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INDICE
I - PREMESSA
1. La nuova legge urbanistica regionale pag. 4
2. L’ultimo Piano Regolatore Generale pag. 6
II - QUADRO RICOGNITIVO E CONOSCITIVO
3. Le dinamiche demografiche pag. 8
4. Le dinamiche economiche pag. 11
5. Gli insediamenti pag. 15
6. La struttura commerciale pag. 16
7. La città storica pag. 22
7.1 Capoluogo pag. 24
- Chiese
- Edifici pubblici
- Scuola media
- Edifici a schiera
- Edifici in linea
- Edifici con funzioni prevalentemente terziarie
- Sedime dell’antico Castello
7.2 San Biagio pag. 26
- Chiese
- Edifici in linea e a corte
- Ville ed edifici monofamiliari
7.3 Edifici esterni al centro storico pag. 26
- Ville
- Complesso rurale di valore storico
8. Le risorse ambientali pag. 27
8.1 Rete “Natura 2000” pag. 27
8.2 Torrente Terdoppio pag. 27
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8.3 Parco del Ticino e rete ecologica pag. 28
8.4 Rete Ecologica Regionale nel territorio di Garlasco pag. 29
9. Il sistema infrastrutturale pag. 30
10. I piani e progetti di livello sovracomunale pag. 31
10.1 Piano Territoriale Regionale pag. 31
10.2 Rete Ecologica Regionale pag. 36
10.3 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale pag. 36
10.4 Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Lombardo
della Valle del Ticino pag. 38
10.5 Progetto dell’Autostrada Broni-Pavia-Mortara pag. 38
10.6 Piano del Traffico Veicolare Extraurbano pag. 39
10.7 Programma triennale per lo sviluppo del settore commerciale
ed indirizzi per la programmazione urbanistica pag. 39
III - QUADRO PROGRAMMATORIO
11. I criteri della perequazione pag. 41
12. La residenza pag. 42
13. Le attività pag. 44
14. Gli Ambiti di Trasformazione pag. 45
14.1 Criteri generali per l’attuazione degli ambiti
di trasformazione pag. 45
14.2 Ambiti di trasformazione prevalentemente residenziali pag. 51
14.3 Ambiti di trasformazione per attività pag. 52
15. Il sistema dei servizi pag. 54
16. Il sistema infrastrutturale pag. 54
17. Rete Ecologica Comunale pag. 55
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18. Insediamenti rurali dismessi esterni al perimetro IC pag. 57
19. Il perimetro di Iniziativa Comunale definito
dal PTC del Parco del Ticino pag. 59
20. Elenco degli elaborati pag. 60
ALLEGATO A
21. Parametri urbanistico edilizi pag. 64
22. Indici pag. 66
23. Aree di pertinenza pag. 67
24. Definizione degli interventi edilizi pag. 69
25. Classificazione delle funzioni pag. 71
26. Norme generali pag. 72
26.1 Distanze pag. 72
26.2 Dotazione di parcheggi pubblici pag. 73
ALLEGATO B
27. Calcolo della capacità insediativa e della dotazione di servizi pag. 75
ALLEGATO C
28. Aggiornamenti della cartografia pag. 77
ALLEGATO D
29. Introiti derivanti dagli oneri di urbanizzazione pag. 78
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I - PREMESSA
1. La nuova legge urbanistica regionale
La nuova legge per il Governo del Territorio della regione Lombardia (l.r. 12/2005)
individua come strumento della pianificazione comunale il Piano di Governo del
Territorio (P.G.T.), che sostituisce il Piano Regolatore Generale (P.R.G.).
Il P.G.T si compone di tre strumenti di pianificazione: il “Documento di Piano”, il
“Piano delle Regole”, il “Piano dei Servizi”, tra loro connessi, ma dotati di autonomia in
relazione ai diversi livelli di strategicità e funzionalità.
Il “Documento di Piano” (DP) è lo strumento strategico dell‟Amministrazione
relativamente alle politiche urbanistiche del Comune. Non contiene previsioni che
producano effetti diretti sul regime giuridico dei suoli, ma definisce gli indirizzi verso
cui si intendono convogliare le dinamiche territoriali; definisce il quadro conoscitivo e
individua gli obiettivi di sviluppo anche quantitativo; individua all‟interno del territorio
comunale gli ambiti di trasformazione, definendone gli indici urbanistici di massima, le
vocazioni funzionali, i criteri di negoziazione; determina le modalità di recepimento
delle previsioni prevalenti contenute nei piani di livello sovracomunale.
La legge regionale prevede inoltre che, all‟interno del DP, siano definiti i criteri della
perequazione.
La perequazione urbanistica è il criterio per il quale si prevede una equa distribuzione di
diritti edificatori attribuiti alle aree indipendentemente dalla loro localizzazione,
unitamente ad una altrettanto equa distribuzione di obblighi nei confronti del Comune
(cessione delle aree per verde ed attrezzature pubbliche). Viene definita perequazione
circoscritta quella relativa ad aree corrispondenti a singoli ambiti soggetti a
pianificazione attuativa (ambiti di trasformazione): per le trasformazioni relative al
Comune di Garlasco si è scelto di adottare questo tipo di perequazione (come meglio
specificato nei paragrafi successivi). I diritti edificatori attribuiti attraverso il
meccanismo perequativo sono commerciabili all‟interno di uno stesso ambito di
trasformazione.
Il DP ha validità quinquennale ed è sempre modificabile.
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Il “Piano delle Regole” (PdR) è lo strumento che individua le zone del tessuto urbano
consolidato e ne definisce le regole di traformazione e gestione. Individua le aree
destinate all‟agricoltura e le aree non soggette a trasformazione urbanistica; individua i
nuclei di antica formazione.
Il PdR non ha termini di validità ed è sempre modificabile, le indicazioni in esso
contenute hanno carattere vincolante e producono effetti sul regime giuridico dei
suoli;
Il “Piano dei Servizi” (PdS) è lo strumento finalizzato ad assicurare gli obiettivi
relativi alla dotazione di strutture pubbliche e di uso pubblico definiti nel DP.
La Legge per il Governo del Territorio prescrive una dotazione minima di attrezzature
pubbliche e di interesse pubblico o generale pari a 18 metri quadrati per abitante. La
quantificazione dei servizi pro capite è effettuata sulla base degli obiettivi di sviluppo di
DP. Nel PdS sono anche individuate le attrezzature private suscettibili di essere
considerate di interesse pubblico e a tutti gli effetti computabili come servizi, purché
regolate da apposito atto di asservimento o da regolamento d‟uso, redatti in conformità
alle indicazioni contenute nel Piano dei Servizi.
Il PdS produce effetti sul regime giuridico dei suoli e le previsioni hanno carattere
prescrittivo e vincolante. Non ha termini di validità.
La “Valutazione Ambientale Strategica” (V.A.S.)
La legge regionale introduce (con l‟art. 4) un elemento innovativo nell‟ambito dei
procedimenti di elaborazione dei Piani: la Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
Con la VAS (come viene indicato nel D.G.R. 13.3.2007 n. VIII/351), al fine di
promuovere lo sviluppo sostenibile, si provvede alla valutazione ambientale degli effetti
derivanti dall‟attuazione dei Piani. Il processo di pianificazione è quindi strettamente
correlato al processo di valutazione ambientale, a partire dalla fase di impostazione del
Piano, fino alla sua attuazione e revisione. Con gli indirizzi generali emanati dalla
Regione Lombardia nel suddetto D.G.R., si impone la necessità di una reale dialettica tra
attività di analisi e proposta del P.G.T. e attività di V.A.S., che devono godere di pari
autorevolezza e di comparabile capacità di determinazione
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2. L’ultimo Piano Regolatore Generale
L‟ultimo strumento urbanistico di Garlasco precedente il P.G.T. è un Piano Regolatore
Generale composto da due parti: una relativa al centro storico (approvata nel 1989) una
relativa al restante territorio (approvata nel 2002).
La capacità insediativa teorica del P.R.G è di circa 16.000 abitanti (quella del P.G.T. è di
circa 11.000); il carico insediativo appare consistente in rapporto a quanto previsto dal
P.G.T., ma affinché la comparazione risulti efficace occorre considerare che le modalità
di calcolo degli abitanti teorici dei due strumenti urbanistici sono differenti (nel P.R.G. è
stato calcolato un abitante ogni 100 mc di residenza, nel P.G.T. uno ogni 150 mc,
conformemente alle norme vigenti al momento della realizzazione dei due strumenti).
In relazione al sistema viabilistico il P.R.G. prevede un anello di circonvallazione che a
sud è esterno al perimetro di Iniziativa Comunale (I.C.) del P.T.C. del Parco del Ticino, a
nord collega la S.P. dei Cairoli con le arterie radiali provenienti dalle due frazioni e dalla
la via Borgo San Siro in direzione Vigevano.
La superficie a servizi pubblici prevista dal P.R.G. è di 318.000 mq. La dotazione di aree
pubbliche prevista è di 33,24 mq/ab (23,4 sono dichiarati esistenti).
Nel P.R.G. si prevede il ricorso ad un meccanismo perequativo decisamente più
estensivo di quello scelto per il P.G.T.: nel P.R.G. si prevede infatti, oltre alla
perequazione applicabile all‟interno di singoli ambiti (ambiti ad edificabilità diretta –
superficie superiore a 10.000 mq), un tipo di perequazione non circoscritta.
La perequazione non circoscritta comporta la previsione di trasferimenti volumetrici da
aree libere ad aree del tessuto urbano consolidato (corrispondenti alle zone omogenee A
e B); questo meccanismo non si è però rivelato particolarmente efficace ai fini
dell‟acquisizione delle aree pubbliche connesse agli interventi edilizi.
Il P.G.T. prevede, per il tessuto urbano consolidato una normativa in cui non si fa ricorso
alla perequazione (definita nel Piano delle Regole).
La maggior concentrazione di nuovi insediamenti realizzati in attuazione dell‟ultimo
Piano Regolatore Generale (come evidenziato nell‟allegato B), si rileva nel comparto
nord – nord ovest, con insediamenti residenziali tra la S.P 176 (via Madonna delle
Bozzole) e la S.P 185 (via S. Biagio); altri insediamenti residenziali sono stati realizzati a
corona (escludendo il comparto sud) del tessuto urbano consolidato.
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Nuovi e consistenti insediamenti produttivi sono sorti o sono in fase di realizzazione
sulla parte nord della S.P 206 (via Leonardo da Vinci) e, ad ovest, sulla S.S.595 con
accesso dal nuovo tracciato viabilistico.
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II - QUADRO RICOGNITIVO E CONOSCITIVO
3. Le dinamiche demografiche
I dati forniti dall‟ISTAT (www.demo.istat.it) mostrano, relativamente a Garlasco, una
dinamica della popolazione in decremento dal 1982 fino a metà degli anni ‟90 (il valore
minimo viene raggiunto nel 1995 con 9.083 abitanti – tabella 1), ed in crescita pressoché
costante dal 2001 (dinamica simile a quella dell‟intera Provincia e della Regione, nelle
quali però la crescita è più accentuata – tabelle 2 e 3); la popolazione al 1 gennaio 2007 è
di 9.521 residenti.
8.400
8.600
8.800
9.000
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1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Garlasco
Tabella 1. Dinamica della popolazione residente dal 1982 al 2007 a Garlasco. Fonte:
ISTAT
470.000
480.000
490.000
500.000
510.000
520.000
530.000
1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Provincia di Pavia
Tabella 2. Dinamica della popolazione residente dal 1982 al 2007 in Provincia di Pavia.
Fonte: ISTAT
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9
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Lombardia
Tabella 3. Dinamica della popolazione residente dal 1982 al 2007 in Regione Lombardia.
Fonte: ISTAT
Come si riscontra nelle dinamiche demografiche a livello nazionale, anche all‟interno
della popolazione di Garlasco vi è una quota consistente di abitanti che hanno superato i
60 anni: da un‟analisi più dettagliata della popolazione residente nel 2007 risulta che
questa è il 30% della popolazione (tabella 4).
Risulta inoltre confermato anche per Garlasco una quantità superiore di popolazione
femminile rispetto a quella maschile.
Abitanti per classi di età
0 - 10
11 - 20
21 - 30
31 - 40
41 - 50
51 - 60
61 - 70
71 - 80
81 - 90
più di 90
Tabella 4. Popolazione residente a Garlasco al 1.1.2007 per età. Fonte: ISTAT.
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La Tabella 5 mostra il bilancio demografico del 2006: tra gli elementi da rilevare vi è il
saldo naturale in perdita ed saldo migratorio in aumento
Maschi Femmine Totale
Popolazione al 1° Gennaio 4.554 4.864 9.418
Nati 35 33 68
Morti 61 80 141
Saldo Naturale -26 -47 -73
Iscritti da altri comuni 179 198 377
Iscritti dall’estero 25 33 58
Altri iscritti 1 2 3
Cancellati per altri comuni 131 123 254
Cancellati per l’estero 3 5 8
Saldo Migratorio e per altri motivi 71 105 176
Popolazione residente in famiglia 4.554 4.741 9.295
Popolazione residente in convivenza 45 181 226
Popolazione al 31 Dicembre 4.599 4.922 9.521
Numero di Famiglie 4.112
Numero di Convivenze 4
Numero medio di componenti per famiglia 2,3
Tabella 5. Bilancio demografico anno 2006 e popolazione residente al 31 dicembre a
Garlasco. Fonte: ISTAT.
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2003 2004 2005 2006 2007
Lombardia 378.507 476.690 594.279 665.884 728.647
Provincia di Pavia
13.075 18.666 22.695 26.335 30.187
Garlasco 266 349 421 473 556
Tabella 6. cittadini stranieri residenti in Lombardia, Provincia di Pavia e Garlasco. Fonte:
ISTAT
La tabella 6 mostra il numero di cittadini stranieri residenti in Lombardia, in Provincia di
Pavia e a Garlasco; il dato è disponibile solo a partire dal 2003, ma è sufficiente per
verificare come i residenti stranieri siano più che raddoppiati nel corso di un
quinquennio; l‟analisi più dettagliata indica una presenza maggiore di maschi rispetto
alle femmine ed una concentrazione nella fascia di età di prima infanzia e tra i trenta e i
quaranta anni.
4. Le dinamiche economiche
Garlasco appartiene all‟area distrettuale vigevanese, (come definita dalla Regione
Lombardia), che comprende altri otto comuni della provincia di Pavia (Borgo San Siro,
Cassolnovo, Cilavegna, Gambolò, Gravellona Lomellina, Parona e Vigevano), occupa
una superficie di 270 kmq, conta 95.425 abitanti (ISTAT, 2004) e viene definita come
specializzazione produttiva quella meccanico calzaturiera.
Si tratta di un territorio con una consolidata tradizione industriale e un articolato
patrimonio imprenditoriale; nel distretto operano (Censimento ISTAT 2001) più di 7.400
unità locali con più di 29.000 addetti. La densità territoriale degli insediamenti produttivi
è di 27,7 unità locali per kmq. Il tasso di imprenditorialità è superiore al valore medio
provinciale (8,26 unità locali ogni 100 abitanti).
Il settore manifatturiero concentra quasi il 30% degli addetti del distretto, mentre l'11% è
occupato in altre industrie (soprattutto le costruzioni) e poco più del 49% nei servizi.
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Nel territorio del Comune di Garlasco sono presenti (dati ISTAT 2001 - tabelle 7 e 8)
832 unità locali delle imprese e delle istituzioni (di cui la metà circa costituite da un solo
addetto e 22 con più di 20 addetti).
- l‟unità locale rappresenta il luogo nel quale un‟unità giuridico economica (impresa o istituzione) esercita
una o più attività economiche.
- l‟ istituzione non profit rappresenta un‟unità giuridico economica che produce beni e servizi destinabili o
non destinabili alla vendita, non ha facoltà di distribuire profitti o altri guadagni (associazioni,
fondazioni, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, …)
- l‟istituzione pubblica rappresenta un‟unità giuridico economica la cui funzione principale e quella di
produrre beni e servizi non destinabili alla vendita e/o di ridistribuire il reddito (Camera di Commercio,
Comune, Ministero, Provincia, Università pubblica …).
La maggiore concentrazione si rileva nel settore industriale manifatturiero, nelle
costruzioni e soprattutto, nel settore commerciale.
Unità locali delle imprese
agrico
ltura
e
pesca
ind
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ind
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7 - 121 1 124 255 39 9 18 214 788
Tabella 7. Unità locali delle imprese per settore di attività economica presenti a Garlasco.
Fonte: ISTAT Censimento generale dell‟industria e dei servizi 2001
Unità locali delle istituzioni
pubbliche nonprofit
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5 5 1 _ 3 17 1 12 _ _ 44
Tabella 8. Unità locali delle istituzioni presenti a Garlasco. Fonte: ISTAT Censimento
generale dell‟industria e dei servizi 2001
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Il confronto dei dati rilevati nei censimenti 1991 e 2001 (tabelle 9 e 10) consente
l‟individuazione delle dinamiche economico lavorative nel Comune di Garlasco.
Occorre però precisare che i dati relativi al Censimento della popolazione 1991 (tabella
9) sono relativi agli attivi (che comprendono gli occupati più i disoccupati), mentre i dati
relativi al 2001 (tabella 10) riguardano i soli occupati (definiti anche addetti nelle
tabelle dei Censimenti); nell‟effettuare il confronto dei dati è quindi necessario valutare
questa discrepanza.
Dai dati del 1991 si rileva che gli occupati sono 3.751 ed i disoccupati sono 248. Nel
2001 gli occupati sono 3719, con un calo di 32 unità a fronte di una popolazione
residente che è passata da 9.556 a 9.207 unità, il che indica una sostanziale stabilità del
mercato occupazionale.
Da un‟analisi relativa alle singole sezioni di attività economica si rileva che il maggior
decremento di occupati si è verificato nei settori relativi all‟agricoltura ed alle attività
manifatturiere; i maggiori incrementi si rilevano nei settori sanità e servizi sociali e
servizi domestici presso famiglie: questo dato conferma per Garlasco quanto si rileva a
livello territoriale diffuso e rappresenta presumibilmente una dinamica che tenderà a
consolidarsi in futuro. Nei Comuni si dovrà quindi far fronte ad una domanda di servizi
(in particolare per la popolazione anziana ma non solo) crescente; è, d‟altro canto,
auspicabile che si attivino politiche territoriali volte a consolidare ed favorire lo sviluppo
delle attività industriali ed anche agricole.
Fino al 1981 le classificazioni relative al rilevamento erano molto diverse pertanto non
risulterebbero significativi i confronti.
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Sezioni di attività economica
Agrico
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207 _ 3 1.558 48 309 593 148 169 102 196 158 147 182 174 5 _ 3.999
Tabella 9. Attivi* a Garlasco per sezioni di attività economica. Fonte: ISTAT
Censimento 1991
* il dato è relativo alla somma degli occupati più i disoccupati
Sezioni di attività economica
Agrico
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148 7 16 1.254 34 314 586 179 137 110 193 147 156 253 153 31 1 3.719
Tabella 10. Occupati a Garlasco per sezioni di attività economica. Fonte: ISTAT
Censimento 2001
PGT Documento di Piano –marzo 2011
15
I dati relativi al pendolarismo (prevalentemente spostamenti dovuti a motivi di studio o
lavoro) indica che, delle 4.300 persone residenti nel Comune che si spostano
giornalmente, il 53% ha destinazione interna al Comune stesso (tabella 11)
Luogo di destinazione
Nello stesso comune
di dimora abituale Fuori del comune Totale
2.341 1.976 4317
Tabella 11. Popolazione residente che si sposta giornalmente per luogo di destinazione.
Fonte: ISTAT Censimento 2001
5. Gli Insediamenti
Il territorio di Garlasco ha un‟estensione di 39 Kmq, di cui più di 7 interni al perimetro di
Iniziativa Comunale (IC) del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco del Ticino.
All‟interno del Perimetro IC il tessuto urbano consolidato (al netto della viabilità ) ha
un‟estensione di 3.307.711 mq all‟interno dei quali la superficie fondiaria delle aree
prevalentemente residenziali è il 55%, delle aree prevalentemente industriali il 28%,
delle aree prevalentemente commerciali il 4%, delle aree per servizi privati il 4%, delle
aree per servizi pubblici il 9%.
La frazione Bozzola ha un‟estensione interna al perimetro I.C. pari all‟8% del totale; è
fortemente caratterizzata dalla presenza del Santuario; l‟accessibilità è garantita dalla
presenza a nord della S.P.206 (Vigevano – Pavia) e da sud dalla S.P. 176 proveniente da
Garlasco. Il tessuto urbano consolidato è prevalentemente residenziale con scarsa
presenza di attività artigianali e commerciali.
La frazione San Biagio ha un‟estensione interna al perimetro I.C. analoga a quella della
Bozzola (8% del totale), Il tessuto urbano consolidato è quasi completamente
residenziale con insediamenti sviluppatisi in forma lineare lungo l‟asse viabilistico
principale (S.P. 185).
PGT Documento di Piano –marzo 2011
16
Bozzola San Biagio Garlasco Totale
Sup. fond. tessuto consolidato
prevalentemente residenziale
mq
155.706 155.393 1.513.156 1.824.256 55 %
Sup. fond. tessuto consolidato
prevalentemente industriale mq
39.061 10.862 862133 912.057 28 %
Sup. fon. tessuto consolidato
prevalentemente commerciale
mq
1.093 0 135.547 136.640 4 %
Sup. fond. tessuto consolidato destinato a
servizi privati mq
0 0 141.521 141.521 4 %
Sup. fond. tessuto consolidato destinato a
servizi pubblici mq
63.634 20.859 208.746 293.239 9 %
Sup. fond. tessuto urbano consolidato totale
mq 259.494 187.114 2.861.103 3.307.711 100 %
Tabella 7. superficie fondiaria del tessuto urbano consolidato suddivisa per
tipologie di funzioni e località
6. La struttura commerciale
Sono presenti nel Comune di Garlasco 138 attività commerciali di vicinato (di cui una
nella frazione San Biagio e tre alla frazione Bozzola) cosi suddivise: 106 non alimentari,
11 di tipo misto e 21 alimentari.
Sono inoltre presenti tre distributori, tre edicole, due farmacie e cinque tabaccherie; le
medie strutture di vendita sono 14; i pubblici esercizi sono 52
PGT Documento di Piano –marzo 2011
17
Si riportano di seguito gli elenchi delle attività, forniti dagli Uffici comunali, relativi agli
esercizi di vicinato, alle medie strutture di vendita, alle attività non sottoposte al D.lgs
114/98 (tabaccherie, farmacie, distributori di carburante), ai pubblici esercizi.
INSEGNA INDIRIZZO SETTORE
ARCOBALENO VIA PAVIA, 54 NON ALIMENTARE
GIRANI MOBILI VICOLO DEL TEATRO, 8 NON ALIMENTARE
GUALINI VIA DORNO, 68 NON ALIMENTARE
GUALLA ILLUMINAZIONE VIA L. DA VINCI, 157 NON ALIMENTARE
LAZZARONI ABBIGLIAMENTO
VIA L. DA VINCI, 69 NON ALIMENTARE
MOBILI BELLOTTI VIA BORGO SAN SIRO, 15 NON ALIMENTARE
MOBILI CURTI VIA L. DA VINCI, 60 NON ALIMENTARE
MONDOBRICO VIA TROMELLO, 45 NON ALIMENTARE
SUPERMERCATO FAMILA VIA PAVIA MISTO
SUPERMERCATO DIPERDI
VIA SAN PIETRO, 16 MISTO
SUPERMERCATO CARREFOUR
VIA TROMELLO, 39 MISTO
SUPERMERCATO LD VIA TROMELLO, 10 MISTO
PRACCHI DISCOUNT VIA L. DA VINCI, 16 MISTO
Medie strutture di vendita (da 150 a 1.500 mq di superficie di vendita) presenti nel
Comune di Garlasco (fonte: Ufficio Tecnico comunale)
EDICOLE
EDICOLA VIA BOZZOLA 13 EDICOLA
EDICOLA CARESANA C.SO CAVOUR, 69 EDICOLA
LIBRERIA ATTUALITA' C.SO CAVOUR 135 EDICOLA
(fonte: Ufficio Tecnico comunale)
INSEGNA INDIRIZZO SETTORE
A & D C.SO CAVOUR, 67 NON ALIMENTARE
ABBIGLIAMENTO VIA PARINI 2 NON ALIMENTARE
UNIVERSAL SHOP CORSO CAVOUR, 212 NON ALIMENTARE
AGRIGARDEN VIA ARTIGIANATO, 5 NON ALIMENTARE
ALBANESI VIA BOZZOLE 1 NON ALIMENTARE
ALBERTI ACQUE VIA MAZZINI 3 ALIMENTARE
ALIMENTARE VIA ALAGNA 33 MISTO
PGT Documento di Piano –marzo 2011
18
INSEGNA INDIRIZZO SETTORE
ALIMENTARI VIA REALETTA 50 MISTO
ANTICHITA' MORANDI VIA L. DA VINCI 29 NON ALIMENTARE
ANTIQUARIO VIA S.MARIA 15 NON ALIMENTARE
ARNO' ARREDAMENTI VIA L. DA VINCI, 45 NON ALIMENTARE
ALITRA VICOLO DEL COCCORSO 15 NON ALIMENTARE
ARTICOLI PER LA CASA C.SO CAVOUR NON ALIMENTARE
JUNIOR VIP C.SO CAVOUR, 95 NON ALIMENTARE
ATIS VIA BORGO SAN SIRO 56 NON ALIMENTARE
AUTO RIZZO C.SO CAVOUR 131 NON ALIMENTARE
AUTO SQUICCIARINI VIA BOZZOLE 73 NON ALIMENTARE
BALLARDINI VIA S.TA MARIA, 9 NON ALIMENTARE
BEAUTY CENTER VOGUE VIA BOZZOLE 4 NON ALIMENTARE
BENETTON C.SO CAVOUR 122 NON ALIMENTARE
BENETTON INTIMO C.SO CAVOUR, 144 NON ALIMENTARE
BUFFETTI C.SO CAVOUR 45 NON ALIMENTARE
BUGADA AUTO VIA TROMELLO 88 NON ALIMENTARE
BULGARINI AUTO VIA GRASSANO 6 NON ALIMENTARE
CACCIA E PESCA VIA MARCONI 5 NON ALIMENTARE
BABEL P.ZA REPUBBLICA 15 NON ALIMENTARE
CALZATURE PILLA C.SO CAVOUR 166 NON ALIMENTARE
CALZATURE PILLA VIA SAN ROCCO, 2 NON ALIMENTARE
ZOO GARDEN VIA L. DA VINCI, 48 NON ALIMENTARE
CARTOLERIA PRIGIONI LARGO I° MAGGIO 24 NON ALIMENTARE
CARTOTECNICA VIA BOZZOLE 51 NON ALIMENTARE
CASA DEL CAFFE' C.SO CAVOUR 156 ALIMENTARE
CASA DEL CORREDO C.SO CAVOUR 90 NON ALIMENTARE
CASETTO ABBIGLIAMENTO C.SO CAVOUR 164 NON ALIMENTARE
CASETTO SCARPE C.SO CAVOUR 101 NON ALIMENTARE
CENTRO ZOOTECNICO VIA L. DA VINCI, 36 NON ALIMENTARE
COLORIFICIO PANZARASA C.SO CAVOUR 76 NON ALIMENTARE
COMPUTERS C.SO CAVOUR, 99 NON ALIMENTARE
COUNTRY ROAD C.SO CAVOUR 158/b NON ALIMENTARE
STUDIO FOTOGRAFICO 900 C.SO CAVOUR 262 NON ALIMENTARE
D.B. LARGO I° MAGGIO 20 NON ALIMENTARE
D.P PNEUMATICI VIA L. DA VINCI 167 NON ALIMENTARE
DEVIS SPORT V.LO DELLA BELLA 23 NON ALIMENTARE
EDIL COMM VIA SOLFERINO 17 NON ALIMENTARE
ELEOTRONIC VIA BOZZOLE 9 NON ALIMENTARE
TECNOMEDICA C.SO CAVOUR 226 NON ALIMENTARE
ERBORISTERIA VALERIA C.SO CAVOUR 4 NON ALIMENTARE
EUROPHONE C.SO CAVOUR 176 NON ALIMENTARE
FARINA C.SO CAVOUR 191 MISTO
NANA’ VIA S.TA MARIA, 35 NON ALIMENTARE
FAVA MAURO VIA F.LLI VILLANI 14/6 NON ALIMENTARE
FERRAMENTA ANDREONI VIA BOZZOLE 31 NON ALIMENTARE
FERRARI MARKET VIA DON GENNARO, 41 ALIMENTARE
FILI E LANE CORSO CAVOUR, 175 NON ALIMENTARE
FIORISTA SANREMESE C.SO CAVOUR 114 NON ALIMENTARE
FIORISTA SCRIVANI C.SO CAVOUR 85 NON ALIMENTARE
FOTO COSTA C.SO CAVOUR 114 NON ALIMENTARE
FOTO RIPA VIA ROMA 22 NON ALIMENTARE
FOTOLAMPO C.SO CAVOUR 89 NON ALIMENTARE
FUORI MILANO C.SO CAVOUR, 95 NON ALIMENTARE
GALLOTTI BIKE VIA ALAGNA, 47 NON ALIMENTARE
BALLARDINI VIA S. MARIA 9 NON ALIMENTARE
GANDOLFI C.SO CAVOUR 142 NON ALIMENTARE
DUE G VIA LEONARDO DA VINCI NON ALIMENTARE
GIOIELLERIA BELLINZONA CORSO CAVOUR, 91 NON ALIMENTARE
GIRANINTERNI C.SO CAVOUR 93 NON ALIMENTARE
GOMMISTA TIENGO VIA BOZZOLE 6 NON ALIMENTARE
GUALLA ALIMENTARI C.SO CAVOUR 12 MISTO
I FILI DI MORGANA C.SO CAVOUR 146 NON ALIMENTARE
LA FONTE VIA BOZZOLA 103 ALIMENTARE
IL GATTO E LA VOLPE C.SO CAVOUR 137 NON ALIMENTARE
IL VIGNONE VIA BORGO SAN SIRO, 77 ALIMENTARE
ISAUTO VIA DORNO, 81 NON ALIMENTARE
LA BOTTEGA DELLA CARNE C.SO CAVOUR 104 ALIMENTARE
LA BOUTIQUE DELLA FRUTTA C.SO CAVOUR 94 MISTO
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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INSEGNA INDIRIZZO SETTORE
LA PARAFARMACIA PIAZZA GARIBALDI PARAFARMACIA
LA PLAYA DEL SOL P.TTA GROSSI 4 NON ALIMENTARE
L'ALBERO DEL PANE C.SO CAVOUR 136 ALIMENTARE
L'ALBERO DEL PANE C.SO CAVOUR 48 ALIMENTARE
L'ALBERO DEL PANE VIA TROMELLO 90 ALIMENTARE
L’OCA PAZZA VIA ROMA 34 ALIMENTARE
ELLECI VIA BOZZOLA 112 NON ALIMENTARE
DI TUTTO UN PO’ VIA BOZZOLE, 49 NON ALIMENTARE
MACELLERIA EQUINA VIA ALAGNA 1 ALIMENTARE
MAGNOLIA CORSO CAVOUR 112 NON ALIMENTARE
MANGIMI VIA ANTONA 35 MISTO
MARCHISELLI AUTO VIA L.DA VINCI 8 NON ALIMENTARE
MARENGO VIA DORNO 60 NON ALIMENTARE
MASSIMO GOMME VIA ALAGNA 21 NON ALIMENTARE
MERC. SANTAGOSTINO VIA BORGONUOVO 6 NON ALIMENTARE
MERCERIA CRISTINA C.SO CAVOUR 47 NON ALIMENTARE
MISITANO LEONE VIA CABASSA 38 NON ALIMENTARE
M.O.D. VIA DON GENNARO 18 NON ALIMENTARE
MONICA SPACCIO VIA TRAMIA, 70/B NON ALIMENTARE
MOTOLANDIA VIA L. DA VINCI 18 NON ALIMENTARE
NON SOLO COMPUTER CORSO CAVOUR, 158 NON ALIMENTARE
NUOVA INVERNIZZI VIA TRAMIA, 70/B NON ALIMENTARE
OGGETTISTICA SANTUARIO P.LE SANTUARIO NON ALIMENTARE
ONELIA CELLAMARE VIA DORNO 63/3 MISTO
ONORANZE FUNEBRI LA LOMELLINA
C.SO CAVOUR 71 NON ALIMENTARE
OREFICIERIA C.SO CAVOUR 103 NON ALIMENTARE
ORI DI VALENZA C.SO CAVOUR, 178 NON ALIMENTARE
OTTICA CHIOLINI C.SO CAVOUR 154 NON ALIMENTARE
OTTICA DE PONTI C.SO CAVOUR 110 NON ALIMENTARE
OTTICA DEL CENTRO P.ZZA REPUBBLICA 17 NON ALIMENTARE
P.M. ARREDAMENTI V.LO SS. TRINITA' NON ALIMENTARE
PANETTERIA ARENARE VIA BOZZOLE 34 ALIMENTARE
GUFO PIAZZA REPUBBLICA NON ALIMENTARE
PANETTERIA PASTICCERIA GUARDAMAGNA
C.SO CAVOUR 57 ALIMENTARE
PASTICCERIA SCHENA VIA V.VENETO 15 ALIMENTARE
PASTICCERIA VENTURINI VIA DE AMICIS 3/1 ALIMENTARE
PESCHERIA CRESCI LARGO I° MAGGIO 15 ALIMENTARE
POMPE FUNEBRI VIA PAVIA 29 e 31 NON ALIMENTARE
PROFUMERIA P.ZZA REPUBBLICA NON ALIMENTARE
PROFUMERIA ANNA C.SO CAVOUR 77 NON ALIMENTARE
PUNTO CASA VIA BORGO San SIRO 60 NON ALIMENTARE
GENCO VIA BORGO S.SIRO 19 NON ALIMENTARE
PUNTO CASA VIA BORGO S.SIRO 60 NON ALIMENTARE
RANCH BAZAR C.SO CAVOUR 107 NON ALIMENTARE
REINA E TACCHINI VIA L. DA VINCI 80 NON ALIMENTARE
RIO DEL VETRO VIA GALVANI NON ALIMENTARE
ROSY GIOIELLI C.SO CAVOUR 75 NON ALIMENTARE
SALA GIOCHI 3 BAR'S CORSO CAVOUR, 270 ALIMENTARE
SANITARIA MARKET C.SO CAVOUR 126 NON ALIMENTARE
SCAGNELLI CORSO CAVOUR, 140 NON ALIMENTARE
SPACCIO TASCHIERI VIA BORGO SAN SIRO 56 NON ALIMENTARE
STUZZIPIZZA CORSO CAVOUR ALIMENTARE
TECNOMEDICA CORSO CAVOUR 226/228 NON ALIMENTARE
V FASHION OUTLET VIA MARCONI NON ALIMENTARE
VALIGERIA GIRELLI C.SO CAVOUR 41 NON ALIMENTARE
VIA ROMA XXI VIA ROMA 11 NON ALIMENTARE
VIDEOTECA LARGO I MAGGIO NON ALIMENTARE
VIDEOTECA VIA VITT. VENETO 4/6 NON ALIMENTARE
LA FONTE VIA BOZZOLA 103 ALIMENTARE
FRAZIONE BOZZOLA
NEGOZIO BOZZOLE VIA CABASSA 41 MISTO
FRAZIONE SAN BIAGIO
NEGOZIO SAN BIAGIO VIA CHIESA 2 MISTO
NEGOZIO SAN BIAGIO VIA TICINO 57 MISTO
RISERIA SAN BIAGIO VIA TICINO 119/1 MISTO
PGT Documento di Piano –marzo 2011
20
Esercizi di vicinato (fino a 150 mq di superficie di vendita) presenti nel Comune di
Garlasco (fonte: Ufficio Tecnico comunale)
INSEGNA INDIRIZZO SETTORE MQ
DISTRIBUTORI
DISTRIBUTORE IP C.SO CAVOUR NON ALIMENTARE 13
DISTRIBUTORE ESSO VIA PAVIA - S.S. 596 MISTO - CARBUR. 45
DISTRIBUTORE SHELL VIA TROMELLO 8 NON ALIMENTARE 12
DISTRIBUTORE GPL VIA MULINO NON ALIMENTARE
FARMACIE
FARMACIA ARNERIO P.ZZA GARIBALDI 10 FARMACIA 45
FARMACIA BOZZANI C.SO CAVOUR 127 FARMACIA 35
TABACCHERIE
TABACCHERIA C.O CAVOUR 170 NON ALIMENTARE 27
TABACCHERIA C.SO CAVOUR 61 NON ALIMENTARE 43
TABACCHERIA C.SO CAVOUR 118 NON ALIMENTARE 54
TABACCHERIA VIA BOZZOLE 77 MISTO 25
TABACCHERIA BORDESE VIA CIRCONVALLAZIONE BOZZOLA, 12
NON ALIMENTARE 9
Attività non sottoposte al Dlgs 114/98 (farmacie, tabaccherie e distributori di
carburante); (fonte: Ufficio Tecnico comunale)
INSEGNA INDIRIZZO
Albergo Il Pino C.so Cavour 1
Pizzeria Luna Rossa Via Leonardo Da Vinci/Via Tromello
Ristopub il Bhno Via Realetta, 82
Bar Milan Via F.lli Villani 1
Bar della piazza Piazza Europa, 12
Bar Commercio P.zza della Repubblica 2
Blue Bar C.so Cavour 98
Bar Bordese Via Circonvallazione Bozzole, 12
Caffè del Ponte C.so Cavour 113
Caffè di Carlo Via De Amicis 10
Caffè Roma L.go I maggio 5
Casa del Caffè C.so Cavour 156
Chat Blanche Via Pavia 4
Cortez Cafè C.so Cavour, 137
Bar Todo Mundo C.so Cavour 234/2
Dietro l'angolo Via Roma 5
Bar Lo Scoglio Via L. Da Vinci
Roxy Bar Via Ticino 55
Bar Gobbi P.zza Repubblica 31
Gelateria Derby Piazza Repubblica
Pizzeria Marechiaro Via Reale 26
Bar Casablanca Via Bozzola 35
Bar Pasticceria Guardamagna
C.so Cavour 59
Bar Sport C.so Cavour 157
Il vignone via Borgo San Siro
PGT Documento di Piano –marzo 2011
21
INSEGNA INDIRIZZO
Rist. Pizzeria Lo Scoglio
Via L. da Vinci 47
Albergo Margherita Via Don Minzoni 2
Le Rotonde Via Leonardo da Vinci e Via Leopardi
Queen Pub Via Roma 37
Caffè Vittoria Via Alagna
Art Cafè C.so Cavour 37
Pepe Club Via Dorno 23
Bar del Santuario P.le M.d. Bozzola 5
Piccola Trattoria Via Cantone 37
Pizzeria Altamarea Via Dorno 67
Bar Jolly L.go I° maggio 21
Tiger bar S.S.596 - Via Pavia
Tratt. del Pescatore Via Don Gennaro 15
Tartaruga Cafè C.so Cavour 132
Birreria Thomasbrau Via Santa Maria 56
Bar Gabri C.so Cavour 89 bis
Bastoncini d'Oro Via L. da Vinci 70
Punto Zero C.so Cavour 106
Fit Club Integra Via Mulino
Circolo ACLI Via Bozzola
Circolo sportivo Via Pagliazzo
Exclusive Via Tromello, 3
Pubblici esercizi (fonte: Ufficio Tecnico comunale)
Dei 149 esercizi di vicinato, tabaccherie, farmacie e distributori il 60% è localizzato in
corso Cavour, che si conferma pertanto come asse commerciale principale: la funzione
commerciale di questa parte del nucleo urbano centrale costituisce una risorsa da
sostenere ed incentivare (coerentemente con quanto contenuto nel D.C.R. del 13.3.07 n.
VIII/352 Indirizzi generali per la programmazione urbanistica del settore commerciale
ai sensi dell’art. 3 comma 1 della l.r. 14/99).
L‟insediamento di attività commerciali nel centro urbano assume anche un ruolo trainate
e di aggregazione sociale, in particolar modo se ciò avviene attraverso l‟integrazione
della funzione relativa al commercio di vicinato con altre attività e con il mercato
ambulante.
Il mercato si svolge il martedì mattina in piazza della Repubblica ed ha un bacino di
utenza esteso anche ai comuni limitrofi: anche per questo la funzione del marcato
ambulante è da considerarsi fondamentale per la rivitalizzazione del centro urbano.
Al fine di valorizzare le attività commerciali e adeguare le sedi deputate allo svolgimento
del mercato ambulante, appare opportuno valutare la rilocalizzazione e la previsione di
parcheggi pubblici, da individuare in aree non più fortemente centrali, ma in zone esterne
PGT Documento di Piano –marzo 2011
22
al nucleo di più antica formazione (come ad esempio Piazza Togliatti e Piazza Europa),
in modo tale che possa essere fornita adeguata risposta alla domanda di parcheggio
(connessa anche alla fruibilità delle attività commerciali), valorizzando gli spazi
pubblici.
Il P.G.T sostiene lo sviluppo degli esercizi di vicinato (consentendone l‟insediamento
nella maggior parte della città consolidata e della città della trasformazione) che
rappresentano la categoria di attività che più pesantemente ha subito le ricadute negative
della diffusione dei centri commerciali
In particolare devono essere salvaguardati i “negozi storici” (come previsto dal D.c.r.
21.11.07 n. 8/5913 Criteri urbanistici per l’attività di pianificazione e di gestione degli
Enti Locali in materia commerciale ) ovvero quegli esercizi commerciali che presentano
caratteristiche di eccellenza sotto il profilo storico e architettonico e che costituiscono
significativa testimonianza dell‟attività commerciale lombarda; di questi devono essere
salvaguardati i caratteri costruttivi e decorativi di interesse storico – architettonico, gli
elementi di arredo originali e le merceologie tradizionali
Le 14 medie strutture di vendita presenti nel territorio comunale sono prevalentemente
localizzate sulla viabilità più agevolmente accessibile con automobile (via Leonardo Da
Vinci, via Pavia, via Dorno, via Borgo San Siro, via Tromello)
Dei 52 pubblici esercizi 13 sono localizzati in corso Cavour 8 in via Leonardo da Vinci
e gli altri in maniera abbastanza omogenea nel tessuto consolidato.
Non sono presenti nel territorio di Garlasco Grandi Strutture di vendita; il comune di
Garlasco rientra comunque nel bacino di utenza delle due grandi strutture di vendita
situate nel comune di Vigevano lungo la S.S. 494.
7. La città storica
La città di Garlasco presenta un impianto urbanistico regolare basato sulla ortogonalità
delle strade di tipo “ippodameo”. Sistemi di urbanistica regolare, fondati sull‟incrocio
ortogonale, sono documentati sin dalla fine del VI secolo a.c. Nella pianta regolare si
ritrova il prototipo degli accampamenti romani: sul principale asse di collegamento est –
ovest (“decumano” – grande via di comunicazione) si attestano, perpendicolarmente ad
esso, una serie di vicoli e strade (“cardini”) spesso a fondo chiuso. Così è la struttura
urbana di Garlasco, costituita da un principale asse storico di collegamento est – ovest
PGT Documento di Piano –marzo 2011
23
(via Cavour) su cui si innestano perpendicolarmente, nel nucleo storico, i numerosi
vicoli, ed esternamente al nucleo storico, le vie di comunicazione con il territorio.
Il nucleo di più antica formazione corrisponde ad una zona il cui perimetro è definito dal
quadrilatero delle vie Don Giuseppe Gennaro, Roma, Asilo, Vittorio Veneto, Madonna
della Bozzola.
All‟interno del primo nucleo di sviluppo il primo “centro” delle attività cittadine ad
avere rilevanza urbana è la piazza S. Rocco, retrostante la chiesa parrocchiale di S. Maria
Assunta, sulla quale si affaccia la chiesa di San Rocco. La presenza, unitamente alla
chiesa, di un edificio pubblico, definisce il carattere molto rappresentativo della Piazza,
che viene mantenuto fino a metà del sec. XIX, prima che fosse realizzata la piazza della
Repubblica. La nuova Piazza ribalta sull‟asse di corso Cavour, principale asse di
collegamento viabilistico, il “centro” della città. La Piazza San Rocco, ridotta nelle
dimensioni dall‟edificazione, all‟inizio del XVIII secolo, della nuova chiesa Parrocchiale
che invade con la parte absidale la Piazza, perde la rilevanza di principale Piazza
cittadina, ma conserva interessanti caratteristiche urbanistico – architettoniche: tuttora
questa parte del nucleo storico rivela la sua antica storia.
Sull‟asse storico est – ovest, che da sempre ha rappresentato la principale via di
comunicazione, si sono concentrate le attività commerciali.
Al centro di prima formazione si aggiungono gli insediamenti che costituiscono la prima
più antica espansione; vi sono quindi insediamenti che si svilupparono lungo l‟asse est
ovest in forma lineare, e insediamenti sorti nei pressi degli assi di penetrazione in città
dalle campagne (strada delle Bozzole, strada da san Biagio, da Dorno, da Alagna).
La zona nord – est del territorio (frazione Bozzola e luoghi limitrofi) è luogo di tutela
archeologica (come individuato nella tavola DP 3); sono infatti stati effettuati
ritrovamenti di epoca celtica e romana. Si rende quindi necessario porre le adeguate
tutele per ogni intervento di scavo connesso ad attività edilizia o di altro tipo. Nella
stessa zona, nella frazione Bozzola, il Santuario rappresenta un‟emergenza urbanistico –
architettonica rilevante, meta di pellegrinaggi; le sue origini risalgono al XV secolo, fu
ampliato all‟inizio del XVII, successivi ampliamenti furono effettuati nei secoli
successivi (1662 torre campanaria, 1720 inizio cupola ottagonale, 1860 prolungamento
della navata e costruzione dei bracci del transetto). L‟aspetto definitivo viene conferito
nel 1890 con la costruzione della facciata.
PGT Documento di Piano –marzo 2011
24
La città storica (Allegato DP 2) è costituita dalla città interna alle antiche mura, dal
tessuto storico della frazione san Biagio e dalle ville storiche che rappresentano elementi
emergenti rispetto al tessuto circostante
Nei seguenti elaborati sono individuate le tipologie connesse alle funzioni
- tavola DP-CS 1 - capoluogo- tipologie e funzioni
- tavola DP-CS 2 – edifici esterni - tipologie e funzioni
- tavola DP-CS 3 - San Biagio - tipologie e funzioni
Gli elementi individuati nelle tavole sono:
7.1 Capoluogo:
Chiese:
1) Chiesa parrocchiale di S.Maria Assunta. 1783. Edificata sul sedime della precedente
S. Maria intra Muras diventa parrocchia nel 1509. Alla fine del XVIII sec. la nuova
chiesa sottrae spazio alla piazza S. Rocco a favore dell‟area prospiciente il sagrato
della chiesa posta sul principale asse di collegamento est – ovest (che a metà dell‟
„800 diventa “piazza della Repubblica”)
2) Chiesa di s. Rocco. 1570.
3) Chiesa della SS. Trinità; fondata nel 1612, riedificata nel 1712.
Edifici pubblici:
1) Municipio: l‟edificio più a nord sulla piazza Piccola giace sul sedime del quadrilatero
dell‟antico Castello quasi totalmente distrutto all‟inizio del XVI sec. Dell‟antico
castello è rimasto intatto il torrione sul lato ovest.
2) L‟edificio più a sud è realizzato nel 1860 unitamente alla piazza della
Repubblica, che dalla metà del XIX sec. diviene il nuovo centro cittadino.
3) Edifici pubblici più rappresentativi fino alla fine del XVIII sec. quando vengono
ridotte le dimensioni della piazza S. Rocco con l‟edificazione della chiesa
Parrocchiale. Attualmente una parte è sede di associazioni, una parte, sul lato est,
ospita residenze comunali.
4) Teatro Martinetti: l‟edificio ospita, oltre al teatro, la biblioteca ed un‟associazione
culturale. Realizzato alla fine dell‟800 su una preesistente struttura con funzioni
analoghe. Alla fine degli anni ‟50 si interrompono le rappresentazioni teatrali e
PGT Documento di Piano –marzo 2011
25
l‟edificio viene utilizzato per funzioni diverse fino alla completa dismissione.
Viene poi recuperato ed inaugurato nel 2006
Scuola Media
Edifici organizzati in più piani (massimo 3) dalla tipologia a schiera per lo più privi
di proprie pertinenze affacciati lungo vie o vicoli stretti. Sono caratterizzati dalla forte
parcellizzazione della proprietà. In molti casi si rileva un cattivo stato di conservazione.
Edifici in linea o organizzati in più piani (massimo 3) spesso con proprie pertinenze
interne rispetto alla viabilità pubblica, ad uso collettivo non esclusivo di una singola
unità. Edifici, privi di valore storico architettonico, che per la loro altezza (5, 6, 7 piani)
presentano caratteri di eccezionalità rispetto al contesto in cui sono inseriti
Edifici con funzioni prevalentemente terziarie che per il loro valore storico
architettonico presentano caratteri di eccezionalità rispetto al contesto in cui sono inseriti
1) Edificio che costituisce l‟unica parte realizzata del porticato neoclassico previsto
all‟interno del progetto di piazza della Repubblica (1859)
2) Residuo di torrione a nord del torrione di piazza Piccola giacente all‟angolo nord
ovest dell‟antico castello
3) Edificio prevalentemente sede di uffici. Il prospetto principale si articola
sull‟impiego di parti in laterizio a vista sporgenti (lesene, marcapiani, pilastri
d‟angolo) e campiture ad intonaco, secondo la maniera tipica lombarda di inizio „900
Sedime dell’antico Castello distrutto all‟inizio del XVI sec.. Ne rimane traccia nella
giacitura degli edifici ora esistenti, nel torrione adiacente il Municipio e nel residuo di
torrione a nord di questo.
PGT Documento di Piano –marzo 2011
26
7.2 San Biagio
Chiese
Edifici in linea e a corte allineati lungo il bordo stradale con spazio privato interno, ad
uso prevalentemente residenziale.
Ville ed edifici monofamiliari
7.3 Edifici esterni al centro storico
Ville
Edifici residenziali monofamiliari risalenti ai primi decenni del secolo corso con
presenza di elementi decorativi costituiti da fregi, disegni e bassorilievi e con giardino di
pertinenza; all‟epoca della loro realizzazione erano elementi isolati, attualmente
rappresentano elementi emergenti rispetto al tessuto circostante
Complesso rurale di valore storico
Complesso di edifici rurali composto da edifici già adibiti all‟uso agricolo con residenza
dei conduttori dell‟attività agricola, attualmente dismesso ed inglobato nel tessuto urbano
consolidato
A causa del protratto abbandono la vegetazione ha invaso parte degli edifici; le coperture
non evidenziano comunque segni di cedimento
Il Complesso composto dall‟edificio delle stalle, il fienili, e l‟edificio delle abitazioni;
tutti gli edifici seguono l‟orientamento est – ovest
I fienili e le stalle definiscono la corte principale, le residenze prosepettano una sorta di
corte secondaria a sud delle stalle
Tutti gli edifici hanno coperture in coppi in cotto e vi si possono rilevare alcuni elementi
decorativi e architettonici di pregio
Il complesso possiede un accesso carrabile da via Parini, sul lato ovest; l‟accesso
carrabile è costituito da arco in laterizio; la recinzione è costituita da mattoni intonacati
L‟edificio sul lato nord è costituito da portico ampio ed alto; il fronte su via Parini è
costituito da facciata in mattoni non intonacata con timpano con decorazioni in cotto
PGT Documento di Piano –marzo 2011
27
Le stalle hanno coperture a volta con portico su entrambi i lati lunghi dell‟edificio a sud
e nord
Le abitazioni, costituite da edificio in linea su due piani, hanno decorazioni geometriche
alternate a mattoni a vista sul piano superiore; la facciata al piano terra è intonacata
Il recupero del complesso dovrà avere carattere unitario nel rispetto edifici e degli spazi
liberi esistenti e degli elementi architettonici e decorativi di pregio.
8. Le risorse ambientali
8.1 Rete “Natura 2000”
Nel territorio sono presenti tre siti inseriti nella rete ecologica europea “Natura 2000”
istituita con una Direttiva Europea (Direttiva “Habitat” 92/42/CEE): si tratta di un
complesso di siti caratterizzati dalla presenza di habitat e specie sia animali che vegetali
di interesse comunitario, la cui funzione è quella di garantire la sopravvivenza a lungo
termine della biodiversità presente sul continente europeo.
I tre siti sono: due Siti di Importanza Comunitaria (SIC) nella zona est (sito n° 30 codice
IT2080016 “Boschi del Vignolo” – piano di gestione approvato con DGR 2001/5983) e
sud est (sito n° 29 codice IT2080015 “San Massimo” – piano di gestione approvato con
DCR 2003/919 e DGR 2001/5983); i SIC sono istituiti al fine di ripristinare o mantenere
un habitat naturale in uno stato di conservazione soddisfacente;
E‟ presente inoltre nel territorio una Zona di Protezione Speciale (ZPS “Boschi del
Ticino” IT2080301); le ZPS sono istituite al fine di tutelare in modo rigoroso i siti in cui
vivono le specie ornitiche e per la protezione delle specie migratrici con particolare
riferimento alle zone umide di importanza internazionale .
8.2 Torrente Terdoppio
Nella porzione sud ovest del territorio scorre il Torrente Terdoppio: si tratta di un corso
d'acqua naturale che per estese porzioni del suo sviluppo è stato ampiamente modificato
dall'uomo; questa artificializzazione non ha riguardato solamente la morfologia
dell'alveo e delle sponde, ma si è estesa anche al regime idrologico, che oggi è solo
PGT Documento di Piano –marzo 2011
28
parzialmente dipendente dagli eventi naturali che interessano il comprensorio
direttamente drenato.
Nel tratto che attraversa il territorio a sud di Vigevano sino alla chiusa di Batterra in
comune di Garlasco, il Torrente, acquisite le dimensioni e le caratteristiche del fiume di
pianura, accanto a scarsi elementi di naturalità dell'alveo e delle sponde mostra
ampissime porzioni pesantemente alterate dagli interventi antropici; qui risultano
evidenti gli impatti dovuti alle rettifiche, alla presenza delle chiuse, all'artificializzazione
del regime idrologico, alla devegetazione delle sponde ed all'uso agricolo intensivo delle
superfici attraversate. Tolte poche eccezioni, il Torrente è pressochè privo di fascia
ripariale e di una seppur modesta fascia esondabile ed è stato in gran parte irrigidito ed
arginato da interventi attuati dai frontisti;
Il corso del Torrente, nel Comune di Garlasco, ricade comunque interamente all‟esterno
della zona di Iniziativa Comunale del P.T.C. del Parco del Ticino, pertanto il territorio
che esso attraversa è tutelato dalla normativa del P.T.C. stesso.
La Provincia di Pavia ha avviato lungo il Terdoppio, nel tratto ricadente nei comuni di
Alagna, Garlasco e Tromello un progetto di riqualificazione.
Il Comune di Garlasco è interessato per il tratto di torrente compreso tra la via Alagna –
Cascina reale ed il confine con Tromello (come individuato nella tavola DP 7).
Nell‟ambito del progetto di riqualificazione è stato realizzato un percorso ciclopedonale
con l‟impianto di alberi e arbusti, la manutenzione della vegetazione naturale dove
ancora esistente, la sistemazione delle sponde
8.3 Parco del Ticino e rete ecologica
L‟intero territorio di Garlasco è inserito all‟interno del Piano Territoriale di
Coordinamento del Parco Lombardo della Valle del Ticino. Pertanto il P.G.T. assume,
relativamente al territorio esterno al perimetro di Iniziativa Comunale (I.C.), gli
orientamenti e le prescrizioni del Parco.
Il territorio interno al perimetro IC ha un‟estensione di circa 7,3 Kmq.
Il Parco del Ticino individua i seguenti elementi della rete ecologica:
- il Terdoppio, nella zona sud ovest del territorio Comunale, che costituisce un corridoio
fluviale principale;
PGT Documento di Piano –marzo 2011
29
- il territorio agricolo a nord, attraversato dalla S.P. 206 (via Leonardo da Vinci), dalla
S.P. 176 (via Madonna delle Bozzole) e dalla S.P. 186 (via San Biagio), che deve essere
consolidato per poter mantenere aree cuscinetto (buffer zones) anche al fine di realizzare
corridoi ecologici di connessione;
- due fasce per consolidare e promuovere corridoi ecologici secondari sono individuate
sul confine comunale presso Borgo San Siro e sul territorio agricolo attraversato dalla
S.P 176 dove si individua un varco da preservare e in cui realizzare interventi per il
potenziamento della connettività della rete ecologica.
8.4 Rete Ecologica Regionale nel territorio di Garlasco
Come evidenziato nel documento di Valutazione Ambientale Strategica, lo Schema
Direttore della Rete Ecologica della Lombardia individua sul territorio comunale un
corridoio primario, elementi di primo livello ed elementi di secondo livello.
- I corridoi primari (come definiti nell‟allegato alla D.G.R 8/8515 del 26.11.2008
“Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali”),
elementi fondamentali della rete, sono i corridoi e le connessioni ecologich, che
hanno il compito di consentire la diffusione spaziale di specie altrimenti incapaci di
rinnovare le proprie popolazioni locali, e più in generale di meglio governare i
flussi di organismi, acqua e sostanze critiche; hanno una profondità di 500 m a lato
dalle linee primarie di connettività e costituiscono ambiti su cui prevedere:
- condizionamenti alle trasformazioni attraverso norme paesistiche o specifiche;
- il consolidamento-ricostruzione degli elementi di naturalità.
Il corridoio primario presente sul territorio di Garlasco è localizzato sul confine
nord con andamento est ovest, all‟esterno del perimetro di Iniziativa Comunale del
Parco del Ticino, sottoposto quindi alla normativa del P.T.C. del Parco stesso.
- Gli elementi di primo livello sono aree prioritarie per la biodiversità in pianura e
Oltrepò: costituiscono ambiti su cui prevedere:
- condizionamenti alle trasformazioni attraverso norme paesistiche o specifiche;
- consolidamento-ricostruzione degli elementi di naturalità;
Nel Comune di Garlasco sono presenti due elementi di primo livello: uno ad est
verso il corso del fiume Ticino (denominato AP 31 Valle del Ticino) ; l‟altro
elemento di primo livello coincide col territorio attraversato dal torrente Terdoppio.
PGT Documento di Piano –marzo 2011
30
Entrambi sono collocati all‟esterno del perimetro di Iniziativa Comunale del Parco
del Ticino, sottoposto quindi alla normativa del P.T.C. del Parco stesso.
- Gli elementi di secondo livello costituiscono ambiti complementari di permeabilità
ecologica in ambito planiziale in appoggio alle Aree prioritarie per la biodiversità,
costituiscono un orientamento per le pianificazioni di livello sub-regionale. Nel
territorio di Garlasco e presente un elemento di secondo livello sul confine nord con
andamento est ovest in corrispondenza del corridoio primario.
L‟ambito AT1 e parte dell‟ambito AT2 sono collocati all‟interno di un corridoio
primario della Rete Ecologica Regionale, la loro attuazione è pertanto subordinata alla
necessità di attuare degli interventi di rinaturalizzazione e compensativi (all. 7 D.g.r.
8/10962 del 30.12.2009); i piani attuativi dovranno quindi prendere in considerazione
l‟entità delle trasformazioni indotte verificando sia le alterazioni introdotte nell‟assetto
delle configurazioni in cui si collocano, che la loro capacità di porsi in composizione con
il contesto. Nella fase attuativa si dovrà quindi valutatare:
- l‟adozione, tra le alternative possibili, di quelle di minor impatto con l‟assetto
paesistico, ponendosi in rapporto di aderenza alle forme strutturali del paesaggio
interessato, al fine di contenere l‟uso di manufatti di grande percepibilità ed estraneità
con il contesto;
- misura ed assonanza con le caratteristiche morfologiche dei luoghi: occorre che gli
interventi proposti si mostrino attenti a porsi in armonia con il contesto sia per le scelte
dimensionali dei volumi che per le scelte delle caratteristiche costruttive e tipologiche
dei manufatti, coerenti con i caratteri e i valori del luogo e della loro percezione visuale;
- scelta e trattamento dei materiali e colori dei manufatti, selezione e disposizione delle
essenze vegetazionali per le sistemazioni esterne, anche ai fini di mitigazione
dell‟impatto visuale e di stabilire continuità con le situazioni di immediato contesto.
9. Il sistema infrastrutturale
L‟asse di collegamento est – ovest costituito dalla S.S. 596 è l‟asse viabilistico storico
(che diventa via Cavour in area urbana), che garantisce i collegamenti con Gropello
Cairoli (e quindi con l‟autostrada A7 Milano – Genova) e Pavia ad est e Mortara ad ovest
PGT Documento di Piano –marzo 2011
31
(poli nodali anche all‟interno del sistema ferroviario in cui invece Garlasco ha un ruolo
marginale).
La S.P. 206 da Vigevano verso Dorno attraversa Garlasco da nord ovest a sud est
formando nel tratto urbano la circonvallazione sud (viale Leonardo da Vinci) che
mantiene una buona funzionalità ma che è vicino a livelli di saturazione nelle ore di
punta (come evidenziato negli studi sul traffico veicolare rilevato nel 2007, connessi alla
predisposizione del Piano del Traffico della Viabilità Extraurbana – PTVE 2008 della
Provincia di Pavia).
A sud ovest la via Alagna, che garantisce i collegamenti con il comune di Alagna, ha un
carattere più locale.
A nord e nord est i collegamenti con le frazioni Bozzola e San Biagio e gli innesti con il
ramo della S.P. 206 di collegamento con Vigevano e Pavia.
10. I piani e progetti di livello sovracomunale
10.1 Piano Territoriale Regionale della Lombardia approvato il 19 gennaio 2010 dal
Consiglio Regionale.
Il P.T.R. ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico, in tal senso assume,
consolida ed aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale e ne integra la
normativa.
Il Documento di Piano è l'elaborato di raccordo tra tutte le sezioni del P.T.R., definisce
gli obiettivi di sviluppo della Lombardia individuando i 3 macro-obiettivi e i 24 obiettivi
di Piano, le linee orientative dell'assetto del territorio e gli effetti diretti e indiretti.
Il Piano Paesaggistico Regionale diviene così sezione specifica del P.T.R., disciplina
paesaggistica dello stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed identità.
Gli aggiornamenti delle indicazioni regionali di tutela dei paesaggi di Lombardia, nel
quadro del P.T.R., consolidano e rafforzano le scelte già operate dal P.T.P.R. vigente in
merito all‟attenzione paesaggistica estesa a tutto il territorio e all‟integrazione delle
politiche per il paesaggio negli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale.
Le nuove misure di indirizzo e prescrittività paesaggistica si sviluppano in stretta e
reciproca relazione con le priorità del P.T.R. al fine di salvaguardare e valorizzare gli
ambiti e i sistemi di maggiore rilevanza regionale : laghi, fiumi, navigli, rete irrigua e di
PGT Documento di Piano –marzo 2011
32
bonifica, montagna, centri e nuclei storici, geositi, siti UNESCO, percorsi e luoghi di
valore panoramico e di fruizione del paesaggio.
Il P.T.R. contiene così una serie di elaborati che vanno ad integrare ed aggiornare il
Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato nel 2001, assumendo gli
aggiornamenti apportati allo stesso dalla Giunta Regionale nel corso del 2008 e tenendo
conto degli atti con i quali in questi anni la Giunta ha definito compiti e contenuti
paesaggistici di piani e progetti.
Lo schema base del Piano Territoriale Paesistico approvato nel 2001 viene confermato e
rilanciato, alla luce del nuovo quadro normativo nazionale e regionale di riferimento.
Vengono confermate sia la struttura normativa generale, sia le letture dei differenti
paesaggi regionali per Unità tipologiche di paesaggio e Ambiti geografici e vengono
ribadite con forza le scelte fondative di maggiore rilievo
La lettura articolata per Unità tipologiche di paesaggio e Ambiti geografici evidenzia
luoghi e caratteri connotativi emblematici di ciascun ambito e viene assunta quale
riferimento per la declinazione di specifici indirizzi di tutela per singole Unità.
Per il territorio di Garlasco il PTR – PPR individua i seguenti elementi e indirizzi di
tutela:
Tra gli elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico (tavola B):
- strade panoramiche
- il sentiero del Giubileo, il sentiero Europeo E1 e la Via Francigena;
individuati come tracciati guida paesaggistici
- il punto di osservazione del paesaggio lombardo n. 28 “Paesaggio della
pianura irrigua – Lomellina”
Tra le istituzioni per la tutela della natura (tavola C)
- due Siti di Importanza Comunitaria IT2080016 Boschi del Vignolo e
IT2080015 San Massimo
- Zona a Protezione Speciale IT2080301 Boschi del Ticino
- Parco regionale istituito con P.T.C.P. vigente
Come viabilità di rilevanza paesaggistica (tavola E)
- col n. 88 la strada panoramica “SP3 strada del Ticino da Pavia a Zerbolò a
borgo S. Siro”
Ai sensi dell‟art. 26, comma 9 della normativa è considerata viabilità di
fruizione panoramica e di rilevanza paesaggistica quella che domina ampie
prospettive e quella che attraversa, per tratti di significativa lunghezza, zone
PGT Documento di Piano –marzo 2011
33
agricole e boschive, parchi e riserve naturali, o comunque territori
ampiamente dotati di verde, o che costeggia corsi d’acqua e laghi o che
collega mete di interesse turistico anche minore.
Il tracciato 4 corrisponde alla Via Francigena: il percorso interessa il tratto lombardo del
celebre itinerario medievale da e per Roma. Attraversa la Lomellina (da Robbio), il
Pavese e parte del Basso Lodigiano (in connessione con Piacenza).
Diverse iniziative di recupero e valorizzazione sono state avanzate in occasione del
Giubileo dell‟anno 2000 da parte di associazioni sorte allo scopo. Attualmente è in fase
di ulteriore valorizzazione con la messa in sicurezza dei tratti promiscui con la viabilità
ordinaria.
Punto di partenza: Robbio (confine regionale)
Punto di arrivo: Orio Litta (confine regionale a Corte S. Andrea)
Lunghezza complessiva: 110 Km
Tipologie di fruitori: pedoni , ciclisti
Tipologia del percorso: strade campestri, tratti di viabilità ordinaria
Capoluoghi di provinci interessati dal percorso: Pavia
Provincie attraversate: Pavia
Tipologie di paesaggio lungo l‟itinerario: paesaggio irriguo della Lomellina, paesaggio di
valle fluviale.
Stralcio Tavola E del PTR-PPR
Tra le aree e ambiti di degrado paesistico provocato da processi di urbanizzazione,
infrastrutturazione, pratiche e usi urbani (tavola F), sono individuati:
- elettrodotti (elencati tra i principali fenomeni di degrado e compromissione,
sono definiti come territori contermini alle reti infrastrutturali della mobilità
e del trasporto e produzione di energia, ovvero le porzioni più o meno ampie
PGT Documento di Piano –marzo 2011
34
e continue di territorio caratterizzate dalla presenza intrusiva di manufatti
infrastrutturali, sia della mobilità che del trasporto e produzione
dell’energia, estranei ed incongrui ai caratteri peculiari compositivi,
percettivi o simbolici del contesto)
Tra le aree e ambiti di degrado paesistico provocato da sottoutilizzo, abbandono e
dismissione sono individuati:
Le zone della Bozzola e San Biagio e zona est come cave abbandonate
(elencati tra i principali fenomeni di degrado e compromissione sono definite
come cave cessate, ovvero cave di pianura relative ad attività cessate prima
dell’entrata in vigore della normativa che ha assoggettato l’autorizzazione
alla coltivazione all’obbligo del recupero ambientale, cave cessate in tempi
successivi e non ancora recuperate, quelle recuperate solo parzialmente o
secondo modelli standardizzati non coerenti con i contesti paesistici di
riferimento, e cave abusi che hanno lasciato segni significativi sul
paesaggio);
Tra le indicazioni di contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica
relativi agli ambiti ed aree di attenzione regionale (tavola G) sono individuate le aree e
ambiti di degrado paesistico provocato da processi di urbanizzazione, infrastrutturazione,
pratiche e usi urbani:
- la tavola G del P.T.R. individua per il territorio di garlasco il nuovo tracciato
autostradale Boni – Pavia - Mortara; per tali interventi sono individuate le
seguenti criticità:
inserimento di elementi estranei ed incongrui ai caratteri peculiari
compositivi, percettivi o simbolici del contesto
frattura e frammentazione ecosistemica, d‟uso e delle relazioni percettive,
con formazione di aree marginalizzate, perdita di continuità e relazioni del
sistema del verde e degli spazi agricoli, conseguente riduzione di
caratterizzazione identitaria e progressiva omologazione dei paesaggi
attraversati.
Sono quindi individuate, come indirizzi di tutela, le seguenti azioni:
interventi di mitigazione anche tramite equipaggiamenti verdi in grado di
relazionarsi con il territorio
interventi correlati alle infrastrutture esistenti attenti alle zone marginali e
volti a ridurre la loro estraneità al contesto e l‟effetto frattura che
generano
attenta considerazione degli interventi di servizio alle infrastrutture
cercando di evitare la possibile accentuazione dell‟effetto frattura indotto,
operando riconnessioni funzionali tra i territori separati e recuperando gli
ambiti marginali con la massima riduzione dell‟impatto intrusivo; in
particolare:
PGT Documento di Piano –marzo 2011
35
- le barriere antirumore dovranno avere caratteristiche di qualità
paesaggistica, oltrechè ambientale, sia per quanto riguarda il lato
interno, verso l‟infrastruttura stessa, sia per quanto riguarda il lato
esterno, rivolto verso il territorio circostante;
- gli interventi di manutenzione e adeguamento delle aree di servizio
dovranno porsi obiettivi di riqualificazione paesaggistica
Stralcio Tavola F del PTR-PPR
Sono poi individuate le zone in cui prevedere un contenimento dei processi di degrado
paesaggistico (tavola H)
Tali zone sono, relativamente al territorio di Garlasco, prevalentemente le seguenti:
- interventi di grande viabilità programmati (nuova autostrada Broni Mortara)
- distretti industriali (definiti come aree industriali logistiche, connotate dalla
presenza quasi esclusiva di capannoni per la produzione o lo stoccaggio delle
merci, che formano estesi recinti isolati, contigui ad ambiti agricoli e/o
urbanizzati, esito sia di processi spontanei che pianificati, caratterizzati da
un elevato impatto paesistico ambientale, scarsissima qualità architettonica
con forte alterazione delle caratteristiche dei luoghi)
per tali aree il PPR – PTR individua le seguenti criticità:
elevato impatto paesistico ambientale
scarsissima qualità architettonica
PGT Documento di Piano –marzo 2011
36
molteplicità degli effetti negativi indotti anche in relazione alle
trasformazioni delle infrastrutture per la mobilità e al loro utilizzo intenso,
con forte alterazione delle caratteristiche dei luoghi
forte marginalizzazione degli stessi legata all‟incuria ed alla mancanza di
attrezzature di servizio con effetti di degrado e progressivo abbandono
delle aree circostanti
Sono quindi individuate, come indirizzi di tutela, le seguenti azioni:
interventi di mitigazione anche tramite equipaggiamenti verdi in grado di
relazionarsi con il territorio
interventi per la formazione di aree industriali ecologicamente attrezzate
miglio qualificazione architettonica degli interventi di sostituzione
adeguamento e potenziamento delle aree attrezzate per la sosta con
creazione di spazi comuni e di opere di arredo qualificate e coerenti con i
caratteri paesaggistici del contesto, curando in modo particolare
l‟equipaggiamento verde
riassetto funzionale e distributivo degli spazi pubblici (viabilità, percorsi
ciclopedonali, aree verdi)
10.2 Rete Ecologica Regionale: (D.G.R 26 novembre 2008 n. 8/8515)
La Rete Ecologica Regionale (R.E.R.), riconosciuta come infrastruttura prioritaria del
Piano Territoriale Regionale, costituisce strumento orientativo per la pianificazione
regionale e locale. La R.E.R., e i criteri per la sua implementazione, si propongono di
fornire al Piano Territoriale Regionale il quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche
esistenti, ed un disegno degli elementi portanti dell‟ecosistema di riferimento per la
valutazione di punti di forza e debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio
regionale; si propongono aiutare il P.T.R. a svolgere una funzione di indirizzo per i
P.T.C.P. provinciali e i P.G.T./P.R.G. comunali; aiutare il P.T.R. a svolgere una funzione
di coordinamento rispetto a piani e programmi regionali di settore, aiutandoli ad
individuare le sensibilità prioritarie ed a fissare i target specifici in modo che possano
tener conto delle esigenze di riequilibrio ecologico.
Nel paragrafo 8.4 sono indicati i contenuti essenziali dello Schema Direttore della Rete
Ecologica della Lombardia per il territorio di Garlasco
10.3 Piano Territoriale di Coordinamento Provinc-iale (deliberazione del Consiglio
Provinciale n. 53 /33382 del 7 novembre 2003):
PGT Documento di Piano –marzo 2011
37
In relazione agli scenari di Piano il PTCP individua, all‟interno del territorio provinciale,
delle sub-aree che si configurano come zone omogenee in cui applicare forme di
coordinamento intercomunale in funzione di specifiche problematiche territoriali. Tali
sub-aree sono denominate “ambiti territoriali tematici”; per ciascun ambito sono
individuati specifici indirizzi di carattere programmatorio.
Gli ambiti in cui è inserito il territorio di Garlasco sono i seguenti:
ambito del fiume Ticino:
gli obiettivi che il P.T.CP. pone ai Comuni appartenenti a questo ambito sono volti alla
valorizzazione e alla tutela degli spazi e delle attività agricole.
In sintesi sono indirizzi volti alla valorizzazione tra ambiti tutelati dalla presenza del
Parco e insediamenti urbani; al contenimento del consumo di suolo ed alla tutela degli
spazi e delle attività agricole; al recupero degli insediamenti di origine rurale per attività
di carattere agrituristico; alla promozione di progetti di recupero dei centri storici.
ambito del Terdoppio:
per questo ambito le finalità degli indirizzi sono volte, in sintesi, alla riqualificazione
del sistema urbano e territoriale connesso all‟ambito fluviale; alla tutela degli spazi e
delle attività agricole; alla realizzazione di circuiti per la mobilità di tipo turistico e
ciclopedonale; completamento del sistema di smaltimento e depurazione delle
acque;
sistema urbano insediativo dei comuni attestati sulla direttrice dei Cairoli:
gli obiettivi relativi a questo ambito sono: contenimento del consumo di suolo e dei
processi di dispersione territoriale; riassetto territoriale e controllo delle tendenze
conurbative; salvaguardia e valorizzazione degli elementi residui del paesaggio
agrario e degli spazi aperti; riqualificazione urbanistica e morfologica degli
insediamenti.
Relativamente alle previsioni di tutela e valorizzazione delle risorse paesistiche e
ambientali il P.T.CP. individua la “viabilità storica principale”: l‟asse stradale est –
ovest Corso Cavour che prosegue, esternamente al centro abitato, come S.S. 596; la
Sp 206 per Dorno; la Sp 176 per la frazione Bozzola; individua inoltre il corridoio
ecologico del Terdoppio e i due Siti di Importanza Comunitaria.
Relativamente al quadro sinottico delle invarianti sono individuate, nel territorio
comunale:
PGT Documento di Piano –marzo 2011
38
le “zone di interesse archeologico - areali di rischio” (zona della frazione Bozzola e
area a confine con il comune di Groppello Cairoli) e le “zone di interesse
archeologico – di ritrovamento” (interne alle aree suddette); le zone “foreste e
boschi” nei pressi della frazione Bozzola e presso il confine con il comune di
Groppello Cairoli.
10.4 Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Lombardo della Valle del Ticino
(D.G.R. 2 agosto 2001 n. 7/5983):
Il comune di Garlasco si trova all‟interno del Territorio del Parco del Ticino. Il P.T.C.
individua, per ogni comune in esso compreso, un perimetro definito di Iniziativa
Comunale – I.C., all‟interno del quale il Comune ha competenza nella definizione delle
strategie urbanistiche.
All‟esterno del perimetro I.C. le regole relative all‟uso del suolo ed alle eventuali
trasformazione sono definite dal P.T.C. stesso.
10.5 Progetto dell‟Autostrada Broni-Pavia-Mortara
L‟autostrada Broni – Pavia – Mortara (tavola 7 – fonte: Regione Lombardia,
Infrastrutture Lombarde) fa parte del pacchetto “autostrade regionali” ed è inserito tra le
opere viabilistiche prioritarie della Regione Lombardia previste dal DGR n. VII/9865 del
19.7.2002
L‟obiettivo dichiarato dell‟intervento è quello di separare, a livello regionale, il traffico
di scorrimento da quello locale, creando un‟alternativa all‟autostrada A4, aumentare
l‟accessibilità delle aree dell‟Oltrepò e della Lomellina, creando quindi opportunità di
sviluppo.
La lunghezza complessiva dell‟intervento è 52 Km (43 in rilevato, 1 in trincea e 8 in
viadotto) con 2 + 2 corsie per senso di marcia, banchine e spartitraffico, per una sezione
complessiva di 25 m; 16 Km in Piemonte (da Mortara a Stroppiana)
Con D.G.R. n. VIII/1789 del 25.21.2006 è stato approvato lo studio di fattibilità.
La D.G.R. n. VIII/38540 del 15.11.06 è relativa all‟esame del progetto preliminare e
indizione della Conferenza dei Servizi.
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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Il 4 maggio 2007 la Giunta Regionale ha approvato la Delibera n. 4659 avente per
oggetto «Progetto preliminare dell'autostrada regionale - Integrazioni del Sistema
transpadano direttrice Broni-Pavia-Mortara - Assunzione delle determinazioni della
Conferenza dei Servizi indetta con Dgr VIII/3540/2006»;
10.6 Piano del Traffico Veicolare Extraurbano
Documento relativo alla prima conferenza di valutazione, 7.5.2008:
Proposte e obiettivi specifici e azioni di piano:
- obiettivi viabilistici in presenza dell‟autostrada Broni – Mortara
riqualifica degli assi di raccordo all‟autostrada
formazione e adeguamento della rete minore
Come già accennato precedentemente, dagli studi sui livelli di saturazione nella rete
viabilistica 2007 effettuati dalla Provincia di Pavia connessi alla realizzazione del Piano
del Traffico della Viabilità Extraurbana, l‟arco tangenziale sud – ovest risulta vicino a
livelli di saturazione: il P.G.T. individua, come nuova viabilità di accesso al nuovo
casello autostradale della Broni Mortara, il nuovo tratto tangenziale ad est, per non
caricare ulteriormente un asse viabilistico già saturo e per rendere quindi più accessibile
l‟ingresso in autostrada.
10.7 Programma triennale per lo sviluppo del settore commerciale ed indirizzi per la
programmazione urbanistica.
normativa di riferimento:
- Delibera Consiglio Regionale VIII/215 del 2.10.2006 “Programma triennale per lo
sviluppo del settore commerciale 2006-2008”
- Delibera Consiglio Regionale VIII/352 del 13.3.2007 “Indirizzi generali per la
programmazione urbanistica nel settore commerciale ai sensi dell’art. 3, comma 1,
della l.r. 14/99”
- Delibera Giunta Regionale 8/5913 del 21.11.2007 “Criteri urbanistici per l’attività di
pianificazione e di gestione degli Enti Locali in materia commerciale (art. 3, comma
3, l.r. 14/99)
PGT Documento di Piano –marzo 2011
40
Gli strumenti di programmazione e di indirizzo regionali individuano obiettivi generali di
forte disincentivazione all‟apertura di grandi strutture di vendita mediante la creazione di
superficie di vendita aggiuntiva, e di incentivazione alla rivitalizzazione e sostegno della
funzione commerciale dei centri storici e dei nuclei urbani centrali ed in generale delle
attività commerciali di vicinato
PGT Documento di Piano –marzo 2011
41
III - QUADRO PROGRAMMATORIO
11. I criteri della perequazione
La realizzazione degli insediamenti negli Ambiti di Trasformazione (A.T.) avviene
secondo un criterio perequativo: all‟interno degli ambiti di trasformazione i diritti
edificatori sono distribuiti equamente. Tutte le aree all‟interno di uno stesso ambito
hanno la stessa capacità edificatoria (stesso indice di edificabilità); i volumi realizzabili
devono però essere distribuiti in modo tale da poter ricavare le aree da cedere al comune
per realizzare servizi pubblici.
Le aree che verranno cedute dovranno avere una conformazione ed una localizzazione
tale da rispettare criteri di compattezza dell‟area e di accessibilità.
La quota di aree da cedere al comune deve corrispondere al 50% della superficie
fondiaria dell‟area di cui si richiede l‟attuazione; si ritiene comunque possibile, per ogni
singolo caso, valutare l‟opportunità, in luogo della cessione, di monetizzare le aree non
cedute fino al 20% (con una cessione minima quindi non inferiore al 30% della
superficie territoriale); l‟opportunità del ricorso alla monetizzazione deve essere valutata
in relazione alla possibile conformazione delle aree da cedersi, alla loro fruibilità ed
accessibilità.
L‟indice di edificabilità indicato per gli ambiti di trasformazione è di 0,15 mq/mq.
L‟edificazione all‟interno di tutti gli Ambiti di Trasformazione è subordinata
all‟approvazione di specifico piano esecutivo.
Come previsto dall‟art 14 punto 4-bis della l.r. 12/05, il P.G.T. può stabilire i casi in cui i
piani attuativi e loro varianti, conformi alle previsioni degli atti di P.G.T., sono adottati
dalla Giunta Comunale e approvati dal Consiglio Comunale: pertanto con il presente
Documento si ritiene opportuno prevedere che l‟adozione dei piani attuativi connessi agli
ambiti di trasformazione sia effettuata dalla Giunta Comunale, mentre l‟approvazione
sarà effettuata dal Consiglio Comunale.
PGT Documento di Piano –marzo 2011
42
Bozzola San Biagio Garlasco Totale
Sup. terr. ambiti di trasformazione
prevalentemente residenziali mq
45.184 21.204 286.547 352.935
Sup. terr. ambiti di trasformazione
prevalentemente industriali mq
0 0 158.289 158.289
Sup. terr. ambiti di trasformazione
prevalentemente commerciali mq
0 0 0 0
Sup. terr ambiti di trasformazione per servizi
privati mq 0 0 0 0
Sup. terr aree pubbliche connesse all'attuazione
degli ambiti di trasformazione resid.
mq
30% min.
13.556 6.361 85.964 105.881
50% max
22.593 10.602 143.273 176.468
Tabella 8. superficie territoriale degli ambiti di trasformazione suddivisa per
tipologie di funzioni e località
12. La residenza
I nuovi ambiti di trasformazione per funzioni prevalentemente residenziali sono
localizzati in zone di completamento del tessuto consolidato esistente, al fine di produrre
il minor consumo di suolo possibile.
Nella frazione Bozzola sono individuati tre ambiti (con estensione di circa 7.800 mq,
12.800 mq e 24.600 mq); nella frazione San Biagio tre ambiti di ridotte dimensioni (di
7.500, 3.000 e 10.600 mq circa).
Nel capoluogo sono individuati 12 ambiti di trasformazione, per una superficie
territoriale complessiva di circa 286.547 mq.
L‟ambito collocato a sud tra la via Alagna e la via Mulino ha una particolare strategicità
sia per la sua collocazione che per le sue dimensioni (complessivamente di circa 150.000
mq): la cessione dell‟aera pubblica connessa all‟attuazione (superficie minima di 45.000
mq e superficie massima di 75.000 mq) , componente essenziale della rete ecologica
PGT Documento di Piano –marzo 2011
43
comunale (tavola DP 7), potrà costituire una importante riserva di verde pubblico di
connessione tra le aree libere esterne al territorio edificato e la città consolidata; le aree
da cedersi dovrebbero anche comprendere la zona necessaria per la realizzazione di un
eventuale collegamento viabilistico est – ovest tra la via Alagna e la via Mulino.
Il PGT recepisce i due Piani di Lottizzazione adottati precedentemente l‟adozione del
PGT; viene pertanto ipotizzato un assetto delle aree di cessione coerente con le scelte già
intraprese dall‟Amministrazione.
Complessivamente gli ambiti di trasformazione prevalentemente residenziali hanno
un‟estensione di circa 353.000 mq.
La Superficie lorda di pavimento (Slp) realizzabile negli ambiti di trasformazione è di
mq 52.800 circa per un totale di 1.056 nuove stanze.
Al fine di favorire la polifunzionalità all‟interno delle trasformazioni, per ogni ambito si
individua, unitamente ad una funzione prevalente, un insieme di funzioni con essa
compatibili. Pertanto, all‟interno degli ambiti di trasformazione per funzioni
prevalentemente residenziali sono escluse le funzioni non ritenute compatibili con la
principale funzione residenziale.
La superficie lorda di pavimento relativa a funzioni non residenziali non dovrebbe
comunque essere superiore al 40% della superficie lorda di pavimento complessiva.
Superficie Territoriale ambiti di trasf.
residenziali mq
indice di edificabilità
mq/mq
Superficie lorda di
pavimento mq
352.000 x 0,15
= 52.800
Tabella 9. calcolo della Slp residenziale massima connessa all‟attuazione degli
ambiti di trasformazione prevalentemente residenziali.
Nuova Superficie Lorda di pavimento residenziale
mq
mq/ab incremento insediativo
ab.
52.800 : 50
= 1.056
Tabella 10. calcolo dell‟incremento insediativo relativo agli ambiti di
Trasformazione
PGT Documento di Piano –marzo 2011
44
13. Le attività
Il Piano non prevede la realizzazione di grandi strutture di vendita.
L‟articolazione esistente delle medie strutture di vendita è sostanzialmente confermata
con l‟individuazione di uno specifico tessuto urbano che disciplina le medie strutture
esistenti senza prevedere incrementi della superficie di vendita; fanno eccezione due
tessuti speciali per attività commerciali all‟interno dei quali l‟insediamento di eventuali
nuove medie strutture (all‟interno di edificio esistente in un tessuto e nell‟ampia area
esistente nell‟altro) è subordinato al rispetto dei Criteri per il rilascio delle
autorizzazioni commerciali della media distribuzione approvati con deliberazione di
Giunta Comunale n. 99 dell‟8.6.2010.
Il Documento di Piano inoltre recepisce integralmente i contenuti della deliberazione di
Giunta Comunale n. 180 dell‟22.11.2010 “Approvazione documento di verifica della
situazione del Settore Commerciale sul territorio comunale”
Nel Piano lo sviluppo degli esercizi di vicinato (superficie di vendita fino a 150 mq) è
incentivato: si ritiene pertanto opportuno consentire l‟insediamento del commercio di
vicinato in quasi tutti i tessuti della città consolidata e degli ambiti di trasformazione
(con esclusione di alcune tipologie di commercio qualora non considerate compatibili
con il tessuto urbano circostante).
Uno degli obiettivi del D.P. è il consolidamento ed il potenziamento degli insediamenti
industriali esistenti.
Il Piano prevede tre zone di sviluppo industriale e artigianale: nella zona nord – ovest,
lungo la S.P. 206, viene individuato un ambito di completamento adiacente alla zona
realizzata in attuazione del P.I.P.; nella zona sud l‟ambito di completamento è adiacente
alla zona artigianale e produttiva insediata lungo la via Dorno.; nella zona est si
individua un ambito presso la rotatoria sulla S.S: 596; viene inoltre confermata,
all‟interno del tessuto consolidato, la zona per attività artigianali e produttive presso la
industria RECORD lungo la S.S. 596.
Complessivamente gli ambiti di trasformazione per attività hanno un‟estensione di circa
158.000 mq, per una superficie coperta di 79.000 mq circa.
PGT Documento di Piano –marzo 2011
45
14. Gli ambiti di trasformazione
14.1 Criteri generali per l‟attuazione degli ambiti di trasformazione
Gli Ambiti di Trasformazione sono costituiti da aree libere sulle quali è consentita
l‟edificazione con bassi indici di edificabilità, attraverso l‟attuazione di strumenti
urbanistici esecutivi nelle cui convenzioni si deve prevedere l‟obbligo di cessione da
parte dell‟operatore, a titolo gratuito, di aree al comune.
Tali ambiti sono funzionali al soddisfacimento delle esigenze di nuovi insediamenti e di
nuovi servizi ed aree pubbliche. Le aree per servizi pubblici sono così reperite attraverso
una disciplina che non prevede l‟esproprio ma l‟acquisizione a titolo gratuito.
Gli Ambiti di trasformazione sono individuati nella tavola DP 6 Assetto urbanistico e
nell‟Allegato DP 1 – Schede degli Ambiti di trasformazione.
Gli Ambiti di trasformazione si articolano in:
- ambiti di trasformazione prevalentemente residenziali: corrispondono ad aree
libere prevalentemente collocate ai margini del tessuto urbano consolidato in cui
sono insediabili funzioni residenziali e funzioni compatibili con la residenza
- ambiti di trasformazione per attività: corrispondono ad aree libere adiacenti ad
ambiti dove sono insediate attività produttive.
All‟interno degli ambiti di trasformazione si individua l‟area su cui concentrare gli
edifici privati (Apr) e l‟area da cedere al Comune da destinare a verde e ad attrezzature
pubbliche (Ap).
La quantità delle aree da cedersi Ap è individuata anche nel Piano dei Servizi.
La localizzazione delle aree Apr ed Ap riportata nella tavola DP 6 Assetto urbanistico e
nell‟Allegato DP 1 – Schede degli Ambiti di trasformazione deve considerarsi indicativa.
Per l‟attuazione degli Ambiti di trasformazione prevalentemente residenziali è indicata,
oltre alla quantità di area da cedere al comune Ap, una quota minima di cessione: è
infatti consentito, in luogo della cessione di tutta l‟area dovuta, il ricorso alla
monetizzazione delle aree non cedute, purchè sia ceduta al comune una quota di aree Ap
non inferiore al 30% della St
La trasformazione delle A.T. si effettua secondo le modalità di seguito definite:
PGT Documento di Piano –marzo 2011
46
- gli interventi all‟interno degli ambiti di trasformazione sono subordinati
all‟approvazione di strumenti urbanistici esecutivi.
- una unità minima di intervento deve corrispondere almeno al 50 % della St
Non è compreso nel computo della Slp la superficie lorda degli spazi destinati al ricovero
di autovetture purchè non superiore a 5 mq ogni 10 mq di Slp esistente.
La distanza minima degli edifici dalle strade (Ds) non deve essere inferiore a ml 5 salvo
quanto diversamente prescritto dalla legislazione vigente
Si definisce Ap l‟area pubblica da cedersi al Comune
Si definisce Apr l‟area privata su cui si concentra la realizzazione degli edifici privati
previsti dal piano esecutivo.
Poiché si ritiene necessario limitare gli effetti di dilavamento delle acque meteoriche,
preservare l‟equilibrio idrogeologico del territorio e contenere l‟impatto sull‟ambiente
dovuto alla progressiva impermeabilizzazione delle aree libere, al fine di garantire una
corretta proporzione tra superfici impermeabili e permeabili, si prescrive che la
superficie drenante non sia essere inferiore al 30% dell‟Apr negli Ambiti di
trasformazione prevalentemente residenziali, e del 15% dell‟Apr negli Ambiti di
trasformazione per attività.
Al fine di garantire un costante apporto di acqua piovana alla falda deve essere previsto,
ove possibile, il convogliamento diretto dell‟acqua piovana in aree permeabili anziché
nel sistema fognario, ed una utilizzazione delle acque meteoriche per gli usi non
idropotabili.
In fase di attuazione degli Ambiti di Trasformazione, qualora la rete fognaria esistente
risultasse inadeguata allo scarico delle acque reflue o assente, ne deve essere previsto il
completamento al fine di non determinare ulteriori impatti negativi sul reticolo
idrografico.
La rete fognaria deve essere separata dalla rete delle stesse acque piovane; l‟attuazione di
ogni previsione di piano che incrementa il carico afferente al sistema fognario è
comunque subordinata alla verifica della capacità residua del sistema di depurazione.
I due depuratori esistenti hanno comunque complessivamente una potenzialità di
smaltimento corrispondente a 10.600 A.E. (abitanti equivalenti), adeguata quindi al
PGT Documento di Piano –marzo 2011
47
dimensionamento globale del P.G.T. (si prevede per il 2016 il raggiungimento di una
potenzialità pari a 18.441 A.E.).
Le trasformazioni devono essere effettuate valutando anche la sensibilità ecosistemica
come individuata nella carta della sensibilità ecosistemica intrinseca complessiva
contenuta nella V.A.S.
Come indicato nella Valutazione Ambientale Strategica, in tutti ambiti di trasformazione
prevalentemente residenziale è necessario che si dedichi particolare cura progettuale
nella definizione, oltre che delle caratteristiche degli edifici (elevate performance
ambientali e formali), anche nel trattamento dei fronti potenzialmente critici indotti dalle
nuove realtà rispetto al contesto (soprattutto in presenza di emergenze architettoniche di
pregio), e nella ricerca di soluzioni di sistemazione delle aree pertinenziali idonee
all‟incremento della biodiversità urbana e al miglioramento del microclima e della
qualità dell‟aria.
- Gli insediamenti previsti dovranno essere caratterizzati da un‟elevata qualità formale
degli edifici (morfologica ed estetica nel rispetto anche delle preesistenze) per
contribuire alla riduzione dell‟impatto paesistico;
- si dovrà prevedere l‟utilizzo di nuovi impianti di illuminazione esterna pubblici e
privati a ridotto consumo energetico, in conformità ai criteri di antinquinamento
luminoso, secondo la l.r. 17/2000 e l.r. 38/2004;
- dovranno essere adottati tutti i provvedimenti tecnici finalizzati al massimo
contenimento dei consumi di risorse ambientali (acqua, fonti energetiche non
rinnovabili, ecc…);
- dovranno essere adottati tutti i provvedimenti tecnici finalizzati alla massima
riduzione di generazione di inquinanti e di riduzione del carico sulle reti di servizi;
- gli allacciamenti alla rete stradale degli impianti gas, energia elettrica, acqua e
fognatura dovranno rispettare tutte le norme e prescrizioni previste dai soggetti
gestori. Dovrà pertanto essere verificata la capacita delle reti di smaltimento delle
acque meteoriche in relazione alle superfici impermeabilizzate previste;
- le previsioni progettuali dovranno prevedere il massimo di dotazione di verde e di
aree permeabili;
PGT Documento di Piano –marzo 2011
48
- si dovranno prevedere fasce vegetazionali ad elevata densità di alberi e arbusti
autoctoni lungo i fronti perimetrali, in particolare quelli aperti verso il territorio
extraurbano;
- la messa a dimora delle essenze dovrà essere eseguita sin dalle prime fasi di
realizzazione dell‟intervento (preverdissment); dovrà altresì essere garantita la
manutenzione delle essenze messe a dimora;
- dovranno essere previsti specifici progetti per il riutilizzo delle acque meteoriche (non
inquinate) per l‟irrigazione del verde pertinenziale;
- gli interventi comportano l‟incremento delle superfici impermeabili: per ridurre tale
impatto negativo si propone l‟impiego di materiali permeabili (ove compatibile) per le
pavimentazioni, e la previsione di sistemi di reinfiltrazione in loco delle acque
meteoriche potenzialmente non inquinate;
- per ovviare in parte alla pressione esercitata dal traffico veicolare si deve valutare per
ogni ambito la possibilità di prevedere collegamenti ciclabili con il centro del
capoluogo e tra le frazioni e il capoluogo.
Analogamente come indicato nella VAS, in tutti ambiti di trasformazione per attività è
necessario che si dedichi particolare cura progettuale nella definizione oltre che delle
caratteristiche degli edifici (elevate performance ambientali e formali) anche nel
trattamento dei fronti potenzialmente critici indotti dalle nuove realtà rispetto al contesto
e nella ricerca di soluzioni di sistemazione delle aree pertinenziali idonee all‟incremento
della biodiversità urbana e al miglioramento del microclima e della qualità dell‟aria.
Gli insediamenti previsti dovranno essere caratterizzati da un‟elevata qualità formale
(morfologica ed estetica) degli edifici per contribuire alla riduzione dell‟impatto
paesistico soprattutto in posizioni “delicate” quali accessi urbani;
- si dovrà prevedere l‟utilizzo di nuovi impianti di illuminazione esterna pubblici e
privati a ridotto consumo energetico, in conformità ai criteri di antinquinamento
luminoso, secondo la l.r. 17/2000 e l.r. 38/2004;
- dovranno essere adottati tutti i provvedimenti tecnici finalizzati al massimo
contenimento dei consumi di risorse ambientali (acqua, fonti energetiche non
rinnovabili, ecc…);
- dovranno essere adottati tutti i provvedimenti tecnici finalizzati alla massima
riduzione di generazione di inquinanti e di riduzione del carico sulle reti di servizi;
PGT Documento di Piano –marzo 2011
49
- gli allacciamenti alla rete stradale degli impianti gas, energia elettrica, acqua e
fognatura dovranno rispettare tutte le norme e prescrizioni previste dai soggetti
gestori. Dovrà pertanto essere verificata la capacita delle reti di smaltimento delle
acque meteoriche in relazione alle superfici impermeabilizzate previste;
- le previsioni progettuali dovranno prevedere il massimo di dotazione di verde e di
aree permeabili;
- si dovranno prevedere fasce vegetazionali lungo i fronti perimetrali, in particolare
quelli aperti verso la campagna, che dovranno essere formate con elevata densità di
alberi e arbusti autoctoni;
- la messa a dimora delle essenze dovrà essere eseguita sin dalle prime fasi di
realizzazione dell‟intervento (preverdissment); dovrà altresì essere garantita la
manutenzione delle essenze messe a dimora;
- dovranno essere previsti specifici progetti per il riutilizzo delle acque meteoriche (non
inquinate) per l‟irrigazione del verde pertinenziale;
- gli interventi comportano l‟incremento delle superfici impermeabili: per ridurre tale
impatto negativo si propone l‟impiego di materiali permeabili (ove compatibile) per le
pavimentazioni, e la previsione di sistemi di reinfiltrazione in loco delle acque
meteoriche potenzialmente non inquinate;
- dovranno essere previsti sistemi di contenimento dell‟inquinamento acustico
soprattutto in prossimità delle aree residenziali.
Inoltre dovranno, per l‟attuazione di ciascun Ambito di Trasformazione, essere recepite
le specifiche indicazioni generali per il miglioramento dell’inserimento della previsione
(riduzione delle criticità indotte) riportate nell‟Allegato DP 1 – Schede degli Ambiti di
trasformazione.
Nella fase attuativa degli ambiti di trasformazione dovrà essere verificata la presenza di
vegetazione esistente al fine di definire se essa costituisce bosco ai sensi del D.l.
277/2001 ed eventualmente dovrà essere acquisita autorizzazione paesaggistica per la
trasformazione di bosco ai sensi del D.Lgs 42/04;
Nella fase attuativa relativa ad ambiti che ricadono in “zone di interesse archeologico –
areali di rischio”, prima delle trasformazioni dovranno essere effettuati approfondimenti
operati in concerto con la Soprintendenza Archeologica.
PGT Documento di Piano –marzo 2011
50
Fuori dal perimetro del centro edificato gli accessi alla viabilità provinciale non potranno
avvenire direttamente dagli ambiti di trasformazione ma dovranno essere coordinati da
strade locali o di arroccamento a loro volta collegate alla strada provinciale mediante
intersezioni esistenti opportunamente adeguate, nuove intersezioni a rotatoria oppure
nuove intersezioni che consentano la sola svolta a destra senza la possibilità di
attraversamento della carreggiata poste ad adeguata distanza una dall‟altra.
Pertanto negli AT prospicienti la viabilità provinciale principale, dovrà essere prevista
una strada di arroccamento, posta ad una adeguata distanza dalla strada provinciale per
consentire una eventuale futura riqualifica, al fine di dare continuità alla viabilità locale
comunale di lottizzazione anche in previsione di futuri ambiti di trasformazione
Eventuali prescrizioni relative a soluzioni viabilistiche verranno comunque indicate nella
fase successiva alla richiesta di Concessione da inoltrarsi alla provincia per tutti i lavori
che interessano la viabilità provinciale.
In particolare l‟AT 22 Ambito di trasformazione per attività potrà collegarsi alla viabilità
principale solo attraverso la rotatoria esistente sulla SP ad esso prospiciente.
Ai sensi del D.P.R. 142 del 30.3.2004 i titolari che attueranno gli ambiti di
trasformazione realizzando opere considerate ricettori all‟interno della fascia di
pertinenza acustica, dovranno individuare ed adottare opere di mitigazione sulla
sorgente, lungo la via di propagazione del rumore e direttamente sul ricettore per ridurre
l‟inquinamento acustico prodotto dall‟esercizio dell‟infrastruttura stradale, con
l‟adozione delle migliori tecnologie disponibili.
Per la realizzazione di nuove costruzioni ci si dovrà attenere da quanto previsto dal D.lgs
192 del 19.8.2005 e D.g.r. 8/5018 del 26.6.2007 (rendimento energetico e certificazione
energetica), dalla l.r. 39/2004 (risparmio energetico), dalla l.r. 17/2000 e l.r. 38/2004
(illuminazione ed inquinamento luminoso), come modificate dal D.lgs. 152/06 e D.lgs.
311/2007
PGT Documento di Piano –marzo 2011
51
Nell‟attuazione dei Piani relativi agli AT dovranno essere preservati gli ambiti dei corsi
d‟acqua interessati considerando; ai sensi dell‟art. 15 c.1 del D.lgs. 152/06 è vieta la
tombinatura dei corsi d‟acqua che non sia imposta da ragioni di tutela della pubblica
incolumità. Nelle fasce di rispetto dei corsi d‟acqua, pari a ml. 5,00 a partire dal ciglio
superiore della scarpata lungo le rive, ed al piede esterno degli argini, ogni intervento è
subordinato ad autorizzazione del citato Consorzio o Ente Gestore.
Nei paragrafi 14.2 e 14.3 vengono indicati gli indici urbanistico-edilizi, le vocazioni
funzionali e le modalità di attuazione degli Ambiti di Trasformazione:
14.2 Ambiti di trasformazione prevalentemente residenziali
Negli Ambiti di trasformazione prevalentemente residenziali sono escluse tutte le
funzioni di cui all‟allegato A paragrafo 23 ad eccezione delle seguenti:
FUNZIONI RESIDENZIALI
funzioni residenziali
Residence, abitazioni collettive
FUNZIONI COMMECIALI
commercio di vicinato
somministrazione (bar e ristoranti) art. 4 l.r. 30/2003
banche
FUNZIONI TERZIARIE
servizi privati di uso pubblico
uffici e studi professionali
servizi alla persona
servizi per l‟industria
artigianato di servizio alla famiglia
Centri di telefonia in sede fissa (di cui alla l.r. 6/2006 e successive integrazioni e
modifiche)
Farmacie, erboristerie, tabaccherie (attività non sottoposte al d.lgs. 114/98)
servizi pubblici e privati di uso pubblico suscettibili di essere valutati come standard
verde pubblico e attrezzature sportive all'aperto
attrezzature scolastiche
attrezzature religiose
parcheggi
attrezzature sanitarie e assistenziali
attrezzature civili e culturali
attrezzature sportive
PGT Documento di Piano –marzo 2011
52
funzioni turistico ricettive e ricreative
Strutture alberghiere
Attrezzature per il tempo libero e lo sport
All‟interno delle aree Ap da cedersi al comune devono essere realizzati i parcheggi
pubblici connessi agli interventi, nella quantità indicata nel paragrafo 24.2;
Le aree destinate a parcheggio pubblico costituiscono opere di urbanizzazione primaria
la cui realizzazione deve essere effettuata obbligatoriamente prima del rilascio
dell‟agibilità degli edifici previsti. Tale obbligo deve essere trascritto nella convezione
del piano esecutivo.
Gli indici urbanistico edilizi per gli Ambiti di trasformazione prevalentemente
residenziali sono i seguenti:
It : 0,15 mq/mq
Sc: 0,5 mq/mq di Apr
H massima : 9,5 m
Ap . 50% della St.
Ap minima : 30% della St
La Slp relativa a funzioni non residenziali non può essere superiore al 40% della Slp
complessiva.
14.3 Ambiti di trasformazione per attività
Sono escluse tutte le funzioni di cui all‟Allegato A paragrafo 23 ad eccezione delle
seguenti:
FUNZIONI RESIDENZIALI
funzioni residenziali ad uso esclusivo del titolare dell‟azienda nella misura di una
abitazione per ciascuna attività con Slp non superiore a 150 mq/mq
FUNZIONI COMMECIALI
commercio di vicinato
bar
commercio all‟ingrosso
FUNZIONI TERZIARIE
PGT Documento di Piano –marzo 2011
53
servizi privati di uso pubblico
servizi per l‟industria
artigianato di servizio all‟auto
Centri di telefonia in sede fissa (di cui alla l.r. 6/2006 e successive integrazioni e
modifiche)
Distributori di carburanti:
servizi pubblici e privati di uso pubblico suscettibili di essere valutati come standard
verde pubblico e attrezzature sportive all'aperto
attrezzature scolastiche
attrezzature religiose
parcheggi
attrezzature sanitarie e assistenziali
attrezzature civili e culturali
attrezzature sportive
funzioni turistico ricettive e ricreative
Attrezzature per il tempo libero e lo sport
FUNZIONI PRODUTTIVE
Artigianato produttivo, industria
Depositi e magazzini connessi all‟attività artigianale e produttiva
All‟interno delle aree Ap da cedersi al comune devono essere realizzati i parcheggi
pubblici connessi agli interventi nella quantità indicata nell‟Allegato A paragrafo 24.2.
Le aree destinate a parcheggio pubblico costituiscono opere di urbanizzazione primaria
la cui realizzazione deve essere effettuata obbligatoriamente prima del rilascio
dell‟agibilità degli edifici previsti. Tale obbligo deve essere trascritto nella convezione
del piano esecutivo.
Gli indici urbanistico edilizi per gli Ambiti di trasformazione per attività sono i seguenti:
It : 0,4 mq/mq
Sc: 0,7 mq/mq di Apr
H massima: 12
Ap . 20% della St. e comunque non inferiore alla quota prevista per i parcheggi pubblici
di cui all‟Allegato A paragrafo 24.2
La Slp relativa a funzioni non produttive non essere superiore al 50% della Slp
complessiva.
Qualora i piani attuativi degli Ambiti di trasformazione per attività prevedano
l‟insediamento di attività logistiche, deve essere effettuata la procedura di esclusione
PGT Documento di Piano –marzo 2011
54
dalla VIA ai sensi della l.r. 5/2010 “Norme in materia di valutazione di impatto
ambientale”; inoltre i piani dovranno essere corredati da uno studio del traffico e dagli
effetti indotti, concertando con la provincia adeguati interventi viabilistici.
15. Il sistema dei servizi
Lo stato di fatto dei servizi pubblici di Garlasco presenta una dotazione di mq per
abitante piuttosto elevata (31 mq/ab se si considerano solo le attrezzature di proprietà
pubblica; 43 mq/ab se si considerano anche i servizi privati suscettibili di essere
conteggiati come “standard” - la legge regionale 12/05 per il governo del territorio
impone una dotazione minima di servizi pari a 18 mq/ab); nell‟allegato B sono contenute
le tabelle relative alla dotazione di servizi. Le tabelle dettagliate relative ai servizi
esistenti e quelle riassuntive sono contenute nella Relazione del Piano dei Servizi.
L‟obiettivo del P.G.T. è comunque, da un lato quello di potenziare la dotazione di servizi
pubblici prevedendo la cessione, all‟interno degli A.T,, del 50% della superficie
territoriale di intervento; d‟altro lato, vista la più che sufficiente dotazione di servizi
esistenti e la possibilità di incremento data dall‟attuazione degli A.T., si prevede una
possibilità di parziale monetizzazione delle aree da cedersi, da valutarsi per ogni singolo
intervento e consentita solo qualora l‟intera cessione sia di difficile realizzazione o non
consenta l‟individuazione di aree pubbliche sufficientemente accessibili o fruibili.
Il ricavato della monetizzazione dovrà essere utilizzato al fine di potenziare e migliorare
la qualità delle attrezzature pubbliche esistenti.
16. Il sistema infrastrutturale
Nel territorio di Garlasco è prevista la realizzazione di un nuovo casello autostradale in
corrispondenza della S.P. 206 in direzione Dorno, connesso alla realizzazione della
nuova autostrada Broni – Pavia – Mortara.
L‟inevitabile aumento dei flussi veicolari connessi alla realizzazione del nuovo casello
autostradale dovrà essere sostenuto da un adeguato sistema viabilistico.
Come risulta anche evidente dall‟analisi dei flussi effettuata dalla Provincia di Pavia il
tratto di tangenziale sud ovest (Via Leonardo da Vinci nel tratto tra l‟innesto con la S.S.
596 corso Cavour e l‟innesto con la via Alagna) è vicino alla saturazione nelle ore di
PGT Documento di Piano –marzo 2011
55
punta. Pertanto si prevede un nuovo tratto tangenziale ad est di raccordo tra la S.P 185
(via San Biagio) che intercetta il traffico della S.P. 206 proveniente da Vigevano, con la
S.S. 595 che è il principale asse di scorrimento est – ovest e quindi con il casello presso
la S.P. 206 (via Dorno).
Il tracciato individuato è da ritenersi indicativo: in fase di progettazione dovranno essere
effettuati studi specifici di fattibilità con valutazione di eventuali proposte alternative.
Di questo nuovo tracciato viabilistico est è in fase di ultimazione il tratto tra la rotonda
sulla S.S. 595 e la rotonda più a nord di accesso all‟estesa zona industriale in fase di
realizzazione; per rendere accessibile l‟estesa zona industriale e per completare una
viabilità in fase di realizzazione si prevede il completamento della strada tra la rotonda
nei pressi dell‟area industriale e via San Biagio.
La realizzazione del tratto più a sud, tra la rotonda sulla S.S. 595 e la rotonda di accesso
al casello della nuova prevista autostrada Broni – Pavia – Mortara è subordinata alla
realizzazione dell‟autostrada stessa.
Al fine di rendere scorrevole il traffico viabilistico nella zona Sud è previsto il
potenziamento della via Alagna ed una salvaguardia per un eventuale nuovo tracciato
viabilistico est – ovest a sud dell‟attuale tangenziale, di collegamento tra la via Alagna e
la via Dorno.
Si richiamano i disposti dell‟art. 9 commi 3 e 4 della l.r. 9/2001, che costituiscono il
fondamento giuridico del vincolo di salvaguardia urbanistica associato alla futura
autostrada e della relativa disciplina da osservare nelle aree ad esso assoggettate
17. Rete Ecologica Comunale
Il progetto di Rete Ecologica Comunale (R.E.C.) come individuato nella tavola DP 7 Reti
ecologiche ha come obiettivo il mantenimento della connettività lungo i corridoi
ecologici.
Come indicato nell‟allegato alla D.G.R 8/8515 lo strumento della perequazione, adottato
dal Documento di Piano all‟interno degli Ambiti di Trasformazione, può costituire un
valido ausilio per la realizzazione del progetto di rete ecologica, in quanto attraverso di
esso possono essere acquisite aree ed ambiti necessari alla funzionalità ed al
completamento delle connessioni della rete ecologica proprio in quelle situazioni in cui i
PGT Documento di Piano –marzo 2011
56
piani contengono previsioni che tendono a chiudere o saturare le possibilità di
continuità negli spazi liberi residui (ambiti di frangia e di tessuti consolidati).
Relativamente alla classificazione delle opere connesse alla realizzazione della R.E.C.
nell‟allegato alla D.G.R 8/8515 si specifica che tra le opere di urbanizzazione primaria
sono compresi gli spazi di verde attrezzato, mentre tra quelle di urbanizzazione
secondaria sono compresi gli assi verdi di quartiere; si tratta di elementi di naturalità
più strettamente associati ad ambiti urbani, rilevanti nel sistema complessivo di rete
ecologica. A tale riguardo pare logico avvicinare anche i corridoi ecologici esterni alle
aree insediate alla categoria del verde attrezzato, e quindi di opere di livello primario,
qualora i corridoi stessi siano integrati ad elementi in grado di: - aumentare le
opportunità per attività fruitive dei cittadini (es: sentieri, nidi artificiali e posatoi,
tabelloni didattici); - migliorare il livello di protezione dei cittadini da fattori di
inquinamento (unità arboreo-arbustive con ruolo di tamponamento microclimatico, siepi
e/o linee d’acqua con funzione di ecosistema-filtro, in generale unità ambientali in grado
di ridurre i rischi di flussi di sostanze potenzialmente pericolose tra città e campagna).
A migliorare la connessione della rete ecologica locale contribuiscono le piste ciclabili,
individuate sia nella tavola DP 6 – Assetto urbanistico che nella tavola DP 7 – Reti
ecologiche.
Il Documento di Piano propone, al fine di potenziare la rete esistente, il completamento
della pista ciclabile di collegamento con la frazione Bozzola; il completamento della
pista ciclabile di collegamento con la frazione San Biagio; la realizzazione della pista
ciclabile sull‟attuale circonvallazione sud – via Leonardo da Vinci (dalla rotonda presso
la grande area industriale ad est e la rotonda su via Alagna), proposta nella prospettiva di
declassare a viabilità locale tale arteria (con la realizzazione della nuova arteria
viabilistica più a sud di questa).
Due nuovi tracciati di piste ciclabili sono connessi al progetto realizzato in adesione al
terzo bando indetto dalla Comunità Europea (a cui ha aderito, unitamente ad altri
soggetti, il comune di Garlasco) nell‟ambito del Programma denominato Central Europe,
finalizzato a finanziare progetti che abbiano come obiettivo il rafforzamento della
competitività e dell‟attrattività delle città e delle regioni.
Un tracciato è costituito dal prolungamento della pista ciclabile di via Dorno fino al
Torrente Terdoppio, con proseguimento nel Comune di Alagna; l‟altro è un tracciato ad
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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anello tra il capoluogo (rotonda ad est sulla statale) attraverso il Sito di Importanza
Comunitaria “Boschi del Vignolo” fino alla frazione Bozzola.
Lungo il Terdoppio, tra la cascina Reale ed il Comune di tromello, la Provincia di Pavia,
nell‟ambito di un più globale progetto di riqualificazione, ha realizzato un percorso
ciclopedonale con posizionamento di strutture per la fruizione ed il miglioramento della
vocazione faunistica
18. Insediamenti rurali dimessi esterni al perimetro I.C.
Gli edifici individuati come insediamenti rurali dimessi nell‟Allegato DP 3, sono
trasformabili con le modalità previste dal Regolamento adottato dal C.d.A. del Consorzio
Parco Lombardo della Valle del Ticino con deliberazione n. 106 del 26.10.2005, previo
parere favorevole del Parco stesso.
Ai sensi della suddetta deliberazione si definisce “insediamento rurale dimesso” il
complesso di edifici con annesse relative corti e pertinenze, non più destinato totalmente
allo svolgimento dell’attività stessa.
Ai fini dell‟ottenimento del parere del Parco, deve essere assegnata all‟edificio dismesso
una o più destinazioni tra quelle ammesse dal PTC.
Gli interventi di recupero possono essere attuati mediante opere di manutenzione
ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo,
ristrutturazione con limiti imposti per le singole zone dal P.T.C. E‟ comunque vietata la
realizzazione di autorimesse interrate.
Il progetto deve riguardare la totalità degli edifici dimessi, così come previsto dagli artt.
8.C.7 e 9.G.7 della D.G.R. 2.8.2001 n. 7/5983 e degli artt. 6.11 e 7.C.7 della D.C.R.
26.11 2003 n. VII/919.
Non sono ammessi interventi di recupero di singole porzioni di edifici o di singoli edifici
dimessi facenti parte di azienda agricola ancora in attività, ad eccezione di quelli previsti
dall‟art. 7.C.6 della D.C.R. 26.11 2003 n. VII/919. e degli artt. 8.C.6 e 9.G.6 della
D.G.R. 2.8.2001 n. 7/5983
Gli interventi che abbiano ottenuto parere favorevole del Parco del Ticino sono
autorizzabili con Permesso di Costruire convenzionato; l‟Abaco delle tipologie rurali del
Parco del Ticino costituisce elemento prescrittivi nella progettazione e nella
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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realizzazione delle opere. Il numero dei piani consentiti sarà valutato in base alle
caratteristiche tipologiche degli edifici esistenti.
Prescrizioni particolari imposte dal Regolamento:
- non è consentita la demolizione di edifici di pregio architettonico od ambientale o di
parti di essi
- il recupero degli insediamenti rurali dovrà essere condotto ponendo la massima
attenzione al rispetto della fisionomia originaria dell‟insediamento, alle caratteristiche
tipologiche degli edifici ed al rapporto tra questi ed il contesto esterno (recinzioni,
visuali, alberature, viali di accesso, idrografia superficiale, acc.)
- gli interventi di restauro, risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia,
devono essere corredati da studi, analisi e rilevazioni volte ad individuare le
componenti architettoniche che debbono essere salvaguardate
- la chiusura di porticati, intesi quali fabbricati separati costituiti da una tettoia
poggiante su pilastri, ed i fienili o assimilabili, laddove è consentita dal P.T.C., deve
avvenire principalmente con pareti vetrate. In casi eccezionali e documentati con
adeguati studi, ai fini della chiusura stessa può essere fatto ricorso ad altri materiali
tali da garantire comunque il mantenimento delle partizioni architettoniche e in
generale delle caratteristiche originarie dell‟edificio
- gli elementi preesistenti che per forma, materiali o particolare lavorazione,
caratterizzano gli edifici, devono essere mantenuti e reimpiegati in loco
- i materiali da usare sono, salvo diverse situazioni esistenti: tetti in coppi; travi di
copertura in legno; pilastri e lesene in mattoni a vista, ad eccezione delle parti
originariamente intonacate; serramenti in legno; persiane in legno; balconi, davanzali
e opere in pietra, non lucidati;
Per la realizzazione di autorimesse di pertinenza di cui alla legge 122/89, devono essere
utilizzati esclusivamente gli edifici accessori esistenti.
Non sono consentite divisioni degli spazi comuni che alterino l‟aspetto morfologico delle
cascine, è vietato individuare posti auto all‟interno della corte.
Le destinazioni d‟uso ammesse sono quelle indicate, per le singole zone, dagli artt. 6.11
e 7.C.7 della D.C.R. 26.11 2003 n. VII/919. e degli artt. 8.C.7 e 9.G.7 della D.G.R.
2.8.2001 n. 7/5983.
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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Il recupero è subordinato al vincolo di superfici agricole pari a quelle necessarie
all‟edificazione dei volumi che si richiede di recuperare, ai sensi dell‟art. 59 della L.R.
12/05 (0,03 mc/mq).
La procedura prevista dal Regolamento si applica anche agli edifici non agricoli dimessi.
L‟elenco degli insediamenti dimessi può essere aggiornato annualmente previa
comunicazione al Parco del Ticino entro il 31 gennaio dei nuovi edifici dimessi alla data
del 31 dicembre dell‟anno precedente
19. Il perimetro di Iniziativa Comunale definito dal PTC del Parco del Ticino
Tutto il territorio comunale ricade all‟interno del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Il perimetro di Iniziativa Comunale (I.C.) definisce il territorio al di fuori del quale le
scelte di pianificazione sono definite dal Piano Territoriale di Coordinamento (P.T.C.)
del Parco stesso.
La normativa del P.T.C. del Parco consente di ampliare la superficie compresa
all‟interno della zona IC del 5% esclusivamente in sede di stesura dello strumento
urbanistico comunale.
Nel caso di Garlasco quindi la quantità di superficie che può essere ricompresa
all‟interno dell‟I.C. è di 368.572 mq (corrispondente al 5% della superficie globale
compresa all‟interno dell‟IC, pari a 7.371.442 mq).
Il PGT prevede pertanto un ampliamento dell‟I.C. di 281.181 mq così articolato:
- un ampliamento a nord lungo la S.P. 206, che compre tre aree residenziali consolidate
con aree agricole interposte: si tratta quindi di un riconoscimento di uno stato di fatto
per il quale il PGT non propone alcuna modifica; relativamente alle zone agricole
comprese nell‟ampliamento dell‟I.C. viene recepita totalmente l‟indicazione derivante
dall‟individuazione della rete ecologica indicata dal Parco del Ticino (riportata nella
Documento di VAS) che prevede che esse siano mantenute al fine di garantire la
connessione ecosistemica: si prescrive pertanto che tali zone siano considerate come
aree cuscinetto (buffer zones) in cui realizzare corridoi ecologici di connessione;
- due ampliamenti nella zona ovest all‟interno dei quali viene comunque confermata la
destinazione agricola dei terreni, ma che, per la prossimità del sistema viabilistico
autostradale e tangenziale, potrebbero essere suscettibili di future trasformazioni
comunque subordinate alla realizzazione della nuova viabilità;
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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- due piccoli ampliamenti sono effettuati per ricomprendere all‟interno dell‟I.C. edifici
esistenti; un piccolo ampliamento, a sud della frazione Bozzola, è effettuato al fine di
inserire all‟interno dell‟IC una proprietà comunale per la quale si prevede una
destinazione a verde e sport in adiacenza all‟attuale.
- tre piccoli ampliamenti finalizzati all‟adeguamento a confini di proprietà (Bozzola mq
1.556, Capoluogo mq 1.225, San Biagio mq 5.234)
Per nuovi ambiti di trasformazione, individuati prevalentemente nella zona sud (vedi
paragrafo successivo), è prevista una conformazione tale da non interrompere la
continuità del territorio verde – agricolo esterno con le aree più interne al tessuto urbano
consolidato.
20. Elenco degli elaborati
Il Documento di Piano si compone dei seguenti elaborati
Tavola DP 1 – Inquadramento territoriale
individua le infrastrutture viabilistiche principali e la rete ferroviaria
esistenti ed in previsione; i principali centri commerciali, con bacino di
utenza sovralocale, le strutture ospedaliere. Sono anche individuati i
corridoi primari della Rete Ecologica Regionale
Tavola DP 2 – Sistema infrastrutturale scala vasta
(fonte: Regione Lombardia – infrastrutture Lombarde) è relativo
all‟individuazione del sistema della viabilità modificato dalla nuova
autostrada Broni – Mortara, in cui il territorio di Garlasco è inserito
Tavola DP 3 – Vincoli e fasce di rispetto
individua la fascia di tutela del torrente Terdoppio; la zona di rispetto
cimiteriale e del depuratore; il rispetto dei pozzi e degli elettrodotti; le
zone di interesse archeologico (a rischio di ritrovamento archeologico e di
ritrovamento), all‟interno delle quali gli interventi di scavo devono essere
effettuati previo parere favorevole della Soprintendenza ai beni
archeologici; le foreste e i boschi nel PTC della Provincia di Pavia
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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individuate ai sensi del D.lgs 42/2004; gli edifici vincolati ai sensi del
D.lgs 42/2004.
Tavola DP 4 – Valori ambientali
Individua i due siti di importanza comunitaria (sic) “Boschi del Vignolo”
e “San Massimo” e la zona di protezione speciale (zps) “Boschi del
Ticino”; la zona di recupero “R” del P.T.C. del Parco localizzata presso il
sic “Boschi del Vignolo”; sono evidenziati i corsi d‟acqua principali
(Terdoppio e subdiramatore sinistro del Canale Cavour), il territorio del
Parco del Ticino, le aree non edificate interne al perimetro di Iniziativa
Comunale del P.T.C. del parco; le aree verdi pubbliche.
Tavola DP 5 – Uso del suolo
in questa tavola sono individuati gli usi prevalenti del territorio interno al
perimetro I.C.; sono quindi evidenziati i tessuti prevalentemente
residenziali, quelli ad uso commerciale e terziario, quelli industriali –
artigianali, le aree per servizi, le zone agricole o libere; nell‟elaborato
viene individuato inoltre il perimetro dell‟area urbana, che definisce il
tessuto urbano consolidato.
Tavola DP 6 – Assetto urbanistico
in questa tavola sono individuati gli Ambiti di trasformazione e le
infrastrutture viabilistiche previste (città prevista), distinti dalla città
esistente costituita dal tessuto urbano consolidato, i servizi e le
attrezzature pubbliche o di interesse pubblico, le zone prevalentemente
agricole o libere non edificabili, le infrastrutture viabilistiche e le
infrastrutture ferroviarie, le piste ciclabili, i corsi d‟acqua principali, i
piani esecutivi in fase di attuazione
Tavola DP 7 – Reti ecologiche
in questa tavola è individuata la rete ecologica locale (corridoi verdi, aree
libere interne al perimetro IC, piste ciclabili), la rete ecologica
regionale (corridoi primari, elementi di primo livello, elementi di secondo
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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livello, aree di supporto, aree ad elevata naturalità); la rete ecologica del
PTC del Parco del Ticino (fasce e corridoi per preservare e promuovere la
Rete Ecologica), zone agricole da consolidare come aree cuscinetto
(buffer zone) in cui realizzare corridoi ecologici di connessione.
Tavola DP 8 – Sottoservizi
In questa tavola sono individuate, fornite dagli Uffici comunali, la rete di
distribuzione del gas, la rete fognaria, gli elettrodotti, il depuratore e gli
impianti tecnologici.
Tavola DP 9 – Carta di fattibilità geologica
Questa tavola è stata realizzata dallo Studio Geoidrotecnico (dott. Alberto
Maccabruni) è parte integrante dello studio geologico redatto dallo stesso
Studio ed è integralmente recepita dal P.G.T.
In particolare in questo elaborato sono individuate le classi di fattibilità
con relative indicazioni e limitazioni per la realizzazione di opere edilizie.
Tavola DP 10 – Classificazione della viabilità
In questa tavola è individuata la classificazione della viabilità ai sensi
dell‟art. 3 del D. lgs. 285 del 30.4.1992.
Tavola DP 11 – Carta della sensibilità paesaggistica
Come previsto nella D.g.r. 8/1681 del 29.12.2005 Modalità per la
pianificazione comunale e nella D.g.r. 7/11045 del 8.11.2002 Linee
guida per l’esame paesistico dei progetti, la classificazione è effettuata
seguendo cinque livelli di sensibilità paesistica: 1.sensibilità molto bassa,
2.sensibilità bassa, 3.sensibilità media, 4.sensibilità elevata, 5.sensibilità
molto elevata.
Tavola DP 12 – Indirizzi del PTCP
L‟elaborato contiene gli indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento
della Provincia di Pavia
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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DP 13 - Relazione
La relazione contiene le descrizioni del quadro ricognitivo e conoscitivo e
degli obiettivi di sviluppo, con indicazioni di massima degli indici
territoriali e delle funzioni relative agli Ambiti di Trasformazione
Allegato DP 1 – Schede degli Ambiti di trasformazione
In questo elaborato sono inseriti tutti gli ambiti di trasformazione
individuati nella tavola DP 6 Assetto urbanistico con una numerazione che
consente di rintracciarne, in una apposita tabella, i dati quantitativi
(superficie territoriale, superficie lorda di pavimento, altezza massima,
area da cedere) e le indicazioni generali per il miglioramento
dell’inserimento della previsione (riduzione criticità indotta) della VAS
Allegato DP 2 – Città storica, tipologie e funzioni
Il fascicolo è composto dai seguenti elaborati:
- tavola DP-CS 1 - Capoluogo- tipologie e funzioni
- tavola DP-CS 2 – edifici esterni - tipologie e funzioni
- tavola DP-CS 3 - San Biagio - tipologie e funzioni
Le funzioni ammesse e le modalità d’intervento per la città storica sono individuate nel
Piano delle Regole
Allegato DP 3 – Edifici rurali dismessi
In questo elaborato sono individuati gli edifici Rurali dismessi per i quali
deve essere effettuato, ai fini dell‟intervento edilizio, lo studio previsto dal
Regolamento relativo alle modalità per l’individuazione ed il recupero
degli insediamenti rurali dimessi approvato dal C.d.A del Parco del Ticino
il 26.10.2005
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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ALLEGATO A
21. Parametri urbanistico edilizi
Superficie territoriale St: comprende, oltre alla zona su cui si concentra l‟edificazione, le
aree destinate alle urbanizzazioni primarie e secondarie; la realizzazione degli interventi
è subordinata all‟approvazione di uno strumento urbanistico esecutivo.
Superficie fondiaria Sf: definisce la sola area di pertinenza degli edifici con esclusione
delle aree destinate alle urbanizzazioni primarie e secondarie.
Superficie coperta Sc: definisce la proiezione a terra del perimetro esterno degli edifici;
sono esclusi dalla Sc le tettoie a sbalzo ed i balconi aggettanti per non più di 2 m dal filo
del fabbricato
Superficie lorda di pavimento Slp: definisce le superfici lorde comprese entro il profilo
esterno degli edifici. Deve essere computata nella Slp la superficie di ogni piano
abitabile o agibile inclusi i soppalchi, i piani seminterrati ed interrati se agibili, i sottotetti
con altezza media ponderale superiore o uguale a m. 2,40.
Non sono comprese nella Slp:
a) le superfici dei balconi, dei terrazzi, dei cavedi sempre; le superfici dei
porticati, delle logge, delle tettoie qualora la superficie di tali spazi non superi
il 25% della Slp;
b) gli accessori chiusi (cantine, ripostigli, lavanderie e depositi) che abbiano
un‟altezza media di ml.2,50 all‟intradosso della soletta ed un‟altezza massima
di ml. 3 all‟estradosso del colmo del tetto, qualora la superficie di tali spazi
non superi il 25% della Slp;
c) le superfici nette degli androni di ingresso, delle scale comuni degli edifici
plurifamiliari e degli atri compresi i corridoi comuni ad essi collegati, delle
scale di sicurezza, dei vani corsa degli ascensori e dei montacarichi, dei vani
tecnici e degli impianti tecologici;
d) le superfici lorde degli spazi destinati al ricovero di autovetture che abbiano
un‟altezza media di ml. 2,5 all‟intradosso della soletta e un‟altezza massima
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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di ml 3 misurata all‟estradosso di colmo del tetto, qualora la superficie di tali
spazi non superi le percentuali della Slp stabilite per ogni singolo tessuto;.
e) le superfici lorde degli spazi chiusi da pareti vetrate fisse o asportabili qualora
tali superfici non superino il 20% della superficie complessiva dell‟unità
immobiliare connessa;
f) le superfici relative a locali interrati o seminterrati (non emergenti oltre ml
1,20 misurati dal piano di giacitura come definito nei paragrafi successivi,
fino all’intradosso del solaio soprastante) destinati a funzioni accessorie
(locali tecnici, cantine, lavanderie, autorimesse, parcheggi, magazzini,
depositi) qualora la superficie non superi il 120 % della Superficie coperta Sc
e l‟altezza non sia superiore a m. 2,50.
Altezza media ponderale dei sottotetti: si ottiene dividendo il volume della parte di
sottotetto la cui altezza supera m. 1,50 per la superficie relativa.
Altezza H : è l‟altezza, misurata dal piano di giacitura dell‟edificio, all‟intradosso del
solaio di copertura se orizzontale, o nel punto medio dell‟intradosso del solaio di
copertura, se inclinato. Nel caso di solai / soffitte con altezza media superiore a ml. 1,50,
l‟altezza sarà misurata all‟intradosso della copertura se orizzontale, o nel punto medio
dell‟intradosso della copertura, se inclinata.
Se il piano di giacitura è posto a quota uguale per tutti i fronti del fabbricato, si
determina come altezza dell‟edificio l‟altezza massima misurata fra quelle delle diverse
facciate dell‟edificio; nel caso di piani di giacitura posti a quote differenti, l‟altezza sarà
determinata dalla media delle diverse facciate dell‟edificio
La quota del piano di giacitura dell‟edificio corrisponde alla quota media del
marciapiede o della strada in mancanza di marciapiede per edifici allineati su filo
stradale; in tutti gli altri casi eventualmente non previsti alla quota media di
sistemazione del terreno misurata precedentemente all‟intervento edilizio
Non contribuiscono al calcolo dell‟altezza H i volumi tecnici relativi ai fine corsa
ascensori e volumi tecnici connessi all‟installazione di fonti energetiche rinnovabili.
Per altezza all‟interno del nucleo di antica formazione si intende l‟altezza massima data
dall‟ingombro geometrico del fabbricato.
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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Volume V: definisce la somma dei prodotti della Slp di ciascun piano per l‟altezza
misurata dal livello di calpestio del piano stesso al livello di calpestio del piano
superiore ad eccezione dell‟ultimo piano abitabile la cui altezza va misurata dal piano di
calpestio all‟intradosso dell‟ultimo solaio se orizzontale o nel punto medio
dell‟intradosso del solaio di copertura, se inclinato.
Distanza tra fabbricati Df: è la distanza che intercorre fra le pareti o parti di pareti di
edifici disposti tra loro in parallelo o ad angolo inferiore a quello retto. Tale distanza si
misura a partire dal limite esterno di ogni opera in elevazione e di ogni aggetto superiore
a m 2 ed è misurata sulla retta che individua la distanza minima tra le pareti.
Distanza dal confine Dc: è la distanza tra le pareti di un edificio e il confine del lotto;
tale distanza si misura a partire dal limite esterno di ogni opera in elevazione e di ogni
aggetto superiore a m 2, sulla retta orizzontale che individua la distanza minima tra la
proiezione orizzontale della parete e la linea di confine del lotto.
Distanza dalle strade Ds: è la distanza tra le pareti di un edificio che fronteggia una
strada e il ciglio della strada stessa; tale distanza si misura a partire dal limite esterno di
ogni opera in elevazione e di ogni aggetto superiore a m 2, sulla retta orizzontale che
individua la distanza minima tra la proiezione orizzontale della parete e il limite delle
zone per la viabilità esistenti o previste dal PGT.
Distanza tra fabbricati dalle linee di delimitazione di diversi tessuti urbanistico – edilizi:
la distanza degli edifici si calcola con criterio analogo a quello utilizzato per la distanza
dal confine Dc.
22. Indici
Indice di edificabilità territoriale It: rappresenta la Superficie lorda di pavimento Slp
massima realizzabile per ogni m2 di Superficie territoriale St.
Indice di edificabilità fondiaria If: rappresenta la Superficie lorda di pavimento Slp
massima realizzabile per ogni m2 di Superficie fondiaria Sf.
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Indice di copertura Ic: esprime in percentuale il rapporto tra Superficie coperta Sc e
Superficie fondiaria Sf di pertinenza dell‟edificio.
Qualora un‟area su cui insistono edifici che si intendono conservare, venga frazionata
dopo l‟adozione del presente PGT allo scopo di costituire nuovi lotti edificabili, nel caso
in cui il rapporto tra la Superficie lorda di pavimento Slp degli edifici esistenti e la
porzione di area che a questi rimane asservita (area di pertinenza) superi l‟Indice di
edificabilità territoriale Et che compete alla zona oggetto dell‟intervento in base alle
presenti norme, detto frazionamento non è considerato valido ai fini urbanistico – edilizi
e quindi la verifica dell‟Ef sarà operata sul lotto originario.
23 Aree di pertinenza
E‟ area di pertinenza edificatoria di una costruzione quella oggetto di calcolo, in
applicazione egli indici di edificabilità previsti dal presente piano, ai fini della
realizzazione della stessa e che ad essa si deve considerare asservita.
E‟ area di pertinenza di un edificio realizzato in attuazione di un precedente strumento
urbanistico generale quella che ad esso deve considerarsi asservita in quanto calcolata ai
fini della sua realizzazione in applicazione degli indici di edificabilità previsti dallo
strumento stesso e - quando trattasi di area appartenente al proprietario dell‟edificio
stesso e da esso non acquisita dopo la formazione del titolo abilitativo – anche la più
estesa area calcolata in applicazione degli indici più restrittivi eventualmente previsti dal
presente piano
Gli indici di edificabilità di un‟area possono essere utilizzati una sola volta. Sulle aree
che hanno generato la Slp si deve considerare sussistente una servitù non aedificandi, a
seconda dei casi, parziale o totale. Nei casi consentiti dalla disciplina di legge vigente in
materia gli atti aventi ad oggetto l‟asservimento di cui al presente paragrafo devono
essere trascritti, a spese del proprietario o dei proprietari, nei registri immobiliari. Il
Comune terrà comunque un elenco degli atti stessi ed una raccolta di essi.
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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Un‟area di pertinenza viene considerata satura quando risultano assentiti e realizzati
edifici per una Slp pari a quella massima consentita dal presente piano. In caso di
frazionamenti successivi, l‟utilizzo delle aree risultanti è subordinato alla verifica del
rispetto degli indici previsti dal Piano delle Regole per tutte le aree derivate dal
frazionamento. Il vincolo di pertinenza dura con il durare degli edifici.
Ai fini dei vincoli volumetrici e di tutti gli indici prescritti dal presente piano si devono
assumere come aree di pertinenza edificatoria di un edificio o di un gruppo di edifici
esistenti l‟area di proprietà alla data di adozione del presente strumento urbanistico non
acquisite dopo la formazione del titolo abilitativo urbanistico edilizio relativo all‟edificio
o agli edifici stessi.
Nel caso di frazionamenti successivi a tale data i lotti liberi o parzialmente liberi
risultanti dagli stessi potranno essere computati ai fini edificatori solo nella misura in cui
non debbano considerarsi asserviti, ai sensi del precedente comma ed in base ai nuovi
indici di Piano, all‟edificio od agli edifici esistenti sull‟originaria unitaria proprietà.
Rimangono in ogni caso fermi tutti i vincoli di pertinenza volumetrica, anteriori
all‟adozione del presente strumento, derivanti dal calcolo delle aree ai fini del rilascio dei
permessi di costruire o delle denunce di inizio attività o della formazione degli altri titoli
abilitativi urbanistico – edilizi prima previsti dalla legge o della stipulazione di
convenzioni urbanistiche (anche non trascritte nei registri immobiliari) cui abbia fatto
seguito, in epoca anteriore all‟adozione del presente piano od anche in epoca successiva,
la realizzazione degli edifici alla quale essi risultano preordinati.
Rimangono altresì ferme tutte le impegnative aventi ad oggetto cessioni di aree al
Comune e/o asservimenti di aree ad uso pubblico che, alla data di adozione del Piano
delle Regole, non hanno ancora trovato esecuzione mediante i necessari atti di
trasferimento di proprietà o di costituzione di uso pubblico
PGT Documento di Piano –marzo 2011
69
24. Definizione degli interventi edilizi
Le definizioni degli interventi edilizi (come individuati dall‟art. 27 della l.r.12/05 e
successive modifiche) sono le seguenti:
manutenzione ordinaria: interventi edilizi che riguardano le opere di riparazione,
rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelli necessari ad
integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti, anche con
l‟impiego di materiali diversi, purché i predetti materiali risultino compatibili con
le norme e i regolamenti comunali vigenti;
manutenzione straordinaria: opere e alle modifiche riguardanti il consolidamento, il
rinnovamento e la sostituzione di parti anche strutturali degli edifici, la
realizzazione ed integrazione dei servizi igienico-sanitari e tecnologici,
modificazioni dell‟assetto distributivo di singole unità immobiliari. Sono di
manutenzione straordinaria anche gli interventi che comportino la trasformazione
di una singola unità immobiliare in due o più unità immobiliari, o l‟aggregazione
di due o più unità immobiliari in una unità immobiliare;
restauro e risanamento conservativo: interventi edilizi rivolti a conservare e recuperare
l‟organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme
sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e
strutturali dell‟organismo stesso, ne consentano destinazioni d‟uso con essi
compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il
rinnovo degli elementi costitutivi dell‟edificio, l‟inserimento degli elementi
accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell‟uso, l‟eliminazione degli
elementi estranei all‟organismo edilizio;
Resta ferma la definizione di restauro prevista dall‟art. 29 comma 4 d. lgs
42/2004
PGT Documento di Piano –marzo 2011
70
ristrutturazione edilizia: interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante
un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in
tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o
la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell‟edificio, l‟eliminazione, la
modifica e l‟inserimento di nuovi elementi ed impianti. Nell‟ambito degli
interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti
nella demolizione e ricostruzione parziale o totale nel rispetto della volumetria
preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l‟adeguamento alla
normativa antisismica;
nuova costruzione: interventi di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio non
rientranti nelle categorie definite ai punti precedenti e precisamente:
1. la costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l‟ampliamento
di quelli esistenti all‟esterno della sagoma esistente;
2. gli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria realizzati da soggetti
diversi dal comune;
3. la realizzazione di infrastrutture e di impianti, anche per pubblici servizi, che
comporti la trasformazione in via permanente di suolo inedificato;
4. l‟installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di
qualsiasi genere, quali roulottes, campers, case mobili, imbarcazioni, che siano
utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi,
magazzini e simili e che non siano diretti a soddisfare esigenze meramente
temporanee;
5. gli interventi pertinenziali che gli atti di pianificazione territoriale e i
regolamenti edilizi, anche in relazione al pregio ambientale paesaggistico delle
aree, qualifichino come interventi di nuova costruzione, ovvero che
comportino la realizzazione di un volume superiore al 20 per cento del volume
dell‟edificio principale;
6. la realizzazione di depositi di merci o di materiali, la realizzazione di impianti
per attività produttive all‟aperto ove comportino l‟esecuzione di lavori cui
consegua la trasformazione permanente del suolo inedificato.
PGT Documento di Piano –marzo 2011
71
ristrutturazione urbanistica: interventi rivolti a sostituire l‟esistente tessuto urbanistico-
edilizio con altro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi,
anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale.
25. Classificazione delle funzioni
FUNZIONI RESIDENZIALI
funzioni residenziali
Residence, abitazioni collettive
FUNZIONI COMMECIALI
commercio di vicinato
medie strutture di vendita
grandi strutture di vendita
somministrazione (bar e ristoranti) - art. 4 l.r. 30/2003
banche
commercio all‟ingrosso
FUNZIONI TERZIARIE
servizi privati di uso pubblico
uffici e studi professionali
servizi alla persona
servizi per l‟industria
artigianato di servizio alla famiglia
artigianato di servizio all‟auto
Centri di telefonia in sede fissa (di cui alla l.r. 6/2006 e successive integrazioni e
modifiche)
E‟ così definita qualsiasi struttura ove è svolta l‟attività commerciale in via esclusiva
di cessione al pubblico di servizi telefonici. Nei centri di telefonia in sede fissa sono
ammesse le sole attività di cessione al pubblico di servizi telefonici, ogni attività
commerciale che importi una connessione telefonica o telematica allo scopo di
fornire servizi di telefonia vocale indipendentemente dalle tecnologie di
commutazione utilizzate, da realizzarsi nei locali o sulle superfici aperte al pubblico e
a tale scopo attrezzati, nonché l‟attività di vendita di schede telefoniche. E‟ altresì
consentita l‟installazione di distributori automatici di bevande ed alimenti nel rispetto
delle procedure previste dalle leggi vigenti in materia.
Distributori di carburanti: tale funzione può comprendere attività connesse alla
distribuzione di carburante (ai sensi del d. lgs 114/98 art. 4 pt.: “vendita prodotti per
uso autotrazione” - somministrazione al pubblico di alimenti e bevande ai sensi
dell‟art. 4 l.r. 30/03 solo se connessi all‟attività di distribuzione carburanti con orari
regolati da apposito regolamento – nelle more dell‟approvazione del regolamento
devono essere rispettati gli orari di apertura e chiusura del distributore).
Farmacie, erboristerie, tabaccherie (attività non sottoposte al d.lgs. 114/98)
servizi pubblici e privati di uso pubblico suscettibili di essere valutati come standard
(disciplinati dal Piano dei Servizi)
verde pubblico e attrezzature sportive all'aperto
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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attrezzature scolastiche
attrezzature religiose
attrezzature tecnologiche
parcheggi
attrezzature sanitarie e assistenziali
attrezzature civili e culturali
attrezzature cimiteriali
attrezzature sportive
funzioni turistico ricettive e ricreative
Strutture alberghiere
Campeggi
Discoteche, attrezzature per lo spettacolo e multisale
Attrezzature per il tempo libero e lo sport
FUNZIONI PRODUTTIVE
Artigianato produttivo, industria
Depositi e magazzini connessi all‟attività artigianale e produttiva
FUNZIONI AGRICOLE
Abitazioni agricole
Strutture agrituristiche
Impianti e attrezzature per la produzione agricola
Depositi e magazzini connessi all‟attività agricola
Altre eventuali funzioni non comprese nella classificazione di cui sopra devono, per
analogia, essere ricondotte alle funzioni sopra individuate
26. Norme generali
26.1 Distanze
In tutti i tessuti, se non diversamente specificato debbono essere rispettate le seguenti
distanze tra i fabbricati (Df):
la distanza minima tra pareti finestrate o parti di pareti finestrate deve essere pari
all‟altezza del fabbricato più alto e comunque non inferiore a ml 10. Tale pescrizione si
applica anche quando una sola parete sia finestrata; non si applica per pareti o parti di
pareti non finestrate;
nei casi di restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia (ad eccezione
degli interventi di demolizione e ricostruzione senza rispetto della sagoma) la distanza
tra i fabbricati non deve essere inferiore a quella intercorrente tra i volumi edificati
PGT Documento di Piano –marzo 2011
73
preesistenti (ad esclusione dei fabbricati a distanza superiore a ml. 5 dal confine e ml. 10
nel caso di pareti finestrate).
Gli interventi di ristrutturazione edilizia in cui si preveda la demolizione e ricostruzione
senza rispetto della sagoma sono omologabili, ai fini del rispetto delle distanze di cui al
presente articolo, agli interventi di nuova costruzione.
In tutti i tessuti, se non diversamente specificato debbono essere rispettate le seguenti
distanze minime dei fabbricati dal confine (Dc)
la distanza minima dal confine non deve essere inferiore a ml 5.
E‟ ammessa la costruzione in aderenza al confine se preesiste parete o porzione di parete
senza finestre su qualsiasi porzione di segmento di confine (nel caso di lotti frazionati
per confine si intende quel tratto appartenente in modo univoco al proprietario dove
esiste il confine già compromesso), o in base alla presentazione di un progetto unitario
per i fabbricati da realizzare in aderenza, ovvero in base ad accordo scritto con i
proprietari confinanti, da registrarsi nei registri immobiliari;
è ammessa la costruzione a confine delle cabine elettriche secondarie e delle autorimesse
e degli accessori (così come descritti nel capitolo relativo alle grandezze edilizie - Slp –
paragrafo b)) con altezza media di ml. 2,50 all‟intradosso della soletta ed un‟altezza
massima non superiore a ml 3 all‟estradosso del colmo del tetto.
La distanza che intercorre tra le pareti del fabbricato principale e le pertinenze e/o
accessori, è misurata ad angolo retto, e non può essere inferiore a ml. 3 (C.C. art. 873).
E‟ ammessa la costruzione a confine di autorimesse ed accessori (ripostigli, lavanderie,
cantine, depositi e porticati) con aree destinate a verde e parcheggi di esclusiva proprietà
comunale , previa stipula di apposita convenzione, come da bozza allegata alla D.G.C. n.
110 del 17/07/2009, a condizione che il nuovo fabbricato abbia un‟altezza media di ml.
2,50 all‟intradosso della soletta ed un‟altezza massima di ml. 3 all‟estradosso del colmo
del tetto.
La distanza degli edifici dalle strade (Ds), ove non diversamente specificato, deve essere
individuata ai sensi del codice della strada e del relativo regolamento di attuazione
26.2 Dotazione di parcheggi pubblici
Negli Ambiti di trasformazione deve essere garantita la seguente dotazione minima di
parcheggi pubblici da reperirsi all‟interno delle Ap
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Funzioni parcheggi pubblici - mq
FUNZIONI RESIDENZIALI
(interventi con Slp > 500 mq) 1 mq/10 mq di Slp
FUNZIONI COMMECIALI
commercio di vicinato 10 mq/10 mq di Slp
medie strutture di vendita 10 mq/10 mq di Slp
grandi strutture di vendita 20 mq/10 mq di Slp
somministrazione e banche 5 mq/10 mq di Slp
commercio all‟ingrosso 1 mq/10 mq di Slp
FUNZIONI TERZIARIE
(interventi con Slp > 300 mq)
servizi privati di uso pubblico
uffici e studi professionali, servizi alla persona, 2 mq/10 mq di Slp
artigianato di servizio alla famiglia 5 mq/10 mq di Slp
servizi per l‟industria e artigianato di servizio all‟auto 1 mq/10 mq di Slp
centri di telefonia in sede fissa 1 mq/10 mq di Slp
servizi pubblici e privati di uso pubblico suscettibili di essere valutati come standard
(disciplinati dal Piano dei Servizi)
verde pubblico e attrezzature sportive all'aperto
(interventi con Sf > 300 mq) 2 mq/10 mq di Sf
attrezzature scolastiche 2 mq/10 mq di Sf
attrezzature religiose 2 mq/10 mq di Sf
attrezzature sanitarie e assistenziali 5 mq/10 mq di Slp
attrezzature civili e culturali 5 mq/10 mq di Slp
attrezzature cimiteriali 2 mq/10 mq di Sf
attrezzature sportive 5 mq/10 mq di Slp
funzioni turistico ricettive e ricreative
strutture alberghiere, campeggi 1 mq/10 mq di Slp
discoteche, attrezzature per lo spettacolo e multisale 5 mq/10 mq di Slp
attrezzature per il tempo libero e lo sport 5 mq/10 mq di Slp
FUNZIONI PRODUTTIVE
(interventi con Slp > 500 mq)
Artigianato produttivo, industria 1 mq/10 mq di Slp
FUNZIONI AGRICOLE
Strutture agrituristiche 5 mq/10 mq di Slp
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ALLEGATO B
27. Calcolo della capacità insediativa e della dotazione di servizi
Popolazione esistente (1 gen 2007)
9.521
Popolazione insediabile
1.056
Totale popolazione PGT
10.577
Superficie territoriale AT residenziali - mq
quota di area pubblica da
cedere
352.935 30% 105.881 mq area pubblica minima derivante dalle AT
352.935 50% 176.468 mq area pubblica massima derivante dalle AT
Servizi pubblici esistenti mq
296.706
Servizi privati di uso pubblico esistenti
esistenti - mq 115.075
Totale dotazione servizi esistente - mq
411.781
area pubblica minima derivante dalle AT mq
105.881
Totale dotazione servizi PGT - mq
517.661
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Totale dotazione servizi esistente mq
Popolazione esistente
(1.1.2007) - ab
dotazione servizi pubblici esistente
mq/ab
411.781 9.521 43
Totale dotazione servizi PGT - mq
Totale popolazione PGT -
ab
dotazione servizi pubblici PGT
mq/ab
517.661 10.577 49
PGT Documento di Piano –marzo 2011
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ALLEGATO C
28. Aggiornamenti della cartografia
Nella tavola sono rappresentati in rosso gli aggiornamenti effettuati sulla base
cartografica del 2003.
La maggior concentrazione di nuovi insediamenti realizzati in attuazione dell‟ultimo
Piano Regolatore Generale, si rileva nel comparto nord – nord ovest, con insediamenti
residenziali tra la S.P 176 (via Madonna delle Bozzole) e la S.P 185 (via S. Biagio); altri
insediamenti residenziali sono stati realizzati a corona (escludendo il comparto sud) del
tessuto urbano consolidato.
Nuovi e consistenti insediamenti produttivi sono sorti o sono in fase di realizzazione
sulla parte nord della S.P 206 (via Leonardo da Vinci) e, ad ovest, sulla S.S.596 con
accesso dal nuovo tracciato viabilistico
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ALLEGATO D
29. Introiti derivanti dagli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria e dalla
monetizzazione connessi all’attuazione degli Ambiti di Trasformazione
Gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria presunti derivanti dall‟ attuazione degli
Ambiti di Trasformazione sono pari a 1.560.000 euro circa (lo schema del calcolo è
illustrato nell‟allegato A); a questi si sommano gli oneri di urbanizzazione derivanti dalle
trasformazioni all‟interno della città consolidata. Tale introito è da considerarsi
sufficienti a sostenere i costi della prima fase di attuazione del PdS, che prevede, sulle
aree pubbliche, la realizzazione di verde e i costi per l‟indennizzo finalizzato
all‟acquisizione dell‟area per il completamento della piazza Togliatti .
Agli oneri di urbanizzazione deve essere aggiunto inoltre l‟introito derivante dalla
possibile monetizzazione delle aree Ap da cedersi al Comune: la superficie massima
monetizzabile è di circa 66.000 mq pari a circa 2.300.000 euro)
Programma Triennale Opere Pubbliche 2010/2012
Le opere pubbliche previste nel triennio 2010/2012 sono individuate nel Programma
Triennale Opere Pubbliche approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 67
del 21.12.2009.
Con detta deliberazione è stata effettuata l’Approvazione degli schemi di programma
triennale 2010/2012 e l’elenco annuale 2010; nell‟ambito di tale provvedimento
vengono esplicitati i costi e i mezzi finanziari stanziati.
Per il 2010 sono previste le seguenti opere
1) manutenzione straordinaria dei fabbricati, delle strade e delle fognature
appartenenti al patrimonio comunale
2) piano strade (realizzazione nuove asfaltature, rifacimento marciapiedi, ecc. …)
3) lavori di ristrutturazione idraulica e parziale tombinatura del Cavo Colatore
4) realizzazione palestra (da realizzarsi presso il plesso scolastico Toledo)
5) sistemazione del cimitero del capoluogo
6) completamento della pista ciclabile di via L. Da Vinci (finalizzato al
collegamento della circonvallazione con la via Dorno)
Per il 2011 sono previste le seguenti opere
1) manutenzione straordinaria dei fabbricati, delle strade e delle fognature
appartenenti al patrimonio comunale
2) piano strade
Per il 2012 sono previste le seguenti opere
1) manutenzione straordinaria dei fabbricati, delle strade e delle fognature
appartenenti al patrimonio comunale
2) piano strade
La stima dei costi del programma ammonta, per il 2010, a euro 1.726.540; per il 2011 a
euro 593.000; per il 2012 a euro 523.000.
La disponibilità finanziaria deriva, per il 2010, da entrate acquisite tramite contrazione di
mutuo (euro 1.327.040), mediante apporti di capitale privato (euro 150.000), da
trasferimenti di immobili ex art. 19 l.109/04 (euro 249.500); per il 2011 da trasferimenti
di immobili ex art. 19 l.109/04 (euro 593.000); per il 2012 da trasferimenti di immobili
ex art. 19 l.109/04 (euro 523.000);
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At prevalentemente residenziali
Ipotesi con 100% di destinazione residenzale
St At residenziali
It mq/mq Sul mq mc destinati a residenza
oneri per urb.primarie euro/mc euro
330.160 0,15 49.524 3 148.572 2 341.716 introito oneri
urbanizzazioni prim. con 100% resid.
mc resid oneri per urb.sec. euro/mc euro
148.572 3 401.144 entrate oneri
sec.con 100% resid.
742.860 entrate oneri tot. con 100% resid.
Ipotesi con 60% di destinazione residenzale e 40% di destinazione terziario commerciale
Sul At residenziali
Sul resid. mq mc resid oneri primaria euro/mc euro
49.524 0,60 29.714 3 89.143 2 205.029 entrate oneri prim.
60% resid.
mc resid oneri second. euro/mc euro
89.143 3 240.687 entrate oneri sec.
60% resid.
445.716 entrate oneri tot.
60% resid.
Sul At residenziali
Sul terz. comm.
mq oneri primaria euro/mq euro
49.524 0,40 19.810 22 441.754 entrate oneri prim.
40% com. dir..
oneri second. euro/mq euro
19.810 8 164.420 entrate oneri sec.
40% com. dir..
606.174 entrate oneri tot. 40% comm. Ter.
1.051.890 entrate oneri tot.
60% resid 40% ter. Comm
742.860 1.051.890 1.794.750 2 897.375 valore medio introito oneri per At prevalentemente residenziali
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80
At prevalentemente industriali
Ipotesi con 100% di destinazione industriale
St At industriali
Slp ind. mq oneri per
urb.primarie euro/mc
euro
158.286 0,40 63.314 5 329.235 introito oneri urbanizz. prim. con 100%
ind.
oneri
second. euro/mq
euro
63.314 4 234.263 introito oneri urbanizz. sec. con 100%
ind.
563.498 tot. introioto oneri di urbanizzazione con 100% destinazione industriale
Ipotesi con 50% di destinazione industriale 50% destinazione terziario commerciale
Slp At prev.res
Slp ind. mq oneri
primaria euro/mq
euro
63.314 0,50 31.657 5 164.617 entrate oneri prim. 50% ind.
oneri
second. euro/mq
euro
31.657 4 117.132 entrate oneri sec. 50% ind.
281.749 entrate oneri tot. 50% ind
Slp At prev.res
Slp terz. com.
mq
oneri primaria euro/mq
euro
31.657 0,50 15.829 22 352.978 entrate oneri prim. 50% terz. com
Slp terz. Com.
mq
oneri primaria euro/mq
euro
15.829 8 131.377 entrate oneri prim. 50% terz. com.
484.355 entrate oneri tot. 50% comm. ter.
766.104 tot. introioto oneri di urbanizzazione con 50% destinazione industriale e 50% destinazione terziario comm.
563.498 766.104 1.329.602 2 664.801 valore medio introito oneri per At prevalentemente industriali