Per una Chiesa dalle porte aperte. Chiesa in uscita! · dunque, all’insegna della cultura...

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Sacro Cuore ai Gerolomini La comunità del Festa del Sacro Cuore. Una comunità viva in scena! Di Alberto Casertano. Pagine 4 e 5 > Editoriale. Emergenza immigrazione: la crisi dell’umanità Di Martina Brusco. Pagina 3 > Programma di Pastorale Giovanile 2015/2016 “Beati i misericordiosi” Per una Chiesa dalle porte aperte. Chiesa in uscita! Di Don Mario Russo Verso Cracovia Distribuzione gratuita. Ottobre 2015 Caro Don Alessandro. E sono tre: auguri al nostro Don Ale! Di Alberto Casertao Pagina 2 >

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Sacro Cuore ai GerolominiLa comunità del

Festa del Sacro Cuore.Una comunità viva in scena!

Di Alberto Casertano.Pagine 4 e 5 >

Editoriale.Emergenza immigrazione: la crisi dell’umanità

Di Martina Brusco. Pagina 3 >

Programma di Pastorale Giovanile 2015/2016

“Beati i misericordiosi”

Per una Chiesa dalle porte aperte. Chiesa in uscita!

Di Don Mario Russo

Verso Cracovia

Distribuzione gratuita. Ottobre 2015

Caro Don Alessandro.E sono tre: auguri al nostro Don Ale!

Di Alberto CasertaoPagina 2 >

Sacro Cuore ai Gerolomini Sacro Cuore ai Gerolomini2 3

esù Cristo è il volto della miseriCordia del Padre». Con

queste parole si apre la Bolla di indizione del Giubileo straordinario della misericordia. Il documento che traccia le linee e le indicazioni per l’Anno Santo, il cui inizio è fissato l’8 dicembre nel 50° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, porta la firma di Francesco e già nel titolo «Misericordiae vultus» – che ricalca le prime parole del testo – include un’icona proposta alla vita del cristiano, invitato a contemplare e imitare quel Volto sul quale durante il Giubileo il Papa chiede di «tenere fisso lo sguardo». E così il discorso della e sulla misericordia di Bergoglio è entrato, e continua a entrare, più ancora di quanto non lo fosse prima, nella trama delle nostre giornate. Anno rivolto a tutti… anno per tutti. Ed è così che troviamo nella bolla il pentimento dei mafiosi e dei corrotti, l’attenzione sempre dovuta ai poveri, l’imprescindibile collegamento tra misericordia e compassione, la “riscoperta” delle opere di misericordia spirituali e corporali, il costante invito al dialogo. Quasi all’inizio della Bolla, papa Francesco al numero 3, scrive che: «ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno

efficace dell’agire del Padre». È l’esortazione a quella quotidianità, all’esercizio di quella che potremmo chiamare “la misericordia della porta accanto” senza la quale niente, del discorso di Francesco, si regge. Perché, al di là di tutte le cose dette e delle belle, e magari anche giuste, parole spese sul Giubileo, se come cristiani non vogliamo barare di fronte alla provocazione del Papa, è indispensabile che la misericordia di cui oggi ci viene offerta un’occasione irripetibile di riscoperta diventi lo stile di ogni giorno. In famiglia, nel condominio in cui si vive, nel traffico, al lavoro, nel correre e scorrere della vita. Nessuna società potrà rigenerarsi nel segno della misericordia se i credenti non sapranno contagiare di essa, ma sul serio, il loro piccolo mondo. «Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre», ha scritto Francesco nella prima riga della Bolla. Oggi, ci dice Francesco, il volto della misericordia dev’essere il nostro, quello di ciascuno di noi. Quella faccia che vediamo ogni giorno allo specchio, e nella quale chi ci incontra deve poter riconoscere la forza rivoluzionaria dell’amore di Dio, che cambia tutte le cose. La Bolla per l’indizione dell’Anno giubilare Misericordiae vultus, non sigla solo un tratto personale, un pontificato e un percorso ecclesiale, ma spalanca l’orizzonte su un

nuovo paradigma, sulla necessità universale di una civiltà fondata sulla cultura della misericordia. Perché «gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà di Dio», perché «a tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia». Una strada, dunque, all’insegna della cultura dell’incontro, per una «Sposa di Cristo che preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore». Un anno in cui riscoprire le opere di misericordia corporale e spirituale, alle quali nella Bolla si fa ampio e diretto riferimento citando san Giovanni della Croce: «Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore» (le vogliamo ricordare: Dar da mangiare agli affamati, Dar da bere agli assetati; Vestire gli ignudi; Alloggiare i pellegrini; Visitare gli infermi; Visitare i carcerati; Seppellire i morti. Queste sono le corporali mentre le spirituali: Consigliare i dubbiosi; Insegnare agli ignoranti; Ammonire i peccatori; Consolare gli afflitti; Perdonare le offese; Sopportare pazientemente le persone moleste; Pregare Dio per i vivi e per i morti). Il discorso sulla misericordia di Dio non è perciò un parlare retorico: mette in moto le mani e i cuori. Misericordia significa avere cuore per i poveri, gli emarginati, i sofferenti. Così come anche il richiamo

Per una Chiesa dalle porte aperte. Chiesa in uscita!

13/09/15 Un augurio di cuore al nostro amico “don” Caro Alessandro...quasi facciamo fatica ancora oggi, al terzo anniversario di sacerdozio, a pronunciare quel Don…una fatica che avrai provato anche tu nel riconoscere una tale chiamata. Ma la tua risposta coraggiosa ti ha reso una gioia che probabilmente non si può esprimere a parole, ma che ti leggiamo dagli occhi amico mio, amico nostro…quegli stessi occhi lucidi di tre anni fa mentre con voce tremante pronunciavi il tuo “si..con l’aiuto di Dio lo voglio” incrociano oggi quelli della comunità il cui cuore ha palpitato all’unisono col tuo, accompagnandoti sin dai primi passi della tua vocazione. Oggi ti rinnoviamo il nostro tenero e commosso augurio..Si ..tenero e commosso.. come ti viene spontaneo di fronte al ricordo di un evento straordinario…la tua chiamata, come quella del nostro caro Mariano è un segnale troppo forte per essere ignorato, di

quanto la nostra comunità nel gruppo giovani, sia stata toccata dal Cuore a cui è consacrata. E per questo ti ringraziamo. E ringraziamo con te il Signore non solo per ciò che ha operato in te..ma anche e soprattutto per le meraviglie che ancora opererà attraverso il tuo ministero…soprattutto in tanti giovani che non hanno il coraggio di cercare la vera felicità.. con la tua testimonianza fresca insegna che la vocazione all’amore può e deve essere per sempre…e che solo dalla risposta all’amore di Dio viene questa tanto desiderata felicità. Ci auguriamo di ritrovarti sull’altare ognuno di noi, tuoi amici di sempre al momento del nostro si…e che il matrimonio di Bianca e Mimmo da te presieduto sia solo l’inaugurazione di una lunga serie. Sta’ tranquillo che seppure gli anni passano noi siamo e sempre rimarremo il tuo gruppo giovani che continua ad accompagnarti con la preghiera. Ti vogliamo bene Don! Auguri Alessà.

E sono tre: auguri al nostro Don Ale!

“Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma. Misericordia è il secondo nome dell’Amore”. Forte e diretto l’appello di Papa Francesco all’accoglienza dei migranti, un’accoglienza che non sia sinonimo unicamente di compassione e parole di conforto, ma di fatti, di opere. “La speranza cristiana è combattiva” ribadisce il Pontefice. La vera speranza cristiana non può accettare l’intolleranza di chi s’indigna nel vedere le proprie città “invase” da migranti, di chi nasconde la propria aridità ed il proprio egoismo servendosi di squallidi stereotipi che propinano differenze culturali insormontabili, che profetizzano la crescente disoccupazione degli italiani e l’aumento della criminalità all’arrivo dei profughi. Alla crisi economica se ne aggiunge un’altra, ancora più grave, ovvero la crisi dell’umanità. Lo testimoniano numerosi episodi spiacevoli, come le proteste dei mesi scorsi da parte di alcuni abitanti di Licola e Varcaturo all’arrivo di immigrati ospitati in quelle zone o le condizioni disagiate in cui i profughi sono spesso tenuti all’interno delle strutture di accoglienza. Ancora più sconcertanti i casi in cui è proprio chi dovrebbe spronare alla misericordia e alla condivisione a restare invece trincerato dietro un muro di egoismo: “Piuttosto che ospitare i migranti brucio la canonica”, afferma un parroco di Onzo. Fortunatamente però, la solidarietà non è del tutto sconosciuta alla società: un esempio di carità che ha coinvolto direttamente la nostra comunità parrocchiale è quello dell’accoglienza di giovani immigrati al centro diocesano Regina Pacis di Quarto - generalmente destinato ad attività rivolte a ragazzi a rischio, i quali vivono in condizioni economiche e psicologiche alquanto precarie. I ragazzi hanno ricevuto ingenti quantità di cibo, indumenti, medicinali inviati dalle parrocchie dei dintorni, tra cui la nostra comunità. “Difendo il crocifisso attaccato alla parete e poi quando arriva quello di carne lo mando dove è meglio non dire?!”. Don Gennaro Pagano - direttore del centro diocesano Regina Pacis - focalizza l’attenzione ancora una volta su di un cristianesimo fatto di opere e non meramente di parole e formalità. “Io non vedo ragazzi italiani e ragazzi stranieri, vedo solo persone, e queste vanno aiutate”. Che lo si faccia in nome di Dio, di Allah, di Buddha o per un laico spirito filantropico, le persone bisognose vanno indiscutibilmente aiutate in quanto esseri umani. Solo abbattendo le barriere dell’odio e della noncuranza, solo capendo che, al di là di qualsiasi tipo di differenza, c’è qualcosa di più importante che ci unisce potremo fare strada ad un nuovo mondo di fratellanza e d’amore.

Emergenza immigrazione: la crisi dell’umanità

continuo al perdono, e al perdono reciproco: «perdonatevi a vicenda» ha conseguenze non secondarie. L’amore dei nemici è forse la richiesta umana più difficile avanzata da Gesù, e tuttavia è nello stesso tempo uno dei comandamenti cristiani più centrali. Con un gesto di riconciliazione si possono porre le basi di un nuovo inizio possibile, un futuro comune, una collaborazione in favore della giustizia e della pace.

2. il volto e la PortaL’immagine del volto – «abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia», che «è fonte di gioia, di serenità e di pace», scrive il Papa – si affianca a quella della porta, che fisicamente i credenti saranno invitati a varcare sia a Roma con la Porta Santa in San Pietro, in Laterano e nelle altre basiliche papali, sia «in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato», o ancora «nei santuari». Una Porta della misericordia, «dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza». Papa Francesco ha chiesto di aprire una porta affinché nessuno sia escluso dall’entrarvi. Una porta non simbolica ma reale attraverso la quale possano passare gli uomini di questo tempo ferito, corrotto e violento. Di conseguenza «dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre». Come si fa? «Nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi

di misericordia».Quello che conta, nel cuore del Papa, è che «la parola del perdono possa giungere a tutti e la chiamata a sperimentare la misericordia non lasci nessuno indifferente». L’invito alla conversione che nasce dal Giubileo dunque non esclude nessuno, anzi, «si rivolge con ancora più insistenza verso quelle persone che si trovano lontane da Dio per la loro condotta di vita». Davvero nessuno si deve sentire tagliato fuori, neppure coloro i quali «appartengono a un gruppo criminale, qualunque esso sia», o le persone «complici di corruzione». E poi, l’invito a lasciarsi «sorprendere da Dio» perché Egli «non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore».

3. il grido del PoveroNel lessico di papa Francesco l’attenzione al grido del povero assume il nome di solidarietà. «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono» (Gaudium et Spes, n. 1), in particolare quelle legate alla pace, alla giustizia e all’ecologia umana. Alla luce del magistero di papa Francesco, assume una particolare pregnanza l’atto che da sempre è simbolo del giubileo: l’apertura della Porta santa tramite l’abbattimento fisico del muro che la chiude, segno di ciò che la misericordia opera. Se tradizionalmente i fedeli entrano attraverso di essa, la Chiesa, che papa Francesco vuole in uscita, è chiamata a imparare a varcare quella soglia in direzione opposta, per portare al mondo la misericordia e la salvezza di Dio. Se al termine del Giubileo le porte sante si richiuderanno, l’auspicio è che nel frattempo la Chiesa possa scoprire

quali porte è chiamata a lasciare sempre più aperte, così da essere segno e anticipazione della Gerusalemme celeste, le cui porte «non si chiuderanno mai durante il giorno, poiché non vi sarà più notte» (Apocalisse 21,25). All’inizio della scorsa Quaresima Papa Francesco aveva esortato: «Le nostre parrocchie e le nostre comunità diventino delle isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza!». La misericordia, come dice la parola stessa, è il cuore – il cuore di Dio per primo – che si china sulla miseria umana: sulla miseria fisica nel dono… e morale nel perdono. La misericordia è la forza di esposizione della Chiesa: «Chiesa dalle porte aperte», «Chiesa ospedale da campo», «Chiesa in uscita», che «si mette, mediante opere e gesti, nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo». Così la misericordia diventa il filo conduttore e la chiave di volta del magistero e del ministero di Francesco: «Ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio». Anno di preghiera e di grazia, di ascolto e conversione, di annuncio, testimonianza e missione, che chiama tutti a implorare e ricevere misericordia e a portare e donare misericordia, per una Chiesa che risplenda nella sua identità più propria “Madre di misericordia”, e un mondo riconciliato nell’amore che dona e perdona.

Editoriale.

Di Martina Brusco«g

Di Don Mario Russo

Di Alberto Casertano

Il gruppo giovani in scena: una testimonianza di autenticità e accoglienza

Valentina & Paolo: i “Musicadea” per la festa del Sacro Cuore

a volte uno spettacolo può aprire gli occhi su una realtà. La rappresentazione rivisitata a modo nostro del musical “La locanda di Emmaus” è stata forse una delle testimonianze più belle che potessimo dare alla gente di Pozzuoli, di ogni

età , che si trovava a passeggiare e svagarsi sul lungomare la sera del 14 giugno scorso. è stata la “nostra” rappresentazione in tutti i sensi, dal rimaneggiamento del copione, alla scenografia ai costumi realizzati da Bruna ed Emanuela, dalla coreografia ai balli di Grazia. Cosa abbiamo messo in scena ? Semplicemente noi, il nostro gruppo con i nostri legami autentici, la voglia di testimoniare la gioia di essere parte di una fraternità, un gruppo in cui ognuno è vincolato intimamente all’altro e tutti siamo uniti attorno a Gesù. A quanto pare abbiamo coinvolto tanti spettatori, al punto che si rideva continuamente senza distrarsi un attimo, fluivano applausi a scena aperta e nei giorni a seguire per via Napoli e dintorni si parlava ancora con meraviglia del nostro spettacolo; persino i ragazzini che ci incontravano per strada ci fermavano e chiamavano con i nomi dei ruoli che avevamo interpretato. Non vogliamo gongolarci di vanagloria, tutt’altro, abbiamo capito quanto è importante la testimonianza che abbiamo reso e a cosa sono valsi impegno e dedizione durati diversi mesi prima di metter su a fatica,un intero spettacolo con attori, coreografi, ballerini e cantanti principianti. Ognuno con il massimo impegno che poteva, per la gioia della condivisione e di mettere in mostra non il proprio talento, ma l’esser parte di una comunità di giovani talenti al seguito di Gesù. Non potrei spiegare in altri termini da dove sono nate quelle sinergie, gli entusiasmi, la spontaneità delle improvvisazioni ( e credetemi ce ne sono state tante…), se non dall’autenticità del nostro gruppo. E allora possiamo capire da dove è scaturito quello che pare esser stato un successone. Sul palco un tripudio di emozioni, complicità, divertimento che ancora sono vivi nel nostro cuore: ancora oggi ci ritroviamo a rievocare battute e riderci su e soprattutto a canticchiare i motivetti delle canzoni. Chi dimenticherà mai quel “Benvenuti alla locanda”, ebbene mi sento di dire a tanti giovani che magari saranno stati colpiti da questo spettacolo, che forse vale la pena di scoprire cosa c’è dietro e non fermarsi semplicemente al momento di ilarità vissuto, c’è una comunità calda e accogliente che offre un invito senza discriminazioni, siamo tutti i benvenuti per citare la canzone d’apertura del musical; e permettetemi ancora un accostamento per chi è alla ricerca di ristoro, di un posto dove soddisfare pienamente la ricerca del senso della vita e del suo fine ultimo, ovvero la felicità la nostra locanda, luogo accogliente è proprio il cuore di Gesù; e se si cerca un tale ristoro,la nostra comunità è pronta ad accogliere un altro fratello con cui condividere un cammino. Che state aspettando ? Venite ! Non ve ne

pentirete!

e in tutto questo andirivieni di persone, luci, colori e parole c’è stato anche il piccolo saggio di danza di alcune bambine che, assiduamente, hanno partecipato tutto l’anno ad un corso tenutosi in parrocchia, legato alle attività del nostro oratorio e tenuto

dalla sottoscritta. È stata una scelta molto impegnativa decidere di intraprendere questo percorso, considerando tutti gli impegni che una studentessa all’ultimo anno di liceo possa avere, ma l’amore e la passione se veri e sostenuti dall’Alto possono fare tanto, rompere le barriere della stanchezza, della pigrizia, insomma rompere le barriere di un cristianesimo da poltrona! Il merito di tutto però deve essere riconosciuto alle bambine che, nonostante la loro giovanissima età, sono state costanti nel partecipare agli incontri e hanno avuto la capacità di seguire ogni mio passo e di ascoltare ogni mio piccolo rimprovero o consiglio. I balletti svolti erano di natura varia; le piccole ballerine infatti, si sono abilmente destreggiate tra note di ogni genere, partendo dallo Schiaccianoci di Tchaikovsky, passando per gli evergreen della Disney, fino ad arrivare alle canzoni più moderne e animate come Bailando di E. Iglesias, danzando con la disinvoltura di un’ Etoile. Un grazie speciale, però, va anche alle mamme delle bambine che hanno sopportato le mie richieste strampalate, improvvisandosi sarte e manager delle giovani danzatrici. Insomma mescolando un po’ di fantasia, musica, sudore e divertimento, come per magia abbiamo ottenuto tutti insieme uno spettacolo meraviglioso, allegro e coinvolgente, che difficilmente gli spettatori ed io in primis riusciremo a dimenticare!

Benvenuti, benvenuti! Siete tutti Benvenuti.

a ConClusione della festa, hanno donato la loro musica anche la nostra Valentina Ranalli, poliedrica cantante nota al grande pubblico per aver partecipato a numerosi TV contest come “The Voice”, “Sanremo” ed “X-Factor”, e Paolo Paolopoli,

chitarrista jazz (ma anche compositore ed arrangiatore!) napoletano autore di diverse e importanti collaborazioni con top player del settore. I nostri amici, figli della Comunità del Sacro Cuore, legati sentimentalmente e lavorativamente, costituiscono il duo “Musicadea”: attivi nel sociale e nella formazione (lei diplomata in musicoterapia, lui insegnante di musica). Attualmente entrambi coltivano i loro studi e contestualmente sono impegnati in ambito lavorativo: mentre Valentina consegue la laurea in canto e pianoforte jazz presso il Conservatorio Puccini di La Spezia e Paolo prosegue i suoi studi musicali che lo vedono già in possesso della laurea in musica jazz di primo e secondo livello presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli (oltre che di una Laurea in Giurisprudenza e dell’abilitazione all’insegnamento musicale...), trovano il tempo di incidere brani inediti ed interi dischi riarrangiati in chiave jazz. L’ultimo in ordine di tempo, registrato insieme a musicisti nazionali ed internazionali del calibro di Daniele Gorgone, Aldo Zunino, Walter Paoli e Thomas Kirckpatrick, è stato chiamato “Move the Joy”: il titolo, sintomo e sinonimo della voglia di vivere dei due giovani artisti flegrei, racchiude in sè le due canzoni “Move” e “Joy spring”, riarrangiate meravigliosamente all’interno del disco. “Un jazz appassionato” è stata la definizione degli autori verso il proprio lavoro, frutto sì dello studio accurato e continuo negli anni, ma anche e sopratutto della capacità di immergersi nella musica, scoprendone ed amandone sempre più ogni singola nota, stravolgendola e capovolgendola per poter esprimere i sentimenti di cui è portatrice. A breve, come logico prosieguo della loro esperienza lavorativa in America, faranno il loro ingresso sul mercato i dischi “New York quartet”, in collaborazione con artisti del calibro di Ehud Asherie, David Wong e Aaron Seber e successivamente “New York imprinting”, in collaborazione con Aldo Zunino. La loro performance durante la festa del Sacro Cuore è stata arricchita da un misto di brani internazionali come “Let it be” di Paul McCartney, “Thinking out loud” di Ed Sheeran ed “Imagine” di John Lennon, ma anche di pezzi profondamente radicati nella cultura locale (come “Napul’è” di Pino Daniele) scelti per il loro intenso contenuto d’amore, che si

sviluppa in tutte le sue forme: fra due persone, per la gente, per la propria terra.

Sacro Cuore ai Gerolomini Sacro Cuore ai Gerolomini4 5

Le nostre piccole ballerine in erba

Lo scorso 14 giugno in occasione della festa del Sacro Cuore la nostra comunità si è esibita davanti ad un lungomare affollatissimo, con tutte le sue realtà: dalla recita dei bambini dell’oratorio allo spettacolo dei giovani, concludendo la serata con una meravigliosa

esibizione di Valentina Ranalli e Paolo Palopoli, artisti di indubbia e risaputa bravura nonché figli della nostra comunità.

Il gruppo giovani in scena: Una testimonianza di autenticità e accoglienza Valentina & Paolo: i “Musicadea” per la festa del Sacro Cuore

Di Alberto CasertanoDi Grazia D’ Agostino Di Adriano Ranalli

Una comunità viva in scena!

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giornata dioCesana della gioventù 2015, è il 28 giugno, tutti i giovani della diocesi si

incontrano a Quarto, presso l’accogliente e organizzatissima parrocchia Gesù Divino Maestro, animati da un grido comune, da un invito a un cambiamento radicale: quattro parole pronunciate da Papa Francesco, a volte scontate, eppure capaci di scombussolare un animo, “Siate Giovani controcorrente”. In una realtà attuale in cui si cerca di godere dell’attimo, tutto è veloce, tutto è uniforme, tutto è “sciolto” e scevro da ideali diventa importante per un cristiano capire dove si trova, ma soprattutto capire dove vuole andare. Con i medesimi presupposti, quando anche i rapporti umani sono regolati dal lucro capitalista, diventa spesso compromettente affidarsi totalmente a Cristo, alla società e al prossimo svincolati da interessi. Ma è questo che il pontefice ci chiama a fare, non a vivere fuori della nostra storia, non a compiere gesti anacronistici di non accettazione della modernità, bensì a viverla, ma sfruttarne i mezzi per fini positivi e senza smettere di comportarsi come discepoli di

Cristo. Ecco, questo è stato il punto della giornata che ci si accinge a raccontare.La calda giornata del 28 giugno è stata scandita da momenti di divertimento, di racconto e di riflessione: un di tutto un po’.Arrivati presso la struttura intorno alle 11, durante un aperitivo di benvenuto ognuno riceve un braccialetto colorato, funzionale ad una divisione in gruppi, e dopo una visita della parrocchia, dotata persino di un’aula studio e di un bar (per aiutare lavorativamente i giovani locali), ci si è ritrovati nel cortile principale, dove da un palco il Vescovo mons. Gennaro Pascarella ha celebrato la santa messa. Terminata la funzione, i presenti si sono recati all’area ristoro per consumare il pranzo offerto dalla comunità ospitante. Dopo un meritato riposo sui comodissimi divani dell’aula ricreativa, ci sono state un paio di ore di animazione con balli e lanci di palloncini pieni d’acqua. Terminato il divertimento, si è tornati seri, e in base al gruppo di appartenenza, determinato dal colore del braccialetto, tutti i giovani hanno avuto incontri su varie tematiche guidati da diversi ospiti: sicuramente degno

di nota è stato quello con Gigi Cotichella.Il Cotichella è uno dei più quotati educatori italiani e ha illuminato i presenti su come essere controcorrente anche sui social media; citandolo: “Dobbiamo essere su Facebook, io sono su facebook, ma magari se dobbiamo fare gli auguri a qualcuno gli inviamo un messaggio privato invece di banalizzare con commenti non sentiti”. Ecco una delle sue perle. Facebook, i social, esistono, sono realtà vere, non più virtuali, a cui bisogna approcciarsi con coscienza e perché no, fede.La giornata è terminata con uno spettacolo presentato da Andrea Carretti sulle note di Andrea Piccirillo, per culminare in momenti di balli comuni e fratellanza in seguito ai commoventi racconti del “santo vivente“ padre Ildephonse Nyiongabo, di cui si invita a cercare informazioni: è una persona che ha vissuto orrori indicibili, ma che ha una luce che penetra il cuore.Questa giornata è stata un motivo di fede e speranza per i giovani che vi hanno partecipato, ma non sono solo i giovani a dover rispondere all’appello... Ogni cristiano è chiamato ad essere un cittadino e un uomo controcorrente.

Chi va contro corrente fa la storia

lo sCorso agosto parte dei giovani della nostra comunità guidata da Don Mario Russo, ha vissuto un indimenticabile

pellegrinaggio in Terra Santa, in forma di gemellaggio con i ragazzi della comunità giudeo-cristiana locale ospitati due anni prima nella nostra diocesi. Li, in Israele, terra di tristezza e incanto, abbiamo potuto toccare con mano le crude contraddizioni, che più che in Italia, animano quella terra, culla della cristianità. Durante questa esperienza ci siamo imbattuti in padre David, un prete che ci ha aperti ad una realtà che ignoravano del tutto. In Israele, la provvidenza sociale per i bambini è prevista dai 3 anni in su, dunque le povere famiglie in cerca di occupazioni saltuarie, che non possono permettersi una badante, vengono lasciati insieme a tanti altri in piccole stanzette dove sono stipati come vivande in una credenza. La prima settimana di agosto ben sei di

queste povere piccole anime sono spirate...In questo panorama, il già citato padre David, dopo essere riuscito a edificare la prima chiesa cattolica a Tel Aviv e una piccola casa famiglia, ha deciso di ampliare questa struttura che attualmente può ospitare solo una decina di bambini.Noi lì presenti, dopo aver giocato un’intera mattinata con quei teneri bimbi, abbiamo deciso di non far perire quelle emozioni in un dimenticatoio, ma di sfruttarle organizzando questa iniziativa: Un cuore per Tel Aviv: tramite raccolte fondi e donazioni, ci proponiamo di offrire un aiuto per la costruzione di una seconda struttura per fare in modo di aiutare questi piccoli angeli. A volte ci si lamenta che il mondo va a rotoli, ma quando la dignità dei più “piccoli” non va rispettata, non si può restare inerti, come cristiani si è chiamati ad agire, a fare la differenza. Pensaci, con un piccolo gesto

d’amore, di caritatevole gratuità puoi affermarti cristiano, puoi essere “controcorrente” [cit. Papa Francesco]...in particolare segnaliamo tra le iniziative che sono scaturite da tale esperienza coinvolgendo anche giovani del nostro gruppo che non erano presenti, quella di Pierpaolo, da qualche anno attivo nel marketing della moda giovanile “di tendenza”, e da pochi mesi titolare di uno Store on line. Pierpaolo, con il recente coinvolgimento del sottoscritto in tale attività, ha deciso di organizzare, (con l’approvazione entusiasta di Don Mario) un’area sul sito parrocchiale in cui ogni articolo venduto o donazione effettuata vengano devoluti direttamente all’organizzazione di Padre David. Questo non è un modo per invitare a comprare i prodotti Extreme ovviamente, ma solo un modo per essere controcorrente, per dimostrare che a volte, con un po’ di impegno e creatività chiunque può fare la differenza.

Quest’anno, dal 6 al 13 Agosto, noi giovani della diocesi di Pozzuoli ci siamo uniti in gemellaggio con un

gruppo di giovani provenienti da diverse regioni di Israele, guidati dal nostro caro seminarista Benni. C’era tanto entusiasmo in noi, gioia e adrenalina al pensiero di rivedere i ragazzi israeliani giunti a Pozzuoli durante il precedente gemellaggio, ma anche perplessità, dubbi e paure per chi per la prima volta vedeva la Terra Santa non attraverso uno schermo. È stata indimenticabile l’accoglienza che abbiamo ricevuto dai ragazzi all’aeroporto di Telaviv; quell’accoglienza tanto preparata, sperata, sorretta da preghiere e mai dimenticata, in quel momento è diventata un’esplosione di gioia,

e da lì tutto ebbe inizio. Nonostante il nostro inglese accartocciato o poco allenato siamo subito entrati in sintonia, ci siamo riconosciuti come figli della stessa fede che insegna a tutti il linguaggio dell’Amore in Cristo, un linguaggio che non lascia spazio a silenzi vuoti e muti.Tutto in quella Terra ci ha parlato, gli odori, il vento, le pietre “ quinto vangelo” scritto dalla storia, dal tempo e da Cristo in persone. È difficile esprimere le emozioni che provavamo al cospetto dei luoghi così importanti per la nostra fede. Qualcosa ti muoveva, ti spingeva lo stomaco e se provavi a spiegarti il perché ogni parola diventava irrimediabilmente superflua, e dava spazio al pianto commosso e alla gioia più piena. Uniti in Cristo, non eravamo soltanto

giovani italiani e israeliani, ma giovani cristiani che insieme riscoprivano le radici della loro fede. Abbiamo davvero condiviso tutto, sonno, caldo, stanchezza, paure, euforia, ma niente di tutto questo ha frenato il nostro entusiasmo e la nostra attiva partecipazione, perché l’importante era esserci, essere lì e non perdere assolutamente nulla di ciò che si donava a noi. Ringrazio il Signore per questa indimenticabile esperienza, per un gemellaggio che non si è concluso il 13 Agosto ma che tutt’ora continua. Ciò che ci ha uniti e ci unisce non è l’adrenalina e il ricordo di un viaggio o un divertimento istantaneo, ma è Cristo, è la fede in Lui centro e fondamento della nostra vita che unisce tutti nel linguaggio universale del Vero Amore.

Pellegrinaggio tra pietre vive

Di Mario Viglietti

Un cuore per Tel Aviv

Gemellaggio in Terra Santa

Di Mario Viglietti

Di Ilaria D’ Angelo

Orario Sante Messe.

Feriali ore 18:00 (18:30 ora legale)Festivi ore 10:00 e 11:30

Adorazione Eucaristica.

Ogni giovedì alle ore 20:30Animata dal gruppo Giovani

Incontri Pre-Battesimali.

Gli incontri si terranno gli ultimi tre sabato che precedono la celebrazione del Sacramento. I Battesimi si celebrano

ogni ultima domenica del mese alle ore 12:30.

Catechesi di Prima Comunione.

Corso di Cresima.

Giovedì ore 19:00

Oratorio Piergiorgio Frassati.

Collegio Ministranti.

Formazione dei nuovi ministrantiSabato ore 18:00.

Incontro ministranti settore giovanissimiI venerdì del mese alle ore 18:45.

Gruppo Giovani.

Incontro - Giovedì ore 21:00.Prove canti per l’animazione liturgica

della messa domenicale delle ore 11:30 il mercoledì ore 19:00.

Gruppo Lettori.

I venerdì di ogni mese ore 19:00

Gruppo Catechistico.

II venerdì di ogni mese ore 18:30

Caritas Parrocchiale.

Incontro ogni primo martedì di ogni mese alle ore 18:30

ParrocchiaVia Giuseppe Chiaro, 6

80078 Pozzuoli (NA)Tel: 081 5247006

Parroco Tel: 081 19369773

Mobile: 3333363888Mail: [email protected]

Direttore ResponsabileDon Mario Russo

Responsabile della RedazioneAlberto Casertano

Realizzazione GraficaStefano D’Oriano

Web

Via Masullo, I trav. n°10, 12, 14 Quarto (NA)

Tel: 081 8760861

sacrocuoreaigerolomini.it

Centro di Ascolto.Lunedì ore 17:30 – 19:00

I annoII annoIII anno

VenerdìMartedì

Mercoledì

17:00 - 18:3017:00 - 18:3017:00 - 18:30

Prove del coroIncontroCorso di Danza

SabatoSabatoVenerdì

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AgendA

Programma di Pastorale Giovanile 2015/2016

Tappe formative.Corsi per animatori di Pg

“Tra le parole la Parola”Come annunciare e vivere

la Parola di Dio nei nostri incontri.Villaggio del Fanciullo:

22/01 29/01 05/02

(in collaborazione col CED)

Tappe di spiritualità.30 Maggio

Pellegrini nella nottein collaborazione col CED e Nemea

Un sentiero di fede e di cultura sulle orme di Paolo e dei martiri puteolani

gmg Cracovia18-31 Luglio

Con Gemellaggio Diocesi Katowice

Cresimandinsieme.19 Febbraio

Forania di Bacoli-Monte di Procida S. Gioacchino

1 MarzoForania di Quarto

Parrocchia - S.Castrese2 Marzo

Forania di Pianura e Soccavo Parrocchia - Madonna di Fatima

9 MarzoForania di Bagnoli – Fuorigrotta Parrocchia - Sant’Antonio Ardia

15 MarzoForania di Pozzuoli I - Pozzuoli II

Parrocchia S.Maria della Consolazione

In collaborazione con il CDVTutti gli incontri si terranno alle ore 20:00

Eventi diocesani.Via Crucis dei giovani

20 Marzo ore 19:00, Pozzuoli

giornata regionale della giovetù 2 Giugno, Pozzuoli

“Beati i misericordiosi”Verso Cracovia

Parrocchia Sacro Cuore ai Gerolomini - Pozzuoli

Inizio attività: 27 novembre ore 20:00 presso la parrocchia Maria Regina della Pace (Quarto)