PescaIn Luglio 2009

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MENSILE - ANNO 24° - NUMERO 7 LUGLIO 2009 IT 5,50 Poste Italiane S.p.A. - Sped.Abb.Post.- D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Firenze 1 DIAFLASH / SUFIX SHIMANO - KAZIMA 40 COLMIC - ALIEN TEAM PRO FIUME FLY Spinning NELL’ARNO PISANO CON MILO Verde Turano Tre pesci in punta di canna PESCA AL COLPO PARCO DEL MINCIO 2 CAMPIONI a confronto PESCA AL COLPO PARCO DEL MINCIO 2 CAMPIONI a confronto Itinerario tecnico

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PescaIn Luglio 2009

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MENSILE - ANNO 24° - NUMERO 7 LUGLIO 2009 IT € 5,50

Poste Italiane S.p.A. - Sped.Abb.Post.- D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Firenze 1

DIAFLASH / SUFIX SHIMANO - KAZIMA 40 COLMIC - ALIEN TEAM PRO FIUME FLY

Spinning

NELL’ARNO PISANO CON MILO

Verde

TuranoTre pesci in punta di canna

PESCA AL COLPO PARCO DEL MINCIO

2 CAMPIONI a confronto

PESCA AL COLPO PARCO DEL MINCIO

2 CAMPIONI a confronto

Itinerario tecnico

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EDITORIALE 5

NEWS 6

POSTA MAIL 16

CATTURE DAL MONDO 20

di Roberto Ferrario

BASSFISHING WORLD 22

di Francesco Guazzi

DRESSING ARTIFICIALI 24

di Stefano Passarelli

ESCHE E PASTURE 26

di Stefano Falciani

CARPFISHING NEWS 28

di Alfonso Vastano

SCIENZA 30

SPECIE A RISCHIO: LA LAMPREDA DI MAREdi Luca Ciuffardi e Mauro Zavaldi

PROVE TEST 36

KAZIMA 40 – COLMICdi Francesco Capomassi

PROVE TEST 38

ALIEN TEAM PRO FIUME – FLYdi Stefano Falciani

PROVE TEST 40

DIAFLASH XT-A 27XH

SURFIX PERFORMANCE BRAID

SHIMANOdi Francesco Capomassi

PESCA AL COLPO 42

A S. LORENZO ALLE CORTI CON MILOdi Stefano Falciani

PESCA AL COLPO 48

A PESCHIERA NEL PARCO DEL MINCIOdi Alberto Neri

LEDGERING 54

GETTING STARTED WITH LEDGERINGdi Fernando Carnevale

e Francesco Di Veronica

PESCA ALL’INGLESE 60

SCORREVOLE SI...MA NON TROPPOdi Giovanni Todesco

CARPFISHING 66

THE BIG DREAMdi Alfonso Vastano

TROTA LAGO 70

ESCHE NATURALI E TIPOLOGIA D’INNESCOdi Emanuele Di Sanza

TROTA TORRENTE 74

LA CORONA, LA SPIRALE E IL TORRENTE SEGRETO di Carlo Bergamelli

SPINNING 78

DI TUTTO UN PO’: TRE PESCI IN PUNTA DI CANNA di Francesco Capomassi

MOSCA IN FOCE 82

LA REGINA DI FOCE di Stefano Passarelli

PESCA IN FOCE 88

VERMI IN FOCEdi Alessandro Righini

ITINERARIO TECNICO 94

VERDE TURANOdi Fernando Bernardini

ITINERARIO ESTERO 98

SIBERIA: SOLI NELLA TAIGA di Antonio Varcasia e Mauro Sanna

AGONISMO 104

a cura della Redazione

VETRINA PESCA IN 110

a cura della Redazione

MAREE 114

In collaborazione con Navionics

Assistere ad una gara di pesca al colpo èsempre emozionante, ma, se abbiamo lafortuna di guardare un grande campionecome Milo in azione, il divertimento èassicurato e, se prestiamo moltaattenzione, è possibile scoprire qualchepiccolo ma interessantissimo “segreto”.

In questo numero...

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SommarioLuglio

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Il numero di giugno scorso ha ineludibilmente mostrato due elementi molto significativi che

hanno dato un chiaro segnale di svolta e di rinnovamento del Pesca In: parte della squadra dei

collaboratori e il Direttore che, dopo un lungo periodo di lavoro, hanno intrapreso altre vie. So-

no situazioni del tutto normali all’interno del campo editoriale, sia cartaceo che televisivo o ra-

diofonico, qualunque sia l’intensità e la fama dei personaggi. I motivi possono essere molteplici

e con diverse sfaccettature, tuttavia quello che per noi conta maggiormente è che Pesca In, te-

stata storica e leader del settore con oltre 270 numeri mensili alle spalle, come molti avranno

avuto modo di leggere e osservare, pur nel segno della continuità, è quasi del tutto rinnovata,

risultando più fresca e al passo con i tempi. Bisogna dire con molta franchezza che sono stati

davvero numerosi i lettori e gli affezionati della testata che hanno fin da subito manifestato

complimenti e gradimenti, specie perché l’evidenza più diffusa è la sensazione di un Pesca In

più “moderno”, dinamico e con contenuti originali. Ci sono alcuni collaboratori che, seppure

nuovi del settore, nascondono in realtà una competenza tecnica di grande rilievo, guadagnata

direttamente sul campo in anni di attività di pesca sia agonistica che amatoriale. Non è neces-

sario ricorrere a tutti i costi a nomi altisonanti per spiegare con dovizia tecnica questo mondo;

del resto, è bene ricordare che è il Pesca In che ha creato quelli che oggi sono dei personaggi

e non viceversa. Abbiamo ritenuto opportuno, quindi, disporre di persone in grado di carpirne

tutte le sfaccettature presentandole con intelligenza ma soprattutto stigmatizzando e propo-

nendo al meglio argomenti, situazioni, novità e materiali come il lettore richiede, valutando la

semplicità del neofita ma anche l’interesse dell’esperto. Stefano Falciani, Giovanni Todesco,

Fernando Bernardini e Alessandro Scarponi sono quattro agonisti di pesca al colpo pluridecen-

nali: calcano senza ritegno i campi gara di mezza Italia partecipando alle loro prove agonistiche

ma anche muovendo interesse per tutto ciò che è il nuovo e il futuro; così come Fernando Car-

nevale che ha vissuto per alcuni anni in Inghilterra imparando “on-site” tutto sul ledgering, tec-

nica che predilige fin dai lontani anni ’70. E poi il grande Carlo Bergamelli, sicuramente tra i

top angler della pesca alla trota in torrente; Emanuele Di Sanza, giovane agonista ma molto

esperto di trota lago; Luca Ciuffardi per la parte di scienza e ittiologia, Massimiliano Nepori per

la mosca e Stefano Passarelli, noto e apprezzatissimo angler a 360°, esperto di mosca salt &

freshwater, regista e conduttore di Passione Pesca TV e… Infine, l’esperienza di alcuni storici

collaboratori della testata, come Alessandro Righini, Antonio Varcasia e perché no…il sotto-

scritto e Francesco Capomassi. Insomma, è un Pesca In rinnovato, con nomi nuovi ed altri che

incalzano; un Pesca In che ha saputo evidenziare un’apertura mentale molto coraggiosa, spe-

cie in questi tempi, proponendo spazi apparentemente blindati e guardando con rinnovato in-

teresse ai giorni che verranno. Un’apertura mentale che è un valore aggiunto perché è sinoni-

mo di attenzione verso quell’unico personaggio che regge le file di tutto questo lavoro: il let-

tore! A lui il nostro saluto e adesso…conosciamoci meglio.

Anno 24 - n. 7 luglio 2009

Direttore Responsabile:

Ugo Passalacqua

Direzione editoriale:

Francesco Capomassi - [email protected]

Alfonso Vastano - [email protected]

Coordinamento editoriale:

Daniela Ferrando

Stefano Falciani

Stefano Passarelli

Redazione:

Via XX Settembre, 60 - 50129 Firenze

E-mail: [email protected] - www.ediservice.it

Progetto grafico e impaginazione: Aldo Raveggi

Videoimpaginazione: Waika srl ([email protected]).

Pubblicità: Trends & Words srl

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40013 Castelmaggiore (BO)

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Ufficio di Milano Direzione Commerciale:via Stelvio, 70

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Pesca In - Mensile di pesca e natura - è una pubblicazione

Ediservice srl.

EDISERVICE srl - Via XX Settembre, 60 – 50129 Firenze

Telefono 055 462 52 93, fax 055 463 33 31

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Prezzo di copertina: € 5,50

Numeri arretrati: € 11,00

Per la richiesta di numeri arretrati, versamento in ccp n.

42759290 intestato a Ediservice srl

Ufficio abbonamenti: Licosa S.p.A.

via Duca di Calabria, 1/1 - 50125 Firenze

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Abbonamento annuo (12 numeri): Italia € 50,00

Europa e Paesi del Bacino Mediterraneo € 88,00

Americhe e restanti Paesi dell’Asia e dell’Africa € 112,00

Versamento da effettuare su ccp n. 343509

Stampa: Mediagraf Spa - Noventa Padovana (PD)

Concessionaria per la distribuzione Italia:A&G Marco S.p.A. - Via De Amicis , 53 - 20123 Milano

Tel. 02.25261 - Fax 02.27000823

Concessionaria per la distribuzione all'estero:Johnsons International News Italia S.p.A. Via Valparaiso, 4

20144 - Milano - Tel. 02.43982263 - Fax 02.43916430

Registrazione del tribunale di Firenze n. 3279 del 7.11.1984

© 2009 Printed in Italy - Tutti i diritti sono riservati

Finito di stampare nel mese di giugno 2009

Proprietà:

Hanno collaborato a questo numero:

Alberto Neri, Alessandro Righini, Alessandro Scar-poni, Antonio Varcasia, Carlo Bergamelli, EmanueleDi Sanza, Fernando Carnevale, Fernando Bernardi-ni, Giovanni Todesco, Francesco Guazzi, FrancescoDi Veronica, Luca Ciuffardi, Mauro Zavaldi, Massimi-liano Nepori, Mauro Sanna, Roberto Ferrario.

Foto in studio: Francesco Capomassi & Alfonso Vastano

Adinolfi 3a cop, Akua pag 13, Alpha Tackle pag 23, Antiche pasture pag 12, Austria pag 19,

Bmf pag 10, Carson pag 25, Colmic 4a cop, Daf pag 29, Effevuemme pag 7, Fishing Italia pag 27,

Leader pesca pag 33, Milo pag 9, P. line pag 11, Paioli pag 21, Shimano pag 15,17,

Trabucco 2a cop, Tubertini pag 3, Tutto pesca e acquari pag 109 Violatravel pag 103.

Elenco inserzionisti

E adesso conosciamoci meglio!

Alfonso Vastano

Editoriale

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na raccolta di firme, èstata promossa dalla

Società Pesca Sportiva Sar-mento Pollino e sostenutadalla popolazione locale. Essamira alla salvaguardia della ri-sorsa idrica, bene primarioper eccellenza che oggi gior-no rappresenta la più grandesfida per il mantenimentodella vita in numerose regionidel mondo. Confermato il va-lore della risorsa idrica, nonrisulta altrettanto motivata larichiesta inoltrata dalla socie-tà Acquedotto Lucano s.p.a.,la quale mirerebbe ad un’ul-teriore captazione delle sor-genti della Duglia, situata a1388 mt slm nel cuore delParco Nazionale del Pollino,nel territorio del comune diTerranova di Pollino. Le sor-

genti del Duglia, oltre a darvita ad uno dei più importanticorsi d’acqua del Parco Na-zionale del Pollino, il torrenteSarmento, rappresentano lafonte d’acqua potabile per lafrazione di Casa del Contenel comune di Terranova diPollino. Non va inoltre di-menticato che un’ulteriorecaptazione metterebbe defi-nitivamente a rischio la no-stra attività di pesca sportivache contribuisce notevolmen-te anche come attrattore turi-stico. La società AcquedottoLucano propone un progettoper attingere una maggiorequantità di acqua potabiledalla sorgente, destinando larisorsa nello schema idricodel Frida, affermando di mi-gliorare la rete idrica esisten-

te e creare nuove condotte.D’altro canto, si evince che leripercussioni negative di taleintervento sono numerosissi-me e di primaria importanzaper un’area protetta. Innanzi-tutto va rilevato il grave squi-librio ecologico dei numerosiambienti acquatici dislocatilungo l’alveo del Sarmento edel Sinni a causa della marca-ta riduzione della portata. Ba-sti pensare alla progressivascomparsa o riduzione di an-fibi, rettili e crostacei che le-gano la propria sopravviven-za al torrente. Ripercussioninegative avrebbero le comu-nità di artropodi ed altri inver-tebrati, le comunità orniticheripariali, i chirotteri. Degna dinota è la presenza nell’areadelle sorgenti della Dugliadella tartaruga di palude(Emys orbicularis). Senza

dubbio il corso d’acqua, pri-ma Canale Duglia poi torren-te Sarmento, rappresenta illuogo dove si dissetano mol-tissimi animali presenti nelParco. Anche da un punto divista della vegetazione, un’ul-teriore captazione d’acquaporterebbe all’alterazionedelle rive e ad una modifica-zione della vegetazione igro-fila ripariale e di quella ac-quatica. Gli effetti negativisull’ambiente si manifeste-ranno sia a carico di specieendemiche da tutelare e pro-teggere, sia sulle tradizionaliattività legate all’allevamen-to, all’agricoltura, alla pesca.Queste considerazioni trova-no conferma osservando l’at-tuale situazione del torrenteSarmento: infatti, nel periodoestivo si ha il prosciugamentodei tratti più a valle del fiume.

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il pescatore

Raccolta di firme U

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In concomitanza poi con leannate siccitose, la portatadel fiume riesce a stento agarantire uno scorrimentosuperficiale dell’acqua, ido-neo alla conservazione dellecomunità acquatiche presen-ti. Un’altra motivazione per

far sì che non si vada ad in-taccare l’ecosistema acquati-co è data dalla presenza dellatrota fario di ceppo mediter-raneo e, non ultima, dallapresenza di alcuni esemplaridi lontra avvistati di recente.Infine va considerato che ilSarmento, in seguito allo sbar-ramento del fiume Sinni conla realizzazione della Diga diM. Cotugno, rappresenta il

principale apporto idrico allafragile e sofferente forestaplaniziaria del bosco Sottanoe Soprano di Policoro. Que-st’ultimo rappresenta uno de-gli ultimi lembi di bosco plani-ziale del sud Italia in cui sonopresenti numerosissime speciedi flora e di fauna oggetto ditutela che negli ultimi anni ri-schiano di scomparire a causadella forte riduzione della por-

tata del fiume. E’ evidente,seppur descrivendo gli effettinegativi per grandi linee, cheil progetto di adduzione nonpuò assolutamente trovare ac-coglimento. Ponendo in risal-to che ci si trova in un areaprotetta ci si augura chel’obiettivo primario sia quellodi proteggere gli equilibri eco-logici degli ecosistemi, met-tendo in secondo piano altriinteressi che non mirano cer-tamente, alla tutela ed alla va-lorizzazione dei territori e del-le risorse naturali presenti.

Il presidenteStefano Riccardi

Per contribuire alla raccolta:

Società Pesca SportivaSarmento-PollinoVia Marsala, 21 - 85030 -Terranova di Pollino (PZ)

PER LE VOSTRE SEGNALAZIONI A“STRISCIA IL PESCATORE”:[email protected]

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l Pro Clear è un nylonideato dalla Alpha Tac-

kle Europe per la pesca speci-fica del bass. L’azienda si av-vale di angler professionistiitaliani che hanno sviluppatoquesto prodotto, grazie all’at-tività nei diversi tournamentseuropei. Si tratta di un filodalla colorazione chiara, cri-stallina, con una bassa elasti-cità e memoria meccanica.L’uso del nuovo componenteNovamid NT80 ha incremen-tato la resistenza al nodo ba-gnato e quella alle abrasioni.Il nylon è ideale per tutte leforme di lancio. Bobine dispo-nibili, 0,20-0,25-0,28-0,30-0,35 mm.Per info: www.alphatackles-eu.com

Monofilo Pro Clear - Alpha Tackles EuropeNEWS

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fine Marzo si è tenuto aLugo di Romagna, il se-

condo meeting SA.GI.P.L'azienda romagnola, leadernell'allevamento di Camoledel miele bianche e colorateper la pesca alla trota in lago ein torrente, ha voluto ritrovarsiinsieme ai propri grossisti perfare il punto della situazione,confrontarsi sulle esigenze delmercato, complimentarsi pergli ottimi risultati raggiunti. Il

settore della pesca alla trota èuna nicchia in cui vi sono tanticampioni e appassionati che,grazie alle camole SA.GI.P., ot-tengono risultati davvero stra-ordinari. Nel corso del dibatti-to è emersa la necessità diaprire un dialogo più direttocon amatori e professionisti

della pesca alla trota per capirele tendenze e le necessità diuna platea sempre più attenta,esperta ed esigente, dialogoche si potrà instaurare sia tra-mite le associazioni di pescasportiva, sia grazie alla capilla-re presenza dei grossistiSA.GI.P. sul territorio, collabo-

ratori sempre attenti e prezio-si. Il meeting è stato anchel'occasione per illustrare i pro-grammi futuri, sia per quantoriguarda la sponsorizzazionedei campionati mondiali di pe-sca alla trota che si terrannoad Andorra a settembre, siaper quanto riguarda la nuovaproduzione 2009 di camolenere, una vera innovazioneper questo settore.

II° Meeting SA.GI.P. AZIENDE

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pre i battenti dal 15 al17 luglio la tradizionale

kermesse dello sportfishingamericano, meglio nota comeICAST, sicuramente sotto ununico tetto il più grande showbusiness della pesca e del-l’outdoor del mondo e la ve-trina di maggiore importanzaper l’innovazione nel mondodella pesca e degli accessori.La manifestazione si tiene

all’Orange County Conven-tion Center, presso Orlando inFlorida, complesso punto di ri-ferimento e macchina orga-nizzativa dell’industria dellosportfishing in grado di con-durre, indirizzare e coadiuvarele compagnie di settore pertutte le esigenze legate alle di-mostrazioni, alle trattative ealle vendite dei prodotti, lun-go tutto l’anno. ICAST attira

annualmente un’articolatamacchina che va dagli acqui-renti ai media e agli espositoripresenti, evidenziando un nu-mero di ben 7.000 membridella comunità associata cheintervengono presso il Con-vention Center. Sono attesinumeri incredibili, ovviamentecome sempre quando si parladi manifestazioni ed attrattivedal suolo d’oltreoceano; nellaprecedente kermesse del2008 si sono avute presenzecon più di 800 assistenti inter-nazionali in ragione di 55 pae-

si, oltre 2.000 acquirenti e cir-ca 450 rappresentative gior-nalistiche e dei media. Bastascorrere la lista degli espositoripresenti, tutti rigorosamenteincolonnati in ordine alfabeti-co e linkabili al proprio sito,per rendersi davvero contodell’imponenza e della quanti-tà dei prodotti per la pescache si possono valutare e co-noscere in un'unica location.Pensate che appena 1, di ogni10 dei dollari spesi negli StatiUniti per il solo piacere di pe-scare è speso in Florida. Fa an-che più impressione il fattoche il 43% dei pescatori negliStati Uniti chiamano familiar-mente “casa” questa calda re-gione del sud-est. Dei quasi 20 miliardi di dollarispesi nelle attività di pesca sisono resi conto che un’ampiafetta delle vendite al dettagliosi realizza annualmente nel so-lo mercato sudorientale. Infat-ti, più della metà dei dollari le-gati al mondo dello sportfi-shing degli Stati Uniti è spesonell’area ad est del fiume diMississippi.

CURIOSITÀ DAL MONDO

ICASTA

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escaviva vende e distribuisce sul suoloeuropeo, mais in scatola, prodotto da

D.A.F. al. fino dal 1977, un marchio, quest’ulti-mo, che realizza mais in scatola per uso ali-mentare già dal 1972 e che in particolare ne hasviluppata una qualità dolce proprio per la pe-sca, con uno speciale adattamento alle esigen-ze dei pescatori europei. Sul sito web è possi-bile scegliere dalle diverse linee a disposizio-ne, quale il Tradizionale, il Monodose, il MaisBianco e il Canapa. Cliccando su questi menù,vengono a fianco descritte le diverse composi-zioni, colorazioni e soprattutto gli aromi. Ilpulsante “ordini”, infine, permette agevol-mente di scegliere il prodotto e le quantitàdesiderate. Il mais Pescaviva è confezionato inlattine con la comoda apertura a strappo. Lescatole sono dotatedi un coperchio diplastica per poterutilizzare il prodottoin più sessioni di pesca. I chicchi sono scelti con cura perdimensioni, aspetto e consistenza, con-servati in una semplice soluzione di acqua,zucchero e sale ed inscatolati sotto vuoto se-guendo un attento processo di sterilizzazione.Questo processo produttivo rende Pescavivaaltamente sicuro per ambiente, pesce e pesca-tore. D.A.F. al., ha ricevuto quale riconosci-mento del suo sistema di produzione dal cam-po alla scatola, la certificazione ISO 9002 riser-vata alle aziende che applicano attente verifi-che tecniche e organizzative.Info: www.pescaviva.it

www.pescaviva.it WEB

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urante l’uscita a pescacon Jacopo Fals ini

presso l’impianto del lago LaRancia gestito dal Sig. Ric-cardo Ferrini numerose per-sone si sono avvicendate alfianco del campione fiorenti-no. L’al legra brigata eracomposta da numerosi ago-nisti della Bianchi-Neri Col-

mic di Siena e da AlessandroDegli Innocenti valente colla-boratore e rappresentante dizona della famosa ditta diReggello.A margine dell’incontro sonostate presentate le numerosenovità di casa Colmic.Dal fantastico ed innovativopaniere One alle lenze pre-

confezionate da laghetto.L’incontro si è concluso am-mirando la bella ed avveniri-stica roubaisienne ColmicMatch Carpa X 8000 e con ilgruppo protagonista di uninsolito e curioso siparietto.Cogliamo l’occasione perringraziare tutti i partecipan-ti e in primo luogo l’amicoRiccardo per averci consenti-to di usufruire di questosplendido bacino, ricco dipesce di ogni genere, tantoche ci siamo lasciati dandociappuntamento per unaprossima battuta di pesca,questa volta dedicata allospinning.

Tutti insieme alla Rancia

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✔ ✔ Massimiliano Nepori([email protected])

Ciao Osvaldo, la stagione esti-va è sicuramente quella cheregala in torrente le soddisfa-zioni più grandi e pertanto ticonsiglio di sfruttare al massi-mo le prime ore del mattino,appena prima che il sole inizi a

bruciare e la sera dalle 18,30fino al tramonto; queste oreserali, caratterizzate da unatemperatura per così dire piùfresca, sono quelle che solita-mente vengono definite Coupde Soire. Questo è un momen-to magico dove il fiume sem-bra prender vita e le trote na-scoste a lungo tra la vegeta-zione, per sfuggire al caldotorrido del sole estivo, entranofinalmente in attività. Tu stessoscoprirai quanta magia esistein questi momenti e quantosia stupendo stare nascosti trale rocce osservando una bolla-ta. Detto questo, non rimane

che parlare di mosche e qui ildiscorso si fa davvero interes-sante: io consiglio sempre diosservare l'acqua e gli insettiche schiudono, nulla di più ap-propriato che utilizzare unamosca del tutto simile a quellache sta schiudendo, ma nonoccorre avere l'imitazione per-fetta, basta avvicinarsi per co-lore e dimensione all'insettodel momento. In assenza di at-tività tenterei con lo stimolarele trote verso la superficie uti-lizzando mosche piuttosto ge-

nerose come la Royal Wulf suamo del 12 o qualche Sedge inpelo di cervo su amo del 10:molto utili le imitazioni di in-setti terrestri come cavallette egrilli, nello specifico moschedel tipo Madame X oppureChernobyl Ant, grossi bocconiche spesso regalano grandisorprese. Non disdegnare nep-pure la possibilità di pescareappena sotto la superficie uti-lizzando mosche tipo Spidersu amo del 14/16, vedrai chele catture non mancheranno.

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✔ ✔ Fernando Carnevale “Nando”([email protected])

Caro Massimiliano, questo tipo di situazio-ne si evidenzia quando si è soliti pescarepesci che si alimentano in gruppo, uno sututti la breme che con il suo modo di man-giare in verticale rispetto al cibo causa mol-te false abboccate colpendo con il corpo ilfilo, altrimenti dando potenti musate alfeeder. Un consiglio che mi sento di darti èquesto: gli inglesi usano dire di pescare con

le mani in tasca, vuol dire di dare tutto iltempo al pesce di abboccare, tempo che,come tutti sanno, è abbastanza comune adiverse tecniche di pesca. Il ritardo nell’ab-boccata è quasi sempre un’ottima soluzio-ne per assicurarsi la preda. Ma è un ritardoinfinitesimale, quel tanto che basta, noncertamente un ritardo di … un’ora! Prova efammi sapere.

Mangiate a scomparsa! LEDGERING

Salve Massimiliano, scrivo da Lucca e il mio nome è Osval-do: sono un ragazzo di 25 anni e per me la pesca a moscarappresenta da quest'anno una nuova scoperta. Ho fre-quentato in zona un corso di lancio e vorrei sapere qualiartificiali costruire e utilizzare in questa stagione estiva.Pesco esclusivamente a mosca secca e frequento spesso ifiumi Turrite Secca e Lima: Quali mosche mi consiglia diadoperare e in quali momenti della giornata posso otte-nere i maggiori risultati ?

Quale insetto? MOSCA

Scrivete direttamenteai nostri esperti e lorosaranno lieti di rispondervi e aiutarvi a risolvere i vostridubbi, pronti a svelarvi i loro segreti, in un filodiretto che arricchiràsicuramente i nostri lettorima anche chi come noi si dedica con passione al proprio lavoro.

Caro Nando, sono Massimiliano e ti scrivo dalla pro-vincia di Ferrara: vorrei portare a tua conoscenza unproblema che mi si evidenzia spesso pescando a led-gering: ho notevoli mangiate, il mio cimino si flettebene anche con decisione, convinto di ferrare il pescerimango con un palmo di naso nello scoprire che lamia ferrata è andata a vuoto. Vorrei il tuo aiuto perrisolverlo, grazie.

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✔ ✔ Risponde Francesco Capomassi([email protected])

Bravo Emanuele, l’idea di ag-giungere una bombarda pri-ma del finale, di quelle traspa-renti e semi - affondanti o an-cora meglio, galleggianti, èun’idea che mi ha spesso stuz-zicato la fantasia anche se poinon l’ho mai attuata in pieno,ma solo a volte e per alcunimomenti. Si tratta di un mododi legare le esche artificialimolto leggere, quali piccoliminnows da 3 o 4 cm e odu-lantini, che in genere pesanoappena pochi grammi e nuo-

tano di poco sotto il primostrato superficiale e che ne-cessitano ovviamente di esse-re lanciati a grandi distanze,specie in acque lacustri a cac-cia delle trote o cavedani chebollano abbastanza lontano.

La girella in sequenza tripla ogià fatta così è una saggiascelta che ti serve per scaricarecon efficacia tutte le possibilitorsioni che si creano sia nellancio che nel recupero. E’ ot-tima per l’aggancio del termi-

nale. A questo punto il min-now, ad esempio, lo puoi le-gare al finale senza moschet-tone e direttamente con unnodo ad asola, tipo Rapala:viaggia molto meglio ed è piùnaturale.

Ciao Francesco, sono Ema-nuele da Pinerolo. Lancian-do piccoli artificiali e cuc-chiaini uso spesso la bom-barda come ausilio: vorreisapere se la girella monta-ta tripla va bene per ag-ganciare il terminale.

Girelle triple... ?SPINNING

Ciao Frank, mi chiamo Marco evivo a Gardone Val Trompia. Perla girella mi hanno detto quan-do ho cominciato quest'anno aspinning che non va bene per-ché ruba i giri dell'artificiale, mada quanto ho letto nel forumnon e vero. Che girella bisognamettere allora? Grazie.

Girelle singole... ? SPINNING

✔ ✔ Risponde Francesco Capomassi ([email protected])

La girella non ruba... un bel niente! Se usi ro-tanti e ondulanti è necessaria e perfetta per-ché serve a ridurre le torsioni che si creanosul filo durante il recupero. Se usi minnows èmeglio non utilizzarla per non perdere trop-po della funzionalità del minnow stesso. Pe-rò con i cucchiaini rotanti e gli ondulanti di-

viene pressoché indispensabile sia per la fa-mosa riduzione delle torsioni sul filo, questiattorcigliamenti poi alla fine cominciano adare fastidio nella fase dell’imbobinamento ecreano parrucche, sia perché in acque cor-renti e ferme il movimento di queste eschemetalliche diviene molto più fluido e lineare,ovvero non costretto da un nodo fatto diret-tamente sull’occhiello dell’artificiale.

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Alle Azzorre, nove piccole isole lontano da ogni dove, 1.480 chilometri dal-le coste dell’Europa e poco più del doppio dall’America, è tempo di Marlin.Infatti, come ogni anno, è in giugno che questi giganteschi pesci pelagiciiniziano a spingersi nelle antistanti acque per soggiornarvi all'incirca fino ad

ottobre. Questo è uno dei pochi posti al mondo dove vi è la reale possibilità dicatturare bestioni ben al di sopra delle mitiche1.000 libbre, cioè poco più di 450 kg. Sull'iso-la di Faial esiste da anni il Xácara Big GameFishing www.azoresmarlin.com) che propo-ne la pesca a questi giganteschi pesci; sicu-ramente una vera è propria "caccia" alpesce da trofeo, il pesce della "vita".Tutti i fortunati pescatori che hanno lapossibilità di catturare uno di questi pe-sci pelagici si deve però accontentaredi qualche immagine scattata duran-te il combattimento, in quanto qui

tutti i pesci vengo tassativamente rilasciati.La scorsa stagione si è avuto un buon numero di marlin catturati; in particolare

nei settanta giorni di pesca si sono avute 63 abboccate e 39 marlin blu rilasciati, più 3 piccolimarlin bianchi. La taglia media di cattura era intorno alle 500-600 libbre, ma veri e propri co-lossi stimati intorno alle 900-950 libbre sono stati catturati. I pescatori più prolifici e fortunatisono stati Tim Lonsdale e John Buckle che in tre giorni di pesca hanno avuto 6 abboccate ehanno rilasciato con successo un 400, un 450, un 500, un 600 e due 650 libbre!

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Azzorre: la nuova stagione

Quando ho ricevuto l’immagi-ne di questo bel pesce sono ri-masto alquanto sorpreso, nonlo conoscevo e non ne avevomai sentito parlare. Si trattadi un Altai Osman, un raropredatore che vive solo in al-cune limitate zone dell’Asiaed in particolare in Mongo-lia.Poco si sa di questo pesce,ma è un feroce predatore chevive prevalentemente in laghiprofondi e con acqua cristalli-na e ama cacciare e spostarsi

in folti branchi. Sembra che ilpeso massimo possa essereintorno ai 6/7 kg. Il pesce raf-figurato è stato pescato daPiotr Piskorski proprietariodella famosa azienda Salmoche produce gli omonimi arti-ficiali. Qualche informazionein più su questo pesce puòessere trovata sul sitowww.fishbase.org. Per chivolesse, invece, leggere lastoria dell’avventura piscato-ria vissuta da Piotr nelle sel-vagge e remote zone dellaMongolia può trovarle al sitoweb www.salmo.com.

*A cura di Roberto FerrarioCatturedal Mondo

Da sempre la costa Pacificadel Guatemala ha la nomeadi una delle località più pe-

scose del mondo per quanto riguarda la pesca del sailfish (pesce ve-la). Uno dei più famosi skipper americani ha da qualche anno instal-lato un piccolo resort con alcune imbarcazioni per la pesca di questirostrati. Ci ha fatto recentemente sapere che la stagione sta proce-dendo in modo grandioso. In uno degli ultimi fortunati giorni di pe-sca di un gruppo di “business men” provenienti da Guatemala cityha visto la cattura di ben 58 pesci vela su 84 abboccate, un piccolomarlin e diverse lampughe. Una barca vicina ha invece catturato 34pesci vela, ma di cui la metà catturati con la canna da mosca. Le me-die di cattura di questi ultimi mesi hanno visto comunque all’incircadai 20 ai 40 pesci per barca al giorno. Spesso e volentieri folti bran-chi di lampughe hanno fatto divertire gli appassionati angler conpesci che hanno anche superato i 20 kg. I blue marlin non sono maistati ricercati e pescati espressamente, ma spesso catturati mentre siera intenti a pescare i pesci vela. Per chi volesse contattare Brad Phi-lipps può scrivere una mail a [email protected].

Osman Guatemala

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Jorgen Larsson, amico, giornalista ed anch’egli appas-sionato di pesca, ci ha inviato questa immagine di unluccio perca catturato con un artificiale di gomma. Unabella cattura senza dubbio, ma abbastanza comune perquelle acque. Il fatto interessante è che Jorgen, insie-me alla sua fidanzata, in quel pomeriggio di pesca neha catturati ben 29 di perca di quelle dimensioni. Chedire… beati loro!!!

SveziaRazza giganteGià qualche mese fa avevamo pubblicato delle immagini di alcunerazze giganti d’acqua dolce catturate in Thailandia su fiume Mae-klong. I pesi si approssimavano intorno ai 200 kg, e si pensava diavere preso esemplari giganteschi. Bene, il vero colosso è stato ve-ramente preso adesso, uno dei pesci d’acqua dolce tra i più grandi

mai catturati concanna e mulinello.Una razza mega diben 265 chilogrammicon un diametro dioltre 2 mt che ha fat-to veramente dispe-rare i vari angler chesi sono dovuti alter-nare a combatterlaper cercare di ferma-re la sua corsa e solle-varla dal fondo. Dopole foto di rito anchequesto esemplare èstato liberato. Le im-magini ci sono giunteda Rick Huimphreyswww.fishsiam.com

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Si è svolta nel lago di Bolsenala prima delle 3 prove dell’im-portante torneo “The series”organizzato dalla Italy B.A.S.S.Federation Nation, affiliata allaprestigiosa B.A.S.S. america-na. Questo tournament è

l’unico che dà accesso ad unnon-professionista alla parteci-pazione alla gara americanadel Federation National Cham-pionship, che a sua volta dàaccesso, in caso di qualifica-zione, all’incredibile Bassma-

ster Classic, vero e proprio so-gno di ogni bassman america-no, giapponese o europeo.Basti pensare che questa garaè seguita sul canale sportivoamericano ESPN con ore edore di riprese e che il vincitoreviene premiato con un’asse-gno da 500.000,00 dollari.Nella prova del sabato l’equi-paggio Panareo-Siviero dellaAlpha Tackles Pro Team si èpiazzato primo con l’incredibi-le pesata di 9,895 kg che èprobabilmente il record asso-luto in qualsiasi “tournament”italiano e forse europeo. Nico-la Panareo si è già aggiudicatoin passato la vittoria del “Theseries” e nella sfida americanaper pochissimo non è riuscito

ad accedere al BassmasterClassic. Nella giornata di do-menica la coppia Telese-Ferro-ni, sempre della Alpha TacklesPro Team, grazie ad un ottimosesto posto del sabato e allavittoria della domenica, si èpiazzata al primo posto asso-luto su 29 equipaggi parteci-panti con un peso totale di17,705 kg. Panareo-Siverocon un peso totale di 13,785kg scivolano al terzo posto,preceduti dalla fortissima cop-pia Casieri-Del Panta con unpeso totale di 16,415 kg. Leprossime manches del “Theseries” sono previste l’11 e il12 Luglio nel fiume Brenta e lafinale il 18 e il 19 Settembrenel Lago Maggiore.

The series

L’Italy Bass Association (Associa-zione Italiana di pesca al BlackBass) che raccoglie le energie po-sitive di 20 club sparsi per tutta lapenisola, anche quest’anno pre-senta un’intensa attività agonisti-ca e promozionale. Il nuovo pre-sidente Eddy Peruzzo si è impe-gnato particolarmente per strin-gere rapporti di buona collabora-zione con la dirigenza della FIP-SAS, specialmente nella personadi Antonio Gigli presidente Ac-que interne, ottenendo un im-portante supporto territorialeper lo sviluppo futuro del bass fi-shing italiano. Questa particolare

disciplina della pescasportiva trova infatti nel-l’agonismo una potentelinfa vitale che deve peròessere sempre sostenutada iniziative in difesa del

persico trota (black bass) e daprogetti di tutela ambientale. Dapoco è stato aperto il nuovo sitoufficiale dell’IBA, www.ibass.it ,ancora non completo, dov’èpossibile trovare il calendariocompleto dell’anno agonisticoormai già iniziato. Il CampionatoItaliano in Belly boat (ciambella),infatti, ha messo in archivio la

prima prova selettiva che si èsvolta nei quattro gironi in cui sisono divisi i circa 100 iscritti diquest’anno. La seconda provaselettiva si è già tenuta contem-poraneamente per tutti i gironi il14 giugno e la finale, il 17 e 18ottobre, sarà nella bella compa-gine del lago di Nemi. E’ già statoassegnato anche il titolo di Cam-pione Italiano per Società 2009al Club Bass Defenders che, nelleacque del canale Bacchiglione inprovincia di Padova, ha conqui-stato il gradino più alto del podiocon una condotta di gara accortae giudiziosa. Nel frattempo si ègià svolto, dal 4 al 6 giugno, nel-le splendide acque del lago diBolsena, il Primo Memorial Fran-cesco Sgrò (Elite InternationalTournament Trail) l’unica manife-stazione internazional in Italiacon la partecipazione di agonistida tutta Europa ed ospiti d’ecce-zione anche da oltre oceano. No-rio Tanabe, professionista Giap-ponese con 53 presenze neitournaments made in USA, si èpresentato per confrontarsi con inostri migliori agonisti. Il creatoredella Nories, gruppo Marukyu,nonché collaboratore di Duel,

Ecogear e Kinami Baits, oltre adaltri importanti risultati può van-tarsi di un ottimo 6° assoluto alBass Masters Classic del 2000.L’anno agonistico proseguiràcon la finale del Campionato Ita-liano che a fine giugno premieràla miglior coppia nei tre giorni digara stabiliti. Saranno 36 equi-paggi provenienti dalla finaledello scorso anno, dalla Naziona-le e dalle selezioni regionali acontendersi l’ambito titolo irida-to. Durante questa manifestazio-ne si effettueranno in contempo-ranea i cosiddetti sfidini che ser-viranno al Commissario Tecnicodella Nazionale Stefano Corsi,per selezionare la squadra azzur-ra da portare ai mondiali di bassfishing in Messico a novembre.Vista la sempre maggior parteci-pazione delle nazionali di tutto ilmondo, questa manifestazione

assume un ruolo ancor più inte-ressante nell’ambito del bass fi-shing non professionistico e sicandida certamente come l’ap-puntamento più importantedell’anno. Ma non c’è solo ago-nismo nelle iniziative IBA. E’ statoredatto infatti un “Protocollo si-curezza” per coadiuvare gli orga-nizzatori dei tournament sui pro-blemi della sicurezza: come com-portarsi in gara e in navigazione,dotazioni di bordo e uso del sal-vagente al fine di ridurre al mini-mo l’eventualità di incidenti e si-tuazioni di pericolo in genere. E’inoltre in programma e sarà mes-so on line il prima possibile unospazio dedicato allo stato delleacque. Il monitoraggio delle no-stre acque da bass, ma non solo,per avere sempre sotto controllola salute e il futuro della nostrasplendida passione.

IBA: programma e attività per il 2009/2010

World*

a cura di Francesco [email protected]

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Bassfishing

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E’ un inusuale Stick Minnow costruito in Giap-pone con materiale siliconico con all’internouno speciale scent che ne esalta le qualitàadescanti. Proposto nelle misure 4” e 5", èutilizzato in molte tecniche di pesca. Il rilevan-te peso specifico e la particolare forma delcorpo e delle sue appendici rendono il Fat Flatmolto efficace innescato Wachy Rig, soprat-tutto nella misura 5”. Le già sopracitate carat-teristiche ne fanne anche un’esca ideale per“flippare” innescato Texas Rig all’interno dicanneti particolarmente profondi tra i qualipasserà agevolmente senza offrire resistenza.

News inside the lure: il Fat Flat

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Montature, astuzie e innovazioni per le esche artificiali*A cura di Stefano PassarelliDressingartificiali

icuramente intere ge-nerazioni di pescatori e

pesci predatori sono entratea contatto con una delleesche artificiali che hannocontribuito a fare la storia diquella entusiasmante disci-pl ina al ieutica chiamata“spinning”. Stiamo parlandodegli ondulanti, siano essidestinati ai grandi lucci, agliaggressivi cavedani o alla ri-cercatissima spigola, rappre-sentano un’ottima alternati-va alla numerosissima schieradi minnows presenti sul mer-

cato. Artificiale che richiedeuna buona manualità perrendere al meglio, si prestamolto a modifiche e dressingaggiuntivi. Vediamo alloracome fare scegliendo un on-dulante dalla tipica forma af-fusolata tipo Toby e tenendopresente che il suo spettro diazione sarà in un contestosalmastro.

Esecuzione

Per prima cosa rimuoviamol’ancorina, quindi prendiamoun amo di proporzioni ade-guate all’artificiale che inten-diamo utilizzare. Nella paginaaccanto le fasi della realizza-zione del dressing.

S

Variazione a spinningSempre affascinante, il dressing puòinteressare qualsiasi tecnica. In questaoccasione vogliamo occuparci di spinning evedere insieme come modificareadeguatamente alcuni efficaci ondulanti.

IL DRESSING

Materiali da utilizzare■ Amo: in acciaio o nichelatotipo SBT-67 Tubertini o similare■ Filo di montaggio: 6/0 Uni-Thread■ Sottocorpo: bucktail■ Corpo: Saddle Deceiver■ Schiena: Holografic Fiber■ Collare: Saddle Deceiver■ Testa: Hard Head Loon

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■ 1. Posizionare l’amo sul morsetto e coprireil gambo con il filo di montaggio, quindifissare il Buktail;■ 2. Posizionare le fibre olografiche quindi,dopo averle fissate con alcuni giri di filo,sovrapporle;■ 3. Fissare due Hackles per lato, realizzandoil corpo;■ 4. Posizioniare le due Hackles quindi girarleformando il collare;■ 5. Formare la testa con l’apposito collante.■ 6. Il Dressing artificiali è così ultimato e aquesto punto provare a realizzare alcunealternative cromatiche, in modo tale dapoterle variare in funzione del coloredell’acqua e della luce.

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*a cura di Stefano Falciani

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Come ti tratto il bigattoLa larva di mosca carnaria, regina incontrastata di tutte le esche, deve la sua popolarità a numerosi fattori fra i quali la

facile reperibilità, la semplice conservazione e le molteplici possibilità di utilizzo nelle varie tecniche di pesca al colpo.

a larva così com’è puòessere utilizzata come

esca o come richiamo ed esserelanciata sfusa, incollata o veico-lata sul fondo con l’ausilio deipasturatori per la tecnica delledgering. Con i trattamenti cheprenderemo in considerazionepotremo ottenere caster e bi-gattini allungati da aggiungerealla pastura e ballottini utilizza-bili come esca nelle tecniche dipesca rivolte ai piccoli pesci.

Il caster

Per ottenere dei buoni casterda aggiungere alla pastura oda usare per l’innesco dovre-

mo disporre di larve grosse efresche che acquisteremo 5/6giorni prima della nostra usci-ta sul fiume. Bisogna riporle inun capiente secchio insiemead un discreto quantitativo disegatura. Per 1 kg di escheaggiungeremo circa 200 gr disegatura. Riporremo il secchioin un luogo asciutto ma lonta-no dai raggi solari, avendo cu-ra di irrorare un po’ d’acquasulle larve. Dopo un paio digiorni comincerà il vero e pro-prio “lavoro”. Dovremo di-sporre di un vaglio con carat-teristiche precise, ossia chepossegga i bordi abbastanzaalti e le maglie o i fori suffi-

cientemente grandi da farpassare agevolmente al di sot-to i bigattini vivi. Quando no-teremo che le prime larve co-minceranno a cambiare coloredovremo prendere un altrosecchio, delle stesse dimensio-ni del primo, appoggiarci so-pra il vaglio e rovesciarci den-tro tutte le larve e la segatura.I bigattini vivi passeranno disotto mentre quelli già diven-tati caster rimarranno sul se-taccio e dovranno essere ripo-sti, sommersi d’acqua, in unaltro secchio da riporre poi infrigo. Il giorno dopo, l’opera-zione sopra descritta dovrà es-sere ripetuta e successivamen-

te cadenzata con tempi sem-pre minori. La quantità di larvetrasformate continuerà ad au-mentare sempre di più fino alcompleto esaurimento dellestesse. Potremo ora portarledirettamente sul fiume nelsecchio con l’acqua o conti-nuare a conservarle in frigo ri-ponendole, senza liquido, inun sacchetto per alimenti.

I bigattini allungati

Le larve di mosca carnaria al-lungate solitamente vengonoimmesse nella pastura o utiliz-zate come esca. Il bigattino vi-vo, infatti, con il suo movimen-

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Esche&pastureIl

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to frenetico tende a disgregarela pallina di impasto in pochisecondi rendendone proble-matico sia il lancio che la resa.Un altro fattore che spinge ipescatori ad utilizzare larve al-lungate in pastura è che que-ste, una volta sul fondo, resta-no immobili sulla chiazza disfarinato permettendo una fa-cile localizzazione da parte deipesci. In campi gara molto fre-quentati, come il Cavo Lama ola Fiuma, i bigattini stirati sonoun'esca micidiale. Infatti, an-che le larve vive che cadono sulfondo dopo pochi minuti si al-lungano e il pesce smaliziato sene ciba con più fiducia avendo,presumibilmente, già ricevutoqualche puntura mangiandoquelli vivi. L’operazione per ot-tenere delle larve allungate edaffondanti si effettua con l’ac-

qua bollente o molto calda. Ri-porremo i bigattini in un robu-sto secchio dai bordi molto altie faremo bollire una discretaquantità di acqua. Una voltagiunta ad ebollizione attende-remo qualche minuto e rivolte-remo il contenuto della pento-la nel secchio fino a sommer-gere tutte le larve. Dopo nem-meno un minuto il lavoro saràultimato e, prima che il tutto siraffreddi, scoleremo i bigattini“stirati” con l’ausilio di un se-taccio e li metteremo in un sac-chetto per alimenti che andràdepositato in frigo in attesadell’uscita sul fiume.

Gli inneschi per i piccoli pesci

Quando ci approssimeremoad una gara al pesce piccolo

la nostra principale attenzio-ne dovrà essere rivolta alla ri-cerca delle esche giuste dautilizzare durante le ore diprova e di competizione. Il bi-gattino, sia bianco che colora-to, il ballottino e il cornino sa-ranno le esche principali dautilizzare quando avremo ache fare con alborelle, triotti,cebacek, persici etc. Il più del-le volte i frenetici ritmi di cat-tura ci metteranno di fronteal problema della repentinadisgregazione del piccolo in-nesco. Per disporre di eschegommose e durature dovre-mo far sì che il bigattino tra-sudi gran parte del liquido inesso contenuto. Questa spe-cie di “dieta” a cui sottopor-remo le larve, se da un lato lefarà diventare un po’ più pic-cole, dall’altro inspessirà la

loro pelle rendendole più resi-stenti sia all’innesco che allamangiata del pesce. Disporre-mo di una capiente scatolaper le esche o di un maggi-box e vi riporremo i ballottinio i bigattini insieme ad unacospicua dose di sabbia e se-gatura umida e lo riporremonel frigo. Ogni due giorni ti-reremo fuori la scatola dal fri-go per il tempo necessario afar rivitalizzare le larve e, do-po poche ore, la riporremonuovamente al freddo. Que-sta cura dovrà essere prolun-gata fino a quando noteremoche parte dei bigattini si sa-ranno trasformati in minu-scoli caster. Quelli rimasti vivisaranno della giusta consi-stenza e potranno essereconservati in frigo per diversesettimane.

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Scarponcini – Majora

Chi pratica il carpfishing, sisa, vuole il meglio dell’attrez-zatura e presta molta atten-zione ai particolari, compresiquelli che riguardano il ve-stiario e le calzature. In que-sta logica la Majora offre lorodue prodotti di altissima qua-lità, dotati di caratteristicheeccellenti, in grado di soddi-sfare il carpista più esigente ericercato.

Adventure Wading Shoes

Leggeri, confortevoli ed estre-mamente resistenti gli scar-poncini Loop Adventure sonorealizzati in cordura e dotati diresistentissima suola in feltro.Colore : Light Green & Black.Taglie: dalla 38 alla 46.

Outdoor Wading Shoes

Scarponcini in morbidissimocuoio con suola in feltro, ga-

rantiscono massimo con-fort e stabilità sia in ac-qua che fuori. Taglie:dalla 40 alla 47.

Toscano Colmic

Il nuovo Toscano 7000 ha uncorpo massiccio, nove cusci-netti a sfera e antiritorno infi-nito istantaneo e una mecca-nica di precisione molto robu-sta. La frizione anteriore è mi-crometrica e consente unaperfetta registrazione in fasedi combattimento. Il rollinoguida filo è munito anch’essodi cuscinetto e permette unaperfetta gestione del nylon dicui riesce a conservare intattele proprietà a lungo. Vienefornito con tre bobine realiz-zate in alluminio e caratteriz-zate da un trattamento anti-corrosione. La quantità di fi-lo che possono contenere èelevata per soddisfare tuttele esigenze di pesca,quindi anche dovenecessita l’uso didiametri sostenuti.E’ corredato di unamanovella ampia e

molto robusta, di forma ergo-nomica e dotata di un grossopomello in materiale gommo-so antiscivolo. Infine, presen-ta tutta una serie di fori lungoil fusto, una caratteristica chela rende sostanzialmente leg-gera e permette recuperi effi-caci con il minimo sforzo. Insostanza, un prodotto ottimoper il carpfishing e per tuttequelle tecniche dove necessi-ta un mulinello potente ed af-fidabile.

UNO SGUARDO AL MERCATO

Come ogni anno è iniziato ilClub Azzurro di specialità,quattro prove di grande livelloalla fine delle quali sarà possi-bile determinare la nuova na-zionale per l’anno che verrà.La prima di questo avvincentecampionato si è svolta al-

l’Idroscalo di Milano, un baci-no noto per essere stato ilcampo gara di molte manife-stazioni di prestigio tra cuiuno storico mondiale che civide vincitori. Da qualche an-no, però, questo splendidospecchio d’acqua lamentava

una carenza di pesce, unevento che condizionava pe-santemente le gare e le classi-fiche. Oggi, grazie ad una sa-piente immissione, le cose so-no cambiate radicalmente e laprima selettiva del Club azzur-ro lo ha ampiamente dimo-strato facendo registrare unpescato di grande rilevo, sianel numero delle catture chenella taglia dei pesci. Del re-

sto, è ormai noto che spessoimmettendo pesce nuovo inun bacino oltre ad aumentar-ne la popolazione si provocauna sorta di competizione ali-mentare che induce le carpegià presenti, spinte da un fat-tore di territorialità, ad entra-re in frenesia alimentare.Divise in due settori, le 16coppie hanno dato immedia-tamente “sfoggio” della loro

Grandi sfideNotizie e consigli dal mondo del carpfishing, la tecnica di pesca più innovativa per la cattura delle grosse carpe e non solo.

CarpfishingNews*

a cura di Alfonso Vastano

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bravura iniziando subito acatturare: la prima carpa èstata allamata dopo soloun’ora dall’inizio gara. Eccel-lente la prestazione della cop-pia veterana Fannucchi – Suc-ci che, dopo un inizio un po’

sotto tono, ha effettuato unarimonta sorprendente finen-do 1° di settore. Ottima an-che la prestazione di Brunelli– Fedrigo, altri conosciutissimiatleti che hanno saputo sfrut-tare al meglio il sorteggio fa-

vorevole finendo anch’essi 1°nel proprio settore. Dettoquesto, come abbiamo ac-cennato in precedenza, il pe-scato è stato buono e la garaha fatto registrare un'unicacoppia a cappotto.

Classifica finale della 1a prova CONCORRENTE SOCIETA' PR PU. E. PZ. E.FANUCCHI R. - SUCCI M. SPAL LUCCA C&S LU 2,00 1,00BRUNELLI S. - FEDRIGO A. CARP FISHING V.C. VR 2,00 1,00MACERA F. - SECONDINI M. ONLY CARP PE 4,00 2,00BUCCOLINI - CARINELLI ADSCRL. S. MARCO AP 4,0 2,0MAMMARELLA J.C. - D'ASTOLFO ONLY CARP PE 6,00 3,00DE BORTOLI I. - CROSATO A. SPS AZZANESI PN 7,00 3,50PIRANI - PIRANI SPS. CAVALLETTA FE 7,00 3,50ROI P. - FOGLI M. CARP BUSTERS FT RA 8,00 4,00OLIVOTTO S. - VINCENZI G. SPS AZZANESI PN 10,00 5,00BONAZZA M. - FARINELLI M. CPSCODIGORO LU 10,50 5,00MAZZARELLA G. - DI GIANDOMENICO A. ONLY CARP PE 11,5 6,0MILANESE A. - ZAMPIERI V. MASTER CARP VE 12,00 6,00FANTONE M. - DI FEBO D. ONLY CARP PE 14,00 7,00STIVANELLO M.-PRANDIN P. CFC GOLD CARP VE 14,50 7,00FERRARI G. - CAVALIERI D. CPS CODIGORO FE 15,50 8,00SAMBUGARO L. - SQUARCINA L. CFC. GOLD CARP PD 16,00 8,00

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ITTIOLOGIA

Dopo molti anni di latitanza di questa specie migratrice anadroma dalle aree di riproduzione delle

acque interne, finalmente una prima evidenza di alcuni esemplari nel bacino del fiume Magra (SP)

ne ha segnalato una timida ripresa che merita senz’altro di essere salvaguardata. Tra

sbarramenti, alterazioni e bracconaggi, il faticoso viaggio per ritornare a salire dal mare.

Testo Luca Ciuffardi e Mauro Zavaldi, foto di Luca Ciuffardiwww.bioittica.it

LAMPREDA DI MARE

a lampreda di mare(Petromyzon marinus)è un animale estrema-

mente primitivo che presentacaratteristiche peculiari tipi-che dei Ciclostomi: corpo an-guilliforme privo di pinne pari,

pelle senza scaglie e ricca dimuco, bocca circolare “a ven-tosa” senza mascelle dotatadi numerosi denti cornei alcu-ni dei quali sostenuti da plac-che dentarie; sono presentiuna sola narice mediana e

sette fori branchiali allineatidietro ciascun occhio e l’oper-colo è assente. Gli adulti si di-stinguono dalle altre tre spe-cie di lampreda presenti in Ita-lia per le grandi dimensioni, inmedia 90 cm di lunghezza,

per la colorazione a macchiebruno-nerastre su dorso efianchi, mentre il ventre èbianco-giallastro, e per l’ap-parato boccale dotato di unapiastra dentaria sopraoralestretta con numerosi denti la-

L

Specie a rischio

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biali disposti in serie “concen-triche”. La lampreda di mareè una specie migratrice ana-droma che da adulta vive inmare e risale i corsi d’acquaper la riproduzione. Gli indivi-dui sessualmente maturi risal-gono le acque dolci fra la me-tà della primavera e l’iniziodell’estate raggiungendo itratti medio-alti caratterizzatida fondali ghiaiosi o ciottolo-si; in epoca riproduttiva glianimali cessano di alimentarsi.Entrambi i sessi collaboranoalla realizzazione di una de-pressione dove vengono poideposti i gameti; al terminedell’atto riproduttivo gli indivi-dui muoiono. Dopo la schiusadelle uova le giovani larve det-te ammoceti vengono traspor-tate a valle dalla corrente fino

ai tratti intermedi dei corsid’acqua dove vanno ad infos-sarsi all’interno di substratisabbiosi. Lo stadio giovanile sidifferenzia morfologicamentedall’adulto per la bocca fog-giata a ferro di cavallo in cuimancano i denti cornei, per gliocchi non visibili e per i foribranchiali uniti tra loro da unsolco longitudinale. Le larve ri-mangono nascoste nei sedi-menti del fondo mediamenteper cinque anni, nutrendosi dimicrorganismi per filtrazione.Raggiunta la taglia di circa 12– 14 cm avviene la metamor-fosi e le giovani lamprede as-sumono l’aspetto dell’adulto:inizia così la migrazione au-tunnale verso il mare. In acquasalata le lamprede di maremutano il tipo di alimentazio-ne: grazie ai numerosi denticornei, infatti, gli animali si at-taccano a pesci ossei medio-grandi, squali o mammiferimarini, provocando loro ulce-re da cui ne succhiano il san-gue e i residui dei tessuti epi-teliali. La maturità sessuale èraggiunta dopo circa tre annidi vita in mare. Il Petromyzonmarinus risulta distribuito inNord America, dalla Norvegiafino al Nord Africa e nell’areadel Mediterraneo. In Italia,tuttavia, negli ultimi decenninon era più stato accertatonessun evento riproduttivo; ipochi riproduttori catturati al-la foce di alcuni fiumi italianisono stati considerati indivi-

dui isolati, con limitate possi-bilità di raggiungere i siti ido-nei alla frega e la specie è sta-ta così ritenuta virtualmenteestinta. Nel dicembre 2004,però, nelle acque interne del-la Provincia di la Spezia, sonostati rinvenuti 112 esemplaridi lampreda di mare tra cui 33ammoceti, a testimonianzadel successo riproduttivo dellaspecie nel bacino del fiume

Magra. In virtù dell’importan-za del ritrovamento, l’Univer-sità degli Studi di Genova, laProvincia di La Spezia - PoliziaProvinciale Sez. Faunistica e ilParco Naturale Regionale diMontemarcello Magra hannointrapreso una serie di ricer-che finalizzate all’accerta-mento dello stato di conserva-zione del Petromyzon mari-nus nel bacino spezzino del

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■ L’elevata naturalità del Magra e del Vara ha permesso alla lampreda disopravvivere e continuare a riprodursi efficacemente. Per garantire il successoriproduttivo della specie occorrono infatti ambienti ben conservati e diversificati.

■ Adulto di lampreda dimare sul fondo del FiumeMagra. L’apparato boccale “aventosa”, impiegato durantela fase marina per aderire aipesci e alimentarsi, vieneutilizzato dai riproduttori inrisalita per spostare i sassi eallestire la zona di frega.

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Magra-Vara, al fine di potercosì pervenire alla formulazio-ne di un idoneo piano di tute-la e conservazione. Gli studihanno permesso di appurarecome la presenza di numerosisbarramenti trasversali, insie-me alle alterazioni degli habi-tat fluviali e ai fenomeni dibracconaggio, costituiscano ilprincipale fattore di rischio perla sopravvivenza di una specieche, analogamente ad altri mi-gratori anadromi come lacheppia o dulciacquicoli comeper esempio i Salmonidi e sva-riati Ciprinidi, nel corso dellaloro vita necessitano di poter

risalire verso monte lungo icorsi d’acqua alla ricerca deisubstrati adatti alla deposizio-ne. La consapevolezza circa leminacce alla sopravvivenzadell’ultima popolazione italia-na di lampreda di mare ha per-messo al Parco Naturale Re-gionale di Montemarcello Ma-gra di sviluppare e intrapren-dere il progetto europeo Life +P.A.R.C. “Petromyzon And Ri-ver Continuity”, attraverso ilquale nei prossimi mesi saran-no realizzati nove passaggi perpesci lungo altrettanti sbarra-menti trasversali “critici”. Lacostruzione delle fish ramps

permetterà alla lampreda dimare e alla cheppia, ma ancheper esempio al barbo e al vai-rone, di portare a termine conefficacia la risalita verso le zo-ne di frega, migliorandone co-sì il successo riproduttivo. In-sieme alla costruzione dei pas-saggi per la risalita dell’ittio-fauna, nell’ambito del proget-to verranno inoltre effettuatiinterventi di rinaturalizzazionedelle sponde e dell’alveo sianel Magra che nel Vara, saran-no realizzate aree per l’osser-vazione fluviale e verrannomesse in atto attività di vigilan-za contro fenomeni di bracco-

32

S p e c i e a r i s c h i o : l a L a m p r e d a d i m a r e

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naggio e di alterazione degliambienti acquatici. Ampiospazio sarà dato anche alla di-vulgazione, tesa a far crescerenelle popolazioni locali e neglienti coinvolti nella gestionedel Magra e del Vara la consa-pevolezza sull’importanza del-la conservazione degli stock it-tici target e degli habitat flu-viali. La complessa questionedella lotta per la sopravvivenzadi Petromyzon marinus nelleacque italiane costituisce un

importante esempio su comela buona conservazione deicorsi d’acqua, sia in termini dicontinuità longitudinale che diqualità degli habitat, costitui-sca uno dei primi fattori per ar-rivare ad ottenere popolamen-ti ittici ricchi, diversificati ed in“buona salute”, capaci di au-tosostenersi nel tempo e con-trastare al meglio eventualiperturbazioni temporanee acarico degli ambienti acquaticiche li ospitano.

■ Una coppia di lamprede di mare impegnate ad allestire la zona di frega.

■ Le attività di monitoraggio degliammoceti sono di fondamentaleimportanza per valutare lo stato diconservazione della specie.

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MULINELLIProveTest

na delle principali novitàper l’attuale stagione di

Colmic è questa serie di muli-nelli Kazima, proposti sia nellataglia 40 che 30. Si tratta in-dubbiamente di un oggetto diottimo livello che evidenzia alprimo impatto una leggerezzainsospettabile e una bella alchi-mia delle diverse componenti,

che lo rendono, nell’insieme,molto piacevole. La dotazionedella confezione, oltrechéprovvista di due sacchetti instoffa (uno per la bobina e l’al-tro per il mulinello), è ricca diuna seconda bobina in allumi-nio di tipo match, mentre l’al-tra, della medesima fattura, hala classica gola più profonda.

*di Francesco Capomassi

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U

Mulinello particolarmente leggero e

compatto, con una cosmesi aggressiva e

accattivante che si unisce a doti

tecniche di ottimo livello, Kazima 40 è

ideale per il lancio in genere, specie

con una versatilità che sposa diversi

aspetti della pesca.

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Corpo e meccanica

Il corpo è in metallo, con un pe-so complessivo di circa 288grammi e poco meno per ilmodello di taglia 30. Gli ingra-naggi interni scorrono eviden-ziando una bella fluidità, grazieai 5 cuscinetti a sfera più uno arulli opportunamente posizio-nati nei punti di maggiore

stress mecca-nico. La bilanciatu-ra del rotore contieneefficacemente le vibrazio-ni del motore sottoposto a girimolto veloci per saggiarne la ri-sposta sul piede di appoggio,mentre con i recuperi normalitutta la scorrevolezza è senz’al-tro ottimale. L’archetto è di ti-po tubolare, con la parte termi-

nale che si piega verso il notto-lino del guidafilo che è ben di-mensionato, con la scanalaturacentrale e il cuscinetto all’inter-no che consente al nylon o allatreccia di essere subito convo-gliati all’interno. Lo scatto dichiusura con molla a compres-sione è deciso, secco e senzaevidenti incertezze. L’arrestodell’antiritorno è pressoché im-mediato, non si avvertonoeventuali laschi.

Bobine

Il Kazima, ha in dotazione bendue bobine: la prima di tipomatch e la seconda classica.Entrambe sono in alluminio,leggermente coniche e con labordatura che presenta la tipi-ca foratura circolare di allegge-rimento. Sono bobine moltoleggere, finemente intagliate econ la regolazione della frizio-ne in testa. Quest’ultima sichiude con efficacia, fino a 6kg, con un preciso controllo ditipo micrometrico. Il tappo di

chiusura e di regolazione deidischi ha all’interno la guarni-zione conica e lubrificata per laprevenzione di elementi liquidio pulverulenti che vi possonopenetrare.

Manovella

La manovella si blocca dallaparte opposta tramite una vitecoperta da tappo esterno chene mantiene con precisione lastabilità in asse con il corpo e imeccanismi interni. La chiusuraè di tipo a scatto ed evidenziaun’ampia curvatura centrale,area di maggiore stress, e unacomoda impugnatura finaleopportunamente sagomata.

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Scheda tecnicaProdotto: Kazima 40. Azienda: Colmic. Velocità di re-cupero: 5,1:1. Peso: 290 gr. Capacità della bobina tipomatch: mm/mt: 0,20/150-0,18/180-0,16/220. Capacitàdella bobina tipo regolare: mm/mt: 0,25/300-0,30/200-0,35/150. Cuscinetti: 5+1. Prezzo indicativo: € 100

Distribuito da:

Colmic Italia S.p.A.Loc. Ruota al Mandò50066 - Reggello - FI Tel. 055 8657079 - Fax 0558657174 [email protected]

Prova in pescaIl mulinello imbobina con un regolare assuccamentodel nylon, presentando un lavoro compatto e preciso fi-no al giusto limite della bordatura finale, sia superioreche inferiore. Tutta la scorrevolezza è mediamente si-lenziosa, fluida, senza incertezze. E’ molto buona lapresa della manovella e dell’angolazione della stessache risulta efficace e non stancante. Ottima tenuta del-

la frizione che serra progres-sivamente fino al limi-

te della previstataratura.

Dama SportVia Bartocci, 3 - 05100 TerniTel. 0744-420866E-mail: [email protected]

Pescazzurro SportVia Cannavina, 4382020 Pietrelcina (BN)Tel. 0824 991547E-mail: [email protected]

BricchiPolo Raffaello - V. Colli, 627036 Mortara (PV)Tel. 0384 99124E-mail: [email protected]

Negozi consigliati

Page 38: PescaIn Luglio 2009

ure prestazioni. Assolutaprecisione in tutte le fasi

di costruzione fino alla realizza-zione dei più piccoli dettagli; so-no questi i principi che il teamFly ha seguito per realizzarequesto vero e proprio gioiello dapassata. Ideale per tutti i fiumicon massiccia presenza di cipri-nidi, sembra nata apposta perassecondare la passione ed i gu-sti del pescatore più esigente.

Caratteristiche

Lunga all’origine 6,92 mt, ècomposta da 7 sezioni. Il cal-cio, elegantemente serigrafa-to, ha un diametro di soli26,00 mm per un ingombrodi 132 cm che aumenta a 139cm applicando il cappucciosalva-punta. Essendo moltoleggeri i 10 anelli in Fly SICmontati sulla canna non in-

fluenzano negativamente sul-la bilanciatura della stessa e laloro proporzionata disposizio-ne garantisce un’eccellenteazione sia in fase di lanciodella lenza che in quella di re-cupero del pesce. Ideale per lapesca alla passata utilizzandogalleggianti fino a 12 gr, que-sta bolognese ha un’azionesemirigida leggermente “am-morbidita” da una vetta ad al-ta sensibilità. Il calcio, partico-larmente sottile, assicura unaconfortevole manovrabilità. Ilprofilo della canna, studiato eprogettato a computer, mas-simizza le sue principali carat-teristiche: rigidezza, sensibili-tà ed azione. Tutti gli elementiinterni hanno il “Dual AxisControl”, un brevetto che, ol-tre a sfruttare a pieno la di-sposizione delle fibre di car-bonio interne alla struttura,consente il perfetto allinea-mento degli anelli in fase dimontaggio. Questa particola-re metodologia di realizzazio-ne sfrutta al meglio l’allinea-mento dei fasci del Super Ul-tra-Light Carbon ottimizzan-do l’azione della canna con ilrisultato di avere sempre unattrezzo al massimo della suarigidezza, senza ovalizzazioni

e con molte meno “slamatu-re”. La placca porta mulinelloè correttamente allineata alprimo anello e permette il po-sizionamento del piede delmulinello a 48 cm dalla parteiniziale del calcio. La vetta,molto sensibile, parte con unasezione di 37,5 mm di diame-tro e termina con una di 1,10mm. Nella stessa trovano al-loggiamento 2 piccoli anelli inFly SIC montati scorrevoli supiccoli pezzetti di carbonio,mentre uno è posizionato nellaparte mediana del sottovetta.

Particolari di rilievo

Disponibile nelle misure da 5fino ad 8 mt, la Alien TeamPro Fiume può essere acqui-stata sia anellata Fly SIC chenuda per consentirne la per-

BOLOGNESEProveTest

*di Stefano Falciani

38

Alien Team ProFiume 7 mtL’azienda milanese propone un’interessante

serie di bolognesi destinate alla tecnica della

passata in fiume. Abbiamo testato la 7 mt in

un corso d’acqua di media portata insidiando

cavedani e barbi ed esaltando le sue

principali caratteristiche.

P

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sonalizzazione nel montag-gio. Le legature di finissimopregio insieme ad una seri-grafia sobria creano un mixdavvero unico. La canna è prodotta in “Su-per Ultra-Light Carbon”.

L’utilizzo di questo mix di fi-bre di moduli diversi di car-bonio abbinato a resinedell’ultima generazione dà lapossibilità di produrre attrez-zi molto leggeri e rigidi e nelcontempo resistenti, renden-

do difficile l’ovalizzazionedegli elementi della canna ela conseguente rottura. Il brevetto “Dual Axis Con-trol” consente di allineare lacanna in modo da ottimizzar-ne l’azione.

Scheda tecnicaModello: Alien Team Pro Fiume 7 mt. Azienda: Fly. Materia-le: Super Ultra-Light Carbon. Lunghezza: 6,92 mt. La dota-zione della canna prevede fodero + cappuccio salvapunta.

Caratteristiche tecniche■ Ingombro chiusa:1320 mm■ Ingombro chiusa c/cappuccio: 1390 mm■ Lunghezza reale: 6,92 mt■ Diam. Max.: 26,00 mm■ Diam.esterno a 6,91 mt: Ext. 1,10 mm■ Anelli n°10■ Peso: 285 gr■ Distanza placca porta-mulinello al piede: 480 mm■ Sforzo di sollevamento con fulcro a 48 cm: 1020 gr■ Sforzo di sollevamento con fulcro a 48 cm e mulinel-lo taglia 3500: 1370 gr■ Flessione con fulcro a 48 cm dall’estremità inf.: 12 cm■ Prezzo al pubblico a partire da 160,00 euro

Prova in pescaAbbiamo testato la Alien Team Pro di 7 mt in fiumeinsidiando cavedani e barbi. Per ottimizzare la bilan-ciatura l’abbiamo completata abbinandoci un muli-nello di taglia 3500 con frizione sensibile e progressi-va. La flessione della cima è stata misurata con il cal-cio livellato orizzontalmente e con un fulcro in corri-spondenza della placca porta mulinello a 48 cm dallaparte iniziale. La misurazione ha evidenziato una dif-ferenza di soli 12 cm a conferma dell’estrema rigiditàdi questa bolognese. Con il solito fulcro a 48 cm èstata anche testata la bilanciatura e i valori riferiti al-lo sforzo di sollevamento sono di 1020 gr con la can-na senza recupero e di 1370 gr abbinandoci un muli-nello di taglia 3500 di media pesantezza. Il calcio, cheha un diametro di soli 260 mm, facilita notevolmentel’impugnatura e la mano del pescatore non si stancaanche dopo svariate ore di pesca. Il primo pezzo, rifi-nito con un’accattivante serigrafia, è completamenteliscio. La particolare metodologia di realizzazione, in-sieme all’utilizzo di materiali estremamente grade-voli al tatto, esalta il contatto diretto con l’attrezzodando al pescatore sensazioni difficilmente riscon-trabili con canne con la base trattata con resine anti-scivolo. Essendo una bolognese nata per l’uso digrammature non tanto pesanti, siamo andati a pro-varla in un fiume di media portata montando galleg-gianti di moderata pesantezza. Montando finali del-lo 0,07, la vetta, estremamente sensibile, unita aduna frizione saggiamente tarata, ha svolto il suocompito in maniera egregia permettendoci di averela meglio anche su ciprinidi di poco inferiori al chilo.Ciliegina sulla torta, un bel barbo da 900 gr che, do-po averci fatto sudare le proverbiali sette camicie, siè arreso al nerbo e all’azione di questa stupenda bo-lognese di casa Fly.

Nord Ovest S.r.l. Via Emporio,4/8 - 80078 – Pozzuoli (NA)Tel. 081 5262482

Pesca Sport Stella MarinaVia di Canale, 50/C00054 – Fiumicino (RM)06 6507282

Caccia Pesca PointVia IV Novembre, 4633035 – Mestrino (PD)049 9003355

Negozi consigliati

Distribuito da:

AKUA SrlVia Como, 14 20020 Lainate (MI)Tel. 02 93570390 Fax 0293570884 www.akuasrl.com - [email protected]

Page 40: PescaIn Luglio 2009

l mitico marchio chemolti anni fa segnò una

sorta di inedita svolta nellarealizzazione delle canne conl’avveniristico design incon-fondibile di Diaflash si rinnovae si adegua alle esigenze deipescasportivi, seppure con lamedesima tradizionale tipolo-gia che contraddistingue que-sta linea di prodotti. La Dia-flash XT-A 27XH della Shima-no rimane sempre un attrez-zo leggero e resistente alletorsioni: la particolare tecno-logia costruttiva, che si avvale

dell’applicazione di bandesottili di carbonio intrecciatocon angolature differenti a se-conda del prodotto, conferi-sce al fusto rapidità e potenzaunitamente alle diverse solu-zioni tecnologiche quali loShadow Diaflash, un nuovostile costruttivo che permetteun miglioramento complessi-vo nella resistenza con più leg-gerezza del tradizionale DF eun disegno esteticamente rin-novato, e il brevettato sistemaVibraLock che consente di ri-durre praticamente a zero levibrazioni residue del grezzoassorbendole subito dopo illancio.

Caratteristiche

Questa canna si avvale del Dy-na-butt, un’evoluzione del Vi-bralock già presente fino alloscorso anno. La differenza so-stanziale è l'integrazione nelcarbonio del Dyna-butt. Men-tre la soluzione precedenteera un’applicazione di compo-nenti, questa nuova soluzioneè costruita direttamente sulblank migliorando quindi lasensibilità, il peso e il bilancia-mento. Inoltre il manico è inPower Leather Handle: testatoper ben tre anni in pesca pri-ma di essere immesso sul mer-cato, viene introdotto questo

nuovo tipo di materiale in pel-le per le impugnature, non di-pendente dal sughero. Puntidi forza, senz’altro, un’esteti-ca innovativa ma anche unmateriale di alta qualità e mol-to resistente.

CANNE SPINNINGProveTest

*di Francesco Capomassi

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Scheda tecnicaModello: Diaflesh XT-A 27XH. Azienda: Shimano. Fu-sto: carbonio alto modulo XT200. Anelli: Ti-Lite Har-dlite in titanio. Lunghezza: 2,70 mt. Range: 50-100 gr.Anelli: 10. Sezioni: 3. Peso: 236 gr.

Prova in pescaLa canna è complessivamente molto ben bilanciataanche senza la necessità dell’utilizzo dei pesi che sipossono inserire nel fondo del calcio. L’inedita impu-gnatura in pelle è gradevole, confortevole, elegante enon scivolosa con le mani bagnate. Si avverte bene illavoro del fusto che finisce per integrare il calcio diret-tamente nel blank cavo della canna. Ottima la poten-za di lancio del modello in prova, una 2,70 che spingefino a 100 gr: ideale per la pesca del siluro. La tenutadell’esca in presenza di forti correnti è molto efficace.

I

ShimanoDiaflash XT-A 27XH

Shimano Italy Fishing S.r.l.Via Privata Maestri del Lavoro, 2920025 - Legnano - MITel. 331 742 711 - fax 331 465687www.shimano.com

Page 41: PescaIn Luglio 2009

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ufix è noto per essere uneccellente marchio di fili

con una gamma completa especifica per ogni esigenza dipesca, sia in mare che in acquadolce. Il Performance Braid è latreccia giusta per un ampiospettro di predatori e di acqueparticolari. Il pacchetto dei fili

che da tempo Shimano si pro-pone di migliorare e di consi-gliare per i pescatori europei siarricchisce ulteriormente di unnuovo marchio sicuramente trai più noti e prestigiosi del setto-re: Sufix. Distribuito attualmen-te per il Regno Unito, Benelux,Germania e Italia da Shimano,

questo prodotto si affianca algià congruo catalogo fili diquesta azienda leader nel mer-cato elevandone senza dubbiol’offerta con una scelta di nylone trecciati di tutto rispetto cer-tamente in grado di coprire tut-te le esigenze del pescatore, siacon prodotti a largo consumo,

sia con specifici fili adatti a stilidi pesca decisamente tecnici. Ilparticolare sistema di taglio Di-gital Y6, conferisce alla trecciaun perfetto profilo rotondo ca-ratterizzato da un tessuto mor-bido, anche al tatto, e diametrosottile in considerazione deimillimetri dichiarati.

FILIProveTest

*di Francesco Capomassi

ShimanoSufix Performance Braid

S

Scheda tecnicamm 0,10 0,12 0,16 0,18 0,20 0,23 0,30 0,34lb 6,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 40,0 50,0kg 2,7 4,5 6,8 9,1 11,4 13,6 18,2 22,7Disponibile in bobine da 135 e 275 mt.

Prova in pescaQuesta treccia si imbobina molto bene. Le spire si di-spongono sul mulinello avvolgendosi bene nel giro im-presso durante il recupero. La sezione di taglio roton-deggiante scivola bene in canna senza eccessi di rumo-rosità o fastidiose vibrazioni particolarmente avverti-bili. La sensibilità è davvero efficace e comune a que-sto genere di trecciati di ottimo livello: si avvertono leeventuali asperità del fondo o gli ostacoli che l’esca ar-tificiale incontra durante il nuoto subacqueo, ma an-che pizzicate, scodate e naturalmente le abboccatepiene del predatore. La tenuta al nodo bagnato è ec-cellente, il test è stato fatto con nodo Palomar, e si ese-gue senza difficoltà di tiraggio; l’uscita dall’anellaturaè fluida, continua e senza particolari spire o nodini chetuttavia rappresentano sempre una sorta di luogo co-mune con questi particolari fili. Di fatto, seppure so-stanzialmente rigido, va sempre recuperato con conti-nuità e mai troppo blando, controllando eventuali tor-sioni che si possono verificare e che rappresentano lacausa principale delle imprevedibili asole.

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PESCA AL COLPO

A San Lorenzo acon MILO

Page 43: PescaIn Luglio 2009

occasione di incontro èstata una delle tantegare di prova effettua-

te antecedenti a due appunta-menti stagionali di rilievo aiquali Milo parteciperà: laquarta prova dell’Eccellenzanord e la seconda prova di fi-nale del Campionato ItalianoIndividuale. Il campo garascelto è quello di San Lorenzoalle Corti in provincia di Pisa,recentemente riportato a lu-stro per ospitare degnamentele due importanti manifesta-zioni. Il canneto alle spalle deipescatori è stato un po’ sfolti-to ed i lavori di risistemazionedel fondo stradale lungo il fiu-me, che si sono protratti finoalla scorsa settimana, garanti-scono ora “lo scambio” fra leautomobili in transito. L’Arno in questo tratto è mol-to largo e la profondità, a tirodi roubaisienne, si aggira sulmetro e mezzo. Le specie pre-senti sono essenzialmentedue: i channel catfish ed i mug-gini, con sporadiche apparizio-ni di carpe di media pezzaturae di amur di gigantesche di-mensioni. E’ nostra intenzioneposizionarci nelle immediatevicinanze del campione nontanto per fargli da “sponda” oper sbirciare o rubacchiarequalche segreto, ma per farciun’idea di come un agonista dicosì alto livello si approcci adue eventi di tale importanza.

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alle CortiL’Arno pisano ha fatto da cornice a questa uscita a

channel e muggini in compagnia di Emilio Colombo,

in arte Milo, campione pluridecorato della Longobardi

e titolare della famosa azienda milanese.

Testo di Stefano Falciani - Foto di Alfonso Vastano

L'L’Arno pisano ha fatto da cornice a questa uscita a

channel e muggini in compagnia di Emilio Colombo,

in arte Milo, campione pluridecorato della Longobardi

e titolare della famosa azienda milanese.

Testo di Stefano Falciani - Foto di Alfonso Vastano

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La disposizione dell’attrezzatura Milo, con la supervisione deisuoi amici di sempre Fuma-galli e Martignon, cominciaposizionando il paniere. Pre-ventivamente una veloce ope-razione di sondaggio nonaveva evidenziato significatividislivelli nel fondale a tiro del-la roubaisienne ed Emilio hadeciso di collocarsi proprio alcentro del picchetto assegna-to dal sorteggio. La comodaspiaggetta su cui si è posizio-nato facilita le operazioni disistemazione dell’attrezzaturaed in pochi minuti le pedane,le appendici ed i vari supportiper le bacinelle sono al pro-prio posto. La cura quasi ma-niacale con la quale Milo di-spone gli accessori ci sorpren-de non poco. Rifletto moltosu questa cosa e, risponden-do al mio sguardo stupito, miviene spiegato che, approssi-mandosi ad una competizio-ne come questa, la nostra at-tenzione dovrà necessaria-mente essere posta versoquesti, solo all’apparenza,marginali dettagli. Avere tut-to l’occorrente nella giustaposizione ed a portata di ma-

no faciliterà la nostra azionespecialmente in gare dove cisarà da macinare chili e chili dipesci. Quest’aspetto, dai piùritenuto poco importante,nelle concitate fasi di pesca cifarà guadagnare minuti pre-ziosi. Dal fodero del campio-ne ora spunta il fiammantecalcio della nuova roubaisien-ne di casa Milo. Si tratta dellaRedheart di 13 mt. Le puntevengono sfilate dai tubi edadagiate sui sostegni.

Tecniche differenti

Mentre Emilio attacca le lenze,mi accorgo che quelle dachannel, oltre ad essere moltopesanti e con una piombaturamolto raccolta, hanno la ban-da molto corta. La pesca aigattoni pisani, infatti, viene ef-fettuata con una trattenutaesasperata e la piombaturache, oltre ad entrare veloce-mente in pesca, aiuta a tenereben fermo l’innesco in corri-spondenza del fondo. Questotipo di tecnica, in origine mes-sa a punto dai pescatori locali,si basa essenzialmente sullaquantità e sul ritmo di pastura-zione. I channel catfish in con-tinua frenesia alimentare sono

richiamati sotto la punta dellaroubaisienne con continui ecadenzati lanci di pastura e bi-gattini incollati con la quarzite.Il materiale inerte viene ag-giunto in cospicue dosi nontanto per raggiungere veloce-mente il fondale ma per duenon meno importanti motivi:non far carpire ai pesci l’interoagglomerato di esche e causa-re un forte rumore nell’acqua.Questa specie di “tam-tam”induce alla frenesia alimentarei channel che si radunano e sitrattengono famelici sotto lafonte del rumore. Oltre allemontature per pescare sotto

alla punta ne vengono allestitealtre due di grammatura me-dia e con la banda molto piùlunga. Serviranno nella secon-da parte di gara quando il pe-sce, ormai abulico, tenderà adallontanarsi un poco dalla zo-na pasturata. La minor pesan-tezza e la maggiore distribu-zione della lenza servirannoper abbozzare una leggerapassata nella ricerca dei pesciormai sbrancati. Milo allestisceanche due punte da muggine.Si tratta di montature moltodifferenti da quelle sopra de-scritte. Le grammature neces-sarie a questo tipo di pesca

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A S a n L o r e n z o a l l e C o r t i c o n M i l o

■ L'attrezzaturadispostarazionalmenteaiuta a risparmiareminuti preziosi equindi condizionanotevolmente ilrisultato dellacompetizione.

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vanno dal grammo ai tre e lapiombatura, sempre abba-stanza raggruppata, è costitui-ta da una semplice catenella dipallini molto piccoli distribuitiin 30 cm di lenza o da una sca-latura di pallini disposti legger-mente ad aprire.

Attrezzatura specifica

I galleggianti ideali per questapesca devono necessariamen-te avere delle caratteristicheparticolari. L’antenna e la par-te superiore del galleggianterinforzata e il filo passante.Capita, infatti, che parecchimuggini vengano allamatifuori dall’apparato boccale ela conseguente prima fugadei pesci sarà un vero bancodi prova per tutta l’attrezzatu-ra, galleggiante in primis. So-litamente in due o tre secondila lotta è già decisa con la rot-tura del terminale o con il die-trofront del muggine. Nel pri-mo caso l’elastico, tornandoindietro dalla massima esten-sione, fionda la piombaturaverso il pescatore e lo strettoangolo formato dalla lenzache trova il punto critico nelgalleggiante che, nel miglioredei casi, perde l’antenna. Cer-ti agonisti quando pescano icefali, per non rischiare trop-po, calano il diametro del ter-minale, non tanto per vincerela diffidenza dei pinnuti, masolo per non rischiare di dan-neggiare i materiali.

Pastura e bigattiniChiedo lumi al campione sultipo di pastura che vorrà uti-lizzare e, disponibile comesempre, Milo mi mostra diver-si sacchetti di Special carpache lui ritiene ottimi per que-sto tipo di campo. Ne bagnacirca 6 kg e, con l’ausilio deltrapano, mescola il tutto allaricerca della consistenza idea-le. L’operazione viene svoltain due fasi. Dopo una primaveloce bagnatura, il compo-sto viene fatto riposare per al-cuni minuti. Successivamente,in base al grado di umidifica-zione, viene aggiunta altra ac-qua fino a quando l’impastopermetterà agevolmente laformazione di una pallinacompatta e che dovrà essereobbligatoriamente stretta con

l’ausilio di una mano sola.Successivamente Milo si ac-cinge all’incollaggio dei bigat-tini. Viene aggiunta una co-spicua dose di quarzite edun’abbondante spolverata dicollante. Dopo un’energicamescolata viene irrorata sulcomposto l’acqua e, dopomeno di due minuti, l’incol-laggio è terminato. La prepa-razione finisce con il precisosondaggio del punto di pescae con il posizionamento, neipochi centimetri d’acqua delsottoriva, di un picchetto dimetallo graduato. Quest’ope-razione ci consentirà di accor-gerci degli eventuali abbassa-menti o innalzamenti di livellodell’acqua dovuti ad un flusso

maggiore di corrente o di unristagno della stessa. Tutte lepunte vengono provate e re-golate il base al tipo di pescache è stato deciso. Le primefasi di pesca saranno indiriz-zate alla cattura dei channelpescando leggermente piùcorto a tiro della 12 mt, per“allungarsi” dopo il probabilecalo delle mangiate. Negli at-timi precedenti al via viene ri-controllata la disposizione ditutta l’attrezzatura. Vengonoposizionate le esche sulla pe-dana, saggiata la consistenzadella pastura e ricontrollatol’incollaggio dei bigattini. Av-vicinate le scatole dei finali, ti-rate fuori le pinze e gli slama-tori. Viene aperta la bacinella

■ L'aggiunta di una cospicua dose di quarzite oltre che ad evitare la razziadell'agglomerato di esche, richiama in zona i famelici “gattoni” pisani.

■ Ami di generose dimensioni e fili di diametro sostenuto, risultano indispensabili nellapesca dei channel catfish.

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Page 46: PescaIn Luglio 2009

con il talco che servirà ad im-polverarsi le mani prima dellancio dei bigattini incollati.Accostato al paniere il frigocontenente i generi di confor-to e le bevande. Aperto l’om-brello per tenere al riparo dalsole gli inneschi, i vermi ed ibigattini.

Inizio gara

Siamo al segnale della pastu-razione pesante e Milo confe-ziona diverse bocce di pasturaed alcune di bigattini e sassiche vengono lanciate in rapi-da successione. La facilità e lamillimetrica precisione nellancio delle palline di sfarina-to da parte di Milo è sconcer-tante e mi fa capire l’impor-tanza dell’assiduo allenamen-to e dell’abitudine a confron-tarsi ad alti livelli. La gara hainizio e dopo un discreto nu-mero di catture di channel dimedia pezzatura ci si rendeconto che le mangiate, conl’andare del tempo, tendonoa rarefarsi. In aggiunta le toc-che non sono più “franche”come all’inizio, segno eviden-te che qualche muggine hacominciato ad intrufolarsi nel-

la zona pasturata. Questa par-ticolare evoluzione del com-portamento dei pinnuti è unaconsuetudine nei campi garadi San Lorenzo e Fornacettedove la presenza dei mugilidiè più massiccia. Sembra quasiche l’entrata in pastura diquesti ultimi allontani i chan-nel e non rimanga altro da fa-re che dirottare la gara versouna tecnica più specifica eraffinata.

Strategie differenti

Prima che le numerose perso-ne al seguito facciano notareal campione il necessariocambio di strategia mi rendoconto che Milo ha già in ma-no una punta più “leggera” esi sta preparando ad aggiun-gere un po’ di acqua alla pa-stura per renderla più friabile.A conferma dell’avvenuta“modifica” il primo lanciodella pastura lascia un discre-to alone sotto la superficiedell’acqua. La speranza è

Sponda pulita e lineare... ideale per controllare gli avversari

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A S a n L o r e n z o a l l e C o r t i c o n M i l o

■ Quando i ritmi di cattura aumentano, è necessario ridurre al minimo i tempimorti e sfruttare al massimo il momento proficuo.

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quella di far entrare ancor piùdecisamente in pastura i fa-melici muggini a dispetto deichannel che ormai sembranogià sbrancati. La lenza, leg-germente trattenuta, esegueora una leggera e controllatapassata ed un impercettibilerallentamento della corsa delgalleggiante costringe Milo auna repentina ferrata. La par-tenza del pesce è fulminea ein un attimo 3 mt di elasticosono già fuori. L’ammortizza-tore di colpo si allenta e il pe-sce, che sembra si sia slama-to, ci viene invece incontro.Milo manda indietro la rou-baisienne e sfila la punta diquattro pezzi. Ma quandotutto sembra finito ricominciail tira e molla. Le continue fu-ghe, contornate da salti e ca-priole, vengono però asse-condate con maestria e, doponemmeno un minuto, ungrosso muggine da 1 kg è giànel guadino. Nelle successivepassate è tutto un susseguirsidi veloci affondate, leggereappannate, rallentamenti etremolii del galleggiante allequali Milo risponde con altret-tante ferrate. Il modo di man-giare del muggine, infatti, èsempre delicato e sospettosoe, se uno si aspettasse di do-ver ferrare solamente in se-guito a mangiate decise, ri-schierebbe di finire la compe-tizione con pochissimi pesci.Tanti pesci vengono allamatifuori dalla bocca e il più dellevolte riescono a riguadagnarela libertà slamandosi o strap-

pando il finale. La gara di pro-va ormai volge alla fine e, adetta di tutti i presenti, il cam-pione dovrebbe attestarsi a ri-dosso dei primi.

Il pesce decisivo

Ormai mancano pochi minutie l’ennesima partenza del-l’elastico preannuncia il solitospettacolo di fughe, capitom-boli e capriole. Manca pochis-simo al termine della compe-tizione e il grosso muggine èormai esausto. Il bordo delguadino sfiora il bianco ven-tre del pesce ma, quando tut-to sembra concluso, l’ennesi-mo colpo di coda permette alcefalo di slamarsi e di lasciaretutti con un palmo di naso. Agara conclusa le operazioni dipesatura rilegano Milo al 2°

posto a 400 gr dal primo chevince con più di 14 kg di pe-scato. Mentre mi avvicino algruppo di persone per con-gratularmi e scattare qualchefoto mi rendo conto che lui etutto lo “staff” stanno giàanalizzando la gara appenaconclusa. Lo stanno facendoin maniera quasi “asettica” ecome se il risultato della stes-sa fosse poco importante e,riflettendo un po’, riesco fi-nalmente a capirne il perché.Considerano la competizioneappena conclusa non cometale, ma come un passo di av-vicinamento alla gara vera epropria che si terrà fra un paiodi giorni. Ho capito anche chel’impostazione delle gare “uf-ficiali” sarà indirizzata allacattura dei channel e il cam-

pione mi spiega il perchè: “E’una tecnica più facile e si cor-rono rischi minori. Con i muggini ci si divertetanto ma non sai mai cosa tiaspetta”. “Si rischia di perde-re il pesce decisivo proprio sulguadino” si lascia scappareMilo con un laconico sorrisosulle labbra. E c’è da crederci,visto che le due gare impor-tanti di cui parlavamo primalo hanno visto protagonista.Primo di settore nell’Eccellen-za Nord e primo di settorenella seconda prova di finaledegli Italiani Seniores. Tecnicavincente... ai channel catfishnaturalmente.

■ L'eliminazione dell'ardiglione facilita la slamatura veloce del pesce, una soluzione che consente di risparmiare tempo preziosonei momenti di forte mangianza.

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uando si parla e siscrive del Mincio gliaggettivi si sprecanodata la bellezza del-

l’ambiente e quel colore sme-raldo delle sue acque che inogni periodo dell’anno si pre-sentano di una trasparenza im-pressionante. Stupendo! Se sipuò spendere un aggettivo perdescriverlo, ma per noi che ol-tre la passione della pescaamatoriale, lo pratichiamo perle competizioni, diventa moltospesso “terribile”. Approfit-tando della seconda tappa deltrofeo di Eccellenza, siamo an-dati a pescare sul Mincio conMarco Genovesi, componentedella Nazionale Italiana Senio-res e Fabio Tesconi. Il trattoteatro di questa pescata è

quello della centrale elettrica,quello che tutti chiamano“quarta zona”. Nei giorni pre-cedenti tra i due era nata unasorta di sfida su quale tecnicasarebbe risultata vincente; rou-baisienne o bolognese. Le duetecniche risultano essere traquelle che vengono praticatemaggiormente e, a secondadei vari periodi dell’anno, ga-rantiscono ottimi risultati, mol-to però dipende anche dallavelocità della corrente che, co-me molti sanno, ha nella digadi Monzanbano il regolatore diflusso. Il lancio della monetinadecreta; bolognese a monte eroubaisienne a valle. Marcosceglie di pescare con la bolo-gnese quindi a Fabio la roubai-sienne. Nel vederli preparare il

materiale necessario si notache nulla viene lasciato al caso,questo lo si capisce dalle frec-ciate e nelle battute che si lan-ciano, lasciando intendere cheil clima è quello di una veracompetizione.

Zona bolognese

Le bolognesi montate vannodalle 7 alle 8 mt e Genovesiopta per le Laser 145 e 135 eFalcon 145MX della Maver,canne adatte a sostenere gal-leggianti da 15/20 gr, ideali perlanciare oltre il centro fiumedato che quella sarà poi la suascelta della linea di pesca. Lelenze che gli vediamo prepara-re sono molto semplici nellastruttura: galleggiante Pisa da

15 gr, girella semplice, una sfe-ra da 12 gr più 5 pallini del 2/0su un 1,20 mt di fluorocarbondello 0,20 mm, girella doppiadel 22 e terminale Exel dello0,10 con un amo 1090 del 16.Subito sopra la girella doppia 6pallini del 5 spaziati in manieraequidistante verso l’alto lacompletano. Questo tipo dilenza Marco la usa per pescarecon il “Castrone” galleggiantecome innesco. L’esca, diceMarco, in questo periodo habisogno di radere il fondo e so-lo con l’utilizzo di un amo dimedie dimensioni come quelloadoperato riesce ad annullarnela galleggiabilità, quindi, que-sto evita di farlo viaggiare insospensione. Questa sua spie-gazione è dettata da un ragio-

Q

PESCA AL COLPO

Due campioni e due tecniche a confronto ma

con un risultato ugualmente eccezionale:

ecco il resoconto di una giornata di pesca

trascorsa con Marco Genovesi e Fabio Tesconi

a pesca sul Mincio.

Testo e foto di Alberto Neri

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■ Marco in azione con la sua bolognese. Preciso e metodico nella pasturazione, riesce ad ingannare alcune scardole facendo“viaggiare” le esche radenti il fondo, una tattica che sembra funzionare alla grande.

namento logico; nel Mincio,ancora per un breve periodo,non sono presenti sul fondale ibanchi di lunghe alghe checon il loro fluttuare, alzandosi,e abbassandosi, rendono diffi-coltosa la pesca.

Zona roubaisienne

Lo lasciamo finire di sistemarele altre canne, e ci spostiamo avalle da Fabio che è tutto in-daffarato con la roubaisiennenel sondare il fondale davanti asé. Notiamo la meticolosità cheripone in questa operazione.Sonda centimetro per centi-metro, questo per avere chiarose davanti ci sono dislivelli oquant’altro che possa crearedifficoltà nella passata. Questa

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sua meticolosità ci fa capireche non per nulla, quando mi-litava nelle nazionali giovanili,è diventato per 2 volte Campio-ne del Mondo individuale, 4volte quello per nazioni e 3 vol-te Campione d’Italia Individua-le. Un Palmares da fare invidia amolti di noi. Tolta la sonda dal-l’amo mi mostra un amo del 10attaccato al terminale e vienespontaneo domandargli il per-ché di questa scelta. La spiega-zione è semplice. È il modo mi-gliore per capire, una volta son-dato esattamente il fondale, fa-cendo alcune passate di prova,se ci sono incagli, al contrariocon ami piccoli difficilmente losi sarebbe potuto rilevare.

In viva voce

Fabio ha preparato solo duepunte della Elite 87 Maver, laprima è montata con una len-za da 1,5 gr, la seconda hauna lenza da 6 gr.Anche qui chiediamo il perchédi questa scelta:

■ FABIO: “Ho pensato di utiliz-zare come esca e pasturazionedei bigattini incollati e l’incollatolo preparo in due modi diversi, aseconda se devo fare una pastu-razione che mira a rimanere sulfondo più a lungo o se devo fa-re una scia che disperda i bigat-tini prima di arrivare al fondale,quindi li divido e, variando laquantità di colla e quella dellaghiaia, determino la pescata.”

Le lenze sono molto classi-che, niente di nuovo come sidice, se non per una serie dipiccoli pallini che oltre la sca-lata verso il terminale, lui nefa una seconda verso il gal-leggiante al che domanda dirito: perché?

■ FABIO: “Quando pesco infondali che superano i 4 metridi profondità e con correnteveloce, l’inserire una scalata in-versa verso il galleggiante mirende la lenza più stabile e la falavorare meglio quando, dopouna trattenuta, la si lascia an-

dare con la corrente. La usocome puoi vedere nella lenzapiù leggera quella da un gram-mo e mezzo”.

Come mai passi da una len-za leggera ad una pesantesenza vie intermedie?

■ FABIO: “Vedi, se imposto lapescata a bigattini cerco di in-sidiare cavedani quindi, cometutti sanno, di norma i sospet-tosi ciprinidi entrano in cacciasui bigatti volanti che scendonotrasportati dalla corrente a vallee li cacciano fino a risalire alpunto di impatto sull’acqua e inquesto modo devo avere unalenza che sia il più morbida pos-sibile, da rendere il mio bigatti-no molto simile a quelli lanciati.La seconda, invece, molto piùpesante, la uso nel caso ci sia dainsidiare scardole, in questo ca-so avrò bisogno di sfiorare ilfondo, imprimendo all’esca deirallentamenti e partenze repen-tine che invoglino questi pesciad aggredire la esca.”

Torniamo da Marco, lo ve-diamo preparare la pasturae gli domandiamo: “Che co-sa hai pensato di utilizzareper la pesca a centro fiume?

■ MARCO: “Vedi, è laseconda volta che insie-me ai miei compagni disquadra vengo in Min-cio e, visto le prove fatteprecedentemente, deci-do di utilizzare questomix di pasture: 50%Maver Peschiera, 30%di Maver Barbo-Caveda-no e il restante 20% diCavedanoTriotto conaggiunta di caster gal-leggianti.”

Come mai hai sceltoquesto mix piuttostoche un solo tipo di pa-stura?

■ MARCO: “Come pri-ma cosa le pasture cheutilizzo hanno la medesi-ma base per quanto ri-guarda gli ingredientiprincipali, la Peschiera hanella crisalide l’ingre-diente principe assiemeal formaggio, la Barbo,

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A Pe s c h i e r a n e l P a r c o d e l M i n c i o

Lenze Bolognese Lenze Roubaisienne

■ Sostanzialmentediversa la tattica

di Fabio.Utilizzando la

roubaisienne ecercando di

insidiare icavedani in caccia

sui bigattini“volanti”, utilizzamontature superleggere, in gradodi rendere l’escamolto simile allelarve lanciate col

la fionda.

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di colore più chiaro, è più le-gante e ha quei granelli grossidi pane rosso che creano unottimo contrasto sul fondo,infine la triotto che, grazie allamacinatura fine, aiuta le altrenel creare un alone o “fumo”attirando i pesci da valle.”

Inizia la sfida

Il tempo dei preparativi è ter-minato e dopo le solite battu-te di rito del tipo “chi prendemeno paga il caffè”, si inizia.Marco lancia con la fiondauna ventina di palle al centro e5/6 di dimensione comeun’arancia a circa 15/20 mt dariva, questo per crearsi duezone ben distanti dove cercarei pesci. Fabio invece lancia sul-la punta della roubaisienne a13 mt sei palle di incollato conmoltissima ghiaia e successi-vamente piccole palline amonte di bigattini che si sfal-dano in discesa al fondo. Fat-to il primo lancio sulla linea dipesca, Marco segna con il LineMarker il filo appena fuori del-la bobina, questo gli consentedi effettuare le passate suc-cessive sempre alla stessa di-stanza, avendo un riferimento

certo e non approssimativo,come di solito si fa, sapendoesattamente di fare passare lapropria lenza sul fondo inizialefatto. Il pesce, come sempre,in questi casi si fa attendere eci vogliono una ventina di mi-nuti per vedere la prima ab-boccata. Nel guardare il gal-leggiante che viaggia a centroMincio lo vediamo sparire,Marco preso dallo stupore fer-ra in ritardo, ma comunque al-lama ugualmente il pesce. Lacorrente forte, la distanza e ilpeso della lenza ne rallentanoil recupero, solo dopo un paiodi estenuanti minuti a cannatutta piegata si intravede sali-re dal fondo una bellissimascardola, dopo varie puntateverso il fondo nel tentare di li-berarsi, sale a pelo d’acqua eabilmente al primo colpo Mar-co la guadina: foto di rito edimmediatamente viene rimes-sa in acqua. Il regolamento delParco del Mincio vieta al difuori delle gare di trattenere ilpescato nelle nasse, anche sepoi viene liberato. Gli aggetti-vi un po’ coloriti fanno capoli-no per evidenziare la catturaappena fatta con la bologne-se. Un paio di passate succes-

sive alla cattura e Marco deci-de di rilanciare 4 palle di pa-stura con la fionda per cercaredi riattivare il fondo fatto ini-zialmente. Depone la Laser145 con cui aveva aperto lemarcature, passando ad un’al-tra Laser che, pur disponendodella medesima piombatura,si diversifica dal terminale piùlungo da soli 6 piccoli pallini,innesca tre vivaci bigattini elancia, la lenza entra in pesca,alcuni metri, un piccolo richia-mo al galleggiante e questi diritorno sparisce. Pronta que-sta volta la ferrata, la Laser sipiega in un modo impressio-nante, l’antiritorno del muli-nello aperto comincia a girare,si capisce subito che questavolta l’avversario e di moleben diversa dal precedente. Iminuti passano senza che ce-da un solo metro di filo, Mar-co decide di forzare il pinnutoe sul momento questa deci-sione sembra dare i frutti spe-rati, riesce a recuperarlo peruna decina di metri, poi di col-

po la canna si piega di nuovoe dopo due puntate il pescestrappa. Il silenzio che si eracreato attorno viene rotto daun “che mostro!” Forse ungrosso cavedano o un barbo,purtroppo “l’attore” non havoluto farsi fotografare e sen’è andato. Qualche battutaper sdrammatizzare e, sosti-tuito il finale, si riparte. Nelfrattempo Fabio ha visto unpaio di “fucilate”, sicuramen-te cavedani e decide di cam-biare strategia, quella di utiliz-zare la lenza più pesante,quindi rilancia qualche pallina,quelle con più ghiaia. Stendela lenza a monte, attende chequesta sia perpendicolare sot-to la punta della canna e faentrare il galleggiante in pe-sca, appena questo è in pescaaffonda con una velocità im-pressionante, ferrata decisaed elastico che si allunga diparecchi metri. A questo pun-to Fabio si gira verso le perso-ne che sono dietro ed un sor-riso gli accende il viso fino a

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quel momento buio. Pur pe-scando con una lenza pesan-te, l’utilizzo di un finale Exeldello 0,07 e amo Katana C222del 24 sembra che abbia datoi suoi frutti. Nel vederlo mano-vrare la 87 con il pesce allama-to si capisce la classe di questoragazzo, i movimenti sempremisurati nel decidere quando

togliere, poco alla volta, i pezzidella canna e di stabilire a qua-le punto fermarsi nello smon-taggio, in relazione all’elasticoche è fuori dalla cima. Sei, set-te interminabili minuti e unascardola vicina al chilo entranel guadino, un grido liberato-rio della tensione dimostra cheanche un semplice caffè in pa-

lio per questa sfida vale quan-to un campionato del mondo.Il tempo passa inesorabile e sista avvicinando il momentodel fatidico ”su le canne”quando, appena innescato,Fabio allama il suo secondopesce, a questo punto il tem-po restante non garantirebbedi poterla guadinare entro iltempo, ma con grande sporti-vità Marco gli fa cenno di con-tinuare e di fare le cose concalma. Alla fine il bello di que-ste sfide non ha né vincitori névinti, ma solo: “…Il mio pesceera più grosso!” oppure “…Ah se non rompeva, quello siche era un mostro e sicura-mente avrei vinto io!”.

La giusta strategia

Ci si ferma a parlare di come ilgiorno seguente si sarebbe im-postata la gara e, insieme aglialtri componenti delle squa-dre, si sarebbe presa una deci-sione sulla condotta di gara,anche perché era arrivato ilmomento di trarre le conclu-sioni. Purtroppo le previsionidel tempo per la domenica

avrebbero sicuramente condi-zionato, dato l’arrivo dellapioggia, quella che poteva es-sere la competizione, comun-que solo due cose potevanoessere certe: primo, bollare di-ventava essenziale in quanto,come poi si sarebbe verificato,questo avrebbe consentito diessere tra i primi cinque inquasi tutti i settori, secondoche la pesca a centro fiumecon bolognese dai 14 a 20 grera quella che dava buoneprobabilità per poter vedereun’abboccata.Il risultato finale della gara, an-che se ottimo, non interessaalla fine, né quanto impegnosi sia profuso nel raggiungerlo,ma la cosa che più ci sta a cuo-re è quello di poter dare a chileggerà questo articolo gli aiu-ti o le basi di come potersi di-stricare, seguendo gli schemifatti e cercando di usare quelliche sono i segreti che duecampioni hanno messo a di-sposizione dei lettori.Domande e insegnamenti, chegrazie al sito www.maver.nete iscrivendosi alla news lettersi potranno ricevere.

Materiale usatoA BOLOGNESE CON MARCO GENOVESI

Canne Laser 145 MX az 3 da 7/8 mtCanne Laser 135 MX da 7/8 mtMulinello Monster HM 4000Galleggianti Pisa 15/20 grGalleggianti Sile 6/10 grMonofilo Elite Reel 0,142 mmMonofilo terminali Exel 0,10 – 0,09 mmAmi Katana 1170 n°18/20 bigattinoAmi Katana 1090 n°16 casterPastura Maver Peschiera 50%

Barbo 30%Triotto 20%

A ROUBAISIENNE CON FABIO TESCONI

Canna Elite 87 da 11,50/13 mtElastico Maver Neutro 1,0Monofilo Elite Lenza 0,104/0,128 mmGalleggiante Mincio 1,5 grGalleggiante Medelana 6 grAmi Katana C222 n°22/24Ghiaia Maver neutra+rossaColla Gravel Stik+Arabica 50% e 50%

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A Pe s c h i e r a n e l P a r c o d e l M i n c i o

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LEDGERING

Esiste una tecnica semplice e che, con una

spesa inizialmente contenuta, è in grado di

mettere chiunque in condizione di fare

tanto pesce in ogni ambiente, fiume, lago,

canale, grande o piccolo, veloce o lento che

sia? Yes …. si chiama ledgering! Questo è il

primo di una serie di sei articoli che,

partendo dal concetto di “ledgering”,

illustreranno le basi di questa

meravigliosa tecnica di derivazione

anglosassone.

Fernando Carnevale e Francesco Di Veronica

GETTING STARTEDwith Ledgering

1a Parte

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os’è il ledgering?Era il lontano 1972quando ho iniziato a

pescare a ledgering nella “Ser-pentine”, il lago che si trova in”Hide Park”, uno dei parchipiù belli di Londra, nel cuoredella città. Ho vissuto moltotempo in Inghilterra e proprionegli anni in cui il ledgering haavuto il suo boom, diventandola tecnica più praticata in terrad’Albione. Sono stato fortuna-to, tutto ciò che vi racconto l’-ho vissuto dal vero, un inse-gnamento di cui faccio tesoroogni giorno. E’ possibile trac-ciare una piccola cronologiadella nascita ed evoluzione delledgering attraverso gli eventi,le innovazioni e gli uomini chene hanno determinato lo svi-luppo e la diffusione. Ciò è re-so possibile dalla tendenza de-gli inglesi di considerare la pe-sca alla stregua di un’attività

C

■ La tinca, bella quanto rara, è uno dei pesciclassici che si possono insidiare pescando aledgering, ma non è l'unico: gliesemplari di taglia di qualsiasispecie si alimentano sul fondo.In basso una pescata mistaper Nando: gardon,cavedani, carassi, scardolee carpe.

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culturale, legata al rispettodell’ambiente, del pescato, unmodo di fare e gestire le acqueveramente all’avanguardia. Equesto lo si fa omaggiando ericordando le persone chehanno fatto la storia della pe-sca e l’hanno resa lo sport piùpopolare d’oltremanica. Il led-gering è una tecnica che ac-quisisce una sua identità attor-no agli anni ’50, deriva dalla

parola “ledger”, cioè fondo.Ogni tecnica che prevede l’uti-lizzo di un piombo per portaree tenere l’esca sul fondo senzal’uso di segnalatori galleggian-ti d’abboccata è generalmentechiamata ledgering. Ogni escapresentata in questo modo è“ledgered”. Agli albori era ilpiombo singolo realizzato neimateriali più vari, dai bulloni digrosso diametro ai primi piom-

bi veri e propri, fino all’Arleseybomb, una pera schiacciata la-teralmente la cui forma aero-dinamica permetteva di rag-giungere a distanza i grossipersici reali del lago da cuiprende il nome. Ancora oggi ilpiombino è vincente nellefredde giornate invernali, an-che se dalla corte “wand” neè passato di tempo!

Il primo pasturatore

Ma la vera svolta si è avuta ne-gli anni ’60 con la “rivoluzio-ne” chiamata swimfeeder, ov-vero pasturatore. L’invenzionedel pasturatore permise di au-mentare notevolmente il nu-mero di catture grazie alla pos-sibilità di portare sul fondonon solo l’esca, ma immedia-

tamente vicino ad essa una di-screta quantità di cibatura aqualsiasi distanza, senza mar-gini di errore né dispersione al-cuna. Anche se non si conoscela paternità della scoperta, ilprimo fu un pasturatore aper-to costruito utilizzando i bigo-dini per i capelli, poi si passò acostruirli con le maglie metalli-che delle gabbie per polli edinfine venne alla luce il primopasturatore chiuso per i bigat-tini, fatto con le scatoline per irullini fotografici forate per lafuoriuscita delle larve. A segui-to di queste prime scoperte,negli anni ’70 i feeder ebberouna diffusione di massa grazieall’attenzione di alcune caseproduttrici che iniziarono laproduzione in serie dei primimodelli plastici, case che han-no lasciato indissolubilmente,allora ed alcune ancora oggi, illoro nome legato ai pasturato-ri; Daiwa, Drennan, Middy,Thamesley, Dinsmores. A metàdegli anni ’80 fece la compar-sa un altro pasturatore rivolu-zionario, il “method feeder”,la cui paternità è attribuita adun signore di nome Roy Mar-low, oggi proprietario di unafamosa Fishery. Conservo an-cora i miei primi method, au-tocostruiti quando ancora sulmercato non ce n’erano. Adoggi non c’è inglese che nonpossegga almeno una feederrod ed abbia nel panchettouna buona dotazione di pa-sturatori e minuteria da led-gering; oltremanica, quandoc’è la possibilità di fare più pe-sce, è assolutamente normale

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G e t t i n g s t a r te d w i t h L e d g e r i n g

■ L’avvisatore acustico, un accessorio che trova il suo maggiore impiego nel carpfishing,ha fatto la sua comparsa nella pesca a ledgering alla fine degli anni '80.

■ Un Opend End pronto per essere lanciato. Sopra un GripMesh carico di pastura e mais.

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aprire una canna da ledgeringe questo è quello che mi au-guro succeda presto anchequi da noi.

Stili, tattiche e segna-latori di abboccata

Si può pescare a ledgering se-condo vari stili e tattiche. Gliinglesi chiamano “feeder fi-shing” la tattica che prevedel’uso del pasturatore, “bomb”o “lead fishing” la tattica cheprevede l’uso del piombo sec-co, “method fishing” qualoraad essere usato sia il methodfeeder o “metodo”. Ognunosceglierà la tattica che preferi-sce e gli darà un nome in ita-liano; pesca col piombo, colpasturatore o col metodo sa-pendo che sta pescando a led-gering, parola che indica que-ste tre tattiche ad un livello digeneralità più ampio. L’erroredi fondo che da noi si è com-messo in passato, essendouna tecnica d’importazione eche ha portato a un po’ diconfusione, è stato l’associareal ledgering l’uso del pastura-tore ed una maggiore raffina-tezza rispetto alla classica pe-sca a fondo dei nostri nonni,traducendo la parola ledge-ring come “pesca a fondo leg-gera”, nulla di più sbagliato!Altro errore che si è commessoè stato di associare il ledgeringall’uso di vettini colorati di di-versa sensibilità per segnalarele abboccate. Beh, non sono isoli, nel corso del tempo, pri-

ma dell’invenzione dei vettini,si sono avvicendati molti se-gnalatori di abboccata, adognuno dei quali è corrispostouno stile di pesca. Alcuni diquesti metodi di segnalazione,in alcune situazioni specifiche,possono essere ancora validi.Un primo modo per sentire letocche è stato quello di tenereil filo tra indice e pollice appe-na fuori del mulinello, senten-do direttamente sulle mani letocche (touch ledgering), op-pure osservare il filo lentosull’acqua per vederne partirela “pancia” verso il largo (slackline indicator), o ancora appli-care un semplice peso sul filotra i primi due anelli e seguirnele oscillazioni (bobbin indica-tor), poi sostituito da un vetti-no a due anelli attaccato allacanna poco sopra il mulinello(butt indicator). Come per ifeeder, anche per i segnalatoridi abboccata ci fu una scoper-ta che segnalò la svolta, quelladello “swing tip”, cioè un vet-tino con due anelli, uno allabase e uno all’apicale applica-to alla cima con uno snodo inplastica morbida con all’altrocapo una vite da avvitare al-l’anello apicale della canna do-tato di filettatura, l’angolo ret-to che formava con quest’ulti-ma veniva rotto dalla mangia-ta del pesce. Fu proprio loswing tip, migliorando decisa-mente la percezione delle ab-boccate, a dare una notevolespinta verso la diffusione delledgering, la sua popolarità si

deve al suo inventore, JackClayton e ad una leggendadella pesca inglese, IvanMarks, che ne raffinò l’utilizzo.Qualche anno dopo fu sop-piantato dai quiver tips, i co-muni vettini, anch’essi inizial-mente ad un solo o due anelliavvitati alla punta della canna

(screw-in quiver tip), poi co-struiti direttamente nella vetta(built-in quiver tip), infilati inun porta vetta (push-in quivertip) od intorno ad essa (push-over quiver tip). Oggi gli swingtip sono completamente in di-suso a vantaggio dei quiver tipcon innesto push-in. Noi nonabbiamo visto che questi ulti-mi due indicatori, i primi disfuggita, perché abbiamo ini-ziato tardi ad importare la tec-

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Glossario■ Bobbin indicator: Segnalatore d’abboccata formato da un pesoche viene applicato tra primo e secondo anello della canna. Il suosollevarsi ed abbassarsi segnala le mangiate.■ Bomb o lead fishing: Tattica che prevede l’utilizzo del piombo.■ Built-in quiver tip: Quiver tip non intercambiabile fissato diretta-mente alla cima.■ Butt indicator: Segnalatore d’abboccata formato da un vettino adue anelli che si applica tra primo e secondo anello. Il suo salire escendere segnala l’abboccata.■ Feeder fishing: Tattica che prevede l’utilizzo di un pasturatore.■ Method fishing: Tattica che prevede l’utilizzo del method feeder.■ Push-in quiver tip: Quiver tip che si applica infilandolo all’internodella vetta dotata di portacima cavo.■ Push-over quiver tip: Quiver tip dotato di estremità cava che si in-fila avvolgendola attorno alla cima.■ Quiver tip o quivertip o quiver: Segnalatore di abboccata formatoda una vetta sottile e sensibile che segnala le abboccate con il suovibrare.■ Scew-in quiver tip: Quiver tip che si applica alla cima tramite av-vitatura.■ Slack line indicator: Segnalatore d’abboccata creato dal movimen-to sulla superficie dell’acqua del filo tenuto lento a formare unapancia. Il muoversi del filo verso il largo o la sponda segnala l’ab-boccata.■ Swing tip: Segnalatore d’abboccata formato da un vettino unitocon un tubo di gomma morbida ad una sezione che si avvita al-l’anello apicale formando un angolo retto. Il suo oscillare segnala letocche.■ Test curve: Peso necessario che, applicato all’estremità di un qui-ver tip, lo curva fino a formare tra le parallele alle due estremità, in-nesto e anello apicale, un angolo di 90.°■ Touch ledgering: Stile di pesca che consiste nel sentire le abbocca-te con le dita tenendo il filo appena sopra il mulinello. Ogni tocca èpercepita dalle dita attraverso il filo.

Butt Indicator, Bobbin Indicator e Swing Tiphanno fatto la storia del ledgering.

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nica grazie ai primi articoli diMario Molinari che partonodalla seconda metà degli an-ni’80, periodo in cui i quiver, eda lì a poco gli avvisatori acu-stici, nelle pesche specialisti-che avevano già guadagnatola scena...

Ledgering e pesca colgalleggiante

La differenza fra la pesca a led-gering con l’uso dei quivertip ele tecniche che prevedonol’uso di un galleggiante, rou-basienne, inglese, fissa e bo-lognese, è molto minore diquello che si pensa. La seriedi considerazioni sulla segna-lazione dell’abboccata, chefaremo confrontando i quivere i galleggianti, è utile a mo-strare come le abilità richiestea chi pratica queste tecniche

rispetto a chi pesca a feedersiano esattamente le stesse,così contribuiamo a sfatareun'altra credenza, quella checonsidera il ledgering ed ilfeeder fishing in particolareuna tecnica “poco tecnica”.Ogni pescatore con un po’ dianni d’esperienza alle spalle èin grado di riconoscere lamangiata di una specie ri-spetto all’altra, diversa è lamangiata di un cavedano daquella di una carpa, com’è di-versa la mangiata di una car-pa di fiume o di un’espertacarpa di carpodromo. Il mododi riconoscerle è il movimen-to del galleggiante nella suatipicità, rapidità e modalità,ad ogni coniugazione di essecorrisponde il più delle voltela presenza dall’altro capodella lenza di un pesce piut-tosto che di un altro. Lo svi-

lupparsi di una mangiata coiquiver è esattamente la stes-sa. Se consideriamo la man-giata di un pesce piccolo, al-borelle o triotti, noteremo unvibrare del galleggiante con-tinuo senza affondamento, lastessa cosa succederà al no-stro quiver, si avrà un tremo-lio intermittente senza unatrazione. La mangiata di unacarpa la si avvertirà invececon un affondamento lento econtinuo del galleggiante.E’esattamente ciò che succe-de pescando a ledgering, ilquiver avrà una trazione pro-gressiva cui seguirà una par-tenza brusca quando la carpasi accorgerà di essere allama-ta. Lo stesso coi cavedani, af-fondate fulminee del galleg-giante e camicie il più dellevolte, ovvero trazioni rapide evelocissime del quiver. Affon-date di pochi millimetri deicarassi di canale corrispondo-no a piccoli, impercettibilimovimenti del vettino. Unastarata di una tinca di lagocorrisponde ad un calo ditensione del quivertip. Ogni“feeder angler” con un po’ diesperienza alle spalle che usivettini sensibili è in grado, inbase al movimento del quiver,di capire con chi avrà a che fa-re dopo la ferrata, come chiha osservato sparire galleg-gianti per anni. Avrete capitoche la differenza tra quiver e

galleggiante non è poi cosìampia, anche in termini disensibilità. Un quiver tip in fi-bra di vetro può avere unasensibilità pari ad un test cur-ve di ½ oncia, ovvero le tan-genti ai suoi lati formano unaangolo retto con soli 14 gr,ma noi non ferreremo mai acurva completa ma, nei casipeggiori che di norma si veri-ficano in acqua ferma, ad unapiega di 1 cm, 1 cm e ½, ciòequivale ad una pressione pa-ri a quella necessaria ad af-fondare un galleggiante mol-to leggero! Non solo: i pescisono gli stessi, a feeder si pas-sa da scardolette e piccoli gar-don a pighi e savette fino acarpe e barbi, bisogna solonon aver paura di perdere i ri-ferimenti visivi di posizioneche un galleggiante può dareimmediatamente rispetto adun vettino. Concludendo, illedgering ci consente di pe-scare qualsiasi specie, dallepiù diffidenti a quelle che op-pongono una resistenza stre-nue, tutte si alimentano sulfondo, quindi perché nonmettere nel porta canne an-che una feeder rod come faBob Nudd, Alan Schottorne,Tom Pickering, Will Raison?Se lo fa un campione delmondo possiamo farlo anchenoi! Nei prossimi articoli par-leremo dell’elemento principedi questa tecnica: il feeder.

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■ Non solo carpe. Una tinca e una coppia cavedano-gardon, tre tra le speciepiù amate dai feeder angler d'oltremanica. Il ledgering offre capacità diapprendimento pressoché illimitate.

■ Francescomostraall’obiettivo unastupenda tinca di2,4 kg. Questipesci richiedonoorari, ambienti,pasture edinneschi specifici.

G e t t i n g s t a r te d w i t h L e d g e r i n g

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PESCA ALL’INGLESE

Viene quasi automatico, ormai,

associare alla pesca all’inglese

scorrevole l’uso di pallettoni e

comunque di lenze ben zavorrate:

entrare in pesca in fretta, contrastare le

correnti, affrontare profondità elevate,

talvolta, però, specie nella bella stagione,

non va trascurata l’esplorazione delle

fasce intermedie d’acqua.

Testo e foto di Giovanni Todesco

Scorrevole si...

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a prolungata mancan-za dalle scene agoni-stiche di campi gara

dove esercitare la pesca all’in-glese con montatura fissa,quali i classici Ostellato, fortu-natamente in netta ripresa,Destra Reno e simili, ha orien-tato negli ultimi anni la tecni-ca di pesca con la match rod eil galleggiante waggler allosviluppo di montature di tiposcorrevole, specie perchéquesta viene praticata per lopiù in luoghi dalla profonditàaccentuata quali laghi, baciniidrici nati a scopo di produzio-ne d’energia idroelettrica, fiu-mi dalla grande portata concorrente debole, vedi l’Arnofiorentino o il Tevere a Ponza-no Romano. Tali montatureprevedono l’uso di zavorrepiù o meno consistenti perpermettere all’insidia di rag-giungere la zona di mangian-za del pesce che spesso corri-sponde alle fasce d’acquaprossime al fondo. Ci sonotuttavia situazioni in cui leprede stazionano negli stratiintermedi o prossimi alla su-perficie, in tali casi, se scen-dessimo con un bel pallettoneda 6/8/10 gr, “bucheremmo”letteralmente i branchi di pe-sce andando in breve tempofuori zona utile. Dobbiamodunque esplorare accurata-mente le varie fasce d’acqua ecercare le abboccate durantela calata della lenza.

Le condizioni adatte

La pesca all’inglese in calatanei luoghi dalla profondità ac-centuata va effettuata sem-pre quando le condizioni dicorrente lo permettono: è im-pensabile, infatti, adottarequesta tecnica di pesca in unfiume con corrente media, oanche in un bacino lacustreche presenti un movimento

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ma non troppo!

L

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62

S c o r r e vo l e s i … m a n o n t r o p p o ! !

Lenza 1

Lenza 2

Lenza 3

d’acqua molto pronunciato, ameno ché non si voglianoesplorare esclusivamente i pri-missimi metri sotto la superfi-cie, visto che nella stragrandemaggioranza dei casi si usanomontature relativamente leg-gere e comunque sempre in-feriori ai due grammi.

Le lenze giuste

Per quanto riguarda le geo-metrie di lenza, le maggioritipologie adottate sono es-senzialmente tre: la lenzacon pallini distribuiti in ma-niera equidistante, (disegno1), la lenza raggruppata ver-so i l basso (disegno 2) equella leggermente a chiu-dere verso l’alto (disegno 3).

La prima discende verso ilfondo rimanendo perfetta-mente tesa e quindi ci se-gnalerà in modo ottimale lemangiate veloci di pesci qua-li cavedani e scardole; la se-conda forma un leggero arcodalla parte convessa rivoltaverso la superficie che ciagevola la segnalazione dispiombate perché la mag-gior parte della piombaturaè concentrata verso il basso,buona quindi per breme, ca-rassi, gardon, carpe ecc; laterza è una montatura unpo’ più morbida che ha quasilo stesso comportamentodella prima, ma si adoperasu pesci molto difficili. È con-sigliabile costruire le monta-ture con pallini tutti della

■ A sinistra: glischemi di lenzautili a coprire lamaggior parte

delle situazioni. Inalto: i galleggianti

per pescare incalata devono

essererigorosamentemuniti di insert

sottile.

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stessa misura applicandonesu un tratto di filo di lun-ghezza compresa tra 1,6 mt,e 2,5 mt, una quantità varia-bile tra i 7/8 e gli oltre 25pezzi. Le montature costitui-te da molti pallini hanno ilvantaggio di mantenere lalenza in calata ben tesa equindi di segnalare beneogni sorta di movimento“anomalo” subìto dall’escache non sia quello di natura-le discesa verso il fondo, dicontro però hanno il grandedifetto di una facile propen-sione all’ingarbugliamento.La misura dei piombi in que-stione varierà tra il n° 6 ed iln° 11. Per quanto riguarda igalleggianti è bene sceglieremodelli bodied con corpo in

balsa e asta in penna di pa-vone, che abbiano un riportoin pavone più sottile, oppurein sarcanda per facilitare lalettura della discesa dellalenza.

L’azione di pesca

Una volta lanciata la lenza eaffondato il filo, il galleggian-te emergerà per tutta la parteche verrà tarata dal peso deipiombi e, man mano che lamontatura acquista fondo, siimmergerà gradualmente si-no a fine corsa, quandoemergerà solo la punta fluo-rescente. Se durante il percor-so un pesce intercetterà lanostra insidia, il galleggiantece lo segnalerà prontamente

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Cosa non si deve fareNella pesca in calata, come già descritto, si adopera-no lenze molto frazionate e spesso costituite da nu-merosi pallini; tali montature vanno gestite con mol-ta cautela perché qualsiasi movimento maldestropotrebbe provocarne l’ingarbugliamento e quindirenderle inservibili. Si raccomanda, quindi, di lanciar-le sempre in maniera morbida e progressiva evitandostrappi o forzature e di frenarne la caduta appenaprima dell’impatto con la superficie. E’ inoltre indi-spensabile cercare di non disperdere eccessivamentela pasturazione su di una superficie troppo ampia, atal proposito è bene segnare sul filo la distanza di pe-sca con un pennarello o con un fiocchetto di cotonecolorato e cercare di mirare un punto di riferimentosulla riva opposta, in modo da lanciare sempre nellastessa direzione e alla stessa distanza e ivi concentra-re il getto della fionda.

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con un repentino affonda-mento oppure con una par-ziale riemersione. Ovviamen-te si può regolare la profondi-tà di pesca in modo da arriva-re con l’amo sul fondo easpettare un’abboccata an-che con la lenza completa-

mente in pesca, se invececi rendiamo conto che i

pesci abboccano du-rante le prime fasi didiscesa, una voltaterminata la calataconviene recupera-re ed effettuare unnuovo lancio.

La grammatura deiwaggler può spaziare

dai 5 ai 20 gr a secondadella distanza da raggiunge-

re e delle condizioni atmosfe-riche presenti.

La pasturazione

L’azione di pesca va debita-mente supportata da unabuona pasturazione a base disfarinati ed esche: le pastureda utilizzare devono esserebagnate in modo da sfaldarsidurante la discesa verso ilfondo formando una colonnadi particelle in cui stazione-ranno le prede. In alcuni casiè opportuno saturare d’ac-qua il composto in modo dafar esplodere la pallina al pri-mo contatto con la superfi-

cie, facendo però attenzioneche non ci sia corrente accen-tuata, pena lo spostamentodella nuvola di particelle versovalle e conseguente perditadel branco di pesci dal tiro dilenza. Insieme agli sfarinati èbene offrire ai pesci anchedelle esche quali potrebberoessere casters, mais, bigattiniecc. In questo caso si deveprestare attenzione alla consi-stenza del composto che devesfaldarsi facilmente ma deveanche poterne ospitare unacerta quantità. Per la pesca in calata si puòpasturare anche con i soliti bi-gattini incollati a patto che es-si vengano agglomerati inmodo non eccessivamente te-nace e limitando l’apporto diquarzite al minimo indispen-sabile per poter essere lanciatia fionda, se si può evitare laghiaia è anche meglio perché,come per la pastura, anchel’incollato deve sfaldarsi neiprimi strati d’acqua, sonoquindi da preferire le colle abase di gomma arabica anzi-ché le maltodestrine. Nei casiin cui l’azione di pesca si effet-tui a corto raggio, niente dimeglio che qualche buonafiondata di larve sfuse per ri-chiamare i pinnuti.

Conclusioni

In definitiva, per poter va-gliare al meglio tutti gli stratid’acqua della nostra posta-zione di pesca è bene farscendere la nostra montatu-ra più lentamente possibile,compatibilmente con le con-dizioni ambientali, un espe-diente che contribuisce arallentare la calata può esse-re quello di lasciar chiusol’archetto del mulinello do-po aver effettuato il lancio.Usare calamenti leggeri, an-che 0,50 gr di piombo tota-le, per esplorare 7-8 mtd’acqua e anche più produ-ce spesso catture che, conmontature appena più pe-santi, non avremmo mododi effettuare.

Montature morbide e fluttuanti alla ricercadi smaliziati pesci sospesi a mezz’acqua…

■ Ormai il trapano ricaricabile munito di frusta è di uso comune tra i pescatori al colpo:si risparmia tempo, fatica e si ottiene un composto ben miscelato e privo di grumi chenon necessita di setacciatura. Sopra: le pasture di Van den Eynde Turbo nella versioneClassic, Black e Super Cup insieme al pane belga e all’additivo Big Fish, prodotti ottimiper breme e gardon ma graditi anche dagli altri ciprinidi.

S c o r r e vo l e s i … m a n o n t r o p p o ! !

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CARPFISHING

Il carpfishing, si sa, è sinonimo di grandi carpe e ognuno di noi spera, prima o poi, di imbattersi

nel pesce della vita, il record, la cattura da ricordare per sempre. Questo prestigioso traguardo,

però, solo in rare occasioni viene raggiunto casualmente, bensì è il frutto di un lungo

percorso tecnico, passione e... Testo e foto di Alfonso Vastano

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oglia di vincere, di-mostrare a sé e aglialtri che possiamo

farcela: tutto ciò fa parte dellanatura dell’uomo e rappresen-ta la vera essenza dello sport.La pesca non fa eccezione e laricerca continua delle grandiemozioni spinge i pescatori ditutto il mondo, quale che sia latecnica praticata, sia in acquadolce che in mare, a ricercare ilbig fish, l’unico in grado di ap-pagarci fisicamente e psicolo-gicamente facendoci vivereemozioni indimenticabili, dovele scariche di adrenalina ciscuotono ed aumentano il no-stro piacere. Tutto ciò ci appa-ga notevolmente, in primo

luogo perchéabbiamo vinto una

grande sfida con la natu-ra e con noi stessi, ma princi-

palmente perché, è inutile ne-garlo, in ognuno di noi alber-ga una certa dose di protago-nismo che, quando è sano enon esageratamente spiccato,rappresenta il sale della vita. Insostanza, le motivazioni perandare alla ricerca del pesce di

grossa taglia, quello in gra-do di farci realizzare il

grande sogno, sonomolte ma… At-

tenzione, affin-ché il tutto

non svanisca e il sogno non sitrasformi in un “incubo” è ne-cessario preparare tutto concura maniacale senza lasciarenulla al caso altrimenti, para-frasando un detto purtroppoassai reale nella pesca sportiva,“sono sempre i migliori che sene vanno”, potremmo rima-nere con il classico “palmo dinaso”, ma principalmente conuna grande amarezza e la con-sapevolezza che non è certoche ci venga offerta un’altraopportunità.

Il sogno continua

Il carpfishing, si sa, più di ognialtra disciplina incarna questospirito e la ricerca della grandecarpa rappresenta l’obiettivoprincipale, una meta che spin-ge gli appassionati a frequen-tare i laghi ed i fiumi di tutt’Ita-lia e spesso anche all’estero al-la ricerca e nella speranza dicoronare il grande sogno. Det-to questo, il vero pescatoreama cimentarsi con le difficol-tà relative alla propria tecnicae anche nella nostra disciplinaprova grande soddisfazionequando riesce a raccoglierne ifrutti, indipendentemente dal-la taglia. Tuttavia, per alcunicarpisti l’obiettivo primario èesclusivamente la ricerca del

record e la speranza è semprequella che nella propria “trap-pola” cada una carpa o unamur di grosse dimensioni.Una passione così forte per legrandi emozioni, col tempo,può trasformarsi, per chi lacoltiva in modo radicale, inuna vera e propria mania, alpunto che esistono pescatoriche girano il mondo in lungo ein largo nella speranza di mi-gliorare il proprio record perso-nale, ma principalmente quel-lo assoluto di categoria. Tuttoquesto è lecito e, come abbia-mo detto più volte, fa partedell’essenza del carpfishing;tuttavia, in alcuni casi limitequesto ambito traguardo ge-nera in alcuni pescatori com-portamenti eticamente discu-tibili che nulla hanno a chespartire con lo spirito della no-stra disciplina. Mi riferisco allagelosia e all’eccesso di campa-nilismo riguardo ai posti di pe-sca, che in alcuni casi più gravisi esprime con azioni deplore-voli o addirittura illecite. Se purgrave, però, il rischio più gran-de non è questo, ma piuttostoquello di ingenerare nei giova-ni carpisti uno spirito sbaglia-to: ovvero quello che conside-ra catture importanti, degne dimerito, solo quelle che riguar-dano i pesci di grossa taglia.

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V

■ In alcunesituazioni permettersi alriparo

dall’attacco dipiccoli pesci, è

preferibileimpiegare boilies di

grosso diametro.

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Un grosso rischio che l’enfatiz-zazione del record può rende-re reale: è capitato e purtrop-po capiterà ancora, vederegiovani carpisti snobbare cat-ture di carpe di oltre 10 kgconsiderandole “pescetti”, unevento che deve far rifletteretutti ma principalmente chicome me ha la fortuna e il pia-cere di fare questo lavoro eche dovrebbe prestare la mas-sima attenzione ai messaggiche direttamente o indiretta-mente lancia con i propria ar-ticoli, senza considerare chespesso molti giovani carpisti“pendono dalle nostre lab-bra”. In definitiva, tutti siamoalla ricerca del pesce dei “no-stri sogni”, ma non facciamo-cene una malattia se ciò nonavviene e impariamo a goderedi ciò che questa stupenda di-sciplina ci regala indipenden-temente dalla taglia delle no-stre catture.

Occhio ai particolari

In alcuni casi la fortuna ci assi-ste e, quando meno ce loaspettiamo, il suono dei nostriavvisatori preannuncia la cat-tura di un pesce di grosse di-mensioni, magari nell’ambitodi una battuta dove non eraprevisto. Detto questo, eccet-to casi rari, il record viene sem-pre dopo un lungo lavoro erappresenta il frutto di lunghee attente osservazioni, valuta-zioni tecniche e conoscenzaapprofondita dei luoghi. Inol-tre, trattandosi della cattura dipesci di grossa taglia, anchel’attrezzatura deve essere ade-guata, scelta con la massimacura e sempre in perfetta effi-cienza, senza lasciare nulla alcaso. Una cura particolare,poi, va posta nella scelta dellaminuteria che deve essereadeguatamente resistente, ingrado di sostenere le forti sol-

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T h e b i g d r ea m

Due per tuttiCome accennato in precedenza, moltissimi sono i nodi chesi possono realizzare nella costruzione dei nostri termina-li, ma pochi offrono elevate garanzie di tenuta. In pocheparole, molti di loro possiedono un carico di rottura assaiinferiore a quello della lenza con cui sono realizzati, da ciòderiva che, se il nostro terminale è costruito con un nylondello 0,40 mm per esempio, avendo effettuato un nodoalla girella che assicura una tenuta dell’ottanta per cento,sarà come se stessimo usando un finale dello 0,32 mm.Credo che a questo punto i numeri parlino da soli e cheogni altra considerazione sia superflua. Di seguito, ripor-tiamo la giusta esecuzione di due nodi la cui tenuta supe-ra abbondantemente il 90% del carico di rottura della len-za impiegata e che rappresentano soluzioni validissime ingrado di soddisfare tutte le esigenze che s’incontrano du-rante la realizzazione dei nostri terminali: la legaturadell’amo, la giunzione del finale alla girella e la giunzionedello shock leader. l’esecuzione non sempre facile dei no-di rappresentati richiede una buona manualità, molta pra-tica e tanta passione. Se lo riteniamo importante, però, eposso assicurare che lo è, dedichiamo un po’ del nostrotempo ad esercitarci affinché la loro realizzazione diventifacile e veloce. Ne saremo ampiamente ripagati, magarinon perdendo una magnifica preda, uno di quei pesci chepopolano i sogni di tutti noi pescatori.

■ Un bellissimo tramonto, un controllo agli avvisatori e alla frizione e un’altra notte“magica” ha inizio, nella speranza che…una grossa crapa si interessi alla nostra esca.

Cosa non si deve fareMolti sono gli atteggiamenti scorretti e le cose che nondobbiamo fare quando siamo alla ricerca di un grossopesce, ma tra tutti sicuramente l’errore più grave chepossiamo commettere è quello di sottovalutare l’avver-sario, sia sotto il profilo della scaltrezza che le grosse car-pe acquisiscono con la maturità, sia nella scelta dell’at-trezzatura che deve essere sempre al massimo. Infine, ri-cordiamoci che durante il recupero è necessario mante-nere la massima calma, evitando di farci sopraffare dallafuria di portare a termine il combattimento: rimaniamo

con i nervi saldi e nonfacciamoci prenderedall’euforia… almenofino a quando il pescenon è al sicuro sul no-stro materassino.

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Una piacevole eccezioneSicuramente diverso l’obiettivo di chi si dedica all’ago-nismo. In questo caso, anche se si tratta di carpfishing,le carpe di grossa taglia durante una competizione so-no rare e in ogni caso non si mira mai direttamente allaloro cattura. Il motivo è ovvio e assolutamente sconta-to: le gare si vincono sulla quantità del pescato e sul nu-mero delle catture, va di conseguenza che una pescatroppo selettiva che si avvale di attrezzature e strategiespecifiche per la cattura di grossi esemplari può esseretroppo rischiosa e compromettere l’andamento di tuttala gara. Non per questo i garisti provano meno soddi-sfazione, anzi, l’adrenalina che si sprigiona durante unagara è tale che ogni cattura, anche se riguarda un pescedi pochi chili, regala momenti esaltanti. Del resto, que-sto è il “succo” dell’agonismo: l’eterna sfida con sé stes-si, con la natura e con gli altri. Il carpfishing non fa ec-cezione e, anche se si tratta di una disciplina assai par-ticolare, bene si presta anche all’agonismo a patto chesi sia disposti a dividere “gioie e dolori” con il propriocompagno perché, per chi non lo sapesse, le gare inquesto caso si svolgono a coppie e quindi occorre ungrande affiatamento per poter affrontare insieme tuttele difficoltà che in una competizione, specialmente sedi alto livello, si incontrano. Il tutto si complica allorchéci troviamo ad affrontare un Campionato del Mondodove tutti i membri della Nazionale devono riuscire a“spogliarsi” dei propri individualismi e fondersi inun'unica squadra: questo rappresenta spesso il vero se-greto che determina il successo di un Team.

lecitazioni a cui necessaria-mente verrà sottoposta duran-te il recupero. Nello specifico ènecessario utilizzare girelle disicura e provata affidabilità,ami altrettanto robusti ed effi-caci e fili, sia quelli impiegatiper bobinare che quelli desti-nati alle nostre montature eterminali, di ottima qualità e didiametro adeguato. Infine, manon certo per importanza, maicome in questo caso è neces-sario prestare la massima at-tenzione nella scelta e realizza-zione dei nodi, altrimenti lebrutte sorprese nonmancheranno epotremmo ve-derci beffare

proprio dal cedimento di unadi queste legature. Purtropposono molti i pescatori, anchecarpisti, che non prestano aquesto argomento la giustaattenzione non conoscendo ilvalore reale del carico di rot-tura del nodo impiegato, unamancanza che può costarecara e farci perdere il pescedella nostra vita. In sostanza,quando ci accingiamo ad insi-diare grosse carpe o fameliciamur, la scelta dei nodi deve ri-cadere su quelli in grado di ga-rantire oltre il 90% del carico

di rottura del filo im-piegato.

■ Sogno di tutti icarpisti, il big fishrappresenta il punto diarrivo, l’obiettivo piùambito nella nostradisciplina e non solo.Spesso, però, perraggiungere questoprestigioso obiettivo c’èbisogno di tantapassione e grandededizione.

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ESCHE NATURe tipologia d’inne

Seppure la bella stagione non è la più propizia per i piccoli ambienti lacustri quali cave e laghetti

per le trote, l’argomento degli inneschi è di attualità e merita una riflessione fondamentale.

Specie nelle condizioni più estreme, infatti, è assolutamente necessario saper eseguire un

corretto innesco, conoscere tutti i tipi di esca e sapere qual è la più efficace in base alla

situazione in cui ci troviamo. Testo di Emanuele Di Sanza - Foto di Daniel Menegoni

Seppure la bella stagione non è la più propizia per i piccoli ambienti lacustri quali cave e laghetti

per le trote, l’argomento degli inneschi è di attualità e merita una riflessione fondamentale.

Specie nelle condizioni più estreme, infatti, è assolutamente necessario saper eseguire un

corretto innesco, conoscere tutti i tipi di esca e sapere qual è la più efficace in base alla

situazione in cui ci troviamo. Testo di Emanuele Di Sanza - Foto di Daniel Menegoni

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R ALI e sco1a Parte

l caldo afoso e l’assenza di quella tipicaossigenazione autunnale/invernale cheè il corroborante vitale al metabolismo

delle trote in laghetto costringe molti am-bienti ad una pausa di riflessione in attesadi momenti sicuramente più idonei e di sta-gione. Tuttavia, nulla è perduto e non sonopoche le attività che in determinate ore del-la giornata e persino in notturna e con spe-ciali illuminazioni permettono agli appas-sionati dello “striscio” di perdurare ancoranella pesca preferita. Le trote d’immissione,si sa, risentono fortemente delle tempera-ture relative al primo strato superficiale eineludibilmente si bloccano, s’impigriscono,rallentando l’attività predatoria limitandolaprevalentemente a stretto contatto con i ri-pari del fondo o nelle vicinanze di risorgive,ingressi d’acqua fresca o correnti subac-quee. E’ un momento di stasi, ma è anche unmomento utile per rinverdire alcune moda-lità essenziali che serviranno più avanti al-lorquando il richiamo dei salmonidi lacustrisi farà più incessante e agonistico. Una pa-noramica ampia e ben chiara di quello cheserve a questa pesca è senz’altro una grade-vole lettura e un’utile guida per il pescatoreneofita ma anche per i più smaliziati chepossono trovare argomenti d’interesse. Inquesto articolo prenderemo in esame le pri-me due esche: la camola del miele e la camo-la della farina.

I

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La camola del miele

La camola del miele è la larvadi una farfalla che depone leuova negli alveari e che, dopola schiusa, ne divora la strut-tura cerosa non risparmiandoil miele e le stesse larve delleapi. Le camole del miele ven-gono prodotte in varie colora-zioni e sono facilmente repe-ribili in tutti in negozi che ven-dono articoli per la pesca.Vengono commercializzate inpiccoli contenitori di plastica econservate tra “rotelle” dicartone o segatura dove rie-scono a vivere alcune settima-ne senza particolari cure. Lacamola del miele viene utiliz-zata praticamente in ogni fa-se della gara.

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E s c h e n a t u r a l i e t i p o l o g i e d ’ i n n e s c h i

Le fasi della garaLe fasi della gara1 – Partenza: pesca su tanto pesceSi innesca una sola camola dalla testa e si fa usci-re l’amo a metà del corpo. Questo tipo di innescoè molto rapido e in acqua possiede una sufficien-te rotazione ma durante la fase di lancio dobbia-mo fare attenzione a non “forzare”, altrimenti ri-schiamo di strappare la nostra esca.2 - Pesca sulla corta distanza con zavorre leggereSi innesca una camola “cucita” in caso di acquachiara o leggermente velata, oppure due camoledi piccole o medie dimensioni in caso di acquatorbida, in modo da rendere più visibile il nostroinnesco.3 - Pesca sulla media e lunga distanzaSi effettua l’innesco singolo di una camola “cuci-ta” perché durante la fase di lancio è più resisten-te rispetto all’innesco doppio che rischia di strap-parsi e quindi di non avere una corretta rotazionein acqua.4 - Pesca su trote apaticheQuando dobbiamo pescare le trote svogliate chesembrano non essere interessate alle normali ca-mole o ai caimani possiamo innescare una o duecamole colorate, ad esempio due camole rosse overdi, oppure possiamo effettuare delle combina-zioni cromatiche, cioè inneschiamo una camolarossa e una verde o una verde e una bianca, ecc…tenendo sempre presente che le combinazionipiù scure, ad esempio verde e rosso, è bene utiliz-zarle principalmente in acque trasparenti, dove lavisibilità per le trote è ottimale, invece nei laghidove l’acqua è più torbida è consigliabile la sceltadi combinazioni cromatiche più chiare per avereun maggior contrasto di colore con l’acqua equindi maggiore visibilità. E’ importante quindiche il “garista” sia munito di camole di vari coloriper poter effettuare le varie combinazioni croma-tiche e di conseguenza per avere una maggiorepossibilità di stimolare anche le trote più apati-che e indifferenti. Nelle foto alcuni esempi dicombinazioni cromatiche.

Testa contro testa

L’innesco doppio viene chia-mato “testa contro testa” eva effettuato inserendo lapunta dell’amo nella primacamola dalla coda e facendo-la uscire a 1/3 del corpo perpoi entrare di nuovo e fuoriu-scire subito prima della testa:successivamente viene inseri-ta la seconda camola dalla te-sta e si fuoriesce su una dellezampette. Per innescare le ca-

mole del miele bi-sogna impiegareun amo a gambomedio o lungo,ad esempio quan-do dobbiamo ef-fettuare un inne-sco singolo pos-siamo utilizzareuna serie 4 Tubertini del 6, in-vece, in caso di innesco dop-pio, possiamo utilizzare unamo più grande, quindi la se-rie 4 Tubertini del 5.

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La camola della farinaIl Tenebrio Molitor o più co-munemente camola della fari-na è una larva di coleotteroche può essere mantenuta atemperatura ambiente concrusca, pane secco, insalata,crocchette per cani o biscotti.Questo tipo di camola è facil-mente reperibile nei negoziche vendono articoli per lapesca oppure in quelli chevendono articoli per gli ani-mali. La camola della farinaviene utilizzata quando biso-gna pescare delle trote apati-che che non hanno intenzio-ne di attaccare la solita camo-la del miele o il caimano bian-

co. Questa esca, avendo unacolorazione scura, sarebbeopportuno utilizzarla soloquando l’acqua del lago in cuistiamo pescando è particolar-mente limpida: infatti, solo inquesto caso può essere facil-mente individuata dalla trota.L’amo da utilizzare deve esse-re di piccole dimensioni, adesempio il 7 della serie 4 o il10 della serie 20 Tubertini. Pereffettuare l’innesco bisognautilizzare una sola camola del-la farina calzata dalla coda efacendo fuoriuscire la puntadell’amo appena sotto la te-sta. Questo tipo di innescogarantisce un’ottima rotazio-ne in acqua.

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Cucitura della camola del mielePer l’innesco singolo della ca-mola è consigliabile effettua-re una vera e propria cucitu-ra, com’è illustrato nelle im-magini:Si inserisce l’amo appena sot-to la testa della camola tra-passandola da parte a parte efacendola scorrere sul filo. Si reinserisce nuovamentel’amo appena sotto la testadella camola e lo si fa fuoriu-scire poco prima della coda. A questo punto possiamo ti-rare leggermente il filo e sul-la testa della camola si creeràuna strozzatura che eviteràalla camola stessa di scivolaresul gambo dell’amo e questopermetterà al nostro innescodi roteare perfettamente an-che dopo molti lanci.

Cosa non si deve fareUtilizzare esche artificiali nelle gare ufficiali in quantosono severamente proibite.Pescare con un innesco non “curato”, altrimenti nonsi riesce a stimolare la trota e di conseguenza non lasi induce ad attaccare la nostra esca.Pescare trote di piccole dimensioni, 90/110 gr, con in-neschi voluminosi perché impiegherebbero troppotempo per ingoiare l’esca e si rischierebbe di ferrare avuoto. Utilizzare combinazioni cromatiche scure inpresenza di acqua particolarmente torbida in quantole trote potrebbero non notare la nostra esca o averedifficoltà a inseguirla.Non sostituire la tipologia di esca quando non perce-piamo più nessuna mangiata perché spesso le trote sistancano di inseguire lo stesso tipo di esca, quindi in-nescando un’esca alternativa potremo stimolarnenuovamente l’istinto predatorio.

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TROTA TORRENTE

La corona,la spirale

e il torrente segreto

a ragazzo mi incuriosiva ed emozionava andare alla ricer-ca di torrenti o piccoli affluenti fuori dal giro abituale.Quando stimavo che una valle potesse contenere un cor-

so d’acqua interessante, la fantasia si scatenava facendomi sogna-re posti incantevoli e trote meravigliose, tuttavia devo ammettereche nella stragrande maggioranza dei casi i sogni sono rimasti tali.Una volta, però, uno di questi torrenti mi lasciò veramente esterre-fatto: era impervio e primitivo, con gole rocciose, vegetazione rigo-

gliosa, tronchi e rami riversi sull’acqua quasi volessero nasconderloe proteggerlo dalla vista dell’uomo. Una conformazione che creainnumerevoli tane per delle trote arrivate fin lì probabilmente dopoaverlo risalito per chilometri, uno spettacolo mozzafiato che anco-ra oggi me lo concedo solo due o tre volte all’anno proprio per nonviolare un ambiente di questo genere e per non infastidire troppoquelle meravigliose creature che lo abitano. Le prime volte che cipescavo catturavo solo qualche trotella e pensavo che, malgrado la

D

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ogni appoggio trovavo trote etutte di taglia...ma dove eranonelle mie uscite precedenti? E’incredibile, ma da allora mi so-no reso conto di quanto sia im-portante la preparazione e latecnica: prima di quel giornoaffrontavo il torrente con “leg-gerezza”, dopo, quando eroconsapevole della quantità del-le trote presenti, non mi limita-vo a pescare, ma pretendevo dicatturare e per farlo ho dovutosfruttare tutte le malizie e an-cora oggi ci sono giorni che percatturare qualche trota bisogna“sputare sangue” anche se infin dei conti non vengo mai viasenza aver accarezzato qualchebella pinnuta.

Trote al naturale

La pesca alla trota con eschenaturali non è sicuramente frale tecniche più facili, special-mente se eseguita in torrenti dipiccole dimensioni; manovrarela lenza fra ostacoli vari comevegetazione esterna e interna,sassi, detriti è molto rischioso e,se non si ha una padronanza

della canna, ci si imbatte conti-nuamente in incagli che com-promettono inevitabilmente labuona riuscita dell’azione dipesca. Vi potrà sembrare unparadosso, ma l’attrezzo idealeper affrontare al meglio una si-tuazione del genere è una can-na con una lunghezza minimadi 7/8 mt e, con torrenti piùaperti, 10 mt. Ma come, tor-rente piccolo canna lunga e fiu-me grande canna corta? Direiproprio di sì ed è per questoche, manovrando canne lun-ghe in luoghi “sporchi”, si ri-chiede maggiore attenzione,dimestichezza e più esperien-za. In un classico fiume si puòpescare tranquillamente in pas-sata con spazi notevoli e dovedi solito è l’acqua che accom-pagna la montatura: nel torren-te siamo noi a decidere doveappoggiare la nostra esca ma-novrandola sotto il cimino dellacanna, facendola passare tra i

stupenda conformazione del torrente, di pesce cene fosse poco; la canna troppo corta, la mia ine-sperienza e specialmente la furbizia delle tro-te facevano si che il risultato fosse alquan-to scarso. Tuttavia, in un giorno di mezzaestate, dopo un temporale che aveva reso im-pescabile il fiume Serio, mi sono ricreduto, inquel poco tratto che sono riuscito a risalire ad

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L’autore ci accompagna nel suo “torrente

segreto” a caccia di belle fario difficili da

interpretare e da stanare. Tecnica da veri

esperti, conoscenza delle attrezzature e

montature particolari sono efficacemente

spiegate in questo ineludibile appuntamento

con la trota in acque correnti.

Testo e foto di Carlo Bergamelli

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vari punti dove riteniamo possaesserci una tana o una posta-zione di qualche trota o ese-guendo piccoli lanci sottobrac-cio per raggiungere quell’ap-poggio scoperto che altrimenti,avvicinandoci troppo, rischie-remmo di vanificare allarman-do le eventuali trote presenti.Quest’azione è molto difficile erichiede più preparazione emalizia della pesca su fiumi do-ve già il fatto che ci sia tanta ac-qua ci aiuta ad essere meno in-vasivi, meno visibili.

Nulla è casuale

La maggior parte delle voltesiamo propensi a pescare conla montatura a noi più abituale,quella con cui abbiamo più di-mestichezza e magari giustifi-chiamo il fatto che non cattu-riamo niente con la più banale

delle frasi “se hanno vogliamangiano anche così”… nien-te di più sbagliato. Per carità,capita la giornata veramentenegativa dove sembra che nonesista nemmeno un pesce sullafaccia della terra, ma nella stra-grande maggioranza dei casicorreggendo l’azione di pesca,e come azione intendo tuttocomprese le esche, si ottienequalche risultato. Questo perdire che la superficialità è sino-nimo di insuccesso e non solonella pesca; analizzando le va-rie caratteristiche del corsod’acqua possiamo individuare iltipo di piombatura ideale, o perlo meno quella che si adatta dipiù alle differenze che ci si pre-sentano. Se abbiamo delle cor-renti veloci, delle spianatinecon corrente media e delle bu-che con acqua ferma, è ovvioche non cambiamo montaturaper ogni condizione, in questicasi dove il torrente è vario èmeglio avere una montaturacon qualche grammo in più per

non vanificare l’azione di pescadove l’acqua è alta con turbo-lenze o veloce e compensandoil peso maggiore sorreggendo-la sottocanna dove il fondo èbasso o l’acqua è ferma. Homenzionato 4 tipi di montatu-re, ma mi soffermerei sulle dueche ritengo siano le più com-plete e le più usate: la corona ela spirale.

La corona

Ne esistono di molti tipi, io disolito uso corone da 15/20 pal-lini del 4 su 60/80 cm dello0,22 mm, o concentrate inpunta per una ricerca capillare,o con i pallini più distanti, ma inqualsiasi caso con un maggiorpeso verso il basso per diminui-re il rischio di attorcigliamentodella corona nei movimenti ae-rei, per una pesca in passata oin acque lente. Nel caso ci siapoca acqua, una coroncina di10 pallini del 3,25 è sempreredditizia. Il finale varia tantissi-

mo, in torrente di solito usodello 0,16 mm lungo dai 25 ai30 cm. I pregi della corona so-no molti, ma sicuramente è lasua morbidezza che ha conqui-stato l’affetto di molti pescato-ri. E’ sufficiente andare a vede-re una competizione alla trotafario in torrente per rendersiconto che è in assoluto la mon-tatura più usata. Tuttavia, com-petizioni a parte, la corona aiu-ta ad attenuare alcuni erroriche il pescatore può commet-tere durante l’azione di pesca,tipo la poca sensibilità durantel’abboccata. Avendo distribuitoil proprio peso su di una lun-ghezza notevole, la trota, du-rante l’abboccata, sposta unaquantità limitata del peso tota-le, limitando il rischio che sputil’esca. Questa sua morbidezzagli permette anche di esseretrasportata dall’acqua in ma-niera naturale raggiungendocosì zone particolari, come adesempio sotto i massi, sotto irami, sotto l’erba o nei girid’acqua con turbolenze. Oltreai pregi, la corona ha anche al-cuni difetti: non si adatta adambienti particolarmentesporchi, la sua lunghezza im-pedisce di raggiungere posta-zioni dove il raggio d’azione èlimitato da ostacoli aerei; es-sendo una piombatura da sor-reggere non è adatta alla pe-sca fuori canna dove si ha lanecessità o dove c’è il rischiodi appoggiare la montatura sulfondo; durante le ferrate avuoto o i disincagli improvvisi èalta la possibilità, se non si hauna certa padronanza dell’at-trezzo, che si attorcigli su sestessa o sulla canna.

La spirale

Per parlarvi in forma completadella spirale avrei bisogno ditroppo spazio: mi limiterò co-munque a spiegarvi solo per-ché secondo il mio punto di vi-sta la spirale è in assoluto lapiombatura più adatta per af-frontare un torrente molto dif-ficile come quello che vedetenelle foto di questo articolo. La

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L a c o r o n a , l a s p i r a l e e i l to r r e n te s e g r e to

Come costruire una corona■ Prendere un’asta di legno lunga circa 110 cm e alle due estremità o alla lunghez

za stimata della corona da realizzare fissare due chiodi. Ad un chiodo applicare un gancio e nell’altro una molla.

■ Legare una girella doppia (io le uso con moschettone) ad un pezzo di filo dello 0,22 mm e collegarla al gancio: all’altro capo applicare una girella o fare un’asolain maniera che, agganciata alla molla, il filo resti teso.

■ Segnare sull’asta con un pennarello indelebile la posizione dei pallini delle varie corone.

■ Fissare i pallini con una pinzetta a becchi lunghi seguendo la sequenza indicata. Così facendo avremo sempre corone identiche.

■ Scorrere iltorrente in grandesilenzio evitandoinutili rumori,cercare il puntod’appoggio idealeper raggiungereagevolmente lezone ideali con lenostre esche,questa la tatticavincente.

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montatura che ho usato è mol-to semplice: la spirale di 4 grviene infilata sulla lenza madredello 0,25 mm fermata da unagirella doppia (io la uso con ilmoschettone), un finale di cir-ca 25 cm dello 0,16 mm e unamo Katana del 6. Al contrariodella corona, la spirale ha unaforma molto tozza, ma nellostesso tempo, essendo allun-gata, offre un certo volumeche aiuta ad evitare buona par-te degli incagli. Il grandissimovantaggio della spirale è che,oltre alla pesca sotto canna do-ve viene sorretta, avendo lafortuna di scorrere sul filo, puòessere usata, anzi a volte “de-ve” essere utilizzata, appog-giata al fondo, in maniera chel’esca venga trasportata dal-l’acqua anche in caso che laspirale si blocchi perché ferma-

ta da un ostacolo o dal propriopeso. Questa azione glieladobbiamo permettere noi, la-sciando il filo molle per qual-che istante, per poi richiamarlolentamente con la mano. Inqueste condizioni se la trotaprende l’esca e ritorna nellapropria postazione non trasci-na con sé il piombo, evitandocosì che lo senta con il rischioche molli la presa. La spirale cipermette di avere un raggiod’azione molto più ampio per-ché affronteremo buche conacqua alta e/o schiumosa conrocce o sassoni, lasciando let-teralmente cadere la nostramontatura nella zona dove ri-teniamo che la corrente ac-compagni l’esca fin sottol’eventuale tana, consapevoliche sicuramente arriverà sulfondo; spianatine o appoggi

da affrontare ad una certa di-stanza, lanciando sottobraccioe accompagnando il percorsodella spirale, alzando la cannao lavorando con il filo in mano,aprendo il raggio del braccio oavvolgendo il filo tra le dita;appoggi difficili ostruiti daostacoli aerei tipo rami o vege-tazione o detriti, infilandoci ilcimino sotto, dopo avere recu-perato il filo, fino ad avere laspirale, se ci fosse bisogno o ilsegna filo (se si usa) a ridossodel puntalino. Come già antici-pato, avrò occasione di parlarvimeglio delle potenzialità dellaspirale, secondo me non anco-ra capite da molti pescatori. Inquesta uscita nel “torrente se-greto” mi sono fatto accompa-gnare da uno specialista di pe-sca in torrente, Massimo, fa-cendogli giurare di mantenere

il segreto. Malgrado non fosseun pomeriggio particolarmentepescoso, dopo diverse catturesui 20/25 cm Massimo è riusci-to ad agganciare una “bollina-ta” sui 40 cm, ma dopo unadecina di secondi, accompa-gnata da qualche parolaccia, latrota si è slamata, facendoglischizzare la montatura fuoridall’acqua. La causa può essereil fatto che ferriamo istantanea-mente appena sentiamo la toc-ca, altrimenti le più furbe spu-tano e, specialmente per nonfare ingoiare l’amo, schiaccia-mo anche l’ardiglione per nondanneggiare queste stupendecreature durante la slamatura.Invito anche tutti voi a conside-rare questi accorgimenti sem-pre, ma in special modo in luo-ghi incontaminati come il“mio” torrente segreto.

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Montature e fattori contingentiMontature per affrontare un torrente ce ne sono veramente tante: la corona, la biglia, la spirale, le olivette da monta-gna. Individuare il tipo e il peso giusto è molto importante e determina, di conseguenza, il buon esito della battuta dipesca. La scelta deve tener conto di molti fattori che sono:■ la conformazione del torrente■ se è infrascato o se è libero da ostacoli aerei■ la quantità e la colorazione d’acqua■ la stagione in cui ci troviamo■ il tipo di trote presenti■ il momento, se le trote sono in caccia oppureapatiche

Distanza in “cm” da un pallino all’altro (dal centro del pallino)Corona 15 pallini, concentrata in punta0,8 - 1 - 1,3 - 1,5 - 2,0 - 2,7 - 3,5 - 4,5 - 6,0 - 6,5 - 7 - 7,5 - 8 - 8,5Corona morbida2 - 2.7 - 3 - 3.5 - 4 - 4.5 - 5 - 5.5 - 6 - 6.5 - 7 - 7.5 - 8 - 8.5Peso indicativo di corone con 15 pallini:Piombo n° 4,00 - peso gr 5,70Piombo n° 3,75 - peso gr 4,50Piombo n° 3,50 - peso gr 3,75Piombo n° 3,25 - peso gr 2,95

■ Spesso sono letrote di piccoledimensioni adinteressarsi alle nostreesche, ma non è raroincappare inesemplari di buonataglia, anche seaverne ragione non èsempre facile equalche volta l’ambitapreda si slamadurante ilcombattimento.

Corona

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SPINNING

Di tutto un po’:tre pesci in punta di cannaCimentarsi in un pomeriggio qualsiasi nella paciosa tranquillità di un fiume del piano a pesca di

cavedani o di qualche trota d’immissione, sfruttando un’attrezzatura intermedia e leggera e

anche con la sorpresa dell’ultima cheppia ancora in circolazione. Un mix di spinning fatto di

piccole cavallette a galla, alternate ai classici cucchiai ondulanti e rotanti.

Testo e foto di Francesco Capomassi

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■ L’occasionalitàdi un’uscitaqualsiasi, in untratto di pescatranquillo e senzagrandiaspettative, regalaspesso diversecatture specie inquelle aree aridosso deitorrenti e dove leacque si apronolentamente alpiano. Cavedani,soprattutto, maanche troted’immissione e leultime cheppierimaste in zone difrega.

h pingue ciprinide di sempre con il quale sicuramentesiamo un po’ tutti cresciuti, pescando un rudimentalespinning fatto di semplici lanci e recuperi, spesso con

vecchi cucchiaini semi-arrugginiti e piccoli minnows original datre o cinque centimetri. Sempre quelli, niente di più che unablanda attrezzatura, ma tanta voglia di riuscire a sorprenderenel suo habitat un pesce dal carattere molto diffidente e forte-mente attento al territorio e all’esterno, ovvero a tutto quelloche cade dall’alto, fuori dall’acqua. Ed è proprio su questo pun-to che si basa tutto un atteggiamento di pesca che il lanciatoredeve necessariamente tenere conto se per qualche verso pensadi poter riuscire ad irretire un po’ di bei soggetti dalla tana del

A

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bozzo. Il cavedano è uno diquei pesci che può risolvereda sempre tutti i gap negativiche la trota riesce a rifilare inuna sola battuta di pesca,quasi si potrebbe dire che, vi-sto che non mangiano le tro-te, il cavedano vale pur sem-pre un proseguo di battuta.Ci sono tratti di fiume, infatti,che s’inerpicano e assumonoperciò connotazioni abba-stanza torrentizie e che con-templano, in effetti, anche la

presenza della trota chenon lesina assolutamente

di cacciare in queste ac-que intermedie o tuttoal più ci si va a trovareper ragioni d’immis-sioni o di trascina-menti dalle piene; tut-te queste zone rappre-

sentano ovviamentedei percorsi che si batto-

no meglio, sia perché co-modamente fruibili con i

mezzi, sia perché general-mente non offrono passaggiparticolarmente impegnativida affrontare o impenetrabili.Un altro aspetto molto inte-ressante è che nei tratti piùpianneggianti e che non di-stano molti chilometri dallefoci c’è ancora la sorpresadella cheppia che si è fermataqui per la riproduzione e checondivide queste aree con ilcavedano. La cattura di que-sto pesce non è da secondo

piano, anzi, molto spesso sicerca proprio di allamarnequalcuna di cui si conosce lapresenza nei classici slarghimediamente bassi e accarez-zati da una fresca corrented’acqua. Ma se anziché cerca-re cheppie, fario e iridee delpiano s’intende battere lastrada del cavedano, ecco chein questo l’abbondanza di pe-sce non manca e tutti i per-corsi e gli snodi del fiume chescorrono in basso o nei primitratti pedemontani sono asso-lutamente da esplorare, certiche la presenza del ciprinidenon può essere da meno.

Furbo e divertente

Il Cavedano nelle acque sta-gnanti dei laghi o dei canali èuna presenza ancora più diffi-cile da conquistare rispetto al-la migliore situazione delle ac-que correnti dove il ciprinide èmolto più a suo agio durantequesta stagione in ragione delfatto che queste permettonouna certa continuità di cattu-re proprio in ragione del“mosso”, che spesso nonconsente una capacità deci-sionale immediata, ma piùistintiva. Le esche artificialipassano in corrente abba-stanza velocemente e lo spa-zio a disposizione per studiarela preda si riduce nei limiti diun solo attacco immediato e,

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D i t u t to u n p o’ : t r e p e s c i i n p u n t a d i c a n n a

Cosa non si deve fareNell’utilizzo di queste particolari esche, la presenza diuna piccola corrente d’acqua, limitata però ad una di-scesa molto tranquilla, assume un aspetto fondamen-tale per dare alle cavallette quell’apparenza vitale es-senziale e che serve ad ingannare il cavedano di queltanto che basta. Pur infatti con il corretto movimentodel polso che trasmette in canna quel colpetto cheserve ad imprimere all’imitazione il movimento dinuoto superficiale, difficilmente in acque ferme si rie-sce ad ottenere lo stesso stato di apparenza “vitale”che si ha in acque di movimento e che non lasciano alsospettoso ciprinide quel breve lasso di tempo che gliserve per dire … che lo stiamo fregando! Sono dun-que da scartare le acque completamente ferme, chiaree dall’aspetto vitreo: un campo di pesca che è moltoproficuo ad una mosca secca a galla piuttosto che aduna cavalletta di plastica, seppure bella e ben fatta.

■ Piccoli tube jig, esche digomma e mini jig, sono dellealternative molto valide percercare di lavorare in acquepiuttosto basse, con lanecessità di sondare lepiccole buche a ridosso deimassi affioranti o i tratticiottolosi e appena mossidalla corrente. Una tipicitàdella stagione calda e

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Paletta e non soloLa paletta dell’artificiale serve unicamente a far impennare la cavalletta verso il muso, come se volesse improvvi-samente entrare in acqua; in alcuni modelli, infatti, questa è posizionata molto dritta stile “shallow”, perché qua-lora ce ne sia bisogno l’esca può naturalmente flottare al di sotto del primo strato superficiale come un normalis-simo minnow, ma se non si vuole utilizzare questa alternativa allora è meglio darle una lieve limata con un fogliodi carta abrasiva riducendola di quel tanto che basta per evitare questa possibilità, anche nel caso che si strattoniun po’ troppo. L’alternativa ancora più valida è data dai modelli che hanno l’incavo nel muso come i normali pop-per; in questo caso vanno fatti lavorare con controllata moderazione in modo che pattinino sempre sul pelo del-l’acqua sfruttando diversamente, in questa occasione, i bacini d’acqua calmi come le lanche e le cosiddette “morte”ad ampie curve che si aprono dopo la corrente, ma che sono sempre interessate da un sottile movimento che portacibo lungo la riva o le massicciate.

se vogliamo, d’istinto; altri-menti se il cavedano, comespesso avviene, si prende labriga d’inseguire l’esca, il piùdelle volte lo fa senza perquesto finire l’attacco. Eccoperché diventa molto impor-tante guadagnare una buonasensibil ità nel manovrarel’esca che comunque deveessere sempre presentata emossa con accortezza e natu-ralità; si lancia a monte dellacorrente, ad esempio, e si re-cupera mantenendo l’artifi-ciale vivo e a contatto di can-na, evitando che proprio lacorrente ne smorzi l’azione,lasciandola scendere comeun semplice pezzetto di le-gno. Il cavedano è molto so-spettoso e furbo; specie nelle

chiare acque estive quasisempre piuttosto basse; dovein genere si effettuano le bat-tute, le condizioni acquatichesono di molto a vantaggio delpesce che si ritrova nella si-tuazione ideale per osservarel’ambiente circostante, tene-re bene a mente tutta zona dicompetenza e scorgere ognieventuale anomalia. Ritor-nando per un momento al ti-pico corso d’acqua quasi tor-rentizio caratterizzato dall’al-veo non troppo alto e con leacque chiare, la battuta dipesca al cavedano si tramutanecessariamente in una bat-tuta “ultralight”, fatta cioè diattrezzi molto leggeri, fini eche trasmettono sensibilitànell’azione di spinning.

Le cavallette

Le piccole cavallette da 3-4cm sono in questo caso unascelta che funziona molto be-ne e che non manca di susci-tare emozioni; pesano davve-ro pochi grammi e si utilizza-no quasi sempre a galla. Inpratica, la cavalletta deve es-sere lanciata a monte di unacorrrente d’acqua non ecces-siva, lasciata scivolare in ac-qua e appena attivata di tan-to in tanto (vedi disegni grafi-ci), quanto basta per eviden-ziarne la presenza e soprat-tutto l’atteggiamento di nuo-to in acqua, come se stessetentando di riprendere il voloda un momento all’altro; èchiaro come in questa specia-

le passata a galla l’attrezzatu-ra, nel suo complesso, siasensibilmente importante de-terminandone, infatti, tuttal’azione di pesca.Ci vuole una canna di circa2,10 mt molto leggera e chelanci non più 7/10 gr, quindicon un cimino fine e sensibileche si fletta quel tanto chebasta per non strappare viadall’acqua l’esca ma ne asse-condi appena il movimento,perché in questa passata èmolto importante che la ca-valletta non scappi via, ma simuova a piccoli strattoni sul-lo strato superficiale creandonel contempo quei piccolicircoletti d’acqua che attira-no fin da subito l’attenzionedel cavedano.

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MOSCA - SALMASTRO

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a spigola o branzino rappresenta sicuramente la predapiù ambita per chi è solito frequentare e pescare neipressi di foci più o meno estese, offrendo concrete pos-

sibilità di cattura anche agli appassionati del “fly fishing”. Laspigola (Dicentrarchus Labrax), appartiene alla famiglia dei ser-ranidi ed è presente nel Mediterraneo, nel Mar Nero e nel-l’Atlantico orientale. Possiede un corpo lungo ed affusolato,leggermente compresso: la testa robusta termina con unabocca molto ampia munita di minutissimi denti: estremamen-te marcata la linea laterale piuttosto evidente ad occhio nudo.La spigola è un pesce che ama e predilige le acque con bassasalinità: lagune, estuari, foci, ma anche basse spiagge solcateda piccoli corsi d’acqua dolce.Sono proprio questi i luoghi dove in pieno inverno, da dicem-bre a tutto febbraio, il branzino si raduna in grandi branchi perla riproduzione. In questo delicato periodo il predatore difficil-mente risalirà i corsi d’acqua, mantenendosi piuttosto nellezone limitrofe dove, soprattutto nelle ore crepuscolari, megliose in concomitanza con le prime due ore dopo l’acme di ma-

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Preda sempre ambita e

ricercata, la spigola

rappresenta l’agognata

cattura di ogni pescatore di

mare o di acque salmastre

che ne sogna l’improvviso

attacco, sia di giorno che di

notte. Lunatica, subdola eppur

vorace e aggressiva, è una

predatrice che a mosca

regala elettrizzanti emozioni,

in un ambiente unico e

affascinante per molteplici

aspetti: la foce.

Testo e foto di Stefano Passarelli

L

La regina di

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L a r e g i n a d i fo c e

Una valida mosca da utilizzare in foceEcco in breve il dressing del grande Lefty Kreh, vera iconavivente del fly-fishing in acqua salata.Materiali:■ amo: Mustad 34007 / Tiemco 800s o similari dal n°4 al n°1■ coda: hackless di spalla di gallo black■ sottocorpo: holografic fiber argento■ corpo: calf tail oppure bucktail nero■ schiena: holografic fiber verde oliva■ occhi: prismatici di misura compresa tra i 2 e i 5 mm■ testa: epossidica 30 mn E.P■ filo di montaggio: 6/0 unithread

Esecuzione1 Fissato l’amo sul morsetto, portiarsi in avanti con il filo di montaggio2 quindi fissare una hackle per parte;3 completare la coda con alcune fibre olografiche argento;4 realizzare il sottocorpo con le stesse fibre;5 realizzare il corpo con il calf tail;6 realizzare la schiena con le fibre olografiche verde oliva; 7 con abbondante filo di montaggio realizzare la testa;8 fissare gli occhi con una goccia di colla;

rea, concentrerà la sua attivi-tà di caccia. Mare in fase discaduta avanzata con fran-genti morbidi ed una buonacorrente secondaria, rappre-

sentano tuttavia quanto dimeglio per entrare in contat-to con gli esemplari di tagliamaggiore. In queste situazio-ni il fondale scavato e reso

morbido dal moto ondosomette a nudo invertebrati,granchi, molluschi e piccolipesci in balia della corrente,innescando ed esaltando

l’attività predatoria del serra-nide. Gli artificiali utilizzatidovranno sondare con estre-ma attenzione i canali chepercorrono parallela la spiag-

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Attrezzatura esterno foce fondale sabbiosoCanne da 9’- 9’6” (2,74 – 2,92 mt) piedi per coda 8 – 9 ad azione ra-pida accoppiate a mulinelli di tipo “direct drive”, in grado di conte-nere la coda, più i 100 mt di backing da 20 lb. Per quanto riguardale code, sicuramente le intermedie a profilo decentrato sono le piùidonee per la pesca su sabbia. Il finale a profilo conico sarà di lun-ghezza compresa tra gli 8’ ed i 9’ (2,43 – 2,74 mt) con punte da 10 o12 lb; vanno benissimo i classici finali da bonefish o da bass carat-terizzati entrambi da accentuate conicità.

■ ARTIFICIALIOttimi i Clouserminnow; questiartificiali, nati

dalla fantasia di Bob Clouser, si rivelano ancora una volta eccellentianche in questa tipologia di pesca: gli occhi piombati invertono il ba-ricentro di questo streamer facendolo lavorare con la punta dell’amorivolta verso l’alto. Questo ci consente di far lavorare in maniera cor-retta il nostro artificiale radente al fondo anche in presenza di alghe edeposito detritico. Da non sottovalutare imitazioni di granchi e piccolipesci (baitfish) realizzate con fibre sintetiche e testa in epoxy stile surfcandy e similari.

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gia e prima di entrare in ac-qua, curando con attenzionei lanci sul gradino di risac-ca…le più belle sorprese arri-vano spesso proprio da lì.

Le stagioni migliori

In primavera, terminate le fa-tiche riproduttive, questi pescisi distribuiscono in maniera

piuttosto uniforme lungo lecoste, concentrando peròsempre di più la propria attivi-tà predatoria all’interno dellefoci. Con il sopraggiungere

dell’estate e per tutto l’autun-no gli ambienti salmastri e so-prattutto le foci di notevoli di-mensioni vengono elette a di-mora fissa dal branzino. Inquesto limbo, dove si mesco-lano acque dolci e salate,prende vita un ecosistema va-riegato e complesso dove pe-sci come carpe e cavedanicondividono il loro spazio vi-tale con muggini e spigole.Tutto è regolato dai flussi dimarea, con il sopraggiungeredella fase montante i pesci ri-saliranno il corso dei fiumi al-lontanandosi in maniera con-siderevole dal mare. Vicever-sa, in fase di bassa i pesci ri-scenderanno il corso d’acquaportandosi nei pressi della fo-ce stessa. Questi, pertanto,saranno i ritmi che scandiran-no l’azione di pesca, muoven-do in sincronia con i movi-menti stessi della marea. Ledue ore prima del culmine dimassima e le due ore succes-sive di discesa sono senzadubbio le migliori per tentarela spigola. Viceversa, il culmi-ne dell’alta, il cosiddetto pun-to d’acqua o momento di sta-si e le fasi avanzate di bassadifficilmente regalerannoesemplari di taglia. Pescando

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Attrezzatura interno focePescando all’interno delle foci possiamo alleggerire la nostra attrezzatura.Canne da 9’ (2,74 mt) a 10’’ (3,04 mt. per code 6 o 7 risultano perfettamentebilanciate al contesto ambientale nel quale svolgiamo la nostra azione dipesca. Due le tipologie di canne maggiormente utilizzate: punta fast “inter-mediate” con running line galleggianti per la maggior parte delle situazioni.Punta sinking da 200 grani con running line galleggiante da utilizzare quan-do dobbiamo raggiungere fondali importanti o in presenza di forte corren-te. I finali saranno ancora una volta i classici bonefish da 8’ o 9’ con punteda 10 a 12 lb.

■ ARTIFICIALIImitazioni di mugginetti

e piccole anguille, ma soprattutto artificiali molto sinuosi ed in gradodi lavorare al meglio trasportati dalla corrente ci consigliano l’utilizzodi strips di coniglio (zonker), marabou, ma anche fibre sintetiche damiscelare opportunamente per donare ai nostri streamers la giusta lu-minosità. Rabbit candy, fur strip clouser, half and half, per non disco-starci dai grandi classici; ma se proprio vogliamo scegliere uno strea-mer su tutti uno slim declive opportunamente adattato alle nostre ac-que sarà sicuramente gradito dalle italiche spigole.

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da terra va sondato con at-tenzione il sottoriva, soprat-tutto i tratti con vegetazionepalustre e le naturali anse delfiume, si lancia a monte edunque si esegue una vera epropria “passata” cercandodi non perdere mai il contattocon l’artificiale, pronti a ferra-re al primo stop. Alquanto

frequentemente le spondedei fiumi di grande e mediaportata vengono adibite a ri-messaggio per barche e pic-coli pescherecci, trasforman-dosi di notte in veri hot spot.Soprattutto in prossimità difonti di luce, piccoli muggini elatterini si radunano in bran-chi ed al loro seguito le spigo-

le; solitamente si tratterà diesemplari di taglia media,molto aggressivi e propensi apredare nei pressi della super-ficie: gurgle e crease flies si ri-veleranno spesso la scelta vin-cente. Potendo usufruire diun imbarcazione, chiaramen-te il nostro specchio di azionesi amplierà notevolmente

consentendoci di sondare epescare ogni angolo promet-tente. L’utilizzo di un buonecoscandaglio ci permetteràdi localizzare variazioni repen-tine di fondale ed eventualiostacoli presenti su di esso.Manufatti sommersi e banchidi formazioni calcaree rappre-sentano dei veri hot spot, die-tro questi ostacoli si troverà disicuro qualche spigola di ta-glia, posizionata controcor-rente, in attesa che il fiume leoffra un sostanzioso pasto.

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L a r e g i n a d i fo c e

Manufatti sommersi, formazionicalcaree...questi gli hot spot migliori

■ Catturare una bella spigola è sempre un evento importante, se poi lo si fa’ pescando a mosca il tutto acquista un “sapore” speciale e l’emozione è veramente indescrivibile.

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PESCA IN FOCE

VERMI in foce

Nella pesca in foce, a parte rari casi, predatori e grufolatori

sembrano non crearsi grossi problemi per procurarsi il cibo:

vermi e crostacei sono la base della loro alimentazione, ma

per la loro ingordigia, a volte pagano lo scotto.

Testo di Alessandro Righini - Foto di Alfonso Vastano

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a foce, ambiente stu-pendo dove il mesco-larsi delle due acque,

quella dolce dei fiumi e quellasalata del mare, sembra crea-re una situazione particolar-mente favorevole all’insedia-mento di svariate specie itti-che, specialmente quandoqueste sono ancora allo sta-dio giovanile, ma possiamo ri-trovarvi anche soggetti già al-lo stadio adulto ed a volte lesorprese superano le aspetta-tive. I pescatori di foce e di la-guna, ambiente di importan-za ittica non trascurabile, ri-volgono le loro attenzioni aspecie decisamente importan-ti e che possono ben figurareanche nel piatto come spigo-le, orate, mormore e cefali.Molte sono le esche con cuiinsidiare le nostre potenzialiprede: crostacei, vermi, mol-luschi, e comunque tutto ciòche possa stimolare l’appetitodei nostri pesci. Sapere qualiesche impiegare nei vari am-bienti di foce è importante,ma forse lo è altrettanto co-noscere come conservarle.

Il gambero

Il gambero è una delle eschevive più usate per insidiare infoce la spigola e, praticamen-te, il suo impiego si estende atutta la Penisola: dal Venetoalla Calabria, dalla Campaniaalla Liguria, isole comprese.La pesca con il gambero av-

viene prevalentemente in not-turna; si sfruttano, infatti, lasua lieve fosforescenza e le vi-brazioni emesse una volta in-nescato per attirare le spigoleche, per puntualizzare, lo cac-ciano di notte essendo di gior-no nascosto tra le rocce delfondo o nelle crepe delle ban-chine portuali. Se vogliamoperò essere precisi, potremmodire che, ad esempio, alla fo-ce del Po e a scendere lungotutta la costa fino a Rimini, ilgambero viene impiegato conil galleggiante e, a quello checi è dato da sapere, anchecon discreti risultati. Molti so-no i luoghi ideali per pescarecon il gamberetto vivo: l'inter-no dei porti, le scogliere artifi-ciali esterne delle dighe, le la-gune, le fiumare. Con essopossiamo praticare sia le tec-niche di superficie, impiegan-do quindi il galleggiante, co-me a fondo. In quest'ultimo

caso, però, dobbiamo staremolto attenti durante la fasedi lancio: va effettuato in ma-niera assai morbida e con za-vorre leggere per non perderel'esca durante la spinta e nonucciderla al momento del suoimpatto con l'acqua. Possia-mo impiegare gamberi di tut-te le dimensioni, scartandomagari quelli troppo piccoli,mentre quelli anche piuttostograndi andranno benissimo.Possiamo tranquillamente im-piegare sia gamberi di fiuma-ra che di mare, meglio co-munque utilizzare quelli cat-turati sul luogo di pesca conun guadino grande e a magliafitta oppure con i classi-ci retini a mano. Dovre-mo usare ami propor-zionati alla misura deigamberi: un amotroppo piccolo ri-schia di non avereuna buona presa su

un gambero grosso, mentreun amo grosso appesantiscetroppo l'esca e ne limita i mo-vimenti. Un amo a filo discre-tamente sottile di misura dal6 al 4 risulta essere l’ottimale.L'amo andrà appuntato nellaparte terminale del corpo, inprossimità della coda, passan-dolo semplicemente da partea parte.

La tremolina

Di facile reperibilità nei nego-zi, la tremolina di fango rap-presenta una valida esca siainnescata singola, sia a grap-polo, cioè più vermi appuntati

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L

■ Sicuramente una delle esche più efficaci, il gambero rappresenta un boccone assai gradito alla quasi totalità dei pescipresenti in foce, anche se i risultati migliori si ottengono nella pesca delle spigole.

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per il capo sullo stesso amo.La si può impiegare sia di gior-no come di notte ed è assaigradita da un po’ tutti i pescidella foce poiché in essa tro-vano un succulento e morbi-do boccone.Ha come grande difetto, secosì si può definire, un alto in-dice di gradimento da parte ditutti i pesci che popolano ma-re, foci e lagune. E’ un vermepiuttosto fragile e spesso sene perde la coda in fase dilancio.

Il coreano

Il coreano è un verme chepossiamo facilmente reperirenei negozi di articoli da pesca.Di solito una scatola contienecirca una trentina di grammidi esca, la cui taglia può varia-re moltissimo a seconda dellastagione e della qualità usatadalla ditta distributrice. L'im-

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Ve r m i i n fo c e

Conosciamo i nostri vermiTra le esche più impiegate nella pesca in mare vi sono i vermi. Finiti i tempi incui molti di noi si procuravano da soli gli anellidi andando a scavare sotto i sassio nel fango delle lagune, oggi ci si rivolge sempre più spesso al prodotto con-fezionato. Di vermi esca ne possiamo trovare diversi, ognuno dei quali adattoad una particolare tipologia di pesca o ad una specie ittica piuttosto che adun’altra, così nasce l’esigenza di saperne di più anche su come regolarsi sugliacquisti, su come conservarli, sul quantitativo di esca che troviamo nelle confe-zioni ed infine su quale tipo di amo, a seconda della tecnica, sarebbe opportu-no far ricadere la nostra scelta. Per questo motivo abbiamo riassunto le varieinformazioni in una serie di schede tecniche che prendono in considerazione lecaratteristiche più interessanti dei vari vermi esca presenti sul mercato.

■ MURIDDUNome comune Muriddu - bacone - verme o palo - mascone -

spagnoloCaratteristiche fisiche Corpo appiattito di colore bruno con sfumature arancioni e rossicce,

elastico, gommoso e di buona consistenzaConfezionamento 30 gr per confezione: da 6 a 10 vermi a seconda della tagliaConservazione 3 - 7 giorni a 12°- 14°Reperibilità Tutto l’anno

■ TREMOLINANome comune Tremolina - tremolina francese - renicolaCaratteristiche fisiche Corpo cilindrico leggermente appiattito di colore arancio tendente al

rosso ed al bruno. Lunghezza del corpo 5/10 cmConfezionamento 40 gr per confezione: da 25 a 35 vermiConservazione 3 - 7 giorni in frigorifero 10°- 14°Reperibilità Tutto l’annoPrede catturabili Sparidi - cefali - pesci di fondo - grufolatori -

anguille pesci piatti - spigoleAmi consigliati A gambo lungo o medio, anche con micro

ardiglioni ferma esca

■ ARENICOLANome comune Sablon - verme rosso - arenicola Caratteristiche fisiche Corpo cilindrico leggermente appiattito di colore rosa con sfumature

cangianti dall’arancione al rosso, elastico, gommoso di diametro dai 3 ai 5 mm e corpo di lunghezza variabile da 10 a 25 cm

Confezionamento 23 gr per confezione: da 3 a 6 vermi a seconda della tagliaConservazione 3 - 10 giorni a 15°- 10Stagionalità Buona disponibilità da maggio a settembrePrede catturabili Orate - pagelli - spigole - pesci piatti di sabbia - saraghi ombrine - mormore Ami consigliati A gambo lungo o medio, possibilmente a filo sottile per non

sciupare il verme, anche con micro ardiglioni ferma esca. In generesono impiegati ami di tipo Aberdeen a curvatura rotonda e punta dritta

■ COREANONome comune Coreano - Verme duro d’AsiaCaratteristiche fisiche Corpo semi cilindrico e di dura consistenza. La colorazione

varia dal verde chiaro al bruno, spesso con riflessi kaki o arancio.Lunghezza del corpo da 10 a 15 cm

Confezionamento 27 gr per confezione: da 10 a 20 vermi a seconda della tagliaConservazione 4 - 10 giorni a 8°- 10°Reperibilità Tutto l’annoPrede catturabili Orate - pagelli - spigole - pesci piatti di fondo - saraghi ombrine -

mormore - pesci di scoglioAmi consigliati A gambo lungo o medio, anche con micro ardiglioni ferma esca. In genere

ottimi quelli a becco d’aquila con punta rientrante. Per orate e saraghi sono da preferire quelli a filo battuto. Nel caso si pescasse con il galleggiante sonoindicati gli ami estremamente leggeri e a curvatura rotondeggiante

■ AMERICANONome comune Americano - canadese - verme di sangueCaratteristiche fisiche Corpo semi cilindrico di dura ed elastica consistenza di colore

rosa arancio. La sua lunghezza commerciale varia dai 5 ai 35 cmConfezionamento 5 vermi per confezione in lettiera di sabbia o 125 vermi in lettiera di algheConservazione 5 -15 giorni in frigorifero 5°- 7°Reperibilità Tutto l’annoPrede catturabili Saraghi - orate - cefali - pesci di scoglio - mormore - pesci piatti - spigole - pagelliAmi consigliati A gambo lungo o medio, anche con micro ardiglioni ferma esca.

Per le prede più importanti sono da preferire quelli a filo battuto con punta rientrante

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piego di questa esca per lapesca della spigola risale or-mai a diversi anni fa e ha datoun po' ovunque degli ottimirisultati. I luoghi migliori perl'impiego di questo anellidesono le fiumare, le foci e le la-gune o comunque laddovesussistono condizioni di pescain corrente. I vermi, una voltainnescati, assomigliano mol-tissimo alle anguilline, cibo dicui la spigola è ghiotta, edesercitano un potere attirantenotevole con il loro continuomovimento sinuoso. L'impie-go di tale esca risulta essereeccezionale specialmente nelperiodo autunnale quando lepiccole ceche, anguille allostadio giovanile, si avvicinanoalla costa ed entrano nei fiumie nei canali. Il suo impiego perla pesca alla spigola è consi-gliato solamente in notturnaanche se, come ben sappia-mo, nella pesca non esiste la“regola certa” e quindi anchese impiegato di giorno puòdare i suoi risultati.Purtroppo tale esca non è se-lettiva e molti altri pesci, inquesto caso disturbatori, sene cibano; tra essi troviamo icefali, gli sparli ed i ghiozzi. Incaso di mangianza, quindi,per una seria battuta potreb-bero essere necessarie anchequattro o cinque scatole diesca. I vermi vengono inne-scati per la testa su ami delnumero 10-6, a seconda dellamisura dell' esca.

L'americano

Il verme di sangue, così è co-nosciuto nel suo paese di ori-gine a causa dei copiosi fiottidi plasma che fuoriesconoquando lo si innesca, provie-ne dal Canada e da altre loca-lità degli States. E’ un vermepiuttosto gommoso, di colorarancio-bruno, che si acquistanei negozi da pesca in scatoli-ne contenenti cinque o seisoggetti. Viene prevalente-mente impiegato nella pescaa fondo e in zone di scarsamangianza da parte di pesci

sciupa esca. Sembra che lemigliori ore di rendimento sia-no in concomitanza con l'albaed il tramonto ed in prossimi-tà dello sbocco a mare.L’americano viene general-mente innescato intero utiliz-zando un apposito ago da in-nesco per non rovinarlo du-rante tale fase.

L’arenicola

In alcune spiagge o lagunel'arenicola è l'unica esca cheoffre risultati; per molti, infatti,è insuperabile e insostituibile.E' un verme filiforme di colorearancio bruno con riflessi can-gianti. Viene impiegata sia nel-la pesca a fondo che con at-

trezzature leggere. E' usata siacon mare calmo come conmare mosso in entrata nellafoce, di giorno e di notte, ma,essendo anch'essa come tutti ivermi un' esca non selettiva, èconsigliabile impiegarla incondizioni di scarsa mangian-za, specialmente pescando da-gli arenili. E' un'esca molto fra-

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■ Ricca di sangue, assolutamente insostituibile nella pesca delle mormore, l’arenicola è sicuramente l’anellide più utilizzato nella pescaa fondo. Per ottenere buoni inneschi e non rovinare il “prezioso” verme, però, è necessario impiegare un ago molto sottile.

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gile e per essere innescata almeglio richiede l'uso dell'appo-sito ago e il montaggio su amia filo tondo e sottile, facendosu di essi un boccone piuttostovoluminoso impiegando, se ne-cessario, anche due vermi.

Il bigattino

La larva di mosca carnaria, im-piegata nelle acque interne datantissimi anni, è diventata or-mai una delle esche più diffu-se anche per la pesca in mare.Le piccole e mobilissime larvesembrano essere graditissimea molti pesci, soprattutto dal-le spigole e da tutti gli sparidi.La pesca con il bigattino puòessere praticata sia con tecni-che di fondo che di superficie.Nel primo caso vengonomontate lenze con i pastura-tori all'interno dei quali ven-gono messe le larve che fun-geranno, con la loro fuoriusci-ta, da pastura. Nella pesca disuperficie, invece, potremo

sbizzarrirci con la scelta deigalleggianti, utilizzando quelliclassici da passata, quelli al-l'inglese, quelli piombati tra-dizionali e impiegando lenzemorbidissime e terminali sot-tili, in alcuni casi del diametrodi un ... capello. Il bigattino,infatti, è un'esca piccola eleggera e non darebbe il me-glio di sé se montata su lenzepoco mobili e posizionata suami di grande misura. Gli in-neschi ideali per la spigola sihanno con: una sola larva suun amo del 18-20, con duelarve su ami del 16-18, contre larve su ami del 14-16. Na-turalmente gli ami dovrannoessere robusti ma al tempostesso leggerissimi. Il bigatti-no rende moltissimo sia inmare aperto come in foce, innotturna, con condizioni dimare calmo o poco mosso,ma può essere assai catturan-te anche impiegato di gior-no, meglio se con acque unpo' velate o torbide.

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Ve r m i i n fo c e

Cosa non si deve fareIn questa occasione non vi sono dei particolari consi-gli tecnici a cui attenerci, piuttosto l’unico suggeri-mento che possiamo dare, anche se sinceramentenon crediamo ve ne sia più bisogno, consiste nel nonabbandonare lungo le sponde delle nostre lagune,porti canale e comunque foci in genere, le scatolevuote delle nostre esche: lasciare i nostri rifiuti è ungesto di inciviltà e maleducazione.

■ L’ambiente in prossimità delle foci dei fiumi è sempre molto ricco di vegetazione e divita e quindi anche di pesci; in sostanza, luoghi ideali dove dar sfogo alla nostra passione.

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Il calamaretto e laseppiolina

In alcune foci rendono benis-simo i piccoli calamari e lesepppioline. Sono esche dainnescare intere e funzionano

egregiamente nelle tecnichedi pesca a fondo praticate neiporti canale o direttamentealla foce di piccoli corsi d'ac-qua, specialmente quandouna mareggiata fa rompere leonde all'ingresso di essi, tan-

to che si potranno avere i ri-sultati migliori proprio in con-dizioni di mare mosso o mol-to mosso. Tale innesco dovràessere eseguito con ami ab-bastanza grandi, da 1/0 a4/0, a seconda della taglia

delle esche impiegate e si po-trà provarlo sia di giorno co-me di notte, ma sarà propriodurante le ore del buio chedarà il meglio di sé. I periodiottimali di pesca sono quelliautunnali ed invernali.

■ Seppie e calamaretti, due esche che in alcune situazioni possono essere utilizzate con successo nella pesca in foce, specialmente quando siamo in presenza di una forte mareggiata.

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ITINERARIO TECNICO

VerdeTURANO...

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crivendo del Turano mitornano in mente glianni in cui proprio qui si

svolgeva il famoso Trofeo LupaCapitolina, competizione di li-vello nazionale alla quale par-tecipavano i migliori agonisti diallora. Erano gli anni ‘70 ed inquesto bacino artificiale, crea-to dallo sbarramento del-l’omonimo fiume, si davanobattaglia le più grandi societàdi quel periodo, con la pesca ri-volta soprattutto all’alborella ealla savetta, vere e proprie regi-ne del Turano. Purtroppo, pe-rò, com’è successo in molti al-tri siti del nostro bel Paese,queste due specie sono drasti-camente diminuite ed una lorocattura risulta, ormai, solo unevento occasionale. Siamo nel-la provincia di Rieti, scenarionaturalistico perfetto per il la-

go del Turano, vero e propriogioiello incastonato in un pae-saggio che ancora si mantieneinalterato nel tempo e che la-scia spazio alle nostre passionio al semplice turismo. Il Turanofa parte, insieme al lago delSalto, di un sistema che ali-menta la centrale elettrica diCotilia e i due laghi sono colle-gati da una galleria lunga circa9 km che passa sotto le mon-tagne, regolamentando i livellidei due bacini.

Le prede

Dopo questa breve premessaservita a descrivere un po’ lecaratteristiche geografiche delTurano, ora veniamo all’aspet-to che più ci interessa, la nostrapassione. Le specie ittiche pre-valenti sono breme e cavedani

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S

■ E’ possibile affrontare il lago del Turano con varie tecniche di pesca, ma quellaall’inglese è sicuramente la più redditizia.

Un paesaggio da cartolina fa dasplendida cornice a questoitinerario. Andiamo a scoprireinsieme le bellezze di questoangolo di Sabina...

Testo e foto di Fernando Bernardini

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che rendono le gare veramen-te agguerrite. Inoltre, sonopresenti persici reali, carassi,tinche, carpe, scardole, lucci,black bass, aspi e, come giàmenzionato, savette e alborel-le. Ed ancora, seppur in mode-ste quantità, esemplari di trotalacustre.

Tecniche e attività ago-nistica

Le tecniche maggiormente im-piegate sono l’inglese, la can-na fissa, lo spinning, praticatosoprattutto con l’ausilio di im-barcazioni, e il carpfishing cherisulta meno vincente in questiluoghi, ma che può riservareemozioni veramente forti. Nelsettore agonistico il Turano sicolloca al vertice di un’ipoteti-ca classifica di rendimento, ri-sultando il più omogeneo econtinuo tra i campi gara ditutto il centro Italia, essendomolto tecnico e ampio, doveun buon piazzamento, spesso,è frutto della bravura del pe-scatore e non del sorteggio diun picchetto fortunato. Nei pe-riodi tra maggio e settembremeglio informarsi prima suglieventi agonistici che si svolgo-no, anche se il lago è abba-stanza grande per tutti. Le zo-ne adibite a campo gara sonodenominate: grano, giallorossi,ginestre, mulino, curvoni, frati,sindaco e nella cartina è possi-bile vedere la loro collocazione.

Le lenze

Ora diamo uno sguardo velocealla parte tecnica, esaminandoun po’ quali sono le caratteri-stiche che devono avere le len-ze adatte al Turano per quantoriguarda la tecnica più usata:l’inglese. Qui parliamo esclusi-vamente di inglese scorrevole,visto che la profondità media,a circa 30 mt da riva, è di 6/7mt, o con l’ausilio di un “pal-lettone” o con la “spallinata”,lenza costituita di soli pallini.Nelle competizioni il pesce chedà più regolarità è la breme dicirca 200/300 gr, che ha la ca-ratteristica di posizionarsi sudifferenti strati d’acqua in baseal periodo, alla corrente ed allanostra pasturazione. Io sono

solito iniziare la mia sessione dipesca, sia competitiva cheamatoriale, con una lenza apallini montati in modo inversodi come si usa di solito, ovveropiù raccolti sulla parte bassa,verso la girella del finale adaprire verso l’alto. Questoespediente mi aiuta a com-prendere su quale fascia d’ac-qua sono posizionati i pesci,eseguendo una ricerca conti-nua durante tutta la sua scesaverso il fondo: infatti, appenaquesta montatura entra in ac-qua, inizia subito una lenta di-scesa che, in caso di abbocca-ta, si arresterà, determinandouna fulminea starata del gal-leggiante in quanto i pallininon appesantiscono più la len-za ed è proprio in questo mo-

mento che si dovrà eseguireun’altrettanto veloce ferrata. Aquesto punto la breme è sicu-ramente rimasta attaccata. Perquesta pesca la misura dei pal-lini può variare a seconda dellapresenza di corrente, ma me-diamente una spallinata conpallini del 10 può andare bene.Una volta individuata la fasciad’acqua in cui stazionano i pe-sci, preferisco usare una lenzacon pallettone, più rapida dellaprecedente, aumentando cosìil ritmo delle abboccate. Nelcorso della sessione occorreperò ripetere spesso questaoperazione, ogni qualvolta lemangiate diminuiscono, a cau-sa del cambiamento di fasciad’acqua da parte dei pesci.Con l’utilizzo del pallettone,però, consiglio vivamente di ar-ticolare la lenza sempre conl’inserimento di una serie dipallini, almeno 10, per poteressere sempre in costante con-tatto con la parte di lenza atti-va, anche se sarà tale per i soli2,5 mt della sua lunghezza,mentre per i restanti scenderàvelocemente grazie all’utilizzodel pallettone, da 3 a 10 gr,escludendo così le eventualiabboccate per questa fase dicalata. Altrimenti si può impo-stare la pescata sempre con lalenza a pallini, sia rovesciatache con gli stessi montati equi-distanti tra loro, mirata anchealla ricerca di cavedani.

■ Canne equipaggiate con differenti tipi di lenzepronte per ogni situazione.

Lenze inglesi

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I finali e gli ami

Per quanto riguarda i finali dautilizzare, bisogna tenersi co-munque bassi con i diametrivista la numerosa presenza dicavedani molto restii nell’ab-boccare ad una lenza grosso-lana. Invece gli ami rivestonouna funzione primaria comesempre nelle pesche a di-stanza come l’inglese e sipuò pensare di utilizzare unamo a curvatura larga di mi-sura non superiore al 16 perquanto concerne la pescadelle breme e scendere conuna misura ridotta e di tipoclassico, ad esempio il 20,per la pesca al cavedano,sempre per rispettare la fur-bizia di questo ciprinide.

I galleggianti

Ho lasciato per ultimo la parteriguardante i galleggianti daimpiegare per questo bellissi-mo spot di pesca proprio per-ché questi ricoprono una fun-zione fondamentale per pesca-re correttamente al Turano conl’inglese, soprattutto con unalenza costruita con tanti pallini.Dovranno avere un insert insarcanda in modo che risultinopiù leggeri nella parte superio-re, dando così una notevole ac-celerazione alla fuoriuscita del-lo stesso nel momento in cui ilpesce blocca la scesa della len-za verso il fondo. Un’altra solu-zione potrebbe essere quella dimodificare i galleggianti comu-ni tagliandoli in testa ed inse-

rendoci delle aste in carboniocon segnalatore, espedienteche risulta molto efficace per lapesca della breme.

La pasturazione

La pasturazione, vista la pre-senza di più specie ittiche,cambia a seconda della situa-zione o del periodo in cui sia-mo. Nel periodo invernale, peresempio, il lancio di sfarinati ètotalmente inutile, mentre èmolto efficace l’utilizzo del bi-gattino incollato, situazioneche cambia con l’avvicinarsi

del periodo primaverile/estivodove lentamente si possonointegrare le farine specificheper la pesca del pesce d’oltral-pe. Spesso un giusto equilibrotra i due metodi di pasturazio-ne determina una buona riu-scita nella nostra sessione dipesca. Quale che sia la vostrapesca preferita, colpo, spin-ning, carpfishing, non ha mol-ta importanza, il Turano saràin grado di emozionarvi anchecon i suoi paesaggi e la suagastronomia, dove la semplici-tà è il vero punto di forza diquesto territorio.

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Notizie utiliPer raggiungere il lago del Turano bisogna uscire alcasello Carsoli della A24 Roma/L’Aquila e seguire leindicazioni per Rieti/Lago del Turano. La provincia èquella di Rieti, quindi per poter pescare in questo ba-cino occorre munirsi dell’apposito tesserino provin-ciale, reperibile in loco, che ha il costo annuale di 20euro per i non residenti e di 10 euro per i residentinella provincia, oltre alla normale licenza di pesca peracque interne. C’è in piedi un progetto della FIPSAS diprendere in gestione tali acque, ma ancora questonon è accaduto. Raccomando di non transitare con leauto fuori dalle carreggiate, se non si vuole incorrerein una sonora multa da parte degli organi competen-ti. Inoltre, c’è una zona, dove il fiume s’immette nellago, dove è vietata la pesca, ma è debitamente se-gnalata. Infine è possibile praticare altri sport come lacanoa, lo sci d’acqua, il trekking e l’equitazione.

Recettività e negoziLa zona è ricca di agriturismi, alberghi e ristoranti, quindi nonsarà difficile trovare una sistemazione, comunque ne segnalia-mo alcuni:

RISTORANTI - PIZZERIE■ La Riva del Lago - cucina paesana, specialità di lago - Tel. 0765716151 - 338 3039112■ Bar Maria - con piccola cucina, dal panino alle fettuccine - Tel.328 1963963■ Lontero - cucina locale - Tel. 0765 723029

AGRITURISMI■ Ferramosca - cucina casareccia, possibilità di pernottamento -Tel. 0765 935032■ Stella del Turano - bed&breakfast - Tel. 0765 716394 - 3317467845

Negozio di pesca■ Tutto Sport di Rita Proietti, Madame le carpDov’è possibile reperire esca e tesserini - Tel. 0765 716316

■ Galleggiante da pallettone. Di lato, astein carbonio per poter modificare i proprigalleggianti e l’autore intento nellapreparazione della pastura.

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ITINERARIO ESTERO

Viaggio in un luogo affascinante ma allo stesso

tempo selvaggio e crudele, dove l’uomo

sperimenta ancora una volta la sua piccolezza

davanti al creato. Viaggio in cui ogni minuto che passa

la catena della vita si rinnova costringendo non solo gli

animali ma anche l’uomo stesso a parteciparvi.

Di Antonio Varcasia e Mauro Sanna

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l fiume Kunchui scorre imperturbabile davanti al mio sguardomentre la sua apparente quiete è interrotta ogni tanto da spora-diche bollate. Lungo l’argine del fiume, dove la Taiga Siberiana al-

larga il suo soffocante abbraccio fatto di intricate ed impenetrabili fo-reste, le orme dei veri padroni del luogo rimangono scolpite sulla sab-bia dando di continuo la sensazione di essere segretamente osservati.Sono pensieri ricorrenti quando sotto una pioggia fitta cerchi di legge-re il fiume e di non essere impreparato quando il dorso di un bel silvero keta delfina è a pochi metri da te. Sembrerà strano, ma i due perso-naggi della contesa sono gli unici nel raggio di diversi chilometri chenon hanno nessuna voglia di mangiare. Uno perché ha lo stomacochiuso dall’ennesima scarica di adrenalina e l’altro perché intento nelraggiungere la sua meta definitiva, il rivolo natale dove lasciare, comemigliaia di generazioni che l’hanno preceduto, il seme della sua stirpe.In questo luogo affascinante, ma allo stesso tempo selvaggio e crude-le, l’uomo sperimenta ancora una volta la sua piccolezza davanti alcreato, in cui ogni minuto la catena della vita si rinnova e non solo glianimali, ma anche l’uomo stesso, sono costretti a parteciparvi. Settemesi all’anno è ricoperta da un candido manto bianco e dal ghiaccioed i meno quaranta gradi sono un ostacolo per qualsiasi essere viven-te: orsi, lupi e caribù sono a loro volta prede e predatori. Il fiume gela-to è paradossalmente la strada migliore per i cacciatori di pellicce e iveicoli cingolati che vengono giù dalle miniere del Nord carichi di pre-ziosi minerali e diamanti che diventeranno incantevoli gioielli per affa-scinanti signore della lontana Mosca dove il consumismo materialistaha ormai soppiantato il regime che guardava al mondo in rosso: nellacittà più cara del mondo vecchi colbacchi ornati di falce e martello so-no solo patacche da vendere ai numerosi turisti, così come i cornicionidi alcuni palazzi mostrano capitelli ornati dei simboli dell’ormai lonta-no impero bolscevico. Il contrasto di un mondo ancora troppo compli-cato è impietoso per il cacciatore che aspetta lottando con il freddonella taiga il passaggio del cibo che consentirà di tirare avanti per qual-che settimana, magari finché lo sciogliersi delle nevi non gli permette-rà di poter finalmente pescare e il risveglio della natura anche di potervivere con più tranquillità. Anche se una volta sciolto il ghiaccio ci saràda lottare contro i nemici più piccoli e insidiosi: le zanzare! Durantetutto questo il fiume prenderà vita progressivamente e, se in tarda pri-mavera è dimora pressoché esclusiva di temoli e salmerini artici, poi di-venterà il regno del salmone che ne farà una strada preferenziale perla sua risalita in uno spettacolo unico al mondo.

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I

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Ai confini del mondo

Sebbene grazie al cielo ci sianomolti luoghi al mondo dovepoter insidiare i wild salmondel Pacifico, sono pochi quellivedono meno di cinquantapersone all’anno che li pesca-no senza nessun altro concor-rente di orsi bruni e compa-gnia. Devo dire che è statoquesto, insieme all’appeal diuna regione da sogno e fuoridai normali circuiti di pesca, aportarmi qui con Mauro San-na, ospiti del solitario Camp

Ekaterina che Robert Weztzelgestisce da oltre quindici annisu questo fiume. Personaggiointroverso e apparentementein completa sintonia col mon-do in cui vive dove spesso emalvolentieri si trova ad averea che fare con orsi e lupi, Ro-bert si scioglie la sera quando,accanto ad una bottiglia divodka insieme alla moglie Iri-na, ci racconta la Siberia chenon possiamo vedere, quellanascosta nella taiga e quelladei primi anni in cui venne inquesto posto sperduto dalla

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Germania alla ricerca di unluogo dove coltivare le suepassioni per la caccia e la pe-sca, in un luogo totalmenteinospitale e non solo perl’aspetto climatico ambientale,ma anche per la burocrazia ecorruzione dell’estrema perife-ria dell’impero.

Storie di ordinariaSiberia

Aveva piovuto di santa ragioneper trentasei ore, troppo per-ché il paradiso incantato in cui

avevamo vissuto fino ad alloranon venisse perturbato. Nono-stante il freddo e la pioggiabattente Robert ci aveva dettodi andare a pesca perché soloDio sapeva cosa sarebbe venu-to giù con la piena dalle mon-tagne. Prima che l’acqua sisporcasse del tutto, insieme apochi altri temerari, eravamoandati in uno degli spot più in-teressanti, ovvero una delle ul-time pool in cui i salmoni ral-lentavano il loro incedere pri-ma di ripartire nel loro viaggiofinale. La pool è abbastanza

grande e presenta una morfo-logia tale da poter essere pe-scabile sia a mosca che a spin-ning. Come spesso succedequando si parla di salmoni, so-no uno degli ultimi “barbari” avolerli insidiare con spoons ejigs. Una delle cose che mihanno dato soddisfazione suquesto fiume è proprio la pos-sibilità di insidiare questo pescecon entrambe le tecniche, cosanon spesso possibile da altreparti sia per il numero di pesca-tori che per la conformazionedei fiumi ed i livelli d’acqua e di

corrente. Tuttavia, Robert ha ingestione il fiume per oltre due-cento chilometri e lo rende di-sponibile per massimo dodicipescatori alla volta, cosa dav-vero interessante sia per preve-nire l’overfishing, sia per ga-rantire all’angler un’atmosferaunica. Già, chi, anche se aman-te della compagnia, non rico-nosce di provare una sottilesensazione di piacere nel pe-scare nel silenzio, ascoltando irumori della natura e magarisobbalzando quando dalla tai-ga occhi altrettanto spaventatiti scrutano per un attimo primadi ritornare ai loro rifugi. Men-tre lancio sotto una pioggiabattente penso a tutte questecose, il recupero è ormai ca-denzato per l’esca che stousando da una mezz’oretta,un ondulante della Gibbs chemonta un amo singolo in codadressato sapientemente daMauro in fucsia e rosa, coloriche pare vadano molto di mo-da da queste parti, almeno sot-tacqua insomma. Siamo all’ini-zio della stagione ed il fiumeha una sua ben chiara fisiono-mia e cui ciascuna specie occu-pa una sua precisa posizione,come ci insegna il nostro ami-

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■ Negli oltre 200km in gestione dellodge Ekaterina sipossono pescareoltre a benquattro specie deisalmoni delPacifico (Silver,Pink, Sockeye eChum) ancheSalmerini e Temoliartici.

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co Tarcisio Michael Sanna chesimpaticamente chiamiamo lozio per via del cognome identi-co a quello di Mauro e segnodi non lontane generazioni sar-de costrette ad espatriare inGermania dove vive tuttora edesercita la professione di istrut-tore di pesca a mosca.

La geografia del fiume

Nell’immediato sottoriva vivo-no i salmerini che stanno perentrare in frega e per questo ri-sultano estremamente territo-riali e aggressivi verso qualsiasicosa passi delle loro parti. Inquesta zona si trovano due di-

versi tipi di salmerino, il dollyvarden ed una specie autocto-na, il kundcha. Questa specieviene a sua volta distinta in duesottoclassi e cioè il kundchaanadromo (dal mare risale lecorrenti delle acque dolci), chepuò raggiungere un peso dicirca 18 kg, ed il kundcha nonanadromo (resta nelle acquedel fiume), che raggiunge unpeso di circa 3,5 kg. Inoltre,nelle gelide acque del Kuchtuisi trovano anche i temoli articiche possono raggiungere i 50cm di lunghezza. Per quanto ri-guarda i salmoni, i primi a risa-lire sono anche qui i pink: avolte un po’ sottovalutati forse

per la loro abbondanza perio-dica, i rosa sono dei pesci dav-vero belli per la loro livrea e illoro senso acrobatico in cui laregola “Pink for Pink” può es-sere presa decisamente alla let-tera, anche se è ovvio cheniente nella pesca è scontato ele sorprese sono l’ordinarietà.Nel bel mezzo del letto del fiu-me dove ancora la correntenon è fortissima e la profondi-tà consente il loro passaggioindisturbato viaggiano i keta,così come sono conosciuti ichum da queste parti. Nei ca-naloni dove le acque scorronoveloci e profonde passano in-vece, in questo periodo, i silver

che risalgono ancora veloci.Fra qualche settimana, finita larisalita dei pink e keta, i silber-lachs allargheranno il loro terri-torio a gran parte del fiumedove sarà quindi possibile pe-scarli con molta più semplicità.Anche se il record di 81 silver inun giorno da parte di un pe-scatore tedesco è da conside-rarsi un evento eccezionale, èanche vero che a fine luglio edagosto i silver sono i veri pa-droni di questo fiume e ne fan-no uno dei punti di forza diquesto lodge a livello assoluto.Il primo periodo delle risaliteconsente invece di poter effet-tuare una pesca forse quanti-tativamente minore ma conuna qualità dei pesci e una va-rietà di questi notevole. NelKuntchui sono infatti presenti,oltre alle specie di salmoni sud-detti, anche i sockeye e di tan-to in tanto sono segnalate cat-ture sporadiche di king sal-mon. La geografia e la totaleassenza di altre strutture di pe-sca in tutta la regione nonconsentono purtroppo di po-ter capire meglio come vengafrequentata dai cinque re delpacifico la zona che viene rac-chiusa dal Mare di Ochosk.Anche la pesca in mare, chepotrebbe essere molto redditi-zia, non è praticamente eserci-tata né a livello professionale,né tantomeno sportivo. Infor-mazioni di servizio e segnala-zioni scientifiche indicano co-me questa zona potrebbe es-sere un ottimo spot per la pe-sca del pacific halibut e di altripesci di mare insidiati oltreo-ceano e Robert, messo in aller-ta, ci sta lavorando, anche sechiarisce: “Qua siamo in Sibe-ria” ossia come le cose a volteseguano il ritmo delle stagioni,con una burocrazia difficile dasuperare.

Accendete il caminetto

Non ho avuto molte occasio-ni per pensare da quando so-no arrivato, molto del miotempo è stato assorbito daattività che da tanto avevo

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S i b e r i a : s o l i n e l l a t a i g a

■ Sul fiumeKuntchui èpossibile pescaresia a mosca che aspinning i pescigià segnalati eanche quello checostituisce unavera e propriararità endemica,ovvero ilKundcha (EastSiberian char)Salvelinusleucomaenis,rarissimo pescecon una splendidalivrea che puòraggiungere anchedimensioninotevoli.

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dimenticato, in cui lo stareseduto nel mio ufficio a lavo-rare magari per mail o al tele-fono è stato bruscamente so-stituito dall’organizzare il no-stro rifugio nel camp che hocondiviso con Mauro.Ricordarsi di accendere lastufa a legna dentro la spar-tana ma utile casetta di le-gno è essenziale quanto la-vare e mettere subito adasciugare tutto ciò che dopouna giornata sul fiume è re-golarmente bagnato.Ricordarsi di spegnere le lucie di caricare le batterie dellamacchina fotografica primache si spenga il generatore,riassestare muscoli ed ossanella spartana sauna mentresi commenta con gli amici lagiornata di pesca e prima diuna doccia tonificante allaTerence Hill. Una lauta cena abase di piatti in cui “thecatch of the day” potrebbenon essere pesce e un paio dibicchieri di vodka vi introdur-ranno al meglio in quella chenon è una esperienza per an-gler abituati a comodi resorte piñacolade ghiacciate al lo-ro rientro. No signori, quasiamo in Siberia, ci sono deiposti dove salmoni XL aspet-tano probabilmente solo voi,ma fate un po’ di palestra ericordate di tirar bene la zan-zariera: se non si dorme sta-notte è colpa vostra!

Notizie utiliContrariamente ad altre locations incui accanto ai comodi viaggi organiz-zati dai tour operators è possibile conun po’ di sforzo e buona volontà co-struirsi un viaggio di pesca “fai da te”,in Russia non è praticamente possibile,cosa che del resto avrete realizzato dasoli dopo aver letto il breve nostro ar-ticolo. Visto, voli complessi, burocraziae a volte corruzione sono cose com-plesse che non è facile gestire se non siè esperti e tantomeno edotti di quellalingua totalmente incomprensibile cheè il russo. Invece, la cosa migliore sesiete davvero interessati è farvi unachiacchierata con Tarcisio Sanna che inItaliano vi darà delucidazioni più ap-profondite sulla logistica e la pesca sulfiume Kuchtui. Purtroppo spesso è ne-cessario prenotarsi molto prima, inquanto i 12 posti disponibili vengonoesauriti presto, complici alcuni aficio-nados che ormai hanno eletto il lettodel fiume siberiano quale loro residen-za estiva. Per quanto riguarda la sta-gione, questa è strettamente dettatadal clima e soprattutto dalle risalite,per cui i viaggi (5 in tutto) si concentra-no fra l’ultima settimana di luglio e laseconda di settembre. I primi viaggi so-no quelli dove c’è, come detto, più va-rietà di prede insidiabili, mentre gli ultimi sono perfetti per chivuole “autodistruggersi” combattendo Silver uno dietro l’al-tro. Per maggiori informazioni potete contattare:Tarcisio Michael Sanna, Sonnenstr. 3, D-95448 Bayreuth, GermaniaTel. +49 (0) 921 - 54565 Cellulare: +49 (0) 173 - 8914487 [email protected] Lodge - http://www.tourist-ekaterina.de

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ta per terminare il pro-getto organizzato dalla

F.I.P.S.A.S. Regionale Toscanacon la collaborazione della Re-gione Toscana che ha visto laFederazione impegnata conlezioni presso i vari Istituti sco-lastici con l’apporto di docentie Istruttori Federali per divul-gare la conoscenza della natu-

ra, dell’acqua e la sua impor-tanza. Lo scopo era quello didivulgare la conoscenza deipesci con particolare attenzio-ne alle specie ittiche che si tro-vano nelle nostre zone e pro-muovere la pesca sportiva.Una parte delle scolaresche hafatto una gita presso il CTE diTorri, nel Comune di Rignano,

dove la Federazione ha creatoun impianto per vedere e toc-care i pesci “La Vasca tattile”.E’ stata inoltre realizzata unapubblicazione in braille dove èdescritto il pesce che si statoccando e come è fatto. E’stata fatta una visita ancheall’impianto ittiogenico di To-si, gestito dalla Federazione,dove i ragazzi hanno potutovedere la riproduzione dei sal-monidi e le vasche di accresci-

mento degli stessi. Nella stes-sa giornata i partecipanti sonoandati a pescare con l’aiuto diistruttori FIPSAS presso il Lagofederale di S. Clemente situa-to a S. Clemente nel comunedi Reggello. Una bella espe-rienza che ha interessato mol-to gli alunni e ha dato stimolinuovi a tutta la FIPSAS Tosca-na e in particolar modo al di-rettivo che ha fermamentecreduto nell’importanza delladivulgazione per la creazioneanche di nuove leve che sonoil futuro della nostra associa-zione. Alla fine del progettosarà fatto un DVD che racco-glierà i momenti più significa-tivi delle varie manifestazioni.

Vinicio BertiPresidente Regionale

FIPSAS Toscana

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CALENDARIO AGONISMO LUGLIODate e campi di gara possono essere suscettibili di cambiamenti, verificare sem-pre il sito on line della FIPSAS.

PESCA ALLA TROTA CON ESCHE NATURALICampionato italiano individuale under 22 di pesca alla trota in torrente■ 4-5 luglio fiume Brembo - BGCampionato italiano individuale under 18 di pesca alla trota in torrente■ 4-5 luglio fiume Brembo - BGCampionato italiano individuale under 14 di pesca alla trota in torrente■ 4-5 luglio fiume Brembo - BGClub azzurro di pesca alla trota in torrente■ 4-5 luglio torrente Caffaro - BS

PESCA AL COLPO Campionato italiano individuale di pesca al colpo■ 25-26 luglio canale navigabile Spinadesco - CRCampionato italiano individuale di pesca promozionale■ 25-26 luglio fiume Tevere Umbertide - PGTrofeo di eccellenza nord■ 5 luglio canale Fissero - MNTrofeo di serie a/1 per squadre di società di pesca al colpo■ 5 luglio canale navigabile Spinadesco - CRTrofeo di serie a/2 per squadre di società di pesca al colpo■ 5 luglio cavo Lama - MOTrofeo di serie a/3 per squadre di società di pesca al colpo■ 4-5 luglio fiume Arno - PITrofeo di serie a/4 per squadre di società di pesca al colpo■ 12 luglio fiume Tevere Umbertide - PGTrofeo di serie a/5 per squadre di società di pesca al colpo■ 19 luglio fiume Tevere Umbertide - PGTrofeo di eccellenza centro■ 12 luglio b. Fiastra - MC

Trofeo di eccellenza sud - girone “a”■ 5 luglio fiume Tevere Umbertide - PG■ 19 luglio L.S. Giorgio La Molara - BNCampionato italiano individuale di pesca “a ledgering”■ 12 luglio fiume Arno Arezzo - ARCampionato italiano individuale di pesca al colpo - cat. Master■ 25-26 luglio fiume Ombrone - GR■ 27-28 giugno fiume Arno, Arezzo - ARCampionato italiano individuale di pesca al colpo - cat. Donne■ 25-26 luglio fiume Tevere Umbertide - PGClub azzurro seniores di pesca al colpo ■ 18-19 luglio canale navigabile Spinadesco - CR

CARP FISHING E PESCA AL SILURO Campionato italiano a coppie di carp fishing■ 17-18-19 luglio circondariale Ostellato – FE – semif. Nord■ 17-18-19 luglio b. Bomba - CH – semif. SudClub azzurro di carp fishing a coppie■ 31 luglio, L. Corbara, (TR);

PESCA CON LA MOSCA Club azzurro di pesca con la mosca■ 4-5 luglio t. Vermenagna - CN

PESCA CON ESCHE ARTIFICIALI - SPINNING - BASS FISHINGProve di sel. interregionali per il camp. Italiano a coppie di bass fishingda natante 2009■ 19 luglio canale Brian - VE■ 19 luglio Emilia Romagna■ 19 luglio lago di Massaciuccoli - LU■ 19 luglio Umbria

ATTIVITA’ INTERNAZIONALI ACQUE INTERNECampionato del Mondo Pesca con la mosca Under 18■ 22-26 luglio Chotebor - Repubblica Ceca

LA PAROLA ALLA FEDERAZIONE

Agonismogare

S

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iniziata sotto la pioggial’edizione 2009 del

Campionato Italiano di pescaal colpo femminile e la primaprova si è svolta a Cavo Lamaa Novi di Modena (MO), nelcampo gara denominato“Ponte Ascona”. Il maltempoincessante non ha minima-mente scoraggiato le 32 atle-te ed anche il pesce ha rispo-sto bene, infatti i settori sonostati vinti con una media di 6kg., mentre la media generaleè stata di 3 kg. e mezzo. I pe-sci che hanno abboccato conpiù sollecitudine alle eschedelle concorrenti sono stati i

carassi, di taglia tra 50 e 200gr., e qualcuna ha avuto la for-tuna di portare in nassa qual-che carpetta. Il regolamentoprevedeva la tecnica libera,ma la maggior parte delleagoniste ha optato per la pe-sca a roubaisienne alla massi-ma lunghezza consentita, ov-vero 11,50 mt. Le lenze mag-giormente impiegate variava-no da 0,50 a 3 gr., secondo leconvinzioni personali delleatlete. Alcune hanno ancheprovato ad insidiare qualchepesce utilizzando l’inglese, iltutto con buoni risultati vistoche i carassi, in questo perio-

do, erano in frega e quindistazionavano anche nelle can-nette sulla sponda opposta.Prima assoluta si è piazzata Si-mona Pollastri che, con 6840gr., ha vinto il settore “D”, se-

conda assoluta Sheila Ricottiche si è aggiudicata il settore“B”, terza Laura Rossetti cheha vinto il settore tecnico “C”e quarta Claudia Marchiodiche ha trionfato in un vero eproprio settore di fuoco e inun picchetto non molto favo-revole (A6). Da segnalare“l’entrata in gioco” di alcunenuove concorrenti, tra l’altromolto giovani, e da non di-menticare la sempre impecca-bile organizzazione della so-cietà SPS La Bilancella di Bru-no Lugli e il preciso lavorosvolto dal Giudice di GaraGiancarlo Cassanelli.

Daniela Ferrando

1° Prova Campionato di pesca al colpo femminile

a terza prova dell'ec-cel lenza nord si è

svolta in un insolito CavoLama a Novi di Modena; lecontinue variazioni di livello

del canale hanno dato vitaad una gara estremamentedifficile con scarsa pescosi-tà e di conseguenza nonsempre regolare come cat-

ture. Vince la prova il GattoAzzurro di Reggio Emiliacon 8 punti seguito daicampioni d'Italia in caricadella Lenza Emiliana Tuber-tini con 11 punti e, a 12punti, dalla rinata Longo-bardi Milo e dal Gpo Tuber-tini. La gara si è svolta nelcampo centrale con preva-lenza di pesca all'inglesesulla tre quarti del canale epoche palle di bigattini in-collati e pastura; sicura-mente il canale non è che illontano parente di quellosplendido campo gara chenel 2007 ha visto svolgersisulle sue sponde il campio-nato europeo e dunque una

partenza così sofferta delpiù importante e frequenta-to campo di gara d'Italianon fa sperare nulla di buo-no per il futuro. Comun-que, prima di andare sul-l'Arno pisano a fine maggioc'è da segnalare che in testaalla classifica, dopo la terzaprova, c'è la squadra “b”della Ravanelli Trabucco da-vanti alla Lenza Emiliana Tu-bertini e all'Oltrarno Col-mic. Fanno infine notizia gliottimi piazzamenti in classi-fica del Gatto Azzurro Sar-fix, del Tca Firenze Sarfix,del Team Vicenza Faps e deigiovani pescatori padovaniMaver di Paolo Bettella.

3a prova eccellenza nord 2009

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ClassificaCL. COGNOME NOME CATEG. PN. PESO (G) SOCIETÀ PROV.1 Pollastri Simona S 1,00 6,840 Lenza Emiliana (Tubertini) (BO)2 Ricotti Sheila S 1,00 6,690 A.P.P.S. Lenza Aglianese (Maver) (PT)3 Rossetti Laura S 1,00 5,880 A.P.S. Gloria (Milo) (AT)4 Marchiodi Claudia S 1,00 5,550 Team Sarfix Crevalcore (BO)5 Camporesi Milena S 2,00 6,020 Polisportiva Oltrarno (Colmic) (FI)6 Zanobini Veruska S 2,00 5,500 S.P.S. Il Vairone (Maver) (RE)7 Baldisseri Katia S 2,00 3,750 A.P.S. Le Aquile (Colmic) (FO)8 Tagliaferri Franca S 3,00 5,500 A.P.S. Cavedano Genzano (Fly) (RM)9 Conforto Stefania S 3,00 4,490 S.P.S. Paco (Daiwa) (RE)10 Colombo Graziella O 3,00 3,390 Polisportiva Dorando Pietri (MO)

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L

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grandi passi ci stiamoavvicinando alle com-

petizioni internazionali di pe-sca al colpo. I campionati na-zionali a squadre ben prestosi fermeranno e i nostri ago-nisti più blasonati vestirannouna sola maglia, quella az-zurra. In giro per l’Europa ciaspettano pesci da catturaree avversari da superare e conqualcuno, i sudditi della Re-gina Elisabetta, abbiamo unavendetta alieutica sportiva dacompiere. Brucia ancora l’esi-to del mondiale del 2008 aSpinadesco, ma bruciano an-cora di più le parole che gliinglesi hanno speso sui lorogiornali nazionali quandohanno commentato che

“battere gli Italiani in Italia”è la più grande soddisfazioneraccolta negli ultimi anni. Ca-piamo che la nazionale bri-tannica è formata da grandicampioni, ma quella italiananon è certamente da meno enelle prossime sfide i nostriragazzi lo dimostreranno disicuro. D’altra parte gli ingle-si in ogni campo sono abi-tuati a non avere paura dinessuno, ma ultimamente holetto in alcune interviste sullastampa inglese che l’unicoTeam che temono è proprioquello azzurro. Chi nonavrebbe paura di campionidel calibro di Ballabeni, De-fendi, Falsini, Sorti, Gabba eFini? Io nei panni degli inglesi

non dormirei sonni olandesitranquilli quando in settem-bre questi sei “tritapesci” sipresenteranno ad Almere sulBacino di Vaart. Ma la storiacontinua perché ci sono altriappuntamenti internazionalidove l’Italia può dominare e

alzare al vento il nostro ama-to tricolore. Il 23 e 24 mag-gio è andata in scena la Cop-pa Latina in Belgio, dove sul-le acque di Re Baldovinohanno pescato Friggeri, Bru-ni, Boni, Fini, Genovesi eOrecchia. Un buon allena-mento la nostra nazionale losvolgerà nell’ambito della

responsabili tecnici del-la Federazione pesca in-

glese hanno selezionato laformazione del Team EnglandDrennan che dovrà rappresen-tare l’Inghilterra ai prossimiappuntamenti agonisti inter-nazionali ed in particolare aquello che andrà in scena il 5e 6 settembre ad Almere inOlanda, vale a dire il Campio-nato del mondo senior perNazioni di pesca al colpo. Losquadrone inglese, medagliad’oro tre volte durante gli ulti-mi quattro anni, vuole conti-

nuare a raccogliere altri suc-cessi anche se sul campo digara olandese saranno diversele formazioni che si contende-ranno l’ambito titolo. La squa-dra inglese ha nei suoi agoni-sti affermati una quantità im-mensa di esperienza, anche segli avversari che più di altri te-me sono la Francia e l’Italia.Inoltre l’Inghilterra dovrà fare iconti anche con la nazionaledi casa e del vicino Belgio inquanto riusciranno a sfruttaredecisamente meglio di altri ilfattore “acque amiche”. Lasquadra inglese, ricordiamoloCampione del mondo in cari-ca, è composta da: Will Rai-son, campione del mondo in-dividuale corrente; Alan Scot-thorne, campione del mondoindividuale per ben cinquevolte; Steve Gardner agonistadi grande esperienza interna-zionale; Sean Ashby, 4 voltemedaglia d’oro ai campionatidel mondo; Stuart Conroy, an-

ch’esso 4 volte medagliad’oro ai campionati del mon-do; Des Shipp, 3 volte meda-glia d’oro al campionato delmondo. Il Commissario tecni-co Mark Downes dice dellasquadra che ha selezionato:“questi 6 pescatori sono i piùrispettati nel mondo, hannograndi qualità individualmen-te, ma si rafforzano quandopescano in gruppo raggiun-gendo alti livelli di professio-nalità”. Il secondo Commissa-rio aggiunto, Addy, rincalza:“abbiamo chiamato le stessepersone maggiormente titola-te perché squadra che vincenon si cambia. Ogni annoquesti ragazzi ottengono ri-sultati eccezionali grazie al-l’esperienza acquisita. Noi cer-tamente arriveremo a questicampionati del mondo ed aglieuropei come i favoriti e sare-mo per tutti la squadra dabattere”. I campionati europeiche quest'anno si sono svolti

in Slovenia su un fiume rapidoe potente a fine giugno han-no visto la squadra del TeamEngland Drennan pescare conla seguente formazione: WillRaison, Alan Scotthorne, SeanAshby, Steve Hemingray, Ste-ve Gardner e Darren Cox.Dick Clegg, Direttore interna-zionale di pesca al colpo infineaggiunge: “La selezione dellerappresentative inglesi non èstata difficile visto i tanti suc-cessi che questi atleti hannoottenuto in tanti eventi inter-nazionali. Abbiamo creato lebasi per avere una squadrafortissima ben sei anni fa e daallora siamo cresciuti tantomigliorando nell'abilità e nellospirito di squadra. Con taleconsistenza di qualità sarà du-ra fare dei cambiamenti nelcorso dei prossimi anni. Lesquadre selezionate hannoesperienza internazionale davendere e ancora una volta di-mostreranno che la pesca alcolpo inglese sarà la miglioredel mondo!”.

DENTRO L’AGONISMO

Agonismogare

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La corazzata azzurra scalda i motori!

L’inghilterra presenta i suoi assi

I

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*di Alessandro Scarponiwww.matchfishingitaly.blogspot.com

J A C O P O FA L S I N I G I A N L I U I G I S O RT I

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classica “Italia-Francia”, sfidache ha visto i nostri cuginitransalpini soccombere pa-recchie volte. In Slovenia, in-vece, il 27 e 28 giugno si so-no sfidati i nostri avversarinell’Europeo della pesca alcolpo e lì hanno pescato i 5nazionali del 2008 con Ro-dolfo Friggeri al posto di Ste-fano Bosi. La nazionale az-zurra è formata da un grup-po di super campioni di 11elementi così selezionati: Ro-

berto Orecchia campione ita-liano 2008 in carica; i primi 5della classifica del Club Az-zurro, Marco Genovesi, An-drea Fini, Alessandro Bruni,Andrea Boni, e Rodolfo Frig-geri, e 5 per scelta tecnicaprovenienti dalla nazionaledel 2008 ovvero UmbertoBallabeni, Stefano Defendi,Jacopo Falsini, Gianluigi Sortie Ferruccio Gabba. La nazio-nale che disputerà il Campio-nato del mondo per nazioni

salirà in Olanda nel mese diagosto per uno stage cono-scitivo e per mettere a puntole scelte tecniche migliori. Itifosi che non hanno la possi-bilità di seguire in Olanda inostri eroi potranno accon-tentarsi, se così si può dire, ditifare azzurro nell’ambito dialtri eventi internazionali. Ilcampionato del mondo fem-minile si svolgerà a ReggioEmilia sul canale Fiuma, ilCampionato del mondo gio-

vani si svolgerà in Portogalloe nel 2010 sul canale FisseroTartaro, mentre i Giochimondiali della pesca, eventoche coinvolge tutte le specia-lità della pesca con l’amo, sisvolgerà nel 2011 proprio inItalia. Il “mondialino” perClub invece è andato in pro-gramma in Slovacchia il 13 e14 giugno. E allora sostenia-mo i nostri atleti e la nostrabandiera gridando forza Az-zurri e forza Italia!

F E R R U C C I O G A B B A A N D R E A F I N I U M B E RT O B A L L A B E N I S T E FA N O D E F E N D I

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ue chiacchiere da vici-no con il campione del

mondo in carica Will Raison,attuale colonna portante del-la nazionale inglese.“Intanto voglio salutare tuttigli amici pescatori italiani; ho35 anni ed abito a sud di Lon-dra e dal 1998 sono membrodella nazionale inglese con ilTeam England Drennan. I suc-cessi internazionali più impor-tanti che ho raggiunto sonostati la vittoria individuale alCampionato Europeo 2005 eil titolo individuale ai recenticampionati del mondo in Ita-lia. Inoltre sono stato più voltecomponente della squadranazionale inglese campionedel mondo. I miei record per-sonali di catture in una gara dipesca sono stati i seguenti:203 kg di carpe catturate du-rante una gara di 5 ore e 75chili di breme sempre in unagara di 5 ore in un lago in Da-nimarca. Da diversi anni sonosponsorizzato dalla Daiwa edalla Sensas. Ho iniziato a pe-scare molto giovane grazie amio padre, anch’esso agoni-

sta, e miei idoli a cui ho sem-pre guardato con ammirazio-ne per imparare tanti segretisono stati Steve Gardner eBob Nudd. Addirittura Stevepesca nella mia squadra, il Te-am Dorking Daiwa. Questidue campioni in Inghilterrasono dei miti e anche adessosono grandi modelli di riferi-mento per me e per tanti gio-vani. Ho un ottimo rapportodi amicizia con il francese Je-an Desquè che è anche unuomo Sensas. Con Jean alme-no una volta all'anno andia-mo a pescare insieme sia inFrancia che in Inghilterra, inparticolare nell’impianto diGolden Valley, impianto di pe-sca molto noto in Inghilterra.Con tutti i pescatori dellasquadra nazionale ho unbuon rapporto, anche se vi-viamo sparsi un po’ in tuttal'Inghilterra. Con qualcuno,come ad esempio Alan Scot-thorne e Des Shipp, parteci-piamo anche a vari campiona-ti d'inverno. Abbiamo un rap-porto amichevole tra di noiche cerchiamo di mantenere

anche in squadra. Mio padreha un ruolo importante nellamia vita perché lui, oltre adessere il mio personale super-visore, è anche l’amico che misa consigliare sempre beneperché è lui che mi ha intro-dotto nel mondo della pesca.D’altra parte non può che es-sere così visto che nella miafamiglia tutti sono pescatoricompreso mio nonno che èstato un famoso pescatore.Mio padre è anche un notoagonista che gareggia a livellolocale e regionale. Questaesperienza di competizioni re-gionali, insieme a quella inter-nazionale, mi permette diavere un buon successo an-che sul piano imprenditorialecosì com’è successo in Italiacon persone come Trabucco,Milo e Tubertini. Grazie allapesca e ai contratti di sponso-rizzazione posso dire di viverebene, ma abbiamo altre attivi-tà sempre legate alla pescacome la gestione del lago diGold Valley che porto avantiinsieme a mio padre. Ho molti"obblighi" commerciali con imiei partner Daiwa e Sensas emolti giorni all’anno devo de-dicarli a loro. Sono da sempreun estimatore e utilizzatore dipasture Sensas che conoscomolto bene e mi permettonodi avere successo in moltecompetizioni. La mia pasturafavorita è senza dubbio laSensas "lago". Sono cresciu-to facendo gare con la cannainglese lunga 3,90 mt e la miacanna preferita che utilizzosempre con piacere è la Dai-wa Spectron M2. Questa can-na soddisfa tutte le mie esi-genze in termini di qualità,azione e flessibilità. Sicura-mente questa canna non è trale più economiche presentisul mercato, tuttavia è un

prodotto di alta qualità realiz-zata in Scozia. Possiedoun’auto molto capiente perandare a pescare la cui targaè unica e originale al tempostesso perché riporta le letteredel mio cognome. Una voltame l’hanno rubata e mi è di-spiaciuto molto perché era unregalo di mio padre. Un annoè fatto di 365 giorni ed io al-meno 200 di questi li passo apescare, ma ci sono anchegiorni in cui devo preparare lelenze sempre rigorosamentein acqua. Ogni settimana so-no in gara almeno tre volte,mercoledì, sabato e domenicagiorni tipici in Inghilterra de-dicati alle competizioni di pe-sca. Per me la pesca è uno sti-le di vita e non c'è una com-petizione che non preparisempre con meticolosità. Allafine della stagione agonisticainternazionale preferisco tra-scorrere con la mia squadraun periodo di pesca in un la-go. Questi giorni per me sonosempre molto rilassanti e mifanno stare bene. Il lago dovedi solito andiamo è situato al-l’interno di un parco e, mentreio vado a pesce durante ilgiorno, la mia ragazza va a fa-re shopping o fare qualcosa dipropria iniziativa. Le serate sitrascorrono insieme con lasquadra o con i nostri familiarie partner, tutti insieme con ar-monia e amicizia. La societàDaiwa per me è come una fa-miglia, ci unisce un forte sen-so di solidarietà e di amicizia.Fuori dalla pesca non ho altriinteressi perché questa passio-ne mi assorbe tutto il tempo.Però ho appena costruito unacasa e quando posso mi guar-do la mia squadra di calcio delcuore che è il Tottenham”. Unsaluto a tutti gli amici da WillRaison”.

PESCA AL COLPO, CONOSCIAMO UN CAMPIONE

Alla scoperta di Will Raison

Agonismogare

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D

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l momento tanto attesodalle 50 coppie di ago-

nisti dello spinning torrentepresenti a Beduzzo (PR) sullerive del torrente Parma è cosìarrivato e dunque si è svolta inprovincia di Parma la quintaedizione del Campionato Ita-liano di Spinning a coppie tro-ta torrente. Organizzato dallaA.P.D.S. Agonistica Val D’Enzae patrocinato dalla FIPSAS,questa fase finale del quintocampionato spinning a coppieha avuto come teatro dellamanifestazione agonistica iltorrente Parma in località Cor-niglio dove le 50 coppie accre-

ditate alla fase finale di questaspecialità si sono date batta-glia per la conquista del primoposto e del titolo di campionid’Italia. Padrino della manife-stazione Francesco Antonio,dirigente federale FIPSAS re-sponsabile trota torrenteesche naturali - spinning. Nu-merose erano le squadre pro-venienti da buona parte dellapenisola, addirittura dalla lon-tana Sardegna, esattamentedalla provincia di Nuoro dovemai si potrebbe immaginareche la pesca alla trota siaun’attività in crescita grazieanche a scenari naturali unici

di assoluto valore che purtrop-po pochi conoscono in quan-to si tende sempre ad associa-re alla Sardegna il mare igno-rando la parte montuosa del-l’isola che è a dir poco incan-tevole ed incontaminata e ric-ca di acqua dolce. La fine dellamanifestazione agonistica havisto prevalere in maniera net-ta solo tre coppie che poi sonoquelle che hanno composto ilpodio finale. Dato però chetutte e tre le coppie in que-stione hanno vinto rispettiva-mente le due prove nei settoria loro assegnati, la differenzaper l’assegnazione di titolo emedaglie l’hanno fatta le trotecomplessivamente catturate.Coppia regina della manife-stazione agonistica è risultataessere quella composta daifratelli Colusso, Alfred e Ivan,

militanti nel Valdossola Fi-shing team (Grossi Faps) checon due primi di settore e 42trote si sono aggiudicati l’oroe il titolo di Campioni d’Italia2009. Al secondo posto si èattestata la coppia compostadal bolzanino Herrmann Arnoe dal bergamasco Scuri Giam-battista, militanti nell’Angler’sClub di Bolzano, che con unaaltrettanto ottima prova con-dita da due primi di settore e34 trote, hanno conquistato lameritata medaglia d’argento.Bronzo alla terza coppia, com-posta da Banal Antonio e Cal-donazzi Walter, militanti nelclub Team Trento. Anche lorocon due primi di settore, macon qualche trota in meno,solo 24, riescono comunque aconquistare un ottimo edonorevole gradino del podio.

5° campionato italiano spinning a coppie

I

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Il BF Express 10 della Best Fishercommercializzato da Leader Pesca èun piccolo mulinello di taglia 1000,mediamente leggero e ideale peruna comoda passata in fiume confili di diametro ridotto e anche per lapesca in cave e laghetti. Ha il corpoin grafite, archetto tubolare rinfor-zato, manovella pieghevole con im-pugnatura gommata, frizione po-steriore con morbida ghiera antisci-volo, una bobina in allumino forgia-to più una di ricambio di tipo nor-male alleggerite con le tipiche fora-ture nel bordo inferiore. Lo scatto dichiusura è buono e la scorrevolezzad’insieme si avvale di 7 cuscinetti asfera. Velocità di recupero 5,5:1, ta-glie disponibili: 10/20/30. Capacitàdel filo 0,18 mm/215 mt - 0,20mm/175 mt - 0,25 mm/110 mt.

BF Express 10 - Best Fisher

La P-Line presenta un filo in-novativo che è il risultato diuna ricerca durata molti annial fine di trovare un filo per-fetto in tutte le sue caratteri-stiche tecniche. A questoprogetto ha partecipato unteam di grandi pescatori euna squadra di preparatissimiingegneri che hanno coordi-nato le loro capacità per ot-tenere questo risultato. Ex-trusion è il risultato della me-scola di tre diversi tipi di ny-lon con un processo specialedi estrusione, aggiungendopoi un additivo per la resi-stenza all'abrasione. P-lineha dato vita a quello che è ilcopolimero tecnologicamen-te più avanzato nel mondodella pesca. Il risultato otte-nuto è un filo sensibile conuna straordinaria resistenzaalle abrasioni, unita ad un li-vello di elasticità ridottissimo

e ad una superficie esternapriva di impurità così da fa-vorire la scorrevolezza neilanci senza, ovviamente, tra-lasciare il carico di rottura li-neare e al nodo. L’ additivocontro l'abrasione fa sì che P-line Extrusion. sia inattacca-bile da rocce, cozze, canne,rami ecc... fattori che si rive-lano devastanti per i tradizio-nali fili. L’allungamento diExtrusion è inferiore a qual-siasi altro filo di circa il 40%e questo permette di avereun contatto ancora più diret-to con il pesce aumentandola sensibilità del pescatore elimitando al minimo il tempodi reazione nella ferrata. Inquesto modo il numero dellecatture aumenta. Grazie aqueste caratteristiche Extru-sion si può considerare , almomento, il filo più comple-to presente sul mercato.

Extrusion - P-Line

VetrinaPescaIn*

a cura della Redazione

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Leader Pesca S.r.l.Via Monte Stallonara 195 - 20500050 - Pontegaleria - RomaTel e fax 06 65003085 [email protected]

P-line Europe S.r.l.Loc. Bolognana - Via di Fondovalle - 55027 - Gallicano - LUTel. 0583 709036 - Fax 0583 707488 - www.p-line-europe.com [email protected]

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Due comodi secchi per il trasporto del vivo eanche di quelle particolari esche che in ge-nere necessitano di essere collocate in unambiente solido, con l’aggiunta di acqua oliquidi. Sono nel classico materiale plasticosemi-rigido, con il comodo cestello internoche dispone della maniglia di sollevamento elo sportello di contenimento superiore giàcollegato. Sono disponibili sia in forma ova-le che circolare; entrambi hanno l’accessonella parte superiore. Vengono presentaticon due diverse capacità, 7 e 12 lt, o an-che con il secchiello trasparente, sempreper il vivo, da 5 lt.

L’Avenger 30 della Okuma commercializzato da Adinolfi è un muli-nello particolarmente studiato per lo spinning e per il lancio in ge-nere: si evidenzia per una elegante linea tipica delle serie che neesalta la compattezza del corpo, oltreché per le soluzioni tecnicheche vi sono state introdotte. Il mulinello è robusto e tenace gra-zie alla realizzazione al tornio del pignone centrale in ottone.Ha sei cuscinetti a sfera inseriti nelle parti più sottoposte aimovimenti meccanici, sistema anti-ritorno infinito, frizio-ne in testa con sistema giapponese a multi dischi lubri-ficati, bobina di ricambio in grafite, sistema brevettatoEOS, guarnizione anti ingresso acqua, Hydro Block.Scorrevolezza e fluidità degli ingranaggi si avvertonobene ad ogni giro di manovella; lo scatto di chiusuradell’archetto è efficace, preciso e solido.

Avenger 30 - Okuma

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Carson sncStrada del Francese 97/2C10156 TorinoTel. 011 4501668Fax 011 [email protected]

Adinolfi S.p.A.Via Brennero 10 - MonzaTel. 039 2300745Fax 039 [email protected]

Secchio per esche vive - Carson

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Questi prodotti per la pescasono da sempre una sceltadi qualità e di professionalitàche indubbiamente eviden-ziano la conferma dell'impe-gno e della grande passioneche continua ad animare lostaff di Antiche Pasture nelprocesso di miglioramento edi creazione, con la produ-zione di pasture ed altri tipi

di esche per la pesca sporti-va da competizione e non,sia per il fiume che per il la-go e il mare. Sono tutti prodotti che sonostati realizzati in collabora-zione con esperti pescatoriper creare una linea specifi-ca per il Carpfishing. Di fattosono stati a lungo testati esperimentati i componenti

dei nuovi prodotti giungen-do ad ottenere risultati vera-mente efficaci. La produzio-ne artigianale è sinonimo diqualità e freschezza degli in-gredienti che vengono maci-nati, miscelati, aromatizzatie colorati con procedimentisemplici e manuali. Questepasture sono ideali per il fiu-me e si presentano tutte con

una grana media; FondoBianca Fiume Formaggio, èappunto ricca di formaggiocon in più canapa e arachidetostata ed è ideale per cave-dani, savette e barbi; FondoGialla è ricca di biscotto epastoncino e risulta perfettaper carpe, carassi e breme;Fondo Rossa ha una aggiun-ta rispetto alla precedente difarina di frutta ed è addizio-nata con aroma di fragola.Le confezioni disponibili so-no da 1/3/25 kg.

Pasture fondo - Antiche Pasture

Ce ne sono davvero per tutti igusti e ogni esigenza di amiAkura commercializzati dallaTrabucco. Sono ben 37 le se-rie disponibili e tra queste tro-viamo ami a paletta, ad oc-chiello, con micro ardiglione,

forgiati, senza ardiglione, agambo storto e nelle colora-zioni nickel, black nickel, oroe bronzo. Tra le varie serie la3000 è a curvatura larga congambo medio semi-forgiato ecolore black nickel. La punta è

affilata chimicamente perun’elevata penetrazione e haun micro ardiglione. E’ perfet-to per l’innesco di bigattini,ver de vase, mais e vermi ca-ster. Il 3000G è invece dorato,a gambo medio semi battuto,

con curvatura larga e ardiglio-ne ad alta tenuta sempre conla punta affilata chimicamen-te. Adatto alla pesca di cipri-nidi e soprattutto per l’inne-sco del mais. La serie 6315 ènichelata e a filo tondo mediofine. La curvatura è tonda edha un micro ardiglione. E’ per-fetto sia in mare che in fiumee soprattutto per l’innesco dibigattini, vermi e mais. Infineil 6000, black nickel, a filotondo medio fine, gambolungo e curvatura larga. E’specifico per breme, carpe,gardon e cavedani. La quanti-tà per busta è di 15 ami.

Ami Akura - Trabucco

VetrinaPescaIn

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Antiche PastureViqa G. Galilei 8Zona industriale S.Agostino51100 - PistoiaTel. 0573 934775 - Fax 0573 [email protected]

Trabucco SrlVia Atene 7Zona CEPIM Interporto 43010Bianconese di Fontevivo - PMTel. 0521 618000 - Fax 0521 [email protected]

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Artico è un’azienda specializ-zata in canne da pesca pro-dotte con una vasta gammadi materiali molto affidabili,robusti e ben rifiniti. Si avvaledell’esperienza di noti cam-pioni del settore agonistico,specie in ambito trota torren-te e trota lago, ma il catalogoannovera una serie di prodottinuovi per lo spinning in mare,il vertical jigging, ma anchecanne da passata, roubaisien-ne, spinning e casting in ac-que interne. La parte abbi-gliamento per la bella stagio-ne presenta questa fresca po-lo piquet in cotone morbidoche è disponibile nelle taglieS,M,L,XK,XXL e nel colorecanna di fucile. Completa ladotazione per il pescatore maanche per il tempo libero unelegante cappellino dicolore blu, molto fre-sco e dal tipico ta-glio baseball. Duecapi dalla grandepraticità e versatili-tà che possono essereindossati in ogni momentodella giornata.

Polo Piquet e cappellino - Artico

La Mivardi è un’azienda che na-sce nella Repubblica Ceca edesporta in Italia accessori per lapesca di alta qualità. Caratteriz-zano questa ditta innovazione,

esperienza, qualità e affidabilitàperché tutti i suoi prodotti sonocoperti da garanzia e da un ser-vizio rapido di riparazione. Can-ne, mulinelli, fili, buffetteria e

accessori per tutti i tipi di pescasia in acqua dolce che in maresono i prodotti proposti dallaMivardi. La Fanatic Spinning èuna canna per la tecnica indica-

ta costruita in due sezioni. E’ incarbonio e materiali compositi ela sua caratteristica è quella diavere un’azione fast per ferrateperfette. E’ disponibile in duelunghezze, 2,40 e 2,70 mt e trerange d’azione, 10/25 gr, 15/40gr, 30/60 gr. In Italia il distribu-tore ufficiale è Ivan Cappellari.

Fanatic Spinning - Mivardi

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Artico SrlVia Malignani 233170 - PordenoneTel. 0434 598205Fax 0434 [email protected]

Tel. [email protected]

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■ I valori riportati nelle tabel-le si riferiscono alle ore delculmine di alta marea in alcu-ne località italiane. Essendo,però, estrapolati esclusiva-

mente da componenti astro-nomici, possono essere sog-getti a piccole variazioni do-vute a fenomeni meteorologi-ci, e in particolare alla pressio-

ne atmosferica ed al vento. Atale proposito, quindi, è pos-sibile rilevare sul luogo piccoledifferenze rispetto ai valori ri-portati. Le maree di seguito

trascritte sono ad esclusivoutilizzo per la pesca sportiva.Le ore di previsione sonoespresse tenendo conto del-l’ora solare del nostro fusoorario, quindi durante i mesiestivi, quando è in vigore l’oralegale, è necessario aggiunge-re un’ora ai dati della tabella.

Luglio 2009

GIORNO Porto EMPEDOCLE MESSINA TARANTO BRINDISI ORTONA ANCONA TRIESTE VENEZIA

1/M 12:34 - 23:43 08:24 - 21:50 11:46 - ----- 12:14 - 23:12 12:38 - ----- 17:32 - ----- 06:03 - 17:04 06:58 - 18:16

2/G 13:22 - ----- 09:56 - 23:05 00:00 - 12:38 13:10 - ----- 13:26 - 21:37 18:21 - ----- 07:23 - 17:56 08:18 - 19:08

3/V 00:44 - 13:54 10:53 - 23:50 01:00 - 13:30 00:36 - 13:50 14:34 - 23:17 11:42 - 18:48 08:14 - 18:44 09:42 - 19:52

4/S 01:28 - 14:50 11:44 - ----- 01:44 - 14:06 01:40 - 14:22 14:50 - ----- 12:06 - 19:12 08:54 - 19:24 10:14 - 20:33

5/D 02:06 - 15:12 00:23 - 12:18 02:24 - 14:43 02:18 - 14:56 00:30 - 15:08 14:27 - 20:06 09:28 - 20:02 10:44 - 21:10

6/L 02:46 - 15:43 00:56 - 13:02 02:58 - 15:14 02:58 - 15:27 01:38 - 15:31 13:31 - 19:58 09:55 - 20:34 11:15 - 21:46

7/M 03:10 - 16:11 01:27 - 13:40 03:27 - 15:42 03:30 - 15:54 02:30 - 15:58 14:03 - 20:22 10:19 - 21:06 11:40 - 22:18

8/M 03:42 - 16:35 01:56 - 14:06 04:00 - 16:10 04:08 - 16:18 03:10 - 16:23 14:11 - 22:22 10:55 - 21:38 12:07 - 22:50

9/G 04:13 - 17:05 02:23 - 14:37 04:31 - 16:41 04:39 - 16:49 03:44 - 16:43 14:15 - 22:09 11:11 - 22:09 12:31 - 23:20

10/V 04:44 - 17:31 02:51 - 15:05 04:59 - 17:09 05:15 - 17:13 04:21 - 17:09 14:23 - 22:45 11:42 - 22:37 13:02 - 23:49

11/S 05:17 - 18:01 03:22 - 15:25 05:27 - 17:37 05:51 - 17:37 05:05 - 17:25 14:54 - 23:24 12:07 - 23:07 13:31 - -----

12/D 05:57 - 18:31 03:51 - 15:56 06:07 - 18:04 06:31 - 18:04 05:47 - 17:35 15:09 - ----- 12:38 - 23:40 00:21 - 14:01

13/L 06:31 - 19:04 04:19 - 16:36 06:51 - 18:31 07:15 - 18:31 06:47 - 17:56 15:29 - ----- 13:05 - 23:59 00:57 - 14:33

14/M 07:23 - 19:43 05:03 - 17:01 07:53 - 19:07 08:13 - 19:07 08:09 - 18:03 15:41 - ----- 00:21 - 13:37 01:37 - 15:13

15/M 09:09 - 20:29 05:47 - 18:09 08:49 - 20:29 09:05 - 19:27 09:01 - 18:15 02:29 - 16:09 01:21 - 14:21 02:33 - 15:57

16/G 11:22 - 22:22 06:49 - 19:31 10:30 - 22:26 11:22 - 21:02 13:20 - ----- 16:43 - ----- 03:39 - 15:41 05:09 - 16:56

17/V 12:48 - 23:37 08:24 - 21:47 11:52 - ----- 12:21 - 23:17 13:17 - ----- 17:10 - ----- 06:41 - 16:54 07:35 - 18:06

18/S 13:45 - ----- 10:07 - 22:59 00:05 - 12:53 13:16 - ----- 13:49 - ----- 17:48 - ----- 08:17 - 18:01 08:46 - 19:14

19/D 00:57 - 14:15 11:15 - 23:57 01:09 - 13:41 00:57 - 13:56 14:19 - ----- 18:50 - ----- 08:26 - 18:57 09:45 - 20:13

20/L 01:45 - 14:55 12:11 - ----- 02:01 - 14:24 01:53 - 14:36 14:51 - ----- 12:44 - 19:57 09:01 - 19:49 10:29 - 21:01

21/M 02:37 - 15:33 00:34 - 12:57 02:47 - 15:08 02:47 - 15:16 01:41 - 15:25 12:52 - 21:05 09:37 - 20:37 10:56 - 21:49

22/M 03:13 - 16:12 01:15 - 13:41 03:27 - 15:46 03:35 - 15:54 02:47 - 15:54 13:12 - 22:05 10:08 - 21:25 11:32 - 22:37

23/G 04:01 - 16:46 01:55 - 14:18 04:14 - 16:26 04:18 - 16:30 03:35 - 16:24 13:28 - 22:57 10:44 - 22:05 12:04 - 23:21

24/V 04:42 - 17:24 02:34 - 14:58 04:42 - 17:02 05:02 - 17:02 04:26 - 16:58 13:40 - 23:57 11:16 - 22:44 12:36 - 23:57

25/S 05:26 - 17:50 03:15 - 15:38 05:30 - 17:42 05:46 - 17:42 05:18 - 17:19 14:12 - ----- 11:49 - 23:30 13:12 - -----

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31/V 13:19 - ----- 09:49 - 23:10 00:11 - 12:38 12:59 - ----- 13:42 - ----- 16:40 - ----- 08:06 - 17:33 10:18 - 18:41

GIORNO IMPERIA GENOVA LA SPEZIA LIVORNO CIVITAVECCHIA NAPOLI CAGLIARI PALERMO

1/M 03:57 - 17:38 03:33 - 16:49 02:57 - 16:38 03:41 - 17:13 04:01 - 17:17 04:01 - 17:09 04:01 - 17:09 03:53 - 17:05

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3/V 05:49 - 19:26 05:17 - 18:54 04:53 - 18:54 05:40 - 19:06 06:08 - 19:14 06:04 - 19:10 05:53 - 19:10 05:56 - 19:02

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Maree

114

Le tabelle sono realizzate in collaborazione con Navionics

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