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L’ edizione 2013 della Biennale Inter- nazionale di Scultura dal titolo Pen- sare lo spazio. Dialogo tra natura e immaginazione curata da Claudio Cerritelli inaugura il 15 giugno ed è promossa dal- l’Assessorato alla Cultura della Regione Pie- monte in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali tramite la Dire- zione Regionale per i Beni Culturali e Pae- saggistici del Piemonte, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Torino, Asti, Cuneo, Biella e Vercelli e il Real Castello di Racconigi, con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna, del Consolato Generale della Repubblica Fede- rale di Germania, dell’Instituto Cervantes, del Goethe Institut, con il sostegno di Fondazio- ne CRT e organizzata dall’Associazione Pie- montese Arte presieduta dallo scultore Ric- cardo Cordero. Nella prestigiosa cornice del Parco del Real Castello di Racconigi saran- no esposte sino al 13 ottobre 62 sculture di grande dimensione realizza- te da artisti provenienti da Italia, Spagna e Germania a dimostrazione della vocazio- ne internazionale dell’inizia- tiva oltre che della volontà di proporre testimonianze di esperienze vive, in un molte- plice intreccio di forme, co- lori e dimensioni. La mostra è un esempio di espressione artistica multigenerazionale, con scultori che provengono da percorsi cul- turali eterogenei. Sono artisti affermati nel pieno della loro maturità creativa, noti per le personali scelte di poetica e di linguaggio. Nei locali sottostanti la serra della Margaria sarà presentata una sezione storica di scultori operanti nel secondo dopoguerra in Italia, una sorta di “numi tutelari” degli artisti le cui ope- re sono disseminate nel grande Parco. Gli scultori che partecipano alla Biennale Internazionale di Scultura a Racconigi so- no gli italiani: Sergio Alberti, Italo Antico, Gabriella Benedini, Giuseppe Bergomi, Enzo Bersezio, Alessandra Bonoli, Giovanni Cam- pus, Angelo Casciello, Nino Cassani, Ettore Consolazione, Nello Finotti, Sergio Floriani, Massimo Ghiotti, Roberto Lanaro, Italo Lan- fredini , Piera Legnaghi , Umberto Mariani , Eliseo Mattiacci, Franco Mazzucchelli, Igor Mitoraj, Marcello Morandini, Giuseppe Pi- rozzi, Graziano Pompili, Valerio Righini, Da- vide Scarabelli, Paolo Schiavocampo, Mau- ro Staccioli , Antonio Trotta, Sergio Zanni , Nane Zavagnocon una sezione storica riser- vata a: Angelo Bozzola, Carmelo Cappello, Andrea Cascella, Sandro Cherchi, Pietro Con- sagra, Agenore Fabbri, Michele Festa, Quin- to Ghermandi, Umberto Mastroianni, Um- berto Milani , Augusto Perez, Pierluca, Giò Pomodoro, Vittorio Tavernari. Gli spagnoli: Vicente Baron Linares, Lluis Cera, Ramon De Soto, Natividad Navalon, Miquel Navarro, Jaume Pensa, Rablaci, Su- sana Solano, Mar Solis. Ed i tedeschi: Jörg Bach, Ingrid Hartlieb, Jür- gen Knubben, Armin Göhringer, Johannes Pfeiffer, Werner Pokorny, Klaus Prior, Ro- bert Schad, Hartmut Stielow. Le opere esposte si potranno ammirare dal 16 giugno al 13 ottobre nel Parco, nel Giardino dei Principini e nei locali sottostanti la Serra della Margaria della Reggia Sabauda. Real Castello di Racconigi Via Morosini, 1 - Racconigi (CN) Scultura internazionale a Racconigi 2013 Pensare lo spazio. Dialogo tra natura e immaginazione Inaugurazione 15 giugno, ore 17.00 Dal 16 giugno al 13 ottobre Info: 011 19714998 PERIODICO DI CULTURA E INFORMAZIONE Fondato da Carlo Accossato nel 1994 dell’ ARTE I.P. CORRIERE 2,50 COURRIER DES ARTS Anno XIX - n° 11 - Venerdì 7 Giugno 2013 Direzione e Redazione: P.za Zara, 3 - 10133 Torino. Tel. 011 6312666 - Fax 011 6317243 - Cell. 377 4648901 E-Mail: [email protected] - www.corrieredellarte.it Art. 2 Comma 2 Legge 662/96 - Pubblicità inferiore al 45% Spedizione in abbonamento postale Il Corriere dell’Arte è su facebook con più di 6.000 contatti da tutto il mondo e on line con oltre 500 visitatori al giorno GALLERIA La Rocca Manifesti, originali, grafica, multipli e dipinti Via della Rocca, 4 TORINO Tel. 011.8174644 GALLERIA La Rocca Manifesti, originali, grafica, multipli e dipinti Via della Rocca, 4 TORINO Tel. 011.8174644 Real Castello di Racconigi – Torino Biennale internazionale di scultura MASSIMO CENTINI G uido Zibordi Marchesi appartiene a quella ca- tegoria di artisti per i quali la pittura costituisce una fondamentale opportunità per dare spazio alla proprio uni- verso intellettuale, dinamiciz- zato da un vortice di interessi, conoscenze, passioni. Dotato di un proprio background cul- turale nel quale convivono fan- tascienza e tradizione popola- re, iconografia ed esoterismo, Zibordi Marchesi non cela la sua stretta relazione con l’edi- toria e la sua attenzione per l’u- niverso dei tarocchi: dalla pri- ma ha appreso un certo modus operandi, che ci pare di scor- gere nell’impianto figurativo delle singole opere; dal secon- do l’attenzione per la dialetti- ca che conforma il linguaggio del simbolo. In questa bella mostra alla galleria “Davico”, l’artista bolognese ha scelto un soggetto insolito da usare co- me leitmotiv del suo narrare fi- gurativo: il rinoceronte. Un soggetto che a prima vista po- trebbe apparire marginale, for- se minore nel mare magnum dell’arte: poi però ci si rende conto che quella strana creatu- ra, dopo le prime e rare appa- rizioni nei bestiari, ha via via acquisito una maggiore af- fermazione in senso alla tra- dizione artistica occidentale. Albrecht Dürer ha provato a sdoganarlo per assegnargli una propria caratura simbolica che andasse oltre il limitante uni- verso dell’esotismo a cui quel- l’animale era stato ascritto in toto. Zibordi Marchesi recupe- ra il vissuto allegorico del ri- noceronte e lo pone in un iti- nerario a tratti ludico: e così reinventa Pietro Longhi, po- nendosi all’interno della tela tra gli spettatori mascherati; op- Guido Zibordi Marchesi alla Galleria Davico - Torino Rinoceronti e altri simboli Giò Pomodoro, “Contatti Tenaglia”, 1970 Guido Zibordi Marchesi, Rino”c’ero”nte segue a pag. 2 GIANFRANCO SCHIALVINO C’ era il sole la matti- na di lunedì 27 maggio. Entrava finalmente l’amato “frate so- le”, in una primavera fredda e avara di calore, nelle vetra- te dello studio di via Lan- franchi 24. E intanto si spe- gneva la lucerna che aveva il- luminato per ottantaquattro anni il fecondo, assiduo, in- telligente lavoro di Giacomo Soffiantino. Il suo cuore fla- grante di sensazioni, fragran- te di sentimenti, intriso di ri- cordi, di affetti, di figure ces- sava i battiti affannosi. Il suo spirito volava a raggiungere nel mondo dei giusti gli ami- ci che lo avevano preceduto tra le architetture barocche, rosse di mattoni e candide di stucchi, nelle strade dritte e le chiese, le piazze, i caffè, i viali, i portici, le fontane di una straordinaria città perdu- ta. Andava a incontrare, in quella particolare nostalgica atmosfera subalpina, gli ami- ci e gli ideali. A riconoscerli nei fantasmi che, lassù, emer- gendo dalla nebbia, sbucano nell’intrico ordinato degli in- croci, testimoni ed icone, re- liquie illuse della torinesità antica. La cocotte di Gozza- no e la suora di Arpino, lo sguardo acuto di Bobbio e la critica illuminata di Mila. E poi Calandri e Paulucci, Ta- busso e Casorati, Spazzapan, Fico, Curletti, Cremona... Lo conobbi a una mostra alla Bussola, nel ’75. Dipingeva allora con una scansione di pennellate molto fini che sa- peva del pointillisme delle Senne di Seurat, dei cieli di Previati, delle luminosità di Franco Soffiantino Giacomo Soffiantino si è spento lo scorso 27 maggio Il mistero della vita nella sua pittura segue a pag. 2 Corriere11__ 30/05/13 14:54 Pagina 1

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L’edizione 2013 della Biennale Inter-nazionale di Scultura dal titolo Pen-sare lo spazio. Dialogo tra natura e

immaginazione curata da Claudio Cerritelliinaugura il 15 giugno ed è promossa dal-l’Assessorato alla Cultura della Regione Pie-monte in collaborazione con il Ministero peri Beni e le Attività Culturali tramite la Dire-zione Regionale per i Beni Culturali e Pae-saggistici del Piemonte, la Soprintendenzaper i Beni Architettonici e Paesaggistici per

le province di Torino, Asti, Cuneo, Biella eVercelli e il Real Castello di Racconigi, conil patrocinio dell’Ambasciata di Spagna, delConsolato Generale della Repubblica Fede-rale di Germania, dell’Instituto Cervantes, delGoethe Institut, con il sostegno di Fondazio-ne CRT e organizzata dall’Associazione Pie-montese Arte presieduta dallo scultore Ric-cardo Cordero. Nella prestigiosa cornice delParco del Real Castello di Racconigi saran-no esposte sino al 13 ottobre 62 sculture di

grande dimensione realizza-te da artisti provenienti daItalia, Spagna e Germania adimostrazione della vocazio-ne internazionale dell’inizia-tiva oltre che della volontà diproporre testimonianze diesperienze vive, in un molte-plice intreccio di forme, co-lori e dimensioni. La mostraè un esempio di espressioneartistica multigenerazionale,

con scultori che provengono da percorsi cul-turali eterogenei. Sono artisti affermati nelpieno della loro maturità creativa, noti per lepersonali scelte di poetica e di linguaggio.Nei locali sottostanti la serra della Margariasarà presentata una sezione storica di scultorioperanti nel secondo dopoguerra in Italia, unasorta di “numi tutelari” degli artisti le cui ope-re sono disseminate nel grande Parco.Gli scultori che partecipano alla BiennaleInternazionale di Scultura a Racconigi so-no gli italiani: Sergio Alberti, Italo Antico,Gabriella Benedini, Giuseppe Bergomi, EnzoBersezio, Alessandra Bonoli, Giovanni Cam-pus, Angelo Casciello, Nino Cassani, EttoreConsolazione, Nello Finotti, Sergio Floriani,Massimo Ghiotti, Roberto Lanaro, Italo Lan-fredini, Piera Legnaghi, Umberto Mariani,Eliseo Mattiacci, Franco Mazzucchelli, IgorMitoraj, Marcello Morandini, Giuseppe Pi-rozzi, Graziano Pompili, Valerio Righini, Da-vide Scarabelli, Paolo Schiavocampo, Mau-ro Staccioli, Antonio Trotta, Sergio Zanni,

Nane Zavagnocon una sezione storica riser-vata a: Angelo Bozzola, Carmelo Cappello,Andrea Cascella, Sandro Cherchi, Pietro Con-sagra, Agenore Fabbri, Michele Festa, Quin-to Ghermandi, Umberto Mastroianni, Um-berto Milani, Augusto Perez, Pierluca, GiòPomodoro, Vittorio Tavernari.Gli spagnoli: Vicente Baron Linares, LluisCera, Ramon De Soto, Natividad Navalon,Miquel Navarro, Jaume Pensa, Rablaci, Su-sana Solano, Mar Solis.Ed i tedeschi: Jörg Bach, Ingrid Hartlieb, Jür-gen Knubben, Armin Göhringer, JohannesPfeiffer, Werner Pokorny, Klaus Prior, Ro-bert Schad, Hartmut Stielow.Le opere esposte si potranno ammirare dal 16giugno al 13 ottobre nel Parco, nel Giardinodei Principini e nei locali sottostanti la Serradella Margaria della Reggia Sabauda.

Real Castello di Racconigi Via Morosini, 1 - Racconigi (CN)Scultura internazionale a Racconigi 2013 Pensare lo spazio. Dialogo tra natura e immaginazioneInaugurazione 15 giugno, ore 17.00 Dal 16 giugno al 13 ottobreInfo: 011 19714998

P E R I O D I C O D I C U L T U R A E I N F O R M A Z I O N EFondato da Carlo Accossato nel 1994

dell’ARTE

I.P.

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C O U R R I E R D E S A R T S

Anno XIX - n° 11 - Venerdì 7 Giugno 2013Direzione e Redazione: P.za Zara, 3 - 10133 Torino. Tel. 011 6312666 - Fax 011 6317243 - Cell. 377 4648901E-Mail: [email protected] - www.corrieredellarte.itArt. 2 Comma 2 Legge 662/96 - Pubblicità inferiore al 45%Spedizione in abbonamento postale

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GALLERIALa Rocca

Manifesti, originali, grafica,

multipli e dipinti

Via della Rocca, 4TORINO

Tel. 011.8174644

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multipli e dipinti

Via della Rocca, 4TORINO

Tel. 011.8174644

Real Castello di Racconigi – Torino

Biennale internazionale di scultura

MASSIMO CENTINI

Guido Zibordi Marchesiappartiene a quella ca-tegoria di artisti per i

quali la pittura costituisce unafondamentale opportunità perdare spazio alla proprio uni-verso intellettuale, dinamiciz-zato da un vortice di interessi,conoscenze, passioni. Dotato

di un proprio background cul-turale nel quale convivono fan-tascienza e tradizione popola-re, iconografia ed esoterismo,Zibordi Marchesi non cela lasua stretta relazione con l’edi-toria e la sua attenzione per l’u-niverso dei tarocchi: dalla pri-ma ha appreso un certo modusoperandi, che ci pare di scor-gere nell’impianto figurativodelle singole opere; dal secon-do l’attenzione per la dialetti-

ca che conforma il linguaggiodel simbolo. In questa bellamostra alla galleria “Davico”,l’artista bolognese ha scelto unsoggetto insolito da usare co-me leitmotiv del suo narrare fi-gurativo: il rinoceronte. Unsoggetto che a prima vista po-trebbe apparire marginale, for-se minore nel mare magnumdell’arte: poi però ci si rendeconto che quella strana creatu-ra, dopo le prime e rare appa-

rizioni nei bestiari, ha via viaacquisito una maggiore af-fermazione in senso alla tra-dizione artistica occidentale.Albrecht Dürer ha provato asdoganarlo per assegnargli unapropria caratura simbolica cheandasse oltre il limitante uni-verso dell’esotismo a cui quel-l’animale era stato ascritto intoto. Zibordi Marchesi recupe-ra il vissuto allegorico del ri-noceronte e lo pone in un iti-nerario a tratti ludico: e cosìreinventa Pietro Longhi, po-nendosi all’interno della tela tragli spettatori mascherati; op-

Guido Zibordi Marchesi alla Galleria Davico - Torino

Rinoceronti e altri simboli

Giò Pomodoro, “Contatti Tenaglia”, 1970

Guido Zibordi Marchesi, Rino”c’ero”nte segue a pag. 2

GIANFRANCO SCHIALVINO

C’era il sole la matti-na di lunedì 27maggio. Entrava

finalmente l’amato “frate so-le”, in una primavera freddae avara di calore, nelle vetra-te dello studio di via Lan-franchi 24. E intanto si spe-gneva la lucerna che aveva il-luminato per ottantaquattroanni il fecondo, assiduo, in-telligente lavoro di GiacomoSoffiantino. Il suo cuore fla-grante di sensazioni, fragran-te di sentimenti, intriso di ri-cordi, di affetti, di figure ces-sava i battiti affannosi. Il suospirito volava a raggiungerenel mondo dei giusti gli ami-ci che lo avevano precedutotra le architetture barocche,rosse di mattoni e candide distucchi, nelle strade dritte ele chiese, le piazze, i caffè, i

viali, i portici, le fontane diuna straordinaria città perdu-ta. Andava a incontrare, inquella particolare nostalgicaatmosfera subalpina, gli ami-ci e gli ideali. A riconoscerlinei fantasmi che, lassù, emer-gendo dalla nebbia, sbucanonell’intrico ordinato degli in-croci, testimoni ed icone, re-liquie illuse della torinesitàantica. La cocotte di Gozza-no e la suora di Arpino, losguardo acuto di Bobbio e lacritica illuminata di Mila. Epoi Calandri e Paulucci, Ta-busso e Casorati, Spazzapan,Fico, Curletti, Cremona... Loconobbi a una mostra allaBussola, nel ’75. Dipingevaallora con una scansione dipennellate molto fini che sa-peva del pointillisme delleSenne di Seurat, dei cieli diPreviati, delle luminosità di

Franco Soffiantino

Giacomo Soffiantino si è spento lo scorso 27 maggio

Il mistero della vita nella sua pittura

segue a pag. 2

Corriere11__ 30/05/13 14:54 Pagina 1

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7 Giugno 2013Pagina 2dell’ARTECORRIERE C O U R R I E R D E S A R T S

Segantini. Mi affascinò. Il colore vibrava, la superficie on-deggiava leggera, la luce usciva dagli sguinci improvvisi deipiani scompaginati rasentando il virtuosismo. Mi piacque an-che il suo modo di scombinare i settori, i tagli che separano edividono, ma anche evidenziano e definiscono i rapporti del-la struttura. Mi regalò tempo, consigli, parole di incoraggia-mento. A piccoli passi sono riuscito a entrare nella sua pittu-ra. Un rintocco, una oscillazione, un gioco frenetico di scattiinventivi, una padronanza di esitazioni, di oscillazioni emotive,di sicurezze professionali, di tenacia vigorosa. Ecco, in sintesi,la sua arte. Nel contesto di una ascesi in cui rendere ancor piùdiafane le immagini, consumate nel rimorso che le renderà sen-za corpo, ritaglio inciso sulla carta e vellutato diramare di colo-ri monacali sulla tela. Null’altro. E via via negli anni senza piùpeso terreno. Eco sopito di risonanze e di allusioni. Ressa spi-rituale di significanti. Illusioni di un sensibile chimicamente tra-sposto nella e dalla memoria. Con una superba, sontuosa pa-dronanza del mestiere. Una perizia e un’abilità tecnica fuori del-la norma. Collegata, impegnata però alle sue ricerche: mai vuo-

ta sequenza di spazi caleidoscopici infarciti di eleganza sterile.Territori ben pregni invece di significati: nell’alternanza dei pie-ni, - segni simboli figure oggetti linee appunti ricordi sensazio-ni radici cortecce ossa orrore sentimento -, e dei vuoti dove l’e-mozione del colore sedimenta in materia. Farina fossile maci-nata dalla mente e dal cuore, impastata, macerata nel dolore enella sofferenza. Perché? Per chi? «Il mistero della vita deveentrare nella pittura», diceva del suo quadro prediletto, il Trit-tico della vita del 1990: enciclopedia di riflessi, colore, profon-dità; esplosione di giorni che si susseguono a legare la tessitu-ra delle esistenze che fanno insieme il mosaico della ragione diogni essere. La terra, il bosco, la sorgente. La sostanza, la fer-mentazione, la purificazione. La natura inerte (bucrani, radici,conchiglie), la germinazione (ireos, betulle, felci, frutti, un ret-tangolo di cielo), l’emozione (il rivolo che scorre e che gorgo-glia nelle bolle che illuminano l’incontro delle acque). Con unamaschera bianca, firma dimenticata appoggiata in fondo. Gli oc-chi vuoti, neri. Nella consapevolezza che l’artista, per quantoromanticamente genio e demiurgo, in fondo è, deve soprattuttoessere, come lui è stato, un uomo.Gli ho voluto bene.

continua da pag. 1Il mistero della vita nella sua pittura

pure crea sorprendenti ibridazioni tra rinoceronte e stegosaurodando vita a una creatura impossibile, nella quale riverbera l’at-tenzione dell’artista per mondi ed esseri impossibili di tradizio-ne fantascientifica. Non è solo il rinoceronte a dominare nel pa-norama iconografico messo in scena dall’artista, anche altre ani-mali e soggetti si amalgamano in un percorso poetico di gran-de effetto: e così il “Corpus astrologicus” diventa occasione peruna simbiosi tra figure dotate di inestinguibile valore simboli-co, fino a dilata tarsi inarrestabilmente nello “Zodiaco cinese”.Ma l’impianto allegorico riverbera anche quando adotta modu-li tipici della religione, come nel vorticoso “Le tentazioni di San-ta Caterina”, in cui il linguaggio caratteristico della pittura ca-techistica, si sincretizza con il fluido ludico presente in nuce nel-la rappresentazione drammatica. Il risultato è sempre avvincente,affascinante e colmo di molteplici aperture in direzione di unlinguaggio innegabilmente ermetico, scandito dai dettami di unaTradizione che è capace a sfruttare con straordinaria abilità lemolteplici valenze delle matrici surrealiste.

Galleria DavicoGalleria Subalpina 30 – TorinoPersonale di Guido Zibordi MarchesiFino 29 Giugno Info: 011 5629152

continua da pag. 1Rinoceronti e altri simboli

ANDREA DOMENICO TARICCO

Quando il colore divie-ne espressione prima-ria dell’ universo inte-

riore sino a stravolgere i con-notati formali di partenza, en-triamo nelle dinamiche del ge-sto, ovvero in tutta una seriedi significazioni portanti delsegno eletto sovrano ed in-contrastato nel suo divenire,tramandando verità celate al-l’immediatezza ricettiva e perquesto, progettato per disin-cantare la logica umana. Sonooperazioni che emergonospontaneamente dalle opere diViviana Mantilaro, giovane ar-tista torinese che esporrà pres-so il Chiosco dello Zoo, saba-to 8 giugno in occasione del-

la Notte Bianca torinese. Lasicurezza delle sue pennellatedapprima, trascendono il datooggettivo della realtà di riferi-mento rielaborandola sensiti-vamente nell’impeto della pro-

pria gestazione esecutiva perpoi incanalare lo sguardo informe-contenitori che si cari-cano di significati rapportabi-li proprio a quelle dimensioniconsuetudinarie che prece-dentemente aveva scartato. Ildramma esistenziale che deri-va da queste manipolazioniconcettuali in cui l’io si trovaa combattere tra il vero/og-gettivo/reale e la fantasia/sog-gettivo/astratto giungono allasintesi perfetta, sprofondando

in un’informalità primigeniache ha per oggetto la radica-lizzazione della realtà stessadalla quale sembrava distac-carsi. Nel Ricordo brasilero,ad esempio, i dati della natu-

ra emergono direttamente inchi guarda stravolti o virtua-lizzati sino all’inverosimiledall’immediatezza percettivadeterminata cromaticamentedal gesto fauveistico che ri-elabora non più il reale ma ciòche quel contesto ha suscita-to nel proprio ego. In Darse-na è la struttura cromatica aconnaturare il senso dellacomposizione stessa, veico-landola oltre le sue possibili-tà razionali, quasi onirizzan-docela simbolicamente. Sonoflussi indotti, stati psicologi-ci latenti, figli di un’informa-lità novecentista ma moder-nizzati secondo direzionalità

figurali atte ad esprimere sta-ti emozionali assolutamenteindividuali. Il suo sensibili-smo, affinato nell’atelier diMartino Bissacco, non smet-te di prender forma, percor-rendo nuove vie che solcanoi contorti sentieri dell’anima.

Il Chiosco dello Zoo Via Bava 30 - G Torino(zona Vanchiglia)Lov. Vanchiglia Open Lab.Notte BiancaViviana MantilaroFino al 30 giugnoSabato 8 giugno dalle 18.00 alle 2.00Info: 333 9061432

Venerdì 7 Giugno alleore 18, in via Rubia-na, 15 a Torino, pres-

so la galleria Arte Città Ami-ca, s’inaugura una mostra di15 artisti, ciascuno dei qualipresenta 4 opere. Gli artisti hanno giocato sul si-gnificato del titolo “Armoniadi colori”, esprimendosi in mo-di differenti con i propri puntidi vista secondo il proprio per-corso artistico, frutto di studioe di ricerca. In questa mostragli artisti, seppur di diverse cor-

renti, sono accumunati tutti dal-la stessa passione per l’arte.Espongono: Corrado Alde-rucci, Mauro Azzarita, Enri-ca Berardi, Anna Cervellera,Alfredo De Leonardis, Vale-ria Facello, Silvia Finetti, Lu-ciana Francone, MirellaMendola, Francesco Murlo,Amalia Passaro, NazzarenoRandò, Renzo Ravazzotti,Antonio Robella, Elena San-tanero. La mostra sarà visita-bile fino al 16 giugno. Info 011 7717471

Il Chiosco dello Zoo – Torino

Le notti bianche di Viviana Mantilaro

In alto: Viviana Mantilaro, “La darsena”A sinistra: Viviana Mantilaro, “Ricordo Brasilero”

Elisa Donetti, “Ascolto il vento dei cuori”

Sul numero precedente, nella pagina 7 monotematica il reca-pito telefonico dell’artista Elisa Donetti è risultato errato.Il numero esatto è il seguente: 347 1067130

Galleria Arte Città Amica - Torino

Armonie per 15 artisti

ERRATA CORRIGE

corriere11__ 30/05/13 12:22 Pagina 2

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Pagina 3dell’ARTECORRIERE C O U R R I E R D E S A R T S

7 Giugno 2013

DI CHIARAPITTAVINO

Lei è stato uno dei quattro storici ar-tisti, con Cappiello, Dudovich e De-pero, ad aver creato l’immagineCampari nel mondo. Nell’area mi-lanese il Gruppo Moretti Costru-zioni, riqualificando la zona ex Cam-pari ha progettato, con gli architet-ti Mario Botta e Giancarlo Marzo-rati, un ampio complesso investen-do nell’arte e coinvolgendo la Suaimmagine per recuperare la capaci-tà iconica di trasmettere emozioni.Si, è stato creato un progetto a SestoSan Giovanni che si sviluppa su 4 tor-ri dedicate ad altrettante personalitàconsiderate parte integrante della cul-tura immaginifica del ’900 e legateall’identità di questo luogo. Le 4 halldelle torri (che prenderanno il nomedi ciascuno degli artisti) ospiterannola riproduzione di un’opera creatadall’artista stesso cui la torre è dedi-cata. La torre Nespolo ospiterà dun-que una mia opera rafforzando ulte-riormente il legame arte-architettu-ra. Nella riqualificazione della zonaex Campari si è conservata la me-moria dell’edificio di archeologia in-dustrale recuperando il segno inde-lebile della storia dell’Azienda e del-l’evoluzione della città.Com’è cominciata la Sua colla-borazione con la Campari?E’ cominciata nel 1989, anno in cuimi chiesero di partecipare ad un pro-getto legato alla pubblicizzazionedell’azienda, ed andata avanti a lun-go. L’anno scorso, al compimento

dei 150 della Campari si è attuatoquesto progetto.Quanto il suo approccio artisticosi presta a tali progetti?Direi che si presta abbastanza. Ioinoltre ho sempre lavorato con gran-dissimo piacere nell’ambito della co-municazione e della pubblicità con-cependole in stretto rapporto conl’arte. Così com’era un po’ per gliartisti che abbiamo citato prima, dis-corso che vale in particolar modoper Depero, il quale ha lavorato tan-tissimo per la Campari, di cui ha cu-rato notevoli campagne pubblicita-rie. Ho sempre ammirato Depero epiù in generale la capacità del mo-vimento futurista nello spaziare al-l’interno del mondo contemporaneo,poiché il suo concetto non si limita-va alla creazione di un’opera nuo-va quanto piuttosto “fare un mondonuovo”, intervenendo su quasi tuttigli elementi della vita reale, dalledecorazioni, all’editoria.Parlando di arte più in generale,Lei ha spesso esternato la sua opi-nione sul ruolo dell’artista e sul-l’attuale cattiva gestione del com-parto, in particolare in Piemonte.Sì, certo, anche se non limiterei lacattiva gestione al territorio pie-montese. Io direi che tutto il siste-ma dell’arte sembra essere combi-nato in maniera complessa e diffi-cile. Tale sistema a livello interna-zionale vive un momento abbastan-za complicato perché è in una fasedi profonda crisi economica gene-rale. L’arte subisce difficoltà mag-

giori poichè viene considerata unoptional di cui si può anche fare ameno. Come peggiorativo ci trovia-mo in un’ epoca in cui tutto vienedefinito come “arte” e quindi è an-cor più difficile orientarsi, ne con-segue che alla fine niente è arte.E la funzione della critica, alla lu-ce di tali dinamiche?La critica d’arte è ormai inesistente.E’ quasi del tutto scomparsa. Il criti-co per vivere deve fare il manager ese accetta di assumere questo ruolocomincia a gestire l’arte, gli artisti, laconnessione di questi ultimi con i va-ri musei, con i curatori eccetera. Dicritici che siano dei grandi studiosi odei grandi teorici, devo ammettere,non ne vedo molti e anche di criticiche sappiano davvero “fare i critici”sinceramente ne conosco pochi, So-no essenzialmente personaggi assol-dati da una necessità promozionaleo economica. Il critico studioso dav-vero profondo, in tutta sincerità, nonlo vedo più da nessuna parte. Complice la nuova generazione dei“curators”?Si, anche dei curators e di questi nuo-vi enfant prodige; veri e propri “per-

sonaggi”. Una sorta di “cinghia ditrasmissione” fra l’artista e il mer-cato: il curatore di turno si proponead un artista cercando di sponsoriz-zarlo nel miglior modo possibile e dipiazzarlo bene in vista, all’interno diun mercato che ne “registrerà” il va-lore. Vero o presunto che sia.Salverebbe le Accademie?Le Accademie purtroppo non han-no una proprietà e nemmeno unruolo. Se in passato l’Accademiarappresentava un luogo nel qualesi affinava una qualche capacitàesecutiva per apprendere un me-stiere, oggi non è più così perchéattualmente ha perso la sua iden-tità e tende a voler insegnare unamateria che fondamentalmente nonesiste più. Sinceramente credo chel’Accademia abbia perso la suareale funzione di “bottega delle ar-ti”. Dunque ecco il problema: dauna parte abbiamo un’Accademiache tende a rincorrere i fantasmidi un insegnamento indicizzato adun mestiere che col tempo è statosvuotato di qualsiasi possibilità ditramando di tradizioni tecnico-cul-turali e dall’altra c’è la persisten-za di una critica legata ad esigen-ze prettamente commerciali lonta-na da una rivendicazione stretta-mente letteraria. Il discorso è cheoggi l’arte è stata esautorata, mes-sa completamente all’angolo. Sa-rebbe fondamentale riportarla alcentro delle istanze sociali e nellavita di ciascuno di noi attraversoil preciso affinamento - che do-vrebbe toccare tutti - di uno spiri-to critico teso ad un maggioreorientamento culturale.

MARIA LUISA TIBONE

Forte e brillante, ricca e lucente come la sua capacità di ap-proccio alle forme, ecco avanzare oggi la nuova presen-za di Paola Malato. E’ un salotto borghese, nella realtà di

SPAZIO EVENTA in via dei Mille 42, ad offrirle dal 13 giugnoal 12 luglio, l’occasione di un percorso espositivo nuovo, vis-suto e sentito come un approccio singolare al minimalismo, unanecessità della vita d’oggi. L’artista ha percorso già un lungocammino, dalla pittura iniziale profondamente sentita come esi-

genza di rappresentazione del mondo, alla visione plastica. Que-sta per più di un decennio ha preso forma in una creatività for-te ed originale che ha prediletto il cotto, ma non solo, per inda-gare lo spazio, per vivere in modo tridimensionale l’esperien-za fantastica del mondo. E’ uno scavo archeologico particolarenella realtà dell’oggi quello che ha condotto, a tratti, l’artista agemellare, volta a volta ì metalli,- bronzo, ferro, rame- e anco-ra il legno,la pietra, il vetro e il mosaico con la terra cotta pre-diletta, rossa a bianca, sempre calda e viva.Oggi Paola Malato si presenta in forme nuove. Le sculture diluce, da parete o da tavolo, sono i segni fondanti di un rin-novarsi dimensionale più a misura d’uomo. La terracotta e ilplexiglass si flettono,si incurvano, e risorgono nell’inseguir-si dei pezzi unici. Accanto, sulle pareti del salotto accoglien-te, ecco i “segni di colori” stratificati e vivaci, anche nell’o-riginalità dei fogli sovrapposti, memori delle nostre espe-rienze e dei nostri ricordi.La nuova ricerca conduce ancora alla compenetrazione

dei piani, ma li proietta in modo originale anche nelledue dimensioni, realizzando una sintesi cromatica rive-latrice del nuovo mondo.Napoletana, Paola Malato si è formata ed ha vissuto a Roma.Da molti anni vive e lavora a Torino.La sua ricerca punta ad una sintesi tra scultura (perché tec-nica e materiali usati sono quelli della scultura), pittura (per-ché le superfici sono sempre trattate in maniera pittorica e avolte compare concretamente il colore) e architettura (per-ché ne risulta una combinazione di elementi strutturali (ro-tazioni, compenetrazioni, ribaltamenti di piani). Nel suo stu-dio si leggono gli impianti di grandi installazioni, si docu-mentano performances.

Spazio EventaVia dei Mille 42 – TorinoPaola Malato “Segni di Luci e di Colori”Dal 13 giugno al 12 luglioInfo. 011 8138159

Spazio Eventa – Torino

La nuova ricerca di Paola MalatoL’artista con Miklos Varga

Paola Malato

Paola Malato

INTERVISTA a Ugo Nespolo

MARIANNA ORLOTTI

Il 26° Salone Internazionale del Libro a Tori-no si è chiuso lunedì 20 maggio con un nu-mero di visitatori pari a 329.860 e un aumento

del 4% rispetto alla chiusura 2012. Un nuovo re-cord che polverizza tutti i risultati precedenti.Dedicato quest’anno al tema più che mai attua-le della creatività e della cultura del progetto,l’intento di questa edizione, come ha spiegato ilPresidente Rolando Picchioni, era quello di rac-contare il processo che conduce dalla nascitadell’idea al progetto compiuto, capace di cam-biare il modo di pensare, le abitudini e persinole prospettive di vita di molte persone. Nonostantela ormai tristemente nota crisi dell’editoria e ilcrescente fenomeno degli ebook, il Salone ha re-gistrato nei cinque giorni il record di visitatorianche grazie al fittissimo programma di incon-tri con gli autori, senza dimenticare il Salone Off.La presentazione del nuovo libro di FrancescoBonami Mamma voglio fare l’artista, una sortadi irriverente manuale per diventare artisti ed evi-tare brucianti delusioni, è stata l’occasione peruna riflessione sull’arte contemporanea e sul ruo-lo di artisti e critici all’interno del sistema del-l’arte e della società. Purtroppo il clima positi-vo, fiducioso e stimolante, l’ottimismo prodot-to della kermesse torinese che crede ancora for-temente nel potere della cultura è stato guastatodalla notizia dell’ennesimo rinvio e della defi-nanziazione del Festival delle Letterature di Ro-ma, altro evento internazionale che tiene alto ilprestigio culturale dell’Italia nel mondo.

Torino - 26° SaloneInternazionale del Libro

Ancora recorddi visitatori

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7 Giugno 2013Pagina 4dell’ARTECORRIERE C O U R R I E R D E S A R T S

Sarà inaugurata sabato 8 giugno alle ore17 presso la Galleria Arte per Voi diAvigliana la mostra personale di Gior-

gio Flis. Nell’ambito di tale evento alle ore16, nella Sala Consiliare del Municipio(piazza conte Rosso, 79 – Avigliana), saràpresentata la monografia Giorgio Flis, a cu-

ra di Paolo Nesta, NEOS EDIZIONI, 2013con l’intervento dell’editore Silvia MariaRamasso, del curatore Paolo Nesta e con lapresenza dell’artista. E come illustra PaoloNesta: “La ricerca pittorica di Giorgio Flis,intorno al 2010, attraversa una breve, con-centrata, ma altrettanto singolare stagione,

o forse piuttosto un capitolo, incui si compie una sorta di scar-to a “L”, proprio come è per-messo al Cavallo, rispetto alpercorso tendenzialmente li-neare, più noto. Qui, in mostra,per una precisa - ed assoluta-mente condivisibile - scelta diLuigi Castagna, quella tappaappare univoca e ottimamenterappresentata. Lo scarto balzaagli occhi netto, fin troppo evi-dente per non tentare di misu-rarne gli esiti, su alcuni deiquali ritornerò un po’ più avan-ti, anche tenuto conto che la

mossa del Cavallo ha il vantaggio di vale-re, sulla scacchiera, non solo in avanti, maanche a ritroso. La tela, già usata come unquasi anonimo e inerte supporto dei pig-menti, invece, si presenta ora lacerata, scon-volta, attraversata da squarci quasi irrepa-rabili, perché ridotta a brandelli, apparen-temente non più ricomponibili...Se infatti inquesti dipinti del 2010 l’artista adotta unastrategia all’apparenza quasi disarmata,che si spinge fino a rasentare l’estrema re-sa dell’Immagine, in realtà Giorgio Flis sabene che il seguito della partita si sta fa-cendo arduo e tanto complesso da richie-dere una mossa decisiva. Essa, per proce-dere a chiudere vittoriosamente il Combat-timento, deve essere spiazzante... Per met-terla in atto Flis si proietta, procedendo aritroso nella memoria, fino a recuperare ea lasciare riaffiorare nella sua interioritàuna dimensione mentale e creativa affida-ta alla rivisitazione, per affinità, di quel-l’insieme di esperienze pittoriche che lo ave-vano indotto a comporre, verso la fine de-gli anni Novanta, una piccola serie di omag-gi all’opera di Alberto Burri...”

Galleria Arte per VoiPiazza Conte Rosso 1 – Avigliana (To)Giorgio Flis e la mossa del CavalloDall’8 al 30 giugnoInfo: 011 9369179

Galleria Arte per Voi – Avigliana (To)

La ricerca pittoricadi Giorgio Flis

Giorgio Flis, “Composizione”, 2004

Ancora una mostra di clas-se e di rilievo alla GalleriaSilvy Bassanese Arte Con-temporanea di Biella. Cura-ta da Viana Conti e costrui-ta su un’ipotesi di lavoro didue collezionisti biellesi, lanuova mostra si intitola So-litudine allo Specchio, enun-ciazione emblematica perracchiudere in un’unica ci-fra espressiva, lavori che sipresentano con modalità estili diversi pur gravitando

intorno allo stesso tema. An-tonio De Venezia, GiuseppeBombaci, Eva Antonini sonoi tre artisti che attraverso ope-re di particolare impatto sug-gestivo e qualità, affrontanoil tema della solitudine. Gran-di ed enigmatici, in una di-mensione quasi sfuggente, puraffidata a un vibrante reali-smo, sono i dipinti di AntonioDe Venezia, artista nato adAvellino, ma attualmente re-sidente a Sesto Calende, conformazione presso l’Accade-mia di Belle Arti di Brera. So-no uomini soli, racchiusi nelproprio pastrano, affannati suigradini di una scala, o conge-lati nel silenzio della propriaombra proiettata sul muro. DiAntonio De Venezia sono an-che alcuni magnifici ritratti amatita di personaggi famosi,come Pasolini, Picasso, Pol-lock e altri. Giuseppe Bom-baci, nativo di Siracusa, è in-vece l’autore di alcuni grandiritratti neri, suggestivi e in-quietanti, nella proposta di ri-cerca di un volto noto affon-dato nell’ombra, come un Pa-pa o il presidente Mao. Defi-nito da Viana Conti “un clas-sico contemporaneo”, Giu-seppe Bombaci, che vive e la-

vora anche a Mila-no e Bologna, èpresentato dallacuratrice della mo-stra come un arti-sta che affronta lapittura “come av-

ventura esistenziale, stru-mento di conoscenza, campodi ricerca e di sperimentazio-ne”. “Nelle sue tele di canapaveneta – aggiunge Viana Con-ti, Bombaci delinea costella-zioni mentali fatte di figure eoggetti che affiorano, come inuna prospettiva celeste, nellaprofondità illusoria del dipin-to”. “Ogni mia immagine è unpretesto - dichiara a sua voltal’artista- anche se non rispon-de a un’esistenza reale, vivedi una sua necessità”. Belle edenigmatiche, infine, le classi-cheggianti sculture in terra-cotta e in grès, trattate con ve-tro e sabbia, di Eva Antonini,artista nata a Rapperswil, vis-suta per alcuni anni a Zurigoe attualmente residente nelCanton Ticino. Al suo attivoun ricco curriculum di studi edi partecipazioni ad eventid’arte. Sono volti incompletie corpi spezzati che pure con-servano una singolare impo-nenza e bellezza, cui la cura-trice della mostra riconosceintensa la “poetica del fram-mento”. “L’arte figurativa –conclude ancora Viana Conti– non ha smesso così di eser-citare incantamenti e seduzio-ni”.

GalleriaSilvy BassaneseArte ContemporaneaVia Galilei 45Biella“Solitudineallo specchio”con Antoniode VeneziaGiuseppe BombaciEva AntoniniFino al 30 giugnoInfo: 015 355414

Eva Antonini, Giuseppe Bombaci e Antoniode Venezia alla Galleria Silvy Bassanese - BiellaTre artisti allo specchio

Prosegue presso la galleria Martin Ar-te la mostra Percorsi, personale di Gu-glielmo Durazzo, nato a Torino, dove

vive ed esercita la professione di avvocato. Da sempre si dedica alla pittura e dopo averpartecipato, nei primi anni settanta, a col-lettive presso l’Associazione Piemonte Ar-tistico e Culturale e presso la Promotrice diBelle Arti di Torino, prende parte a esposi-zioni nazionali. “L’umiltà di Durazzo – spie-

ga il critico dell’arte Paolo Levi - sta nel suoriflettere su certi modelli d’arte e di figurestoriche come Bacon e Pollock. Si immer-ge nel silenzio non dei loro lavori, ma nel-la indecifrabile essenza del messaggio, an-dando oltre la loro scrittura. Ha ragione Te-resio Polastro quando scrive che “l’emer-gere dagli abissi delle stanze segrete di que-ste inquietanti figure senza peso pare volersottolineare l’affioramento dei dubbi, deidrammi esistenziali personali, mentre le dis-solvenze coloristiche, d’altro canto, le re-stituiscono e le proiettano in una più ampiavisione”. La personale, in corso fino al 12giugno, presenta pagine di pittura che attin-gono ad un “altrove d’ombre per porgeremessaggi di schegge informi che tendono aun’utopica unità”. “Guglielmo Durazzo - scrive Angelo Mi-strangelo - affida a pagine astratte il propriodettato, che “ha radici nell’informale e cheriecheggia forme naturali”, risolto nel con-testo pittorico con l’impiego di inserimen-ti fotografici e di interventi eseguiti al com-puter. Nei suoi “incunaboli”, si ravvisa il

senso di una ricerca che fluisce attraversoraffinati collages di carte riciclate, di un li-bro-testimonianza, scritto dall’artista, cheparla di un giardino, di un segno-colore ca-pace di “riscrivere” le parole della poesiaL’angelo nero di Montale. Durazzo è un ar-tista che pratica la pittura con una operosi-tà metodica e lucida che lo ha portato a spe-rimentare e usare molte tecniche espressi-ve: il disegno, l’olio, l’acrilico, inchiostridiluiti, ma anche il collage con stampe e fo-tocopie digitali e materiali diversi come le-gno e plastica. Il repertorio tematico si in-centra su cicli che si intersecano e si rin-corrono per tempi lunghi, come se l’artistanon potesse esaurire mai completamente lasedimentazione iconografica.

MartinArte Laboratorio d’Arte Corsi Corso Siracusa 24/a - Torino “Percorsi” Mostra personaledi Guglielmo Durazzo a cura di Fernando MontàFino al 12 giugnoInfo: 011 3433756

ANDREADOMENICO TARICCO

L’ultimo verso delXXXIV canto dell’In-ferno dantesco introdu-

ce alla nuova mostra che si apreil primo giugno presso lo spazioespositivo Rinascenza Contem-poranea di Pescara il cui tema èSIRIUS. La discendenza sacra.L’aspetto spirituale di questo ci-clo è passato dalla dimensioneDogmatica, atta a delineare le vi-sioni artistiche fondate sulle su-perstizioni istituzionalizzate in fe-di alla dimensione Anteica, pro-tesa verso un linguaggio coscien-te che snatura le vecchie creden-ze in mitizzazioni oggettive. I

maestri coinvolti descrivono la di-scendenza sacra dell’arte, ovveroil racconto del manufatto diviniz-zato inteso come reperto storico otestimonianza effettiva del nostrobreve passaggio sulla Terra in re-lazione ai padri fondatori discesidal Cosmo. Secondo la leggenda,costoro estesero un impero galat-tico sino ai margini della nostraVia Lattea precostituendo l’attua-le vita sul nostro pianeta. CosimoNocente, decanta un mondo post-atomico ai limiti del reale, in cuila figura femminile fa da prota-gonista assoluta e rappresental’immagine d’un simbolismo an-gelicato. Dinamiche iperrealisti-che che entrano in contrasto con

gli universi geometrizzati decan-tati da Giorgio Biso, fautore d’untradizionalistico neoplasticismoriconsolidato in forme assolute checome archetipi descrivono le ri-sultanti degli effetti concreti tra-mandati dalla realtà. AnnamariaAmendolito, vera poetessa deimiti antichi li rilegge in chiavepost-moderna generando dei por-tali metafisici tra il mondo ogget-tivo e quello onirico della psichein cui i sogni possono finalmenteprendere forma. Francesco Lu-pano, attento osservatore della na-tura circostante traslata pittorica-mente in poesie visive che la tra-ducono in atmosfere soggettive.Maria Grazia Monticelli, inve-

ce, scopre la sabbia come ele-mento portante per generare le sueopere. La terra, l’antico arcano, lamadre stessa che ci ha generati,diviene per lei lo strumento es-senziale da assemblare in elementiriconoscibili. Queste le dinamichedelle opere anteiche che i nostrimaestri pongono sull’altare delmondo, sacrificandole allo sguar-do degli astanti, quali adepti d’u-na realtà nuova o rinnovata. I di-scendenti sacri dei padri siriani al-ludono alla possibilità di rigene-rare proprio le componenti stessedel creato vettorizzandole, tradu-cendole e restituendocele rinno-vate dal loro punto di vista.

Rinascenza Contemporanea Via Palermo 140 - PescaraSIRIUS. La discendenza sacra1 giugno- 1 luglio Info: 328 6979208

MartinArte Laboratorio d’Arte e Corsi – Torino

Le pagine pittoriche di Guglielmo Durazzo

Guglielmo Durazzo, “Sposa”elaborazione digitale da una foto di Davide Casali

Rinascenza Contemporanea – Pescara

E uscimmo a riveder le stelle

Sopra: Eva Antonini,“Altrove”, bassorilievo,2012;a lato: Giuseppe Bom-baci, “Ritratto d’uomocon bocca assente”,2010;in basso: Antonio de Venezia, “Uomo che sa-le le scale”.

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Pagina 5dell’ARTECORRIERE C O U R R I E R D E S A R T S

7 Giugno 2013

DAL NOSTRO CORRISPONDENTEMARIO LUCENTINI

In fatto di mostre d’arte, ledue novità più sensazionalidi questa prima estate

newyorkese sono in realtà robavecchia: proviene dai depositidei due più venerabili musei cit-tadini, il Whitney, che è ancheil più “americano” dei museiamericani d’arte moderna; e ilMetropolitan, che è uno dei piùgrandi musei del mondo.Dunque roba vecchia, ma sub-lime, solo che finora non si rius-civa a vederla per ragioni dispazio. Adesso chiarisco. IlWhitney tra due anni traslocadalla parte alta alla parte bassadi Manhattan in una vastissimasede raddoppiando d’un colpoil suo spazio espositivo. In at-tesa del trasloco, tuttavia, rior-dina alcune sue collezioni e leespone. Il Metropolitan, che daanni aveva raggiunto il massi-mo della sua espansione possi-bile dentro l’intoccabile Cen-tral Park con cui confina, ac-quista tra due anni tutto lospazio abbandonato dal Whit-ney a pochi isolati di distanza– uno splendido edificio, fir-mato da Marcel Breuer – ma finda adesso ne approfitta, trasfor-mando al suo interno un vastospazio che usava per mostrespeciali in spazio dedito al suopatrimonio permanente. Eccoadesso il risultato di questo gio-co di bussolotti. Al Whitney, lamostra intitolata “HopperDrawing,” cioè, più o meno, “ildisegno di Hopper,” espone unaconsistente frazione della mas-

sa di disegni di Edward Hop-per che da una quarantina d’an-ni sono rinchiusi nei depositidel museo. Sono più di 200delle oltre 2.500 opere su cartadi Hopper che il museo – cheha ereditato l’intera produzionedell’artista, cioè anche altricinquecento tra quadri a olio eacquerelli – possiede; ovvia-mente tra le più significative, etali da mandare in visibilio chiama Edward Hopper. E questiamatori non sono pochi perchèHopper è il più grande, il piùtipico e di gran lunga in più in-fluente degli artisti americani.In una carriera svoltasi sull’ar-co di quasi settant’anni, Hop-per (1882-1967) ha creato unprofondamente commoventemondo di immagini caratteriz-zate da un’ossessiva ambigui-tà narrativa. I suoi sottili effet-ti di luce, le sue scene urbanedi infinita atmosfera, le sue del-icatissime rappresentazioni disolitudine e di silenzio hannoinfluenzato il cinema, la fo-tografia, il teatro, la culturaamericana in senso lato, dunqueinclusa, alle sue radici, anchel’arte “pop.” Se i mezzi per cosìdire ufficiali d’espressione er-ano per Hopper i dipinti a olioe le stampe, adesso è possibilevedere quanta parte, in questoprocesso creativo, abbia avutoil disegno, e anche quale valoreabbia avuto anche come fine asè. In due parole, chi può direoggi di conoscere l’animaamericana se non ha visto ilquadro di Hopper“Nighthawks” (“Gente dellanotte”), o la relativa stampa, o

l’acquaforte “Night shadows”(“Ombre di notte”), sia pure inriproduzione? E quale può es-sere la sua emozione nel vederela stessa immagine al momen-to della sua creazione, comedisegno? Non c’è bisogno diaggiungere che, accanto ai dis-egni intesi come studi prepara-tori, la vasta mostra espone an-che molti dei quadri a olio cor-rispondenti, tra cui opere fon-damentali come “Sala di cine-ma a New York,” “Stazione diservizio,” “Lavoro di notte inufficio,” “Donna in camerad’albergo,” “Una domenicamattina,” “Strada di New Yorkall’alba.” Quanto al Metropol-itan Museum of Art, le nuovesale acquisite rinunciando perpochi mesi – si tratta di atten-dere che si liberi l’edificio giàdel Whitney – a uno degli spazidestinati a mostre speciali sono22, interamente dedicate allapittura europea tra il 1250 e il1800. Si è trattato soprattutto diun ripensamento dell’ordine es-positivo, con l’aggiunta diopere mai esposte in passato –opere minori, ma quando perminore s’intenda unoSchaufelein o un’ArtemisiaGentileschi, il minore è moltorelativo – o anche ottenute inprestito per l’occasione. In com-plesso, la nuova complicità traWhitney e Met offre al visitatorequalcosa di cui si può dire soltan-to: vale il viaggio. Aggiungo, dallato pratico, che al Whitney l’in-gresso è gratuito la sera del ven-erdì, al Met ciascuno paga ciòche vuole, anche se per l’ingres-so esiste un “prezzo suggerito.”

Whitney Museum – New YorkIl disegno di Hopper

CARLA CREMERS

Si è svolto in Olanda il primo SimposioInternazionale di Land-Art Maastricht,a cura di Carla Cremers, Mirjam Korse,

Esther Janssen: 23 artisti provenienti da tutto ilmondo (due dalla Nuova Zelanda, uno dalla Ci-na, uno dal Giappone, uno dal Belgio, tre dal-la Germania, due dall’Italia e gli altri tutti dal-l’Olanda) hanno lavorato nel parco del Castel-lo Bethlehem dal 9 al 17 maggio, giorno del-l’inaugurazione e apertura al pubblico. Svilup-patasi sullo scorcio degli anni ’60 nell’ambitodel concettualismo e del minimalismo, la Land-Art implica interventi artistici da eseguirsi (conmateriali prevalentemente - ma non necessa-riamente - trovati nella natura) direttamente sulterreno, tra boschi, fiumi, prati, rocce, inter-venti che inevitabilmente sono col tempo de-stinati a essere ingoiati dalla natura stessa equindi a scomparire: ne rimarranno le tracce fo-tografiche e filmiche. Un Simposio, peraltro, è

un momento di incontro, discambio di idee, di confrontotra artisti che generalmentenon si sono mai conosciutiprima, ma soprattutto è un av-venimento che impone loro lanecessità di lavorare vicini, avolte anche insieme, ed espri-mersi con un’operazione arti-stica nel giro di pochi giorni.Questo è accaduto a Maa-stricht: artisti diversi per età,per formazione culturale, perpercorsi e interessi stilistici,coinvolti in questo evento, sisono impegnati per molte oreal giorno, all’aperto in condi-zioni di tempo davvero sfa-vorevoli, infangati e bagnatifino al midollo, mai in com-petizione piuttosto in un con-fronto stimolante, e hanno

progettato delle “situazioni ambientali”, dasituarsi in certi angoli del bosco del Castel-lo scelti in relazione all’idea prevista. O vi-ceversa: cioè degli angoli del bosco hannodato lo spunto per la creazione di un certoparticolare intervento in situ. Ne sono natiallestimenti davvero interessanti, variabilinelle dimensioni, nei materiali usati, nei co-lori, nei significati, per adattarsi alle condi-zioni contingenti: sono opere destinate a ‘vi-vere’ nel parco, oscillando al vento o sof-frendo alla pioggia. Comunque si trasfor-meranno nel tempo, per ritornare poi lenta-mente alla natur. Segnaliamo le artiste ita-liane, proprio di Torino, Tegi Canfari e Pao-la Malato (l’una creato e sollevato a mez-z’aria un grande groviglio di “radici comeali”, e l’altra ha ‘dipinto’ un albero con unacascata di fiori, come una macchia di colorerosso nel fitto verde): per le informazioni deiparticolari si rimanda al sitohttp.landartmaastricht.nl/en/

Edward Hopper

Èterminata lo scorso 2giugno, nelle sale delCircolo Eridano di

corso Moncalieri, la II Mo-stra Sociale di Primavera,che raccoglieva soltanto al-cuni dei soci del Circolo de-gli Artisti di Torino, venti-tré, con altrettante opere daisoggetti più differenti e conle loro diverse tecniche.Hanno esposto in questa oc-casione Bruno Beccaro (checon forti tratti illustrava atempera un “Paesaggio scoz-

zese”), Piera Bonamin, An-na Borgarelli, Mariell Chi-rone Guglielminetti, MaraDestefanis (un piccolo an-golo di giardino per il suo“Drink”), Silvana D’Urso(belle le sue “Maschere” al-ternate a materiali non pit-torici), Amalia Gaj, Mar-gherita Garetti, GiancarloGasparin, Adriana Giorda,Armida Mazzotti (con unaelegante “Rosa con boccio-li”), Laura Milani, Gian-franco Pieri (delizioso il

suo “Pastorello), Anna Ro-ta Milani (di perfetta co-struzione il suo “Ombre delmattino”), Dorisca (DorisScaggion), Gianni Sesiadella Merla, Antida Tam-maro, Leonardo Vannella,Dede Varetto (con un reali-stico quanto eccellente “Ri-tratto di Luciana”), RaulViglione, Maria Luisa Vi-gna, Alberto Vittorio Viti eRosanna Vottero Viutrella(suggestiva la sua distesad’”Acqua”). (e. rb.)

Al Circolo Eridano

Artisti per la Mostra di Primavera

Maastricht

International Land-Art

Prosegue fino al 25 giu-gno con ottimo succes-so di pubblico e di criti-

ca la mostra ”I mille volti delPiemonte, crocevia tra storiae letteratura - poesie, raccon-ti, storie, favole della lettera-tura e ritagli di storia” temascelto per la collettiva del-l’URP, curata da GianfrancoGavinelli. Sono presenti inmostra: Guido Appendino,Sergio Bilucaglia, Anna Bor-garelli, Luisa Bosso, Anto-nella Bovino, Adriano Car-

pani, Franco Castiglioni,Flaviana Chiarotto, Ester DeChiara, Roberto Dellavalle,Gianni Sesia Della Merla,Clara Dorma, Maria PiaFransos, Gianfranco Gavi-nelli, Anna Virginia Lan-franchini,  Mariell ChironeGuglielminetti, Luisella Pa-storino, Milena Rosa Paro,Franca Pessone, Luciana Pi-stone, Nicoletta Pizzetti, Si-monetta Secci, Maria Anto-nietta Sismondo, Paola Tar-ga, Giusy Uljanic, Ornella

Vacchina, Graziella Vigna,Tatiana Veremejenko, Lu-ciana Yaia Bertaglia Lore-dana Zucca, Umberto Zullo.

Sala Mostre dell’URP Consiglio Regionale del PiemonteVia Arsenale 14/g – Torino“ I mille volti del Piemonte, crocevia tra storia e letteratura. Poesie, racconti, storie,favole della letteratura eritagli di storia”fino al 25 giugno

Sala Mostre dell’URP – Consiglio Regionale del Piemonte

I mille volti del Piemonte

corriere11__ 30/05/13 12:22 Pagina 5

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ROSELLA BONO

Ètradizione annuale ospi-tare tra queste pagine lavetrina delle opere de-

gli allievi partecipanti al corsodi pittura dell’UNI3 guidati dalMaestro d’Arte Adelma Ma-pelli. Sempre ci coglie piace-volmente il constatare la bra-vura degli autori che si riveladi anno in anno in fase cre-scente. Il segreto è: partecipa-re alla diffusione della culturacontinuando a sviluppare sestessi, coltivando la propria in-dividualità e la propria capaci-tà d’espressione. Gli esseriumani non hanno la capacità dicreare la materia però possonocreare valore ed è nella crea-zione di valore che risiede l’u-nico senso della vita umana.Il grande scultore francese Au-gust Rodin era solito dire chela cosa più importante nell’ar-te è: “sentire, amare, sperare,tremare, vivere”. Cioè essere,prima ancora che un artista, unessere umano. I sentimenti diquell’essere umano, come spe-

ranza, amore, ira o paura, arri-vano a noi trasmessi dall’ope-ra dell’artista: il palpito del suocuore suscita una vibrazione nelnostro cuore. Questa, in sinte-si, è l’essenza dell’esperienzaartistica, la condivisione delsentimento, che lega il creato-re allo spettatore, trascendendoogni limite di spazio e tempo.Chi usufruisce di questo tipo diarte è inevitabilmente colpitodal grado di passione, di co-

r

Mauro AzzaritaCon precisa, invidiabile ricerca sce-nografica, fotografando e ricrean-do un’immagine che porta in sé “unfermo” sommessamente hopperia-no,Mauro Azzarita offre questa pic-cola stazione quasi sperduta, que-

sto angolo del Canavese (ma quasisi vorrebbe tacere la fonte per sot-tolineare l’impersonalità del luogo)con autentica maturità. Spinge lon-tano lo sguardo dello spettatore –chiamato a testimoniare quel pre-ciso istante, ogni particolare, la don-na posta a lato -, lo allontana, forsein un assolato pomeriggio d’estate,lungo i binari, verso le case e lamontagna, un insensibile luogo abi-tato, guidandolo tra la natura, lun-go lo steccato, seguendo i pali ed ifili: ogni elemento visto con gran-de sicurezza pittorica, pensato nelrispetto del personaggio, giovane,forse triste nei suoi pensieri, chiu-so nell’attesa di qualcuno che for-se non arriverà mai. In solitudine.

La generosa guida di un Maestro

Gli allievi di Adelma Mapelli: l’amore per l’arte nel rispetto della cultura

dell’ARTECCOORRRRIIEERREEC O U R R I E R D E S A R T S

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Marisa GhilardiTi ritrovi circondato dalla naturadi cui Marisa Ghilardi si fa narra-trice sulla tela, narratrice attentama gioiosa, favolistica, perduta fe-licemente nell’amore per il colo-re. In questa sua Primavera sonotratti nervosi, immediati, buttatigiù con la forza della vera passio-ne, colori che inondano la parte in-feriore della tela, in un disordineche convoglia poi rigidamente inun alternarsi di azzurri, di rosati,di bianchi. Le aiuole la fanno conprepotenza da padrone, recupera-no tutto il loro spazio, mentre ilgiardino si sposta in secondo pia-no verso una distesa di tronchi edi fogliame con cui l’autrice ter-mina e protegge la propria opera.Contro un cielo che con difficoltà

cerca di imporsi, la pennellata ver-de si fa più tranquilla, adagiata,realisticamente intesa. Lo sguar-do sui due distinti piani offre unrisultato di raro impatto cromati-co, da cui è bello farsi circondare.

Cristina SerraGuarda a culture diverse Untitleddi Cristina Serra, s’affaccia al-l’Europa ma getta l’occhio per granparte all’enigmatico mondo asia-tico, dietro il diafano del fiore fili-forme (unica fonte di vera luce par-rebbero essere le foglie, tuttavia an-ch’esse non brillano per la vivaci-tà del verde che ti aspetteresti) po-ne una figura femminile fissata incolori grigi e bluastri,colori spenti, confusacontro l’anonima pa-rete, a seno scoperto,in una posizione ir-reale, quasi schiac-ciata contro il terreno,intenta a guardare checosa. Nella propriascompostezza, in

quell’essere estraneo e slegato dachi guarda, lontano dalle leggi edalle vive atmosfere della figuracui siamo abituati, il personaggio,senza nome, senza una nota che lorenda “simpatico” allo spettatore,è pur tuttavia pieno di fascino, di-venta un pensiero costante, un in-dizio da indagare, un manichinorotto, una bambola buttata via cuiquel fiore è capace di dedicare an-cora l’unico tratto gentile.

Claudio CasellaSceglie un viso Claudio Casella,nel-la sua rifinita completezza, presen-tandolo di sghembo, i colori dell’a-bito appena accennati, il viso assor-to di una ragazza vietnamita,due oc-chi che forse non guardano ma chesi sono da qualche attimo fissati,per-duti su qualcosa, su qualcuno. Ene cattura la centralità nella lucedi quell’orecchino (un Vermeerorientale?), in quel lobo offeso chelascia intravedere tradizioni e ri-ti. Lo incornicia, sapientemente,facendoci involontariamente al-zare lo sguardo verso una grandemassa di capelli, arroccati in bel-la mostra, lasciati nelle due parti

opposte in disordine o raccolti in de-boli, piccole trecce. Ma il tutto sa-rebbe un viso semplice, forse facilea confondersi con cento altri: lo in-gigantisce e quasi lo scolpisce quel-la luce che, di lato, ne mette in ri-salto non solo i tratti ma pure l’inti-mo, il non detto, il sofferto.

“Vietnamita”, 2013, olio su tela, 40x50

Adelma Mapelli, “Sterlizie”, 2013, acquerello, 57x77 cm.

A CURA DI ELIO RABBIONE

Rosanna ColciagoSotto un cielo incolore posto al dilà dell’orizzonte, un mare/non ma-re chiuso tra un doppio semiarco discogli (un’impressione lontana, unesercizio di colori e di forme coltiin fretta) raccoglie la Bassa mareadi Rosanna Colciago, una larga, di-menticata area riflessa nella immo-bilità cromatica, una distesa che ha

perso la gioia brillante del mareaperto per nascondersi tra chiazzedi pallido verde, di grigio, di un vio-laceo che s’intravede qua e là. Lavita, paradossalmente, sta nella pic-cola barca (una vita tutta sua, quel-la umana è assente) con i suoi po-chi ma schietti colori, abbandona-ta e fissata con una fune che pareaver visto giorni migliori. Opera ef-ficace nell’idea e nella resa, inte-

ressante nell’abbandonoe nella solitudine costrui-te a metà strada tra men-te e cuore, piana, chiusama pronta ad aprirsi aduna lettura intima e per-sonale, credo assai caraall’autrice, cui non ci è da-to alcuna decifrazione.

Adriana CuneoPare l’affiche di qualche località mon-tana, questo Tornanti che AdrianaCuneo ha pensato con raffinata leg-gerezza. Con una freschezza, conuna naïveté mescolata al sogno cheben si staccano dal realismo sceltoda altri. La strada bianca, che comein una danza, spiegata nelle ampiecurve, s’inerpica all’interno dellamassa del bosco; le porzioni del cam-po, linearmente delineate, racchiuseentro i loro confini, spartiacque queicespugli che qua e là s’intravedono;le piccole case, nette nella loro geo-metrica definizione di bianchi e dirossi; le spaccature del terreno o iblandi pendii o i pini appartati sullasinistra, tutto contribuisce, forte dei

colori vivaci, squillanti, uniformi,dapellicola in technicolor, scelti dallapittrice, a rendere lieve questo pic-colo tratto di montagna.

“Tornanti”,2013, olio su tela, 30x40

Lorenza FerraroUna grande distesa nevosa, le trac-ce di un qualche passaggio, le om-bre in primissimo piano, a smorzar-ne il biancore, la compattezza resaall’intorno ma anche il posarsi sof-fice della nevicata, sino alle prime

alture: questo il primo sguardo sulpregevole Prà Mean in Valsusa diLorenza Ferraro. Un’opera matura,densa, avvolgente e calda (se nonsembrasse un facile ossimoro), sud-divisa con esattezza nelle varie par-ti che si succedono,cadenzata ed ar-monizzata dalla fascia di alberi dalfogliame rossastro posti al centro,coronata in lontananza dalla catenadi montagne. Tema ricorrente e cre-duto facile: difficoltoso al contrario,pronto a scivolare dentro un versan-te accademico che gli ruberebbe ve-rità. Ferraro ha (già) tutti i mezzi peraffrontare il tema, l’intelligenza concui trattarlo e renderlo in una bellezzadavvero non trascurabile.

Egeo GarosiUn omaggio alle colline toscane, alcapolavoro quattrocentesco che èl’apparato urbanistico della città diEnea Silvio Piccolomini,questa Cit-tà di Pienzadi Egeo Garosi. Chi l’ab-bia visitata, ne conosce i panorami,le strade, i palazzi, le architet-ture del Rossellino. L’opera sce-glie un angolo esterno,pone inprimo piano un grande, colo-ratissimo campo che sale ver-so la città,pensato nella sua vi-vacità a contrasto con la partesuperiore, vivacizzato nei tonicromatici dal colore pieno e daiciuffi di fiori rossastri, crea indiagonale una divisione di chie-

se e di cipressi, stagliati nel loro ver-de a movimentare la costruzione del-la tela, sovrasta ogni cosa con l’az-zurro di un cielo tranquillamente se-reno. Il tutto è armonico, lontano daogni eccessivo aspetto scenografico,capace di rendere appieno quella se-renità che il luogo trasmette.

“La città di Pienza”, 2013, olio su tela, 40x50

Emma RoncoConosce appieno l’importanza- e la bellezza a tratti quasisfacciata - del colore EmmaRonco, lo distende con grandepadronanza, lo raggruma in unainvidiabile sinfonia. Al di làdella semplice quanto perfettacomposizione, la tela nella sua

suddivisione, i due distinti sog-getti che reclamano altresì unaben precisa spartizione croma-tica, il gruppo di fiori cui lascura brocca fa da contraltarelì accanto, colpisce la corposi-tà, la pennellata fatta materia,la ricchezza delle diverse in-crespature. Natura morta, sog-getto antico e sempre frequen-tato, omaggio floreale di anti-che memorie, queste Rose del-la Ronco guardano certo al pas-sato, al classico codificato, aisoggetti di un tempo, ma vivo-no per questa concretezza diuna dimensione attualissima,in modo davvero efficace.

Silvana SargiottoCon la memoria rivolta a riguarda-re certi campi di grano o l’immagi-ne dei salici al tramonto, ancora ac-cecati dal sole, cari a Van Gogh, conforza, con grande impatto emotivo,quasi con profonda e felice “arro-ganza” cromatica, Silvana Sargiot-to inquadra questa sua Calda esta-te. Una verde striscia centrale fattadi alberi che si stagliano lontani con-tro un cielo di un blu intenso, sol-cato qua e là da nuvole forse mi-nacciose di futuri temporali: in pri-missimo piano, l’occhio di chi guar-da afferra quei ciuffi d’erba deco-lorati, rinforzati a tratti da un rossoche vivifica ancor più la scena. Ilgioco principale dell’opera sta tut-

to in quei colori accesi, in quellepennellate estremamente ricche, inquell’arsura che è fatta sentire, tut-to diventa tangibile, ogni cosa è cal-da, bruciata nel calore, riarsa: in uneccellente risultato dell’immaginee della multiforme tavolozza.

“Una calda estate”, 2013, olio su tela, 70x50

“Prà Mean in Valsusa”, 2013,olio su tela, 40x50

“Rose”, 2013, olio su tela, 30x40

“Primavera”, 2013, olio su tela, 40x30

“Untitled”, 2013, olio su tela, 60x70

“L’attesa”, 2013, olio su tela, 50x70

“Bassa marea”, 2013, olio su tela, 22x45

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raggio, di intensità e di bellez-za che essa esprime: questo èil motivo per cui è letteralmen-te impossibile pensare che unavita umana completa possa esi-stere separata dall’espressioneartistica.La guida di un maestro, nel per-corso della nostra rivoluzioneartistica, che non si limita al-l’apporto dell’esercizio atto acarpire il segreto di nuove tec-niche, ma nello scoprire se stes-

si e nel fare emergere l’energiacreativa che viene dalla pro-fondità dell’anima, è determi-nante. Adelma Mapelli da an-ni con amore, dedizione e ge-nerosità, guida i suoi allievi ver-so la grande scoperta ed eccoperché questa continua evolu-zione traspare nelle loro opere,e possiamo ben chiamarla “ri-voluzione umana in punta dipennello”. Si, è la mano cheguida il pennello ma è lui a de-positare sulla tela frammenti...di stelle.Le persone che sanno apprez-zare l’arte e la cultura hannoun valore inestimabile. Le ve-re persone di cultura sono co-loro che amano la pace e con-ducono gli altri verso un mon-do di bellezza e speranza.Sperando di poter incorag-giare molte altre persone a ri-spettare la cultura e ad ama-re l’arte, quando tante perso-ne di questo tipo si incontre-ranno e quando questo spiri-to unirà le nazioni, il nostrosarà un mondo ideale, l’albadi un secolo di vera umanità.

ida di un Maestro

re per l’arte nel rispetto della cultura

dell’ARTECCOORRRRIIEERREEC O U R R I E R D E S A R T S

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ta ver-giata,sguar-fre unomati-ndare.

ato daeggi efiguraaggio,che lotatore,no, di-un in-chino

via cuiare an-

Fanny GhirelliFotografata nella sua più inarresta-bile quotidianità,ha qualcosa di mi-naccioso questa Scogliera di Pan-telleria di Fanny Ghirelli. Una ter-ra perduta in lontananza,una diste-sa d’acqua increspata, un braccioazzurro che s’iscurisce sempre più,tormentato dai flutti biancastri, ches’inoltra tra due roccafortipetrose e invade la terra. E’bello lo scorcio di natura, èsuggestivo l’incontro dellepennellate che distribuisco-no il blu e il grigio, sono te-stimoni di una dura realtàquesti colori cupi che occu-pano gran parte dell’opera:questo spingersi degli im-mensi scogli dentro il mare,quasi in un agguato,giunge

a connotarsi qui come qualcosa d’a-nimalesco, prende le forme di undrago fantastico, s’incupisce, affer-ra, quasi urla, colpisce. Un angolodel nostro sud, quello più remoto,che abbandona la bellezza disadornaper impadronirsi dello spettatorecon il suo lato più selvaggio,cruen-to, infelice. Salvato tuttavia dal toc-co pittorico dell’autrice.

Anna MariaTerranovaCon una maturità sempre piùconcreta e tangibile, la pittricecostruisce con autentico sensopittorico il piano in diagonale,vicinissimo a chi guarda, cheallinea le panchine – rendendoappieno il senso dell’abbon-dante nevicata, con evidenti se-gni cari agli impressionisti - earretra, in un scenograficoquanto sfuggente al-lontanamento, dopoil piccolo steccato,seminascosto, i pia-ni paralleli del fiumee degli alberi: men-tre coloristicamente,in un sicuro effetto,raccoglie in modo

compatto il bianco della neve,chiazzato qua e là di piccoleombre e, più in là, l’azzurro in-tenso del fiume dove si con-fonde l’ombra fitta della mac-chia boschiva. Gli alberi e ilgruppo sulla sinistra, un riparoscarno fissato nel proprio co-lore intensamente scuro, sepa-rano nettamente i due piani ecompletano il rigore (nonché ilsentimento) di questa assai in-teressante Nevicata.

“Sterlizie”, 2013, acquerello, 57x77 cm.

Bruna CastellaAffonda questo angolo di Costieraamalfitana in un grande mare in-crespato a tratti dalle onde Bruna

Castella, quasi a ritagliare di nettoscogli e alberi e casa, contenendoin un formato certo non ampio tut-ta l’immensità del luogo. In fluide,carezzevoli pennellate, gioca gar-batamente con i colori, li dispiega,li raffronta, li amalgama, li sfumae li armonizza, gioca con il verde,il bruno o il rossiccio posto nel cen-tro dell’inquadratura – perché di in-quadratura si tratta, un’immaginecinematografica, studiata e ricer-cata, che poteva essere altro ma cheal contrario ha scelto la difficoltàdello sguardo dall’alto, capace dimantenere tutta la propria visionelibera e aerea – che si squaderna inuna eccellente quanto sicura, effi-cace impostazione prospettica.

Vainer CavazzoniRiprende un tema antico Vainer Ca-vazzoni portandoci Sull’aia di unvecchio cascinale di campagna. Unacompatta costruzione sullo sfondo,incombente pur nei suoi colori chia-ri toccati dal sole, utensili poggiatialla parete, pochi alberi spogli, qual-che animale. Ma è quel carro in pri-mo piano ad interessare il pittore,con i buoi ed il giogo ed il pesantecarico, soprattutto la fatica di un vec-chio, nelle vesti da lavoro ed il suobastone, che da sempre ripete queigesti e quella fatica, reso con gran-de bellezza, con un realismo viva-cemente efficace, fissato nella me-moria di ognuno, o forse ignorato

dalle ultime generazioni, nell’atti-mo di governare fermamente le suebestie. Sobria esattezza di partico-lari, una partecipazione ed un affet-to di fondo, una proprietà di colorimai invadenti, posati con delicatez-za sulla tela fanno apprezzare ap-pieno questo piccolo angolo rurale.

“Sull’aia”, 2013, olio su tela, 40x50“Costiera amalfitana”, 2013, olio su tela, 40x30

Gigliola DebreviSceglie il primo caldo della prima-vera Gigliola Debrevi per questa suaPanchina, rendendola personaggioa tutto tondo, lì a denunciare il pro-prio abbandono con quella vernicea tratti ormai persa, immergendola,quasi soffocandola, emblematico

esempio di solitudine, tra macchiedi verde e sprazzi solitari o più o me-no compatti di fiori, in una distesaleggerissima, lontano da ogni pre-valenza cromatica, tra i bianchi ed irosati. Un horror vacui che si di-stende alle spalle quasi a coprire edai piedi, scambiando quello che po-trebbe essere un vialetto ghiaioso o

un sentiero di terra battuta inun inimmaginabile tappeto do-ve i verdi ed i giallognoli si me-scolano in bella armonia. So-no ovunque pennellate legge-re, delicate, alcune sparse quae là quasi senza importanza, aricordarci a buon diritto qual-che giardino impressionista.

Angela FerraraUn saluto dalla città dei canali e An-gela Ferrara reinventa per certi ver-si con rigore Amsterdam, lascia sci-volare in tutta la sua tranquillità lastriscia d’acqua, la delimita di argi-ni, la punteggia di barche, la attra-versa con quelle arcate che restanoil centro della sua tela. Ogni cosa,come conviene. Poi, con una pas-sione che è sempre intelligenza epersonale modo di sentire, altresìsentimento verso una presenza cheprima o poi sarà più sua, la pittriceabbandona i verdi e gli azzurri del-l’acqua, il gioco esatto di luci e diombre, e pone sullo sfondo, quasi

come un’incompiuta parete teatra-le, case e palazzi, delinea da un latouna scacchiera di finestre mentre daun altro lascia dolcemente “colare”il colore come per annebbiare quelche è più lontano. Gli alberi, slegatidalla realtà, sono le quinte di un pal-coscenico illuminato e arioso, deli-cato, decisamente personale.

“Un angolo ad Amsterdam”, 2013,olio su tela, 50x60

“La panchina”, 2013,olio su tela, 40x50

Giusy La SpinaInnanzitutto l’eleganza di un’impo-stazione cromaticamente efficace, inuna giusta gamma di colori, la resadi questi Lilium di Giusy La Spina,soggetto inteso semplicemente chela pittrice sa eleggere con forza adunico personaggio della tela,adagiatisu una parete di fondo e di foglie daitoni profondi, capace di creare unospiccato realismo, una verità tangi-bile. I fiori che scendono dall’alto so-no costruiti in forte risalto, prendo-no vita, lasciano spazio ad un bian-co soffice che inevitabilmente pre-vale, pieno di luce, armonioso nellasua stesura, costruito di pennellateleggere e mai invadenti: chiazzano

quasi in maniera impercettibile, perbrevi tratti, con il rosso e l’aranciouna composizione aggraziata, pen-sata con rigore e allo stesso tempoofferta con gusto delicatissimo.

Giuseppe OliveroUn sentiero tortuoso che s’arram-pica su per la collina, qualche al-bero - cipressi o altro -, macchie in-tense di verde, a punteggiare qua elà questo tratto di campagna, il ter-reno corposo e riarso dell’estate, icolori caldi di una distesa tra il gial-lo e il rossiccio, verdi pennellate inlibertà a segnare minime ombre dicoltivazione. Terra toscana di Giu-seppe Olivero ferma un ricordo elo reimmagina, alterando prospet-tive e dimensioni come in un so-gno, alla ricerca più della fantasiache non della realtà, calando nel-l’accensione cromatica quel ricor-do per trasformarlo in spazio vi-

sionario, esteso, spinto in verticalesino a rubare l’affermazione di unadimensione al cielo stesso. La suanuova realtà, resa assai felicemen-te, è il colore, in quel suo offrirsi inmassa quasi accecante, nel suo di-stendersi in una pennellata nervo-sa e sfacciatamente vibrante.“Terra toscana”, 2013, olio su tela, 40x50

Leonardo ToffanelloOvattato, silenzioso, solitario, amiimmediatamente questo Delta delPo di Leonardo Toffanello, apprezzisotto l’uniforme pennellata, del tut-to estranea a luci improvvise o acolori squillanti e vitali, un’operain tutta la sua “povertà”, apprezzicome e quanto l’autore abbia sa-puto con pienezza rendere quelladistesa, la solitudinebella del luogo, il suoesistere anonimo, que-sto ritaglio di confinedi un mondo dove tro-vano posto una certa lu-ce, una certa acqua.Sotto il plumbeo delcielo pronto a confon-

dersi in un orizzonte che non esi-ste, ogni cosa si perde in lontanan-za, annebbiata, invisibile, direstisenza vita, mentre una distesa gri-giastra e troppo calma offre in pri-mo piano esigue manciate d’erbao lascia a sentinella triplici pali a ri-flettersi con forza in essa. Un’ope-ra personalissima, raccolta, quasinascosta: ma bella ed efficace nel-la sua “impalpabile presenza”.

Milena VitiL’animale, un soggetto reso spessosulla tela in modo eccellente ma pri-vato a volte, ahimè, di quella vitali-tà che lo rende personaggio. Il gat-to,poi… Milena Viti si tiene ben lon-tana da questa vuota voragine e consimpatia ed affetto immortala il suoNikita: con l’uso esatto del colore (laresa di quel lungo, foltissimo peloche è tutt’uno con la parete sul fon-do), con la gustosa descrizione diogni più piccolo particolare – il piùchiaro collare ad incorniciare il mu-so, i baffi ben delineati, la forma per-fetta delle orecchie, soprattutto que-gli occhi che rubano immediata-mente la scena e divengono il cen-tro della tela,che ci fanno individuare

quella che tout court saremmo di-sposti a definire personalità, un mi-sto di intelligenza, calcolo, attenzio-ne, furbizia. Ne nasce,e alla base nonpuò che esserci l’amore che alcunihanno verso gli animali e la passio-ne verso il proprio lavoro, un’operache nella sua semplicità reclama lapropria compiuta affermazione.

“Lilium”, 2013, olio su tela, 40x30“Scogliera di Pantelleria”, 2013, olio su tela, 40x50

60x70

“Nevicata”, 2013, olio su tela, 40x50 “Il delta del Po”, 2013, olio su tela, 40x50

“Nikita”, 2013, olio su tela, 35x50

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L’opera di Luciana Bey descrive poeticamente un paesaggio agreste, strutturandolo su diversi pianideterminati dalla prospettiva, segnando così un divenire attraverso lo spazio e il tempo. Pensiamo al-

l’albero in primo piano, in basso a destra, checrea un punto di riferimento portante sul qualee dal quale parte l’attenzione dello spettatore,sino a disperdersi negli ampi spazi indefiniti, incui il manto terreno naufraga sino a confondersie dissolversi nell’aria come una nuvola vapo-rosa. L’elemento naturale funge da contrappe-so alla struttura architettonica costruita dal-l’uomo, posta su un’altura nella parte sinistradella composizione, in alto, quasi troneggiantecome un faro in profondità; ma la luce inebriatutto e il cielo, colto nelle sue splendide sfu-mature, decanta la bellezza selvaggia d’una ter-ra vergine, ai margini tra reale e fiabesco, ovesolo i sogni possono finalmente manifestarsi.

“Stintino”; 2008, 38x55 cm.

Acqua di seltz è un’opera affascinante che ripor-ta la mente indietro nella memoria, verso qual-cosa di antico e d’indefinito, quasi i ricordi ini-ziassero a svanire: un effetto determinato dallasicurezza del tratto e dall’abilità tecnica dell’ar-tista, che riesce ad accostare elementi floreali det-tagliati, come se l’obiettivo di una macchina fo-tografica addivenisse a coglierli perfettamenteaccanto a quelli appena accennati o sfuocati, nelmomento in cui il tempo li risucchiasse. E la pro-tagonista evocata dal titolo, l’acqua di seltz, ap-punto, appare nel suo elemento vitreo costituen-te, un po’ in penombra, a suggerire che in queldato istante della vita corrente fosse stata messada parte per restituircela in tal posa. Non si trat-ta, dunque d’una classica natura morta ma di una“natura viva”, proprio grazie alle focalizzazioni cromatiche che descrivono i rigori della luce.

“Acqua di seltz”

Anna BORGARELLI - Cell. 335 6887703

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Medusa, l’acquarello realizzato su carta di riso da Alber-to Marchetti, traspone l’elemento figurativo in qualco-s’altro, ovvero in un’architettura mistica quale tempio diuna bellezza sconosciuta: la figura, infatti, rappresenta uncapo in primo piano, leggermente chinato e con gli occhichiusi in un sorriso disarmante, mentre la natura circo-stante, appena accennata, l’assorbe ricacciandola verso l’e-sterno. A metà strada tra l’universo naif o quei primitivi-smi modiglianeschi che accennano lontanamente ad ascen-denze chagalliane, il simbolismo antropomorfico che que-sto dipinto ci trasmette è l’estasi pura, la quiete che spin-ge la psiche a trovare conforto nel mare introverso dei ri-cordi, quali certezze perenni; da questo momento l’uma-no diviene angelico e il viaggio nelle dimensioni dell’e-tere prendono forma in iconismi sfolgoranti che eleggo-no l’essere pensante a eccelsa sembianza di beatitudine.

Alberto Maria MARCHETTI - www.albertomariamarchetti.it

Candore della Palaziol è l’ennesima dimostrazione pittorica della poetessa dell’acqua: la scel-ta dei colori, gli involucri formali, la cura dei dettagli come l’attenzione verso elementi delreale, che sfuggono immediatamente allo sguardo, sono dati ormai consolidati, vista la suaesperienza nel mondo delle arti, ma quel chedavvero affascina nel trovarsi innanzi ai suoilavori è il suono del vento, il frastuono del ma-re, il ronzio di un insetto. In altre parole, la na-tura vive per mezzo dei suoi colori e ci parlaanche allorquando sembra che tutto sia im-moto. Nel momento in cui Rinella dipinge,sembra immergersi appunto nelle acque vita-li, per mezzo delle quali ci consente di sogna-re ad occhi aperti, persino se vediamo dei sem-plici fiori distesi su un piano, poiché dal colo-re bianco-rosato ne distinguiamo perfettamente,quasi assaporiamo, l’inebriante profumo.

Rinella PALAZIOL - Cell. 329 4183802

Walzer Fr. Chopin, l’acquerello di Graziella Voghera, apparesicuramente un inno alla musica classica e un reverente omag-gio al compositore polacco, assurgendolo a divinità sempiter-na nel panorama mondiale della creatività sovrumana. Sul fron-tespizio dello spartito, angeli, come sculture, sorreggono ghir-lande di fiori e, al centro, l’archetipica cetra, mentre le strut-ture sottostanti descrivono la grandezza, il rigore della forma,la matematicità della scienza sonora poetizzata in armonichecromie incanalate in significazioni formali, il tutto incornicia-to entro pertinenti citazioni architettoniche. Questa ben cali-brata sintassi sinfonica cela un lugubre epitaffio, poiché la stes-sa grandiosità non può placare la nostalgia per un’esistenza chesi spense nel suo tempo ma che il canto soave delle note terràperennemente in vita. Come quinte teatrali, le parti si relazio-nano al tutto, assemblando razionalmente gli aspetti più inti-mi d’un artista che ha fatto sognare e che continuerà a farlo.

Graziella VOGHERA - Cell. 333 6702722

Luciana BEY - Tel. 011 6631954

Acquario blu colpisce per la grazia evocativa, poiché relaziona l’uso del materiale alla risul-tante figurativa. Il dipinto di Cristina de Maria delinea il contrasto tra la superficie e la pro-fondità, direzionando lo sguardo e i sensi verso gli abissi del mondo acquatico quale manife-

stazione determinante di un universo etero-geneo. La capacità tecnica e la profonditàstilistica rivelano sicuramente un attento stu-dio determinato dall’esperienza che, questavolta, ci induce ad immergerci nei luoghi ri-mossi dalla percezione o nella fantasia di chiosserva; proprio il blu diviene il protagoni-sta assoluto, con tutte le sfumature del co-lore, consentendoci di sentirne la freschez-za nelle zone più profonde, quasi l’odore insuperficie, soprattutto grazie alle sagomeindefinite dei pesci che vi nuotano, indu-cendo la figurazione stessa a naufragare neirigori astratti dell’induttività cromatica.

Cristina DE MARIA - www.acquerello-aia.it

“Acquario blu”, 56x76 cm.

Pagina a Tema“acquerello” Artisti scelti dal Corriere dell’Arte

P.za Zara, 3 - 10133 TorinoTel. 011 6312666 / fax 011 6317243

[email protected]

Giorno di mercato ad Annecy è un piccolo gioiello atmo-sferico, offerto da alcuni accenni narrativi immortalati nelloro divenire quotidiano. Mentre le strutture proiettate ver-so il cielo descrivono i tipici edifici in quella data ora delgiorno, la parte inferiore dell’opera è puntellata da fracas-sose sagome impersonali che descrivono apppunto gli schia-mazzi d’un mercato cittadino quando qualcuno passa di-strattamente e non vede: l’equilibrio, l’armonia, la poetica,divengono sinonimi che destrutturano l’immediatezza per-cettiva parcellizzandola in unità frammentate che penetranosempre più a fondo sino a toccarci dentro. Ecco, allora, leombre prendere vita, ricomporsi come un puzzle nella men-te, tornando ad emettere suoni, colori, luce, che fino a pocoprima sembravano rinnegare. Tale gioco di specchi suscitain chi osserva un flusso nostalgico verso l’epifania d’un istan-te supremo ch’egli mai, forse, avrà modo di contemplare.

"Giorno di mercato ad Annecy", 2013

Gabriella MONTINI - Cell. 339 6937529

Ossessione rappresenta la celebrazione dell’immagine femminile, elevandola a musa por-tante, descritta dalla Porrati come figura solinga e pensosa, in una posa casoratiana, in cuisentimenti come la noia, la tristezza o l’abbandono dei sensi concorrono a descrivere un in-

tero universo di consapevolezze inespresseo non rinviabili necessariamente ad una giu-stificazione dettata dalla logica. Lo sguardoquasi assente, triste, delinea, forse, il maled’una contemporaneità frettolosa, desidero-sa di fare in fretta ed incapace di guardare lepersone negli occhi: una polemica tacita, im-potente, in cui un attimo soltanto diviene lospiraglio cosmico in cui tutto può succederema tutto resta fermo nell’immobilità. Que-sta musa moderna si guarda dentro e mostrafuori quella sofferenza che mai nessunopotrà curare. Solo i nostri sguardi. Forse.“Ossessione”

Rosella PORRATI - Cell. 338 1388375

dell’ARTECORRIERE

“Medusa 2”, 2004, su carta di riso

“Candore”

a cura di Andrea Domenico Taricco

"Walzer Fr. Chopin"

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Page 9: PERIODICO DI CULTURA E INFORMAZIONE I.P. La Rocca ... · no gli italiani: Sergio Alberti, ... do l’attenzione per la dialetti-ca che conforma il linguaggio ... Eco sopito di risonanze

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Venerdì 7 giugno - ore 18,00Galleria Arte Città Amica

Via Rubiana 15 – Torino“Armonia di colori”

Collettiva

Sabato 8 giugno - ore 17,00Galleria Arte per Voi

“Giorgio Flise la mossa del Cavallo”

Sabato 8 giugnodalle ore 18,00 alle 02,00

Il Chiosco dello ZooVia Bava 30/G – Torino

“LOVVanchiglia Open Lab”

Personaledi Viviana Mantilaro

Lunedì 10 giugno - ore 18,00Circolo degli Artisti

Via Bogino 9 – Torino“Shots on Lybia”

Fotografie di Ibrahim Malla

Giovedì 13 giugno - ore 18,00Spazio Eventa

Via dei Mille 42 – TorinoPaola Malato

“Segni di luce e di colori”

Sabato 15 giugno - ore 18,30Circolo degli Artisti

Via Bogino 9 – Torino“Fiaba...

una realtà immaginata”

Sabato 15 giugno - ore 17,00Real Castello di Racconigi

Via Morosini 1 – Racconigi (To)Scultura Internazionale 2013

“Pensare lo spazioDialogo tra naturae immaginazione”

Sabato 22 giugno - ore 18,00Tinber Art Gallery

Via Albergian 20 – Pragelato (To)Opere di Tino Aimeed Enrico Challier

Pagina 10 7 Giugno 2013

DDiirreettttoorree EEddiittoorriiaalleePietro PanacciDDiirreettttoorree RReessppoonnssaabbiilleeVirginia ColacinoCCoonnddiirreettttoorree Elio RabbioneAAssssiisstteennttee ddii DDiirreezziioonneeChiara PittavinoCCoommiittaattoo ddii RReeddaazziioonneeGiorgio Barberis, Rolando Bellini,Massimo Boccaletti, Franco Caresio,Angelo Caroli, Claudia Cassio,Massimo Centini, Fernanda De Bernardi,Marilina Di Cataldo, Gian Giorgio Massara,Alessandro Mormile, Massimo Olivetti,Enzo Papa, Lorenzo Reggiani,Gianfranco Schialvino, Maria Luisa TiboneSSeeggrreetteerriiaa eeddiittoorriiaalleeAnna Maria PerroneCCoorrrriissppoonnddeennttee ddaa NNeeww YYoorrkkMauro LucentiniCCoorrrriissppoonnddeennttee ddaa BBeerrlliinnooSabatino Cersosimo

HHaannnnoo ccoollllaabboorraattooC. Cremers, E.S. Laterza,M.T. Molineris, C. Pittavino,A.D. Taricco, D. TauroRReeaalliizzzzaazziioonnee ggrraaffiiccaa internaa cura di E.S. Laterza e G. VeceFFoottooggrraaffoo uuffffiicciiaalleeAntonio AttiniRReeddaazziioonnii ddiissttaaccccaatteeMMiillaannoo Rosa CarnevaleTel. 339 1746312RRoommaa ee NNaappoollii Fabrizio FlorianTel. 388 9426443PPaalleerrmmoo Caterina RandazzoTel. 334 1022647CCoonncceessssiioonnaarriiaa ddii PPuubbbblliicciittàà internaSSttaammppaaArti Grafiche CiverchiaLatina e Moncalieri (To)DDiissttrriibbuuzziioonneeEditService S.r.l. - Leinì (To)EEddiittoorreeAssociazione Culturale Arte GiovaniTorino - P.IVA 06956300013

AAbbbboonnaammeennttiiAnnuale (22 nn.):euro 50,00 per l’Italiaeuro 120,00 per l’esteroArretrati: euro 4,00

c.c. postale n. 45958055intestato a Corriere dell’ArteAssociazione Culturale Arte GiovaniAut. Tribunale di Torinon. 4818 del 28/07/1995

in ITALIA e nel MondoTORINO e PIEMONTE

• P.za Castello• Molino delle Armi

ang. Ticinese• C.so Magenta

f.te Teatro Litta• C.so Garibaldi 83• Via Boscovich 22• P.le Principessa Clotilde• Bookstore Triennale• Bookstore

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• P.za Croce Rossa• P.za Colonna• P.za Colonna

ang. l.go Chigi/Tritone• P.za S. Silvestro• L.go Argentina• Via Nomentana• C.so Francia• P.za Fontanella Borghese• P.za Porta Maggiore• Dorothy Circus Gallery

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A ROMAPRESSO LE SEGUENTI EDICOLE :

IInn ppeerrmmaanneennzzaaOOppeerree ddii CCllaauuddiioo CCoorriiAArrcchh GGaalllleerryyP.le Adriatico 13 – RomaInfo: 340 7406931

RRaacchheell LLiibbeesskkiinndd ““RRiicchh,, wwhhiittee mmeenn””a cura di Ludovica Rossi Purinie Mariachiara Di TrapaniAAlllluuddoo RRoooommV.le Mazzini 6 – RomaIn corsoInfo: 346 8513723Prosegue con buon successo di pubblico ecritica, presso Alludo Room (viale Mazzini6, Roma), la mostra di Rachel Libeskind,dal titolo Rich, White Men:: l’esposizionepresenta una selezione di cinque opere -dipinti ad olio su carta - in cui la giovaneartista americana in ogni traccia di coloreaffronta paradossi e corruzioni della soci-età contemporanea e rivitalizza con l’en-ergia del suo gesto il rapporto tra memo-ria e passato per condurci nel tempo pre-sente. Ricchezza, patrimoni, leaders e sta-tus culturale sono i temi principali di ques-ta serie di opere con le quali Rachel Libe-skind comunica i propri sentimenti sull’e-poca che ha dato la nascita al XXI Secolo.

““AAllddoo MMoonnddiinnoo,, nnoommaaddee aa MMiillaannoo””a cura di Achille Bonito OlivaFFoonnddaazziioonnee MMuuddiimmaaVia Tadino 26 – MilanoFino al 19 luglioInfo: 02 33 60 77 05Dopo la mostra personale di Aldo Mondino te-nutasi nel 1990 alla Fondazione Mudima di Mi-lano, a distanza di 23 anni, viene ripresentatanella stessa sede una significativa selezione diopere a cura di Achille Bonito Oliva e in colla-borazione con l’Archivio Aldo Mondino. Fino al19 luglio, in Aldo Mondino. Nomade a Milanosi ritrovano alcune delle grandi installazioni rea-lizzate per quella storica occasione, oltre ad al-cune opere scelte tra le serie più note dell’arti-sta torinese (1938-2005). La riflessione sullastoria della pittura e sulle tecniche diventa l’e-lemento portante di molte opere, come quellacon i palloncini qui esposta, proveniente dallaserie creata nel 1965 per la Galleria Stein diTorino. L’elemento ludico e partecipativo èdel resto presente in tutta la sua opera suc-cessiva, “frutto di quella dimensione miope,di quella distanza che fa vedere da lontanoun oggetto che da vicino diventa un altro”.

““OOttttoommaannéé”” ddii AAllddoo MMoonnddiinnooBBeerreennggoo CCoolllleeccttiioonnS. Marco 412/413 – VeneziaFino al 31 luglioInfo: 041 5276364Durante la kermesse d’arte più importanteal mondo, Venezia punta i riflettori sul mul-tiforme lavoro di Aldo Mondino che -in con-comitanza della 55. Biennale Internaziona-le d’Arte- è presente con la personale Otto-mané, nella suggestiva antica farmacia se-de della Berengo Collection, e con la collet-tiva Glasstress, presso Palazzo Cavalli-Fran-chetti, la Scuola Grande Confraternita di SanTeodoro e il Berengo Centre. Tutto il lavorodi Mondino è intessuto di rapporti con le cul-ture dell’Est del mondo, ma anche con l’O-rientalismo europeo di fine Ottocento. Nel-la splendida cornice della “Vecchia farma-cia” della Berengo Collection, Ottomané, pre-senta una ventina di opere che illustranoquesto aspetto del lavoro dell’artista tori-nese. La mostra veneziana diventa inoltreoccasione di confronto tra l’artista torinesee uno dei suoi punti di riferimento nella sto-ria dell’arte: Edouard Manet, protagonistanegli stessi giorni di una grande mostra aPalazzo Ducale. Mondino ha ripreso diver-se opere di Manet, come Le philosophe, eanche suoi personaggi e temi come nell’o-pera geniale dal titolo Ottomané (1992)in cui, in otto quadri, un vaso di fiori del-l’artista francese viene da lui interpretato.

MMaarriiaa CCrriissttiinnaa CCaarrlliinnii aa HHoonngg KKoonnggCCoonnssoollaattoo GGeenneerraallee ddii IIttaalliiaaaa HHoonngg KKoonngg3201-32/F Central Plaza - 18 Harbour RoadWanchai – Hong KongFino al 30 giugnoInfo: 02 89404694Torna in Cina la scultrice Maria Cristina Car-lini con tre appuntamenti nel cuore di HongKong. Fino al 30 giugno l’artista è presentenella sede del Consolato Generale di Italiaa Hong Kong con una mostra che si avvaledel patrocinio dell’Istituto Culturale Italianoa Hong Kong, in concomitanza la GalleriaART ONE nel Convention and Exhibition Cen-tre, espone sue sculture di piccole, medie egrandi dimensioni. Le mostre delineano l’in-teressante iter artistico di Maria CristinaCarlini, che nasce da un percorso interioree antropologico che si rispecchia nelle formee nei materiali utilizzati, fra cui il grès, l’ac-ciaio corten, la resina, il ferro e il legno.

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ai vari temi dell’arteIn ogni pagina saranno presenti otto artisti

a ciascuno dei quali verrà riservato uno spaziopari a 7x13 cm.

Ogni artista presenterà un’operache verrà corredata da una recensione

(circa 12 righe) realizzata dai nostri critici.I temi trattati sono:

nudo, informale, acquerello, gli animali, il mare,città/campagna/montagna, scultura/incisione.

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la cui data è da programmare,è pari a 60 euro.

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Il Corriere dell’Arte apre su questa pagina un servizio di informazione per eventi presenti su Torino e Piemonte e in tutta Italia.Entro uno spazio di 7x4 cm. segnaleremo in modo esaustivo (data, luogo, riferimenti nominativi e descrizione) notizie da Gallerie, Musei, Fondazioni, Artistiche espongono con mostre personali o collettive. Il costo della segnalazione ammonta a 15 euro cadauna e la stessa deve pervenire in redazione 12 giorni prima della data di inizio.Ricordiamo che il Corriere dell’Arte è l’unico quindicinale del settore, da 17 anni presente in Italia, e si avvale di una distribuzione agli abbonati,in edicola sul territorio torinese, e di una presenza on-line (www.corrieredellarte.it) con oltre 500 contatti al giorno e su facebook con più di 6000 followers.

RRoottaazziioonnee ddii ddiippiinnttii ggiiaappppoonneessiiMMAAOO -- MMuusseeoo dd’’AArrttee OOrriieennttaalleeVia S. Domenico 11 – TorinoIn corsoInfo: 011 4436927È visibile al MAO - Museo d’Arte Orientale- una nuova selezione di opere nella galle-ria giapponese. La lunga vetrina al primopiano del percorso espositivo del Giapponeospiterà infatti nove frammenti di emaki-mono, esposti per la prima volta al pubbli-co: si tratta dei tradizionali “rotoli di pittu-ra” in formato orizzontale, la cui fruizioneavviene gradualmente, in un processo disrotolamento da destra a sinistra, con unasuccessione quasi filmica delle immagininella loro composizione o della storia nar-rata nel suo svolgimento. In questo casotuttavia la riduzione in frammenti obbedi-sce a un gusto tutto occidentale, in voga fi-no alla metà circa del XX Secolo, che rovi-nava e snaturava completamente l’operaoriginaria mediante la creazione di veri epropri quadretti che potevano essere cosìincorniciati e appesi. Nonostante tale in-conveniente, gli emakimono esposti forni-scono un’interessante panoramica sulla pro-duzione di queste opere nel medio e tardoperiodo Edo (1603-1868): sono per lo piùdipinti che riprendono stilemi precedenti,improntati ai periodi Muromachi (1335-1573) o Heian (794-1185), o di riprodu-zioni fedeli degli antichi originali. Tra que-sti spicca il frammento di una scena di bat-taglia, che fa riferimento alle gesta del fa-moso condottiero Minamoto no Yoshitsune(1159-1189) e riconducibile alla prima me-tà del XVIII Secolo. Di tutt’altro genere l’u-nico dipinto di cui si è conservata la scrit-ta della datazione, risalente al 1866, chepresenta una parata militare con toni sfu-mati e relativamente moderni. (c.s./d.t.)

MMaa rrccoo CCoorroonnggii ““PPaarrii ss ppaannoorraammiiqquuee””KKii--GGaalllleerryyVia Mazzini 39 – TorinoIn corsoInfo: 340 7831720In mostra grandi stampe ai sali d’ar-gento, tirate con raffinata tecnica tra-dizionale presso il laboratorio di Gerry,Punto-Byte, uno dei più prestigiosi diTorino, dove Corongi segue minuziosa-mente il trattamento dei suoi lavori,esigendo sempre il meglio. (c.s./e.s.l.)

“IInntteerrnnaattuurraalliittàà””PPAAVV -- PPaarrccoo AArrttee VViivveenntteeVia Bruno 31 – TorinoFino al 29 settembreInfo: 011 312235La mostra intende approfondire alcune ri-cerche e pratiche dell’arte contemporanea,genericamente indicate come “Arte ecologi-ca” o “Bioarte”, mostrando i legami e le con-nessioni con il dibattito ecologico in corso.Le opere proposte nell’ambito di Internatu-ralità assumono a tutti gli effetti un ruoloessenziale quali vettori di legami sociali e dicomprensione del mondo che ci circonda, ri-uscendo a rendere tangibili significati spes-so astratti circa l’ambiente e la deriva eco-logica (dalla perdita della biodiversità al-l’inquinamento o al riscaldamento globale).

MMoossttrraa ccuullttuurraalleeddeellll’’aarrtt iissttaa PPiiee ttrroo GGiioorrggiioo VViioottttooHHootteell AAttllaannttiiccVia Lanzo 163 – Borgaro T.se (To)Dal 7 giugno al 25 luglio

““BBeesstt iiaarrii”” CCoolllleetttt iivvaaccoonn PPiieettrroo BBoollooggnnaa,, SStteeffaannoo FFaavvaarreelllliiIIllaarriiaa FFeerrrreettttii,, RRoobbeerrttoo KKuusstteerrlleePPHHOOSS -- CCeennttrroo PPoolliiffuunnzziioonnaalleeppeerr llaa FFoottooggrraaffiiaa ee llee AArrttii VViissiivveediretto da Enzo ObisoPalazzo BuschettiVia Garibaldi 35 bis – Chieri (To)Fino al 5 luglioInfo: 011 7604867www.phosfotografia.itQuattro autori a confronto, tra foto e pittu-ra, nel segno del dualismo uomo/bestia,anima/animale, natura/cultura. (c.s./e.s.l.)

““ TTrraannaa AArrttee”” CCooll lleetttt iivvaaAAssssoocciiaazziioonnee CCuullttuurraallee ‘‘IIll SSaalloott’’CChhiieessaa ddeellllaa CCoonnffrraatteerrnniittaaP.za Caduti – Trana (To)In corsoMostra collettiva di PPaaoolloo BBiinneelllloo, RRoobbeerrttaaCCaappeelllloo, RRoosseellllaa FFeerrrraauudd, SSiillvvaannaa SSaarr--ggiioottttoo, FFaauussttoo ZZaannnnii, AAlleessssiioo ZZoonnii.

““UUnnaa ggiioorrnnaattaa ddaa RRee””FFLLIICC SSccuuoollaa ddii CCiirrccooccoonn 6600 ttrraa aalllliieevvii eedd eexx--aalllliieevviiddeellllaa SSccuuoollaa ddii CCiirrccoo ddii TToorriinnooRReeggggiiaa ddii VVeennaarriiaaVenaria R.le (To)A giugno

Corriere11_8-11 30-05-2013 13:52 Pagina 10

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AVERSA GalleriaVia Cavour 13 int. cortile – Torino - Tel. 011 532662Orario: mart. - sab. 10,00-12,15/15,30-19,00“Venezia e il Mediterraneo tra ’800 e ’900”

CASA D’ASTE DELLA ROCCAVia della Rocca 33 – Torino - Tel. 011 8123070/888226 Fax 011 [email protected] - www.dellarocca.net

LUIGI CARETTO GalleriaVia Maria Vittoria 10 – Torino - Tel. 011 537274Orario: mart. - sab. 9,45-12,30/15,45-19,30Miscellanea di Pittura Fiamminga e Olandese

SANT’AGOSTINO Casa d’AsteC.so Tassoni 56 – Torino - Tel. 011 4377770 - Fax 011 4377577Orario: mart. - sab. 9,30-12,30/15,30-19,30

Maestro Raul VIGLIONE Studio - Galleria - Mostra CulturaleVia Servais 56 – Torino - Tel. 011 798238 - Cell. 335 [email protected] - www.raulviglione.it

MARTINARTE Laboratorio d’Arte e CorsiC.so Siracusa, 24/a – Torino - Tel. 011 3433756 - Fax 011 3091323Cell. 335 [email protected]: merc. e ven. 9,30-12,30/15,30-19,30;mart. e giov. 9,30-12,30/15,30-22,00Sono aperte le iscrizioni ai corsiFino al 12/6 Personale di Guglielmo Durazzo

MERCURIO Galleria d’Arte ContemporaneaVia F.lli Calandra 20/F – Torino - Cell. 333 [email protected] - www.galleriamercurio.comIn permanenza Opere di Roberto Demarchi

OTTORINO RESPIGHI Centro Culturale MusicaleVia Vincenzo Monti, 11/E – Torino - Cell. 348 [email protected] - www.centromusicaleottorinorespighi.itOrario: visite su appuntamentoSono aperte le iscrizioni ai corsi musicali

PIEMONTE ARTISTICO CULTURALE Galleria d’Arte dal 1957P.za Solferino 7 – Torino - Tel./Fax 011 [email protected] - www.piemonteartistico.it - presente su facebookOrario: lun. - sab. 15,30-19,30Fino al 15/6 “Colori & Volumi” Collettiva

RINASCENZA CONTEMPORANEA Associazione CulturaleVia Palermo 140 – Pescara - Cell. 328 6979208rinascenzacontemporanea@gmail.comwww.rinascenzacontemporanea.jimdo.comOrario: mar. - sab. (su appuntamento)Fino al 27/6 “Transizionalismo medioletèo” CollettivaFino al 1/7 “Siryus. La discendenza sacra” Collettiva

SENESI Galleria d’ArteVia Sant’Andrea 44 – Savigliano (Cn) - Tel. 0172 712922www.senesiarte.itFino al 23/6 “Dieci anni d’Arte” Personale di Daniele Fissore

SILVY BASSANESE ARTE CONTEMPORANEAVia Galileo Galilei 45 – Biella - Tel. 015 355414Orario: mart. - ven. 16,30-19,30; sab. e festivi su appuntamentoFino al 30/6 “Solitudine allo specchio” con Antonio de Venezia,Giuseppe Bombaci ed Eva Antonini

STORELLO Galleria d’ArteVia del Pino 54 – Pinerolo (To) - Tel. 0121 76235Orario: mart. - sab. 9,00-12,15/15,30-19,00; lun. e dom. chiusoIn permanenza Opere di Avataneo, Carena, Coco Cano, Faccincani, Fresu,Garis, Luzzati, Massucco, Musante

TEART Associazione Artistico-culturaleVia Giotto 14 – Torino - Tel. 011 6966422Orario: mart. - sab.17,00-19,00Fino al 26/6 “Acquerelli di viaggi del TeArt” di Elena Saraceno

TINBER ART GALLERYVia Albergian 20 – Pragelato (To) - Tel. 0122 [email protected]: sab. e dom. 10,00-12,30/15,30-19,00In permanenza Opere di Tino Aime, Jean-François Béné, Andrea Berlinghieri,Gianni Bertola, Fulvio Borgogno, Flaviana Chiarotto, Enrico Challier,Dino Damiani, Pierflavio Gallina, Lia Laterza, Claudio Malacarne,Vinicio Perugia, Elena Piacentini, Mariangela Redolfini, Sergio Saccomandi,Luciano SpessotDal 22/6 all’8/8 Opere di Tino Aime ed Enrico Challier

UNIQUE Galerie d’Art di Patrick CAPUTOC.so Vittorio Emanuele II 36 – Torino - Tel. 011 5617049 - Cell. 334 [email protected] - www.galerieunique.comOrario: mart.- sab. 10,00-12.30/15,00-19.30Artisti della Galleria

VIVIARTEVIVA Galleria Artistica e CulturaleVia Madonna delle Rose 34/C – Torino - Cell. 347 9453075 - Fax 011 [email protected] - www.viviarteviva.itOrario: lun. - sab.16,00-19,00Fino al 30/6 “Ventun Artisti di ViviArteViva”c/o Ristorante “Parthenope” (via Madama Cristina 62 – Torino)

ACCADEMIA GalleriaVia Accademia Albertina 3/e – Torino - Tel. 011 [email protected]: 10,00-12,30/16,00-19,30; chiuso lunedìFino al 13/7 Collettiva di Artisti contemporanei

A.C.I. GALLERY Associazione Arte Cultura ImmagineC.so Novara 20/f – Torino - Tel. 011 [email protected]: lun. - sab. 16,00-19,00

ARTE CITTA’ AMICA Centro Artistico CulturaleVia Rubiana 15 – Torino - Tel. 011 7717471- Fax 011 7768845www.artecittaamica.itOrario: mart. - sab.16,00-19,00; dom. 10,00-12,00; lunedì chiusoDal 7 al 30/6 “Armonia di colori” Collettiva

ARTE PER VOI Associazione CulturaleP.za Conte Rosso 1 – Avigliana (To)Luigi Castagna - Tel. 011 9369179 - Cell. 339 [email protected] - www.artepervoi.itPaolo Nesta - Tel. 011 9328447 - Cell. 333 [email protected]: sab. - dom. 15,00-19,00Dall’8 al 30/6 “Giorgio Flis e la mossa del Cavallo”

ART GALLERY LA LUNAVia Roma 92 – Borgo San Dalmazzo (Cn) - Cell. 339 [email protected]: ven. 16,00-19,00; sab. 10,30-13,00/16,00-19,00; dom. 10,30-12,00

CIRCOLO DEGLI ARTISTI DI TORINOPalazzo Graneri della RocciaVia Bogino 9 – Torino - scala B destra - 1° piano (digitare 4444+ )Tel./fax 011 [email protected] - www.circolodegliartistitorino.itOrario: lun. - ven. 15,30-19,30Dal 10 al 14/6 “Shots on Syria” Fotografie di Ibrahim Malla, fotografo ufficialedella Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna RossaDal 15/6 “Fiaba... una realtà immaginata. L’Arte interpreta la fiabaattraverso la contemporaneità”

GIORGIO MAROSI GalleriaC.so Francia 209/B – Torino - Tel. 011 [email protected]: 10,00-12,30/16-19,30 esclusi lunedì e festiviOpere grafiche di Emanuele Luzzati e Artisti della Galleria

LA LANTERNA Galleria di Maristella SANDANODirettore Artistico: Livio Pezzato - Via Santa Croce 7/c – Moncalieri (To)Tel. 011 644480 - Fax 011 [email protected] - www.lalanternaarte.comOrario: lun. - sab. 16,00-19,00A. Arcidiacono, S. Attisani, G. Boffa, A. Ciocca, E. Colombotto Rosso,Gigli, E. Gribaudo, E. Longo, F. Maiolo, E. Maneglia, S. Manfredi,U. Nespolo, D. Pasquero, G. Peiretti, G. Pezzato, L. Pezzato, C. Pirotti,G. Sesia della Merla, F. Tabusso, G. Valerioti, naïf croatie grafica nazionale ed internazionale

LA ROCCA GalleriaVia della Rocca 4 – Torino - Tel. 011 8174644 - Fax 011 8129026Orario: lun. - sab. 10,00-13,00/15,30-19,30; domenica chiusoManifesti originali, grafica, multipli e dipinti

LUCE GalleryC.so S. Maurizio 25 – Torino - Tel. 011 [email protected] - www.lucegallery.comOrario: mer. - sab. 15,30-19,30Fino al 12/7 Mostra personale di Asta Meldal Lynge

LUNA ART COLLECTION Spazio espositivoVia Nazionale 73/1 – Cambiano (To) - Tel./Fax 011 [email protected] - www.luna-art-collection.comOrario: lun. - ven. 8,30-17,30; sab. 8,30-17.30 (previa telefonata)In permanenza serigrafie d’arte a tiratura limitatadi Coco Cano, Francesco Casorati, Isidoro Cottino, Theo Gallino,Franco Negro, Ugo Nespolo, Ernesto Oldenburg, John Picking,Marco Puerari, Giorgio Ramella, Maurizio Rivetti, Francesco Tabusso,Silvio Vigliaturo

BIASUTTI & BIASUTTI Galleria d’ArteVia Bonafous 7/1 – Torino - Tel. 011 8173511Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30

CENTRO ARTE LA TESORIERAC.so Francia 268 – Torino - Tel. 011 7792147Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-20,00; lunedì e festivi chiusoo su appuntamentoFino al 30/6 Pittura dell’Ottocento

DAVICO GalleriaGall. Subalpina 30 – Torino - Tel. 011 5629152Orario: mart. - sab. 10,00-12,30/16-19,30; lunedì e festivi chiusoFino al 29/6 “Elogio del rinoceronte” Personale di Guido Zibordi Marchesi

TERRE D’ARTE GalleriaVia Maria Vittoria 20/A – Torino - Tel./Fax. 011 19503453www.terredarte.netOrario: mar. 16,30-19,30; mer. - sab. 11.00-13,00/16,30-19,30Fino al 15/6 “Marina Sasso. Le ceramiche 1968-2013”

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Corriere11_8-11 30-05-2013 12:41 Pagina 11

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