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Perché i poeti? - La Chiave di Sophia

By Alessandro Storchi

19 novembre 2015 Alessandro Storchi

Il linguaggio è il linguaggio[1]. Da questa apparente tautologia iniziala Erörterung di Martin Heidegger sull’essenza del linguaggio. Ciòche la logica classica definirebbe tautologico, spalanca invece unorizzonte di significati, o meglio: «ci lascia sospesi sopra un abisso[Abgrund]»[2]. E perché questo? Quale fondamento [Grund] viene amancare affermando: il linguaggio è il linguaggio? La cosa èevidente: da Aristotele in avanti, la filosofia ha pensato l’uomocome “zoon logon echon”, ovvero “animale dotato dipensiero- linguaggio”. In termini aristotelici il linguaggio è quindidifferenza specifica dell’uomo, la sua caratteristica più propria edistintiva. Il linguaggio è dunque dell’uomo, è ciò che lo fa esseretale, che gli permette di esprimere la propria interiorità e dicomunicare. È uno strumento dell’uomo. Tuttavia, non è la fonélo strumento che ci permette di comunicare ed esprimere la nostrainteriorità? Non comunicano infatti, e non si esprimono, anche gli

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animali, i quali hanno foné ma non hanno logos? L’affermazione “illinguaggio è il linguaggio” sottrae all’uomo al contempo strumento edifferenza specifica, ma soprattutto sottrae al linguaggio il suofondamento sull’uomo. Questa duplice sottrazione apre l’abisso «lacui altitudine apre una profondità. L’una e l’altra costituiscono lospazio e la sostanza di un luogo [Ort] nel quale vorremmo farcidi casa per trovare una dimora [Heimat] per l’essenzadell’uomo»[3]. Le stesse parole ricorrono nelle prime pagine dellaLettera sull’umanismo, di poco precedente agli scritti sul linguaggio:

Il linguaggio è la casa dell’essere. Nella sua dimora [Heimat] abital’uomo. I pensatori e i poeti sono i custodi di questa casa. [4]

Il linguaggio non è dell’uomo, bensì dell’essere. L’Essere è Parola(la sostanza del sein [essere] è il sagen [discorso]), e ogni parolaumana, in quanto parola, è resa possibile da quella Parola. Cosìl’Essere di Heidegger non crea il mondo, e tuttavia gli conferiscesenso: il Mondo è luogo della Lichtung [Radura], in cui il filtraredella Luce dà senso.[5] L’uomo abita questa casa. Alcuni uominipossono custodirla. Alcuni: i pensatori ed i poeti.

Il pensiero porta a compimento il riferimento [Bezug] dell’essereall’essenza dell’uomo. Non che esso produca o provochi questoriferimento. Il pensiero lo offre all’essere soltanto come ciò che gli èstato consegnato dall’essere. Questa offerta consiste nel fatto chenel pensiero l’essere perviene al linguaggio. Il linguaggio è la casadell’essere. Nella sua dimora abita l’uomo. I pensatori e i poeti sonoi custodi di questa casa. Il loro vegliare è portare a compimento lamanifestatività dell’essere; essi infatti, mediante il loro dire, laconducono al linguaggio e in esso la custodiscono.[6]

Il pensiero accoglie la Parola e tenta di ridirla: il parlare dell’uomo èun cor-rispondere al Linguaggio. Pensatore e Poeta si risolvono nelpensiero poetante. Così Heidegger risponde alla domanda “Perchéi poeti?”:

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Il dire del cantore dice l’intero intatto dell’esistenza del mondo, cheinvisibilmente si distende nella spaziosità dello spazio interiore delcuore. Il canto non è la ricerca di ciò che deve esser detto. Il cantoè l’appartenenza al tutto del puro Bezug.[7]

E poche righe prima, citando Herder:

Dal moto di un soffio dipende tutto ciò che sulla terra gli uominihanno pensato, voluto e fatto, e ciò che faranno di umano; tutti noici aggireremmo ancora nelle foreste se questo soffio divino non ciavesse avvolti nel suo calore, e non pendesse dalle nostre labbracome un suono magico.8

In sostanza, il dire poetico, il pensiero poetante, è ciò che megliocoglie la Parola dell’Essere, e cor-rispondendole ci parla. Questodire [Sagen] come cor-rispondenza all’Essere [Sein] è l’essenzadel Linguaggio [Sprache]. In verità è doveroso notare che il termineSprache si traduce sia “linguaggio” sia “lingua”. La lingua è illinguaggio della terra natia: Heimat. In tal senso, la Paroladell’Essere, come essenzialità del linguaggio, è vicina alla nostralingua, e la casa che l’uomo abita è proprio questa coincidenza diSprache – Sein – Heimat.

Nei pressi di questa casa si aprono le radure, ovvero i luoghiilluminati dalla parola e che, sottratti dal buio del bosco, appaionocome significanti. Il romanzo, la poesia, il racconto: essi ci aprono ipanorami di significato più suggestivi. Per osservarli è sufficienteseguire le tracce che escono dal bosco dell’insignificanza e mettersiin ascolto della loro parola.

Alessandro Storchi

Note

1 Cfr. Martin Heidegger, Il linguaggio, in In cammino verso il

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linguaggio, Milano, Mursia, 2013

2 ivi, p. 29

3 ibidem

4 Martin Heidegger, Lettera sull’umanismo, Milano, Adelphi, 2013,p. 31

5 Cfr. Alberto Caracciolo, Presentazione in In cammino verso illinguaggio, Milano, Mursia, 2013, pp. 12-13

6 Martin Heidegger, Lettera sull’umanismo, Milano, Adelphi, 2013,p. 31

7 Martin Heidegger, Perché i poeti? in Sentieri interrotti, Firenze, LaNuova Italia, 1968, p. 294

8 ibidem.

[Immagine tratta da Google Immagini]

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