l'attuale rete di adduzione, che ammonta a circa 560 km di condotte, presenta una configurazione improntata chiaramente all'approvvigionamento zonale, secondo le vecchie divisioni del servizio di approvvigionamento territoriale. Il III° Bilancio Ambientale del Comune di Rovigo consente di evidenziare i consumi d’acqua per i diversi settori di utenza nel periodo compreso fra gli anni 2000 - 2004. 7 Ad un'applicazione iniziale del regime di salvaguardia, è seguita la stipula di una convenzione ventennale per l'affidamento in house del Servizio Idrico Integrato a Polesine Servizi; la convenzione scadrà nel 2023. Il 29 aprile 2004 l'Assemblea Straordinaria dei soci della Polesine Acque ha decretato la nascita della nuova multiutility Polesine Servizi S.p.A., una grande società di servizi organizzata in sei divisioni: Polesine Acque, Polesine Ambiente, Polesine Telecomunicazioni, Polesine Città, Polesine Bit, Polesine O.F.

31

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Consumi d'acqua per i diversi usi

0

1000000

2000000

3000000

4000000

5000000

2000 2001 2002 2003 2004

m^3

uso domestico uso industriale uso agricolo altri usi totale

I consumi d’acqua per i diversi usi nel Comune di Rovigo (Fonte: III° Bilancio Ambientale Consuntivo 2003/04)

Come si osserva dal grafico, il consumo più rilevante di acqua è attribuibile all’uso domestico, che sta costantemente diminuendo a partire dal 2000. Importante è sottolineare che vi è stata una modifica da parte del gestore del servizio nell’aggregazione dei dati relativi ai consumi nel territorio comunale. In particolare, quella che appare una drastica diminuzione negli usi agricoli ed industriali (computati assieme negli ultimi anni) è dovuta al fatto che in queste voci erano compresi alcuni dei consumi di acqua ora inseriti in “altri usi” dei quali attualmente fanno parte le utenze di servizio (commerciali, artigianali…) e le utenze “pubbliche gratuite” (come giardini, fontane…). Un altro indicatore molto importante per la gestione del ciclo dell’acqua è rappresentato dalle perdite di rete. Tale indicatore, come sottolineato nel Rapporto Ecosistema Urbano elaborato da Ambiente Italia, è una stima, in valore percentuale, della perdita d’acqua della rete dell’acquedotto e consente di dare un giudizio sull’efficienza della rete. Le perdite possono essere presenti in ogni componente degli impianti (componenti per la produzione, il trasporto, la distribuzione) e sono dovute in generale a difetti di costruzione, a vetustà, ad inadeguata manutenzione o ad errori di gestione. Considerando la ridotta disaggregazione dei dati, una stima delle probabili perdite assume che la quota di acqua prelevata e immessa in rete e non consumata per usi civili (domestici, servizi, usi pubblici e usi gratuiti), industriali ed agricoli sia, in qualche modo, perduta. Sono quindi implicitamente considerati alla stregua di vere e proprie perdite dovute al cattivo funzionamento della rete acquedottistica anche gli eventuali sversamenti e sfori nei serbatoi, l’acqua non fatturata e non contabilizzata come gratuita, furti e prelievi abusivi ecc. Alcune perdite nelle reti di adduzione in quelle di distribuzione sono da considerarsi tecnicamente accettabili (nella misura non superiore al 20%) anche se, in ogni caso, deve essere perseguita la loro minimizazione secondo il DPCM 4 marzo 1996.

32

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Sono quindi riportati nel grafico seguente le perdite di tutta la rete servita dall’Azienda Polesine Acque S.p.A. poiché i dati non sono disaggregabili per il solo Comune di Rovigo.

Perdite di rete

0.00%5.00%

10.00%15.00%20.00%25.00%30.00%35.00%

1999 2000 2001

perdite di rete limite DPCM 04/03/96

Le perdite nell’intera rete gestita dall’Azienda Polesine Acque S.p.A.

(Fonte: Rapporto ARPAV, 2002) Dei circa 15 Mmc/anno approvvigionati dall’acquedotto della Polesine Acque S.p.A., si stimano nel 2002 quasi il 32,5% di perdite di rete, superiori al limite tecnicamente accettabile fissato dal DPCM 4 marzo 1996 e pari al 20%. Tra gli investimenti previsti per il periodo 2003/2006 dalla Polesine Acque S.p.A. è infatti previsto il “progetto perdite idriche”, come evidenziato nella Delibera dell’Assemblea dell’ATO Polesine n. 8 del 16/12/2002 (allegato 2, punto n. 39). Conteggiando quindi le perdite di rete e togliendo le utenze ad uso artigianale/industriale, il quantitativo di acqua ad uso potabile effettivamente consumato per giorno da ciascun residente nel corso degli ultimi anni viene riportato nel seguente grafico, dove si osserva un forte calo nel consumo idropotabile pro-capite, soprattutto negli anni 2001-2002, che ha portato Rovigo ad essere una delle città con la migliore prestazione in Italia. Il grafico che segue conferma infatti che Rovigo al 2003 ha un consumo idrico inferiore sia alla media delle città del Veneto che d’Italia.

33

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Andamento dei consumi idrici procapite

0.0

20.0

40.0

60.0

80.0

2000 2001 2002 2003

m^3

/ab/

anno

consumo procapite Comune di Rovigomedia città del Venetomedia città d'Italia

Andamento dei consumi idrici civili nel Comune di Rovigo (Fonte: Osservatorio Ambientale dell’Istat)

Polesine Acque S.p.A. esegue periodicamente il controllo della qualità dell'acqua distribuita ai cittadini secondo quanto stabilito dalla normativa vigente (il D.Lgs n. 31/2001 che ha recepito la Direttiva n. 98/83/CE). La potabilità dell'acqua è inoltre assicurata dai controlli dell'Azienda ULSS competente per territorio. L'eventuale superamento dei limiti di legge, anche di un solo parametro, comporta l'adozione di misure cautelative per l'utilizzo dell'acqua da parte dell'Unità Sanitaria Locale. Il report analitico riportato nella sottostante tabella riguarda i parametri quali sapore, odore, colore, pH, durezza, conducibilità, residuo fisso e alcalinità ed inoltre la concentrazione di elementi e composti chimici indicativi ai fini della verifica della qualità delle acque per il consumo umano. Tali parametri sono stati scelti in base al D.Lgs n. 31/2001 e s.m.i. ed i risultati ottenuti si collocano per tutti i valori analizzati entro i limiti di soglia espressi dalla normativa suddetta.

Analisi dell'acqua potabile erogata da Polesine Servizi S.p.A. Anno 2004

Descrizione Unità di misura Valore massimo

ammissibile Valori medi acqua potabile distribuita

PH - 7,6 Cond. elettrica uS/cm a 20° 300/700 Durezza °F 50 16/30 Ossidabilità mg/l 5 0,2/0,6 Ammoniaca mg/l 0,5 0,05 Nitrati mg/l 50 6 Nitriti mg/l 0,1 <0,005 Magnesio mg/l 50 15/20 Sodio mg/l 175 8/20 Potassio mg/l - 2 Rame mg/l 1 <0,02 Zinco mg/l 3 0,01/0,06 Alluminio mg/l 0,2 0,05 Fluoro mg/l 1,5 0,01/0,1 Manganese mg/l 0,2 <0,01 Organoalogenati mg/l 0,03 0,001/0,005 Cloro residuo mg/l almeno 0,2 0,3/0,4

34

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Residuo 180° mg/l 1500 250/600 Fosforo mg/l 5 0,1/0,4 calcio mg/l - 50/80 Ferro mg/l 0,2 0,02 Piombo mg/l 0,0005 <0,0001 Antiparassitari mg/l 0,05 <0,01

(Fonte: sito internet Polesine Acque S.p.A.) Tra tutti i parametri sopra citati si analizza più in dettaglio l’andamento del contenuto medio dei nitrati nell’acqua potabile; il nitrato è infatti ritenuto un parametro significativo per quanto riguarda l’inquinamento diffuso di alcune porzioni territoriali della Pianura Veneta, costituendo, lo ione nitrato, l’ultimo stadio dei processi di trasformazione cui è soggetto l’azoto immesso nell’ambiente; a causa della sua elevata solubilità è in grado di migrare con facilità nelle falde freatiche presenti nel sottosuolo. Tra le attività che concorrono in misura maggiore all’immissione di azoto nell’ambiente, assumono un rilievo notevole quelle relative al comparto agro-zootecnico, soprattutto con riferimento all’ impiego di liquami zootecnici nella pratica della fertilizzazione dei suoli. L’elevata concentrazione di insediamenti produttivi in zone limitate, contribuisce fortemente ad aumentare il rischio di inquinamento della falda, essenzialmente a causa di fenomeni di percolazione determinati da sversamenti sul terreno (sia accidentali che dolosi), di scarichi fognari non ottimamente depurati, delle attività zootecniche e degli scarichi urbani non ancora collettati al sistema delle pubbliche fognature. Considerando l’elaborazione di dati raccolti nell’anno 2004 da Ecosistema Urbano di Legambiente, il grafico che segue mette in relazione la concentrazione media dei nitrati disciolti nelle acque potabili di Rovigo, delle città venete e delle città d’Italia. Appare evidente come il valore calcolato per il comune di Rovigo è nettamente inferiore al tenore medio delle altre città italiane classificandosi al trentanovesimo posto su 93 città italiane monitorate dal suddetto studio.

Contenuto medi di nitrati in acqua potabile anno 2004

0.002.004.006.008.00

10.0012.0014.00

Rovigo Città del Veneto Città d'Italia

mg/

l

(Fonte: Ecosistema Urbano, 2006)

35

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Il trattamento delle acque di scarico è un punto di forza nel programma di risanamento e tutela ambientale necessario per salvaguardare il patrimonio idrico. L’attività di controllo degli scarichi dei depuratori rappresenta uno dei momenti fondamentali dell’azione di tutela delle risorse idriche. In ambito legislativo nazionale, la normativa a cui occorre far riferimento per la disciplina degli scarichi degli impianti d depurazione, è il D.Lgs. 152/99 e s.m.i. Tra gli strumenti indicati nel decreto per la tutela delle acque dall’inquinamento figurano: - il rispetto di nuovi valori limite allo scarico fissati dallo Stato; - la definizione dei valori limite in funzione degli obiettivi di qualità del corpo

recettore; - l’adeguamento dei sistemi di fognatura, collettamento e depurazione degli

scarichi nell’ambito del servizio idrico integrato; - l’individuazione di misure per la prevenzione e riduzione dell’inquinamento nelle

zone vulnerabili e nelle aree sensibili. Il sistema di depurazione delle acque reflue urbane comprende impianti pubblici autorizzati a trattare esclusivamente reflui di origine: - domestica (civile); - impianti pubblici autorizzati a trattare reflui di origine domestica ed industriale; - impianti privati che trattano reflui provenienti da attività produttive, che

scaricano in acque superficiali, suolo o pubblica fognatura. Ai sistemi sopra descritti vanno aggiunte le fosse Imhoff al servizio di piccoli nuclei abitativi. Nella Provincia di Rovigo sono presenti 115 impianti di trattamento delle acque reflue, che hanno il compito di ridurre il carico inquinante sia del liquame convogliato dai collettori fognari, sia di quello di altre tipologie di reflui liquidi (extrafognari). Di questi impianti, 83 sono depuratori e 32 sono impianti grossolani di trattamento primario delle acque di tipo Imhoff che si basano sul principio di funzionamento a gravità. Gli impianti sono così dislocati: 38 nell’alto Polesine, 33 nel medio e 44 nel basso Polesine: si può perciò asserire che sono omogeneamente distribuiti sulla superficie provinciale. Vengono serviti 52 comuni con più di 250.000 abitanti serviti attraverso 1.915 Km di rete fognaria. Si contano 500 stazioni di sollevamento che permettono una posa delle tubazioni a profondità ridotte.

0.00%

20.00%

40.00%

60.00%

80.00%

100.00%

Rovigo Città del Veneto Città d'Italia

Percentuale di popolazione servita dagli impianti di depurazione-Anno 2003

(Fonte: Osservatorio dell’Ambientale dell’ISTAT)

36

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Dalla tabella seguente si può osservare che la maggior parte degli impianti e delle fosse Imhoff presenti nella Provincia di Rovigo riversa i propri scarichi sul Canalbianco e sul Collettore Padano Polesano. Depuratori Imoff

Corpo idrico ricevente

0<AE<2’00

0

2’000<AE<9’999

10’000<AE<49’999

AE>50’000

Totale depurat

ori

0<AE<2’000

Totale Imoff

Totale complessi

vo Canalbianco 18 9 3 30 15 45 Ceresolo 1 1 1 Collettore P.P.

21 7 1 29 12 41

Foce Adige 1 1 Barbamarco 2 2 1 3 Po 2 2 2 Po delle Tolle

3 1 4 2 6

Po di Goro 2 3 5 2 7 Po di Levante

4 1 5 5

Po di Maistra

1 1 1

Ramastorto 1 1 1 Sacca Canarin

1 1 1

Sacca di Scardovari

1 1 1

Totale 54 20 7 2 83 32 32 115 (Fonte: Area Politiche dell’Ambiente, Provincia di Rovigo,

elaborazione La Terr.A. anno 2004) Dal punto di vista delle dimensioni impiantistiche, espresse mediante il parametro Abitanti Equivalenti (AE), si nota una netta prevalenza dei piccoli impianti (<2000 AE) e di quelli medi (<10000 AE) su quelli grossi (>10000 AE). I piccoli impianti, generalmente, sono realizzati qualora le opere di collegamento della rete fognaria ad un impianto centralizzato non sia fattibile dal punto di vista tecnico o economico. Tuttavia, è importante rilevare che i piccoli impianti funzionanti con sistemi tradizionali di depurazione risentono molto di più di quelli grandi, delle variazioni di carico organico e di portata idraulica in ingresso. Pertanto, oltre ad avere costi di gestione e di realizzazione elevati, producono spesso risultati non soddisfacenti in termini di efficienza di depurazione. Spesso, inoltre, i depuratori più piccoli riversano i loro scarichi in piccoli scoli consortili con scarsa portata d’acqua, peggiorandone notevolmente le caratteristiche qualitative e la capacità di autodepurazione. Anche l’efficienza depurativa delle fosse Imhoff non garantisce un effluente di buona qualità, risente molto delle variazioni di carico idraulico e non è stabile nel tempo. In questi casi la costruzione di impianti di fitodepurazione a valle delle Imhoff esistenti potrebbe contribuire a migliorare efficacemente le acque scaricate nei corpi idrici recettori o nei canali della rete di bonifica. La valutazione dell’efficienza di depurazione deriva dal confronto tra la concentrazione dei parametri più significativi (COD, BOD5, azoto e fosforo) all’uscita e all’ingresso dell’impianto. Evidentemente, maggiore è l’efficienza dell’impianto, minore è l’impatto sul corpo idrico recettore. Questo indicatore, scelto dall’ARPAV per il Rapporto sugli indicatori ambientali del Veneto 2002, valuta la capacità di depurazione di un centro urbano moltiplicando la percentuale di utenze di acquedotto che sono allacciate alla

37

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

rete fognaria per il rendimento medio annuo, valutato sul parametro COD, come (1-COD out /COD in), calcolato per i principali depuratori in cui vengono trattate le acque reflue comunali. Una valutazione più precisa della capacità di depurazione dell’intero sistema dovrebbe tenere conto non solo di quegli scarichi che derivano dall’uso dell’acquedotto pubblico, ma anche di quelli che vengono trattati in impianti diversi da quelli considerati, oppure non vengono trattati affatto. Per questo motivo risulta problematico valutare lo stato attuale dell’indicatore in maniera appropriata. % utenze allacciate alla rete fognaria 87 n° depuratori reflui urbani del Comune di Rovigo 4 Giorni all’anno di funzionamento dei depuratori 365

Porta Po 120 S. Apollonare 140 Boara Polesine 160

CODin (mg/l)

Fenil del Turco 200 Porta Po 25 S. Apollonare 20 Boara Polesine 25

CODout (mg/l)

Fenil del Turco 25 (Fonte: Dipartimento Provinciale ARPAV di Rovigo, Rapporto ARPAV 2002)

Il Comune di Rovigo è servito da quattro depuratori di acque reflue civili, di potenzialità diversa: il depuratore di Porta PO (39.000 AE), il depuratore di S. Apollinare (35.000 AE), il depuratore di Boara Polesine (3.100 AE) e quello di Fenil del Turco (900 AE). La capacità di depurazione è calcolata come percentuale di abitanti allacciati agli impianti di depurazione per giorni di funzionamento per l’efficienza del sistema di depurazione. L’indicatore, nel suo complesso, prende in considerazione: gli abitanti allacciati al servizio di depurazione, il numero dei giorni di funzionamento e, nel caso il COD in uscita superi i 125 mg/l, l’efficienza di depurazione (misurata dal rapporto tra COD in uscita e COD in ingresso).

65%

70%

75%

80%

85%

90%

Rovigo Città del Veneto Città d'Italia

abbattimento del carico civile-anno 2004

(Fonte: Ecosistema urbano 2006)

Come si può notare per il 2004 il Comune di Rovigo riesce a garantire un abbattimento del carico civile superiore alla media regionale e a quella italiana.

38

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

L’Amministrazione Provinciale è l’autorità competente al rilascio delle autorizzazioni allo scarico di acque reflue industriali in acque superficiali e deve, inoltre, realizzare il catasto di tutti gli scarichi. Conoscere il numero di scarichi di insediamenti produttivi autorizzati può essere un indicatore della pressione esercitata da essi sulle acque superficiali. In Provincia di Rovigo, il numero totale di scarichi autorizzati ammonta a 108. Nel seguente grafico si osserva il numero di scarichi autorizzati per settore produttivo nella Provincia di Rovigo nel 2001. Gli scarichi che incidono maggiormente sono quelli dei settori alimentare ed ittico. TIPOLOGIA N° SCARICHI AUTORIZZATI Alimentare 22 Autolavaggi e similari 8 Chimico 7 Allevamenti 2 Meccanico 3 Edile 5 Autodemolizioni, autofficine 6 Lavasecco 3 Rifiuti 3 Ittico 19 Acquedotto 4 Metalmeccanico 2 Autotrasporti 1 Plastico 5 Turismo 3 Vetrerie 1 Cartiere 1 Elettrico 2 Carburanti 6 Varie 5 Totale 108 Nel territorio comunale risultano autorizzati, previa depurazione laddove necessaria, 49 scarichi di acque reflue in acque superficiali o suolo8, di varia tipologia e con le seguenti specifiche: n. 10 scarichi di acque meteoriche, n. 2 di raffreddamento, n. 9 di dilavamento, n. 10 domestiche, n. 11 industriali e n. 7 miste; in sede di Rapporto Ambientale, oltre a prevedere le necessarie misure per il monitoraggio, tali scarichi verranno cartografati. Suolo e sottosuolo La caratterizzazione della componente ambientale “Suolo e sottosuolo” viene elaborata prendendo a riferimento l’Indagine geologica, idrogeologica e geotecnica del territorio comunale redatta dal dr. geol. Corrado Ballotta a supporto dell’implementazione del Quadro Conoscitivo del PAT di Rovigo. Il territorio comunale è collocato in una porzione della Pianura Padana inferiore, pianura di origine alluvionale elaborata da più cicli di modellamento legati al succedersi di condizioni climatiche diverse. Le forme che attualmente caratterizzano il territorio risultano, in generale, conseguenti agli eventi quaternari: durante il Pleistocene si verificarono almeno cinque avanzate glaciali, intercalate da periodi interglaciali più caldi, della quali l’ultima (Würm) ha lasciato le maggiori tracce. In

8 Risposta all’osservazione n. 7 della Commissione Regionale V.A.S.

39

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

particolare dopo l’ultima ingressione marina (di età olocenica e conclusa 6.000 – 5.000 anni fa) inizia la fase di modellamento continentale del settore orientale della Pianura Padana ad opera dei numerosi corsi d’acque (principalmente il Po con le sue diverse diramazioni e l’Adige) e ad opera dell’azione marina lungo la costa. Nella Pianura Padana inferiore i fiumi si sono infatti mantenuti in condizioni di prevalente sedimentazione per buona parte del Quaternario, facendo si che la pianura alluvionale si sviluppasse per processi di aggradazione (crescita verticale) e progradazione (crescita orizzontale), determinando l’attuale assetto morfologico e litostratigrafico caratterizzato da morfologie rilevate (paleoalvei) di natura prevalentemente sabbiosa e da bacini interfluviali, a quote inferiori, con depositi per lo più argilloso – limosi. Le ripetute variazioni idrografiche dei corsi d’acqua sono un aspetto intrinseco di tale ambiente deposizionale e si verificarono in questo territorio fino all’epoca medioevale, quando gli interventi antropici iniziarono a costringere i fiumi entro percorsi obbligati da arginature artificiali, ponendo le basi per l’attuale assetto idraulico. Anche nel territorio comunale si rinvengono numerose forme fluviali estinte, rappresentate dai diversi paleoalvei e dai ventagli di esondazione che, con le loro morfologie convesse, si elevano rispetto alle aree di piana inondabile interfluviale, morfologicamente più depresse e dalle forme concave.

Carta geomorfologica del territorio comunale (Fonte: Quadro Conoscitivo del PAT)

Il territorio comunale, influenzato dalla presenza del fiume Adige a nord e dal Canalbianco a sud - est, è caratterizzato da un reticolo di paleoalvei di direzione praticamente parallela ai corsi attuali degli stessi, la cui forma allungata crea nel territorio dossi di origine fluviale, sede dei principali insediamenti antropici; anche il

40

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

nucleo abitativo del capoluogo è ubicato alla confluenza di alcuni paleoalvei, come la maggior parte delle frazioni e della viabilità. Posti a margine dei paleoalvei o degli alvei attuali dei corsi d’acqua si riscontrano le forme a ventaglio dei coni di esondazione, determinate dalle rotte improvvise e violente dei corsi d’acqua nei periodi di piena. Nel territorio comunale il più imponente è quello su cui è localizzata la frazione di Boara Polesine, direttamente collegato all’azione dell’Adige. Le forme fluviali attive sono invece legate alla presenza della fitta rete idrografica, naturale ed artificiale con funzione di bonifica. I corsi d’acqua naturali scorrono in alvei a sponde ripide e presentano un ambito golenale confinato fra argini artificiali, che giacciono pensili sul territorio circostante. La ricca evoluzione della Pianura Padana inferiore è alla base della profonda articolazione dei caratteri litologici e geotecnici dello stesso. Nel territorio comunale predominano le miscele binarie di sabbia e limo e le miscele ternarie di sabbia limo argilla; in misura ridotta sono invece presenti miscele binarie di limo e sabbia, sabbia, argilla limosa ed argilla sabbiosa. La particolare costituzione del sottosuolo rende l’area del Polesine particolarmente sensibile al fenomeno della subsidenza, cioè dell’abbassamento relativo del suolo rispetto al livello medio del mare. Il processo ha assunto, a partire dagli anni sessanta, una notevole importanza determinando le notevoli variazioni del gradiente idraulico sulle direttrici di drenaggio a mare e l’aumento delle aree soggette a periodiche inondazioni. Il fenomeno, di per se naturale e legato al costipamento dei sedimenti o ai movimenti eustatici9, è stato fortemente accelerato da cause antropiche connesse alla estrazione di acque metanifere nei territori del Delta nel periodo degli anni ’50 e ’60; in alcuni punti del territorio in breve tempo il suolo si è abbassato localmente anche di 1,5 - 3,0 m. La sospensione dell’attività già a partire dalla prima metà degli anni ’60 ha determinato un forte rallentamento del fenomeno e la rilevazione dei capisaldi eseguita nel 1992 conferma che la velocità di abbassamento del suolo è rientrata entro valori naturali, dell’ordine, cioè, di qualche millimetro all’anno. Nel campo della bonifica si resero necessari radicali interventi di sistemazione perché l’abbassamento aveva reso non più utilizzabili gran parte delle idrovore, ma anche la disomogeneità degli abbassamenti aveva determinato l’inversione della pendenza di molti collettori; gli interventi di sistemazione resi necessari da tale fenomeno di abbassamento non sono tuttavia ancora completati. Le attività ad elevato impatto sul suolo Nel territorio comunale è presente una cava attiva (cava “Curiola”), rivolta alla estrazione di argilla per laterizi, in località Grignano Polesine; essa è stata autorizzata nel 1981 ed interessa una superficie di circa 13 ettari; si evidenzia che il quantitativo di materiale complessivamente estratto negli ultimi cinque anni in tale cava risulta di entità veramente modesta. Essa rappresenta l’unico episodio di attività estrattiva nel territorio comunale e pertanto non sono presenti ambiti di cave dismesse10.

9 Si può ritenere che, relativamente alla Pianura Padana, la velocità di abbassamento abbia un valore di circa 2-3 mm/anno. 10 Risposta all’osservazione n. 7 della Commissione Regionale V.A.S.

41

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Per quanto riguarda gli allevamenti zootecnici11, nel territorio comunale è presente un unico caso, come riportato nella cartografia allegata alla Relazione Ambientale. Si tratta dell’Allevamento Sasso ubicato il località Mascherona, nel settore occidentale del territorio comunale.

Ubicazione dell’Allevamento Sasso

11 Risposta all’osservazione n. 4 della Commissione Regionale V.A.S.

42

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Dal piano provinciale degli spandimenti dei liquami zootecnici, si apprende che l’allevamento interessa le seguenti tipologie e consistenza di bestiame: - 140 scrofe in gabbia; - 6.780 lattonzoli su pavimento interamente fessurato; - 11 verri su platea; - 310 scrofe su fessurato totalmente grigliato. All’allevamento è connessa una produzione di 22.968 Kg/azoto/anno, un consumo idrico di 15.000 mc di acqua prelevata dall’acquedotto e una produzione 1.460 mc di materiale non palabile. Lo stabilimento è dotato di un sistema di ventilazione forzata, del riciclo dei liquami dai sottogrigliati attraverso un separatore liquido-solido e di 10.000 mc di vasche per lo stoccaggio dei liquami distinte in lagune in terra e fuori terra. Per quanto riguarda la presenza di siti contaminati12, nel Comune di Rovigo, ad eccezione del sito Geotecas – Mardinago, non si rilevano grosse problematiche: gli episodi verificatisi sono per lo più riferiti a contaminazioni e bonifiche conseguenti la presenza di cisterne interrate di carburanti, soprattutto dei distributori, o sversamenti accidentali sempre di carburanti, comunque episodi di piccola entità, localizzati e risolvibili con velocità e successo. Nel territorio comunale si registrano nove procedimenti relativi alle bonifiche dei suoli ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i., dei quali sette casi su nove riferiti a contaminazioni da carburante con due bonifiche concluse. Un altro episodio di contaminazione, peraltro con bonifica già conclusa, è riferito ad una segnalazione di fuoruscita su terreno di una miscela di liquidi dal comparto ex digestore del depuratore di Porta Po, per il quale, oltre alla riparazione del digestore stesso, si è operato lo scotico del terreno interessato. Il caso più rilevante è quello dell’area Geotecas in località Mardinago (cfr. Elaborato Cartografico allegato alla Relazione Ambientale), censito peraltro come sito di interesse nazionale: trattasi di una ex superficie di stoccaggio di “fluff” da demolizione d’auto, oltre che di altri composti chimici provenienti da scarti o comunque da lavorazioni industriali, di pneumatici fuori uso, batterie, olii, ecc., per il quale il Comune di Rovigo ha realizzato un primo intervento per la messa in sicurezza dell’area di circa 16.000 mq; alla fine dell’anno 2002 è stato completato l’asporto di qualsiasi tipologia di rifiuto fuori terra, mentre attualmente è in corso di effettuazione la caratterizzazione del sito. Nel passato l’abbandono dei rifiuti nell’area Geotecas, oltre a seri problemi di natura igienico-sanitaria, ha comportato l'insorgenza di numerosi incendi (oltre cento interventi dei vigili del fuoco dal 12 dicembre 1996 al novembre 1999), fino all'incendio verificatosi nel settembre 1997 (da cui è scaturito il procedimento penale), che ha fatto registrare temperature elevate sulla superficie del cumulo, con conseguente pericolo per l'ambiente e la salute pubblica a causa della combustione del fluff mescolato ad altre sostanze pericolose come plastica, carta e stoffa, gadgets allegati a riviste e quotidiani invenduti (la prefettura ha dovuto predisporre un piano di evacuazione delle zone circostanti nel caso di ripetizione del fenomeno). Nel territorio comunale non sono presenti stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti, ai sensi del D.Lgs. n. 334/1999 e s.m.i. 13

Nell’intero territorio comunale non si registra la presenza di siti destinati a discarica di rifiuti urbani o altra tipologia14; nella precedente versione dell’Elaborato Cartografico allegato alla Relazione Ambientale erroneamente era stata riportata la dicitura di “discariche” in luogo di “centri di stoccaggio e recupero rifiuti”.

12 Risposta all’osservazione n. 6 della Commissione Regionale V.A.S. 13 Risposta all’osservazione n. 6 della Commissione Regionale V.A.S. 14 Risposta all’osservazione n. 11 della Commissione Regionale V.A.S.

43

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Agenti fisici Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti Le principali fonti di radiazioni non ionizzanti presenti nel territorio comunale sono rappresentate da: - le linee ad alta tensione utilizzate per la distribuzione dell’energia elettrica,

sorgenti a bassa frequenza; - le stazioni radiobase per la telefonia mobile (SRB), sorgenti ad alta frequenza

(stazioni di diversi operatori); - gli impianti per la radiocomunicazione e la telecomunicazione, sorgenti ad alta

frequenza (ripetitori radio e TV). Le radiazioni non ionizzanti sono comprese nell’intervallo di frequenza 0-300 GHz (microonde, radiofrequenze e frequente estremamente basse) che possono dare origine all’inquinamento elettromagnetico. Tra le sorgenti di campi elettromagnetici (CEM) a maggiore intensità e che interessano ambiti territoriali molto ampi ci sono le linee elettriche ad alta tensione, utilizzate per il trasporto dell’energia. Nella seguente figura sono rappresentati gli elettrodotti da 132 kV che interessano il territorio del Comune di Rovigo, con le relative fasce di rispetto15 e gli edifici in esse ricadenti. Per motivi di privacy, l’Amministrazione Comunale di Rovigo non ha potuto mettere a disposizione le banche dati anagrafiche e pertanto non è stato possibile calcolare il numero degli abitanti compreso all’interno delle fasce di rispetto. Si rilevano comunque 261 edifici potenzialmente interferiti e nessuno di questi risulta classificato come ricettore sensibile da zonizzazione acustica. La maggior parte degli edifici ricadenti entro le fasce di rispetto sono riferibili ad edifici delle aree industriali, artigianali e/o commerciali in località Borsea nel settore meridionale della città, mentre la situazione più critica è l’attraversamento del quartiere Casalago ad ovest del capoluogo.

linee elettriche 132 kV con relative fasce di rispetto (Fonte: Comune di Rovigo)

15 Risposta all’osservazione n. 8 della Commissione Regionale V.A.S.

44

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Per quanto riguarda la bassa frequenza, il Primo Bilancio Ambientale del Comune di Rovigo, eseguito conformemente alla previgente normativa (DPCM 23 aprile 1992) nel periodo compreso fra 1999 - 2002, evidenzia che non ci sono superamenti. Le stazioni radio base (SRB) per la telefonia cellulare sono impianti di telecomunicazione che utilizzano frequenze comprese tra i 900 MHz e i 1.900 MHz con potenze in antenna comprese tra i 25 Watt (per sistemi GSM) e circa 70 Watt (per sistemi TACS). Al suolo, i livelli di campo elettrico che si riscontrano entro un raggio di 100-200 m da una stazione radio base sono generalmente compresi tra 0,1 e 2 V/m, mentre il decreto nazionale fissa a 20 V/m il limite di esposizione e a 6 V/m la misura di cautela (nel caso di edifici adibiti a prolungata permanenza).

Densità di impianti di stazioni radio base (Fonte: A21 Polesine)

Gli impianti di tele-radiocomunicazione sono antenne la cui funzione principale è quella di consentire la trasmissione di un segnale elettrico, contenente un’informazione, nello spazio aperto sotto forma di onda elettromagnetica. Gli impianti di telecomunicazione trasmettono ad alta frequenza (tipicamente le frequenze utilizzate sono comprese tra i 100 kHz e 300 GHz). La potenza in antenna è generalmente superiore al KW; entro circa dieci metri dai tralicci di sostegno, l’intensità di campo elettrico al suolo può raggiungere valori dell’ordine delle decine di V/m. Per quanto riguarda l’alta frequenza, il Primo Bilancio Ambientale del Comune di Rovigo, analizza i dati nel periodo compreso fra il 1999 ed il 2002, evidenziando come, a fronte della costanza del numero di antenne radio e di antenne tv, sia in atto un progressivo aumento del numero di Stazioni Radio Base per la telefonia mobile all’interno del territorio del Comune di Rovigo.

(Fonte: Primo Bilancio Ambientale del Comune di Rovigo)

Il Comune ha promosso nel periodo compreso fra l’ottobre 2004 e il dicembre 2005, una campagna di monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico con 9 postazioni mobili, volta alla razionalizzazione delle installazioni. Il monitoraggio, eseguito dal

45

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Dipartimento Provinciale di Rovigo dell’ARPAV, è stato eseguito in ambito urbano (postazioni di: Corso del Popolo, via Dante Alighieri, Piazza della Repubblica, Viale Tre Martiri, Viale della Pace, Piazzale D’Annunzio, Viale Porta Po, Via All’Ara, Via Benvenuto Tisi da Garofolo). I valori del campo elettrico sono, ad eccezione di una postazione16, ben al di sotto del valore di attenzione / obiettivo di qualità di 6 V/m previsto dalla normativa vigente. Per quanto concerne le radiazioni ionizzanti connesse al radon17, la Regione Veneto ha promosso nel 1996 una campagna di rilevamenti sul territorio regionale per individuare le aree con elevati livelli di radon indoor e poter focalizzare su queste zone a rischio futuri interventi di risanamento e prevenzione. L’indagine, condotta da ARPAV e coordinata dal Centro Regionale Radioattività (CRR) in collaborazione con i Dipartimenti Provinciali, si è conclusa nel 2000 con una prima mappatura del territorio regionale e una preliminare individuazione di aree con livelli elevati di radon indoor. La mappa indica le percentuali di abitazioni in cui il livello di radon supera i 200 Becquerel per metro cubo, valore raccomandato dalla Regione Veneto come livello di riferimento oltre il quale adottare azioni di rimedio. Rovigo non rientra nell’elenco dei comuni definiti a rischio con D.G.R.V. n. 79/2002.

Le aree individuate a maggior potenziale di radon si trovano essenzialmente nella parte settentrionale della provincia di Belluno e Vicenza, nonché in alcune zone della provincia di Treviso e nei Colli Euganei a Padova. Si sottolinea che la definizione delle mappe di potenziale rischio radon, presentata nel rapporto, deve essere considerata comunque come preliminare; l'identificazione delle aree a rischio radon individuata dalla Regione (DGRV. n. 79 del 18/01/02) sarà soggetta a verifiche nel tempo: sono infatti previsti l’utilizzo di tecniche elaborative alternative, anche in accordo con le indicazioni che saranno fornite a livello nazionale dalle sedi competenti, nonché il continuo aggiornamento della banca dati delle misure finora condotte (ARPAV effettua anche un servizio di misurazione del gas radon su richiesta di privati, i quali forniscono il proprio consenso all’utilizzo del dato ai fini del monitoraggio regionale).

16 Postazione di Piazzale D’Annunzio che presenta valori medi di campo elettrico pari a 7,11 V/m e valore massimo di 8,64 V/m. 17 Risposta all’osservazione n. 9 della Commissione Regionale V.A.S.

46

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Rumore In ottemperanza alla legislazione vigente in materia di tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo dall’inquinamento acustico, il Comune di Rovigo si è dotato del Piano di zonizzazione acustica del territorio comunale, approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del 26 maggio 2004. Un obiettivo dichiarato del Piano è di predisporre uno strumento che, assieme al Piano Regolatore Generale e al Piano Urbano del Traffico, consenta di assicurare una corretta programmazione dell’uso del territorio ed una razionale regolazione del traffico a salvaguardia della salute e della qualità della vita della popolazione, evitando, ad es., di pianificare nuove aree residenziali nelle immediate vicinanze di zone industriali. L’elaborazione della zonizzazione acustica ha consentito di classificare l’intero territorio comunale in aree omogenee o classi, a ciascuna delle quali è stato attribuito un valore limite di immissione acustica. La lettura di tale classificazione permette ora di individuare e distinguere i ricettori sensibili, da tutelare, e le sorgenti di rumore, rispetto alle quali occorre tutelarsi. Nel Piano di zonizzazione acustica del Comune di Rovigo risultano ricettori sensibili o aree particolarmente protette (classe I): - i complessi ospedalieri: Ospedale civile, Ex ospedale psichiatrico sito in frazione

Granzette, Casa di riposo “Casa Serena”, Casa di riposo “I.R.A.S. San Bortolo”; - i parchi pubblici su scala urbana: Parco Alexander Langher; - le zone sottoposte a vincolo paesaggistico: si tratta di fasce di rispetto fluviale

dei fiumi Adige e Canalbianco nelle aree non urbanizzate, per una fascia che si ferma al piede delle opere arginali;

- i parchi, le riserve, le zone umide e le zone selvagge: Zona umida “Gorghi della Ferriana”.

Sono assimilabili a sorgenti acustiche (classe V e VI), le seguenti aree: - aree di intensa attività umana: aree commerciali lungo Viale Porta Adige (Centro

commerciale Aliper, nuovi insediamenti verso l’abitato di Boara Polesine) e area Censer, aree commerciali “La Fattoria” e “Centro Commerciale 13” lungo la S.S. n. 16 Adriatica, aree commerciali e artigianali lungo Viale Porta Po, ivi compresa l’area commerciale ed il centro direzionale collocati all’incrocio di tale strada con Viale delle Industrie e Viale del Lavoro, Cittadella Sanitaria in Viale Tre Martiri, area Commerciale in Viale Porta a Mare (ex Consorzio Agrario Provinciale);

- aree prevalentemente industriali: Zona industriale Granzette, Zona industriale S. Apollinare, Zona ad attività produttive lungo via Porta a Mare, Zona industriale Ovest (Concadirame), Zona industriale Sud (Tassina – Borsea), Zona Interporto, Borsea 1 (parziale), Borsea 2, Separatore di rifiuti sito in località Garzano;

- aree esclusivamente industriali: in relazione agli indirizzi forniti dalla D.G.R.V. n. 4313/93, è stata individuata una sola area che occupa parzialmente la zona industriale di Borsea 1;

- le infrastrutture per la mobilità: si è proceduto a evidenziare le fasce di pertinenza stradali e ferroviarie relative alle principali infrastrutture che ricadono nel territorio comunale:

• Autostrada n. 13 (Padova - Bologna) con fascia di rispetto di 60 m; • SS n. 16 (Padova – Ferrara) con fascia di rispetto di 40 m; • SS n. 443 (Rovigo – Adria) con fascia di rispetto di 20 m; • SS n. 449 (Rovigo - Badia) con fascia di rispetto di 20 m; • SP n. 4 (Rovigo – Ceregnano) con fascia di rispetto di 20 m; • Via dei Mille e Viale Porta Adige con fasce di rispetto di 20 m.

Per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie è stato fatto riferimento alla relazione tecnica predisposta da RFI Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. ai sensi del

47

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

D.M. 29/1/00 in cui vengono evidenziate, per il territorio comunale le fasce A (di ampiezza pari a 100 m) e B (di ampiezza pari a 150 m) di pertinenza ferroviaria.

Le rimanenti parti del territorio ricadono nelle classi II, III e IV. In particolare, il centro storico compreso fra le principali arterie (Corso del Popolo, via Oroboni, viale della Pace, via Alighieri) è stato necessariamente posto in classe IV in quanto è caratterizzato non solo da un’alta densità di abitanti, ma anche da traffico intenso e da un’elevata presenza di attività commerciali. Stessa classe acustica è stata attribuita alle zone, adiacenti a quella del “centro”, che si sviluppano attorno a Viale Porta Adige ed a Viale Porta Po (tratto inferiore), in quanto risultano essere molto trafficate e ricche di insediamenti commerciali, centri direzionali e strutture di servizio sul territorio. Tutte le altre aree del centro cittadino sono state collocate nella classe III in cui nell’utilizzo del territorio non prevale, anche se rimane fortemente caratterizzante, la funzione residenziale ma si affiancano ad essa molteplici attività commerciali ed artigianali, uffici e strutture di servizio. Inquinamento luminoso18

Per inquinamento luminoso si intende ogni forma di irradiazione di luce artificiale rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste. Produce inquinamento luminoso sia l'immissione diretta di flusso luminoso verso l'alto, sia la diffusione di flusso luminoso riflesso da superfici e oggetti illuminati con intensità eccessive, superiori a quanto necessario ad assicurare funzionalità e la sicurezza di quanto illuminato. La luce riflessa da superfici e oggetti illuminati produce sempre inquinamento luminoso. L'effetto più eclatante dell'inquinamento luminoso è l'aumento della brillanza del cielo notturno e la perdita della possibilità di percepire l'Universo. La Legge Regionale 27 giugno 1997, n. 22 “Norme per la prevenzione dell'inquinamento luminoso” prescrive misure per la prevenzione dell'inquinamento luminoso sul territorio regionale, al fine di tutelare e migliorare l'ambiente, di conservare gli equilibri ecologici nelle aree naturali protette, nonché al fine di promuovere le attività di ricerca e divulgazione scientifica degli osservatori astronomici. La legge definisce le competenze della Regione e dei Comuni, definisce i contenuti del Piano Regionale di Prevenzione dell’Inquinamento Luminoso (P.R.P.I.L.), del Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica, stabilisce la tutela degli osservatori astronomici professionali e non professionali, definisce le norme minime di protezione del territorio inserendo delle aree di particolare tutela, stabilisce le sanzioni. Fino all’entrata in vigore del P.R.P.I.L. i Comuni devono adottare le misure contenute nell’allegato C della legge regionale; malgrado non sia supportato da alcun atto amministrativo, nel Comune di Rovigo tutti gli interventi di pubblica illuminazione sono conformi alla normativa per la prevenzione dell'inquinamento luminoso. La Legge Regionale 27 giugno 1997, n. 22 individua delle zone di maggior tutela nelle vicinanze degli osservatori astronomici. In Veneto più del 50% dei Comuni è interessato da queste zone di tutela specifica, ma non il Comune di Rovigo. La figura seguente mostra l’ubicazione degli Osservatori Astronomici professionali e non, sul territorio regionale e le relative zone di tutela.

18 Risposta all’osservazione n. 9 della Commissione Regionale V.A.S.

48

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Rapporto tra la luminosità artificiale del cielo e quella naturale media. A colori più forti corrisponde un’eccedenza maggiore

di luminosità artificiale. (Copyright 2000, Pierantonio Cinzano, Fabio Falchi, Christopher D. Elvidge).

Ubicazione degli Osservatori Astronomici professionali e non, sul territorio

regionale, e le relative zone di tutela (fonte: ARPAV)

Biodiversità, flora e fauna L’ambiente del Polesine è caratterizzato da due specifiche peculiarità: un’elevata estensione e una diffusa presenza d’acqua, risorsa che può rappresentare una ricchezza per tutti i comparti economici. Sotto quest’ottica i canali fluviali, se da una parte, da un punto di vista ambientale, costituiscono la base su cui definire il sistema dei corridoi ecologici in grado di assicurare una rete di connessione tra tutto il Polesine, esaltandone le caratteristiche, dall’altra diventano fattori indispensabili di sviluppo per il settore primario, (si pensi all’attività agricola e ittica), per il settore secondario, quale alternativa al trasporto su gomma e su rotaia e, infine, per il settore terziario rappresentato in questo caso dal turismo. Nel territorio provinciale, come è ben noto, si trova uno dei cinque parchi regionali del Veneto, che costituiscono un elemento essenziale per la qualità della vita delle realtà locali: il Parco del Delta del Po, istituito l'8 settembre 1997 con la legge regionale n. 36 “Norme per l’istituzione del Parco Regionale del Delta del Po“, che rappresenta una ricchezza unica da salvaguardare e promuovere per i suoi aspetti ambientali, storici ed economici. Nella provincia di Rovigo sono stati individuati n. 6 SIC e n. 3 ZPS, interessanti una superficie complessiva di Ha 27.982, che costituisce circa il 15% dell’intera estensione del territorio provinciale, ma nessuna di queste aree ricade nel territorio comunale.

49

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Le aree naturali nella Provincia di Rovigo (Fonte: Documento Preliminare del PTCP) Per il territorio comunale, l’analisi che segue rappresenta una sintesi degli approfondimenti settoriali del Quadro Conoscitivo svolti dal dott. agr. Vito Spagna. La vegetazione originaria del Polesine, prima che il paesaggio venisse sensibilmente modificato dalle opere di bonifica e dalla meccanizzazione agricola, era rappresentata, in prevalenza, da una foresta planiziale igrofila riconducibile alla tipologia forestale del Querco - Carpineto costituita cioè da farnia (Quercus robur L.) e carpino bianco (Carpinus betulus L.), consociati all’olmo (Ulmus minor M.) e al tiglio (Tilia platyphyllos S.). Attualmente, ciò che rimane delle antiche foreste planiziali, compare in maniera puntiforme ed alquanto sporadica all’interno delle nostre campagne, tanto che il territorio comunale è sprovvisto sia di aree protette che di SIC (Siti di importanza comunitaria) e ZPS (zone a protezione speciale). L’unico biotopo19 individuato è il fontanile di Concadirame, anche conosciuto come “Boj della Ferriana”, che ospita alcune specie erbacee divenute ormai una rarità in quasi tutto il Polesine, quali il Senecio di Palude (Senecio paludosus), l’Elleborine palustre (Epipactis palustris) e l’Erba vescica (Utricularia australis). Alle spalle dei “Boj” è inoltre presente un piccolo boschetto in cui le specie dominanti sono l’ontano nero (Alnus glutinosa), il salice cinereo (Salix cinerea), la frangola (Frangula alnus) e la felce palustre (Thelypteris palustris); questo tipo di formazione rappresenta una vera rarità poiché, in quasi tutta la pianura veneta, i boschi di ontano sono andati distrutti oppure risultano talmente alterati da non costituire più una vera e propria associazione vegetale. Fra le emergenze naturalistiche, che rappresentano un elemento del paesaggio in grado di differenziarsi dall’ambiente circostante e di interromperne la monotonia visiva, possono rientrare le siepi campestri, le strade alberate ed i maceri non degradati, che sono state oggetto di censimento e cartografia. In passato il paesaggio agricolo tradizionale appariva infatti ricco di una grande varietà di vegetazione naturale o antropica organizzata in macchie, filari piantati e siepi20. Le siepi si localizzavano prevalentemente su aree morfologicamente poco favorevoli all’agricoltura (pendii, rive di piccoli corsi d’acqua, incolti improduttivi, ecc..) ma anche 19 Termine ecologico che indica l'unità di ambiente fisico in cui si svolge la vita di una popolazione animale o vegetale.20 Fascia lineare irregolare di vegetazione boscata, di origine naturale o antropica, formata da arbusti, piante arboree e da una bordura erbosa ai lati.

50

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

lungo scarpate stradali e confini di proprietà. Le siepi, oltre ad avere un’importante valenza ecologica, potevano essere sfruttate economicamente: fornivano infatti frutti, fogliame utilizzato come foraggio o lettiera, legna da ardere e paleria; tale tradizione si è conservata fino a quando, in seguito all’ammodernamento dei mezzi meccanici, la vegetazione spontanea è diventata un fastidioso impedimento per le lavorazioni del terreno. La presenza della siepe campestre comporta un notevole aumento della diversità biologica rispetto ai campi coltivati circostanti e costituisce un ambiente intermedio tra prato e bosco (ecotono) che raggruppa le caratteristiche e i vantaggi di entrambi. La maggior complessità della siepe (presenza di vegetazione erbacea, arbustiva e arborea) si traduce in un elevato numero di nicchie ecologiche, in grado di ospitare molte specie animali collegate tra loro mediante complesse reti alimentari. I maceri sono delle piccole zone umide tradizionalmente adibite alla macerazione dei fasci di canapa. Successivamente, persa la loro funzione produttiva, questi caratteristici elementi del territorio rurale sono stati in gran parte interrati, perché considerati spazi improduttivi, oppure lasciati al degrado. Quelli che invece sono riusciti a conservarsi fino ad oggi possono ospitare importanti comunità vegetali ed animali, rappresentando quindi una potenziale oasi naturalistica all’interno del monotono paesaggio agricolo. Le specie arboree tipiche di queste aree sono il pioppo bianco e nero (Populus alba e Populus nigra), il salice, nelle sue numerosissime specie (Salix alba, S. alba ssp. Vitellina, S. viminalis, Salix caprea, ecc.) e l’ontano (Alnus glutinosa). Dal punto di vista ecologico il macero può essere comparato ad un ambiente palustre stagnante in grado di ospitare tutte quelle specie animali che dipendono strettamente dall’acqua per vivere e riprodursi come, ad esempio, gli Odonati, comunemente noti come libellule. Esso costituisce inoltre un habitat ideale per gli anfibi (rospi, raganelle e tritoni) ed i rettili come la biscia d’acqua (Natrix natrix) e l’ormai rara testuggine palustre (Emys orbicularis), unica specie d’acqua dolce autoctona. L’avifauna più frequente è data da varie specie di anatre, tra cui il germano reale, alcuni ardeidi (airone cinerino, airone rosso, garzetta) e qualche rapace (gufo comune, civetta, barbagianni). Le emergenze naturalistiche del territorio comunale possono essere il punto di appoggio per l’individuazione e la tutela della rete ecologica comunale. Questa rappresenta una recente proposta concettuale di gestione integrata dello spazio fisico territoriale che, tutelando le interconnessioni tra gli habitat, rendono possibili i flussi di patrimoni genetici degli esseri viventi da un’area all’altra. Tale sistema diventa quindi un elemento indispensabile ai fini della conservazione della biodiversità e della sostenibilità considerato che uno dei problemi dell’attuale uso del suolo è la frammentazione del territorio. La struttura di una rete ecologica prevede la presenza dei seguenti elementi principali: - aree centrali (core areas) coincidenti con zone già sottoposte o da sottoporre a

tutela dove sono presenti biotopi, habitat naturali e seminaturali (nel nostro caso i “Boj della Ferriana” o Zona Umida – Barchessa Baldi);

- zone cuscinetto (buffer zones) cioè fasce adiacenti alle aree centrali che costituiscono il nesso tra società e natura, dove è necessaria una corretta politica di gestione dei fattori ambientali ed antropici (zona di rispetto di circa 200 m intorno ai “Boj della Ferriana”);

- nodi (key areas), luoghi complessi di interrelazione dove si confrontano zone centrali, di filtro e corridoi ovvero, per il nostro territorio, l’insieme dei “Boj della Ferriana”, della fascia di rispetto circostante ad essi e del fiume Adige;

- corridoi di connessione (green ways/blue ways), strutture preposte alla conservazione delle specie e degli habitat che favoriscono la dispersione e lo svolgersi delle relazioni dinamiche tramite connessioni tra ecosistemi e biotopi.

I corridoi possono essere di tipo acquatico quando riguardano i sistemi ripari a vegetazione arborea ed arbustiva (es.: Fiume Adige e Canalbianco) in cui il flusso

51

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

idrico costituisce una linea naturale di continuità mentre le sponde dei corsi d’acqua e le fasce laterali rappresentano degli impedimenti per la realizzazione di edifici e di altre opere impattanti; per questi motivi lungo i corsi d’acqua, in territori fortemente antropizzati, si ritrovano più facilmente ambiti residuali di naturalità. Nell’ambito comunale essi possono essere considerati dei corridoi lineari principali ovvero strette bande di vegetazione caratterizzate da continuità territoriale ed in grado di collegare ambienti naturali tra loro diversi, agevolando lo spostamento della fauna. I corridoi terrestri identificano quegli elementi vegetali con configurazione a striscia lungo strade, ferrovie, fossi, viabilità interpoderale classificati, nel nostro caso, come secondari essendo caratterizzati da un interesse più localizzato di collegamento ad integrazione dei corridoi principali. Secondo il Bilancio di sostenibilità, al 2004, il totale delle aree verdi del territorio comunale, comprese le aree agricole e boscate, ammonta a 77.119.790 mq: il dato è significativo in quanto evidenzia la particolarità della vocazione agricola e paesaggistica del Comune, che ancora oggi, su un totale di estensione di 108 kmq, può godere di circa il 70% di spazi non edificati. Su tale totale, 857.000 mq sono di verde pubblico, ai quali si devono aggiungere i circa 18.000 mq di verde legati alla realizzazione del Parco IRAS. Per quanto riguarda la flora non sono segnalati boschi all’interno del territorio comunale mentre le uniche formazioni erbose permanenti di qualche rilevanza si trovano esclusivamente in corrispondenza degli argini del Fiume Adige. Le principali specie erbacee di questi prati sono le graminacee (Dactylis glomerata, Anthoxantum odoratum, Poa trivialis, Poa pratensis), i ranuncoli, il Gallio (Gallium verum, G. mollugo), le margherite (Chrysanthemum leucanthemum) e la salvia (Salvia pratensis). I dati relativi alla fauna provengono invece dal Piano Faunistico Venatorio Provinciale del 2004 e dalla Carta Ittica (anno 2005). La composizione della fauna comunale risulta notevolmente influenzata dalla presenza e dall’azione umana che, anche volontariamente, ha favorito alcune specie piuttosto di altre: tipicamente la nutria (Myocastor coypus), causa di gravi danni alle colture e alle arginature dei corsi d’acqua. Patrimonio storico culturale, architettonico, archeologico e paesaggistico Nel territorio del Comune di Rovigo, pochissimi sono i reperti storici giunti fino a noi dall'antichità. Sicure sono le frequentazioni di Paleoveneti, Etruschi e più tardi dei Romani; meno sicura invece è l'ipotesi che la battaglia dei Campi Raudii si sia svolta nei pressi di un preesistente abitato di epoca romana. Qualunque cosa ci fosse, fu spazzata via dalla rotta dell’Adige alla Cucca del 589. Il primo documento storico sicuramente attendibile sulla città è dunque quello del 24 aprile 838, dove Rovigo viene definita in latino villa quae nuncupatur Rodigo, ossia "borgo [rurale] detto Rodigo". Il borgo rurale cominciò probabilmente a svilupparsi in un villaggio più articolato all'inizio del X secolo; nel 920 infatti il vescovo di Adria Paolo Cattaneo chiede ed ottiene da papa Giovanni X il permesso di costruire una fortificazione per trasferirvi temporaneamente la sede vescovile al riparo dalle scorrerie ungare. Questa prima fortificazione è completata nel 954. Gli Estensi erano presenti a Rovigo già nel 1117 e furono presumibilmente loro a promuovere l'ampliamento della fortificazione nel XII secolo, quando l'abitato di Rovigo si estendeva già su entrambi i lati dell'Adigetto, che all'epoca era un vero e proprio fiume. Il mastio del castello, oggi conosciuto come torre Donà, alto 66 metri

52

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

è una delle più alte torri medievali italiane, quasi sicuramente fu la più alta torre in muratura della sua epoca. Il dominio estense su Rovigo fu ufficializzato dal Sacro Romano Imperatore nel 1194, che ne nominò conte Azzo VI; a parte brevi parentesi, Rovigo rimase estense per quasi tre secoli. Nel 1343 il vescovo di Adria decise di costruire a Rovigo la residenza vescovile, ma la diocesi continuò a chiamarsi "diocesi di Adria" quasi fino ai giorni nostri. Il XV secolo fu tormentato per Rovigo e tutto il Polesine, conteso dalla Repubblica di Venezia che cominciava in quel periodo ad espandersi verso la terraferma. Durante i fatti della guerra del sale, i Veneziani entrarono definitivamente a Rovigo nel 1482, e a parte la parentesi della Lega di Cambrai (1508 - 1511) ne mantennero il dominio per circa tre secoli. Nonostante l’attuale aspetto prevalentemente moderno della città, risulta indubbia ora nell’immagine urbana l’appartenenza all’ambito veneto, nonostante le tracce dei legami con Ferrara.

Per imprimere fin da subito l'impronta della repubblica, fu costruita in piazza Maggiore (l'attuale piazza Vittorio Emanuele II) la torre civica in cui fu trasferita la campana che aveva suonato nel mastio del castello; successivamente fu costruita anche la colonna in pietra d’Istria con il Leone di San Marco (1519); la piazza ospita anche la Loggia dei Notai, del sec. XVI, ora Palazzo del Municipio. Alla fine del XVI secolo la Serenissima celebrò il proprio dominio edificando su progetto del bassanese Francesco Zamberlan il tempio della Beata Vergine

del Soccorso, noto col nome di Rotonda, il cui interno è decorato con tele di elevato valore artistico e allegorico, raffiguranti i podestà veneziani che governarono su Rovigo fino agli anni 1660. Durante il XVII secolo, in seguito all'aumento della popolazione, fu ampliato il Duomo dedicato a S. Stefano papa, la cui facciata rimase incompiuta; l'edilizia privata produsse piccoli capolavori come il Palazzo Roncale di Michele Sammicheli (1555) e il Palazzo Angeli. In questo periodo il borgo S. Bortolo cominciò ad assumere una sua identità di quartiere fuori porta. Rovigo conservò la sua pianta pentagonale circondata dalle mura estensi e attraversata dall'Adigetto (che nei secoli perse progressivamente di importanza); alcuni tentativi da parte di privati di demolire le fortificazioni ormai inutilizzate furono fortunosamente bloccati dall'intervento dei podestà. All'inizio del XIX secolo, in seguito alla caduta della Repubblica di Venezia e all'instaurarsi della dominazione francese, Rovigo conobbe un rinnovato impulso sociale e culturale alla crescita e allo sviluppo. In piazza Maggiore si trovò finalmente il posto per una sede di prestigio all'Accademia dei Concordi, opera del Baseggio. L'eccesso di laicismo liberale portò anche alla demolizione della storica chiesa di Santa Giustina e alla nascita, al suo posto, della piazza minore ora intitolata a Giuseppe Garibaldi; affacciandosi su questo nuovo spazio pubblico nacquero in seguito, durante la dominazione austriaca, il teatro Sociale e il palazzo della borsa commerciale. Vennero quindi abbattute le mura, quattro delle sei porte di accesso alla città e le fosse furono trasformate in passeggi pubblici per promuovere lo sviluppo della città all'esterno delle mura estensi. Negli anni trenta dello scorso secolo, l’Adigetto fu spostato più ad ovest, lontano dal centro cittadino dove, al suo posto, fu aperto il corso del Littorio, oggi Corso del Popolo. A livello culturale la città vanta le seguenti offerte: - musei: Accademia dei Concordi, Museo dei grandi fiumi, Museo Civico;

53

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

- biblioteche: Biblioteca dell’Accademia dei Concordi, Servizio Bibliotecario Provinciale di Rovigo, Biblioteca Comunale “A. Carlizzi”;

- teatri: Teatro Sociale, Teatro Don Bosco, Teatro Duomo, Teatro San Bortolo, Teatrostudio.

Il territorio comunale viene distinto in quattro Unità di Paesaggio, identificabili lungo il gradiente di trasformazione antropica: - seminaturale, dove le specie native sono controllate e utilizzate (pascolo, bosco); - coltivato, con villaggi e macchie di ecosistema naturali o seminaturali dispersi in

una matrice paesistica di colture dom9inanti (seminativo, viticolo); - suburbano, con macchie miste residenziali, industriali, agricole, seminaturali

(periferico, semiurbanizzato); - urbano, con macchie residenziali a parco disperse in una matrice densamente

edificata (città, metropoli) Sono individuabili come risorse identitarie: - il patrimonio archeologico, dove vengono riportati i siti archeologici comunali; - il patrimonio storico architettonico, in particolare i centri storici del capoluogo e

delle frazioni, le mura medioevali di Rovigo e, per gli edifici relativi all’art. 10 della L.R. 24/85, quelli identificati come “tipici di pregio” di cui alla Variante al P.R.G. ex art. 4, II° comma L.R. 24/85;

- il patrimonio culturale, come l’ex ospedale psichiatrico, nella frazione di Granzette, che conserva l’impianto originario e l’ex tiro a segno, oggi Parco Langer, che evidenzia un’area, a nord di Rovigo, lungo il fiume Ceresolo caratterizzata da alberature, inusuale nel territorio comunale;

- gli apparati paesistici come: a) i doppi filari di platani che segnano con forza le strade da Adria a Badia e attraversano in parte il capoluogo; b) la pista ciclabile, che fiancheggia la circonvallazione Ovest, e che deriva dalla tombinatura (in parte) del corso dell’ex Adigetto, costituisce un polmone di verde che costeggia il centro cittadino, consentendo vedute, verso le “torri ed il Duomo”, da tutelare; c) i corridoi ecologici: il principale dei quali è il corso e le sponde del fiume Adige, a nord del territorio comunale, mentre è secondario il corso del Canalbianco, che scorre a sud del territorio comunale;

- le risorse sociali: si evidenzia l’area agricola “della Comune” di Grignano Polesine, che individua un particolare consorzio fra gli abitanti originali del paese per la gestione e la coltivazione delle terre bonificate; l’origine della “Comune” risale al 1454 quando venne stipulato il primo contratto di affitto tra i monaci benedettini e le famiglie del luogo anch’esse impegnatesi, insieme ai religiosi, al risanamento dei terreni paludosi. Tale contratto veniva inizialmente rinnovato ogni 29 anni e poi, dal 1494 ad oggi, la scadenza è diventata quinquennale: al termine dei cinque anni, infatti, avviene nuovamente la distribuzione dei lotti agrari tra gli abitanti originari di Grignano Polesine mediante estrazione dei nominativi. Sotto “El Pavaion”, antico padiglione situato nella piazza principale del paese, il primo giorno di primavera (21 marzo) di ogni quinquennio, si rinnova una tradizione rimasta unica in Italia cioè l’assegnazione delle “Comune” che, anticamente, rappresentavano una misura di terra dissodata alluvionale diventa produttiva grazie all’intervento delle vanghe e degli aratri.

- le risorse simboliche: in particolare i “maceri” ancora esistenti nella campagna. Il territorio comunale di Rovigo rappresenta una porzione della bassa pianura veneta, i cui tratti paesistico – ambientali risentono della storica azione antropica volta alla ricerca e mantenimento di una adeguata regimazione e sicurezza idraulica, che ha alterato i caratteri propri dell’ambiente naturale.

54

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Gli ambiti di rilievo propriamente paesistico – ambientali21 sono quindi riferiti a casi episodici riferibili in particolare a: - “La Comuna” di Grignano Polesine: è una vasta porzione di territorio

sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi dell’art. 1, lettera h della legge n. 431/85. “La Comune” individua un particolare consorzio fra gli abitanti originari del paese per la gestione e la coltivazione delle terre bonificate. L’origine della “Comune” risale al 1454 quando venne stipulato il primo contratto di affitto tra i monaci benedettini e le famiglie del luogo anch’esse impegnatesi, insieme ai religiosi, al risanamento dei terreni paludosi. Tale contratto veniva inizialmente rinnovato ogni 29 anni e poi, dal 1494 ad oggi, la scadenza è diventata quinquennale: al termine dei cinque anni, infatti, avviene nuovamente la distribuzione dei lotti agrari tra gli abitanti originari di Grignano Polesine mediante estrazione dei nominativi. Sotto “El Pavaion”, antico padiglione situato nella piazza principale del paese, il primo giorno di primavera (21 marzo) di ogni quinquennio, si rinnova una tradizione rimasta unica in Italia cioè l’assegnazione delle “Comune” che, anticamente, rappresentavano una misura di terra dissodata alluvionale divenuta produttiva grazie all’intervento delle vanghe e degli aratri.

“LA COMUNA”

Ubicazione della “Comuna” di Grignano Polesine - la zona umida o fontanile di Concadirame: è un biotopo, anche conosciuto

come “Boj della Ferriana”, che ospita alcune specie erbacee divenute ormai una rarità in quasi tutto il Polesine, quali il Senecio di Palude (Senecio paludosus), l’Elleborine palustre (Epipactis palustris) e l’Erba vescica (Utricularia australis). Alle spalle dei “Boj” è inoltre presente un piccolo boschetto in cui le specie dominanti sono l’ontano nero (Alnus glutinosa), il salice cinereo (Salix cinerea), la frangola (Frangula alnus) e la felce palustre (Thelypteris palustris); questo tipo di formazione rappresenta una vera rarità poiché, in quasi tutta la pianura

21 Risposta all’osservazione n. 10 della Commissione Regionale V.A.S.

55

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

veneta, i boschi di ontano sono andati distrutti oppure risultano talmente alterati da non costituire più una vera e propria associazione vegetale.

ZONA UMIDA

Ubicazione della zona umida di Concadirame - le strade alberate vincolate, che corrispondono alle “vecchie” strade statali per

Adria e Badia, rispettivamente ora SR 443 e SR 88 (cfr. Elaborato Cartografico allegato alla Relazione Ambientale).

Popolazione Caratteristiche demografiche e anagrafiche Rovigo è uno dei sette capoluoghi provinciali del Veneto e conta di 51.295 abitanti al 31 Dicembre 2007. Il trend demografico degli ultimi decenni è stato caratterizzato da un fenomeno di lento calo della popolazione, effetto di una diminuzione delle nascite e di un tasso di mortalità pressoché costante. Tutto ciò ha determinato un ampliamento della forbice tra popolazione attiva e popolazione non attiva. Osservando in particolare i dati dei Censimenti dal 1951 al 2001 si osserva che, a differenza di ciò che è avvenuto nella Provincia, si è avuto un aumento del numero dei residenti, passati dai 45.862 del Censimento del 1951 ai 50.289 del Censimento del 2001, con un incremento del 9,6%. Dal Censimento del 1951 a quello del 1961 si è avuto una lieve diminuzione dei residenti, mentre dal Censimento del 1961 al successivo si rileva un aumento del 9,2% pari a 4.199 residenti in più. Nei successivi dieci anni c’è stato ancora un aumento, seppur di minore entità, con il numero di residenti aumentato di 2.370 unità, pari ad un incremento del 4,7%. Tra il Censimento del 1991 e quello del 2001 si verifica invece una diminuzione della popolazione residente pari a 2.183 unità, con un decremento del 4,1%.

56

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Comune di Rovigo: popolazione residente per sesso ai Censimenti 1951-2001

(Fonte: Ufficio Anagrafe Comunale)

Comune di Rovigo: variazioni assolute e percentuali della popolazione residente

ai Censimenti 1951-2001 (Fonte: Ufficio Anagrafe Comunale) Negli ultimi anni tuttavia il calo della popolazione è stato compensato da un saldo migratorio che ha portato, a partire dal 2002, ad una inversione del trend demografico. La nuova fase di espansione della popolazione residente sta inducendo ulteriori modifiche al contesto sociale.

La popolazione residente nel Comune di Rovigo al 31 dicembre di ciascun anno (Fonte: Il Bilancio di Sostenibilità, Comune di Rovigo, 2005)

57

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Popolazione residente nel Comune di Rovigo al 31 dicembre di ciascun anno, anni 1996-2006 (Fonte: Ufficio Anagrafe Comunale)

Per quanto riguarda gli indicatori demografici del Comune di Rovigo negli anni 1991 e 2001-2006, nella seguente figura sono riportati: - l’indice di vecchiaia: rappresenta un indicatore dinamico che stima il grado di

invecchiamento della popolazione; valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai giovanissimi;

- l’indice di dipendenza: viene considerato un indicatore di rilevanza economica e sociale che risente della struttura economica della popolazione. Il numeratore è composto dalla popolazione che, a causa dell’età, si ritiene essere non autonoma mentre il denominatore è composto dalla fascia di popolazione che, essendo in attività, dovrebbe provvedere al suo sostentamento;

- l’indice di dipendenza giovanile: misura il rapporto tra la parte di popolazione che non lavora giovane (0-14 anni) e quella potenzialmente attiva (15-64 anni);

- l’indice di dipendenza degli anziani: misura il rapporto tra la parte di popolazione che non lavora anziana (65 anni e oltre) e quella potenzialmente attiva (15-64 anni);

- l’indice di struttura della popolazione attiva: stima il grado di invecchiamento di questa fascia di popolazione; un indicatore inferiore a 100 indica una popolazione in cui la fascia in età lavorativa è giovane;

- l’indice di ricambio: stima il rapporto tra coloro che stanno per lasciare, a causa dell’età, il mondo del lavoro e coloro che vi stanno per entrare; quando il valore stimato è molto inferiore a 100 si può creare un aumento della tendenza alla disoccupazione dei giovani in cerca di prima occupazione a causa del fatto che pochi anziani rendono liberi i posti di lavoro entrando nell’età pensionabile.

58

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Gli indicatori demografici nel Comune di Rovigo

La popolazione straniera residente è evidenziata nella seguente tabella si nota un considerevole aumento di immigrati nell’ultimo decennio. Si è passati dai 319 stranieri del 1996, che rappresentavano lo 0,6% della popolazione residente, ai 2.567 del 2006 che ne rappresentano il 5,0% sul totale.

Comune di Rovigo: cittadini stranieri iscritti presso anagrafe comunale e rapporto

tra cittadini stranieri e totale cittadini italiani dal 1996 al 2006 Istruzione Gli istituti di istruzione superiore presenti nella città si Rovigo sono: il Liceo scientifico “P. Paleocapa”, il Liceo classico / linguistico “Celio”, l’Istituto Tecnico Commerciale “Edmondo De Amicis”, l’Istituto Tecnico Industriale “Ferruccio Viola”, l’Istituto Tecnico per Geometri “Amos Bernini”, il Conservatorio Musicale “F. Vanezze”, l’Istituto Magistrale “C. Roccati”, l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Commerciali “Marco Polo”, l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato, l’Istituto Tecnico Agrario “O. Munerati”. L’Università è rappresentata dal Consorzio Università di Rovigo (CUR), che, tramite accordi stilati con le vicine università di Padova e Ferrara, ospita ora nelle città alcuni corsi universitari di primo e di secondo livello, tra i quali spicca il corso di laurea in Ingegneria Informatica erogato nella modalità teledidattica.

59

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Alla scala provinciale il grado di istruzione della popolazione con più di sei anni, secondo i censimenti 1951 – 2001 è rappresentato nella seguente tabella.

(Fonte: Ufficio Statistica Provinciale)

Situazione occupazionale22

Nel suo complesso l’economia polesana è legata alle peculiarità del territorio ed è contrassegnata da una significativa presenza dell’agricoltura e da un diffuso settore secondario, imperniato sulla piccola e piccolissima impresa, distribuito in numerosi centri produttivi e strutture di servizio su tutto il territorio. Le imprese attive (al 2003) sono oltre 26 mila; il 28% delle unità produttive sono agricole, il 5,4% operano nel settore della pesca, il 24,8% sono imprese che appartengono al settore industriale, imprese di produzione che spaziano dall’edilizia all’estrazione e alle costruzioni. La quota rimanente opera nel settore dei servizi. L’artigianato rappresenta una quota rilevante dell’economia polesana; vi appartiene infatti il 29% delle imprese e dove prevalgono i comparti manifatturieri: alimentari, legno e mobili, sistema moda accanto ai quali sono andati espandendosi rami innovativi come la meccanica e l’elettronica. Dal 1999 al 2001 il numero delle imprese extraagricole è cresciuto del 9,1%. Le caratteristiche strutturali dell’economia polesana - polisettorialità, diffusione dell’impresa minore, specializzazioni produttive in beni di consumo per il mercato interno, ecc. - costituiscono i punti di forza ma anche di debolezza per il sistema produttivo locale, che ha risentito di più cicli di crisi anche in epoche recenti. Attraverso una serie di progetti di ricerca (realizzati nella seconda metà degli anni '90), sono stati identificati, nel comprensorio polesano, determinati sistemi produttivi locali (ma che non interessano direttamente il territorio comunale): - il sistema della giostra, localizzato nei comuni altopolesani di Bergantino, Calto,

Castelmassa, Castelnovo Bariano, Ceneselli e Melara; - il sistema moda (tessile, abbigliamento, confezioni), concentrato principalmente

nei comuni del Basso e Medio Polesine (lungo la fascia che parte dal comune di Porto Tolle fino a raggiungere il comune di Stienta);

- il sistema della plastica (sede di un insieme di competenze tecniche diffuse), che si posiziona lungo un corridoio che si estende dal comune di Loreo fino al comune di Occhiobello;

- il sistema delle lavorazioni ittiche, comprendente i comuni di Ariano Polesine, Loreo, Taglio di Po, Porto Viro e Rosolina, per la provincia di Rovigo e il comune di Chioggia, per la provincia di Venezia.

22 Risposta alle osservazioni n. 3 e 4 della Commissione Regionale V.A.S.

60

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Sono state inoltre evidenziate altre specialità produttive ascritte ai seguenti settori di attività: metalmeccanico, legno e mobili, agroalimentare (lavorazione della carne, industria lattiero-casearia, produzione di dolciumi). Alla scala comunale, Rovigo non presenta indici di specializzazione economica particolari (se non nel settore di produzioni dolciumi, nel commercio e nel comparto delle costruzioni) e la situazione occupazionale, alla scala comunale, è riassunta nelle seguenti tabelle.

SETTORE ECONOMICO U.L. ATTIVE /

ADDETTI NUMERO

(4° TRIMESTRE 2004)

Unità locali 679 Agricoltura, caccia e silvicoltura

Totale addetti 390 Unità locali 0

Pesca, piscicoltura e servizi connessi Totale addetti 0 Unità locali 3

Estrazione di minerali Totale addetti 0 Unità locali 622

Attività manifatturiere Totale addetti 3.440 Unità locali 11 Produzione e distribuzione energ.

elettr., gas e acqua Totale addetti 233 Unità locali 697

Costruzioni Totale addetti 1.393 Unità locali 1.742 Commercio ingr. e dett. - rip. beni

pers. e per la casa Totale addetti 3.282 Unità locali 277

Alberghi e ristoranti Totale addetti 368 Unità locali 243 Trasporti, magazzinaggio e

comunicazioni Totale addetti 378 Unità locali 246 Intermediazione monetaria e

finanziaria Totale addetti 472 Unità locali 857 Attività immobiliari, noleggio,

informat., ricerca Totale addetti 1.456 Unità locali 27

Istruzione Totale addetti 22 Unità locali 34

Sanità e altri servizi sociali Totale addetti 279 Unità locali 305

Altri servizi pubblici, sociali e personali Totale addetti 511 Unità locali 136

Imprese non classificate Totale addetti 329 Unità locali 5.879 TOTALE Totale addetti 12.553

SETTORE ECONOMICO

IMPRESE ARTIGIANE ATTIVE / ADDETTI

NUMERO (4° TRIMESTRE 2004)

Imprese 16 Agricoltura, caccia e silvicoltura

Totale addetti 7 Imprese 0

Estrazione di minerali Totale addetti 0 Imprese 307

Attività manifatturiere Totale addetti 729 Imprese 443

Costruzioni Totale addetti 630 Imprese 123 Commercio ingr. e dett. - rip. beni

pers. e per la casa Totale addetti 296 Imprese 5

Alberghi e ristoranti Totale addetti 10 Imprese 150 Trasporti, magazzinaggio e

comunicazioni Totale addetti 185 Intermediazione monetaria e Imprese 3

61

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

finanziaria Totale addetti 12 Imprese 73 Attività immobiliari, noleggio,

informat., ricerca Totale addetti 100 Imprese 3

Istruzione Totale addetti 0 Imprese 1

Sanità e altri servizi sociali Totale addetti 0 Imprese 190

Altri servizi pubblici, sociali e personali Totale addetti 286 Imprese 0

Imprese non classificate Totale addetti 0 Imprese 1.314 TOTALE Totale addetti 2.255

Il sistema socio-economico Il sistema insediativo In epoche storiche l'economia rodigina era prevalentemente basata su agricoltura e allevamento (il cavallo polesano divenne famoso in tutta Europa come la migliore razza di cavalli per il traino di carrozze) e ciò ha contribuito a mantenere a lungo la popolazione residente (ed il sistema insediativo della città) su livelli stazionari; l'annessione al Regno d’Italia diede una spinta decisiva allo sviluppo, incentiva nel 1866 dalla costruzione della linea ferroviaria Padova-Rovigo, subito prolungata verso Ferrara. L’antico impianto della città, che presentava pianta pentagonale circondata dalle mura estensi e attraversata dall’Adigetto, fu modificato radicalmente nel sec. XIX con l’abbattimento delle mura, degli spalti e delle fosse che furono trasformati in passeggi pubblici. Nel 1927 il territorio del comune fu allargato, inglobando i territori fino a quel momento autonomi di Boara Polesine, Buso Sarzano, Sant’Apollinare con Selva, Borsea, Grignano di Polesine e Concadirame. Inoltre, la costituzione del quartiere della Commenda e del nuovo centro sanatoriale favorirono lo sviluppo della città a nord, mentre a sud-ovest la località Tassina ormai diventava un quartiere periferico della città. Nel 1938 il corso dell'Adigetto, ormai ridotto a un corso d'acqua di scarsa importanza, fu deviato a ovest; il progetto era quello di creare al suo posto una grandiosa via di celebrazione in stile fascista; al suo posto fu aperto il corso del Littorio, oggi corso del Popolo. Il progetto fu realizzato solo parzialmente, interrotto dalla seconda guerra mondiale; tra gli edifici costruiti, spiccano per imponenza e stile di realizzazione il palazzo delle poste e il palazzo INA. Il castello nel dopoguerra venne trasformato in giardino pubblico; il gruppo delle "due torri" sopravvissute nella cittadella diventò così uno dei simboli più rappresentativi della città. A partire dagli anni 1950 e 1960, Rovigo ha avuto un notevole sviluppo, sia come tradizionale mercato agricolo, sia come centro industriale, favorito dall'inserimento del Polesine nelle zone ad economia depressa; furono costituiti la nuova parrocchia e quartiere di San Pio X per l'espansione della città a ovest, fu costruita la chiesa della Commenda e il quartiere fu ampliato ulteriormente a est; nel territorio a sud-est compreso tra l'abitato e la frazione di Borsea si è sviluppata una organica zona industriale, che ora ha uno sbocco naturale sul porto appena realizzato sul Canal Bianco. A partire dagli anni 1980 è iniziato il recupero, a volte discutibile ma sempre organico, del patrimonio urbanistico e architettonico del centro cittadino. In tempi recentissimi si sono sviluppati il nuovo polo ospedaliero a est e la zona commerciale a nord della città, dove si sono stabilite anche le sedi della Fiera e dell'Università. Si sta infine completando in questi anni il recupero urbanistico dell'ex ghetto ebraico, iniziato negli anni 1930.

62

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Nel suo complesso, nel sistema insediativo del Polesine23, a differenza del modello veneto tradizionale, sono ancora riconoscibili i segni e le conformazioni del “primo veneto”, fatto di paesi e borghi immersi in una vasta area agricola dove, seppur trasformati dalle tecniche e dalla meccanizzazione agrarie, sono evidenti i tratti paesaggistici tradizionali e gli ambienti naturali tipici nei quali emergono le città, i paesi, i borghi, i piccoli nuclei e le case sparse disposte lungo i corsi fluviali e ai paleoalvei, caratterizzati comunque da una modesta densità urbana. Probabilmente, senza l’alluvione del 1951, la Provincia di Rovigo avrebbe continuato a crescere seguendo l’evoluzione regionale, ma dopo due decenni dall’evento, si è registrata una diminuzione del 30% di abitanti. Lo spopolamento rappresenta, quindi, la causa tangibile sottostante il mancato sviluppo insediativo del Polesine durante gli anni in cui il Nord-Est conosceva il fervore edilizio ed industriale. Questo è evidente anche nei dati della densità di popolazione messi a confronto con le altre città venete: nel grafico sottostante si può agevolmente verificare che Rovigo, dopo Belluno (per evidenti ragioni orografiche), ha la minor densità abitativa sia a livello comunale che provinciale.

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

ab/k

mq

Comune 244,86 2289 472,54 1470,75 650,88 1286 1428 264,3

Provincia 58,1 427,7 137,8 353,2 344,8 289,2 314,9

Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza Veneto

Densità abitativa nei Comuni capoluogo, nelle Province e nella Regione

Ad oggi, con le crescenti difficoltà che incontrano le città a trovare uno sviluppo equilibrato con il proprio territorio e ambiente, non si può certo dire che il “basso” addensamento di Rovigo sia un fattore di debolezza, tutt’altro: esso sembra più rappresentare un punto di forza da valorizzare. Ciononostante anche l’attuale assetto insediativo della città presenta alcune criticità derivanti, oltre che dalle ricorrenti sofferenze legate alla mobilità urbana e al ritardo dell’infrastrutturazione trasportistica del territorio, dal fatto che la verifica sull’attuazione del previgente PRG ha evidenziato lo squilibrio nelle percentuali di attuazione delle diverse categorie di interventi previste, generalmente a scapito degli standard, delle infrastrutture e, più in generale, della parte pubblica del piano rispetto alla parte affidata all’iniziativa privata. Questa è quindi una criticità generale tipica del sistema di pianificazione che ha operato fino a oggi, per affrontare la quale si è posta mano all’istituzione dei piani di nuova generazione, cui anche il PAT appartiene, nei quali emerge con particolare evidenza la dimensione strategica.

23 Risposta alle osservazioni n. 2 della Commissione Regionale V.A.S.

63

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Viabilità e mobilità urbana Le indagini sulla mobilità sono un passo fondamentale nella conoscenza dell’attuale domanda di trasporto che deve interagire con la pianificazione urbanistica per affrontare in sinergia una delle maggiori criticità dell’ambiente urbano. Per il PAT di Rovigo si è potuto contare su una approfondita analisi sviluppata dallo Studio dell’ing. De Beaumont che ha condotto all’elaborazione del Piano Generale del Traffico Urbano, adottato con Delibera di Giunta Comunale n. 328 del 22 dicembre 2005. Per quanto riguarda il sistema principale delle infrastrutture della mobilità24, nel Comune di Rovigo esso è attualmente rappresentato: - dall’Autostrada A 13 Bologna – Padova, che attraversa il territorio comunale

in direzione Nord – Sud ad ovest del capoluogo, con i caselli di Rovigo e Villamarzana;

- dalla SS 434 Transpolesana Verona – Rovigo, unica arteria stradale orientata in senso Est – Ovest, importantissima perché facilita l’accesso al Corridoio V disposto lungo l’asse Lisbona – Kiev e al Corridoio I lungo l’asse Berlino-Palermo;

- dalla SS 16 Adriatica Padova-Otranto, che evita il centro cittadino di Rovigo con un percorso in variante (“Tangenziale est”) e la collega con Ferrara verso Sud e Padova verso Nord;

- dalle “vecchie” strade statali per Adria e Badia, rispettivamente ora SR 443 e SR 88;

- dai collegamenti ferroviari della linea Roma – Venezia, che consente il collegamento con due degli interporti più importanti del nord d’Italia, vale a dire quelli di Padova e Bologna, e dell’asse Verona – Chioggia, in direzione Est–Ovest, che attraversa tutta la provincia di Rovigo, connettendo l’interporto di Verona;

- dai collegamenti fluvio – marittimi dell’idrovia navigabile che nasce a Porto Levante e risale lungo il canale navigabile Canalbianco, Tartaro e Fissero fino a Mantova, per entrare poi nel fiume Po tramite le conche di San Leone e raggiungere il porto di Cremona, supportata dalla realizzazione dell’Interporto di Rovigo che ha segnato la creazione di un importante caposaldo di riferimento e di un indispensabile snodo di intermodalità.

24 Risposta all’osservazione n. 1 della Commissione Regionale V.A.S.

64

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Principali linee infrastrutturali per la mobilità

Il sistema infrastrutturale di Rovigo gode quindi di una particolarità che pochi territori possono offrire: l’intermodalità stradale, ferroviaria, fluvio–marittima, che può essere definita come la capacità di far circolare, in modo più economico e veloce, merci e informazioni in virtù dell’esigenza dell’allargamento delle aree di scambio per effetto dei fenomeni di internazionalizzazione dei mercati e di globalizzazione della domanda. A completamento del quadro infrastrutturale del territorio comunale finora descritto, vengono di seguito delineate le prospettive future, che saranno compiutamente analizzate con lo sviluppo del PAT e della sua VAS: - il completamento dell’asse autostradale padano inferiore da Cremona al mare

attraverso Mantova e Rovigo; - la realizzazione delle opere di connessione viaria atte alla risoluzione dei problemi

connessi con l’attraversamento del centro urbano mediante la realizzazione del “passante nord” (ad oggi quasi completamente realizzato) e della “tangenziale ovest”;

- la realizzazione di un nuovo ponte sul fiume Adige tra le province di Rovigo e Padova, tra le località Boara Polesine e Boara Pisani;

- il miglioramento qualitativo e organizzativo del servizio di trasporto ferroviario attraverso il potenziamento del corridoio Verona – Legnago – Rovigo – Adria – Chioggia e l’integrazione tra le linee Chioggia – Rovigo e Mestre – Adria..

Nel seguito vengono invece riportate le conclusioni circa le criticità della mobilità nel territorio comunale, così come evidenziate nel PGTU adottato. L’analisi della mobilità urbana è stata sviluppata attraverso modelli informatici di interazione della domanda–offerta di mobilità, che permettono di rappresentare il flusso orario dei veicoli su ogni arco della viabilità principale della rete stradale. La situazione attuale del traffico veicolare del Comune di Rovigo conferma che le maggiori criticità sono concentrate nella zona centrale della città mentre nelle strade che raggiungono le frazioni il traffico si presenta più regolare. In particolare la direttrice che va dall’Ospedale alla Stazione formata da Viale tre Martiri e Viale della Pace come un’arteria intensamente trafficata soprattutto nel tratto che precede

65

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

l’intersezione con Viale Oroboni. Importante è anche la condizione del traffico per chi arriva in centro dal sottopassaggio di Via Amendola. Anche qui si ha la presenza di traffico critico al limite di code. È da evidenziare anche la presenza di notevole quantità di traffico di attraversamento su Corso del Popolo che dovrebbe essere, invece, una strada con caratteristiche ben diverse. La presenza di importanti attività commerciali, oltre che dei principali servizi economico–amministrativi, consiglia una riprogettazione dell’arteria per renderla più “a misura d’uomo”. Le intersezioni presenti sulle direttrici appena considerate sono quelle più critiche della città, e nello stesso tempo sono la causa di queste criticità. L’intersezione a raso di Viale Tre Martiri con la Tangenziale è chiaramente sottodimensionata per due strade che hanno così grossa importanza. Ad aggravare la situazione vi è una distribuzione delle fasi semaforiche poco adatta ai flussi presenti. Sulla stessa direttrice sono presenti l’intersezione di Viale della Pace con Viale Oroboni che rallenta molto il traffico, così come l’intersezione a ridosso del cuore di Rovigo che è quella tra Viale della Pace, Viale Porta Adige, Via Alighieri e Via Regina Margherita. Quest’ultima intersezione è fortemente penalizzante per chi arriva da Viale Regina Margherita e deve smaltire flussi importanti provenienti da Viale Adige e Viale Alighieri. Per quel che riguarda la domanda ciclopedonale è importante tener conto degli itinerari percorribili da ciclisti e pedoni e della domanda di spostamento per tale tipo di modo di trasporto. Così facendo si possono distinguere quali arterie del territorio comunale si trovano sugli itinerari utilizzati dall’utenza debole della strada. E’ quindi possibile individuare le aree del Comune che risultano maggiormente carenti sotto il profilo del servizio offerto alla ciclopedonalità. Tra esse quella più rilevante è quella che si estende tra la Circonvallazione Ovest, la Tangenziale e Viale Tre Martiri. La mancanza di continuità della rete esistente, costituisce il secondo aspetto rilevante che l’attività condotta ha messo in evidenza. L’impossibilità di garantire l’interconnessione tra parti esistenti di viabilità dedicata, impedisce un organico funzionamento del sistema di circolazione generale. Per quel che riguarda lo stato della sosta, il livello di riorganizzazione della sosta, in sede di Piano Generale del Trasporto Urbano, è quello delle Zone Tecniche omogenee. In queste zone che rappresentano porzioni della città si può individuare la posizione delle auto in sosta rispetto alla viabilità principale, e la proporzione dell’offerta di posti auto rispetto alla richiesta di sosta. Questa attività è utile per determinare quanto e come le manovre di ingresso e di uscita dai parcheggi, con l’ausilio della tempo medio di sosta, arrecano limitazioni alla circolazione (diminuendo la capacità della strada), e per verificare il rapporto tra domanda /offerta. Se si valuta infine l’offerta di sosta per confrontare le zone con più alto indice rispetto alla disponibilità di parcheggi, appare evidente che le zone Sacro Cuore e Centro Storico sono le più critiche ma anche quelle con più offerta di sosta mentre nel caso della zona Ferrovia e Chiarugi si può notare come l’alto valore dell’indice è dovuto alla poca disponibilità di posti strada o parcheggi liberi. Questo dato si giustifica con il fatto che le zone vicino a Viale Porta Adige vedono la presenza di grandi parcheggi dedicati (indicati con la P) a strutture di interesse pubblico come il cento commerciale Aliper, l‘Università ed altre strutture di grande ‘Attrattività’. L’offerta di trasporto pubblico urbano per la città di Rovigo è attualmente garantita da linee di autobus che servono le quattro direttrici principali, Nord, Sud, Ovest ed Est, e che nell’ora di punta sono utilizzate al 70% della loro capacità; tali valori sono chiaramente indicativi ma lasciano spazio ad un potenziale incremento di trasporto pubblico soprattutto nelle ore critiche della giornata. Questo obiettivo viene rafforzato dall’analisi dei motivi di ingresso in città e della frequenza, infatti gli arrivi sono dovuti essenzialmente a motivi di lavoro fisso e scuola e per la maggior parte avvengono 26 volte al mese. Trasferire una quota di questa utenza è l’obiettivo auspicabile del Piano Trasporto Pubblico Urbano e del PAT.

66

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Analizzando poi il trasporto pubblico extraurbano e valutando insieme il motivo dello spostamento e la frequenza si vede che la fetta più grossa degli ingressi in città è relativa ai cosiddetti “sistematici”. Mediamente le provenienze con una frequenza mensile alta, 26 volte, sono del 70%. Questo dato è accompagnato dal fatto che i motivi degli spostamenti che coprono più del 50 % sono il raggiungimento del posto di lavoro fisso o della scuola. Lo scambio tra il trasporto pubblico extraurbano e quello urbano deve, quindi, essere agevolato con una politica che favorisca l’utilizzo di entrambi. Esempi possono essere dati dall’introduzione di tariffazioni integrate e del miglioramento dell’interscambio. Nel caso invece della stazione ferroviaria vengono confermate le tendenze appena viste; i motivi più ricorrenti sono gli stessi del caso precedente. Inoltre è più scarso l’utilizzo dei mezzi pubblici urbani da e per la stazione ferroviaria. La parte di scambio tra ferro e gomma è del 7,5% dei viaggiatori. Per quel che riguarda poi il cordone privato una parte importante dell’utenza da incentivare per l’utilizzo del trasporto pubblico è data dallo scambio al cordone privato. In questo caso il dato indicativo è l’1% di utenti del trasporto privato che usufruiscono del mezzo pubblico per muoversi in città. Questo valore fotografa in maniera netta lo squilibrio che esiste nella città di Rovigo tra i modi di trasporto. Se si tiene conto che per le direttrici considerate più del 50% si muove per raggiungere il posto fisso di lavoro si comprende che questa grossa fetta di spostamenti è la quota che tendenzialmente si potrebbe “catturare” per incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico urbano. Evidentemente questa operazione deve essere accompagnata da un’attenta riorganizzazione della sosta ed in particolare del sistema parcheggio e di accesso al mezzo pubblico. Per questo motivo occorrerà valutare la possibilità di introdurre parcheggi scambiatori nei quali garantire uno scambio gomma privata–gomma pubblica agevole, sicuro, e, preferibilmente, a prezzo modico o integrato. La posizione di questi parcheggi scambiatori dovrà essere attentamente valutata sia dal punto di vista logistico che da quello economico. Di notevole importanza saranno altresì le politiche tariffarie per la sosta, specialmente per i non residenti. E’ possibile ipotizzare, infatti, parcheggi più vicini al centro con tariffe più alte, e parcheggi più lontani dal centro così , da favorire l’alleggerimento della congestione in città. Le principali linee di indirizzo evidenziate dal P.T.U.P. che il PAT dovrà necessariamente recepire sono: - miglioramento dell’accessibilità e fruibilità del trasporto di linea; - miglioramento della regolarità e affidabilità del trasporto di linea; - miglioramento dell’interscambio fra trasporto di linea e trasporto non di linea; - miglioramento dell’interscambio fra trasporto di linea urbano e trasporto di linea

extraurbano; - miglioramento della protezione delle utenze deboli; - mantenimento e/o al miglioramento della visibilità ed agibilità delle manovre alle

intersezioni; - miglioramento della regolazione semaforica e della segnaletica stradale; - miglioramento dell’integrazione fra sosta e T. P. U. Attività economiche25

Le aziende agricole presenti nel territorio comunale al 30/06/2005 sono 681 di cui 16 artigiane per un numero di addetti pari a 377. La ripartizione della superficie agricola rispecchia le caratteristiche morfologiche del territorio: 6.827 ettari della superficie agricola erano utilizzati a seminativi, 3.534 ettari a legnose agrarie, 149 ettari a orti familiari, e 335 a prati permanenti e pascoli.

25 Risposta all’osservazione n. 4 della Commissione Regionale V.A.S.

67

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Il sistema produttivo nell’area polesana si basa su una logica insediativa tipicamente veneta, formatasi negli ultimi cinquant’anni, che ha visto lo svilupparsi di un fenomeno territoriale di grande rilievo definito come “localismo”. Tale modello, che a dire il vero in provincia di Rovigo si è manifestato con dimensioni meno accentuate rispetto al resto della Regione, anche se ha comportato una forte parcellizzazione delle aree produttive, si fonda su un decentramento insediativo molto diffuso dovuto, soprattutto nell’ultimo decennio, alla nascita e alla diffusione di microimprese il cui processo “estensivo” di crescita ha prodotto un consumo notevole di territorio ed esigenze di mobilità crescenti. Nel realizzare un progetto di marketing territoriale volto alla promozione delle aree disponibili per nuovi insediamenti, il Consorzio per lo Sviluppo del Polesine ha individuato i poli produttivi di interesse provinciale, o meglio gli specifici “ambiti di concentrazione delle sedi produttive di interesse provinciale”, dove le infrastrutture e le risorse tangibili ed intangibili, vengono proposte in un’ottica di insieme. Lo studio ha portato all’individuazione di tre livelli distinti in cui collocare le aree produttive, in funzione del target di potenziali investitori; in particolare si distinguono: - aree produttive di I livello, costituite dalle macroaree, cioè da quegli aggregati,

esistenti o di previsione, strategicamente collocati a ridosso di importanti opere infrastrutturali; nel Comune di Rovigo rientra in questa categoria solo l’area dell’Interporto, che interessa una estensione di circa 2.000.000 mq ed è classificabile come la massima espressione provinciale della intermodalità derivante dalla sua collocazione a ridosso della via interna navigabile, dalla presenza di un raccordo ferroviario interno collegato alla linea Rovigo-Bologna e dalla vicinanza con il casello autostradale di Villamarzana;

- aree produttive di II livello, costituito dalle aree di interesse comprensoriale destinate, oltre che a nuovi insediamenti, anche alla riaggregazione o rilocalizzazione di quelli diffusi; tale tipologia non è presente nel territorio comunale di Rovigo;

- aree produttive di III livello, costituito dalle aree di interesse comunale per insediamenti di valenza locale. Sono la rimanente porzione di aree produttive presenti nel Comune di Rovigo.

Nella Rovigo moderna lo sviluppo ha prevalentemente interessato le direttrici viarie che la collegano a Padova, Ferrara e Verona. Grazie ai benefici della categorizzazione in zona depressa durante gli ultimi due decenni del XX secolo ha beneficiato di una positiva spinta economica che ha sradicato il capoluogo e parte della provincia dalla dipendenza dall'economia agricola. Un buon numero di industrie manifatturiere si sono sviluppate nelle diverse zone industriali della città. Sono aree prevalentemente industriali: la Zona industriale Granzette, la Zona industriale S. Apollinare, la Zona ad attività produttive lungo via Porta a Mare, la Zona industriale Ovest (Concadirame), la Zona industriale Sud (Tassina – Borsea), la Zona Interporto, la Zona di Borsea 1 (parziale), la Zona di Borsea 2. Sono aree esclusivamente industriali, in relazione agli indirizzi forniti dalla D.G.R.V. n. 4313/93, l’area che occupa parzialmente la zona industriale di Borsea 1. Relativamente al settore secondario (industria), le aziende presenti nel Comune di Rovigo al 30/06/2005 sono 1.368 di cui 775 artigiane per un numero di addetti pari a 5.166 mentre nel settore terziario (Commercio e servizi) il numero delle aziende presenti nel territorio comunale è 3.900 di cui 543 artigiane per un numero di addetti pari a 6.882. Rispetto al precedente decennio si è registrato un incremento principalmente dell’industria manifatturiera con meno di dieci addetti; le altre attività trainanti sono risultate il commercio e le costruzioni. Anche il numero degli addetti ha registrato un lieve aumento e questo è stato pressoché proporzionale all’aumento del numero di aziende.

68

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Per quanto riguarda il settore commerciale, questo rappresenta un comparto importante dell’economia polesana sia in termini di addetti che di numero di unità locali. In particolare, la grande distribuzione ha registrato un trend in continua crescita con il consolidarsi di realtà quali i cosiddetti “poli commerciali”, particolarmente presenti nel territorio comunale, fra cui: - il centro commerciale “La Fattoria” in località Borsea lungo la S.S. 16, con circa

100 esercizi su una superficie di attrazione commerciale di quasi 30.000 mq; - il centro commerciale “Il 13” in via della Cooperazione, a ridosso del Viale Porta

Po, nel settore meridionale della città; - il centro commerciale “L’Aliper” in via Porta Adige, nel settore settentrionale della

città, a cui si affiancano nuovi insediamenti verso l’abitato di Boara Polesine; - il centro commerciale “Le Torri” in via del Sacro Cuore, nel centro della città. Anche l'aspetto turistico e quello viario sono stati negli ultimi anni molto curati dalle varie amministrazioni, nel tentativo di riallacciare la città al patrimonio ambientale della provincia ed in particolare del Parco del Delta del Po. Hanno visto così la luce l'Interporto, una struttura che cerca di sfruttare il trasporto delle merci e dei turisti via fiume; il Museo dei Grandi Fiumi, ospitato nell'ex monastero degli olivetani, di fianco alla chiesa di San Bartolomeo; il Cen.Ser., grande struttura posta in viale Porta Adige e destinata ad ospitare le manifestazioni organizzate da Rovigo Fiere; il Cur, ovvero il Consorzio Universitario di Rovigo, che, tramite accordi stilati con le vicine università di Padova e Ferrara, ospita ora nelle città alcuni corsi universitari di primo e di secondo livello, tra i quali spicca il corso di laurea in Ingegneria Informatica erogato nella modalità teledidattica. Rifiuti solidi urbani In base al D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”, nella categoria rifiuti urbani sono compresi, in base all’origine: - i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso

di civile abitazione; - i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli

di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità; - i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; - i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree

pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua;

- i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; - i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti

provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e). La gestione dei rifiuti urbani, una delle novità introdotte dal D.Lgs. n. 152/06, è organizzata sulla base di Ambiti Territoriali Ottimali o ATO tramite una struttura dotata di personalità giuridica denominata Autorità d’Ambito, che aggiudica il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani mediante gara disciplinata dai principi e dalle disposizione comunitarie. Gli ATO, fra l’altro, devono garantire all’interno del proprio territorio l’autosufficienza di smaltimento, la presenza di almeno un impianto di trattamento a tecnologia complessa, compresa una discarica di servizio, e il raggiungimento dei seguenti valori di raccolta differenziata dei rifiuti urbani: - 35% entro il 31/12/2006; - 45% entro il 31/12/2008; - 65% entro il 31/12/2012. L’analisi delle produzioni annuali di rifiuti solidi urbani nel Comune di Rovigo nel periodo 2000-2004 mostra un lento, ma continuo aumento della produzione totale,

69

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

con una sola inversione di tendenza nell’anno 2003, pari nel complesso ad un incremento medio annuale del 4,4%.

Produzione di rifiuti urbani indifferenzati, differenziati e totali nel Comune di Rovigo

05000

10000150002000025000300003500040000

2000 2001 2002 2003 2004

tonn

rifiuti urbani indifferenziati rifiuti urbani differenziati rifiuti urbani

(Fonte: III° Bilancio Ambientale Consuntivo 2003/2004)

Anche la produzione di rifiuto pro-capite, che rappresenta il quantitativo prodotto da ogni cittadino giornalmente, riscontra un incremento sostanzioso: i valori di produzione di rifiuti urbani procapite analizzati, estrapolati dai Report Ecosistema Urbano di Legambiente su elaborazione di Ambiente Italia confermano il trend in aumento, e sottolineano come la produzione pro-capite comunale sia superiore alla media regionale e a quella d’Italia.

70

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Produzione procapite di rifiuti solidi urbani totali

0100200300400500600700800

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

kg/a

b/an

no

RSU Comune di Rovigo RSU media Regione Veneto RSU media italiana

(Fonte: Ecosistema Urbano 1999-2006) Se si analizzano, invece, i dati disaggregati si nota come la quota annuale di rifiuti urbani indifferenziati sia in continuo calo a fronte di un sostanziale aumento della differenziata. Questo può significare sia un aumento della sensibilità delle persone verso l’importanza della raccolta differenziata dei rifiuti che determina un aumento de quantitativi raccolti, sia un numero sempre maggiore di tipologie di rifiuti raccolti in modo separato sul territorio del comune di Rovigo, anche adottando le modalità di raccolta ad utenze di tipo diverso (ad esempio carta e cartone per le utenze commerciali o il vetro presso i bar).

Percentuale di raccolta differenziata

19,20% 22,80% 30,10% 32,30% 35,40%0,00%

20,00%

40,00%

60,00%

80,00%

100,00%

2000 2001 2002 2003 2004

RSU differenziato RSU indifferenziato

(Fonte: ISTAT 2000-2004)

71

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

L’aumento della quantità di rifiuti conferiti e raccolti in modo differenziato può essere analizzata anche nel dettaglio delle principali tipologie di rifiuti riportate nel seguente grafico.

Andamento delle raccolte differenziate divise per tipologia di rifiuto

01.0002.0003.0004.0005.000

2000 2001 2002 2003 2004

tonn

raccolta multimateriale carta e cartoneFORSU legnoinerti indumenti usati

(Fonte: III° Bilancio Ambientale Consuntivo 2003/2004)

Si può notare come per la maggior parte delle tipologie di rifiuto raccolte in modo differenziato vi sia un aumento del significativo in termini quantitativi. In particolare si riscontra un aumento consistente della raccolta della frazione organica nel periodo 2003-2004, dovuto principalmente al potenziamento del servizio e alle campagne di sensibilizzazione ed informazione condotte negli ultimi anni. A questo si deve aggiungere che da settembre 2004 è stata attivata la raccolta RAEE (raccolta di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), e da novembre 2004 è stata potenziata la raccolta di carta e vetro con l’acquisto di nuovi contenitori. Le frazioni raccolte separatamente che incidono maggiormente sulla percentuale di raccolta differenziata del comune di Rovigo sono la frazione organica e la carta.

Quantità di rifiuti differenziati raccolti per tipologia di rifiuto- Anno 2004

Carta e cartone12%

raccolta multimateriale (vetro. plastica,

lattine)4%

Inerti1%

Legno2%

Indumenti usati0%

Altro 2%

Indifferenziato65%

FORSU14%

(Fonte: III° Bilancio Ambientale Consuntivo 2003/2004)

Le diverse frazioni merceologiche raccolte in maniera differenziata seguono, a valle della raccolta, diversi sistemi di trattamento, accorpabili in due filiere principali:

72

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

- il recupero; - lo smaltimento finale. Il recupero delle frazioni secche proveniente dalla raccolta differenziata, costituite da carta e cartone, vetro, plastica e alluminio, avviene mediante piattaforme per il recupero delle singole tipologie. Nel comune di Rovigo sono presenti nel 2003 (dati ISTAT) sette strutture attrezzate al conferimento dei rifiuti. Nel Comune di Rovigo sono anche presenti tre impianti di trattamento biologico e produzione CDR con le seguenti caratteristiche:

Comune

Potenzialità totale

autorizzata (t/2004)

Rifiuto urbano trattato (t/2004)

Produzione

Rovigo 109’000 79’871 BD-BM-CDR (Fonte: sito internet ARPAV- Veneto)

In questo tipo di impianti il rifiuto urbano residuo è sottoposto a vagliatura meccanica attraverso la quale vengono separati: - il sopravaglio: costituito da frazioni secche non riciclabili che vengono avviate

direttamente in discarica (circa 234.898 t nel 2004) oppure a impianti per la produzione del CDR (159.065 t prodotte nel 2004);

- gli scarti recuperabili, come materiali ferrosi, metalli di altro genere, materiali inerti (circa 13.000 t nel 2004);

- il sottovaglio, costituito prevalentemente da sostanza organica che viene avviata alla biostabilizzazione in impianti di produzione di BM e BD (biostabilizzato maturo o da discarica).

La frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata e la frazione verde vengono avviate al recupero in impianto di compostaggio presente nel Comune di Boara Polesine che ha una potenzialità 32'000 tonn/anno (dati ARPAV 2004) e 103 tonn/giorno. Dal recupero della frazione organica e dalla sua conversione si ottiene compost di qualità utilizzato successivamente nelle aziende del settore agricolo, orticolo e floricolo - arboreo. Nell’unica discarica presente nel territorio comunale vengono convogliati il rifiuto urbano residuo della raccolta differenziata e il rifiuto urbano indifferenziato con una frazione organica < 13%. Dai dati ricavati dalla relazione della gestione dei rifiuti urbani nella Regione Veneto nell’anno 2004 elaborati da ARPAV si riscontra come il rifiuto codificato con il codice CER 19 12 12 proveniente da impianti che trattano il rifiuto urbano (sia il rifiuto indifferenziato che il multimateriale), conteggiato a smaltimento in discarica sia, per la Provincia di Rovigo nettamente superiore alla quantità smaltita di rifiuto urbano non trattato. Nella seguente figura si può sottolineare il confronto tra le diverse province della Regione Veneto.

73

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

(Fonte: Relazione gestione dei RSU - ARPAV Veneto)

Energia L’analisi relativa alle tematiche legate alla produzione ed al consumo di energia per la città di Rovigo è stata incentrata in particolare nell’analisi del settore di utenza civile, considerato il settore più sensibile agli effetti del PAT; essendosi resi disponibili pochi dati, l’analisi ha riguardato in realtà la caratterizzazione del vettore energetico “energia elettrica” e, parzialmente, il vettore energetico “gas naturale”. L’inquadramento alla scala provinciale è stato invece prevalentemente estrapolato dalla “Proposta di Piano Energetico Provinciale” redatto dall’Area Politiche dell’Ambiente della Provincia di Rovigo in collaborazione con ENEA – Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente. Dalle informazioni raccolte traspare che il fabbisogno energetico comunale e provinciale è attualmente assicurato da tre fonti principali: - energia elettrica per uso civile ed industriale; - gas metano; - prodotti petroliferi per riscaldamento e autotrazione. Alle fonti rinnovabili (calore solare, fotovoltaico, eolico) è invece ancora riservato un ruolo del tutto marginale. L’analisi energetica alla scala provinciale si basa in gran parte sulle informazioni dei consumi di energia elettrica (forniti da GRTN), di gas metano (forniti dalle ditte distributrici) e delle vendite dei prodotti petroliferi (fornite dal Ministero dell’Industria), sulla base delle quali è stato possibile ricostruire la serie storica dei consumi finali dei principali vettori energetici negli anni fra il 1990 ed il 2003; il grafico consente di evidenziare l’assenza di fonti energetiche alternative.

74

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Disaggregazione per vettori dei consumi energetici nella Provincia di Rovigo (Fonte: Proposta di Piano Energetico Provinciale, Amministrazione Provinciale di Rovigo)

Il grafico sottostante riporta invece l’evoluzione dei consumi ripartita secondo i settori di utilizzo. Come si può notare la ripartizione dei consumi è quasi equamente suddivisa tra i tre settori considerati, con un lieve predominio delle attività produttive.

Disaggregazione per settori dei consumi energetici nella Provincia di Rovigo (Fonte: Proposta di Piano Energetico Provinciale, Amministrazione Provinciale di Rovigo)

75

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

L’offerta di energia elettrica nella Provincia di Rovigo è legata esclusivamente alla produzione di energia termoelettrica da parte di tre centrali: - la centrale Enel di Porto Tolle: attiva dal 1980, è una centrale termoelettrica

alimentata ad olio combustibile ed è costituita da 4 gruppi di produzione ciascuno da 660 MW, per una potenza totale di 2.640 MW;

- la centrale Edison di Porto Viro: è del tipo a ciclo combinato cogenerativo con una potenza elettrica complessiva di circa 125 MW in assetto cogenerativo con fornitura di vapore allo zuccherificio Eridania fino ad un massimo di 80 t/h; essa è composta principalmente da un turbogas, di potenza pari a circa 85 MW, un generatore di vapore a recupero a valle del turbogas ed una turbina a vapore di potenza pari a circa 40 MW; la marcia commerciale dell’impianto risale al maggio 1997;

- la centrale Edison di Castelmassa: è entrata in servizio nel luglio 1993 ed è del tipo a ciclo combinato cogenerativo, composto da due turbogas, di potenza pari a 21 MW ciascuna, e da due caldaie per il recupero del calore dei gas di scarico; il vapore prodotto alimenta una turbina a vapore a contropressione con spillamento con fornitura alla Società ERIDANIA Divisione CERESTAR ITALIA SpA di calore per gli usi tecnologici, sotto forma di vapore e di fumi caldi; complessivamente la potenza installata è pari a circa 50 MW.

Complessivamente nella Provincia di Rovigo la produzione totale di energia elettrica equivalente, lorda e netta (e cioè quella effettivamente a disposizione dei consumatori), è riportata nel grafico seguente per gli anni dal 1990 al 2003: rispetto al 1990, nel 2003 si è registrata una produzione lorda di energia elettrica inferiore del 40%; l’anno che ha visto la produzione massima di energia elettrica è il 1998 con più di 17 mila GWh equivalenti (+27,1% rispetto al 1990).

Anno Produzione lorda energia elettrica

(GWh equivalenti)

Produzione netta energia elettrica

(GWh equivalenti) 1990 13.506 12.988 1991 11.026 10.574 1992 13.914 13.369 1993 12.453 11.957 1994 14.534 13.994 1995 15.489 14.905 1996 14.961 13.552 1997 15.880 15.303 1998 17.164 16.550 1999 14.735 14.171 2000 13.894 13.374 2001 12.973 12.474 2002 12.585 12.092 2003 8.077 7.711

Serie storica della produzione totale di energia elettrica lorda e netta nella Provincia Nel grafico sottostante sono riportati i valori di produzione di energia elettrica, mettendo a confronto la realtà polesana con quella regionale e nazionale. Va evidenziato il fatto che la Provincia di Rovigo produce una grande quantità di energia con la produzione di quasi la metà dell’ energia termica regionale.

76

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Produzione totale 2001 di energia elettricain milioni di Kwh

050.000

100.000150.000200.000250.000300.000

ProduzioneLorda Totale

Idrica Termica Geotermica,Eolica,

Fotovoltaica

Rovigo Veneto Città d'Italia

Fonte: GRTN La seguente tabella riporta il bilancio energetico complessivo della Provincia di Rovigo relativamente all’anno 2003, espresso in unità energetiche:

77

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Bilancio energetico complessivo della Provincia di Rovigo (Fonte: Proposta di Piano Energetico Provinciale, Amministrazione Provinciale di Rovigo)

A livello comunale, i consumi di energia elettrica per uso civile sono stati desunti dalla banca dati dell’Osservatorio ambientale sulle città dell’ISTAT. Secondo tali dati, relativi al periodo 2000-2003, i consumi energetici domestici per abitante sono stati per la città di Rovigo nettamente inferiori ai consumi registrati sia nelle città venete sia rispetto alla media nazionale. Va però segnalato un trend crescente nel livello dei consumi energetici della città di Rovigo nel periodo considerato, arrivando a toccare un livello medio superiore a 1.100 KWh per abitante.

78

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Consumo di energia elettrica per uso domestico

950

1.000

1.050

1.100

1.150

1.200

2000 2001 2002 2003

KW

h/ab

itant

e

Rovigo Città Veneto Città d'Italia

(Fonte: Istat 2000-2003) Per quanto riguarda invece il consumo di gas metano il grafico sottostante riporta le quantità misurate in mc/anno consumate nel comune di Rovigo dividendole per tipologia di utilizzo. Dal grafico emerge chiaramente come il riscaldamento domestico abbia, nel periodo 2000-2004, una netta preponderanza rispetto agli altri usi nel consumo di gas metano. L’uso domestico rappresenta in particolare una voce trascurabile rispetto all’uso per il riscaldamento. Da questa analisi se ne ricava che se l’intento è quello di ridurre i consumi di gas metano può di certo essere considerata valida l’ipotesi di trovare ed impiegare fonti energetiche alternative per il riscaldamento.

Consumo di gas metano per i diversi usi

0 10000000 20000000 30000000 40000000 50000000

2000

2001

2002

2003

2004

m^3

/ann

o

Uso domestico Riscaldamento Altri usi

(Fonte: III° Bilancio Ambientale Consuntivo 2003/2004 del Comune di Rovigo)

79

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

Turismo La risorsa turistica più importante di Rovigo e del Polesine in generale è costituita dal ricco patrimonio ambientale, naturalistico e storico della provincia ed in particolare del Parco del Delta del Po, definitivamente istituito con l’approvazione del Piano d’Area. Nei pressi di Porto Tolle e di Scardovari, nella laguna salmastra vi si possono trovare gli ultimi casoni, le case dei pescatori fatte di paglia e con il camino di pietra all'interno. In città, l’offerta museale è rappresentata dall’Accademia dei Concordi, dal Museo dei grandi fiumi e dal Museo Civico. Elementi di interesse sono inoltre la Fiera Annuale (ottobre), la Sagra di S. Bortolo (agosto), la Stagione Lirica Tradizionale (ottobre-dicembre) e la Stagione Concertistica (gennaio-aprile). Secondo la Direzione Sistema Statistico Regionale il tasso di turisticità del Comune di Rovigo al 2005 è pari a 3,7% e gli arrivi di turisti sono stati di 69.036 unità.

80

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

PROBLEMATICHE AMBIENTALI E OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ Il quadro ambientale e territoriale di sintesi L’analisi dello stato attuale di qualità dell’ambiente cittadino consente di evidenziare le criticità emergenti del territorio di Rovigo, da consegnare al Piano, affinché con le proprie azioni strutturali e politiche urbanistiche, tradotte in un preciso assetto strutturale, possa prenderle in considerazione per la loro risoluzione o per l’individuazione delle potenziali misure di mitigazione e compensazione da programmare. L’analisi dello stato dell’ambiente del Comune di Rovigo evidenzia che, nel complesso, il territorio non presenta stati di sofferenza particolari; le principali criticità accertate sono legate principalmente alle seguenti problematiche: - la particolare conformazione geologica del territorio rende il Comune, ed in

generale tutta l’area del Polesine, particolarmente sensibile al fenomeno della subsidenza e del rischio idraulico; anche se tali problematiche sono state affrontate e risolte con decisione negli anni passati, la fragilità intrinseca del territorio non deve essere sottovalutata;

- la qualità dell’aria per quanto riguarda l’inquinante PM10, che pur presentando dinamiche meno significative rispetto ad altre realtà regionali, deve essere affrontata non solo in termini gestionali ma strutturali;

- la circolazione veicolare privata, che vede la città di Rovigo rappresentare una realtà particolare in cui alle dimensioni della città di medie dimensioni si associano le radicate abitudini prevalenti negli abitanti di centri più piccoli, che utilizzano quale modalità di trasporto il solo mezzo privato.

Il PAT dovrà tenere debitamente conto di tali aspetti, al fine di risolvere le criticità accertate e tutelare e promuovere la qualità presente. Occorre però tenere alto il livello di attenzione e, mediante l’adozione di sistemi di controllo periodici, effettuare un monitoraggio costante sui livelli della qualità dell’acqua, dell’aria, del suolo, del rumore, ecc., allo scopo di assicurare ai cittadini di oggi e di domani un futuro di qualità. Gli obiettivi di sostenibilità Al momento attuale, in attesa di specifici indirizzi metodologici da parte della Regione Veneto, la VAS per il PAT di Rovigo si trova nelle condizioni previste dalla L.R. n. 11/2004, dove si enuncia che l’ente competente ad approvare il documento di piano ne valuta la sostenibilità ambientale secondo criteri evidenziati nel piano stesso. Quindi spetta al PAT e alla sua VAS indicare con chiarezza i criteri da adottare per la valutazione. Per la selezione dei criteri di valutazione ambientale del Piano, a livello metodologico, la scelta dei criteri può far riferimento ad alcuni documenti internazionali (come ad es. i dieci criteri di sostenibilità europei riportati nella tabella seguente, i dieci impegni di Aalborg, ecc.), agli obiettivi introdotti dalle disposizione normative di settore o dagli strumenti di pianificazione sovraordinati (in particolare il PTR ed il PTCP) e alle istanze rilevate dal territorio specifico locale (vedi paragrafi precedenti). L’individuazione dei criteri agevola quindi la scelta degli indicatori di analisi degli effetti derivanti dall’attuazione del Piano. Come riportato nel Capitolo 1, l’obiettivo principale della VAS del PAT è di valutare, in particolare, la sostenibilità dell’aumento del carico insediativo, analizzandone gli

81

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

effetti e le misure compensative e mitigative per ridurre gli impatti ambientali, a partire dalla preventiva analisi delle componenti ambientali maggiormente interessate dalle previsioni ed attuazioni del PAT ed in particolare: - uso del suolo, per quanto concerne le variazioni della superficie urbanizzata e il

limite quantitativo massimo di trasformazione della zona agricola; - ciclo idrico integrato, per gli aspetti legati al sistema di approvvigionamento

idropotabile e al sistema di collettamento e depurazione dei reflui; - sistema del verde urbano e le sue variazioni; - mobilità urbana, sia in termini trasportistici che ricadute ambientali; - energia: in relazione ai consumi ad uso civile e alle forme di risparmio energetico

nei diversi settori; - rifiuti solidi urbani, in termini di produzione.

82

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

LA COERENZA INTERNA DEL DOCUMENTO PRELIMINARE Il percorso del Piano di Assetto del Territorio di Rovigo Il Comune di Rovigo è dotato di un Piano Regolatore Generale approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 3233 del 17 luglio 1994. Il percorso di elaborazione del nuovo piano urbanistico ha avuto inizio prima della approvazione della L.R. n. 11/2004, configurandosi inizialmente come una variante generale di assestamento, per poi tradursi nel procedimento di formazione del Piano di Assetto del Territorio, rispetto al quale l’Amministrazione Comunale ha ritenuto opportuno attivare il processo in maniera concertata fra il Comune stesso e la Regione del Veneto. I tratti salienti del percorso di pianificazione urbanistica finora compiuto sono desumibili dai seguenti provvedimenti, che peraltro testimoniano ancora una volta come tale percorso sia iniziato prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. n. 4/2008: - Deliberazione della Giunta Comunale n. 174 del 11 luglio 2005 “Approvazione del

Documento Preliminare al Piano di Assetto Territoriale del Comune di Rovigo”; - Deliberazione della Giunta Comunale n. 220 del 8 settembre 2005 “Approvazione

dell’Accordo di Pianificazione per la redazione del P.A.T. ai sensi dell’art. 15 della L.R. n. 11/04 e contestuale rettifica della Delibera di Giunta Comunale n. 174/2005”;

- Sottoscrizione dell’Accordo di Pianificazione per la redazione del Piano di Assetto del Territorio sottoscritto in data 15 settembre 2005 dal Sindaco del Comune di Rovigo e dall’Assessore alle Politiche per il territorio della Regione del Veneto;

- Deliberazione della Giunta Comunale n. 255 del 6 ottobre 2005 “Piano di Assetto Territoriale: avvio del procedimento di confronto e concertazione (art. 5 L.R. n. 11/2004)”;

- Deliberazione della Giunta Comunale n. 280 del 10 novembre 2005 “Piano di Assetto Territoriale: avvio del procedimento di confronto e concertazione (art. 5 L.R. n. 11/2004) – Integrazione alla Deliberazione di Giunta Comunale n. 255/2005”;

- Deliberazione della Giunta Comunale n. 101 del 24 aprile 2006 “Documento Preliminare al Piano di Assetto Territoriale: presa d’atto della conclusione della fase di concertazione e approvazione stesura definitiva”.

La concertazione e la partecipazione In adempimento a quanto previsto dalla L.R. n. 11/2004 in tema di concertazione e partecipazione, l'Amministrazione ha convocato tre giornate di incontro (20, 21 ottobre e 24 novembre 2005), invitando 168 soggetti portatori d'interessi diffusi, così rappresentati: 19 Enti pubblici, 24 Aziende di servizio, 10 Rappresentanze categorie economiche, 15 Ordini professionali, 20 Associazioni culturali, 51 Associazioni di volontariato, terza età e problemi sociali, 10 Associazioni consumatori, 3 Sindacati, 16 Comuni, 2 Province. Hanno attivamente partecipato alle giornate di incontro 50 soggetti. Nella relazione di accompagnamento alla Deliberazione della Giunta Comunale n. 101 del 24 aprile 2006, che prende atto della conclusione della fase di concertazione e partecipazione, sono sintetizzate le diverse osservazioni e proposte presentate all'Amministrazione Comunale dai diversi interlocutori presenti al tavolo della

83

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

concertazione. Esse hanno contribuito a predisporre la revisione definitiva del Documento Preliminare, nei termini illustrati nel seguito26: - 1. Nel paragrafo "La ricerca dell'eccellenza" si è condiviso con le osservazioni

pervenute in più documenti presentati quali quello dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Rovigo, in cui veniva richiesto di inserire "Eccellenza e qualità che troveranno una applicazione concreta in primo luogo nella ricerca di qualità urbana ed edilizia, attraverso modalità, come quella del concorso di architettura, che contribuiscano ad elevare la qualità architettonica degli edifici e quella degli spazi urbani". Si è ritenuto di evidenziare tale concetto poiché rafforza lo spirito strategico del documento programmatico del PAT.

- 2. "Qualità urbana e offerta di servizi": le osservazioni pervenute dai documenti presentati dal Centro Servizi Volontariato, dall'Associazione Petaso e dall'Ordine degli Architetti in merito al tema della qualità urbana e offerta dei servizi, hanno sottolineato l'importanza di definire cosa viene inteso per qualità della vita a Rovigo e di come devono essere rafforzati gli elementi caratterizzanti la città anche attraverso le diverse scelte ed azioni amministrative a cui anche il PAT può contribuire. Viene inoltre recepita l'importanza del tema delle barriere architettoniche che verrà particolarmente approfondita durante l'elaborazione delle normative urbanistiche edilizie.

- 3. "Criteri per il dimensionamento del piano ed Utilizzo dei crediti edilizi": si è provveduto a correggere il dato relativo alle aree destinate dal PRG vigente a servizi già soggette a vincolo decaduto e successivamente reiterato che diventa di 2.300.000 mq (anziché 2.500.000 mq), individuando una capacità edificatoria pari ad un totale di circa 1.000.000 mc. Viene dunque modificato il parametro del credito edilizio che viene aumentato da 0,25 mc/mq a 0,30 mc/mq modifica, suggerita da molti operatori del settore, come l'Assindustria di Rovigo, che ritengono più appetibile al privato il credito rispetto al valore precedente. Si è inoltre approfondito, attraverso esempi esplicativi, la procedura di trasformabilità di aree attualmente agricole pari a 920.000 mq (calcolo fondato sulla SAU) che possono assumere destinazioni diverse.

- 4. "Contenuti paesaggistici del Piano": viste le diverse osservazioni pervenute da operatori del settore in materia di paesaggio agrario (quali i dottori agronomi e forestali, l'Associazione Agricoltori, associazione Polesana Coltivatori Diretti) si è integrato il paragrafo relativo ai contenuti paesaggistici di piano, specificando il ruolo delle aree arginali e delle aree umide per le quali si potrà prevedere la salvaguardia del sistema naturale e la realizzazione di corridoi e reti ecologiche ciò per rafforzare il principio di qualità dello sviluppo sostenibile del piano. Si è voluto inoltre specificare che la valorizzazione del territorio rurale verrà garantita da regole definite nell'ambito del Piano degli Interventi che disciplinerà con un certo rigore tutta la materia in oggetto.

- 5. "Sistema produttivo": si è provveduto a cambiare l'intitolazione del paragrafo che nella versione precedente era stato individuato come "attività produttive" per rafforzare l'identità del tema trattato. Viste le diverse segnalazioni e indicazioni date da diversi operatori del settore (quali ad es. il Collegio dei Geometri della Provincia di Rovigo e l'Ordine dei dottori agronomi e forestali) si è voluto dare una indicazione precisa relativamente al sistema produttivo: si segnala là volontà di consolidare una stabilità degli insediamenti produttivi basata sulla qualificazione delle attività sia industriali che legate all'agricoltura e al vasto indotto in termini di commercializzazione e trasformazione agroalimentare ed agroindustriale. Si ribadisce che lo sviluppo della città nel settore terziario darebbe al capoluogo un ruolo strategico e trainante rispetto al territorio, servizi funzionali ai settori economici e produttivi prevalenti ed emergenti.

26 Si riporta il testo della relazione di accompagnamento della Deliberazione di G.C. n. 101/2006 per esteso.

84

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

- 6. "Sistema infrastrutturale": il paragrafo di fatto non viene modificato. Si rafforza comunque l'importanza del potenziamento dell'attraversamento dell'Adige a Boara Polesine viste le diverse osservazioni pervenute da diversi operatori del settore nonché da Enti pubblici come ad esempio la segnalazione pervenuta dal Comune di Boara Pisani.

- 7. INDICAZIONI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO - "il sistema ambientale e la VAS": il tema particolarmente rilevante e particolarmente sentito da tutti i soggetti ed operatori di interesse diffuso che hanno partecipato alla concertazione ha indotto l'Amministrazione comunale a implementare il paragrafo specifico con indirizzi precisi che sono emersi in fase di concertazione. Si è voluto dunque ribadire che la sostenibilità dovrà essere il riferimento per le diverse scelte di pianificazione e per le azioni e le politiche settoriali. Particolare rilievo si è dato al tema delle acque che ha una conseguenza diretta nel tema della sicurezza idraulica del territorio e della Protezione Civile che troverà soluzioni nella valutazione di compatibilità idraulica e in modalità concrete di intervento come la conservazione della permeabilità dei suoli, la realizzazione di zone umide e da allagare in condizioni di emergenza, la forestazione, verranno inserite nelle norme del PAT è in quelle del Piano degli Interventi.

I contenuti del Documento Preliminare Il Documento Preliminare approvato con Deliberazione della Giunta Comunale n. 101 del 24 aprile 2006 “Documento Preliminare al Piano di Assetto Territoriale: presa d’atto della conclusione della fase di concertazione e approvazione stesura definitiva” si compone di due parti principali: - gli obiettivi generali e le scelte strategiche; - le indicazioni per lo sviluppo sostenibile del territorio. Gli obiettivi generali e le scelte strategiche enunciati nel Documento Preliminare sono riassumibili nei seguenti punti: - scelte strategiche del piano e il sistema insediativo: nelle strategie del

piano vi è il ruolo centrale della qualità del territorio urbano ed extraurbano ed in particolare il sistema del verde e i percorsi ciclopedonali, la presenza di servizi, l’utilizzo di materiali adatti al contesto, il riordino urbano; tali strategie sono declinate nei seguenti obiettivi specifici: la ricerca dell’eccellenza, il marketing urbano per una città da abitare, la qualità urbana e l’offerta di servizi, la riqualificazione urbana e la città esistente, le frazioni (conservazione e valorizzazione delle identità locali), lo sviluppo e la promozione dell’Interporto, l’Università, la trasformazione delle aree destinate a servizi dal PRG vigente e non ancora attuate;

- criteri per il dimensionamento del piano ed utilizzo dei crediti edilizi: la capacità insediativa teorica nell’arco del decennio di applicazione del PAT viene stimata attorno ai 52.000 abitanti attuali a cui si potranno aggiungere circa 8-10.000 nuovi abitanti teorici insediabili, corrispondenti ad un incremento pari al 15-20% degli abitanti attuali;

- aree edificate a bassa qualità e sostituzione edilizia: nelle aree del centro storico sarà posta particolare attenzione a politiche di riqualificazione finalizzate al sostegno e al rafforzamento della residenza e alla ipotesi di insediamento di funzioni universitarie anche all’interno di contenitori storici, nonché la promozione turistica dei luoghi attraverso la valorizzazione dei suoi caratteri storici e culturali;

- contenuti paesaggistici del piano: le politiche di protezione, gestione e riqualificazione devono estendersi a tutti i tipi di paesaggi (aree naturali, rurali, urbane e perturbane incluse), ma con particolare riferimento alle aree arginali e le aree umide;

85

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

- il sistema produttivo: per evitare che la città assuma una troppo marcata funzione residenziale e per realizzare in modo compiuto gli obiettivi di consolidamento e incremento demografico sarà da consolidare una stabilità degli insediamenti produttivi basata sulla qualificazione delle attività sia industriali che legate all’agricoltura e al vasto indotto in termini di commercializzazione e trasformazione agroalimentare e agroindustriale;

- il territorio rurale: con la valorizzazione e la promozione di attività agricole, con particolare attenzione a quelle sostenibilit, improntate all’impiego di tecnologie non inquinanti e finalizzate al risparmio di energia e di risorse non riproducibili;

- il sistema infrastrutturale: il riordino della mobilità locale assume, in relazione al tema della qualità urbana e dell’inquinamento ad esso associato, un ruolo particolarmente importante, che passa attraverso la promozione di una mobilità sostenibile, la rifunzionalizzazione della sosta, la riduzione della pressione veicolare su Corso del Popolo, ma anche attraverso la realizzazione di elementi strutturanti come il passante nord, la tangenziale ovest e la necessità di potenziamento dell’attraversamento dell’Adige a Boara.

Le indicazioni per lo sviluppo sostenibile del territorio partono da una preliminare rassegna dei caratteri ambientali del territorio di Rovigo, così come desumibile dai periodici Bilanci Ambientali elaborati dall’Amministrazione Comunale. Il tema delle acque è evidenziato come la caratteristica (e la criticità) principale e a questo tema si è scelto di dedicare particolare attenzione, attraverso l’individuazione delle aree a ristagno idrico (aree allagabili con tempi di ritorno estremamente brevi di 3-5 anni) e la predisposizione del monitoraggio delle acque di falda. A due anni di distanza dall’approvazione del Documento Preliminare, gli approfondimenti condotti nell’ambito di elaborazione del Quadro Conoscitivo del PAT e della presente Relazione Ambientale hanno consentito di delineare un quadro ambientale più esaustivo e riportato nei capitoli precedenti. La coerenza fra gli obiettivi del Documento Preliminare e le problematiche ambientali Ai fini di un corretto processo valutativo si rende necessaria un’analisi di coerenza interna fra gli obiettivi generali individuati nel Documento Preliminare e le problematiche ambientali riscontrate dall’analisi del territorio effettuata con l’elaborazione della Relazione Ambientale. Il metodo fondamentale utilizzato per tale fase si avvale dell’ausilio di una matrice di analisi, che consente di verificare in maniera compiuta quanto e come l’impostazione strategica del Documento Preliminare tiene conto e risponda alle criticità del territorio sul quale svolge la propria azione e ai criteri / obiettivi di sostenibilità assunti. Occorre rilevare che il Documento Preliminare del 2006 assegna allo sviluppo sostenibile del territorio un ruolo fondante e fondamentale nell’ambito di elaborazione del PAT ed in particolare all’applicazione del processo di VAS, che, al momento della sua approvazione, non prevedeva ancora l’implementazione della Relazione Ambientale. A due anni di distanza, si osserva come la Relazione Ambientale sia aggiornata con lo stato di conoscenza, oltre che di consapevolezza, dato dagli approfondimenti e studi specifici e dall’evoluzione dell’applicazione della L.R. n. 11/2004, a fronte di un Documento Preliminare che risulta quasi “datato”. Nella matrice che segue si osserva quindi che ad alcune problematiche ambientali non sono stati associati obiettivi o politiche di dettaglio nel Documento Preliminare che affronta la questione ambientale in maniera generale. Ciò deve essere uno spunto ed una traccia guida per il PAT in corso di elaborazione.

86

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

ANALISI DI COERENZA DEL DP

CRITICITÀ GENERALI DI RIFERIMENTO NEL TERRITORIO COMUNALE E LOCALI

OBIETTIVI E POLITICHE DEL DOCUMENTO PRELIMINARE

ARIA Inquinamento atmosferico diffuso, in particolare da PM10, connesso al traffico veicolare

Promozione della mobilità sostenibile (pedonale e ciclabile), della rifunzionalizzazione della sosta, del trasporto pubblico

Aree esondabili Elaborazione della compatibilità idraulica ACQUA

Aree di ristagno idrico Individuazione e regolamentazione della aree a ristagno idrico

Penalità ai fini edificatori Elaborazione della compatibilità geologica

Subsidenza Programma di monitoraggio delle falde SUOLO E SOTTOSUOLO

Cave e discariche e depuratori - Antenne telefonia - RADIAZIONI NON

IONIZZANTI Elettrodotti in aree urbanizzate -

Inquinamento acustico connesso alle infrastrutture per la viabilità

Promozione della mobilità sostenibile (pedonale e ciclabile), della rifunzionalizzazione della sosta, del trasporto pubblico

RUMORE

Aeroporto -

Carenza di spazi verdi

Implementazione di un sistema di verde pubblico attraverso una politica di realizzazione di servizi in “aree destinate a infrastrutture di maggiore rilevanza”

Biotopo Promozione della qualità del territorio extraurbano

BIODIVERSITÀ

Maceri - Presenza di funzioni industriali dismesse e di opere incongrue

Favorire gli interventi di riqualificazione attraverso l’utilizzo dei crediti edilizi

Degrado ambientale ed edilizio, in particolare di Corso del Popolo e del territorio rurale

Favorire gli interventi di riqualificazione attraverso l’utilizzo dei crediti edilizi

Presenza di ville venete e di edifici di valore storico ambientale

Tutela delle visuali e del paesaggio, promozione di una qualità urbana e paesaggistica diffusa

PATRIMONIO STORICO CULTURALE E PAESAGGIO

Tracce del sistema centuriato Tutela delle visuali e del paesaggio, promozione di una qualità urbana e paesaggistica diffusa

POPOLAZIONE Carenza di luoghi di aggregazione o spazi pubblici

Rafforzamento dell’offerta di servizi

Viabilità inadeguata e/o congestionata, in particolare di Corso del Popolo e della viabilità di ingresso al centro

Riordino della mobilità locale

Carenza parcheggi Promozione della rifunzionalizzazione della sosta MOBILITÀ

Carenza di collegamenti ciclabili e pedonali

Promozione della mobilità sostenibile (pedonale e ciclabile), della rifunzionalizzazione della sosta, del trasporto pubblico

RIFIUTI URBANI Contenimento della produzione - ENERGIA Contenimento dei consumi -

LEGENDA:

Elevata coerenza Moderata coerenza Mancanza di obiettivi e politiche

87

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

88

Valutazione Ambientale Strategica del PAT del Comune di Rovigo RELAZIONE AMBIENTALE

ALLEGATO: Soggetti interessati alle consultazioni Enti interessati Regione del Veneto – Segreteria Regionale Ambiente e Territorio / Segreteria Regionale Infrastrutture e Mobilità Provincia di Rovigo - Area Ambiente / Area Territorio e Trasporti Comuni contermini: Anguillara Veneta, Arquà Polesine, Barbona, Boara Pisani, Bosaro, Ceregnano, Costa di Rovigo, Crespino, Lusia, Pontecchio Polesine, San Martino di Vanezze, Vescovana, Villadose, Villanova del Ghebbo Soprintendenza per i beni archeologici per il Veneto Soprintendenza per i beni architettonici e ambientali Province di Verona, Vicenza e Rovigo A.R.P.A.V. - Sezione di Rovigo Azienda ULSS 18 Autorità di Bacino interregionale del fiume Fissero, Tartaro, Canalbianco Autorità di Bacino nazionale del fiume Adige Genio Civile di Rovigo Servizio forestale regionale Consorzio di Bonifica Padana Polesana Consorzio di Bonifica Polesine AdigeCanalbiancoAutorità d’Ambito Territoriale Ottimale Polesana ASM Rovigo S.p.a. - Divisione Ciclo Acqua e Divisione Ambiente A.T.E.R. Rovigo C.U.R. Consorzio Università Rovigo Associazioni ambientaliste Legambiente Italia Nostra Onlus Sezione di Rovigo Lega per l'ambiente Circolo Provinciale Polesano WWF Italia Onlus ENPA - Ente Nazionale per la Protezione degli Animali F.A.I. FONDO PER L'AMBIENTE ITALIANO F.I.A.B. - Federazione Italiana Amici della Bicicletta – Onlus GREENPEACE ITALIA I.N.U. - ISTITUTO NAZIONALE DI URBANISTICA LIPU - Lega Italiana Protezione Uccelli Associazioni di categoria Ordini professionali: Agronomi, Avvocati, Architetti, Biologi, Geologi, Geometri, Ingegneri, Periti Agrari Associazione Agricoltori della Provincia di RovigoAssociazione Industriali della Provincia di Rovigo ASCOM Associazione del Commercio ASCOM Servizi s.r.l. Confartigianato Servizi s.r.l. Confesercenti Sindacati C.G.I.L. C.I.S.L. U.I.L.

89