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    UDIENZA GENERALE

    Piazza San Pietro

    Mercoled, 27 marzo 2013

    Fratelli e sorelle, buongiorno!

    Sono lieto di accogliervi in questa mia prima Udienza generale. Con grande riconoscenza evenerazione raccolgo il testimone dalle mani del mio amato predecessoreBenedetto XVI.Dopo la Pasqua riprenderemo le catechesi dellAnno della fede. Oggi vorrei soffermarmi unpo sullaSettimana Santa. Con la Domenica delle Palme abbiamo iniziato questa Settimanacentro di tutto lAnno Liturgico in cui accompagniamo Ges nella sua Passione, Mortee Risurrezione.

    Ma che cosa pu voler dire vivere la Settimana Santa per noi? Che cosa significa seguireGes nel suo cammino sul Calvario verso la Croce e la Risurrezione? Nella sua missioneterrena, Ges ha percorso le strade della Terra Santa; ha chiamato dodici persone sempliciperch rimanessero con Lui, condividessero il suo cammino e continuassero la suamissione; le ha scelte tra il popolo pieno di fede nelle promesse di Dio. Ha parlato a tutti,senza distinzione, ai grandi e agli umili, al giovane ricco e alla povera vedova, ai potenti eai deboli; ha portato la misericordia e il perdono di Dio; ha guarito, consolato, compreso; hadato speranza; ha portato a tutti la presenza di Dio che si interessa di ogni uomo e ognidonna, come fa un buon padre e una buona madre verso ciascuno dei suoi figli. Dio non haaspettato che andassimo da Lui, ma Lui che si mosso verso di noi, senza calcoli, senzamisure. Dio cos: Lui fa sempre il primo passo, Lui si muove verso di noi. Ges ha

    vissuto le realt quotidiane della gente pi comune: si commosso davanti alla folla chesembrava un gregge senza pastore; ha pianto davanti alla sofferenza di Marta e Maria per lamorte del fratello Lazzaro; ha chiamato un pubblicano come suo discepolo; ha subito ancheil tradimento di un amico. In Lui Dio ci ha dato la certezza che con noi, in mezzo a noi.Le volpiha detto Lui, Gesle volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi,ma il Figlio delluomo non ha dove posare il capo (Mt8,20). Ges non ha casa perch lasua casa la gente, siamo noi, la sua missione aprire a tutti le porte di Dio, essere lapresenza di amore di Dio.

    Nella Settimana Santa noi viviamo il vertice di questo cammino, di questo disegno diamore che percorre tutta la storia dei rapporti tra Dio e lumanit. Ges entra in

    Gerusalemme per compiere lultimo passo, in cui riassume tutta la sua esistenza: si donatotalmente, non tiene nulla per s, neppure la vita. NellUltima Cena, con i suoi amici,condivide il pane e distribuisce il calice per noi. Il Figlio di Dio si offre a noi, consegnanelle nostre mani il suo Corpo e il suo Sangue per essere sempre con noi, per abitare inmezzo a noi. E nellOrto degli Ulivi, come nel processo davanti a Pilato, non opponeresistenza, si dona; il Servo sofferente preannunciato da Isaia che spoglia se stesso finoalla morte (cfrIs 53,12).

    http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/index_it.htmhttp://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/index_it.htmhttp://www.vatican.va/special/annus_fidei/index_it.htmhttp://www.vatican.va/special/annus_fidei/index_it.htmhttp://www.vatican.va/special/annus_fidei/index_it.htmhttp://www.vatican.va/liturgical_year/holy-week/2013/index_it.htmhttp://www.vatican.va/liturgical_year/holy-week/2013/index_it.htmhttp://www.vatican.va/liturgical_year/holy-week/2013/index_it.htmhttp://www.vatican.va/liturgical_year/holy-week/2013/index_it.htmhttp://www.vatican.va/liturgical_year/holy-week/2013/index_it.htmhttp://www.vatican.va/special/annus_fidei/index_it.htmhttp://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/index_it.htm
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    Ges non vive questo amore che conduce al sacrificio in modo passivo o come un destinofatale; certo non nasconde il suo profondo turbamento umano di fronte alla morte violenta,ma si affida con piena fiducia al Padre. Ges si consegnato volontariamente alla morte percorrispondere allamore di Dio Padre, in perfetta unione con la sua volont, per dimostrareil suo amore per noi. Sulla croce Ges mi ha amato e ha consegnato se stesso per me

    (Gal2,20). Ciascuno di noi pu dire: Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.Ciascuno pu dire questo per me.

    Che cosa significa tutto questo per noi? Significa che questa anche la mia, la tua, la nostrastrada. Vivere la Settimana Santa seguendo Ges non solo con la commozione del cuore;vivere la Settimana Santa seguendo Ges vuol dire imparare ad uscire da noi stessi - comedicevo domenica scorsa - per andare incontro agli altri, per andare verso le periferiedellesistenza, muoverci noi per primi verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, soprattuttoquelli pi lontani, quelli che sono dimenticati, quelli che hanno pi bisogno dicomprensione, di consolazione, di aiuto. C tanto bisogno di portare la presenza viva diGes misericordioso e ricco di amore!

    Vivere la Settimana Santa entrare sempre pi nella logica di Dio, nella logica della Croce,che non prima di tutto quella del dolore e della morte, ma quella dellamore e del dono dis che porta vita. E entrare nella logica del Vangelo. Seguire, accompagnare Cristo,rimanere con Lui esige un uscire, uscire. Uscire da se stessi, da un modo di vivere la fedestanco e abitudinario, dalla tentazione di chiudersi nei propri schemi che finiscono perchiudere lorizzonte dellazione creativa di Dio. Dio uscito da se stesso per venire inmezzo a noi, ha posto la sua tenda tra noi per portarci la sua misericordia che salva e donasperanza. Anche noi, se vogliamo seguirlo e rimanere con Lui, non dobbiamo accontentarcidi restare nel recinto delle novantanove pecore, dobbiamo uscire, cercare con Lui lapecorella smarrita, quella pi lontana. Ricordate bene: uscire da noi, come Ges, come Dio uscito da se stesso in Ges e Ges uscito da se stesso per tutti noi.

    Qualcuno potrebbe dirmi: Ma, padre, non ho tempo, ho tante cose da fare, difficile,che cosa posso fare io con le mie poche forze, anche con il mio peccato, con tante cose?Spesso ci accontentiamo di qualche preghiera, di una Messa domenicale distratta e noncostante, di qualche gesto di carit, ma non abbiamo questo coraggio di uscire per portareCristo. Siamo un po come san Pietro. Non appena Ges parla di passione, morte erisurrezione, di dono di s, di amore verso tutti, lApostolo lo prende in disparte e lorimprovera. Quello che dice Ges sconvolge i suoi piani, appare inaccettabile, mette indifficolt le sicurezze che si era costruito, la sua idea di Messia. E Ges guarda i discepoli erivolge a Pietro forse una delle parole pi dure dei Vangeli: Va dietro a me, Satana!Perch tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini (Mc 8,33). Dio pensa semprecon misericordia: non dimenticate questo. Dio pensa sempre con misericordia: il Padremisericordioso! Dio pensa come il padre che attende il ritorno del figlio e gli va incontro, lovede venire quando ancora lontano Questo che significa? Che tutti i giorni andava avedere se il figlio tornava a casa: questo il nostro Padre misericordioso. E il segno che loaspettava di cuore nella terrazza della sua casa. Dio pensa come il samaritano che non passavicino al malcapitato commiserandolo o guardando dallaltra parte, ma soccorrendolo senzachiedere nulla in cambio; senza chiedere se era ebreo, se era pagano, se era samaritano, seera ricco, se era povero: non domanda niente. Non domanda queste cose, non chiede nulla.

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    Va in suo aiuto: cos Dio. Dio pensa come il pastore che dona la sua vita per difendere esalvare le pecore.

    La Settimana Santa un tempo di grazia che il Signore ci dona peraprire le porte delnostro cuore, della nostra vita, delle nostre parrocchie - che pena tante parrocchie chiuse! -

    dei movimenti, delle associazioni, ed uscire incontro agli altri, farci noi vicini per portarela luce e la gioia della nostra fede. Uscire sempre! E questo con amore e con la tenerezza diDio, nel rispetto e nella pazienza, sapendo che noi mettiamo le nostre mani, i nostri piedi, ilnostro cuore, ma poi Dio che li guida e rende feconda ogni nostra azione.

    Auguro a tutti di vivere bene questi giorni seguendo il Signore con coraggio, portando innoi stessi un raggio del suo amore a quanti incontriamo.

    Saluti:

    Je salue avec joie les plerins francophones, en particulier ceux de France et du Canada !Notre monde a besoin de la prsence vive de Jsus misricordieux et riche damour. Je vousinvite tous bien vivre cette Semaine Sainte en suivant le Seigneur avec courage et enportant un rayon de son amour ceux que vous rencontrerez. Bonne fte de Pques !

    Heartfelt greetings to the English-speaking pilgrims, especially the large group ofuniversity students taking part in the international UNIV Congress here in Rome. I extend awarm welcome to the pilgrims from England, Ireland, the Philippines and the United Statesof America. I invite all of you to enter fully into the spirit of Holy Week, following in thefootsteps of Jesus and bringing the light of his love to everyone you meet. Happy Easter!

    Ganz herzlich gre ich alle Brder und Schwestern aus den Lndern deutscher Sprache.Besonders in diesen sterlichen Tagen knnen wir Gottes Nhe erfahren, wenn wir uns aufihn einlassen, wenn wir sein Wort aufmerksam hren und sein Erbarmen im Sakrament derBeichte und der in Eucharistie empfangen. Ich wnsche uns allen, dass wir diese Tage mitHingabe feiern und unsere Mitmenschen mit einem Strahl der Liebe Gottes beschenken.Frohe Ostern euch allen!

    Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua espaola, en particular a los gruposprovenientes de Espaa, Argentina, Mxico y los dems pases latinoamericanos. Invito atodos a vivir estos das siguiendo al Seor con fortaleza y siendo capaces de irradiar suamor a cuantos encontremos en el camino de la vida. Que Dios los bendiga y les concedavivir el Triduo Pascual con fe y devocin.

    Queridos peregrinos de lngua portuguesa, particularmente os grupos de jovens vindos dePortugal e do Brasil: sede bem-vindos! Desejo-vos uma Semana Santa abenoada, seguindoo Senhor com coragem e levando a quantos encontrardes o testemunho luminoso do seuamor. A todos dou a Bno Apostlica!

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    Pozdrawiam polskich pielgrzymw. Drodzy bracia i siostry, jutro rozpoczynamy TriduumSacrum. W liturgii bdziemy na nowo przeywali tajemnice mki, mierci i

    zmartwychwstania naszego Pana Jezusa Chrystusa. Starajcie si w tych dniach wchodzi zcoraz wiksz wiar w Bo logik, w logik Krzya, ktra nie jest przede wszystkimlogik cierpienia i mierci, ale mioci i darowania siebie, przynoszc ycie.Niech Bgwam bogosawi!

    * * *

    Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto gliuniversitari che partecipano allincontro internazionale promosso dalla Prelatura dellOpusDei. Cari amici, siete venuti a Roma in occasione della Settimana Santa per unesperienzadi fede e di arricchimento spirituale. Vi ringrazio per la vostra preghiera e per il vostroaffetto al Papa. Con la vostra presenza nel mondo universitario, ognuno di voi possarealizzare quanto auspicava San Josemaria Escriv: in mezzo alle cose pi materialidella terra che ci dobbiamo santificare, servendo Dio e tutti gli uomini (Colloqui, n. 13).

    Saluto i fedeli della diocesi di Firenze e i numerosi studenti di varie scuole. Tutti ringrazioper questa visita, augurando a ciascuno che i giorni della Settimana Santa siano occasionepropizia per rafforzare la fede e l'adesione al Vangelo.

    Rivolgo infine il mio cordiale pensiero ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli. Lacontemplazione della passione, morte e risurrezione di Ges, cari giovani, vi renda semprepi saldi nella testimonianza cristiana. E voi, cari ammalati, traete dalla Croce di Cristo ilsostegno quotidiano per superare i momenti di prova e di sconforto. A voi, cari sposinovelli, venga dal mistero pasquale, la grazia per fare della vostra famiglia un luogo diamore fedele e fecondo.

    APPELLO

    Seguo con attenzione quanto sta accadendo in queste ore nella Repubblica Centroafricana edesidero assicurare la mia preghiera per tutti coloro che soffrono, in particolare per i parentidelle vittime, i feriti e le persone che hanno perso la propria casa e che sono state costrette afuggire. Faccio appello perch cessino immediatamente le violenze e i saccheggi, e si troviquanto prima una soluzione politica alla crisi che ridoni la pace e la concordia a quel caroPaese, da troppo tempo segnato da conflitti e divisioni.

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    SANTA MESSA DEL CRISMA

    OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

    Basilica Vaticana

    Gioved Santo, 28 marzo 2013

    Cari fratelli e sorelle,

    con gioia celebro la prima Messa Crismale come Vescovo di Roma. Vi saluto tutti conaffetto, in particolare voi, cari sacerdoti, che oggi, come me, ricordate il giornodellOrdinazione.

    Le Letture, anche il Salmo, ci parlano degli Unti: il Servo di Javh di Isaia, il re Davide e

    Ges nostro Signore. I tre hanno in comune che lunzione che ricevono destinata a ungereil popolo fedele di Dio, di cui sono servitori; la loro unzione per i poveri, per i prigionieri,per gli oppressi Unimmagine molto bella di questo essere per del santo crisma quella del Salmo 133: come olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba, labarba di Aronne, che scende sullorlo della sua veste (v. 2). Limmagine dellolio che sisparge, che scende dalla barba di Aronne fino allorlo delle sue vesti sacre, immaginedellunzione sacerdotale che per mezzo dellUnto giunge fino ai confini delluniversorappresentato nelle vesti.

    Le vesti sacre del Sommo Sacerdote sono ricche di simbolismi; uno di essi quello deinomi dei figli di Israele impressi sopra le pietre di onice che adornavano le spalle dellefod

    dal quale proviene la nostra attuale casula: sei sopra la pietra della spalla destra e sei sopraquella della spalla sinistra (cfr Es 28, 6-14). Anche nel pettorale erano incisi i nomi delledodici trib dIsraele (cfr Es 28,21). Ci significa che il sacerdote celebra caricandosi sullespalle il popolo a lui affidato e portando i suoi nomi incisi nel cuore. Quando ci rivestiamocon la nostra umile casula pu farci bene sentire sopra le spalle e nel cuore il peso e il voltodel nostro popolo fedele, dei nostri santi e dei nostri martiri, che in questo tempo sonotanti!.

    Dalla bellezza di quanto liturgico, che non semplice ornamento e gusto per i drappi,bens presenza della gloria del nostro Dio che risplende nel suo popolo vivo e confortato,passiamo adesso a guardare allazione. Lolio prezioso che unge il capo di Aronne non silimita a profumare la sua persona, ma si sparge e raggiunge le periferie. Il Signore lo dirchiaramente: la sua unzione per i poveri, per i prigionieri, per i malati e per quelli chesono tristi e soli. Lunzione, cari fratelli, non per profumare noi stessi e tanto meno perchla conserviamo in unampolla, perch lolio diventerebbe rancido e il cuore amaro.

    Il buon sacerdote si riconosce da come viene unto il suo popolo; questa una prova chiara.Quando la nostra gente viene unta con olio di gioia lo si nota: per esempio, quando escedalla Messa con il volto di chi ha ricevuto una buona notizia. La nostra gente gradisce il

    http://www.vatican.va/news_services/liturgy/libretti/2013/20130328-messa-crismale-libretto.pdfhttp://www.vatican.va/various/basiliche/san_pietro/index_it.htmhttp://www.vatican.va/various/basiliche/san_pietro/index_it.htmhttp://www.vatican.va/news_services/liturgy/libretti/2013/20130328-messa-crismale-libretto.pdf
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    Vangelo predicato con lunzione, gradisce quando il Vangelo che predichiamo giunge allasua vita quotidiana, quando scende come lolio di Aronne fino ai bordi della realt, quandoillumina le situazioni limite, le periferie dove il popolo fedele pi esposto allinvasionedi quanti vogliono saccheggiare la sua fede. La gente ci ringrazia perch sente che abbiamopregato con le realt della sua vita di ogni giorno, le sue pene e le sue gioie, le sue angustie

    e le sue speranze. E quando sente che il profumo dellUnto, di Cristo, giunge attraverso dinoi, incoraggiata ad affidarci tutto quello che desidera arrivi al Signore: preghi per me,padre, perch ho questo problema, mi benedica, padre, preghi per me, sono il segnoche lunzione arrivata allorlo del mantello, perch viene trasformata in supplica, supplicadel Popolo di Dio. Quando siamo in questa relazione con Dio e con il suo Popolo e lagrazia passa attraverso di noi, allora siamo sacerdoti, mediatori tra Dio e gli uomini. Ciche intendo sottolineare che dobbiamo ravvivare sempre la grazia e intuire in ognirichiesta, a volte inopportuna, a volte puramente materiale o addirittura banale - ma lo solo apparentemente - il desiderio della nostra gente di essere unta con lolio profumato,perch sa che noi lo abbiamo. Intuire e sentire, come sent il Signore langoscia piena disperanza dellemorroissa quando tocc il lembo del suo mantello. Questo momento diGes, in mezzo alla gente che lo circondava da tutti i lati, incarna tutta la bellezza diAronne rivestito sacerdotalmente e con lolio che scende sulle sue vesti. una bellezzanascosta che risplende solo per quegli occhi pieni di fede della donna che soffriva perdite disangue. Gli stessi discepolifuturi sacerdotituttavia non riescono a vedere, noncomprendono: nella periferia esistenziale vedono solo la superficialit della moltitudineche si stringe da tutti i lati fino a soffocare Ges (cfr Lc 8,42). Il Signore, al contrario, sentela forza dellunzione divina che arriva ai bordi del suo mantello.

    Cos bisogna uscire a sperimentare la nostra unzione, il suo potere e la sua efficaciaredentrice: nelle periferie dove c sofferenza, c sangue versato, c cecit che desideravedere, ci sono prigionieri di tanti cattivi padroni. Non precisamente nelle autoesperienzeo nelle introspezioni reiterate che incontriamo il Signore: i corsi di autoaiuto nella vitapossono essere utili, per vivere la nostra vita sacerdotale passando da un corso allaltro, dimetodo in metodo, porta a diventare pelagiani, a minimizzare il potere della grazia, che siattiva e cresce nella misura in cui, con fede, usciamo a dare noi stessi e a dare il Vangeloagli altri, a dare la poca unzione che abbiamo a coloro che non hanno niente di niente.

    Il sacerdote che esce poco da s, che unge poco - non dico niente perch, grazie a Dio, lagente ci ruba lunzione - si perde il meglio del nostro popolo, quello che capace di attivarela parte pi profonda del suo cuore presbiterale. Chi non esce da s, invece di esseremediatore, diventa a poco a poco un intermediario, un gestore. Tutti conosciamo ladifferenza: lintermediario e il gestore hanno gi la loro paga e siccome non mettono ingioco la propria pelle e il proprio cuore, non ricevono un ringraziamento affettuoso, chenasce dal cuore. Da qui deriva precisamente linsoddisfazione di alcuni, che finiscono peressere tristi, preti tristi, e trasformati in una sorta di collezionisti di antichit oppure dinovit, invece di essere pastori con lodore delle pecore - questo io vi chiedo: siatepastori con lodore delle pecore, che si senta quello -; invece di essere pastori in mezzo alproprio gregge e pescatori di uomini. vero che la cosiddetta crisi di identit sacerdotale ciminaccia tutti e si somma ad una crisi di civilt; per, se sappiamo infrangere la sua onda,noi potremo prendere il largo nel nome del Signore e gettare le reti. bene che la realtstessa ci porti ad andare l dove ci che siamo per grazia appare chiaramente come pura

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    grazia, in questo mare del mondo attuale dove vale solo lunzione - e non la funzione -, erisultano feconde le reti gettate unicamente nel nome di Colui del quale noi ci siamo fidati:Ges.

    Cari fedeli, siate vicini ai vostri sacerdoti con laffetto e con la preghiera perch siano

    sempre Pastori secondo il cuore di Dio.Cari sacerdoti, Dio Padre rinnovi in noi lo Spirito di Santit con cui siamo stati unti, lorinnovi nel nostro cuore in modo tale che lunzione giunga a tutti, anche alle periferie, ldove il nostro popolo fedele pi lo attende ed apprezza. La nostra gente ci senta discepolidel Signore, senta che siamo rivestiti dei loro nomi, che non cerchiamo altra identit; epossa ricevere attraverso le nostre parole e opere questolio di gioia che ci venuto aportare Ges, lUnto. Amen

    SANTA MESSA NELLA CENA DEL SIGNORE

    OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

    Istituto Penale per Minori di "Casal del Marmo" in Roma

    Gioved Santo, 28 marzo 2013

    Questo commovente. Ges che lava i piedi ai suoi discepoli. Pietro non capiva nulla,rifiutava. Ma Ges gli ha spiegato. GesDioha fatto questo! E Lui stesso spiega ai

    discepoli: Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, edite bene, perch lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi,anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perchanche voi facciate come ho fatto io (Gv 13,12-15). E lesempio del Signore: Lui il piimportante e lava i piedi, perch fra noi quello che il pi alto deve essere al servizio deglialtri. E questo un simbolo, un segno, no? Lavare i piedi : io sono al tuo servizio. Eanche noi, fra noi, non che dobbiamo lavare i piedi tutti i giorni luno allaltro, ma checosa significa questo? Che dobbiamo aiutarci, lun laltro. A volte mi sono arrabbiato conuno, con unaltra ma lascia perdere, lascia perdere, e se ti chiede un favore, fatelo.Aiutarci lun laltro: questo Ges ci insegna e questo quello che io faccio, e lo faccio dicuore, perch mio dovere. Come prete e come vescovo devo essere al vostro servizio. Ma

    un dovere che mi viene dal cuore: lo amo. Amo questo e amo farlo perch il Signore cosmi ha insegnato. Ma anche voi, aiutateci: aiutateci sempre. Lun laltro. E cos, aiutandoci,ci faremo del bene. Adesso faremo questa cerimonia di lavarci i piedi e pensiamo, ciascunodi noi pensi: Io davvero sono disposta, sono disposto a servire, ad aiutare laltro?.Pensiamo questo, soltanto. E pensiamo che questo segno una carezza di Ges, che faGes, perch Ges venuto proprio per questo: per servire, per aiutarci.

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    RINGRAZIAMENTI DOPO IL SALUTO DEL MINISTRO SEVERINO:

    Ringrazio la Signora Ministro delle parole, ringrazio le autorit per laccoglienza eringrazio voi, ragazzi e ragazze, per laccoglienza di oggi: sono felice di stare con voi.Avanti, eh? E non lasciatevi rubare la speranza, non lasciatevi rubare la speranza! Capito?

    Sempre con la speranza, avanti! Grazie.DOMANDA DI UN RAGAZZO:

    Grazie Padre che sei venuto oggi. Ma io voglio sapere una cosa: perch sei venuto oggi quaa Casal del Marmo? Basta, solo quello.

    RISPOSTA DEL PAPA:

    E un sentimento che venuto dal cuore; ho sentito quello. Dove sono quelli che forse miaiuteranno di pi ad essere umile, ad essere servitore come deve essere un vescovo. Ed io

    ho pensato, io ho domandato: Dove sono quelli a cui piacerebbe una visita? E mi hannodetto Casal del Marmo, forse. E quando me lhanno detto, sono venuto qui. Ma dal cuore venuto quello, soltanto. Le cose del cuore non hanno spiegazione, vengono solo. Grazie,eh!

    SALUTI FINALI

    Adesso mi congedo. Grazie tante della vostra accoglienza. Pregate per me e non lasciatevirubare la speranza. Sempre avanti! Grazie tante!

    VIA CRUCIS AL COLOSSEO

    PAROLE DEL SANTO PADRE FRANCESCO

    Palatino

    Venerd Santo, 29 marzo 2013

    Cari fratelli e sorelle,

    vi ringrazio di aver partecipato numerosi a questo momento di intensa preghiera. Eringrazio anche tutti coloro che si sono uniti a noi tramite i mezzi di comunicazione,specialmente le persone malate e anziane.

    Non voglio aggiungere tante parole. In questa notte deve rimanere una sola parola, che laCroce stessa. La Croce di Ges la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo. Avolte ci sembra che Dio non risponda al male, che rimanga in silenzio. In realt Dio ha

    http://www.vatican.va/news_services/liturgy/libretti/2013/20130329-via-crucis-libretto.pdfhttp://www.vatican.va/news_services/liturgy/libretti/2013/20130329-via-crucis-libretto.pdf
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    parlato, ha risposto, e la sua risposta la Croce di Cristo: una Parola che amore,misericordia, perdono. E anche giudizio: Dio ci giudica amandoci. Ricordiamo questo: Dioci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato,non da Lui, ma da me stesso, perch Dio non condanna, Lui solo ama e salva.

    Cari fratelli, la parola della Croce anche la risposta dei cristiani al male che continua adagire in noi e intorno a noi. I cristiani devono rispondere al male con il bene, prendendo sudi s la Croce, come Ges. Questa sera abbiamo sentito la testimonianza dei nostri fratellidel Libano: sono loro che hanno composto queste belle meditazioni e preghiere. Liringraziamo di cuore per questo servizio e soprattutto per la testimonianza che ci danno. Loabbiamo visto quando il Papa Benedetto andato in Libano: abbiamo visto la bellezza e laforza della comunione dei cristiani di quella Terra e dellamicizia di tanti fratellimusulmani e di molti altri. E stato un segno per il Medio Oriente e per il mondo intero: unsegno di speranza.

    Allora continuiamo questa Via Crucis nella vita di tutti i giorni. Camminiamo insieme sullavia della Croce, camminiamo portando nel cuore questa Parola di amore e di perdono.Camminiamo aspettando la Risurrezione di Ges, che ci ama tanto. E tutto amore.

    VIDEO-MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

    IN OCCASIONE DELL'OSTENSIONE STRAORDINARIA

    DELLA SINDONE DI TORINO

    Sabato Santo, 30 marzo 2013

    Cari fratelli e sorelle,

    mi pongo anchio con voi davanti alla sacra Sindone, e ringrazio il Signore che ci offre, congli strumenti di oggi, questa possibilit.

    Anche se avviene in questa forma, il nostro non un semplice osservare, ma un venerare, uno sguardo di preghiera. Direi di pi: un lasciarsi guardare. Questo Volto ha gli occhichiusi, il volto di un defunto, eppure misteriosamente ci guarda, e nel silenzio ci parla.Come possibile? Come mai il popolo fedele, come voi, vuole fermarsi davanti a questa

    Icona di un Uomo flagellato e crocifisso? Perch lUomo della Sindone ci invita acontemplare Ges di Nazaret. Questa immagineimpressa nel teloparla al nostro cuore eci spinge a salire il Monte del Calvario, a guardare al legno della Croce, a immergerci nelsilenzio eloquente dellamore.

    Lasciamoci dunque raggiungere da questo sguardo, che non cerca i nostri occhi ma il nostrocuore. Ascoltiamo ci che vuole dirci, nel silenzio, oltrepassando la stessa morte. Attraversola sacra Sindone ci giunge la Parola unica ed ultima di Dio: lAmore fatto uomo, incarnato

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    nella nostra storia; lAmore misericordioso di Dio che ha preso su di s tutto il male delmondo per liberarci dal suo dominio. Questo Volto sfigurato assomiglia a tanti volti diuomini e donne feriti da una vita non rispettosa della loro dignit, da guerre e violenze checolpiscono i pi deboli Eppure il Volto della Sindone comunica una grande pace; questoCorpo torturato esprime una sovrana maest. E come se lasciasse trasparire unenergia

    contenuta ma potente, come se ci dicesse: abbi fiducia, non perdere la speranza; la forzadellamore di Dio, la forza del Risorto vince tutto.

    Per questo, contemplando lUomo della Sindone, faccio mia, in questo momento, lapreghiera che san Francesco dAssisi pronunci davanti al Crocifisso:

    Altissimo e glorioso Dio,illumina le tenebre del cuore mio.E dammi fede retta, speranza certa, carit perfetta,senno e conoscimento, Signore,che faccia il tuo santo e verace comandamento. Amen.

    VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA

    OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

    Basilica VaticanaSabato Santo, 30 marzo 2013

    Cari fratelli e sorelle!

    1. Nel Vangelo di questa Notte luminosa della Vigilia Pasquale incontriamo per prime ledonne che si recano al sepolcro di Ges con gli aromi per ungere il suo corpo (cfrLc 24,1-3). Vanno per compiere un gesto di compassione, di affetto, di amore, un gesto tradizionaleverso una persona cara defunta, come ne facciamo anche noi. Avevano seguito Ges,lavevano ascoltato, si erano sentite comprese nella loro dignit e lo avevano accompagnatofino alla fine, sul Calvario, e al momento della deposizione dalla croce. Possiamoimmaginare i loro sentimenti mentre vanno alla tomba: una certa tristezza, il dolore perch

    Ges le aveva lasciate, era morto, la sua vicenda era terminata. Ora si ritornava alla vita diprima. Per nelle donne continuava lamore, ed lamore verso Ges che le aveva spinte arecarsi al sepolcro. Ma a questo punto avviene qualcosa di totalmente inaspettato, di nuovo,che sconvolge il loro cuore e i loro programmi e sconvolger la loro vita: vedono la pietrarimossa dal sepolcro, si avvicinano, e non trovano il corpo del Signore. E un fatto che lelascia perplesse, dubbiose, piene di domande: Che cosa succede?, Che senso ha tuttoquesto? (cfrLc 24,4). Non capita forse anche a noi cos quando qualcosa di veramentenuovo accade nel succedersi quotidiano dei fatti? Ci fermiamo, non comprendiamo, non

    http://www.vatican.va/news_services/liturgy/libretti/2013/20130330-veglia-pasquale-libretto.pdfhttp://www.vatican.va/various/basiliche/san_pietro/index_it.htmhttp://www.vatican.va/various/basiliche/san_pietro/index_it.htmhttp://www.vatican.va/news_services/liturgy/libretti/2013/20130330-veglia-pasquale-libretto.pdf
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    sappiamo come affrontarlo. La novit spesso ci fa paura, anche la novit che Dio ci porta,la novit che Dio ci chiede. Siamo come gli Apostoli del Vangelo: spesso preferiamo tenerele nostre sicurezze, fermarci ad una tomba, al pensiero verso un defunto, che alla fine vivesolo nel ricordo della storia come i grandi personaggi del passato. Abbiamo paura dellesorprese di Dio. Cari fratelli e sorelle, nella nostra vita abbiamo paura delle sorprese di Dio!

    Egli ci sorprende sempre! Il Signore cos.Fratelli e sorelle, non chiudiamoci alla novit che Dio vuole portare nella nostra vita!Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di nonfarcela. Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai:non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c peccato che non possaperdonare se ci apriamo a Lui.

    2. Ma torniamo al Vangelo, alle donne e facciamo un passo avanti. Trovano la tomba vuota,il corpo di Ges non c, qualcosa di nuovo avvenuto, ma tutto questo ancora non dicenulla di chiaro: suscita interrogativi, lascia perplessi, senza offrire una risposta. Ed ecco dueuomini in abito sfolgorante, che dicono: Perch cercate tra i morti colui che vivo? Non qui, risorto (Lc 24, 5-6). Quello che era un semplice gesto, un fatto, compiuto certo peramore - il recarsi al sepolcroora si trasforma in avvenimento, in un evento che cambiaveramente la vita. Nulla rimane pi come prima, non solo nella vita di quelle donne, maanche nella nostra vita e nella nostra storia dellumanit. Ges non un morto, risorto, ilVivente! Non semplicemente tornato in vita, ma la vita stessa, perch il Figlio di Dio,che il Vivente (cfrNm 14,21-28;Dt5,26; Gs 3,10). Ges non pi nel passato, ma vivenel presente ed proiettato verso il futuro, Ges loggi eterno di Dio. Cos la novit diDio si presenta davanti agli occhi delle donne, dei discepoli, di tutti noi: la vittoria sulpeccato, sul male, sulla morte, su tutto ci che opprime la vita e le d un volto menoumano. E questo un messaggio rivolto a me, a te, cara sorella, a te caro fratello. Quantevolte abbiamo bisogno che lAmore ci dica: perch cercate tra i morti colui che vivo? Iproblemi, le preoccupazioni di tutti i giorni tendono a farci chiudere in noi stessi, nellatristezza, nellamarezza e l sta la morte. Non cerchiamo l Colui che vivo!

    Accetta allora che Ges Risorto entri nella tua vita, accoglilo come amico, con fiducia: Lui la vita! Se fino ad ora sei stato lontano da Lui, fa un piccolo passo: ti accoglier a bracciaaperte. Se sei indifferente, accetta di rischiare: non sarai deluso. Se ti sembra difficileseguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai sicuro che Lui ti vicino, con te e ti dar lapace che cerchi e la forza per vivere come Lui vuole.

    3. C un ultimo semplice elemento che vorrei sottolineare nel Vangelo di questa luminosaVeglia Pasquale. Le donne si incontrano con la novit di Dio: Ges risorto, il Vivente!Ma di fronte alla tomba vuota e ai due uomini in abito sfolgorante, la loro prima reazione di timore: tenevano il volto chinato a terra - nota san Luca -, non avevano il coraggioneppure di guardare. Ma quando ascoltano lannuncio della Risurrezione, laccolgono confede. E i due uomini in abito sfolgorante introducono un verbo fondamentale: ricordate.Ricordatevi come vi parl, quando era ancora in Galilea Ed esse si ricordarono delle sueparole (Lc24,6.8). Questo linvito afare memoriadellincontro con Ges, delle sueparole, dei suoi gesti, della sua vita; ed proprio questo ricordare con amore lesperienzacon il Maestro che conduce le donne a superare ogni timore e a portare lannuncio della

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    Risurrezione agli Apostoli e a tutti gli altri (cfrLc 24,9). Fare memoria di quello che Dio hafatto e fa per me, per noi, fare memoria del cammino percorso; e questo spalanca il cuorealla speranza per il futuro. Impariamo a fare memoria di quello che Dio ha fatto nella nostravita!

    In questa Notte di luce, invocando lintercessione della Vergine Maria, che custodiva ogniavvenimento nel suo cuore (cfrLc 2,19.51), chiediamo che il Signore ci renda partecipidella sua Risurrezione: ci apra alla sua novit che trasforma, alle sorprese di Dio, tantobelle; ci renda uomini e donne capaci di fare memoria di ci che Egli opera nella nostrastoria personale e in quella del mondo; ci renda capaci di sentirlo come il Vivente, vivo edoperante in mezzo a noi; ci insegni, cari fratelli e sorelle, ogni giorno a non cercare tra imorti Colui che vivo. Amen.

    REGINA COELI

    Piazza San PietroLuned dell'Angelo, 1 aprile 2013

    Cari fratelli e sorelle,

    buongiorno, e buona Pasqua a tutti voi! Vi ringrazio di essere venuti anche oggi numerosi,per condividere la gioia della Pasqua, mistero centrale della nostra fede. Che la forza dellaRisurrezione di Cristo possa raggiungere ogni persona - specialmente chi soffree tutte le

    situazioni pi bisognose di fiducia e di speranza.Cristo ha vinto il male in modo pieno e definitivo, ma spetta a noi, agli uomini di ognitempo, accogliere questa vittoria nella nostra vita e nelle realt concrete della storia e dellasociet. Per questo mi sembra importante sottolineare quello che oggi domandiamo a Dionella liturgia: O Padre, che fai crescere la tua Chiesa donandole sempre nuovi figli,concedi ai tuoi fedeli di esprimere nella vita il sacramento che hanno ricevuto nella fede(Oraz. Colletta del Luned dellOttava di Pasqua).

    E vero, il Battesimo che ci fa figli di Dio, lEucaristia che ci unisce a Cristo, devonodiventare vita, tradursi cio in atteggiamenti, comportamenti, gesti, scelte. La grazia

    contenuta nei Sacramenti pasquali un potenziale di rinnovamento enorme per lesistenzapersonale, per la vita delle famiglie, per le relazioni sociali. Ma tutto passa attraverso ilcuore umano: se io mi lascio raggiungere dalla grazia di Cristo risorto, se le permetto dicambiarmi in quel mio aspetto che non buono, che pu far male a me e agli altri, iopermetto alla vittoria di Cristo di affermarsi nella mia vita, di allargare la sua azionebenefica. Questo il potere della grazia! Senza la grazia non possiamo nulla. Senza lagrazia non possiamo nulla! E con la grazia del Battesimo e della Comunione eucaristicaposso diventare strumento della misericordia di Dio, di quella bella misericordia di Dio.

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    Esprimere nella vita il sacramento che abbiamo ricevuto: ecco, cari fratelli e sorelle, ilnostro impegno quotidiano, ma direi anche la nostra gioia quotidiana! La gioia di sentirsistrumenti della grazia di Cristo, come tralci della vite che Lui stesso, animati dalla linfadel suo Spirito!

    Preghiamo insieme, nel nome del Signore morto e risorto, e per intercessione di MariaSantissima, perch il Mistero pasquale possa operare profondamente in noi e in questonostro tempo, perch lodio lasci il posto allamore, la menzogna alla verit, la vendetta alperdono, la tristezza alla gioia.

    Dopo il Regina Coeli

    Saluto con grande affetto tutti voi, cari pellegrini provenienti da vari Continenti perpartecipare a questo incontro di preghiera.

    A ciascuno auguro di trascorrere serenamente questo Luned dellAngelo, nel quale risuonacon forza lannuncio gioioso della Pasqua: Cristo risorto! Buona Pasqua a tutti!

    Buona Pasqua a tutti, e buon pranzo!