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ATO CT 1 Joniambiente s.p.a. PIANO D’AMBITO DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI

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ATO CT 1

Joniambiente s.p.a.

PIANO D’AMBITO DELLA

GESTIONE DEI RIFIUTI

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CONTENUTI DEL PIANO

1. EVOLUZIONE LEGISLATIVA

2. STATO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

3. PRODUZIONE E SMALTIMENTO RIFIUTI NELL’ATO CT 1

4. PIANO DEGLI INTERVENTI PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

5. TIPOLOGIA DI IMPIANTI PREVISTI

6. PIANO DI COMUNICAZIONE

7. PIANO DI GESTIONE

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ATO CT 1

Joniambiente s.p.a.

PIANO D’AMBITO DELLA

GESTIONE DEI RIFIUTI

PREMESSA CAP. 1 EVOLUZIONE LEGISLATIVA CAP. 2 STATO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

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PREMESSA

Alla redazione del presente Piano D’Ambito hanno partecipato attivamente i seguenti

tecnici indicati dalle Amministrazioni Comunali aderenti alla Società Joniambiente,

coordinati dall’Ing. Orazio Di Maria, componente del C.d.A. all’uopo delegato:

• Ing. Giuseppe Tornatore (Riposto)

• Geom. Salvatore Romeo (Sant’Alfio)

• Sig. Antonino Germanà (Randazzo)

• Geom. Sebastiano Puglisi (Piedimonte Etneo)

• Geom. Mario Caltabiano (Milo)

• Dott. Claudio Brischetto (Mascali)

• Geom. Antonino Saitta (Maletto)

• Arch. Venerando Russo (Giarre)

• Geom. Salvatore Crimi (Fiumefreddo)

• Ing. Pietro Scavo (Castiglione)

• Sig. Giuseppe Brazzante (Calatabiano)

• Dott. Pasquale Spataro (Bronte)

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Joniambiente s . p . a . A T O C T 1

EVOLUZIONE LEGISLATIVA

PIANO D’AMBITO

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CAPITOLO 1

EVOLUZIONE LEGISLATIVA: IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO PER LE ATTIVITÀ GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI E DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA 1.1 PREMESSA

L’inquadramento normativo della disciplina relativa alle attività di smaltimento e

riutilizzo è ad oggi rappresentato, a livello di normativa nazionale, dal Decreto Legislativo 5 febbraio 1997 n. 22, conosciuto come Decreto Ronchi, il quale ha provveduto a riordinare la miriade di disposizioni esistenti, abrogandone le principali e mantenendo le normative tecniche in attesa delle nuove.

Si illustra l’evoluzione della normativa statale sui rifiuti; partendo dalle normative comunitarie. Si passa per le principali normative nazionali, dal DPR 915 del 1982 ad oggi, focalizzando l’attenzione sulle norme concernenti le attività di recupero e riciclaggio di residui da un lato e di raccolta differenziata dall’altro.

Seguirà il quadro normativo a livello regionale e l’illustrazione degli atti di pianificazione territoriale dell’amministrazione provinciale.

1.2 IL QUADRO NORMATIVO NAZIONALE

1.2.1 La normativa statale dal DPR 915/82 al D. Lgs. 22/97 I principi del recupero e del riciclaggio erano già introdotti dalla normativa italiana con la Legge n. 366 del 1941. Il DPR 915/82, recepisce le direttive 75/442, 76/403 e 78/319, e disciplina la gestione dei rifiuti definendo le funzioni pubbliche in materia, attribuendo allo Stato mansioni di indirizzo, promozione, consulenza e coordinamento. Sulla base del DPR 915/82 lo Stato ha assolto questi compiti predisponendo criteri generali sulle metodologie di smaltimento con l’emanazione di norme tecniche per il riciclaggio ed il recupero energetico. Alle Regioni era attribuito il compito di pianificare e regolamentare l’organizzazione dei servizi di smaltimento, mentre ai Comuni era demandata l’attuazione dei servizi di raccolta, sia attraverso la gestione diretta sia attraverso aziende municipalizzate o imprese concessionarie autorizzate. La Legge 441/87 procede conseguentemente all’individuazione delle Regioni quali soggetti deputati a favorire la raccolta differenziata e le soluzioni di smaltimento che connettano il riutilizzo, il riciclaggio e l’incenerimento con recupero di energia. In particolare dovevano determinare le modalità di selezione preliminari all’incenerimento, al compostaggio e al riciclaggio dei RSU. Oltre a definire indirizzi programmatici, prevedeva interventi di tipo economico atti a sostenere le attività di recupero e riciclaggio. Erano previsti finanziamenti per la realizzazione di impianti finalizzati al recupero di materiali ed energia. Nel 1988 all’interno della Legge n. 475, l’articolo 1 introduceva misure per la minor produzione dei rifiuti, il recupero dei materiali e le tecnologie innovative, e misure di finanziamento per la loro realizzazione; l’articolo 2 inoltre conteneva la definizione delle materie prime secondarie, intese come residui suscettibili di essere utilizzati come materie prime in altri processi produttivi. Tale legge affidava alle Regioni il compito di determinare

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le modalità di realizzazione dei piani di smaltimento rifiuti favorendo la raccolta differenziata e le soluzioni di smaltimento che consentissero il riutilizzo, il riciclaggio e l’incenerimento con recupero di energia. Le Regioni dovevano provvedere a regolamentare la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani con l’obiettivo prioritario della separazione dei rifiuti di provenienza alimentare, degli scarti di prodotti animali o vegetali, o comunque ad alto tasso di umidità, dai restanti rifiuti Sanciva inoltre in via generale l’obbligo, per i Comuni, della raccolta differenziata dei Rifiuti Solidi Urbani; Il D.M. 29/5/91 introduceva gli indirizzi generali per la R.D., chiarendone finalità e modalità di organizzazione; su queste basi le Regioni dovevano provvedere a regolamentare la raccolta differenziata dei RSU. Prevedeva inoltre l’adeguamento per i Comuni del regolamento comunale di cui all’articolo 8 del DPR 915/82, in base a precise indicazioni contenute nel decreto stesso. Secondo i contenuti del decreto la raccolta differenziata è finalizzata a diminuire il flusso dei rifiuti, valorizzarli attraverso il recupero di materiali, migliorare i processi tecnologici di recupero e smaltimento, ridurre quantità e pericolosità. Le finalità risultano quindi più articolate rispetto alla legge, in quanto accanto all’ottica del recupero viene affiancata quella dell’ottimizzazione delle attività di esclusivo smaltimento.

1.2.2 IL Decreto Legislativo n. 22/97: la gestione dei rifiuti e le competenze degli enti locali

Nello scenario sopra illustrato si inserisce il Decreto Ronchi; partendo dal

recepimento delle direttive comunitarie (91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE su imballaggi e rifiuti da imballaggio) il Decreto impone il rispetto della salute umana e dell’ambiente nelle attività di recupero e smaltimento dei rifiuti. Ai sensi dell’art. 4 le autorità competenti devono favorire la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti attraverso il reimpiego e il riciclaggio, le altre forme di recupero per ottenere materia prima dai rifiuti, l’adozione di altre misure tecniche ed economiche. Si introduce il concetto che lo smaltimento deve costituire esclusivamente la fase residuale della gestione dei rifiuti (art. 5): sono quindi di seguito specificate una serie di disposizioni per la progressiva riduzione del ricorso a impianti di smaltimento finale quali ad esempio la restrizione della possibilità di conferimento dei rifiuti alle discariche. Nel Capo II del Titolo I sono definite le competenze attribuite agli enti pubblici territoriali (regione, provincia, comune). Per quanto concerne le attività di raccolta differenziata, alle regioni compete la delimitazione degli ambiti ottimali di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati, nonché la promozione della gestione integrata dei rifiuti (intesa come ottimizzazione delle attività di riutilizzo, riciclaggio, recupero e smaltimento) ed l’incentivazione della riduzione della loro produzione e del recupero degli stessi. Alle amministrazioni provinciali spetta invece la programmazione e l’organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, compresa l’organizzazione delle attività di raccolta differenziata sulla base dello stesso ambito territoriale di dimensione provinciale definito come ottimale dall’art. 23. Secondo il decreto tale ambito (ATO) assicura una gestione unitaria dei rifiuti ed un’adeguata dimensione gestionale. La predisposizione di piani di gestione necessita del parere comunale. Ai comuni spetta anche la definizione dell’assimilazione per qualità e quantità dei rifiuti speciali non pericolosi a quelli urbani: l’attribuzione ai comuni non solo della raccolta dei RSU, ma anche di quella degli speciali assimilabili (in convenzione), comporta una migliore gestione del recupero della frazione secca in particolare (art. 21).

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A completamento del quadro di competenze ed attività di programmazione e pianificazione, il Capo III specifica che i piani regionali di gestione dei rifiuti devono promuovere la riduzione delle quantità, dei volumi e della pericolosità dei rifiuti e definisce (art. 24) gli obiettivi minimi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani per ambito territoriale ottimale. Ambiziosi sono gli obiettivi di riciclaggio introdotti dal Titolo II relativamente agli imballaggi, il quale, recependo le normative comunitarie è profondamente innovativo. La Comunità ha infatti già dalla definizione dei materiali, innovato rispetto alla normativa nazionale italiana. Non si parla più ad esempio di contenitori per liquidi, ma di imballaggi: ciò è dettato dall’esigenza di tutelare le merci “imballaggi”, le quali devono circolare liberamente nella Comunità grazie a normativa nazionali armonizzate che evitino eventuali distorsioni del mercato. Sempre secondo il decreto (art. 39) la pubblica amministrazione deve organizzare sistemi adeguati di raccolta differenziata per permettere ai consumatori di conferire al servizio pubblico rifiuti da imballaggio selezionati da rifiuti domestici. In particolare deve garantire la copertura omogenea del territorio e l’efficacia, l’efficienza e l’economicità del servizio. In mancanza dell’attivazione delle amministrazioni o ad integrazione della loro attività, l’istituendo Consorzio Nazionale Imballaggi può provvedere alla raccolta direttamente sulle superfici pubbliche. Anche i beni durevoli (precedentemente identificati con il termine di rifiuti ingombranti) sono inseriti nel decreto: frigoriferi, surgelatori, congelatori, ma anche televisori, computers, lavatrici, lavastoviglie e condizionatori d’aria, devono essere restituiti o a rivenditori, in occasione dell’acquisto di un nuovo bene di tipologia equivalente, o alle imprese pubbliche o private che ne gestiscono la raccolta. Decorsi tre anni dall’entrata in vigore del decreto può essere previsto un regime di cauzionamento obbligatorio.

1.2.3 IL Decreto Legislativo n. 22/97: le politiche di gestione degli imballaggi La gestione degli imballaggi viene regolamentata nel Titolo II del Decreto Ronchi, al

fine di prevenirne e ridurne l’impatto ambientale. Questa disciplina riguarda tutti gli imballaggi immessi sul mercato nazionale e tutti i rifiuti di imballaggio, derivanti dal loro impiego, utilizzati o prodotti da industrie, esercizi commerciali, uffici, negozi, servizi, nuclei domestici. Tale disciplina si differenzia, all’interno del Decreto Ronchi, in quanto riguardante non solo i rifiuti, ossia i rifiuti da imballaggio, ma anche i prodotti che diventeranno rifiuti, ossia gli imballaggi. Al fine della gestione del sistema, il Decreto opera inoltre il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, dai produttori agli utilizzatori, fino ai consumatori od utenti finali. Innanzitutto sono distinti e definiti gli imballaggi che possono essere immessi sul mercato, a seconda dell’uso che ne viene fatto. Per imballaggio si intende il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere e a proteggere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore. L’imballaggio per la vendita, o imballaggio primario, costituisce, un’unità di vendita per l’utente finale o per il consumatore. L’imballaggio multiplo, o imballaggio secondario, rappresenta, il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita, indipendentemente dal fatto che sia venduto come tale

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all’utente finale o al consumatore, o che serva soltanto a facilitare il rifornimento degli scaffali nel punto di vendita. L’imballaggio per il trasporto, o imballaggio terziario, è concepito in modo da facilitare la manipolazione ed il trasporto di un certo numero di unità di vendita oppure di imballaggi multipli per evitare la loro manipolazione ed i danni connessi al trasporto; rimangono esclusi i container per i trasporti stradali, ferroviari marittimi ed aerei. Per rifiuto di imballaggio si intende ogni imballaggio o materiale di imballaggio, rientrante nella definizione di rifiuto, esclusi i residui della produzione. Tutti gli imballaggi devono essere opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalla Commissione dell’Unione Europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi. Fino alla definizione del sistema di identificazione europeo si applica, agli imballaggi per i liquidi, la normativa vigente in materia di etichettatura. La gestione degli imballaggi deve seguire alcuni principi guida, inerenti la riduzione della quantità e della pericolosità degli imballaggi, anche tramite lo sviluppo di tecnologie pulite. Persegue lo scopo di ridurre la produzione e l’utilizzazione degli imballaggi, di favorire la produzione di imballaggi riutilizzabili ed il loro riutilizzo, l’incentivazione del riciclaggio e del recupero di materia prima, lo sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio e la promozione di opportunità di mercato per incoraggiare l’utilizzazione dei materiali ottenuti da imballaggi riciclati e recuperati e la riduzione dei rifiuti di imballaggio, attraverso il ricorso ad altre forme di recupero. Per garantire il controllo del raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio e di recupero, i produttori e gli utilizzatori di imballaggi ed i soggetti impegnati nelle attività di riciclaggio e di recupero dei rifiuti di imballaggio devono comunicare annualmente i dati di rispettiva competenza, riferiti all’anno solare precedente, relativi al quantitativo degli imballaggi per ciascun materiale per tipo di imballaggio immesso sul mercato, nonché, per ciascun materiale, la quantità degli imballaggi riutilizzati e dei rifiuti di imballaggio riciclati e recuperati provenienti dal mercato nazionale; dati da trasmettersi all’ANPA. Per conseguire gli obiettivi globali di recupero e di riciclaggio e garantire il necessario raccordo con l’attività di raccolta differenziata effettuata dalle pubbliche amministrazioni, i produttori e gli utilizzatori hanno costituito, secondo le disposizione del decreto, il Consorzio Nazionale Imballaggi, denominato CONAI. Il CONAI opera secondo le seguenti linee: - definisce, con le Regioni e le pubbliche amministrazioni interessate, gli ambiti territoriali

in cui rendere operante un sistema integrato che comprenda la raccolta, la selezione e il trasporto dei materiali selezionati a centri di raccolta o di smistamento;

- stabilisce le condizioni generali di ritiro da parte dei produttori dei rifiuti selezionati provenienti dalla raccolta differenziata;

- elabora ed aggiorna, il Programma generale per la prevenzione e la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio;

- promuove accordi di programma con le Regioni e gli Enti locali per favorire il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggio;

- assicura la cooperazione tra i Consorzi; - garantisce il necessario raccordo tra l’amministrazione pubblica, i Consorzi e gli altri

operatori economici; organizza le campagne di informazione ritenute utili ai fini dell’attuazione del Programma generale;

- ripartisce tra i produttori e gli utilizzatori i costi della raccolta differenziata, del riciclaggio e del recupero dei rifiuti di imballaggi primari, in proporzione alla quantità totale, al peso ed alla tipologia del materiale di imballaggio immessi sul mercato

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nazionale, al netto delle quantità di imballaggi usati riutilizzati nell’anno precedente per ciascuna tipologia di materiale.

Il CONAI stipula accordi di programma quadro su base nazionale con l’ANCI al fine di garantire l’attuazione del principio di corresponsabilità gestionale tra produttori, utilizzatori e Pubblica amministrazione, inerente l’entità dei costi della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio da versare ai Comuni; gli obblighi e le sanzioni posti a carico delle parti contraenti; le modalità di raccolta dei rifiuti da imballaggio in relazione alle esigenze delle attività di riciclaggio e di recupero. Il CONAI è retto da uno statuto approvato con decreto del Ministro dell’ambiente e del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, non ha fini di lucro e provvede ai mezzi finanziari necessari per la sua attività con i proventi delle attività e con i contributi dei consorziati. Il CONAI è subentrato ai Consorzi obbligatori preesistenti a questa legge. Sulla base dei programmi, il CONAI elabora un Programma generale di prevenzione e di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio. Questo programma deve individuare per ogni tipologia di materiale di imballaggio, le misure volte a prevenire la formazione di rifiuti di imballaggio; ad accrescere la proporzione della quantità di rifiuti di imballaggi riciclabili rispetto alla quantità di imballaggi non riciclabili e riutilizzabili rispetto alla quantità di imballaggi non riutilizzabili; a migliorare le caratteristiche dell’imballaggio perché possa sopportare più tragitti o rotazioni nelle condizioni di utilizzo normalmente prevedibili; a realizzare gli obiettivi di recupero e riciclaggio. Il Programma generale di prevenzione determina, la percentuale in peso di ciascuna tipologia di rifiuti di imballaggio da recuperare ogni cinque anni, e la percentuale in peso da riciclare delle singole tipologie di materiali di imballaggio, con un minimo percentuale in peso per ciascun materiale. Individua, poi, gli obiettivi intermedi di recupero e riciclaggio e le necessarie integrazioni con il Piano nazionale per la gestione dei rifiuti. Inoltre qualora gli obiettivi di riciclaggio e di recupero degli imballaggi non siano raggiunti entro 30 giorni dalle scadenze previste, possono essere applicate alle diverse tipologie di materiali da imballaggio, con apposito D.P.C.M., misure di natura economica, anche pecuniaria, proporzionali al mancato raggiungimento degli obiettivi.

1.2.4 Il CONAI ed i consorzi di filiera: lo stato dell’arte della gestione degli imballaggi

Come sopra accennato, al fine di introdurre una nuova politica di gestione di significative frazioni di rifiuti urbani, la Legge 475/88, all’art. 9 quater - 9 quinquies, istituiva i Consorzi Obbligatori; essi avevano per oggetto il riciclaggio dei contenitori o imballaggi in vetro, metallo, plastica, nonché le batterie al piombo esauste ed i rifiuti piombosi, ed affiancavano quello degli oli usati istituito dal DPR 694 che nel 1982. L’istituzione dei consorzi rispondeva sia alla necessità di avviare quantità rilevanti di rifiuti urbani al riciclaggio sottraendoli allo smaltimento, sia di separare rifiuti pericolosi avviando anch’essi alle medesime attività. Erano obbligati a partecipare ai consorzi i produttori dei materiali, gli importatori, le imprese utilizzatrici, le aziende di recupero.

L’entrata in vigore del Decreto Ronchi ha portato da un lato all’abrogazione degli articoli istitutivi dei consorzi con l’eccezione di quello concernente le batterie ed i rifiuti piombosi e del decreto concernente gli oli esausti, dall’altro all’approvazione, con sei decreti ministeriali del 15 luglio 1998, degli statuti dei consorzi di filiera (ex art. 41 D.Lgs. 22/97). I consorzi ad oggi operativi sono:

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Consorzio nazionale per il recupero ed il riciclo degli imballaggi a base cellulosica (COMIECO), Consorzio nazionale per il recupero degli imballaggi in plastica (CO.RE.PLA.), Consorzio nazionale per il recupero ed il riciclo degli imballaggi usati in acciaio (Consorzio Nazionale Acciaio – C.N.A.), Consorzio imballaggi alluminio (CIAL), Consorzio recupero vetro (CO.RE.VE.), Consorzio nazionale per il recupero ed il riciclo degli imballaggi in legno (Rilegno).

Tali consorzi si sostituiscono ai produttori consorziati nei relativi obblighi, ferma restando la loro partecipazione a CONAI insieme agli utilizzatori. Essi hanno il compito di organizzare:

la ripresa degli imballaggi usati, la raccolta di rifiuti di imballaggi secondari e terziari su superfici private, il ritiro, su indicazione del CONAI, dei rifiuti di imballaggi conferiti al servizio pubblico, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti da imballaggio.

Entro il 31 marzo di ogni anno ciascun consorzio deve trasmettere a CONAI l’elenco degli associati e la relazione sulla gestione comprensiva del programma specifico di prevenzione e dei risultati conseguiti nel recupero e riciclo dei rifiuti da imballaggio e con l’evidenziazione di problemi emersi e proposte di adeguamento.

Tali programmi e relazioni costituiscono la base per la redazione, da parte di CONAI, del programma generale di prevenzione e gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio.

I mezzi finanziari per il funzionamento dei consorzi sono costituiti dai proventi delle attività e dei contributi dei soggetti partecipanti, contributi che ogni consorzio determina autonomamente sulla base del proprio Statuto.

La forma di finanziamento, che ripartisce fra produttori ed utilizzatori i costi della raccolta differenziata, riciclaggio e recupero dei rifiuti di imballaggio primari, secondari e terziari, è rappresentata dal Contributo Ambientale. Il contributo viene applicato in fattura nel momento della prima cessione dal produttore all’utilizzatore. 1.3 LA NORMATIVA REGIONALE SICILIANA

Per quanto concerne la competenza della Regione siciliana in materia ambientale in generale ed in materia di rifiuti in particolare, occorre fare riferimento allo Statuto regionale ed ai decreti attuativi dello stesso. Essendo atti precedenti alla maggior parte della normativa ambientale, nata, tranne alcune eccezioni, negli anni ’80 e ’90 sull’onda del recepimento delle direttive comunitarie (del 1986 è l’istituzione del Ministero dell’Ambiente), la competenza in materia ambientale va ricondotta a norme inerenti l’igiene e la sanità pubblica.

Il D.P.R. 9 agosto 1956 n. 1111, “Norme di attuazione dello Statuto della Regione siciliana in materia di igiene, sanità pubblica ed assistenza sanitaria”, attribuisce alla Regione siciliana, nell’ambito del proprio territorio, le attribuzioni degli organi statali centrali e periferici nelle materie di igiene, sanità pubblica ed assistenza sanitaria; il comma 2 del paragrafo 1 fa rientrare fra le stesse anche le materie relative all’igiene del suolo e dell’inquinamento atmosferico, idrico, termico ed acustico, compresi gli aspetti igienico-sanitari delle industrie insalubri.

Le funzioni amministrative svolte dalla Regione siciliana comprendono quelle di vigilanza e tutela e sono svolte sulla base dell’articolo 20 dello Statuto della Regione siciliana (R.D.Lgs. 15/05/46 n. 455).

Tale disposizione rimanda agli articoli 14, 15 e 17 dello stesso Statuto; l’articolo 14 attribuisce all’Assemblea regionale la legislazione esclusiva, nei limiti delle leggi

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costituzionali dello Stato, relativamente ad una serie di materie e l’articolo 17, sempre nei limiti della legislazione dello Stato, attribuisce all’Assemblea l’emanazione di leggi volte a soddisfare condizioni particolari ed interessi propri della Regione, anche relative all’organizzazione di servizi concernenti igiene e sanità pubblica (lettera b). La lettera i) dello stesso articolo inserisce comunque anche “tutte le altre materie che implicano servizi di prevalente interesse regionale”.

Conseguentemente a questi atti sono state emanate una serie di norme e disposizioni concernente il regime dei rifiuti: si riporta di seguito, in ordine cronologico, un elenco non esaustivo con una breve illustrazione del contenuto delle stesse. Circolare dell’Assessore del 30/07/86 Disciplina dello smaltimento dei liquami provenienti da spurgo pozzi neri o di fosse settiche e dei fanghi residuali da cicli di lavorazione o da processi di depurazione: la circolare stabilisce che i liquami sono disciplinati dalla L. 319/76 (Legge Merli), solo nel caso in cui siano classificati come tossici e nocivi rientrano nella disciplina dei rifiuti regolata dal DPR 915/82. Circolare dell’Assessore del 30/07/86 Relativamente allo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla lavorazione del marmo, la circolare stabilisce che tali rifiuti speciali possono essere utilizzati anche per copertura di discariche di RSU; mentre le attività di escavazione devono far riferimento alla discarica situata presso la cava secondo quanto disciplinato dalla specifica normativa. Decreto Assessore Regionale del 29/06/93 Assimilazione dei rifiuti derivanti da attività agricole, artigiane e commerciali ai rifiuti urbani: nelle more dell’adozione dei regolamenti comunali, i rifiuti di cui al punto 1.1.1. lett. a) della Deliberazione C.I. ’84 sono assimilabili agli urbani, conferibili in discarica di 1° cat., quando provenienti dalle attività di imprese artigiane, commerciali ed industriali presenti all’interno dei perimetri in cui è istituito il servizio di raccolta dei rifiuti urbani. Decreto dell’Assessore Regionale del 9/7/94 Integrazione dell’elenco regionale previsto dal Decreto Ministeriale 26 gennaio 1990 dei residui destinati al riutilizzo. Il Decreto definisce un primo elenco di materie prime secondarie integrativo di quello contenuto nel DM 26 gennaio 1990. Legge Regionale n. 40 del 21/04/95 Provvedimenti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti speciali inerti. La Legge contiene disposizioni varie in materia di urbanistica (modificata art. 7 L.R. 3/10/95 n. 71 e 3,15,16 L.R. 18/06/77 n. 39): in particolare provvede all’istituzione dei Commissari provveditori (provvisori) i quali provvedono a tutti gli atti necessari alla realizzazione di impianti di smaltimento di rifiuti solidi urbani previsti a medio termine dal piano regionale ad essi relativo. Inoltre contiene anche disposizioni relative alla realizzazione, da parte dei Comuni di discariche di seconda categoria tipo A per i rifiuti inerti, e relative alla bonifica e recupero delle discariche realizzate ex art. 12 DPR 915/82. L.R. n. 71 del 3/10/95 e L.R. 50 del 9/12/96 (modifica degli articoli 1 e 5) Disposizioni urgenti in materia di territorio ed ambiente: la normativa interviene relativamente:

al settore dello smaltimento dei reflui e relativi impianti di depurazione (per le attività delle distillerie, cantine ed aziende di fabbricazione degli agrumi), per quanto concerne i limiti si fa riferimento a quelli indicati dalla Legge 319/76 (Legge Merli), allo snellimento delle procedure in tema di tutela ambientale (emissioni, riciclaggio in proprio),

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al settore delle aree protette. Circolare dell’Assessore n. 20960/U del 15/10/96 Tributo speciale per conferimento rifiuti solidi Circolare dell’Assessore n. 85309 del 16/04/97 La circolare illustra le modalità di predisposizione e presentazione del Modello Unico di Dichiarazione in materia ambientale previsto dalla L. 70/94, definendo in particolare gli obblighi di produttori e smaltitori. Decreto Presidente Regione del 24/03/77 e succ. modifiche Il Decreto individua impianti ed attività per i quali il rilascio delle autorizzazioni di carattere ambientale è delegato alle Province regionali, sia in tema di emissioni in atmosfera (DPR 203/88), sia in tema di rifiuti (DPR 915/82). Relativamente ai rifiuti individua i seguenti impianti:

stoccaggio provvisorio di rifiuti urbani pericolosi gestione di impianti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali di cui ai punti 1 e 5. 4° comma, art. 2 prodotti

da terzi Circolari Assessore n. 13138/U del 11/06/77, n. 6326 del 31/03/98 La prima circolare emana direttive riguardanti la raccolta differenziata e l’applicazione dell’articolo 13 del decreto legislativo n. 22 del 5 febbraio 1997 relativo alle ordinanze contingibili ed urgenti per l’emergenza rifiuti. In merito alle attività di raccolta differenziata (con espresso riferimento agli articoli 12-22 del capitolo II della normativa di accompagnamento del piano regionale e circolari assessoriali 47214 del 13/7/90 e 17740/U del 1/8/95) introduce la necessità dell’approntamento di un piano di raccolta differenziata per realizzare il conseguimento degli obiettivi dell’articolo 24 del Decreto Ronchi. Si precisa inoltre che l’articolo 13 del Decreto Ronchi è utilizzabile anche per fasi diversi dal semplice smaltimento del rifiuto dato il periodo transitorio (passaggio dal concetto di smaltimento al concetto di governo complessivo del ciclo dei rifiuti); definisce inoltre la procedura amministrativa per una sua corretta ed uniforme applicazione. Ultimo tema della circolare è l’applicazione degli articoli 21 e 23 del Ronchi; si specifica che ogni Provincia regionale dovrà identificare l’ATO per la gestione unitaria dei rifiuti urbani, tuttavia, laddove vi siano esigenze tecniche o di efficienza di gestione, possono autorizzare gestioni a livello sub-provinciale. La seconda circolare provvede ad emanare direttive sugli impianti per le operazioni preliminari di raccolta differenziata e recupero dei rifiuti solidi urbani ai fini di individuare quelli non soggetti ad autorizzazione ai sensi degli articoli 27 e 28 del decreto legislativo 22/97. Infatti si specifica che i Centri comunali di raccolta differenziata non rientrano negli impianti normati dagli art. 27 e 28 in quanto non compresi negli allegati B e C del Ronchi. Si ritiene che abbiano scarsa rilevanza dal punto di vista dell’impatto ambientale e che abbiano necessità di autorizzazione sanitaria L.R. 181/81. Circolari dell’Assessore n. 28064 del 12/12/97, 13 374/U del 30/07/97 Le circolari in esame provvedono a definire le direttive per l’aggiornamento ed il rilascio delle autorizzazioni sui centri di raccolta per la messa in sicurezza, la demolizioni, il recupero dei materiali e la rottamazione dei veicoli a motore, rimorchi, simili e loro parti. In particolare contengono la modulistica da allegare alle domande.

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Legge Regionale n. 32 del 28/08/97 La Legge in esame prevede misure a favore di organismi anche a capitale pubblico o di imprese che operano nel settore della raccolta e trasformazione dei rifiuti industriale; in particolare sono definite le modalità di erogazione di un aiuto di £ 15 per chilogrammo di materiale lavorato ai fini della sua trasformazione per l’impiego in un processo produttivo. Circolare dell’Assessore n. 19986/U del 8/9/97 A seguito della circolare 11/1/88 n. 1642, vengono definite alcune direttive finalizzate alla semplificazione dell’iter procedurale relativo al recupero ambientale delle cave, sia relativamente ai recuperi ambientali eseguiti a spese del privato sia ai recuperi da eseguire con finanziamento pubblico. Decreto dell’Assessore Regionale del 20/10/97 Il Decreto provvede all’approvazione del modello di dichiarazione annuale del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi previsto dal comma 5 dell’art. 2 della L.R. 6/97. Circolare dell’Assessore n. 6008 del 27/03/98 Alla luce dell’entrata in vigore della L.R. 40/95, le Provincie regionali entro 6 mesi avrebbero dovuto predisporre progetti di bonifica e recupero delle discariche attivate ai sensi dell’art. 12 del D.P.R. 915/82. La circolare definisce pertanto gli indirizzi riguardanti la messa in sicurezza e/o la bonifica di discariche per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Circolare dell’Assessore n. 6006 del 27/03/98 La Circolare prende in esame la problematica concernente i rifiuti abbandonati, la rimozione e la relativa competenza con la definizione di chiarimenti sull’applicazione dell’art. 160 della legge regionale 1 settembre ’93 n. 25 (Responsabilità sull’abbandono di rifiuti e doveri di rimozione); fermo restando il principio “chi inquina paga” e gli espressi divieti di scarichi abusivi in aree pubbliche e private, si chiarisce che la rimozione viene effettuata dalla Provincia o dal Comune, ove possibile a carico del soggetto obbligato, ed a seguito dell’entrata in vigore del Decreto Ronchi, senza che sia rilevante la proprietà o l’uso dell’area. L’articolo 160 della L.R. 25/93, è quindi integrato con le disposizioni del Ronchi; se le rimozioni relative a “il territorio esterno ai perimetri dei centri abitati” erano attribuite alla Provincia regionale, oggi tale competenza alla raccolta e smaltimento rimane solamente se non sia identificabile il soggetto obbligato, poiché in tal caso il Sindaco ha il preciso onere dell’ordine di sgombero, ripristino dell’area ed oneri successivi. Circolare n. 119 del 7/5/98 Tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani ed assimilati. Abrogazione dell’art. 39 del L. 22/2/94 n. 146: la Circolare chiarisce gli effetti dell’abrogazione dell’articolo citato il quale conteneva l’assimilazione agli urbani di alcune tipologie di rifiuti provenienti da attività economiche secondo quanto indicato dal punto 1.1.1.della Deliberazione Interministeriale del 27 luglio 1984. Parallelamente illustra la possibilità per i Comuni di avvalersi immediatamente dell’articolo 21 del D.Lgs. 22/97, ossia della potere di assimilazione attribuito al Comune ai fini di assicurare un immediato equilibrio tariffario. Circolare dell’Assessore n. 19752 7/10/98 Norme di attuazione del Piano regionale di organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti solidi urbani a breve-medio termine e procedure di adeguamento ai sensi dell’art. 22 comma 7 del D.Lgs. 22/97 Il documento riferisce in merito all’esame, da parte del C.R.T.A, del Piano regionale sopra menzionato approvato con D.P.Reg. n. 35/89 e le prospettive di attuazione alla luce delle modifiche normative apportate dal Decreto Ronchi: l’esame ha rilevato che il Piano ha efficacia a tempo indeterminato, tuttavia è soggetto all’aggiornamento periodico alla luce

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dell’adeguamento alle evoluzioni delle situazioni ambientali, nuove tecnologie, nuove normative comunitarie, statali e regionali. Inoltre i principi generali del Decreto Ronchi erano già recepiti dal Piano ma questo è stato evidenziato a fronte delle carenze tuttora attuali come dimostrato dal ricorso alle discariche di emergenza attuate dai sindaci con ordinanze contingibili e urgenti. Il C.R.T.A. ha espresso parere favorevole all’attuazione degli impianti a breve-medio termine previsti dal Piano. Il richiamo sia alla norma del Decreto Ronchi che consentiva il ricorso alla discarica per i rifiuti tal quale solo fino al 1 gennaio 2000 (ad oggi prorogata all’emanazione del provvedimento di recepimento della direttiva 1999/31/CEE con il termine massimo del 16/07/2001), sia all’articolo 24 che definisce gli obiettivi di raccolta differenziata, è espresso; pertanto alla luce di tali linee di indirizzo si prescrive, parallelamente al ricorso alla discarica, l’attivazione delle raccolte differenziate secondo le indicazioni dello stesso Piano regionale, del Decreto Ronchi ed in particolare delle circolari assessoriali13138/97 e 6326/98, attraverso le quali è stata disposta, a seconda della dimensioni geografica del comune, la realizzazione di:

centri comunali di raccolta ogni 10.000 abitanti per cernita e raggruppamento dei materiali, centri sovracomunali di raccolta (ogni 100.000/150.000 ab.) e altre attività (selezione, triturazione, compattazione e raggruppamento per materiali omogenei, divisione e selezione per materiali omogenei dei rifiuti ingombranti).

Il C.R.T.A. ha inoltre formulato indirizzi normativo-procedurali ed operativi per la realizzazione degli impianti, ed in particolare: - ha istituito l’Osservatorio regionale sui rifiuti con il compito di raccogliere i dati forniti da

Province e Comuni sulle attività di raccolta e gestione dei rifiuti urbani, conseguentemente sia le Province regionali che i Comuni dovevano istituire il proprio osservatorio;

- ha stabilità i criteri tecnici di presentazione dei progetti esecutivi delle discariche previste dal Piano regionale e non ancora autorizzate,

- ha stabilito che le Province regionali, entro 90 giorni dalla circolare in esame, predisponessero un apposito piano provinciale delle attività di raccolta differenziata, salvo intervento dello stesso Assessorato regionale del territorio e dell’ambiente in caso di inadempienza.

Decreto dell’Assessore Regionale 12/11/98 Il Decreto contiene (Allegato 1), prescrizioni tecniche minime necessarie per l’attivazione, all’interno di una discarica di tipo 2A, di una specifica sezione dedicata al conferimento dei rifiuti di amianto in matrice cementizia o resinoide. Circolare 4/12/98 n. 22606 La circolare disciplina per l’aggiornamento ed il rilascio delle autorizzazioni sui centri di raccolta per la messa in sicurezza, la demolizioni, il recupero dei materiali e la rottamazione dei veicoli a motore, rimorchi, simili e loro parti. Definisce i contenuti delle domande di autorizzazione e contiene lo schema di domanda di autorizzazione formulata ai sensi degli articoli 27 e 28 del D.Lgs. 22/97. Circolare n. 111 del 21/05/99 Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ed assimilati: in virtù della proroga dell’introduzione della tariffa di cui all’art. 49 del D.Lgs. 22/97 viene riaffermata l’operatività per il 1999 della normativa sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Circolare dell'Assessore n° 11904 del 22/06/1999. Utilizzo, recupero e smaltimento dei sedimenti provenienti da lavori di dragaggio di fondali marini. La circolare fornisce

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chiarimenti in merito ai sedimenti provenienti da attività di dragaggio dei fondali marini di zone portuali, sul loro riutilizzo e sulle modalità di smaltimento finale in caso di mancato recupero. Ordinanza del Presidente della Regione del 23/11/99 Divieto di ingresso nel territorio della Regione siciliana dei rifiuti provenienti da altre regioni e dall’estero. Secondo l’Ordinanza i prefetti delle Province regionali provvedono alla vigilanza, sul territorio di competenza, del rispetto del divieto sopra espresso. Decreto dell'Assessore Regionale del 30/12/1999. Disciplina sull'attività dei centri di rottamazione. Il Decreto elenca gli adempimenti a cui ottemperare relativamente alla domande di autorizzazione (art. 27, 28 D.Lgs 22/97), ai criteri di progettazione e realizzazione dei centri di autodemolizione, ai criteri di localizzazione dei centri. Fornisce le indicazioni per l’adeguamento dei centri esistenti. Circolare n° 6 del 11/02/2000. O.P.C.M. n. 2983 del 31 maggio 1999. Direttive in materia di raccolta differenziata dei rifiuti. Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3072 del 21/07/2000. Disposizioni urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi, nonche' in materia di bonifica e risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati, nonche' in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione nel territorio della regione siciliana. (Ordinanza n. 3072). Decreto Commmissariale n° 150 del 25/07/2000. Approvazione del documento delle priorità degli interventi per l'emergenza rifiuti in Sicilia e della suddivisione del territorio siciliano negli ambiti e sub ambiti concernenti gli impianti di produzione di CDR e relative stazioni di trasferenza. Decreto Commissariale n° 159 del 26/07/2000. Regolamento comunale tipo per la gestione dei rifiuti. Circolare Commissariale n° 5678 del 16/10/2000. Ordinanza ministeriale n. 2983 del 31 maggio 1999 e successive modifiche. Raccolta differenziata rifiuti a base cellulosica negli uffici pubblici. Circolare Commissariale n° 1 del 13/11/2000. Interventi per il recupero di aree degradate e per la realizzazione di piazzole per la raccolta differenziata nei comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti. Legge regionale 23 dicembre 200, n. 32. Secondo quando stabilito dall'art. 70 della legge regionale 23 dicembre 200, n. 32, l'Assessorato dell'industria è autorizzato a destinare alle piccole e medie imprese contributi non superiori a lire 12 miliardi. Tali erogazioni hanno come finalità la realizzazione di impianti per il riuso e il riciclo dei rifiuti e scarti di produzione e per l'utilizzazione dei materiali provenienti da impianti di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, rifiuti assimilati ed assimilabili fondati su tecnologie che salvaguardino l'ambiente. Sono ammesse a contributo anche le spese per l'acquisto di terreni nelle aree occorrenti allo svolgimento delle suddette attività. L'intensità dell'aiuto è pari ai massimali previsti per le regioni di cui all'art. 87, lett. a), paragrafo 3 del Trattato CE, pari al 35 % in ESN cui è aggiutno il 15 % in ESL.

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Per poter usufruire del contributo, però, si deve presentare un progetto integrato per investimenti che siano finalizzati sia al riuso e/o riciclo rifiuti e scarti di produzione, sia alla produzione di energia Circolare Commissariale n° 1 del 15/01/2001. Interventi per il recupero di aree degradate e per la realizzazione di piazzole per la raccolta differenziata nei comuni con popolazione inferiore a 10 mila abitanti. Ordinanza 28 febbraio 2001. Disciplina per l'ingresso in Sicilia dei rifiuti destinati ad essere riciclati o recuperati. (Ordinanza n. 107). Ordinanza del Consiglio dei Ministri 25 maggio 2001. Ulteriori disposizioni per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi, in materia di bonifica e risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinanti, nonché in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione nella Regione siciliana. (Ordinanza n. 3136). Decreto Commissario Emergenza Rifiuti Sicilia 19 aprile 2001. Approvazione ATO e sub ATO per gli impianti di selezione e valorizzazione della frazione secca della raccolta differenziata, nonche' degli impianti di compostaggio. Ordinanza 25 maggio 2001. Ulteriori disposizioni per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi, in materia di bonifica e risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinanti, nonche' in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione nella Regione siciliana. (Ordinanza n. 3136). Ordinanza n° 3190 del 22 Marzo 2002, modifica ed integra in modo sostanziale e precedenti Ordinanze.

L’art. 2 della Ordinanza n° 2983/99 e sue modifiche ed integrazioni viene modificato dall’art. 3 dell’Ordinanza n° 3190/02.

- 1) vengono precisati alcuni aspetti del piano di emergenza, redatto in conformità ai principi, alle finalità e ai criteri stabiliti dall’art. 22 del D.L. 22/97 e, in particolare che: - “identifichi in ciascun ambito gli obiettivi specifici minimi della raccolta

differenziata, nel rispetto dei tempi e degli obiettivi fissati dall’art. 24 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22;

- “identifichi le modalità per ottimizzare la raccolta ed il trasporto, nonché per assicurare la valorizzazione energetica della frazione residuale dei rifiuti rispetto alla raccolta differenziata di cui alla precedente lettera b);

- “identifichi il numero ed i criteri per la localizzazione degli impianti per il trattamento della frazione residuale e di quelli di termovalorizzazione dei rifiuti urbani e dai rifiuti assimilati tenendo conto, in via prioritaria, dell’offerta di utilizzo dello stesso da parte del sistema industriale, preferibilmente se in sostituzione totale o parziale di combustibili tradizionali;

- “ assicuri che l’intera gestione dei rifiuti avvenga preferibilmente all’interno delle singole province, tranne che per gli impianti di cui alla precedente lettera, e che il recupero energetico dei rifiuti urbani e dai rifiuti assimilati avvenga all’interno della Regione.”

L’art. 2 bis della Ordinanza 2983/99 e sue modifiche ed integrazioni viene modificato dall’art. 3 dell’Ordinanza 3190/02 prevedendo che:

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- il Commissario delegato – Presidente della Regione siciliana promuova ed organizzi una gestione unitaria dei rifiuti urbani al sensi dell’articolo 23 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.22 in ciascun ambito territoriale ottimale che, preferibilmente, è individuato nella provincia. Ai predetti fini il commissario delegato – Presidente della Regione siciliana, individua ed attua le forme e i modi di cooperazione tra la provincia ed i Comuni in ciascun ambito o sub-ambito territoriale ottimale per la gestione integrata dei rifiuti e per l’esercizio associato delle funzioni amministrative in materia di gestione dei rifiuti urbani.

- Nel caso in cui la Provincia ed i Comuni appartenenti all’ambito non giungono alla relativa aggregazione il Commissario delegato – Presidente della Regione Siciliana, previa diffida, provvede, in nome, per conto e nell’interesse dei predetti enti, a porre in essere gli atti necessari alla costituzione della Società di ambito per la gestione integrata del servizio, cui potrà affidare, tra l’altro, la proprietà e la gestione degli impianti pubblici comprensoriali, associando la Provincia e i Comuni dell’ambito o sub-ambito, anche in deroga alle disposizioni di cui agli articoli 113 e 116 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267, e al Decreto del Presidente della Repubblica 16 settembre 1996, n.533, e successive modifiche ed integrazioni;”

L’art. 3 della Ordinanza 2983/99 e sue modifiche ed integrazioni viene modificato dall’art. 4 dell’Ordinanza 3190/02 come segue:

• in merito agli obiettivi di raccolta differenziata, al fine di: - “….. conseguire, entro il 31 dicembre 2003, l’obbiettivo del 15 per cento di

raccolta differenziata ed entro il 31 dicembre 2005, l’obbiettivo del 25 per cento di raccolta differenziata, subentrando nell’affidamento del servizio ai Comuni;” (comma 1.1);

�prevedendo di realizzare: - “…… impianti per la produzione di compost da frazione organica selezionata

da rifiuti urbani sempre che tale frazione sia disponibile e sia verificata la sua compatibilità con una possibile destinazione agricola del compost prodotto o di impiego dello stesso per fini di risanamento e/o di recupero ambientale;” (comma 1.2);

- ed interventi relativi agli impianti di trattamento della frazione residuale

(commi 1.15, 1.19 e 1.20); • e, in merito agli obblighi del consorzio CONAI, le relative scadenze vengono

differite al “31 dicembre 2002” ed al “31 luglio 2002” (comma 3) ed al “31 luglio 2002” (commi 4 e 5) ;

L’art. 4, commi 1, 2, 3, 4 e 5, della Ordinanza 2983/99 e sue modifiche ed

integrazioni viene integrato dall’art. 5 dell’Ordinanza 3190/02, commi 1, 2, 3, 4, stabilendo le modalità ed i passi attuativi per la realizzazione degli impianti di trattamento della frazione residuale a valle della raccolta differenziata. In merito alle localizzazione degli impianti di termoutilizzazione, l’art. 4, commi 1 e 2 della Ordinanza n° 3048/2000 viene modificato dall’art. 13, comma 1 e 2, della Ordinanza n° 3190/02:

Per quanto riguarda la tariffa di conferimento in discarica:

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l’art. 7 comma 5 della Ordinanza n° 2983/99 e sue modifiche ed integrazioni viene modificato dall’art. 7 commi 1 e 2 Ordinanza n° 3190/02, con l’inserimento dei seguenti punti 1 e 2:

- “1. Nelle more della determinazione della tariffa, l’aliquota di essa, occorrente per far fronte agli oneri per la gestione successiva alla chiusura per almeno un trentennio è fissata in 1,5 centesimi di euro per ogni chilogrammo conferito, salvo eventuale conguaglio, tranne nei casi in cui i predetti oneri finanziari della gestione delle discariche dopo la loro chiusura siano già previsti e messi in atto nella tariffa applicata dai gestori delle discariche.

- 2. I Comuni titolari di discariche pubbliche, al fine di assicurare l’unicità della responsabilità nella loro conduzione, garantiscono che, dopo la chiusura delle stesse, i loro gestori ne siano responsabili per la manutenzione, sorveglianza e controllo per un congruo periodo temporale.”

l’art. 8 comma. 1 della Ordinanza n° 2983/99 e sue modifiche ed integrazioni viene

modificato dall’art. 8, comma 1 della Ordinanza n° 3190/02: 1. 1.“a partire dal 1 gennaio 2001 è applicato al tributo speciale per il deposito e

smaltimento in discarica dei rifiuti urbani ed assimilabili, un coefficiente di maggiorazione pari all’1% per ogni punto percentuale di raccolta differenziata non realizzato rispetto agli obiettivi minimi previsti dalla normativa vigente.”

i commi 4, 4bis e 4 ter dell’art.4 della Ordinanza n° 3072/2000, relativi alle autorizzazioni per le discariche, vengono modificati dall’art. 14, comma 1, della Ordinanza n° 3190/02.

Infine l’art. 16, comma 1 dell’Ordinanza n° 3190/2000 stabilisce che: “Il Commissario delegato – Presidente della Regione Siciliana provvede, ove

necessario, e sentito con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, all’aggiornamento del Piano di Priorità degli Interventi per l’Emergenza Rifiuti (PIER) di cui al Decreto commissariale 25 luglio 2000, al fine di corredarlo, completarlo e aggiornarlo anche in vista della definizione, in termini di unità, ubicazione, capacità e caratteristiche, dei termo utilizzatori della frazione residuale dei rifiuti.” Ordinanza commissariale n° 1166 del 18 dicembre 2002 Adozione piano di gestione dei rifiuti e piano delle bonifiche in Sicilia.

Ordinanza del Commissario Delegato per l’emergenza Rifiuti e la tutela delle acque del 11 giugno 2002 sono state dettate le linee guida per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani in Sicilia. Il documento definisce le regole e i criteri tecnico-economici per l’attivazione dei circuiti per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani sulla base della priorità degli interventi per l’emergenza rifiuti e della delimitazione in ambiti territoriali ottimali definiti per il territorio dell’isola con ordinanza commissariale del 19 aprile 2001. Le fonti normative delle linee guida sono ancora il decreto Ronchi, la dichiarazione dello stato di Emergenza nella Regione Sicilia del 22 gennaio 1999, l’Ordinanza Ministeriale 2983/99 tramite la quale vengono fissati gli obiettivi di raccolta differenziata per la Regione Sicilia in deroga a quelli nazionali.

Le linee guida puntualizzano lo stato attuale della Raccolta differenziata e fissano gli obiettivi che ciascun Comune e ciascun ATO devono fare propri.

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Nelle linee guida si prevede la stesura del Regolamento Comunale di gestione dei Rifiuti peraltro già adottato dal Comune di Riposto e la stesura del Piano comunale di raccolta differenziata in riferimento agli obiettivi e ai servizi forniti e da fornire. 1.4 GLI STRUMENTI PROGRAMMATORI PER LA PROVINCIA DI CATANIA

La Provincia regionale di Catania, ente pubblico locale territoriale intermedio tra la Regione ed i Comuni, costituita dall’aggregazione dei Comuni in libero consorzio, secondo il comma 1 articolo 1 dello Statuto, realizza l’autogoverno della comunità consortile e sovraintende, nel quadro della programmazione regionale, l’ordinato sviluppo economico e sociale e conforma l’esercizio della propria attività a criteri di efficienza e di efficacia.

Al comma 4, sempre dello stesso articolo 1, viene affermato espressamente che la stessa Provincia regionale valorizza l’autonomia dei Comuni e, in particolare le condizioni di autonomia anche storica, dei comprensori della zona etnea, Calatino e dell’area metropolitana di Catania.

Secondo l’articolo 4 adotta un proprio programma poliennale articolato in piani o progetti settoriali e territoriali contenenti obiettivi da perseguire, priorità ed opere da realizzare, inoltre (paragrafo 4) persegue politiche attive di difesa del suolo, tutela della qualità dell’ambiente, promuove il risparmio energetico, la ricerca e l’impiego di nuove forme di energia.

Secondo l’articolo 63, all’interno delle competenze in materia di tutela dell’ambiente, la Provincia regionale procede all’organizzazione e gestione dei servizi, nonché alla localizzazione e realizzazione di impianti di smaltimento rifiuti e di depurazione della acque, quando i comuni, singoli o associati, non possano provvedervi.

Inoltre oltre ai compiti istituzionali di competenza, svolge le funzioni previste da leggi statali per le amministrazioni provinciali.

1.4.1 IL PIANO PROVINCIALE PER LA GESTIONE DEI RSU

I criteri fondamentali per l’articolazione degli interventi nella scala provinciale definita “ottimale” sono:

1. la minimizzazione dei costi economici del processo (raccolta, trasporti, stoccaggi, selezioni)

2. la minimizzazione dei costi ambientali diretti ed indiretti (n° e posizione discariche e impianti, etc.)

3. la massimizzazione delle ricadute occupazionali dirette ed indirette e dei benefici macroeconomici connessi con il reimpiego di materie prime

4. la massimizzazione dei ritorni economici derivanti dalle operazioni di riuso delle materie prime con il conferimento di frazioni di qualità ai consorzi di filiera ed al sistema industriale, di produzione di compost vendibile dalle frazioni organiche e verdi, dalla attribuzione al sistema industriale locale di CDR come fonte energetica alternativa di qualità, dalla produzione economicamente valida di energia elettrica con il CDR non impiegabile presso il sistema industriale

5. la minimizzazione dei sovvalli da avviare in discarica L’insieme dei criteri ed obiettivi risulta perseguibile esclusivamente attraverso la determinazione di un regime di gestione che determini:

◊ la indifferenza di ciascun comune rispetto alla localizzazione concreta degli impianti di selezione.

◊ la indifferenza di ciascun comune rispetto alla localizzazione delle discariche

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In caso contrario i Comuni sono destinati inevitabilmente a scontrarsi per il possesso o la vicinanza agli impianti nonché per la partecipazione alle spese in comprensori “più fortunati” e con spese oggettivamente minori per fattori di conformazione territoriale e di logistica. Sono stati determinati comprensori ottimali in ragione della funzionalità degli impianti di selezione, e dell’accessibilità alle discariche ed agli altri impianti (compostaggio). All’interno di ciascun comprensorio si sono determinate scale di preferenzialità per l’installazione degli impianti di selezione, rendendo trasparente la ricaduta in termini di costi globali (per la somma dei comuni afferenti) della scelta localizzativa rispetto a ciascun comune del comprensorio. L’articolazione in ATO risponde alla garanzia di efficace gestione degli impianti, unita alla maggior dispersione possibile degli stessi in funzione della minimizzazione dei costi di trasporto delle frazioni differenziate ma ancora voluminose ed inquinate. Ne derivano bacini di produzione corrispondenti a popolazioni-equivalenti di 100 - 150 mila ab. circa o multipli. Non avviene più raccolta di rifiuto indifferenziato ma separazione da parte delle utenze. La frazione “misto sporco poco recuperabile” diviene progressivamente il frutto residuale di una selezione a monte di frazioni preziose individuabili. La frazione “misto” ove comprensiva di frazioni di principio preziose, determina maggiori costi per la selezione e la difficile collocazione delle materie recuperate “sporche”. La sua entità è direttamente proporzionale ai costi complessivi delle operazioni di smaltimento e dunque alla ”tariffa” sulla nettezza urbana a carico delle utenze. La raccolta delle frazioni separate dalle utenze avviene con mezzi e uomini adatti ai contesti locali, che necessitano per il servizio di un luogo ove scaricare i singoli carichi di materiali che saranno poi inoltrati con mezzi idonei più grandi agli impianti di selezione. Detti spazi, attrezzati a ricevere frazioni separate dai mezzi del servizio vengono detti Piazzole di Stoccaggio e Trasferimento. In alcune piazzole si prevederanno attrezzature adatte al conferimento diretto da parte dei privati I CCR sono da realizzarsi a livello di ciascun comune, in aderenza agli abitati in guisa da agevolare le operazioni di minuta raccolta. Ai CCR vengono convogliate anche tutte le frazioni non recuperabili da avviare agli impianti di inertizzazione o smaltimento quali RUP (farmaci, pile esauste, contenitori etichettati “T” e/o ”F”) e urbani pericolosi (vernici, inchiostri, solventi, lampade a vapori di mercurio ad esempio della rete di illuminazione pubblica, etc) in contenitori adatti. I CCR di stoccaggio trasferimento, possono accogliere anche beni durevoli, inerti di provenienza domestica, ingombranti e frazioni differenziate conferite direttamente da parte delle utenze, con eventuali meccanismi di scomputo degli oneri di raccolta dalla tariffa statistica dovuta. Le frazioni selezionate dalle utenze accedono per tramite delle piazzole di stoccaggio a piattaforme di selezione e agli impianti specifici (durevoli, RUP, etc.). I prodotti della selezione vengono inoltrati ai consorzi di filiera ed al sistema industriale (frazioni ben selezionate di carta, vetro, legno, acciaio, alluminio, plastica), agli impianti di compostaggio di due qualità (frazioni umide secondo qualità). I sovvalli (frazioni umide, e non inutilizzabili come combustibili per alti costi energetici e ambientali) in discarica. Gli inerti a recupero per le frazioni pulite o riutilizzabili e per la rimanenza in discariche apposite.

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1.4.2 IL PIANO DI EMERGENZA DI CUI ALL’ARTICOLO 2 DELLA ORDINANZA N°2983/99, IN PARTICOLARE:

a) quantifica i Rifiuti urbani, i Rifiuti Assimilati ed i Rifiuti Assimilabili b) identifica gli obiettivi specifici minimi della raccolta differenziata riferita a carta, plastica,

vetro, metalli ferrosi, metalli non ferrosi, legno, frazione umida sec art. 24 D.Lgs.22/97 c) identifica numero degli impianti di valorizzazione delle frazioni. In ragione della composizione geografica, della funzionalità degli impianti, della minimizzazione dei costi di trasporto dalle piazzole di stoccaggio, etc. si sono scanditi, oltre al comprensorio “Comune di Catania”, altri 5 ATO per la installazione nel fulcro di ciascuno, di un impianto di selezione. Ciò in considerazione delle problematiche legate ai trasporti delle frazioni, alle funzionalità degli impianti, ed alle forme della diffusione delle forti opportunità occupazionali. I comprensori sono così definiti: CALATINO Caltagirone Scordia Palagonia Grammichele Ramacca Militello Val di Catania Mirabella Imbaccari Vizzini Mineo Castel di Judica S. Michele di Ganzaria S. Cono Raddusa Mazzarrone METROPEDEMONTANO ETNEO Misterbianco Gravina di Catania Mascalucia S. Giovanni La Punta Tremestieri Etneo S. Agata Li Battiati S. Gregorio di Catania Valverde S. Pietro Clarenza OVEST_INTERNO_SIMETO Paternò Adrano Biancavilla Belpasso Pedara Motta S. Anastasia S. Maria di Licodia Nicolosi Ragalna Camporotondo Etneo ALCANTARA NORD EST Giarre Bronte Riposto Randazzo Mascali Fiumefreddo di Sicilia Calatabiano Linguaglossa Maletto Castiglione di Sicilia Piedimonte Etneo Maniace S. Alfio Milo JONICO Acireale Acicatena Acicastello Aci S. Antonio Zafferana Etnea Trecastagni S. Venerina Viagrande AciBonaccorsi La localizzazione degli impianti può avvenire nei comuni baricentro pesato dei comprensori di cui alle allegate tabelle secondo la graduatoria di preferibilità legata ai costi di trasporto, nella considerazione di parametri diversi quali disponibilità di suoli adatti e compatibili, etc. Le frazioni umide di qualità scadente si valorizzano attraverso il compostaggio e l’impiego come ricopertura di discariche e cave, sottofondo fertile per parchi e giardini, sottofondo fertile per opere di forestazione produttiva in aree desertificate, a calanchi, etc. Le frazioni residuali non utilizzabili, e le ceneri vengono avviate in discarica pubblica.

VIENE STABILITO IL FABBISOGNO DI DISCARICHE PER LA FASE DI MESSA A REGIME DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA E PER I SOVVALLI A REGIME I CCR VENGONO SITUATI IN CIASCUN COMUNE, IN TERRITORIO ESTERNO AGLI ABITATI, IN POSIZIONE TANGENTE AGLI ABITATI ED ALLE VIABILITÀ COMUNALI E CON ACCESSIBILITÀ

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IMMEDIATA ALLA VIABILITÀ INTERCOMUNALE, IN CONGIUNZIONE ESTERNA CON I SITI COMPRENSORIALI DEGLI IMPIANTI DI SELEZIONE SENZA ULTERIORE ATTRAVERSAMENTO DEL CENTRO ABITATO DA PARTE DEGLI EVENTUALI AUTOMEZZI ADDETTI AL CONFERIMENTO, O IN ADIACENZA CON INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO COME LE FERROVIE.

Gli impianti di selezione vengono disposti in posizione baricentrica (pesando gli apporti di frazioni da selezionare e i tragitti verso gli impianti. Si dispongono in prossimità alle reti di comunicazione stradali ferroviarie etc. Sono preferite le aree già destinate ad insediamenti produttivi, ove queste non confliggano con esclusioni territoriali derivanti dagli studi presenti. Gli impianti di compostaggio vengono disposti in adiacenza agli impianti di selezione, in considerazione della perdita di peso del materiale prodotto rispetto al contributo di materia prima. Ciò è praticabile, per i rischi di percolazioni connessi, qualora gli impianti risultino disposti su terreni ad alto potere filtrante o bassa permeabilità, e comunque di scarsa vulnerabilità idrogeologica. Si consideri che il trasporto del prodotto finito più leggero sarà in direzioni non notibili e variabili. (Il compost di qualità peggiore, utilizzabile come sottofondo fertile ad esempio di prima ricopertura nell’ambito della chiusura di discariche per inerti in chiusura ad attività di cava, etc..) Le discariche sono previste in ambiti territoriali di scarsa vulnerabilità idrogeologica ed ambientale, con riguardo alla presenza di centri abitati, di aree ad alta presenza umana a qualsiasi titolo, distanti da aree ambientali di pregio, in cautela del paesaggio, delle sue componenti percettive, etc. Discariche per inerti, sotto le dovute cautele in virtù delle specificità idrogeologiche dei siti, possono essere ricavate e costituite dalle cave in dismissione o dismesse, anche all’interno delle fasce di protezione esterna di aree protette, nell’ambito di progetti compiuti di riqualificazione dei siti.

Il Piano contiene quindi delle indicazioni specifiche in relazione alle singole tipologie di frazioni raccolte. Tutte le indicazioni confluiscono in un insieme di infrastrutture, strettamente integrati:

- centri comunali di raccolta (CCR), attrezzati per i seguenti materiali: vetro, carta, plastiche, lattine in alluminio, materiali ferrosi, rifiuti ingombranti, frazione commerciale rifiuti solidi assimilabili, residui vegetali;

- centri sovracomunali di raccolta e stoccaggio (CSRS), per il Comune capofila svolgono la funzione dei CCR, per gli altri Comuni provvedono allo stoccaggio di pile e batterie, farmaci scaduti, prodotti e contenitori etichettati con T e/o F, lampade al neon ed al vapore di mercurio, residui vegetali da R.S.U. e da raccolte mirate da punti “verdi” di produzione;

- piattaforme di recupero e trattamento, “a monte” dell’impianto finale di smaltimento, di dimensioni adeguate a ricevere i rifiuti del bacino d’utenza relativo e dotato delle necessarie dotazioni impiantistiche da inviare al recupero e allo smaltimento finale.

- raccolte stradali (vetro, plastiche, ecc.). - raccolte mirate (carta presso uffici, organico presso utenze “verdi”, etc

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Joniambiente s . p . a . A T O C T 1

STATO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

PIANO D’AMBITO

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CAPITOLO 2

STATO DELL’ARTE DELLE ESPERIENZE RELATIVE ALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DI RSU 2.1 Tecnologie ed organizzazione della raccolta differenziata

La raccolta differenziata riveste un ruolo importantissimo nella gestione dei rifiuti Un valido sistema di raccolta differenziata deve:

- ridurre in misura ottimale la quantità di rifiuti da smaltire, - ottimizzare la qualità e la quantità dei materiali raccolti in prospettiva del loro recupero, - coinvolgere i cittadini nel sistema di gestione dei rifiuti, - essere integrato in modo efficace nel più generale piano di smaltimento dei rifiuti

prodotti dalla collettività. Ridurre le quantità di rifiuti da smaltire e aumentare le quantità di materiali raccolti, raggiungendo livelli di raccolta differenziata ottimali anche dal punto di vista economico, rappresenta un indice di efficienza del sistema di raccolta differenziata e comporta un consistente risparmio nella gestione del sistema di smaltimento previsto. Nel nostro Paese l'aumento delle rese della raccolta differenziata si traduce in un minor uso delle discariche e di conseguenza in una maggiore durata degli investimenti destinati a tali opere. Ottimizzare la qualità dei materiali raccolti si traduce, poi, nella possibilità di recuperare gli stessi, producendo meno scarti. La qualità dei materiali raccolti dipende, in modo significativo, dal tipo di sistema di raccolta differenziata adottato, in funzione delle possibilità di commistione e contaminazione dei vari materiali tra loro. I cittadini, in quanto consumatori di prodotti destinati a divenire rifiuto, o ad essere recuperati, se si sentono coinvolti nel sistema di gestione dei rifiuti, sviluppano una "coscienza ecologica" e si rendono partecipi in prima persona della sua parziale soluzione. Per questo le prime campagne di raccolta differenziata sono avvenute presso le scuole, perché i giovani sono più ricettivi a questo tipo di messaggio volto a favorire un atteggiamento ecologico e potenziare la comunicazione anche nei confronti degli adulti. Il successo della raccolta differenziata dipende molto dal grado di coinvolgimento della popolazione e dal livello di informazione sulle iniziative in atto e, di conseguenza, dal tipo di sistema adottato e dall'efficacia del messaggio pubblicitario. Il progetto di raccolta differenziata deve essere inserito e divenire parte del più generale piano di smaltimento dei rifiuti, in quanto: - la sola raccolta differenziata non è in grado di risolvere il "problema rifiuti", - il miglior piano di smaltimento è quello che integra opportunamente tutti i tipi di

smaltimento possibili (interramento sanitario, termodistruzione e recupero di materiali o energia),

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- la raccolta differenziata può contribuire a ridurre l'incompatibilità di alcuni tipi di rifiuto con i sistemi di smaltimento previsti.

Nel caso in cui i rifiuti vengano immessi in una discarica controllata, la raccolta differenziata può garantire la separazione a monte sia dei materiali pericolosi (farmaci, pile, etc.),che, se immessi in discarica, possono alterare i processi biologici di degradazione dei rifiuti e contaminare in modo rilevante il percolato prodotto, sia di quei materiali che, occupando notevoli volumi (scarti di potatura, sfalci, etc.), si decompongono e determinano rilevanti produzioni di biogas. Nel caso degli inceneritori la separazione dei materiali incombustibili (vetro, metalli, etc.) e umidi (sostanza organica) contribuisce ad elevare il potere calorifico ed a garantire una maggiore omogeneità dei rifiuti da incenerire, il che giova enormemente alla gestione dei forni. In quest'ottica la raccolta differenziata di un materiale riciclabile inerte come il vetro si giustifica, oltre che con il valore commerciale del rottame di vetro, anche con la migliore gestione degli inceneritori a griglia. La separazione meccanica, tramite la preselezione dei rifiuti alla fonte, può ottenere migliori rendimenti quantitativi ed una migliore qualità dei materiali da inviare al riciclaggio (ad es. separazione dell'alluminio dai metalli ferrosi, separazione delle varie qualità di plastiche). La raccolta differenziata della sostanza organica (mercatali, fogliame, potature, sfalci, residui organici di ristorazione, etc.) rappresenta la sola possibilità per acquisire la "materia prima" da cui ottenere il compost di qualità (l'unico realmente utilizzabile in agricoltura). Modelli tecnologici di realizzazione della raccolta differenziata I sistemi di raccolta differenziata possono essere classificati secondo tre criteri: - in base al rapporto con il sistema di raccolta ordinario dei RSU: raccolte aggiuntive e

integrate; - in base al ciclo di trattamento dei materiali raccolti: raccolte a recupero diretto dei

materiali e raccolte seguite da trattamento (selezione, condizionamento, etc.), - in base al tipo di utenza cui il servizio si rivolge: raccolte a utenza generalizzata ed a

utenza specifica. Il metodo di raccolta viene classificato in base al rapporto con il sistema di raccolta ordinario dei RSU, al ciclo di trattamento dei materiali raccolti e al tipo di utenza cui il servizio si rivolge. Per questo vengono delineati alcuni criteri progettuali e gestionali relativi alle modalità più applicate e ai materiali raccolti. La raccolta differenziata si attua tramite diversi modelli tecnologici: 1 2 3 4 5 6

raccolta mediante contenitori stradali; raccolta tramite contenitori ubicati presso gli esercizi commerciali; conferimento presso piattaforme di raccolta; (CZR e CCR) raccolta presso l'utenza (sistema porta a porta); raccolta integrata a quella dei RSU (sistema a più bidoni); raccolta mediante sistema a deposito.

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2.1.1 Raccolta mediante contenitori stradali L'ente responsabile della raccolta si occupa della distribuzione sul suolo urbano di un sufficiente numero di contenitori, facilmente riconoscibili da parte del cittadino. Quest’ultimo deve recarsi personalmente presso il contenitore e introdurre al suo interno il materiale raccolto e provvisoriamente stoccato presso la propria abitazione. La raccolta mediante contenitori stradali si aggiunge a quella ordinaria dei RSU ed è ad utenza generalizzata. Il sistema di raccolta mediante contenitori stradali è ampiamente utilizzato per via della sua intrinseca semplicità e per il fatto di poter essere applicato a numerosi materiali (carta, pile, farmaci e contenitori per liquidi in vetro, plastica , metallo e carta). I contenitori in uso possono essere del tipo a campana, a cassonetto o a cestino. Alcuni problemi si presentano in riferimento alla localizzazione delle campane o cassonetti, soprattutto nei centri storici, in quanto si ha una occupazione di suolo pubblico, a causa dell'ingombro del contenitore, e problemi estetici ed igienici a causa dei contenitori che possono essere abbandonati attorno ad essi. Modalità di raccolta I contenitori stradali in uso sono campane, cassonetti e cestini. Le campane sono contenitori stradali a pianta circolare o quadrata e di capacità 2-3 m 3 realizzati in fibra di vetro o PE e dotati superiormente di 2 o 3 aperture idonee al conferimento del materiale da raccogliere (aperture circolari per bottiglie e lattine, rettangolari per la carta e piccole aperture per pile e farmaci). Il loro svuotamento può avvenire a gravità o manualmente. Nel primo caso si ricorre ad un automezzo di raccolta dotato di un braccio meccanico a due ganci: il primo fisso rispetto al braccio ed il secondo collegato ad un cilindro idraulico. Le campane sono invece dotate di due anelli: il primo collegato ad una robusta asta centrale che ha lo scopo di mantenere chiusa la campana al momento del suo sollevamento ed il secondo solidale al corpo esterno del contenitore. Per effettuare lo svuotamento della campana si devono eseguire le seguenti manovre: 1) sollevare da terra la campana agganciando il primo anello con il gancio fisso rispetto

alla gru mantenendo chiuso il fondo; 2) muovere il braccio meccanico in modo tale da posizionarla al di sopra del vano di

raccolta del camion; 3) svuotare il contenuto della campana mediante il sollevamento del corpo esterno del

contenitore, lavorando sul secondo gancio per ottenere la rapida apertura del fondo; 4) riposizionare la campana nel luogo originario. Il fondo della campana è uno dei particolari costruttivi più importanti della campana. Esso può essere di forma conica (campane a pianta circolare) o essere costituito da due alette rettangolari incernierate su due lati opposti del contenitore (campane a pianta quadrata). Nelle raccolte di materiali leggeri, come lattine e bottiglie o contenitori in plastica, si ricorre a campane con svuotamento manuale, dotate di porta d'accesso chiusa a chiave e prive di fondo rigido. Recentemente va sviluppandosi l'uso di campane progettate per realizzare più raccolte differenziate in contemporanea: esse sono a pianta quadrata e di grandi dimensioni (capacità teoriche di 3-4 m 3) e sono dotate di diverse aperture (fino a 8) corrispondenti a diversi tipi di materiali conferibili. Il loro svuotamento è necessariamente manuale.

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Le campane sono adatte alla raccolta di vetro, carta, plastica e alluminio (pile esauste e farmaci scaduti solo nel caso delle campane multiscomparto). I cassonetti sono contenitori stradali di varia capacità da 1100-3200 l realizzati a forma di parallelepipedo in metallo, fibra di vetro e polietilene sono gli stessi che vengono utilizzati per la raccolta ordinaria dei RSU. Il loro svuotamento avviene mediante appositi automezzi in grado di sollevare il cassonetto e di svuotarne il contenuto all’interno di un apposito vano di raccolta. I cassonetti sono usati soprattutto per la raccolta di carta, plastica e alluminio. I cestini sono contenitori stradali di capacità pari a 25-200 l e di varia forma e fattura (dai veri e propri cestini ai piccoli bidoni) che possono essere fissati sui pali di sostegno dei segnali stradali, su appoggi appositamente realizzati, sui muri, sulle stesse campane o possono essere poggiati sul terreno. Il loro svuotamento avviene manualmente. I cestini sono utilizzati per la raccolta di pile e farmaci. In particolari condizioni di viabilità vengono utilizzati bidoni da 240 lt. Si rendono necessari soprattutto nei centri storici dove piccole dimensioni risultano funzionali a vie e vicoli. L’altro principale utilizzo di tali bidoni è quello del servizio di raccolta domiciliare. Tipo di raccolte I sistemi di raccolta mediante contenitori stradali sono i più diffusi in Italia, dove allo stato attuale esiste praticamente solo la raccolta aggiuntiva. I contenitori possono avere, diversi colori, forme e volumi. Per problemi di occupazione di spazio, se si vuole raccogliere più materiali, è preferibile l’utilizzo di contenitori multiscomparto o l'impiego di contenitori dalla particolare forma che si prestino a molteplici soluzioni. Il dimensionamento delle campane multimateriale risulta, per ora piuttosto problematico (non essendoci ancora dati precisi), in genere si mantiene fissa la frequenza di svuotamento dell'operatore che raccoglie tutti i singoli materiali ogni qualvolta sia necessario. I contenitori multiscomparto disponibili sul mercato presentano delle capacità (sulla base delle esperienze fino ad oggi condotte) che dovrebbero consentire all'operatore di raccogliere il più possibile simultaneamente i diversi materiali. Con frequenze di raccolta mono o bi-settimanale, il numero di contenitori da adottare può essere ricavato imponendo un rapporto abitanti/campana pari a circa 1000. Campane, cassonetti e cestini devono essere facilmente identificabili dagli utenti e dovrebbero preferibilmente riportare chiare istruzioni d'uso: a tal fine spesso si usa attaccare apposite etichette adesive sulla loro superficie esterna. Un inconveniente presentato dal sistema con contenitori stradali è rappresentato dal pericolo che i contenitori stessi siano oggetto di atti vandalici (danneggiamenti, incendi, etc.). VETRO: i contenitori stradali che meglio si adattano alla raccolta del vetro sono le campane. Comunemente vengono utilizzate campane a pianta circolare di capacità pari a 2,0-2,5 m3 e di forma slanciata per favorire la frantumazione delle bottiglie all'atto del conferimento con aperture di inserimento di forma circolare e di dimensione leggermente superiore alla sezione trasversale delle bottiglie per evitare l'introduzione di materiali "inquinanti" quali piatti e ceramiche in genere. Uno sviluppo possibile di questo tipo di servizio potrebbe essere la raccolta differenziata delle bottiglie di vetro suddivise per colore, anche se questa via sembra essere limitata da problemi di risposta da parte del cittadino e soprattutto da problemi pratici (necessità di

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realizzare campane a più scomparti con svuotamento differenziato o più campane tra loro adiacenti con evidenti problemi di localizzazione). Per il dimensionamento si utilizza il rapporto tra abitanti serviti e numero di contenitori. A seconda del livello di pubblicizzazione dell’iniziativa e della "collaborazione" dei cittadini. In tal modo è possibile raggiungere rese di raccolta che si tengono in generale tra i 10 e i 20 kg/ab-anno. Solo nei centri meno densamente popolati è possibile scendere su valori inferiori, potendo conseguire rendimenti specifici quantitativi maggiori (rese annue pro-capite superiori a 20 kg/ ab-anno.) CARTA: vengono utilizzate campane a pianta quadrata di capacità 2,0-3,0 m3 dotate di due aperture rettangolari allungate per favorire il conferimento di giornali, riviste e carta da ufficio. Nel caso della carta i dati finora disponibili non hanno consentito lo sviluppo di criteri di dimensionamento affidabili. I valori di riferimento sono comunque nell'intervallo 500-1250 ab /campana. Sicuramente importante è invece la forma delle aperture di alimentazione della campana. PLASTICA ed ALLUMINIO: sono utilizzate campane tradizionali (di capacità rispettivamente pari a 2,4-3,0 m3 e 2,0 m 3) o campane multiscomparto a base quadrata di capacità complessiva 3-4 m3 (dotate di sacchi di capacità rispettivamente pari a 500-1500 l e 120-1000 1). In questo ultimo caso le campane multiscomparto sono utilizzate anche per la raccolta di pile esauste e farmaci scaduti, dotandole di sacchi di dimensioni più contenute (rispettivamente 20-60 l e 25-250 1). Per l'alluminio sono dimensionate 1500-2000 ab/campana anche se le campane non hanno dato buoni risultati: le rese ottenibili sono dell'ordine dei 50-100 g/'ab-anno. PILE ESAUSTE: possono essere raccolte anche in cestini stradali da 35-50 l: questi possono essere posizionati in prossimità di luoghi molto frequentati dal pubblico (scuole, uffici pubblici, etc.) o sulle stesse campane di raccolta del vetro o di altri materiali. I migliori rendimenti quantitativi possono essere ottenuti accoppiando contenitori stradali e contenitori per interni. FARMACI SCADUTI: oltre alle campane multiscomparto si possono usare appositi bidoni da 70~150 1. L'uso di contenitori stradali (ad eccezione delle campane multiscomparto) è sconsigliabile per via dei possibili rischi di esportazione del materiale. Abitualmente i bidoni vengono posizionati pertanto all’interno delle farmacie.

2.1.2 Raccolta mediante contenitori ubicati presso gli esercizi commerciali L'ente responsabile della raccolta si occupa della collocazione, presso tutti, o i principali, esercizi commerciali in cui vengono venduti i prodotti oggetto della raccolta, di contenitori di opportuna forma e dimensione, facilmente riconoscibili da parte del cittadino. Quest'ultimo deve recarsi personalmente presso l'esercizio commerciale per depositare all'interno del contenitore il materiale raccolto e provvisoriamente stoccato presso la propria abitazione. La raccolta mediante contenitori ubicati presso esercizi commerciali è un tipico sistema aggiuntivo rispetto a quello ordinario di raccolta dei RSU e ad utenza generalizzata.

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Modalità di raccolta Il sistema di raccolta mediante contenitori ubicati presso gli esercizi commerciali è diffusamente utilizzato per via della sua intrinseca semplicità e per il fatto di poter essere applicato a numerosi materiali (pile, farmaci e contenitori per liquidi in plastica e metallo). I contenitori maggiormente in uso sono del tipo a cestino, personalizzati a seconda del materiale da raccogliere. Frequentemente utilizzate per la raccolta e la compattazione delle bottiglie in plastica e delle lattine in metallo sono speciali macchine automatiche o a pedale definite rispettivamente "mangiabottiglie" e "schiaccialattine". La qualità dei materiali raccolti è solitamente ottima sia per effetto del controllo immediato del negoziante (caso delle pile esauste e dei farmaci scaduti) che per effetto delle macchine "mangiabottiglie" e "schiaccialattine" che rigettano in genere i materiali incompatibili, incrementano il peso specifico delle bottiglie e delle lattine riducendone i costi di trasporto e, nel caso delle lattine metalliche, ne possono operare la suddivisione per tipo di materiale costituente (alluminio o banda stagnata). Ciò rende spesso superfluo il ricorso ad ulteriori fasi di selezione manuale, automatica o semi-automatica, limitate per lo più alla suddivisione delle bottiglie in plastica per tipo di materiale. Le quantità ottenibili con la raccolta (valutate in termini di resa pro-capite annua), dipendenti dalla sensibilità della popolazione, dal suo grado di informazione e, soprattutto, dalla comodità di conferimento espressa dal numero di esercizi commerciali coinvolti nelle iniziative di raccolta differenziata, cioè dalla capillarità del servizio, possono essere anche di rilevante entità. L'impatto ambientale di tale modalità realizzativa è nullo per quanto attiene i problemi di localizzazione dei contenitori, l'occupazione di suolo pubblico, i problemi estetici e di rumorosità come pure il traffico indotto, spesso imputabile solo a piccoli mezzi di trasporto, è trascurabile. Dal punto di vista dell'utente, il sistema garantisce una discreta comodità di conferimento (crescente con la capillarità del servizio) e richiede un discreto ma non eccessivo impegno: il cittadino deve stoccare provvisoriamente presso la propria abitazione i materiali raccolti e può portarli con sé presso l'esercizio commerciale al momento del successivo acquisto, senza perciò prevedere appositi viaggi. Tale sistema richiede per contro una promozione del servizio presso l'utenza, anche mediante incentivi. Tipo di raccolte Si possono definire due tipi di raccolta: quella relativa a prodotti riciclabili (plastica e alluminio) e quella relativa a rifiuti pericolosi (pile esauste e farmaci). Nel primo caso bisogna ottimizzare non solo le rese ma anche la qualità dei materiali: il secondo obiettivo è facilmente conseguibile mediante l'uso di macchine in grado di provvedere all'identificazione del materiale oltre al suo stoccaggio ottimale. La raccolta dell'alluminio può essere svolta anche mediante bidoni di varia forma posti presso i bar, nelle scuole e nei grossi centri commerciali. Nel caso dei rifiuti pericolosi, la raccolta si concentra presso gli stessi punti di vendita. La raccolta delle pile avviene mediante contenitori di capacità pari a 5-30 l (scatole di cartone o piccoli contenitori in plastica), la raccolta dei farmaci mediante bidoncini di capacità pari a 70-150 I dotati di sportelli di alimentazione realizzati in modo da impedire l'estrazione manuale dei farmaci conferiti.

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I sistemi di raccolta mediante contenitori ubicati presso gli esercizi commerciali si caratterizzano per la possibilità di rendere il servizio assai capillare (se ad es. tutti gli esercizi commerciali che vendono pile aderiscono alle iniziative di raccolta differenziata) e di integrarlo con altri sistemi di raccolta differenziata (ad es. raccolta della plastica con campane stradali e "mangiabottiglie" presso i supermercati; raccolta delle pile esauste con cestini stradali e contenitori posti presso esercizi commerciali; etc.).

2.1.3 Conferimento presso piattaforme di raccolta Sono strutture complesse, recintate, aperte solo in determinati orari e custodite da personale addetto che sovraintende ai conferimenti dell’utenza. L'ente responsabile della raccolta realizza una o più aree attrezzate destinate allo stoccaggio, all'eventuale seconda separazione dei materiali ed alla cessione a terzi delle singole frazioni. L'utente deve recarsi al centro di raccolta con mezzi propri e conferire i materiali precedentemente separati. Il conferimento presso piattaforme di raccolta è un tipico sistema di raccolta aggiuntivo rispetto a quello ordinario di raccolta dei RSU e ad utenza generalizzata. Esso può essere applicato a numerosi materiali (carta, pile, farmaci, contenitori per liquidi in vetro, plastica e metallo, rifiuti ingombranti, etc.). La qualità dei materiali raccolti è la migliore ottenibile sia per effetto del controllo immediato del gestore della piattaforma, che può suddividere i flussi in ingresso a seconda della loro tipologia (ed eventualmente rifiutare i materiali non idonei), sia per effetto delle ulteriori fasi di selezione e/o mobilitazione cui i materiali possono essere soggetti. Le quantità ottenibili con la raccolta (valutate in termini di resa pro-capite annua), dipendenti dal grado di informazione della popolazione e, soprattutto, dalla comodità di conferimento, possono essere anche di discreta entità purché l'utente sia opportunamente incentivato. Gli incentivi possono essere premi, controvalori in prodotti ottenuti con materiali riciclati o, eventualmente, denaro. I sistemi di conferimento presso piattaforme di raccolta hanno il vantaggio di essere facilmente integrabili con altri sistemi di raccolta differenziata perché spesso i vari materiali, comunque raccolti, vengono conferiti ad una stazione di trasferimento comunale o consortile (in ogni caso esistente per agevolare lo smistamento dei materiali ed il loro invio ai recuperatori in grossi quantitativi) alla quale può essere consentito l'accesso da parte dei singoli utenti. Tali centri si prestano quindi alla raccolta contemporanea di più materiali. Tipo di raccolte e loro modalità Mediante le piattaforme è possibile raccogliere praticamente ogni genere di materiale recuperabile ad eccezione degli scarti di cucina, in considerazione del rischio di putrefazione. L'ente gestore fissa le modalità di raccolta e l'eventuale forma di ricompensa in funzione dei materiali e del loro valore di mercato: l'accesso alla piattaforma è consentito ai singoli cittadini, alle associazioni di volontariato, ma anche agli artigiani e ai commercianti.

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2.1.4 Raccolta presso l'utenza (sistema porta a porta) E’ un sistema a ritiro, in cui il materiale viene predisposto davanti all’edificio dell’utente e raccolto dal servizio apposito. Il materiale può essere conferito tramite bidoni (svuotati e lasciati sul posto), in sacchi a perdere, in pacchi o sfuso (per gli ingombranti). L'ente responsabile della raccolta si occupa di effettuare il ritiro dei materiali da recuperare direttamente presso i singoli utenti. Essi devono seguire le modalità fissate dall'ente circa i giorni e gli orari di deposito sul suolo pubblico (coincidenti a quelli del ritiro) dei materiali raccolti separatamente e del tipo di contenitore (spesso fornito gratuitamente da parte dell'ente stesso e facilmente riconoscibile da parte di coloro che effettuano il ritiro). La raccolta presso l'utenza è un tipico sistema di raccolta aggiuntivo rispetto a quello ordinario di raccolta dei RSU e ad utenza specifica, cioè relativo solo a particolari categorie di consumatori o produttori. Il sistema di raccolta presso l'utenza, per via della sua semplicità, può essere applicato a numerosi materiali (carta, pile, farmaci, contenitori per liquidi in vetro, plastica e metallo, sostanza organica, etc.) e si adatta soprattutto ai produttori di grandi quantitativi di rifiuti dello stesso tipo. Questi possono essere i comuni cittadini (carta e plastica), gli uffici e le scuole (carta), i supermercati (imballaggi in cartone o in plastica), i mercati ortofrutticoli (legno e sostanza organica), le mense ed i ristoranti (vetro, plastica e sostanza, oli vegetali usati), etc. I pregi del sistema a ritiro sono: • l’alta qualità del servizio offerto; • la totale fruibilità per tutti i cittadini; • notevole comodità in cambio di un impegno piuttosto limitato per i cittadini; • risparmio di costi per l’acquisto di nuovi contenitori stradali; • possibilità di applicare la tariffa in proporzione alla quantità di rifiuti effettivamente

conferiti da ogni singola utenza. La qualità dei materiali che è possibile raccogliere è buona, anche se non si può escludere la necessità di una successiva selezione. Le quantità ottenibili con la raccolta (valutate in termini di resa pro-capite annua), dipendenti dalla sensibilità della popolazione e dal suo grado di informazione, sono spesso di notevole entità perché la comodità e la responsabilizzazione degli utenti è maggiore. I sistemi di raccolta porta a porta si caratterizzano soprattutto per la notevole capillarità del servizio. Per quanto riguarda l'impatto ambientale di tale modalità realizzativa, non esistono problemi di localizzazione o di rumorosità e limitati o nulli sono quelli di occupazione del suolo pubblico. Più consistenti possono essere i problemi estetici (presenza di rifiuti per le strade), qualora l'utente sia troppo zelante o ritardatario rispetto ai turni di raccolta fissati dall'ente gestore e, soprattutto, quelli legati al traffico dei veicoli che effettuano la raccolta. Per le sue caratteristiche è un sistema che ben si adatta ad aree come i centri storici in cui è difficile collocare campane e appositi cassonetti. Tipo di raccolte e loro modalità Esistono sostanzialmente due tipi di raccolta differenziata presso l'utente: il sistema per appuntamento e il sistema a cassonetto (o bidone, o sacchetto) presso l'utenza. Nel primo caso gli utenti devono esporre i materiali raccolti di fronte all'abitazione o presso i comuni cassonetti di raccolta dei RSU alla data e all'ora convenute: un apposito automezzo provvederà al ritiro di tali sacchi (in genere di colore diverso da quelli dei RSU e distribuiti gratuitamente dall’ente gestore del servizio). Nel secondo caso è lo stesso ente gestore che si occupa di effettuare lo svuotamento dei cassonetti o dei bidoni posti presso l'utente (in genere un grosso produttore di rifiuti dello stesso tipo).

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I materiali che è possibile raccogliere mediante tale sistema sono il vetro e l'alluminio (presso bar, ristoranti, aziende, mense, etc.), la carta (raccolta per appuntamento presso utenze domestiche, imballaggi presso i centri commerciali, carta in genere presso uffici e scuole) e la sostanza organica (presso mense e mercati ortofrutticoli, oltre agli sfalci e alle potature dei parchi pubblici). 2.1.5 Raccolta integrata a quella dei RSU (sistema a più bidoni) L'ente responsabile della raccolta si occupa della distribuzione presso tutte le utenze (o a livello stradale) di due o tre bidoni (o cassonetti) di opportuna forma e dimensioni, facilmente distinguibili tra loro. L'utente deve porre ciascun tipo di rifiuto all'interno del bidone specificamente destinato alla sua raccolta. La raccolta integrata a quella dei RSU è un sistema che modifica fondamentalmente le caratteristiche del sistema ordinario di raccolta dei RSU. Essa si rivolge generalmente ad utenze di tipo domestico o assimilabili per qualità di rifiuto (ad es. ristoranti e alberghi). Il sistema di raccolta a più bidoni non è ancora utilizzato in Italia, fatta eccezione per alcune sperimentazioni isolate, soprattutto a causa della necessità di riorganizzare l'intero sistema di raccolta dei RSU, di realizzare appositi impianti di separazione delle frazioni recuperabili e di dover istruire adeguatamente i cittadini cui è richiesto peraltro un impegno maggiore. Esso può essere applicato a numerosi materiali divisi, di solito, in famiglie di origine (combustibili, organici, etc.). Tale sistema si caratterizza per l'ottima qualità dei materiali ottenibili direttamente o dopo trattamento di selezione, per l'elevatissima resa ottenibile in termini quantitativi (teoricamente massima), per la capillarità del servizio, per la possibilità di attivare più raccolte in contemporanea ed, in definitiva, per la possibilità di minimizzare il quantitativo di RSU da addurre allo smaltimento finale (che risulta peraltro più gestibile ed efficace). Il sistema garantisce all'utente la massima comodità di conferimento anche se richiede adeguate forme di pubblicizzazione soprattutto per quanto riguarda le modalità di utilizzo dei diversi bidoni al fine di evitare conferimenti impropri (mal adattandosi in tal senso ad utenze domestiche di tipo turistico). Tale sistema richiede inoltre un discreto impegno da parte del cittadino che deve dare una collaborazione attiva affinché l'iniziativa abbia successo. Tipo di raccolte e loro modalità Sono state sperimentate all'estero tre tipi di raccolte integrate a quella dei RSU: - la raccolta a doppio bidone (secco+RSU); - la raccolta a doppio bidone (umido+RSU); - la raccolta a triplo bidone (secco+umido+RSU). Con il termine "secco" si indicano tutti i materiali non putrescibili recuperabili (vetro, carta, plastica, metalli), con il termine "umido" la sostanza organica putrescibile (soprattutto residui alimentari) o lentamente biodegradabile (scarti di giardinaggio), mentre con la sigla "RSU" i restanti rifiuti, cioè i materiali non recuperabili. Accanto a tali raccolte è sempre necessario prevedere sistemi di raccolta dei rifiuti urbani pericolosi (pile esauste e farmaci scaduti) e dei rifiuti ingombranti che non possono e non devono confluire nel flusso dei RSU.

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2.1.6 Raccolta mediante sistema a deposito Per sistema a deposito si intende la raccolta di prodotti o imballaggi dietro restituzione dell’importo della cauzione pagata al momento dell'acquisto. Il luogo del conferimento da parte dell'utente è lo stesso nel quale sono venduti i prodotti destinati alla restituzione. Il sistema a deposito è tipicamente impiegato in alcuni tipi di raccolte separate effettuate dal settore privato. Sono soggetti a cauzione principalmente i contenitori per bevande, quali le lattine di alluminio e le bottiglie in vetro. 2.2 RACCOLTA DIFFERENZIATA SECCO-UMIDO E RACCOLTA

DIFFERENZIATA MULTIMATERIALE L’esigenza di minimizzare il flusso di rifiuti da smaltire è ormai divenuta primaria. I sistemi di raccolta differenziata (RD) mostrano evidenti limiti di rendimento e solo pochi casi riescono a recuperare più del 15-20 % dei rifiuti prodotti. Negli ultimi anni, il panorama delle strategie di gestione dei rifiuti urbani si è arricchito di alcune tipologie di RD particolarmente innovative, capaci di coniugare rese elevate e convenienza economica. La volontà di operare il recupero di quantitativi più elevati di rifiuti comporta innanzitutto la necessità di riformare i circuiti di recupero, rendendo meno disagevole la partecipazione dei cittadini alle iniziative di RD. Sono ad esempio evidenti le difficoltà che gli anziani sono costretti ad affrontare per trasportare i propri rifiuti riciclabili fino alle campane stradali. In secondo luogo, un incremento delle quantità recuperate può essere ottenuto anche aumentando il numero di categorie merceologiche oggetto di raccolta separata. Non è però realistico pensare di spingere oltre un certo limite la differenziazione domestica, dato che i flussi di rifiuto più importanti sono almeno una dozzina. Sono ad esempio frazioni potenzialmente valorizzabili: vetro, carta e cartoncino, cartone ondulato, rifiuti ingombranti (elettrodomestici, apparecchiatura elettroniche, mobili), lattine di alluminio, rottami ferrosi, contenitori per liquidi in plastica, plastiche miste, oli usati. A queste vanno aggiunti i rifiuti pericolosi, che devono essere raccolti per detossificare i rifiuti destinati a smaltimento: pile, farmaci, rifiuti chimici domestici, lampade al neon e al vapore di mercurio. Recuperare un simile numero di frazioni di rifiuto diverse con altrettanti circuiti di raccolta monomateriale mediante campane e cassonetti stradali determinerebbe una proliferazione di contenitori per la RD nelle vie cittadine, con costi insostenibili e con una eccessiva occupazione di suolo pubblico. La soluzione migliore per recuperare molti flussi di materiali diversi con un impatto sul territorio contenuto e con minori costi complessivi di raccolta è la realizzazione di centri comunali di raccolta (CCR), cioè piazzole attrezzate, recintate e custodite, dove sono concentrati i contenitori per le diverse raccolte. Il principale ostacolo alla diffusione di questo metodo di RD, soprattutto nelle grandi città, è però costituito dalla limitatezza dello spazio disponibile per la realizzazione delle piazzole. Inoltre, i CCR richiedono comunque un notevole impegno da parte dei cittadini, dato che sono mediamente più distanti per gli utenti rispetto alle campane stradali. Risulta quindi preferibile suddividere a livello domestico i rifiuti in pochi grandi flussi, facilmente selezionabili dopo essere stati raccolti. I rifiuti domestici possono essere suddivisi in tre componenti principali: • la frazione organica putrescibile (il cosiddetto "umido", composto da scarti di cucina,

avanzi di cibo, rifiuti di giardino e scarti vegetali in genere); • la frazione secca riciclabile (carta, vetro, plastica, metalli, etc.);

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• il resto del rifiuti. Il compostaggio è l'unica forma di recupero conveniente e sperimentata per l'organico, mentre per gli altri flussi sono disponibili diverse alternative, quali il riuso, riciclaggio di alta e bassa qualità, recupero energetico. A proposito dei metodi di recupero delle frazioni sopraelencate, negli ultimi tempi si e parlato spesso di "raccolta secco-umido". Questo termine è in realtà molto generico, in quanto non definisce un'unica forma di RD. Esistono infatti almeno tre tipologie fondamentali di RD secco/umido, ciascuna delle quali differisce sostanzialmente dalle altre per finalità strategiche e modalità operative: • RD della frazione secca riciclabile; • RD della frazione organica putrescibile; • RD secco/umido a tre bidoni. RD dei materiali riciclabili La RD multimateriale dei rifiuti domestici riciclabili (o, più semplicemente, RD del secco) prevede la separazione a livello domestico dei materiali recuperabili (quali carta, plastica e metalli) dal resto dei rifiuti (organico, inerti, spazzatura). Questo genere di raccolta, come qualsiasi altra che preveda l'utilizzo di una "doppia pattumiera" domestica, è definito anche RD "integrata", in quanto viene effettuata con le stesse modalità della raccolta dei RSU. I sistemi di RD integrata modificano e contribuiscono a riformare il servizio ordinario di raccolta dei rifiuti domestici. La RD della frazione secca è necessariamente una raccolta di tipo multimateriale: più categorie di materiali diversi sono conferite insieme e raccolte nello stesso contenitore. Nel caso che la raccolta sia porta a porta, i materiali riciclabili sono conferiti in sacchetti o in contenitori (in dotazione a ciascuna famiglia) posti sul marciapiede di fronte alle abitazioni in giorni prestabiliti. La frequenza di svuotamento varia in genere da 2 a 5 volte al mese. I contenitori utilizzati per il conferimento della frazione secca sono principalmente di due tipi: bidoni di materiale plastico e muniti di ruote, - molto popolari in Germania col nome di Wertstofftonne (bidone dei materiali recuperabili) o Grune Tonne (Bidone Verde) - e scatole riutilizzabili di materiale plastico denominate Blue Box. Abbastanza diffusa, specialmente nei centri urbani ad alta densità abitativa, è anche la raccolta multimateriale dei riciclabili mediante cassonetti stradali. La frazione umida non riciclabile viene destinata a smaltimento. I materiali recuperabili sono trasportati in impianti di valorizzazione, definiti con la sigla MRF (Municipal Recycling Facilities), per essere selezionati e trattati prima dell'invio alle rispettive filiere di riciclaggio. La selezione dei materiali nelle MRF è in genere effettuata manualmente, anche se cominciano ad essere disponibili degli impianti a selezione mista meccanico-manuale. In Germania, le MRF sono impiegate a servizio di popolazioni variabili tra 30.000 e 300.000 abitanti, anche se sono ritenute convenienti economicamente per bacini di utenza superiori a 150.000 abitanti. Con la RD multimateriale del secco si possono raggiungere percentuali di riduzione dei rifiuti comprese tra il 20 e il 35%. L'indice del recupero può salire fino al 45% qualora - prima di essere inviata agli impianti di smaltimento - la frazione umida sia sottoposta ad un pretrattamento a freddo, cioè ad una fermentazione aerobica del tutto analoga al processo di compostaggio convenzionale. Il pretrattamento elimina le sostanze putrescibili e fa evaporare molta dell'acqua contenuta nella massa, riducendone ulteriormente il volume. Il materiale risulta quindi stabilizzato e igienizzato: non emana più odori e non dà più luogo a putrefazione. Possiede quindi un impatto ambientale ridotto rispetto agli RSU indifferenziati, semplificando la gestione della discarica in cui è deposto. Un altro possibile

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trattamento ipotizzabile per la frazione umida è la digestione anaerobica con recupero energetico. Nelle esperienze esistenti di RD multimateriale dei riciclabili sono talvolta differenti le frazioni di rifiuto che devono essere conferite nel bidone del "secco". Le categorie merceologiche oggetto di raccolta vengono individuate in modo tale da conseguire il massimo recupero possibile del materiale, sulla base delle esistenti opportunità di commercializzazione. La scelta viene effettuata valutando la composizione dei RSU in rapporto alle condizioni del mercato delle materie seconde e alle caratteristiche del sistema di raccolta e dell'impianto di valorizzazione. La RD integrata dei rifiuti riciclabili domestici viene spesso effettuata parallelamente a forme tradizionali di RD. Se la carta è compresa nell'elenco delle frazioni oggetto di raccolta multimateriale, il vetro deve essere recuperato con il sistema a campane. Queste due frazioni devono infatti essere sempre mantenute separate per evitare la contaminazione della carta e del cartone da parte di frammenti fini di vetro, che risulterebbero difficilmente eliminabili in fase di riciclaggio. Deve essere valutato con attenzione anche il rischio di un abbassamento della qualità del macero per effetto della commissione con imballaggi non puliti. Lo schema di raccolta "duale" adottato dal DSD tedesco, ad esempio, prevede che nel Bidone Verde per la raccolta multimateriale siano conferiti solo imballaggi in metallo, plastica e poliaccoppiato, mentre vetro e carta sono generalmente recuperati mediante una raccolta monomateriale con contenitori stradali. L'esperienza ha dimostrato che la RD multimateriale porta a porta è più conveniente e adatta in zone a bassa densità abitativa. Nei centri urbani caratterizzati da un modello abitativo ad alta elevazione, si stanno invece sperimentando forme di raccolta multimateriale mediante cassonetti stradali. Il costo di raccolta risulta più contenuto, ma c’è un più alto rischio di errati conferimenti, soprattutto dove i cassonetti sono già utilizzati per la raccolta degli RSU. Rispetto ad una RD monomateriale che abbia lo stesso indice di recupero, i sistemi di RD multimateriale porta a porta presentano un minore costo di raccolta, più alte rese quantitative e una migliore qualità del materiale raccolto. Si tratta infatti del metodo di RD più comodo per l'utente. I punti di prelievo sono vicini alle abitazioni e il ridotto numero di flussi di rifiuto da diversificare rende più semplici le operazioni di separazione domestica. La voce di costo più alta è costituita dalle operazioni di selezione negli impianti di valorizzazione. La definizione delle frazioni da recuperare e la scelta del tipo di MRF rappresentano nodi cruciali per il successo delle iniziative di RD multimateriale. Dove sono state avviate sperimentazioni di raccolta della frazione riciclabile con cassonetti stradali, si calcola che il costo globale di gestione dei rifiuti, nell'ipotesi che il sistema di RD sia portato a regime, possa subire un incremento del 2-5%. L'incremento dei costi determinato dall'introduzione della RD porta a porta e invece molto più elevato, ma risulta in parte compensato dalla possibilità di ridurre i turni di raccolta dei RSU, in virtù dell'elevata percentuale di riduzione dei rifiuti conseguita dal sistema duale di recupero. RD secco-umido a tre bidoni In questo tipo di raccolta, sono installati nelle abitazioni almeno tre contenitori diversi, nei quali l'utente conferisce in forma separata i materiali riciclabili secchi, i rifiuti organici putrescibili e il resto dei rifiuti, composto unicamente da materiali non più suscettibili di un recupero che sia differente da quello energetico. Questo è il sistema di RD secco-umido con il più alto indice di recupero. E' infatti possibile praticare un riciclaggio di qualità sia della frazione organica putrescibile che dei

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materiali riciclabili contenuti nella frazione secca. L’utilizzo della "tripla pattumiera" può mettere in condizione di sottrarre allo smaltimento più della metà dei rifiuti prodotti. Al contempo, è anche il sistema più difficile da mettere in pratica, in considerazione del notevole impegno e dell'attenzione che sono richiesti agli utenti del servizio. Si possono verificare dei conferimenti impropri in conseguenza di erronea comprensione da parte dell'utente della distinzione tra i tre flussi da differenziare. In questo senso, la RD tradizionale ed anche gli altri sistemi di RD multimateriale danno luogo a meno dubbi, perchè le frazioni da separare sono definite in maniera più precisa e comprendono un minore numero di categorie merceologiche. Si può quindi affermare che, per avere successo, la RD a tre bidoni debba essere introdotta dove esiste già una sorta di "cultura della differenziazione" del rifiuto o essa venga formata mediante una intensa ed efficace attività di informazione e sensibilizzazione della popolazione.

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ATO CT 1

Joniambiente s.p.a.

PIANO D’AMBITO DELLA

GESTIONE DEI RIFIUTI

CAP. 3 PRODUZIONE E SMALTIMENTO RIFIUTI NELL’ATO CT1

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Joniambiente s . p . a . A T O C T 1

PRODUZIONE E SMALTIMENTO RIFIUTI

NELL’ATO CT1

PIANO D’AMBITO

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CAPITOLO 3 PRODUZIONE E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI NELL’ATO CT1 3.1 PREMESSA Nella programmazione di un sistema integrato di gestione dei rifiuti non possiamo non tenere conto del fenomeno della continua crescita della quantità e della pericolosità dei rifiuti prodotti. Rispondere a questo problema pensando di risolverlo semplicemente attraverso il potenziamento di un sistema impiantistico che sia capace di trattare e smaltire questa massa in continuo aumento, anche ricorrendo alla migliore tecnologia disponibile, significa non tenere conto dei limiti fisici che l’ambiente ed il territorio ci impongono. E’ quindi necessario che la programmazione del sistema di smaltimento sia preceduta da una attenta analisi relativa alle possibilità che abbiamo e dai risultati che possiamo ottenere da una azione congiunta su due fronti: da un lato quello della riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti prodotti e, dall’altro, sulla intensificazione della raccolta differenziata al fine di ridurre drasticamente il quantitativo dei rifiuti da avviare allo smaltimento e recuperare materia. Sulla raccolta differenziata, i margini di manovra degli Enti locali sono relativamente ampi, mentre, sul problema della riduzione dei rifiuti, l’efficacia dell’azione degli Enti locali da sola non sarà sufficiente ad invertire la tendenza in atto. La possibilità di bloccare ed invertire questa tendenza in atto non può che dipendere da strumenti legislativi e normativi capaci di incidere sul sistema di produzione e distribuzione delle merci e che non sono nella competenza degli Enti Locali. Il principio del “chi inquina paga” contenuto nel Decreto Ronchi – che costringe ogni soggetto a farsi carico delle spese per lo smaltimento dei rifiuti prodotti - potrà senz’altro dare i suoi benefici nel lungo periodo in quanto la norma è destinata ad incidere sul sistema produttivo e di distribuzione delle merci dal quale originano i rifiuti, ma difficilmente nei prossimi anni questa fondamentale norma potrà far sentire i suoi effetti in modo sensibile. Tuttavia, pur nei limiti della nostra azione e consapevoli della necessità di adeguati strumenti legislativi nazionali e comunitari che incidano sulla pura logica di mercato, dobbiamo cercare qui ed ora di sfruttare al massimo tutti gli strumenti e gli spazi disponibili senza attendere che, miracolisticamente, cambi il contesto generale. 3.2 LE QUANTITÀ PRODOTTE A livello nazionale la produzione dei rifiuti urbani è passata da t. 25.959.980 nel 1996 a t. 26.605.195 nel 1997, con un incremento sulla produzione del '96 del 2,48%; nel 1998 è stata pari a t. 26.845.726, con un incremento sulla produzione del '97 dell'1%; nel 1999 è stata pari a t. 28.363.913 con un incremento sulla produzione del '98 del 5,57%. Come produzione media nazionale abitante per giorno siamo passati da kg. 1,237 del 1996 a kg. 1,266 del 1997 a kg. 1,276 del 1998 a kg. 1,347 del 1999, con un incremento medio annuo pari a 3,1%. Tali quantità, senza dubbio elevate, si mantengono comunque al di sotto della media annua europea di 1,500 kg/abitante. (Dati tratti da "Rapporto rifiuti 2001", a cura di ANPA e ONR).

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Nell'ATO CT1, considerato nella sua interezza, abbiamo dati confrontabili a partire dal 1999 da questi dati si ricava che la produzione pro capite di rifiuti urbani nel 1999 è Kg 1,18 abitante per giorno, nel 2000 è Kg 1,22 abitante per giorno, nel 2001 è Kg 1,17 abitante per giorno e nel 2002 è Kg 1,22 abitante per giorno. La produzione annuale di rifiuti è pari a t. 53.086 nel 1999, t. 55.111 nel 2000, t. 54.765 nel 2001, t. 58.131 nel 2002. La produzione pro capite è percentualmente aumentata del 3,3% dal 1999 al 2002. Nell'ATO CT1 l'incremento medio negli anni presi in esame è sostanzialmente in linea con l'andamento regionale, con percentuali leggermente inferiori a questi ultimi. Si tratta comunque sempre di aumenti considerevoli che devono necessariamente far riflettere sull'ipotesi contenuta nel piano regionale che, addirittura, prevede una diminuzione dei rifiuti prodotti. Probabilmente questi aumenti generalizzati risentono anche di una maggiore efficacia della azione di controllo che ha consentito di far venire allo scoperto situazioni prima sconosciute Più verosimilmente tale crescita è dovuta all'incremento della produttività e al conseguente sviluppo dei livelli di benessere ai quali, di norma, si accompagna l'aumento dei rifiuti. Senza alcun dubbio, qualsiasi ipotesi di riduzione di rifiuti prodotti non può che partire da una attenta analisi di questa realtà che appare macroscopicamente di segno opposto e di difficile se non impossibile controllo da parte dei soli Enti locali. 3.3 CONDIZIONI E OBIETTIVI PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI Come accennato in precedenza, queste norme sono destinate ad avere un impatto sulle modalità di produzione, distribuzione e consumo delle merci sulle quali il cittadino che nel proprio ambito familiare produce rifiuti ha scarsa possibilità di incidere essendo praticamente costretto (o fortemente influenzato) a consumare le merci messe in commercio. Per agire su questo fronte occorre che si realizzino le seguenti condizioni: - riduzione dei rifiuti alla fonte attraverso la modifica dei cicli produttivi che porti anche alla produzione di merci e di imballaggi riutilizzabili più volte o riutilizzabili attraverso il riciclaggio - introduzione, nelle rivendite al dettaglio, dell’uso del vuoto a rendere in sostituzione o in aggiunta del vuoto a perdere assieme ai distributori di ricarica dei contenitori; - disponibilità del cittadino - consumatore a richiedere e ad acquistare solo, per quanto possibile, prodotti confezionati con materiale a rendere o comunque riutilizzabili più volte. E’ pertanto necessario che la Società d’Ambito, d’intesa con la Regione Siciliana e con gli Enti locali dell’ATO CT1, attivi tavoli di concertazione con enti ed operatori economici finalizzati alla stipula di accordi volontari e accordi di programma per la minimizzazione dei rifiuti nella grande e media distribuzione attraverso incentivi economici, sgravi tributari, facilitazioni amministrative, riconoscimenti di “qualità ecologica” ecc. volti, ad individuare sistemi di produzione, confezionamento e distribuzione delle merci che riducano la quantità dei rifiuti sulla base degli obiettivi elencati a puro titolo indicativo:

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- modalità di distribuzione e imballo dei prodotti freschi e non, che riducano la presenza di imballi; - presenza di bevande in contenitori riutilizzabili con deposito cauzionale nei centri di rivendita al dettaglio e sistemi di ricarica dei contenitori; - diffusione di sistemi di consegna a domicilio di bevande in contenitori riutilizzabili; - eliminazione nelle aziende della ristorazione collettiva (Fastfood, mense aziendali di soggetti privati, ecc.) dei vari contenitori a perdere (bicchieri, bottiglie, posate, cestelli, ecc.). Contemporaneamente la Società d’Ambito dovrà organizzare una capillare azione di informazione - formazione rivolta alla cittadinanza in generale finalizzata alla crescita di comportamenti ecologicamente corretti nella scelta e nell’uso di prodotti che minimizzino la formazione di rifiuti. Per tale azione si dovrà ricercare l’attiva collaborazione delle associazioni ambientaliste e dei consumatori. Per incentivare le azioni di cui sopra, la Società di Ambito dovrà prevedere apposito capitolo di spesa nel proprio bilancio di previsione. Infine, per quanto riguarda la riduzione dei rifiuti prodotti all’interno dell’ambito domestico, il piano d'ambito prevede tempi e modi per la diffusione di composter per l’autocompostaggio nelle abitazioni che dispongono di orti e giardini a partire dall’anno 2006. Le attività di informazione - formazione dovranno reclamizzare e incentivare le positività dell’autocompostaggio, spiegare le modalità di uso dei composter, comportamenti ecocompatibili nella scelta e nell'utilizzo delle merci e dei relativi scarti. Con l'applicazione di questi indirizzi di prevenzione si può prevedere una diminuzione di rifiuti da portare in discarica di circa il 15% rispetto alla produzione attuale. 3.4. LA RACCOLTA DIFFERENZIATA La raccolta differenziata rappresenta l’elemento centrale ed il principio ispiratore del presente piano. Dall’efficacia di questo servizio dipende l’efficienza e l’efficacia del piano nel suo complesso. L’organizzazione di questo servizio comporta inevitabilmente un maggiore sforzo organizzativo da parte della pubblica amministrazione e presuppone una maggiore disponibilità dei cittadini. Non solo. Non c’è dubbio che nella fase iniziale gli investimenti necessari per l’organizzazione del servizio di raccolta differenziata non saranno totalmente compensati dalla vendita dei materiali riciclabili. Ciò nonostante, il calcolo costi - benefici della raccolta differenziata non può e non deve limitarsi alla sola gestione dei rifiuti, ma deve essere considerato nella sua globalità prendendo a riferimento diversi fattori ambientali e sociali che più difficilmente si usa far rientrare nei calcoli economici. Occorrerebbe infatti considerare che la raccolta differenziata

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quanto meno comporta una: - Riduzione dei rifiuti da avviare al trattamento e smaltimento finale. Ciò determina una minore occupazione di territorio (e quindi di spreco di risorse ambientali) per la realizzazione di impianti di smaltimento. - Riduzione consumo materie prime. Essendo il nostro Paese un forte importatore di materie prime, soprattutto nel settore dei combustibili, questa riduzione incide positivamente sulla bilancia dei pagamenti. Inoltre, a fronte di un maggiore utilizzo di materie provenienti dai rifiuti corrisponde un minor prelievo di materie prime non rinnovabili dall’ambiente. - Migliore gestione degli impianti di trattamento e di smaltimento. Poter inviare a questi impianti rifiuti selezionati e quindi più omogenei, determina un migliore funzionamento degli impianti stessi, una maggiore riduzione delle emissioni inquinanti e, quindi, una positiva ricaduta sull’ambiente anche in termini di salute dei cittadini. - Incremento alla occupazione. Lo sviluppo delle raccolte differenziate, la commercializzazione delle materie prime secondarie e la gestione di nuovi impianti di trattamento e riciclo creeranno concrete prospettive di lavoro, sia dirette che indotte, con la richiesta di qualificate figure professionali. All’interno del bilancio, ove accanto ai costi economici per l'organizzazione del servizio figurano anche nuove prospettive occupazionali e minori costi ambientali e sanitari, la raccolta differenziata diventa assolutamente competitiva in rapporto a qualsiasi sistema di smaltimento dei rifiuti. Occorre tuttavia precisare che questo assunto risponde a verità nella misura in cui si affronta e si risolve l’altro aspetto del problema: il riciclo ed il riutilizzo nei cicli produttivi dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata. Se il nostro sistema produttivo non fosse in grado di riutilizzare i materiali provenienti dalla raccolta differenziata non solo verrebbero vanificati tutti gli aspetti positivi sopra accennati, ma si renderebbe inefficace lo sforzo organizzativo ed economico dei Comuni e, soprattutto, si frustrerebbe lo sforzo dei cittadini che pur tra mille difficoltà stanno adeguandosi alle nuove esigenze di raccolta e si andrebbe così a creare una ulteriore frattura tra questi e la pubblica amministrazione. La situazione della raccolta differenziata che si presenta nel complesso del ATO CT1 è sostanzialmente in continua evoluzione e induce ad un buon ottimismo per il raggiungimento del 25% alla fine dell'anno 2005 e del 35% alla fine del 2008. I dati raccolti evidenziano un continuo aumento delle percentuali di raccolta passando dall' 1,09% del 1999 al 8,32 % del 2002. Tuttavia in una serie di Comuni la raccolta differenziata trova scarsa applicazione (Calatabiano, Fiumefreddo di Sicilia, Mascali) e parte dei Comuni sono sotto la media di ATO.

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Si ritiene che ,con l'approvazione del piano di ambito e del piano di gestione attraverso i quali si potranno coordinare gli interventi sugli obiettivi fissati,e intensificare il servizio di raccolta differenziata , si potrà avere un notevole impulso per il raggiungimento delle percentuali fissate dal Decreto Ronchi e dalla Regione Sicilia. Sarà comunque opportuno prevedere delle penalizzazioni per quei Comuni che, indipendentemente dal raggiungimento delle percentuali a livello di ATO, non raggiungeranno gli obiettivi previsti dalle vigenti normative. 3.5 L’ANALISI MERCEOLOGICA DEI RIFIUTI Occorre verificare quali sono le singole componenti merceologiche che caratterizzano i nostri rifiuti. Purtroppo non esiste un metodo standardizzato per definire la caratterizzazione merceologica dei RSU ed i vari gestori effettuano le proprie analisi in maniera diversa in relazione alle proprie necessità. C’è poi da considerare che la voce RSU è onnicomprensiva di: - rifiuti provenienti da civili abitazioni; - rifiuti provenienti da spazzamento stradale e abbandonati in aree pubbliche o in aree private soggette a uso pubblico; - rifiuti assimilati provenienti da attività produttive, commerciali e di servizio. Oltre alla provenienza c’è un’altra suddivisione tra: - rifiuti urbani pericolosi (RUP); - rifiuti ingombranti; - rifiuti da imballaggi; - rifiuti da raccolta differenziata; - rifiuti indifferenziati. Inoltre la composizione dei rifiuti subisce delle variazioni anche notevoli nei vari periodi dell’anno e risente fortemente delle caratteristiche produttive, turistiche e urbanistiche dei singoli Comuni, di mercati settimanali, della presenza di grandi centri di distribuzione, ecc. Infine, all'interno di ogni singolo Comune, occorre distinguere tra zone residenziali, commerciali, industriali e così via . Le analisi merceologiche che abbiamo acquisito sono quelle stabilite dallo studio effettuato dalla Regione Sicilia. Tale studio tiene conto, in vario modo, di tutti questi elementi e si riferisce ai rifiuti prodotti a monte della raccolta differenziata. A questo livello di programmazione, che consiste nel fissare gli obiettivi a livello di ATO, una analisi estremamente dettagliata per ogni singola frazione che tenesse conto di tutti degli elementi sopra indicati, non ci sarebbe stata di alcuna utilità e non ci avrebbe consentito di fare un confronto omogeneo tra le realtà più significative. In fase operativa in funzione del controllo sull'attività di raccolta è opportuno che l'ATO esegua una analisi merceologica dei rifiuti prodotti nel proprio ambito territoriale. 3.6. MATERIALE ORGANICO Questa voce è comprensiva dei rifiuti verdi (partite omogenee di sfalci, ramaglie, attività di manutenzione del verde pubblico e privato) e dei rifiuti organici provenienti dai circuiti familiari e da utenze specifiche (ristoranti, mercati, alberghi, ecc.).

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Rifiuti organici. La presenza di questa componente nella massa dei rifiuti rende estremamente difficile raggiungere alti livelli di efficienza di recupero di altri materiali. Affinché la raccolta differenziata possa effettivamente tradursi in recuperi, è indispensabile effettuare la massima separazione alla fonte di questa tipologia di rifiuto. Nell'organizzazione della raccolta di questa frazione, oggi non eseguita in alcun comune dell'ambito, occorre tenere conto della densità abitativa e della presenza di utenze specifiche quali ristoranti, alberghi, mense, mercati e negozi ortofrutticoli, ecc. Rifiuti verdi. Si tratta in genere di rifiuti provenienti dalla manutenzione di giardini privati, aree cimiteriali parchi e aree pubbliche. 3.7. IL COMPOST Il compost è il prodotto che si ottiene dal riciclaggio del materiale organico di cui sopra. Le ultime disposizioni ministeriali (Decreto Ministero dell’Ambiente 05.02.1998 e Decreto del Ministero delle Politiche Agricole del 27.03.1998) definiscono il prodotto derivante dalla componente organica separata alla fonte un ammendante agricolo utile per il mantenimento di un adeguato tenore di sostanza organica dei suoli ai fini della conservazione della fertilità e la limitazione di fenomeni di erosione e desertificazione, che può essere riutilizzato in tutte le colture agricole senza limiti quantitativi se non quelli dettati da una buona pratica agricola. Occorre considerare che si può produrre un ottimo compost di qualità miscelando la componente organica preselezionata, e soprattutto il rifiuto verde, con i fanghi civili la cui presenza di metalli pesanti non superi i valori di concentrazione previsti dalla tabella 1B del D.Lgs. 99/92. Attraverso la produzione di compost è possibile non destinare allo smaltimento una parte consistente della sostanza organica presente nei rifiuti urbani e, potenzialmente, tutti i fanghi prodotti dagli impianti di depurazione civile, la cui concentrazione di metalli pesanti non supera i limiti di legge. Avere un ottimo compost di qualità e la disponibilità dei terreni è condizione necessaria ma non sufficiente affinché il prodotto trovi un assorbimento naturale nella attività agricola. Al contrario. Occorre essere ben consapevoli – nonostante che i terreni abbiano bisogno di sostanza organica e che il compost è una sostanza organica – che non è assolutamente scontato collocarlo sul mercato. 3.8 CARTA E CARTONE Oltre il 22% dei nostri rifiuti, in termini di peso, sono costituiti da carta e cartone. Insieme ai rifiuti a matrice organica con questa voce si supera il 53% dei rifiuti prodotti. La presenza di carta e cartone nella massa dei rifiuti non inquina le altre componenti e non costituisce un problema per il loro trattamento o smaltimento. Tuttavia questo materiale è facilmente separabile alla fonte dagli altri rifiuti urbani e ormai comincia ad essere abbastanza consolidata da parte delle famiglie l’usanza a consegnarla separatamente, anche se con diverse modalità, al servizio di nettezza urbana. Paradossalmente, è semmai la carta prodotta da enti che in numerosi casi finisce ancora tra i rifiuti indifferenziati. La percentuale di raccolta differenziata della carta e del cartone ha già raggiunto nei Comuni dell' ATO CT1 livelli apprezzabili (3,24% dato 2002)

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Questi livelli devono essere migliorati assicurando un efficiente servizio di raccolta differenziata presso le utenze domestiche e specifiche quali banche, enti pubblici, uffici commerciali, ecc. Bisognerà organizzare un sistema di separazione alla fonte dei vari tipi di carta in modo da offrire una materia riutilizzabile per diverse tipologie di materiali cartacei; inoltre, ulteriori operazioni di selezione potranno essere svolte a valle della raccolta nelle piattaforme o nelle stazioni ecologiche. La convenienza a portare ai massimi livelli possibili la raccolta differenziata di questi rifiuti non è data solo da quanto si può ricavare dalla sua vendita o dalla diminuzione dei rifiuti da smaltire (per esempio, la sua combustione consentirebbe di ricavare in termini di recupero energetico cifre sostanzialmente analoghe), ma dal fatto che, il suo riutilizzo come sostitutivo di materia prima abbatte l’importazione di materiali cellulosi ricavati da specie arboree e vegetali, riduce il consumo energetico per la trasformazione della materia prima in prodotto e contribuisce al mantenimento delle aree boscate. In breve, le voci economiche di una operazione devono sempre tenere conto delle voci ecologiche della stessa. Le modalità di raccolta di questa frazione (porta a porta, in contenitori stradali, mono-materiali, presso Stazioni ecologiche) varia a seconda delle caratteristiche urbanistiche dell'area e dalla presenza di utenze specifiche. Dovendo comunque raggiungere elevate percentuali di intercettazione si ritiene di escludere la raccolta attraverso contenitori di multimateriale al fine di ridurre al minimo le operazioni di selezione a valle ed avere un prodotto con minori impurità. Il conferimento diretto da parte dell'utente presso Isole ecologiche, Stazioni ecologiche sarà sempre garantito. 3.9 TESSILI La componente tessile proveniente dal circuito familiare è di scarso rilievo e anche una sua eventuale selezione alla fonte non porterebbe a significativi risultati in termini di riutilizzo per la difficoltà a collocare sul mercato materiali di diversa natura difficilmente riciclabili. L’unica fonte di recupero può venire dagli abiti dismessi che, vengono raccolti da associazioni senza fini di lucro. In questi casi, poiché da un punto di vista giuridico si tratta sempre di rifiuti urbani sui quali c'è una titolarità esclusiva del Comune, è necessario che il Comune, o il soggetto al quale è stato affidato la gestione del servizio pubblico, conceda formalmente a tali associazioni (che dovranno essere dotate delle necessarie autorizzazioni/iscrizioni) l'espletamento di questo servizio in modo da poter conteggiare anche questi rifiuti nelle percentuali di raccolta differenziata. Attualmente questa raccolta viene effettuata solamente nei >comuni di Riposto, Randazzo e dal 2003 nel Comune di Giarre. Per le utenze specifiche (aziende del comparto tessile) i cui rifiuti sono stati assimilati agli urbani e le cui componenti recuperabili vengono consegnate al Servizio Pubblico di raccolta, si consiglia di dotarle di appositi contenitori per il loro ritiro su chiamata. 3.10 LEGNO Con questi rifiuti ci riferiamo in sostanza ai manufatti di legno o agli scarti derivanti dalla lavorazione del legno, sono cioè esclusi i materiali legnosi provenienti dalla manutenzione del verde pubblico. Questo materiale, è proveniente da mercati ortofrutticoli, centri commerciali, , ma anche da utenze domestiche (suppellettili, tavole, sedie, ecc.).

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3.11 MATERIALI PLASTICI I rifiuti di materie plastiche presenti negli RSU sono costituti essenzialmente da imballaggi. Sulla base dei dati forniti dal consorzio nazionale per il recupero della plastica (COREPLA), il livello di recupero dei rifiuti da imballaggi provenienti da raccolte differenziate attivate dai Comuni si attesta nel 2000 intorno al 17% del consumo stimato di 1.900.000 t.; di questo 17% quasi un terzo (100.000 t.) è destinato al recupero di materia ed il resto è destinato al recupero energetico (221.400 t.). Poiché si prevede un incremento nella produzione e consumo degli imballaggi in plastica, si ipotizza per i prossimi anni un sensibile aumento di recupero di rifiuti plastici con un tasso di riciclo che superi il recupero come fonte di energia. A fronte di questa schematica situazione a livello nazionale, occorre considerare che Il riciclo della plastica nel nostro Paese è sempre stato soggetto a fasi alterne. Inoltre, mentre sono relativamente diffuse le aziende di riciclaggio che operano nel settore delle plastiche omogenee, le aziende che operano nel settore del riciclo delle plastiche eterogenee non superano, in Italia la decina. La percentuale di raccolta differenziata della plastica ha raggiunto nei Comuni dell' ATO CT1 lo 0,73% Per le modalità di raccolta valgono, in linea generale, le considerazioni svolte nel paragrafo per la carta.. 3.12 VETRO L'Italia è uno dei paesi europei dove si fa un più largo uso di materiali prodotti da vetro riciclato. La raccolta differenziata del vetro, essendo una componente facilmente separabile dagli altri rifiuti, è in atto da diverso tempo nei Comuni dell' ATO CT1. Anche qui esiste una abitudine abbastanza consolidata da parte delle famiglie e i rendimenti di intercettazione possono raggiungere percentuali notevoli con una resa media per abitante di circa 25-30 kg. anno. Non essendoci quindi particolari problemi nella collocazione dei rottami di vetro nelle vetrerie, c’è purtroppo da rimarcare, anche se i consumi dei contenitori in vetro sono in aumento, che la percentuale di vetro tra i rifiuti tende costantemente a diminuire a favore dei contenitori in plastica e questo è un vero e proprio spreco perché, in pratica, a differenza della plastica, il vetro è un materiale che in sostanza può essere riciclato senza alcun limite. Occorre inoltre tenere presente che la separazione del vetro alla fonte risponde alla esigenza di un miglior funzionamento degli impianti di trattamento e smaltimento. Infatti la presenza di vetro tra i rifiuti organici costituisce una impurità difficilmente eliminabile nel processo di compostaggio e nell'eventuale trattamento termico della parte indifferenziata, la presenza di vetro ostruisce, fondendo, le griglie dei forni. Inoltre, ai fini della tutela dell’ambiente, la raccolta del vetro consente un notevole risparmio di materie prime (sabbia, soda, calcare), un vantaggio ambientale limitando le attività di cava per l'estrazione del materiale e, soprattutto, determina un abbattimento di circa il 50% dei consumi energetici in virtù del più basso grado di fusione del rottame di vetro rispetto alla materia prima.

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Un problema evidenziato dal COREVE è costituito dal fatto che il vetro raccolto non è diviso per colori e quindi può essere utilizzato solo per la produzione di vetro colorato che rappresenta il 50% della produzione totale. Come modalità di raccolta si conferma quindi quella del contenitore stradale e del porta a porta. Per le utenze specifiche, produttrici di grosse quantità di rifiuti vetrosi, può essere previsto un servizio porta a porta dotando queste utenze di appositi contenitori che, al loro riempimento, potranno essere ritirate su chiamata da parte del gestore del servizio Pubblico. La percentuale di raccolta differenziata del vetro ha raggiunto nei Comuni dell' ATO CT1 un' apprezzabile percentuale pari al 1,34% 3.13 METALLI Tra i metalli sono inclusi tutti i prodotti ferrosi e non ferrosi. La quantità di questi materiali provenienti dal ciclo domestico non è di grande entità e per lo più questi rifiuti sono costituiti da contenitori provenienti da utenze specifiche o si trovano tra le componenti dei rifiuti ingombranti e dei beni durevoli dismessi La possibilità di riutilizzo di questo materiale, dopo l'eventuale deassemblamento dalle altre componenti, non costituisce alcun problema poiché è sempre stato riutilizzato nei processi di fusione delle fonderie. Nelle utenze specifiche produttrici di rifiuti speciali assimilati, è necessario effettuare la separazione delle singole componenti metalliche (rame, ottone, bronzo, alluminio, piombo, ferro, ecc.) mentre nelle utenze domestiche, considerata anche la scarsa quantità, la separazione a monte (escluso per gli ingombranti e per le lattine di alluminio e a banda stagnata) può anche essere non necessaria in quanto gli stessi materiali possono essere facilmente recuperati nei processi di selezione dei rifiuti, che si svolgono a valle della raccolta, dotando i selezionatori di appositi magneti. Addirittura questi materiali possono essere recuperati anche a seguito del trattamento finale dei rifiuti indifferenziati. Un discorso a parte meritano invece le lattine di alluminio e le lattine a banda stagnata. I luoghi della loro maggiore produzione sono bar, pizzerie, , ma anche nel circuito domestico ne viene fatto un discreto uso. E’ necessario incrementare questo tipo di raccolta sia presso le utenze specifiche che quelle domestiche. Per le modalità di raccolta delle lattine da parte del gestore del Servizio Pubblico, vengono confermati i contenitori stradali in combinazione con la plastica ed, eventualmente, al vetro così come per il porta a porta domestico; per le utenze specifiche produttrici di grosse quantità si effettuerà il porta a porta con ritiro del contenitore a giorni stabiliti. La percentuale di raccolta differenziata dei metalli ha raggiunto nei Comuni dell' ATO CT1 una percentuale pari al 1,75% 3.14 RIFIUTI URBANI PERICOLOSI La raccolta differenziata dei rifiuti urbani pericolosi (RUP) è stata imposta a carico di tutti i Comuni con la legge 441 del 1987. Il Piano regionale, include tra i RUP le seguente tipologie di rifiuti: - pile esauste; - medicinali scaduti; - rifiuti etichettati “T” e/o “F”; - lampade a scarica;

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- siringhe; - batterie. I RUP, a parte i rifiuti abbandonati, provengono pressoché esclusivamente dal circuito domestico e la loro raccolta separata anche se ormai avviata da oltre due decenni si è limitata, a parte alcune eccezioni, alle pile esauste ed ai farmaci scaduti. Oggi, dovendo riorganizzare il servizio, è necessario estenderlo a tutte le tipologie sopra indicate. L’obbligatorietà di questa raccolta è dovuta non tanto alle possibilità di riutilizzo, ma al rischio di inquinamento che comporterebbe il loro abbandono nell'ambiente o uno smaltimento di questi rifiuti assieme a tutti gli altri. Tuttavia alcuni di questi materiali possono essere oggetto di riutilizzo come già avviene per le pile e le batterie esauste. 3.15 BENI DUREVOLI DISMESSI (APPARECCHIATURE ELETTRICHE E ELETTRONICHE E RIFIUTI INGOMBRANTI) Beni durevoli. Questi materiali, benché oggetto di raccolta differenziata, non figurano nelle tabelle relative agli obiettivi in quanto le singole componenti (plastica, metalli ferrosi e non, legno, ecc.) sono calcolate nelle varie tipologie. L'art. 44 del decreto Ronchi stabilisce che "in fase di prima applicazione i beni durevoli (…) sono: a) frigoriferi, surgelatori e congelatori; b) televisori; c) computers; d) lavatrici e lavastoviglie; e) condizionatori d'aria." Per garantire il corretto smaltimento e recupero il decreto Ronchi stabilisce che questi prodotti "devono essere consegnati ad un rivenditore contestualmente all'acquisto di un bene durevole di tipologia equivalente ovvero devono essere conferiti alle imprese pubbliche oprivate che gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani o agli appositi centri di raccolta (…) a cura del detentore" Rifiuti ingombranti. Questi rifiuti in genere si distinguono dai beni durevoli per l'assenza di materiali inquinanti pericolosi. Si tratta di una gamma di rifiuti estremamente eterogenea (armadi, poltrone, materassi, reti metalliche e suppellettili varie) di che si caratterizzano per la loro pesantezza, volume e conseguente ingombro. La raccolta di questi rifiuti da parte del gestore del Servizio Pubblico può avvenire su chiamata, oppure tramite il conferimento diretto dei cittadini presso le stazioni ecologiche o le Piattaforme. 3.16 RACCOLTA DI INERTI DA DEMOLIZIONI Anche se si tratta di un flusso di materiali che non viene considerato nel conteggio delle raccolte differenziate esiste un interesse pubblico alla gestione di questi rifiuti che, prodotti in piccole quantità dall’utenza domestica, spesso hanno come destinazione finale lo smaltimento non controllato, determinando costi aggiuntivi per l’Ente pubblico che deve ricorrere alla loro rimozione. Pertanto è opportuno che presso le strutture a servizio della raccolta differenziata (Stazioni e Isole ecologiche e/o le Piattaforme) siano riservati appositi spazi ove i cittadini possono conferire questi rifiuti prodotti da loro stessi nell'ambito domestico. Successivamente, In

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presenza di sufficienti quantitativi, il gestore del Servizio Pubblico provvederà. In proprio o attraverso ditte in possesso dei necessari requisiti, al trasporto di tali materiali presso impianti ove si effettuano operazioni recupero, iscritti negli appositi registri provinciali ai sensi dell'art. 33 del D.Lgs. 22/97.

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3.16 LE MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DEL SERVIZIO RSU E RD NEI

SINGOLI COMUNI

Si riportano di seguito le informazioni fornite dai Comuni in sede di scheda rilevamento dati.

COMUNE DI BRONTE

Superficie territoriale comunale Kmq 260,00 abitanti 18.512 periodo estivo 19.993 SERVIZIO RSU Il servizio è affidato a ditta esterna, la ITAL SERVICE , la quale assicura: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano, individuato da apposita planimetria

allegata all’appalto. - la raccolta porta a porta, il servizio porta a porta è esteso a tutti gli abitanti, gli operatori

ritirano il sacchetto messo fuori delle abitazioni. - il conferimento dei rifiuti avviene in discarica della ditta Pappalardo Nunzia, Il servizio si svolge tutti i giorni tranne la domenica Altri servizi assicurati sono: raccolta e smaltimento siringhe abbandonate, disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • plastica • ingombranti e beni durevoli,

• vetro, • pile e farmaci, • sfalci e potature. • Alluminio

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei materiali su indicati , il servizio

viene svolto da ECO RECYCLE.. L’impianto di destinazione è ECOLIT, Camporotondo Etneo per plastica, alluminio e acciaio, SACCA di Calatabiano per Carta e Cartone, VETROSUD per il Vetro, TROVATO per gli ingombranti, FAILLA per i beni durevoli.

Nel comune è presente un centro di raccolta (isola ecologica), i contenitori della raccolta differenziata effettuata porta a porta sono 2 scarrabili da 30 mc, 3 scarrabili da 24 mc, 1 scarrabile da 100 mc per il vetro disposti nel centro di raccolta.

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COMUNE DI CALATABIANO

Superficie territoriale comunale Kmq 26,30 abitanti 5.462 SERVIZIO RSU Il servizio è affidato a ditta esterna, la ITAL SERVICE , la quale assicura: - la raccolta: avviene tramite il servizio porta a porta esteso al 50% del territorio, il

restante 50% viene servito attraverso lo svuotamento dei cassonetti tramite compattatore e mini compattatore.

- il conferimento dei rifiuti avviene in discarica della ditta Pappalardo Nunzia, Il servizio si svolge tutti i giorni tranne la domenica Altri servizi assicurati sono: raccolta e smaltimento siringhe abbandonate, disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti, il lavaggio e disinfestazione cassonetti, - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano è affidato alla ditta COOPERATIVA

ALCANTARA 2001 - il conferimento dei rifiuti avviene in discarica della ditta Pappalardo Nunzia, il servizio

viene svolto manualmente e tramite spazzatrice meccanica Il Comune è caratterizzato da frazioni, lontane 3 km dal centro urbano. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • plastica,

• vetro, • pile e farmaci, • Alluminio

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei materiali su indicati , il servizio

viene svolto da ITALSERVICE.. Sono presenti 100 contenitori stradali che vengono svuotati con frequenza settimanale.

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COMUNE DI CASTIGLIONE DI SICILIA Superficie territoriale comunale Kmq 120,00 abitanti 3.618 periodo estivo 4.220 SERVIZIO RSU Il servizio è svolto in gestione diretta da parte del Comune con numero nove addetti, viene assicurato: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano. - la raccolta tramite contenitori stradali in numero di 230. - il conferimento dei rifiuti avviene in discarica della ditta Pappalardo Nunzia, Il servizio si svolge tutti i giorni tranne la domenica Altri servizi assicurati sono: raccolta e smaltimento siringhe abbandonate, disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti, lavaggio e disinfestazione cassonetti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • plastica • ingombranti e beni durevoli,

• vetro, • pile e farmaci, • Alluminio

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei materiali su indicati , il servizio

viene svolto da ECO RECYCLE.. L’impianto di destinazione è ECOLIT, Camporotondo Etneo per plastica, alluminio acciaio e vetro, SACCA di Calatabiano per Carta e Cartone.

Nel comune è presente un centro di raccolta (isola ecologica), la raccolta differenziata viene effettuata porta a porta e in minima parte con contenitori. Il Comune è caratterizzato da frazioni, lontane 5 km dal centro urbano.

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COMUNE DI FIUMEFREDDO DI SICILIA

Abitanti 9.763 SERVIZIO RSU Il servizio è affidato a ditta esterna, la DUSTY , la quale assicura: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano, individuato da apposita planimetria

allegata all’appalto. - la raccolta: tramite cassonetti presenti nel territorio in 224 da lt 1100 - il conferimento dei rifiuti avviene in discarica della ditta Pappalardo Nunzia, Il servizio si svolge tutti i giorni tranne la domenica Altri servizi assicurati sono: raccolta e smaltimento siringhe abbandonate, disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • plastica • ingombranti e beni durevoli,

• vetro, • pile e farmaci, • Alluminio

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei materiali su indicati , il servizio

viene svolto da SQUATRITO SRL.. L’impianto di destinazione è ECOLIT, Camporotondo Etneo per plastica, alluminio e vetro, SACCA di Calatabiano per Carta e Cartone, GULISANO PER gli ingombranti e i beni durevoli.

la raccolta differenziata è effettuata tramite contenitori stradali e in parte con il servizio porta a porta. Il Comune è caratterizzato da frazioni, lontane 4 km dal centro urbano.

Nel comune è presente un centro zonale di raccolta

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COMUNE DI GIARRE Superficie territoriale comunale Kmq 27,45 abitanti 26.791 SERVIZIO RSU Il servizio è affidato a ditta esterna, la BUSSO, la quale assicura: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano, individuato da apposita planimetria

allegata all’appalto manuale e tramite spazzatrici meccaniche. - la raccolta: tramite cassonetti nell'80% dei casi e porta a porta nel restante 20%, il

servizio porta a porta è esteso agli abitanti del centro storico, gli operatori ritirano il sacchetto messo fuori delle abitazioni.

- il conferimento dei rifiuti avviene nella discarica Grotte San Giorgio. Il servizio si svolge tutti i giorni. Altri servizi assicurati sono: raccolta e smaltimento siringhe abbandonate, disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti, lavaggio cassonetti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • plastica • ingombranti e beni durevoli, • toner e cartucce

• vetro, • pile e farmaci, • indumenti usati. • Alluminio e acciaio • RUP

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei materiali su indicati , il servizio

viene svolto da BUSSO. L’impianto di destinazione è ECOLIT, Camporotondo Etneo per plastica, e vetro, SACCA di Calatabiano per Carta e Cartone, CICERO di Modica per alluminio e acciaio.

Nel comune è in progettazione un centro comunale di raccolta , la raccolta differenziata è effettuata per il 30% tramite contenitori stradali e per il restante 70% porta a porta. Il Comune è caratterizzato da frazioni, lontane 4 km dal centro urbano.

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COMUNE DI LINGUAGLOSSA

Superficie territoriale comunale Kmq 58,00 abitanti 5.419 periodo estivo 5.820 SERVIZIO RSU Il servizio è svolto in gestione diretta da parte del Comune con numero nove addetti, viene assicurato: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano. - la raccolta tramite contenitori stradali in numero di 100. - la raccolta porta a porta, il servizio porta a porta è esteso al 30% degli abitanti, gli

operatori ritirano il sacchetto messo fuori delle abitazioni. - il conferimento dei rifiuti avviene nella discarica Grotte San Giorgio. Il servizio si svolge tutti i giorni tranne la domenica Altri servizi assicurati sono: raccolta e smaltimento siringhe abbandonate, disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti, lavaggio e disinfestazione cassonetti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • plastica • ingombranti

• vetro, • pile e farmaci,

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei materiali su indicati , il servizio

viene svolto da ditte esterne. L’impianto di destinazione è ECOLIT, Camporotondo Etneo per carta, cartone, plastica, vetro SICILIA ROTTAMI per acciaio, ingombranti e beni durevoli. Il servizio prevede la raccolta tramite contenitori stradali.

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COMUNE DI MALETTO

Superficie territoriale comunale Kmq 40,33 abitanti 4.032 SERVIZIO RSU Il servizio è affidato a ditta esterna, la ONOFARO ANTONINO , la quale assicura: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano. - la raccolta: tramite cassonetti nell'30% dei casi e porta a porta nel restante 70%, il

servizio porta a porta viene effettuato quattro volte a settimana, gli operatori ritirano il sacchetto messo fuori delle abitazioni.

- il conferimento dei rifiuti avviene in discarica della ditta Pappalardo Nunzia, Altri servizi assicurati sono: raccolta e smaltimento siringhe abbandonate, disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • plastica • ingombranti e beni durevoli,

• vetro, • pile e farmaci, • Alluminio

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei materiali su indicati , il servizio

viene svolto da ECO RECYCLE.. L’impianto di destinazione è ECOLIT, Camporotondo Etneo per plastica, alluminio e vetro, SACCA di Calatabiano per Carta e Cartone. Nel comune è presente un centro di raccolta (isola ecologica), i contenitori della raccolta differenziata effettuata porta a porta sono scarrabili da 30 mc. I mezzi utilizzati per la raccolta (di proprietà dellappalattore) sono: - n. 1 autocompattatore per trasporto rifiuti (da 14 mc), - n. 1 motoape, - n. 1 gasolone

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COMUNE DI MANIACE Superficie territoriale comunale Kmq 35,86 abitanti 3.600 SERVIZIO RSU Il servizio è svolto in gestione diretta da parte del Comune con numero sei addetti, viene assicurato: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano. - la raccolta tramite contenitori stradali in numero di 110. - il conferimento dei rifiuti avviene nella discarica della ditta Pappalardo Nunzia, Il servizio si svolge tutti i giorni tranne la domenica Altri servizi assicurati sono: raccolta e smaltimento siringhe abbandonate, disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti, lavaggio e disinfestazione cassonetti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • plastica

• vetro, • pile e farmaci, • Alluminio

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei materiali su indicati , il servizio

viene svolto da ECO RECYCLE.. L’impianto di destinazione è ECOLIT, Camporotondo Etneo per plastica, alluminio, vetro e acciaio, SACCA di Calatabiano per Carta e Cartone. Nel comune è presente un centro di raccolta (isola ecologica), i contenitori della raccolta differenziata effettuata porta a porta sono scarrabili da 30 mc. La raccolta porta a porta avviene settimanalmente per le utenze domestiche e ogni due giorni per le utenze non domestiche.

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COMUNE DI MASCALI Superficie territoriale comunale Kmq 37,00 abitanti 11.600 periodo estivo 25.000 SERVIZIO RSU Il servizio è affidato a ditta esterna, SPINELLA SEBASTIANO, la quale assicura: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano manualmente e tramite spazzatrici

meccaniche. - la raccolta: tramite cassonetti presenti nel territorio in numero di 350 - il conferimento dei rifiuti avviene nella discarica Grotte San Giorgio. Il servizio si svolge tutti i giorni. Altri servizi assicurati sono: raccolta e smaltimento siringhe abbandonate, disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti, lavaggio cassonetti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • plastica • beni durevoli,

• vetro, • pile e farmaci, • RUP

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei materiali su indicati , il servizio

viene svolto dalla ditta SQUATRITO SRL. L’impianto di destinazione è ECOLIT, Camporotondo Etneo per plastica, SACCA di Calatabiano per Carta e Cartone, SQUATRITO SRL per il vetro, METAL SIDER per alluminio e acciaio.

Nel comune è in progettazione un centro zonale di raccolta , la raccolta differenziata è effettuata tramite contenitori stradali. Il Comune è caratterizzato da frazioni, lontane fino a 12 km dal centro urbano

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COMUNE DI MILO

Superficie territoriale comunale Kmq 18,24 abitanti 1.110 periodo estivo 3.000 SERVIZIO RSU Il servizio è svolto in gestione diretta da parte del Comune con numero sei addetti, viene assicurato: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano, manuale e tramite spazzatrice

meccanica. - la raccolta: tramite cassonetti stradali in numero di 95. - il conferimento dei rifiuti avviene nella discarica Grotte San Giorgio. Il servizio si svolge tutti i giorni. Altri servizi assicurati sono: raccolta e smaltimento siringhe abbandonate, disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti, lavaggio cassonetti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • plastica

• vetro, • pile e farmaci, • Acciaio • Ingombranti

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei materiali su indicati , il servizio

viene svolto dalla ditta PRIVITERA per lo svuotamento dei 30 contenitori stradali, per il resto viene eseguita la raccolta porta a porta.

L’impianto di destinazione è SICULA TRSPORTI per plastica, acciaio, vetro e ingombranti, SACCA di Calatabiano per Carta e Cartone. Nel comune è presente un centro di raccolta (isola ecologica), e 5 centri minori di stoccaggio provviosorio. La raccolta porta a porta avviene settimanalmente per le utenze domestiche e ogni due giorni per le utenze non domestiche.

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COMUNE DI PIEDIMONTE ETNEO Superficie territoriale comunale Kmq 26,46 abitanti 3.773 periodo estivo 4.150 SERVIZIO DI RSU Il servizio è svolto in gestione diretta da parte del Comune con numero sei addetti più sei addetti lavoratori pubblica utilità, viene assicurato: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano in modo manuale. - la raccolta: tramite cassonetti stradali in numero di 64. - il conferimento dei rifiuti avviene nella discarica Grotte San Giorgio. Il servizio si svolge tutti i giorni. Altri servizi assicurati sono: raccolta e smaltimento siringhe abbandonate, disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti, lavaggio cassonetti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • plastica

• vetro, • pile e farmaci, • Acciaio

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei materiali su indicati , il servizio

viene svolto dalla ditta PULISUD per lo svuotamento settimanale dei 16 contenitori stradali, per il resto viene eseguita la raccolta porta a porta con frequenza settimanale per tipologia mercelogica.

L’impianto di destinazione è ECOLIT per plastica, acciaio, vetro e ingombranti, SACCA di Calatabiano per Carta e Cartone. Nel comune è presente un centro di raccolta (isola ecologica), fornito di scarrabile e 15 contenitori per utenze minori. La raccolta porta a porta avviene settimanalmente per le utenze domestiche e ogni due giorni per le utenze non domestiche.

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COMUNE DI RANDAZZO Superficie territoriale comunale Kmq 166,45 abitanti 11.338 SERVIZIO RSU Il servizio è affidato a ditta esterna, la SI.A.S., la quale assicura: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano. - la raccolta porta a porta, il servizio porta a porta è esteso nel centro storico a tutti gli

abitanti, gli operatori ritirano il sacchetto messo fuori delle abitazioni. - il conferimento dei rifiuti avviene in discarica della ditta Pappalardo Nunzia, Il servizio si svolge tutti i giorni Altri servizi assicurati sono: raccolta e smaltimento siringhe abbandonate, disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • plastica • ingombranti e beni durevoli • acciaio

• vetro, • pile e farmaci, • sfalci e potature. • Alluminio • Legno

Per quanto concerne la raccolta differenziata dei materiali su indicati , il servizio viene svolto da ECO RECYCLE.. L’impianto di destinazione è ECOLIT, Camporotondo Etneo per plastica, alluminio, vetro, SACCA di Calatabiano per Carta e Cartone, TROVATO acciaio, e metalli ferrosi. Nel comune è presente un centro di raccolta (centro comunale di raccolta).

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COMUNE DI RIPOSTO Superficie territoriale comunale Kmq 12,88 abitanti 14.400 periodo estivo 17.400 SERVIZIO RSU Il servizio è affidato a ditta esterna, SPINELLA SEBASTIANO la quale assicura: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano, individuato da apposito programma dei

lavori, che si svolge manualmente nel centro storico della città e con spazzatrice meccanica nelle restanti parti.

- la raccolta porta a porta: il servizio è esteso agli abitanti del centro urbano di Riposto e Torre Archirafi, gli operatori raccolgono il sacchetto messo fuori delle abitazioni;

- la raccolta dei rifiuti eseguita giornalmente tramite lo svuotamento dei 350 cassonetti con compattatori; i cassonetti sono di proprietà comunale.

- il conferimento dei rifiuti in discarica, Il servizio si svolge tutti i giorni Il conferimento dei rifiuti avviene alla discarica della ditta PAPPALARDO NUNZIA DI Motta Santa Anastasia. Altri servizi assicurati sono: disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti, pulizia pozzetti stradali, lavaggio cassonetti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • ingombranti e beni durevoli • pneumatici • batterie al piombo • acciaio

• vetro, • pile e farmaci, • sfalci e potature • plastica • alluminio • indumenti usati

Per quanto concerne la raccolta differenziata di tutti gli imballaggi e dei rifiuti

ingombranti, il servizio viene svolto dalla ditta CARBOTRASPORTI SRL. Il servizio di raccolta del cartone si svolge attraverso il ritiro porta a porta presso le utenze commerciali; isola ecologica itinerante e centro zonale di raccolta per carta, cartone , plastica, vetro, alluminio, metalli, batterie al piombo, Per i rifiuti ingombranti, frigoriferi e pneumatici la raccolta avviene in maniera gratuita su richiesta delle utenze.. L’impianto di destinazione è ECOLIT, Camporotondo Etneo per Carta, plastica, vetro, alluminio, acciaio, frigoriferi, pneumatici. SACCA di Calatabiano per il Cartone. SICULA TRASPORTI per i rifiuti ingombranti e per il multimateriale SICILIA ROTTAMI per Batterie CREATTIVITA? Per gli indumenti usati.

La raccolta della carta, plastica e metalli tramite campane, è affidata sempre alla ditta CARBOTRASPORTI E' in fase di istruttoria il progetto di un’area comunale adibita a centro comunale di raccolta.

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COMUNE DI SANT'ALFIO Superficie territoriale comunale Kmq 23,62 abitanti 1.667 periodo estivo 2.500 SERVIZIO RSU Il servizio è affidato a ditta esterna, SIAS SPA la quale assicura: - lo spazzamento giornaliero dell’ambito urbano, - la raccolta porta a porta: il servizio è esteso al 20 % delle utenze e riguarda il centro

urbano, gli operatori raccolgono il sacchetto messo fuori delle abitazioni; - la raccolta dei rifiuti eseguita giornalmente tramite lo svuotamento degli 80 cassonetti

tramite compattatori.. - il conferimento dei rifiuti in discarica, Il servizio si svolge tutti i giorni Il conferimento dei rifiuti avviene alla discarica della ditta PAPPALARDO NUNZIA DI Motta Santa Anastasia. Altri servizi assicurati sono: disinfestazione in caso di necessità, raccolta di carogne, scerbatura da erbe infestanti, pulizia pozzetti stradali, lavaggio cassonetti. SERVIZIO RD La raccolta differenziata viene svolta relativamente a: • carta, • cartone • ingombranti e beni durevoli

• vetro, • pile e farmaci • plastica

Per quanto concerne la raccolta differenziata di tutti gli imballaggi e dei rifiuti

ingombranti, il servizio viene svolto dalla ditta SIAS SPA. Il servizio di raccolta si svolge attraverso il ritiro porta a porta nel 40% dei casi ; centro zonale di raccolta e contenitori stradali nel restante 60%. L’impianto di destinazione è ECOLIT, Camporotondo Etneo per Carta, plastica, vetro. SACCA di Calatabiano per il Cartone. METALTRASFER per i rifiuti ingombranti ferrosi. E' presente un'area comunale adibita a isola ecologica

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3.17 ANALISI DEI SERVIZI DI RACCOLTA DIFFERENZIATA

3.17.1 Raccolta carta, cartoni

E’ praticata in tutti i comuni dell'ambito territoriale CT1. Attrezzature e modalità per lo svolgimento della R.D. di carta, Per quanto riguarda le attrezzature e le modalità per lo svolgimento della R.D. i sistemi usati sono i contenitori a campane da 2 mc per la carta, il porta a porta per la carta e il cartone selezionato, il porta a porta per il cartone alle utenze commerciali. Di seguito si fornisce un riassunto delle ditte che effettuano il servizio per i comuni di interesse con l'indicazione della destinazione finale del materiale raccolto. Gestori e punti di conferimento del materiale raccolto per carta-cartone

Comune Gestione Conferimento Bronte − Eco Recycle - SACCA di Calatabiano Calatabiano − ------------- - SACCA di Calatabiano Castiglione di Sicilia − Eco Recycle - SACCA di Calatabiano Fiumefreddo di Sic. − Squatrito srl - SACCA di Calatabiano Giarre − Busso Sebastiano - SACCA di Calatabiano Linguaglossa − Gestione diretta - ECOLIT srl di CamporotondoMaletto − Eco Recycle - SACCA di Calatabiano Maniace − Eco Recycle - SACCA di Calatabiano Mascali − Spinella Sebastiano - SACCA di Calatabiano Milo − Privitera - SACCA di Calatabiano Piedimonte Etneo − Pulisud srl - ---------------------------- Randazzo − Eco Recycle - ECOLIT srl Camporotondo

- SACCA di Calatabiano Riposto − Carbotrasporti srl - ECOLIT srl Camporotondo

SACCA di Calatabiano Sant'Alfio − Sias spa - ECOLIT srl Camporotondo

SACCA di Calatabiano

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3.17.2 Raccolta vetro Attrezzature e modalità per lo svolgimento della R.D. di vetro, vetro e lattine Dalle schede di rilevamento si rileva che tutti i comuni che effettuano la RD del vetro utilizzano le campane come attrezzatura di raccolta, qualcuno utilizza il porta a porta e il conferimento diretto ai centri zonali di raccolta. Di seguito, si fornisce una tabella riassuntiva per l’individuazione dei gestori del servizio e degli impianti di conferimento del materiale raccolto. Si nota come il servizio è svolto da terzi. Gestori e punti di conferimento del materiale raccolto per il vetro

Comune Gestione Conferimento Bronte − Eco Recycle - VETRO SUD Calatabiano − ------------- - ECOLIT srl di CamporotondoCastiglione di Sicilia − Eco Recycle - ECOLIT srl di CamporotondoFiumefreddo di Sic. − Squatrito srl - ECOLIT srl di Camporotondo

- SQUATRITO srl Giarre − Busso Sebastiano - ECOLIT srl di CamporotondoLinguaglossa − Gestione diretta - ECOLIT srl di CamporotondoMaletto − Eco Recycle - ECOLIT srl di CamporotondoManiace − Eco Recycle - ECOLIT srl di CamporotondoMascali − Spinella Sebastiano - SQUATRITO srl Milo − Privitera - SICULA TRASPORTI Piedimonte Etneo − Pulisud srl - ---------------------------- Randazzo − Eco Recycle - ECOLIT srl Camporotondo

- TROVATO G. Acireale Riposto − Carbotrasporti srl - ECOLIT srl Camporotondo Sant'Alfio − Sias spa - ECOLIT srl Camporotondo

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3.17.3 Raccolta della plastica La raccolta differenziata della plastica risulta praticata in tutti i comuni dell ATO CT1 Attrezzature per lo svolgimento della R.D. della plastica In tutti i comuni la raccolta viene effettuata mediante campane stradali di oltre 2 mc, con il metodo porta a porta e con conferimento diretto dell'utenza ai centri zonali di raccolta. Gestori e punti di conferimento del materiale raccolto: plastica e alluminio

Comune Gestione Conferimento Bronte − Eco Recycle - ECOLIT srl di CamporotondoCalatabiano − ------------- - ECOLIT srl di CamporotondoCastiglione di Sicilia − Eco Recycle - ECOLIT srl di CamporotondoFiumefreddo di Sic. − Squatrito srl - ECOLIT srl di Camporotondo

- SQUATRITO srl Giarre − Busso Sebastiano - ECOLIT srl di

Camporotondo - CICERO Modica

Linguaglossa − Gestione diretta - ECOLIT srl di CamporotondoMaletto − Eco Recycle - ECOLIT srl di CamporotondoManiace − Eco Recycle - ECOLIT srl di CamporotondoMascali − Spinella Sebastiano - ECOLIT srl di CamporotondoMilo − Privitera - ---------------------------- Piedimonte Etneo − Pulisud srl - ---------------------------- Randazzo − Eco Recycle - ECOLIT srl Camporotondo Riposto − Carbotrasporti srl - ECOLIT srl Camporotondo Sant'Alfio − Sias spa - ECOLIT srl Camporotondo

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3.17.4 Raccolta differenziata di Rifiuti Ingombranti

In alcuni comuni il servizio di raccolta di rifiuti ingombranti risulta attivato (con chiamata da parte del cittadino)

Gestori e punti di conferimento del materiale raccolto: rifiuti ingombranti e beni durevoli

Comune Gestione Conferimento Bronte − Eco Recycle - TROVATO G di Acireale

- F.G.FAILLA Calatabiano − ----------------------------- - --------------------------- Castiglione di Sicilia − ----------------------------- - --------------------------- Fiumefreddo di Sic. − Squatrito srl - GULISANO F. Mascali Giarre − Busso Sebastiano - ECOLIT srl di CamporotondoLinguaglossa − Gestione diretta - SICILIA ROTTAMI snc Maletto − Eco Recycle - BELVEDERE B. Maniace − -------------------------------- ---------------------------------- Mascali − -------------------------------- ---------------------------------- Milo − -------------------------------- - -------------------------------- Piedimonte Etneo − --------------------------------- - -------------------------------- Randazzo − -------------------------------- ----------------------------------- Riposto − Carbotrasporti srl - ECOLIT srl Camporotondo

- SICULA TRASPORTI Sant'Alfio − Sias spa - METALTRASFER spa

3.17.5 Raccolta differenziata di Farmaci scaduti, Pile a secco, Batterie, Contenitori per T e/o F

Le uniche tipologie di rifiuti urbani pericolosi (RUP) raccolti in tutti i comuni dell'ATO CT1 risultano essere farmaci e pile a secco, solo alcuni comuni dichiarano di fornire un servizio anche per i contenitori di sostanze tossiche ed infiammabili (T&F). Per quanto riguarda le altre tipologie di rifiuti pericolosi solo il Comune di Riposto ha attuato la convenzione con il COBAT per le batterie al piombo.

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Joniambiente s . p . a . A T O C T 1

CAPITOLO 3

SCHEDE

PIANO D’AMBITO

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Tabella 3.1 R.S.U. E RACCOLTA DIFFERENZIATA ANNI 1999-2003 R.S.U. TAL QUALE R.S.U. DA RACCOLTA DIFFERENZIATA COMUNE ANNO ABITANTI % RIFIUTI

ton Quantità - ton Kg/ab/giorno Quantità - tonn. Kg/ab/giorno % 1999 19.694 6.034 5.728 0,80 306,08 0,043 5,07%2000 19.652 6.018 5.726 0,80 292,00 0,041 4,85%2001 19.622 6.452 5.726 0,80 726,01 0,101 11,25%2002 18.512 15,31 6.578 5.681 0,84 896,71 0,133 13,63%

1 BRONTE

2003 18.512 2.097 1.817 0,82 279,77 0,126 13,34%1999 5.579 3.000 3.000 1,47 0 0,000 0,00%2000 5.503 2.963 2.963 1,48 0,00 0,000 0,00%2001 5.462 2.944 2.944 1,48 0 0,000 0,00%2002 5.462 4,52 2.997 2.980 1,49 16,56 0,008 0,55%

2 CALATABIANO

2003 0 0 0 0 1999 3.880 1.341 1.332 0,94 9,22 0,007 0,69%2000 3.779 1.393 1.377 1,00 15,90 0,012 1,14%2001 3.764 1.289 1.209 0,88 80,43 0,059 6,24%2002 3.618 2,99 1.361 1.225 0,93 135,7 0,103 9,97%

3 CASTIGLIONE DI SICILIA

2003 3.618 466 431 0,99 35,07 0,081 7,53%1999 9.711 4.368 4.267 1,20 101,69 0,029 2,33%2000 9.768 4.445 4.363 1,22 81,52 0,023 1,83%2001 9.793 4.380 4.267 1,19 113,71 0,032 2,60%2002 9.793 8,10 4.324 4.228 1,18 96,35 0,027 2,23%

4 FIUMEFREDDO DI SICILIA

2003 0 0 0 0 1999 27.169 13.324 13.262 1,34 62,04 0,006 0,47%2000 27.170 14.200 14.039 1,42 160,57 0,016 1,13%2001 27.170 14.074 13.792 1,39 282,07 0,028 2,00%2002 26.791 22,16 15.261 14.035 1,44 1226,48 0,125 8,04%

5 GIARRE

2003 26.791 5.053 4.719 1,47 333,89 0,104 6,61%1999 5.437 2.321 2.299 1,16 22,28 0,011 0,96%2000 5.437 2.352 2.278 1,15 74,02 0,037 3,15%2001 5.437 2.316 2.228 1,12 88,15 0,044 3,81%2002 5.419 4,48 2.439 2.339 1,18 100,21 0,051 4,11%

6 LINGUAGLOSSA

2003 0 0 0 0

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1999 4.289 1.290 1.282 0,82 8,11 0,005 0,63%

2000 4.199 1.350 1.337 0,87 12,70 0,008 0,94%2001 4.028 1.299 1.217 0,83 82,04 0,056 6,32%2002 4.032 3,33 1.320 1.177 0,80 143,23 0,097 10,85%

7 MALETTO

2003 4.032 414 390 0,81 23,79 0,049 5,75%1999 3.402 939 939 0,76 0 0,000 0,00%2000 3.431 990 990 0,79 0,00 0,000 0,00%2001 3.447 957 913 0,73 44,32 0,035 4,63%2002 3.600 2,98 1.007 934 0,71 72,61 0,055 7,21%

8 MANIACE

2003 0 0 0 0 1999 11.000 6.401 6.376 1,59 25,37 0,006 0,40%2000 11.200 6.889 6.870 1,68 19,07 0,005 0,28%2001 11.600 6.896 6.861 1,62 34,81 0,008 0,50%2002 11.600 9,59 7.187 7.152 1,69 35,22 0,008 0,49%

9 MASCALI

2003 11.600 2.018 2.014 1,45 4,36 0,003 0,22%1999 1.130 630 625 1,52 4,77 0,012 0,76%2000 1.120 677 654 1,60 23,04 0,056 3,40%2001 1.113 610 560 1,38 50,10 0,123 8,21%2002 1.110 0,92 617 582 1,44 35,39 0,087 5,74%

10 MILO

2003 1.110 156 142 1,07 13,8 0,104 8,85%1999 3.844 1.593 1.582 1,13 11,26 0,008 0,71%2000 3.829 1.673 1.592 1,14 80,88 0,058 4,83%2001 3.671 1.604 1.604 1,20 0,00 0,000 0,00%2002 3.773 3,12 1.849 1.754 1,27 103,78 0,075 5,61%

11 PIEDIMONTE ETNEO

2003 3.773 566 494 1,09 71,76 0,158 12,68%1999 11.566 3.971 3.954 0,94 16,75 0,004 0,42%2000 11.506 4.045 3.986 0,95 58,81 0,014 1,45%2001 11.148 4.011 3.706 0,91 304,19 0,075 7,58%2002 11.148 9,22 4.114 3.693 0,91 421,00 0,103 10,23%

12 RANDAZZO

2003 11.148 1.284 494 0,37 115,11 0,086 8,96%1999 13.775 7.172 7.163 1,42 8,57 0,002 0,12%2000 13.622 7.376 7.261 1,46 115,50 0,023 1,57%2001 14.600 7.247 6.689 1,26 557,33 0,106 7,69%2002 14.400 11,91 8.359 7.545 1,44 814,31 0,155 9,74%

13 RIPOSTO

2003 14.400 2.691 2.341 1,36 349,52 0,202 12,99%

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1999 1.674 702 698 1,14 3,95 0,006 0,56%

2000 1.666 740 701 1,15 38,79 0,064 5,24%2001 1.667 686 644 1,06 41,67 0,068 6,07%2002 1.667 1,38 718 637 1,05 81,10 0,133 11,30%

14 SANT'ALFIO

2003 0 0 0 0 100

1999 122.150 53.086 52.507 1,18 580,09 0,013 1,09% 2000 121.882 55.111 54.137 1,22 972,80 0,022 1,77% 2001 122.522 54.765 52.360 1,17 2.404,83 0,054 4,39% 2002 120.925 58.131 53.961 1,22 4.178,65 0,095 7,19% 2003 94.984 14.745 12.843 1,13 1.227,07 0,108 8,32%

A.T.O.

2002 * 93.874 46.029 42.261 1,23 3.776,43 0,110 8,20% NOTA

1) I dati relativi agli anni 1999-2000-2001 sono tratti dalle tabelle allegate al Piano Gestione Rifiuti nella Regione Siciliana adottato con Ordinanza commissariale n. 1116 del 18 Dicembre 2002. I dati relativi agli anni 2002-2003 sono tratti dalle schede redatti dai responsabili comunali allegate al presente Piano

2) I dati relativi al 2003 si riferiscono al primo quadrimestre dell'anno. Poiché non tutti i Comuni hanno fornito le quantità relative a tale periodo, è stata inserita la colonna 2002* che riepiloga i dati 2002 relativi solo ai Comuni che hanno fornito i dati del primo quadrimestre 2003 al fine di consentire confronti omogenei, in particolare per la percentuale di differenziata

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Tabella 3.2 Quantità e percentuali rispetto al totale dei r.s.u. dei rifiuti

differenziati per categorie merceologiche - dati 2002 R.S.U. 2002

Sostanze organiche

varie Carta e cartone Tessili e

legno Plastiche gomma Metalli Inerti (vetro ceramica

pietre)

COMUNI

Kg Kg % Kg % Kg % Kg % Kg % Kg %1 BRONTE 6.578.935 0 0 340.870 5,18 0 0,00 112.240 1,71 203.110 3,09 218.940 3,332 CALATABIANO 2.997.360 0 0 3.840 0,13 0 0,00 1.820 0,06 89 0,00 10.444 0,353 CASTIGLIONE S. 1.361.120 0 0 47.740 3,51 0 0,00 14.120 1,04 50.430 3,71 31.660 2,334 FIUMEFREDDO S. 4.324.534 0 0 81.430 1,88 0 0,00 4.690 0,11 40.240 0,93 9.900 0,235 GIARRE 15.261.218 0 0 489.845 3,21 0 0,00 79.200 0,52 426.970 2,80 229.140 1,506 LINGUAGLOSSA 2.439.377 0 0 6.580 0,27 0 0,00 3.200 0,13 69.690 2,86 20.740 0,857 MALETTO 1.320.040 0 0 36.860 2,79 0 0,00 17.540 1,33 35.449 2,69 5.338 0,408 MANIACE 1.007.240 0 0 34.570 3,43 0 0,00 13.040 1,29 560 0,06 24.440 2,439 MASCALI 7.187.000 0 0 9.310 0,13 0 0,00 13.450 0,19 1.300 0,02 11.160 0,1610 MILO 616.980 0 0 5.260 0,85 0 0,00 1.300 0,21 17.140 2,78 11.600 1,8811 PIEDIMENTE E. 1.849.077 0 0 56.368 3,05 1.248 0,07 16.828 0,91 7.663 0,41 21.548 1,1712 RANDAZZO 4.114.060 0 0 206.018 5,01 4.408 0,11 52.188 1,27 70.238 1,71 87.668 2,1313 RIPOSTO 8.359.255 0 0 547.954 6,56 47.037 0,56 92.834 1,11 52.130 0,62 77.674 0,9314 SANT'ALFIO 717.760 0 0 15.665 2,18 0 0,00 3.890 0,54 39.650 5,52 20.860 2,91

A.T.O. 58.133.956 0 0 1.882.310 3,24 52.693 0,09 426.340 0,73 1.014.659 1,75 781.112 1,34 STUDIO REGIONE 31,37 22,84 5,49 15,77 2,52 3,35 NOTE

1) Le categorie e i dati dell'ultima riga sono tratti dalla tabella 5.13 del Piano Gestione Rifiuti nella Regione siciliana adottato con Ordinanza commissariale n. 1116 del 18 Dicembre 2002

2) Le quantità relative a rifiuti ingombranti sono comprese, sentiti i responsabili dei Comuni nella categori Metalli

3) Le quantità relative a ingombranti e multimateriali del Comune di Riposto sono ripartite per il 30% nella categoria tessili e legno, per il 50% nella categoria metalli, per il 10% ciascuno nelle categorie carta e cartone, plastica e gomma, inerti

4) Le quantità relative a rifiuti misti del Comune di Piedimonte Etneo e imballaggi misti del Comune di Randazzo sono stata ripartita in parti uguali nelle categorie della tabellaesclusa la prima

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Tabella 3.3 Scadenza appalti settore ecologia

COMUNI Tipo di sevizio Scadenza contratto o ultima proroga

tal quale 31-dic-03 1 BRONTE raccolta differenziata 31-dic-03 tal quale - differenziata 31-dic-03 2 CALATABIANO spazzamento 31-dic-03 tal quale gestione diretta

3 CASTIGLIONE S. raccolta differenziata 31-dic-03 tal quale 31-dic-03 4 FIUMEFREDDO S. raccolta differenziata 31-dic-03

5 GIARRE Tutti 18 dicembre 2005 (revocabile) 6 LINGUAGLOSSA Tutti gestione diretta

tal quale 21-giu-04 7 MALETTO raccolta differenziata 31-dic-03 tal quale gestione diretta 8 MANIACE raccolta differenziata 31-dic-03 tal quale 05-ago-03 9 MASCALI raccolta differenziata 05-ago-03 tal quale gestione diretta 10 MILO raccolta differenziata 31-dic-03 tal quale gestione diretta 11 PIEDIMONTE E. raccolta differenziata 31-dic-03 tal quale 31-lug-03 12 RANDAZZO raccolta differenziata 31-dic-03 tal quale 30-giu-03 raccolta differenziata 30-giu-03 13 RIPOSTO spazzamento 30-giu-03

14 SANT'ALFIO tal quale - differenziata 31-dic-03

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ATO CT 1

Joniambiente s.p.a.

PIANO D’AMBITO DELLA

GESTIONE DEI RIFIUTI

CAP. 4 PIANO DEGLI INTERVENTI PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA CAP. 5 TIPOLOGIA DI IMPIANTI PREVISTI CAP. 6 PIANO DI COMUNICAZIONE

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Joniambiente s . p . a . A T O C T 1

PIANO DEGLI INTERVENTI PER LA RACCOLTA

DIFFERENZIATA

PIANO D’AMBITO

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CAPITOLO 4 PIANO PER GLI INTERVENTI PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

4.1 CONSIDERAZIONI PRELIMINARI PER L’OTTIMIZZAZIONE DEI

SISTEMI DI RACCOLTA Abitualmente si esprimono le voci di costo concernenti le raccolte e trasporto, oltre a quelle relative allo smaltimento/trattamento, in €/kg, in funzione cioè dei rifiuti raccolti e relativamente al flusso della singola frazione raccolta (o più frazioni in caso di raccolta multimateriale). Tuttavia, è immediato rendersi conto del fatto che il costo del servizio in €/kg diminuisce all’aumentare del quantitativo dei rifiuti raccolti. Tale effetto non consente di evidenziare alcuni aspetti presenti in diverse esperienze di gestione integrata dei Rifiuti Urbani quali: ⇒ diminuzione complessiva delle quantità conferite in conseguenza di politiche di

riduzione all’origine; ⇒ riduzione dei conferimenti impropri nel circuito dei rifiuti urbani (p.es. rifiuti speciali,

inerti, ecc.); ⇒ il contributo del compostaggio domestico alla riduzione specifica dello scarto organico

raccolto. Più in specifico, la valutazione sul singolo flusso non consente di apprezzare le possibilità di integrazione operativa dei circuiti. Grazie alle alte rese di intercettazione di alcune frazioni (p.es. organico) diventa possibile la modifica del sistema complessivo di raccolta con la conseguente diminuzione della frequenza di raccolta del Rifiuto Residuo Indifferenziato. Un concetto fondamentale da sottolineare è che un sistema di raccolta e trasporto non “costa” tanto per la quantità di rifiuti raccolti quanto per la sua configurazione operativa complessiva (quanti uomini, quanti veicoli, quante gite di raccolta, quanti punti di prelievo, ecc.); quest’ultimo è il dato che deve essere valutato per determinare la competitività economica di un sistema di raccolta, accanto alla sua efficacia in termini di quantità e qualità della raccolta differenziata. Ricerche ANPA effettuate su due modalità di attivazione delle raccolte differenziate che di seguito si riassumono:

raccolte differenziate “aggiuntive” eseguite mediante sacchi o contenitori stradali per il secco differenziato e campane/cassonetti per le frazioni secche riciclabili; raccolta differenziata “spinta” con separazione della frazione umida mediante circuiti a domicilio (raccolta “porta a porta”)

forniscono le seguenti conclusioni in merito ai costi di raccolta e trasporto: - nelle realtà che prevedono la cassonettizzazione del servizio in luogo della

domiciliarizzazione con contenitori di piccolo volume si tende a rilevare comunque- e a parità di altre condizioni- una più alta produzione pro-capite di Rifuti Urbani;

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- contrariamente a quanto normalmente ritenuto, i costi medi di raccolta e trasporto (in €/abit*anno) risultano più bassi nelle realtà con domiciliarizzazione dei servizi di raccolta secco/umido;

- il servizio di gestione convenzionale dei rifiuti (raccolta differenziata “aggiuntiva” delle sole frazioni secche riciclabili in campane e contenitori stradali) tende ad attestare un costo per abitante maggiore rispetto ai sistemi che prevedono comunque la separazione secco/umido.

4.2 VALUTAZIONI RIASSUNTIVE PRELIMINARI SUI CRITERI DI

OTTIMIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI

Il percorso di ottimizzazione da seguire per conseguire un’efficace gestione economica ed operativa del ciclo dei rifiuti dovrà tenere conto delle seguenti considerazioni:

a) L’automazione può aiutare, ma non sempre determina una complessiva riduzione dei

costi. Negli attuali sistemi di gestione presenti a livello nazionale, l’automazione passa quasi esclusivamente attraverso la cassonettizzazione del sistema di raccolta. Questo, però, non consente la personalizzazione del sistema; inoltre il cassonetto, se di grosse dimensioni, rappresenta un invito alla consegna anche di flussi impropriamente recapitati al circuito di raccolta dei Rifiuti Urbani (p.es. ingombranti ed inerti).

b) La personalizzazione del sistema, se genera contemporaneamente comodità, comporta la responsabilizzazione diretta del cittadino assegnandogli alcune funzioni che costituiscono fattori di costo sensibili. Nel caso della raccolta dell’umido, la domiciliarizzazione del servizio con personalizzazione dei bidoni, contestualmente alla distribuzione di sacchetti trasparenti-biodegradabili consente di ridurre la necessità dei lavaggi dei bidoni.

c) La personalizzazione del servizio di raccolta differenziata e indifferenziata permette l’organizzazione di sistemi per il controllo dei conferimenti di rifiuti speciali e assimilabili al circuito di raccolta di quelli urbani da parte di piccole e medie imprese industriali, attività artigianali o commerciali.

d) Se si esaminano le problematiche connesse all’attivazione della tariffazione volumetrica del servizio di raccolta e la conseguente evoluzione del sistema di raccolta (con il posizionamento condominiale, ove possibile, o l’adozione della raccolta a sacchi porta a porta), si evidenzia che il modello organizzativo che fa perno sulla personalizzazione del servizio, è quello che meglio consente di adempiere agli obblighi di tariffazione secondo i concetti di responsabilità individuale previsti dal Decreto Ronchi.

e) Per conseguire i migliori risultati di raccolta differenziata è opportuno concentrare l’attenzione e, quindi, gli sforzi operativi, sulle seguenti frazioni:

⇒ ⇒ ⇒ ⇒

Vetro (anche a campane e/o cassonetti, sistema consolidato ed efficace); Carta (monomateriale, domiciliarizzato oppure a cassonetti); Umido (domiciliare o “quasi” domiciliare); Verde (a consegna presso strutture centralizzate oppure con gite a frequenza prestabilita oppure su chiamata); Plastica (preferibilmente multimateriale a cassonetti oppure, ove l’analisi merceologica lo evidenzi, domiciliare)

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4.3 Scenari prospettati per la gestione del ciclo dei rifiuti Le forme di gestione tecnica che si prospettano per l’ambito territoriale CT1 discendono dalle seguenti considerazioni: A) Le dimensioni del bacino d’utenza non permette una giustificazione dei costi di

investimento per la realizzazione di impianti a complessa tecnologia di trattamento intermedio (selezione multimateriale) o di smaltimento finale (termocombustione per il residuo indifferenziato)

Come conseguenza si individua nelle forme di raccolta monomateriali, o quasi, le forme da prediligere; ciò anche in considerazione della relativa vicinanza di impianti dei consorzi di filiera negli ato limitrofi disponibili alla ricezione del materiale “pulito” conferito. B) La propensione agricola dell’area fa propendere all’individuazione di filiere di frazioni

merceologiche meno soggette alla concorrenza di altre province quale appunto il compost (cioè da FORSU); infatti, il riutilizzo nella stessa area di un rifiuto valorizzato comporta un abbattimento dei costi di trasporto del prodotto. E’ ovvio che dovrà essere adottata un’azione di forte sensibilizzazione degli agricoltori per convincerli ad utilizzare il prodotto.

C) La messa a regime del sistema richiederà alcuni anni; pertanto, è giustificabile la costruzione di un impianto di selezione secco-umido insieme a quello di compostaggio di qualità nel Comune di Randazzo. Vi è certamente un abbattimento dei costi grazie alla presenza di molti servizi comuni ai 2 impianti; nella prima fase di investimenti dovrà essere privilegiata la sezione compost rispetto a quella della selezione secco-umido.

D) La presenza di estesi centri storici in alcuni comuni richiede una propensione delle raccolte nella forma porta a porta di tipo monofamiliare; per altri comuni a più recente sviluppo tali modalità dovranno essere sostituite da forme di raccolta più automatizzate. In altri comuni la presenza di numerosi esercizi commerciali di piccole dimensioni richiede, anche in questo caso, forme di raccolta di tipo porta a porta.

In base a quanto detto si prospetta un intervento del tipo: 1° Fase) Dimensionamento del sistema di attrezzature per modalità di raccolte di tipo

integrato prevalentemente monomateriali; a) Sistema porta a porta b) Sistema automatizzato (con cassonetti e mezzi a caricamento automatico) c) Acquisto e fornitura di bidoni per raccolte differenziate all’interno delle abitazioni

(essenzialmente per la frazione organica) d) Contemporaneamente alla Fase 1) accordi con impianti dei Consorzi di Filiera per

il conferimento delle frazioni da raccolta differenziata;

2° Fase) Costruzione di aree comunali e/o sovracomunali di raccolta; di valorizzazione delle frazioni secche provenienti dalle raccolte differenziate, di selezione e recupero degli ingombranti,

3° Fase) Costruzione di impianto di compostaggio per il compost di qualità dimensionato sulla raccolta regime delle frazioni organiche del Comprensorio;

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Dovranno essere previste frequenti fasi intermedie di sensibilizzazione degli utenti mediante visite dirette agli utenti e fasi di promozione presso istituti scolastici. 4.3 DIMENSIONAMENTO DEL SISTEMA PER LE UTENZE DOMESTICHE

4.4.1 Dimensionamento del sistema con modalità prevalente porta a porta Le frazioni merceologiche essenziali da considerare per il dimensionamento sono: - Contenitori liquidi in plastica (monomateriale) - Carta, cartone (monomateriale) - Vetro e lattine (multimateriale) - Scarti alimentari (monomateriale) e verde (sfalci e potature) Frazioni secondarie da intercettare per le “utenze domestiche” sono imballaggi secondari e terziari.

L’ipotesi è che tutti gli utenti siano serviti, per tutte le frazioni, da una raccolta porta a porta solo di tipo monofamiliare. Per il dimensionamento del sistema sono state considerati due diverse ipotesi. La prima ipotesi si riferisce ad un sistema prevalentemente porta a porta indicando con tale dicitura la raccolta per sacchetto. La seconda ipotesi si riferisce ad un sistema automatizzato (meccanizzato) intendendo con ciò l’utilizzo prevalente di contenitori di raccolta di maggiori dimensioni da svuotare mediante mezzi di dimensioni maggiori; Nel sistema prevalente automatizzato sono stati considerati solo mezzi pesanti a caricamento posteriore. Nell’ottica, però, dell’ottimizzazione dei servizi nei 14 comuni risulta possibile ipotizzare l’acquisto di uno o più mezzi a caricamento laterale a servizio delle aree periferiche dei vari comuni organizzando correttamente le gite tra i vari comuni.

4.4.2 Indirizzi del sistema di raccolta differenziata Bisogna prevedere l’incremento della raccolta differenziata caratterizzata da: 1) Incremento della raccolta porta a porta, razionalizzazione dei contenitori di dimensioni

maggiori (campane). 2) I contenitori per le frazioni da raccogliere devono essere organizzate il più possibile per

“isole ecologiche” . A tal fine dovrà essere presa in considerazione la possibilità di utilizzare contenitori di dimensioni più piccole in aree dove le caratteristiche urbanistiche non permettono una sensibile occupazione del suolo (in particolar modo centri storici).

3) Necessità di eliminare, nelle aree in cui sono presenti isole ecologiche, i cassonetti isolati di RSU indifferenziati che devono essere ubicati solo all’interno delle stesse isole.

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4.4.3 Riferimenti specifici per organico e verde da manutenzione utenze domestiche Nell’ottica di una riduzione dei rifiuti conferiti al servizio di gestione risulta necessario, laddove possibile e comunque con forte preferenza per le aree a bassa densità abitativa con ulteriore preferenza per le case sparse (escluso le case di vacanze), favorire l’autocompostaggio con composter domestici come attività di riduzione dei rifiuti. L’autocompostaggio dovrà essere una pratica sostitutiva alla raccolta differenziata della frazione organica nelle suddette aree e integrativa alla raccolta differenziata laddove, sebbene in presenza di densità abitative adeguate alla raccolta, risultano presenti abitazioni con la possibilità di utilizzo del compost (p.es. orti, giardini con molti fiori, ecc). Tale pratica dovrà essere diffusa nelle aree periferiche dei comuni. In queste si può pensare di stipulare accordi con privati per l’utilizzo del compost come ammendante per uliveti, vigneti ed eventualmente per altre colture. Laddove risulta opportuna la raccolta porta a porta in sacchi di materiale biocompatibile, la FORSU raccolta dovrà essere depositata all’esterno dell’abitazione in giorni e orari prestabiliti. Per il periodo estivo bisogna valutare, per ogni singolo caso, l’opportunità di ubicare un numero maggiore di contenitori fissi (in funzione della densità di eventuali case vacanze). Le dimensioni dei contenitori sono da determinarsi in funzione delle presenze turistiche. Bisogna attivare un servizio di raccolta del verde privato da sfalci con opportuni contenitori in cui conferire il verde di dimensioni compatibili con i mezzi già utilizzati per la raccolta dell’organico. grandi utenze Per le grandi utenze, in considerazione della convenienza economica nell’utilizzo degli stessi mezzi di trasporto, bisogna utilizzare contenitori con le stesse volumetrie di quelli delle utenze domestiche delle aree in cui esercitano l’attività. La frequenza di raccolta dovrà seguire le stesse indicazioni che per le utenze domestiche con tendenza alla diminuzione presso le attività ad elevato conferimento. Per il verde pubblico dovrà prevedersi il recupero completo e il trasferimento agli impianti di trasformazione. L’obiettivo di intercettazione risulta, per l’organico e verde pubblico il 100 % da subito. Fondamentale risulta essere il servizio di raccolta differenziata presso i mercati (sia quelli mobili che quelli fissi). La raccolta deve essere garantita per ogni mercato con contenitori appositi.

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4.4.4. Riferimenti specifici per carta e cartone utenze domestiche Considerate le caratteristiche di tale frazione merceologica si può ipotizzare una permanenza maggiore nei contenitori rispetto alle suddette indicazioni. Pertanto, nelle aree a bassa densità, però a nuclei concentrati, si dovrà ancora preferire l’utilizzo di contenitori stradali con volumetrie uguali a quelle delle aree a maggiore densità. In vista anche di una maggiore valorizzazione del materiale recuperato bisognerà fornire indicazioni alla cittadinanza per una raccolta separata di cartoni da imballaggio primario e di quotidiani. - Cartoni: conferimento sotto forma di balle legate Tenendo cinto della presenza di cartoni per imballaggi secondari (cioè quelli che contengono elettrodomestici) che implica anche il conferimento di imballaggi di materiale non cellulosico (polistirolo espanso, polietilene, ecc.) risulta INDISPENSABILE, per evitare una contaminazione del cartone, indicare all’utenza il modo di separazione di tali imballaggi. - Quotidiani: conferimento in cassonetti, opportunamente identificati, sotto forma di balle legate. I suddetti cassonetti o campane per quotidiani dovranno essere ubicati alternativamente in ogni isola ecologica. grandi utenze Le attività commerciali e artigianali producono normalmente rifiuti cartacei sotto forma di imballaggi primari e secondari. Laddove le attività si trovassero in aree miste con abitazioni civili si può prevedere l’utilizzo degli stessi contenitori previsti, per le utenze domestiche. In questo caso si dovranno prevedere verosimilmente gite di raccolta con frequenza maggiore . Laddove le attività si trovassero in aree opportunamente destinate e lontane dalle abitazioni si dovranno prevedere container aperti di opportune dimensioni dove le utenze devono conferire il materiale. Tali container dovranno poi essere caricati con mezzi specifici. L’ubicazione dei contenitori dovrà avvenire su suolo pubblico o privato a secondo delle esigenze (suolo pubblico nel caso dell’accesso da parte di più utenze diverse, suolo privato nel caso di un’unica utenza servita dal contenitore). Per i piccoli esercizi commerciali verrà potenziata la raccolta porta a porta con materiale conferito sotto forma di balle, da posizionare davanti all'esercizio in orari e giorni prestabiliti.

4.4.5 Riferimenti specifici per contenitori di vetro, alluminio, banda stagnata e plastica utenze domestiche Le modalità di raccolta si basano sull'ipotesi di utilizzo di campane e porta a porta , sono da prevedere mezzi a compattazione per poter ridurre i costi di raccolta (con esclusione per le raccolte di vetro e lattine).

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Considerate le caratteristiche di tali frazioni merceologiche si può ipotizzare una permanenza maggiore nei contenitori. La raccolta porta a porta dovrà prevedersi nei centri storici. Le frazioni dovranno essere raccolte tramite sacchetti di colore diverso da ubicarsi fuori dall’abitazione a servizio di una famiglia; grandi utenze Le attività che producono tali rifiuti risultano essere principalmente bar, ristoranti e mense. La raccolta porta a porta dovrà prevedersi nei centri storici. Le frazioni dovranno essere raccolte tramite sacchetti di colore diverso da ubicarsi fuori dall’ attività produttiva.

4.4.6 Riferimenti specifici per rifiuto indifferenziato e per lo spazzamento Per il rifiuto indifferenziato bisogna apportare una riorganizzazione del servizio che comporti un’integrazione con il sistema di raccolta differenziata. Risulta necessario organizzare il servizio in modo che i cassonetti, siano ubicati ESCLUSIVAMENTE nelle isole ecologiche (cioè insieme agli altri contenitori). Nei centri storici bisogna prevedere la raccolta porta a porta in sacchi trasparenti con frequenza uguale a quella della raccolta porta a porta del materiale organico (questo solo fino alla messa a regime delle raccolte della FORSU: in tale fase, infatti, il quantitativo di materiale organico dentro l'indifferenziato dovrebbe ridursi permettendo la riduzione delle gite di raccolta per quest'ultimo). Il materiale raccolto dovrà essere depositato all’esterno dell’abitazione in giorni e orari prestabiliti (risulta importante rispettare l’orario per evitare che animali randagi possano lacerare i sacchi). I rifiuti provenienti dallo spazzamento dovranno seguire un percorso diversificato per lo smaltimento mediante inertizzazione, prima della messa a discarica, oppure in via alternativa con conferimento a termocombustore (se il Piano Provinciale prevederà tale tipologia di impianto). In nessun caso il rifiuto da spazzamento dovrà entrare nel circuito degli RSU indifferenziati (l’alta concentrazione di metalli pesanti farebbe decadere la qualità di eventuali prodotti provenienti da un eventuale impianto di selezione secco-umido: compost stabilizzato per ripristini ambientali e CDR).

4.4.7 Riferimenti specifici rifiuti pericolosi da RSU Per la raccolta di pile a secco e farmaci bisogna munire i punti di vendita di adeguati contenitori per la raccolta degli stessi. Almeno per i farmaci è necessario che i contenitori siano ubicati in aree permanentemente presidiate (ciò significa all’interno delle farmacie). Per la raccolta delle pile a secco bisogna preferire l’ubicazione dei contenitori presso i punti vendita ubicati presso grandi centri commerciali e supermercati ove

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presenti. In tal caso si sconsiglia la presenza di contenitori presso piccoli venditori (tabaccai, mercerie, ecc.). La raccolta di altri rifiuti pericolosi (batterie per autotrazione, lampade al neon, contenitori etichettati T e/o F, siringhe, cartucce e toner esausti) dovrà avvenire tramite conferimento a centri comunali di raccolta, in opportuni contenitori dedicati a ciascuna tipologia di rifiuto, che devono essere presenti nel numero di almeno uno per ciascun comune Potrà prevedersi una forma di incentivazione per il conferimento ai centri di raccolta mediante sconto sulla futura tariffa (ciò richiede la presenza di una piccola pesa in ogni centro di raccolta). Tale incentivazione dovrà tener conto anche del maggior o minor grado di separazione a monte dei rifiuti conferiti in oggetti omogenei.

4.4.8 Riferimenti specifici per ingombranti In tutti i comuni dovrà essere attivato il servizio con chiamata a domicilio. Il servizio non dovrà comportare oneri supplementari per il cittadino. Dovrà essere prevista una forma di incentivo economico per i cittadini che provvedono direttamente al trasporto del rifiuto ingombrante presso il centro di raccolta. L’incentivazione dovrà tener conto del maggiore o minore grado di separazione a monte in oggetti omogenei (elettrodomestici, mobili, ecc.).

4.4.9 Riferimenti specifici metalli vari, scarti di legno Sarà incentivata tale raccolta per il buon valore commerciale del materiale recuperato (specialmente per i metalli). La raccolta potrà effettuarsi tramite l’ubicazione di un contenitore nel numero posto nelle isole ecologiche e nei centri di raccolta. Per le utenze specifiche (commercio, uffici, supermercati, ecc.) si dovrà studiare la specificità delle stesse tenendo conto della valorizzazione futura del materiale raccolto (p.es. carta da uffici, organico da grandi utenze con carenza di verde oppure con prevalenza della stessa, ecc).

4.4.10 Indicazioni supplementari per le raccolte non domestiche E’ necessario effettuare una distinzione tra le utenze non domestiche presenti in aree con presenza di civili abitazioni (utenze domestiche) e quelle in aree a prevalenza artigianale-industriale-commerciale. Nel primo caso si possono sviluppare due diversi sistemi di raccolta, che possono anche combinarsi a secondo delle esigenze e degli accordi con i raccoglitori, e precisamente:

a) raccolte monomateriale uguali a quelle delle utenze domestiche dell’area interessata con utilizzo di contenitori da 120 litri; raccolta di tipo Porta a Porta per le frazioni non contemplate dalle raccolte multi-monomateriali di tipo domestico. Le dimensioni dei contenitori delle raccolte Porta a Porta dovranno per ovvie ragioni essere di dimensioni contenute. Essendo in zone con civili abitazioni, da

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conservarsi all’interno degli esercizi commerciali e da esporsi a giorni prestabiliti; la frequenza di svuotamento dipenderà dalle dimensioni dei contenitori e dalla portata dei rifiuti. In questo caso si dovrà cercare di utilizzare, nel limite delle possibilità tecnologiche, mezzi di raccolta multicontenitori che eviti più di un passaggio per attività. Le dimensioni dei contenitori (fino ad arrivare a benne da 6 mc o addirittura scarrabili) si utilizzeranno per le utenze che dispongono di piazzali estesi.(esempio Centro Commerciale Emmezeta). Quest’ultima soluzione comporta risparmi per i gestori in termini economici, garantisce ampi margini di riserva e si avrebbe un minore inquinamento dovuto ai gas di scarico dei mezzi di raccolta.

b) predisposizione di un’area (centri di raccolta) con occupazione limitata del suolo

pubblico dove possono conferire sia utenze domestiche (in particolar modo ingombranti, imballaggi in legno, elettrodomestici, T & F, indumenti usati) sia le attività extradomestiche (per tutte le frazioni secche). La superficie non dovrà estendersi oltre i 2000 mq. La frequenza delle gite dipenderà da un primo periodo di sperimentazione. Tali centri di solo raccolta devono essere recintati e con orari prestabiliti di conferimento (a cavallo dell’orario di chiusura di uffici o negozi e tali da permettere anche al privato cittadino di conferire dopo essere tornato dal lavoro).

Nel secondo caso si dovrà optare per i seguenti sistemi:

a) benne da 6 mc o scarrabili per le utenze che dispongono di piazzali estesi. Questa soluzione comporta risparmi per i gestori in termini economici, garantisce ampi margini di riserva e si avrebbe un minore inquinamento dovuto ai gas di scarico dei mezzi di raccolta.

b) predisposizione di un’area con occupazione limitata del suolo pubblico dove le attività extradomestiche possono conferire le frazioni secche. La superficie dovrà essere determinata in base alle quantità effettivamente prodotte e smaltite dalle varie attività nel normale circuito RSU e tale che le benne o scarrabili presenti abbiano una frequenza di svuotamento ogni 2 settimane.

4.5 RIDUZIONE DEI RIFIUTI Si dovranno prevedere interventi mirati a: 1. Sviluppo dell’autocompostaggio.

Il compostaggio domestico costituisce un utile sistema di auto smaltimento o meglio di recupero della frazione di rifiuto organico prodotto dalla famiglia. La diffusione dell’autocompostaggio è concepita come: • sostitutiva della raccolta della frazione organica domestica nelle aree montane o negli

insediamenti a forte dispersione (ad es.: case sparse, nuclei abitati con meno di 250 abitanti non collegabili agevolmente ad un percorso di raccolta differenziata etc);

• integrativa rispetto al sistema di raccolta della frazione organica domestica, perché praticabile in tutte quelle realtà che dispongono di giardino ed orto; tali realtà non rappresentano, se non in rari casi, la totalità della struttura urbanistica di un Comune.

Oltre a consentire la riduzione dei rifiuti il compostaggio domestico svolge una importante funzione educativa in quanto crea nel cittadino un meccanismo indotto per cui associa ad una attività hobbistica un comportamento responsabile.

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L’autocompostaggio potrà essere svolto sia nella forma del compostaggio domestico che - con modalità da definire - nella forma di compostaggio di piccola comunità, anche in maniera combinata con le ordinarie pratiche agricole. In linea di massima si prevede dunque di sostenere lo sviluppo dell’autocompostaggio, con funzione sostitutiva, principalmente presso nuclei marginali e case sparse. Anche in queste aree si dovrà comunque valutare l’opportunità di adottare un sistema di raccolta differenziata centralizzata della frazione organica, anche con frequenze di raccolta ridotte, oltre che un sistema di conferimento del verde ad una rete di piazzole. L’autocompostaggio sarà inoltre sostenuto e promosso, come pratica domestica, anche negli altri centri - anche nei centri urbani - laddove la struttura residenziale (ad esempio con residenze con orti e giardini) lo rende una utile modalità integrativa alla raccolta differenziata centralizzata. 2. Interventi di eliminazione dei prodotti a perdere nella pubblica amministrazione, con

particolare riferimento alle mense, e programmi di gestione ambientale aziendale all’interno degli enti locali, finalizzata alla riduzione della formazione dei rifiuti.

3. Promozione di centri di “manutenzione e recupero” per allungare la durata di vita dei

beni. Questi “ecocentri” potranno essere adibiti sia a “stazione ecologica” per il conferimento delle frazioni recuperabili, anche da utenze commerciali, artigianali e industriali, sia a punto di deposito e rilavorazione di materiali ingombranti e voluminosi o di prodotti a fine vita (dai beni di arredamento ai computer etc) suscettibili di manutenzione, riuso, recupero. Si può prevedere la costituzione di almeno 2 “ecocentri” La gestione di queste strutture - che dovrebbero essere caratterizzate anche da “creatività” e capacità di suscitare partecipazione e diffondere “cultura” - potrebbe utilmente coinvolgere associazioni di volontariato (ambientale e sociale), organismi di cooperazione allo sviluppo, cooperative sociali.

Gli effetti delle politiche di riduzione sono ovviamente affetti da elevata incertezza e per una parte ricadono al di fuori del dominio delle politiche pubbliche attivabili a livello locale. 4.6 FABBISOGNI IMPIANTISTICI A SOSTEGNO DEL SISTEMA DI RACCOLTA Qui di seguito si daranno le indicazioni relative all’organizzazione operativa delle raccolte differenziate. Vengono proposti tre tipi di stazioni: - “Isole ecologiche”, dove sono concentrate le diverse campane e i raccoglitori degli indumenti usati, non custodita e accessibile ai soli privati cittadini ed eventualmente alle utenze commerciali di piccole dimensioni; - “Centri zonali di raccolta”, centro custodito e attrezzato, in cui conferiscono i privati cittadini e le attività commerciali e artigianali; dove sono concentrati diversi scarrabili per i materiali secchi provenienti dalla raccolta differenziata, si prevedono 11 centri zonali disposti nei comuni dell’Ato. -“Centri di Raccolta Comunali”: centro custodito e attrezzato, in cui conferiscono i privati cittadini e le attività commerciali e artigianali;

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4.6.1 Isole Ecologiche e sue caratteristiche L’ isola ecologica, non custodita, deve essere facilmente raggiungibile da tutte le categorie di utenti, siano essi motorizzati o appiedati. In linea di massima si indicano come idonee le seguenti aree: - piazzole in corrispondenza di strade, svincoli stradali, piazze, slarghi che consentano, comunque, la sosta di automezzi senza intralci al traffico; - aree di parcheggio in corrispondenza di centri commerciali, supermercati, impianti pubblici; - aree corrispondenti alle attuali concentrazioni di più contenitori stradali della raccolta differenziata (campane, cassonetti, ecc.). E' importante che la isola ecologica sia facilmente accessibile da parte degli automezzi che effettuano lo svuotamento dei contenitori, senza intralci al traffico circostante. In termini generali alla "isola ecologica" dovranno conferire i rifiuti differenziati quasi esclusivamente i privati cittadini; solo nelle aree ad alta densità abitativa e commerciale e comunque solo per le piccole attività si potrà consentire l’utilizzo, per la RD degli esercizi commerciali e piccoli artigiani, delle attrezzature destinate alle utenze domestiche. Le attività produttive e commerciali in aree a bassa densità abitativa e comunque i grossi centri commerciali devono essere serviti con contenitori appositi, anch'essi differenziati, aventi volumi commisurati alle produzioni e comunque compatibili con i sistemi di svuotamento praticati dall'Azienda preposta. In alternativa queste utenze devono utilizzare, a seconda dei casi, i “Centri di Raccolta” Caratteristiche L’ isola ecologica si può considerare come l'unificazione in un unico sito dei vari contenitori stradali della raccolta differenziata; tale unificazione risponde anche a motivi di razionalizzazione dei servizi per l'utente (l'opportunità di trovare in un unico luogo i fondamentali contenitori della raccolta differenziata) e di miglioramento dell'arredo urbano. Nell’ isola ecologica non viene effettuata alcuna operazione sui rifiuti conferiti ad esclusione delle normali operazioni di travaso negli automezzi adibiti allo svuotamento dei contenitori. L’isola ecologica dovrà essere oggetto di periodica pulizia da parte del personale addetto ai servizi e di manutenzione dei contenitori. L’ isola ecologica deve consentire la raccolta dei seguenti materiali: - carta, cartone (con tendenza alla separazione del cartone e ubicazione dei contenitori specifici alternativamente ogni 2 isole); - contenitori per liquidi di vetro, plastica, alluminio, e contenitori di banda stagnata; - materiale organico umido; - eventualmente scarti ferrosi e di legno; I contenitori della isola ecologica sono gli usuali contenitori della raccolta stradale (campane, cassonetti, ecc.); nella fase transitoria di ammodernamento del parco di contenitori si possono utilizzare una parte degli esistenti contenitori per rifiuti indifferenziati con l’accortezza di rendere esplicita la frazione da destinarsi nei contenitori; le campane in dotazione ai comuni; in particolar modo una parte degli attuali cassonetti per rifiuti indifferenziati può destinarsi alla raccolta di carta-cartone.. E’ ovvio che una parte

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del parco mezzi dovrà essere destinato alla sola raccolta delle frazioni da recuperare per evitare la contaminazione che si avrebbe in caso di utilizzo del mezzo anche per la raccolta del tal quale. Le volumetrie dei contenitori dovranno essere indicativamente le seguenti: - Carta-cartone: Campane da 2000 litri a caricamento posteriore con autocarro con gru ; - Vetro-Lattine: Campane da 2000 litri con caricamento a mezzo di gru a braccio con cassone da 4500 Kg; -Indifferenziato: Cassonetti da 1100 litri a caricamento posteriore con mezzo da 22 mc a compattazione in numero di 1 per ogni isola; - Organico: cassonetto da 600 litri a caricamento posteriore.. - Plastica (contenitori per liquidi): Campane da 2000 litri con caricamento a mezzo di gru a braccio con cassone da 4500 Kg; - Eventuale Cestello di solo Cartone: Cestelli di dimensioni di circa 2 mc (o di dimensioni compatibili con i mezzi di raccolta a disposizione) a caricamento posteriore; - Eventuali Cestelli metallici per legno e metalli con caricamento e svuotamento tramite gru a braccio: dimensioni variabili da 1 a 3 mc; In base agli ingombri in pianta si avrà una superficie rettangolare occupata di circa 12 metri x 2 metri = 24 mq max; Le superfici occupate dalle isole comprendono gli arredi urbani (piante, ecc.); infatti, è opportuno, per motivi di arredo urbano, che, ove sia possibile, la isola ecologica sia schermata mediante schermature vegetali o artificiali a seconda dell'ambiente in cui sono collocate. L’ isola ecologica dovrà essere munita di appositi cartelli segnaletici e di tabelle che illustrino agli utenti le corrette operazioni da svolgere per l'uso della stazione stessa. I contenitori dovranno essere disposti in modo da facilitare lo svuotamento da parte dei mezzi e allo stesso tempo per il conferimento gli utenti non devono essere esposti a rischi legati al traffico. Premesso che per queste isole gli impatti sull'ambiente si possono definire modesti si deve considerare che, malgrado ciò, esisteranno e si manifesteranno non pochi problemi nella realizzazione, soprattutto in ordine al reperimento nei centri urbani degli spazi per la realizzazione di tali infrastrutture. Fra i possibili impatti sull'ambiente collegati alla realizzazione delle isole ecologiche si possono individuare i seguenti: a) occupazione di suolo pubblico con variazioni della loro attuale destinazione d'uso; b) impatto visivo.

I provvedimenti di attenuazione che è possibile attuare consistono prevalentemente nella razionalizzazione delle localizzazioni delle stesse. Si può osservare comunque che lo spazio pubblico occupato complessivamente da un’isola ecologica dovrebbe risultare non maggiore rispetto a quello derivante dalla somma degli spazi occupati singolarmente dai vari contenitori monomateriale. Riguardo alla localizzazione risulta particolarmente conveniente privilegiare la collocazione delle isole in prossimità od in adiacenza di centri commerciali, supermercati o comunque luoghi già frequentati sistematicamente dai potenziali utenti.

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Per quanto attiene all'impatto visivo , bisogna adottare provvedimenti di mitigazione quali la perimetrazione dell’isola con elementi di arredo (principalmente piante); a questo inserimento potranno anche contribuire altri elementi, quali la cartellonistica interna ed esterna, che rendono riconoscibile l’isola. L'intensità dell'impatto visivo risente in modo decisivo, evidentemente, del buono stato di manutenzione delle attrezzature e della collaborazione degli utenti.

4.6.2 Centri di Raccolta Comunali o Sovracomunali L’area di raccolta è specificatamente ideata per favorire le raccolte differenziate di materiali più ingombranti, delicati o pericolosi, per accogliere quantitativi maggiori dei materiali comunque conferibili alle isole ecologiche, per effettuare il trasbordo di frazioni recuperabili destinate alle piattaforme di riciclo. Normalmente sono zone dove possono muoversi mezzi artigianali ed industriali o produttivi in genere di dimensioni medio piccole, smaltendo materiali come inerti da piccole manutenzioni edili, plastica, metalli, vetro, carta, verde da manutenzione di dimensioni ingombranti, F.O.R.S.U., ingombranti in genere e R.U.P. I criteri fondamentali da considerare nella localizzazione della stazione sono: • facilità d’accesso per utenti, • distanza da centri abitati, con preferenza per aree limitrofe in cui è previsto uno sviluppo industriale, favorendo zone già industriali ed aree degradate da bonificarsi; • vicinanza con altri impianti tecnologici quali depuratori fognari, impianti per il trattamento rifiuti, depositi dei mezzi di trasporto, centri di raccolta, centri di compostaggio e/o riciclaggio, etc. Vi sarà una zona riparata per l’alloggio dei R.U.P. e degli olii usati; più precisamente la raccolta dei farmaci scaduti e delle pile esaurite avverrà in fusti in PET o simili, gli accumulatori e le batterie in materiale resistente agli acidi, i rifiuti etichettati T e/o F (separati per macrocategorie: contenitori di vernici, inchiostri, pesticidi, ecc.) in contenitori a tenuta e gli olii usati in recipienti a tenuta riposti all’interno di bacini di contenimento; contenitori per materiale ad alto contenuto tecnologico (computer, televisori, stampanti, scanner, fotocopiatrici, impianti stereo); saranno usate benne o scarrabili di piccole dimensioni (massimo 7 mc.) per la raccolta di sfalci, potature ed altro verde da manutenzione (escluse quelle derivanti da pratiche agricole e forestali), per i detriti da piccoli interventi di manutenzione edile e per carta e cartone, ponendo attenzione a minimizzare eventuali spandimenti di materiale in aree diverse del cantiere; sarà realizzata un’area apposita per la raccolta degli ingombranti e dei beni durevoli diversi da quelli ad alto contenuto tecnologico(come definiti nell’art. 44 del D.L. 22/97), riparata dagli agenti atmosferici. Il sito verrà recintato e schermato con piante per la situazione locale in tal modo si otterrà un perfetta amalgamazione della nuova stazione con il paesaggio circostante. Il bacino d’utenza ottimale previsto teoricamente per questo livello di raccolte differenziate è di circa 30.000 abitanti i quali potranno raggiungere il luogo di raccolta con mezzi propri. Laddove le dimensioni dei comuni non consentissero di rispettare tali indicazioni allora bisogna accomunare vari comuni (per alcuni comuni di piccole dimensioni e sensibilmente distanti da tali centri si può prevedere un centro anche se di dimensioni inferiori).

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La superficie richiesta per realizzare una stazione di questo tipo si aggira intorno ai 1000-1500 mq.; la loro funzione sarà quindi di aree di stoccaggio temporaneo, dove i rifiuti, a seconda delle tipologie, vi permarranno per un periodo massimo di giorni previsto dalle normative d’attuazione locali. Tali centri di raccolta dovranno avere orari di apertura in modo da andar incontro agli orari delle utenze (sia domestiche che non); dovrà essere presente un responsabile del centro che avrà il compito di vigilare sulla correttezza del conferimento ed in particolare sull’incolumità degli utenti durante il conferimento. Bisognerà, come ulteriore miglioramento del servizio, tendere a stipulare accordi con gli esercizi commerciali e piccoli artigiani per eliminare dal normale circuito di raccolta i rifiuti riclicabili conferiti dagli stessi (principalmente imballaggi) per conferirli appunto a tali centri di raccolta. Il numero dei centri Comunali di raccolta dovrà essere indicativamente: - Uno per il Comuni di Randazzo,situato nello stesso comune - Uno per i comuni di Bronte, Maletto, Maniace, situato nel Comune di Bronte - Uno per i Comuni di Linguaglossa, Piedimonte, Calatabiano; Fiumefreddo situato nel

Comune di Fiumefreddo - Uno per il Comuni di Riposto situato nello stesso comune - Uno per il comune di Mascali situato nello stesso comune - Uno per i comuni di Giarre, Milo, Sant’Alfio situato nel Comune di Giarre Per ciò che concerne i costi di realizzazione di una semplice area di raccolta (centri zonali di raccolta previsti nella prima fase in numero di tredici) ci si basa su un costo di circa 20 mila Euro. In tale costo sono considerati le opere civili da realizzare compresa la recinzione (esclusa la pavimentazione perché si ipotizza la possibilità di individuare aree dismesse con pavimentazione già presente). Non è stato considerato l’acquisto del terreno. Per le aree di raccolta sovracomunali si forniscono i seguenti elementi caratteristici: Ubicazione In linea di massima si indicano come idonee le seguenti aree: - aree pubbliche limitrofe ad impianti quali depuratori di liquami fognari, discariche controllate, depositi di mezzi pubblici (autoparco comunale, ecc.); - aree private o consorziali nell'ambito di mercati generali, mercati ortofrutticoli, ipermercati, ecc.; - aree limitrofe a centri di distribuzione di prodotti agricoli;

Caratteristiche L'area attrezzata occuperà una superficie di circa 1000 m². Tale area dovrà essere: - con pavimentazione impermeabilizzata e tale da consentire una rapida ed efficace pulizia anche con mezzi meccanici; - completamente recintata. Per lo stoccaggio dei Rifiuti Urbani Pericolosi la stazione dovrà essere dotata di un locale attrezzato con contenitori chiusi; per i rifiuti ingombranti è necessario realizzare una platea pavimentata di idonea superficie per appoggiare gli oggetti. Dovranno inoltre prevedersi:

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- l'allacciamento alla rete idrica per la fornitura di acqua potabile per servizi igienici; - la realizzazione di una rete fognaria; - l'impianto elettrico per l'illuminazione esterna dell'area, per il riscaldamento del box; E' necessario, per motivi di sicurezza dell’utente e/o degli operatori, che: - le aree in cui sono disposti i cassoni per il deposito di grandi quantitativi di rifiuti differenziati siano coperte almeno superiormente con una tettoia leggera in metallo; - la stazione sia dotata di una pesa per i rilevamenti sui flussi in ingresso ed in uscita. La stazione attrezzata deve essere idonea a ricevere i seguenti materiali: - materiale organico e verde (potatura, sfalci, altro verde; organico da RD) in cassoni scarrabili chiusi; - materiale secco da raccolta differenziata (carta, vetro, plastica, alluminio); - rifiuti urbani pericolosi - RUP - (pile, farmaci, rifiuti etichettati, ecc.); - rifiuti ingombranti di origine domestica (mobili, elettrodomestici. ecc.); - rifiuti speciali assimilabili (pneumatici, imballaggi, legname); - batterie auto e olii. La stazione deve essere attrezzata per eseguire le seguenti lavorazioni: - stoccaggio in container da circa 30 m³ delle frazioni recuperabili (incluso contenitore a tenuta per l'organico) - stoccaggio in contenitori a tenuta di batterie e olii; - stoccaggio in contenitori di sicurezza di RUP; - aree di trasbordo delle frazioni raccolte in container da 30 mc . La stazione deve essere custodita durante gli orari di apertura agli utenti; il personale di custodia dovrà indirizzare gli utenti affinché eseguano il corretto deposito dei materiali o eventualmente effettuare direttamente tale deposito (per motivi di sicurezza dell’utente non esperto certamente in comportamenti che non espongano a rischi nelle attività di deposito da svolgersi nella stazione). Negli orari di chiusura agli utenti l'accesso all'area potrà avvenire da parte degli operatori ecologici per il deposito delle frazioni raccolte nelle gite.

4.6.3 Aree destinate ad attivita' di rottamazione

La Commissione Europea ha recentemente adottato una Direttiva1 tesa a disciplinare in senso ecologicamente compatibile la gestione dell’attività di rottamazione, stabilendo nuove condizioni e limiti per il riuso, il riciclaggio e la messa in sicurezza dei veicoli destinati alla demolizione.

La medesima Direttiva stabilisce le misure che dovranno essere adottate per assicurare che i veicoli destinati alla rottamazione vengano stoccati, messi in sicurezza e trattati secondo i requisiti già previsti dall’art.4 della Direttiva 75/442/CEE ed in accordo con le normative nazionali armonizzate.

La Provincia, sentiti i Comuni, provvederà ad aggiornare la regolamentazione delle attività di rottamazione dei veicoli a motore e simili con cadenza almeno quinquennale e comunque in caso di modifica della normativa tecnica di settore, al fine di armonizzare la disciplina delle suddette attività.

1 Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio n° 53 del 18/9/2000

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Di seguito si fornisce l'attuale legislazione regionale che disciplina le attività di rottamazione.

Decreto dell'Assessore Regionale del 30/12/1999 " Art. 1 Ambito di applicazione

Nell'ambito della Regione siciliana, le richieste di autorizzazione, ai sensi degli artt. 27 e 28 del decreto legislativo n. 22/97 relative ai centri di raccolta dei rifiuti speciali e speciali pericolosi derivanti dalla messa in sicurezza, la demolizione, il recupero dei materiali e la rottamazione di veicoli a motore, rimorchi, simili e loro parti, da macchinari ed apparecchiature deteriorate ed obsolete, nonché da rifiuti metallici provenienti da attività di demolizione e costruzione, individuati rispettivamente alle lettere b), i) ed l) del 3° comma dell'art. 7 del decreto legislativo n. 22/97, sono soggette alle direttive del presente decreto che sostituiscono le disposizioni emanate da questo Assessorato con le circolari n. 9482/U del 30 aprile 1997, n. 17374/U del 30 luglio 1997, n. 28064/U del 12 dicembre 1997, n. 12240 del 23 giugno 1998 e n. 22606 del 4 dicembre 1998. Art. 2 Domanda di autorizzazione 1. Le domande di autorizzazione devono essere inviate all'Assessorato regionale del territorio ed ambiente e, per conoscenza, alle province ed ai comuni territorialmente interessati. 2. Le suddette domande devono essere redatte in carta legale, nel rispetto delle norme di imposta sul bollo e sottoscritte dal richiedente con firma autenticata nei modi di legge e devono contenere: a) le generalità, la residenza e il domicilio, ovvero la denominazione della ditta, la ragione sociale e la sede legale del soggetto richiedente. Nei casi in cui la domanda sia avanzata da persona giuridica privata, dovranno essere indicate le generalità, la residenza o il domicilio del legale rappresentante; b) il nominativo, le qualifiche professionali, il titolo di studio e l'esperienza del direttore tecnico, anche se coincidente con il firmatario della domanda di cui al punto precedente. Il direttore tecnico deve essere laureato o diplomato in discipline tecnico-scientifiche e ciò anche se coincidente con il firmatario della domanda di cui al punto precedente; c) l'oggetto della domanda con la specificazione della tipologia dei rifiuti che si intendono smaltire e/o recuperare; d) identificazione della ubicazione degli impianti; e) elenco della documentazione prodotta. 3. La domanda di autorizzazione deve essere corredata della seguente documentazione: 3.1. Certificato di iscrizione alla Camera di commercio. 3.2. Copia autenticata del titolo di studio del direttore tecnico. 3.3. Certificato del casellario giudiziale e certificato dei carichi pendenti, rilasciati dalla Procura della Repubblica competente e dalla Pretura, relativi al direttore tecnico responsabile. 3.4. Certificato generale del casellario giudiziale e certificato dei carichi pendenti rilasciati dalla Procura della Repubblica competente e dalla Pretura, per: a) titolare della ditta, se trattasi di ditta individuale; b) ciascuno dei soci, se trattasi di s.n.c.; c) ciascuno dei soci accomandatari, se trattasi di s.a.s.; d) ciascuno degli amministratori o componenti il consiglio di amministrazione, se trattasi di S.p.A., s.r.l., società in accomandita per azioni o cooperativa. In presenza di amministratore unico, i certificati dovranno essere presentati solo per questo, ovvero per tutti gli amministratori che risultino autorizzati a rappresentare legalmente la società. 3.5. Dichiarazione di accettazione dell'incarico da parte del direttore tecnico. 3.6. Dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, resa ai sensi dell'art. 4 della legge n. 15 del 4 gennaio 1968, attestante l'obbligo da parte del richiedente di: a) assicurare la regolare tenuta dei registri di carico e scarico di cui all'art. 12 del decreto legislativo n. 22/97; b) assicurare che le batterie, gli oli usati, i carburanti, i liquidi di frenatura ed altri liquidi idraulici vengano consegnati ad idonei impianti di recupero e/o di smaltimento; c) assicurare la tempestiva comunicazione di ogni eventuale variazione del nominativo del direttore tecnico; d) assicurare l'adeguamento alle norme tecniche relative alle caratteristiche degli impianti ed alle operazioni di messa in sicurezza di cui al comma 10 dell'art. 46 del decreto legislativo n. 22/97, entro 60 giorni dalla loro emanazione; e) assicurare il rispetto delle disposizioni vigenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, di igiene pubblica e pubblica sicurezza. 3.7. Prestazione delle garanzie finanziarie, rese nei modi previsti dal decreto n. 188 del 19 aprile 1986, relative all'attività di stoccaggio dei rifiuti, oggi individuati nell'allegato "D" al decreto legislativo n. 22/97, derivanti dall'attività del centro. 3.8. Titolo attestante la disponibilità esclusiva dell'area soggetta ad autorizzazione all'impianto.

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3.9. Certificato di destinazione urbanistica, rilasciato dal comune ai sensi dell'art. 18 della legge 28 febbraio 1997, n. 47, con allegato lo stralcio dello strumento urbanistico, attestante la conformità del centro allo strumento urbanistico vigente, in caso contrario assenso sul sito deliberato dal sindaco. 3.10. Relazione tecnica che illustri: a) descrizione del centro di rottamazione, delle attrezzature e degli impianti esistenti e/o da realizzare con

particolare riguardo alle aree di stoccaggio degli oli esausti e delle batterie, al tipo ed altezza della recinzione ed ai quantitativi attualmente stoccati, distinti per tipologia;

b) descrizione dell'ubicazione del centro in rapporto all'assetto urbano ed alla viabilità; c) descrizione delle modalità di gestione, con particolare riguardo alle opere di protezione del suolo nelle

aree di stoccaggio degli oli esausti e delle batterie ed alla disposizione delle carcasse d'auto, indicando le potenzialità massime di stoccaggio nell'impianto, distinte per tipologia ed espresse in metri cubi;

d) indicazione di eventuali vincoli presenti (paesaggistici, monumentali, etc.); e) descrizione dettagliata dei vari settori costituenti l'impianto; f) descrizione dettagliata dell'impianto di trattamento acque. 3.11. Corografia - scala 1:25.000 o 1:10.000 - con l'indicazione dell'area dell'impianto, delle zone soggette a

protezione e/o vincolo e delle edificazioni esistenti. 3.12. Stralcio dello strumento urbanistico del comune, esteso per un raggio di m. 500 dal sito del centro, con

la specifica delle destinazioni d'uso. 3.13. Estratto di mappa catastale con l'indicazione della particella interessata. 3.14. Planimetrie, in scala opportuna, dell'area interessata allo stoccaggio con l'ubicazione e l'estensione dei

vari settori, degli edifici, della recinzione, etc. 3.15. Elaborati esecutivi, in scala opportuna, relativi a tutte le opere che si intendono realizzare, con

particolare riferimento alle opere per la salvaguardia dell'am biente. 3.16. Documentazione fotografica del centro e della zona circostante, effettuata da diverse angolazioni,

allegata ad una planimetria con l'indicazione dei punti di ripresa e delle direzioni inquadrate. 3.17. Studio geologico di massima che rappresenti, su planimetria in scala 1:10.000, le caratteristiche

litologiche, morfologiche ed idrogeologiche dell'area estesa per il raggio di 1 km. dal sito dell'impianto. 3.18. Elaborati e documentazione prevista dalle legislazioni vigenti in materia di salute e sicurezza sul

lavoro, di igiene pubblica (v. allegato "B" al presente decreto). 3.19. Elaborati e documentazione prevista dalle legislazioni vigenti in materia di emissione sonore (v.

allegato "B" al presente decreto). 4. I documenti soggetti a scadenza, attestanti il possesso dei requisiti soggettivi, potranno essere presentati

prima dell'emanazione del provvedimento autorizzatorio; nelle more dell'emanazione di detto provvedimento, i soggetti dovranno attestare il possesso dei requisiti di cui ai punti 1) e 3) del precedente comma, mediante una dichiarazione resa ai sensi dell'art. 4 della legge n. 15 del 4 gennaio 1968.

5. Gli elaborati tecnici individuati ai punti da 3.8. a 3.19. del precedente comma 3° dovranno essere prodotti 4 copie.

6. Le domande di autorizzazione per lo svolgimento delle operazioni di smaltimento e/o recupero dei rifiuti dovranno essere accompagnate dalla scheda dati riassuntiva, allegata al presente decreto (v. allegato "A" al presente decreto).

Art. 3 Criteri di progettazione e realizzazione dei centri di autodemolizione 1. La superficie dell'impianto dovrà essere ripartita nei seguenti settori: - conferimento; - pretrattamento; - deposito delle parti smontate; - deposito dei materiali riutilizzabili; - deposito delle carcasse pretrattate; - deposito dei rifiuti speciali pericolosi; - superficie di traffico; - deposito parti inutilizzabili; - servizi ed uffici; - recinzioni ed aree verdi. Settore conferimento La superficie per il deposito intermedio dei veicoli a motore, rimorchi, ecc. non pretrattati, dovrà essere costipata adeguatamente con ghiaia, ciottoli e/o altro materiale simile. In quest'area non è consentito l'accatastamento dei veicoli. Settore pretrattamento Per il pretrattamento dei veicoli a motore, rimorchi, ecc., dovrà essere realizzata una piattaforma di lavoro, pavimentata in modo da garantire la impermeabilità agli oli minerali. Settore deposito parti smontate Dovrà essere prevista una superficie per il deposito separato di parti smontate, come blocchi motore, ingranaggi, radiatori e/o altro che possa ancora rilasciare liquidi, pavimentata in modo da garantire la

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impermeabilità agli oli minerali e provvista di un sedimentatore con separatore di oli adeguatamente dimensionato o di altri sistemi idonei, a cui devono essere convogliate le acque scolanti sia del settore di prettramento che dal deposito delle parti smontate. Settore deposito dei materiali riutilizzabili Dovrà essere prevista una superficie per il deposito dei materiali riutilizzabili, costipata adeguatamente con ghiaia, ciottoli e/o altro materiale simile. Settore deposito delle carcasse pretrattate Dovrà essere prevista una superficie per il deposito delle carcasse pretrattate, pavimentata adeguatamente con ghiaia, ciottoli e/o altro materiale simile. Settore deposito dei rifiuti speciali pericolosi Dovrà essere prevista una superficie coperta e pavimetata in modo da garantire la impermeabilità agli oli minerali, ai fluidi idraulici e/o refrigeranti, nonché agli acidi delle batterie. In tale settore dovranno essere ubicati una serie di contenitori, contrassegnati con chiarezza, per la raccolta dei liquidi estratti dai veicoli (carburanti, olio cambio e motore, liquidi idraulici e refrigeranti, batterie). I suddetti contenitori dovranno essere posizionati separatamente per classi omogenee ed in condizioni di sicurezza per gli addetti e nel rispetto delle norme per lo stoccaggio dei rifiuti; in merito al deposito degli oli, questo deve essere realizzato in conformità a quanto previsto dal decreto legislativo n. 95/92 e relativo decreto applicativo D.M. n. 392/96. Superficie di traffico All'interno dell'impianto dovranno essere previste delle zone percorsi e di accesso al pubblico, in grado di agevolare la movimentazione interna. Settore deposito parti inutilizzabili Dovrà essere prevista una superficie per il deposito dei materiali inutilizzabili, costipata adeguatamente con ghiaia, ciottoli e/o altro materiale simile. Settore servizi igienici ed ufficio Dovrà essere prevista una zona destinata a servizi igienici, ufficio ed un piccolo deposito di sostanze da usare per l'assorbimento dei liquidi in caso di sversamento. Recinzione ed aree verdi Dovrà essere prevista una recinzione, alta almeno m. 2, realizzata con idonee misure di occultamento visivo come siepi, alberature e/o pannelli al fine di minimizzare visivamente l'impianto e, nel caso sia presente la pressa, idonee misure di abbattimento della rumorosità verso l'esterno. 2. Nell'attività di gestione dei centri dovranno essere rispettati i sottoelencati accorgimenti: - utilizzo di contenitori conformi alle prescrizioni sul deposito delle sostanze pericolose per le acque, contrassegnati con chiarezza, per: benzina, carburante per motori diesel, olio per motori ed ingranaggi, liquidi dei freni ed altri liquidi idraulici, batterie, liquidi refrigeranti, filtri olio e stracci imbevuti;

- presenza di adeguati dispositivi di estinzione degli incendi; - l'impilamento delle carcasse pretrattate non deve superare l'altezza della recinzione; - l'impianto deve essere gestito e mantenuto in modo che vengano costantemente rispettate le prescrizioni

previste da altre norme regolamentari necessarie per lo svolgimento dell'attività; - durante il deposito, prima del pretrattamento, i veicoli a motore, rimorchi, ecc. non devono essere adagiati

sul fianco o sul tetto, per evitare la fuoriuscita di liquidi che potrebbero inquinare le acque ed il terreno; - i veicoli a motore, rimorchi, ecc. prima del petrattamento possono essere depositati solo nell'apposito settore; - da ogni veicolo a motore, rimorchio, ecc. devono essere allontanati i liquidi pericolosi per le acque con i

rispettivi filtri, la batteria, i fluidi refrigeranti che devono essere convogliati negli appositi contenitori. Devono poi essere separati i vetri ed i componenti in plastica, (laddove non strettamente vincolati con il resto della struttura) come paraurti, rivestimenti in plastica sia interni che esterni, imbottiture dei sedili, ecc.;

- le carcasse, dopo aver eseguito le operazioni di cui al precedente punto, possono essere trattate allo scopo di ridurne il volume solo nell'apposita piattaforma di lavoro o negli altri impianti all'uopo previsti, come presse, trance, ecc.; - i materiali smontati devono essere depositati nelle apposite superfici e raggruppati per tipologie omogenee;

- le batterie, gli oli usati, i liquidi di frenatura ed altri liquidi idraulici, devono essere consegnati ad idonei impianti di recupero e/o smaltimento;

- dovrà essere rispettato il divieto di procedere alla combustione dei pneumatici, delle parti in plastica, dei fili elettrici, ecc.;

- i fluidi refrigeranti contenuti nei condizionatori, quali CFC e HCF, devono essere asportati. Lo stoccaggio deve avvenire in appositi contenitori (bombole o bomboloni) protetti dai raggi solari ed in grado di garantire la corretta conservazione dei rifiuti. I contenitori devono essere sottoposti a periodica manutenzione ed al fine di garantire il recupero dei gas aspirati non è consentito miscelarli in un unico contenitore. L'estrazione deve avvenire a mezzo dispositivi aspiranti operanti in circuito chiuso in modo da assicurare che non ci sia alcun rilascio nell'atmosfera, conformemente a quanto previsto all'art. 6 della legge n. 549/93. Detti dispositivi devono consentire la completa aspirazione dei fluidi;

- gli air-bag a centralina meccanica vanno smontati previo disarmo dei dispositivi di detonazione. Tali dispositivi vanno inviati a centri specializzati; i dispositivi di detonazione dei air-bag e dei pretensionatori a

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centralina elettronica devono essere fatti brillare direttamente sull'autovettura adottando le necessarie precauzioni per garantire la sicurezza degli operatori;

- il tempo massimo di detenzione, nel centro di raccolta, dei materiali da avviare alla demolizione o rottamazione, non dovrà essere superiore a 180 giorni dalla data di conferimento allo stesso, questo al fine di evitare l'eccessivo deterioramento dei materiali stessi e di agevolarne una sollecita riutilizzazione. Art. 4 Criteri di localizzazione dei centri 1. Al fine di favorire il processo di razionalizzazione di tali attività nel territorio, i comuni individuano le aree per l'attività di autodemolizione, preferibilmente nelle zone destinate a insediamenti industriali e artigianali e/o ulteriori aree a diversa destinazione urbanistica, a condizione che esse siano idonee dal punto di vista ambientale. 2. I comuni, nei cui territori non insistono centri di raccolta, promuoveranno ogni utile iniziativa al fine di assicurare l'avvio dei rifiuti speciali in parola presso i centri di raccolta vicini. 3. Per le finalità di cui sopra, i comuni potranno adottare ogni opportuna azione avvalendosi, anche mediante accordi e contratti di programma, di soggetti pubblici e privati qualificati, previsti dall'art. 4 del decreto legislativo n. 22/97. 4. I comuni avviano ogni iniziativa utile al fine di favorire la rilocalizzazione dei centri che insistono in aree non idonee, individuando forme di agevolazione specifica in considerazione del fatto che tali attività sono considerate di pubblico interesse. 5. I comuni non possono individuare i siti in: - aree con vincoli imposti da leggi statali e regionali, nonché dagli strumenti urbanistici, a tutela di interessi storici, artistici, architettonici, archeologici ed ambientali; - aree esondabili, instabili, alluvionabili; - aree destinate a parco o zone di salvaguardia ambientale; - aree con vincoli imposti da norme statali e regionali a difesa delle coste marine, lacuali e fluviali; - aree con vincoli imposti a tutela di interessi della difesa militare e della sicurezza interna; - aree con ogni altro vincolo che comporti la inedificabilità delle stesse. 6. I siti potranno essere individuati dai comuni possibilmente in: - aree distanti almeno 200 metri dalle abitazioni, nel caso l'attività comprenda la presenza di presse o ulteriori attrezzature a tecnologia complessa; nel caso di strutture esistenti e già autorizzate che non rispettino tale criterio, dovranno essere adottate le cautele necessarie per evitare inquinamento acustico; - zone site a distanza non inferiore ai 200 metri dagli impianti di captazione idropotabile; - aree facilmente servibili dalla rete viaria di scorrimento urbano e di facile accessibilità anche da parte di automezzi pesanti. Art. 5 Adeguamento dei centri esistenti In forza del regime transitorio previsto dall'art. 57 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, i centri esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, in possesso delle autorizzazioni già rilasciate ai sensi del D.P.R. n. 915/82 o che abbiano effettuato le comunicazioni ai sensi dei decreti leggi in materia di recupero dei rifiuti, potranno continuare ad operare fino al 2 marzo 2001 a condizione che: a) abbiano richiesto l'autorizzazione nei modi e con i contenuti previsti dal precedente art. 2; b) la gestione del centro sia conforme alle disposizioni di cui al precedente punto 2 dell'art. 3; c) i siti non ricadano in aree con vincolo di inedificabilità assoluta, in aree esondabili, instabili e alluvionabili, nonché in aree destinate a parco o zone di salvaguardia ambientale; d) abbiano richiesto al comune apposito assenso sul sito e/o avviato opportune iniziative documentabili, tendenti ad una rilocalizzazione in altra area."

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Joniambiente s . p . a . A T O C T 1

TIPOLOGIA DEGLI IMPIANTI PREVISTI

PIANO D’AMBITO

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CAPITOLO 5 TIPOLOGIA DI IMPIANTI PREVISTI 5.1 CENTRO DI RACCOLTA COMUNALE

Il Centro Comunale di Raccolta denominato semplicità CCR, assume una grande

importanza perché potrebbe divenire un ecocentro di carattere comunale e/o

comprensoriale, fungendo anche da polmone per lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti secchi

riciclabili, imballaggi e non, prima dell’avvio alle piattaforme convenzionate Conai e al

sistema industriale per il recupero.

Il CCR va attrezzato con contenitori (benne, cassoni scarrabili, ecc.) specificatamente

dedicati alla raccolta di ogni frazione.

Il progetto del CCR dovrà essere comunale; nel momento in cui si costituisce la Società di

ambito tutti i CCR già realizzati o comunque finanziati con fondi pubblici non comunali

dovranno confluire nel patrimonio della Società, come contributo della parte pubblica, al

fine di ottenere una gestione dei rifiuti integrata efficiente, efficace ed economica.

Nel caso in cui la Società di ambito già esista ed il Comune ne faccia parte, il progetto

dovrà essere presentato dalla Società di ambito e dovrà essere prevista una gestione

efficiente, efficace ed economica. Nel caso vi sia stata la richiesta di finanziamento

pubblico, il progetto dovrà contenere, oltre gli elaborati tecnici, un piano di gestione dello

stesso, con chiara indicazione dei soggetti incaricati e dei loro compiti, degli orari di

apertura e delle funzioni del centro (raccolta e stoccaggio, consulenze informative sulla

gestione rifiuti e punto di scambio di informazioni, mercatino dell’usato, certificazione

conferimenti differenziati, ecc.), nonché il corrispettivo per l’eventuale utilizzo del centro

stesso da parte di soggetti diversi dall’Ente o dai soggetti di ambito; in particolare, in caso

di affidamento della gestione a terzi, il corrispettivo deve essere chiaramente indicato nei

capitolati di appalto e nei successivi contratti di affidamento.

L'attività del CCR, di norma, rientrerà tra l’attività svolta in privativa dal Comune, ai sensi

dell'articolo 21, co. 1 del D.Lgs. n° 22/97, in quanto sarà effettuato il deposito dei soli rifiuti

urbani (e cioè rifiuti domestici e speciali assimilati agli urbani ai sensi dell'apposito

regolamento comunale) conferiti direttamente dal produttore o depositati dal gestore del

servizio pubblico al fine del loro raggruppamento prima del trasporto agli impianti di

recupero o smaltimento di rifiuti di cui rispettivamente, agli allegati B e C dello stesso

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decreto; non ci sarà, quindi, bisogno di alcuna procedura autorizzativa alle seguenti

condizioni:

__ il regolamento comunale è stato redatto in sintonia con il regolamento tipo approvato

dalla struttura commissariale con Ordinanza commissariale n°159 del 27.07.2000 ed è

stato adottato ai sensi del comma 2 dell’art. 21 del D.Lgs. n° 22/97;

__ l’attività da effettuarsi nel CCR è correttamente svolta nel rispetto delle previsioni del

regolamento comunale;

__ sono rispettati i termini del deposito temporaneo di cui all’art. 6 lett. m) del D.Lgs. n°

22/97.

Ove le attività che si svolgono nel centro di raccolta superino i predetti limiti, il soggetto

gestore del centro potrà, ove ne ricorrano i presupposti, attivare le procedure semplificate

ex art. 33 del D.Lgs. n° 22/97 o richiedere l’autorizzazione ex art. 27 e 28 del D.Lgs. n°

22/97.

Una seconda funzione che il CCR potrebbe assumere è quella di intercettazione della

frazione verde ed eventualmente potrebbe esservi localizzato un piccolo impianto di

compostaggio della sola frazione verde vegetale; in tal caso il CCR dovrà soddisfare tutti i

requisiti richiesti per la localizzazione di impianti di compostaggio, di cui al capitolo relativo

alle “Linee guida per la progettazione degli impianti di compostaggio”.

Il CCR potrà comunque assumere una importante funzione di tipo culturale e

promozionale, divenendo un centro di informazioni e scambio, sede di un “mercatino

dell’usato”, possibile certificatore dei conferimenti in raccolta differenziata per consentire

alle utenze di accedere alle agevolazioni e alle riduzioni tariffarie.In questo senso una

grande importanza va data non solo alla corretta progettazione e realizzazione della

struttura, ma alla sua gestione, in particolare al contributo di organizzazioni del terzo

settore.

Linee guida per i CCR

__ Raccolta ed analisi dei macro dati: tipologia del Comune, delle unità

produttive, dei flussi storici, ecc.;

__ Valutazione degli obiettivi di R.D. del Comune attraverso il sistema

complessivo di raccolta;

__ Possibilità di finanziamento regionale;

__ Analisi delle reali possibilità di avvio al riciclaggio e/o corretto smaltimento;

__ Bilancio economico: risparmi, entrate, costi.

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5.1.1 Progettazione

__ Corretta localizzazione: preferibilmente in zona industriale o di servizi,

abbastanza vicina all’utenza per non scoraggiare il conferimento abituale

degli utenti;

__ Corretto dimensionamento delle vasche di raccolta e delle piazzole dei

container;

__ Massima attenzione alla funzionalità per invogliare gli utenti ;

__ Copertura di alcuni spazi di conferimento e di stoccaggio;

__ Studio degli spazi per i rifiuti pericolosi e delle relative norme di

sicurezza/emergenza;

__ Dimensionamento delle attrezzature;

__ Rispetto delle norme in materia di sicurezza, con particolare riguardo per la

sicurezza dei bambini;

__ Impermeabilizzazione di tutte le superfici, con particolare cura per le più

soggette ad usura;

__ Buon inserimento dal punto di vista paesaggistico: siepe ed alberi di medio

fusto come mascheramento ed aiuole all’interno; rete di recinzione;

__ Allacciamento alla fognatura, vasca di prima pioggia, disoleatore e

dissabbiatore;

__ Guardiania;

__ Presidi e procedure per le emergenze (idrante e/o estintori, telefono,

istruzione del personale).

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5.1.2 Apertura

__ Informazioni chiare e dettagliate per gli utenti (assemblea illustrativa,

opuscolo, manifesti, interventi nella scuola);

__ Iniziative di R.D.: festa ecologica, visita guidata delle scolaresche, ecc.;

__ Distribuzione del “Calendario ecologico”;

__ Informazione agli utenti sul destino dei materiali raccolti.

5.1.3 Gestione

__ Personale qualificato ed informato per poter utilizzare la piattaforma come

momento di informazione e di sensibilizzazione ecologica;

__ sorveglianza durante le ore di apertura;

__ massima pulizia;

__ monitoraggio delle frequenze e dei flussi di materiali;

__ controllo automatico degli accessi e pesatura computerizzata dei materiali da

tariffare in entrata; pesatura di tutti i flussi in uscita;

__ possibilità di sviluppare il mercatino dell’usato, sia come forma di

contenimento dei costi che come azione di sensibilizzazione;

__ eventuale spazio dedicato al compostaggio domestico;

__ segnalazione alla Polizia Municipale dei comportamenti scorretti.

Il centro di raccolta comunale è un’area che ha la funzione di stoccaggio provvisorio in

sicurezza di più tipologie di materiali in modo differenziato da avviare al recupero e/o allo

smaltimento.

Inoltre, ha la funzione di permettere lo stoccaggio provvisorio di materiale conferito in

modo che si raggiungono quantità tali da rendere conveniente il trasporto ai rispettivi centri

di trattamento o di smaltimento.

Presso il centro di raccolta comunale, sarà possibile conferire i seguenti materiali:

♦ Beni durevoli (frigoriferi, surgelatori e congelatori, televisori, computers, lavatrici e

lavastoviglie, condizionatori d’aria, ecc.);

♦ Legno;

♦ Polietilene;

♦ Carta e cartone;

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♦ Batterie al piombo e rifiuti piombosi;

♦ Lampade a scarico e tubi catodici;

♦ Rifiuti ingombranti;

♦ Residui vegetali;

♦ Pneumatici;

♦ Oli usati

♦ Grassi vegetali esausti.

Il centro di raccolta comunale sarà accessibile al pubblico e sarà dotato di sistemi di

controllo e sorveglianza.

I comuni interessati dovranno dare ampia e dettagliata pubblicizzazione, anche, a livello

scolastico, al fine di evitare l’abbandono dei rifiuti riciclabili, pericolosi ed ingombranti al di

fuori delle isole ecologiche o presso i centri di raccolta.

Il centro comunale di raccolta sarà attrezzato di contenitori specifici e strutturati in modo

tale da poter stoccare, in sicurezza, soprattutto i rifiuti pericolosi ed inoltre saranno

presenti i serbatoi per contenere gli oli usati ed esausti.

Una parte del centro comunale di raccolta sarà adibita alla ricezione dei residui vegetali

dovuti a sfalci di potature dei giardini.

Esso sarà recintato e custodito nelle ore d’apertura al fine di evitare conferimenti abusivi.

5.2 IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO

Gli impianti di compostaggio sono progettati per fare fronte alla trasformazione della

frazione organica raccolta in modo differenziato per garantire la produzione di un

ammendante organico d’elevata qualità.

Il sistema di compostaggio trova valida applicazione nel trattamento di:

♦ Rifiuti biologici derivanti da sistemi di raccolta differenziata (FORSU);

♦ Rifiuti di origine biologica provenienti da attività commerciali ed industriali;

♦ Rifiuti da mercati;

♦ Rifiuti verdi;

♦ Fango di depurazione.

La prima fase del processo di compostaggio consiste nel conferimento e successivo

stoccaggio del materiale proveniente, dalla raccolta differenziata. I camion che trasportano

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i rifiuti nonché erba, sfalci vari, foglie e ramaglie scaricano il loro carico nei piazzali

adiacenti al capannone principale, nei quali il materiale viene stoccato in attesa di

triturazione che forniscono il necessario apporto di materiale legnoso.

L'impianto di compostaggio ha lo scopo principale di garantire il recupero e reimpiego dei

fanghi di depurazione (provenienti quindi dalla degradazione biologica dei reflui fognari

civili) come ammendante organico di qualità (compost) utile in florovivaistica e agricoltura.

Allo scopo è necessario miscelare intimamente i residui triturati con i fanghi in modo da

innescare rapidamente il processo di compostaggio. Si utilizza la macchina rivoltatrice

che, tramite un grande nastro dotato di idonei coltelli, affronta i cumuli di materiale

depositati dalla pala e li omogeneizza completamente, garantendo così anche

l'ossigenazione del materiale.

Dopo la prima miscelazione inizia il processo di maturazione che è diviso in due fasi; la

prima, detta di biossidazione accelerata, dura circa un mese e si controddistingue dal fatto

che il materiale viene continuamente aerato mediante un impianto costituito da griglie e

ventilatori.

Durante la seconda fase, che dura circa due mesi, il processo di degradazione biologica

procede più lentamente consentendo al materiale di assumere quelle qualità che lo

rendono utile in agricoltura. In entrambe le fasi i cumuli sono rivoltati con cadenze

programmate.

Nella fase di biossidazione accelerata il cumulo è soggetto all'aerazione forzata e l'aria

che lo attraversa viene depurata attraverso il convogliamento in manufatti (biofiltri) riempiti

con compost maturo e/o corteccia triturata, dove, tramite l'azione dei microrganismi che si

instaurano, avviene la rimozione delle sostanze indesiderate (es. ammoniaca).

Il processo è costantemente controllato attraverso una serie di analisi e campionamenti

che permettono di determinare parametri come: T, pH, umidità, ceneri, salinità.

Durante la prima fase del processo di maturazione nel cumulo si sviluppano una serie di

processi biologici che determinano temperature elevate (anche superiori agli 80°C).

Queste temperature, che si mantengono almeno per 3-4 settimane, garantiscono la

completa igienizzazione (assenza di germi patogeni) del compost finito.

Dopo aver ultimato la fase di maturazione il compost, per essere destinato alla vendita,

viene vagliato. La vagliatura consiste nella separazione delle particelle fini minori di 10 mm

da quelle più grossolane. La parte più grossolana (sovvallo), dopo eventuale triturazione, è

reimmessa nel ciclo per essere completamente trasformata in compost. La parte fine viene

invece subito stoccata e destinata alla vendita.

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5.3 ISOLE ECOLOGICHE Le isole ecologiche sono quelle aree da adibire, con opportuna recinzione, alla Raccolta Differenziata monomateriale per le frazioni individuate (vetro, alluminio, plastica, indifferenziato residuale). In questi spazi dovranno essere ubicati i contenitori che fungono da centro di conferimento. I contenitori avranno volumi adeguati in ragione delle singole tipologie di materiali e dell'utenza da servire. Le isole ecologiche dovranno essere sparse, dove è possibile, su tutto il territorio

comunale, per dare l'opportunità a tutti i cittadini di conferire nelle vicinanze della propria

abitazione quanto differenziato.

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Joniambiente s . p . a . A T O C T 1

PIANO DELLA COMUNICAZIONE

PIANO D’AMBITO

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JONIAMBIENTE S.p.A.

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CAPITOLO 6 PIANO DI COMUNICAZIONE

6.1. PREMESSA

L’aspetto della coscienza collettiva dei cittadini e la diffusione di una cultura

ambientale deve costituire il più efficace strumento per il futuro contenimento dei

fenomeni di degrado ambientale.

Rispetto al problema della gestione dei rifiuti si può iniziare ad agire in questa

direzione mediante alcune azioni di sensibilizzazione, informazione ed educazione

ambientale e, in particolare, con azioni atte a diffondere la cultura della raccolta

differenziata dei rifiuti tra i cittadini.

Dai dati acquisiti, infatti, si evidenzia come la situazione nell’ATO CT1 debba

essere sicuramente migliorata in quei Comuni che negli ultimi anni hanno fatto

registrare un notevole incremento della percentuale della R.D., mentre quelli in

notevole ritardo, quali Calatabiano, Fiumefreddo di Sicilia, Linguaglossa e Mascali,

necessitano di una particolare attenzione.

I destinatari di tali azioni dovranno essere i singoli cittadini, le famiglie, le

attività produttive, la popolazione scolastica.

Importante è il coinvolgimento del mondo della scuola che rappresenta un

ambiente privilegiato cui fare riferimento nel programma di educazione alla raccolta

differenziata. Esso si presta perfettamente a quel trasferimento di informazioni che è

necessario operare affinché, nel medio e lungo termine, si abbiano risultati positivi

consci dell’importanza di formare la coscienza del cittadino nelle nuove generazioni.

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6.2 Coinvolgimento del cittadino ed informazione

Le campagne informative destinate alla promozione della raccolta

differenziata e rivolte agli utenti del servizio di raccolta dei rifiuti urbani devono avere

alcuni elementi caratteristici così indicati:

• l’obiettivo delle campagne deve essere specifico e preciso (ad es. rispetto ad un

determinato servizio di R.D. attivato o potenziato o rispetto ad un preciso problema

legato a particolari conferimenti);

• deve essere assicurata, per tutti gli utenti coinvolti dalla campagna, la visibilità della

stessa anche attraverso l’utilizzo di diversi mezzi informativi;

• deve essere assicurata la capillarità della campagna, cioè l’attitudine della stessa a

pervenire a tutte le utenze coinvolte dal servizio;

• le campagne devono essere periodiche, per ribadire anche messaggi simili a

distanza di tempo, in modo da richiamare i concetti già comunicati precedentemente

e comunque garantire una continuità di informazione ai cittadini; la cadenza

minima prevista per le campagne è quella annuale;

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• le campagne devono utilizzare diversi mezzi di comunicazione in modo da

raggiungere gli obiettivi di capillarità e visibilità. Tali mezzi di comunicazione devono

essere adottati in modo integrato.

6.3 Obiettivi e risultati attesi

È convinzione comune che azioni di sensibilizzazione sulle tematiche

ambientali/ecologiche non sempre trovano il necessario riscontro nella collettività.

Pertanto si ritiene che, pur condividendo l'assunto per cui è opportuno informare e

stimolare gli individui sul tema/problema individuato dal presente progetto, si debba

procedere con la sperimentazione di metodi innovativi che consentono di giungere ad

un traguardo ambizioso: stimolare la coscienza dei cittadini ad attuare la raccolta

differenziata dei rifiuti.

Il progetto si propone di attuare due distinte metodologie di sensibilizzazione:

da un lato attuare momenti divulgativi, educativi, che hanno lo scopo di stimolare

l'adozione di precise regole di comportamento a favore dell'ambiente in generale e

del conferimento differenziato dei rifiuti, dall'altro sperimentare, attraverso l'utilizzo

delle nuove tecnologie, meccanismi non spontanei, perché si realizzi il trattamento

differenziato dei rifiuti a monte.

Il primo obiettivo della campagna è la riduzione della produzione di rifiuti, per

favorire il recupero ed il riciclaggio e diminuire gli oneri derivanti dai costi di

smaltimento e dalla tassa sui rifiuti. La campagna di sensibilizzazione mirerà, quindi,

ad adottare criteri di responsabilizzazione del cittadino e dell’utente, invogliandolo ad

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acquistare in modo intelligente, scegliendo tra i prodotti quelli che producono meno

materiale da destinare allo smaltimento.

Il secondo obiettivo è quello di iniziare il percorso per arrivare, nel più breve

tempo possibile, ad una raccolta differenziata integrata: per ottenere ciò è necessaria

una informazione mirata ed ancora più capillare sull’importanza della raccolta della

frazione umida.

Si illustreranno, quindi, nelle scuole, alla cittadinanza ed alle utenze di

ristorazione le tecniche del compostaggio e, tramite le compostiere, si tenterà di

coinvolgerli direttamente. Tutto ciò al fine di incentivare il compostaggio domestico ed

abituare gli utenti a separare la frazione secca dalla frazione umida.

6.4 Azioni previste

ne dei rifiuti è necessario curare

intesa come dialogo fra la Società

d’Ambito e il cittadino stesso, allo scopo di:

• Comunicare: presentare il problema al cittadino;

Per realizzare un efficace sistema di gestio

con particolare attenzione i rapporti con i cittadini.

La sensibilizzazione della popolazione va

Motivare: spiegare e far capire le soluzioni adottate;

Coinvolgere: ottenere il consenso e l'adesione;

Far agire: stimolare la partecipazione attiva.

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L'obiettivo che la Società si deve porre è quello che ogni abitante dei 14

Comuni si senta responsabile del destino dei rifiuti da lui prodotti e che nel suo

comportamento sia coerente con questo: moderi il consumo, riutilizzi gli scarti

ancora riutilizzabili e raccolga separatamente i rifiuti conferendoli nel modo

corrett

I cittadini devono sapere con esattezza, tramite costanti informazioni, come è

struttu

amente, i risultati raggiunti da ogni Comune grazie

agli sforzi d

Gli strumenti e le azioni a favore della sensibilizzazione saranno:

o.

rata la gestione dei rifiuti, in modo da poter efficacemente collaborare; inoltre è

importante rendere noti, periodic

ei cittadini, così da motivarli a collaborare.

materiale informativi: opuscoli e depliants (da distribuire sia ai cittadini che

nelle scuole), schede, manifesti,

• Messaggi pubblicitari tramite emittenti televisive e radiofoniche locali;

• azioni stionari -

ateriali riciclati.

di coinvolgimento: feste in piazza, iniziative di sensibilizzazione, que

seminari, raccolte promozionali, utilizzo di m

incentivi economici: sconti, riduzioni, lotterie, benefici economici per la

collettività, ecc.

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Questa campagna di sensibilizzazione deve essere attuata perché:

aiuta a superare la diffidenza dei cittadini;

perché è un dovere del servizio pubblico;

è un elemento strategico che si affianca a pieno diritto alle altre scelte strutturali;

deve valorizzare la partecipazione attiva e spontanea dei cittadini e del volontariato.

♦ e sul servizio di raccolta “porta a porta” di vetro, plastica,

♦ altre raccolte differenziate effettuate con i contenitori stradali

ile esauste, farmaci scaduti, contenitori etichettati “Te/o F”, indumenti);

♦ are informazioni sulle modalità di raccolta di beni durevoli ed ingombranti e sul

nzionamento dei C.C.R. e delle isole ecologiche;

♦ distribuzione di un piccolo manuale di compostaggio per informare sull’importanza

della raccolta della frazione umida, in prospettiva del futuro sistema di raccolta

♦ sperimentazione del compostaggio domestico.

può far ottenere dei risultati ottimi di raccolta;

Il progetto che si intende avviare è mirato a:

sensibilizzare la cittadinanza dei Comuni con basse percentuali sull’importanza della

raccolta differenziata, sia dal punto di vista ambientale, sia economico;

migliorare l’informazion

alluminio, carta e cartone;

dare informazioni sulle

(p

d

fu

differenziata integrata;

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6.5 Aspetto Organizzativo

Il progetto sarà realizzato in stretta collaborazione con le Associazioni di

volontariato presenti sul territorio e con le Scuole.

Presso l’Ufficio della Società Joniambiente è costituito il Centro di

Coordinamento col compito di provvedere allo studio ettazione degli

interventi, nonché alla organizzazione e coordinamento del personale impiegato e

ed alla prog

delle attività svolte.

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FASE I TIT

presso le famiglie con:

• Distribuzione, tramite la popolazione scolastica, di questionari, che dovranno essere

comp

• Distribuz

ri

s

• M i tramite le emittenti televisive e radiofoniche locali;

• Real evisiva ogni tre mesi che illustri le problematiche

della rac

m

• A

• Realizzazio sul sito della Società Joniambiente che, aggiornato

continuamente, divulghi informazioni e notizie utili sulla raccolta differenziata, sulle

in e di un numero verde.

• Attivazione nfo-Point che fornisca informazioni ai

cittadini, distribuisca materiale informativo e raccolga anche le opinioni, le impressioni

sul servizio

• Collocazione di striscioni stradali e Figure 3D lungo le spiagge dei Comuni di Mascali,

Riposto, Fiumefreddo di Sicilia e Calatabiano al fine di sensibilizzare anche i turisti ad

effettuare la raccolta differenziata.

OLO: INFORMAZIONE E PUBBLICIZZAZIONE

Indagine, pubblicizzazione e promozione della raccolta differenziata

ilati dalle famiglie;

ione di un opuscolo per illustrare la raccolta differenziata, l’importanza del

ciclaggio, le varie tipologie di rifiuti, le modalità di conferimento, il funzionamento del

ervizio di raccolta “porta a porta” (giorni, orari, materiali ritirati ecc.).

essaggi pubblicitar

izzazione di una trasmissione tel

colta differenziata, le iniziative in programma ed i risultati ottenuti mese per

ese sulle percentuali di raccolta.

ffissione di manifesti che richiamano i temi della raccolta differenziata.

ne di una pagina Web

iziative, sui risultati raggiunti ed attivazion

in tutti i Comuni dell’ATO di un I

di raccolta ed eventuali suggerimenti per migliorarlo.

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FASE II

ne scolastica sarà rivolto alle scuole

a sono le seguenti

Incontri con gli insegnanti

di due ore, tra gli operatori e gli

aranno svolte in classe e di integrare l'intervento con la programmazione

did

izzati in modo diversificato ed appropriato,

ti supporti: lucidi

lustrati, diapositive.

• a individuale per una definizione condivisa ed elementare del termine "rifiuto";

• ne e riconoscimento dei rifiuti (esposizione verbale e grafiche degli alunni);

• a classe. Analisi dei rifiuti (composizione, energia utilizzata, destinazione

• ganici;

classe e del paese;

li insegnanti).

TITOLO: PROGETTO SCUOLE

Il programma educativo per la popolazio

elementari, medie e superiori con pacchetti didattici articolati in attività pratiche e

teoriche.

Le attività in programm

Si realizzeranno 3 incontri della durata

insegnanti delle classi interessate dall'intervento, al fine di renderli partecipi delle

attività che s

attica.

SCUOLE ELEMENTARI

I pacchetti didattici saranno real

secondo le fasce di età e dei livelli di conoscenza (esperienze pregresse) delle classi

partecipanti. Ogni pacchetto didattico potrà disporre dei seguen

il

Classi prime, seconde, terze (I ciclo)

Primo intervento in classe (2 ore):

Ricerc

Percezio

• Scelta e disegno di un rifiuto;

Il cestino dell

ultima);

Distinzione tra rifiuti organici e non or

• Elenco dei rifiuti: personali, familiari, della

• Attività pratica di gruppo (da concordare con g

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• : produzione,

• à di gruppo.

tervento in classe (2 ore):

• Valutazione del lavoro svolto assieme agli alunni

• Ra dotti nel corso del progetto (scritti, disegni,

fotografie).

Classi quarte, quinte (II ciclo)

Come per il I ciclo con queste modifiche:

Primo intervento in classe (2 ore):

• Gli alunni saranno invitati a lavorare a casa, osservando i comportamenti quotidiani

relativi ai rifiuti e proponendo un questionario ai genitori e ai nonni.

e (2 ore):

oppure:

• Il c i: lavoro di gruppo sui diversi tipi di rifiuti e ricostruzione del loro

ciclo di vita;

• Collegamento con i temi dell'energia: materia ed energia impiegati per la produzione

degli oggetti che diventeranno rifiuti;

• Il rifiuto come risorsa: la legge delle 3 R;

• Attività pratica: interramento di rifiuti organici

Secondo intervento in classe (2 ore):

• La legge delle 3 R (Ridurre, Riusare, Riciclare);

Diminuzione dell'uso dell'energia e recupero energetico (in relazione a

riuso e riciclaggio dei rifiuti);

Analisi dell’attivit

Terzo in

ccolta degli elaborati e dei materiali pro

Secondo intervento in class

• Attività pratica: facciamo la carta riciclata:

L’attività pratica deve portare alla produzione di un oggetto utile quale un’agenda

ecc.;

estino dei rifiut

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Terzo intervento in classe (2 ore):

• Il c rmazioni fisiche ed

i cambiamenti di temperatura del materiale precedentemente interrato;

• Considerazioni guidate sul flusso di materia ed energia all'interno della massa in

fermentazione;

INFERIORI

• L'intervento sarà simile a quello realizzato per le scuole elementari (classi quarte e

quinte), con le seguenti integrazioni:

• Analisi sulle materie prime;

• I rifiuti nelle epoche storiche (dalla preistoria ai tempi nostri);

• Cenni alle principali tecniche di smaltimento (destinazione ultima dei rifiuti prodotti),

utilizzando supporti didattici quali proiezione di diapositive e videocassette.

SCUOLE SUPERIORI

• I pacchetti didattici per le superiori si articoleranno in 2 interventi da 2 ore ciascuno, in

cui il tema sarà affrontato ad un livello adeguato all'età dei ragazzi ed alla loro

preparazione in ambito scientifico e normativo.

OBIETTIVI

• Educazione al consumo: impariamo a produrre meno rifiuti;

• Educazione ad un uso razionale delle risorse: recuperiamo le materie prime dai rifiuti;

• Educazione al senso di responsabilità: ognuno deve dare il proprio contributo,

imparando a separare le varie tipologie di rifiuti.

ompostaggio: gli alunni saranno stimolati ad osservare le trasfo

Verifica sui comportamenti appresi durante le lezioni per ridurre il consumo

energetico

SCUOLE MEDIE

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FASE III TITOLO: PROGETTO ATTIVITA’ PRODUTTIVE

tegorie di attività produttive presenti sul

ccolta

uzione del vuoto a rendere, acquisire eventuali suggerimenti per migliorare il

servizio.

Organizzazione di incontri con le varie ca

territorio non solo per sensibilizzarli ma anche per illustrare loro i circuiti di ra

dedicati, (imballaggi in cartone, frazione umida), suggerire alle catene distributive la

reintrod

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SCHEDA INFORMATIVA UARTIERE_____________________________

VIA __________________________________

N° COMPONENTI DELLA FAMIGLIA ______ N° FIGLI CONVIVENTI _______

Q

1) Ritenete le vostre informazioni sulle modalità e i vantaggi della raccolta differenziata:

nulle

scarse

sufficienti

complete

2) Siete favorevoli alla raccolta differenziata?

no non so si

perché __________________________________________________________________

3) Attuate già la raccolta differenziata?

si

no a volte

perché __________________________________________________________________

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4) In caso affermativo, quali materiali differenziate?

plastica carta

abiti usati

lattine

vetro altro

_______________ medicinali pile

nella raccolta differenziata? 5) Riscontrate difficoltà

si

no

perché __________________________________________________________________

ziata vada ulteriormente incrementata e

________________________________________________________________________

6) Ritenete che la raccolta differenpubblicizzata?

si

no

perché __________________________________________________________________

_______________________________________________________________________ _

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7) Quale metodo di racco

lta giudicate più utile?

più concentalcun

razione dei raccoglitori in e zone della città

maggiore distribuzione dei raccoglitori sul territorio

raccolta porta a porta

raccolta periodica con particolari raccoglitori mobili nei quartieri

altro _________________________________________________________________

8) Giudicate questa campagna

positiva

negativa inutile

per _

_______________________________________________________________________________

Su

___ ____________________________

________________________ ___________________________

___ _________________

ché _________________________________________________________________

ggerimenti:

_________________________________________

_____________________

____________________________________________________

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ECOSCHEDA SCUOLE ELEMENTARI

Nome e Cognome: ___________________________________________________ Scuola: _____________________________Classe:_______ Comune di:_________ _______________Data: ________ ___

LA PROVA Raccogli i rifiuti prodotti in un giorno dalla tua famiglia e separa quelli destinati alla raccolta differenziata (carta, vetro, plastica, lattine e barattoli), hai così formato 4 insiemi, descrivine il contenuto:

a a:_________________________________________________________________________________

Plastica:_______________________________________________________

C rt

________________________________

______________ _____________________________ ___________

attoli:____________________________________________

Vetro:_ _______ Lattine e Bar

__________ _______ ________________________________

r hai separato: r. Carta .......+ gr. Vetro ....... gr. Plastica .......+ gr. Lattine e barattoli.......

= gr.....

e quelli rimasti nel sacco nero = gr.....

Dalla loro somma otterrai il totale dei rifiuti prodotti in una giornata dalla tua famiglia

peso totale rifiuti = gr.....

O a pesa i rifiuti cheg+

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PR IL OBLEMA

Scopri quanti rifiuti produce in un giorno ogni componente della tua famiglia. La mia famiglia è composta da ....... persone, per cui ognuno di noi produce al giorno gr. ...... di rifiuti.

LE DOMANDE

1. Sai cos'è il Centro Comunale di Raccolta?

Sì No

Ritieni utile la sua presenza sul territorio? Sì No Perchè? ______________________________________________________________ ______________________________________________________________

2. Nella tua famiglia si effet

tua la raccolta differenziata?

Sì No

Se sì, per quali materiali?

Carta Lattine e barattoli

Vetro Pile

Plastica Farmaci

Altro (specificare):

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ECOSCHEDA SCUOLE MEDIE

Nome e Cognome: __________________________________ _______________ __ Scuola: __________________________ Classe: ________ Comune di: ____________________ ___ Data: __________

LA PROVA

lia e lli destinati alla raccolta differenziata (carta,

ato 4 nsiemi, descrivine il contenuto:

Carta:_______________________________________________________________________________________

Plastica:_______________________________________________________

Raccogli i rifiuti prodotti in un giorno dalla tua famigsepara quevetro, plastica, lattine e barattoli), hai così formi

________________________________

Lattine e Barattoli:____________________________________________

Vetro:____________________________________________________________________________________ ________________________________

a pesa i fiuti c ai separa : gr. Carta .......+ gr. Vetro ....... + P .. Lbarattoli.......

e quelli rimasti nel sacco nero = gr.....

Dalla loro somma otterrai il totale dei rifiuti prodotti in una giornata dalla tua famiglia

peso totale rifiuti = gr.....

Or ri he h to

gr. lastica . ....+ gr. attine e = gr.....

Page 125: PIANO D’AMBITO DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI D'AMBITO.pdfregolamentare la raccolta differenziata dei RSU. Prevedeva inoltre l’adeguamento per i Comuni del regolamento comunale di

Or trasforma i pe ri percentuali. a si delle diverse tipologie in valo

% CARTA RICICLABILE = peso carta riciclabile X 100 peso totale rifiuti

= .....

% VETRO RICICLABILE = peso vetro riciclabile X 100.....

peso totale r

= ifiuti ..........

% PLASTICA RICICLABILE = peso plastica riciclabile X

100 peso totale rifiuti

= ..........

% LATTINE RIC= peso lattine riciclabile X

ICLABILE 100 peso totale rifiuti

= ..........

= peso rifiuti rimanenti X 100% RIFIUTI RIMANENTI peso totale rifiuti

= ..........

Pd

er colorare i rettangoli, utilizzare gli stessi colori delle campane della raccolta ifferenziata.

Carta: bianco, Vetro: verde, Plastica: giallo, Lattine e barattoli: azzurro

%

50 . . . . . 45 . . . . . 40 . . . . . 35 . . . . . 30 . . . . . 25 . . . . . 20 . . . . . 15 . . . . . 10 . . . . . 5 . . . . .

..... .......CARTA ........VETRO .....PLASTICA LATTINE BARATTOLI

RIFIUTI RIMANENTI

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PROBLEMA IL

uti.

1. Sai cos'è l'ISOLA ECOLOGICA?

Scopri quanti rifiuti produce in un giorno ogni componente della tua famiglia. La mia famiglia è composta da ....... persone, per cui ognunodi noi produce al giorno gr. ...... di rifi

LE DOMANDE

Sì No Ritieni utile la sua presenza sul territorio? ___ Perchè?

_________________________________________________________

_________________________________________________________

2. Nella tua famiglia si effettua la raccolta differenziata?

Sì No

pe u t l ?Se sì, r q ali ma eria i

Carta Lat i t o it ne e bara t l

Vetro Pile

Plastica Farmaci

Altro (specificare): ______________________________________________ _________________________________________________________________________

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ECOFOGLIO L'insegnante ____________________________ e gli studenti della classe ____________ Scuola _______________________________, Comune di _______________________,

i dati raccolti nelle ECOSCHEDE.

lasse esam i rifiuti prod i in una giornata dalle famiglie degli studenti, e ne la la percentuale, dividendoli come segue:

e alunni

elaborano e presentano

La ccalco

ina ott

Nom

TIPOLOGIA VALORE DI RIFIUTO % IN % MEDIO

% carta riciclabile

% vetro riciclabile

% plastica riciclabile

% lattine e barattoli riciclabili

% rifiuti rimanenti

Utilizzando i valori medi delle percentuali dei rifiuti pesati, gli studenti costruiscono l'ISTOGRAMMA relativo alla classe.

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Per colorare i rettangoli, utilizzare gli stessi colori delle campane della raccolta

Carta: biandifferenziata.

co, Vetro: verde, Plastica: giallo, Lattine e barattoli: azzurro.

%

50 . . . . . 45 . . . . . 40 . . . . . 35 . . . . . 30 . . . . . 25 . . . . . 20 . . . . . 15 . . . . . 10 . . . . . 5 . . . . .

..... .......CARTA ........VETRO .....PLASTICA LATTINE BARATTOLI

RIFIUTI RIMANENTI

Gli alunni commentano i risultati ottenuti: _______________________________________________________________________ _______________________________________________________________________ _______________________________________________________________________ La classe prosegue la ricerca esaminando la domanda n. 2 dell'ECOSCHEDA . "Nella tua famiglia si effettua la raccolta differenziata?" ______ Dalla rielaborazione statistica * delle risposte risulta che tra le famiglie di questa classe il ......:..% effettua la raccolta differenziata, e più precisamente: il ..........% effettua la raccolta differenziata della carta il ..........% effettua la raccolta differenziata del vetro il ..........% effettua la raccolta differenziata della plastica il ..........% effettua la raccolta differenziata delle lattine il ..........% effettua la raccolta differenziata delle pile il ..........% effettua la raccolta differenziata dei farmaci

Questi dati sono incoraggianti, positivi, o che altro? Gli studenti commentano, mettendo a confronto i dati percentuali delle due ricerche effettuate:

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__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

_________________

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________________________ *L risposto affermativamente, dividendo il da

____________________________________________________________ Conclusioni:

a percentuale viene calcolata per alzata di mano degli studenti che hanno to per il totale degli alunni presenti nella classe.

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Nome _______________ Cognome ___________________________

Classe ________________ Sezione ________

STAGGIO?

O MOLTI

perché quella discarica si riempirà presto e dovranno aprirne

B) che fiore in discarica grazie all’humus che si

3. E’ ’

A) Sai che se lo ltri rifiuti, avveleni l’ambiente, qui agli altri medicinali

C) Lo dai a te guarire.

4. DEVI GETTARE ED UNA TAZZINA DI CERAMICA:

A) Metti tutto al sole ad asciugare e poi butti tutto nel secco. B) Mandi la tazzina in discarica e getti la bottiglia nell’apposita campana perché è

riciclabile all’infinito. C) Le conservi per la prossima volta che andrai al mare, così sotterri la tazzina che

diventa sabbia e mandi un messaggio in bottiglia. 5. SE PRATICHI IL COMPOSTAGGIO DOMESTICO: A) Sei contento/a di farlo, perché quando il concime sarà pronto, potrai gettarlo nel

giardino del vicino che ti è antipatico. B) Sei contento perché il composter non fa cattivi odori, risolvi il problema dei rifiuti

umidi e ti restituisce concime gratis per il giardino e l’orto. C) Lo fai malvolentieri, è più comodo buttare tutti i rifiuti assieme.

1. CHE COSA SI RICAVA DAI RIFIUTI UMIDI CON LA TECNICA DEL COMPO

A) Un buon concime per fertilizzare i terreni.B) Un nutriente alimento per mucche e ovini in genere. C) Una speciale miscela ecologica che compressa, trattata e scolorita diventa la carta

igienica rosa che si trova nei supermercati. 2. PASSI VICINO AD UNA DISCARICA E VEDI DENTR

SCARTI VERDI:

) Sei dispiaciuto/a Aun’altra. Che bello! Finalmente crescerà qualformerà.

C) Finalmente qualcuno ha capito che è solo perdita di tempo differenziare gli scarti verdi dagli altri rifiuti.

MOLTO TEMPO CHE NON TI AMMALI E LO SCIROPPO E

SCADUTO:

usi ti avveleni ma che, se lo butti con gli andi lo getti nell’apposito raccoglitore assieme

scaduti. B) Versi lo sciroppo nel Water e butti la bottiglia con il vetro.

lla zia Pina che è malata: diluito con il Whisky la farà sicuramen

UNA BOTTIGLIA DI VETRO

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6. LA PLASTICA E’ RICICLABILE? A) Si, ma solo la plasti he viene usata una volta

sola e poi riciclata. B) Si, è riciclabile quelC) No, la plastica non è mai riciclabile: tutti gli oggetti di plastica possono essere usati

solo una volta. 7. H

A) L a reso um

B) Ti preoccupi che venga consegnato all’apposito centro di raccolta. C) Lo getti con le lattine perché sei contro la raccolta differenziata. 8. COSA NE FAI DELLE RIVISTE CON LA COPERTINA PLASTIFICATA? A) Strappi la copertina e la getti insieme al secco non riciclabile, metti il resto della

rivista insieme alla carta da riciclare. B) Le butti assieme agli altri giornali così salvi un albero. C) Le appendi su un cartello stradale, così che tutti le possano leggere: è un modo per

contribuire ad accrescere la cultura generale.

Se hai risposto esattamente a tutte le domande, hai già imparato a

FFERENZIARE i RIFIUTI per mantenere la TUA CITTA’

Se hai risposto in modo errato a più di 4 domande

ca delle posate o plastiche “usa e getta”, c

la dei contenitori per liquidi.

AI UN MATERASSO VECCHIO:

o butti assieme all’umido perché Giovanni, il tuo fratellino, lo ha appenido con la pipì.

DIE L’AMBIENTE PULITI !!!!

STAI ATTENTO O vivrai in un mondo di I M M O N D I Z I A !!!

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ATO CT 1

Joniambiente s.p.a.

PIANO D’AMBITO DELLA

GESTIONE DEI RIFIUTI

CAP. 7 PIANO DI GESTIONE

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Joniambiente s . p . a . A T O C T 1

PIANO DI GESTIONE

PIANO D’AMBITO

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CAPITOLO 7 PIANO DI GESTIONE Il presente capitolo analizza le prospettive di gestione nel territorio dell’A.T.O. CT1 dei servizi del settore ecologia, in particolare la raccolta dei rifiuti solidi urbani, differenziati e indifferenziati, il loro smaltimento e riciclaggio, lo spazzamento delle strade e aree pubbliche. Vengono affrontati separatamente, prima il biennio 2004-2005, poi il triennio 2006-2008 ipotizzando gli scenari che saranno descritti nei paragrafi 7.1 e 7.2 Il primo biennio si configura come un periodo di transizione tra l’attuale situazione di gestione parcellizzata dei servizi in questione e la successiva gestione unitaria e omogenea prevista nel triennio successivo. Il primo periodo è analizzato più in dettaglio in quanto sono perfettamente noti i dati di partenza, le risorse disponibili, gli obiettivi da perseguire. Per quanto riguarda il triennio 2006-2008 l’analisi è meno circostanziata, gli scenari meno chiarii, considerate in particolare le perduranti incertezze sui tempi di realizzazione degli impianti, sul processo di trasformazione tassa–tariffa, sul trasferimento alla società d’ambito del sistema di riscossione della tassa-tariffa stessa, i risultati ipotizzati meno precisi. Il capitolo si completa con l’analisi delle possibili fonti di finanziamento per la gestione dei servizi e l’illustrazione del metodo di calcolo della tariffa. 7.1 Biennio 2004-2005 Si ipotizza, già a partire dal gennaio 2004, la gestione unitaria, per tutto il territorio dell’A.T.O., dei servizi di raccolta tal quale e differenziata, di spazzamento di strade e spazi pubblici e altri servizi accessori. Ciò è reso possibile dalla scadenza della gran parte dei contratti di appalto dei Comuni soci 8 (vedi Tab. 3.3) e dalle clausole di revoca degli affidamenti previste dai contratti in caso di attivazione della gestione ATO. Gli obiettivi principali sono la razionalizzazione dello svolgimento dei servizi di raccolta tal quale e spazzamento con conseguenti significative economie di gestione e il raggiungimento della percentuale del 25% di raccolta differenziata nell’anno 2005. In questo biennio si prevede l’utilizzazione delle isole ecologiche e dei centri comunali di raccolta esistenti nonché la realizzazione e messa in funzione, nei Comuni ancora sprovvisti, di quelli attualmente in corso di progettazione o finanziamento. Questi Comuni, Giarre, Riposto, Mascali, Bronte hanno comunque la disponibilità, nelle more della realizzazione delle strutture definitive, di aree attrezzate di proprietà comunale per stoccaggio provvisorio con contenitori e cassoni scarrabili. In questa fase si suppone che siano ancora i Comuni a curare la determinazione e riscossione della tassa (o tariffa) in base agli oneri determinati nel presente Piano d’ambito. Considerata la situazione di partenza non omogenea in termini di raccolta differenziata si pone il problema che sarà affrontato più avanti di una progressiva perequazione della ripartizione dei costi per singolo Comune. Le tabelle allegate alla fine del paragrafo (da 7.1 a 7.15) riportano i calcoli relativi alle fasi del servizio, giungendo alla determinazione delle risorse umane e dei materiali e attrezzature necessari allo svolgimento dei servizi interessati, sintetizzati nelle tabelle 7.10 e 7.11, che hanno come risultato finale il costo presunto per ciascun anno (ipotizzando un ribasso d’asta del 10%) dell’appalto relativo alle operazioni di raccolta e trasporto dei r.s.u., differenziati e indifferenziati e al servizio di spazzamento.

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Questi numeri, insieme a quelli riportati nelle tabelle 7.13 – 7.14 e 7-15, riguardanti rispettivamente i costi e ricavi relativi al conferimento degli imballaggi e costi di gestione della società d’ambito, confluiscono nella tabella 7.26 nella quale sono riassunti costi e

no 2005

ro di Calatabiano e

con sacchetti di colore diverso per le varie tipologie in tutto il

utocarri verso la destinazione finale che sarà la

vari, il Centro comunale di raccolta di Randazzo per il vetro, l’impianto di

al centro di Randazzo al fine di ottemperare alle

minima di 30 tonnellate.

ecessari per raccogliere le

NPA 1999 di ciascun materiale,

eorico che poi, nelle tabelle 7.6 e

ffici, esercizi

ati in ragione di uno ogni 1500 abitanti e contenenti

netto da 600 lt. Per la raccolta della frazione

tizza di iniziare dal 2004 a raccogliere in

stica.

ricavi unitamente a quelli del triennio successivo. Si parte dalle tabelle 7.1 e 7.2 nelle quali, partendo dalla situazione attuale (dati 2002 e primo quadrimestre 2003 delle tabelle 3.1 e 3.2) e dai dati per categorie merceologiche del Piano gestione rifiuti della Regione siciliana si ipotizza l’incremento delle quantità e percentuali di raccolta differenziata per ciascun Comune negli anni 2004-2005. L’obiettivo è duplice: raggiungere e superare il 25% di raccolta differenziata nell’ane omogeneizzare il più possibile i dati dei Comuni dell’ ATO, che attualmente presentano delle differenze cospicue, oscillando tra le percentuali vicine allo zeMascali, fino a quelle del 13% e oltre di Bronte e Riposto. Il dato finale 2005 che si ipotizza (tabella 7.2) è una percentuale globale di raccolta differenziata del 26,75% con oscillazioni tra il 23% di Mascali e il 29% di Riposto e la maggior parte dei Comuni attestati su percentuali intorno alla soglia del 25%. Per raggiungere questi risultati si ipotizza di effettuare sin dall’inizio del 2004 la raccolta differenziata porta a portaterritorio dell’ATO. I sacchetti vengono raccolti da operatori con gasolone e trasportati presso i centri di raccolta di ciascun Comune e depositati in cassoni scarrabili che a loro volta vengono caricati sugli appositi acartiera SACCA di Calatabiano per carta e cartone, il centro Ecolit di Camporotondo Etneo per plastica, acciaio, alluminio e parte dei beni durevoli (frigoriferi, apparecchiature elettroniche), il centro Siculatrasporti di Catania o altro analogo per pneumatici e ingombranti compostaggio di Grammichele per la frazione organica. Si ipotizza il conferimento del vetrorichieste del consorzio COREVE che richiede per il conferimento e relativo pagamento del corrispettivo una quantitàLa tabella 7.3 riporta il calcolo della quantità annua di sacchetti necessari per la raccolta porta a porta nelle utenze private e il numero di gasoloni nquantità di materiali ipotizzati per ciascuna categoria merceologica. Alla base del calcolo stanno i pesi specifici tratti da dati Ala portata dei gasoloni, i numero di viaggi/giorno, la quantità di raccolta proveniente dal porta a porta. Per i gasoloni si ottiene, per ciascun anno un risultato t7.7, viene adattato alla situazione di ciascun Comune, ottenendo la quantità effettiva di questi automezzi. Nelle stesse tabelle 7.6 e 7.7 si determinano le quantità dei contenitori (bidoni carrellati da 120 lt) per la raccolta porta a porta delle utenze non domestiche (scuole, ucommerciali) in ragione di uno ogni 100 abitanti; i materiali sono sempre raccolti con i gasoloni. La raccolta differenziata viene anche effettuata con contenitori stradali (campane da 2000 lt) poste in ecopunti determinciascuno quattro campane (carta, vetro, plastica, metalli), un contenitore per la raccolta degli indumenti e, dal 2005, un cassoorganica. Proprio in riferimento alla frazione organica si ipocassoni scarrabili chiusi posti in alcuni (sei) centri di raccolta il materiale di giardinaggio, i rifiuti organici dei cimiteri, dei mercati ortofrutticoli e ittici, dei centri di refezione scola

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I cassoni vengono trasportati, con frequenza settimanale al centro di compostaggio di

sulla raccolta differenziata della frazione organica e sul lt. posti negli

E’ pertanto necessario un autocompattore per tutto l’ATO.

o il totale delle ore per 1800 ore lavorative (6*300) annue.

(11 ton, ma per il calcolo si considera la portata di 10t), si ottiene il

n

eccanica degli spazi più ampi e periferici.

° livello) addetti all’organizzazione quotidiana del servizio ruolo di coordinamento della raccolta differenziata viene svolto dal medesimo personale empre 5° livello) che gestisce i centri di raccolta ipotizzato in sette unità complessive. costi di smaltimento in discarica sono quelli indicati nell’Ordinanza commissariale

. 1020 del 19 Novembre 2002. costi di conferimento di pneumatici, frigoriferi etc. sono calcolata facendo una media rfetaria dei costi di ciascuna categoria.

costo del conferimento della frazione umida è tratto da informazioni dirette assunte resso la società d’ambito dell’ATO del calatino. questo biennio si prevede che la determinazione e riscossione della tassa o tariffa sia ffettuata ancora dai Comuni sulla base dei costi del servizio determinati per l’ATO.

Grammichele. Per tale operazione occorre come specificato nelle tabelle 7.4 e 7.5 un autocarro potascarrabili. Nell’anno 2005, prevedendo nel 2004 una campagna particolarmente intensa di promozione ed informazione compostaggio domestico, la raccolta sarà intensificata con cassonetti da 600 ecopunti svuotati. Ipotizzando un grado di riempimento per cassonetto di 0,7 e lo svuotamento ogni 2 giorni, si raccolgono 16 mc giornalieri, pari a circa 11 tonnellate (peso specifico 700 Kg/mc).Le tabelle 7.4 e 7.5 determinano il numero di autocarri portascarrabili necessari per il traaporto delle varie frazioni merceologiche ai centri di conferimento. Si ipotizza un tempo di percorrenza per ciascun Comune dal quale in base alle quantità e alla portata (30 mc) e fattore di riempimento (0,8) dei cassoni si calcolano i tempi necessari per il trasporto. Il fabbisogno degli autocarri per ciascuna categoria merceologica si ottiene dividendLe tabelle 7.8 e 7.9, infine, analizzano la raccolta del tal quale e il servizio di spazzamento di strade e spazi pubblici. Dividendo la quantità giornaliera di rifiuti indifferenziati per la portata degli autocompattatori numero di autocompattatori necessari) Si prevede che la raccolta, già a partire dal 2004 venga effettuata nei centri storici con il sistema porta a porta. Ipotizzando un’incidenza del 30% sul totale si determinano, cocriteri analoghi a quelli descritti per la raccolta differenziata (peso specifico del tal quale 250 Kg/mc)Sempre con criteri analoghi a quelli utilizzati per la differenziata si determina il numero di sacchetti e dei cassonetti necessari. Tale numero è nettamente inferiore a quello dei cassonetti in atto esistenti (vedi schede dei Comuni Capitolo 3). Sarà possibile, facendo una ricognizione approfondita dei cassonetti esistenti, ridurne progressivamente il numero eliminando quelli in cattivo stato. Come evidenziato nella tabella 7.27 si prevede l’acquisto di nuovi cassonetti che potranno essere collocati, salvo imprevisti, a partire dall’anno 2006. Il servizio di spazzamento è dimensionato in analogia a quello in atto effettuato dal Comune di Riposto, prevedendo lo spazzamento manuale delle aree centrali e con spazzatrice mLa manodopera e le spazzatrici necessari sono determinate partendo dal dato dell’appalto di Riposto esteso in rapporto alla popolazione al territorio dell’ATO. Per i servizi di raccolta del tal quale e di spazzamento si aggiungono ad autisti ed operai n. 2 capisquadra (5Il(sI nI foIlpIne

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7.2 Triennio 2006-2008 el successivo triennio, se si verificano le ipotesi previste dal Piano per l’anno 2005, una

te-spese realizzando l’obiettivo di un’unica tariffa

nto senza necessità di riferimenti specifici ai territori

per il biennio

io che anica a

istenza e funzionalità degli impianti di selezioni delle frazioni secca e umida

in funzione consentirà di diminuire le spese di trasporto e di incrementare li introiti per conferimento o vendita dei materiali trattati.

oduzione del compost. Per emplicità si ipotizza l’incremento dei tipi di servizio già effettuati nel primo biennio assoni scarrabili nei entri di raccolta e cassonetti negli ecopunti), ma si prevede anche la iffusione del compostaggio domestico (che assorbirebbe l’incremento della quantità totale ei rifiuti). E’ possibile e auspicabile, anche se non analizzato in questa fase del Piano, introduzione anche in questo settore dalla raccolta porta a porta che porterebbe ertamente ad incrementi ancora più significativi della percentuale globale di raccolta ifferenziata. funzionamento dell’impianto di selezione della frazione secca consentirà di incrementare li introti connessi al conferimento ai consorzi CONAI o direttamente a ditte del settore di lastica (si prevede un incremento del 50%), metalli e vetro (incrementi più contenuti, revisti nel 25%).

Nvolta omogeneizzata la situazione della raccolta differenziata nei vari Comuni, potrà essere avviata la gestione unitaria entraper tutto il territorio dell’A.T.O. La tariffa sarà determinata con il criterio illustrato al successivo paragrafo 7.4 Il triennio 2006-2008 dovrà caratterizzarsi per il consolidamento della gestione unitaria dei servizi oggetto del Piano, a questo pudei singoli Comuni. L’obiettivo del 35% di raccolta differenziata, sulla base dei risultati ipotizzati 2004-2005 potrà essere agevolmente raggiunto a condizione che vengano realizzati gli impianti di selezione della frazione secca e soprattutto l’impianto di compostaggpotrà consentire di incrementare significativamente la raccolta della frazione orgcosti non eccessivi (come quelli connessi al conferimento al centro di Grammichele ipotizzato per il primo biennio) Le tabelle allegate (da 7.17 a 7.26) riportano calcoli analoghi a quelli del biennio precedente con le seguenti precisazioni. Tutte le considerazioni sono riferite all’intero territorio dell’ATO senza più distinguere tra i singoli Comuni. Si ipotizza l’esnel territorio di Randazzo come previsto dal Piano regionale. Si ipotizza la piena funzionalità di tutte le isole ecologiche e centri comunali di raccolta previsti nel territorio. Il Piano prevede la gestione diretta da parte della società d’ambito degli impianti di selezione. La loro entratagSi prevede in particolare l’incremento considerevole della raccolta della frazione organica anche al fine di rendere economicamente attivo il centro di prs(cddl’cdIlgpp

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7.3 Finanziamenti

a 7.27. il Piano prevede una diminuzione progressiva del o tariffa.

anno ancora direttamente alla riscossione della tassa o tariffa.

gestione complessiva di entrate e

ra commissariale.

Come si evince dalla tabellinanziamento mediante tassaf

Ciò conferma l’importanza e la convenienza della gestione unitaria dei servizi e dell’incremento della raccolta differenziata, che dopo un investimento iniziale, che comunque configura costi totali non molto più elevati di quelli attualmente registrati, porta a risparmi significativi e progressivi. Come già detto nel primo biennio si prevede di coprire i costi con versamenti dei Comuni che provvederNel secondo biennio sarà la società d’ambito ad assumere direttamente anche il compito di determinare e riscuotere la tariffa determinata come illustrato nel paragrafo 7.4. Si segnala il problema della perequazione dei costi tra i Comuni nel primo biennio L’ipotesi è quella di avere (vedi Tab. ) percentuali di raccolta differenziata perequate, o comunque con differenze accettabili tra Comune e Comune entro l’anno 2005. A quel punto la società d’ambito potrà assumere la spese istituendo un’unica tariffa (o tassa) per l’intero territorio dell’A.T.O. Nei due anni 2004-2005 si ipotizza una fase intermedia nella quale i costi potranno essere suddivisi tra i Comuni con riferimento alla quantità e percentuale di raccolta differenziata realizzata Ciò, nell’ipotesi di estensione già a partire dal 2004 dei servizi previsti dal presente Piano a tutti i Comuni, per tenere conto delle situazioni diverse in termini di costi di smaltimento, di rimborsi CONAI, di investimenti in comunicazione relativi ai vari Comuni e certamente più onerose per la società d’ambito nei Comuni con minori percentuali di raccolta differenziata. La tabella 7.27 riporta le opere, le attrezzature, le attività per le quali la società d’ambito avanza richiesta di finanziamento alla struttu

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7.4 LA TARIFFA

italiana ha introdotto il concetto di tariffa nel settore rifiuti, superando

maltimento.

ento del servizio non è commisurato alla reale produzione di rifiuto prodotto,

lla tassa rifiuti non copre i costi reali del servizio, con il ricorso per la

l nord Italia, il

upplisce alla mancata copertura dei costi.

rritorio italiano sia articolata con una varianza molto

3 €/mq sul valore medio e con una

7.4.1. INTRODUZIONE

ggi la normativaO

l’attuale regime tributario impostato su una emissione di ruolo comunale a fronte di un

servizio di gestione del sistema completo, inteso come raccolta, trattamento e

s

L’attuale tassa prevede una parametrazione superficiaria a mq di superficie occupata, per

cui il pagam

con un evidente disequilibrio tra chi produce molto rifiuto in piccoli spazi e chi invece

inquina poco (producendo pochi rifiuti) in grandi spazi.

Il servizio, inevitabilmente correlato alla produzione del rifiuto, con la tassa non viene

riconosciuto proporzionalmente al suo sviluppo ed inoltre, nella quasi totalità dei casi, il

ettito generato dag

copertura complementare ad altre risorse, in qualche caso attinenti il settore in altri casi

on afferenti lo stesso servizio. Sovente, ove possibile, soprattutto nen

mercato sugli impianti di trattamento o smaltimento consente di calmierare la tassa

comunale, mentre in alcuni casi (soprattutto al sud ) è la fiscalità pubblica comunale che

s

È indicativo come la tassa sul te

elevata passando da meno di 0,5 €/mq fino a oltre

evidente tendenza all’evasione piuttosto diffusa.

7.4.2. LA NORMATIVA Negli ultimi quattro anni la Normativa che prevede lo sviluppo della Tariffa è stata più volte modificata ed integrata. Appare quindi utile riassumere, in successione temporale, i passaggi legislativi per poter isporre di un quadro completo ed aggiornato a 31/12/2001. d

1. D.Lgs. 22/97 – Attuazione delle Direttive 91/156/CEE sui rifiuti , 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CEE sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio; 2. D.Lgs. 22/97 Art. 49 – Istituzione della tariffa; Successivamente vengono emanate ulteriori Norme che rinviano la scadenza originaria , rettificano e chiariscono le modalità ed i tempi per l’applicazione del metodo Normalizzato:in ordine cronologico si riportano: 3. L. 426/98 – Nuovi interventi in campo ambientale;

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4. L. 448/98 – Misura di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo: che stabilisce per l’anno 1999 la continuità di applicazione dei criteri di commisurazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbania adottati per le tariffe vigenti

la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti:

e, razionalizzazione e

rtura dei costi dei servizi previsti dal D.P.R.

ssa e della Tariffa, così come stabiliti dalla L.488/99 all’Art.33;

e

scossione:

elle categorie (residenziali, commerciali, produttive, ecc.), conoscere le superfici tassabili i ogni categoria, stimare la produzione di RSU e RSAU per ogni categoria e, sulla base ei costi di raccolta e di smaltimento preventivati, stabilire una tassa al mq da moltiplicare oi per le superfici di ogni utenza. Questa formula di calcolo della tassa rifiuti permetteva i distribuire i costi sulle diverse categorie. Inoltre introduceva la possibilità di riduzione ino a un terzo della tassa) per le abitazioni con un unico occupante o ad occupazione

nell' anno 1998; 5. D.P.R. 158/99 – Regolamento recante norme per la elaborazione del Metodo Normalizzato per definire definisce le componenti di costo e la tariffa di riferimento; 6. C.M.A. n.618/99/17879/108 del 7/12/1999 – Fornisce alcuni chiarimenti circa problemi operativi ed applicativi connessi con l’entrata in vigore del sistema tariffario; 7. L. 133/99 – Disposizioni in materia di perequazionfederalismo fiscale:con l’Art.6 interviene sull’applicabilità dell’I.V.A. alla Tariffa; 8. L.488/99 – Viene definita la nuova temistica di applicazione della tariffa in conformità con i tempi di totale cope158/99 all’Art.11; 9. C.M.A. n.25/E del 17/02/2000 – Riassume i tempi e le modalità per l’operatività della ta 10. D.M.I. del 17/01/2001 – Approva i modelli di certificazione per la dimostraziondei tassi di copertura dei costi del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani per gli anni 2000 – 2001 – 2002. Relativamente alla ri 1. D.P.R. 602/73 e 43/98 – D.L.446/97 – D.L. 426/98 2. D.L. 37/99 ( abolizione non riscosso come riscosso) 3. D.L. 46/99 – D.L. 112/99. Il decreto 22/97 all’art. 49 prevede il passaggio dalla TARSU alla tariffa sui rifiuti. Con il DPR 27 aprile 1999 n° 158 “Regolamento recante le norme per la elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani” e con le circolari esplicative (Circ. 7 maggio 1998 n° 119/E, Circ. 21 maggio 1999 n° 111/E, Circ del Ministero dell’Ambiente del 7 ottobre 1999) il Governo ha cercato di spiegare come devono comportarsi gli enti locali per attuare tale innovazione. Fino ad oggi la TARSU era disciplinata dal D.Lgs 507/93 che stabiliva l'obbligo (dal 1-1-96) per tutti i Comuni di commisurare la tassa sulla base della quantità media stimata di produzione di rifiuti per unità di superficie dei locali tassabili, sia in relazione al tipo di uso ei locali che in relazione al costo di smaltimento. In pratica ogni Comune doveva definire d

dddpd(f

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stagionale, nonché ridu produttive di interven

zioni in relazione alla dimostrazione da parte di attività commerciali ti che comportavano la riduzione della produzione dei rifiuti (tale

Vie serviziCon l’ , sec dprod zdirettamente, nel senso che risulta facile e ingas ecom licertezOccorrproduzompo

lità, la tariffa a

l primo atto che ha istituito la tassa sui rifiuti; sua impostazione e regolamentazione è stata poi successivamente modificata con il

’ammontare della Tarsu viene determinato in modo preventivo alla formazione del

blemi gestione).

oriduzione è estensibile anche per le utenze abitative che effettuino ad es. il compostaggio domestico). La normativa più recente, introduce delle novità che superano in parte quanto previsto dal D.Lgs 507/93.

ne abolita l'attuale tassa per istituire la tariffa che deve coprire interamente i costi per i di gestione dei rifiuti. introduzione della tariffa si tenta di applicare il principio di equità ambientale

on o cui “chi inquina paga“, quindi impostare un corrispettivo commisurato alla reale u ione di rifiuto; cosa non facile in quanto la produzione di rifiuto non è misurabile

tuitivo misurare con contatori acqua, luce, , cc…, ma non si può installare un contatore ai rifiuti (a meno di costosissimi e p cati sistemi di pesatura domiciliari al momento del conferimento) e quindi manca la

za del dato quantitativo su cui impostare la relativa tariffa. e quindi qualche artificio che consenta di determinare con credibilità un dato di ione e consenta quindi di applicare una tariffa tendenzialmente meritoria per i rtamenti ambientali virtuosi (chi inquina poco producendo pochi rifiuti) e c

penalizzante per chi produce molti rifiuti. Un altro principio importante introdotto dalla tariffa è l’obbligo della totale copertura dei osti del servizio con il ricavo della tariffa; pur prevedendo una graduac

regime deve rappresentare con trasparenza l’effettivo corrispettivo dovuto per il servizio svolto. Innovativa è inoltre la facoltà del comune di affidare la riscossione diretta della tariffa al gestore, fermo restando la titolarità amministrativa del comune nel determinare le tariffe. La tariffa è stata introdotta dall’art. 49 del dls 22/97 (legge Ronchi), regolamentata poi con dpr 158/99, modificato dalla finanziaria del 2001, legge 388/00. 7.4.3 La TARSU Il Testo Unico sulla finanza locale del 1931 è ilaDPR 915/82 e poi con il DL 507/93. I Comuni sono obbligati alla istituzione della tassa disciplinandola con regolamento: è dovuta da chiunque occupi o conduca locali ed è corrisposta in base ai metri quadri. Il Comune la determina annualmente per tutte le categorie domestiche e non; deve tenere conto della quantità di rifiuti prodotti per unità di superficie, della qualità del rifiuto stesso e dei costi di gestione. Lbilancio previsionale e vengono deliberate le tariffe al metro quadro per ogni categoria di utenti ( su cui si predispongono poi i ruoli e le relative cartelle). La Tarsu è una tassa impropria ( basata sulle superfici e non sulla produzione di rifiuti), e strumento economico applicato in modo ingiusto e differenziato tra le vari Comuni (scarsi gradi di copertura, criteri non chiari di applicazione, forte evasione pro

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7.4.4 La TARIFFA Il DLgs 22/97 introduce una trasformazione dell'attuale modalità di pagamento dei servizi di gestione dei rifiuti attraverso passaggio dalla tassa sui rifiuti urbani (TARSU) alla tariffa. La tariffa - le cui caratteristiche principali vengono delineate nell'art. 49 del Dlgs 22/97-

re: • Nei confronti delle aziende di gestione dei servizi: una sistema che ottimizzi la

tto ambientale, e nello specifico

• liche: una maggiore attenzione ai costi lla fiscalità

locale

produzione dei rifiuti, al grado di adesione alle raccolte differenziate, ecc. In

Economico, la tariffa costituisce un elemento di trasparenza nella gestione del settore,

ata con l’attuale regime di Tassa dove, Comuni hanno la possibilità di ricorrere alla fiscalità ordinaria per coprire parte dei costi di

dei rifiuti.

LLA TARIFFA

ilità di tipo finanziario ( basata o ad una di tipo reddituale ( basata sulla

Ricavi “), che consente, di mettere a punto scelte trasparenti di politica n grado di sostenere u

ogettare un sistema ndi accompagnata da quelle trasformazioni o di raggiungere obiettivi minimi di raccolta

D.L. 22/1997 e di sottrarre il rifiuto organico dallo smaltimento ( in particolare dalla discarica ), con una ottimizzazione anche in termini economici. In linea generale si può affermare che il passaggio a tariffa risponde a tre principi di base che si possono riassumere in: 1) sostenibilità ambientale ( perché si auspica la crescita di comportamenti virtuosi), 2) la sostenibilità economica ( e dunque l’equilibrio reale tra entrate e costi del servizio ), 3) equità contributiva ( pagare per un servizio reale) ed effettivamente erogato.

diventa quindi uno strumento di natura economico/amministrativa per promuove

gestione dei rifiuti, ricorra a tecniche a basso impapromuova e realizzi efficacemente le attività di raccolta differenziata e di recupero. Nei confronti delle Amministrazioni pubbambientali derivanti dalla gestione dei rifiuti e rispondendo al riordino de

• Nei confronti del cittadino-utente: viene mutata la natura dell'introito fiscale e viene delineato un sistema di pagamento per il servizio corrispondente all'effettiva

sostanza l'obiettivo gestionale è di realizzare il principio - più volte ricorrente nelle normative Europee - che "chi inquina paga".

La Tariffa quindi, rappresenta lo strumento di gestione dei rifiuti urbani che riprende sostanzialmente due concetti da due diversi punti di vista: – Ambientale, l’impostazione acquisisce il noto concetto delle responsabilità condivisa ( “ Chi Inquina Paga “ ) e rappresenta quindi una opportunità per imputare alle diverse utenze un costo del servizio proporzionale ai rifiuti da esse prodotti. –rendendo di fatto evidenti tutti i costi sostenuti in piena coerenza con un approccio gestionale della Finanza pubblica, cosa non realizzi gestione 7.4.5 DALLA TASSA A In sintesi il passaggio dalla Tassa alla TariffaComuni per superare un’impostazione della pcioè sulla logica “entrate – uscite “ ) passanlogica “ Costi –

, per l’igiene urbana, è un’occasione per i ropria contabd

gestionale e tariffaria, i na gestione integrata del settore, premiando

ione per rivedere ed pr

la riduzione ed il recupero dei rifiuti. L’introduzione della Tariffa può essere l’occasintegrato di gestione dei rifiuti, ed essere quinell’organizzazione del servizio che permettanfissati dal

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Il passaggio alla Tariffa prevede la copertura integrale dei costi di gestione del settore D.P.R.158/1999. L r

la raccolta, il trasporto, il recupero e lo olli su queste operazioni e sugli impianti di

sia dopod esempio:

ne e contenzioso ; ei costi d

onale tecnico ed amministrativo).

nti nel passaggio Tassa – Ta

è rappresentato dalla copertura parziale dei costi del settore, assicurato ale n

re il 100% di copertura;

ndo è legato al fatto che i comuni operino una trasformazione della gestione da investimenti in nuovi

stimenti necessari per la realizzazione di rutture di trattamen

rifiuti, così come definiti dal a tariffa costituisce infatti il corrispettivo pel’attività di gestione dei rifiuti urbani, cioè psmaltimento ivi compreso i contr

er

smaltimento(sia nella fase gestionale la chiusura). engono computati, aCon la Tarsu molti di questi costi spesso non v

• costi di accertamento, riscossio• la quota ( da 5% al 15%) d i esercizio dell’igiene urbana che i Comuni

o; possono dedurre a titolo di spazzament• costi legati alla “ Gestione Rifiuti” ( pers

I possibili aume riffa potrebbero derivare da tre fattori di “

ella gestione del settore dell’igiene urbana. ritardo” che molti Comuni hanno accumulato n 1. Il primo spesso dalla Tarsu per una percentu on inferiore all’80%; per far fronte a tale

l’obbligatorietà di presentazione del Piano modo da, consentire un

situazione l’art.33 della L.488/99 ha introdottoFinanziario tre anni prima rispetto all’applicazione della tariffa, in regime di gradualità per raggiunge 2. Il secodel settore a partire circuiti di raccolta, sistemi di rilevazione dei

e e strumenti di quantificazione; dati di produzione e relativi software di gestion 3. Il terzo è dato dalla copertura degli invenuovi impianti ed infrast to.

TARIFFA TARSU Natura del corrispettivo

ributario, con caratteristiche di obbligatorietà e svincolato dall’effettivo godimento. Sanzione amministrativa e/o penale in caso di mancato pagamento. Non si applica l’Iva.

Tariffario, con caratteristiche di corrisp ettivo per il servizio ricevuto. La sanzione per chi non paga è la sospensione del servizio. Si applica l’Iva.

T

De finizione di costo Basata sui principi della contabilità pubblica e dunque ispirata ad una logica “di cassa”; il costo pieno emerge solo per le gestioni affidate a terzi o ad aziende pubbliche ( purchè l’uso del capitale rientri nel loro bilancio).

Basata su principi di contabilità industria le, dunque corrispondenti interamente al valore delle risorse economiche impiegate nella produzione del servizio

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Finanziamento del costo

ttraverso la finanza comunale

Interamente attraverso le entrate tariffarieIn parte attraverso il gettito della tassa, in arte a

pFinanziamento degli investimenti In buona parte a carico del bilancio pubblico, specie per gli impianti di smaltimento a tecnologia complessa

Interamente a carico del cittadino, finanziato attraverso la tariffa

Modalità di allocazione dei costi Volumi di rifiuti prodotti e/o “quantità”e Superfici immobiliari eventualmente con correttivi per tenere conto della produzione specifica di rifiuti

“qualità” di servizio “consumata”.

Pro ePro epro rricc z

gressiva (la tassa diminuisce crescere della

gr ssività e

Reproporzionalmente algr ssiva (la tassa aumenta più ch

po zionalmente al crescere della he za)

ricchezza)

Criteri ne del gestore Sulla base di un principio di equilibrio di remunerazioA piedilista ( gestioni pubbliche) Corrispettivo definito in sede di gara (gestioni in affidamento a privati)

economico-finanziario fra costi e ricavi, con l’introduzione di incentivi per il contenimento dei costi

Riscossione u e

Gestore Com n

RisSues r

gestore riscuote direttamente he le entrate

chio industriale Sul gestore (il l comune ( il comune riscuote la tassa, il to e è remunerato direttamente dal

la tariffa e sopporta il rischio csi discostino dai costi) g

comune sulla base del contratto di servizio) Tassazione ambientale La tariffa agisce come stimoloSostanzialmente assente ( il cittadino paga a prescindere dai suoi sforzi per minimizzare i rifiuti o partecipare alle raccolte differenziate)

riduzione e la partecipazione alle raccolte differenziate

per la

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7.4.6 METODI PER LA DETERMINAZIONE DEI QUANTITATIVI PER IL

dei rifiuti, che quelli che quantificano il loro VOLUME ono stati applicati per calcolare una quota variabile della tariffa, proporzionale ai rifiuti

esperienze più efficaci (dal punto di vista della tariffa) sono quelle che riescono a dis iffa di tipo puntuale), andando a premiare le utenze più ir

• o il volume dei

I crite consuntivi, con l’utilizzo di diverse sol oricond

conferimenti)

• ase di criteri stabiliti dal regolamento Meto

CALCOLO DELLA TARIFFA Non esiste un unico metodo per determinare i quantitativi in base ai quali calcolare la tariffa; sia i sistemi basati sul PESOsraccolti. le

tinguere i singoli conferimenti (tar "v tuose" che: • Aderiscono alle raccolte differenziate; • Riducono la produzione di rifiuti

Ottimizzano l'impiego dei sistemi di raccolta (p.es. diminuendrifiuti conferiti)

ri di determinazione dei rifiuti ( presuntivi o uzi ni dal chip, alla tessera magnetica, al codice fiscale, al lettore ottico) sono

ucibili a tre tipologie di riferimento: • puntuale, basata sul reale quantitativo conferito da ciascun utente

(domiciliarizzazione dei • indiretto, calcolato in base a risultati di zona/area

presuntivo, previsto sulla b

dologia per quantificare la produzione dei rifiuti per utenza necdo sdes primaapplica secindiv ficata sce e tivo , re io ie, impostare il Piano di

elte e d

ità

essità di avere un riferimento certo dei quantitativi prodotti dalle utenze me tiche e non, classificate per categorie omogenee in relazione alla loro tinazione d’uso .

fase costruzione di una banca dati di riferimento , analisi del sistema di tassazione to ricerca di modelli comparativi e raccolta di studi ed esperienze esistenti

onda fase suddividere le utenze rispetto alle classi di attività indicate nel DPR 158/99 , iduare le specifiche metodologie di indagine per ciascuna utenza speci

mente rappresentagli ndo un significativo campione delle utenze che sia effettivaaz ne di specifiche schede identificative delle diverse categorc

attuazione programmando le varie attività necessarie al monitoraggio terza fase individuare criteri, modalità e tempistica dell’analisi. campionamento ( pesatura) con logica di raccolta della produzione settimanale su più analisi con squadre scmotivate di personale con stabili le condizioni di raccolta e di pesatura. raccolta dei dati eelaborazione dei risultati consapevolezza da parte delle categorie della loro reale capac

Euro /mq TARSU di produzione

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7.4.7 IMPOSTAZIONE DELLA TARIFFA I Comuni determinano la tariffa raccordandosi al Piano Finanziario degli interventi relativi l servizio di gestione dei rifiuti urbani.

re al do Normalizzato.

oci di costo regime deve coprire tutti i costi del servizio

i comuni approvano la tariffa sulla base di un piano finanziario componenti essenziali del

servizio, e una parte variabile relativa alla qualità del servizio reso. a

tenza domestica e non i costi assicurando l’agevolazione per i domestici che indica il dls 22/97 (Ronchi)

à

ertura zione

, la percentuale di raggiungimento di pieno grado di copertura dati e piano finanziario all’osservatorio nazionale

e scadenze per il passaggio da tassa a tariffa, passaggio che è stato rimandato più volte egli ultimi anni; in base a quanto riportato ( anche se solo proposta di legge) nell'art. 8

aPer determinare i parametri sulla base dei quali calcolare la tariffa ci si deve rifericosiddetto Meto

Il metodo normalizzato prevede:

definizion la tariffa a

e delle v

la tariffa è composta da una parte fissa, afferente le

la tariffa deve essere articolata per fasce di utenza domestica e non domestic il comune ripartisce tra u

la tariffa è poi articolata per le diverse zone del territorio comunale secondo criteri di omogeneità e caratterizzazione tipologica

il calcolo della parte fissa per le utenze domestiche deve privilegiare i nuclei numerosi e i piccoli locali

la parte variabile della tariffa dell’utenza domestica è rapportata ai risultati di raccolta differenziata per kg

il calcolo per le utenze non domestiche avviene per la parte fissa sulla base di coefficienti di potenziale produzione del rifiuto e per la parte variabile sulla quantitdi rifiuto prodotto

la tariffa deve assicurare una agevolazione per la raccolta differenziata e il recupero e riciclaggio

il gestore del servizio propone al comune per l’approvazione il piano finanziario che deve prevedere le indicazioni per gli interventi e gli investimenti, la descrizione dei beni e servizi necessari, le risorse,il programma della fase transitoria di cop

l servizio e la programmadei costi, nonché il modello gestionale,la qualità deannuale.

il comune sulla base del piano finanziario determina la tariffacrescita annuale e i tempi di

entro giugno il comune invia il gestore del servizio provvede alla riscossione della tariffa

Termini per la totale copertura dei costi per i Comuni: - 3 anni di tempo per chi ha raggiunto nel 1999 più dell’85% di copertura; (termine differito al 31/12/03) - 5 anni di tempo per chi ha raggiunto nel 1999 un grado di copertura tra 55 e 85%; - 8 anni di tempo per chi ha raggiunto nel 1999 un grado di copertura inferiore al 55%; - 8 anni di tempo per tutti i Comuni inferiori ai 5000 abitanti indipendentemente dal rado di copertura raggiunto. g

Ln

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quater del PDL 6313 (pub to B del B ommissioni Parlamentari del 11.05.2000), e poi art 33 della legge 488/99 (fin. 2000) sono ( con possibilità di anticipare l’adozio spetta alle sca

b) con grado tion° gennaio 2004

er grado

° gennaio 2005 Per tutti gli altri Comuni 1° gennaio 2008

Termini per l’applicazione totale del metodo normalizzato: - Nel 2000 per i Comuni superiori a 5000 abitanti e che hanno raggiunto il 90% di copertura dei costi nel 1999. Questi Comuni elaboreranno la tariffa sulla base di quanto riscontrabile dalle iscrizioni a ruolo relativamente al 1999. La quota variabile della tariffa sarà calcolata desumendo dalle dichiarazioni ambientali (MUD 1999) la quantità dei rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche; questa quantità verrà sottratta dalla quantità complessiva dei rifiuti raccolti dal Comune e si otterrà il quantitativo dei rifiuti prodotti dalle utenze domestiche. I comuni che non sono in possesso di dati sufficienti possono moltiplicare la superficie totale dei locali occupati da ciascuna categoria di utenza per dei coefficienti potenziali di produzione. -Dal 2001 al 2002 gli altri Comuni devono ripartire l’importo totale da coprire sulla base dell’utenza; la tariffa per le utenze domestiche sarà determinata per un 20-70% sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare e per la restante percentuale sulla superficie; per le utenze non domestiche la tariffa si calcola sulla base di parametri relativi al coefficiente potenziale di produzione e alla superficie. - dal 2003 al 2005 ci si avvia gradualmente alla completa applicazione del metodo normalizzato introducendo la quota fissa e quella variabile; - dal 2006 in avanti si applica integralmente il metodo normalizzato. La tariffa è costituita da due parti: Una parte fissa, uguale per tutti, è determinata in relazione alle componenti fisse , indivisibili ed essenziali del costo del servizio, ai costi amministrativi, agli investimenti per le opere ed ai relativi ammortamenti;alle spese generali e inoltre comprende lo spazzamento e il lavaggio delle strade; Una parte variabile rapportata sostanzialmente ai costi di raccolta e trasporto e quindi variamente imputata alle quantità di rifiuti, al servizio erogato, allo smaltimento e trattamento, al costo effettivo e al tasso di inflazione programmata. Dovrà coprire i costi connessi alla gestione del ciclo (i costi di raccolta, di trasporto, di trattamento, di smaltimento) è sarà rapportata alla quantità di rifiuti prodotta da ciascun utente.

blicato in allega ollettino delle C

ne della tariffa ri denze naturali):

Comuni (+5000 a di copertura dei costi di ges e MAGGIORE del 85% 1

Comuni (+5000 ab) p copertura tra 55% e 85% 1

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Tipologia Parametri per la determinazione

Parametri per la determinazione

della parte fissa

della parte variabile

Utenza domestica Φ superficie abitazione (mq) Φ numero componenti nucleo

miliare

rifiuti, differenziati e non, effettivamente conferiti al servizio pubblico di raccolta

fa

Utenza non domestica • svolge l’attività (mq)

⇒tipo di attività svolta

superficie locali in cui si

(coefficiente potenziale di produzione)

rifiuti urbani e speciali (assimilati agli urbani) effettivamente conferiti al servizio pubblico di raccolta

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Metodo normalizzato “L t vizio di ges

otale delle entrate tariffarie

a ariffa di riferimento a regime deve coprire tutti i costi afferenti al sertione dei rifiuti urbani e deve rispettare la equivalenza:

T

T = Σ n (CG + CC) n-1 • (1 + IPn - Xn) + CKn” Dove: Tn : CG n-

Cn-1 io anno precedente) : inflazione programmata per l’anno

Xn : recupero di produttività per l’anno di riferimento (dato esterno) CKn : dato p siona lcolan : rimento, ossia di applic e del iffa tariffa = parte fissa + parte variabi = TF V

totale delle entrate tariffarie di riferimento 1 : costi di gestione dei servizi (dato di bilancio dell’anno precedente) : costi comuni imputabili ai servizi (dato bilancC

IPn di riferimento (dato esterno)

costi d’uso del capitale ( revi le ca to) anno di rife azion la tar

le T + T TF = CSL + CARC + CGG + CCD + AC + CK

TV = CRT + CTS + CRD + CTR

• Costi Parte Fissa:

• Costi di Gestione operativa per Spazzamento e Lavaggio aree pubbliche (CSL); • Costi amministrativi accantonamento, riscossione e contenzioso (CARC); • Costi generali di gestione almeno il 50% del costo del personale (CGG); • Costi comuni diversi (CCD); • Altri Costi di gestione operativa (AC); • Costi d’uso del Capitale (CK). (CK= Ammortamenti+accantonamenti+remunerazione del capitale investito)

Costi Variabili Totali in relazione allo svolgimento dei servizi:

• Costi raccolta e trasporto RSU (CRT); • Costi trattamento e smaltimento RSU (CTS); • Costi raccolta differenziata (CRD); • Costi trattamento e riciclo (CTR).

• Applicazione della tariffa all’utenza domestica Parte Fissa:

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• la superficie occupata; • la quota parte dei costi fissi attribuiti all’ambito domestico;

ntare delle superfici domestiche ripartite per tipo di nucleo familiare; adattamento che tiene conto della reale

ro di componenti del

Parte

e delle utenze ripartite per tipo di nucleo familiare; vvero la quantità

e la singole utenza; il decreto fissa un range di valori.

• l’ammo• uno specifico coefficiente (Ka) di

distribuzione delle superfici degli immobili in funzione del numenucleo familiare costituente la singola utenza; è fissato dal decreto.

Variabile:

• l’ammontar• la quota parte dei costi variabili attribuiti all’ambito domestico; o

annua di RSU originati dall’ambito domestico • uno specifico coefficiente proporzionale (Kb) di produttività per utenza domestica in

funzione del numero dei componenti del nucleo familiare costituent

domestici

CLASSI DI APPARTENENZA Ka SUD Kb kb min kb max

1 residente 0,75 0, 75 1,00 0,60 1,00

2 residente 0,88 0,88 1,80 1,40 1,80

3 residente 1,00 1, 00 2,30 1,80 2,30

4 residente 1,08 1,08 2,90 2,20 3,00

5 1,11 residente 1, 11 3,30 2,90 3,60

6 1,10 o + residente 1, 10 3,80 3,40 4,10

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• Applicazione della tariffa all’utenza non domestica Parte Fissa:

• la superficie occupata; • la quota parte dei costi fissi attribuiti all’ambito non domestico; • l’ammontare delle superfici non domestiche ripartite per tipo di attività; • coefficiente potenziale (Kc) di produzione che tiene conto della qualità di

produzione di rifiuto connesso alla tipologia di attività; il decreto fissa un range . Parte Variabile:

• la quota parte dei costi variabili attribuiti all’ambito non domestico; • la quantità annua di RSU originati dall’ambito non domestico; • coefficiente potenziale (Kd) di produzione in kg/m2 anno che tiene conto della

quantità di rifiuto minima e massima connessa alla tipologia di attività;.

non domestici

CLASSI DI APPARTENENZA kc kc min kc max kd kd min kd max 1 musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto 0,54 0,45 0,63 4,75 4,00 5,50 2 cinematografi e teatri 0,40 0,33 0,47 3,51 2,90 4,12 3 autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta 0,40 0,36 0,44 3,55 3,20 3,90 4 campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi 0,69 0,63 0,74 6,04 5,53 6,55 5 stabilimenti balneari 0,47 0,35 0,59 4,15 3,10 5,20 6 esposizioni, autosaloni (autorimesse…,cinematografi…) 0,46 0,34 0,57 4,04 3,03 5,04 7 alberghi con ristorante 1,21 1,01 1,41 10,69 8,92 12,45 8 alberghi senza ristorante 0,97 0,85 1,08 8,50 7,50 9,50 9 case di cura e riposo (ospedali…) 1,00 0,90 1,09 8,76 7,90 9,62

10 ospedali 1,15 0,86 1,43 10,08 7,55 12,60 11 uffici, agenzie, studi professionali 1,04 0,90 1,17 9,10 7,90 10,30 12 banche ed istituti di credito 0,64 0,48 0,79 5,57 4,20 6,93

13 negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta e altri beni durevoli (antiquariato…)

0,99 0,85 1,13 8,70 7,50 9,90

14 edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze (banchi durev.) 1,26 1,01 1,50 11,05 8,88 13,22

15 negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e ombrelli, antiquariato

0,74 0,56 0,91 6,45 4,90 8,00

16 banchi di mercato beni durevoli 1,43 1,19 1,67 12,57 10,45 14,69

17 attività artigianali tipo botteghe: parrucchiere, barbiere, estetista

1,35 1,19 1,50 11,83 10,45 13,21

18 attività artigianali tipo botteghe: falegname, idraulico, fabbro, elettricista (parrucchiere...)

0,91 0,77 1,04 7,96 6,80 9,11

19 carrozzeria, autofficina, elettrauto 1,15 0,91 1,38 10,06 8,02 12,10 20 attività industriali con capannoni di produzione 0,64 0,33 0,94 5,58 2,90 8,25 21 attività artigianali di produzione beni specifici 0,69 0,45 0,92 6,06 4,00 8,11 22 ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub (mense…) 6,84 3,40 10,28 60,22 29,93 90,50 23 mense, birrerie, amburgherie 4,44 2,55 6,33 39,05 22,40 55,70 24 bar, caffè, pasticceria (banchi alimentari…) 4,96 2,56 7,36 43,63 22,50 64,76

25 supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari (ipermercati…)

2,00 1,56 2,44 17,60 13,70 21,50

26 plurilicenze alimentari e/o miste 2,01 1,56 2,45 17,66 13,77 21,55 27 ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 7,83 4,42 11,24 68,92 38,93 98,90 28 ipermercati di generi misti 2,19 1,65 2,73 19,26 14,53 23,98 29 banchi di mercato generi alimentari 5,80 3,35 8,24 51,03 29,50 72,55 30 discoteche, night club 1,34 0,77 1,91 11,80 6,80 16,80

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SCELTA DEL SISTEMA DI GESTIONE

Fasi Obiettivo Azioni Analisi del Sistema Tariffario

Raccolta e organizzazione relativa al l’introduzione del metodo normalizzato. Analisi normativa

Raccolta dati Organizzazione e di sintesi dei dati

Analisi Casi ed Esperienze Applicazione della Tariffa

Caratterizzazione dei parametri produttivi Individuazione dello stato di applicazione. Caratterizzazione, analisi e confronto.

Analisi studi di settore. Stima delle produzioni specifiche. Raccolta dati. Elaborazione dei dati raccolti. Analisi di casi reali di applicazione Informatizzazione ed elaborazione dei dati raccolti

Impostazione linee guida Determinazione della applicazione

Scelta dei parametri di riferimento Definizione dei criteri base

Modello di Simulazione

Creazione di un modello di simulazione per analizzare gli effetti del passaggio Tassa Tariffa

Creazione di simulazioni

Analisi Differenti Scenari di Applicazione

Confronto differenti strategie e scenari di applicazione della tariffa. Ricerca di minimizzazione degli impatti

Applicazione del modello di simulazione a casi. Analisi e sintesi dei risultati.

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7.4.8. SPUNTI DI RIFLESSIONE PER UNA TARIFFA AMBIENTALMENTE E SOCIALMENTE EQUA. E’ possibile avvalersi delle leggi esistenti per cercare di incentivare una politica dei rifiuti ambientalmente e socialmente equa?. E come intervenire per incentivare realmente la riduzione della produzione dei rifiuti, il riuso e il riciclo di materia, e contemporaneamente er evitare che aumenti la spesa a carico del cittadino?

complessità della materia rifiuti/tributi. ASPETTI AMBIENTALI

pIl quesito non è di facile soluzioni per la

PER MIGLIORARLI SI AGISCE SULLA QUOTA VARIABILE DELLA TARIFFA Dal punto di vista ambientale il vero vantaggio che avrebbe dovuto portare l’introduzione del sistema tariffario era proprio la leva fiscale finalizzata a premiare gli utenti meritevoli (cioè quelli più attenti nell’acquisto di merci durevoli, facilmente riusabili, riparabili, riciclabili, con pochi imballaggi, ed anche più puntuali nel differenziare i propri rifiuti) che conferivano basse quantità di rsu. Ma questo non accade perché il Metodo Normalizzato, così come è stato concepito, finisce col fare la solita “media dei polli”. Infatti l’ente locale che non è in grado di misurare la quantità di rifiuti che ogni utente conferisce può applicare un sistema presuntivo. La superficie dei locali, identificata come il principale fattore iniquo della vecchia tassa, continua a restare uno dei dati fondamentali per la modulazione delle tariffe, appena temperato per le utenze domestiche dal arametro concernente i componenti del nucleo familiare.

Va tuttavia rilevato che nella modulazione della tariffa sono state mantenute le agevolazioni del precedente D.Lgs 507/93. Una possibile soluzione potrebbe consistere nell’introduzione dei sacchetti prepagati (solo per il conferimento del rifiuto indifferenziato, mentre per la raccolta differenziata non si paga) per la velocità, economicità e semplicità di gestione di tale sistema da parte ell’ente locale. Il cittadino acquista i sacchetti appositamente marcati che il Comune

vende ad un costo equivalente al costo di smaltimento del sacchetto medesimo. I sacchetti hanno un volume preciso e, per quanto si schiaccino i rifiuti, non può contenerne una quantità troppo diversa dalla effettiva capacità. Il passaggio volume-peso è empiricamente desumibile. E moltiplicando i Kg di rifiuto per il costo di smaltimento si ottiene il costo del sacchetto. Questo sistema non necessita di strutture aggiuntive rispetto alle attuali dotazioni dei

omuni. Potrebbero nascere dei problemi di evasione della tariffa risolvibili imponendo l’acquisto di un numero minimo di sacchetti. ASPETTI SOCIALI Il passaggio da tassa a tariffa può provocare un rincaro decisamente significativo a caricodelle famiglie. - Sulla tariffa infatti si dovrà applicare l’IVA al 10%. Mentre le imprese possono scaricare l’imposta le famiglie dovranno pagare tutto. - Inoltre la tariffa dovrà gradualmente arrivare alla totale copertura dei costi del servizio di smaltimento. Oggi la TARSU copre circa il 60 e l’80% e scende anche al 40%.

A ciò si aggiunge il fatto che alcune voci che oggi sono a carico della fiscalità generale entreranno a pieno carico nella tariffa (si pensi ad esempio ai costi di lavaggio e spazzatura stradale).

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Il tutto potrebbe portare ad un rincaro del 30% nell’arco di tre anni. Pertanto si dovrebbe riflettere sulla possibilità di: a) Togliere l’IVA b) Prevedere una tariffa a scaglioni in base ai diversi quantitativi prodotti. Calcolare una

scia media di consumo (sulla base della produzione degli anni precedenti) e stabilire un tetto a tariffa contenuta superato il quale si viene a pagare di più. c) Prevedere detrazioni per le fasce sociali più deboli: disoccupati, pensionati con redditi bassi, ecc. QUESTIONI APERTE COSTI DI PREVISIONE DEL SERVIZIO

tutti i costi esclusi quelli sostenuti per prestazioni in conto a terzi fuori privativa ( contab. industriale). - esclusione dei costi delle raccolte differenziate relativi ai rifiuti di imballaggio ( corrispettivi Conai). - ricavi da trattamento ( sia di prestazioni a terzi sia per recupero energetico) - pluriservizi, i costi comuni non suddivisibili tra le varie aree gestionali o divisionali sono imputati in quota parte con criteri stabili e fissati nel bilancio aziendale (vedi regolamenti e contratti di servizio). - dubbia l’interpretazione relativa al servizio sgombero neve - escludere l’inserimento di ogni costo relativo alla manutenzione del verde pubblico CALCOLO DEL TASSO DI COPERTURA - effettuato tenendo in considerazione tutti i costi calcolati nei ruoli

classe di appartenenza ( % grado di copertura e nno di tariffa)

QUANTITA’ DI RIFIUTO E CALCOLO DELLA TARIFFA - distinto per tipologie di utenza o per mezzo della applicazione dei coefficienti di produzione; - per la determinazione tra utenze vedi il rapporto delle entrate dalle iscrizioni a ruolo

iva) tenendo presente le diverse tipologie

SISTEMI TARIFFARI DI RILEVAZIONE - sistemi proporzionali ( e dunque tariffe legata al peso, al volume, alla frequenza, etc), - sistemi composti ( con una parte fissa, ma comunque con una quota individuale ) - altri sistemi più articolati ( con più soluzioni collegate).

o etichette), con forme di abbonamento ( a riffa variabile con scelta della tipologia del servizio), con sistemi multipli, a contabilità

diretta con strumenti specifici di pesatura ( e cassonetto personalizzato a chiave), applicabili individualmente o per condominio, strada, rione, quartiere, circoscrizione, etc. Si sottolinea come eventuali applicazioni di pesatura puntuale devono avere criteri e garanzie specifiche per evitare controversie applicative. SUPERFICIE E CLASSIFICAZIONE UTENZE

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- difficoltà in alcuni casi nel definire la a

- altri criteri ( es Kb in via presunt

- pagamenti diretti ( con acquisto di sacchi ta

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- La superficie è quella tassata desunta dal ruolo principale e supplettivo, - escludendo le superfici non tassate per le attività non domestiche - per le attività economiche si classificano nell’ambito delle 30 esistenti - meglio se si allargano a nuove categorie per una migliore e più equa applicazione ADDIZIONALE PROVINCIALE - confermato dal comma 17 dell’art. 49 del Decreto “Ronchi”. - non soggetto ad IVA (art. 15 DPR 633/72) ma pur sempre riscosso unitamente alla tariffa. - regolamentazione della riscossione attraverso convenzione che dia titolo al gestore della riscossione stessa ed al successivo trasferimento alla Provincia. Da valutare il problema di duzione delle entrate in corrispondenza della riduzione della parte fissa.

OBBLIGHI DI COPERTURA Il DL 507/93 stabilisce che il gettito complessivo della Tarsu non possa superare il costo di esercizio del servizio e non possa essere inferiore al 50% di tale costo ( 70% per Comuni deficitari). grado di copertura a livello nazionale è del 72,8; troppo grande la differenza ancora tra le

regioni e soprattutto per molti comuni ancora lontani da una logica economica dei servizi ambientali. Spesso alla copertura del costo si attribuisce un valore contabile riconoscendo ex-post il costo di gestione. Bisogna distinguere chi opera al giusto prezzo e chi applica valori inattendibili o comunque lontani dalle esigenze di un corretto servizio ambientale. L’obiettivo è della copertura integrale del costo “motivato dal fine di trasferire sulla tariffa l’onere di finanziare il costo pieno del servizio compresi gli investimenti”. ANALISI DEL GETTITO ’indicatore di base è il gettito per abitante ottenuto dividendo il gettito della tassa per il

numero degli abitanti (ma non è significativo della spesa reale per abitante ). Un altro indice è il gettito per articolo ottenuto dividendo il gettito della tassa per il numero di contribuenti individuati. AGGIORNAMENTO ANAGRAFICHE UTENTI - attenzione alla definizione dei tempi e modi di aggiornamento dei dati anagrafici - realizzare un collegamento all’anagrafe con scarico periodico dei dati. - definire la periodicità degli aggiornamenti e la data dalla quale le variazioni producono effetti

CONTROLLO EVASIONE L’attività di recupero si è intensificata negli ultimi anni per una maggiore attenzione delle amministrazioni basandosi sull’aggiornamento dell’elenco degli utenti iscritti a ruolo , ma risente ancora di forti limiti di efficienza.

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Il passaggio da Tassa a Tariffa, con la costituzione dei data-base ( necessari per calcolare gli importi in tariffa per gli utenti) rappresenta una importante occasione per effettuare controlli sistematici. Il tema è delicato , ma molto importante per una corretta distribuzione dei costi. Si può genericamente stimare in una fascia del 5-15% il problema, anche se sono possibili anche livelli superiore in Comuni non ben organizzati. Per il controllo dell’evasione ( utenti non iscritti) e per l’elusione (differenze di superfici imponibili dichiarate) si potrebbe utilizzare strumenti pubblici utili quali le licenze edilizie o altri elenchi. ntegrazione, anche su base cartografica, delle banche dati del Comune, della Camera di

Commercio e delle aziende gestrici di servizi di pubblica utilità , vedi servizi a rete per presunzione di occupazione dei locali). NATURA DELLA TARIFFA dubbi in relazione alla natura dell’entrata tributaria ( o non) ; (si legge nel Rapporto Anpa) “riguardo alla natura giuridica la tariffa può comunque mantenere gli aspetti tipici di un regime tributario ( con riferimento in particolare alle sanzioni per chi non paga) senza per questo rinunciare a vederla come un corrispettivo per un servizio reso”. QUOTA FISSA-VARIABILE

- interpretazione delle voci di costo da attribuire alla parte fissa e variabile della tariffa - l’applicazione presuntiva del metodo normalizzato aiuta l’applicazione - valutazioni molto diverse a livello della contabilità dei costi. - non definibile come “reale tariffa” applicazioni in cui la quota fissa sia prevalente. - il punto di arrivo dovrà essere almeno 30 % fisso e 70% variabile - favorire metodi incentivanti per le raccolte differenziate e dunque di riduzione della quota variabile - per le utenze Non Domestiche ricercare forme autonome di recupero dei rifiuti da esse prodotti. ASSOGETTABILITA’ AD IVA La tariffa è il corrispettivo di una prestazione di servizi (art. 3 DPR 633/72) è soggetta ad IVA. Aliquota (punto 127-sexiesdecies, parte III TAB.A all.to DPR 633/72) L’introduzione dell’IVA non rappresenta di per sé un aumento dei costi; già si paga per ciò che il Comune acquisisce da terzi, inoltre il DPR 33/2001 ha introdotto il fondo speciale alimentato da IVA pagata a seguito di affidamento a terzi di servizi non commerciali, sui quali cioè non grava l’IVA finale ( vedi Anpa).Interessanti calcoli applicativi dimostrano come non si debba avere costi aggiuntivi a parità di grado di copertura con la Tarsu ,

oltre, per le utenze non domestiche l’esplicitazione dell’Iva nelle fatture comporta la possibilità di detrarla quale imposta a credito. APPLICAZIONE E RISCOSSIONE DELLA TARIFFA A MEZZO FATTURA Il soggetto gestore dispone di più canali per l’applicazione e la riscossione della tariffa :

• l’emissione e la riscossione in proprio di fatture ; • l’emissione di fatture, la loro riscossione in proprio nella fase “fisiologica “ e tramite

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• concessionario in caso di insolvenza ( valutare natura non coattiva della tariffa); • l’affidamento a concessionario della riscossione dell’incarico di emissione ed

incasso di ruoli (ordinari • e coattivi) ; • l’affidamento (tramite convenzione) al Comune della attività di applicazione e

riscossione . Si può dunque prevedere che la tariffa sia riscossa dal Comune ( che continuerebbe perciò a remunerare il gestore sulla base di un contratto diretto) oppure che la riscossione sia delegata al gestore, sia pur mantenendo la natura tributaria del corrispettivo. RISCOSSIONE A MEZZO RUOLI Trattandosi di corrispettivo di prestazione di servizio, la tariffa per la gestione dei rifiuti non è riscuotibile obbligatoriamente a mezzo ruoli, affidando incarico ad un concessionario. E’ possibile peraltro stipulare con tali concessionari una convenzione affidando loro l’incarico di emettere ruoli sia ordinari che coattivi. L’orientamento prevalente è di limitare alla fase dell’incasso del non pagato alla scadenza naturale l’eventuale ricorso al concessionario (riscossione coattiva), ricordando che non vige più l’obbligo del non riscosso per (almeno per quanto riguarda ai concessionari tradizionali) sia sulla economicità e rapidità di gestione che viene dal trattare consistenti volumi di pratiche. SANZIONI Il regolamento di gestione della tariffa dovrà prevedere sezione dedicata alle sanzioni comminabili sia in relazione al ritardo di pagamento delle fatture sia alla mancata denuncia dell’occupazione di spazi o di variazioni nei dati relativi. GLI INCENTIVI - la componente variabile della tariffa dovrebbe già di per sé rappresentare un criterio di incentivazione impegno alla riduzione della produzione dei rifiuti; - è opportuno aggiungere altre forme che aiutino la realizzazione di comportamenti virtuosi sia a livello di educazione ambientale (iniziative di informazione) sia a livello di miglioramento delle attrezzature ( investimenti per isole ecologiche, etc finanziate anche con ecotassa). - individuare ( e regolamentare) forme stabili di riduzione di tariffa legate ai risultati (ad esempio di raccolta differenziata) e proporzionale alla quota variabile di costo ( sconto sul coefficiente di calcolo). - le agevolazioni posso essere sia implicite ( con criteri definiti di applicazione) che esplicite che assicurano un miglior coinvolgimento nella definizione del premio a consuntivo; utili in proposito applicazioni collettive per zone o categorie specifiche.