periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e...

16
Anno XIX n. 86 della nuova serie Taxe perçue Italy Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 periodico trimestrale - gennaio 2015– mero doppio (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 NE/TS in caso di mancato recapito, inviare all’Ufficio Trieste-CPO per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto. IL DALMATA Giornale fondato a Zara nel 1865 e soppresso dallʼAustria nel 1916 Rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo L’IDENTITÀ MEDITERRANEA E CENTROEUROPEA CHE CI APPARTIENE di Dario Fertilio Più d’uno fra noi, scommetto, quest’anno avrà seguito con particolare commozione l’a- pertura del Concerto da Vien- na. E quando, sotto la direzione di Zubin Mehta, è stato esegui- to “Ein Morgen, ein Mittag, ein Abend in Wien“ dello spalatino Franz von Suppé, con le sue note calde e malinconiche di violoncello, avrà pensato a quel qualcosa di indefinibile che, pur sotto forme diversissi- me, si presenta ogni volta a noi come inconfondibile segno di “dalmaticità”. Già, ma di che si tratta? Nel mio saluto ai lettori del numero scorso ho accennato al signifi- cato dei tre leopardi su fondo blu della nostra bandiera, colle- gandoli alle culture latina, ger- manica e slava che ci rappre- sentano. E non volevo certo metterle in fila come medaglie, tanto meno stilare una gradua- toria fra di esse, né aprire un di- battito sui pregi dell’una o del- l’altra invitando ciascuno di noi a parteggiare per questa o quella. La dalmaticità che tra- spare dalle note di von Suppé è cosa complessa e non certo ri- assumibile in poche righe: allu- de alla memoria simbolica del comune passato, alle norme e ai costumi sedimentati, al suo- no amico delle nostre lingue (che mio nonno, come tanti brazzani, parlava indifferente- mente), all’albo condiviso del- le parentele e discendenze, al- l’adesione diffusa, sentimenta- le e politica, a un territorio, una continua a pag. 2 Al Raduno di Jesolo grande successo del XX incontro LA GIORNATA DELLA CULTURA DALMATA Adriana Ivanov ha presentato 28 libri nuovi Tradizione ormai consolidata in seno all’annuale Raduno è l’Incontro con la Cultura Dal- mata, rassegna bibliografica delle pubblicazioni di argomen- to e/o di autore dalmata edite nell’ultimo anno. E in occasio- ne della sua XX edizione, che ha aperto sabato 4 settembre 2014 le manifestazioni del 61° Raduno svoltosi a Jesolo, la prof. Adriana Ivanov ha dove- rosamente rivolto un pensiero di gratitudine a chi di tale rasse- gna, elemento caratterizzante e fiore all’occhiello degli incontri annuali, fu l’ispiratore e il pa- dre nobile, il dott. Massimo Ba- rich, ricordato con un applauso commosso dall’affollata platea. Vent’anni ben portati dalla te- nace cultura dalmata, dura a morire come i suoi fieri espo- nenti, a giudicare dalla quantità e dalla qualità del panorama editoriale, talmente vasto da co- stringere a selezionare solo i 28 titoli più significativi, relegan- done alcuni a fugaci segnala- zioni e impedendo di invitare sul palco a presentare personal- mente le loro opere ben sette autori presenti in sala: Carla Cace, Gianni Grigillo con la co- autrice Bibi Dalai, Sergio Brcic, Roberto Mendoza, Mar- cello Mastrosanti, Alessandro Cuk. Addirittura, un testo edito da Coordinamento Adriatico sull’Archivio di Zara è giunto nelle mani della relatrice a ras- segna iniziata, e verrà proposto nella prossima tornata. Annata DOC, si diceva, anche continua a pag. 7 La prof. Adriana Ivanov Danieli Il 22 dicembre a Ragusa si so- no riuniti in un incontro convi- viale familiare, presso il risto- rante San Francesco, una ven- tina di Italiani, bambini inclu- si, in massima parte giovani di recente immigrazione inten- zionati alla costituzione di una Comunità di Italiani. Vi ha partecipato il Console Onora- rio d’Italia, Francesco Bongi, che ha dato notizia dell’incon- tro alla stampa locale. La de- cisione dell’incontro era stata presa il 21 novembre, all’arri- vo a Ragusa della portaerei “Cavour” proveniente da Cat- taro. Credo sia la prima ri- unione dopo il 1943. Penso che non ve ne siano state nean- UNA COMUNITÀ DEGLI ITALIANI A RAGUSA Sono maturi i tempi per la costituzione di una comunità che ancora mancava in Dalmazia di Elio Ricciardi continua a pag. 2 Nella foto, in primo piano, il console onorario Francesco Bongi

Transcript of periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e...

Page 1: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

Anno XIX n. 86 della nuova serie Taxe perçue Italy Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

periodico trimestrale - gennaio 2015– mero doppio (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 NE/TSin caso di mancato recapito, inviare all’Ufficio Trieste-CPO per la restituzione

al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto.

IL DALMATAGiornale fondato a Zara nel 1865 e soppresso dallʼAustria nel 1916Rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo

L’IDENTITÀMEDITERRANEAECENTROEUROPEACHE CI APPARTIENE

di Dario Fertilio

Più d’uno fra noi, scommetto,quest’anno avrà seguito conparticolare commozione l’a-pertura del Concerto da Vien-na. E quando, sotto la direzionedi Zubin Mehta, è stato esegui-to “Ein Morgen, ein Mittag, einAbend in Wien“ dello spalatinoFranz von Suppé, con le suenote calde e malinconiche divioloncello, avrà pensato aquel qualcosa di indefinibileche, pur sotto forme diversissi-me, si presenta ogni volta a noicome inconfondibile segno di“dalmaticità”.Già, ma di che si tratta? Nelmio saluto ai lettori del numeroscorso ho accennato al signifi-cato dei tre leopardi su fondoblu della nostra bandiera, colle-gandoli alle culture latina, ger-manica e slava che ci rappre-sentano. E non volevo certometterle in fila come medaglie,tanto meno stilare una gradua-toria fra di esse, né aprire un di-battito sui pregi dell’una o del-l’altra invitando ciascuno dinoi a parteggiare per questa oquella. La dalmaticità che tra-spare dalle note di von Suppé ècosa complessa e non certo ri-assumibile in poche righe: allu-de alla memoria simbolica delcomune passato, alle norme eai costumi sedimentati, al suo-no amico delle nostre lingue(che mio nonno, come tantibrazzani, parlava indifferente-mente), all’albo condiviso del-le parentele e discendenze, al-l’adesione diffusa, sentimenta-le e politica, a un territorio, una

continua a pag. 2

Al Raduno di Jesolo grande successo del XX incontroLA GIORNATA DELLA CULTURA DALMATA

Adriana Ivanov ha presentato 28 libri nuoviTradizione ormai consolidata inseno all’annuale Raduno èl’Incontro con la Cultura Dal-mata, rassegna bibliograficadelle pubblicazioni di argomen-to e/o di autore dalmata editenell’ultimo anno. E in occasio-ne della sua XX edizione, cheha aperto sabato 4 settembre2014 le manifestazioni del 61°Raduno svoltosi a Jesolo, laprof. Adriana Ivanov ha dove-rosamente rivolto un pensierodi gratitudine a chi di tale rasse-gna, elemento caratterizzante efiore all’occhiello degli incontriannuali, fu l’ispiratore e il pa-dre nobile, il dott. Massimo Ba-

rich, ricordato con un applausocommosso dall’affollata platea.Vent’anni ben portati dalla te-nace cultura dalmata, dura amorire come i suoi fieri espo-nenti, a giudicare dalla quantitàe dalla qualità del panoramaeditoriale, talmente vasto da co-stringere a selezionare solo i 28

titoli più significativi, relegan-done alcuni a fugaci segnala-zioni e impedendo di invitaresul palco a presentare personal-mente le loro opere ben setteautori presenti in sala: CarlaCace, Gianni Grigillo con la co-autrice Bibi Dalai, SergioBrcic, Roberto Mendoza, Mar-cello Mastrosanti, AlessandroCuk. Addirittura, un testo editoda Coordinamento Adriaticosull’Archivio di Zara è giuntonelle mani della relatrice a ras-segna iniziata, e verrà propostonella prossima tornata.Annata DOC, si diceva, anche

continua a pag. 7

La prof. Adriana Ivanov Danieli

Il 22 dicembre a Ragusa si so-no riuniti in un incontro convi-viale familiare, presso il risto-rante San Francesco, una ven-tina di Italiani, bambini inclu-si, in massima parte giovani direcente immigrazione inten-zionati alla costituzione di unaComunità di Italiani. Vi hapartecipato il Console Onora-rio d’Italia, Francesco Bongi,che ha dato notizia dell’incon-tro alla stampa locale. La de-cisione dell’incontro era statapresa il 21 novembre, all’arri-vo a Ragusa della portaerei“Cavour” proveniente da Cat-taro. Credo sia la prima ri-unione dopo il 1943. Pensoche non ve ne siano state nean-

UNA COMUNITÀ DEGLI ITALIANI A RAGUSASono maturi i tempi per la costituzione di una comunità

che ancora mancava in Dalmaziadi Elio Ricciardi

continua a pag. 2Nella foto, in primo piano, il console onorario Francesco Bongi

Page 2: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

pag. 2 gennaio 2015 IL DALMATA

patria ideale. Una Kultur medi-terranea e centroeuropea. Que-ste sono le radici: e senza pas-sato, come si sa, nessun popoloha futuro.Poi c’è l’oggi, in cui dobbiamorispecchiarci e con cui è neces-sario confrontarci. La realtàcioè di una comunità dalmataitaliana esule o emigrata, daitanti nomi illustri, ormai giuntaalla terza o quarta generazione;e di una comunità croata resi-dente, alla ricerca spesso diffi-cile di un’identità diversa daquella ufficiale di Zagabria. E’qui, nell’incontro fecondo fraqueste due dimensioni psicolo-giche e spaziali, ma anche poli-tiche ed economiche, che do-vremo volgerci in futuro per es-sere davvero all’altezza della

nazione dalmata. Non solo igrandi romanzi novecenteschidi Enzo Bettiza, dunque, lecommedie di Tullio Kezich, isaggi storici di Arrigo Petacco,le creazioni di Ottavio Missoni,

e tanto altro che ha reso grandeuna intera generazione dalmati-ca; ma anche - oggi - le scultu-re religiose dello spalatinoKuzma Kovačić, le tessiture diJagoda Buić, le installazionimelanconiche di Vojin Hrasteda Sebenico, i deliziosi quadrinarrativi mediterranei di Slobo-dan Novak, i racconti dalmati eveneto-triestini di Jurica Pa-vičić (di entrambi questi due ul-timi scrittori esistono edizioniitaliane). O, ancora, le raffinateinterpretazioni critiche di Ton-ko Maroević, per anni punto diriferimento costante a Milanodegli studenti (fra cui io stesso)desiderosi di riannodare i lega-mi culturali con la patria al di làdell’Adriatico. È qui, insomma,il nostro Dna complesso, la no-

stra identità unica, non ripiega-ta su se stessa, ma aperta al-l’Europa, di cui dobbiamo riap-propriarci.

Dario Fertilio

che nel 1997, quando un grup-po di almeno una ventina di fa-miglie ragusee cercò di orga-nizzarsi in una Comunità. Iltentativo però non ebbe segui-to. Si era invece già costituito,cominciando a funzionare nel1996, un Comitato della Soc.“Dante Alighieri”, promossonel 1995 dal dalmatofilo roma-no dott. Lanfranco Mazzotti.Purtroppo anche tale Comitatoha smesso di funzionare e di

esistere già da almeno un de-cennio, nonostante nessunometta in dubbio l’importanzadei rapporti culturali conl’Italia coltivati liberamentedalla Repubblica di Ragusa.Ma evidentemente i tempi nonerano ancora maturi, come in-vece appaiono oggi. Le foto-grafie mostrano chiaramente ilclima amichevole e la serenitànatalizia dell’incontro. E’ pre-visto che alla prossima riunio-ne partecipino anche gli Italia-ni ragusei.

L’IDENTITÀ MEDITERRANEAda pag. 1

LA COMUNITÀ DI RAGUSAda pag. 1

Il 9 novembre 2014 è nata, per la gioia dei genitori Sergio e Chezia,e dei nonni Walter e Norma, Zara Matulich. Nel nome di battesimo,una cosciente continuità con la città natale degli avi, da sventuratidestini segnata. Congratulazioni da tutta la Redazione

È NATA ZARA MATULICH

Il Dalmata n. 86 si può facilmente leggere on line nei seguenti siti:

- hpp://www. arcipelagoadriatico.it sito del C.D.M centro di documen-

tazione Multimediale di Trieste

- hpp://adriaticounisce.it sito del concorso della Mailing List Histria

per le scuole italiane di Istria, Fiume e Dalmazia

- hpp://www.libertates.com sito del nostro direttore Dario Fertilio

- hpp://it.grou.yahoo.com/group/dalmazia_fid/file/II%20%20%20

dalmata/=in collegamento con il gruppo Fid Dalmazia

La Giunta comunale del Libero Comune nella sedutadel 22 novembre 2014 ha disposto, all’unanimità, loscioglimento della Delegazione di Trieste dell’Asso-ciazione Dalmati italiani nel Mondo - Libero Comu-ne di Zara in esilio.

UN DALMATA PROTAGONISTA A VIENNAÈ stato il brano del compositore e direttore d’orchestra Franz vonSuppé, nome d’arte del Dalmata Francesco di Suppé-Demelli (natoa Spalato il 8 aprile 1819 e morto a Vienna il 21 maggio 1895)l’apertura del concerto di Capodanno 2015 della prestigiosa Orche-stra Filarmonica di Vienna diretto da Zubin Mehta.

Page 3: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

IL DALMATA gennaio 2015 pag. 3

Baldo e gioviale mulo zaratin,Pietro Cerlienco, nato a Milanonel 1985, si considera ed è atutti gli effetti un esule di se-conda generazione, dato che ilpadre è nato a Zara nel 1941 dauna borgherizzana e da un pole-sano trasferitosi a Zara da ra-gazzo.Travagliate le vicende dell’esodo familiare, come per lamaggioranza degli esuli, tantoche il padre emigrò all’ esteroprima di potersi stabilire in pe-nisola, avviando una fiorenteazienda di legnami pregiati,guidata ora dal giovane Pietro,con sede a Monza.Il mare Adriatico scorre anchenelle vene di Pietro, che nutreuna vera passione per la nauticae ogni estate naviga in quelloche giustamente definisce“Golfo di Venezia” sulla suabarca a vela “Folgore”, su cuiissa i gloriosi vessilli dalmati ezaratini: ha infatti appreso daigenitori la storia di Zara e di

Zara si è innamorato fin dallaprima volta che l’ ha visitata,tanto che lì, più che a Monza, sisente a casa. Ama girare per lesue calli all’ alba e di notte,quando parlate straniere nonsnaturano l’ immagine della cit-tà che ciascuno di noi si portanel cuore…Attivo nell’ Associazionismo,particolarmente in quello degliesuli, ha il merito di aver pro-posto e realizzato nel 2009 nel-la neonata provincia di Monzae Brianza la costituzione dellaDelegazione ANVGD, poi di-venuta Comitato, molto attivo epropositivo: organizza confe-renze nelle scuole, mostre di-dattiche, ha promosso l’ inau-gurazione di monumenti e vieintitolate a Norma Cossetto el’affissione di una targa in me-moria di 40 caduti giuliano-dal-mati nel sacrario di El Alamein.È determinato a far conoscerel’identità dalmata anche ai piùgiovani, certo che la nostra ter-

ra gloriosa possa risvegliare lafierezza di tutti coloro che laportano nel loro DNA. In taleottica il 22 novembre u.s. è sta-to nominato componente delnuovo Esecutivo Naziona-le ANVGD, con delega al Pro-getto Giovani.Pietro Cerlienco, pur impegna-to nell’ attività lavorativa, dedi-ca vitali energie alla nostra cau-sa, consapevole che la leggeistitutiva del Giorno del Ricor-do non è bastata per sanare la

diffusa ignoranza degli italianisulla storia dell’ Esodo: riven-dica legittimamente il rispettoper un popolo che ha pagatopiù degli altri italiani il prezzodella guerra perduta, rivendicail ricordo di una terra che portaben impressi i segni di civiltàmillenarie e della cultura italia-na, rivendica l’ orgoglio di ave-re nelle vene sangue dalmata,trasmessogli dalla famiglia erinnovato ogni volta che tornanella sua città, Zara.

Come ogni anno la Gioia Calussi ha organizzato la gita a Zara innovembre insieme al Madrinato. Sono state giornate bellissime,in ottima compagnia. L’1 novembre prima visita al cimitero e poisolenne pontificale a Santa Anastasia con l’arcivescovo ZelimirPuljič. Pranzo a Puntamica da Nico, eravamo un’allegra compa-gnia di circa 35 persone (ci hanno raggiunto con mezzi loro unaventina di “giovani” muli e mule). Il 2 novembre S. Messa nellacappella del cimitero e subito dopo in corteo ci siamo recati al Mo-numento dei Caduti 1915-18 e sono state deposte le corone delMadrinato, della Comunità degli Italiani di Zara e del Console ge-nerale d’Italia a Fiume. È seguito un deferente ricordo alla tombadegli zaratini deceduti sotto i bombardamenti del 1943-44. Nel po-meriggio alle 17 S. Messa solenne cantata a San Francesco in me-moria di tutti i nostri defunti.

Continua la tradizionedei “Viaggi di Ulisse”

A ZARA CON IL MADRINATOPER LA COMMEMORAZIONE

DEI DEFUNTI

PIETRO CERLIENCO

Perché la nostra storia continui dopo di noi: Pietro CerliencoSPAZIO AI GIOVANI

Questa rubrica è nata per dare spazio, in ogni numero, a coloro che rappresentano la terza generazione, la speranzaper la continuazione della nostra memoria e il rinnovamento della nostra identità, coloro che saranno, ce lo

auguriamo, i futuri dirigenti delle nostre associazioni.a cura di Adriana Ivanov Danieli

Page 4: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

pag. 4 gennaio 2015 IL DALMATA

Rosita Jelmini Missoni Cavaliere del Lavoro; al Quirinale si “misu-ra” con un corazziere dopo aver ricevuto la prestigiosa onorificen-za dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo scorso 23ottobre.

Edda Cattich nasce a Zara da unafamiglia con un albero genealo-gico di prestigio ed è costretta adabbandonare la sua amata città al-l’età di 18 anni a causa della guer-ra. La madre resta prigioniera aZara sotto Tito, il padre, armatore,deve abbandonare le sue ampieproprietà terriere, ma la nostraconcittadina dimostra il suo in-domito carattere dalmata e si ri-costruisce una vita in Veneto, de-dicandosi, con risultati di eccel-lenza, ai due poli di interesse in-torno a cui ruota la sua esisten-za: Zara e la Croce Rossa.Nella sua casa di Mogliano Ve-neto si scoprono con evidenza letestimonianze della sua passionee della sua intensa attività, dallabandiera dalmata, con i tre leo-pardi, esposta con orgoglio, aiprestigiosi riconoscimenti, dallefotografie con personaggi im-portanti, tra cui spiccano Gio-

vanni Paolo II, Francesca De Ga-speri e Ottavio Missoni, suocompagno di classe a Zara, ai se-gni di gratitudine perl’organizzazione di missioniumanitarie in Italia e all’estero,come quelle, di forte impattoemotivo, in Romania, in Polonia,a Bagdad.Tra queste, spiccano quelle delperiodo 1991/92, a favore dellapropria città d’origine, quando,allo scoppio della guerra neiBalcani, Edda Cattich contattail Sindaco di Zara prof. IveLivljanić e organizza l’invioalla sua città di un carico diaiuti via mare con la MotonavePalladio che parte dal porto diAncona. Il primo containertrasporta vestiario invernale,generi alimentari di primanecessità e acqua minerale.Nel gennaio 1992 l’instancabileCRI Trevigiana, diretta dalla

Cattich, fa partire convogli di aiu-ti per Rovigno – 350 Km attra-verso due nuove frontiere: porterà60 tonnellate via terra.Altra iniziativa di Edda Cattichè la raccolta, sempre nel 1992, difondi destinati alla ricostruzionedell’Ospedale Pedriatico di Zara.Nel dicembre 1992, altra inizia-tiva: raccolta di giocattoli per ibimbi di Zara e un nuovo appel-lo dalla Croce Rossa Trevigiana“a Natale adotta un orfano”.Sono 219 i piccoli orfani che vi-

vevano in una scuola e venivanoaiutati dalla popolazione localecome in una famiglia.Edda Cattich è anche socio ono-rario Lions Club Mestre-Castel-vecchio, socio onorario di Cro-ce Rossa Italiana e, dimentican-do l’anagrafe, continua la sua in-defessa attività a favore dei piùdeboli e bisognosi.Altre attività e altri aiuti vengo-no organizzati dalla Cattich finoalla fine della guerra.

Il Grand’Uff. Edda Cattich Dall’Antonia, nella foto con il suo ami-co e compagno di classe Ottavio Missoni, è Presidente della Com-missione Benemerenze della CRI – Croce Rossa Italiana, Medagliad’Oro al Merito della Croce Rossa, Medaglia d’Argento di SanitàPubblica, Socio Onorario della Sanità Militare.

DALMATI NEL MONDO

*****

Page 5: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

IL DALMATA gennaio 2015 pag. 5

Pino (Giuseppe) Giergia na-sce a Zara nel 1937.L’invidiabile suo “palmarès”annovera cinque campionatinazionali vinti (nella ex-Ju-goslavia) con il club zaratinodi cui era l’anima e il trasci-natore; cento presenze nellaNazionale della ex-Jugosla-via; due Olimpiadi (Roma,1960; Tokio, 1964); due me-daglie d’argento ai Campio-nati Mondiali (Rio de Janei-ro, 1963; Montevideo, 1967);medaglia d’argento ai Cam-pionati Europei del 1965. Piùvolte nel quintetto ideale dellaselezione europea della qualefu capitano; parecchie volteproclamato, solennemente,“sportivo dell’anno” dallastampa dalmata. Medaglia dibronzo, in veste di allenatoredella Nazionale Croata aiCampionati Mondiali in Ca-nada, 1994; infine, allenatoree “General Manager” dellasquadra zaratina, a più ripre-se, dopo gli anni ’80 e fino al2009.

Quando e come inizia la suacarriera sportiva?La mia carriera cestistica iniziaall’età di 14 anni, nella desola-zione del secondo dopoguerra,in una città completamente di-strutta dai bombardamenti. Lapallacanestro rappresentò per igiovani una finestra sul mondo,avendo consentito di viaggiare,di conoscere gente di diversa

nazionalità, di confrontarsi, dicoltivare amicizie e di educarealla tolleranza.

Chi fu, sportivamente, il suomaestro?Fu Isidoro Marsan, altro famo-so giocatore/allenatore del se-condo dopoguerra, col qualecondivido le radici: siamo en-trambi originari di Borgo Eriz-zo, una tavolozza multicultura-le, linguisticamente mista.

Signor Pino, grazie alla palla-canestro di cui è stato un ec-cezionale interprete, un fuori-classe, lei ha fatto conoscerealle platee di mezzo mondo ilnome del club e della città,ZARA, che le ha dato i natali.Non sembra, tuttavia, che la

città e il club, cui ha dedicato22 anni di vita, abbiano mo-strato e mostrino particolaregratitudine nei suoi confronti.Non sbaglia. Vale il noto afori-sma del Nazareno: “Nemo pro-pheta in patria”. Essere statogiocatore di valore, avere rag-giunto posizioni personali diprestigio e, con queste, la cele-brità, pare abbia dato e dia fa-stidio ai miei critici, e più checritici, detrattori.

Tormentata è stata la sua vi-cenda biografica, a prescin-dere dall’attività agonisticache l’ha resa famoso.In effetti, le mie “sfortune” han-

no radici lontane. Risalgonoperlomeno al 1949, quando ilregime comunista mandò la“Milicija” in casa mia.V’irruppe, ne trascinarono fuo-ri mio padre, Eugenio (Geno),trattandolo alla stregua di un AlCapone: gli legarono le manicol filo di ferro, lo percossero inmia presenza, con mani e piedi,lo minacciarono di morte inquanto “nemico dello Stato”.Lo sbatterono in galera perqualche tempo. Era colpevoledi incarnare la figura del possi-dente-benestante: agricoltore,proprietario di bestiame e diterreni agrari (beni che il nonnoMiro, commerciante, era riusci-to ad accumulare nel corso diun’esistenza probamente vissu-ta). “Status” inconcepibile peril sistema collettivo in auge: oc-correva sequestrare. Mio padrenon fece male a nessuno; alcontrario, si prodigò cristiana-mente verso i bisognosi, spessosfamandoli. È da allora, in so-stanza, che il mio nome rimanesegnato e segnalato.

Quando, negli anni Sessanta,lei ebbe offerte dalla Pallaca-nestro Cantù, scoppiò un “ca-so”.Ha buona memoria. Altra miacolpa è l’essere nato e cresciutoin una famiglia che ha coltivatosentimenti italiani. Avevamotutti, anzi, la cittadinanza italia-na: mio nonno, mio padre, io

stesso, nato Italiano nel 1937 aZara. Il mio prozio SimeoneMarsan fu generale dell’Aero-nautica Italiana: per la cronaca,il primo pilota italiano ad aversuperato il muro del suono. Miopadre optò nel secondo dopo-guerra per la cittadinanza italia-na, ai sensi dell’art. 19 del Trat-tato di Pace del 1947.L’opzione venne respinta, im-primendo uno stigma indelebilenell’album di famiglia. Lapreoccupazione maggiore cheemergeva dalle “caratteristichepersonali” stilate dai “compa-gni”, fu quella di appiccicarmiaddosso la qualifica di clerico-fascista e irredentista.

Questi disagi sociali sono ces-sati con la nascita del nuovo edemocratico Stato sovrano, laRepubblica di Croazia?Per certi versi sì, se non altroperché veniva garantito il dirit-to di manifestare liberamente ilproprio pensiero. Le mie com-petenze professionali, nel cam-po della pallacanestro, furonoriconosciute, tanto che mi fu as-segnato l’incarico di “GeneralManager” nel club la cui ma-glia (n.10), da giocatore, avevoindossato per 22 stagioni con-secutive. Lo ricoprii dal 2005 algiugno 2009, anno in cui fuimesso alla porta. Insomma, nondurò a lungo. Perché? Ufficial-mente: per via dei risultati ne-gativi del “team”, durante ilmio mandato. In realtà più re-condite erano le motivazioni,ma penetrarle non è poi tantodifficoltoso: eredità e memoriedel passato mai rimosse; il miocarattere schietto, informato aprincipi d’indipendenza e co-erenza e che, per amor della ve-rità, ha portato talvolta a essereirruente. A ciò si aggiunga chenel 1982, in occasione dellapratica di rinnovo del mio pas-saporto, commisi un’imperdo-nabile leggerezza. Chiesi chenei miei documenti d’identitàfosse ripristinata la grafia delmio nome, così come essa è at-

Intervista a Pino Giergia, inimitabile campione della pallacanestro zaratina.L’ATTEGGIAMENTO DELLE AUTORITÀ VERSO GLI ITALIANI E

GLI ESULI ZARATINI È RIMASTO FERMO AL 1945a cura di Pietro Aretino

Pino Giergia alle Olimpiadi di Roma (1960)

Page 6: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

pag. 6 gennaio 2015 IL DALMATA

L’8° reggimento bersaglieri,nel 1954, quando mio padre neera il comandante, entrò perprimo in città. Il 26 ottobre2014, Trieste ha conferito alreggimento la cittadinanza ono-raria. È stata una bella cerimo-nia, con larga partecipazione inPiazza dell’Unità in una bellagiornata di sole e “borin”. Ècontinuata poi nella sala consi-liare, con la partecipazionequasi totale del Consiglio co-

munale. Ero presente anch’io,con il piumetto ricevuto da miopadre, dato che lui, quale Gene-rale in servizio, poteva privar-sene. Era il piumetto che avevausato nella sfilata del 4 novem-bre 1954. Non poteva averlo in-vece usato il 26 ottobre quando,in una fotografia, compare in-tento a staccare una piuma peraccontentare le tante mani pro-tese che la chiedevano. Nonl’avrebbe tolta dal piumetto mi-

Nel 60° anniversario del ritorno all’Italia, il Comune di Trieste haconferito la cittadinanza onoraria all’8° reggimento bersaglieri

TRIESTE E UN PIUMETTOZARATINO

di Elio Ricciardi

testata dall’originale certificatodi nascita: Giuseppe Giergia. Efosse, quindi, abbandonata lavariante che il precedente Statocomunista, negli anni 1945/46,aveva imposto: Josip Đerđa.Richiesta accolta, ma ghiribiz-zo, il mio, di cui negli anni suc-cessivi avrei sopportato (e tut-tora sopporto) le conseguenze.

Si stenta a credere alle tra-versie che ha descritto.Eppure, non basta. Nel settem-bre scorso la Procura della Re-pubblica ha avviato un procedi-mento penale nei miei confron-ti: mi si accusa di aver evasol’IVA nei rapporti con le agen-zie estere, intervenute nella sti-pulazione di contratti di colla-borazione con giocatori stranie-ri ingaggiati dalla società. Avreiautorizzato, come DirettoreGenerale, il pagamento di fat-ture per prestazioni di servizi,

in cui la base imponibile ivasarebbe stata scientificamenteridotta per non danneggiare lecasse dello Stato. Viene da os-servare che nella struttura so-ciale del club v’era e v’è un ser-vizio amministrativo-finanzia-rio, preposto agli adempimentidi natura tributaria e fiscale.Senza contare che fra gli organisocietari esecutivi figurava, pu-re, un Comitato Direttivo; e chela gestione amministrativa etutta la documentazione con-nessa era già stata vagliata, inpiù d’una circostanza, da revi-sori/”auditors” esterni, che nul-la ebbero da eccepire circal’asserita anomalia di contrattie fatture. Io sono l’unico caproespiatorio di irregolarità fiscaliche avrebbero contrassegnatola gestione societaria al tempodel mio mandato.

CENTO ANNI FA NASCEVA AGOSTINO STRAULINOGRANDE CAMPIONE DALMATA

Il 20 agosto 2014, presso la sede della Comunità degli Italiani diLussinpiccolo (Villa Perla), è stata inaugurata la Mostra dedicataall’Ammiraglio, velista e campione olimpico Agostino Straulino.La Mostra, ha reso omaggio al grande velista dalmata, in occasio-ne del centenario della sua nascita.

LA MEDAGLIA D’ORO AL V.M.AL GONFALONE DELLA CITTA’ DI ZARA

Il deferente saluto della Federazione delle nostre associazioni alPresidente Napolitano ci voleva. L’unico punto debole dei 9 annidi sua presidenza resta la mancata consegna della Medagliad’Oro al V.M. al Gonfalone della città di Zara.La M.O.V.M. era stata ufficialmente conferita dal PresidenteCiampi, motu proprio, nel settembre 2001. La cerimonia ufficia-le di consegna era stata decisa per il novembre 2001 nel cortiledel Quirinale e venne rimandata per le proteste del Governo croa-to.Sarà una delle questioni che solleveremo con il nuovo Presi-dente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui il Libero Comu-ne di Zara in Esilio rivolge un rispettoso saluto augurale.

Franco Luxardo

ASSASSINATOWILLIAM KLINGER,STORICO DELL’ADRIATICO NELMONDO

È tragicamente scomparso William Klinger, che per ragioni acca-demiche si trovava negli Stati Uniti, dove sperava di continuare eapprofondire la propria attività scientifica. I suoi interessi di ricercasi concentravano sull’Adriatico orientale e sui Balcani in età mo-derna e contemporanea; temi che egli affrontava senza adagiarsi ne-gli aspetti locali ma inserendo le sue ricerche in quadri di riferimentodi lungo periodo e di ampio spettro internazionale. Questa sua am-pia prospettiva gli permetteva di giungere a sintesi interpretativedi sorprendente freschezza e di rara efficacia.

gliore, quello che mia madre gliaveva regalato per il matrimo-nio e che era stato quindi inau-gurato nel Duomo di Zara, da-vanti all’altare maggiore, il 24marzo 1934. Non ero andato aTrieste in quei giorni del 1954.Con mia nonna, mia madre emio fratello eravamo rimasti aRoma.Avevamo assistito alla sfilata intelevisione, che non giungevaancora nelle case, andando allasede della RAI. Ci era inveceandato, dormendo in casermanella stanza di mio padre, il piùgrande di noi cugini, LucioToth. Fra la folla c’era anchequella che sarebbe diventatamia moglie. A Trieste eravamoandati, io e il piumetto, il 24 ot-tobre 1964, quando la mia com-pagnia era stata prescelta per

rappresentare l’8° reggimentoper il decennale. Ci siamo ritor-nati per il sessantennale. La se-ra del 26 sono ripartito per Fiu-me, proseguendo poi per Zara,Sebenico e Spalato. In valigiaavevo il mio piumetto, il testi-mone che, dopo ottanta anni,tornava dove era cominciata lasua storia con quella della miafamiglia.

Page 7: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

IL DALMATA gennaio 2015 pag. 7

20° INCONTRO CON LA CULTURA DALMATAper la singolare concomitanzadel 20° Incontro con altri anni-versari significativi. In primis,naturalmente, il decennale del-l’istituzione del Giorno delRicordo, ampiamente celebra-to nel corso dell’intero 2014, egiustamente celebrato, dato checostituisce il giro di boa dellastoria e della memoria dell’E-sodo, finalmente strappato alturpe silenzio durato sessan-t’anni. La relatrice, che nellasua carriera d’insegnanteha amaramente constatato co-me il muro di gomma più im-permeabile e refrattario siaproprio quello della scuola, havoluto iniziare la rassegna pro-ponendo la preziosa e meritoriaindagine svolta da MariaBALLARIN in Il Trattato diPace nei Programmi e nei Te-sti Scolastici di Storia, Federa-zione Esuli, 2013. Il libro esa-mina i contenuti di settanta testie dei programmi scolastici sultema del confine orientale apartire dagli anni ‘60, una verae propria statistica sulla tratta-zione, e sui silenzi, riguardo lanostra storia. Tragicamente ta-ciuta, minimizzata o ideologi-camente deformata nei primidecenni post-bellici, essa nonvede una significativa evolu-zione dopo il fatidico 10 Feb-braio 2004: i libri di testo conti-nuano a rimuoverla o a ridurla aun capoverso o a proporla inchiave giustificazionistica, co-me nel testo di Camera-Fabiet-ti, che nega ai discendenti del-l’Esodo il diritto di rivendicarela memoria storica di eventi tra-gici di cui i loro padri sarebbe-ro i diretti responsabili! Fortu-

natamente, circolano nellescuole anche testi che dedicanoun capitolo o un approfondi-mento al tema e lo fanno in ter-mini corretti. Nei programmiministeriali, purtroppo, pur at-tenti alla storia del Novecentodopo la riforma Berlinguer del1996, non si fa esplicito riferi-mento all’Esodo e alle tragichevicende che lo hanno determi-nato. Si conclude dunque che latrasmissione di tali conoscenzerimane affidata prevalentemen-te alla buona volontà dei singo-li docenti, nonché alle lorocompetenze in materia, tenendoconto che anche alle generazio-ni degli attuali insegnanti l’ in-formazione è stata negata neisessant’ anni della “congiuradel silenzio”…La nostra storia viene ripropo-sta alla riflessione nelle scuoledella minoranza italiana inIstria e in quelle della Dalmaziain Croazia e Montenegro, dal2013 con premi speciali ancheda parte della Regione Istrianaper Scuole Elementari e Me-die Superiori con linguad’insegnamento italiana o croa-ta situate nel territorio della Re-gione Istriana, grazie al Con-corso letterario bandito annual-mente dalla Mailing List Hi-stria, giunto nel 2014 alla suadodicesima edizione. Tutti i la-vori degli alunni della scuolainferiore e superiore che hannopartecipato quest’anno e chesono stati premiati a Dignanosono raccolti nel volume Con-corso MLH 2014, edito dalCDM a Trieste nel 2014. Vasottolineato come il tema cheviene quasi costantemente pro-

posto “ I nostri nonni ci raccon-tano”, anche nella versione dia-lettale “I nostri veci ne conta”,consenta alla commissione giu-dicatrice di scoprire e apprezza-re il vissuto delle nostre terreattraverso la preziosissima tra-dizione orale delle generazioniche dell’ Esodo sono state testi-moni dirette.Tornando alla scuola italiana,particolarmente significativa emeritoria risulta l’opera delleprof.sse L. FLORIAN e C.CATTAI e dell’ISTITUTOCOMPRENSIVO STATALE“ENRICO TOTI” di Musiledi Piave, Storie dei “SenzaStoria” Il dolore dei dimenti-cati, 2014, lavoro corale di do-

centi e alunni, che traendospunto dal racconto della nonnaesule da Zara di un alunno del-la scuola e di un’altra, “rima-sta” di Pisino, innesca una rico-struzione storica ampia, detta-gliata, commossa e partecipedella storia dell’ Esodo, nonchéla rielaborazione a livello narra-tivo o poetico da parte deglialunni. Il libro è corredato an-che da un CD-rom, che appro-fondisce ulteriormente la tratta-zione. È stato presentato dalledue docenti, nostre graditissimeospiti insieme all’alunno nipotedella nonna istriana, con paroletoccanti che hanno incantatol’uditorio, sferrandoci un colpoal cuore per la commozione: ilcoro degli alunni “Musicantori”coautori del libro, schierato sulpalco, ci ha dedicato la vibrantecanzone“ Anche le pietre parla-no italiano”, del gruppo pado-vano “ La Compagnia dell’A-

nello”. Un intero Istituto ci hafatto un dono unico, esemplare,in nome di quello “scorrere nel-le vene del medesimo sangueitaliano”, come recita una pagi-na del libro.È stata una lezione di sensibili-tà e cultura per tutta la scuolaitaliana!

Edito in perfetta concomitanzacon il decennale del Giorno delRicordo è il libro di Carla CA-CE, Foibe Ed Esodo, I Libridel Borghese, Roma, 2014,opera che ha il merito della

tempestività nel tracciare un bi-lancio di questi dieci anni final-mente trascorsi assieme alla pa-tria matrigna, che prima ci ave-va crudelmente ignorati e cuiora la legge istitutiva della So-lennità Civile del 10 Febbraioimpone di ricordarsi di noi…Certo, il nostro auspicio sareb-be che la memoria non fosseimposta, ma ormai spontanea, eche noi si possa esistere più diun giorno all’ anno… Partico-larmente significativo su questopiano il capitolo “Qualcosa s’ èmosso”, come pure la ricostru-zione storica degli eventi tragi-ci nel capitolo “Foibe” e in “Esodo”, cui seguono indicazio-ni sulle Comunità degli Italianiin Istria e Dalmazia e sugli uo-mini illustri che ci onorano.

È stato edito nel 2014 anche Si-mone CRISTICCHI, Magaz-zino 18, Mondadori 2014, checontiene il testo, sia recitativoche cantato, dello spettacoloteatrale, oltre a testimonianze diesuli, in parte desunte dall’ope-ra “ Ci chiamavano fascisti,

Page 8: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

pag. 8 gennaio 2015 IL DALMATA

eravamo italiani”, di Jan Ber-nas, primo ispiratore del nostroamato Simone, che la sera ci at-tendeva in teatro, dove il Sinda-co Luxardo lo ha insignito delPremio Tommaseo 2014. Fiumid’inchiostro abbiamo già versa-to per ringraziare il “cantattore”romano di aver divulgato la co-noscenza della nostra storia piùdi quanto possano decine di no-stre conferenze e ancora unavolta lo abbiamo fatto dal palcodella Rassegna: “Magazzino18” è il più prezioso regalo peril decimo compleanno del Gior-no del Ricordo!

Il secondo nucleo tematico cuisi è poi rivolta la Rassegna èquello storico, che conferma laricchezza di pubblicazioni dicarattere storiografico sullaDalmazia.Saggio significativo e accatti-vante per quanto concerne l’Età Moderna è quello di PaolaPINELLI, Tra Argento Granie Panni. Piero Pantella, unoperatore italiano nella Ragu-sa del primo ‘400, Firenze,University Press, 2013,pp.115, deliziosa tranche de viesull’economia mercantile diRagusa nel XV secolo. Pontenegli scambi tra Oriente e Occi-

dente, la vivace città dalmataattirò numerosi operatori italia-ni, come il piacentino PieroPantella, che diede un significa-tivo impulso alla manifatturatessile ragusea. Il saggio è soli-damente fondato su una riccadocumentazione conservata ne-gli archivi ragusei e italiani,compresi i registri contabili e ilcarteggio del personaggio.Analogamente, risulta interes-sante il saggio di Rita TOLO-MEO, Imprenditoria e societàin Dalmazia. Il “partito” deltabacco e lo StabilimentoManfrin nel Settecento, Socie-tà Dalmata di Storia Patria -Roma, La Musa Talìa Ed.,Venezia, 2013, pp.125.

L’economia veneziana, costret-ta ad accettare la sfida dei nuo-vi mercati e dei nuovi prodottiimportati dopo le scoperte geo-grafiche, sin dal XVI secolo or-ganizzò la produzione e la ven-dita del tabacco, sottoponendo-le a monopolio. Alla fine delSettecento, appaltò allo zarati-no Girolamo Manfrin nellaDalmazia veneziana, precisa-mente a Nona, un progetto dimoderna imprenditoria, cherappresenta un importanteesperimento di risveglio dell’agricoltura dalmata nello spiri-to del riformismo illuminista.L’opera attinge a una ricchissi-ma documentazione archivisti-ca.A tal proposito, si sottolineache proprio quest’anno è uscita,in lingua croata, di AA.VV.,Guida dell’Archivio di Stato diZara, opera monumentale indue tomi che cataloga tutti ifondi ivi esistenti, compresiquelli del Governatorato diDalmazia e si rivela dunque

uno strumento fondamentaleper la ricerca archivistica.Di recentissima pubblicazioneè l’opera di Egidio IVETIC,Un confine nel Mediterraneo.L’Adriatico orientale tra Italiae Slavia (1300-1900), Viella,Roma, 2014, pp. 279, che deli-

nea i complessi rapporti di for-za tra mondo italico e mondoslavo in quella regione-fagliatra litorale ed entroterra, dove illimes rigido ma non invalicabi-le consentì nei secoli la convi-venza, prima di accentuare ledifferenze e la dicotomia. Lavasta indagine analizza anchela vicenda storica di Zara, defi-nita la “Rochelle italiana”, do-po che le Comunità italiane del-le altre città della costa dalmatadivennero minoritarie a partiredalle elezioni provinciali del1870.Giacomo SCOTTI, DalmaziaRegione Europea. Biografie didalmati illustri, Collana di ri-cerche storiche “Jolanda Ma-ria Trèveri”, Venezia, ScuolaDalmata dei S.S. Giorgio eTrifone, 2014, pp. 229, è unvolume che nella continuitàdella Collana Trèveri, fiore al-l’occhiello dell’attività dellaScuola Dalmata dei S.S. Gior-

gio e Trifone di Venezia, a suavolta fiore all’occhiello dellacultura e della storia dalmata,anche per il prestigio della suasede, impreziosita dal ciclo pit-torico di Carpaccio, raccoglie lebiografie di personaggi illustridi varie città dalmate in varieepoche. Anch’essa analizza laspecificità della Dalmazia, perla sua maggioranza etnicamen-te slava, ma culturalmente ita-liana, con il conseguente incon-tro-scontro tra mondo latino-cattolico e quello slavo orto-dosso e islamico, dunque la piùeuropea tra le regioni. La prefa-zione di Tullio Vallery dichiaracome l’autore denunci le appro-priazioni indebite di “intellet-tuali” slavi che non riesconoancora a liberarsi da incrosta-zioni nazionalistiche. Ne fa fe-de il capitolo dedicato a Rugge-ro Boscovich, con la significati-va sottolineatura dello scienzia-to “Il mio nome si scrive Roge-rius Boscovich”.La storia di una terra è connota-ta anche dalla lingua usata daisuoi abitanti e dalla sua diffu-sione. MARCELLO MASTRO-SANTI, Il dalmatico. L’anticalingua nei vocaboli dialettali,Ancona, Poligrafica Bellomo,2014, pp. 248, è un’opera che

Page 9: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

IL DALMATA gennaio 2015 pag. 9

affronta il rapporto fra il dalma-tico, lingua romanza, in seguitoil veneziano, e il dialetto deipaesi marchigiani adriatici, chesi situano nel circondario di An-cona. La vasta indagine prendele mosse dal fondamentale testodi Matteo Bartoli “Das Dalma-tische” del 1906. La lunga sto-ria dei rapporti commercialistretti fra le due sponde adriati-che, ha determinato una koinèlinguistica nel gergo marinare-sco, notarile, mercantile, comelasciano intendere le affinitàlessicali, di cui i tre glossari of-frono una ricca panoramica.Dalla storia alla letteratura,specchio della società secondola definizione desanctisiana: laterza sezione d’indagine te-matica della rassegna si è im-perniata appunto sulla produ-zione letteraria del confineorientale e in particolare dellaDalmazia, con autori comeTommaseo e Bettiza. Ne ha of-ferto un’autorevole ed efficacepresentazione il prof. GiorgioBaroni, curatore insieme a Cri-stina Benussi della monumen-tale opera AA. VV., L’EsodoGiuliano-Dalmata nella Lette-ratura. Atti del Convegno In-ternazionale - Trieste 28 feb-braio – 1 marzo 2013, Pisa-Roma, Serra Ed., 2014, pp.433. Essa offre una documenta-

zione vastissima della letteratu-ra di frontiera e nello specificodi quella inerente il tragico eso-do dal confine orientale, temaaffascinante e non debitamentedivulgato, attraverso una poli-fonia di voci narrative e poeti-che. Compongono la panorami-ca autori sia esuli sia rimasti,che testimoni nella penisola ita-liana del tragico evento. Il prof.

Baroni ha preannunciato cheper fine febbraio 2015, anchestavolta presso l’IRCI di Trie-ste, si terrà un Convegno sullaletteratura dalmata italiana. Gliautori complessivi sarebberocirca 400: un numero che fa fe-de della ricchezza della nostraproduzione letteraria.Alle arti visive e alla DecimaMusa si rivolge invece il nuovosaggio di Alessandro CUK,Catalogo dei Documentari suiTemi giuliano-dalmati, Alcio-ne, Venezia, 2014. Nello speci-

fico, in quanto di argomentodalmata, vanno ricordati il dvdcurato da Guido Cace sull’“Esodo ignorato” del 1921 dal-la Dalmazia, conseguente alTrattato di Rapallo e“Vento dell’ Adriatico” a curadell’ANVGD.A cent’anni dallo scoppio del-la Prima Guerra Mondiale ilpanorama letterario offre ov-viamente una vasta produzionesulla tematica. Benché l’ entra-ta in guerra dell’ Italia sia avve-nuta nel 1915, numerose sonole pubblicazioni, alcune dellequali recensite nella quarta se-zione monografica della Ras-segna, che ci riguardano. Diinestimabile valore il volumeedito in italiano e serbo e arric-chito da un vasto corredo di fo-to d’epoca Paolo GIORDANI,Per l’Esercito Serbo. Una sto-ria dimenticata, a cura di Mi-

la Mihajlovic, Ufficio Infor-mazioni della Difesa, 2014,pp.128. Si tratta della riedizio-ne del volume di Paolo Giorda-ni pubblicato nel 1917 e rievo-ca una delle più vaste operazio-ni umanitarie di tutti i tempi, ilsalvataggio dell’intero esercitoserbo composto da 140.000 uo-mini, più i prigionieri, da partedella Marina italiana nell’inver-no 1915-16 dalle coste dell’Al-bania, dove esso era stato stret-to dalle armate degli Impericentrali. Non dimentichiamoche, con l’adesione alla TripliceIntesa dell’Italia in seguito alTrattato di Londra dell’aprile1915, essa si trovò a combatte-re dalla stessa parte della Ser-bia. Anche 6000 montenegrinie lo stesso re Nicola con la re-gina furono portati in salvo dal-la nostra Marina. Tale impresaper dimensioni può essere para-gonata al salvataggio dei solda-ti inglesi e francesi da Dunker-que e contribuì in maniera de-terminante alla vittoria finale,anche se si tratta di “una storiadimenticata”, perché i meritifurono attribuiti alla Francia.Da una grande impresa dimen-ticata a un piccolo-grande eroesconosciuto, rievocato nel librodi Roberto MENDOZA, An-gelo Capatangelo. Un capita-no dimenticato, Roma, Arac-ne Ed., 2014, pp. 238.

L’autore, ex magistrato, rico-struisce la vicenda di AngeloCapatangelo, un commerciantebeneventano, che nell’estate1918 viveva in Russia, doveerano rimasti imbottigliati tantiprigionieri dell’esercito austro-ungarico di etnia italiana origi-nari dalle terre irredente: trenti-ni, friulani, triestini e dalmati.

Autoproclamatosi capitano delRegio Esercito e ottenuta la li-berazione dei prigionieri dalleautorità ormai bolsceviche, co-stituì con essi il Battaglione Sa-voia, requisì un treno e, attra-verso il gelo della Siberia e leviolenze della rivoluzione bol-scevica, combattendo al fiancodella Legione Cecoslovaccacontro l’Armata rossa, li con-dusse in salvo fino a Vladivo-stok presso la Missione Milita-re italiana. Integrati nella Le-gione dei Redenti, i superstitifurono rimpatriati nel ’20.Ignorato dagli alti gradi dell’E-sercito per aver abusivamenteassunto i gradi di capitano, econdannato all’oblio dalla sto-riografia ufficiale, perché rite-nuto non politically correct ce-lebrare chi aveva combattutocontro i rivoluzionari russi, Ca-patangelo ottiene in questo li-bro un giusto seppur tardivo ri-conoscimento grazie a RobertoMendoza.MARINA CATTARUZZA,L’Italia e la questione adriati-ca. Dibattiti parlamentari e pa-norama internazionale (1918-1926), Bologna, Il Mulino,2014, pp. 604, è un poderoso

saggio di recentissima pubbli-cazione di un’autrice il cui no-me stesso è ormai un fonda-mento nella storiografia delconfine orientale. La studiosaricostruisce in maniera appro-fondita la politica estera italianarispetto all’assetto del confineadriatico, affermando che suinobili ideali del diritto dei po-poli all’autodeterminazioneprevalse la politica di potenzadegli Stati vincitori più forti,cioè la coalizione delle pluto-crazie tese allo sfruttamento

Page 10: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

pag. 10 gennaio 2015 IL DALMATA

economico del mondo. In am-bito di politica interna, l’autriceanalizza il ruolo che tale que-stione ebbe nella crisi postbelli-ca delle istituzioni liberali, so-prattutto quello giocato dal-l’Impresa di Fiume nella perdi-ta di credibilità del GovernoParlamentare, esasperando lacrisi dello Stato liberale ( va se-gnalato a questo proposito chequest’anno ricorrono anche i 90anni dai Patti di Roma, cioèdall’annessione di Fiume al-l’Italia). Dopo la caduta di tregoverni, fu aperta la strada allasoluzione mussoliniana, checontrappose alle Istituzioni, co-me osserva il presidente del Se-nato Grasso nella Prefazione, lavolontà popolare rappresentatadal capo carismatico. La secon-da parte del volume svolgeun’analisi circostanziata dei di-battiti parlamentari del primodopoguerra, compresi gli inter-venti di nomi cari alla nostramemoria, come Luigi Ziliotto,durante la fase di ratifica delTrattato di Rapallo.A un eroe della Prima GuerraMondiale, simbolo per tutti gliesuli della nostra tenace e sof-ferta italianità, è dedicato il li-bro di Romano SAURO, Na-zario Sauro, Storia di unMari-naio, La Musa Talìa, Venezia,2013, pp.478. Scritto a quattro

mani dal nipote e dal pronipoteFrancesco, il pur corposo volu-me offre una lettura coinvol-gente, perché affianca alla rico-struzione della vicenda storicadel personaggio capodistrianopagine che lo descrivono nellaquotidianità e nella sua profon-

da umanità.La quinta sezione tematica siè rivolta alla Seconda GuerraMondiale, terreno d’indaginedi per sé vastissimo, ma in que-sta rassegna si è rivoltal’attenzione ad un unico testo,meritevole di attenzione per lamateria inedita e per l’accurataindagine archivistica.AA.VV. Fondo H8, Crimini diguerra. Studi storici e consi-stenza archivistica (Milano,Leone Editore, 2014), è statopresentato dal prof. DavideRossi, co-autore insieme a Vir-

gilio Ilari, Elio Lodolini e Gior-gio Federico Siboni. L’opera,programmata da Coordinamen-to Adriatico, effettua la ricogni-zione dei documenti dell’Ar-chivio dell’Ufficio storico delloStato maggiore dell’Esercitoper far luce su un tema contro-verso spesso oggetto di stru-mentalizzazioni ideologiche enazionalistiche: i crimini com-messi dai militari italiani nellaJugoslavia occupata fra l’aprile1941 e il settembre 1943. Inparticolare Lodolini e Siboni ri-dimensionano l’entità degli ec-cidi del Regio Esercito, avve-nuti sempre nell’ottica dellalegge della rappresaglia diguerra, intesa come contro-guerriglia alla guerriglia parti-giana dei titini, e documentache essi furono comunque mol-to meno numerosi ed efferati diquelli commessi dai partigianicomunistiRossi, il quale nel suo saggioaffronta il tema della giustiziamilitare, sottolinea a buon dirit-to la valenza dell’opera, che,andando a consultare e rivelare

per prima i contenuti del FondoH8, ne impedisce strumentaliz-zazione e stravolgimento po-tenziali da parte di storici inmalafede.

1943: primo bombardamentosu Zara, 1944: caduta di Zaraitaliana. Al 70° tristissimo an-niversario della prima cittàdell’Adriatico orientale strap-pata alla madrepatria abbiamodedicato la sesta sezione tema-tica, come atto d’amore: “ Erail battito del mio cuore che vo-levo sentire in armonia col bat-tito del cuore dei miei maggioridi una terra disperatamenteamata” (Ungaretti, Sentimentodel tempo).

Del “periodo più bello e più tri-ste” della sua vita ci parla Emi-lia CALESTANI nel libro Me-morie. Zara 1937-1944, 2ªediz. a cura di Brcic-Cattali-ni, A.N.V.G.D., Udine, 2014,pp. 161. È la memoria indivi-duale della moglie del prof. Vit-torio Calestani, docente al Gin-nasio “Gabriele d’ Annunzio”,che viene a coincidere conquella collettiva degli zaratini,fino al tragico strappo causatodai bombardamenti: dall’atmo-sfera serena dei primi anni, alterrore venuto dal cielo, al dis-tacco straziante sul “ Sansego”( “ il campanile sembrava piùalto…”), allo sconfortato arrivoa Trieste ( Domandai all’amicache ci aveva dato ospitalità:“Perché la gente che ci aspet-tava piangeva? Avrebbero do-vuto essere contenti che erava-mo arrivati!”. L’ amica tacqueun momento, poi disse con vocestrangolata: “Avevate dellefacce tali che non vi si potevaguardare senza piangere”). Edè l’amica König a fare capirealla regnicola il senso dell’es-sere zaratini: “Voi non sapetecosa sia l’ amore per l’ Italia:voi ci siete nati, cresciuti, pervoi essere italiani è cosa natu-rale, per noi è stato lo spasimodi tutta la nostra vita”. Ancheper questo l’autrice può conclu-dere da sola: “Gli zaratini era-no fascisti come tutti gli altriabitanti d’Italia; ma erano ita-liani più che in qualunque altracittà d’Italia”. Impreziosisce il

testo, scritto dalla Signora Ca-lestani a 85 anni, il corredo, cu-rato da Sergio Brcic, di splendi-de e originali foto.Zara, la Zara che fu, risorge po-derosa, fresca, ironica e insie-me toccante in Ulisse DONA-TI, Zara - Paradiso Perduto, acura di Sergio Brcic, LCZE,Padova, 2014, pp.113. Pubbli-

cato dal Libero Comune di Za-ra in Esilio, questo libro costi-tuisce un’eredità lasciata aglizaratini, poiché raccoglie nelloscrigno prezioso della memoriai biglietti d’ auguri natalizi del-l’indimenticato Ulisse Donati.Sergio Brcic ne ha accoltol’ultimo desiderio di pubblicar-li, regalandoci le immagini ele ciacole che riportano in vitala Zara perduta, tra humour elacrime. E ci siamo preparatitutti alle prossime festività na-talizie, rievocando con Ulissecome si svolgeva “ La zena dela vigilia de Nadal ”, che era…semplice, dai risi neri giù giù fi-no alle fritole fritte nello strutto,perché… ”El segreto de la zenade la Vigilia jera quelo de faruna zena de magro e alzarselegeri, in modo de poder afron-tar, ben, el pranzo del giornodopo. El pranzo de Nadal!”Uno squarcio della nostra “Pompei” dalmata è offerto an-che da Giorgio GIADRINI,Editori di cartoline illustrate diZara, B. Cigliano…, Giadrini,Mestre, 2014, che, riproponen-do l’attività svolta a Zara daiprincipali fotografi soprattuttoattraverso le cartoline illustrate,fa ricordare a chi c’era e fa co-noscere alla seconda generazio-

Page 11: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

IL DALMATA gennaio 2015 pag. 11

ne che non c’era la preziosa cit-tà che abbiamo perduto.Nel 2013 ha visto la luce, adopera di Drago MARIĆ e diRomano MEŠTROVIĆ, an-che un libro con testo bilingue

croato-inglese, sul Patrimoniodello Sport Zaratino, a curadella Società Sportiva di Za-dar.

Nedjeljka BALIĆ NIŽIĆ eZivko NIŽIĆ,Giornali umori-stico-satirici in italiano e vene-to-zaratino a Zara nell’800 enel ‘900, Università di Zadar,2014, pp. 276, ha riservato una

simpatica sorpresa: esso racco-glie la documentazione di tuttele riviste umoristiche pubblica-te a Zara, sette nell’800 sotto ladominazione austriaca, tredicinella prima metà del ‘900, cherispecchiano le condizioni sto-riche politiche del momento. Leprime, scritte in italiano, costi-tuiscono uno strumento di lottapolitica contro l’insorgere delnazionalismo croato appoggia-to dal governo di Vienna e furo-no per lo più falcidiate dallacensura asburgica; quelle editetra le due Guerre Mondiali, gra-zie all’instancabile attività diAntonio Battara, sono scritteprevalentemente in dialetto ve-neto-zaratino, per rivendicare lavenezianità della popolazione,e, data la condizione psicologi-ca di serenità durante l’ ammi-nistrazione italiana, descrivonola vita cittadina, le macchiette,il quotidiano. Gustosissime lepagine scritte in ciakavo, dovegli zaratini manifestano il lorosenso di superiorità nei con-fronti dei morlacchi, in partico-lare lo sfogo dello scovazzinche si lamenta perché “ lemašere no le porta pijù abašole scavaše u kašetu kada mizvonim kampanelu. Koga vragale ga…”.

Sfornato caldo caldo, o più cor-rettamente fresco di stampa, acommemorare il 70° della ca-duta di Zara e insieme il 60°anniversario del ritorno diTrieste all’ Italia ( dicevamoche questa è stata l’annata deglianniversari!), il Capo Redattoredel “ Dalmata”, Giovanni Gri-gillo, ci ha consegnato il suo li-bro che costituisce un dono bel-lissimo alla memoria della no-stra città e di tutto quell’Adria-tico che scorre nelle nostre ve-ne. Bibi DALAI PIETRAN-TONIO - Giovanni GRIGIL-LO, Vola Colomba, Libertateslibri, Albatros,2014, è un ro-manzo d’amore, anzi, “ un gial-lo d’ amore”. Tre generazioni diuna famiglia dalmata proiettanola loro vicenda nello spazio, ilmare Adriatico, e nel tempo, iltravagliato XX secolo. Un ro-manzo scritto a quattro mani,che tutti gli italiani dovrebberoleggere per conoscere la trage-

dia dell’Esodo, interlineare allanarrazione che è dominata dauna travolgente storia d’amore:fino all’inatteso, catartico fina-le, un vero aprosdoketon, cherivela la genesi del romanzo, ri-concilia i personaggi, commuo-ve il lettore. E che ci consegnaun’ importante riflessione: “ Lascelta, del resto, era un eserci-zio che quelle popolazioni era-no avvezze a fare fin da giova-ni, perché l’appartenenza nonera questione di razza, di nomeo di sangue, ma, appunto, discelta. Qualche volta dolorosae irreversibile…”Dopo questo ricco repertoriobibliografico, è rimasto appenail tempo per segnalare la recen-te pubblicazione di CarloYRIARTE, Dalmazia, Biblio-teca dell’Immagine, 2014 e diPaolo SCANDALETTI, Sto-ria di Aquileia e Grado, Bi-blioteca dell’ Immagine, 2014,ma anche per ricordare il pre-zioso contributo offerto alla no-

stra cultura dalla Rivista Dal-matica: meritevoli di attenzio-ne nell’ ultimo anno appaionoin particolare nel n. CIX, 2013,l’articolo di Marino MICICH,Tito e Togliatti, un’alleanza in-naturale a danno dell’ italiani-tà di Zara, di Fiume e della Ve-nezia-Giulia e, nel n. CXI,2014 le Note Aggiuntive al“Vocabolario del dialetto vene-to-dalmata” di Luigi MIOT-TO, che ci offrono gustose pri-mizie, ovviamente in ordine al-fabetico, quali le voci “ Agnèl

de buso, Arambasici, Aicrà-gu… ”.Abbiamo respirato aria di Dal-mazia per un’intera mattinata,con l’orgoglio della nostra dal-maticità, ancora tanto vitalenella storia e nella cultura, oltreche nel nostro temperamentocosì mediterraneo.Abbiamo affidato ai versi diRaffaele Cecconi, idealmentepresente, benché a pochi chilo-metri di distanza da noi, il mes-saggio tratto da “ D… comedalmata” che ci rappresenta eci delinea tutti:

“… dentro de mi benissimo chemio malgrado, voia o non voia,dalmata son e così morirò.”

Raffaele Cecconi

Page 12: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

pag. 12 gennaio 2015 IL DALMATA

Nel 2012 uno scavo, per la si-stemazione di tubature, lungotutta la strada che unisce la Fos-sa con la strada delle Colovaremise in evidenza la stratigrafiadel terreno sottostante, in parti-colare in corrispondenza del-l’attraversamento del canale in-terrato che congiungeva il Por-to con il Canale di Zara a sud delForte. Mettendo insieme i datiprovenienti dall’osservazionecon quelli della ricerca archivi-stica Sime Perovic, conservato-re del Museo del Vetro di Zara,ha potuto identificare la presenzae l’aspetto architettonico dellapraticamente sconosciuta PortaErizzo. Ha poi esposto tali ri-sultati in un’ apposita conferen-za presso il predetto Museo.Per comprendere la funzione ditale porta sarà bene considerareil sistema delle fortificazioni diZara come si era sviluppato inepoca rinascimentale e comple-tato in epoca barocca.Dopo il periodo romano, nelquale l’antica Jadera aveva rag-giunto un grande sviluppo ur-banistico, anche la Zara medie-vale aveva continuato ad essereun centro urbano molto impor-tante. Anche in questo periodola città era protetta con mura di-fensive su tutti i lati della peni-sola. Particolarmente forte erala cinta fortificata verso terra-ferma. Si trattava di mura ver-ticali, con la tipica merlatura me-dievale e con torri, così comeprevisto dalle dottrine militaridel trecento e del quattrocento,con davanti un canale difensivo.L’aspetto di queste mura è tuttora

visibile in un loro segmento inpiazza Cinque Pozzi; piazza checopre una grande cisterna rea-lizzata nel seicento ricoprendo ilcanale difensivo medievale.Davanti a queste mura si sten-deva il Borgo di San Martinoche, protetto da proprie mura,comprendeva case, isolate e ingruppi, orti e più chiese. Nelcinquecento il diffondersi delleartiglierie portò ad un nuovo si-stema fortificatorio delle città. Siabbandonò l’edificazione dellecinte murarie alte ma sottili,che furono sostituite da mura piùforti, inclinate alla base, “fatte ascarpa” e rafforzate con argini diterra abbondanti nell’interno.La realizzazione di questo nuo-vo sistema fortificatorio a Zarainizia nei primi decenni del se-dicesimo secolo. Si basa sul pro-getto dell’ingegnere militare ve-neziano Malatesta Baglione, cheintendeva rafforzare e allargarela linea muraria verso terrafer-ma, ma anche costruire una for-tezza di grandi dimensioni da-vanti a questa, proprio sul postodel Borgo di San Martino. Que-sto concetto fu poi seguito, indue fasi, dagli architetti milita-ri Michele Sanmicheli e SforzaPallavicino.Nel 1532 Michele Sanmicheli,insieme con i suoi nipoti Gian-girolamo e Bernardino, cambiòl’aspetto delle mura meridiona-li rinnovando il Bastione dellaCittadella, all’angolo sud, e il ba-luardo dell’arsenale detto diSanta Marcella, nella parte delporto, e costruendo in mezzo aloro un baluardo pentagonaledetto Ponton e successivamen-te baluardo Grimani ( ora giar-dino pubblico). Nella cinta mu-raria che collegava il baluardodella Cittadella, detto CicognaBragantin ( dal Conte e dal Ca-pitano dell’epoca), costruì instile rinascimentale la porta mo-numentale della città.Qualche decennio dopo (1566)Sforza Pallavicino realizzò la se-conda fase costruendo il Forte,

una fortezza imponente solidoantemurale al Ponton, con loscopo di tutelare la città versoterraferma. Questa fortezzaaveva due enormi cortine-fian-chi che lo serravano dalla partedel canale di Zara (320 m), e daquella del porto (alquanto piùbreve), mentre due poderosimezzi baluardi ad orecchioniformavano il fronte versol’esterno.Il Forte, con le sue dimensioni,occupava quasi completamentela lingua di terra che teneva incomunicazione Zara con il suoterritorio. Esternamente al For-te era stato lasciato uno spaziolibero, campo di tiro per le arti-glierie, la Spianata. La stradaattraverso il Borgo di San Mar-tino, eliminata dalla nuova co-struzione, era stata sostituita daun’altra che correva lungo ilCanale di Zara sovrastata dalForte. Durante la Guerra di Can-dia (1645-69) tra il Forte e laSpianata fu scavato un canaleche seguiva i due mezzi ba-luardi e collegava il porto (Valde Ghisi, vicino alla palestra dipallacanestro già della Gioven-tù Italiana del Littorio) con il Ca-nale di Zara ( vicino alla casa diLodovico Wolf). Oltre questofossato fu realizzato il Rivellinodetto Mezzaluna. Soltanto allametà del settecento si finì di sca-vare anche il canale della PrimaFossa. Il Forte era così separatocon la Fossa dalla città e con laControfossa dalla Spianata. Ol-tre questa rimaneva lo spazio

dove, sempre nel settecento, furealizzato il nuovo sobborgocittadino: Borgo Erizzo, dalnome di Nicolò Erizzo, Prov-veditore Generale per la Dal-mazia ed Albania (1724-26) chene avviò la nascita. L’importantestrada di accesso alla città da me-ridione seguiva l’alta ripa delleColovare poi, passando su unponticello di legno sopra laControfossa e proseguendo so-vrastata dalla cinta muraria delForte, raggiungeva la Porta diMezzo o della Doganella (odier-no ristorante Foša) dalla quale,con un ponte sopra la Fossa, rag-giungeva la Porta Terraferma.Presso l’angolo esterno del For-te verso il Canale di Zara, al-l’interno rispetto alla Contro-fossa, Nicolò Erizzo costruì laporta che ne prese il nome.Fino adesso si pensava che aves-se l’aspetto di un terrapieno en-tro il quale si aprisse un ampiopassaggio sovrastato da un cor-po di guardia. L’analisi dei ri-sultati dei recenti scavi e di do-cumenti archivistici finora sco-nosciuti, che descrivono la de-molizione di questa porta nel1874, hanno consentito una ri-costruzione ideale della stessa,che dovrebbe avere avuto unpasso carrabile centrale e duepassaggi laterali più piccoli peri pedoni. Nel 1868 Zara persela qualifica di piazzaforte e dal1874 si cominciò ad abbattere ilsettore fortificato lungo il Canaledi Zara.

Sime Perovic

LA PORTA ERIZZO NELLE FORTIFICAZIONIRINASCIMENTALI DI ZARA

Sime Perovic

Page 13: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

IL DALMATA gennaio 2015 pag. 13

LETTERE AL DALMATALe lettere dei lettori sono il sale del giornale. La rubrica accoglierà ogni opinione, senza pregiudizi, ma nel limite dimensionale e dicontenuti riservato all’indipendente giudizio del direttore. Per essere pubblicabili, devono cioè essere mantenute nella lunghezza mas-sima di 1.200 battute.

NON DIMENTICHIAMOI CINQUANTA ZARATINI

TRUCIDATIIL 2 NOVEMBRE 1944

Mi chiamo Cerri Francesco,anche se tutti mi conosconocome Franco, fin da quandoero bambino a Zara. Sono unprete in servizio alla diocesi diLucca. Insieme a mia madre,Bailo Maria, di Borgo Erizzo,e mio fratello, Domenico, sia-mo venuti, profughi, a Luccanel dicembre del 1948.Ho letto l’ultimo numero de “IlDamata”, dove si ricordano ifatti di Zara del 1944, quandoil 1° novembre i partigiani co-munisti di Tito entrarono nellenostre terre nel modo che ora-mai tutti sappiamo, portandodistruzione e morte a tuttoquello che era italiano.Vorrei, però, far notare una co-sa. Quando si ricordano i fattidi Zara, non vengono mai ri-cordati i circa cinquanta italia-ni, tra militari e civili, tra iquali anche mio padre, CerriLuigi, che furono rastrellati il2 novembre e, dopo una nottepassata in prigione, credo nellacaserma dei Carabinieri di Za-ra, furono fatti sparire e di loronon si è saputo più nulla. Testi-moni oculari raccontarono chequesti italiani furono portatinell’isola di Kali e lì, i parti-giani, dopo averli letteralmen-te spogliati di tutto e dopo averbruciato i loro documenti diidentità, li legarono due a dueli fucilarono e li buttarono inmare.Dopo qualche giorno dalla loroscomparsa, alcuni partigianipassarono da casa nostra, a Za-ra (stavamo alle “case mini-me”), semplicemente per chie-dere da mangiare, vedendo lafotografia di mio padre, disse-ro a mia madre di conoscerlo,e che lo ritenevano una perso-na buona, poiché aveva datoloro da mangiare quando eranoin servizio al confine Croazia-Italia, dove anche mio padre

faceva servizio come militareitaliano. Dopo aver saputo, damia madre, della sparizione,fecero ricerca presso le autori-tà jugoslave, ma tornarono,dispiaciuti, dicendo che pur-troppo non c’era più niente dafare.Sia mia madre che le altre don-ne degli italiani fatti sparire,più volte protestarono pressole autorità, le quali, come ri-sposta, minacciarono anche lo-ro.Questi i fatti, che io conosco.Due anni fa, ho fatto fare dellericerche all’Archivio del Sena-to della Repubblica Italiana, edè risultato che in effetti unacinquantina di italiani di Zarasono stati portati via e uccisi,ma di loro non si conoscel’identità.Mi piacerebbe che questa testi-monianza fosse fatta conosce-re, perché rimanga nella storiadegli italiani di Zara.Non si potrebbe pensare anchea qualche cosa (un cippo, unalapide…) che ricordasse queimorti, anche se resta difficilesaperne i nomi. Un qualcosadi simile, ovviamente in picco-lo, al milite ignoto. Ma riterreigià importante che questi fattifossero maggiormente cono-sciuti.Come lei sa, di queste cose e dialtre riguardanti i profughi giu-liano dalmati fino a qualchetempo fa non si “poteva” par-lare. Siamo così rimasti mutiper oltre sessant’anni, soli conil nostro di dolore.

don Franco Cerri

MEMORIEDI UNA INFANZIATRASCORSA NEL

CONVENTO DI ZARA

Sono il figlio di Hein Margheri-ta, nata a Spalato il 30 gennaio1921 e deceduta a Pove delGrappa (VI) il 14 gennaio 2012.Mamma ha sempre letto, contri-

buendo secondo le sue possibilità,alle vostre pubblicazioni che poimi passava e commentava. Ri-cevo ancora con piacere la rivi-sta “Il Dalmata” indirizzata a lei,nonostante abbia comunicatol’evento, poco dopo la scom-par-sa, alla vostra redazione e abbiaspedito al precedente Direttore lememorie della sua infan-zia trascorsa nel Convento delleSuore Benedettine di Santa Ma-ria in Zara notizie di cui non hovisto traccia alcuna. Essendo unDalmata di seconda generazionemi colpirono le precedenti pub-blicazioni, in cui notavo, congrande amarezza, il clima venu-tosi a creare all’interno di una Co-munità che sempre ho sentito uni-ta e coesa negli ideali e negli af-fetti. Con la speranza che la suaDirezione sia la giusta guida ememoria per il futuro di noi figlidi esuli giuliano dalmati a chi,come me, sente nel sangue conorgoglio tali origini e anco-ra ricorda i racconti familiari dichi ha vissuto momenti sia digrande spensieratezza e purtrop-po di enormi sofferenze, le invioi più fervidi voti augurali dibuon lavoro. Con grande stimae solidarietà,

Flavio Marcadella

Caro Marcadella, ci rimandi lememorie di sua mamma: la re-dazione considererà seriamen-te la opportunità di pubblicar-le. Grazie dei buoni auspici ecordiali saluti. Il Capo Redat-tore

CONTESTABILE LA PO-LITICA DEGLI ESULI

DOPO LA CADUTA DELCOMUNISMO

Se le associazioni dei partigianifanno delle rimostranze, ebbe-ne, che accade? Avete timoreche vi contestino? Ma sarebbeun vero regalo che si manife-stasse in tal modo una attenzio-ne nei vostri confronti. Mi pareche la politica degli esuli, con-

divisibile fino alla caduta delcomunismo, sia stata dopo tuttoun errore. Rimasi stupito, quan-do vi fu il primo convegno de-gli Istriani a Pola, che le varieassociazioni non vi partecipas-sero. Si era aperta una breccia einvece di approfittarne, e di al-largarla, si tirarono indietro. In-credibile poi quando con Tudj-man non approfittaste della sualegge che concedeva la cittadi-nanza croata a chi aveva lascia-to il paese con il comunismo.Era prevista la doppia cittadi-nanza. Credetti che gli esuli sisarebbero precipitati a prenderela cittadinanza croata, mante-nendo anche quella italiana, etutta la questione dei beni ab-bandonati si sarebbe risolta.Non avete approfittato minima-mente dell’entrata nell’UE diSlovenia e Croazia, partecipan-do anche alla vita politica diquesti paesi, cercando di intro-durvi comunque in essa. A Ge-nova, in occasione della Gior-nata del Ricordo, per aver so-stenuto che gli esuli dovevanoprepararsi all’ingresso nell’UE,sentii brusii in sala. Chiesi allo-ra, “volete consumarvi comeuna candelina?” Sì, fu la rispo-sta. Il vostro gesto di esuli funobilissimo allora, ma ora è di-verso. Prima di estinguervi, ri-annodate i rapporti, andate lànon foss’altro in vacanza, ma-nifestate una vostra presenzasul territorio. Accidenti! No,preferite vivere di ricordi, spe-gnendovi pian piano. Non mirisponda privatamente, ma pub-blichi, giacché vi dite più apertidi de’Vidovich, trattato, a mesembra, malamente. Ma sietepiù interessati a voi stessi o ache in Istria, Fiume e Dalmaziapersista una presenza italiana?Dovete far da voi, questa Re-pubblica, nata come è nata, nonvi aiuterà mai, tranne qualcheelemosina e qualche stentato ri-conoscimento.Con i migliori saluti

Giulio Vignoli

Page 14: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

pag. 14 gennaio 2015 IL DALMATA

SINTESI DI GIUNTASi è riunita a Padova il 7 febbraiola Giunta dell’ADIM-LCZE, pre-senti il Sindaco Luxardo e gli as-sessori Barich, Calussi, Focardi,Grigillo, Matulich, Motka, Ric-ciardi, Salghetti Drioli, Varisco e lasegretaria generale Politeo. – Que-sti in sintesi alcuni degli argomen-ti discussi: - Comunicazioni del Sin-daco: Luxardo relaziona sulle ri-unioni di dicembre e di gennaio delConsiglio Federesuli, che hannotrattato dello sblocco dei finanzia-menti alle associazioni, poi ottenuti,e dei rapporti con la Presidenza del-la Repubblica, col Governo e colParlamento per quel che riguarda siail progetto di una Fondazione sia ibeni abbandonati. La riunione digennaio era ampliata anche all’Unione degli Istriani ed a Coordi-namento Adriatico. - Quanto al-l’attività del Comune circa la Me-daglia d’Oro al V.M., oggetto di re-centi, errate informazioni in rete,Luxardo illustra tutto quanto rea-lizzato dal 2003 ad oggi per la suaconsegna e deposita in segreteriaun lungo elenco di iniziative prese,a cui hanno collaborato nel tempoMissoni, Luxardo, Varisco, Toth, deVergottini, Concina, de Mistura edaltri. Fra esse 4 visite al Quirina-le, contatti al Ministero degli Este-ri e il libro del prof. Simoncelli(2010). – I verbali delle passategiunte già ne parlavano. -GruppoNOI: un’approfondita discussioneha coinvolto tutti gli assessori sul-la lettera del 31 gennaio 2015. Ver-ranno chiesti alcuni chiarimenti, co-ordinati da Salghetti Drioli. – Ba-rich e Motka sono delegate a man-tenere i contatti con il gruppo NOIed a riferire alla prossima Giunta.-Giorno del Ricordo: ogni assesso-re relaziona sull’ attività a cuiprenderà parte nella propria sede.– Alla cerimonia ufficiale, orga-nizzata dalla Federesuli alla Ca-mera dei Deputati il 10 febbraio,sarà presente il Presidente Matta-rella. – Il Sindaco rappresenterà ilnostro Comune. - Il Dalmata: Gri-gillo relaziona sui contenuti del n.86in uscita. La Giunta invita il Sin-daco a scrivere a de Vidovich perchiarire alcuni aspetti finanziari. –Si prende atto che l’indirizzario èstato completamente revisionatocon la collaborazione dei consi-glieri M.Vittoria Rolli ( Italia) e Pi-tamitz, Matulich, Ricciardi (Estero),ottenendo un buona riduzione del-le spese.- Situazione in Dalmazia:Ricciardi relaziona sui recenti con-tatti avuti a Spalato, Ragusa eCattaro e lancia un grido di allar-me per la copertura di alcune spe-se 2015 nei due ultimi centri. LaGiunta si attiverà per trovarne lacopertura.

ACCERBONI MARIANNA, Trieste,€10ADELVIAENNIO, Bedizzole (BS) in ri-cordo dalla mamma Giurin Anna sepol-ta nella nostra amata ed indimenticabileZara, €40AGOSTINI SERGIO, Udine, in memo-ria dei miei genitori Ubaldo Agostini edEmilia Vaceralo, €20AINI LUCIANO, Fertilia, €10ANVGD COMITATO DI VENEZIA,€20BAILO in SALADINI, Milano, €20De’ BENVENUTI GIULITTA, Sassari,€10BENELLI NERIO, Trieste, €20BELLAUITIS ANNA, Padova, €15BERNETTI LILIANA, Trieste, 10€BENEVIAROSSELLA, Roma, per papàLorenzo e la sua Zara, €30BETTUZZI STIPCEVICH VANDA, Bo-logna, in memoria di Pietro Stipcevich,€50BOGNOLO SILVIA, in memoria di miopapà Bognolo Silvio, €30BONICIOLLIANTONIETTA, Tortona,€30BOTTURA MARIA GRAZIA, Morbe-gno, in memoria di papà Tonci e mammaLucia, €15BRANCHETTAFULVIA, Bologna, in ri-cordo di mamma Annamaria e di nonnoRiccardo Biasutti, €30BRIATAWALTER, Torino, saluti e auguriagli amici dei viaggi di Ulisse a Zara, €50BRCIC SERGIO, Mestre, €10BRINDISIANNA, Trieste, fa sempre pia-cere ricevere il vostro giornale con tantebelle notizie dei Dalmati nel mondo,€10BUGATTO RITA, Udine, in ricordo delfratello Giuseppe, €20COLOMBIS GLAUCO, Pordenone, €15COVACEV ALDO, Venezia, €15CETTINEOANTONIO, Falconara, €15CANNATAGIULIO E GRISON IMPE-RIA, Trieste, 25€CONCINAANTONIO, Orvieto, 50€CONCINAANTONIO, Orvieto,€50CARNINCI ROMANA, Milano, €20CATTANEO DANIELE, Milano, €25COSTAURA BOXIM ARIANNA, Cu-neo, un augurio a tutti i dalmati nel mon-do. Complimenti per il Raduno di Jeso-lo agli organizzatori, 20€CAVALLARI LEO, Venezia Lido, €30CHERSIC P, Milano, €12CHALVIEN LUCIO, Trieste, €30COLAN SERGIO, Bergamo, in ricordodegli zaratini Maltese, Bacovich, Mera-vini, €50CRECHICI GUIDO, Trieste, €100De FRANCESCHI MIRELLA, Verona,€20

DE DENARO LIANA, Pare (CO), €10DESPOTI MARUSSICH MARIA, Pa-lermo, nel ricordo dei nostri cari, Berno-dina, Simeone Oscar, Ugo, Ferrruccio,€20DOMENIGHINI STEFANO, Crema,€15de’ ROSIGNOLI LAURA, Udine, €20DELLA SAVIA MARIO, Udine, €10DI LIDDO CORRADO, Milano, in me-moria dei miei cari defunti, €20DUIELLAANNA, Riva del Garda, €10ERENDAANTONIO, Parma, €30KALMETA LUISA, Chieti Scalo, €20KERSOVANI SERGIO, Trieste, in me-moria della mia cara Annetta che riposaa Trieste con Fabio e della mia caramamma a Gorizia, €20KREKICI ANNINA, Padova, €30FRANCASETTIALESSANDRAE BA-RONE MASSIMILIANO, €105FESTINI ODDONE GIANNI, DuinoAurisina (TS), €40GALLESI DUARRUTOTTO DANIE-LA, Como, in ricordo di mamma Silviettae papà Guido, €30GARCOVICH GIORGIO, Roma, in ri-cordo dei miei cari cugini Mirccich, NinoContelli Francesco e Fabio Jurich, €20GARCOVICH GIORGIO, Roma, in ri-cordo dei miei cari amici Mario Dullichcapitano marittimo, Guido Reatti alpinoe marinaio dalmata, €20GASPARINI BERTA(versamento tramitePitamtz), Gatineau (Canada) in memoriadel caro marito Alvise 68,45€GRANDE FRANCESCO, Napoli, €5SORELLE GUARIN CLELIA, Bologna,ricordando gli amati genitori e tutti i caridefunti sparsi in tutto il mondo, €50HANDEL FABRIZIO, Adria (RO), €30LOSI PAOLO, Piacenza, €12LOVATO MARIA, Mantova, €15LOUROVICH GIULIA, Busto Arsizio,€15LUCIANI LUCIANO, Roma, €50LUXARDO CLARETTA E PAOLO,Conegliano, €50LUXARDO PAOLO, Conegliano, 30€MAYERLE GIGLIOLA, Bologna, €15MATESSICH DIADORA, Novara, €50MATULICH SERGIO, Comezzano –Cizzago (BS), per il Dalmata con una piùnuova, più soddisfacente impostazione ,€100MERONI LOREDANA, MONTASIOLORENZO, Sesto san Giovanni, €50NARDINI LUIGI, Trieste, in memoria dimia madre Nydia Pellegrini ved. Nardi-ni, €20NANI TAMINO MELITA, Firenze, €25OBERTI DI VALNERA ROBERTO,Milano, €30OSSENA MICHELE, Avigno, €25

PANELLA LEONARDO, Milano, €10PAULOVICH, Bolazno, €20PEROVICH RINALDO, Novara, in me-moria del papà Stefano “nostalgia per unaterra che non è più mia”, €50PERISI GERMANO, Reggio Emilia,€30PETANI ENNIO, Genova, €10PETANI BALLO MARIA, San Giulia-no, in ricordo di mio fratello Mario, €25PITAMITZ HONORE’, Varese, per Cri-stina Schut, 96 anni da Buenos Aires inmemoria dei propri defunti, €12POCORNI ORESTE, Ravenna, €30POLITEO BRUNO, Milano, in memoriadi mamma Vichietta e papà Piero Politeo,€50PIVA STEFANO, in memoria di Giulia-na Pitteri Zanellato, 5€PONI LICIA, Milano, 10 €RACCAMARICH NIKPALFIORELLA,Livorno, in memoria della famiglia Nik-pal e Raccamarich, €20REATI ALDO, Pisa, €50ROLLIANNAMARIA, Genova, un pen-siero al mio indimenticabile amico Van-ni Rolli, €20ROSSI EOLA, Roma, €50ROVER STENIO, €30RUZZIER GIOVANNI, Rimini, 10€SACCHI CALBIANI FIORELLA, Mi-lano, €50SALGHETTI DRIOLI, Bolzano, €100SASCOR STELIO, Bolzano, €30SALA CLAUDIO, Pesaro, 30€SALVINI FINESTRA, Latina, €50SAVORLLI FLAVIO,Ravenna, €20SCANO ANTONIO, Cagliari, €20SCHUT CLELIA, Roma, €20SCONOSCIUTO, 15 €SPINELLI FRANCO, €25TESTA GIOVANNI, Venezia, €25TOMMASEO ENRICO, Segrate (MI),€35TOTH PAOLO, Bologna, €50VALLERY PAOLO, Albisola Superiore(SV), per onorare il caro ricordo deimiei defunti e diAnna Maria Biasutti com-pagna di scuola a Zara, 10 €ZANNATA GIULIA, Legnago (VR), inmemoria dei nostri cari defunti: nonnoGiuseppe Drizzi, nonna Maria nati aZara, 20€ZERIALI CARLA, Pomezia (RM), €20ZERAUSCHET MARSAN EMMA, Fer-tilia, in ricordo di Etta HandendorferBussani quando ci trovamo in villa Rabis,€20ZILIOTTO SORICH LUPO, Romanod’Azzelino, €10ZUZZI EDDA, Lucca, ,€20VIOLA GIOVANNI, Roma, €25VOLPI MARIAREGINA, Milano, €50

DAI NOSTRI LETTORI…PER IL GIORNALE

Page 15: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

IL DALMATA gennaio 2015 pag. 15

“Adesso che tutto tace e la na-tura è pronta per l’inverno sem-bra che il silenzio dilaghi nellenostre anime. Niente nuvole,niente vento, la pioggia se n’èandata portandosi via la nostraGiuliana Pittoni nata il 10gennaio 1953 e deceduta il 10novembre 2014, figlia di Pitto-ni Abelardo e Lauretta Toma-sin, dalmati DOC. La “tedesca”Giuli era innamoratissima dellaDalmazia, dell’Italia e dell’A-frica e ora, dopo molte soffe-renze affrontate in silenzio econ la massima dignità ci lasciail suo testamento:restate sereni, non piangete an-zi, ricordatemi con allegria.Certo col tempo sarà così, maun po’ di tristezza ci piglia, nonpossiamo farci niente.Ciao mula, te laso andar, ti ga-varà molte pratiche da sbrigarper entrar tra gli eletti. Arrive-derci dunque e non dimenticar-te de noi”Dopo questa splendida introdu-zione di nostro cugino, Umber-to Pittoni, figlio di Otello Pitto-ni, anche io voglio salutare at-traverso “ Il Dalmata” mia so-rella augurandole buon viag-gio....a presto...ti voglio bene.

***

Il 28 novembre 2014 a Veneziaè mancata Gavina Serra vedo-va Knezevich. Nata a Zara il22 luglio 1922, vi consegue ildiploma magistrale, si iscrivealla Facoltà di Lettere di Urbinoma rientra a Zara per lo scoppiodella seconda guerra mondiale.Nel 1944, imbarcata sul Sanse-go, fugge con la famiglia dal-l’amata città natale. Esule a Ve-nezia diviene Consorella dellaScuola Dalmata dei SS. Giorgioe Trifone, gli amici la ricordanoper la sua affabilità e il trattogentile e riservato. Nel mondodel lavoro per le sue capacità haricoperto con merito incarichidi responsabilità e fiducia .me-ritando l’Onorificenza di Cava-liere dell’Ordine della Repub-blica Italiana. Alla figlia Mi-chela e alla nipote Elena May-neri le condoglianze de Il Dal-mata. GV

***

È venuto a mancare in questigiorni a Roma il Presidente del-la Società Dante Alighieri,l’ambasciatore e amico BrunoBottai.In tutti gli anni della sua presi-denza alla Dante Alighieri, dal1995, l’Ambasciatore Bottai hadedicato tutto il suo impegno aguidare lo storico Istituto pre-posto a difendere e svilupparenel mondo la conoscenza dellalingua italiana, che è oggi laprima delle lingue “non utili”studiate all’estero, per comple-tare la propria formazione cul-turale.In questo quadro globale gran-de è stata l’attenzione di Bottainel riaprire in Istria, a Fiume ein Dalmazia e in altre città del-la Croazia, della Slovenia e delMontenegro le sezioni della So-

cietà Dante Alighieri, cui hannoaderito centinaia di soci, sia dinazionalità italiana che di na-zionalità croata, slovena e mon-tenegrina, amanti della nostralingua e della lunga consonanzadi tradizioni culturali tra le duesponde dell’Adriatico. La suaesperienza di diplomatico, dalleprofonde convinzioni europei-ste, ha saputo infondere allenuove sezioni – che avevanoantiche radici post-risorgimen-tali – lo spirito della nuova Eu-ropa unita, nel superamentodelle contrapposizioni e di ognimiope nazionalismo.Le Associazioni degli EsuliIstriani Fiumani e Dalmati han-no trovato in Lui un amico sin-cero, pronto ad accogliere sol-lecitazioni e consigli, oltre aospitare nella prestigiosa sededi Piazza Firenze molte manife-stazioni e iniziative dedicate al-le nostre terre di origine, alle lo-ro vicende e al loro patrimonioculturale. Alla Sua persona van-no quindi il nostro cordoglio ela nostra gratitudine.

Lucio Toth

***

È mancata, in ottobre di que-st’anno, all’affetto dei suoi cariRosi Abbo Buczkowsky. Lanotizia della sua scomparsa èstato mandata alla nostra reda-zione dai figli Stefano e An-drea, dal papà Loris e dai nipo-ti Giulia, Arianna, Davide e Si-mone.

***

Il 26 luglio 2014 è deceduto aGallarate il dalmata AmedeoBaus. Era nato il 1 ottobre 1926

nella cittadina di Pirovazzo. Disentimenti italiani nel corsodell’annessione della Dalmaziaall’Italia si arruolò a 17 anni as-sieme ad altri ragazzi di Zara edelle comunità italiane di Sebe-nico e di Spalato nella BandaAnticomunista comandata dal-l’allora giovane ufficiale Ajmo-ne Finestra (destinato nel dopo-guerra a diventare Sindaco diLatina, deputato e sanatore),infunzione antiguerriglia. Per lasua giovane età divenne la “ma-scotte” agli scontri con i parti-giani della Repubblica dell’Os-sola. Al rientro dal campo diconcentramento di Coltano incui fu detenuto fino alla fine delconflitto, si stabilì a Varese, cheera stata sede del Battaglione epoi a Cavagnaco, luogo di na-scita della moglie vicino a Va-rese, amato dagli abitanti localiper la sua semplicità, cordialitàe bontà d’animo. Sempre vici-no alle nostre Organizzazioni eall’Associazione NazionaleCombattenti e Reduci, gli ami-ci dalmati, non solo di Varese,lo ricordano per le sue dotiumane e per la simpatia che hasempre saputo ispirare. La Ban-diera di Dalmazia l’ha accom-pagnato al momento dell’addio.Alla moglie Mariuccia, ai figliPietro e Miriam, e ai parentitutti il nostro cordoglio

Honorè Pitamitz

TRISTE NATALEA TRIESTE

Riccardo BasileÈ mancato il 23 dicembre scor-so a Trieste, all’età di ottant’an-ni, il Generale Riccardo Basile,personalità di grande rilievo,stimato e benvoluto in tutti gliambiti in cui ha espresso la suainstancabile e prolifica operaculturale e organizzativa. Cala-brese di nascita, è stato ufficia-le di Artiglieria e ha vissuto nel-la città giuliana l’ultima partedella carriera e della sua straor-dinariamente attiva quiescenza.Recentemente era stato insigni-to del titolo di Grande Ufficialedella Repubblica Italiana e,proprio nel marzo del 2014, ha

C I H A N N O L A S C I A T Oa tutti i parenti le più sentite condoglianze

Page 16: periodico trimestrale - gennaio 2015 IL DALMATA n. 86.pdf · ILDALMATA gennaio 2015 pag.3 Baldo e gioviale mulo zaratin, PietroCerlienco,natoaMilano nel 1985, si considera ed è a

pag. 16 gennaio 2015 IL DALMATA

ricevuto il premio “Histria”,conferito dall’Unione degliIstriani. Presidente della Fede-razione Grigioverde e dellaA.N. Artiglieri d’Italia nonchédella Famiglia Polesana, eramolto conosciuto per il suo im-pegno per i diritti degli Esuli eper valorizzare il ricordo dicombattenti, martiri e patrioti,nativi delle terre perdute, impe-gno perseguito anche da Vice-presiedente del Comitato Na-zionale per i Martiri delle Foi-be e membro della Commissio-ne Foibe presso la Presidenzadel Consiglio dei Ministri. Co-me tale e come Vicepresidentedella Lega Nazionale, è statotra quei promotori che, congrande caparbietà, ha ideato econcorso a portare a termine larealizzazione e la posa dei cip-pi commemorativi a memoriadegli eroi irredenti, nel Parcodella Rimembranza a Trieste ein quello dei martiri di Verga-rolla a Pola. Sarà ricordato co-me apprezzato conferenziere epubblicista sui temi del Confi-ne Orientale e dell’Esodo, e co-me puntuale e assiduo amicodelle nostre Associazioni. Lasua figura è stata commemora-ta con belle parole dalle perso-nalità istituzionali a Trieste, tracui la Governatrice della Re-gione

Franco Damianidi Vergada

****Dopo una lunga malattia sop-portata con grande coraggio aSesto San Giovanni il 19 gen-naio scorso la zaratina Silvia

C I H A N N O L A S C I A T Oa tutti i parenti le più sentite condoglianze

IL DALMATAPeriodico dell’AssociazioneDalmati Italiani nel Mondo –

Libero Comune di Zara in Esilio(ADIM – LCZE)

DIRETTORERESPONSABILE

Dario Fertilio

EDITOREAssociazione Dalmati Italianinel Mondo - Libero Comune di

Zara in EsilioVia Romana n. 42 - 35038

Torreglia (Padova)CF 93058500427

Aut. Tribunale di Trieste n. 972 del06.11.1997 ed al n. 349/2015 V.G.Realizzato col contributo del

Governo italiano ai sensidella legge 191/2009 e s.m.

CAPO REDATTOREGiovanni Grigillo

SEGRETERIARachele Denon Poggi(tel. 333 37 60 754)

REDAZIONEElisabetta Barich –

Guido Battara - Gioia CalussiAdriana IvanovFranco LuxardoWalter Matulich

Orietta Politeo - Elio RicciardiGiovanni Salghetti-Drioli

Giorgio Varisco

COLLABORATORIFranca Balliana Serrentino -Maria Vittoria Barone Rolli -Maria Luisa Botteri Fattore -

Sergio Brcic - Silvio Cattalini -Raffaele Cecconi - Antonio

Concina - Giuliano De Zorzi -Giorgio Giadrini -

Honoré Pitamitz - Lucio Toth -Tullio Vallery

REALIZZAZIONE EDITORIALEE STAMPA

La Mongolfiera srl - Trieste

CONTRIBUTI ASOSTEGNODE IL DALMATA

c/c postale n. 001019266285Poste Italiane IBAN IT37 P07601 12100 001019266285

oppurec/c ADIM – LCZE - Banca

Monte dei Paschi di Siena – via8 febbraio - Padova

IBAN:IT11P0103012150000003500255

BIC: PASCITM1PVD

CORRISPONDENZA –POSTA ELETTRONICA

Casella Postale n. 139 –34132 Trieste Centro;

[email protected]

CONTRIBUTI A “IL DALMATA”Conto corrente postale n. 001019266285

POSTE ITALIANEIBAN: IT37P0760112100001019266285

OPPUREADIM- LCZE Banca Monte dei Paschi di Siena

Via 8 Febbraio – PadovaIBAN: IT11P0103012150000003500255

Voivodich ved. Meroni di 85anni ci ha lasciato. Ne danno ladolorosa notizia la figlia Lore-dana e Angelo insieme all’ama-tissimo nipote con la moglieFranca. Alla cerimonia di addiohanno partecipato tanti amici,amiche, conoscenze insieme adAlfredo e Germana Polessi conRossana, che ricordano Silviada una vita.

****Il 26 novembre 2014 a Veneziaè mancata Leonilda Tomasich,moglie di Tullio Morin, esuleda Lussinpiccolo e Confratellodella Scuola Dalmata dei SS.Giorgio e Trifone. Era nata aCittanova d’Istria il 04 aprile

1923. Nilda non è più, resta ilricordo di una vita semplice,trascorsa insieme, con gioia,dei momenti più belli, una feli-cità fatta di piccole cose, unacarezza, un sorriso, uno sguar-do, un bacio, un dono, una tor-ta fatta con le tue mani. Sorri-dente e discreta, hai lasciato innoi per sempre il segno dellatua dolcezza come testimonian-za di una vita. Avevi nel cuorela terra natale e il ricordo degliamici che hai lasciato o che nonci sono più. Dalle tue labbramai una parola meno che genti-le, te ne sei andata in punta dipiedi, quasi per non disturbare,ci manchi anche se sappiamoche dal cielo ci guardi e ci seisempre vicina. Grazie dal tuoTullio, grazie mamma, grazienonna, grazie da Paola, Andreae dai tuoi amati nipoti Marco eCarlotta. PM

Pietro Stipcevich, deceduto il7 novembre 2013 a Bologna,lo ricordano gli amici e cono-scenti zaratini, che lo hannoconosciuto e amato nella vita.