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Felix Mendelssohn Bartholdy “Le Ebridi” Ouverture da concerto in si minore, op. 26 Petr Ilic Cajkovskij Sinfonia n. 6 in si minore, op. 74 “Patetica” Concerto per il tempo di Quaresima 30 marzo 2019 ore 21 Basilica di Sant’Eustorgio Piazza Sant’Eustorgio, Milano Orchestra Sinfonica delle Alpi Direttore Michele Brescia

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Felix Mendelssohn Bartholdy“Le Ebridi”Ouverture da concertoin si minore, op. 26

Petr Ilic CajkovskijSinfonia n. 6 in si minore,op. 74 “Patetica”

Concerto per il tempodi Quaresima

30 marzo 2019ore 21

Basilica di Sant’EustorgioPiazza Sant’Eustorgio, Milano

Orchestra Sinfonica delle AlpiDirettore Michele Brescia

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Segni di Bellezza vi da il benvenuto alla quinta stagione!È un grande piacere presentarvi un’altra tappa di quell’entusiasmante viaggio iniziato cinque anni fa alla ricerca della Bellezza che ci ha visto condividere tanti bei momenti di riflessione attraverso la contemplazione e l’ ascolto di grandi capolavori. Tanti gli artisti che ci hanno accompagnato nella nostra ricerca della Bellezza. Tante le persone, voi, caro pubblico, che hanno riempito la basilica come un cuore palpitante all’incontro di qualcosa di speciale.“L’arte, una forza creatrice come uno degli antidoti alla “cultura dello scarto”per dimostrare le meraviglie della creazione di Dio e della dignità dell’uomo”.Così citavamo Papa Francesco in apertura della terza stagione ma evidentemente sono parole attualissime che orientano il nostro procedere anche nel presentee nell’immediato futuro. “Nutrire l’anima”, questo è il riferimento ispiratoredi questa quinta stagione. Un’attenzione speciale, un tempo di qualità, un “cibo celeste”, questo vogliamo preparare a nutrimento delle nostre anime attraversola semplice ma intensa e significativa proposta dei nostri concerti.

Quest’anno la stagione inizia celebrando il tempo di Quaresima con la struggente sinfonia “Patetica”, un’esperienza per aprire il cuore. A seguire il concerto peril secondo premio Greppi che questa volta vedrà un giovane solista alle presecol bellissimo concerto per clarinetto e orchestra di W. A. Mozart. Il Premio Greppi ricorda le origini del progetto Segni di Bellezza e vuole offrire ai giovani solisti la possibilità di esibirsi in concerto con un’orchestra. È diventata tradizione ormai, la serata dal titolo “Lode dei popoli” l’espressione corale della Bellezza,che riunisce almeno cento coristi provenienti da tutta Italia e da parte dell’Europa.Il brano scelto per l’ occasione sarà la Petite Messe solennelle di Gioacchino Rossini, uno degli ultimi capolavori del Cigno di Pesaro. L’Orchestra Sinfonica delle Alpi sarà partner e protagonista dei nostri appuntamenti con la Bellezza.

Michele BresciaDirettore artistico

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Segni di Bellezza non è prettamente una stagione di musica sacra, ma attingeal vasto repertorio della musica classica per esprimere concetti e temi legati al sacro.La Quaresima è il tempo dell’anno liturgico più “importante”, perché anticipa la passione, la morte e la risurrezione di Cristo e ci ricorda i quaranta giorni di ritiro di Gesù nel deserto. Sono tantissimi, dunque, gli spunti di riflessione che questo “tempo” ci offre! Il desiderio di meditare nasce innanzitutto nei cuori degli uomini che desiderano aprirsi, nelle anime di coloro che lasciano passare uno spiraglio di Eternità.Ecco allora un “mondo” che si anima grazie alla “sete” che alberga nei nostri cuori fin dalla nascita e che ci fa cercare e desiderare qualcosa oltre l’umana condizione.Dell’uomo sono i combattimenti interiori e le sofferenze, spesso ci si trova a navigare in un mare ostile e senza punti di riferimento e da qui, da questa esperienza di vita difficile e complessa, nasce l’ispirazione delle “Ebridi” di Mendelssohn. Espressione più che calzante dei moti dell’anima e di altalenanti emozioni che mi fanno pensare al “Getsemani” di Gesù e di ogni uomo.Le note fluttuanti dell’Ouverture ci portano subito in un altra dimensione, scuotendo gli animi. Ci ritroviamo in un “luogo” senza riferimenti, un mare che diventa un deserto dove fare silenzio e ascoltare. Ecco allora che la sinfonia “Patetica” di Cajkovskij può toccare, grazie all’intensità delle sue note, le corde interiori del nostro cuore e condurci, attraverso forti emozioni, a comprendere meglio il senso della Quaresima.Di certo, uno dei pericoli per l’uomo del nostro tempo, è quello di avere il cuore inaridito, di non credere più nell’amore e di non avere più fiducia in Dio e negli uomini. Con un cuore aperto e intenerito, attento all’accoglienza, tutto è possibile! Buon ascolto e buon viaggio.

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Felix Mendelssohn Bartholdy “Le Ebridi”Ouverture da concerto in si minoreper orchestra, op. 26- Allegro moderato. Animato in tempo

Petr Ilic Cajkovskij Sinfonia n. 6 in si minore, op. 74 “Patetica”- Adagio. Allegro non troppo- Allegro con grazia - Allegro molto vivace - Adagio lamentoso. Andante

Orchestra Sinfonica delle AlpiDirettore Michele Brescia

Concerto per il tempo di Quaresima Programma

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Nel 1829, all’età di vent’anni, Felix Mendelssohn abbandonava Berlino per affrontare un lungo viaggio europeo che completasse la sua formazione musicalee consolidasse la sua notorietà al di fuori della sua città di residenza dove aveva colto, nel maggio dello stesso anno, una clamorosa affermazione dirigendo una feconda riesumazione della Passione secondo Matteo di Bach. Nel corso del viaggio il giovane avrebbe visitato Austria, Italia e Svizzera, ma la prima tappa fu la Gran Bretagna; conquistata Londra con l’esecuzione della sua Sinfonia in do minore, il compositore si concesse un periodo di vacanza in Scozia e ai primi d’agosto raggiunse le isole Ebridi, in una delle quali, Staffa, ebbe modo di visitare la celebre grotta di Fingal, splendido paesaggio favolistico per i colori, i riflessi,gli echi irreali.

L’impressione riportata da questa visita fu enorme: «Per farvi comprendere come mi sia sentito strano alle Ebridi, mi è venuto in mente quello che vi mando...», scriveva ai familiari, accludendo uno schizzo di venti battute; da quell’abbozzo sarebbe nata l’Ouverture nota sotto il doppio nome di Le Ebridi o La grotta di Fingal. La partitura subì una gestazione piuttosto complessa tanto che se ne contano almeno tre redazioni. La prima versione fu ultimata oltre un anno dopo la visita alle Ebridi, nel settembre 1830, a Venezia, con il nome di L’isola solitaria (Die einsame Insel), e parve all’amico Moscheles così mirabile da non meritare alcuna modifica; quasi altri due anni sarebbero trascorsi prima dell’esecuzione della versione definitiva, avvenuta a Londra nel maggio 1832 e accolta con grande entusiasmo.

Entusiasmo che non si è mai affievolito; anche oggi La grotta di Fingalè considerata una delle migliori partiture sinfoniche del compositore amburghese, felicemente riassuntiva del suo stile giovanile. Già il genere dell’Ouverture, ormai autonomo rispetto alla funzione teatrale e destinato all’esecuzione concertistica, assume in Mendelssohn un’importanza particolare, rivestendosi di un contenuto programmatico e anticipando così sotto alcuni aspetti il Poema sinfonico.

Felix Mendelssohn Bartholdy “Le Ebridi”, Ouverture da concerto in si minoreper orchestra, op. 26

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Nell’op. 26 Mendelssohn fece convogliare tematiche di differente estrazione, come l’epos delle leggende gaeliche e le impressioni paesaggistiche che così tanto lo avevano colpito; il risultato può essere considerato uno splendido, suggestivo bozzetto, dove il movimento delle onde e gli echi della grotta trovano una viva raffigurazione.

Tale interpretazione, di cui si compiacque ovviamente il secolo passato, ha lasciato il posto in tempi più recenti a una più attenta indagine sulla scrittura mendelssohniana; costruita in forma-sonata, l’Ouverture si basa su un breve tema principale fortemente caratteristico; davvero magistrale è il lavoro di elaborazione tematica, che con ampie modulazioni, trasformazioni del tema, comparsa di idee secondarie contrastanti, si lascia ammirare in sé e per sé, come affresco sinfonico,al di fuori di implicazioni contenutistiche.

E dell’ambivalenza interpretativa di cui può essere oggetto la partitura sono testimonianza gli entusiastici apprezzamenti di due compositori dall’estetica nettamente contrapposta, Johannes Brahms e Richard Wagner.

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I primi schizzi della “Patetica” risalgono all’autunno 1892. Sono gli anni in cui Cajkovskij sente appressarsi la fine. Cura una edizione delle sue liriche, e fa testamento. Ancor più del consueto il musicista è incerto sul valore di quanto compone. Gli schizzi del 1892 vengono distrutti, e la “Patetica” è riscritta di getto nel marzo 1893. L’epistolario di Cajkovskij indica come la “Patetica” fosse concepita quale sinfonia a programma, ma l’autore non ha mai indicato con precisione di quale programma si trattasse, e l’indagine critica propende per una biografia artistica con finale di disperazione.

La Sinfonia prende le mosse da una introduzione che può esser definita una sorta di idea fissa, e che ricompare anche nel finale dell’opera. La caratterizzazione affettiva di questo tema è sviluppata attraverso alcune varianti e il risalto loro conferito dalla miracolosa strumentazione ciakovskiana. Il tema sorte cavernoso dal fagotto nel registro basso, e si trasforma in un misurato cantabile nel successivo allegro. La seconda idea del primo tempo è la celeberrima e patetica frase in andante, rimasta nel cuore romantico quale esempio assoluto di melodia.La costruzione e la strumentazione abilissima variano continuamente gli slancie la pregnanza delle immagini. Nello sviluppo il carattere sinistro del programmaè indicato dall’inserto del canto funebre “Pace con i beati”. La coda è scandita da un appello delle trombe, quasi un avvio verso un cattivo destino.

L’Allegro con grazia in 5/4 riporta alla Russia campestre, filtrata attraverso il salone borghese. La forma è quella della danza con trio. Le idee cantabili si incatenano scorrevolmente l’un l’altra, e soltanto il trio riconduce alla insistenza di languide appoggiature.

L’Allegro molto e vivace è costruito sulla compresenza di due temi, l’uno spumeggiante in rapide terzine staccate, da scherzo mendelssohniano, l’altro alla marcia. Con stupenda maestria strumentale Cajkovskij conduce il gioco del cancellare ed affermare fino alla apoteosi brillante del tema alla marcia.

Petr Ilic Cajkovskij Sinfonia n. 6 in si minore, op. 74 “Patetica”

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Il Finale è intriso nel lugubre. Il primo tema si crogiola nelle appoggiature, stilema classico dell’idea fissa patetica, il secondo è un frammento di canto il cui risalto melodico è sottolineato da accenni contrappuntistici in eco. Slanci ed abbandoni sono drammatizzati in una sorta di recitativo a piena orchestra, una invenzione tipicamente ciaikovskiana, fino ad un finale in dissolvenza.

Sulla “Patetica” così Cajkovskij si espresse scrivendo al fratello Modestonell’agosto del 1893: «La ritengo la migliore, e precisamente la più compiuta delle mie opere. L’amo, come fino ad ora non ho mai amato nessun’altra delle mie creature». La prima fu diretta dall’autore a Pietroburgo il 28 ottobre di quell’anno.A fine novembre Cajkovskij moriva di colera.

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In piedi su sfondo nero, nella posizione tradizionale dell’Ecce Homo, Gesù, coperto solo dal perizoma, ostende le piaghe della Passione, evocata a sinistra dalla croce e dalla spugna. A destra un cartiglio reca un’iscrizione in caratteri gotici: “Aspice mortalis si fuit un / quam pasio talis / ...pius ille Jesus per quam foramina Jesus / Sancta crux clavique spirus quas tolleravi / Ostendivit quavi inpiorum crimina lavi / Pro modi vita sua crucifi / xy ita”. Malgrado errori, lacune e cattive correzioni è chiaro il rimando del testo, incrocio di citazioni evangeliche e testi liturgici della Settimana Santa, al tema del dipinto,che è la classica tavoletta di devozione privata.Il modello è probabilmente di secondo Quattrocento, ma i caratteri formali fanno pensare ad un dipinto ben più tardo: una derivazione arcaizzantedi metà Seicento, secondo un uso che, dalla copia dei modelli paleocristianie alto medioevali, andava rapidamente estendendosi a quelli umanistici.Viene spontaneo il nome di Baldassarre Candiani, il pittore che nel 1650 firma e data le incredibili, arcaizzanti pitture della Visitazione e della Presentazione di Maria al Tempio per San Lorenzo: lo stile minuzioso, quasi calligrafico, ostentatamente senza tempo ma storicista di Candiani si ritrova nel dipinto in esame, che la vicinanza con la basilica palatina rende credibile nell’accomunazione alla cultura del pittore.

Si ringrazia Monsignor Marco Navoni per la sua cordiale partecipazione.

Vir DolorumAnonimo, olio su tela

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L‘Orchestra Sinfonica delle Alpi è una nuova realtà musicale che riunisce oltre quaranta giovani strumentisti professionisti provenientida diverse parti del mondo, selezionati dall’organico di alcuni ensemble orchestrali già affermati sia in Italia che all’estero, tra cui l’orchestra dell’Arena di Verona, il Teatro alla Scala di Milano e l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini di Ravenna.In collaborazione con l’Associazione Culturale Euritmus di Rovereto, l’orchestra ha già avuto occasione di prendere parte alla realizzazionedel festival operistico Progetto Opera del comune di Rovereto e di esibirsi in Giordania all’Amman Opera Festival, riscontrandoin entrambi i casi notevoli consensi da partedel pubblico;nel 2019 ha partecipato al Genoa International Music Youth Festival, suonando sotto la guida del M° Ricardo Casero Garrigues.Con lo scopo di rilanciare il territorio attraverso un’intensa e diversificata attività musicale, l’orchestra intende intraprendere il suo percorso nel segno dell’innovazione, dell’apertura e della creazione di nuove vie per la comunicazione e la diffusione della cultura musicale.

Orchestra Sinfonica delle Alpi

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Michele Brescia inizia a dirigere nel 1990, appena ventenne.Si è formato principalmente sotto la guida di Emilio Pomarico e in seguito con Aldo Ceccato.Dopo le prime esperienze di direzione in ambito cameristico dirige l’intero ciclo delle più importanti opere Mozartiane “Don Giovanni”, “Nozze di Figaro”, “Il Flauto Magico”, “Il Ratto dal Serraglio” e “Così fan tutte”.L’esperienza direttoriale continua poi con le più importanti pagine sinfoniche e cameristiche dalle sinfonie di Beethoven alla sinfonia “Dal nuovo mondo” di Dvorak, passando attraverso esperienze con la musica lirica – galà lirici e grandi sinfonie dalle opere - collaborando con solisti di fama internazionale . Nel 2009 inizia la collaborazione con Cristiano Burato dirigendo il Primo concerto per pianoforte e orchestra di Chopin per passare in seguito al primo concerto per pianoforte di Chaikovsky e al secondo concerto di Rachmaninov.Collabora inoltre con cantanti lirici come: Teresa Romano, Laura Giordano, Linda Campanella, Patrizia Cigna, Nicola Ulivieri, Luciana Serra, Roberta Mameli e la pop star Sting.Intensa la frequentazione del repertorio corale-sinfonico dal Requiem e la Grande MessaK 427 in do minore di Mozart, Requiem in do minore di Cherubini, il Magnificat di Bach,la Nona sinfonia di Beethoven, fino alle grandi pagine verdiane.Ancora sul podio per la direzione dei balletti “Lago dei cigni” e “Schiaccianoci” all’ Arcimboldi di Milano con il corpo di ballo di Stato di San Pietroburgo, poi con Uto Ughi per i 20 anni di fondazione dell’orchestra Cocciae in seguito per il concerto per violinoe orchestra di Beethoven con Francesco De Angelis. Ha collaborato con solisti come Laura Marzadori, Erica Piccotti, Anastasia Petryshak, Roberto Prosseda. Nasce nel 2015 presso la Basilica di Sant’Eustorgio a Milano, la stagione sinfonica e corale “Segni di Bellezza” di cuiè direttore artistico e musicale.

Michele Brescia

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La Fondazione si pone l’obiettivo di posizionare l’Italia nel mondo attraversola definizione e la comunicazione della sua Identità Competitiva, rappresentatada quella caratteristica unica e posizionante che è la bellezza.La missione della Fondazione è valorizzare tale bellezza, nella sua accezionepiù ampia, trasformando il suo straordinario potenziale in una risorsa strategicadi sviluppo economico e sociale.Per ottenere questo risultato essa si propone come una Piattaforma Progettuale Aperta. Un soggetto che aggrega le Istituzioni della società civile che già operano nella direzione della valorizzazione del nostro patrimonio e raccoglie intorno al suo progetto la migliore Imprenditoria del Paese. Questo in vista della realizzazionedi progetti interdisciplinari, a sostegno dell’Identità Competitiva del Paese e in grado di generare la partecipazione e il coinvolgimento a diversi livelli di Imprese, Istituzioni, Mercati Esteri e Cittadini.In quest’ottica, per il quarto anno consecutivo, la Fondazione patrocina l’iniziativa musicale “Segni di Bellezza”, profondamente convinta dell’importanza di riaccendere l’interesse del pubblico e soprattutto dei più giovani verso questa straordinaria forma d’arte, che rappresenta senza dubbio una delle espressioni più eccellenti della nostra cultura e del patrimonio identitario del nostro Paese.Il dotarsi di una identità condivisa, in cui gli italiani possano riconoscersi e con la quale il Paese possa orgogliosamente rappresentarsi e competere nello scenario internazionale, permette infatti ai destini individuali di fondersi in un destino collettivo, del quale ciascuno può e deve sentirsi un protagonista.

www.patriadellabellezza.itfacebook: Italia Patria della Bellezza

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È possibile sostenere il progetto “Segni di Bellezza” effettuando una donazione.Segni di Bellezza ha scelto di lasciare l’ingresso libero ai concerti riservando però posti ai soci in un settore dedicato. Attraverso la vostra libera donazione avrete la possibilità di avere un vero e proprio abbonamento, non per essere certi di riuscire ad entrare in Basilica, ma per sostenere in maniera concreta l’iniziativa. È l’impegno di tante persone accomunate dal desiderio di portare la bellezza nel mondo anche in questi tempi difficili in cui può prevalere la tentazione di tagliare su tutto ciò che sembra superfluo, ma che rende l’uomo più bello.

Come effettuare la donazione:il versamento può essere effettuato tramite bonifico bancario a: Banca Prossima, Milanointestato a: Associazione ChoraliaIBAN IT45 P033 5901 6001 0000 0133 714 inserendo come causale il proprio nome e cognome e contributo all’Associazione Choralia per il progetto “Segni di Bellezza”.

Contatti:

[email protected]: Michele Brescia

QL CONSULTING srl

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