Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

32
ANNO XLII PASQUA 2012 189 Comunità Nuova Periodico della comunità di Camisano PERCHÉ CERCATE TRA I MORTI COLUI CHE È VIVO? (Lc. 24,5)

description

Periodico pasqua 2012

Transcript of Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

Page 1: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

ANNO XLIIPASQUA 2012

189Comunità Nuova

Periodico della comunità di Camisano

PERCHÉ CERCATE TRA I MORTI COLUI CHE È VIVO?

(Lc. 24,5)

Page 2: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

Orari ss. MesseLunedì ore 15Martedì ore 20Mercoledì ore 15Giovedì ore 20Venerdì ore 20Sabato ore 18Domenica ore 10.30 - 18.00

Vita ParrocchialeOrario apertura oratorioLunedì giorno di chiusuraMartedì ore 20.30 - 24Mercoledì ore 20.30 - 24Giovedì ore 20.30 - 24Venerdì ore 20.30 - 24Sabato ore 14 - 17.30; 20.30 - 24Domenica ore 14.30 - 17.30; 20.30 - 24

CATECHISMO, CALENDARIO DEGLI INCONTRI• Prima elementare: mercoledì, ore 14 ; catechisti, Mariella e Luigi• Seconda elementare: domenica ore 9,15 ; catechiste, Daria e Sharon• Terza elementare: mercoledì ore 16,30 ; catechiste, Raffaella e Rosangela• Quarta elementare: domenica ore 9,15; catechiste, Chiara e Samanta• Quinta elementare: domenica ore 9,15 ; catechista, Monica• Prima media: domenica ore 9,15 ; catechisti, Massimo e Romina• Seconda e Terza media: martedì ore 20; catechisti, Cesira e Beppe• Prima e Seconda superiore: Giovedì ore 20,30: catechista Laura, Fabio e Filippo

SAN GIUSEPPE, LA FESTA DEI PAPÀ

CONFESSIONISempre a disposizione: ragionevolmente coadiuvati (confessore e confessando) dalbuon senso comune...Inoltre, sicuramente sempre mezz'ora prima di ogni celebrazione.

Page 3: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 3

La Pasqua è un grido di vittoria! Alleluja è risorto! Gli apostoli pazzi di gioiaquel giorno, avranno gridato a tutti che il loro Amico era risorto dallamorte e che era vivo! Mai più uguale la loro vita da quel momento... Se la

vita con tutte le sue sfaccettature è un lungo pellegrinaggio verso l’incontro fac-cia a faccia con il Padre Buono che attende il nostro ritorno, la Pasqua è anche lanostra risurrezione che vede fin d’ora già i primissimi timidi ma inesorabili ger-mogli. La Pasqua e il suo rimando esistenziale rivela l’opportunità per riconosce-re ed accogliere ciò che è vero e bello nella nostra vita, per il quale spendiamo lenostre energie ed investiamo le nostre speranze di padri e madri, di uomini edonne che faticano per una pace inseguita e mai posseduta fino in fondo. I cri-stiani danno un Volto ed un Nome a questoche sembra essere all’inizio solo “il sensodella vita”, poi però si manifesta comePersona, è Gesù, il Vivente ed è anche ilSalvatore perché ha vinto la morte! Lui è ilprimo dei risorti, noi figli di un unico Padree fratelli suoi risorgeremo con Lui. Questa èla nostra fede e la nostra speranza. Sullacroce Gesù ha mostrato quanto Dio ci amiperché tutte le promesse fatte all’uomo daparte Sua hanno visto la loro realizzazionedefinitiva con il dono della vita del Figlio diDio per la salvezza di ciascuno di noi. Nonsi trattava di pagare al nostro posto un maleche non ha compiuto, la croce di Gesù è ildolore di chi vivendo nel peccato e nel disordine soffre solitudine e dolore, stra-niero a se stesso. Gesù prende su di sé questo dolore, il male che soffoca tutti noipeccatori e lo trasforma grazie alla sua condivisione con noi fragili ed incostantinell’essere fedeli alla Sua volontà d’amore, al Suo progetto iniziale. In Lui, ilRisorto, abbiamo visto finalmente portata a termine la nostra parte del pattostretto con Dio all’inizio dei tempi grazie all’Uomo della Croce. Ecco che laPasqua diventa soprattutto un incontro con la vita e il suo mistero, l’incontro conil Dio della Croce già però proiettato verso la Gloria della Risurrezione, non piùsegnato dalla sofferenze e dai peccati, dalle fragilità e contraddizioni di tutti gliuomini di tutti i tempi. Il male nel mondo finché vivremo sulla terra esisteràancora ma non sarà più solo oscurità, paura e sofferenza. C’è un Dio che ha vintoper noi. Camminiamo nella Luce del Signore che ha vinto ogni morte ed ognipaura. Alleluia, è Vivo…!

Don Ernesto

Camminiamo nella Luce del Signore che ha vinto ogni morte e ogni pauraPASQUA, GRIDO DI VITTORIA: È RISORTO!

Page 4: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 4

Il ruolo dei genitori e della famiglia incide sulla rappresentazione di DioEDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO

“Cristiani si diventa, non si nasce”. Questo notissimo detto diTertulliano sottolinea la necessità della dimensione propria-mente educativa nella vita cristiana. Si tratta di un itinerario

condiviso, in cui educatori ed educandi intrecciano un’esperienza umana espirituale profonda e coinvolgente.Educare richiede un impegno nel tempo, che non può ridursi a interventipuramente funzionali e frammentari; esige un rap-porto personale di fedeltà tra soggetti attivi, chesono protagonisti della relazione educativa, prendo-no posizione e mettono in gioco la propria libertà.Essa si forma, cresce e matura solo nell’incontro conun’altra libertà; si verifica solo nelle relazioni persona-li e trova il suo fine adeguato nella loro maturazione.Esiste un nesso stretto tra educare e generare: la rela-zione educativa s’innesta nell’atto generativo e nel-l’esperienza di essere figli. L’uomo non si da� la vita,ma la riceve. Allo stesso modo, il bambino impara avivere guardando ai genitori e agli adulti. Si iniziada una relazione accogliente, in cui si e� generati allavita affettiva, relazionale e intellettuale.Il legame che si instaura all’interno della famigliasin dalla nascita lascia un’impronta indelebile.L’apporto di padre e madre, nella loro complemen-tarità, ha un influsso decisivo nella vita dei figli.Spetta ai genitori assicurare loro la cura e l’affetto,l’orizzonte di senso e l’orientamento nel mondo. Oggi viene enfatizzata ladimensione materna, mentre appare più debole e marginale la figurapaterna. In realtà, e� determinante la responsabilità educativa di entrambi.È proprio la differenza e la reciprocità tra il padre e la madre a creare lospazio fecondo per la crescita piena del figlio. Ciò è vero perfino quando igenitori vivono situazioni di crisi e di separazione.Il ruolo dei genitori e della famiglia incide anche sulla rappresentazione esull’esperienza di Dio. Il loro compito di educare alla fede si inserisce nella capacità generativadella comunità cristiana, volto concreto della Chiesa madre. Pure in questo ambito, si tratta di avviare un processo che dal battesimo si

Page 5: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 5

sviluppi in un percorso di iniziazione che accompagni, nutra e porti amaturazione. La risposta al dono della vita si attua nel corso dell’esistenza. L’immaginedel cammino ci fa comprendere che l’educazione è un processo di cresci-ta che richiede pazienza. Progredire verso la maturità impegna la perso-na in una formazione permanente, caratterizzata da alcuni elementi chia-ve: il tempo, il coraggio, la meta.L’educazione, costruita essenzialmente sul rapporto educatore ed educan-do, non è priva di rischi e può sperimentare crisi e fallimenti: richiede

quindi il coraggio della perseveranza. Entrambisono chiamati a mettersi in gioco, a correggere e alasciarsi correggere, a modificare e a rivedere leproprie scelte, a vincere la tentazione di dominarel’altro.Il processo educativo è efficace quando due perso-ne si incontrano e si coinvolgono profondamente,quando il rapporto è instaurato e mantenuto in unclima di gratuità oltre la logica della funzionalità,rifuggendo dall’autoritarismo che soffoca la libertàe dal permissivismo che rende insignificante larelazione. E� importante sottolineare che ogni itine-rario educativo richiede che sia sempre condivisala meta verso cui procedere.Al centro dell’esperienza cristiana c’è l’incontro trala libertà di Dio e quella dell’uomo, che non siannullano a vicenda. La libertà dell’uomo, infatti, viene continuamenteeducata dall’incontro con Dio, che pone la vita dei

suoi figli in un orizzonte nuovo: «Abbiamo creduto all’amore di Dio – così ilcristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All’iniziodell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensìl’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita unnuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva».La meta del cammino consiste nella perfezione dell’amore. Il Maestro ciesorta: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48).Nell’itinerario verso la vita piena, Gesù ci invita a seguirlo sulla via dellebeatitudini, strada di gioiosa pienezza, e sul sentiero della croce, supremoatto d’amore consumato sino alla fine (cfr Gv 19,30; 13,1).

C.E.I. Conferenza Episcopale Italiana

Page 6: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 6

Quattro incontri in oratorio per affrontare problemi e dubbiCRESCERE I FIGLI, GENITORI A ‘SCUOLA’

Quest’anno durante la quaresima a noi genitori con figli piccoli ed ado-lescenti sono stati proposti quattro incontri che si sono tenuti il giove-dì sera in oratorio, coadiuvati dalle dottoresse Colombi e Abbondio

che collaborano con il Consultorio Famigliare Diocesano. Questa iniziativa si inserisce nella serie di proposte realizzate ed offerte dallanostra parrocchia destinate a tutte le famiglie in cammino verso la GiornataMondiale che si terrà in giugno a Milano e che si concluderà con l’incontro conil Papa Benedetto XVI. Si è approfondito e discusso insieme sul nostro diffi-cile compito di essere genitori e di crescere i nostri figli. Io, insieme ad altri genitori, ho accettato con entusiasmo e curiosità questaproposta, convinta che nella vita non si finisce mai d’imparare e che si puòsempre migliorare. Le esperte, le due psicologhe che ci hanno guidato in que-ste riunioni, non si sono sedute in cattedra a leggerci trattati di sociologia, néci hanno insegnato qualche formula magica per essere bravi genitori (ahimè,non ne esistono!!!). Ci hanno spronato a confrontarci e ci hanno fatto riflettere sul nostro modo diessere genitori oggi, ci hanno spiegato attraverso esempi concreti e quotidianicome affrontare alcune situazioni, anche le più banali. Ci hanno invitato inquesto tempo, dove tutto passa veloce, dove le ore sembrano non bastare mai,a fermarci a riflettere e a dedicare tempo a noi ed ai nostri figli. A volte poi ciha confortato sapere di non essere gli unici ad affrontare problemi e dubbi cheriguardano la crescita dei figli, ma poterci confrontare con altri genitori cheaffrontano situazioni simili ci ha fatto sentire solidali l’un con l’altro. Di sicu-ro è stata un’esperienza davvero utile che ci ha fatto crescere come persone equindi come genitori, stimolandoci nel dare il meglio, non solo per noi, maanche per i nostri figli

Daniela Rota

I Cresimandi durante il loro ritiro aMoena 24-25 Marzo. Abbiamo pre-gato e giocato, visto la neve e ilsole, mangiato (tanto!) e abbiamoprovato a volerci bene come inse-gna lo Spirito di Dio che è Amore.Pregate per noi e stateci vicino.

Page 7: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 7

L’indimenticabile educatore che ha fondato il primo oratorioDON BOSCO, L’APOSTOLO DEI GIOVANI

Nel mese di gennaio anche Camisano ha celebrato la settimana dell’ora-torio con tante iniziative per bambini e ragazzi. Nelle messe festive,Don Ernesto ha ricordato Don Giovanni Bosco, fondatore del primo

oratorio e della congregazione dei Salesiani. Cerchiamo di conoscere meglio lastoria di questo straordinario educatore e sacerdote indimenticabile.

Giovanni Melchiorre Bosco nasce il 16 Agosto 1815 in una piccola frazio-ne di Castelnuovo D'Asti, in Piemonte, chiamata popolarmente i Becchi.A soli due anni perde il padre, ma trova nella madre Margherita un

esempio di vita cristiana che gli dà forza e incide profondamente sulla sua edu-cazione. A nove anni ha un sogno profetico. Si trova in mezzo a dei bambiniintenti a giocare, alcuni dei quali però, bestemmiano. Subito, Giovannino sigetta sui bestemmiatori con pugni e calci per farli tacere; ma ecco farsi avantiGesù che dice: «Non con le percosse, ma con la bontà e l'amo-re dovrai guadagnare questi tuoi amici... Io ti darò la Maestrasotto la cui guida puoi divenire sapiente, e senza la quale,ogni sapienza diviene stoltezza». Alla maestra MariaSantissima si abbandonò per tutta la vita. Giovanni impa-ra a fare il saltimbanco, il prestigiatore, il giocoliere, perpoter attirare a se i compagni e tenerli lontani dal peccato.All'età di vent'anni entra nel Seminario di Chieri e viene ordi-nato Sacerdote nel 1841, a ventisei anni di età. Viene trasfe-rito a Torino e comincia ad esplorare la città per farsiun'idea delle condizioni morali dei giovani. Ne rimanesconvolto. Ragazzi che vagabondano per le strade, disoc-cupati, sbandati e depressi pronti a qualsiasi cosa. Capisce che non può rima-nere indifferente a tutto ciò e decide di agire per cercare di sanare, come può, ladifficile situazione. Don Bosco incomincia a radunarli la Domenica, ora in una Chiesa, ora in unprato, ora in una piazza per farli giocare ed istruire nel Catechismo finché, dopocinque anni di enormi difficoltà, riesce a stabilirsi nel rione periferico diValdocco e aprire qui il suo primo Oratorio. In esso i ragazzi trovano vitto ealloggio, studiano o imparano un mestiere, ma soprattutto imparano ad amareil Signore. Per essi Don Bosco sacrifica tutto quel poco denaro che possiede, ilsuo tempo, la sua salute. Per essi ancora fonda la Congregazione Salesiana e laCongregazione della Figlie di Maria Ausiliatrice. Ammalatosi gravemente,muore a Valdacco il 31 gennaio 1888, dopo aver dedicato con umiltà e sempli-cità tutta la sua vita per i ragazzi. Una delle ultime sue raccomandazioni fu que-sta: «Dite ai giovani che li aspetto tutti in Paradiso...».

Debora

Page 8: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 8

Mi sono divertito tanto! La proposta della settimana in oratorio mi ha subito esal-tato, e, infatti, è stata esattamente (o quasi) come l’avevo immaginata. Penso cheil nostro don abbia immaginato questa settimana come un momento per racco-

gliere più gente possibile per far passare serate divertenti e diverse in oratorio. Questaidea è nata dal don e dal Consiglio Pastorale, poi è stata proposta a noi giovanissimi dellaparrocchia perché organizzassimo qualche piccola attività di gioco e svago.Come ho già detto, c’è stato un torneo di calcetto, il mercoledì, e che torneo! Magarimancava un po’ di organizzazione con gli arbitri, ma, ad eccezione di questo picco-lo particolare, tutto è filato per il meglio. Con la “scusa” di questo momento, sonostate rifatte le reti alle porte da calcio e sono stati comprati nuovi palloni. Una siste-matina ogni tanto ci vuole! Tornando indietro di un giorno, sempre di sera, troviamoil martedì: la pizzata. Questa serata mi è piaciuta particolarmente, perché dopo avermangiato tutti insieme, c’è stata una piccola esibizione canora di due giovani, tutti edue della nostra diocesi. Non c’è stato un giorno di pausa, come in una camminata:se ci si ferma si è spacciati, e il don di camminate se ne intende!Il giovedì, subito dopo cena, tutta la comunità è stata invitata a partecipare alla SantaMessa in oratorio, seguita da tanti tornei: biliardo, calciobalilla e ping-pong!La celebrazione è stata animata dal normale coretto domenicale, con aggiunta di chitar-ra e bongo, mentre i giochi sono stati seguiti dalla maggior parte dei giovani della nostraparrocchia. La settimana si è conclusa il sabato con la pattinata al pala ghiaccio di Zanica.Dovremmo fare con più frequenza questi ritrovi in oratorio!

Marco Borghi

Messa e coro, tornei a più gusti, pizza con musica, pattini e ghiaccioORATORIO, QUEI 7 MAGNIFICI GIORNI

Page 9: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 9

Toneo di calcio,musica, canzoni e molta allegrianella settimana

dell’oratorio

Page 10: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

he messaggio è per i fedeli un Padre eterno che non libera suo Figlio dallasofferenza?

Cosa ce ne possiamo fare di questo Gesù che non è stato capace di salvare se stes-so dal dolore e dal male?Questo Gesù che non ha liberato sua madre Maria dall’atrocità di vederlo mori-re lentamente, sanguinante, su di una croce? Gesù che ha abbandonato i suoidiscepoli in balia della paura?

Sofferenza, dolore, paura, morte: parole che nonvorremmo mai provare, sentire, leggere, vedere.Eppure fanno parte inevitabilmente della nostravita, di una vita che troppo velocemente ci scor-re sopra, sotto, intorno ma mai abbastanza den-tro, dentro di noi, nel profondo.Solo quando affrontiamo situazioni difficili e avolte drammatiche ci fermiamo un po’ a riflette-re sul senso dell’esistenza. E allora inevitabilmente il pensiero va a quelDio, il nostro Dio, che tenta di dare un senso aldolore, alla malattia, alla perdita. Dalla morte diGesù è nata nuova speranza per tutti i cristiani;il coraggio con il quale Lui ha affrontato il calva-rio dà coraggio anche a noi. Il suo grido di dolore “Mio Dio, mio Dio perché

mi hai abbandonato” ci ricorda che siamo umani e fragili; la forza con la qualeMaria gli è stata vicino dà forza anche a coloro che vivono accanto a personemalate; la Risurrezione ci fa credere che si può vincere il male, dentro di noisoprattutto, per tornare a vivere segnati forse nel profondo, ma anche profonda-mente cambiati.La Risurrezione è SPERANZA che diventa certezza di avere la forza perdistruggere il male, per arrivare a vedere da vicino quel piccolo spiraglio di luceche appariva lontano e che poi abbaglia, acceca, avvolge, riscalda e fa sentiresereni e in pace con se stessi e con il mondo.

Debora

COMUNITÀ NUOVA 10

Che cosa significa avere un Dio che muore in croce?

Riflessione: che cosa significa avere un Dio che muore in croce?PASQUA: VITTORIA DELLA VITA

Page 11: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 11

Sacramento della penitenza: una festa che nasce dalla gioia di saperci perdonatiIL PECCATO E LA GRAZIA DI DIO

Il sacramento della penitenza, conosciuto più comunemente come confessio-ne, è senza dubbio il più difficile da celebrare e da vivere. Esso infatti, recu-perando la fondamentale dimensione del battesimo, esprime il cuore della

vita cristiana: la rinuncia al male e la conversione a Dio. Ora, distaccarsi dalmale per seguire il Signore così da essere pienamente uomini secondo il proget-to di Dio non è stato e non sarà mai facile. Questo sacramento è prima di tuttocelebrazione e manifestazione della potenza e dell'amore di Dio che è più gran-de e più forte dei nostri peccati. Per questo la celebrazione della penitenza èsoprattutto una festa che nasce dalla gioia di saperci perdonati, non per i nostrimeriti, ma per i meriti di Cristo; non per le nostre forze, ma per quell'amore diDio che supera tutte le nostre infedeltà e supplisce a tutte le nostre incapacità.Esso esprime visibilmente come la salvezza sia un dono gratuito di Dio, senzalimiti. È necessario chiarire il significato di peccato.... Non è possibile conosce-re e apprezzare il sacramento istituito da Cristo se non si possiede, per quantopossibile, un'idea corretta del peccato. Uno dei compiti dello spirito Santo èinfatti proprio quello di renderci consapevoli del nostro peccato. Peccato non èil semplice sbaglio, la semplice azione contro la legge. Il peccato è consapevolez-za e volontà di fare il male. E peccato nasce dal cuore. Il peccato è in ultima ana-lisi una profonda scelta di idolatria. Nell'antico testamento e peccato è per anto-nomasia l'infedeltà all'unico Dio per adorare altri dei, come tutte le conseguen-ze morali di questo disordine. Fondamentalmente ogni vero peccato è anche oggiun rifiuto di Dio per mettere al suo posto noi stessi, leader del nostro egoismo,della nostra superbia, contro tutte le inevitabili conseguenze di cattiverie, di vio-lenze, disprezzo per gli altri. Ogni vero atto di idolatria è una ferita all'allean-za, al progetto di Dio che è di fare di tutti gli uomini la sua famiglia. Qualsiasipeccato, anche consumato nel segreto del proprio cuore, è quindi, in ultima ana-lisi, se una ferita inferta alla comunione fraterna, poiché ogni peccato è sempreuna forma di egoismo idolatrico che rinchiude l'uomo su se stesso. Ogni azio-ne cattiva si rivolta contro chi la commessa. Il male avvelena e distruggere chilo fa. Ogni cedimento alle tendenze peggiori del nostro essere distrugge a pocoa poco l'immagine di Dio che è in noi.

dal Corso per Catechisti zona est

Page 12: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 12

Siamo le catechiste di terza elementare, ci rendiamo conto che il nostrocompito è molto importante. Abbiamo iniziato questo cammino con unpo’ di timore: non conosci i ragazzi, è un anno di preparazione ai

Sacramenti della Confessione e della Comunione, ti rendi conto che sono duemomenti importanti nella vita di questi ragazzi e delle loro famiglie: ti fai cari-co di tute queste preoccupazioni e ti spaventi un po’, ma poi , quando tuttoincomincia sembra che tutti questi pensieri passino e pensi solo a vivere quel

tempo che trascorri con iragazzi serenamente; cerchi dientrare nel loro mondo, vorre-sti diventare piccola come loroper poter capire meglio le lororichieste, ma a volte riesci, altrevolte no, ma la gioia di vivereche ti trasmettono ti dà unacarica che in alcuni momenti tifa dimenticare persino i tuoiproblemi personali e familiarie ti accorgi che questi ragazziriescono a catapultarti in un'al-tra realtà, un mondo semplice,fatto di giochi e sorrisi sponta-nei e sinceri che fanno beneanche a noi adulti. Non nascondiamo che ci sonogiorni in cui ti sembra di nonessere capace di andare avanti,di essere distanti anni luce daloro, ti abbatti, allora chiedi

aiuto a chi ha molta più esperienza di noi: don Ernesto, che ci incoraggia, cispiega molte cose, per cui noi ritroviamo la serenità per poter continuare.Questi momenti ti aiutano a crescere e ti fanno capire che non sempre puoi far-cela da solo, ma devi avere il coraggio e l'umiltà di chiedere aiuto a chi ti stavicino. Se qualcuno vuol provare a diventare catechista, vedrà che fare cate-chismo ai bambini è un esperienza importante, che ti porta a vivere ciò che tuinsegni e a trasmettere loro ciò che il Vangelo ci insegna.

Rosangela e Raffaella

Giochi e sorrisi: il mondo dei piccoli che si preparano al grande incontroIN CAMMINO VERSO LA PRIMA COMUNIONE

Manuel AlbergoniLuca Bertoletti Mattia BorziRiccardo Brunofero Riccardo GuardavillaMarco MaffiLorenzo Manzoni

Luca MontiniAlessandro RancatiLorenzo RussoDaian StocchettiLuigi TimpanoGabriele Vescovi Valentina Zennaro

Page 13: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 13

Lo Spirito Santo ci riguarda da vicino: è la nostra guida, èla nostra fonte di vita e di grazia, è il nostro tutto. Quandogioiamo, Lui gioisce con noi; quando soffriamo, Lui sof-

fre con noi; quando non sappiamo camminare, Lui ci prende inbraccio. Lo vogliamo seguire e lo vogliamo conoscere meglio; èenormemente più grande di noi, sovrasta le nostre vite e lenostre certezze. Siamo piccoli e sprovveduti, ma vogliamo pro-vare ad essere coraggiosi ed ad andargli incontro.Questi sono i sentimenti con i quali il gruppo dei ragazzi dellaprima media s’accinge a ricevere il sacramento dellaRiconfermazione. Nei loro cuori si leggono gli entusiasmi e ledifficoltà che nascono e muoiono ogni giorno dentro di noi enelle persone che incontriamo; in loro albergano le aspettativedi una vita sempre più nuova, grande e piena.Non sanno da chi, come e dove cercare; si rivolgono ai genitori, agli amici, a noi, anche avoi. Noi tutti allora dobbiamo essere fra quelli che guardano senza dubbi o incertezzeverso il volto di Gesù, dobbiamo essere per loro testimoni del suo Santo Spirito, dobbia-mo far parlare la nostra vita della sua presenza. Noi tutti dobbiamo allora essere manitese di un Dio che non ha mani. Il nostro ed il loro cuore anelano allo Spirito Santo, manon sempre sappiamo riconoscerlo e perciò non sempre sappiamo abbandonarci alla suavolontà. Se non sappiamo andare oltre noi stessi, a cosa sarà servita la nostra vita? E senon coltiviamo in noi e in loro il seme dello Spirito Santo, da chi troveremo il senso e laforza della nostra vita?

Massimo Ferro

Entusiasmi e aspettative dei ragazzi che si preparano alla CresimaA CUORE APERTO VERSO LO SPIRITO SANTO

Marco BosiGiulia Ferla

Michela LocatelliGiulia LocustiMostacchetti

Maribel PanzettiAaron Piarulli

Alyssa RusconiRoberta Spini

Francesca TimpanoFrancesco Valcarenghi

Desirée Venturelli

Page 14: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 14

La sera di martedì 20 marzo a Camisano c'era un insolito via vai nellapiazza e si notavano moltissime persone: adulti, bambini, giovani, gentevenuta da fuori che cercava di entrare in chiesa.

L'evento era grande davvero: il vescovo ha voluto conferire il ministerodell'Accolitato al seminarista Andrea Rusconi proprio a Camisano, doveAndrea è nato. La gioia era grande per tutti, soprattutto per i genitori, il fra-tello Giorgio, parenti ed amici e nel frattempo il nostro bel coro si accingeva

ad intonare canti.Preceduti dal suono delle campane afesta una lunga sfilata di sacerdoti siaccostava all'altare mentre il vescovoindossava paramenti sacri e davainizio alla celebrazione.L'emozione era grande non solo perAndrea ma anche per tutti noi.Qualcuno forse non sapeva benecosa fosse l'Accolitato, ma il vesco-vo, nel conferire il ministero adAndrea ha elencato i compiti dell'ac-colito: il servizio all'altare durante lacelebrazione eucaristica per aiutare isacerdoti in mancanza del diacono,le offerte del pane e del vino sullamensa.Nell'adorazione eucaristica Andreapuò esporre e riporre il sacramentodell'eucaristia senza però impartire

la benedizione. Andrea inoltre è abilitato a distribuire l'eucaristia nelle caseagli ammalati che non possono andare a messa, può inoltre confortare chi èsolo, chi ha bisogno di conforto e servire fratelli sofferenti.Il vescovo ci ha ricordato che Gesù ci chiede di amarci come lui ha amato noie alla folla che lo ascoltava ha detto ai dodici: dategli voi stessi da mangiare.Noi sappiamo che Andrea sarà sempre vicino a chi soffre e con il suo sorrisosaprà consolare chiunque.Alla fine della bella cerimonia un bellissimo e ottimo rinfresco ha permesso amolti di ritrovare molti amici prima di tornare alle proprie case.Andrea, pregheremo per te e tu per noi!

Mariella

20 marzo: chiesa gremita per la cerimonia celebrata dal VescovoANDREA RICEVE IL MINISTERO DI ACCOLITO

Page 15: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 15

Ho ricevuto il ministero di accolito.La strada verso la meta si fa da orapiù breve e l’ordinazione diaconale e presbiterale sono sempre piùvicine. Ma il ministero dell’accolitato che cos’è? Quali sono le sue ori-

gini nella prassi della Chiesa? Quali ne sono oggi i compiti?Dell’accolito come figura ministeriale abbiamo testimonianze sin dal III° sec.d.C.Anticamente il canditato al ministero di accolito veniva chiamato allo svolgi-mento di questo compito nella celebrazione della S. Messa: il Vescovo pronun-ciava dinanzi al candidato una preghiera di benedizione e con la consegna di unpiccolo sacchetto di lino destinato acontenere l’Eucarestia.Facendo un balzo avanti nei secoli arri-viamo in modo sostanzialmente immu-tato dal punto di vista del rito al 1972con Papa Paolo VI. Oggi l'accolito è destinato a servire inprimo luogo l'altare aiutando il diaconoe il sacerdote. Inoltre, può aiutare l'unoe l'altro anche nell'amministrazione deisacramenti, nelle celebrazioni dellaparola di Dio.Il suo compito fondamentale è quello diaiutare il sacerdote e il diacono all'alta-re. Egli può preparare l'altare e distri-buire l'eucaristia ai fedeli.L'accolito può portare la comunione aimalati: in assenza di un sacerdote e diun diacono, può esporre pubblicamentela santa eucaristia all'adorazione. Pensando al mio ulteriore “Si” mi ritorna alla memoria la domanda diGiovanni e Andrea a Gesù “Maestro dove abiti”? (Gv 1,38).Anch’io ora, ancora una volta gli chiedo “Dove abiti”? Per poter stare con Luidevo sapere, dobbiamo sapere dove abita.Il mio “Si” è collocato infatti sulla strada che sto compiendo qui in seminario,una strada in cui imparare dove abita Gesù e come stare con Lui: conoscerLointeriormente, profondamente, fare esperienza di Lui costituisce la pienezzadella nostra esistenza.Ringrazio la comunità parrocchiale di Camisano per la preghiera, la parteci-pazione e la condivisione della mia gioia. Grazie.

Andrea Rusconi

“PIÙ BREVE,ORA, LA STRADA VERSO LA META”

Page 16: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 16

Il 5 Febbraio abbiamo celebrato la XXXIV giornata per la vita "Giovani aperti allavita". I nostri vescovi hanno scritto in occasione di questa giornata: "La vera giovi-nezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Ho conosciuto in questa occa-

sione due giovani sposi che hanno appena dato alla luce il loro bimbo. Ho avuto la for-tuna di raccogliere e custodire le loro parole e, mentre li ascoltavo, ripetevo dentro dime una preghiera di lode a Dio tanto la loro testimonianza mi aveva colpito. Ho chie-sto loro di scrivere il loro racconto come dono per tutti.

La Giornata della Vita ha visto insieme bimbi, mamme e papàILARIA E DAVIDE: IL NOSTRO ANDREA

Per ogni genitore l'attesa per l'arrivo di un bimbo è un momento della vita unico epieno di gioia. Ovviamente anche per noi l'arrivo del nostro Andrea è stato unperiodo carico di emozioni, specialmente l'ultimo mese di gravidanza, quando

all'ultima visita di controllo prima del parto è stato trovato un problema al suo cuoricino.Subito siamo stati messi in contatto con ospedali riuniti di Bergamo per un controllo piùapprofondito e lì, da una prima diagnosi è stata riscontrata una anomalia cardiaca media.Per quantificare la reale gravità del suo problema dovevamo però aspettare l'adattamen-to del suo cuoricino alla vita dopo la nascita. In quel momento ci siamo sentiti impotentidi fronte a questa cosa e le uniche cose che potevano far era credere nella forza del nostrobimbo e avere fede, tanta fede. Proprio il nostro riavvicinamento alla fede ci ha fatto chie-dere un aiuto per il nostro Andrea ad un beato che per noi simboleggia l'essenza dell'amo-re e della bontà: Papa Giovanni Paolo II. Da quel momento in poi tutto è cambiato. Andreaha sorriso alla vita ed è nato sano e forte senza il bisogno di nessun tipo di aiuto medico.All'ultima visita di controllo la sua anomalia è stata definita lieve e gli permetterà di avereuna vita normale come tutti gli altri bimbi. Cosa potevamo chiedere di più? Abbiamochiesto un piccolo aiuto, in cambio abbiamo ricevuto la grazia per il nostro bimbo che ognigiorno ci regala tanta felicità. Questa esperienza ci ha fatto conoscere molti genitori dibambini con gravi patologie e spesso ci chiediamo cosa abbiamo in più di loro per avereavuto tutto questo aiuto. Con questa lettera vogliamo inoltre ringraziare tutte quelle persone che ci sono state vici-ne e che con noi hanno pregato per Andrea. Il sorriso paterno e l'amore di Giovanni PaoloII sarà un riferimento per tutta la nostra vita.

Ilaria e Davide

I “BABY” 2011 PRESENTIAlquati Alberto Cerri Yan ErwinComandulli Anna Della Torre Samuele Doldi Viola Guerini Rocco AndreaFranzelli Francesca Kouassi Famien Andy WillisPolicella AndreaSterni Giovanni

Bimbi, mamme e papà che hanno partecipato alla Festa della Vita

Page 17: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 17

Page 18: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 18

Walk in progress. Un cammino in divenire. Un cammino che si costruisceassieme, che vede corse, fermate, deviazioni. Servendoci dell'immaginedella strada come paragone della vita, ogni giovedì con i ragazzi di prima

e seconda superiore cerchiamo di camminare assieme, un cammino non sempliceoggigiorno e di conoscenza reciproca ("Si può amare solo ciò che si conosce e si puòconoscere ciò che si ama”).L'esempio per noi è lo stile di Gesù: nessuna ricetta pronta, ma cercando di suscitaredomande stiamo riflettendo sui compagni di viaggio con cui affrontiamo il nostroquotidiano, quale benzina serve al nostro spirito per affrontare le sfide, quale la stra-da che il Signore ha pensato per ciascuno di noi.Il tutto tra qualche risata, messaggini da un capo all'altro della stanza, scontri tramaschi e femmine e problemi personali. Nei cuori i nostri adolescenti coltivano gran-di sogni e speranze e mondi che faticano ad esprimere. E che noi grandi, un po’disil-lusi, fatichiamo a comprendere. Aspettano solo che qualcuno li ascolti, dedichi lorodel tempo e li aiuti a trovare le coordinate per orientarsi in questo mondo che offretanto ma non mette al centro l'essenziale. A voi tutti chiediamo un ricordo nella pre-ghiera perché il nostro cammino possa davvero essere fecondo.

Laura Borghi

Sogni e mondi espressi a fatica e che non sempre comprendiamoADOLESCENTI DEL BIENNIO: QUEI GIOVEDÌ SERA…

“Ricordo i miei anni del ginnasio: un mare di dubbi. Dubitavo perfino dellamia capacità di affrontare la vita. Che età difficile! Hai paura di non esse-re accettato dagli altri, dubiti del tuo charme, della tua capacità d’impat-

to con gli altri e non ti fai avanti. E poi problemi di crescita, problemi di cuore...Ma voi non abbiate paura, non preoccupatevi! Se voi lo volete, se avete un briciolodi speranza e una grande passione per gli anni che avete.., cambierete il mondo enon lo lascerete cambiare agli altri. Vivete la vita che state vivendo con una fortepassione. Non recintatevi dentro di voi, circoscrivendo la vostra vita in piccoli ambi-ti egoistici, invidiosi, incapaci di aprirsi agli altri. Appassionatevi alla vita perché èdolcissima. Mordete la vita! Non accanto nate i vostri giorni, le vostre ore, le vostretristezze con quegli affidi malinconici ai diari. Non coltivate pensieri di afflizione, dichiusura, di precauzioni. Mandate indietro la tentazione di sentirvi incompresi. Nonchiudetevi in voi stessi, ma sprizzate gioia da tutti i pori. Bruciate... perché quandosarete grandi potrete scaldarvi ai carboni divampati nella vostra giovinezza.Incendiate.., non immalinconitevi. Perché se voi non avete fiducia, gli adulti che vivedono saranno più infelici di voi. Coltivate le amicizie, incontrate la gente. Voi cre-scete quanto più numerosi sono gli incontri con la gente, quante più sono le perso-ne a cui stringete la mano. Coltivate gli interessi della pace, della giustizia, della soli-darietà, della salvaguardia dell’ambiente”.

Don Tonino Bello

QUELL’ETÀ: I ‘CONSIGLI’ DI DON TONINO

Page 19: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 19

Sabato 3 marzo tra le 19 e le 21.30 ho partecipato come catechista ad unritiro con i miei pre adolescenti di seconda e terza media e con i futuricresimandi di prima media.

Nei loro occhi un interesse misto a curiosità incantati su quello che donErnesto stava raccontando. A ogni domanda una frenesia e fretta di risponde-re un desiderio di dimostrare la loro capacità di sapere le risposte. Durante tutto questo li guardavo negli occhi, occhi luminosi felici di esserelì, occhi pieni di voglia di sapere, di comunicare, ma soprattutto voglia distare insieme.E alla fine una bella pizzata sempre naturalmente tutti insieme.Ora mi rivolgo a voi: dovreste vedere che bello l'oratorio quando vive con igiovani e adolescenti; portateli spesso, fatelo vivere e, credetemi, anche ivostri figli vivranno sempre esperienze fantastiche.

Giuseppe Zucchi

Tanta voglia di sapere, di comunicare e di stare insiemeVITA DI ORATORIO: ESSERE O APPARIRE?

Page 20: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 20

Mancano poco più di due mesi e avrà luogo un evento che lascerà un segno nelcuore di tutti quelli che avranno la fortuna di partecipare. Per il 7° incontromondiale delle famiglie è stata scelta Milano come città ospitante e, per noi di

Camisano, è davvero un’occasione unica: non abbiamo bisogno di dormire fuori dacasa per partecipare all’evento. Il family day 2012 si preannuncia unavvenimento ricco di proposte; è previsto anche un congresso appo-sitamente studiato per i bambini e i ragazzi, che in tal modo nondovranno annoiarsi con le catechesi riservate ai genitori, ma vivran-no momenti importantissimi di quest’esperienza unica, con altrepersone della loro età.Nella nostra parrocchia di Camisano due sono state le famiglie chehanno accettato di ospitare nuclei familiari giunti in Italia per questoevento, oltre alla casa parrocchiale che ospiterà una terza famiglia.Per chi avesse bisogno di approfondite informazioni sul family day,può collegarsi al sito apposito: www.familyday2012.com dove èspiegato nei particolari come, dove si svolgerà l’evento, cosa si pre-

vede di fare e molto altro. Si ricorda che il “pass” per partecipare all’incontro con ilPapa sabato sera nella Festa della Famiglia e Domenica mattina nella Santa Messa ègratuito ma è necessario iscriversi con apposito modulo in parrocchia. La scadenza èfine aprile!

Jessica Conti

Fra due mesi a Milano l’appuntamento che lascerà un segno nel cuoreGIORNATA MONDIALE DELLE FAMIGLIE

Domenica 5 febbraio 2012, alcune persone di Camisano hanno partecipato allafesta della pace dell’ACR. Com’è nello stile dell’animazione di queste feste,siamo stati accolti da canti e balli comunitari che hanno il duplice scopo di

arrivare direttamente al cuore e di rompere il ghiaccio tra i presenti.I bambini e i ragazzi, al termine del momento di accoglienza, si sono riuniti tra di loroper partecipare a dei laboratori divisi per fasce di età e, contemporaneamente, i geni-tori hanno assistito a un interessante incontro formativo condotto da due giovani mamolto competenti psicologhe. Questi incontri sono molto importanti, anche per colo-ro che hanno già un po’ di esperienza con la cura e la crescita dei figli, perché permet-tono di cambiare la prospettiva con la quale si affrontano i problemi di tutti i giorni,dovendo esercitare il mestiere di genitori!Alle 12:30 tutti a pranzo, giovani e adulti insieme. A noi di Camisano, ci attendevauna chicca: le ormai tradizionali, squisitissime frittelle di Cesira.Al termine, come sempre, la preghiera e la messa e un arrivederci a prestissimo conl’invito, a chi volesse trascorrere qualche ora di “beatitudine”, a partecipare alla pros-sima festa A.C.R.

Jessica Conti

Momenti di comunità: laboratori per i ragazzi, incontri per i genitoriPACE, A CREMA LA FESTA DELL’A.C.R.

Page 21: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 21

In questo periodo di preparazione alla Pasqua, in particolare, la ‘Via Crucis’ èstata ancora momento di riflessione e di preghiera, ma, anche durante tuttol’anno, entrando nella nostra chiesa, le 14 ‘stazioni’ affisse lungo i muri late-

rali richiamano sempre il pensiero alla salita al Calvario e alla Crocefissione.Qualcuno, forse, si può essere chiesto da quando questa sequenza di immaginirealizzate su legno è presente qui da noi. Ne dà risposta una corrispondenza daCamisano, dai toni molto ‘ispirati’, pubblicata dal settimanale cremasco ‘EraNovella’ il 5 settembre 1925.“Domenica scorsa, solennità del Patrono della nostra parrocchia– si legge nel servizio – furono benedette ed inaugurate lestazioni della nuova Via Crucis. Con rito severo, con pietà edevozione il nostro Prevosto (al tempo era don Pietro Marazzi)al mattino ha compiuta la funzione. Anime pie e buone presen-ziarono alla cerimonia partecipandovi attivamente, mentre lamassa del popolo rispondeva alle preghiere. Fu una sentita e cara funzione che ha coronato un’opera vera-mente sacra nell’espressione e preziosa nella finezza dell’arte.E’ una capolavoro di valore, uscito dalla famosa ditta di ValGardena, nota nel campo ecclesiastico.Le stazioni sono scolpite in legno e sapientemente colorite.Forse nei colori c’è qualche nota un po’ troppo vivace, troppoappariscente, ma, se ben si osservano le ombre e soprattutto i con-trasti necessari per mettere in rilievo le figure, ci si persuadefacilmente che non si poteva fare diversamente.Anche la figura di Gesù paziente sotto la croce lascia, sulleprime, un po’ di incertezza nella comprensione, ma anche quioccorre ricordare che l’artista doveva superare un notevole osta-colo: far comprendere il dolore infinito di Gesù non dimentican-do la sua divinità.Pare a noi che l’opera sia sapientemente ispirata alla verità sto-rica e alla tradizione della Chiesa e che l’artista abbia dato algrande lavoro tutta l’anima sua.Nel loro complesso, le 14 stazioni formano un’opera che arric-chisce notevolmente il tesoro della nostra Chiesa e favorisce,soprattutto, la pietà del nostro popolo, che, contemplando queste sacre figure, si porta piùfacilmente col pensiero all’ineffabile mistero del Calvario.Il nostro Prevosto ebbe le lodi da tutti e certamente avrà anche – conclude l’articolo - lepiù elette benedizioni da cielo, perché le opere che servono alla santificazione del popolotrovano sempre un’eco profonda nel cuore trafitto di Gesù”.

Aldo

Inaugurata nel 1925: il racconto in un articolo di ‘Era Novella’VIA CRUCIS, IL MISTERO DEL CALVARIO

Page 22: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 22

Da qualche mese, ormai, vi sarete accorti che le messe festive delle 10,30 edelle 18 e quella prefestiva delle 18 sono animate da un piccolo gruppo dipersone che ha “l’ardire” di mettersi in prima linea e intonare i canti.

Il “coretto” (diminutivo di coro ma anche sostantivo derivato dall’umiltà con laquale ci si pone al servizio del canto, senza assolutamente voler avere la pretesadi imitare il vero coro di Camisano), nasce per volontà del nostro don Ernesto, ilquale chiedeva una mano……anzi, in questo caso una voce, per la parte di ani-mazione della messa che riguarda il canto.Così, alcune persone “di buona volontà” si sono rese disponibili e sono partite perquest’avventura fatta di errori, note a volte stonate, partenze in anticipo o in ritar-do, microfoni che magicamente decidono di non funzionare più proprio sul piùbello….potrei continuare all’infinito con la lista delle “mancanze” ma c’è una cosache le cancella tutte con un colpo di spugna: la voglia di mettersi al servizio di Dioe degli altri.Un canto è valido quando riesce a coinvolgere l’assemblea, sia essa formata dabambini, da anziani, da giovani, indistintamente. La semplicità è, quindi, un ele-mento fondamentale per la buona riuscita di un canto.La connessione tra musica e preghiera è davvero molto stretta; succede spesso,infatti, che le parole siano insufficienti a esprimere la preghiera che sentiamo nelcuore. Per questo motivo, ci viene in aiuto il canto, un dono grandissimo, che Diostesso ha posto dentro di noi.La preghiera messa in musica, cantata, è più facile da dire, è più efficace perché èindirizzata non soltanto alla ragione dell’uomo ma anche al cuore e ai sentimenti,riuscendo in questo modo a coinvolgere in modo più completo chi prega cantando.San Bernardo di Chiaravalle, utilizzava l’espressione “regio dissimilitudinis”(regione della dissimilitudine) per indicare il canto brutto dei monaci; èun’espressione quasi dispregiativa ma se la leggiamo nella giusta chiave, si capi-sce che per lui, una cattiva pratica musicale ci allontana, non solo da Dio ma dalnostro essere creato a Sua immagine e somiglianza. Il “cantare male”, però non èinteso solo come canto sgradevole o tecnicamente imperfetto, ma anche come uncanto che non viene dal cuore, cantato solo con le labbra, che causa una “disso-nanza” da Dio e, di conseguenza, una caduta dell’uomo lontano da se stesso.Il canto è parte integrante ed essenziale della preghiera: dà voce ai cuori e allementi di coloro che cantano. Anche il nostro papa Benedetto XVI, al termine delconcerto in occasione del suo 80° compleanno ha detto: “Sono convinto che la musi-ca sia veramente il linguaggio universale della bellezza, capace di unire fra loro gli uomi-ni di buona volontà su tutta la terra e di portarli ad alzare lo sguardo verso l’Alto e adaprirsi al Bene e al Bello assoluti, che hanno la loro ultima sorgente in Dio stesso.”

Jessica Conti

L’esperienza del ‘coretto’ che anima le messe festive e prefestiveCANTI COL CUORE NEL CUORE DELLA CHIESA

Page 23: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 23

La Messa non si paga. La Messa non si può pagare, perché non ha prezzo!Nella Messa noi celebriamo il sacrificio di Gesù Cristo sulla croce chemuore per la nostra salvezza. Quanto costa il sacrificio di Gesù? Ha il prez-

zo di Dio che muore per me.

Diverso è chiedersi quanto costa alla comunità cristiana celebrare la Messa…,allora le voci di spesa potrebbero essere le seguenti: compenso al sacrestano (gra-zie a Ilde per noi è gratuito), ilcompenso all'organista, il riscal-damento, le luci, il compenso allesignore che puliscono la Chiesa(anche questo per noi è gratuitograzie al buon cuore di Carla,Teresa, Irene, Elena, Ilaria, Maria),le candele, i fiori, la manutenzioneordinaria della chiesa. Queste vocidi spesa sono finanziate dall'offer-ta che si raccoglie durante laMessa, i cestini.Dati alla mano è possibile fare unamedia della presenza dei fedelinell'arco di una settimana chechiameremo "ordinaria" da lunedìa domenica. Il numero si avvicinaa circa 350 persone. La raccoltadelle offerte nell'arco di una setti-mana da lunedì a domenica, anche qui cercando di stimare una media, si aggira-no attorno ai 160 euro. Centosessanta euro diviso 350 persone fa 45 centesimi atesta.Per quanto riguarda l'offerta data sacerdote che celebra la Santa Messa il discor-so è analogo, occorre fare una media indicativa. Non è possibile ovviamente sta-bilire una cifra precisa, ognuno dà quello che può, in ogni caso il sacerdote sce-glie di non gestire più di venti euro per ogni Santa Messa: se l'offerta supera que-sta cifra la differenza rimane direttamente a disposizione dalla parrocchia.Al sacerdote, al quale è affidata l'offerta, si chiede di gestire bene questi soldi,sapendo che parte dell’offerta della Messa li utilizzerà (come da disposizioni) perla carità ai poveri (è suggerito la metà), una parte dovrà consegnarli in curia peri bisogni della chiesa diocesana, una parte sono per i suoi bisogni.

Don Ernesto

Il resoconto della situazione economica della parrocchia del 2011MA, QUANTO ‘COSTA’ UNA MESSA?

Page 24: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 24

C’è, nella storia di Camisano, una figura di sacerdote e vescovo che è statatroppo presto dimenticata. È quella di monsignor Giovanni Rosi, nato il 27giugno 1872 e nominato vescovo di Montefiascone, diocesi che resse dal

1911 al 1951. Ora riposa in un sarcofago marmoreo nella cripta della basilica di SantaMargherita nella cittadina vicino al lago di Bolsena. Caduta l’ipotesi, ventilata negli ani Sessanta, di intitolargli la piazza del nostro paese,monsignor Giovanni Rosi è ricordato solo per la dedica del nostro oratorio.Della sua persona e della sua intensa attività pastorale rimangono tracce ammiratenegli archivi della sua diocesi, ora annessa a quella di Viterbo.

Nell’archivio del nostro comune si ritrova l’atto di nasci-ta, una lunga pagina manoscritta che riassume la comuni-cazione fatta dal papà Aquilino. La mamma si chiamavaMaddalena Parolari. Poi – si legge in una pubblicazione degli anni Cinquanta –compiuti con lode e successo gli studi in ‘patria’ e nelseminario di Crema, viene ordinato sacerdote il 27 genna-io 18795 e subito mandato a Roma, alla Gregoriana, a per-fezionare la sua cultura. Qui consegue la laurea inFilosofia e Diritto Canonico.Ritornato a Crema, si dedica all’insegnamento e, nel 1907,viene nominato rettore del seminario. Negli impegni cui è chiamato ha modo di manifestare lasua non comune abilità di insegnante e di educatore e la

sua cura per il ‘bel canto’ in cattedrale.Per queste sue doti, benché giovanissimo, a solo 38 anni il 19 dicembre 1910, vieneeletto vescovo di Montefiascone da papa Pio X. Atteso con ansia, fa il suo ingresso il20 luglio 1911, giorno della festa patronale di santa Margherita.Anima del suo apostolato sarà la catechesi e il culto dell’Eucarestia. Notevole ed esemplare sarà, ancora, il suo spirito di pazienza e di sacrificio nel soppor-tare i disagi della povertà, del lungo regime fascista e dell’ultimo conflitto mondiale.Per le sue benemerenze, Pio XII, nel 1950, lo annovera tra i vescovi assistenti al soglio.Monsignor Rosi si spegne il 5 aprile del 1951. “La sua figura ieratica è impressa nel ricordo di chi visse durante il suo episcopato”ha scritto Pietro Volpini, docente di Montefiascone.Questa la descrizione che ne fa : “Sembrava altèro ed era, invece, di una umiltà senzapari; sembrava severo ed era, invece, paterno; sembrava freddo ed aveva, invece, uncuore ardente. Una sola cosa sembrava ed era effettivamente: povero.Viveva in un palazzo senza impianto di riscaldamento, non possedeva un’automobi-le; durante l’ultimo periodo della guerra (1943-44) avrebbe sofferto anche la fame senon fosse intervenuta la carità di alcuni buoni diocesani. Il suo aspetto austero desta-va rispetto e anche una certa soggezione, ma la gente lo guardava con venerazione”.

Aldo

Una figura di camisanese troppo dimenticata: il suo insegnamentoMONS. GIOVANNI ROSI, GRANDE VESCOVO

Page 25: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 25

Da qualche settimana, due volontarie si stanno occupando della sistemazionedell’archivio parrocchiale, ricco di contenuti, ma parecchio in disordine edove diventava difficile trovare i preziosi documenti contenuti.

Le scoperte fatte nel visionare le singole parti sono davvero interessanti.Innanzitutto non ci si aspettava di trovare documenti così antichi: pensate che il primoregistro di Battesimi risale addirittura al 1564! Incredibile, anche perché bisogna pensa-re che all’epoca la diocesi di Crema non era stata ancora costituita. Per quanto riguar-da i matrimoni e i defunti si hanno i dati a partire dal 1594. La parte più corposa com-prende queste tre sezioni appena indicate.Consistenti anche i volumi denominati Stato delleanime o Stato della popolazione. Si hanno notiziedei nomi e dell’età dei parrocchiani a partire dal1602 anche se, in questo caso, vi si trovano parec-chie lacune. Nei volumi denominati Stato dellapopolazione viene indicata anche la professionidi ciascun adulto.Meno conservati e, di conseguenza, con la mag-gior parte di documentazione mancante, i regi-stri delle Cresime dove viene indicata comeprima annata il 1857.Altri contenuti riguardano la fabbriceria dellachiesa, l’inventario degli arredi ecclesiastici, levacchette, ossia le offerte dei parrocchiani per lacelebrazione delle sante messe, i registri delleclassi di catechismo con i voti di ciascuno studente, disciplina compresa.Sorprendenti, invece, altre due scoperte: quattro volumetti datati 1839 dal titoloPaolo de’ Conti di Camisano ‘STORIA DI ANTICHE MEMORIE CREMASCHE’ ealcune reliquie autenticate da alte autorità ecclesiastiche, tra le quali pare vi sia unframmento della croce di Gesù e altre sulle quale indagare un pochino meglio. I quat-tro volumetti compongono il romanzo dello scrittore cremasco Giuseppe Racchetti.Vi si narrano le disavventure di un figlio dei Conti di Camisano che, per sfuggire aldispotismo del padre, si rifugia dai frati ad Abbadia Cerreto e arriverà di nascostofino al castello che sorgeva qui nel nostro paese alla ricerca della sua promessa sposaqui prigioniera.Da ultimo troviamo anche i registri delle varie associazioni religiose rappresentatesul territorio della parrocchia: la Confraternita del Santissimo Sacramento,l’Associazione Figlie di Maria, le consorella di Maria Ss. Addolorata, laCongregazione della dottrina cristiana, l’associazione Sas Luigi Gonzaga.Un bel patrimonio da conservare (e magari poter mettere in mostra?) perché contie-ne buona parte della memoria storica della nostra comunità, dei nostri avi, dellanostra piccola lunga storia camisanese.

Debora Tinelli

Due volontarie si stanno occupando della sistemazione dei documentiARCHIVIO PARROCCHIALE: LE SCOPERTE

La copertina del romanzo Paolo dei Conti di Camisano

Page 26: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 26

Sulla scia delle precedenti interviste ad alcuni ragazzi che hanno svolto unpercorso nella comunità Papa Giovanni XXIII di Camisano, ho incontratoe chiesto a Roberto Moroni di raccontarmi la sua personale esperienza di

vita, trovando non poche sorprese rispetto alle storie raccontatemi sino ad ora.

Roberto è originario di Vaiano Cremasco, dove per molto tempo ha vissutocon la madre, il padre e un fratello più grande di 3 anni. Una famigli tranquil-la, con la quale ha avuto ed ha tutt’ora buonissimi rapporti. Intanto mi stupi-sce il fatto che Roberto abbia incontrato tardi il mondo della droga. A 18 anniincomincia a farsi le canne e solo a 23 fa uso di droghe pesanti. “L’adolescenzal’ho trascorsa tranquillamente, senza problemi. Ero il classico bravo ragaz-zo. Frequentavo l’oratorio, facevo l’educatore, un’adolescenza senza grossiproblemi.” Mi sorprende quando chiedo il motivo per cui ha iniziato a fareuso delle sostanze stupefacenti “Per curiosità. Sono curioso di natura, volevoprovare. A differenza di altri, il mio è stato un approccio più mistico”. La suacuriosità si manifesta anche nel desiderio di conoscere e imparare. Robertostudia prima filosofia a Milano, poi lascia la facoltà per iscriversi ad una scuo-la di cinematografia all’Aquila e oggi studia scienze dell’educazione. Leggemoltissimo, soprattutto autori della beat generation e poeti. Proprio durantegli anni trascorsi in Abruzzo, lontano da casa, inizia a fare uso di droghe

Roberto e alcuni ‘protagonisti’ durante le riprese di ‘Carletto’s way’

L’esperienza di Roberto, un tempo ospite della Comunità Papa Giovanni“DROGA, E ARRIVI A TOCCARE IL FONDO”

Page 27: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 27

pesanti, in particolare di eroina. “Sono andata avanti per 10 anni. Non ho mairubato, i soldi per le sostanze me li guadagnavo lavorando. Ci vogliono tantisoldi e tempo per procurarsele. Si spendono tra i 50 e i 100 euro al giorno. Faiun po’ il conto di cosa ci vuole in un mese. Ero lontano da casa, la mia fami-glia non sapeva nulla, sino a che la madre di un mio amico ha chiamata lamia e glielo ha rivelato.” La famiglia gli è sempre stata vicino, non lo ha maiabbandonato. Gli chiedo quando e perché ha deciso di entrare in comunità:“Arrivi a toccare il fondo. Anche a livello lavorativo non ci sei più con latesta. Diventa un desiderio che crea ansia e poi apatia.” Nel 2007 Robertoarriva per la prima volta a Camisano, ma vi rimane solo per 3 mesi. Solo nel2008 vi ritorna e inizia il suo percorso di riabilitazione che durerà finoall’agosto del 2011. “In comunità mi sono trovato bene, anche perché avevoprovato anche una struttura a Milano e dopo una settimana sono scappato.Era impossibile starci. Qui a Camisano ho avuto anche le mie libertà. Mi sonpotuto portare la mia telecamera e il Pc.” Ricorda positivamente l’esperienzafatta con alcuni adole-scenti di Camisano, con iquali ha girato un videomettendo a loro disposi-zione le sue competenzecinematografiche.

“Non rimpiango quelloche ho fatto. Ho scelto,nessuno mi ha costretto.Non ho paura di rica-derci ancora, ma sonoattento affinché noncapiti più. E’ una questione di scelta ed è necessario rinnovarla sempre”. Oggi Roberto studia scienza dell’educazione. La mattina segue un ragazzoautistico, nel pomeriggio è impegnato con un gruppo di ragazzi disabili.“Voglio lavorare nel sociale e arrotondo il mensile facendo il cameramen. Perme la dimensione artistica è fondamentale. Amo la poesia, faccio e produco imiei video e ho vinto anche qualche concorso di video arte”.La mia chiacchierata termina parlando proprio di scrittori e poeti e mentre mene vado salutando ho l’impressione di avere avuto a che fare con una perso-na determinata, molto sicura di sé, che ama la propria indipendenza e il pro-prio essere creativo e che ha messo in dubbio ogni mia piccola convinzione suldifficile mondo della droga. E questa volta me ne vado con qualcosa in più,ma con molte certezze in meno.

Debora

Roberto e alcuni compagni nei locali della Comunità Papa Giovanni XIII

Page 28: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 28

Ciao a tutti, mi chiamo Elia, sono un giovane educatore professionale sanitarioche da circa due mesi si è trasferito nei pressi di Camisano per lavorare nellacomunità terapeutica riabilitativa di nuova apertura “La Tuga 3” situata in Via

Trieste n. 52, un'esperienza di impatto e molto significativa, ma ora cerco di spiegarein cosa consiste il mio lavoro. L’Educatore professionale è l’operatore socio-sanitarioche si occupa di specifici progetti educativi e riabilitativi volti all’inserimento o al rein-serimento psicosociale dei soggetti in difficoltà. Questa figura lavora sulle persone arischio, sugli emarginati sociali e sui portatori di menomazioni psicofisiche. In preva-lenza questi soggetti sono: minori abbandonati, tossicodipendenti, alcolisti, persone incarcere, handicappati fisici e mentali e persone anziane. In linea di massimal’Educatore professionale programma, gestisce e verifica, all’interno dei servizi socio-sanitari e nelle strutture riabilitative, interventi educativi mirati al recupero e allo svi-

luppo delle potenzialità dei soggetti in diffi-coltà, coinvolgendoli direttamente insiemealle loro famiglie e alla collettività. Egli con-tribuisce anche a promuovere e ad organiz-zare strutture e risorse sociali e sanitarie,operando nel contesto sociale dei pazienti epartecipando ad attività di studio, ricerca edocumentazione. Se lavora ad esempio conminori momentaneamente allontanati dacasa, collabora alla creazione di strutturepredisposte ad accoglierli, come possonoessere le case famiglia. Questa figura può

inoltre promuovere il riconoscimento e il dialogo tra identità culturali diverse. Negliistituti di pena definisce i percorsi rieducativi e segue il reinserimento nella societàdegli ex detenuti e dei detenuti in regime di semi libertà, ammessi al lavoro esterno.Nelle organizzazioni ricreative e formative realizza progetti di orientamento scolasti-co, di educazione ambientale, di sensibilizzazione sociale oppure di intrattenimento dibambini e anziani. L’Educatore professionale deve avere competenze pedagogiche,sociologiche, antropologiche e mediche. Egli possiede spiccate doti relazionali e sa uti-lizzare le tecniche di comunicazione sia orale che ludico espressiva, nonché quelle dicomunicazione sia visiva che motoria; è poi in grado di applicare le metodologie diosservazione, di animazione e di gestione dell’équipe. Per fare tutto ciò, questa figuradeve avere una forte predisposizione al lavoro di gruppo. Egli deve infine conoscere lenorme che regolano l’organizzazione sanitaria e quelle che tutelano la salute e la sicu-rezza nei luoghi di lavoro. Dopo questa piccola presentazione vorrei fare gli auguri atutta la comunità per questi giorni festivi e farò del mio meglio per realizzare un lavo-ro di rete con la parrocchia e gli enti locali, in modo da poter aumentare le risorse aNostra disposizione e della comunità di Camisano stessa. Un saluto

Elia

”Puntiamo a un lavoro di rete con la parrocchia e gli enti locali”LA TUGA 3, NUOVA COMUNITÀ TERAPEUTICA

La sede della ‘Tuna’ in via Trieste

Page 29: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 29

Page 30: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

COMUNITÀ NUOVA 30

FAMIGLIE IN ESILIO.FERITE, RITROVATE, RICONCILIATE,di Carlo Maria Martini (San Paolo Edizioni, 2012)

Per oltre vent'anni pastore di una grande cittàcome Milano, il cardinale Carlo MariaMartini ha avuto numerose occasioni di

contatto diretto con persone e famiglie.Incontrandole e ascoltandole, ha potuto decifrarela complessità delle situazioni in cui la gente vive,nel contesto di una società mutata nella coscienzadegli ideali, dei valori e delle responsabilità, siaindividuali che pubbliche, e di riflesso anche nella

mentalità, nei comportamenti e negli stili di vita. Anche la famiglia, per seco-li struttura di riferimento del vivere sociale, è rimasta profondamente scossain tutto questo rivolgimento di idee, costumi e prospettive. Il problema pastorale, di fronte a una situazione così problematica, emergequindi con evidenza. Se poi, dalla famiglia nel suo complesso, si passa airagazzi e ai giovani, si delineano altri aspetti delle carenze e dei conflitti cheagitano la famiglia d'oggi. In questo libro il cardinale Martini, con le sue paro-le, ci ricorda che per essere e rimanere una famiglia cristiana, c'è un lungo per-corso da compiere, nel bel mezzo dei problemi e delle sofferenze di cui è fattala storia di ogni famiglia.Molti e molto intensi gli argomenti trattati: dal contesto etico – sociale dellafamiglia, alle sue forze e debolezze, dai conflitti nell’infanzia e nell’adolescen-za alla sessualità nei giovani, dalla sfida educativa alla bellezza della famigliacristiana sino a sottolineare l’importanza della preghiera comune, come si puòintuire dal brano sottostante tratto dal libro.

“Pregare non è isolarsi dal mondo, non è fuggire le responsabilità quotidiane. Lodandoe ringraziando nasce nel nostro cuore una domanda molto concreta: che cosa vuoleDio da me? Che cosa vuole dalla nostra famiglia dalla nostra comunità parrocchiale?La preghiera diventa qui accettazione del ruolo che il Signore ha affidato a voi comegenitori o come figli, a me come vescovo, ai preti come pastori, ai religiosi come con-sacrati, ai laici come costruttori di città.”

Il libro del cardinale Martini sui problemi che si vivono nelle nostre caseFAMIGLIE CRISTIANE: SFIDE EDUCATIVE

Page 31: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

PARROCCHIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA DECOLLATOPiazza Maggiore, 5Parroco: don Ernesto Mariconti - Tel.: 0373 77335 - Cell. 328 4663394E-mail: [email protected] - www.parrocchiadicamisano.com

Imparare a respirare è imparare ad amare.Espirarsi, svuotarsi, farsi capacità perché il totalmente altro ci penetri

Inspirare, incarnare questo totalmente altro.Cristo in noi.

Padre , nelle tue mani consegno il mio spirito.Parola d’adorabile abbandono del Figlio al Padre.

La sua vita nessuno la prende, è lui che la dona.Momento di totale intimità.

Tutto è compiuto.Il formidabile processo di risurrezione

che sconvolgerà il mondo intero è avviatoO Croce innalzata sul mondo

O Croce di Gesù Cristo

(Elisabeth Smadja)

Page 32: Periodico parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

“La Fata delle Dolomiti”...

MOENA 23-24-25-26 AGOSTO 2012

La nostra Parrocchia orga-nizza una vacanza a moena(TN) nei giorni dal 23 al 26agosto 2012 per tutti coloroche desiderano partecipare...

Costo a persona:Adulto (in camera doppia): Euro 235,00Bambini 0-1 anno: GRATISBambini 2-5 anno: Euro 145,00Bambini 6-12 anno: Euro 181,00

Prezzo per adulto in:Camera singola: Euro 271,00Camera tripla: Euro 223,00Camera quadrupla: Euro 213,00

La quota comprenda:• Viaggio a/r in pullman• Alloggio in hotel 3 stelle EL LARESH (www.laresh.com)• Trattamento in pensione completa (bevande escluse)• Ingresso libero nel centro benessere dell’hotel• Programma di escursioni e passeggiate con la guida• Cena tipica trentina• Serata musica dal vivo

Iscrizioni presso l’oratorio entro venerdì 20 aprile 2012versando un acconto di Euro 100,00

60 Euro al giorno tutto compreso