Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'età del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP)....

download Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'età del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare delle campagne 2001-2005

of 76

Transcript of Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'età del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP)....

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    1/76

    Rivista di Scienze Preistor i che -LVI - 2006

    VIVIANA ARDESIA* - MAURIZIO CATTANI ** - MASSIMILIANO MARAZZI***FABRIZIO N ICOLETTI*** - MANUELA SECONDO** - SEBASTIANO TUSA****

    Gli scavi nellabitato dellet del Bronzodi Mursia, Pantelleria (TP).Relazione preliminare

    delle campagne 2001-2005

    STORIAEQUADRIDI RIFERIMENTODELLERICERCHENELLAREADELLINSEDIAMENTO

    La ripresa sistematica della ricerca archeologica a Pantelleria ha compresolesplorazione dellabitato dellet del Bronzo di Cimillia-Mursia, che si data,anche in base ad alcune significative datazioni radiometriche, intorno agli ulti-mi due secoli della prima met del II millennio a.C.

    Della sua presenza, soprattutto grazie alle ben note evidenze mirabilmenteconservate in elevato, quali le decine di tumuli funerari megalitici della sua ne-cropoli (definiti nellidioma locale sesi) ed il grande muro di cinta (c.d. Muro

    Alto per i Panteschi), se ne accorsero gi i primi viaggiatori che visitarono lisoladi Pantelleria.

    Orsi raccolse la pi completa rassegna di dati sulle antichit pantesche esoprattutto sul villaggio di Mursia e sui Sesi, effettuando fra laltro anche unoscavo sistematico sul pianoro sottostante il Muro Grande che recinge il villaggiosul lato SE1. Di grande interesse sono ancora le Sue deduzioni quali la datazionedel villaggio di Mursia al I e II periodo siculo, per la somiglianza di alcuneforme vascolari con quelle di et castellucciana, della necropoli di Cozzo Panta-no, del Plemmirio, di Thapsos e del villaggio di Cannatello presso Agrigento.Quelle deduzioni, tratte in brevissimo tempo ed in un ambiente certamente

    **** Universit degli Studi di Udine - D ipart imento di Storia e Tutela dei Beni Culturali , Via T. Petracco, 8,33100, Udine; tel. 0432/556600; e-mail: [email protected]

    **** Universit degli Studi di Bologna - D ipartimento di Archeologia, Piazza S. Giovanni in Monte 2, 40124Bologna; tel. 051/2097713; fax 051/2097701; e-mail: [email protected], [email protected]

    **** Uni versit degli Studi Suor Orsola Benincasa, Corso Vittorio Emanuele, 292, 80135 Napoli ; e-mail :[email protected], [email protected]

    **** Soprintendenza del M are, Via Lungarini, 9, 90133 Palermo; tel. 091/6230821; fax 091/6230821; e-

    mail : sebtusa@archeosicil ia.i t1 ORSI 1899, pp. 193-284.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    2/76

    2 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    non favorevole (ricordiamo che Orsi, in pieno inverno quando lisola quasisempre violentemente investita dalla furia dei venti, investig anche altri siti eraccolse informazioni eccellenti anche sulle vestigia e sui periodi storici riguar-

    danti Pantelleria) hanno ancora tutta la flagranza della novit se confrontatecon i dati delle recenti ricerche.Dopo lepisodio orsiano Pantelleria fu dimenticata dallarcheologia istitu-

    zionale e dovettero passare quasi settantanni affinch un altro archeologo cal-pestasse il suolo pantesco. Fu D. Trump che nel 1963, spinto dal rinvenimentodi ossidiana pantesca nei suoi scavi maltesi di Skorba, fece una rapida ricogni-zione della preistoria dellisola (TRUMP 1963). Pass ancora qualche anno e par-ve che la ricerca preistorica a Pantelleria potesse iniziare in maniera sistematica.Si creava, infatti, un apposito comitato scientifico autorevolmente costituito daM. Pallottino, A.M. Radmilli e V. Tusa che organizz quattro campagne tra il1966 e il 1971 presso linsediamento di Mursia, con il contributo finanziario

    del C.N.R. e la direzione scientifica di C. Tozzi. Dopo queste campagne la ricer-ca cess pur lasciando traccia in adeguati resoconti scientifici accuratamentepubblicati2.

    Ancora una volta lisola fu abbandonata dalla scienza e dovettero passarecirca trentanni affinch, alle soglie del 2000, finalmente Pantelleria pot riceve-re lattenzione che merita come caposaldo storico-archeologico per la compren-sione della storia antica del Mediterraneo, grazie alla complessa ed articolataorganizzazione di unimpresa scientifica volta alla comprensione degli aspettiinsediamentali e cronologici della sua occupazione umana, nonch strutturatain unazione congiunta di pi soggetti scientifici coordinati da Sebastiano Tusa3.

    Dopo anni di ricerche iniziano a giungere i primi frutti di questa sistemati-ca attivit. Le motivazioni principali che ci hanno guidato nella ripresa dei lavo-ri nellarea del sito si articolano tra le esigenze di tutela e valorizzazione di unadelle aree archeologiche tra le pi prestigiose del Mediterraneo e la volont diapprofondire le tematiche inerenti i meccanismi di collegamento e scambio traOriente ed Occidente nel II millennio a.C.. In part icolare risultato ormai im-portante, dopo le scoperte di Marsa Matrouk e Cartagine e la riconsiderazionedei materiali pre-classici da tempo scavati a Cirene, approfondire linterazionetra le ormai ben note vie di comunicazione marittima tra Egeo ed Occidentepassanti per lAdriatico e lo Jonio, con quelle ancora poco note passanti attra-verso il cabotaggio del Nord-Africa che, come hanno confermato le evidenze di

    Mursia, ebbero certamente una tappa importante proprio in questo sito.

    2 TOZZI 1968, pp. 315-388, 1978, pp. 149-157.3 Le istituzioni coinvolte nellindagine sono: Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di

    Trapani, Soprintendenza del Mare, Universit Suor Orsola Benincasa di Napoli, Universit di Bologna,Universit di Tubingen ed Universit della Basilicata, con il fattivo contributo del Comune di Pantelleria,dellArcheoclub dItalia, sede di Pantelleria, dellAssociazione Amici di Pantelleria e, soprattutto, della fami-

    glia Di Fresco, proprietaria del Cossyra e Mursia Hotel. Per una sintesi preliminare delle ri cerche condottea Pantelleria v. TUSA 2004.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    3/76

    3GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    Ci parso opportuno (e i dati di scavo ne danno conferma) inquadrare ilperiodo di riferimento in una prospettiva centro-mediterranea, piuttosto cheegeo-centrica: l areale geografico e il periodo di riferimento, vedono, sul piano

    strettamente archeologico, lo sviluppo di differenti facies che sembrano passareattraverso almeno tre momenti di interazione. la prima di queste tre fasi che, per mere esigenze di impostazione storio-

    grafica, abbiamo voluto distinguere (in realt il fenomeno risulta unitario edevolventesi secondo dinamiche collegate diacronicamente), corrispondente aisec. XVII e XVI a.C., che interessa Mursia. In Sicilia siamo in corrispondenzacon il pieno fiorire della facies di Castelluccio che occupa quasi tutta la Siciliacon il suo carattere essenzialmente mediterraneo. Secondo taluni questo aspettoculturale viene soppiantato dalla supposta facies di Rod - Tindari - Vallelungache, ad un attento esame, almeno nei contesti siciliani, risulterebbe invece opertinente ai medesimi contesti castellucciani o a quelli successivi di Thapsos in

    virt di una fenomenologia archeologica e tipologica basata su contesti assoluta-mente disomogenei e sempre insufficienti.Mursia rappresenta, pertanto, un aspetto del tutto peculiare con (non a

    caso) forti addentellati tipologici con gli altri orizzonti insulari del Mediterra-neo centrale (Capo Graziano e Tarxien Cemetery) e probabili (ma ancora nonverificati) contatti con la realt nord-africana.

    Non questa la sede per risolvere un problema di riallineamento cos com-plesso. Ci limitiamo solo a delineare la natura dello sfasamento terminologicoche oggi divide la diacronia italiana da quella siciliana. Ci che in prospettivaitaliana considerato come Bronzo medio corrisponde in Sicilia alla fine del

    Bronzo antico (XVII-inizi XV sec. a.C., uguale al ME IIIB e al TE I e in parteTE II dellEgeo) e al medio Bronzo iniziale e avanzato (XV inoltrato-fine XIVsec. a.C., uguale al TE II finale e al TE III A-B dellEgeo).

    S.T.

    ANALISIMORFOLOGICADELLAREADELLINSEDIAMENTO

    Tra i maggiori elementi di disturbo delloriginaria fi sionomia dei luoghi edellabitato ricordiamo loccupazione militare dellisola dei decenni tra le dueguerre mondiali, quando Pantelleria era destinata ad essere uno dei capisaldidella difesa del fianco meridionale dellItalia. Tra le opere pi rilevanti vi fuallora la costruzione della c.d. strada perimetrale, che corre ad anello lungotutto il perimetro costiero dellisola. In prossimit di Mursia-Cimillia, laddo-ve il tracciato delloriginale mulattiera si inerpicava sulle aspre balze rocciosedella colata del Gelkamar dopo aver attraversato la breve pianura costiera diMursia, i genieri produssero uno squarcio nella dura roccia in modo da addol-cire il gradiente e con una grande curva superare il ripido pendio settentriona-le del bordo di colata. Ci avvenne proprio laddove si trovava labitato prei-storico ed il suo grande muro difensivo. Il prodotto di tale intervento stradalefu la separazione in due porzioni dellabitato, la probabile distruzione di parte

    del muro di difesa e lalterazione del sistema di collegamento tra le due zoneinsediamentali principali che, gi in antico, erano comunque istallate su aree

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    4/76

    4 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    distinte (Fig. 1), corrispondenti ad altrettanti pianori terrazzati, di dimensio-ni analoghe, che oggi denominiamo pianoro a monte (o interno, settori discavo B e C) e pianoro a mare (o promontorio, settori di scavo A e D). La

    strada perimetrale separa i due pianori e ricalca un antico percorso, il cuimoderno allargamento inibisce la comprensione degli antichi sistemi di colle-gamento, di cui forse si scorgono indizi in un varco nella roccia naturale attra-verso cui passa un sentiero di accesso al settore B, certamente utilizzato finoad epoca recente per scopi agricoli.

    Laltro grande disastro ambientale per la nostra area stato limpianto diuna grande e devastante cava per lestrazione di pietra che inizi ad essere colti-vata per produrre materiale inerte da utilizzare per la costruzione del porto pres-so il capoluogo comunale.

    Oltre alle mutilazioni subite dallabitato il grande muro a risultare oggiprivato della sua parte occidentale, e ci ne impedisce sia la corretta lettura

    dellandamento originario, sia la corretta comprensione della dinamica internadellinsediamento. Non possibile, infatti, n escludere la pi diffusa sensazio-ne che il poderoso muro (dallampiezza di base oscillante tra i m 8 e 10) chiu-desse da costa a costa labitato difendendolo dal lato di terra, n che esso chiu-desse ad anello una porzione centrale o, comunque, parziale dellabitato. Vistele sensibili differenze sia nella dinamica cronologica che nella funzione delle duearee insediamentali B e D, saremmo portati a pensare che il grande muro cir-condasse larea a monte configurandola come una sorta di acropoli fortificatadal carattere pi spiccatamente pianificato, che ne indica una recenziorit rela-tiva rispetto al quartiere marinaro pi a valle (settore D).

    Tuttavia appare certo, per motivazioni di ordine topografico, morfologicoe, soprattutto, sulla base della constatazione che a poche decine di m ad E delsuddetto muro si trovano gi i primi sesi funerari, che ben poco al di l del murodifensivo poteva estendersi un primitivo insediamento sul fianco orientale. Di-versa poteva essere la situazione sul lato occidentale, dove probabile che alme-no due delle quattro balze su cui poggiava labitato (sett. D e capanne Tozzi delsettore A) fossero al di fuori del perimetro fortificato.

    In sintesi la conformazione dellarea precedentemente allimpianto del-linsediamento preistorico appariva caratterizzata dalla massa informe dellacolata del Gelkamar che si protendeva verso il mare con un vero e propriopiccolo ma inciso promontorio fiancheggiato a N e S da insenature caratteriz-

    zate da basse ed accessibili scogliere. Quella a S, un tempo definita baia del-lAlca, era certamente pi incisa e profonda costituendo un vero e proprioapprodo naturale reso favorevole sia dalla presenza delle scogliere che rappre-sentavano i l naturale sbocco a mare di una delle valli che incidono pi profon-damente la colata lavica, sia dalla protezione dei due promontori a N (quelloove sorger labitato preistorico) e S (Punta Fram). Larea a N del promonto-rio, pur non dovendo costituire agevole approdo naturale come quella a S,tuttavia era altrettanto importante perch caratterizzata dalla presenza di vastiterrazzi naturali pianeggianti estranei alla colata lavica, e quindi ricchi di fer-tili suoli sfruttabili sotto il profilo agricolo e pastorale, e dalla presenza di una

    delle rare sorgenti naturali di acqua dolce o salmastra indispensabile per lavita dellinsediamento. Inoltre la riva del mare qui caratterizzata da basse

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    5/76

    5GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    FIG. 1 Mursia, planimetr ia dell abitato e contesto geomorfologico.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    6/76

    6 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    scogliere collegate senza alcuna soluzione di continuit con lentroterra. Intale situazione era agevole lalaggio delle piccole imbarcazioni dellepoca. A talproposito da sottolineare la singolare presenza, proprio in prossimit del

    promontorio ove sorge labitato, presso i l suo fianco settentrionale, di alcuneprofonde e strette insenature nella costa rocciosa ove il fondale si mantienerelativamente profondo che, in pi occasioni, ci ha fatto riflettere sulla possi-bile presenza di piccoli invasi creati in antico arrangiando con sapiente inta-glio delle situazioni naturali preesistenti al fine di realizzare scali di alaggiopi eff icaci.

    La parte terminale del promontorio che si protendeva in mare fu sceltaproprio per la sua favorevole posizione baricentrica rispetto ad elementi essen-ziali del territorio estremamente utili per la vita di ogni insediamento: lap-prodo naturale, i terreni coltivabili, la sorgente e la posizione elevata e domi-nante dellarea abitata. La zona ove sorge labitato doveva essere, al pari del

    resto della colata, aspra e frastagliata. Pertanto appare evidente che essa venneadeguatamente sistemata dai colonizzatori di Mursia mediante livellamento eterrazzamento. Tuttavia bene ricordare che, sulla base dei dati desumibilidagli scavi in corso, il processo di insediamento dellarea abitata avvenne gra-dualmente, di generazione in generazione, quasi certamente occupando il ter-ri torio dal mare verso linterno. I l momento culminante di massima espansio-ne dellinsediamento dovette avvenire successivamente in concomitanza conla costruzione del grande muro che dovette servire a delimitare, difendendola,una vasta area centrale dellabitato in un momento in cui pericoli di incursio-ni dovettero sorgere.

    interessante notare una singolare convergenza di questo fenomeno del-larroccamento e della difesa che insorge in una fase seriore rispetto al momentodella nascita degli insediamenti costieri del II millennio a.C. in altre piccoleisole del Mediterraneo centrale. Ricordiamo i casi di Lipari e di Filicudi. A Lipa-ri linsediamento di Capo Graziano nasce in contrada Diana, prospiciente ilmare, per spostarsi in un secondo momento sulla rocca del Castello. A Filicudi,analogamente, le prime capanne della cultura di Capo Graziano sorgono nellezone basse di Filiporto e case Lopez per poi arroccarsi sulla Montagnola. Evi-dentemente lintensificarsi dei contatti transmarini, indicati dallaumento di ele-menti di origine allogena, determina linsorgere di fenomeni di pirateria cheimpongono evidenti cautele difensive pur in un costante aumento dellinciden-

    za del commercio marittimo. quanto risulta ipotizzabile anche per la dinami-ca insediamentale di Mursia anche se qui il fenomeno non si sostanzia in unospostamento drastico dellinsediamento, bens in un progressivo arroccarsi nelmedesimo sito.

    S.T.

    D INAMICAINSEDIAMENTALE

    Dallesame complessivo ma preliminare dei dati stratigrafici e architettoni-

    ci risulta evidente che loccupazione umana si articola in tre fasi che seppur nonnettamente distinte e susseguenti manifestano caratteri architettonici diversi.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    7/76

    7GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    Risulta infatti evidente che non tutte le dinamiche interne al susseguirsi delletre fasi implicano lobliterazione delle strutture pertinenti la fase precedente.Alcune strutture capannicole della prima fase sopravvivono fino alla fine della

    vita dellinsediamento, alt re vengono sovrastate da nuove capanne, altre, infine,modificate con laggiunta di vani e muri.In generale labitato appare costituito da capanne spiccatamente ovali con

    singolare perimetro pi appuntito ad unestremit (a voler imitare una vera epropria barca), ovali, circolari, circolari tendenti al quadrangolare e da edifici amoduli quadrangolari. La struttura di tutti gli edifici la stessa. Si tratta dicostruzioni seminterrate o con pavimento posto sullo stesso piano dellarea ester-na, dotate di muretti a secco a doppio paramento ed alzati in fango misto adelementi vegetali. Sulla tipologia dei tetti ancora nulla di preciso ci dato diipotizzare poich lindagine ancora agli inizi anche se appare probabile, sullabase della frequente assenza di fori per pali e su considerazioni di carattere stati-

    co, che, insieme alla probabile tipologia a schiena dasino, potessero esistereanche tetti piatti.In seguito allindagine sistematica recente che ha gi consentito di mettere

    in luce consistenti tracce dellabitato in due porzioni dellarea insediata (settoriB e D) si potuta dettagliare la diacronia insediamentale sostanzialmente sinte-tizzabile nella sequenza di tre fasi costruttive principali tutte inquadrabili nelmedesimo contesto culturale e cronologico (XVII - XVI sec. a.C.) che definia-mo, per la sua originalit, di Mursia, assimilabile a quel vasto orizzonte cultu-rale centro-mediterraneo caratterizzato da ceramiche acrome e che comprendele facies di Capo Graziano, Protoappenninico B e Tarxien Cemetery.

    In una prima fase il villaggio sembra essere limitato allarea pi prossimaal mare (settore D) ed era costituito da capanne dal perimetro ovale moltoallungato con le porzioni distali diverse nei rispettivi andamenti poich unapseudo-appunt ita e laltra semicircolare. Questo tipo di capanna, molto allun-gata, assimilabile idealmente allo stereotipo di una barca, era costruito gene-ralmente direttamente sul banco roccioso accuratamente livellato e presentavaallinterno una banchina che correva adiacente al muro perimetrale per ca. lamet del suo andamento. Tale capanna seminterrata con laccesso sui latilunghi attraverso alcuni gradini di collegamento tra il piano esterno pi alto equello interno. La disposizione degli edifici sembra occasionale e priva di unorientamento predefinito. Lo spazio tra le capanne ridotto al minimo, in

    genere quanto basta per consentire laccesso di una persona per volta alle sin-gole unit.La seconda fase rappresentata da capanne a pianta ovale meno allungata

    e con le absidi simmetricamente uguali. A questo tipo fondamentale se neaffiancano altri: capanne curvilinee che preludono al tipo rettilineo con ango-li arrotondati, forse edifici a pianta absidata su un solo lato ed edifici di plani-metria occasionale, determinata dallo spazio disponibile. in questa fase chelinsediamento si espande ed occupa anche la parte pi alta ed orientale delsistema di terrazzamenti ad W del grande muro di difesa. Tale espansione ap-pare proprio nel settore B, quasi pianificata, o addirittura lottizzata, data la

    regolarit del posizionamento delle capanne disposte in maniera parallela agruppi di due. Nel settore B, le cui capanne pi antiche sono dello stesso tipo

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    8/76

    8 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    di quelle che nel settore D appartengono alla seconda fase, gli edifici del pri-mo impianto si allineano su file parallele a disegnare un impianto a maglieregolari . Nel settore D, invece, la disposizione degli edifici ri calca quella della

    prima fase, ma probabile che adesso venga posto il problema di una viabilitdi raccordo tra interi settori del quartiere. Appartiene infatti a questo periodouna strada curvata ad angolo su cui si affacciano diversi edifici.

    La terza fase, meno nota in quanto testimoniata da resti assai superficiali, caratterizzata da un sistema capannicolo pi complesso. Insieme a capannedi tipo ovale, molte delle quali edificate in et precedente, compaiono edificiassimilabili al tipo circolare (anche con palificazione in chiostra perimetrale).Ad essi si addossano piccoli vani rettilinei, talvolta (settore D) agglutinati instrutture di pi ambienti. Si vengono a creare in tal modo dei veri e propriedifici multicamerali impiantati secondo una logica in parte agglutinante, main parte predefinita dato che i nuovi ambienti quadrangolari presentano muri

    divisori comuni. in questa fase che notiamo gi lemergere di vere e propriepiccole e strette strade rettilinee intercluse tra edifici contigui.Alcune capanne vissero a lungo come testimonia la presenza di pi battuti

    sovrapposti distanziati da strati di notevole spessore e, pertanto, vennero in-globate in un tessuto urbanistico in evoluzione dalle sembianze diverse faseper fase. Viceversa, altri edifici, in ogni fase, sono rimasti distrutti da eventiimprovvisi e non sono pi stati riedificati.

    In generale, quindi, a differenza di altri insediamenti coevi, ci che con-traddistingue labitato di Mursia il notevole addensamento delle strutturecapannicole tra loro, che non lascia quasi mai spazio sufficiente per strade o

    spazi aperti o interclusi. Non avendo ancora un quadro esaustivamente uni ta-rio dellabitato difficile avanzare ipotesi sulleventuale disposizione parente-lare a gruppi in lotti capannicoli specifici. Tuttavia tale addensamento porte-rebbe ad ipotizzare che gi nella prima fase di vita dellabitato esistessero pro-babili unit parentelari allargate. In ogni caso la presenza di pi capanne af-fiancate ed accomunate da medesimo orientamento ci aiuta a comprendere ladinamica dellandamento costruttivo per parti unitarie dellinsediamento e lasua scansione nel tempo che potrebbe anche indicare, analogamente, affinitparentelari tra nuovi insediati che lottizzerebbero porzioni di terreno. Tutta-via nella seconda e terza fase la presenza nel settore D di vere e proprie piccolee strette stradelle che ripartiscono ulteriormente lo spazio abitato avvalora lidea

    di una possibile presenza di ben defini ti agglomerati capannicoli autonomi traloro per affinit parentelari.Al di l di quanto ipotizzato circa la suddivisione lottizzata dellabitato

    per gruppi parentelari, certo che tra le varie capanne vi sia anche una diver-sificazione funzionale che soltanto lo studio accurato, capillare ed interrelatodei dati di scavo, dei materiali rinvenuti, nonch delle evidenze bioarcheolo-giche ed archeometriche, potr indicare. Tuttavia al livello ipotetico sia nelsettore D che B possibile gi evidenziare delle differenze tra varie capanneper quanto attiene al loro contenuto ed al loro arredo interno. La capanna D2, ad es., aveva un perimetro circolare; era piccola ed irregolare con una bassa

    banchina in pietra rivestita dargilla che correva lungo le pareti interrompen-dosi presso il fianco settentrionale ove lasciava uno spazio occupato da un

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    9/76

    9GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    piccolo podio tronco-conico dargilla. La banchina, il podio e le pareti eranoaccuratamente rivestite da intonaco dargilla. M a ci che pi ci ha colpito nelcorso dello scavo la serie cospicua di vasi di varia dimensione la cui forma ci

    induce a pensare ad un loro uso cerimoniale. I vasi erano visibilmente adagiatisulla panchina e rovinarono in parte a terra per gli eventi subiti dallinterastruttura. I l podio era al centro, addossato alla parete, e poteva avere la funzio-ne di un piccolo altare su cui probabilmente si adagiavano di volta in voltavasi cerimoniali ed offertori . Al centro della capanna vi era, inoltre, la consue-ta piastra dargilla che veniva adoperata verosimilmente come focolare.

    Al di l dei necessari approfondimenti che verranno fatti nei capitoli dipertinenza necessario, al fine di avere un quadro dinamico della realt abita-tiva del nostro insediamento, ricordare anche che alcune capanne, come la DIII e la D 17, andranno interpretate tenendo conto delleccezionalit di alcunireperti al loro interno rinvenuti. Indicativi sono, infatti, i ripostigli di gioielli

    importati - una vera e propria parure completa gelosamente avvolta in un pan-no rinvenuto nella capanna D III - e di una quarantina di vasi in miniaturaraccolti nella capanna D 17. La presenza di utensili e di un fr. di matrice difusione per oggetti metallici rende questo contesto di notevole importanza perla comprensione della distribuzione sia delle risorse che delle funzioni allin-terno dellabitato. Da rilevare anche la presenza di oggetti importati soprat-tut to nella D 7.

    Analogamente interessanti per le loro peculiarit funzionali sono, nel set-tore B, la capanna B6, certamente adibita ad attivit produttive legate allepratiche di trasformazione dei prodott i agricoli data la presenza di utensili ed

    apparati di lavoro sia mobili che immobili, e la capanna B8 che presentava alsuo interno una fornace.Tornando alla dinamica insediamentale vediamo che il nostro abitato du-

    rante la terza fase di vita vede, t ra laltro, la comparsa di un fenomeno comunea molti abitati costieri siciliani ed insulari che, analogamente a Mursia, pre-sentano evidenti indicatori di contatti transmarini che potrebbero, anche inquesto caso, aver giocato un ruolo di catalizzatore di processi acculturativi. Ilfenomeno di carattere evolutivo architettonico-urbanistico con la comparsadi edifici costituiti da pi vani unitariamente costruiti. Ci si trova, pertanto,di fronte a piante pi complesse che presupporrebbero contesti culturali connecessit socio-economiche pi avanzate. Nel settore D gli spazi capannicoli

    preesistenti non vengono abbandonati, ma, in un caso, vengono inglobati inun edificio multicamerale con vani quadrangolari simultaneamente costruiti.Anche in questa occasione, come utile notazione di carattere storico, interes-sante ricordare che gi Paolo Orsi, nella sua fugace ma intensa esplorazione diMursia, aveva con chiarezza evidenziato la presenza di strutture quadrangola-ri. Lanalisi contestuale odierna potr certamente fornirci ulteriori elementi diapprofondimento anche in funzione della fine repentina dellabitato che, an-che per questo aspetto, si accomuna ad altre realt insediamentali coeve delleEolie, di Malta e della costa siciliana.

    S.T.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    10/76

    10 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    GLISCAVIDELSETTORE B

    Il Dipartimento di Archeologia dellUniversit di Bologna4 partecipa al-

    lesplorazione del villaggio con gli scavi del settore B, il terrazzo a monte dellamoderna strada gi sondato da Carlo Tozzi tra il 1966 e il 1971, e con un saggiolungo il lato S del grande muro difensivo. La particolare posizione del settore cipermette infatti di affrontare le problematiche relative al passaggio tra area abi-tata, di rupo naturale e muro difensivo ed indagare le modalit di percorso allin-terno di questa zona di abitato e di passaggio al terrazzo pi basso verso il mare(Fig. 1).

    In questa sezione vengono presentati i risultati preliminari degli scavi 2001-2005 con la descrizione di una selezione delle strutture individuate (B4-B8,B10), utile a ricostruire la sequenza stratigrafica e cronologica del settore B del-labitato (Fig. 2). Anche la presentazione dei materiali viene limitata ad alcunidei contesti pi significativi il cui esame si trova ad uno stadio avanzato.

    Il settore B delimitato dalla scarpata naturale verso N e NW, dal gradinoartificiale creato dalla costruzione della strada perimetrale dellisola a W, nuova-mente dalla scarpata naturale verso SW e verso S, dove si rilevano le tracce dimuri a secco, presumibilmente relative alla delimitazione del villaggio o allasistemazione del bordo sulla scarpata. Verso E, il limite attuale indicato da unpoderoso muro di terrazzamento. Gli scavi presso la capanna B6 hanno dimo-strato che questo muro, alto ca. 3 m, moderno e che le strutture dellet delBronzo erano pertanto poste lungo il pendio continuo della colata lavica, senzadifferenziazioni a terrazzamento, ma con lievi dislivelli tra i piani delle capanne.

    Il pendio si assottigliava e occupava una largh. di ca. 30 m, proprio in corri-spondenza delle capanne scavate, mentre altrove era interrotto dalle ripide scar-pate naturali. Le denominazioni di Area Nord e Area Sud del settore B identifi-cano le zone poste agli estremi rispetto allo scavo del Tozzi, che rappresenta inparte una cesura nella documentazione delle fasi pi recenti dellabitato5, men-tre si integra meglio per la comprensione architettonica delle prime fasi.

    La prima fase insediativa comprende una serie di capanne di forma ovaleallungata orientate NW-SE, parallele tra loro poste su file EW, documentateinteramente almeno in due file (B1, B2 e B3-B9; B4 e B6) e ipotizzate per unaterza fila pi a N (B12, B13 e B14). La sistemazione delle capanne poste moltovicine tra loro con stretti passaggi di possibile circolazione d un aspetto regola-re allorganizzazione del villaggio, presumibilmente pianificata dal primo im-pianto. Le capanne si impostano direttamente sulla colata lavica del Gelkamar,

    4 La campagna di ricerche a Mursia segue il progetto pluriennale della Carta Archeologica dellisola(CATTANI e TOSI 1998) che ha avuto come obiettivi la definizione delle aree archeologiche da inserire nelPiano Paesistico e lapprofondimento delle tematiche relative al popolamento preistorico dell isola (CATTANIet ali i2004).

    5 In TOZZI 1968, p. 330 a proposito dello scavo in corrispondenza alla capanna 1 della zona B sidescrivono brevemente tracce di strut ture pi recenti: un semicerchio di pietre che sormontava lestremitNord della capanna rappresenta l indi zio di una ul teri ore fase di abi tazi one del vi llaggio che non stato possibi leindi viduare con chiarezza..

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    11/76

    11GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    FIG. 2 Mursia, settore B: A) planimetr ia generale; B) capanna B4, muri perimetrali ; C-D) partico-

    lari delle nicchie ricavate nei muri.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    12/76

    12 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    formata da massi sporgenti alternati a cavit e depressioni. Le capanne hannosubito numerosi episodi di ristrutturazione, documentati soprattutto dal ri faci-mento dei piani pavimentali e dallaggiunta di muretti interni (tramezzi e chiu-

    sure absidali) e solo raramente da rifacimenti dei muri perimetrali. Sono docu-mentati almeno 8 livelli pavimentali sovrapposti nella capanna B16 e 7 nellacapanna B4. Nei tratti di muro conservati non sono visibili particolari cesureche facciano pensare a rialzamenti, ad eccezione del muro E della capanna B17.La semplice tecnica muraria di pietre a secco daltra parte non adatta a stabilirecon precisione questo tipo di restauro.

    Il deposito antropico associato alle capanne della prima fase mostra sedi-menti sciolti, spesso polverosi di colore grigio, ricchi di cenere, carboni e so-stanza organica. Queste caratteristiche contrastano con la parte superiore deldeposito caratterizzato da sedimenti limosi pi compatti, di colore rosso, dovutiin parte allazione di incendi (documentati peraltro anche nella prima fase), ma

    soprattutto allazione pedogenetica. La presenza di abbondantissimi ossidi diferro e di sottili rivestimenti argillosi indica che sui sedimenti antropici si svi-lupp un suolo in condizioni ossigenate e con ricca vegetazione che ha compor-tato una forte pedogenizzazione caratterizzata dal colore rosso dei sedimenti.

    La trasformazione degli edifici e la realizzazione di nuove strutture di formaovale pi allargata e di maggiori dimensioni rispetto a quelle della prima fase,nonch di una struttura a pianta quadrangolare, ci permettono di identificarealmeno due fasi costruttive, denominate, tenendo conto di quanto emerso nelsettore D, Mursia II e Mursia III, distinte entrambe in sottofasi:Mursia B IIa: capanne ovali disposte in file regolari (B1-B4, B6, B9, B12-B14);

    Mursia B IIb: ristrut turazioni con ampliamenti e ri facimenti murari , documen-tati per ora solo per le capanne B18 e B4 (v. infra);Mursia B IIIa: realizzazione delle grandi capanne a ferro di cavallo o ellittiche

    (B8 e B10), da confrontare con lacerti murari di altri settori (A3 e C2);Mursia B IIIb: ristrutturazione delle precedenti capanne con inserimento o ag-

    giunta di strutture di forma sub-circolare (B7) o quadrangolare (B5);Mursia B IIIc: fase di abbandono alternata ad episodi di sistemazione dellarea.

    La suddivisione in fasi e sottofasi, necessaria per illustrare la sequenza inse-diativa, non corrisponde per alla realt di gran lunga pi complessa ed ininter-rotta dellabitato. Sono presenti casi di sovrapposizione stratigrafica tra le ca-panne con radicali cambiamenti strutturali, spesso per parziali e circoscritti.

    Lapparente suddivisione delle capanne deve essere vista invece allinterno diuna continuit spaziale e temporale: le strutture subiscono rifacimenti, anchesostanziali come nel caso dellampliamento della B4, mantenendo parti di muripreesistenti oppure, quando si tratta di nuove costruzioni, adattandole agli spazidisponibili, con i muri perimetrali costruiti in tangenza con altre strutture. Senella prima fase sembra esserci una precisa pianificazione con le capanne orien-

    6 Oltre ai livelli pavimentali documentati dagli scavi Tozzi, ne sono stati individuati altri 2 alla basedel deposito non scavato da Tozzi, in un sondaggio effettuato per individuare la base della capanna.

    7 TOZZI 1968, p. 238.8Ibid., p. 328.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    13/76

    13GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    tate e parallele tra loro, nelle fasi pi avanzate si venuto a creare un agglomera-to di strutture, spesso addossate una allaltra, che ci impedisce di capire lorga-nizzazione spaziale. Non sono state riconosciute aree di passaggio, ma solo unam-

    pia zona priva di strutture ad E della capanna B10 e sar necessario continuarelesplorazione per comprendere meglio la logica delluso degli spazi allinternodel villaggio. Anche le singole capanne seguono un complicato percorso di vitain cui cambia spesso la destinazione duso e si alternano fasi di vita a fasi diabbandono con scarico di resti organici. In altri casi le capanne si trasformanoin unit produttive con limpianto di strutture incompatibili con il carattereresidenziale.

    M.C.

    AREA SUD

    Capanna B4: una delle strutture del settore B indagate pressoch integralmente,particolarmente interessante sia per lottimo stato di conservazione, sia per la lungadurata di vita. I llustrare dettagliatamente le trasformazioni della capanna B4 ed esami-nare i reperti associati ci permette di seguire le trasformazioni architettoniche dellabi-tato, dalle prime fasi di vita ad una fase avanzata.

    Costruita presumibilmente nel corso del primo impianto di capanne del terrazzo,orientato in senso NW-SE, fu inglobata nella fase pi recente nellambiente B8 di cuivenne a costituire il limite E. Il muro perimetrale originario incassato nel terreno edelimita unarea di 16,6 m2, con assi interni di 7x3 m. Laccesso posto sul lato lungoW, ben delimitato da due stipiti, mentre il lato E contiguo a quello della capanna B6,

    che pertanto ha lingresso sul suo lato E, secondo un modulo costruttivo riscontratoanche nelle capanne B1 e B2. Il muro conservato per una h massima di ca. 1,70 m ed costruito in parte in pietre a secco, talora lievemente sbozzate, ed in parte sfruttandoalcuni affioramenti di grandi massi rocciosi.

    Gli elementi strutturali della prima fase costruttiva comprendono tratti di muroartificiale (USS 43=45, 487 e 752) e massi naturali (USS 554, 748, 749), mentre nonsono leggibili dal prospetto interno fasi successive o restauri (Fig. 2 B). Nelle pareti visono due profonde nicchie, una nel masso E ed una (US 750) nel muro S (Fig. 2 C-D).Questultima, di forma quadrangolare, realizzata mediante pietre verticali squadratesu t re lati che sorreggono due pietre come piattabanda e che si impostano su una grandepietra alla base, fornita di un piano dappoggio in terra battuta (US 751).

    La capanna doveva essere seminterrata, come le pi antiche del settore, ma non possibile precisare il dislivello tra pavimento interno e piano esterno. Non conosciamoinoltre la sistemazione relativa alla soglia originaria alla capanna, in quanto obliteratada quella sovrapposta nel corso della III fase di vita della B4, che si deciso di lasciarein evidenza per esigenze di musealizzazione dellambiente.

    Il battuto pavimentale (US 586), pert inente alla I fase di vita dellambiente (Fig. 3A), si sovrappone ad un riempimento antropico (US 584), deposto sulle rocce naturaliaffioranti inframmezzate ad uno strato sterile sabbioso (USS 585 e 588), allo scopo dicreare un piano orizzontale. Il battuto si caratterizza per lestrema compattezza, per lapresenza di un vaso litico (US 759) in esso inglobato e per lesistenza di fori del diam. dica. 2-3 cm, disposti in modo apparentemente casuale, di certa origine antropica madalla funzione non ancora appurata: essi potrebbero facil itare il drenaggio delle infiltra-

    zioni dacqua nel sottosuolo, che ha caratteristiche altamente drenanti per la composi-zione sciolta e caotica delle rocce e della sabbia.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    14/76

    14 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    FIG. 3 Mursia, settore B, capanna B4: A) pianta della fase I; B) pianta della fase II ; C) part icolaredella US 539 vista da N.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    15/76

    15GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    Il piano pavimentale stato messo in luce solo nella parte S e in un piccolo saggio(D) nella parte N, dove si scelto di mantenere in posto un pavimento posteriore benconservato. Al di sopra del battuto sono state individuate quattro USS (702, 704, 705,706), deposte ai margini del pavimento e distinte per colore e consistenza, tutte riferi-

    bili al I livello di vita dellambiente; si distingue fra esse lUS 702, che per la presenza dipiccole pietre disposte a semicerchio e di una sottile lente di cenere (US 703) al di sottodi essa potrebbe essere in relazione con un focolare, posto nei pressi dellaccesso.

    La II fase (Fig. 3 B) segnata da una prima modifica dellarticolazione internadella B4. Viene realizzato un nuovo battuto (US 582=565=587), parzialmente distesosu un vespaio di ciottoli di piccole e medie dimensioni misti a frr. ceramici (US 598), e,a breve distanza dal muro S dellambiente, viene costruito un divisorio (US 539, Fig. 3C), perpendicolare ai lati lunghi dellambiente, mediante 7 grandi lastre litiche rinve-nute disposte 3 di taglio e 4 di piatto, che chiude uno spazio di ca. 0,90 per 2,50 m (ca.2 m2). Spazi similmente delimitati sono noti nelle capanne di epoca pre-protostorica esono generalmente interpretati o come magazzini9 o come aree soppalcate dalle svariate

    funzioni, quale ad es. quella di ospitare la zona notte10

    .La presenza di un soppalco potrebbe essere avvalorata dal fatto che il battuto inquesta zona non mostra ri facimenti nel passaggio dalla II alla II I fase, che sulla porzioneconservata dello stesso vi un foro di ca. 3 cm di diam., forse di alloggio ad un sostegnoallimpalcato e infine dalla scarsa presenza di ceramica.

    Presso lingresso, addossato al muro US 487, presente un nuovo focolare, sovrap-posto a quello precedente e perdurante nella fase successiva, individuato dallo strato diconcotto (US 560) allinterno della struttura US 563, al di sotto del quale vi era unalente cinerea, e dallo strato di dispersione di ceneri e carboni (US 547).

    Al di sopra del battuto US 565 sono stati riconosciuti due strati di vita, dei quali ilpi significativo lUS 564, che occupa la porzione centrale del battuto e si caratterizzaper la presenza sullinterfaccia di 11 tokens di diverse dimensioni, apparentemente sparsiin modo casuale11; dallUS 559, individuata a N e a E dellUS 564, provengono inveceuna lama in selce ed una macina.

    I frr. ceramici diagnostici dagli strati delle prime due fasi di vita della capanna nonsono molto numerosi, prova del fatto che la capanna stata occupata senza soluzione dicontinui t tra le due fasi e che la riorganizzazione dello spazio interno tra la I e la II fase frutto di ristrut turazioni ordinarie e non imposta da abbandono e/o da eventi distrut -tivi. Le poche forme riconoscibili comprendono olle ovoidali a pareti convergenti escodelle troncoconiche. Si segnalano anche 2 punteruoli in osso.

    Pi significativa appare la III fase della B4 (Fig. 4 A), sancita dal battuto US 548-558, sia perch interamente indagata, sia perch interessata da un incendio che ha cau-sato la cottura degli elementi interni in argilla e la rottura sul posto del vasellame, sigil-

    lato da un successivo livellamento con apporto di materiale.Anche questa fase ha inizio con un intervento di riorganizzazione dello spazio in-

    9 In questo caso il tramezzo avrebbe funzione di ripartizione dellambiente destinata ad ospitare vasi ealtri oggetti di uso quotidiano. Delimitazioni mediante lastre litiche o muretti in pietra di piccoli vaniinterpretati come magazzini sono note ad es. a Milazzo (T IGANO 2003, Fig. 1).

    10 In questaltro caso il tramezzo avrebbe funzione di sostegno di un impalcato ligneo che troverebbelaltro appoggio contro il muro perimetrale. Limpiego di divisori, realizzati per in argilla, presso il latoabsidato della capanna e interpretati come sostegni di soppalco sono attestati ad es. a Nola (ALBORE LIVADIEe VECCHIO 2005, p. 22).

    11 Concentrazioni di token sono comuni in altre capanne dellabitato di Mursia (M ARAZZI e TUSA2005a).

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    16/76

    16 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    FIG. 4 Mursia, settore B, capanna B4: A) pianta della fase III pre-incendio; B) pianta della fase IV;C) pianta della fase V.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    17/76

    17GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    FIG. 5 Mursia, settore B, capanna B4: A) pianta della fase VI ; B) pianta della fase VI I.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    18/76

    18 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    terno dellambiente: in particolare, al centro della capanna, subito a N dellingresso,viene costrui to perpendicolarmente ai lati lunghi un muretto divisorio (US 557), costi-tuito da due filari di pietre e lastre di medie dimensioni, disposte di piatto, per lallog-giamento delle quali lUS 559 viene parzialmente tagliata. Tale costruzione, che appare

    inglobata dalla successiva stesura del piano pavimentale individuato dallUS 548 a N diessa, e dallUS 558 a S, servir da zoccolo litico per un divisorio in argilla (US 542),rinvenuto crollato e con le superfici esterne concotte a seguito dell incendio, di cui vi traccia anche nella rubefazione dellUS 54812. Da rimarcare che il crollo dellUS 542appare molto pi l imitato verso E, nel punto corrispondente probabilmente allapertu-ra lasciata per consentire il passaggio tra il vano N e quello S, al quale laccesso dallin-gresso della capanna stato chiuso a seguito della costruzione del tramezzo stesso. Lin-gresso viene di conseguenza risistemato, con lestensione dellUS 548 in corrispondenzadello stipite N e la deposizione di una grande lastra con funzione di soglia in corrispon-denza dello stipite S e dellUS 557.

    A ridosso del lato N del divisorio US 542 sono stati rinvenuti numerosi frr. di vasi

    deposti sul battuto US 548. Sullo stesso battuto unaltra concentrazione ceramica stata individuata presso il lato E del muro perimetrale, al quale si addossa anche unaconcentrazione di piccole pietre di incerta funzione (US 555). Copriva lUS 548 lostrato US 521, riscontrato per esclusivamente lungo il perimetro murario, forse per-ch depostosi a seguito delle attivit svolte sul piano pavimentale, la cui parte centraledoveva essere mantenuta sgombra, oppure perch derivante dal collasso dellintonaco dimatrice limosa che rivestiva le pareti. Da esso provengono una scodella troncoconicaintegra (Fig. 6 n. 1) e 2 frr. di olle ovoidali.

    Nel vano S il piano pavimentale US 558 si caratterizza per la presenza di unamacina e di una grande tazza (Fig. 6 n. 4) deposta presso lUS 557. Un fr. di questatazza stava sul tetto dellUS 549, US riscontrata solo ai margini orientali dellUS 558,probabilmente formatasi a seguito delle attivit svolte sul battuto e dalla quale proven-gono 2 nuclei di ossidiana. Lo spostamento di questunico frammento potrebbe trovarespiegazione nellubicazione originaria delloggetto in posizione elevata rispetto al pianodove stato rinvenuto. Non chiara invece la funzione della struttura litica ubicata pio meno al centro del battuto, costituita da due lastre orizzontali sovrapposte. La stesuradellUS 558 si arresta sul lato W in corrispondenza dellUS 563 pertinente, come givisto, allinstallazione da fuoco della II fase di vita della capanna ed ancora funzionante.

    LUS 543, che copre il piano pavimentale US 558, si probabilmente depositatanel corso dellincendio, e rappresenta dunque il crollo delle parti interne in argilla par-zialmente concotte. Al suo interno si rinvengono numerose forme ceramiche intere osemi integre, pertinenti a vasi deposti non sul battuto ma in posizione rialzata, forse suscaffalature o appesi alle pareti, tra i quali 2 scodelle troncoconiche (Fig. 6 n. 2), 2

    boccali biconici (Fig. 6 nn. 6, 8), una tazza (Fig. 6 n. 5), un vaso miniaturistico.Sempre dalla stessa US proviene un recipiente tronco-ovoide biansato, con orlorientrante sul quale si impostano 4 bugne, la cui superficie esterna presenta irregolaripastiglie in argil la disposte fittamente dalla met inferiore del corpo al fondo, anchessointeramente ricoperto (Fig. 6 n. 3). Ricordiamo inolt re il rinvenimento di 4 tokens e di4 punteruoli in osso, che, unitamente ai 2 nuclei di ossidiana, alla macina e allistalla-zione da fuoco, tutti concentrati a S del tramezzo US 542, suggeriscono una bipartizio-

    12

    Tale rubefazione appare concentrata nella zona centro-orientale del pavimento, come se in questopunto si fosse sviluppata una fiammata pi intensa, forse per la presenza di elementi di mobilio in legno.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    19/76

    19GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    FIG. 6 Mursia, settore B: ceramica proveniente dalla fase III della capanna B4 (1:6 grand. nat.).

    ne funzionale della capanna, costituita da un piccolo vano S di ca. 2x2 m dedito ad

    attivit domestiche di tipo produttivo. Infine, allinterno della porzione S circoscrittadal divisorio US 539, stata individuata lUS 541, contenente frr. ceramici (tra cui sisegnalano 3 tokens) e abbondanti resti di concotto. Lincendio ha determinato anche laconservazione sulla parete W di un lacerto di intonaco (US 498) indurito dal calore.

    La fase III fu sigillata da uno strato di crollo/abbandono (US 532), costituito dalimo con abbondanti frr. di concotto anche grandi (uno dei quali recante traccia diincannucciato), frustoli carboniosi e rari frr. ceramici.

    La IV fase (Fig. 4 B) si configura come una prima sommaria risistemazione me-diante la stesura, direttamente sullUS 532, di un battuto, di cui si conservano lacertinella zona absidata e in quella centrale dellambiente (US 508); anche il vano S vieneristrutturato con un piano pavimentale, mal conservato (US 540), su cui si depositata

    lUS 533, che nonostante restituisca 2 vasetti miniaturistici, per la natura incoerentedella sua matrice sembra connotarsi pi come uno scarico che come uno strato di vita.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    20/76

    20 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    Al di sopra del lacerto N dellUS 508 viene successivamente realizzato un sottiledivisorio in concotto (US 516), dallandamento semicircolare, presto annesso al rifaci-mento del battuto (US 499), che ingloba un vaso. Lattivit allinterno dellambientedurante questa fase fu pi limitata che nei periodi precedenti, e forse interrotta da un

    periodo di abbandono della struttura cui segu un consistente crollo (US 495).Il successivo rifacimento completo dellinterno della B4 segna linizio della V fase

    (Fig. 4 C), contraddistinta dalla sistemazione del crollo mediante spostamento di alcu-ne pietre e livellamento della superficie con limo sciolto misto a concotto, fauna, mala-cofauna e scarsi frr. ceramici.

    Al di sopra della 495 si imposta il battuto US 496, conservato in lacerti sparsi, cheoblitera il divisorio US 539, determinando la riunificazione dellarea interna. Il livellodi vita su questultimo battuto, rappresentato dalle USS 492 e 493, si distingue daquelli precedenti per la minore presenza di ceramiche, tra cui si segnalano per la primavolta numerose tazze-attingitoio dal profilo carenato e dallansa insellata.

    LUS 492 parzialmente coperta lungo i margini presso labside dallUS 92, uno

    strato di limo argilloso presente anche fra le pietre del muro US 43 e interpretato comedisfacimento dellintonaco che rivestiva il paramento interno del muro.Chiude la V fase il parziale crollo (US 491) della parete SW del muro perimetrale

    (US 487), compresa fra lUS 752 e lo stipite S dellingresso, crollo che, circoscritto atale porzione limitata del muro perimetrale, potrebbe anche derivare da unazione in-tenzionale, mirante allestensione della capanna.

    In effetti la ristrut turazione della B4 nel corso della sua VI fase di vita (Fig. 5 A) necomporta lampliamento, poich la porzione di muro crollata non ricostruita e la zona risistemata mediante un livellamento (US 438=484 nella zona S e US 486 nella zonaN) sul quale viene disteso il battuto US 485, di cui un lacerto presente anche nellareaN dellambiente (US 490). Da queste USS provengono per la prima volta allinternodella B4 frr. di anse di tazze-attingitoio cosiddette ad orecchie equine (Fig. 7 nn. 1-3)della pi caratteristica produzione vascolare della facies RTV e frr. di vasi su piede (Fig.7 nn. 6-14), numerosi a partire da questa fase e che in generale, in tutto il settore B,sembrano essere esclusivi degli strati pi recenti.

    La stesura dellUS 485 viene dunque a coprire i filari conservatisi della parete crol-lata e il vecchio ingresso, appositamente obliterato con pietre di medie dimensioni (US561), e si estende verso W tra il muro US 798 a N, ed il muro US 799 a S, convergentie connessi mediante una lastra avente funzione di soglia (US 800), corrispondente alnuovo accesso della B4.

    Loriginaria presenza del battuto in tutto lambiente suggerita dallestensionedellUS 421, derivante dal disfacimento dellUS 485. Al di sopra del battuto vengonocostruiti al centro della struttura due tramezzi (US 406 e 407), perpendicolari ai lati

    lunghi della B4, che determinano la divisione dellambiente in due zone, cui si accededallapertura centrale per il passaggio delimitata dai tramezzi stessi, realizzati sovrappo-nendo a secco tre filari di pietre di dimensioni medio-grandi.

    Tale divisione potrebbe corrispondere ad una distinzione funzionale, come sem-brerebbero dimostrare le USS 423 e 431, individuate rispettivamente al di sopra deibattuti 485 e 490, le quali, pur avendo la stessa matrice limosa di colore marrone chia-ro, si differenziano per i materiali in esse contenuti, permettendo di ipotizzare lesisten-za di due aree di attivit. In particolare il vano N, interessato dalla deposizione dellUS431, doveva essere legato allo stoccaggio e/o lavorazione e consumazione del cibo, comeproverebbe labbondanza al suo interno di resti faunistici, malacofauna marina e semi,unitamente ai rinvenimenti ceramici, relativi ad un dolio alto ca. 70 cm e a vari frr. ditazze-attingitoio e a scodelle su piede troncoconico. Il vano fu oggetto di unulterioresuddivisione che chiuse la zona absidale con un filare di pietre di medie dimensioni (US

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    21/76

    21GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    404), delimitando cos unarea di 0,70 m2, forse un piccolo magazzino, caratterizzatadalla stesura sul piano di ciottoli di piccole dimensioni (US 405) (Fig. 5 A). A S deitramezzi invece venne impiantata, a ridosso dellangolo SE del vano, una struttura diincerta funzione, caratterizzata da piccole pietre disposte in circolo a delimitare una

    fossa poco profonda (US 422). Labbondanza di ceramica proveniente dallUS 431 tro-va spiegazione nellepisodio di crollo (USS 432 e 73) che la sigilla e che determin larepentina cessazione dellattivit nella zona N.

    Al crollo suddetto segue ancora una volta la risistemazione dellarea (fase VII),realizzata nel vano N mediante la deposizione delle US 408 e 418, al fine di livellare ilcrollo, e di un piccolo acciottolato costrui to disponendo con cura ciottoli selezionati dipiccole dimensioni (US 417). A questo punto lintero ambiente appare nuovamenteinteressato da unoccupazione apparentemente indifferenziata, come evidenziano le USS91 e 410, presenti in tutti i quadrati della B4 e caratterizzate da una matrice limosagrigio scura ricca di resti faunistici e frr. ceramici di tazze-attingitoio del tipo RTVmaturo, vasi su piede e olle.

    Questa sembra essere lultima fase di vita dellambiente B4, gi ampliato, comeevidenzia la relazione di appoggio dellUS 410 alla soglia US 800, ed il crollo, forseindotto, che viene ad interessare tutta la zona ampliata. La deposizione della successivaUS 90=99 coincide ormai con linglobamento dellambiente B4 nella pi ampia strut-tura B8.

    Nonostante lanalisi della produzione vascolare della facies di Mursia sia ancora incorso13, lo studio del materiale ceramico dellambiente B4 e alcune osservazioni propo-ste dal Tozzi sullargomento14 consentono di sviluppare alcune preliminari considera-zioni sullevoluzione della ceramica del sito.

    Relativamente ai recipienti semplici e fortemente funzionali, quali olle e scodelle,non si evidenziano sostanziali modificazioni morfologiche nel tempo. Fin dai primilivelli di vita dellambiente queste classi sono attestate nelle forme globulari o ovoidaliper le olle e troncoconiche per le scodelle e tali perdurano fino alle fasi finali. Relativa-mente alle scodelle per si pu osservare una diminuzione del loro numero in concomi-tanza con la comparsa, improvvisa ed abbondante, dei vasi su piede15 (Fig. 7 nn. 6-14),quale si registra dalla VI fase della B4. La recenziorit di questa classe vascolare riscon-trabile in tutto il settore B. Sembra dunque che a Mursia questa tipologia di vasellame,ben attestata in tutte le fasi del Bronzo Antico siciliano in ambito castellucciano, assu-ma una precisa valenza cronologica, divenendo elemento caratteristico e diagnostico diuna fase tarda della ceramica pantesca.

    Unaltra classe per la quale sembra possibile evidenziare una precisa corrisponden-za fra tipi e fasi di vita della B4 quella delle tazze, che sembrano evolvere morfologica-mente lungo una linea piuttosto evidente. Le tazze compaiono a partire dalla III fase

    dellambiente, ed hanno inizialmente profilo semplice o articolato (globulare per lopi) con orlo dritto o lievemente svasato, fondo piano e ansa a nastro o ad anello sem-pre sopraelevata impostata dallorlo al punto di max. espansione (Fig. 6 nn. 4-5). Allin-terno delle USS relative alla IV fase di vita della capanna le tazze si dotano gi di duenuovi elementi morfologici: lansa a nastro tende a insellarsi e compare il fondo ombe-

    13 Largomento parte del dottorato di ri cerca della scrivente presso lUniversit degli Studi di Udine.14 TOZZI 1968, pp. 332-367, 383-386.15 Con la classevasi su pi edeho scelto di indicare le forme comunemente note nella letteratura archeo-logica siciliana come fruttiereo con i termini coppa, scodella, bacino su piede.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    22/76

    22 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    licato (Fig. 6 nn. 9-10). Con la V fase di vita della B4 la vasca a subire un cambiamen-to con lintroduzione della carena, che verr da questo momento in avanti a caratteriz-zare la maggior parte della produzione, pur tuttavia senza mai soppiantare del tutto levasche a profilo semplice od articolato (Fig. 6 nn. 11-16). solo a partire dalla VI faseche troviamo le vere e proprie tazze tipo RTV, caratterizzate da anse sensibilmente so-

    praelevate e dotate di appendici cornute16(Fig. 7 nn. 1-3), o aventi la parte superiore informa di ascia (Fig. 7 nn. 4-5). Infine un altro elemento che sembrerebbe caratterizzarela produzione vascolare pi recente del sito quello della ceramica ornata, incisa per lopi, nota generalmente da frr. che nella B4 compaiono a partire dalla VI fase e cheancora una volta, in tutto il settore B si rinvengono solo nei livelli pi alti.

    A.V.

    16 Per questa tipologia di anse prevalsa nella letteratura archeologica siciliana la nomenclatura adorecchie equine . In questa sede proponiamo di recuperare la terminologia avanzata dal Tozzi di corna

    caprine, secondo un modello di ispirazione preferenziale, quello del mondo ovicaprino, diffuso presso lesociet a vocazione agro-pastorale del Mediterraneo protostorico.

    FIG. 7 Mursia, settore B: ceramiche provenienti dalle fasi IV-VI della capanna B4 (1-5, 1:3 grand.nat.; 6-16, 1:6 grand. nat.).

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    23/76

    23GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    Capanna B6(Fig. 8 A). Appartiene al primo impianto del settore B, ha perimetroovale, lungo 7 m e largo 3,30 per una superficie interna di 22 m2, incassato nel terrenoper una prof. conservata max. di 1,50 m. realizzata totalmente in pietre a secco epresenta il lato W contiguo a quello dellambiente B4, mentre il lato lungo E interrot-

    to da due ingressi.Si tratta dellambiente pi interessante dal punto di vista funzionale di questa fase,

    in quanto dotato di strutture particolari che ne evidenziano la vocazione produttivo-art igianale. Lindividuazione di queste strut ture ha determinato larresto dellattivit di

    FIG. 8 Mursia, settore B, capanna B6: A) pianta della fase I; B) part icolare delle strutture USS 439e 605; C) particolare delle strutture USS 608 e 610.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    24/76

    24 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    scavo al battuto ad esse relativo, senza possibilit di verificare se esso corrisponda omeno alla prima fase di occupazione dellambiente17.

    Del perimetro messo in luce, lunico aspetto originario certo la suddivisione in-terna in due aree absidate, mediante un muretto in pietre a secco (US 622), posto al

    centro dellambiente perpendicolarmente ai lati lunghi, che determina la presenza delledue aperture.

    In entrambe le aree presente, sul pavimento, una vasca poco profonda, di formaovale (ca. 1x1 m), marginata da un cordolo alto ca. cm 10 e rivestita di argilla battuta18.Al centro delle vasche, inglobato nel battuto, vi un vaso litico con imboccatura postaa quota inferiore rispetto alla sommit del cordolo. Nellarea S, oltre alla vasca principa-le (US 608) presente unaltra area (US 610) di dimensioni minori (0,50x0,65 m),rivestita di argilla e marginata da un cordolo simile. Nellarea N la vasca (US 439) collegata ad una struttura (US 605) quadrangolare addossata al muro US 622, realizza-ta con pietre su due filari e dotata di una apertura sul lato E ed di una apertura minoresul lato N che accede alla struttura US 439.

    Sempre nellarea N a ridosso del muro perimetrale US 44 sono state individuateuna piastra (US 425), realizzata in limo concotto steso su uno strato di piccoli ciottoli(US 619), ed unaltra concentrazione di pietre di medie dimensioni (US 453), interpre-tata come banchina.

    La conferma della destinazione produttivo-artigianale dellambiente B6 provieneanche dallanalisi dei numerosi reperti rinvenuti nelle US interpretate come fasi di vitarelative ai battuti pavimentali US 613 e US 618 e denominate US 606 nellambiente Se US 427 nellambiente N. Poggianti sul battuto US 613 sono state rinvenute 4 macine,mentre nello strato US 606 sono state rinvenute 6 lamette in selce ed un martello litico.LUS 427 invece ha restituito 4 punteruoli e 1 bracciale frammentario in avorio. Inolt reentrambe le US 606 e 427 hanno restituito parecchie ossa, in particolare scapole diovicaprini.

    In un momento successivo, la B6 ha perduto la sua destinazione legata alle struttu-re sopra descritte, obliterate dalla stesura di due nuovi battuti pavimentali, lUS 603,individuata a S del muro divisorio, e lUS 612, conservatosi in lacerti nellarea N. No-nostante tale risistemazione, lambiente non sembra essere stato frequentato intensa-mente e a lungo, come mostrano gli strati sopra ai battuti, costituiti principalmente dalcrollo US 415=601 dei muri perimetrali, determinando lobliterazione e labbandonodella capanna.

    A.V.-M.C.

    Capanna B8. Pur sovrapponendosi stratigraficamente alla capanna B4, neutilizza lo spazio e il muro E. Appartiene dal punto di vista strutturale e funzio-

    nale ad una trasformazione architettonica dellintera area, realizzata nelle fasipi recenti dellabitato (Mursia III). Lambiente delimitato da un muro a dop-pia cortina che chiude un grande spazio ovale (8x5 m pari a ca. 27,4 m2 cui va

    17 Un piccolo saggio effettuato allinterno della B6 lungo il lato meridionale del muro perimetrale US44 ha permesso di constatare che esso prosegue in profondit oltre il battuto pavimentale preservato.

    18 Strutture simili sono segnalate nel villaggio castellucciano di c.da Camuti, dove entro la cap. 4 sono

    state individuate 2 strutture rettangolari, di 1,80x1,10 e di 0,70x0,50 m con il bordo leggermente rialzato(VALENTI 1996, p. 602.).

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    25/76

    25GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    aggiunta larea della B4 per una superficie complessiva di 44 m2), con asse mag-giore orientato NE-SW e piano interno allo stesso livello dellesterno.

    Lambiente sembra destinato ad attivit artigianali, come farebbe supporre

    una grande struttura in argilla cotta, probabilmente una fornace per ceramica,ubicata a ridosso del lato W del muro perimetrale, in prossimit della parteabsidale.

    La struttura (US 465), di cui si conservano le pareti cotte della parte basalespesse ca. 8-10 cm, ha forma ovale (2,15x1,60 m) ed fiancheggiata sul lato NEda una fossa di forma subrettangolare allungata orientata NE/SW (US 482), di2x1 m, separata dalla struttura in argilla da un muretto in pietre a secco (US467). La presenza della struttura con parete cotta e della fossa ha provvisoria-mente favorito linterpretazione di tali evidenze come fornace a ventilazioneorizzontale con la fossa di combustione esterna e il muretto in pietra che segna-va limboccatura della camera di cottura chiusa da una volta in argilla. Lipotesi

    appare rafforzata dal rinvenimento sul lato SW allinterno della presunta came-ra di cottura di uno scodellone in ceramica con orlo appoggiato sul fondo dellastruttura e con tracce di sovracottura, testimoniata da crepe nelle pareti e dalfondo lacunoso, rotto in modo irregolare con superfici screpolate, forse unoscarto di cottura rimasto dopo lultimo utilizzo della fornace. Sempre allinter-no della struttura sono stati rinvenuti elementi in concotto modellati in formadi listelli rettangolari (US 466), riconducibili per limpronta a piccole assicellelignee.

    Il livello di vita pi consistente dellambiente B8 caratterizzato dalla sedi-mentazione dellUS 60, uno strato di limo argilloso compatto inframmezzato a bloc-chi o sottili livelli di limo rosso, sul quale viene impiantata la probabile fornace,mentre nei pressi del l imite E dellambiente viene realizzata una cista litica di com-bustione. Le caratteristiche dellUS 60, simili a quelle degli strati relativi alla fasefinale degli ambienti B5 e B7, entrambe incendiate, unitamente allo stato di con-servazione delle strutture impiantate su di esso, permettono di ipotizzare che lareafu interessata da un evento simile che ne determin la distruzione e labbandono19.Lultima fase di vita riconoscibile allinterno della B8 rappresentata dallUS 3620che va ad obl i terare tutte le costruzioni summenzionate, e che si presenta compatta,di colore rosso-arancio e contenente concotti, abbondante ceramica di piccole di-mensioni e fauna. Tutta larea S coperta infine dalla US 12, che in quanto postasotto lo strato arativo costituisce lo strato di abbandono ed caratterizzata da unaforte pedogenizzazione.

    A.V.-M.C.

    19 Attualmente tutta la fase finale di occupazione del terrazzo, rappresentata dagli ambienti B5, B7 eB8, sembra interessata da un incendio, ma mancano ancora dati certi sulla contemporaneit di tali strutturee di tali eventi distruttivi, che dovevano essere tuttaltro che infrequenti, come dimostrano lincendio dellaB4 e i diversi episodi registrati anche nel settore D allinterno di strutture appartenenti a fasi diverse.

    20 Questa US potrebbe essere originata da processi di pedogenizzazione dellUS 60, con brevi episodi

    di frequentazione antropica. Lanalisi statistica delle dimensioni dei repert i indica un elevato grado di fram-mentazione.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    26/76

    26 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    Capanna B5Nella sequenza insediativa del villaggio di Mursia lambiente B5 ricopre un parti-

    colare interesse per la presenza di particolari caratteristiche strutturali e per la dinamicadi occupazione e di abbandono delle ultime fasi dellabitato. La capanna stata distrut-

    ta da un incendio che ha causato la combustione del pavimento e presumibilmentedelle parti lignee (arredo e forse copertura), provocando il disfacimento degli intonacidelle pareti e il successivo crollo dei muri in pietra a secco caduti su alcuni recipienti inceramica posti a terra o possibilmente anche a varie altezze su ripiani lungo i muri.

    Appartenente alla fase B III, che corrisponde al momento di trasformazione del-larea nel settore B da un utilizzo residenziale a quello connotato da strutture produtti-ve, la struttura precede la fase B IIIc che comprende le ultime attivit prima del comple-to abbandono dellarea21, tra cui la US 52, una bonifica artificiale di piccole pietre perlivellare la superficie e togliere le asperit dovute al crollo dei muri.

    Lambiente ha pianta rettangolare e si discosta da tutte le altre strutture residen-ziali individuate nel settore B che hanno invece pianta ovale, allungata o ellittica

    allargata. Anche nelle dimensioni ri sulta essere molto pi piccolo degli altri ambienti,misurando 4,60x2,40 m con una superficie interna di ca. 12 m2 pari a ca. 2/3 degliambienti B1, B2 e B4 (Fig. 8 B). Se confrontato al coevo ambiente B8 appare ancorapi evidente la differenza dimensionale. La struttura non seminterrata, ma ha ilpavimento in quota con il piano esterno. Linterno caratterizzato da due banchine ailati dellangolo W, da due piastre di cottura in argilla, da un contenitore a piantacircolare costruito con pietre poste in verticale e da un vaso litico interrato con im-boccatura sul pavimento.

    La costruzione della strada perimetrale degli anni 30 e presumibilmente lerosionea seguito dello scavo Tozzi del 1966 hanno parzialmente distrutto le pareti impedendo-ci di avere oggi il perimetro completo, riconoscibile sulla base dei limiti del pavimento,quasi tutto conservato e per le caratteristiche deposizionali delle unit stratigraficheallinterno dellambiente che, interessate da una forte combustione sono facilmente iden-tificabili. Non invece possibile localizzare lingresso, ma probabile che fosse colloca-to nel lato N.

    Lambiente B5 costruito al di sopra degli strati di abbandono di strutture prece-denti, in parte rispettandone il perimetro e adattandosi in modo tangente alle capanneB3 e B422, in parte coprendo quasi completamente le murature precedenti (US 77,capanna B11). Il muro S inoltre va ad appoggiarsi parzialmente al muro di grandi di-mensioni della capanna B8 (US 58 e 78).

    Lambiente costruito con muri a doppio filare di pietre di medie e piccole dimen-sioni con una banchina interna nel lato W (US 503) e nel lato S (US 501). Il muro S(US 51) costruito con pietre di piccole dimensioni, prevalentemente squadrate, alli-

    neate in filare doppio verso langolo SW e in filare singolo a partire dal centro. Il muroSW (US 68) e ci che rimane del muro N (US 72) sono formati da una doppia fila dipiccole pietre ed hanno una largh. media di cm 55.

    Il pavimento US 504, costruito al di sopra di uno strato di preparazione (US 505)

    21 La fine dellabitato rimane controversa per la forte attivit agricola che ha interessato la parte pialta del deposito stratigrafico con lo spietramento dei terreni e con arature a trazione animale. Alle attivitagricole si deve aggiungere la trasformazione pedogenetica delle unit stratigrafiche superiori.

    22 La posizione dei muri di B5, tangenti rispetto alle capanne B3 e B4, indica che al momento della suacostruzione entrambi gli edifici erano ancora in vita. Come gi stato precedentemente descritto la B4 era

    ormai trasformata in B8, mentre nulla si pu sapere delle fasi pi tarde della capanna B3 fortemente mano-messa dai lavori moderni.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    27/76

    27GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    costituito da piccoli ciottoli disposti irregolarmente e a densit scarsa e disomogenea, realizzato mediante un livello di limo dello spess. di cm 3-5, parzialmente battuto eindurito dal fuoco. Immediatamente sovrapposte al pavimento US 504 sono due pia-stre di cottura di forma circolare o ellittica US 57 del diam. di 95 cm e US 84 del diam.

    presunto di 75 cm, addossate rispettivamente al muro S (US 51) e allangolo NW (US72 e 68). Le piastre sono costituite da un rilievo di ca. 10 cm sul piano del pavimento,ottenuto con la posa di piccoli ciottoli, rivestito di uno strato di limo indurito con ilfuoco con superficie lisciata e bordi ben rifiniti. La US 57 ben conservata e reca solofratture interne nella superficie, mentre la US 84 stata parzialmente distrutta dal ta-glio provocato dalla costruzione della strada perimetrale e in parte dal crollo dei muriavvenuto con lincendio dellambiente B5.

    Al di sopra del pavimento posto uno strato di limo sciolto, arrossato dalfuoco con abbondante presenza di carbone (US 98). Inframmezzati al limo sonodiversi fr r. ceramici, prevalentemente di piccole dimensioni e non r icostruibili nel-la forma. Lo strato stato interpretato come accumulo di prodotti di combustione,

    dovuti in parte allutilizzo delle piastre, ma prevalentemente allincendio dellam-biente. I carboni erano pi concentrati attorno alla piastra (US 57) e nella met W.Numerosi sono i frr. di carbone di grandi dimensioni tra cui si riconoscono piccolitronchetti con diametro di alcuni cm. Nella parte W alcuni carboni erano allineatifacendo ipotizzare la presenza di piccole travi i n legno cadute con l incendio. Nellaparte E lo strato ri dotto ad un velo di limo in gran parte inframmezzato a parti delpavimento non combuste.

    A coprire la US 98 uno strato di limo arrossato (US 22 e 54) di spess. variabile trai 10 e i 30 cm, con inframmezzate numerose pietre, in genere di piccole dimensioni, emolti reperti in ceramica, pietra e osso.

    Sopra la US 83 sono poste le US 52 e US 53, di cui la prima costituita da unostrato di piccole pietre, ammassate particolarmente nel centro dellambiente, interpre-tato come parziale sistemazione dellarea coeva allabbandono dellambiente B8. En-trambe le US sono in fase con la US 36, posta a S dellambiente B5.

    La presenza di muri a larghezza limitata impone alcune riflessioni sulla staticitdelle pareti e sul tipo di copertura utilizzata. La struttura non era probabilmente semin-terrata e i muri pertanto non dovevano appoggiare a sostruzioni di terra. I muri USS 68e 72 sono formati da una doppia fila di piccole pietre ed hanno una largh. media di 55cm: il muro US 51 invece sembra essere formato da una sola fila di piccole pietre ed largo 30 cm e non pu sostenersi per una forte altezza, n tantomeno sostenere unacopertura in pietra o con grandi travi lignei. Nellipotesi alternativa sugli alzati si puimmaginare un muretto in graticcio o con ampio utilizzo di argilla per evitare le proba-bili combustioni delle parti lignee.

    In parte inframmezzate e nella maggior parte poste al di sopra delle US 22 e 54sono state rinvenute le pietre del crollo US 83. La distribuzione delle pietre caotica,pur rimanendo allinterno dellambiente. Le pietre sono di medie e grandi dimensio-ni, di forma irregolare, ma simili a quelle utilizzate per le murature. probabile che imuri siano crollati allinterno dellambiente, seppellendo lo strato di disfacimentodegli intonaci anche dopo un certo periodo di tempo, come suggerisce lo spessoredella US 22.

    La particolare conservazione del contesto stratigrafico e la descrizione dei repertirinvenuti sotto il crollo e negli strati di vita ci permettono di ricostrui re dettagliatamen-te la destinazione e lattribuzione cronologica dellambiente B5. Nellambiente al mo-mento del crollo erano presenti 3 scodelloni, 6 olle, 2 tazze, una ciotola, una scodella e3 vasi miniaturistici. Fra gli altri reperti si segnalano 2 alari, 2 token, 2 perle in pastavitrea e un fr. di punta di lesina in bronzo.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    28/76

    28 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    Al di sopra o in prossimit della piastra centrale US 57 erano collocati 2 alari interracotta. Il primo (Fig. 10 n. 1), integro, di forma ginecomorfa con presa insellata epianta ovale con due ali arrotondate nella parte opposta alla presa. cavo nella partedella presa e parzialmente in prossimit delle ali. Il secondo simile, ma frammenta-

    rio, assai danneggiato e lacunoso (Fig. 10 n. 2). Gli alari sono stati rinvenuti a Mursiasempre associati alle piastre di argilla, diffuse solo nella fase pi tarda dellabitato. Larealizzazione in terracotta ne ha causato una cattiva conservazione, spesso l imitata a frr.di masserelle di argilla.

    Sempre sulla piastra, nella US 54 era posto inoltre in posizione rovesciata unoscodellone biansato di forma troncoconica con labbro ingrossato allinterno (Fig. 10 n.3). Altri due scodelloni simili sono stati rinvenuti nella US 22 al centro dellambiente,in prossimit del muro N, frantumati in numerosi pezzi. Il primo (Fig. 10 n. 4) ha unadistribuzione aperta a ventaglio con frr. isolati posti vicino alla piastra US 57 ad unadistanza di oltre 1 m dalla concentrazione maggiore. Il secondo pi circoscritto eaffiancato al precedente (Fig. 10 n. 5).

    Anche lolla (Fig. 9 n. 1) ha una distribuzione aperta con frr. isolati posti ad unadistanza di ca. 1 m dalla concentrazione maggiore, suggerendo o la possibilit di unacaduta da posizione elevata (un ripiano ligneo) o al contrario della caduta sui vasi ap-poggiati a terra di elementi pesanti (travi o pietre del muro). Altri vasi con frr. posizio-nati secondo una concentrazione ben delimitata sono invece da ritenere in posizioneprimaria, appoggiati direttamente sul pavimento (olla quadriansata, Fig. 9 n. 2; ollabiansata, Fig. 9 n. 3; ciotola con due maniglie orizzontali, Fig. 10 n. 8; tazza, Fig. 10 n.10; tazza con ansa ad anello verticale; vasetto miniaturistico a forma di scodella) o inparte interrati nel pavimento come nel caso dellolla posta accanto alla piastra W (Fig. 9n. 4). Alcuni vasi mostrano evidenti segni di deformazione causata dal fuoco. Sul pavi-mento erano altri oggetti in pietra, tra cui un vaso litico, completamente interrato conlimboccatura a livello del pavimento, e tre macine di cui due a fianco del muro US 51ed una ad E della piastra US 57.

    Tra i reperti della US 54 sono 2 tazze miniaturistiche, poste in prossimit del muroUS 51 (Fig. 10 nn. 9, 11). Dalla US 98 proviene una perla in pasta vitrea di colorebianco, mentre dalla US 41, posta allinterno della struttura circolare in pietra nellan-golo SE dellambiente, proviene una perla in pasta vitrea colorata con cobalto e animain lamina doro (Fig. 10 n. 12) di produzione orientale (M ARAZZI e TUSA 2005a). DallaUS 22 proviene infine una perlina in terracotta (Fig. 10 n. 13) e un token.

    Lambiente B5 si caratterizza pertanto come edificio destinato alla preparazio-ne dei cibi attestata dalle macine e dal vaso litico, utilizzato presumibilmente comemortaio. Pi direttamente legati alla cottura dei cibi sono sia gli scodelloni e le olle,ma soprattutto le due piastre e gli alari. Particolari ed in collocazione anomala sono

    gli oggetti di pregio costituiti dalle due perle in pasta vitrea e i vasi miniaturistici.Si deve rilevare comunque la quasi completa assenza dei recipient i destinati al con-sumo, come grandi tazze o scodelle. I pochi esemplari di queste classi sono di picco-le dimensioni e potrebbero aver avuto una funzione di contenitore di particolarisostanze. Dal punto di vista cronologico, le forme dellambiente B5 si riferiscono atipologie non attestate nelle fasi pi antiche del villaggio, invece frequenti nellestrutture della fase III.

    M.C.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    29/76

    29GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    FIG. 9 Mursia, settore B: A) capanna B5, pianta; B) capanna B5, ceramica proveniente dalla US 22

    (1:6 grand. nat.).

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    30/76

    30 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    AREA NORD

    Comprese in questarea sono numerose strutture murarie, parte di ambienti anco-ra da determinare, in cui le uniche due strutture definite sono la capanna B10 e la B7,pi recente, costruita sfruttando parte del muro perimetrale della prima.

    La capanna B10 (Fig. 11) si inserisce nella fase Mursia III del villaggio che vede la

    costruzione di grandi strutture di forma ellissoidale, forse aperte sul lato non absidato ocon chiusura rettilinea, come indicherebbe la capanna B8 precedentemente descritta.

    FIG. 10 Mursia, settore B, capanna B5: repert i provenienti dalle US 22, 41, 54 e 98 (1:6 grand. nat.).

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    31/76

    31GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    FIG. 11 Mursia, settore B, capanne B10 e B7: pianta.

    La capanna B10 ha lasse maggiore, orientato in senso NS, lungo almeno 8 m, mentrelasse minore ne misura 6. Il perimetro identificabile su tre lati (USS 573 e 710), conmuri costruiti con grandi pietre sbozzate. Nella parte SE non conservato alcun muroidentificabile come chiusura, impedendo di riconoscere la planimetria completa e di

    collocare con esattezza la porta di accesso.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    32/76

    32 V. ARDESIA - M. CATTANI - M . MARAZZI - F. NI COLETTI - M . SECONDO - S. TUSA

    Inoltre lampia campata e lassenza di buche di palo non ci aiutano nella definizio-ne della copertura di tale struttura, senza escluderne leventuale assenza. Tuttavia, lam-biente presentava nella parte S tre muretti interni divisori (US 443, 473, 494) e nellaparte N un grande masso di pietra sporgente (US 472), che potrebbero aver servito da

    base di appoggio per le travi del tetto.Contemporanee alla costruzione dei muri perimetrali sono da considerare le

    scarse testimonianze dello strato pavimentale, documentato da un lacerto di battu-to (US 538), di ca. 40x30 cm, conservato nella zona centrale, posto allo stesso livel-lo dellarea esterna. Addossata al muretto US 443 una piastra in argilla (US 518).Al di sopra della piastra sono stati ri nvenut i frr. di alari e ceramica, mentre adiacen-te ad essa stata riconosciuta una lente di cenere (US 519). Proviene dallarea delmuro US 473 un bracciale frammentario in avorio decorato con incisioni ad occhiodi dado.

    La capanna B7 (Fig. 11) si discosta dalle altre strutture finora individuate per lasua forma pressoch circolare, con assi di ca. 4,5x5,1 m. Posta immediatamente sotto lo

    strato arativo, la capanna ha subito notevoli danni a causa dei lavori agricoli che hannolasciato ben poco del suo elevato, ridotto a due e talvolta ad una sola fila di pietre,sufficiente comunque a definirne la planimetria.

    La capanna, che non sembra essere stata seminterrata, era delimitata a S dal muroUS 468, costruito in pietre a secco, di cui rimane il primo filare e solo in alcuni trattianche il secondo, e a N dal muro US 801 di dimensioni maggiori, pertinente alla piantica capanna B10. Il resto del perimetro caratterizzato, nella parte E, dallo sfrutta-mento di un grande masso naturale affiorante (US 472) e da una fi la di pietre di minoridimensioni al cui interno inseri to un vaso litico, presumibilmente di reimpiego; lungoil lato W invece si trova un agglomerato di piccole pietre (US 537) a formare una soglianellunico punto di possibile entrata alla capanna. Appoggiata alla parete N verso lin-terno una grande piastra di argilla cotta con superficie lisciata ben conservata (US483).

    La stratigrafia allinterno della B7 contraddistinta da una sequenza che com-prende la realizzazione architettonica ed ununica fase di vita, interrotta da un incen-dio e dal crollo delle strutture murarie, su cui si depositato il successivo strato cor-rispondente allabbandono della struttura (US 534). Oltre alla messa in opera deimuri sopra descritti, non ci sono evidenze omogenee relative alla preparazione delpavimento, indicato solo da due lacerti di strati lenticolari (US 713 e 569) a matricelimo-sabbiosa molto compatta con scheletro formato da breccia di piccole dimensio-ni (2-3 cm). I l resto della pavimentazione probabilmente era costituito dal tetto delleunit stratigrafiche sottostanti (US 570 e US 510), deposte prima della costruzionedel muro US 468, che mostrano solo una superficie indurita cui stata assegnata la

    US 782 come interfaccia.Gran parte della capanna occupata da uno spesso strato combusto (US 515),contraddistinto da terra grigia-nera, dalla presenza di diversi resti di legno carbonizza-to, di abbondanti resti faunistici e da una quantit notevole di ceramica, con vasi inposto, ridotti in frantumi dallincendio e dal crollo dei muri.

    Gli strati superiori corrispondono alle fasi di crollo delle strut ture della capanna ecomprendono in ordine stratigrafico dal basso lUS 534 e lUS 469.

    Verso S, allesterno e appoggiato al muro perimetrale della capanna B7, si innestaun muro rettilineo in pietre a secco (US 473) con direzione NS. Insieme ad altri lacertimurari esso sembra delineare un complesso architettonico formato da pi ambienti diforma rettangolare diffusi tra la fine del Bronzo Antico e il Bronzo Medio in numerosiabitati siciliani.

    M.S.

  • 7/27/2019 Fabrizio Nicoletti et Alii, Gli scavi nell'abitato dell'et del Bronzo di Mursia, Pantelleria (TP). Relazione preliminare d

    33/76

    33GLI SCAVI NELLABITATO DELLET DEL BRONZO DI MURSIA, PANTELLERIA (TP)

    LABITATOSULPROMONTORIO: ILSETTORE D

    La ripresa degli scavi sul promontorio mirava ad investigare linsediamento

    sovrastante la costa, nellampio pianoro ovale, ca. la met dellintero abitato,orientato in senso EW, isolato su tutti i lati da pareti a strapiombo (Fig. 1). Ilpianoro che sormonta il promontorio, accessibile dal lato E, attualmente divi-so in due ampie terrazze pianeggianti, di cui linferiore, a S, quella indicatanegli scavi degli anni 60 come settore A, mentre abbiamo indicato la terrazzasuperiore, dove si sono concentrati i nostri lavori, come settore D.

    Il pianoro a mare ha subito nel tempo profonde modifiche. Tra le pi im-portanti ricordiamo lo spianamento ottocentesco di un dosso indicato in unacarta militare del 1870, limpianto di un sistema di fortificazioni militari colle-gate da una trincea che attraversa per intero il settore D e la divisione dellareanelle due attuali terrazze con la costruzione di un muro. Questultima, databileagli anni 50, ha comportato la perdita o la mutilazione di numerosi edificipreistorici.

    Gli scavi nel settore D, condotti con sei campagne tra il 2001 e il 2005,hanno indagato una superficie di 875 m2, pari ad oltre la met della terrazza.Larea sottoposta a scavo ha rivelato la presenza di abitazioni disposte senza alcu-na regola apparente che non sia quella di occupare fittamente lo spazio disponi-bile (Fig. 12). tu