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Ile cifre-iride 19-25 gennaio PI •PV carri MO WlUJ N Organizzazione: Automobile Club Monaco Boulevard Albert Premier Percorso: 4 tappe con 29 prove special su un percorso complessivo CLASSIFICA FINALE GENERALE (236 partiti, 88 arrivati) Piloti! e capitela Vettura e nazionalità Gruppo 1. Rohrl-Geistdorfer Fiat 131 Abarth D 4 2. Darnìchs-Mahè Lancia Stratos F 4 3. Waldegaard-Thorszelius Fiat 131 Abarth S 4 4. Kullang-Berglund 5. Eklund-Sylvan Opel Ascona 400 S 4 VW Golf GTI S 2 6. Bettega-Mannucci Fiat Ritmo I 2 7. Mouton-Arrii 8. Kleint-Wanger 9. Servia-Brustenga 10. Coppie r-Laloz Fiat 131 Abarth F 4 Opel Ascona 400 D 4 Ford Fiesta E 2 Porsche 911 F 3 RALLY LEADERS: Prova sul ghiaccio Alen e Oarniche, PS 1 PS 2 alla fine Rohrl 1 VINCITORI DELLE SPECIALI Rohrl Darniche Kullang Vatanen Alen Bettega Waldegaard Mikkola Andruet Eklund Servia Kleìnt 1. 2. 11 4 10 5 2 3 2 2 1 8 t 5 1 4 1 1 - - 1 PRINCIPAL Mikkola P.S. 12 semiasse W Alen P.S. 2 uscita di strada Th Vatanen P.S. 12 uscita di strada Fr Beguin P.S. 20 uscita di strada Be Andruet P.S. 25 uscita di strada Da ALBO D'( 1973 Darniche-Mahè (Stratos) - 1978 Nicolas- narì-Maìga (Stratos - 1976 Munari-Maiga (S tos) - 1974 non disputato - 1973 Artdruet-- Blc Mannucci (Lancia Fulviaì. ecc. Classifica Mondiale !„ Marche FIAT 18 LANCIA 16 VOLKSWAGEN 14 OPEL 12 PORSCHE 9 FORD 8 Classifica ., Mondiale ÌL Piloti |sf ssa | 1 =„ ^ I^'ia: ti? ! feo, "S-i^T c »j. a £,j. 3,* -«sS fc •pfj^fe ROHRL 20 DARNICHE 15 WALDEGAARD 12 KULLANG 10 EKLUND 8 BETTEGA 6 MOUTON 4 KLEÌNT 3 SERVIA 2 COPPIER 1 3. 4 i 5 3 2 2 - 2 1 _ 1 _ 3 1 8 5 2 3 - 2 2 3 6 2 1 . prova piotiate NDIALE ARCHE RALLY di 4500 km Tempo 8.42'20" a 10'38" a 11'28" a 12'04" a 14'27" a 16'23" a 23'53" a 25'30" a 29'40" a 29'40" Alen, da 6. 3 2 1 4 3 1 3 1 3 3 2 2 1 3 3 5 3 1 2 2 RITIRI irmbold P.S. 4 uscita di strada erier P.S. 8 n ezione ;que in P.S. 4 uscita di strada auchef P.S. 28 ponte posteriore wson avvicinamento motore )RO averne (Porsche Carrera) - 1977 Mu- ratos - 1975 Munari-Mannuccì (Stra- he » (Alpine Renault) - 1972 Munari- ! 1 !! J! 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Eppure il lungo tedesco, assieme al connnazionale Chri- stian Geistdorfer, aveva portato al successo per la prima volta una Fiat 131, per la prima volta dopo il 1928 una Fiat, per la pri- ma volta dopo vent'anni una vet- tura tradizionale, a motore an- teriore e trazione dietro (fatto così difficile e tanto sbandierato nelle interviste della vigilia) sul- le strade del Montecarlo che or- mai sembravano stregate per le vetture torinesi meno "generica- mente" del Gruppo. L'impresa di Rohrl era stata epica e tra qualche giorno la pubblicità sarà ovunque a ri- cordarlo, lui non aveva nulla da rimproverarsi avendo dominato dall'inizio alla fine, ma l'aria di festa che doveva essere tanto grande, l'emozione per il tra- guardo tanto inseguito e final- mente raggiunto si era esaurita nelle inappuntabili interviste del- l'immediato fine gara. Ben altra cosa insomma dalle prime vitto- rie, per non dire la prima, di Sandro Munari, ben altra cosa della baldoria nel mare di cham- pagne del successo di Nicolas o del recupero funambolico di Dar- niche lo scorso anno. Rohrl la sua festa se l'è latta così nel ristorante dell'albergo, con la moglie, il copilota e qual- che amico di sempre. Dei suoi maxi dirigenti nemmeno l'om- bra e lo champagne se l'è stap- pato facendolo segnare sulla sua camera. Certo, la sua vittoria ri- mane nella sua splendida realtà che è doppiamente importante per noi italiani perché rilancia l'immagine vincente della nostra tecnologia proprio nei giorni più difficili della nostra maggiore in- dustria, ma il suo disappunto e- ra ben comprensibile. Unici, come troppo sovente or- mai accade, i meccanici hanno fatto da termometro all'emozio- ne del più grosso risultato del reparto corse Fiat dalla sua crea- zione ai primi degli anni '70 ad oggi. Loro, in una grande tavo- lata resa coloratissima dalle nuo- ve giacche a vento, hanno riso e bevuto, brindato e .ricordato con episodi, battute, bonaria satira e tanta commozione l'emozione del momento tenendosi tra di loro, anche se solo nella continua evo- cazione, il vincitore del mo- mento. Forse l'eccezionale cavalcata di Rohrl era maturata troppo presto, nella prima notte di ga- ra quando il compagno di squa- dra Alen, furioso nel suo attac- co contro il cronometro nelle prime battute, era uscito di stra- da mentre stava compiendo l'im- possibile impresa raggiunge- re in una sola prova Darnichs

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Ile cifre-iride

19-25gennaio PI

•PV carriMO

WlUJ N• Organizzazione: Automobile Club Monaco • Boulevard Albert Premier• Percorso: 4 tappe con 29 prove special su un percorso complessivo

CLASSIFICA FINALE GENERALE(236 partiti, 88 arrivati)

Piloti! e capitela Vettura e nazionalità Gruppo

1. Rohrl-Geistdorfer Fiat 131 Abarth D 42. Darnìchs-Mahè Lancia Stratos F 43. Waldegaard-Thorszelius Fiat 131 Abarth S 44. Kullang-Berglund5. Eklund-Sylvan

Opel Ascona 400 S 4VW Golf GTI S 2

6. Bettega-Mannucci Fiat Ritmo I 27. Mouton-Arrii8. Kleint-Wanger9. Servia-Brustenga

10. Coppie r-Laloz

Fiat 131 Abarth F 4Opel Ascona 400 D 4Ford Fiesta E 2Porsche 911 F 3

RALLY LEADERS: Prova sul ghiaccio Alen e Oarniche, PS 1PS 2 alla fine Rohrl

1 VINCITORI DELLE SPECIALI

RohrlDarnicheKullangVatanenAlenBettegaWaldegaardMikkolaAndruetEklundServiaKleìnt

1. 2.

11 410 52 32 —

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1 PRINCIPALMikkola P.S. 12 semiasse WAlen P.S. 2 uscita di strada ThVatanen P.S. 12 uscita di strada FrBeguin P.S. 20 uscita di strada BeAndruet P.S. 25 uscita di strada Da

ALBO D'(1973 Darniche-Mahè (Stratos) - 1978 Nicolas-narì-Maìga (Stratos - 1976 Munari-Maiga (S

tos) - 1974 non disputato - 1973 Artdruet-- BlcMannucci (Lancia Fulv iaì . ecc.

Classifica „Mondiale !„Marche |§

FIAT 18LANCIA 16VOLKSWAGEN 14OPEL 12PORSCHE 9FORD 8

Classifica .,Mondiale ÌLPiloti |sf

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8.42'20"a 10'38"a 11'28"a 12'04"a 14'27"a 16'23"a 23'53"a 25'30"a 29'40"a 29'40"

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)ROaverne (Porsche Carrera) - 1977 Mu-ratos - 1975 Munari-Mannuccì (Stra-he » (Alpine Renault) - 1972 Munari-

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PROSSIMO APPUNTAMENTO: -Rally di Svezia (solo mondiale piloti)15-17 febbraio nel 1979: 1, Blomqvist-Cederberg (Saab Turbo)

Di gomme italiane

si balla il WALTER

IATlascia soloROHRL afesteggiare

DALL'INVIATO

MONTECARLO - Sabato matti-na 26 gennaio, nella hall del suohotel, Walter Rohrl, elegantissi-mo nel suo abito scuro, aspetta-va di mettersi al volante della131 Abarth numero 10, che ave-va brillantemente portato allavittoria nel 48. rally di Monte-carlo, per recarsi alla premiazio-ne-passerella nel Principato.

Un Rohrl ovviamente contentooltremisura per il suo risultato,ma allo stesso tempo increduloper quanto aveva vissuto ( o me-glio, forse, non aveva vissuto)nelle ore precedenti. Per lui, enon ne capiva la ragione, nes-sun particolare festeggiamento,nessuna cena megagalattica lasera della vittoria, niente nottefolle. Eppure il lungo tedesco,assieme al connnazionale Chri-stian Geistdorfer, aveva portatoal successo per la prima voltauna Fiat 131, per la prima voltadopo il 1928 una Fiat, per la pri-ma volta dopo vent'anni una vet-tura tradizionale, a motore an-teriore e trazione dietro (fattocosì difficile e tanto sbandieratonelle interviste della vigilia) sul-le strade del Montecarlo che or-mai sembravano stregate per levetture torinesi meno "generica-mente" del Gruppo.

L'impresa di Rohrl era stataepica e tra qualche giorno lapubblicità sarà ovunque a ri-cordarlo, lui non aveva nulla darimproverarsi avendo dominatodall'inizio alla fine, ma l'aria difesta che doveva essere tantogrande, l'emozione per il tra-guardo tanto inseguito e final-mente raggiunto si era esauritanelle inappuntabili interviste del-l'immediato fine gara. Ben altra

cosa insomma dalle prime vitto-rie, per non dire la prima, diSandro Munari, ben altra cosadella baldoria nel mare di cham-pagne del successo di Nicolas odel recupero funambolico di Dar-niche lo scorso anno.

Rohrl la sua festa se l'è lattacosì nel ristorante dell'albergo,con la moglie, il copilota e qual-che amico di sempre. Dei suoimaxi dirigenti nemmeno l'om-bra e lo champagne se l'è stap-pato facendolo segnare sulla suacamera. Certo, la sua vittoria ri-mane nella sua splendida realtàche è doppiamente importanteper noi italiani perché rilancial'immagine vincente della nostratecnologia proprio nei giorni piùdifficili della nostra maggiore in-dustria, ma il suo disappunto e-ra ben comprensibile.

Unici, come troppo sovente or-mai accade, i meccanici hannofatto da termometro all'emozio-ne del più grosso risultato delreparto corse Fiat dalla sua crea-zione ai primi degli anni '70 adoggi. Loro, in una grande tavo-lata resa coloratissima dalle nuo-ve giacche a vento, hanno riso ebevuto, brindato e .ricordato conepisodi, battute, bonaria satira etanta commozione l'emozione delmomento tenendosi tra di loro,anche se solo nella continua evo-cazione, il vincitore del mo-mento.

Forse l'eccezionale cavalcatadi Rohrl era maturata troppopresto, nella prima notte di ga-ra quando il compagno di squa-dra Alen, furioso nel suo attac-co contro il cronometro nelleprime battute, era uscito di stra-da mentre stava compiendo l'im-possibile impresa dì raggiunge-re in una sola prova Darnichs

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\\\Champagne per Rohrl e Geistdorfer, vincitori vent'anni dopo con una vettura tradizionale, la Fiat 131, sul lungomare di MontecarloChampagne for Rohrl and Geistdorfer, winners twenty years later with a traditionalcar, thè Fiat 131, along thè sea of Montecarlo

(ATTUALFOTO)

partito due minuti prima di luimentre già aveva passato e di-stanziato la 'Porsche di Mikkola.Forse la sua sicurezza, diventa-ta persine provocante nell'ultimanotte quando, pur dovendo gio-care in difesa, appariva il piùveloce dopo il solito scatenatoDarniche delle ultime battute, a-veva già appagato abbastanza.Forse, infine, gli uomini dellagestione che con questa ultimavittoria lasciano il campo diret-tivo non si sentivano più in dovere di esserci fino in fondo egli altri, quelli che verranno asostituirli non ancora investitiufficialmente. Fatto sta che ilGruppo, che non ha fallito sulcampo, è mancato clamorosa-mente ancora una volta sul pia-no umano, là dove le tattiche ele mescole, i motori più potentie le ricognizioni più accurate nonservono più e ,si deve far postoalla spontaneità e al sentimento.

Gli appassionati, comunque,possono essere soddisfatti. AMontecarlo il risultato sportivoche è maturato sulle strade èstato molto giusto ed indiscuti-bile. Una cosa che i piloti, primadel via evidentemente "sentiva-no" perché già la scorsa settti-mana, nelle prime note su que-sta gara, si era già anticipato,con i pronostici che, all'ultimomomento, si erano orientati sul-a squadra Fiat solo qualche set-timana prima molto meno indi-ata come possibile vincitrice.Con Rohrl anche il "deh" Wal-

degaard ha ribadito il concettocon il suo terzo posto, anche selo ha fatto in diversi momenti unpo' sottovoce per un campionedel mondo, segno che qualche co-sa non ha funzionato sempre almeglio anche se un professioni-

sta qual è lo svedese non lo am-metterà mai, specie dopo averaccettato di tornare a corre-re lanche se solo in un paio dioccasioni) in quella squadra incui aveva giurato "di non mette-re più piede".

Tra i due, per la seconda vol-ta consecutiva su queste stradedavanti a Waldegaard, si è inse-rito Bernard Darniche con laStratos che il Gruppo mal dige-risce, ma cui tanto spesso si de-ve attaccare per salvare l'imma-gine. Il francese ha sofferto unacattiva condizione fisica per trequarti di gara prestando spesso

il fianco a chi non chiedeva dimeglio che poter dire che la suaera una malattia èmmaginaria.Però si è ristabilito in tempo perpermettersi la sua solita ultimanotte con sette prove vinte su ot-to (ed un secondo posto) chesmentisce le facili ironie dei suoiaffossatori. E' vero, non gli è ba-stato per vincere e forse a vin-cere non ce l'avrebbe fatta ugual-mente, ma è riuscito a far na-scere un dubbio e questo lo ren-deva felicissimo all'arrivo quan-do si faceva scappare, un « ...tan-to lo si sapeva che questo Mon-tecarlo sarebbe stato proibito

Ad un anno di distanza Darniche e Mahè hanno dato il meglio di loro stessinell'ultima notte di gara del Monte risalendo sino al 2. posto (Attualfoto)After one year Darniche and Mahè nave given a good account of them-selves in thè last night at « Mont » remounting fili thè second position

per me... » che è tutto un pro-gramma.

Un terzetto davanti che "cal-za" le stesse scarpe Pirelli ren-dendo ancora più italiano partedel successo. Sulla carta, primadel via, l'80 era l'anno in cui lanostra industria poteva contaresul minor numero di clienti, ep-pure il dominio, specie nella de-cisiva parte iniziale <perché poialla Michelin hanno un po' rad-drizzato il tiro) è stato netto edinconfutabile al punto da oscu-rare persino il valore dei mezzimeccanici con le "piccole" Ritmoe Golf davanti a vetture enorme-mente più potenti e quotate.

E la fila di marca Pirelli sa-rebbe ininterrotta ancora per unbel po' se in mezzo non si fos-se infilato un altro svedese, An-ders Kullang, con la debuttanteOpel Ascona 400 cresciuta colpassare dei giorni di gara. Allavigilia non veniva dato moltocredito alla maxi-tedesca che du-rante le prove aveva fatto stra-ge di trasmissioni e che si eraridotta a partire con i rapportilunghi per "addolcire" la poten-za a terra. Invece, pagato un ri-tardo (incolmabile) iniziale,Kullang ci ha preso la manodando vita ad uno show ad untratto davvero entusiasmantecon una rimonta dal decimo alsecondo posto in classifica dalasciare sbalorditi. Dietro, un po'con minor slancio, ma precisaregolarità, il campione europeoKleint ribadiva il concetto cosìche la seconda vettura del teamriusciva anch'essa ad entrare trai primissimi nella classifica fina-

Carlo Cavicchi

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1 «MUNÌ E» dietro l'angolai

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le anche se dietro alla 131 Abarthdella Mouton che pur senza lasolita navigatrice (impegnata insala stampa con le sue acide di-chiarazioni) ribadiva per il ter-zo anno consecutivo il suo setti-mo posto assoluto.

La presenza tedesca, illuminatadal vincitore, non si è limitataperò alla Opel perché più e me-glio ha fatto la VW con la picco-la e meravigliosa Golf dello sve-dese Eklund che fino a metà del-l'ultima notte di gara ha occupa-to il secondo posto assoluto.

Bisognava vederli, gli uominidella Volkswagen, come rideva-no. Loro questa corsa l'hannofatta "una-tantum" perché, se-condo una logica tipicamenteteutonica, questo compito l'han-no delegato al loro "fiore ali"occhiello", l'ATJDI, che, per cin-que anni, dovrà occuparsi dellecompetizioni sino ad arrivare almeglio in assoluto. Eppure, conla Golf del reparto corse di "se-rie-B", si sono permessi di arriva-re d'un colpo molto più avantidi quanto non si sia fatto dn tut-ta una stagione con le Gr. 2.

Per questo hanno superato ab-bastanza serenamente la delu-sione per la rottura del semiassedi Eklund (che il pilota ha so-stituito da solo perdendo peròtredici minuti al successivo con-trollo orario) accontentandosidel quinto posto che è ancora ilprimo del Gr. 2.

E la presenza tedesca è conti-nuata con il pubblico sceso suqueste strade dalla Baviera sinoad Amburgo perché tutte, maproprio tutte, le Case germani-che erano rappresentate al me-glio in questa gara, compresanaturalmente iquella Mercedesche doveva essere in forma pri-vata ma cui è difficile credereper l'incredibile spiegamento diforze e per la presenza di tredirettori sportivi come Waxem-berger, Herle e Haggbom, tantoè vero che solo per un soffio nonsono arrivati sette pericolosissi-

Bettega e Mannucci, sopra, affrontano tra l'entusiasmo del pubblico italianoJa prova del Turini che riusciranno a vincere (BISHOP). Sotto i vincitori delGr. 2 con la potente e piccola Golf, Eklund-Sylvan (ATTUALFOTO)Bettega and Mannucci, on top, face, among thè enthusiastic italian public,thè test of Turini which are going to win. Below, thè winners of Gr. 2,with thè powerfull and little Golf, Eklund-Sylvan

mi punti nel mondiale marche(bastava per questo un decimoposto), e tutto per una uscita distrada di Carlsson costata 18'.

Subito davanti in classifica, in-fatti, in zona punti iridati, sisono inserite, in un curioso parimerito finale che ha richiesto u-na prova come discriminante, ilvincitore del Gr. 3, Coppier e lospagnolo Servia con la Ford Fie-sta anch'essa molto spesso mi-racolosa. Ha avuto la meglioquest'ultima e cosi punti buonivanno alla Ford.

'La Mercedes a lungo ha cer-cato di inserirsi, con Bohne, an-che nel Gr. 1, ma davanti si ètrovata sempre la Ford di Beau-chef (che però si è fermata) ela Ascona, recentemente omolo-gata, di Clarr che in Francia nonabdica mai il suo primato nel tu-rismo di serie.

Fin qui si è detto di tutti, oquasi, meno che degli italiani.Bettega, il grande Bettega, ineri-ta un discorso a parte. Degli al-tri, come da troppo tempo, tri-stemente, è meglio sorvolare tran-ne che su Speranza-Ciocca e Fran-

cia-Dotti. Erano due equipaggiprivati, per buona parte del ral-ly hanno anche corso senza no-te con due mezzi di assistenza iprimi ed uno solo i secondi. Masono stati bravi fuor di misura.Speranza addirittura ha vinto lasua classe, Francia è arrivatoquarto, ma nel Gruppo 1 2000 e'è sempre lotta spieiata. Soprat-tutto però hanno dimostrato cheanche senza gomme <ma la Kle-ber in extremis si è accorta diSperanza e non ha smentito lasua generosità verso i privatiche è anche un modus vivendimai troppo apprezzato) anchesenza provare, ma con volontàe talento si può venire a Monte-carlo e farsi valere, quello cheil rappresentante dei piloti ita-liani che hanno partecipato alMonte, Biccardo Suni, dovrebbecapire per primo affinchè il suoben noto "transitare" anzichécorrere ci tolga il primato-cer-tezza di avere sempre un italia-no ultimo in classifica alla finedel Percorso Comune, peggio an-cora se, come quest'anno, fuoritempo massimo.

A RITMO DI... MORALE

BETTEGAnon salvale facce!

MONTECARLO - C'è stato un momentodurante 11 rally dì Montecarlo che il«miracolo» è parso ad uà soffio dal rea-lizzarsi. Non albeggiava ancora ed i con-correnti avevano da poco iniziato il lun-go Percorso Comune. In quel momentoAttilio Bettega e Mario Mannucci, con-fermando l'inizio incredibile dì gara, sierano installati al secondo posto assolutodella classifica generale.

Era una posizione per troppi versi ano-mala ed impossibile, ma è stato bellosperare. Poi Bettega ha cominciato a per-dere qualche posizione, pur restando sem-pre tra i primissimi, vuoi per qualchescelta di gomme (anche obbligata) nonproprio felice, per il motore finito fuorifase (poi rimediato), per l'impressioneche si fosse bruciata la guarnizione del-la testa. Così l'eccezionale impresa deidue italiani, che nell'ultima notte hannoanche tolto a Darniche il gusto di vin-cersi tutte le prove speciali battendoloproprio sul Turini, ad un tratto avevapreso una piega un po' amara perchécapita sempre in questi casi di recrimi-nare più su quel che poteva essere anzi-ché su quel tanto che già si è ottenuto.

L'impresa, pur inaspettata per il modocosì netto con cui si è verificata, confer-ma quanto da tempo si va dicendo ri-guardo 11 valore dei piloti di casa nostrache proprio Bettega ha meravigliosamenterappresentato. Ma meravigliarsi o daretroppa importanza a questa sua presta-zione significa anche dimenticare quantogià di buono lui aveva fatto vedere nelrally mondiale di Sanremo vinto, guar-da caso, da un equipaggio di casa nostra.

All'arrivo anche i suoi capi sì facevanovanto di averlo inserito in squadra e diaver creduto in lui. Nessuno di questiperò ha ammesso che se Bettega nellasquadra ufficiale, ci ha messo piede è sta-to solo perché, un anno prima, un altropilota italiano, il già campione europeoTony Carello, aveva avuto il coraggio didire di no a questo team proprio perchési ostinava a precludergli la possibilitàdi dimostrare nelle grandi prove mondiali,e nel Montecarlo in partìcolar modo, ilsuo valore.

Quando Bettega ad un certo punto siè trovato con la piccola Ritmo, ancheperché ovviamente favorito da condizionidi fondo non troppo a vantaggio esclusi-vo delle grosse potenze, davanti a pilotidel calibro e della fama di Waldegaard,Mikkola, Damiche, Vatanen, Kullang, Ek-lund, Andruet per non dire che dei primiinseguitori, qualcuno avrebbe fatto benea farsi un esame di coscienza pensandoa quanti altri sono stati lasciati per stra-da solo per tenace puntiglio, giovani ovecchi che fossero.

Bettega ed il «maestro più che mai»Mannucci sono stati grandi anche per que-sto e con il loro spavaldo risultato hannodato una mano a tutti quelli che o casahanno sofferto e gioito con loro per unsesto posto assoluto che li premia, mache soprattutto smaschera chi per tantotempo ha voluto chiuse ad oltranza leporte della nostra casa automobilisticaper eccellenza al piloti italiani.

• Disco rosso per SPERANZA quando,prima dell'ultima notte, ha chiesto allaPirelli qualche gomma per poter andareavanti- Buon per lui che ancora una voltail solito Valla della Kléber ha provveduto.

• Non se ne è parlato molto e neppurelo si è rivisto molto in alto nella clas-sifica ma è stato CLUNAC il più velocedel Gr. 1 nella prova di Serre Chevalier.

• Nel percorso di classificazione la me-dia totale (prove e trasferimenti) diROHRL è stata di 69 kmh. Quella diSUNI di poco superiore alla metà...

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// momento-CHIAVE/

MONTECARLO - Dentro il piccolo bar all'ingres-so di Antraigues non entrava nemmeno uno spil-lo martedì mattina 22 gennaio. Fuori una pioggiabattente rendeva ancor più nero l'asfalto che giàcontrastava con la poca neve rimasta al bordodella strada. I più fortunati, quelli che eranoriusciti ad entrare continuavano a consumare bi-bite e panini per la paura di dover uscire perdare il cambio a qualcun altro.

Accesa, una radio a tutto volume aggiornavaquella folla inabituale per quel posto sperdutotra i monti dell'Ardeche sulla situazione del rallydi Montecarlo. Da circa undici ore la pattugliache si era messa in movimento in piena notte dalPrincipato si stava dando battaglia. La voce diBernard Spindler di Radio Montecarlo diventavavia via più vivace. Nelle prime cinque prove par-niche, Vatanen e Mikkola si erano già messi inluce ed il primato di Rohrl veniva leggermenteintaccato.

Soprattutto i due finlandesi sembravano averritrovato un po' di competitivita dalle loro Mi-chelin anche se il successo molto netto di Mik-kola a St, Nazaire le Desert era un po' scontatoperché si sapeva che tutti i primi tests con laPorsche il vice-campione del mondo li aveva fattisu questa prova speciale. Il rally insomma entra-va nel vivo del suo interesse proprio al di là delCol de la Favelle, dietro quei monti bianchi dineve che si riflettevano nelle pozzanghere.

La prova che i primi andavano a cominciareera la famosa Moulinon-Antraigues, una classicarecuperata dopo tre anni di assenza. Una provamolto difficile e tortuosa con molta neve nellaparte iniziale. Una prova soprattutto molto lunga.

La saletta del bar stava esplodendo quandoun urlo a lungo atteso avvisava che la prima vet-tura era stata avvistata in distanza. E' difficilecapire come, ma in un battibaleno il bar era tor-nato vuoto mentre la strada adesso era di tuttii colori con i più fortunati a grappoli sotto i po-chi parapioggia di fortuna.

Il rumore era sempre più vicino, sempre piùdistinto, poi la grintosa sagoma della Stratos diDarniche a fari accesi si faceva largo tra maniplaudenti prima di imboccare l'ultimo ponte esfrecciare davanti al posto di cronometraggio.E Rohrl? Là sua 131 arrembante era subito dietro.

« L'ha preso, l'ha preso e lo ha passato! ». L'urlo passava da uno spettatore all'altro con sem-pre più emozione e spesso compiacimento. Checosa voleva dire tutto questo? Che in classificaadesso poco meno di un minuto separava i due.Che il rally era salvo.

Ma adesso bisognava aspettare Mikkola e poiVatanen. Già si guardavano i cronometri e qual-cuno si fregava le mani bagnate.

Una lunga pausa poi ecco la 131 giallorossa diAndruet che evidentemente aveva raggiunto epassato Bettega. Ecco, ecco il momento!' Anche <ia spettatori si soffre a vedere un rally.

Gli occhi seguono le curve fin dove è possibile e

IL RALLY SEMBRA VA «SALVO»A LE MOULINON, QUANDO...

VATANENvolò giù e ,

Mikkola stop

mente mutilato di interesse. DopoAIen, anche gli altri due finlandesi han-no lasciato il campo.

Dentro il bar ormai deserto la ra-dio rimasta accesa spiega che Mikkola hatoccato con posteriore ed ha rotto un semiasse.Poco più avanti Vatanen è finito fuori strada inmaniera paurosa e di lui non si sa nulla tantoè vero che Waldegaard, preoccupato, voleva fer-marsi a controllare...

Fuori, vinti dall'acqua, i primi spettatori tor-nano sui loro passi con gli equilibrismi delle autoin azione ancora ben impressi nella mente econ la sola consolazione rimasta della bella lottache comunque i due di testa sapranno darsi.

Quasi nessuno di loro, passando davanti aicronometristi, chiederà il tempo impiegato daimigliori. Ed è meglio così.

Chi lo ha fatto ha scoperto che Darniche nonha raggiunto e passato Rohrl. ma che il tedesco

poi immaginano così si riesce a vedere un po'di più e si gusta maggiormente questo momen-to ripagando dell'acqua che passa attraverso lagiacca a vento e scivola lungo la schiena.

'Ma anche l'immaginazione si ferma dopo unpaio dì minuti di silenzio. Mikkola è già troppoin ritardo. Forse avrà avuto qualche cosa...

Adesso arriverà Vatanen, ma anche lui non haun grosso vantaggio. Anzi non ne ha proprio.Anzi è addirittura in ritardo, ammesso che cisia. Già, ammesso che ci .sia. i

Quando compare l'Opel Ascona di KuHang è'già chiaro che il 48. Rally di Montecarlo è forte-

ha quasi raggiunto Darniche. Sì, perché primadell'inizio prova nessuno voleva rischiare di a-prìre la strada ricoperta da neve fresca ed ilcapoclassìfica aveva pagato due minuti di ritardo(che valgono in pratica 20 secondi) per non cor-rere rischi. Era così partita prima la Stratos eRohrl, col vantaggio di vedere le traiettorie giàsegnate, l'aveva acchiappata proprio nel finalestaccandosi ancor di più da Darniche in classifica.

Praticamente per l'assoluto non c'era più sto-ria anche se il rally finirà settanta ore dopo.

cav-

Proprio nelle condizioni di molta neve la nuova Ascona 400, in alto conKullang, ha dato il meglio (PHOTO 4). Sopra Waldegaard (ATTUALFOTO)Just with a lot of snow thè new Ascona 400, on top, with Kullang, hasgiven a good account of itself. On top, Waldegaard

Ancora una volta poca fortuna per Andruet-Biche. I due hanno alternato coseegregie ad altre più opache. Potevano comunque arrivare quinti (B1SHOP)Orice again 'little luck for Andruet-Biche. 'Both have alternate good andbad driving. They could have arrived in thè 5th position

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\DIARIO del MONTE

Percorso di classificazione

ALENraddoppia

poi... lasciaMONTECARLO - Decisamente MarkkuAlen è un tipo di parola. Lo aveva purdetto che lui partiva per vincere, cheun altro risultato non Io interessava inquesto Montecarlo, allora nessuno ha poimolto da stupirsi se il finlandese dopoaver fatto (con Darmene) il miglior tem-po nella prova-spettacolo di Serre Che-valier vince pure a Prelles la prima prova« vera » del rally. E da leader lascia subi-to dopo la gara. A Le Coin ottiene sì ilquinto tempo ma è un risultato teoricovisto che dopo aver preso e passato Mik-kola nella speciale, alla penultima curvaesce e picchia secco con l'anteriore sini-stro. Ce la fa comunque a raggiungere l'as-sistenza Fiat ma solo per permettere aimeccanici di rendersi conto clic la 131 èmessa peggio di quanto non lo fosse quel-la dì Cunico ad Aosta...

Come qualche ora prima a quella spe-cie di Ho!idays-on-ice in Savoia, si se-guita a parlare assai più dì gomme chedi macchine e piloti. Lo fa, per lamen-tarsene, Mikkola cosi come Kullang cheha fatto gli ultimi sei chilometri di spe-ciale senza il pneumatico anteriore destrodopo aver bucato. Niente a che vedere conchiodi e mescole ma si lamenta pure The-rier che si è ritrovato con l'acceleratorebloccato ed ha fatto un dritto che ha per-messo a Bettega di sorpassarlo. Eklund,da parte sua, dopo essere stato danneggia-to a Serre da Fischer lo è stato semprea Le Coin da Beauchef. Così, tanto per-ché la cosa non diventi regola, al con-trollo-stop fa capire bene al lussemburghe-se che non ci sta a questi giochìni.

A Savines Darniche rivince '(ma in testaseguita a restarci Ronrl) anche se ripeteche lui non sta affatto 'bene fasicamente.AI momento comunque sta peggio Vincentche perde una decina di -minuti per toglie-re da un muro di neve la sua Alfasud 1,5...Intanto è uscito di scena Serpaggi alquale non è evidentemente bastato ridi-pingere di bianco >( era nera fino alloscorso anno) la sua Stratos per cambiareil risultato per lui più abituale: l'abban-dono. E alla quarta p.s. sparisce unoda cui ci si Aspettavano altre cose, ìFre-quelin. Il neo pilota della Talbot è usci-to di strada come hanno fatto nello stes-so tratto Warmbold e Piero Sodano conla Toyota Celica. Poi, siccome le disgra-zie non arrivano mai sole, a SìsteronVincent si trova fra le mani dei problemicon l'avantreno e perde una vita.

L'ultima prova di questo percorso-aperi-tivo '(che è la più lunga delle sei) èancora per Rohrl con Darniche e Mikkolastaccati, ma non dì molto. Va peggio aWaldegaard che « paga » 2' e 58" pernon aver avuto abbastanza chiodi sulghiaccio di Sisteron. Chiodi non è chene abbia molti neppure Bettega ma il suoritardo è solo di un minuto nei confrontidi Rohrl nella prova e finisce terzo aMonaco. La situazione al primo arrivo nelPrincipato è comunque questa: In testaRohrl e Geistdorfer, DarnicHe-Mahè sonoa 2'32", Bettega-Mannuccì a 2'40", An-druet-* Biche » a 4'00", Eklund-Sylvan a5'00, la Mouton con Anii Atrii a 5'14",Mikkola-Hertz a 5'16", Vatanen-Richardsa 6'05", Waldegaard-Thorszelìus a 6*44" eKullang-Berglud a 7'19".

percorso comunj;

Se ne vannoi finlandesi

A due passi dal casinò più famoso d'Eu-ropa, alla partenza del « comune », Ber-nard Darniche pare ancora più vecchio.No, questa volta la calvizie di « Nanard »non c'entra: Con una sciarpa intorno alcollo ed un passamontagna calato sullafaccia seguita a dire che un pilota non èun marziano e che per guarire dall'in-fluenza un buon letto vale assai più di unaStratos. Ben Bartoletti che Io seguita acurare e controllare dice che, comunque,« sta migliorando ». La prima speciale è

! guai per Vatanen, a sinistra, erano già iniziaticon un « dritto » a Serre Chevaiier (ATTUALFO-TO) poi è venuta l'uscita di strada. Sopra il tantoatteso Mikkola è presto sparito (PHOTO 4}Problems for Vatanen, left, had already begunwith a spun at Serre Chevalier, followed by ajump off thè road. On top thè waited Mikkolasoon leaves thè stage

una classica: Peira Cava-Turini. Non capi-ta nulla di eccezionale, Rohrl è il piùveloce ma in quanto a spettacolarità Vata-nen (10. tempo) fa meglio di lui. Scon-tento delle Michelin usate fino a Monaco,il finlandese ha chiesto ed ottenuto delleHelenius e promette 'bagarre...

La prova è fatale a Butturini-Barocco eBianchi-Morri '(dei nostri) dopo che iltrasferimento fino a Peira Cava ha messofuori tempo massimo Therier. La Golfper poter proseguire ha richiesto troppotempo di lavoro ai meccanici e partirecon pochi chiodini e gomme larghe nonè bastato al sempre funamboli™ Jean-Lue.

Da una classica all'altra: Ponts des Mio-lans. Vatanen un anno fa sulle stesse

be visto così in alto per tanto tempo?)a St. Nazaire le Desert. E' Mikkola conla Porsche Almeras. Sempre ammalato,sempre con problemi alla gola e la pres-sione bassa, Darniche scavalca, in classi-fica, Bettega. Prima della sosta a Valsles Bains, dove chi lavora sodo è Barto-letti che oltre alla « grippe » di Darnichedeve pensare ad un inizio di congiunti-vite di Rohrl arriva le Moulirion. Tutti adaspettare il tempo di Andruet che tradi-zionalmente da queste parti « vola ». Vo-la, senza parafrasi e senza virgolette, in-vece Vatanen. Dei resti della sua Escortse ne interessa subito un collezionista diarte moderna che la prenota per quando,forse al disgelo, la riporteranno sulla stra-

Ad Alen e Kivimaki uscire di strada capita raramente. A Montecarlo peròè successo ed i due hanno abbandonato quando erano al comando (Photo 4]Alen and Kivimaki seldom come off thè road. But it's happened at Monte-carlo and they have dropped while leading thè race

strade aveva fatto il secondo tempo, macon la Fiesta. Adesso fa lo •« scratch »con l'Escort. Rohrl è a 31"; precedutoanche da \Valdegaard, Eklund, 'Mikkola eBettega. Se il buongiorno...

Dopo il Col de Fave •(!. Waldegaard,Rohrl a 28") al Col de Perty Vatanenfa il bis. Ma Rohrl è a 10". Più staccatila Mouton e Darniche: tutti e due han-no sbagliato gomme. Nella prova prece-dente invece il ritardo della campionessaeuropea era più grosso e dovuto alla scar-sa visibilità provocatale da uno stracciosporco di olio passatole all'assistenza sulvetro. La (grossa) sorprea comunque ar-riva da Bettega-Mannucci e la Ritmo chesono in seconda posizione di classifica dopoquattro prove del percorso comune a 3 'e 43" da Rohrl.

'Un vincitore nuovo -(ma chi lo avreb-be detto, alla vigilia, che non lo si sareb-

da. Fuori gara anche Mikkola che rompeun semiasse dopo un urto e Ì nipponiciYamauchi-Odaziri che finiscono precau-zionalmente all'ospedale. In testa c'è unaspecie di guerra dei nervi. Rohrl nonvuole fare da apripista e preferisce pagareun minuto al C.O., anche perché un mi-nuto reale di ritardo non conta per laclassifica che per 10". Darniche vede iltedesco fermo e lo imita. Allora Rohrllascia passare altri sessanta secondi e Dar-niche finisce col partire per non ri-durre troppo il vantaggio sul « nemico »Andruet. Morale della favola Rohrl è ilpiù veloce, Andruet è a 14" dopo averfatto un testa coda. Poco da stare allegroper Bettega che in due speciali ha con-cesso oltre un minuto e mezzo a Eklundcon la Golf e adesso è 4. in classificaseguito nello spazio dì un minuto tondoda Waldegaard e da Eklund.

Tanta neve e tanta nebbia al Burzet.Finisce con Kullang più veloce davanti aServia e Kleint. Il tandem-r'iat Rohrl-Waldegaard è appaiato al 4. posto nellaprova. A Saint Bonnet Le Froid '{un no-me che è già un programma) altro scon-volgimento nell'ordine di partenza dellaprova. Rohrl ha saputo sfruttare conEklund molto bene i « disagi » di un in-gorgo.

Kullang fa il bis (personale) a SaintJeans en Royans e Bettega perde altri po-sti. Ora ha pure problemi con la macchi-na. Problemi che crescono subito dopoa Saint Barthelerny dove sale con la cin-ghia dell'acqua rotta e la temperaturasui 120 gradi. Finisce la prova così, tan-to per fare ma convinto di dover abban-donare. Si mette male anche per la Mou-ton che si inneva, resta col motore spen-to e perde almeno due minuti malgradoi volontari della spinta non manchino perriprendere la prova. Discorso opposto perKullang che in dieci speciali è passatodal decimo al terzo posto nella classificaanche se lassù in testa Rohrl è lontanoparecchio. Il serafico biondo ha 6'58su Waldegaard e 7'15" appunto su Kul-lang che precede Eklund di quasi 30".

A questo punto salta la prima speciale(Pont du Fosse) del Montecarlo 1980.Uno spettatore è colpito da infarto eper soccorrerlo ovviamente si muove l'am-bulanza del rally ed il medico ufficiale.Visto che la gara ha già un po' di ritardoa Monaco si decìde di eliminare la pro-va. C'è da giurare che nessuno dei pro-tagonisti ha da lagnarsi della cosa. NonAndruet che è riuscito a farsi risistemarel'impianto dei freni o Bettega che hatrovato cosi il tempo di far lavorare imeccanici sul motore della Ritmo.

A Saint Geniez finisce il «Monte» dìBeguin. Il Campione di Francia che da•qualche tempo viaggiava senza freni ante-riori con la sua Porsche-Meznarie dopo untesta coda cerca di riprendere ÌI tempo per-duto e finisce nella neve. Cerca di uscir-ne con un po' di precipitazione e rompeun semiasse. Rohrl « fa il tempo » con ichiodini davanti ad Eklund. Ancora ali'ordine del giorno l'importanza (negativa)di partire davanti. Darniche che ha fattoda apripista perde cinque minuti. Andruetne perde quattro, Waldegaard due e mez-zo. Più che della neve (che lui trova ov-viamente già « aperta » da tanti altri) Clarrsi lamenta per noie all'impianto elettricoche comunque non gli impediscono di te-nere sempre saldamente il comando delGr. 1 con l'Ascona di Simon. Chi hauna piccola pausa nella sua favolosa ri-monta è Vincent che sbaglia gommatura.Non è il solo in questo Montecarlo a fareuna cosa del genere... Degli italiani man-cano anche Nocentini (che ha rotto ilcambio della sua 127), Marchesini e Leo-netti malgrado il prodigarsi di FabriziaPons nei panni di direttrice-sporti va emeccanica. A loro il fatto che salti anchela speciale del Cprobin importa poco dav-vero... A proposito del Corobin Ja provanon si fa perché il pubblico è troppo nu-meroso e troppo indisciplinato.

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Cambia la navigatrice ma non il risultato per la Mouton, a sinistra, ancorauna volta settima assoluta. Sopra Beguin ha particolarmente deluso al MontePor Mouton changes thè co-driver, but doesn't thè result, left, once againabsolute seventh. On top, Beguin has particularly disappointed at « Mont »

La terzultima prova (Jabron ) è diquelle da far andare fuori di testa a sce-gliere le gomme. Difatti la scelta sbagliatala fa anche Waldegaard che lascia l'37"a Rohrl (ancora una volta è lui il piùveloce) e distacchi minori ma sempre con-siderevoli a tutti i migliori, compresala 'Mouton cui l'aria della Costa toglie unafetta di stanchezza. Chardonnet seguita astare in pena per il suo Darniche che pa-re stia correndo con la pressione a 100.La pressione sua, non quella della Stra-tos che di problemi per contro non neha neppure l'ombra. Le apprensioni delboss parigino si mitigano in fine-tappa.Darniche vince le ultime due prove anchese le posizioni non cambiano di un rigo.In testa allora ancora Rohrl con un tem-po dì 7 h e 15", Eklund è a 8'33", Kul-lang a 10'35", Waldegaard a 1T04", Dar-niche a 13'14", Bettega a 15'16", An-druet a 15'24", la Mouton a 2'27", Kleinta 23'02", Servia a 24'07". Degli altri ita-liani nei « magnifici cento » che si sonoguadagnati il diritto all'ultima notte c'èSperanza (45.}, Francia (46. ), Scarani(73.) e Vuilletmin (77.). -Per Peyrani,Cono, Tenchini, Botrini, Barbieri, Levatie Suni invece la .gara è finita.

Percorso finale

Sette volteDARNICHE

Visto il distacco fra Walter Rohrl edil resto del mondo non è che ci sì aspet-tino grosse rivoluzioni quando alle 18in punto i 100 ammessi sfilano intornoal « camambert » per l'ultimo via. Radio-fante informa che in casa Fiat il ruolodella lepre lo avrà in nottata Waldegaardcosa che aggiunta ai propositi •bellicosi diDarniche (che sta meglio tìsicamente esoprattutto sembra avere ritrovato il mo-rale dei giorni belli) lascia comunque bensperare per la battaglia del secondo po-sto. Poco più avanti Eklund va da Rohrl,si complimenta con lui e gli chiede infor-mazioni spicciole sulle condizioni dellestrade...

Alle Banquettes, una quarantina di mi-nuti più tardi, Darniche si (ri ) presentae naturalmente vince la prova che per-mette ad Andruet ( autore del secondotempo) di scavalcare Bettega che ha toc-cato perdendo un po' di tempo. Nei pri-missimi si presenta finalmente anche Al-meras la cui fama di « mago delle Por-sche » è tenuta alta soprattutto da Coppierche dall'inizio della gara domina il Gr. 3senza patemi. Ancora una prova e per ilrallismo italiano c'è forse la più belladimostrazione di tutta la corsa: al TuriniBettega fa il miglior tempo con la Ritmolasciando Darniche a 5" e Rohrl a 14".C'è anche una spiegazione abbastanza lo-gica a tutto questo: la discesa verso LaBollene è ancora un po' sporca di neve eDarniche è scatenato ma non stupido. Percontro proprio le condizioni della prova

sono adatte alla Ritmo che in mattinataha tratto un gran beneficio dai trenta mi-nuti di parco-lavori.

Un altro che avrebbe potuto fare un tem-pone è Andruet ma per «Cavallo Pazzo» ocome lo chiamano da queste parti « Si-gnor palla di nervi » -invece c'è l'ab-bandono. Scende veloce davvero ma allapenultima curva 'prima del tunnel, veden-do tanta gente all'esterno, Jean Claudedecide di intraversare la macchina con ilfreno a mano: invece la 131 va via dilato e tocca con la ruota anteriore ilmuretto. « Prima ancora dì rendermi con-to che la macchina era inguidabile hotremato per la paura di aver schiacciatoqualcuno. Ai danni ho fatto caso dopo

aver guardato nello specchietto ed essermireso conto che tutti avevano fatto in tem-po a saltare giù ». Difatti tutti hanno sal-tato, uno spettatore persine troppo ingiù e deve essere portato all'ospedale perle medicazioni del caso.

Così il Monte comincia ad accumularedel ritardo. Darniche riprende a far se-gnare i tempi migliori ma "gli ci voglionodue prove ancora per fare il primo saltoin classifica. Lo fa a 'Loda, anzi subitodopo la prova, quando Eklund rompeun semiasse e in mancanza di alternativesi da da fare lui stesso a cambiarlo an-che se perde parecchi minuti che sia pu-re divisi per sei Io fanno 'retrocedere alquinto posto. Ma il grosso salto in avan-

ti Darniche lo fa sul secondo passaggio alTurini dove si lascia abbondantementealle spalle tutti gli altri, compreso Bette-ga che comunque ripete esattamente il suotempo del primo passaggio: chi aveva sta-•bilito troppo in fretta che ci fosse statodi mezzo un gentile omaggio dei crono-metristi è servito. Anche perché, Darnichea parte, pure gli altri sono stati sui tem-pi del giro prima.

Al Turini sparisce Fritzinger col mo-tore rotto: il 7. tempo della prova prece-dente è stato il canto del cigno della suaToyota a questo Montecarlo. Sempre alTurini Waldegaard scavalca a sua voltaKullang e passa al terzo posto. Da quialla fine da segnalare c'è in fondo solo

Con la BMW Makinen ha corso da- campione rimontando sino al 14. poste»dopo un inizio pieno di guai. Sotto Fiorio... suona la tromba della vittoriaMakinen, with BMW, has run as a champion remounting tiN thè 14th piaceafter a beginning full of problems. Below,,. thè trumpet sounds for victory

il monologo di Darniche che qualche vol-ta abbassa i suoi tempi di un anno fa,quando andava alla caccia di Waldegaard edell'Escort. Per gli altri pochi rischi epochi problemi, eccezion fatta per Ser-via che perde più tempo del normale aduna assistenza a tutto vantaggio di Cop-pier. Con il serpentone ormai diviso indue tronconi ed un ritardo sempre piùgrosso sulla tabella di marcia si arriva aSaint Sauveur dove a tre chilometri dal-la fine della prova si ferma Pierre Paga-ni con l'Alfasud che lascia il primo po-sto dì classe a Speranza. A questo puntoè proprio finita. Prima viene annullatala prova speciale di Pont des Mìplansper recuperare un po' di ritardo, poi an-che quella conclusiva di Roquesteron do-ve pare ci siano troppe macchine. Non èpoi un finale esaltante al massimo per unrally che pure resta al di sopra di ognisospetto. D'altro canto esaltante lo erastato anche meno il finale dì un annofa con quella 'brutta storia dei massi da-vanti a Waldegaard, no?...

Guido Rancati

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Spiccioli monegaschi

L'altro rallydi

MontecarloMONTECARLO - A fare da ricognitori per i vari pilotic'erano campioni di grandissima fama. Eccovi i nomidi alcuni: Taylor, Tatù Vatanen, Blomqvist, Danielsson,Demuth, Aider, Lampinen, Valtaharju, Vudafieri, Fusaro,Rouget, Tim Brise, Ogier, Schewe, Snobeck, Lars Cari-sson, Haugland, Kaby. Chissà quanti organizzatori fareb-bero carte false per avere solo questi al via di unaloro gara!

• STIG BLOMQVIST, visto come hanno marciato sullaneve le Pirelli ed anche ricordandosi di come andaronobene due anni fa quelle che usò in Svezia sulla Stratos,ha ufficialmente chiesto le gomme italiane per la suaSaab al prossimo Rally di Svezia.

• Grosso spavento per ROHRL subito dopo Burzet. Adun tratto gli è saltata in trasferimento la centralinaelettrica Poteva restare fermo lì, ma l'assistenza piùvicina, subito intervenuta, ne aveva fortunatamente unadi scorta e tutto si è risolto per il meglio.

• Ad un certo punto del Percorso Comune si è sparsala voce che EKLUND avesse montato delle Michelin alposto delle Pirelli. In effetti questo è successo, ma soloperché aveva finito le gomme con chiodi da 2 mm cosìha dovuto mettere davanti due gomme ex-Therier. Ma nonpoteva dirsi avvantaggiato con gomme più strette e piùbasse davanti e gomme più larghe e più alte dietro...

• BETTEGA si è trovato senza gomme da acqua a Mou-linon dove buona parte della strada era un vero lago.Ma non è stata colpa di nessuno. Semplicemente in sedadi programmi non sono state previste per lui queste co-perture in quanto sulle strade del Monte ben difficilmentepiove. O è asciutto oppure nevica.

• Alla fine del Rally sono arrivati anche gli italianiSCARANI-PASOTTI e VUILLERMIN-GIARDINO. Pur sen-za particolarmente entusiasmare, hanno comunque fattoil loro dovere e meritano di essere ricordati perché la loroprestazione è senz'altro superiore alla media generale degliiscritti.

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. , < w-, • .

' *

Per Almeras, dopo un inizio poco entusiasmante, le cose si sono messe meglio nel finale, ma.,

• Non c'erano solo piloti di primissimo piano a fareda ricognitori agli equipaggi di punta. Ad esempio perMichele Mouton ha lavorato molto anche il collega fran-cese J.L. MONCET che ha fatto tutto il percorso incoppia con Lucette Pointet.

• JEAN PIERRE NICOLAS ha seguito il rally comecommentatore del programma francese di Radio Mon-tecarlo. Per lui i problemi sono arrivati, con i rim-pianti, dopo la prima giornata di gara. « E' proprioduro stare qui a Monaco *; sentire che gli altri corrono...Decisamente è meglio stare nella neve, anche se quandosei in ballo ed hai qualche guaio pensi che quella delpilota non è una bella vits.... ».

PILOTItuttofare

II rientro di Sodano al fianco dì Warmbotd non è stato fortunato. Sono usciti subito di strada

O Quest'anno a Montecarlo il maggior numero di vettureiscritte erano in Gr. 2 (98), seguiva il Gr. 1 (95), il Gr. 4(41) e il Gr. 3 (22). Per marche al solito l'Opel era alprimo posto con 51 vetture seguite dalla Volkswagen (26),dalla Porsche (24), dalla Peugeot (20) e dalla Talbot (19).

9 E' successo durante il percorso di classificazione. Adun controllo si trovano fianco a fianco «BICHE», SODANOe MANNUCCI. La co-pilotessa di Andruet da un'occhiataai colleghi e poi sbotta: « Ma non pensate che cominciamoad essere un po' t roppo vecchietti per fare ancora questecose con le macchine ed i cronometri? ».

Q Ha fatto un certo effetto vedere all'arrivo del percorsocomune le Fiat ufficiali coperte di fango accanto allePorsche-Almeras completamente ripulite ad uso e consu-mo degli sponsors. E' pur vero che quest'anno le Fiathanno da reclamizzare solo se stesse...

• A proposito di sponsorizzazione FIAT è bastata un po'di vernice bianca sui furgoni ancora bianco-rossi-verdi(come del resto i muletti) per far diventare la maxi-scritta Fiat-Alitalia solo Fiat-Italia.

• Nessuna sorpresa dal fatto che SPERANZA nel per-corso comune ha perso alcune posizioni rispetto alleprimissime battute del rally: il fiorentino infatti nonaveva provato che un terzo del percorrso e per il restoun po' è andato a vista mentre quando le aveva usavale note di Bettega.

• Per i francesi martedì 22 era S. Vincenzo. VINCENTha «festeggiato» il suo cognome subito con uno sbagliodi gomme per poi commentare: « Beh, speravo che ilSanto mi aiutasse un po' di più... ».

• Ottima l'iniziativa, voluta da JACQUES FOULLON,patrocinata da Fiat, Lancia e Total, di realizzare oraper ora una inedita ed interessantissima «Gazzetta delRally» con la collaborazione di numerosi giornalisti fran-cesi diretti e coordinati dal bravo Moity.

• Quando si dice il maltempo del Montecarlo. Ad uncerto punto della sera a St. Jean en Royan, primadella speciale, un incrocio era indicato da un pupazzodi neve in divisa da gendarme. Del gendarme vero nes-suna traccia,..

• MAKINEN ed EKLUND si sono fatti notare per liloro capacità ed intraprendenza. Durante l'avvicinamentca Monaco da Serre Chevalier, Makinen ha rotto la levidel cambio della sua BMW. Senza pensarci troppo i«vecchio» Timo si è buttato nella neve sotto la vettune, cacciavite alla mano ha rimediato come poteva inserendo una marcia (la quarta) con cui è arrivato all'assistenza pagando poi un grosso ritardo ma restando ircorsa. Eklund, l'ultima notte, ha rotto un semiassema ne aveva uno di scorta e se l'è cambiato da sol(perdendo tredici minuti al controllo ma arrivando comunque quinto assoluto a fine gara!

$ WALTER FRANCIA ha fatto un grosso salto in avantnel percorso comune e la cosa è già positiva. Ma diventa eccezionale se sì pensa che per tutta l'interminabilifrazione ha corso senza note, improvvisando.

• II salto più grosso in classifica lo ha fatto FRANCISVINCENT passato dalla 170. alla 21. posizione anche squalche problema lo ha avuto pure lui. Questo malgrado un dirigente della Pirelli francese lo avesse consigliato di andare in tranquillità puntando solo sullarrivare a Monaco.

9 FRANCIS RESTE, inviato dell'Equipe, in compensisi è messo a disposizione del team Almeras per fare diinterprete fra i meccanici e Hannu Mikkola. Un pòperché sono molto amici, un pò ' per collaborare coiun rivale di quel Darniche che non è molto amato dallistampa francese...

• Sempre più numerose le slot-machines nel PrincipatoAdesso ce n'è anche una che da in premio addiritturauna Ferrari 308. A vincerla ci hanno provato in diversma per ora la berlinetta col cavallino resta a far belimostra di sé nei saloni del Loews.

O Per CARLSSON e la sua Mercedes 280 di Gr. 2 1preoccupazioni più grosse sono arrivate proprio sul finire del percorso comune. Nell'ultima prova si somtrovati con le ruote anteriori « aperte » e per rimetterla macchina in sesto hanno timbrato sedici minuti dopiil loro tempo teorico. Per loro il nuovo regolamentiche prevede solo 10" di penalizzazione per ogni minutidi ritardo è proprio arrivato al momento giusto.

• Questa volta, in assenza del bus-stampa della Fiat anche .i giornalisti italiani hanno deciso di lavorare in salistampa. In compenso gli organizzatori sono stati moltimeno severi che in passato nel regolamentarne l'accessiagli addetti ai lavori.

• NICOLAS KOOB farà bene a cercarsi dei nuovi meecanìci. Un anno fa gli mìsero dell'acqua nel serbatoioquesta volta gli hanno fatto il pieno con la nafta...

• Martedì sera, a Monaco, mentre la gara era dalliparti del massiccio centrale hanno fatto tavola comunial ristorante Mikkola, Vatanen ed Alen. Tre finlandesfuori gara in un rally che era unanimemente definitiper piloti nordici. Meno male che dietro al tedesco Kohrin quel momento c'erano gli svedesi Waldegaarct, Kullanjed Eklund...

• Tradizione rispettata per SUNI. Anche questa volt!il milanese ormai di Castelfranco Veneto ha trovato l'occasione per fermarsi in prova a dare una mano ad urtedesco che si era innevato.

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HANNO DETTO-

LE FIESTA«privata»

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• Tra i piloti che più hanno impressionato durante ilMontecarlo c'è stato lo spagnolo SERVJA. Con la suaFiesta ha fatto faville, ma è giusto dire che era, la sua,una vettura proveniente direttamente da Boreham, adassisterlo c'era Griffiths, responsabile tecnico della Fordper le vetture Gr. 2, aveva tutta una serie di mezzi diassistenza della Ford spagnola ed una dotazione di gom-me Michelin di 458 pneumatici con 150 cerchi...

• L'ultima notte ad assistere VINCENT oltre ai mec-canici della Sofar è arrivato un furgone con due mec-canici dell'Autodelta. Il parigino ne ha subito approfit-tato per informarsi sulla Turbodelta che lui spera diavere durante la stagione.

• Alla fine del percorso comune MICHELE MOUTONha rischiato una penalizzazione per quell'assurdo rego-lamento che prevede penalità per chi arriva a fine tappacon frecce o clacson fuori uso . A rendere ridicola ilafaccenda c'è la decisione (molto criticata, comunque) diridurre di un sesto le penalità accumulate ai controlliorari. Ad ogni modo a risolvere i problemi della pilo-tessa Fiat-France ci ha pensato Giulio Pensi.

• Sono volate parole grosse ad un certo punto dellaseconda tappa fra MANNUCCI e VUDAFIERI che fungevada apripista per Bettega. Motivo del battibecco il fattoche «Vuda» è arrivato in ritardo rispetto alla tabellaprefissata e non ha potuto controllare le condizionidella strada in un paio di prove.

• Ancora vincitore in Gr. 1 J.L. CLARK conta di pas-sare presto al Gr. 4 sempre restando fedele all'Ascona.La 400 dovrebbe averla a disposizione ai primi di marzoper disputare con essa il Campionato francese.

• Dopo tre anni con altrettanti ritiri, «TCHINE» questavolta ce l'ha fatta a finire. Nell'ultima notte si è tro-vato alle prese con un co-pilota completamente afono manon è questo che ha tolto il sorriso al simpaticissimomonegasco: « Ci tenevo a tornare sul Turini e ci sonoriuscito e poi volevo portare la mia Ascona Gr. 2 altraguardo intatta.

• Per SPERANZA e CIOCCA piacevole grattacapo ven-tiquattr'ore dopo la conclusione della gara: trovare anolo un vestito per poter essere presenti alla premia-zione.

• Come un anno fa i più in vista del Gr. 1 sono statii due ingegneri CLARK e BEAUCHEF che nessuno ormaigiudica più un «cameade» come gli capitò qualche annofa quando vinse (a sorpresa e favorito dalle circostanze)la prima speciale del Montecarlo.

Parcheggiopagamento

• La vita nel Principato non è certo economica maanche nell'entroterra c'è chi non scherza affatto. A SaintSaveur ad esempio hanno deciso di sfruttare il rallycome la miglior fonte di guadagno del paese fissandoil prezzo del parcheggio nella notte del Turini sulle5000 lire.

• Ancora una volta si è rivelata molto utile la regoladel «bonus» in modo da lasciare un certo vantaggio achi porta a termine una prova sospesa senza metterefuori gara gli altri. E' capitato alla terz'ultima specialeche solo il cinquanta per cento circa dei superstiti è riu-scito a fare,

• Per la terza volta consecutiva il settimo posto finaleè stato occupato dalla MOUTON: quando si dice la co-stanza...

• Ormai gli organizzatori del Montecarlo dovranno pen-sare a lasciare una giornata intera a disposizione dellepresentazioni di altri rallies. Quest'anno allo Sportingd'hiver sono stati «battezzati» il Costa Smeralda, il 1000Piste, 1. YU-Rally, Antibes e naturalmente il Portogallocon degustazione del vinho do Porto...

• Poca fortuna per DORCHE, solitamente bene in vistaal Monte. Dopo aver penato a lungo con un motore de-cisamente balbettante Dorche ha finito con l'abban-donare per la rottura di una guarnizione che lo co-stringeva ad un rabbocco di due litri d'olio ogni ventichilometri.

Sono stati in parecchi a sorprendersi dell'efficacia teu-tonica dei meccanici della MERCEDES che al parco la-vori prima del gran finale in mezz'ora hanno sostituitole sospensioni anteriori e quelle 'posteriori alla macchinadi Carlsson.

• E' ancora in alto mare il programma della squadraFIAT-FRANCE: Andruet e la Mouton non hanno più nes-suno stimolo per dedicarsi al campionato francese e lostesso Foullon sarebbe felice di poter far disputarediverse gare all'estero ai suoi piloti, magari seguendol'Europeo. II problema, al solito, è quello di trovareun budget sufficiente a farlo. Per la Mouton comunquesono previste un paio di gare (Sanremo e Corsica, pare)con la squadra ufficiale Fiat ed i colori bianco-bleu-azzurro.

I PROTAGONISTI COLTI DAL «VIVO» (PRIMA,DURANTE E DOPO LO SNERVANTE RALLY)

Parole di «MONTE»

notìzie di RANCATI e CAVICCHI

All'arrivo a Monaco da Serre Chevalier:MANNUCCI: «Non so se c'è in giro da noi

il nuovo Munarì ma forse quello che è più vi-cino a raccogliere l'eredità lasciata dal Drago èBettega ».

ROHRL: « Siamo solo all'inizio ma quelloche è fatto non dobbiamo più farlo. E' già qual-cosa... ».

ANDRUET: « Perché mai accidenti stamaneho fatto Roquesteron con Ì chiodi? ».

ALEN: « E' stata proprio colpa mia, ma giàvedevo davanti i fanalini posteriori di Dami-che... Peccato, in ogni modo. Certo che potevacapitarmi di uscire in Portogallo dove ho giàvinto tre volte anziché a Montecarlo ».

A le Moulinon:DARNICHE: Partire davanti non è stata una

mia scelta ma penso che sia stato meglio cosìper tutto il Gruppo.

A Vals les Bains:AUDETTO: «Per noi sta andando tutto

molto bene. Troppo bene forse ».BARTOLETTI: « Bernard Darmene sta me-

glio, penso che queste tre ore di sosta gli per-metteranno ancora dì migliorare la sua condi-zione fisica ».

DARNICHE: « Non capisco: tutti mi chie-dono se sto meglio e non riesco a capire comepotrei guarire. Influenza o angina che sia mi civorrebbe una settimana di letto per guarire einvece devo sudare in macchina e poi scendereal freddo... ».

A Burzet;ANDRUET: « Sono andato male, mi sono

girato, ma il fatto è che avevo le gomme troppolarghe. Il mio tempo? 31'06" ».

BETTEGA: « Sono andato male. Non so beneperché, ma penso di aver avuto le gomme troppostrette. Il mio tempo? 31'06" ».

A le Planas, dopo la prova dì St. Geniez:MAHE': « E' andata bene che c'eravamo noi

a fare da apripista a tutti. Con Andruet davantiil rally si sarebbe fermato certamente».

DARNICHE: «Ho fatto fatica a salire con-ia Stratos, una 131 o un'altra macchina non cel'avrebbe proprio fatta e saremmo andati incon-tro ad un altro Burzet ».

A Monaco dopo il Percorso Comune:ANDRUET: « Luì non ha più nessuna pos-

sibilità di vincere la gara eppure con una Stra-tos si deve sempre vincere, con qualsiasi tempo.L'influenza poi è una scusa, non è neppure,unanovità: "lui" fa sempre così... ».

WALDEGAARD: « A Jabron ho sbagliatogomme perché ero molto arrabbiato per il tempoperso a Sisteron rispetto ai primi in classificaper essere passato per terzo sulla neve fresca.Così ho scelto i racing chiodati ed ho sbagliatoperché non sì saliva ed ho compromesso defini-tivamente la mia gara »,

MAKINEN: « La BMW è davvero una otti-ma macchina. Ricorda molto, per assetto e tipodi guida la 131. Se si cura il suo sviluppo po-trebbe diventare una vettura temibilissima, specienelle gare d'asfalto ».

EKLUND: « Non so se ce la farò a resisterea Kullang a Waldegaard ma per il Gr. 2 sonoabbastanza tranquillo visto il vantaggio su Bet-tega e questo è importante per me ma soprattuttoper la VW. D'altra parte al via io mi sarei ac-contentato di essere nei primi dieci della classì-fica con una macchina di soli 1600 cc».

ROHRL: « Tutto bene, macchina perfettama c'è ancora una tappa. Possono succedere tan-te cose... ».

SERVIA: « Sono contentissimo anche se trevolte ho sbagliato clamorosamente la gommatura.Noi comunque siamo qui per correre ed è quelloche stiamo facendo ».MOUTON: « Sono stanchissima, non fatemipensare a cosa farò l'ultima notte: per ora lasola cosa che desidero è un letto... ».

KULLANG: « Nessun problema con la mac-china solo rimpiango il tempo che ho perso al-l'inizio quando non conoscevo ancora bene l'A-scona 400 e le gomme. Ho sbagliato qualchescelta (è il ritornello di tutti n.d.r.) ma tuttosommato sono soddisfatto ».

All'ultimo via da Montecarlo:DARNICHE: «Sono stanco ma rispetto a

domenica sera le mie condizioni sono miglioratedel 3000%. Proverò ad attaccare ma non èdetto che uno riesca a fare quello che vuole... ».

NICOLAS: « Sono molto amico di Rohrl emi farebbe molto piacere che fosse lui a vìn-cere così gli ho detto alcune cose che ho pen-sato e che potrebbero essergli utili. Cosa nonIo posso dire e poi può anche essere che luifaccia l'opposto di ciò che ho consigliato ».

BETTEGA: « Parto in sesta posizione masulla carta sono già settimo perché Andruet mipasserà di sicuro ».

MOUTON: «Attaccherò, devo farlo perchéKleint è staccato di poco e non vorrei farmipassare questa notte ».

ROHRL: « Prima dell'ultima notte è semprecosì, si è un po' tesi, un po' nervosi ma sonocontento... ».

ANDRUET: « Ho proprio poco da sperare10 questa notte ».

A metà dell'ultima tappa:KLEINT (rivolto alla Mouton): «Tu vai

troppo forte per me. Ma sei matta? ».All'arrivo:MAHE': « Senza quei cinque minuti che ab-

biamo perso per aprire la strada agli altri lagara avrebbe potuto finire diversamente, ancheperché non avremmo perso altro tempo in qual-che prova successiva per lo stesso motivo... A-desso chissà cosa faremo: non l'europeo dì certoma il nostro obiettivo è una stagione nel mon-diale. Chardonnet non può che garantirci con11 budget che ha a disposizione un paio di garee allora noi contiamo di avere un'altra macchinae se la Fiat non ci sentirà da questo orecchiopotremmo trovarne anche una al dì fuori delGruppo, chissà! ».

AUDETTO: « Per ogni cosa arriva la finee sono contento di aver finito questa attivitàcon una vittoria come l'avevo iniziata proprioqui nel 1972 con il successo dell'indimentica-bile, meravigliosa Fulvia. Abbiamo vinto per-ché quando si tiene tanto ad una cosa e ci siimpegna a fondo non si può non ottenerla, non _|sarebbe giusto né sportivo. Da parte mia rm- 'grazio chi mi è stato vicino nei momenti belli 'ma soprattutto in quelli meno belli ».

BETTEGA: « Arrivare sesto è una grossasoddisfazione e visto come sono andate le cosepenso che ce l'avrei fatta anche se Andruet nonfosse uscito di scena. Comunque vincere la provadel Turini come soddisfazione non è proprio dameno. Vuoi dire che cercherò di fare qualcosadi buono anche in Portogallo »,

ROHRL: « Ho avuto molta paura di nonfarcela solo un'ora prima dell'ultima partenza,poi, in corsa, è passato tutto e ho capito cheera venuto anche il mio momento di vincerequi ».

DARNICHE: « La mia Stratos è andata mol-to meglio anche dell'anno scorso. Peccato cheio sia stato tìsicamente molto peggio...».