Perugia fuori Perugia AGNESE M ASSI SECONDARI · RUR WUD FXL XQ GLDGHPD ÀQHPHQWH OD-vorato e degli...

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Grazie alle testimonianze archeolo- giche venute alla luce negli ultimi decenni in città, in particolare gra- zie agli scavi che hanno interessato la Cattedrale di San Lorenzo e che hanno evidenziato sostruzioni e ma- WHULDOL GD DWWULEXLUH DG XQ HGLタFLR sacro, è ora possibile tracciare con più precisione una storia dell’anti- co centro di Perugia che comincia a VWUXWWXUDUVL DOOD タQH GHO 9, VHF D& ma che lo sarà effettivamente dall’età tardo-classica alla fase etrusco-roma- na. Le possenti mura in travertino di III sec. a.C., con tratti risalenti anche al IV sec. a.C., erette a protezione della città, il Pozzo Sorbello (secon- da metà III sec .a.C.) e la cisterna di via Caporali, le numerose necropoli individuate a partire dalla metà del 1600 poste intorno al colle, gli studi e gli scavi degli ultimi decenni con la scoperta della tomba inviolata dei Cai Cutu (III-I sec. a.C.) e più recente- mente nel 2003, appena fuori le mura etrusche, della tomba dei Cacni (III-I sec. a.C.), mostrano come Perugia della fase etrusca a pieno titolo può essere annoverata tra le principali città dell’antica Etruria, una delle cit- tà della dodecapoli etrusca. Oltre ai monumenti e alle testimonianze ar- cheologiche in nostro possesso vanno naturalmente annoverati e conside- rati per completezza i molti materiali rinvenuti a Perugia o riferibili all’an- tico centro etrusco che negli scorsi se- FROL H SHU DOWHUQH YLFHQGH VRQR タQLWL in musei e collezioni stranieri, tutti HJXDOPHQWH LPSRUWDQWL HG XWLOL DO タQH di conoscere la storia e la grandezza della città etrusca. L’occasione data dal tema di questo interessante Con- vegno su “Perugia etrusca” voluto dal &RPLWDWR VFLHQWLタFR GL Velimna. Gli Etruschi del Fiume permette di presen- tare alcuni materiali tra i più cono- sciuti e studiati attualmente conser- vati nei Musei più importanti d’Italia e d’Europa in attesa di completare la sistematica ricognizione dei materiali attribuibili a Perugia in raccolte pub- bliche e private al di fuori dell’Italia ancora in fase di realizzazione. Le GLIタFROWj DQFKH SUDWLFKH SHU OR VWXGLR che interessa alcuni di questi mate- riali di provenienza incerta, potreb- bero infatti richiedere ancora tempo. Una prima grande ricognizione di reperti relativi all’Umbria ma ormai conservati in altre sedi fu effettuata per l’organizzazione e lo svolgimento Perugia fuori Perugia AGNESE MASSI SECONDARI 91

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Grazie alle testimonianze archeolo-

giche venute alla luce negli ultimi

decenni in città, in particolare gra-

zie agli scavi che hanno interessato

la Cattedrale di San Lorenzo e che

hanno evidenziato sostruzioni e ma-

sacro, è ora possibile tracciare con

più precisione una storia dell’anti-

co centro di Perugia che comincia a

ma che lo sarà effettivamente dall’età

tardo-classica alla fase etrusco-roma-

na. Le possenti mura in travertino di

III sec. a.C., con tratti risalenti anche

al IV sec. a.C., erette a protezione

della città, il Pozzo Sorbello (secon-

da metà III sec .a.C.) e la cisterna di

via Caporali, le numerose necropoli

individuate a partire dalla metà del

1600 poste intorno al colle, gli studi

e gli scavi degli ultimi decenni con

la scoperta della tomba inviolata dei

Cai Cutu (III-I sec. a.C.) e più recente-

mente nel 2003, appena fuori le mura

etrusche, della tomba dei Cacni (III-I

sec. a.C.), mostrano come Perugia

della fase etrusca a pieno titolo può

essere annoverata tra le principali

città dell’antica Etruria, una delle cit-

tà della dodecapoli etrusca. Oltre ai

monumenti e alle testimonianze ar-

cheologiche in nostro possesso vanno

naturalmente annoverati e conside-

rati per completezza i molti materiali

rinvenuti a Perugia o riferibili all’an-

tico centro etrusco che negli scorsi se-

in musei e collezioni stranieri, tutti

di conoscere la storia e la grandezza

della città etrusca. L’occasione data

dal tema di questo interessante Con-

vegno su “Perugia etrusca” voluto dal

Velimna. Gli

Etruschi del Fiume permette di presen-

tare alcuni materiali tra i più cono-

sciuti e studiati attualmente conser-

vati nei Musei più importanti d’Italia

e d’Europa in attesa di completare la

sistematica ricognizione dei materiali

attribuibili a Perugia in raccolte pub-

bliche e private al di fuori dell’Italia

ancora in fase di realizzazione. Le

che interessa alcuni di questi mate-

riali di provenienza incerta, potreb-

bero infatti richiedere ancora tempo.

Una prima grande ricognizione di

reperti relativi all’Umbria ma ormai

conservati in altre sedi fu effettuata

per l’organizzazione e lo svolgimento

Perugia fuori Perugia AGNESE MASSI SECONDARI

91

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delle quattro grandi ed importantis-

sime mostre Gens Antiquissima Italiae

curate e volute da Francesco Roncalli

per conto della Regione Umbria che

hanno avuto luogo a Roma Città del

Vaticano (1988) a Budapest e Craco-

via (1989) a Leningrado (1990) e a

New York (1991) con cataloghi editi

da Electa Editori Umbri, esposizio-

ni e ricerche che fecero conoscere e

portare alla luce documenti inediti

relativi a scoperte e materiali anche

non conosciuti riferibili all’Umbria

attuale ma di proprietà di Musei e

di diverse collezioni private esistenti

negli Stati interessati. Grande parte

hanno inoltre avuto, per quanto ri-

guarda la cessione e l’acquisizione

di tanti di questi reperti, le vicende

storiche che hanno interessato l’Um-

bria nei secoli scorsi, e anche il colle-

zionismo archeologico che ha trovato

nelle nostre zone terreno fertile. In

misura minore hanno contribuito alla

perdita di tanti materiali anche la

presenza e il passaggio a Perugia dei

viaggiatori del Grand Tour sin dai

primi momenti del fenomeno e l’arri-

vo degli emissari dei grandi collezio-

nisti europei che visitarono la città e

acquisirono grandi opere e anche ma-

nufatti di minore valore ma per noi

di grande valore storico (L. POLVE-

RINI, (a cura di) Erudizione e antiqua-

ria a Perugia nell’Ottocento. Incontri

antica e sul Mondo antico 5, Napoli

1998). Un esempio per tutti è la Ma-

donna Conestabile, opera del 1504 di

Raffaello Sanzio, ceduta nel 1871 alla

zarina Marija Aleksandrovna, mo-

glie di Alessandro II di Russia, dalla

famiglia Conestabile che non riuscì

dapprima nell’intento di venderla in

Italia. L’appartenenza della città di

Perugia e del suo territorio allo Stato

Legazione di Perugia e dell’Umbria

nel 1860, ha determinato inoltre l’ac-

quisizione di molti materiali etruschi

ed umbri dall’Umbria nelle colle-

zioni dei Musei Vaticani, a seguito

di acquisto o in dono, alcuni assai

noti come il bronzo conosciuto come

“Putto Graziani” scoperto nel 1587 a

Sanguinara sul lago Trasimeno, con-

servato nella collezione perugina

del conte Graziani e da quest’ultimo

ceduto alle raccolte vaticane (Inv.

12107 - seconda metà del II sec. a.C.),

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perugino Felice Ciatti, Delle memorie

annali et istoriche delle cose di Perugia

raccolte dal molto r.p.m. Felice Ciatti pe-

rugino francescano, Perugia A. Bartoli

1638, 2 voll. e ancora presente in G.B.

VERMIGLIOLI, Le antiche iscrizioni

perugine

Grazie alla mostra Gens Antiquissima

Italiae. -

no, curata da Francesco Roncalli nel

1988, furono rintracciate e presentate

nell’esposizione a Roma urne cine-

rarie di età ellenistica da trovamenti

di metà ‘700 in località Piscille (M.

SANNIBALE,

ellenistica, Roma L’Erma di Bretsch-

neider 1994) (per il collezionismo di

M. BARBANERA, Urne etrusche da

una collezione privata di Perugia, Ren-

diconti Accademia Lincei 61, pp. 153-

193, Roma 1990), tre urne etrusche ed

una di epoca romana appartenenti

ad una tomba rinvenuta a Casaglia

nei pressi della Chiesa nel 1781-1783

acquistate da papa Pio VI (1775-1799)

(

dall’Umbria in Vaticano, catalogo della

mostra a cura di F. RONCALLI, pp.

25-30), un thymiaterion a gambe uma-

ne in bronzo (inv. 12656) da Perugia

nel 1858 con altro esemplare presen-

te nel Museo Gregoriano Etrusco (A.

TESTA - M. SANNIBALE, Candelabri

e thymiateria, Monumenti Musei e

-

riano Etrusco. 2, Roma L’Erma di

notizia dell’ingresso nelle collezio-

ni di altri materiali non più rintrac-

ciabili quali “sei statuine in bronzo”,

“due vasi dipinti” donati dalla fami-

nel 1837 aveva inaugurato il Museo

Gregoriano etrusco (1831-1846) in

occasione della sua visita a Perugia

nel 1841 (Bull.Inst. 1858, 156) ma oggi

cinque scarabei

in corniola” acquistati dal Governo

-

tinori anch’essi non rintracciabili.

Ed a Roma presso il Museo Etrusco

di Villa Giulia, dove del resto sono

conservati materiali archeologici da

tombe di Nocera Umbra e Todi,

-

duzione e di provenienza perugina:

PILO, M. GIUMAN, Greek Myth on

Etruscan Urns from Perusia: the sacri-

a, De Gruyter Etruscan

Studies 2015, 18(2), pp. 97-125, due

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(Inv. 50311-503312) dall’ipogeo della

famiglia scoperto nel 1844 nella

necropoli del Palazzone e datate al

I sec. a.C., un’urna (inv. 50313) con

Artemis Odysseus Iphigenia

Agamennone e due donne ed altra

urna (inv. 50314) con Capaneo e mito

dei Sette contro Tebe.

Nelle raccolte del Museo Archeolo-

gico Nazionale di Napoli si conser-

vano due specchi etruschi in bron-

zo pertinenti a Perugia dapprima

a Velletri nel Museo Borgiano, uno

dalla collezione da palazzo Graziani

(E. GERHARD, Etruskische Spiegel, I,

-

-

gurazione di Turan Elena e Menelao

(E. GERHARD, Etruskische Spiegel, I,

Sempre nella grande opera del

etruschi da Perugia tra cui l’esempla-

Museum inv. MS 5444 della colle-

zione Fairman Rogers (1833-1900)

acquistato del 1893, l’esemplare ora

a Londra presso il British Museum

da palazzo Ansidei (E. GERHARD,

Etruskische Spiegel, I, Berlin 1843, p.

-

so al British Museum (E. GERHARD,

Etruskische Spiegel, III, Berlin 1863, p.

A Firenze nel Museo Archeologico

-

co diadema aureo datato all’età elle-

nistica (L. MORETTI, in Not.Sc. 1900,

pp. 553 sgg.) da una tomba della

importante necropoli Sperandio in-

dividuata durante scavi effettuati tra

La necropoli

etrusca detta dello Sperandio a nord

di Perugia, appena fuori la cinta mu-

raria, che continua a riservare novità

ancora oggi come l’amico Sergio Fatti

ci mostra in questi stessi atti dedicati

a Perugia, insisteva in una area occu-

pata anche da altre necropoli urba-

ne a partire almeno dal VI al III sec.

a.C. Alla fase arcaica si data il noto

“sarcofago dello Sperandio” (510-500

a.C.) oggi esposto nel Museo Archeo-

logico Nazionale dell’Umbria di Pe-

rugia, in pietra fetida, di produzione

chiusina, scoperto nel 1843 forse en-

tro tomba a camera, che conteneva le

spoglie di un guerriero il cui corredo

comprendeva armi in ferro. Con sca-

vi compiuti dal 1857 al 1858 si indivi-

duano contesti databili tra metà V e

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prima metà IV sec. a.C. e si recupera-

no uno stamnos attribuito al “Gruppo

di Polignoto” e un’anfora con fondo

a punta realizzata dal “Pittore di Pe-

rugia”. Durante gli scavi svolti tra il

1900 e il 1903 si rinvenne una tomba

femminile inviolata di età ellenistica,

con inumazione in cassone, posta sul

fondo di una camera scavata nella

pietra, con porta in arenaria decora-

ta da due borchie in bronzo ancora

in situ. Il ricco corredo, disposto sia

all’esterno sia all’interno della cas-

sa, comprendeva, oltre ad oggetti in

bronzo e vasellame, alcuni oggetti in

-

vorato e degli orecchini. Il diadema

aureo, con foglie stilizzate, splendido

esemplare di acconciatura femminile

fu forse lavorato solo per la sua desti-

nazione funeraria. Le foglie d’alloro

convergono verso il centro, dove è un

-

ta Vanth

di foglie si dipartono trasversalmen-

te verso l’esterno. Alle estremità del

diadema due mezzi dischi di lamina

esibiscono le immagini ripetute di

Scilla. Furono inoltre recuperati orec-

chini in oro oltre il diadema e un so-

stegno in avorio forse inserito in asta

bronzea brucia profumi ed impostato

sul corpo di una donna alata nuda

con leggera veste e calzature, che reg-

ge un alabastron ed un aryballos nelle

mani.

Altri contesti funerari scoperti nella

necropoli e risalenti a questa fase, tra

-

tavano il defunto sepolto in cassa po-

sto in alcuni casi al centro o sul fondo

della camera funeraria con intorno

sepolture entro urne, attribuibili ad

una fase successiva.

Per Parigi vale la pena di citare al-

meno due importanti reperti prove-

nienti da Perugia tra le collezioni dei

Musei del Louvre e mi riferisco al

bronzetto con Menerva combattente

-

nosciutissima ed eccezionale oinochoe

a testa maschile, datata al 425-400

al sito di Gabii nel Latium vetus

alla pubblicazione dello studio di

Luigi Sensi negli Atti del Convegno

internazionale di Perugia 10-11 giu-

gno 2010, L’Ipogeo dei Volumni. 170

anni dalla scoperta, Perugia 2011. Lo

studioso fa riferimento all’opera del

perugino Felice Ciatti, Delle memorie

annali et istoriche delle cose di Perugia

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raccolte dal molto r.p.m. Felice Ciatti pe-

rugino francescano, Perugia A. Bartoli

1638, 2 voll., utilizzando in particola-

re la tavola in cui compare il disegno

dell’oinochoe abbinata ad una lancia

in bronzo con provenienza Ellera

ed assegna con certezza a Perugia il

reperto, unicum nella classe dei vasi

E in questa incompleta rassegna dei

vicende fuori e lontani dalla città,

non poteva essere dimenticato l’ec-

cezionale rinvenimento della tomba

di Castel San Mariano e dei materiali

conservati attualmente tra i Musei di

Londra, Parigi (Louvre e Bibliotèque

Nationale), Copenhagen, Berlino (Sta-

atliche Museen), Monaco di Baviera e

Perugia dove sono però presenti oltre

la metà dei frammenti.

Nel 1812 nei pressi di Perugia a Ca-

stel San Mariano, lo studioso Gio-

van Battista Vermiglioli (1769-1848)

Direttore del Museo archeologico e

professore di Archeologia dell’Uni-

versità di Perugia, rinviene e pub-

blica la scoperta di un complesso di

bronzi (G.B. VERMIGLIOLI, Saggio di

bronzi etruschi trovati nell’agro perugi-

no l’aprile del 1812, Perugia 1813) un

thymiaterion, bracieri, foculi su due

ruote, alari, calderoni, patere, un in-

fundibulum, oinochoai, ceramiche atti-

Negau fra i materiali raccolti) , appar-

tenenti ad una tomba principesca for-

se a camera. Non riesce ad impedire

la dispersione di un terzo dei reperti

sul mercato antiquario ma conserva

per il Museo circa 190 tra pezzi e e

frammenti Allo stesso complesso si

ascrivono numerose lamine bronzee

sbalzate pertinenti a tre distinti carri

o meglio due da parata ed un carpen-

tum, materiali ora divisi tra i Musei

di Perugia Monaco di Baviera Parigi

e Londra. Di particolare interesse le

due lamine bronzee pertinenti al cur-

rus, una biga che veniva guidata in

piedi, databili tra 570 e 520 a.C., con

che colpisce con la folgore un gigan-

te, Zeus con scettro in mano ed Era-

cle (Fig. 7). Dal medesimo recupero

viene anche la lamina bronzea molto

frammentaria pertinente al fregio di

-

cle con pelle leonina e arco incedente

verso due guerrieri armati, dietro i

calzari a punta tunica e manto ricca-

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-

-

valli che incedono al galoppo verso

il centro, quelli di destra calpestano

arciere sciita, forse un’amazzone ab-

battuta: nel fregio probabilmente va

riconosciuto un episodio della lotta

tra Eracle e le Amazzoni. Per la raf-

e per la composizione delle scene è

possibile parlare di un maestro d’o-

rigine greco-orientale che lavorò tra

530-e 520 a.C. legato, secondo alcune

teorie, all’ambiente ceretano. Dal me-

desimo corredo proviene anche una

lamina frammentaria in argento e oro

pallido forse pertinente ad un mo-

un’amazzonomachia da ricollegare,

rilievo del carro con Eracle contro le

Amazzoni (Fig. 8) (M. CIPOLLONE,

I bronzi da Castel San Mariano. Lo stato

delle cose, in Bollettino di Archeologia

on line, II,2011/2-3 con una comple-

la ricostruzione delle vicende dello

smembramento dei materiali).

Al Museum fur Antike KleinKunst di

Monaco di Baviera è conservato dal

1905 il complesso dei “Tripodi Loeb”

da San Valentino (PG) località a po-

chi chilometri da Perugia , ora a Mo-

naco di Baviera Museum fur Antike

KleinKunst, materiali datati al terzo

quarto VI sec. a.C. 550-525 a.C. (Fig.

9). Nel 1904 in una tomba a camera

nei pressi di San Valentino tomba di

Fonte Ranocchia veniva recuperato

un gruppo di tre tripodi e relativi le-

beti, conosciuti con il nome di tripodi

Loeb dal primo proprietario. James

Loeb (New York 1867- Monaco di Ba-

viera 1933), banchiere americano di

che, ritiratosi a vivere in Germania

-

pena acquistati a Roma appena dopo

la scoperta, tripodi che dopo un pri-

mo sapiente restauro eseguito a New

York nei laboratori del Metropolitan

Museum, donerà ai musei della città

tedesca. Nel 1911 lo stesso Loeb, fon-

da la Loeb Classical Library, la col-

lana di testi classici latini e greci con

versione inglese a fronte e note criti-

che. Il complesso dei tripodi e lebeti

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Loeb è in lamina di bronzo a sfera al-

quanto schiacciata con coperchio ed

poggiante sopra ad un fusto a calice

strigilato e sostenuto da una base a

tre piedi, chiusa da lamina in forma

di triangoli arcuati con decorazione

a sbalzo. Quasi certamente mai usati

e realizzati in sottile lamina bronzea,

presentano scene ispirate alla plasti-

ca della Ionia asiatica ma quasi cer-

ceretana.

Lo schema decorativo dei tre lati dei

-

re di animali e scene del mito greco

incorniciate da liste a rilievo. Era-

cle e il leone nemeo, Eracle e Peleo,

Apollo che attacca Tytios, l’agguato

di Achille a Troilo, Perseo e le Gorgo-

ecc. (G. CHASE, Three Bronze Tripods

belonging to James Loeb, in American

-

-

riodo appena dopo la loro acquisizio-

ne da parte del mecenate americano

in cui furono portati a New York (A.

MINTO, Dove e quando furono scoperti

i famosi tripodi Loeb, in Studi Etruschi

Bronzi

arcaici etruschi, i tripodi Loeb, 1957 Isti-

tuto Lombardo di Scienze e Lettere).

Oltre alle testimonianze da Castel

San Mariano, Berlino conserva in rac-

colte diverse, altre importanti testi-

monianze da Perugia e da lunga data

a partire dal “Bronzetto di Offerente”

con iscrizione edita in CIE I, 599 n.

4562, f le(res) z(ec) r(amthal), datato al

500-480 a.C. (Berlin Charlottemburg

Antikenabteilung), ma ancora pre-

sente nel 1750 nella collezione peru-

gina del palazzo degli Oddi a Via dei

Priori, citato e disegnato dal Vermi-

glioli (G.B. VERMIGLIOLI, Le antiche

iscrizioni perugine, 1834, Tomo I, tav.

I) (Fig. 10). Dal Museo Oddi proviene

inoltre lo specchio etrusco bronzeo

di “Atropos

G. Bertold e pubblicato nella immen-

sa raccolta del Gerhard, Etruskische

Spiegel, I, Berlin 1843, pp. 168-171,

Di particolare interesse archeologico

-

conosciuta importanza è la “Gemma

con mito Sette contro Tebe” la cornio-

la incisa ora a Berlino facente parte

della collezione del barone Philipp

von Stosch (1691-1757) trovata dopo

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il 1755 a Perugia passata nel 1755

come dono oppure oggetto di scam-

bio dalle mani del conte Vincenzo

Ansidei a quelle di Stosch insieme

che Stosch aveva acquistato a Roma

da un antiquario, entrambe divenu-

te famose dopo che lo stesso Stosch

ne parlò a Cortona durante le Notti

Coritane dell’Accademia Etrusca. La

scena della corniola, usata anche dal

Winchelmann nel frontespizio della

sua opera Monumenti antichi inedi-

ti del 1764, è altresì presente nella

pubblicazione Description des pierres

gravèes du feu de Stosch, 1760 (Fig. 11).

nuove scoperte, sono conservate

quattro urne in travertino di produ-

zione perugina e provenienti proprio

da Perugia databili al 150 a.C. che

appartengono alla raccolta del Neu-

Pelope e le Furie, le altre due acqui-

site nel 1827 dalla collezione Barthol-

dy (Berlin 1779- Roma 1825 Cimitero

Acattolico- un diplomatico prussiano

presso la Santa Sede, amico del car-

dinal Consalvi e Console generale a

Roma nel 1815) con mito di Ataman-

te e Learco e la quarta con la classica

scena di Troilo ed Achille sempre da

Perugia ma acquistata a Roma nel

1926 dal mercato antiquario.

A Leningrado nelle collezioni dell’Her-

mitage Museum, oltre ad un bronzet-

provenienza Perugia (Gens Antiquis-

-

ningrado, catalogo mostra a cura di F.

RONCALLI, 1990, p. 406), è conser-

vato il famoso e straordinario coper-

chio bronzeo di un’urna da Perugia

datato agli inizi IV sec. a.C. (Fig. 12).

L’opera, rinvenuta nel 1842 nei pressi

di Perugia zona SS. Trinità, fungeva

da copertura su una cassa di traver-

tino che conteneva il corredo com-

posto da una collana e bulla in oro,

corona, a cera perduta a fusione vuo-

ta. Rappresenta un giovane disteso a

banchetto, con braccio sinistro piega-

tosi un cuscino, capigliatura fermata

da diadema, torso nudo, parte del

corpo coperta dal mantello, armilla

e torques. Il coperchio, che presen-

ta tratti classici, fu realizzato per un

esponente dell’aristocrazia perugina

ed è riconducibile, come la Chimera

da Arezzo, a botteghe chiusine degli

ultimi anni del V inizi IV sec. a.C. per

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altri di produzione orvietana. Ac-

quistato dal marchese Campana nel

1842, entrò all’Hermitage nel 1862 a

seguito di un ‘asta in cui risulta com-

prato da S.A. Gedeonov che, per con-

to di Alessandro II, fu agente in Italia

e che a Perugia un decennio dopo

acquisterà per lo Zar dalla famiglia

dei conti Conestabile la Madonna Co-

nestabile opera di Raffaello Sanzio.

Nel 2009 nell’ambito della mostra

“Capolavori etruschi dall’Hermitage”or-

ganizzata a Cortona dall’Accademia

Etrusca presso il Museo della stessa

città, il coperchio è stato esposto per

la prima volta in Italia dal 1861.

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Fig. 2. Città del Vaticano, Museo Gregoriano Etrusco. Thymiaterionda Perugia.

Fig. 3. Perugia. Diadema aureo da Tomba della Necropoli Sperandio 1900, Villa Salusti. Firenze, Museo Archeologico Nazionale

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Fig. 1. G.B. VERMIGLIOLI, Le antiche iscrizioni pe-rugine, 1834, Tomo I, tav. I

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Fig. 4. Menerva 475-450. Parigi, Museo del Lou-vre. Da Perugia

Fig. 5. Oinochoe a testa di giovane 450-425 a.C. Parigi, Museo del Louvre. Da Perugia

Fig. 6. F. CIATTI, Delle memorie annali, et historiche cose di Perugia…, Perugia 1638

Fig . 7. Lamina sbalzata da Castel San Mariano 1812, 530-520 a.C. Perugia, MANU

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Page 13: Perugia fuori Perugia AGNESE M ASSI SECONDARI · RUR WUD FXL XQ GLDGHPD ÀQHPHQWH OD-vorato e degli orecchini. Il diadema aureo, con foglie stilizzate, splendido esemplare di acconciatura

Fig. 8. Castel San Mariano (Perugia). 1812. Lon-dra, British Museum. 525-500 a.C.

Fig. 9. S. Valentino di Marsciano, tomba di Fonte Ranocchia 1904. Tripodi Loeb, Monaco di Bavie-ra, Staatliche Antikensammlugen Museum. 550-525 a.C.

Fig. 10. Offerente dalla collezione Museo Oddi (1750) a Perugia. Berlino, Charlottenburg-An-tikenabteilung. 500-480 a.C.

Fig. 11. La gemma da Perugia. Berlino, Musei Sta-tali dalla Collezione Ph. von Stosch (1691-1757)

Fig. 12. Il cinerario bronzeo (1841) (zona SS. Tri-nità). 350 a.C. Leningrado, Museo dell’Hermitage

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