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MARTEDÌ, GENNAIO 17, 2012
CIRE TRUDON. Candele rivoluzionarie.
Illuminavano e profumavano le sale di Versailles. Le chiese di Francia ne erano costantemente adornate. Candele rivoluzionarie. Eppure hanno 369
anni di storia. Sono le meravigliose candele Cire Trudon.
Realizzate ancora a mano, con cere sopraffine biodegradabili al 100%, racchiudono fragranze che si sprigionano al fondersi della cera, in un lento e
delicato effluvio che permea l’aria e l’atmosfera attorno. Fragranze evocative, che rimandano a mondi letterari, storici e ai personaggi che li hanno
abitati: “Ernesto”, dal profumo di cedro e menta, “Carmélite”, che ricorda il profumo dei chiostri dei conventi, “Manon”, come il profumo delicato
del bucato appena steso.
Nel corso del tempo, la loro peculiarità le ha trasformate da semplici ceri a candele raffinate per illuminare le dimore e gli hotel più prestigiosi.
Tempo fa ho incontrato il direttore esecutivo della storica cereria, Julien Pruvost, presso la profumeria Campomarzio70 di Roma. Ecco quello che
mi ha raccontato…
P.- Una cereria storica che diviene maison di fragranze, maison di stile. Come è stato possibile? Che cosa ha determinato la trasposizione d’uso da
oggetto di culto religioso a complemento di stile per l’hotellerie e le dimore più esclusive?
J.P.- Cire Trudon ha una storia manifatturiera. Sin dal suo inizio è stata una storia si candele, ma anche una storia di evoluzione, ricerca e sviluppo,
di adattamento alle esigenze dell’epoca. All’inizio le nostre candele erano realizzate prevalentemente con grasso animale, oggi sono candele intrise di
pregiatissime fragranze e realizzate con cere vegetali. E’ stata una naturale evoluzione che è andata di pari passo ai tempi che Cire Trudon stava
vivendo. Siamo stati veramente fortunati nel ricevere una tale tradizione, un tale background, che ci ha permesso di realizzare una bellissima linea di
candele, che nel 2007 è stata ricreata e sviluppata dal Direttore Artistico di questa azienda, Mr. Ramdane Touhami. Un’evoluzione nella produzione
delle candele. Ma un’evoluzione natuale.
P.- Come si può mantenere accesa la fiamma di una tradizione che dura da 369 anni? Quale è il vostro segreto?
J.P.- Spirito di adattamento e ricerca. E credo inoltre un po’ di fortuna, la fortuna di incontrare persone appropriate con idee appropriate. E la fortuna
di ereditare una storia così ricca e la responsabilità di conservarla ai giorni nostri.
P.- Le fragranze di cui le vostre candele sono intrise rimandano a mondi lontani ormai scomparsi, come la storia del Seicento e dell’Ottocento, grandi
personaggi della letteratura e dell’arte. Come avviene la ricerca di tali temi?
J.P- Non si pensa ad una fragranza, si pensa ad un odore. Qualcosa che evochi, che faccia pensare a qualcosa che può essere un periodo della storia,
una persona, un luogo, un viaggio o una combinazione di questi singoli elementi. Ovviamente sono temi interrelati alla storia francese, perchè è stato
più logico cercarli prima di tutto lì. C’è stato un grandissimo lavoro da parte di Ramdane Touhami per metterli insieme. Non sono legati unicamente
alla storia francese, ma sono legati al viaggio, alla storia, alla rivoluzione come in “Ernesto”, Ernesto Che Guevara ovviamente, che fu chiaramente
una figura rivoluzionaria. Alcuni di questi temi non sono necessariamente francesi, ma possiamo dire che sono comunque francesi in qualche modo.
Non solo la ricerca basata su un tema, ma anche basata sulle fragranze. Tutte queste candele contengono elementi naturali, componenti di altissima
qualità, davvero rari, che sono prova di una grandissima qualità e cura. Mettiamo davvero il meglio in queste candele.
P.- Candele straordinarie. Dalla scelta di un tema olfattivo, alla composizione del bouquet della fragranza, alla foggia particolare della cera (come il
busto di un personaggio), alla definizione di un nome come Carmélite, La Marquis, Trianon, Odeur de Lune…Tutto è osservato nel minimo
dettaglio. Quanto tempo trascorre dall’ideazione alla creazione di una nuova fragranza?
J.P.- E’ molto difficile stabilire una linea del tempo tra la ricerca e il processo produttivo. Non cerchiamo mai di imporre delle tempistiche, di fissare il
tempo. Non abbiamo un piano per programmare la creazione di nuove candele. Sono idee che derivano dall’ispirazione umana, da pura creatività. Un
anno possiamo lanciare quattro nuove creazioni, un anno nessuna, un altro anno nessuna nuova candela ma forse altri tipi di prodotti come abbiamo
fatto quest’anno con le stick bombs. Vogliamo che rimanga una cosa imprevedibile. Un processo umano. Questo è il modo in cui lavoriamo.
P.- Si dice che le candele Cire Trudon non sprigionino delle fragranze, ma riproducano degli “odori” come l’odore del parquet dei pavimenti di
Versailles in “Roi Soleil”, delle spezie dei mercati esotici di “Pondichery”, l’odore metallico di zolfo e legni muschiati della luna in “Odeur de
Lune”. Annusandoli non si può altro che constatare che nulla è mai stato detto di più vero in relazione ad una candela. Anche questa una scelta che
segna uno stile. Come è possibile ricreare odori ed atmosfere?
J.P.- Non si tratta solo di vaniglia, di violetta, non è un profumo. E’ un odore. E’ più che la composizione di dieci elementi. Non è un profumo, è
qualcosa che indossi, che profuma lo spazio attorno. Un’atmosfera.
P.- Anche nella scelta di fragranze ispirate a dei personaggi come Napoleone, Luigi XIV il Re Sole, Madame De Pompadour e persino Ernesto Che
Guevara, più che la fragranza del personaggio, le candele Cire Trudon evocano l’ambiente in cui essi hanno vissuto, che li ha permeati: regge, campi
di battaglia, boudoirs. Interessante descrivere una persona attraverso l’ambiente in cui ha vissuto. Il riaffiorare di un ricordo tramite l’annusare una
fragranza. Quanto vi è di proustiano in questa scelta?
J.P- Gran parte della cultura francese si basa sulla nostalgia. Ma credo che l’idea qui non sia tanto la nostalgia. E’ un riprendere dalla storia, una reale
interpretazione. Per alcune persone potrebbe essere la reminescenza di qualcosa della loro infanzia, del passato, o qualcosa che loro amano nella
storia. Dipende dai consumatori. Siamo felici di rimanere aperti nell’interpretazione di ciò. Le persone odorano ciò che vogliono odorare. Non vogliamo
legare le candele ad una parte particolare della storia, ma apprezziamo il profumo per quello che è. E’ una ripresa dalla storia ma è una pura
interpretazione. E’ una creatività in sè.
P.- Al momento avete due negozi monomarca Cire Trudon, a Parigi e New York. E in Italia, terra cultrice del bello e da sempre alla ricerca
dell’autenticità, state pensando a un Cire Trudon monomarca?
J.P- Per il momento un negozio monomarca in Italia non è nei nostri piani. In futuro chissà. Al momento abbiamo una partnership con
Campomarzio70 come distributore ufficiale per l’Italia. Ci affidiamo solo a distributori di altissimo livello.
Cire Trudon, un’azienda volutamente non multinazionale, che produce secondo un processo artigianale. Tutto questo per garantire una qualità
straordinaria e una tradizione che si tramanda di persona in persona.
www.ciretrudon.com
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