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4 Quadrimestrale di informazione bancaria e cultura locale della Banca S. Biagio · Anno 15 · N. 48 · Dicembre 2009 8 Spedizione in abbonamento postale, 70%, filiale di Venezia. PIANO CASA NUOVI UFFICI A PERTEGADA IMPRENDITORIA BISON PENSIONE E MUTUI NIEVO E IL CORTINO IN QUESTO NUMERO

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Quadrimestrale di informazione bancaria e cultura locale della Banca S. Biagio · Anno 15 · N. 48 · Dicembre 2009

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Anno 15 · N. 48 · Dicembre 2009In copertina. Autunno. Foto Ellesse.Le foto interne sono di: Archi vio Banca S. Biagio delVeneto Orienta le, privati, Fotoreporter di Vi ni cioScor te gagna e Biblioteca di Fossalta di Portogruaro.

Editrice: Banca S. Biagio del Veneto OrientaleViale Venezia, 1Fossalta di Portogruaro/VeTelefono 0421.249849Telefax 0421.789804

Reg. Trib. di Ve n. 1206 del 22.11.1995

Direttore generaleVittorio Canciani Battain

Grafica ed impaginazioneJanna/Pn

Stampa: Tipolito GerominFossalta di Portogruaro /Ve

Direttore responsabileLuciano Sandron

Comitato di redazioneFranco Anastasia · Luca De LucaMarco Battiston · Franco RomaninSegreteria di redazioneMarina Presotto · Tel. 0421.249849www.bancasanbiagio.it

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Bibione · Corso del Sole, 104/ACaorle · Via Pretoriana, 15/CCeggia · Via Roma, 11Cesarolo · Via Conciliazione, 75Fossalta di Portogruaro · Viale Venezia, 1Gruaro · Borgo del Castello Medioevale, 1Jesolo Lido · Via Altinate, 48Lugugnana di Portogruaro · Via Fausta, 112Mussetta · Via Concilio, 2Portogruaro · Via F. Baracca, 2San Donà di Piave · Via G. Bortolazzi, 32Teglio Veneto · Via Ponte Nuovo, 3

Cessalto · Via Roma, 77Motta di Livenza · Viale Madonna, 16/17

Latisana · Piazza Indipendenza, 32Lignano Sabbiadoro · Viale Europa, 25Pertegada di Latisana · Via del Molo, 1/A

3 AUGURI DEL PRESIDENTE

4 PIANO CASAdi Luca De Luca

6 PERTEGADA: INAUGURATI I NUOVI UFFICIdi Luciano Sandron

8 PERTEGADA: RESTAURATO IL CAMPANILE

9 LA BEFANA A CAVALLO DI UNA SCOPAdi Franco Romanin

10 GRUPPO BISON, UNA CRESCITA COSTANTEdi Luciano Sandron

12 QUANTO SARÀ LA VOSTRA PENSIONE?

15 ...A PROPOSITO DI MUTUI

16 I NOSTRI FIUMI, LA LIVENZAdi Franco Romanin

18 LA BANCA PER LA CULTURAdi Ellesse

21 PRESENTAZIONE DEL BILANCIO SOCIALEdi Ellesse

22 IPPOLITO NIEVOE IL «CORTINO» DI FRATTAdi Franco Romanin

SEDE E DIREZIONE GENERALE · FOSSALTA DI PORTOGRUARO/VE

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Penso che mai come questa volta tutti attendiamo la finedell’anno come un evento liberatorio e guardiamo all’annonuovo con la speranza che sia migliore di quello trascorso,confortati anche dagli osservatori economici che concorda-no nel ritenere che il peggio sia passato, anche se avverto-no che la ripresa sarà lenta e che nel 2010 quella che sof-frirà di più sarà l’occupazione.Il futuro però è quello che costruiamo noi tutti con i nostricomportamenti.Pertanto dobbiamo preparare il dopo crisi rinnovandoci eassumendo atteggiamenti che vedano riscoperti il sensodel lavoro, il merito, la responsabilità, la solidarietà, l’ideadi bene comune.Se sapremo fare questo, la crisi in cui ci dibattiamo da ol-tre un anno potrà tradursi nell’opportunità di preparare unmondo migliore che, ritrovati i suoi valori più profondi,met ta al centro l’uomo in tutte le sue dimensioni.Per quanto riguarda la nostra Banca l’andamento dell’eser-cizio 2009 si può sintetizzare così:Un buon aumento della raccolta diretta da clienti.Una stagnazione degli impieghi dovuta alla scarsa doman-da per nuovi investimenti sia da parte delle famiglie che daparte delle imprese.

Direttore responsabile,

Redazione e collaboratori augurano

felice Natale e prospero

anno nuovo a lettori e loro famiglie.

auguri

Un aumento dei crediti incagliati o in sofferenza, anche sesiamo ancora a livelli di eccellenza fra le B.C.C.Un ridimensionamento dell’utile d’esercizio, conseguentead una ulteriore riduzione della forbice tra tassi attivi epassivi e ad un calo dei ricavi da servizi.Un rafforzamento del patrimonio, anche grazie ad un au-mento di capitale versato dai Soci.Visto il contesto economico, i risultati si possono conside-rare soddisfacenti e noi guardiamo con fiducia al nostro fu-turo, consapevoli della nostra capacità di crescere senza ri-nunciare ai principi di autonomia, mutualità e solidarietàche stanno a fondamento del nostro essere una BancaCoope ra tiva.La nostra forza ci è data dalla fiducia che continuano a dar-ci i nostri 9.000 Soci, privilegiando il nostro stile di Bancalocale, vicina alle famiglie, alle piccole e medie imprese e atutte le organizzazioni culturali, sociali, sportive e di volon-tariato delle comunità del territorio di riferimento.Nel ringraziare i vecchi e nuovi Soci per la fiducia accorda-taci e la Dire zione, il Collegio Sindacale e tutti i collabora-tori per il lavoro svolto in quest’anno difficile, formulo an-che a nome del Consiglio di amministrazione i migliori au-guri di Buon Natale e di un sereno 2010.

Franco AnastasiaPresidente

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4 noi e voi

Come noto il territorio di competenzadi Banca S. Biagio è storicamente se-de di numerose professionalità nelsettore del grande «comparto casa»intendendo con ciò l’insieme di tuttigli operatori quali artigiani edili, im-piantisti, falegnami, serramentisti,studi professionali, produttori e com-mercianti dei materiali inerenti all’e-dilizia. In quest’ultimo anno, si è molto par-lato delle modalità di rilancio del set-tore e la Regione Veneto ha fatto daapripista in materia, con l’emanazio-ne della Legge Regionale n. 14 del 8luglio 2009 conosciuta anche comePiano Casa.L’obiettivo principale che si pone lalegge è la promozione di misure per ilsostegno del settore edilizio attraver-so interventi finalizzati al migliora-mento della qualità architettonica ededilizia.La legge emanata dalla Regione delVeneto, non è una legge urbanistica,ma una legge economico-finanziariache vuole stimolare gli investimentiprivati con i quali alimentare il merca-to delle piccole e medie imprese delsettore edilizio.Con questi interventi però, si possonoottenere due benefici:– il primo di ordine economico, chepuò essere immediatamente riscon-trabile perché mette nelle condizionigli operatori di acquisire nuove com-messe che, seppur di piccolo o mediovalore, forniscono una prospettivaper i prossimi anni.

– Il secondo, invece, avrà un risvoltoindiretto, che riguarderà l’intera col-lettività, poiché gli interventi consi-steranno nel recupero, nel migliora-mento e nella riqualificazione del pa-trimonio edilizio esistente, attraversola realizzazione di piccoli interventi diampliamento, ristrutturazione ed inparticolari casi, anche di demolizionee ricostruzione.L’impegno che in questo caso viene ri-chiesto alle figure professionali deitecnici progettisti, sarà quello di con-centrarsi particolarmente nello studiodi soluzioni che ben si inseriscano nelpaesaggio, rispettando le tipologiecostruttive locali, quelle in zona agri-cola ed in zona con vincoli paesaggi-stici. In particolare nei casi previsti didemolizione e ricostruzione, si do-vranno rispettare particolari caratte-ristiche nelle nuove realizzazioni, con

l’uso delle moderne tecnologie permateriali ed impianti, per rinnovarequel patrimonio edilizio che in basealle normative intervenute dopo l’an-no 1989 potrebbe trovare delle limi-tazioni nella valutazione immobiliarefutura.Chi rinnoverà la propria abitazioneotterrà anche delle condizioni di vivi-bilità di gran lunga superiori a quelleprecedenti gli interventi.La Legge Regionale si compone di po-chi articoli divisi in due parti principa-li. La prima riguarda la «prima casa»di abitazione e contiene tutti quegliinterventi atti a favorire la cosiddetta«edilizia di necessità». La secondacon sidera gli interventi su tutti gli al-tri edifici, sia a destinazione residen-ziale (seconde case), che a destinazio-ne commerciale, direzionale, artigia-nale e turistico.

ECONOMIA

Piano casaUn’opportunità di rilancio per la nostra economia e una possibilità straordinaria per privati ed aziende.

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Va precisato subito che la Legge nonprevede nessuna sanatoria, in quantonon si applica ai fabbricati realizzaticompletamente o parzialmente in mo-do abusivo, per i quali sia già previstala demolizione, con l’eccezione perquelli eventualmente sanabili, previopa gamento anticipato delle relativesanzioni, questo per favorire il riordi-no del tessuto urbanistico e la demo-lizione di quelle parti edificate sponta-neamente senza alcuna organicità.Altre due particolarità della Legge so -no: la sua durata limitata nel tem -po; le possibili deroghe.

Le procedure da utilizzare per realizza-re questi interventi sono le seguenti:– la Denuncia di Inizio Attività con leattestazioni sui requisiti e sulla rispon-denza ai Piani Regolatori Ge nerali Co -mu nali ed alle altre ca rat te ri stichepreviste dalla Legge Re gio nale;– la redazione di un progetto delleopere a firma di un tecnico abilitato;– la predisposizione della documen-tazione prevista per rispettare le nor-me in materia di tutela della salute edella sicurezza nei luoghi di lavoro, lenorme tecniche per le zone sismichee gli altri adempimenti in materiaigie nico-sanitaria, ecc;– le autorizzazioni degli Enti di tutelase i fabbricati ricadono in zone vincola-

te ai fini paesaggistici, idraulici o altro.Per quanto riguarda l’entrata in vigo-re della Legge, gli interventi sulla pri-ma casa, erano possibili già dallapubblicazione della stessa, mentreper gli altri si devono attendere le de-libere dei Comuni con le decisioni sueventuali specifiche limitazioni.Queste sono, in riassunto, le normeche possono incentivare privati edazien de ad eseguire degli interventi,in questo periodo limitato di tempo,per raggiungere lo scopo della LeggeRegionale stessa che come già dettoè quello di dare una nuova opportu-nità all’economia partendo dal «com-parto casa».

Luca De Luca

1. Ampliamento del 20% del volumedegli edifici residenziali esistenti e del20% della superficie coperta degli edifi-ci ad altra destinazione. Questi amplia-menti devono essere realizzati in ade-renza all’esistente o utilizzando un fab-bricato in prossimità di quello già esi-stente, con lo scopo di non consumareulteriore territorio.2. La percentuale di ampliamento puòarrivare al 30% se si installano impiantia fonte di energia rinnovabile come adesempio pannelli solari o impianti foto-voltaici con potenza superiore a 3 kW.3. Per gli edifici esistenti prima dell’an-no 1989, è prevista una importantepossibilità: la demolizione e ricostruzio-ne, ampliandoli fino al massimo del40% del volume degli edifici residenzialiesistenti e fino al massimo del 40% del-la superficie coperta degli edifici ad altradestinazione. Questa possibilità è con-cessa in modo progressivo, solo se siutilizzano le moderne tecniche di ediliziasostenibile ad alta qualità ambientaleed energetica per ottenere degli edificimigliori.4. Si può arrivare anche ad una percen-tuale di ampliamento mas sima del 50%se si presenta un piano di ricomposizio-ne volumetrica e urbanistica, dove ven-

I CONTENUTI TECNICI DEGLI INTERVENTI PRE VISTI SI POSSONO COSÌ RIASSUMERE

gono individuati anche gli spazi per stra-de, verde e parcheggi e da convenziona-re con i Comuni.5. Un articolo riguarda gli insediamentituristici e ricettivi che prevede la possi-bilità di ampliare le attrezzature all’a-perto intese quali strutture fisse di sta-bilimenti balneari, campeggi, impiantisportivi e ricreativi esistenti fino al 20%della loro superficie, anche in aree de-maniali con il preventivo consenso del-l’autorità com petente.6. È prevista una particolare norma cheriguarda la realizzazione di pensiline etettoie per l’installazione di impianti so-lari e fotovoltaici, che non concorrono alconteggio della cubatura se realizzati suedifici residenziali esistenti alla datadell’11 luglio 2009, ma devono averepotenza mas sima di 6 kW. Possono es-sere realizzati anche in zona agricola etutti devono rispettare specifiche carat-teristiche di tipologia e dimensione.7. Gli interventi di ampliamento e di de-molizione e ricostruzione eseguiti sullaprima casa, otterranno la riduzione deldel 60% sul Contributo di Co struzioneno to come Oneri di Urba niz zazione.8. Nel caso di ampliamenti di abitazioniper necessità legate alla disabilità, il Con -tributo di Co stru zio ne è ridotto del 100%.

La durata è infatti limitata a due annidall’entrata in vigore della Legge Re -gionale n. 14/2009 e quindi i proget-ti devono essere presentati entro l’11luglio 2011 e completati entro tre an-ni dal loro inizio. Suc ces si vamente lenorme torneranno ad essere quelleprecedenti.Le possibili deroghe invece riguarda-no i Regolamenti Edilizi, gli Stru mentiUrbanistici Comunali, Provin cia li eRegionali. A queste deroghe sono sta-te comunque poste delle limitazioniconsistenti nel rispetto delle LeggiStatali (in particolare quelle relative aicentri storici, alle distanze, ai beni vin-colati, al paesaggio, alla sicurezza deiluoghi di lavoro, alla sicurezza sismica,alla pericolosità idraulica ed alle nor-me sui grandi centri commerciali), enelle altre eventuali limitazioni con ledelibere che i singoli Comuni sono te-nuti ad approvare entro il 30 ottobre2009 su specifici argomenti.

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LA NOSTRA BANCA

INAUGURATI I NUOVI UFFICI

della gente. Canciani ha tenuto a sot-tolineare la novità dell’innovativa po-stazione di self-banking e la validitàdella so lu zio ne che, con la presenzacostante di un’operatore, permetteagli utenti che hanno dimostrato digradire, lo sveltimento di qualsiasi ti-po di operazione ed ha poi sottolinea-to la crescita della filiale, sia in nume-ro di Soci che di operatività, grazie al-l’impegno di tutti ed alla fiducia dimo-

Una giornata di festa sabato 24 otto-bre non solo per molti Soci della filia-le di Pertegada, ma anche per altriarrivati dall’area di operatività della«S. Biagio». Una giornata che ha se-gnato un altro motivo di crescita diquesta realtà che è venuta alcuni anniorsono, ad aggiungersi alla realtà fon-data a Fossalta di Portogruaro 113anni fa da un prete friulano di Vitod’Asio Monsignor Leonardo Zan nier.Con l’inaugurazione dei nuovi uffici,Pertegada assume quel prestigio chele compete per crescita di operativitàe di risultati, ed è ora in grado di ac-cogliere nei suoi bei locali in modopiù consono ed adeguato ad un mo-derno modo di fare credito, guardan-do non solamente a mostrare un «vol-to gradevole», ma anche il rispettodella privacy e della segretezza nell’o-perare. Pertegada è una delle 17 filia-li che, con quelle di Latisana e Li -gnano formano con i loro 1.077 Soci:410 a Pertegada, 433 a La ti sa na,234 a Lignano Sab bia doro la famigliafriulana della «S. Bia gio» del VenetoOrientale. Alla presenza di Soci, ospi-ti, autorità civili, religiose ed operato-ri economici, Vit torio Can cia ni Bat -tain, direttore generale del l’Isti tutoha porto il saluto e sottolineato lascelta di rinnovare gli uffici, lì dove laBanca era nata per volontà dei Socifondatori anziché cercare altre solu-zioni, per dare un segno di continuitàe di radicamento nella comunità ri-manendo lì dove è la piazza «agorà»

strata dalla clientela. Questo, ha riba-dito il Direttore Generale prima dicon cludere, ci ha resi contenti e spro-nati, vicini e disponibili verso la clien-tela in un periodo non certamente fa-cile per il mondo economico in gene-rale, e bancario in particolare, fiducio-si che comunque Banca S. Biagio as-sieme a Soci, clienti e personale è ingrado di superare con buoni risultati. Il presidente Franco Anastasia ha

Pertegada

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trac ciato un breve profilo dell’Istitutoche con i suoi 8.835 Soci al 31 di-cembre 2008, i 70 milioni di euro dica pitale, i 147 dipendenti, una rac-colta diretta di 600 milioni ed impie-ghi di 650 milioni di euro, è stataclassificata da Banca Finanza al 24°po sto nel territorio nazionale tra lepiccole e medie banche per soliditàsulle oltre 400 del settore, al 45°posto per redditività e produttività,ed è al primo posto tra le B.C.C. ope-ranti nel Veneto e nel Friuli.Il presidente ha poi sottolineato: «chequesti numeri, pur importanti, conte-rebbero poco se la nostra Ban ca nonfacesse parte di un grande sistema arete quale il sistema delle B.C.C. for-mato da 440 banche sparse in tuttaItalia con 3.500 sportelli in 4.300comu ni, con 30.000 dipendenti,800.000 mila Soci e 4 milioni 500mi la clienti». Anastasia ha poi fatto un breve escur-sus sul momento economico mondia-le prima di passare ad elencare lamission della «S. Biagio» che è quelladi operare nel territorio per far cre-

scere oltre che l’economia anche lasocialità e la mutualità delle comu-nità in cui opera. Il sindaco di Latisana Micaela Sette,presente con alcuni componenti lagiun ta, ha voluto ringraziare la BancaS. Bia gio anche per la scelta di nonspostare la sede di operatività, rima-nendo lì dove c’è anche un progettodi miglioramento ambientale previstodall’amministrazione latisanese perrin novare la piazza antistante, speran-do, ha detto, di coinvolgere nello stes-so anche la Banca. Parole di soddisfazione e di gratitudi-ne da parte del parroco di Pertegadadon Elio Baracetti che ha poi bene-detto dopo il taglio del nastro i bei lo-cali che sono diventati un patrimonioin più per la operosa comunità diPertegada.Soci, ospiti, dirigenti ed operatori siso no ritrovati poi nei locali della par-rocchia dove le associazioni di volon-tariato del luogo hanno organizzatoun apprezzato conviviale momento diincontro.

Luciano Sandron

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Oltre ai nuovi uffici della filiale chehanno reso più gradevole l’andare inBanca, anche il Campanile della ope-rosa comunità di Pertegada, ha potu-to essere restaurato anche con il ge-neroso contributo della «S. Biagio»attenta come sempre alle necessitàdelle comunità in cui opera. Il campa-nile, come si legge nella nota che se-gue, fornitaci dalla parrocchia è unsimbolo carico di significati per unacomunità. Il campanile preannuncia la presenzadi un centro abitato, un perno attor-no al quale si sviluppa l’attività uma-na. È un componente fondamentaledel panorama ed elemento necessa-rio della vita religiosa e della colletti-vità. Le campane servono a comuni-care, avvisare, chiamare a raccolta, asegnalare emergenze, pericoli, acco-glie festosamente il formarsi di unanuova famiglia, saluta l’emigrante cheparte e rincuora quello che ritorna,accoglie una nuova vita ed accompa-gna l’addio alla stessa. Per questo isegni del tempo pur logorandolo, nondebbono distruggerlo e quindi il re-stauro è indispensabile.

ALCUNE NOTE STORICHEIl campanile di Pertegada viene eret-to dai parrocchiani nel 1904 con unaspesa di settemila lire, ricavate dai la-vori di aratura e trasporto. La suacollocazione è isolata dalla vecchiachiesa di Santa Agata, non distantedall’argine del fiume Tagliamento.

CARATTERISTICHEBasamento rastremato.Lesene agli spigoli feritoie per l’illumi-nazione delle scale in legno. Cella campanaria con monofore a tut-to sesto.Cuspide ogivale in rame con croce.

MATERIALIMattoni a vista di stile veneziano. Le misure sono: m 4.05x4.05x28,65.

Tre sono le campane: la prima di kg421, la seconda di kg 285 ed infine laterza di kg 190.Dopo il trafugamento da parte degliAustriaci nel 1917, le campane sonostate rifuse nel 1923.Nel 1948 si è dovuto intervenire sullastruttura con lavori di riparazione e le-gatura per un totale di 224.096 lire.La torre, danneggiata ancora nel 1970da un fulmine, venne restaurata a curadegli Alpini locali e la cuspide conica ri-costruita come cuspide ogivale in ra-me. Il nuovo restauro è cosa recente.

TERRITORIO

RESTAURATO IL CAMPANILE

Pertegada

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A CAVALLO DI UNA SCOPALa befana

TRADIZIONI POPOLARI

Tante sono le tradizioni popolari,le usanze, le leggende e i riti religiosilegati all’Epifania. Riti epifanici comela foghera o casera, in altri luoghipan e vin, pignarul, brusà la vecja, diderivazione celtica, sono ormaiespressione di festa in tanti paesi eborgate, mentre l’aspetto religiosodell’Epi fa nia, che nell’ordinariocristiano è la festa delle«manifestazioni» di Dio, si configuraanche con attività proposte dallaChiesa soprattutto alla vigilia conla benedizione dell’acqua.Acqua santa che viene portata poiper benedire i «falò epifanici».Secondo la tradizione, la befana èuna vecchia che vola su una scopa eporta regali ai bambini buoni ecarbone a quelli cattivi.Il vocabolo «Befana» derivasicuramente da «Epifania»,volgarizzato in Pifania, Bifania,Befania, Befana. La befana dunque èpersonificazione dell’Epifania, da cuiè termine popolare: ricordal’omaggio che i Re Magi offrirono aGesù quando nacque. Personaggiomitico, la befana è anche una sortadi strega benefica, brutta, vecchia,vestita di stracci che scende dalcielo, o, più spesso, dal camino,a cavallo di una scopa, nella nottetra il 5 ed il 6 gennaio.La befana e i bambini, i doni eil carbone, il premio e la punizione.Ma questa befana è anche unastrega, come sembrano suggerire

certe maschere e in genere tuttala sua iconografia, la scopa, il caminie altri elementi ancora?E poi perché viene bru ciata? In cimaal falò essa fa parte di un folcloreche conserva appunto tradizionipre-romane, senza dubbio celtiche,attingendo poi a profondee radicate strutture dell’universoinfantile, che si risveglianosoprattutto nell’occasione ritualedella festa.Storie antiche, legami simbolici chesi rifanno alle paure infantili, dovele donne, le vecchie, le laide figuredistorte della femminilità sembranoessere le immagini preferiteper ripercorrere momenti dellafanciullezza popolati di minacce edi divieti. «Non fare questo», sennòla «strega cattiva» ti porta via.Ma dove doveva condurre la strega?Vi era un mondo in cui spesso paurae costrizione venivano usate inrapporto all’educazione dei bambini.In questo contesto, nel bene e nelmale, la befana si era ritagliatala sua personalità.Ma perché sempre una vecchia?Una tipologia rigorosa delle formedel femminile coinvolte nelle «storiedi streghe» e delle loro funzioniè difficile da stabilire. Si sa chele streghe volano a cavallo di unascopa, vuoi per recarsi al «sabba»,vuoi per premiare i bambini, magaripassando attraverso il camino, luogooscuro e misterioso, nero e

maleodorante, dove però spessoarde il fuoco.Da qualche parte è rimasto anchel’uso di preparare un fantoccio conle sembianze della befana, che vienebruciato in piazza con grande allegria.Vi è anche una canzone a lei dedicata,«la befanata», canto di questua sacroe profano che un giovane travestitoda vecchia e accompagnato dasuonatori e da un coro, ripete dicasa in casa nella sera del 5 gennaio.E la leggenda continua. «La befanaviene di notte»: un naso spropositatoe contorto, un foruncolo villoso,le «scarpe tutte rotte»: ecco quel cheresta alla nostra befana, alla nostravecchietta asettica.Poco, rispetto ai più corposi tratti chela identificano come malefica.Ma forse quelle «scarpe tutte rotte»,assieme alle abitudini notturne(«vien di notte») per non farsi vedere,vogliono significare la povertà ela bontà di una vecchia discreta,altruista, benevola, che dona quelpoco che ha.Per questo la fantasia infantile ètuttora legatissima alla befana, cherimane uno dei personaggitradizionali più tipici, intramontabileperfino in questa epocacaratterizzata dalla con sapevolezzaprecoce di una real tà scientifica chetende ad allontanare tutto quelloche ricorda le tradizioni del passato.

Franco Romanin

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SIGNOR BISON, CI PUÒ TRACCIARE LA

CARTA D’IDENTITÀ DELL’AZIENDA?L’azienda nasce negli anni settanta,come Consorzio Edile-Cementisti eMuratori per dare a piccole realtà im-prenditoriali nel campo dell’edilizia lapossibilità di affrontare in gruppo econ possibilità maggiori di successo,le nuove sfide che il mercato impone-va sia sotto il profilo della concorren-zialità che tecnico ed umano ai massi-mi livelli. L’idea si è dimostrata subitovincente. Il modo di operare basatosu qualità, puntualità ed efficienza,ha permesso al Consorzio di farsi ap-prezzare ed ottenere la fiducia di mol-ti committenti grazie anche al gradodi preparazione delle maestranze.

CEMENTO E FERRO LA VOSTRA SPECIA-LIZZAZIONE?Principalmente sì. Il modo di costrui-re andava evolvendosi in manieramolto veloce, il piccolo imprenditore

in grado di fare tutto, non potevaaspirare ad affrontare impegni pergrandi opere sia a livello privato chepubblico. Era indispensabile specializ-zarsi per settori, noi lo abbiamo fatto,avendone già una buona esperienza,nel cemento e nel ferro.

ED È STATA LA CARTA VINCENTE?Certamente! Il Consorzio degli annisettanta è cresciuto, e, nel 1983 haassunto l’attuale forma giuridica diGruppo Bison che coordina tra l’altrouna serie di Aziende tra cui le princi-pali sono Il Consorzio Edile C.M., ilConsorzio La Palazzina, ed il Con sor -zio Edilveneto, ed un’altra quindicinadi imprese che ha portato l’organicoiniziale di qualche decina di operatori,alle attuali circa 500 unità.

DETTA COSÌ SEMBREREBBE UN’OPERA-ZIONE FACILE?Sembrerebbe ma non è stato così. La

fiducia dei committenti passa attra-verso parametri irrinunciabili che so-no come accennato sopra; coesionedel gruppo, grande professionalità apartire dal responsabile di cantiere atutte le maestranze fino al manovale,ognuno dei quali deve essere consa-pevole di essere importante per ilsuccesso del gruppo e quindi tecnica-mente bravo e preparato nel lavoroche è chiamato a svolgere. Puntualitànel rispettare gli impegni presi, nellaqualità del lavoro e nell’efficienza direalizzazione degli obiettivi da rag-giungere.

RISULTATI CHE PASSANO ATTRAVERSO?Un capitale umano di prim’ordine, edun costante aggiornamento sia tecno-logico che delle strutture che il Grup -po ha sempre perseguito, tanto daottenere la certificazione UNI EN ISO9001:2000 che contiene tutta unaserie di norme che vanno dalla soddi-

Le idee supportano la volontà dell’uomo; ed i risultati positivi o negativisono la logica risultanza della forza e della capacità nel realizzarle.Il Gruppo Bison di cui ci occupiamo di seguito, è un esempiodi come un’idea buona e ben supportata possa portare a grandi risultati.Per conoscere meglio la realtà abbiamo incontrato tra un viaggio di lavoroe l’altro l’amministratore unico del gruppo con sede a Jesolo Aldo Bison.

Servizio e intervista di Luciano SandronIMPRENDITORIA

UNA CRESCITA COSTANTEGruppo Bison

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11noi e voi

sfazione del cliente-comittente, allasicurezza, alla trasparenza del siste-ma, alla sicurezza e salute del perso-nale, alla tutela dell’ambiente, e mol-te altre.

I VOSTRI CLIENTI?Pubblici e privati, Nazionali ed Esteri.Noi lavoriamo su commissioni conuna produzione annua di circa 2 mi-lioni di metri cubi vuoto per pieno instrutture in cls. di fabbricati civili edindustriali.

AVETE OPERATO A SUO TEMPO A SEGUI-TO DI UN EVENTO TRAGICO NEL FRIULI

VENEZIA GIULIA MI PARE.DI RECENTE SIETE STATI IMPEGNATI IN

UN ALTRO INTERVENTO TRAGICO, QUEL-LO DELL’ABRUZ ZO; È COSÌ?Sì, in questo tragico evento siamostati impegnati a prestare la nostraopera in quella terra; ed è stata unaesperienza dove ci abbiamo messo,oltre a tutte le nostre capacità tantoda meritare anche gli elogi da partedella Protezione Civile, anche l’anima;ed è stata un’esperienza di lavoro ed

Dopo l’appalto dei 65 basamenti anti-sismici ne abbiamo realizzati altri 45oltre a 10 km di muri in cls. Siamo an-cora presenti all’Aquila per altri lavoricommissionateci dalla Protezione Ci -vile. Questo risultato è stato reso pos-sibile dal grande impegno delle mae-stranze e dal supporto tecnico di at-trezzature che nel tempo sono andatesempre più perfezionandosi, e dellequali il nostro Gruppo si è dotato econtinua costantemente a dotarsi.

ABRUZZO A PARTE, QUALI ALTRE REA-LIZZAZIONI PRIMA E DOPO, TANTO PER

CITARNE QUALCUNA?Sono talmente tante che ci vorrebbe-ro almeno un paio di pagine per elen-carle tutte; per citarne alcune realiz-zate negli ultimi quattro anni dicia-mo: villaggio olimpico «MOI» a To ri -no, Treviso 2 «area Appiani» a Treviso,sede della Diesel Headquartes (Vi),nuovo polo ospedaliero Alto Vi cen ti -no a Santorso (Vi), nuovo ospedaleSant’An na di San Fermo della Bat -taglia (Co), nuovo polo ospedaliero diBiella (Bi), Campus Bio Medico di

ad elencare; all’estero abbiano costrui-to l’ospedale di Valence in Francia, fab -bricato multidirezionale in Ro ma nia,fabbricato residenziale in Po lo nia.

ABBIAMO PARLATO FINO AD ORA DI

POSITIVITÀ, MA NEL VOSTRO CASO

SPESSO VI SONO ANCHE DELLE CONTE-STAZIONI?Interviene a questo punto Gianni Fer -rarese il consulente del Gruppo chetiene a precisare: da quando io sonoqui e di anni ne sono passati tantissi-mi, dal 1977 ad oggi, le contestazio-ni in rapporto al volume di affari sipossono paragonare allo 0,001; cioènulla.

SIAMO IN UN MOMENTO DI RECESSIONE,AL DI LÀ DEL COMPARTO TURISTICO CHE

È ANDATO BENE, TUTTO IL RESTO È UN

PO’ IN CRISI, VOI COME VI COLLOCATE?L’economia in generale non sta an-dando bene, nonostante tutto il «gua-do» delle difficoltà non è ancora statocompletamente attraversato, e laspon da non si vede ancora vicina. Ilnostro gruppo invece, come risultatifin qui acquisiti e portafoglio ordini, èin crescita e questo è un buon motivoper cui le nostre maestranze che sonolocali, nazionali, ed anche estere lavo-rino con soddisfazione ed impegno. Ilnostro fatturato infatti, che questoanno è previsto chiudere sui 60 milio-ni di euro è dato dalla manodopera.

IL VOSTRO GRUPPO, IN ITALIA DOVE SI

COLLOCA?Sicuramente in posizione di rilievo.

CHIUDIAMO QUESTA CHIACCHIERATA

CON LA DOMANDA DI RITO: IL VOSTRO

RAPPORTO CON «S. BIAGIO»?Il Gruppo Bison è un gruppo radica-to sul territorio, e crede nella corret-tezza e nella serietà, qualità che ab-biamo riscontrato anche nella BancaS. Biagio che, anch’essa radicata nelterritorio di operatività, ci dà rispo-ste certe e rapide.Quindi un rapporto soddisfacente,adeguato al nostro modo di fare im-presa.

umana di grande rilievo. Il nostro ap-palto prevedeva la costruzione dipiattaforme antisismiche su cui dove-vano sorgere poi le case, il primo ap-palto consisteva in 65 basamenti anti-sismici da realizzarsi in 72 giorni, in-vece sono stati realizzati in 60 giorni.

Roma «Fondazione Alberto Sordi»,Accademia Bocconi di Milano, ospe-dale di Treviso, edifici polifunzionali«Siemens» Milano, n. 2 Torri a Milanovia Trasimeno, Area ex Michelin aTren to, Torre Unifimm a Bologna, etanti altri ancora che non stiamo qui

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12 noi e voi

QUANTO SARÀ LA VOSTRA PENSIONE?Calcolo pensione:a quanto ammonterà la vostra?

Per effettuare il calcolo dell’ammontare della vostra pensio-ne occorre distinguere tre casi: • Lavorate da almeno 29 anni? • Lavorate da meno di 11 anni? • Lavorate da più di 11 anni e da meno di 29?

SE LAVORATE DA ALMENO 29 ANNILa vostra pensione è calcolata col metodo retributivo:moltiplicate il numero degli anni lavorati per due (es.35x2) e ottenete la percentuale (es. 70%) che, moltiplica-ta, per la media degli ultimi stipendi/redditi offre la pensio-ne attuale. Se siete lavoratori autonomi si prende la mediadei redditi degli ultimi 15 anni, se siete lavoratori dipen-denti si prende la media degli stipendi degli ultimi 10 anni.

SE LAVORATE DA MENO DI 11 ANNILa vostra pensione è calcolata col metodo contributivo:sarà pari al prodotto tra la somma dei contributi versatidurante la vostra vita lavorativa (e rivalutati in base alla cre-scita dell’economia italiana, più l’inflazione) e un coefficiente(attualmente tra il 4 e il 6%) che dipende dall’età in cui an-drete in pensione (tra 57 e 65 anni).Per sapere quale sarà la vostra pensione dovete distinguerese siete lavoratori autonomi o dipendenti e quali sono le vo-stre prospettive di red dito durante la vostra vita lavorativa.Non è possibile fornirvi una stima puntuale di quale sarà lavostra pensione, ma un’idea generale di quale sarà il bucoda riempire (il cosiddetto gap pensionistico) sì. Ecco la ri-sposta in percentuale sugli ultimi stipendi per chi ha lavora-to 35 anni. Lavorando 40 anni il dato, ovviamente, migliora.

L’adeguatezza delle pensioni è uno dei principi base dellaUE. Le pensioni italiane calcolate con il sistema retributivogarantivano questo obbiettivo. Dal 95 in poi, con l’entratain vigore della legge di riforma delle pensioni, la cosiddettaDini, il sistema di calcolo è cambiato e si basa sul metodo«contributivo», cioè su una quota di contributi accantonataanno per anno (il 33% dello stipendio) che rivalutata in uncerto modo costituisce il «montante» su cui determinare lapen sione. Questo cambiamento è stato reso necessario da diversimotivi, non ultimo l’innalzamento dell’età media dei lavora-tori… La pensione col primo sistema assicurava dal 70 al100% dell’ultima retribuzione, con quello contributivo, seandrà bene, ai giovani di adesso garantirà il 45/60%.Questo rapporto fra ultimo stipendio/reddito e pensioneviene chiamato fra gli specialisti «tasso di sostituzione». L’abbassamento della pensione ha spin to il Governo e leParti Sociali a rilanciare con forza la previdenza integrativae la previdenza complementare teorizzando i cosiddetti«tre pilastri» previdenziali, il primo costituito dalla previ-denza obbligatoria, il secondo da quella complementare,ed il terzo costituito dalla previdenza integrativa (fondi opo lizze di assicurazione privata).Va da sé che il Governo non è in grado di finanziare le pen-sioni complementari, occorreva reperire risorse nuo ve sen-za dover imporre sostanziali nuovi e gravosi oneri alle im-prese ed ai dipendenti stessi. Perciò, per i dipendenti del settore pri vato, la fonte di fi-nanziamento della previdenza complementare è stata indi-viduata nel TFR, Trattamento di Fine Rapporto (di lavoro),che, se i lavoratori lo vogliono, viene trasferito nei fondipensione per finanziare la previdenza complementare.

PREVIDENZA INTEGRATIVA

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13noi e voi

15-20 anni Scegliete un fondobilanciato azionario

oltre 20 anni Scegliete un fondoazionario

35 ANNI DI ATTIVITÀ LAVORATORE LAVORATOREDIPENDENTE AUTONOMO

Crescita del redditonormale 60/70% 35/60%

Crescita del redditomedia/alta 45/70% 30/50%

Crescita del redditoalta 40/60% 25/35%

Come scegliere il fondo pensione più adatto

Il mercato offre fondi chiusi o di categoria e fondi aper-ti che prevedono delle linee di investimento (così detti fon-di) che indicativamente andrebbero scelti in base agli anniche mancano alla pensione, secondo la tabella sotto ripor-tata. Col passare del tempo sarà necessario aggiustare lascelta, cambiando di categoria e/o fondo.

0-3 anni Scegliete un fondomonetario

3-5 anni Scegliete un fondoobbligazionario

5-10 anni Scegliete un fondobilanciato obbligazionario

10-15 anni Scegliete un fondobilanciato

Quanti anni vi mancano alla pensione?

SE LAVORATE DA PIÙ DI 11 ANNI E DA MENO DI 29La vostra pensione è calcolata col metodo misto: sarà cioèla somma della pensione calcolata per gli anni col retributivocon quella calcolata secondo il metodo contributivo. Adesem pio poniamo siate dipendente che ha lavorato per 10anni (prima del 1996) quando la pensione veniva calcolatacol metodo retributivo e che ne stiate lavorando altri 25 (do-po il 1996), da che la pensione è calcolata col metodo contri-butivo. Per i primi 10 anni la pensione viene calcolata, comeabbiamo visto sopra, col retributivo: 10x2%=20% dello sti-pendio/reddito medio degli ultimi anni. Per i 25 anni seguentidobbiamo, invece, guardare la tabella qui sopra. Poniamoche la crescita del reddito sia brillante. Abbiamo una pensio-ne che è il 40/60% degli ultimi stipendi. Facciamo l’ipotesipeggiore: il 40% e teniamo questo dato buono per 25 annisu 35, ossia per i 5/7. I 5/7 del 40% sono circa pari al 28%.Sommiamo 20%+28% e otteniamo che la pensione saràcirca il 48% degli ultimi stipendi.

Per portarla al 75% dell'ultimo reddito dovete ac -can tonare ogni anno, a seconda di quanto manca alla pen-sione, in percentuale sul vostro reddito lordo, il...

Un lavoratore autonomo può accedere esclusivamente aifondi aperti e dovrebbe dedicare a questi fondi una quo-ta del proprio reddito pari a quella che viene evidenziatanella seguente tabella.

Quanto sarà, quindi, la vostra pensionerispetto all'ultimo reddito?

25% 30% 35% 50% 60%

15%35 anni 10% 9% 5% 3%

18%30 anni 15% 11% 8% 5%

25%25 anni 23% 17% 13% 8%

–20 anni – 22% 20% 12%

–15 anni – – 18% 16%

Attenzione, però, al limite di deducibilità, visto che i versa-menti nei fondi pensione si possono dedurre al massimoper 5.165 euro.

È del tutto evidente che sarà necessario salvaguardare ilproprio tenore di vita integrando la pensione con altri red-diti. Qualsiasi strumento di risparmio può portare ad otte-nere un buon risultato, sicuramente i fondi pensione dannola possibilità, anche con piccole cifre, di realizzare un pro-getto d’integrazione pensionistica.

Percentuale da calcolarsi sull’ultimostipendio/reddito

IL TERZO PILASTRO · LA PREVIDENZAINTEGRATIVA

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14 noi e voi

Età nell’anno

Per portarla al 75% dell’ultimo reddito dovete ac -can tonare ogni anno, a seconda di quanto manca alla pen-sione, in percentuale sul vostro reddito lordo, il...

Quanto sarà, quindi, la vostra pensionerispetto all’ultimo reddito?

30% 40% 50% 60% 70%

10%35 anni 8% 5% 3% 1%

15%30 anni 12% 8% 5% 2%

23%25 anni 18% 13% 8% 3%

–20 anni – 20% 12% 4%

–15 anni – – 7% 6%Un lavoratore dipendente può accedere sia ai fondi chiusi(di categoria) sia ai fondi aperti.È sempre consigliabile versare al fondo chiuso una percen-tuale della contribuzione facoltativa, prevista dalla Nor ma -tiva in Vigore.Il datore di lavoro provvederà a dedurre direttamente dallostipendio l’importo ed a versarlo nel fondo aggiungendo ditasca propria una percentuale a favore del dipendente.Si tenga conto che, per alcuni lavoratori, al fondo pensioneva comunque il TFR che, per gli assunti dopo il 29 aprile

1993, è già un 7% dello stipendio. Altresì necessario aderi-re anche ad un fondo pensione aper to, versando la percen-tuale di reddito derivante dalla tabella sotto riportata de-dotto quanto già versato del TFR e della quota individuale.

Pensione mensile netta

Tasso sost

SISTEMA CALCOLOPENSIONE

60 nel 2010

1.200,00 euro

805,67 euro

67%

Retributivo

60 nel 2025

1.615,67 euro

969,40 euro

60%

Misto

60 nel 2040

1.797,52 euro

1.024,58 euro

57%

Contributivo

Consideriamo 3 lavoratrici che iniziano a lavorare a 25 anni e vanno in pensione a 60. Unica differenza l’età una è natanel 1950, un’altra nel 1965 e la terza nel 1980. Oggi percepiscono 20.000 euro annui lordi (15.000 euro annui netti).

Attenzione però ai costi fissi applicati dal gestore del Fon -do: aderire per somme piccole, su cui questi costi in pro-porzione impattano molto, non è detto che sia una sceltaconveniente. Per questo la scelta deve ricadere su fondi conbassissimi costi fissi.

ECCO UN ESEMPIO CHE CHIARISCE LE MOTIVAZIONI DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Ultimo reddito mensile netto

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15noi e voi

...A PROPOSITO DI MUTUI

BANCASSICURAZIONE

POLIZZA PROTEZIONE MUTUI

Dedicato a coloro che hanno contrattoun Mutuo od un Prestito e voglionotu telarsi contro gli eventi della vitaquotidiana che potrebbero renderedifficoltoso o addirittura impossibile ilpagamento delle rate del mutuo. La polizza garantisce il rimborso deldebito residuo in caso di decesso e in-validità permanente totale. A seconda dell’attività lavorativa èpre vista una garanzia aggiuntiva chetutela in caso di perdita di impiego,inabilità temporanea totale o malattiagrave. In caso di perdita di impiego oinabilità totale temporanea l’assicura-zione si sostituisce al mutuatario nelpagamento delle rate del mutuo. Incaso di malattia grave l’assicurazionerimborserà il debito residuo.

POLIZZA A TUTELADEL PATRIMONIO

La polizza a tutela del Patrimonio of-fre una copertura molto ampia; accor-pa infatti tre garanzie fondamentali:incendio, furto e responsabilità civile. L’assicurato può scegliere anche solouna di queste garanzie, ad esempiofare una polizza incendio, ma l’interatripletta copre davvero da quasi tuttigli imprevisti della vita quotidiana.

Assicurati contro l’incendio (ma ancheesplosione, scoppio, fulmine, cadutadi aeromobili...); coperti dai danniprovocati da eventi naturali, da feno-meni elettrici; indennizzati, almeno inpar te, nel caso in cui un ladro si in -troduca in casa vostra; tutelati dal -l’esbor so per danni cagionati a terzinell’ambito della vita privata. Tutte lega ranzie sono a Primo Ri schio As so -luto, dove l’assicuratore si obbliga apagare il danno fino alla concorrenzadella somma assicurata, e non vi è ap-plicazione di qualsivoglia franchigia.

Ma si può stipulare solo in occasio-ne di un mutuo?L’assicurazione contro l’incendio, il fur-to, la responsabilità civile terzi, è con-sigliabile a chiunque possieda una ca-sa o viva in affitto (in questi casi servesolamente assicurare il «rischio locati-vo»). La polizza incendio interessa an-che chi abita in un condominio, datoche le comuni polizze globali fabbrica-ti non coprono il contenuto dell’abita-zione del singolo condomino.

POLIZZA DI TUTELA LEGALE

È una tipologia di polizza che consen-te all’assicurato di difendere i propridiritti in particolare per ottenere il ri-sarcimento di un danno subito o in ca-

so di richiesta di risarcimento dannida terzi, senza pagare le spese per laconsulenza e l’assistenza legale neces-sarie alla composizione amichevole oa seguito di procedimenti civili, penalio amministrativi.Nello specifico vediamo come e da co-sa può tutelare nella Vita Privata:1. Imputazioni penali per delitti col-posi o contravvenzioni.Quando l’assicurato o un altro compo-nente il nucleo familiare risultante dal-lo stato di famiglia sia, ad esempio:– imputato per aver procurato lesionio danneggiamenti a terzi estranei o vi-cini di casa.2. Azioni civili per il recupero deidanni extracontrattuali subiti.Quando l’assicurato o un altro compo-nente il nucleo familiare debba adesempio:– chiedere i danni subiti per fatto del-l’inquilino dell’appartamento vicinoche ha dimenticato aperto il rubinettodell’acqua o qualsivoglia elettrodome-stico in funzione senza la dovuta sor-veglianza, ecc...3. Azioni civili per controversie dinatura contrattuale.Esempio:– l’idraulico, l’imbianchino, l’elettricistaecc., non eseguono a dovere la ripara-zione del lavoro loro commissionato.

Quando si stipula un contrattodi finanziamento l’attenzionedel sottoscrittore è tutta rivolta versol’oggetto o la necessità che ha creatoil bisogno di rivolgersi pressoun intermediario o una Bancaper ottenere una somma di denaro.Secondo una rilevazione condottadalla Doxa, tra i timori principalidi chi sottoscive un finanziamentoil 51% degli intervistati indicala disoccupazione, il 46% la morte,il 39% l’inabilità al lavoro,il 37% l’invalidità ed il 27%

l’insorgere di una grave malattia.Ma oltre quelli citati dalla Doxaci sono altri motivi di ansietàquali: il trasferimento, le nascitedei figli e le spese improvvise. Timori che con adeguate copertureassicurative si possono in qualchemodo neutralizzare trasferendoil rischio ad una Compagnia.Il mercato ha sviluppato formeassicurative flessibili in gradodi «proteggere» il creditoe mettere le persone al riparodalle spese impreviste importati.

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16 noi e voi

NATURA

Il fiume si chiama la Livenza, non «ilLivenza», come normalmente diconoin mol ti. Insigni linguisti alla fine di unlungo dibattere hanno emesso questover detto. Già Marin Sanudo nel 1483si esprimeva in tal senso: «La Livenzavien da Polcenigo; è fiume longo 140mia, si naviga e mete cao in mar; et sinaviga da Porto Buffolè a la Mota, etda la Mota fino al Por to di Livenzache buta in mar apresso Caorle».La Livenza è stato per secoli il fiumeconfine della Patria del Friuli ad occi-dente, contrapposto ad oriente dalfiume Timavo.Il fiume Livenza è considerato percerti versi un fiume misterioso. E abuon diritto misterioso lo è, poichéla sua vera sorgente, ossia da do veha origine, è proprio un mistero.Anche il suo nome trae origine daqualcosa di inesplicabile. La sua deri-

vazione latina «Liquentia» (da quiLivenza), dà una dimensione stranaal nome, come se monti e ciottoli allafonte si liquefacessero. Sembra co-munque che il fiume abbia inizio dainumerosi «imbuti» del Cansiglio, alto-piano a mille metri di quota, conside-rato un po’ il padre delle sorgentidel la Livenza, sgorgando poi alle fal-de del monte Sponda in quattro puntinel Comune di Polcenigo: la Santis si -ma la fonte più copiosa, il Mulinetto,il Capitello (o Livenzetta e Naorin) e ilGorgazzo distante quasi tre chilome-tri. Oltre ad essi un fitto sistema dipolle sorgive, tra Fonta nafredda eSan Giovanni di Polcenigo, concorread assicurare al fiume una cospicuaportata d’acqua già dopo pochi chilo-metri di percorso.Nel contenere acque carsiche, limpi-de e anche pericolose, la Livenza ha

un’altra peculiarità: le stesse acquesono di un verde smeraldo, inegua-gliabili rispetto ad altri fiumi. Questoper effetto delle alghe e dei folti ciuffifiliformi che rivestono parte del letto,dando inoltre la possibilità della na-vigazione fino alle sorgenti, caso uni-co in Italia. Per secoli la Repubblicadi Venezia si servì per il trasporto dilegname dal Consiglio per la costru-zione della città ed i cantieri navalidell’Arsenale.Nel formarsi del fiume, le singolaritàdella Livenza non finiscono qui: le ac-que scorrono nel sottosuolo raccoltedalle piogge e dalle montagne circo-stanti e scompaiono rapidamente at-traverso inghiottitoi e doline, river-sandosi in parte nel lago di SantaCroce, riempiendo inoltre cavità co-me il «Bus della Genziana», il «Bus dela Lun» e il più famoso e suggestivo

I NOSTRI FIUMI

la Livenza

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17noi e voi

«Gor gazzo», esplorato fino alla pro -fondità massima di 90 metri (recordmondiale in grotta), mentre il fondodella spelonca è ancora sconosciuto.Centocinque sono i chilometri delper corso del fiume, mentre il suo ba-cino idrografico ha una superficie di2.008 chilometri quadrati ed è costi-tuito principalmente dai bacini degliaffluenti Cellina e Meduna. Riceveinoltre da destra gli affluenti Grava,Meschio, Monticano, Cordignano, ea sinistra Gorgazzo, Artugna, Orzaia,Paisa, Sile (del Friuli), ingrossato poidal fiume Fiume, che affluisce a Mot -ta di Livenza.Il fiume, fin dall’antichità è semprestato considerato come sinonimo difertilità e di vita, anche se la storia ela stessa cronaca, da anni non lonta-ni, documentano le devastazioni e ilutti prodotti dall’esondazione dellesue acque, come l’alluvione del 1966;ed è stato venerato prima dalle gentipagane con l’erezione di tempietti ailati del suo percorso e successiva-mente anche da quelle cristiane. Ilnome Santissima deriva infatti da unevento successo in epoca paleocri-stiana nei primi secoli dopo Cri sto,confermato poi con la costruzione unmillennio più tardi, di una chiesa eun convento da parte dei frati france-scani. Questo per significare che l’iti-nerario della Livenza si snoda lungoun ambiente naturale unico nel suogenere, dove porta a conoscere sto-ria, arte, religiosità, costumi e tradi-zioni nelle sue incantevoli strutturepaesistiche.Tra Friuli e Veneto, la Livenza, bagnainizialmente Polcenigo con i suoi pre-gevoli palazzi e case antiche, per in-contrare poi gli eleganti giardini diSacile con i caratteristici salici pian-genti, una delle città più importantiattraversate dal fiume con in centro ire sti di antichi mulini. Numerosimean dri portano poi la Livenza aFran cenigo per giungere al borgo an-tico di Brugnera, dove il fiume entranel meraviglioso parco della splen -dida Villa Varda. Passa vicino a SanCas siano e superata una serie di

meandri, giunge a Portobuffolé, dovei bufali trainavano i «burci» dei com-merci veneziani. Il fiume proseguepoi il suo corso tra alte arginature daMeduna a Motta, cittadina antica-mente fondata su uno dei caratteri-stici doni di natura alluvionale, «lemot te», importante nel Medioevo perla sua posizione strategica di control-lo sia della Livenza che del Mon ti -cano. Proseguendo il suo viaggio, do-po la confluenza con il Mon ti cano, laLi ven za bagna alcune borgate dovesorgono pregevoli ville (Villa Stroili aLorenzaga e Morosina a Villanova),finchè sottopassato il ponte dell’auto-

solo il pesce marino, servito soprat-tutto nella zona caorlese della foce,lungo tutto il suo corso «la cucina»della Livenza è varia quanto il pae-saggio che muta ad ogni istante: dal-le trote delle sorgenti a ridosso delConsiglio, agli storioni che risalgonoil fiume per deporre le uova, alle an-guille, alla cacciagione, agli animali ru-spanti, l’anitra di fiume, la faraona alforno, il famoso «radicchio», le verze dicampo, la sopa coada e le morbidetorte di mele e i pregiati vini.Oltre agli importanti aspetti culinariofferti nei territori lungo il suo corso,la Livenza ospita una fauna e una flo-

strada arriva a Santo Stino. Da qui, fi-no alla foce, la Li ven za attraversa lacampagna sconfinata, cosparsa di ca-se coloniche (ora molte abbandonate)nel periodo della bonifica. Si intrave-dono Torre di Mosto e poi nelle vici-nanze di Caorle, che richiama allamen te le antiche «selve caprulane»,do ve il fiume incontra il mare, nei pres -si della bonificata «Valle Alta nea», Ot -tava Presa e Ca’ Cor nia ni.La Livenza è considerato uno tra i fiu-mi più pescosi del Veneto.Nu me rose,soprattutto nel basso corso le «balan-ze» da pesca. Balanze è anche il no-me del ponte verso le foci del fiumedove due contrappesi in ferro permet-tono il passaggio delle barche. Non

ra di pregevole interesse. Nei prezio-si ambienti bagnati dalle sue acque,vivono ancora ricche comunità fauni-stiche, dagli invertebrati forestali evarie specie ornitiche silvestri, tra iquali il picchio rosso, il cu cù lo, l’alloc-co, la garzetta, il colombaccio, laghian daia, l’airone e alcuni mustelidi:la puzzola e la faina, fino ad una im-portante e sempre più rara specie ti-pica della zona padano-veneta, comela rana di Lataste. L’am bien te poi do-ve la Livenza corre verso il mare, è ca-ratterizzato da un quer ceto misto dipianura, dove trovano vita specie ar-boree come la farmia, il carpino, as-sieme a frassini, olmi e aceri.

Franco Romanin

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Il Veneto Orientale, ma anche il vicino Friuli hanno a dispo-sizione da quest’anno una struttura di grande rilevanza,adatta ad una offerta culturale-spettacolare ad ampio rag-gio; il Nuovo Teatro Luigi Russolo. La realizzazione di que-sta importante struttura era lungamente attesa non solodai portogruaresi ma dai molti appassionati di spettacolicon la «S» maiuscola di alta qualità e di genere diversi. Oraquesta struttura inaugurata a maggio di quest’anno c’è,pronta ed accogliente, moderna, strutturalmente e tecnica-mente all’avanguardia. Bisognava partire con una stagioneau tunno-invernale in grado di dimostrare tutta l’efficienzadella struttura e di chi è chiamato ad amministrarla. Il com -pito è stato demandato, come era logico attendersi, a quellache è la struttura portogruarese più radicata nel territorio inquesto genere La Fondazione Santa Cecilia. Ed è proprio alsuo direttore artistico-organizzativo Davide Ma sa rati che cisiamo rivolti per conoscere meglio programmi e struttura.Come è andata fino ad ora e come proseguirà?Abbiamo avuto da subito un chiaro segnale fin dall’inaugu-razione di maggio, che la gente aspettava questo teatro inmaniera molto appassionata. Un contenitore assolutamen-te indispensabile per la vita non solo culturale, ma anchesociale considerando che qui a Portogruaro ci sono almenouna ventina di realtà in grado di produrre spettacoli di va-rio genere: di danza, prosa, teatro dialettale, teatro comi-co, musica; una vocazione culturale spettacolistica quindi,assolutamente chiara. Un teatro, con possibilità di dare ospitalità a compagnie dimolti generi teatrali provenienti dalle circuitazioni nazionalied anche locali. Grandi compagnie di prosa, di danza, artistidel cabaret, spettacoli per i bambini, spettacoli pensati spe-cificatamente per il mondo della scuola, spettacoli in linguainglese, spettacoli musicali, creando un ventaglio di oppor-tunità attraverso le compagnie professionali, e sfruttandoanche le professionalità presenti nel territorio, ed all’internodella fondazione per fare dei prodotti di genere musicale elirico. In questo senso, all’inaugurazione, abbiamo musicatocon «Così fan Tutte» di Mozart, ed i cantanti erano tutti pro-venienti dal nostro laboratorio di canto lirico. Una grande attenzione poi la riserviamo alle associazioni,che ospiteremo in maniera molto larga ed affettuosa, dan-do a tutti la possibilità di una struttura a costi accessibili. Con il mondo della scuola poi, lavoriamo in maniera totale

con una serie di spettacoli dai 3 e fino ai 19 anni, e con lafondazione di Venezia siamo stati collaboratori per lanciarealcuni progetti che vedranno il nord-est della Provincia co-perto dalle attività della nostra struttura teatrale in unastruttura agile, non bisognosa di molti addetti per il funzio-namento ed adatta a tutti i generi di spettacolo.La gente come ha risposto?Direi in maniera adeguata alla struttura, che per capienzaè la più grande di tutto il Nord-Est Veneto con i suoi 438posti attuali che con il completamento della galleria arri-verà a 628 posti. Comunque tecnicamente il teatro si puòtrasformare per grandi e piccoli spettacoli, grazie ad unaprogettazione moderna ed adeguata.Tutto a posto tecnicamente, sponsor?Gli sponsor ci sono, di qualità e disponibili al sostegno spo-sando il nostro motto che da subito è stato «un teatroaperto a tutti»; siamo aperti e fiduciosi che altri salgano suquesto treno per fare sempre meglio e di più.

La Banca per la culturaMusica, arte e spettacolo

PORTOGRUARO

Teatro Russolo una grande stagione

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19noi e voi

La Banca S. Biagio è tra questi?Banca S. Biagio è stata «generosa», e tra quelli che hannosostenuto la serata di apertura, e sono certo che lo saràanche in seguito. La stagione autunno inverno è a metà percorso, come harisposto la gente?Molto bene, appena aperta la stagione, c’è stata subito la fi-la per l’abbonamento che ha coperto oltre il 50% dei postidisponibili, e questo va bene, perché bisogna avere la possi-bilità di ospitare anche spettatori che il teatro pubblico lovogliono «assaggiare» per trovare poi il «gusto» a loro piùadatto. Sicuramente, concludiamo noi, tra i ben 31 spetta-

coli in cartellone per questa stagione autunno inverno alTeatro Russolo di Portogruaro anche lo spettatore più esi-gente potrà trovare tra i vari generi che vanno dal teatroper la scuo la, i giovanissimi, la lirica, il Cabaret, la danza, ilballetto, l’altra musica, il genere di loro gradimento.

FOSSALTA DI PORTOGRUARO

Curtis e Piron: il museo etnograficodi Fossalta di Portogruaro

Libri

Presentata il 14 novembre a Fossalta di Portogruaro, un’al-tra pagina della storia non solamente fossaltese. In «Curtise Piron» si possono riconoscere infatti comunità venete efriulane ed anche ben oltre questi confini. Il libro, realizzatograzie al contributo della «S. Biagio», racconta attraversofo to ed aneddoti di vita e personaggi la storia di molte co-munità all’inizio del secolo scorso e non solamente quelladi Fossalta, anche se di questa si parla.Elisa Bellato, Ugo Perissinotto, Imelde Rosa Pellegrini gliautori che hanno raccontato con maestria la storia di per-sone e cose riportandole alla memoria di qualcuno chequei tempi li ha vissuti, ed aprendo una finestra privilegiataper le generazioni più giovani di capire da dove sono venu-te. Assunta Squitieri ne traccia brevemente la storia aven-dola vissuta in prima persona fin dai primi passi della strut-tura museale, altri, come Lucillo, Pietro, Enrico, Antonio acui il volume è dedicato, passati ad altra vita, Onorio checon la sua passione per le cose antiche ha dato il «la» all’i-niziativa, ed Assunta, Vittorina, Vittorino, Antonio, Edda,Mario, fondatori che formavano il primo direttivo e presen-ti in buona parte anche oggi, ed altri appassionati, tra cuil’attuale presidente Vittorino Franco, la stanno scrivendocon l’impegno giornaliero nel mantenere in vita la strutturacon enorme sacrificio. Pietro Nonis, fossaltese come si è firmato, Vescovo Emeritodi Vicenza ha impreziosito con la sua introduzione il volume

con quel suo caratteristico modo di raccontare delle perso-ne e delle cose la sua Fossalta. Un’introduzione nel cui ulti-mo capoverso si racchiude il senso di tutta l’opera.«Il museo di Fossalta è un monumento, silenzioso e parlanteinsieme, costituito sulle reliquie del passato in vista di un fu-turo che altri, dopo di noi, vorranno rendere sempre più vi-vibile. Sono racchiuse e riassunte, in questa varia rassegnadi umanissime «cose», tante storie, che solo l’infinita memo-ria di Dio ha registrato per sempre; storie di donne e di uo-mini, di bambini e di vecchi, di animali e di piante. Tutti in-sieme, essi hanno costituito per lunghe stagioni una vera epropria famiglia, segnata magari da una onesta povertà,ma insieme da sobrietà, dal gusto legato anche alle piccolecose della casa, della stalla, della chiesa, dell’osteria, i politra i quali si svolgeva, ora in serena calma ora segnata daqualche sofferenza, l’esistenza quotidiana della nostra gen-te. Onore alla nostra gente, onore all’intelligenza creativa ericreativa di chi ha voluto il suo, Museo Etno gra fico».

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21noi e voi

La Banca S. Bia gio di Fossalta diPorto gruaro supera il traguardo dei9.000 Soci e dei 22 mila clienti nelterritorio della sua sede di Fossalta enelle 17 filiali sparse nel veneziano,trevigiano e friulano. Presentato dalla«S. Biagio» venerdì 6 novembre adope ratori economici, sociali ed al mon-do associazionistico presso il Savoy diBibione, il Bilancio Sociale dell’eserci-zio 112 quel lo cioè del 2008. Un do-cumento, di 104 pagine elaborato daRoberto Brugnoli con la collaborazio-ne di Nel lo Gobbato e Franco Ro ma -nin che, oltre a confermare il radica-mento del l'Istituto nel territorio in cuiopera, mette in risalto la grande capa-cità di essere Banca davvero differentenel modo di fare credito. L'intervento a 360 gradi del presiden-te Franco Anastasia ha analizzato ilcontenuto del prestigioso documentoche, oltre all'identikit della «S. Bia gio»mette in risalto il percorso dei suoi113 anni di vita, della sua crescita co-stante, della sua attuale forza e soli-dità, dell'attenzione alla gente ed allesue istituzioni, alle quali ha elargitonel 2008 ben 426.071,00 euro.Parrocchie ed edifici del culto i mag-giori friutori a cui seguono sport,scuo la, volontariato e mutualità, entieco nomici, cultura manifestazioni edaltri. La capacità degli operatori dellaBanca ed il gradimento che attraver-so l’indagine condotta da una aziendaspecializzata hanno manifestato gli in-tervistati sulle capacità ed il modo dei

PRESENTAZIONE DEL BILANCIO SOCIALE

VITA SOCIALE

dipendenti di porsi di fronte alla clien-tela. Un importante patrimonio per laBanca come la grande gamma di pro-dotti e servizi che la stessa propone.Importanti gli interventi che sono se-guiti da parte del pubblico, toccante emolto significativo quello di PlacidoGnan direttore del «Gabbiano Jo na -than», la benefica struttura di acco-glienza e cura dei portatori di handi-cap di Fratta, Villanova e Ceggia.Bruno Mares presidente della Fonda -zione Santo Stefano ha auspicato unacontinuazione di collaborazione tra ledue istituzioni. Anche gli altri interve-nuti hanno espresso riconoscenza, ilSindaco di Fossalta Paolo Anastasia,si è compiaciuto dell'uso del linguag-gio usato, che crea comunicativa ed èun altro valore aggiunto. Don AndreaVena, parroco di Bibione ha sottolinea-to i numeri che sono diretti alla per -sona e la persona che è posta sem preal centro del modo di operare. Andrea

Bologna direttore della Fe de ra zioneVeneta delle B.C.C. Ha apprezzato gliinterventi, segno di ma turità e confer-ma dell’attaccamento all’istituto ed harimarcato la posizione eccellente della«S. Biagio» tra le consorelle venete, lasua trasparenza ed il fare bene il pro-prio lavoro.Il presidente Regionale del la Fe de -razione Amedeo Piva ha anche lui ap-prezzato la validità e sensibilità degliinterventi prima di fare un breve maprofondo cenno all'economia nazionalee mondiale ed alle prospettive ad essaconnesse. Ri spon dendo ad una do-manda del sindaco di Fossalta Pao loAnastasia che chiedeva se sui buonirisultati della Banca S. Biagio pende-vano ombre di gio chi finanziari, ha ri-badito: le truffe che hanno causato lacrisi le hanno fatte altri, e non certo leB.C.C.; ed è per questo che le B.C.C.che non le han no fatte hanno un futu-ro più sicuro.

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22 noi e voi

CULTURA

«Per me che non ho veduto néil «Colosso di Rodi» né le «Piramidid’Egit to», la cucina di Fratta e il suofo colare sono i monumenti più solenniche abbiano mai gravato la superficiedella terra». Così scriveva Ip politoNievo ne Le Confessioni di un Italiano,il grande capolavoro che ha fattoassurgere lo scrittore nell’«aristocrazialetteraria» italiana. Sentita edappassionata la visione del caloredella casa che ospitava lo scrittore,soprattutto della cucina, curata ericca di stoviglie d’ogni genere perpreparare il genuino mangiare coni prodotti di questa nobile terra della«bassa». La cucina, così apprezzata eposta in rilievo, faceva partedell’ampio edificio, del castello, purequesto tante volte ricordato dalNievo.Di queste antiche sembianze di vita,tutto è ormai riposto solo nellamemoria: il castello scomparso, puregli annessi ridotti a pochi ruderi,poche case rimaste a testimoniareun’epoca e la vita nell’ambiente, e nelterritorio, di questo angolo di VenetoOrientale ricco del verde e dell’acquadelle risorgive e dei fiumi Tagliamentoe Lemene.Tutto questo mondo di cultura e distoria non poteva essere dimenticato,abbandonato e lasciatodefinitivamente morire.Dove un tempo sorgeva il castello,al «Cortino» di Fratta di Fossaltadi Portogruaro, è stato inauguratoquest’anno il «Parco LetterarioIppolito Nievo», dedicato proprio ailuoghi della famiglia del celebrescrittore risorgimentale.

Nato dall’idea di Stanislao Nievo,pronipote del celebre Ippolito,affermato scrittore pure lui,scomparso da qualche anno, il ParcoLetterario di Fratta di Fos sal ta fa capoalla «Fondazione Ippolito Nievo»di Roma ed è sorto per preservarequegli spazi fisici e mentali che hannoispirato le opere dei grandi scrittori.Attualmente in Italia que sti «parchi»

Era nato a Padova, Ippolito Nievo,il 30 novembre 1831, dal nobileAntonio, magistrato di Mantova.La madre, Adele Marin, patriziaveneziana, colta e spiritosa, era figliadella contessa Ippolita di Colloredo eCarlo Marin. Il Nievo composeprodigiosamente il suo capolavoroin soli otto mesi, fra il dicembre 1857(quando aveva 26 anni) ed il 16

sono una ventina. Oltre al Comune diFossalta di Porto gruaro, sono moltoattivi quelli dei Comuni di Gazoldodegli Ippoliti (Mantova), MontecchioPrecalcino (Vicenza), Rodigo (Mantova)e Soave (Verona). Ad Ippolito Nievo èdedicato dunque il Parco Letterario diFratta, dove il celebre scrittorevisse e trovò ispirazione perle vicende e le avventure di «Carlino»e della «Pisana».

agosto 1858. Si conosce esattamentela data, poiché il giorno seguenteegli scrisse alla cugina acquisitaBice Mel zi D’Eril, che era anche il suogran de amore. «Ieri ho finalmenteterminato il mio romanzo; sonoproprio contento di riposarmi.Fu una confessione assai lunga.Credo che cento bigotte di Veronanon arriverebbero a stamparne unadi simile…». Eccola quindi la sovrana

E IL «CORTINO» DI FRATTAIppolito Nievo

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ironia di Ippolito: essa gioca sullaparola «confessioni» che compareanche nel titolo del romanzo.Nel 1859 combatté tutta la SecondaGuerra d’Indi pendenza nei «Cacciatoridelle Alpi di Garibaldi»; e l’annoseguente fu con lui, coi «Mille»in Sicilia e nel Sud, viceintendentegenerale della spedizione,raggiungendo il grado di colonnello.Fino a quella notte fatale fra il 4 e il 5marzo 1861 quando il piroscafo«Ercole», in navigazione da Palermo aNapoli, scomparve nel Mediterraneo.Fra le ottanta persone a bordo c’eraanche Ippolito Nievo. E con luic’erano, e con lui scomparvero,le casse dei documenti cheaccompagnava a Torino, al fine dismentire la campagna di calunnieorchestrate contro l’amministrazionegaribaldina. Fu uno dei tanti misteridolorosi dell’Italia Unita. Di IppolitoNievo ci resta l’esempio civile, ci restaun’opera letteraria, di cuiLe Confessioni sono il capolavoro, chene fanno uno dei maggiori scrittoridell’Ottocento. Ci resta il «Cortino»con il suo quattrocentesco edificioprin cipale che si trova a due passidal sito dove sorgeva l’antico (1186)e mitico castello nel quale IppolitoNievo ambientò la parte piùsuggestiva de Le Con fes sioni diun italiano.Il sito acquistato dal Comune diFos salta di Portogruaro, è statooggetto di scavi archeologicie di riordino ambientale finanziato da fondi europei, regionali, provincialie comunali e i lavori di ripristinohanno permesso la creazione diun ampio parco, di un teatro all’apertoe di un giardino dedicato a Marte,evidente richiamo alle fortificazioniscomparse e a Flora, testimonianzadella nuova vita, vegetale, dovecrescono specie arboree e florealid’epoca medievale. Il «Cor ti no»,gestito dall’As sociazione Cul turale«Di men sione Cultura» è oggi sede delMuseo Letterario dedicato ad Ip politoNievo e conserva gelosamente, oltrea tutte le edizioni de Le Confessioni di

un italiano, anche altre pubblicazionie recensioni dello scrittore-garibaldino,comparse in riviste e giornali d’epoca.Inoltre vi è anche la mostrapermanente delle ceramiche medievalie rinascimentali venute alla lucegrazie al lavoro degli archeologi ele tantissime attività proposteai visitatori: visite guidate, lettureanimate per bambini, laboratori diarcheologia sperimentale e dididattica dell’arte contemporanearivolti alle scolaresche, mostretemporanee, incontri, convegnie conferenze a tema, oltre alla messain atto per la prima volta del «viaggiosentimentale»: un percorso guidatoper rievocare i luoghi e le emozionidel romanzo Le Confessioni di unitaliano.Tutto il sito e la visita del «Cortino»portano a rivivere nell’immaginariocollettivo la ricomposizione paesistica.Con un attento e qualificato ripristinosi è cercato di rendere visibili le tracceemerse soprattutto dalla ricercaarcheologica e archivistica, ma anchedai saggi stratigrafici e prospezionigeomagnetiche. Tutti questi studihanno consentito di individuare conprecisione l’area del castello,la «mutera», il pozzo cisterna,il fossato, la fondazione del torrione.L’an da men to delle torri, delle mura,dello spazio castellano è datodalle siepi di carpino bianco e di acerocampestre. Una simbolica porta delladimora è resa con un arco di rose;il castello è diventato un labirintodi erbe che si staccano nette dall’areadel «sedime», ora proposta cometerrazzamento. Non mancano la fossa

ORARI DI APERTURA

domenica10.00/12.00 · 15.00/18.00lunedì, venerdì9.00/12.30mercoledì9.00/12.30 · 15.00/18.00

Per aperture straordinariecontattareil numero 349.4008835

RECAPITI

«Cortino» del sitodel Castello di Fratta,via Castello, 1Fossalta di Portogruaro (Ve)telefono e fax [email protected]

né il laghetto, ricco di specieacquatiche della flora locale,unitamente ad alcune specieautoctone di giunchi e graminacee.Un maestoso noce svettasul basamento dell’antico torrione,il vialetto d’accesso sorvegliato dapiante di antichi meli.

Franco Romanin

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LA MIA BANCA È DIFFERENTE.

(E LA MIA AZIENDA PURE).

www.bancasanbiagio. i t

Avevo un progetto per la testa, adesso ne ho molti in cantiere. E ogni volta posso contare su una doppia dose di fiducia: la mia e quella della mia banca, che finanzia le imprese sostenendo le loro idee. Da quelle più semplicia quelle più ambiziose.