PGNews 01 2017-12 (testi) rev#4 · L’uomo che piantava alberi 12 Immigrazione 13 Tempi duri per i...

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In copertina Autori: Diego S. – 2^D Chiara M. – 2^C

Progetto grafico Prof.ssa Comazzetto

Fotografie Autori: Lisa G. – 3^A

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Sommario 04 Editoriale

05 La nuova Dirigente

06 Intervista alla dirigente

07 A scuola di giornalismo

08 Intervista a Enzo Favero

09 Progetto Montello Progetto corrispondenza

10 Artesella

11 Inaspettato sole d’autunno sul Carso L’uomo che piantava alberi

12 Immigrazione

13 Tempi duri per i bulli Solo tre prove scritte e sparisce l’Invalsi

14 Cambiano le prove Invalsi Caporetto 1917

15 Al Parco Manin per la Campestre 2017

16 Testimonianza della Campestre Al via il centro sportivo studentesco

17 Studenti e sport

18 Rubrica d’arte

20 Recensioni: Minecraft

21 Recensioni: IT, le tue paure prendono vita

22 Recensioni: Brutti

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Editoriale Ciao a tutti! Siamo i ragazzi di 3^H e di 3^A e quest’anno abbiamo deciso di pub-

blicare un giornalino scolastico dal titolo PG-News (Papa Giovanni XXIII News). L’obiettivo è quello di informare voi tutti studenti su ciò che accade dentro e fuori la scuola; aggiornarvi sulle novità, rendere tutti gli alunni partecipi delle nostre e delle vostre iniziative e condividere con voi il nostro lavoro: interviste, recensioni, giochi … Il progetto è stato proposto dalle nostre professoresse di italiano, Bufi e Daminato, ma ognuno di noi si impegnerà nella stesura del giornalino. La redazione è composta dai seguenti ruoli:

F due direttori, uno per classe; F intervistatori; F giornalisti della cronaca interna ed estera; F giornalisti sportivi; F collaboratori delle recensioni; F fotografo; F fumettista.

Potrete contribuire anche voi al giornale proponendo articoli, rela-zioni di gite e uscite scolastiche, racconti, recensioni di libri, film, videogiochi che vi hanno colpito di più e altre curiosità. Vi ringraziamo per la vostra attenzione e vi auguriamo… buona lettura! Aurora G. – 3^A Jie Y. – 3^H

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La nuova Dirigente

Grandi novità quest’anno per il nostro istituto: nel mese di settembre 2017 la dottoressa Santa Aiello ha preso l’incarico ufficiale di dirigente scolastico presso l’istituto. È il secondo anno consecutivo che gli alunni e gli insegnanti vedono cambiare il capo dell’isti-tuto. Dopo diversi anni di servizio, nel 2015, ha cambiato sede la dottoressa Antonella Guglielmi e lo scorso anno scolastico l’incarico è stato assunto dall’ingegner Ezio Toffano. Ci auguriamo una lunga permanenza della preside attuale nella nostra scuola. L’impegno che si assume la dirigente è sicuramente gravoso per le numerose scuole che comprende l’istituto: una scuola secondaria di primo grado, due scuole primarie, quattro scuole dell’infanzia. Senza contare che, oltre al nostro istituto, è reggente in quello di Trevignano, con altrettante scuole. Ci auguriamo che tutti gli studenti si impegnino a rispettare le regole e le norme di buona edu-cazione, in modo da facilitarle il compito. Ringraziamo calorosamente la dirigente per l’impegno che si assumerà per questi anni. Inoltre, auguriamo un buon anno scolastico alla professoressa Trevisan che ha sostituito il professor Favero nel compito di vicedirigente.

Classe 3^H

Le scuole dell’IC-Montalcini

Grado Nome Luogo

Secondaria Papa Giovanni XXIII Montebelluna

Primaria Pascoli Marconi

Contea Centro

Infanzia

Arcobaleno Aquilone Bortot Menegon

Busta Sant’Andrea Contea Mercato Vecchio

Scuola in ospedale Ospedale

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Incontro al vertice con la nuova dirigente

Il 24 novembre i due capiservizio della rubrica interviste del PG News sono stati ricevuti dalla nuova Dirigente del nostro Istituto, la Dott.ssa Santa Aiello.

1. Cosa pensa e come si trova nel nostro Istituto?Mi trovo molto bene nell’Istituto, è molto grande e spazioso, anche se impegnativo da gestire.Penso che ci siano molte possibilità di crescita per questa scuola.

2. Qual è il percorso per diventare Dirigente?Bisogna essere laureati e insegnare per almeno cinque anni. Io sono laureata in Lettere Mo-derne presso l’Università di Padova e ho insegnato per 16 anni inglese. Infine è necessariovincere un concorso per diventare dirigenti. Questo per me è il quinto anno di dirigenza.

3. Quali sono i suoi obiettivi per migliorare la scuola?Incrementare il numero di computer e strumenti tecnologici presenti nella scuola e migliorare laformazione dei docenti.

4. Cose le piace del suo lavoro?Mi piace molto restare in contatto con i giovani, per questo mi manca il mio vecchio lavoro diinsegnante. Sono diventata dirigente perché volevo crescere e provare una nuova professiona-lità.

5. Cosa ne pensa del giornalino scolastico?E’ un progetto molto importante perché consente agli studenti di sperimentare la scrittura in uncontesto di realtà e di dimensione creativa.

6. Come si trova a gestire due scuole differenti?È molto impegnativo, ma, essendo circondata da ottimi collaboratori, il lavoro si semplifica.

Alberto S. 3^A Flamur M. 3^H

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Torna dietro la cattedra l’ex professore e vice-preside della nostra scuola

A scuola di giornalismo con Enzo Favero Il 3 novembre l’ex vice-preside della nostra scuola Enzo Favero ha incontrato la 3A e la 3H per parlare di giornalismo, argomento proposto in questi primi mesi di scuola dalle nostre profes-soresse di Lettere Bufi e Daminato nell’ambito del progetto “Giornalino scolastico”. Nella prima parte della “lezione” l’ex prof. ha spiegato la struttura del giornale, la sua evolu-zione nel tempo, la vita di redazione, il radicale cambiamento con l’avvento della tecnologia; Inoltre ha precisato che il giornale è un’azienda e, come tale, non deve andare in perdita: la pubblicità, quindi, è il suo maggior guadagno. Ha anche parlato delle differenze tra giornali cartacei e quelli on-line, di come riconoscere le fake news e di quanto possa aiutare internet a reperire le notizie. Sulle domande degli intervistatori delle due classi, il giornalista ha raccontato alcune delle sue esperienze più significative e gratificanti, come l’indagine che ha condotto sull’inquinamento del Piave, da cui poi è partita l’operazione “Piave pulito” negli anni’80. È stato un modo di “fare lezione” diverso dal solito, ma molto coinvolgente sia per gli alunni che per le professoresse. Leonardo B. – 3^A

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Intervista al Prof. Favero

7. Che incarico svolge da giornalista? Corrispondente da Montebelluna.

8. Se tornasse indietro, riprenderebbe il ruolo di vice preside? Sì, perché mi sono divertito.

9. Per quale motivo ha deciso di svolgere due lavori, l’uno diverso dall’altro? Ho fatto l’insegnante perché mi ero laureato in lettere, ho superato un concorso e di conse-guenza mi sono ritrovato nel mondo della scuola. La professione di giornalista è nata casualmente proprio nel periodo in cui erano nati i giornali locali.

10. È meglio fare il vice preside o il giornalista? È meglio l’insegnante! In realtà sono tutti e due bei lavori, potendosi dedicare la mattina alla scuola e la sera al giornale.

11. Da quanto tempo fa il giornalista? Ho scritto i primi articoli nel 1981. Ho calcolato di aver scritto circa 2000 articoli all’anno.

12. Chi è il suo modello di riferimento? Non c’è. Il lavoro si impara facendolo.

13. Qual è stato il suo primo articolo? Il mio primo articolo riguardava gli eventi culturali.

14. In che settore giornalistico lavora? Mi occupo di tutti i settori, escluso quello sportivo.

15. Come è cambiato il giornalismo da quando ha iniziato a fare il giornalista ad oggi? È diventato più veloce: oggi la spedizione è via email, un tempo l’articolo veniva dettato al tele-fono o inviato via posta.

16. Qual è il suo articolo più recente? Un articolo sull’installazione di casette natalizie nel centro di Montebelluna.

17. Per quale testata giornalistica lavora? Lavora per più testate giornalistiche? Lavoro per un’unica testata giornalistica che è la Tribuna di Treviso

18. È soddisfatto del suo lavoro? Certo, sono molto soddisfatto! Marco Z., Alberto S., Ilyas L. – 3^A Flamur M., Sofia X. – 3^H

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Progetto Montello L’inizio di questo anno scolastico ha visto le classi terze impegnate in un progetto comune pro-posto da Anna, una giovane laureanda in geologia dell’Università di Padova. Questo progetto permette agli studenti di conoscere vari aspetti del Montello: storico, naturalistico, geologico. Ecco quali sono state le varie tappe previste dall’iniziativa:

F In palestra abbiamo svolto il gioco del percorso: gli alunni divisi in squadre dovevano, grazie all’utilizzo di un’apposita cannuccia, soffiare su un tappo e superare ostacoli (come il pluriball, i cinesini, il ponte e la grotta) e vinceva la squadra che per prima posava i tappi sul tappeto fi-nale. Abbiamo riflettuto sul vero obiettivo del gioco e abbiamo realizzato che bisogna conoscere bene un territorio per poter sfruttare tutto ciò che può agevolare il traguardo. Nel gioco successivo bisognava lanciare una pallina da tennis dentro un secchio tenuto in mano dai professori, che si potevano muovere per complicare l’impresa. L’ultimo gioco della giornata è simile a dodgeball, solo che non si possono vedere gli avversari per colpa di un telo appeso in aria tramite un filo. Questo ci fa capire la difficoltà e l’importanza, nella prima guerra mondiale, di riuscire a vedere il nemico.

F In classe, Anna ci ha proposto una video-lezione sugli elementi geologici e naturalistici del Montello e un laboratorio sulle caratteristiche delle rocce: attraverso del materiale predisposto abbiamo sperimentato il contatto tra una roccia carbonatica e la pioggia acida che nel tempo scioglie il calcare, formando delle conche chiamate doline.

F Nel mese di novembre siamo andati in gita nel Montello, per mezzo di una corriera che ci ha portato vicino alle pendici, per poi proseguire a piedi lungo la strada. Nel corso del tragitto abbiamo visto vari fenomeni naturali presenti nel paesaggio e precedentemente studiati in classe: doline, conche chiuse formatesi in seguito alla dissoluzione del carbonato di calcio co-stituente le rocce; terrazze, superfici orizzontali formate dall’antico corso del fiume; grotte, alcune lunghe diversi chilometri, impiegate come ricoveri nella Prima Guerra Mondiale. Il percorso è stato molto interessante perché ci ha permesso di conoscere elementi nuovi e poco conosciuti di un territorio vicino a noi. Andrea M., Li Cheng Y. – 3^H

Progetto corrispondenza Quest’anno noi ragazzi della classe 3^H partecipiamo al progetto corrispondenza: scambiamo a turni lettere con alunni di un’altra scuola veneta. Abbiamo già spedito le prime lettere, atten-diamo con impazienza le risposte da parte degli studenti dell’altra scuola. Ciò ha lo scopo di migliorare la scrittura, ma anche conoscere ragazzi di altre province. È possibile e auspicabile che l’esperienza si concluda con un incontro tra le due classi. Alessandra L., Jiahui L. – 3^H

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Artesella Le seconde in gita

La gita ad Artesella non è stata solamente un viaggio d’istruzione durante il quale c’era una guida che parlava all’infinito senza sosta, ma è stata una gita dove tutti i partecipanti pote-vano esprimersi, dire la propria opinione oppure starsene semplicemente in silenzio ad ascoltare gli altri. Insomma… è stata un’espe-rienza positiva tanto per le persone più loquaci quanto per quelle un tantino riser-vate. Punto forte di questa giornata è stato il rispetto verso la natura: animali, vegetali e minerali presenti in quell’ambiente. Appena giunti in Val di Sella, in provincia di Trento, ci siamo resi conto che quell’area sa-peva di pulito, era fresca e frizzantina. Attorno a noi un fitto bosco dominato da abeti sempreverdi e, in numero minore, da altri al-beri a foglia caduca, come i faggi. La natura ci ha accolti con i soliti magnifici colori e con i raggi del sole che filtravano tra i rami degli al-beri più alti. I sentieri erano costellati da sorprendenti sculture fatte da tronchi lavorati dall’uomo con rami, sassi e foglie raccolti sul posto. Ci siamo ristorati e abbiamo giocato come si conviene tra amici. Dopo la pausa siamo finalmente andati a visi-tare il museo di Artesella: unico in tutta

Europa ad essere completamente costituito da componenti naturali. La guida ci ha parlato dei diversi alberi della zona e di tutte le opere presenti, frutto del lavoro e dell’ingegno di tanti artisti, anche stranieri. Abbiamo partecipato ad un laboratorio nel quale, divisi in gruppetti di tre alunni, dove-vamo fare un lavoretto, chi con le foglie, chi con i sassi e chi con i rametti. Prima di ripartire con la corriera, chi voleva poteva acquistare dei prodotti di Malga Co-sta: lamponi, fragole, mirtilli e more. Ci siamo meravigliati non solo nella bellezza che la na-tura sa offrirci, ma anche di ciò che l’uomo è in grado di creare mediante cose semplicis-sime che ai più passerebbero del tutto inosservate, ma messe in una certa maniera, diventano vere e proprie opere d’arte. Una volta rientrati a casa, abbiamo sentito l’urgente bisogno di raccontare la nostra emozionante gita d’istruzione ai nostri fami-liari. Un vero peccato che la nostra giornata sia stata così breve! Luce Carlotta F. - 2^B

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La pioggia non scoraggia gli escursionisti del CAI

Inaspettato sole d’autunno sul Carso L’uscita di domenica 5 novembre 2017 sul Carso, è partita lo stesso, malgrado la pioggia bat-tente. Si dice che la fortuna aiuti gli audaci e così a Trieste c’era uno splendido sole. Il gruppo è arrivato in mattinata alle pendici del Carso e si è incamminato per una strada che attraversava il bosco. Successivamente gli escursionisti hanno proseguito per un sentiero scosceso, tra sca-lini di radici e sassi che li ha condotti più in alto, dove gli alberi si diradavano, il sole riscaldava e si poteva vedere il mare. Ad una manciata di metri, il confine con la Slovenia. L’impressione, era quella dell’alta quota anche se eravamo solo a 450 m di altitudine. Dopo il pranzo avvenuto su un prato che terminava con uno strapiombo, dal quale si poteva ammirare un paesaggio mozzafiato, la passeggiata è proseguita e dopo alcuni minuti di camminata, la guida del CAI ha indicato delle splendide querce secolari. A Montebelluna, intanto, la pioggia cadeva ancora insistente. Vittoria C. – 1^A

“L’uomo che piantava alberi” una speranza per il futuro

Una storia toccante per riflettere sul dono e la speranza Durante il mese di Novembre gli operatori dell’AVIS hanno incontrato i ragazzi di terza per il progetto “L’uomo che piantava alberi”. L’attività è iniziata con la proiezione di un video molto toccante che raccontava la storia di un vecchio contadino che viveva in solitudine, allevando pecore. Costui aveva speso l’intera vita a piantare alberi in una zona desertica e nutriva la spe-ranza in cuor suo, con costanza e determinazione, di rendere quelle terre rigogliose e adatte ad accogliere nuovi abitanti. Dopo questa proiezione sono seguiti giochi individuali e di gruppo, con lo scopo di farci comprendere l’importanza della speranza che nasce dal dono. La cosa più sorprendente è che solo tre persone su cento hanno donato sangue in vita loro e che la maggior parte di essi ha tra i cinquanta e i sessantacinque anni. Gli operatori ci hanno ricordato che per poter donare bisogna essere maggiorenni e che oc-corre proprio partire dai noi giovani per rafforzare il numero di donatori e di conseguenza la speranza di chi ha bisogno di sangue. Leonardo B. – 3^A

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Immigrazione: una triste realtà ignorata dai media Il 18 novembre 2017 si è tenuto in tutte le terze dell’Istituto un laboratorio sulle migrazioni con alcuni operatori dell’associazione “Popoli insieme”, per affrontare il tema dell’immigrazione e dei profughi. Sabato 18 novembre, sono venuti a scuola alcuni operatori del centro Astalli per parlarci del mondo dell’immigrazione attraverso il progetto “Popoli insieme”. Il centro Astalli è la sede ita-liana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati che ha l’obiettivo di promuovere una cultura dell’accoglienza e della solidarietà e garantire a tutti i diritti umani fondamentali. Al termine del laboratorio, un volontario e membro del centro Astalli ci ha raccontato la sua dolorosa, triste e terribile storia, poichè anche lui è stato un profugo. Si chiama Celesten e fino a qualche anno fa viveva con la sua famiglia nella Repubblica democratica del Congo. In quel paese si estrae il coltan (minerale indispensabile nella produzione di cellulari), una rara e, per questo, preziosa risorsa naturale che è causa di sfruttamento dei lavoratori e di lotte politiche interne. Celesten si è trovato in qualche modo coinvolto in situazioni pericolose e poiché non aveva accettato di assecondare gruppi di persone appoggiate dal Governo, è stato perseguitato, imprigionato e torturato. Alla fine è riuscito a fuggire dal proprio Paese raggiungendo l’Italia, dove si è ricostruito una vita dignitosa e si è fatto raggiungere dalla famiglia. Rifugiati, profughi, migranti forzati. Chi c’è dietro queste parole? Persone che fuggono in cerca di protezione, costrette ad abbandonare il proprio paese, talmente disperate da affrontare lunghi ma soprattutto pericolosi viaggi, durante i quali rischiano la vita e sono preda di orga-nizzazioni criminali senza scrupoli. Raramente ne sentiamo parlare, anche perché le guerre, le violenze, le persecuzioni e le violazioni dei diritti umani, trovano raramente spazio nei media italiani. Maria Sofia M. – 3^A

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Tempi duri per i bulli: severa condanna da Torino Sentenza esemplare: finalmente due bulli scontano qualche anno al fresco Torino. Due amici di qualche anno più grandi spingono un loro compagno di scuola sedicenne a mangiare escrementi, lo molestano con un ombrello e lo costringono ad appartarsi con una prostituta in loro presenza. La storia risale al 2014 e, dopo le denunce e il processo, il 30 otto-bre 2017, arriva una clamorosa sentenza che punisce i due aguzzini con otto anni e sei mesi di carcere. Proprio il 30 ottobre 2017, si verifica a Mirandola, nel modenese, un altro episodio, dove tre studenti minorenni, dopo aver ripetutamente minacciato a parole una loro insegnante, l’hanno colpita, lanciandole un cestino in testa. A compiere il fatto è stato un ragazzo albanese, mentre un secondo, filmava la scena con il cellulare, diffondendo poi il video nei social. Con lo sviluppo delle tecnologie, infatti, si è diffuso il cyber bullismo che colpisce la vittima attraverso la rete internet con azioni anonime e persecutorie. Vogliamo ricordare che, oltre alle forme di bulli-smo diretto (insulti, minacce, derisioni, umiliazioni) vi è quella indiretta (esclusione dalle attività del gruppo, la vittima è oggetto di falsità e viene messa in condizioni di sentirsi diversa) e poi, come emerge negli ultimi tempi dalle cronache, un altro tipo di bullismo: quello rosa, diffuso tra le ragazze, meno diretto perché predilige comportamenti sottili e subdoli. Vogliamo sottolineare che questo fenomeno crescente e preoccupante è considerato un reato contro i diritti umani, quindi il colpevole oggi ottiene una condanna. Maria Sofia M., Anna Z. – 3^A

disegno di Cristian C. – 3^A

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Cambiano le prove Invalsi Grandi novità dal ministro dell’istruzione Fedeli sulle prove In-valsi del 2018. Vendiamo insieme le principali:

F Non saranno più effettuate a giugno durante le giornate d’esame, ma nel corso del mese di aprile.

F Le prove non saranno più svolte in modalità cartacea, ma con il computer. F Le prove Invalsi non saranno più parte delle prove d’esame, quindi non faranno più media con il voto finale.

Tali cambiamenti hanno reso gli esami meno stressanti per noi studenti, perché li riducono di un giorno, e noi ne siamo sollevati, ma ci chiediamo: l’istituto riuscirà ad avere a disposizione un computer per tutti gli studenti delle terze e completare i test nello stesso giorno e nella stessa ora?

Raffaele L., Thomas C., Jiahui C. – 3^H Cambia l’esame di licenza media

Solo tre prove scritte e sparisce l’Invalsi All’esame di terza media, già a partire dall’anno scolastico 2017/2018 non vi saranno più cinque, ma tre prove scritte e l’orale. Valeria Fedeli, Ministro dell’Istruzione ha firmato un decreto sulla riforma scolastica che prevede l’ammissione all’esame dopo aver partecipato alle INVALSI che si terranno in primavera e riguarderanno: matematica, italiano, in-glese; tali prove non incideranno sul voto finale per cui, nel caso di un esito negativo, non dovrebbero compromettere l’accesso prova finale. Per la prima prova di italiano, le tracce riguarderanno un testo narrativo, descrittivo, argomenta-tivo e una comprensione e sintesi di un testo. Per matematica verranno proposti dei problemi e quesiti a risposta aperta. È prevista una sola prova per le lingue straniere, in cui gli alunni dovranno dimostrare le loro competenze in comprensione e produzione scritta. Nessuna variazione per il colloquio orale. Il voto finale deriverà dalla media fra il voto di ammissione all’esame e quella dei voti delle prove scritte e del colloquio. Insieme al diploma finale sarà rilasciata la Certificazione delle competenze del livello raggiunto dal candidato nell’arco del triennio.

Aurora F. – 3^A A cent’anni dall’inizio della 12°Battaglia dell’Isonzo

Caporetto 1917 Mostra fotografica a Paese per il centenario di Caporetto Al centenario del disastro avvenuto a Caporetto, il comune di Paese ha indetto una mostra fotografica dal 24 ottobre al 24 novembre a Villa Panizza. La dodicesima battaglia dell’Isonzo si trasformò per l’Italia in una disfatta, tanto che ancora oggi per indicare che qualcosa è andato in modo disastroso si dice “è una Caporetto”. Il disastro è avvenuto all’alba del 24 ottobre 1917, quando i soldati austro-ungarici e quelli tedeschi attaccarono gli italiani gettando scompiglio nelle linee di difesa rimaste senza ordini dai comandi superiori. L’artiglieria non reagì, consentendo l’avanzata dei nemici. In mano austro-tedesca finirono 150 ufficiali e 9000 soldati e si creò una massa di mezzo milione di profughi terrorizzati dall’avanzata austro-germanica. Questa mostra può essere apprezzata dagli studenti per approfondire un avveni-mento importante per la storia nazionale e soprattutto per la storia locale, data la vicinanza alla nostra zona.

Thomas C., Raffaele L., Jiahui C. – 3^H

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Sport

Al Parco Manin per la Campestre 2017 Il 15 novembre, in una fredda ma soleggiata mattinata invernale, si è svolta la corsa campestre fra gli alunni qualificati delle varie classi dell’istituto. La gara consiste nel percorrere un determinato numero di giri che variano a seconda dell’età e del sesso. L’obiettivo di questa gara è certamente divertire, ma allo stesso tempo far concorrere gli alunni. Ma come ci si qualifica? Per gareggiare gli alunni hanno affrontato il minicooper, una prova atletica in cui bisogna correre per determinati minuti, raggiungendo un certo numero di giri. Alla campestre hanno partecipato 200 alunni.

Cadetti/e 800 metri (un giro del parco)

Ragazzi/e - Allievi/e 1200 metri (un giro e mezzo del parco)

Dopo la corsa nelle classifiche sono stati inseriti i primi tre studenti arrivati al traguardo per ogni categoria. Complimenti a chi a raggiunto il podio e a tutti quelli che hanno partecipato!

Maschi Ragazzi Cadetti 2^ Cadetti 3^

1°classificato Bison Tommaso Jedreicic Diego Marcon Lorenzo

2°classificato Fornasier Giacomo Ait Cheikh Ayoub Jemai Wadia

3°classificato Favero Mattia Carniello Gioele Zandonà Morris

Femmine Ragazze Cadette 2^ Cadette 3^

1°classificata Luongo Soraya Marchetti Emma Pizzolato Martina

2°classificata Finco Allegra Ciacia Sofia Zanotto Anna

3°classificata Brion Alessia Taborra Elizabeth Alberton Angela

I ragazzi sono stati premiati con un’appetitosa me-daglia biscotto. I primi classificati parteciperanno poi alle gare provinciali. La mattinata è stata “riscaldata” dal prezioso tè di-stribuito dagli alpini. Dopo le premiazioni, tutti i ragazzi hanno potuto giocare insieme a calcio, palla-volo divertendosi e correndo su e giù per il parco. Emma C – 3^A Soumaila Y., Emma M., Christian G. – 3^H

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Dicembre 2017 16

Testimonianza della Campestre Non mi sarei mai aspettata di arrivare prima, anzi credevo di arrivare decima o undicesima. All’inizio della gara ero ultima, andavo piano, poi però gli altri si stavano allontanando, allora ho cominciato ad aumentare la velocità e ho superato tutti. Non sono l’unica ad essersi classifi-cata della mia classe: anche Gabriele Pagnan e Mattia Binotto. Gabriele è arrivato sesto fra tutte le prime maschili e Mattia Binotto quinto della sua batteria. Di sicuro andrò anche alle provinciali, ma sono sicura di arrivare una tra le ultime! Alla fine della gara ci hanno premiato e scattato una foto, le medaglie che ci hanno dato erano fatte di carta perché quelle vere dovevano ancora arrivare. Questa esperienza è stata molto bella e si è conclusa al meglio. Soraya L. – 1^H

Grandi novità per il nostro Istituto

Al via il centro sportivo studentesco Il 28 ottobre il collegio dei docenti ha approvato il progetto del Centro Sportivo Studentesco (CSS). L’idea è partita dai docenti di educazione fisica, i professori Polidoro, Osellame e Ber-nardelle. Finanziato dal CONI, che ha stanziato 80€ per ogni classe, il Centro Sportivo Studentesco avrà lo scopo di allenare gli alunni a nuove attività sportive. Si inizierà con il torneo delle classi terze di calcio a cinque, seguiranno poi il 3 contro 3 di basket, 1-2-3 volley, orien-teering, atletica su pista, mentre le classi prime saranno impegnate nel triathlon. Questi sport coinvolgeranno gli studenti e i professori per tutto l’anno scolastico. L’iniziativa è aperta a tutti gli alunni con l’augurio degli insegnanti che i ragazzi trovino in que-ste attività un modo di passare del tempo insieme, divertendosi. Leonardo B. – 3^A

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Studenti e sport Qual è lo sport più diffuso alla Papa Giovanni? Quanti studenti prati-cano regolarmente un sport? Abbiamo risposto a queste domande con un sondaggio: ci siamo recati in ogni classe per chiedere agli alunni quali sport praticano. Abbiamo rappresentato questi dati in un isto-gramma, dal quale è evidente che la maggior parte degli alunni non pratica nessuno sport, per scelta o per mancanza di disponibilità, men-tre lo sport più praticato dagli alunni rimane il calcio, praticato dalla gran parte dei maschi, seguito dal nuoto. Soumaila Y., Emma M., Chistian G. – 3^H

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SPORTPRATICATI

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Rubrica d’arte Presentiamo in ogni numero di questa rubrica una selezione di alcuni dei lavori prodotti dagli studenti nelle ore di Arte e immagine, proposti dalle loro insegnanti. Una storia una fotografia... Le immagini possono raccontare storie. I ragazzi si sono ispirati a questa immagine e hanno provato a scrivere il racconto che si na-sconde “dentro” la fotografia. Prof.ssa Comazzetto

fotografia di Ferdinando Scianna

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Quando guardo questa immagine penso a cosa rappresenta per me questa trottola… Mi ricorda mio nonno quando era più giovane: egli mi regalava sempre degli oggettini in legno che comprava alle sagre cittadine pensando che io, arrivata a casa, ne facessi buon uso; in realtà mettevo quei piccoli oggetti in un angolo e per anni non li guardavo. Qualche giorno fa, stavo riordinando la mia camera e ho ritrovato una piccola trottola di colore rosso che riportava la scritta e l’anno in cui mi era stata regalata “San Giuliano 2011”. Da piccola consideravo questi oggetti inutili, ma adesso penso che siano proprio le cose piccole che ti fanno ricordare le grandi cose. Anna S. – 3^E Tutto ebbe inizio quando Luca andò a trovare sua nonna. Appena arrivato la nonna gli disse che doveva raccontargli una storia importante; Luca, molto incuriosito, si sedette sul pavimento vicino al camino e aspettò. La nonna andò a prendere uno strano oggetto che faceva girare sulla mano e cominciò a raccontare una storia finché la trottola non concluse il suo giro. A qual punto la nonna spostò la trottola dalla sua mano a quella di Luca e lui, da quel giorno, grazie a quella trottola imparò la bellezza del raccontare. Quel piccolo oggetto, dava la possibilità a chi lo pos-sedeva di inventare favole bellissime. Dopo molti anni anche Luca diventò nonno e a sua volta regalò la piccola trottola a suo nipote. Anastasia G. – 3^E Quello fu l’unico oggetto che gli rimase: la trottola. Gli era stata donata dai suoi genitori prima che iniziasse la guerra. Leo era un ragazzo come gli altri, amava giocare, correre e pensare a quello che sarebbe stato il suo futuro. Un pomeriggio stava seduto con i suoi amici a cantare felice; ad un certo punto dei rumori arrivarono da lontano. I ragazzi non capivano cosa potesse essere quel frastuono, ma qualche secondo dopo si udì un’esplosione provenire dall’abitazione di Leo. Il ragazzo si alzò e iniziò a correre urlando: “Mamma, papà, dove siete?”. In quello stesso momento, altre esplosioni. La città in un attimo fu coperta di macerie. Leo cominciò a correre più forte che poteva e come lui altri bambini cercavano di fuggire. Alla fine della loro corsa, si ritrovarono in una città a loro sconosciuta. Raccontarono quello che era successo, ma nessuno credeva loro. Solo una signora si fermò ad ascoltarli e decise di ospitarli nella sua casa. La si-gnora si mostrò subito gentile e divenne per loro come una mamma. I mesi passarono e della loro città non seppero più nulla, ogni sera si disponevano in cerchio e facevano roteare l’unico oggetto che era rimasto loro: la trottola. Giulia C. – 3^F

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Riproduzione di paesaggio a partire da dettagli fotografici. La riproduzione del paesaggio dal vero o con l’ausilio di una foto o parte di essa presuppone una buona capacità di osservazione. Osservare è diverso da guardare poiché richiede uno sforzo maggiore e contempla diverse abilità mettendole in connessione tra di loro. Gli al-lievi hanno dimostrato di possedere una buona padronanza anche nell’utilizzo delle tecniche proposte dal docente, realizzando un paesaggio d’autore, unico e irripetibile... come loro! Prof.ssa Di Pietro

Edoardo M. – 3^G

Alessandra L. – 3^H

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Dicembre 2017 21

Recensioni

È un videogioco originariamente creato e sviluppato dal programmatore svedese Markus Pers-son (dal 2009 al 2011) e successivamente sviluppato e pubblicato dalla Mojang, che è un’azienda produttrice americana. La versione alpha è stata rilasciata ufficialmente per PC il 17 maggio 2009, mentre la versione completa è stata pubblicata il 18 novembre 2011. Col passare del tempo Minecraft è stato pubblicato su vari dispositivi, tra cui le versioni per console che vengono sviluppate e create da Mojang. Questo gioco ha tre modalità principali :

F creativa: in questa modalità sono presenti risorse illimitate, è possibile volare e distruggere istantaneamente i blocchi indipendentemente da quale oggetto si usa. Il giocatore è invulnera-bile ad ogni tipo di danno, eccetto il danneggiamento tramite l’oltrepassamento del livello d’altezza - 64, oppure digitando il comando /kill. I blocchi che vengono collocati non sono tolti dall’inventario, eccetto le frecce spettrali.

F sopravvivenza: il giocatore in questa modalità può morire. Alla morte del personaggio, verrà perso il contenuto dell’inventario, che sarà sparso nella zona in cui si è perso.

F estrema: in questa modalità la difficoltà è posta al livello più alto, il livello di fame “trascorre” più velocemente, i cuori della vita hanno una grafica diversa ed è presente la morte permanente. Se il giocatore muore, può scegliere solo se eliminare il mondo o passare alla modalità spetta-tore. Consigliato agli amanti della costruzione e avventura. Luca B., Na Y. – 3^H

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Dicembre 2017 22

Il ritorno del grande Stephen King

IT: le tue paure prendono vita Esce nelle sale, proprio il giorno di Halloween, il film IT. Esso nasce come romanzo horror e porta la firma del grande maestro del genere Stephen King che lo conclude nel 1985 e lo pub-blica con la casa editrice Viking Press. Il film sviluppa solo la prima parte del libro, infatti il mostro IT rifarà la sua comparsa quando i protagonisti saranno ormai adulti. L’avventura è ambientata nella città immaginaria di Derry, dove cominciano a manifestarsi eventi paranormali, tutti legati al solo ed unico PENNYWISE, il clown ballerino. Egli riesce ad assumere la forma delle più grandi paure dell’uomo, quindi se prende le somiglianze di un vampiro, può essere sconfitto con l’aglio o con il sole. Nella trama emergono le figure dei “Perdenti”, un gruppo di sei adolescenti a cui successiva-mente si aggiunge una ragazza che all’inizio è presa in antipatia per via delle false voci sul suo conto, poi però è amata da tutti. Tra di essi spicca il personaggio di Bill che, a causa della scom-parsa del fratellino minore Georgie, si avvicinerà sempre più al mostro, cercando di sconfiggerlo. La pellicola cinematografica è un viaggio nella notte nera, buissima dove si nascondono le paure più terribili che aspettano soltanto il momento perfetto, opportuno, per saltarti addosso. Vittoria S., Giulia F. – 3^A

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Dicembre 2017 23

Brutti Autore: Scott Westerfeld; Traduttore: Angela Ragusa Casa Editrice: Mondatori Pagine: 355 Prezzo: 13,00 EuroLuogo e data di pubblicazione: Milano, 2006 Genere: Fantascienza

In una società ambientata in un tempo e in un luogo non precisato, la popo-lazione è suddivisa tra brutti e perfetti. I brutti sono i ragazzi al di sotto dei sedici anni che non hanno subito l’ope-razione chirurgica, obbligatoria per legge, che li rende esteticamente perfetti. Tally non vede l’ora che arrivi il giorno dell’operazione, ma nel frattempo conosce Shay, una ragazza sedicenne che le fa scoprire il brivido della ribel-lione e il bello della diversità. Shay le rivela l’esistenza di Fumo, una città dove si sono rifugiati i ragazzi clandestini che non si sono sottoposti all’operazione. Il governo scopre la sua amicizia con Shay, scappata per andare a Fumo per sottrarsi all’operazione e la ricatta minacciandola di farla restare brutta a vita. F Tally saprà rinunciare alla bellezza o tradirà la sua migliore amica? F Come reagirà il governo di fronte alla sua scelta? F Quale segreto nasconde questa società apparentemente idilliaca?

Lo consigliamo a chiunque voglia immergersi nel mondo della fantascienza. […] Ehi, Guercetta! - protestò Shay - Di chi è la faccia? È solo un gioco. Vuoi provare? No, voglio fare un giro in librella. D’accordo, ma prima vediamo di darti la faccia giusta. Come sarebbe “giusta”? La mia faccia è già “giusta”! Sì, certo - sbuffò Tally - per una brutta. Shay si accigliò -Cos’è, ti faccio schifo? Hai bisogno di sovrapporre l’immagine di un’altra fac-cia alla mia per riuscire a guardarmi? E dai! È solo per divertirsi. Farci sentire brutte non è divertente. Ma siamo brutte! È tutto studiato per farci odiare il nostro aspetto. Jie Y., Luca B., Na Y. – 3^H

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