PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

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XXXIV CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA Marcella DE FILIPPO 1 , Erica MINGOTTO 2 , Federica MONTAGUTI 3 , Annalisa PERCOCO 4 SOMMARIO Non sempre la sola dotazione di risorse naturali costituisce, per un’area protetta, una garanzia della capacità di attrarre flussi turistici e flussi di turisti natura in particolare. Da tale prospettiva il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese può essere considerato un caso esemplare. Obiettivo di questo lavoro è mostrare come l’utilizzo di un approccio che metta in relazione domanda e offerta evidenzi problematiche altrimenti sottovalutate. Tale approccio ha permesso di condurre una valutazione comparativa e di integrabilità delle attrattive attualmente espresse dal parco con altre aree e infine la valutazione strategica dei segmenti/prodotti in relazione sia alla domanda potenziale sia alla dotazione di fattori chiave, attraverso un adattamento della matrice di McKinsey. È così emerso che il prodotto maggiormente sviluppabile per il parco non è il turismo natura, quanto il turismo di scoperta. Sulla base di tale risultato, è stata condotta l'analisi di integrabilità al fine di identificare elementi utili al miglioramento della competitività del parco su alcuni key factors relativi ai diversi prodotti/segmenti. Nello specifico, è stata verificata la fattibilità di integrazione tra l’area della Costa Ionica e il parco, attraverso un'indagine sul campo, con l'obiettivo di individuare l'esistenza di una domanda potenziale per il prodotto integrato. 1 Fondazione Eni Enrico Mattei, Via del Convento, 16, 85059, Viggiano (PZ),e-mail: [email protected]. 2 Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica, Villa Mocenigo, Riviera S. Pietro, 83 30034 Oriago di Mira (Venezia) e-mail: [email protected]. 3 Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica, Villa Mocenigo, Riviera S. Pietro, 83 30034 Oriago di Mira (Venezia) [email protected]. 4 Fondazione Eni Enrico Mattei, Via del Convento, 16, 85059, Viggiano (PZ), [email protected].

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XXXIV CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI Non sempre la sola dotazione di risorse naturali costituisce, per un’area protetta, una garanzia della capacità di attrarre flussi turistici e flussi di turisti natura in particolare. Da tale prospettiva il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese può essere considerato un caso esemplare. Obiettivo di questo lavoro è mostrare come l’utilizzo di un approccio che metta in relazione domanda e offerta evidenzi problematiche altrimenti sottovalutate. Tale approccio ha permesso di condurre una valutazione comparativa e di integrabilità delle attrattive attualmente espresse dal parco con altre aree e infine la valutazione strategica dei segmenti/prodotti in relazione sia alla domanda potenziale sia alla dotazione di fattori chiave, attraverso un adattamento della matrice di McKinsey. È così emerso che il prodotto maggiormente sviluppabile per il parco non è il turismo natura, quanto il turismo di scoperta. Sulla base di tale risul

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XXXIV CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI

PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA

PROTETTA

Marcella DE FILIPPO1, Erica MINGOTTO2, Federica MONTAGUTI3, Annalisa PERCOCO4

SOMMARIO

Non sempre la sola dotazione di risorse naturali costituisce, per un’area protetta, una garanzia

della capacità di attrarre flussi turistici e flussi di turisti natura in particolare. Da tale

prospettiva il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese può essere

considerato un caso esemplare. Obiettivo di questo lavoro è mostrare come l’utilizzo di un

approccio che metta in relazione domanda e offerta evidenzi problematiche altrimenti

sottovalutate. Tale approccio ha permesso di condurre una valutazione comparativa e di

integrabilità delle attrattive attualmente espresse dal parco con altre aree e infine la

valutazione strategica dei segmenti/prodotti in relazione sia alla domanda potenziale sia alla

dotazione di fattori chiave, attraverso un adattamento della matrice di McKinsey. È così

emerso che il prodotto maggiormente sviluppabile per il parco non è il turismo natura, quanto

il turismo di scoperta. Sulla base di tale risultato, è stata condotta l'analisi di integrabilità al

fine di identificare elementi utili al miglioramento della competitività del parco su alcuni key

factors relativi ai diversi prodotti/segmenti. Nello specifico, è stata verificata la fattibilità di

integrazione tra l’area della Costa Ionica e il parco, attraverso un'indagine sul campo, con

l'obiettivo di individuare l'esistenza di una domanda potenziale per il prodotto integrato.

1 Fondazione Eni Enrico Mattei, Via del Convento, 16, 85059, Viggiano (PZ),e-mail:

[email protected].

2 Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica, Villa Mocenigo, Riviera S. Pietro, 83 30034 Oriago di

Mira (Venezia) e-mail: [email protected].

3 Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica, Villa Mocenigo, Riviera S. Pietro, 83 30034 Oriago di

Mira (Venezia) [email protected].

4 Fondazione Eni Enrico Mattei, Via del Convento, 16, 85059, Viggiano (PZ), [email protected].

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1. Introduzione. Il ruolo delle aree protette per lo sviluppo territoriale locale

Le aree protette hanno gradualmente modificato il loro ruolo, passando da oggetto di

protezione di “[...] alcuni territori di indiscussa bellezza e le risorse di questi luoghi da ogni

forma di sfruttamento che ne potesse compromettere il godimento da parte delle attuali e

future generazioni” (D’Amore et al., 2009) (fine Ottocento) a soggetto di gestione dei diversi

aspetti che interessano il governo del territorio (promozione dello sviluppo economico e

sociale, valorizzazione turistica, conservazione della natura e dei beni culturali, risanamento e

bonifiche, educazione ambientale, protezione civile, gestione agro-silvo-pastorale, difesa

idrogeologica ecc.), in virtù della Legge quadro sulle aree protette (394/91).

Inquadrata in tale prospettiva, dunque, un'area protetta, oltre ad avere un valore socio-

culturale in quanto strumento di tutela e salvaguardia del patrimonio naturalistico e culturale,

ha anche un valore socio-economico per la comunità in quanto “laboratorio” strategico per la

realizzazione di iniziative in grado di promuovere modelli di sviluppo locale sostenibile.

Le aree protette, infatti, solo in Italia occupano direttamente circa 4.000 addetti, oltre ai

12.000 impegnati nei servizi e nelle attività di divulgazione e di educazione ambientale, nella

ricerca scientifica e soprattutto nella gestione, affidata a circa 500 cooperative e imprese, degli

oltre 2.000 centri visita e più in generale delle strutture culturali e naturalistiche presenti nei

parchi terrestri e marini (Valbonesi, 2010).

Emerge, quindi, che la questione relativa al rapporto tra aree protette e sviluppo locale non

può essere valutata come un elemento aggiuntivo al significato e al ruolo dell'area protetta,

ma piuttosto come un fattore nel quale le politiche di conservazione e di tutela si manifestano

nel reale contesto locale. Un parco, pertanto, è chiamato a svolgere una funzione di “progetto

di territorio” declinato come uno spazio di incontro e di elaborazione di azioni convergenti,

proiettato verso una immagine condivisa del futuro territoriale, fatto di progetti sostenibili dal

punto di vista ambientale e in grado di attivare ricadute sullo sviluppo economico

dell'economia e della società locale (De Matteis,1995).

In particolare, è riconosciuto dalla letteratura internazionale il contributo che il turismo può

offrire per la promozione socio-economica nelle aree protette (McNeely et al.,1992). Lo

dimostrano, da un lato, i dati sui segmenti del turismo natura maggiormente richiesti ai tour

operator domestici, secondo i quali le aree protette , che raccolgono ben il 34% delle

preferenze dei turisti natura, costituiscono il segmento più rappresentativo e irrinunciabile,

seguito poi dalla montagna (20%) e dal turismo rurale (12 %) . Dall’altro i dati positivi

sull'andamento delle presenze (+ 0,79% nel 2009 e + 0,51% nel 2010) e sul fatturato ( +1,14%

per il 2009 e +0,34% per il 2010) delle strutture ricettive ricadenti all'interno delle aree

protette italiane (Osservatorio Permanente sul Turismo Natura,2011). Alla crescita

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dell'interesse per tutte le diverse declinazioni del turismo natura corrisponde una crescente

preoccupazione per le trasformazioni indotte al territorio e i danni provocati all'ambiente

dall'industria turistica. La cementificazione del territorio, oltre all'aumento delle emissioni di

CO2 e all'effetto serra, sono riconosciuti tra i primi danni che un turismo poco gestito può

generare (Fondazione Univerde, 2011).

Se, da un lato è indiscutibile che l'attività turistica produca processi di territorializzazione,

cioè di trasformazione dello spazio in artefatto umano, accelerando, quindi, la trasformazione

dell'ambiente naturale in uno sempre più antropizzato, sia dal lato dell'offerta (strutture

ricettive, spazi per il tempo libero ecc.) che da quello della domanda (flussi turistici); dall'altro

è pur vero che il turismo si alimenta dalle qualità dell'ambiente e delle sue risorse (Romei,

2011), e ciò a maggior ragione nel caso delle aree protette. Da questo punto di vista, le aree

protette sono chiamate a sperimentare un'attenta pianificazione dello sviluppo turistico in

un'ottica sistemica, che concili le esigenze della tutela della natura e dell'identità culturale del

territorio con quelle dello sviluppo turistico ed economico in generale.

2. Il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese

Il Parco Nazionale dell'Appennino Lucano - Val d'Agri – Lagonegrese (di seguito anche

PNAL), istituito con il D.P.R. dell'8 dicembre 2007, comprende 29 comuni della provincia di

Potenza ed è, ad oggi, il parco più giovane d'Italia. Insieme al Parco Nazionale del Pollino e a

quelli regionali di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane e della Murgia

Materana, compone la ricca geografia delle aree naturali protette della Basilicata. Il suo

territorio occupa l'area sud-ovest della regione e si estende per un raggio di circa 700 kmq,

inglobando i fiumi Agri, Basento, Noce e Sinni. Da un punto di vista territoriale, il Parco

risulta fortemente disomogeneo, comprendendo tre realtà differenti da un punto di vista socio-

economico oltre che fisico: Val Camastra, Val d'Agri e Lagonegrese.

Si caratterizza per essere fortemente “eccentrico” in termini di milieu locale poiché

interessato da un lato dalla presenza di un patrimonio naturalistico e culturale di pregio e

dall'altro dall'esistenza del più grande giacimento petrolifero d'Europa on shore.

Intrinsecamente dotato di una straordinaria varietà di ecosistemi, presenta ben 14 siti inseriti

nella rete europea Natura 2000; 3 riserve regionali; un invaso artificiale- il lago Pietra del

Pertusillo- tra i più grandi d'Italia e numerosi rilievi montuosi, alcuni dei quali con

un'altitudine superiore ai 2000 metri. Su questi territori insiste un patrimonio faunistico e

floristico di rilievo, che contempla la presenza di un considerevole numero di specie rare e

protette.

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Figura 1: I confini del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano

Dal punto di vista delle attrattive culturali nel Parco è presente un'area archeologica di

rilevanza nazionale, che rappresenta uno dei pochi casi in Italia in cui è possibile osservare i

resti di una tipica città romana del III sec. a.C., abbandonata e mai più reinsediata. Vicina

territorialmente e da essa dipendente la Villa Romana di Marsicovetere, particolarmente

interessante per essere stata rinvenuta nel 2006 nel corso di uno scavo eseguito dall'Eni per la

costruzione di un oleodotto.

Risorse a forte attrattiva sono poi i borghi e i centri storici custodi di un importante

patrimonio d'arte minore, sia materiale (di rilievo i palazzi signorili di Pignola, il castello di

Brienza, il monastero basiliano di San Chirico Raparo), che immateriale (rintracciabile in

molte usanze e feste tradizionali: la produzione ceramica di Calvello e quella di rame di

Rivello,la tradizione musicale di Viggiano, la festa della 'ntenna di Castelsaraceno ecc.). A

questi beni si aggiungono le numerose tipicità enogastronimiche, alcune delle quali, come il

fagiolo di Sarconi, il canestrato di Moliterno, l'olio di Montemurro; il vino Grottino di

Roccanova; il vino Terre dell'Alta Val d'Agri, dotate di marchio di qualità. Al vasto e

variegato patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale, si aggiunge, infine, la ricchezza di

risorse del sottosuolo: dei 25 pozzi presenti nell’area della Val d’Agri, 13, realizzati prima

dell’istituzione dell’Ente Parco, ricadono infatti all’interno dell’area protetta.

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Il PNAL, dispone dunque di un mosaico diversificato di risorse, idonee ad attrarre varie

tipologie di turismi: da quello paesaggistico e naturalistico a quello culturale,

dall'enogastronomico allo scolastico e allo sportivo invernale. Si intuisce come la messa a

valore, anche per fini turistici, di questo “articolato” patrimonio territoriale potrebbe

rappresentare una leva per creare nuove connessioni tra risorse endogene e sviluppo e

rinsaldare, così, i processi di crescita economica/occupazionale interni al territorio.

Dall’analisi sullo stato del settore turistico del Parco, è emerso che il PNAL dispone di una

nutrita serie di servizi di fruizione. Tra gli altri 4 Centri di Educazione all’Ambiente e alla

Sostenibilità e 3 centri studi naturalistici che organizzano escursioni e attività legate alla

scoperta e fruizione del patrimonio ambientale, 1 area di bird watching sul Lago del

Pertusillo,un parco-zoo con oltre duemila animali, 6 falesie per l’arrampicata, un bike park,

due parchi avventura e diversi impianti per la pratica di sport quali l’equiturismo, la pesca

sportiva e il nuoto. Nel territorio sono, inoltre, presenti 3 comprensori sciistici, dotati

complessivamente di circa 20 impianti di risalita, adatti allo sci nordico e allo sci alpino. 19 le

guide escursionistiche ufficiali, reclutate nel 2011 con un apposito bando e formate dall’Ente

Parco.

Sono,poi, presenti alcuni contenitori didattici che per il loro sostrato scientifico risultano

particolarmente adatti al turismo scolastico: il parco tematico sulla geologia nel comune di

Nemoli e l’osservatorio astronomico nel comune di Anzi, il centro didattico “energia e

territorio”di Calvello..

L’area sconta però una generale inadeguatezza dei servizi di cartellonistica e sentieristica, sia

in termini di quantità sia in termini di distribuzioni sul territorio.

Il PNAL dispone, infine, di un sistema ricettivo e ristorativo di buona consistenza ma ancora

poco frequentato. Sono infatti presenti 96 strutture ricettive e un totale di 3380 posti letto,

distribuiti per il 78% nel comparto alberghiero, comparto che si qualifica però di categoria

medio bassa (l'84% dei letti è distribuito tra hotel ad una, due e tre stelle), e per il 22% nel

settore extra- alberghiero, prevalentemente legato alla formula dell'agriturismo (66% dei letti).

Carenze di posti letto si rilevano nel settore dei B&B (6% dei letti). Del tutto assenti ostelli,

rifugi , campeggi e altre forme di ospitalità generalmente presenti nelle aree naturalistiche.

Un'offerta al momento sovradimensionata rispetto alla domanda attuale dato l’indice di

utilizzazione lorda che si ferma solo al 12% e che vede un maggiore sfruttamento di letti solo

nel comparto alberghiero, con un indice di utilizzo lordo del 14% nel comprensorio del Parco

e di 5 punti percentuali più alto in Val d'Agri, dove si rileva la presenza stabile dei turisti

business occupati nel settore delle estrazioni petrolifere. L’offerta ristorativa del Parco è

invece composta per lo più da ristoranti, che rappresentano l’80% del totale- di questi il 27%

è collocato all’interno degli hotel-; il 16% da aziende agrituristiche, che valorizzando nella

struttura architettonica, nell’arredo e nelle pietanze proposte le tipicità del luogo

rappresentano di per sé un naturale punto di forza dell’area protetta; il restante 4% è costituito

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da osterie, trattorie e tavole calde.

Allo stato attuale i pull factor del Parco (fattori naturali, culturali e organizzativi), elementi

costituitivi dell'offerta turistica, risultano essere da un lato ancora poco conosciuti e fruiti dai

flussi turistici attuali dall’altro potenzialmente capaci di attrarre un numero sostanzioso di

visitatori.

Del resto, è acquisito che, perché un territorio possa essere identificato come prodotto

turistico, e quindi promosso e venduto sul mercato, è indispensabile che le sue risorse siano

adeguatamente valorizzate ed organizzate in modo da essere fruibili ai visitatori (Berardi,

2007).

3. Il sistema turistico del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d'Agri

Lagonegrese

Come noto una delle fasi fondamentali del processo di pianificazione, presupposto

fondamentale per valutare le potenzialità turistiche della destinazione, è l'identificazione delle

risorse turistiche, non soltanto sulla base delle loro caratteristiche, ma anche e soprattutto

sulla base della presenza di una domanda attuale o potenziale che risulti da esse attratta.

Nell'analisi della domanda turistica del PNAL si è posta particolare attenzione non solamente

all’analisi statistica in termini di arrivi e presenze e loro evoluzione negli ultimi cinque anni

ma anche allo studio delle motivazioni e dei comportamenti dei turisti, al fine di valutare il

reale impatto dell’istituzione dell’area protetta sui flussi turistici presenti sul territorio.

3.1. L’analisi statistica

Nel 2011 il Parco ha fatto registrare 52.122 arrivi, pari al 10,2% degli arrivi rilevati nell’intera

regione, e 153.406 presenze ovvero il 7,8% delle presenze totali della Basilicata5.

Va però evidenziato che il movimento turistico nel Parco dal 20066 al 2011 ha fatto registrare

un trend positivo, dal momento che gli arrivi sono incrementati del 9% e le presenze del 59%.

La distribuzione dei flussi turistici non è uniforme all'interno del Parco; in Val d'Agri si

concentra il 72% delle presenze complessive del Parco; a seguire Lagonegrese (15%) e Val

Camastra (13%).

Il territorio in questione si caratterizza per un turismo prevalentemente domestico e in

particolare di prossimità. L’89% delle presenze è alimentato dal mercato italiano, in

particolare dalle regioni più limitrofe, quali Puglia (25% delle presenze di italiani) e

5 Statistiche ufficiali fornite dall'Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata.

6 L'arco temporale analizzato va dal 2006, anno precedente all'istituzione formale del Parco, avvenuta con

DPR 8 dicembre 2007, al 2011.

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Campania (13%). Non trascurabile è inoltre il peso esercitato da altre regioni italiane, non

solo del sud Italia, come Sicilia (15%), Abruzzo (10%), Lombardia (6%) Lazio (5%) e Emilia

Romagna (4%); regioni dalle quali, come hanno dimostrato le due indagini commentate

successivamente, deriva soprattutto una domanda di turismo business e di lavoro. Il mercato

internazionale invece, che rappresenta solamente il 11% dell’offerta, è generato soprattutto

dalla Romania (addirittura il 54% delle presenze di stranieri), dalla Spagna (9%) e dalla

Svizzera (4%); Paesi la cui domanda, c’è motivo di credere ancora una volta, sia di tipo

prevalentemente business.

La permanenza media, è di 2,8 notti per il mercato domestico e 5,6 notti per quello

internazionale, tra l’altro in aumento rispetto agli anni passati.

In merito infine alla stagionalità, non si osserva all’interno del territorio del Parco quella

stessa concentrazione nei mesi estivi tipica invece del resto della regione basilicata. La

domanda è infatti meglio distribuita durante l’arco dell’anno; fenomeno che si spiega con la

tipologia di turismo sviluppata in ciascuna delle tre aree del parco, che solo per il

Lagonegrese è maggiormente legata al periodo estivo, data la vicinanza alla costa tirrenica e

in particolare a Maratea.

3.2. Le indagini qualitative sulle motivazioni e i comportamenti della domanda

Al fine di raccogliere informazioni di tipo qualitativo sul profilo del turista che attualmente

frequenta il Parco sono state condotte due indagini. La prima è stata svolta da CISET tra

maggio e agosto 2012 sui gestori delle strutture ricettive ubicate nelle tre macroregioni del

Parco e su quelle situate nel territorio circostante, in un’area lontana non più di 2 ore di

percorrenza dal PNAL; sono stati somministrati complessivamente 100 questionari; un

campione, di cui i test condotti ne hanno dimostrato la rappresentatività rispetto alla

popolazione di riferimento, verificando anche la significatività dei risultati.

La seconda è stata invece condotta da FEEM direttamente sul campo tra i frequentatori

dell’area protetta, somministrando 150 questionari nei mesi estivi del 2012; si tratta di un

campione esplorativo che ha consentito di raccogliere informazioni utili per conoscere una

parte del fenomeno turistico presente e comprenderne le dinamiche. I questionari sono stati

somministrati nelle tre macroaree del Parco (Val d'Agri, Val Camastra, Lagonegrese) con

quote proporzionali alle presenze rilevate nelle strutture ricettive.

I risultati che emergono dalla rielaborazione dei dati e delle informazioni raccolte attraverso le

due indagini sono non solo tra loro coerenti ma anche in linea con quanto rilevato nell’analisi

statistica.

Si conferma innanzi tutto il carattere di prossimità dei turisti che soggiornano nel Parco

provenienti soprattutto dalla Puglia, dalla Campania, dalla Calabria e dal Lazio.

Molto interessanti sono i risultati a riguardo della motivazione del soggiorno secondo cui è

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possibile riconoscere che la domanda che pernotta nel Parco è composta da turisti di lavoro

(circa 40%), turisti montani tradizionali (circa 35%), turisti di ritorno e legati alla

partecipazione a eventi locali (circa 15%), turisti di scoperta (circa 15%) e solo in misura

marginale turisti natura (meno del 5%). Il turismo business rappresenta quindi al momento la

prima motivazione al viaggio in questo territorio: si tratta generalmente di occupati nel settore

estrattivo, dipendenti della compagnia petrolifera ENI o delle aziende e società dell’indotto.

I turisti risultano essere inoltre abbastanza fidelizzati con il Parco, se si considera che più

della metà ha dichiarato di esservi già stato una o più volte; anche questa indicazione, in

realtà, è riconducibile al turismo di ritorno e alla particolare tipologia di turismo di lavoro

legata all'attività petrolifera.

Riguardo alla durata del soggiorno, il 28% (la percentuale più alta) si ferma da uno a due

giorni, mentre il 24% si ferma un solo giorno, quindi senza pernottare, o da tre a cinque

giorni. Emerge, quindi, una potenzialità, per il Parco e per gli operatori del settore turistico,

legata alla presenza di turisti che soggiornano sul territorio per più giorni, per i quali

strutturare e commercializzare un'offerta integrata e facilmente riconoscibile.

Le indagini hanno restituito inoltre risultati interessanti in merito alle aspettative verso l’area

protetta e alle attività che si vorrebbe condurre: tra le principali aspettative figurano il

desiderio da un lato di poter fruire di visite guidate alla scoperta della natura (la principale

attesa), attraverso anche una buona rete sentieristica, dall’altro di poter degustare i prodotti

della tradizione locale e di poter fruire del patrimonio culturale locale.

Tra le principali attività che si intendono svolgere nel corso della vacanza, primeggiano

invece le escursioni nei dintorni rispetto al comune di soggiorno, la partecipazione a feste e

sagre, il relax e in misura minore la fruizione di itinerari naturalistici, le attività sportive, la

scoperta del territorio attraverso itinerari culturali e l’acquisto di prodotti locali. E’ inoltre

interessante notare che una buona fetta dei turisti che soggiornano nel Parco manifesta la

volontà di fare escursioni in altre località della Basilicata, soprattutto a Maratea, Metaponto,

Matera, Potenza, Tursi e Policoro. Dato questo che anticipa la questione della necessità di

pianificare un'offerta integrata con quella di aree turisticamente più appetibili, affrontata di

seguito.

Altre indicazioni utili ai fini della pianificazione dello sviluppo turistico del Parco emergono

dai dati relativi al giudizio su una serie di servizi presenti nel Parco, nell'ottica di

potenziamento dei deficit percepiti dai turisti attuali nel sistema turistico del Parco.

In particolare, la cartellonistica del Parco, la manutenzione dei sentieri, il servizio di tarsporto

pubblico, i servizi per disabili e la qualità dei servizi disponibili in rete hanno fatto registrare

le maggiori percentuali di giudizio negativo. Al contrario, sono stati valutati positivamente la

pulizie e il sistema di raccolta dei rifiuti, l'offerta di manifestazioni culturali e sagre, la qualità

dei prodotti enogastronomici, la qualità del sistema di offerta ricettiva, l'ospitalità della

comunità locale e il livello di conservazione del patrimonio locale.

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Emergono, inoltre, alte percentuali di risposte “Non so” relativamente al sito web del Parco,

alle visite guidate e attività didattiche, al livello di fruizione di Musei e siti culturali, alla

presenza di piste ciclabili e ippovie, segno evidente che ancora molto bisogna fare sul piano

della promozione della conoscenza e dell'immagine del Parco e delle risorse e servizi in esso

presenti.

Dai dati e dalle considerazioni precedenti si evince che il Parco è caratterizzato da una

domanda turistica diversificata a cui è chiamato a rispondere, al fine di potenziare i flussi,

attraverso un’offerta integrata e innovativa capace di cogliere le esigenze dei viaggiatori che

attualmente si muovono sul territorio, puntando a moltiplicarne le presenze e ad aumentarne il

grado di soddisfazione. D'altro canto, visto il peso ancora irrisorio del turismo, risulta

necessario agire su una pianificazione turistica lungimirante, capace cioè di rendere la

destinazione maggiormente competitiva al fine di intercettare nuovi flussi, una pianificazione

che agisca sul miglioramento della qualità turistica dell'area protetta, sullo sfruttamento

strategico e sostenibile degli asset territoriali, sulla definizione di politiche di integrabilità

con territori limitrofi e di maggiore richiamo.

4. L’approccio metodologico7

Nonostante il turismo natura sia da molti considerato strategico per lo sviluppo turistico dei

parchi naturali e delle aree protette, in termini di tutela dell’ambiente e sostegno all’economia

locale, alcune concrete esperienze sembrano mostrare invece che non sempre il turismo natura

è economicamente sostenibile. A riguardo alcuni interessanti studi nella letteratura hanno

messo in luce come in alcuni casi il turismo natura sia lontano dall’essere un asse strategico

per lo sviluppo economico di un’area, dato che genera solo poche opportunità di lavoro e

profitto per la comunità locale rispetto a quelle auspicate (Kiss, 2004; Lindberg, 2011; Place,

1995; Sarrasin, 2012; Wall, 1997).

La discrepanza tra benefici attesi dal turismo natura e risultati realmente prodotti è in parte

spiegabile con una sopravvalutazione delle reali potenzialità del turismo natura in relazione

alle caratteristiche dell’area oggetto di studio. Lo sviluppo del turismo natura si poggia infatti

molto spesso su considerazioni derivate da un’analisi superficiale limitata alle sole risorse e

sull’ipotesi che la sola istituzione e presenza di un parco naturale sia sufficiente a motivare

flussi turistici nell’area. Tuttavia, la sola dotazione di risorse naturali non sempre costituisce

una garanzia indiscussa della capacità del parco stesso di attrarre flussi turistici e flussi di

turisti natura in particolare. Tale capacità dovrebbe infatti essere valutata in relazione non al

semplice valore naturalistico intrinseco delle risorse presenti ma alla loro capacità d’attrattiva

e al grado di competitività del parco rispetto ai possibili competitors (altri parchi naturali o

7 Lavoro svolto da Montaguti F. e Mingotto E.

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aree in grado di movimentare la stessa domanda). Può a questo punto essere utile chiarire che

il concetto di attrazione turistica non coincide con la disponibilità di una risorsa dotata di

particolari e specifiche caratteristiche, quanto con la messa a valore e l’inserimento di tale

risorsa nel mercato turistico, finché non sia in grado di attrarre a sé un flusso di persone. È

evidente che l’attrattività turistica non dipende quindi dal solo valore della risorsa ma da una

serie combinata di differenti e complessi aspetti (Lindberg, 2001; Ritchie et al., 2001; Sheller

et al., 2004; Urry, 2007).

Al fine di definire le reali potenzialità di un’area parco, in questo caso il Parco Nazionale

dell’Appennino Lucano, Val d’Agri e Lagonegrese (d’ora in avanti soprannominato PNAL), si

rende di conseguenza strategica un’analisi approfondita fondata su un approccio che metta in

relazione domanda e offerta, evidenziando così problematiche altrimenti sottovalutate.

Gli autori hanno di conseguenza svolto per il PNAL: innanzi tutto una valutazione

comparativa che ha permesso di evidenziare i punti di forza e di debolezza dell’area in

relazione alle attrazioni di cui dispone e a quelle dei competitors; in secondo luogo una

valutazione di integrabilità che ha evidenziato la percorribilità di un piano di integrazione del

PNAL con alcune aree limitrofe, al fine di completare l’offerta dell’area parco e

incrementarne l’attrattività; in terzo luogo una valutazione strategica dei diversi prodotti che il

PNAL può offrire, al fine di definire, sulla base delle precedenti valutazioni e della stima della

domanda potenziale, quali prodotti, oltre a quello del turismo natura, presentano maggiori

potenzialità di sviluppo per il parco stesso.

Prima di discutere i risultati derivanti dallo studio, si ritiene utile fornire nei successivi

sottoparagrafi una breve descrizione dell’approccio metodologico utilizzato per ciascuna delle

tre valutazioni.

4.1 La valutazione comparativa

La valutazione comparativa si è concretizzata nella selezione e comparazione delle risorse del

parco rispetto al territorio di riferimento, tenendo conto non solo delle risorse in sé ma anche

delle relazioni e articolazioni tra gli elementi che caratterizzano i territori considerati e

ponendo attenzione non solo alla dimensione materiale ma anche ai “sistemi di significato”.

La valutazione si è focalizzata non tanto sul numero delle risorse quanto sulla loro

significatività e sulla presenza di una qualche forma di loro messa a valore (intesa come

l’esistenza di un’informazione sulla risorsa che sia almeno accessibile). È stata inoltre

differenziata secondo il prodotto/segmento turistico, sulla base delle caratteristiche dei

segmenti di domanda turistica leisure finora rilevati presso il parco, sia in percentuali medio-

alte, come il turismo montano invernale, estivo e sportivo e il turismo balneare, sia di nicchia,

come il turismo natura e quello di scoperta.

Page 11: PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

In merito ai termini di confronto, la valutazione è stata condotta rispetto ai territori contigui al

PNAL e con i quali il Parco stesso più direttamente si rapporta. Essendo possibile distinguere

due tipologie di territori a seconda che la relazione con il PNAL sia più di tipo competitivo o

di relazione, la valutazione si è concentrata soprattutto sulla seconda categoria, ossia su quelle

aree in cui la relazione creata dall’interazione domanda/territorio non è semplicemente

competitiva (concorrenti rispetto ad uno stesso bacino di domanda) ma più diretta, essendo

queste aree raggiunte anche dai turisti che soggiornano nel PNAL. Tale approccio, funzionale

all’individuazione delle aree per la successiva valutazione di integrabilità, ha portato ad

effettuare il confronto del PNAL rispetto al:

Parco Regionale di Gallipoli-Cognato – Piccole Dolomiti Lucane;

Parco Nazionale del Pollino;

area lungo le direttrici che legano le varie aree del PNAL alla costa ionica, a Matera e alla

Puglia e quindi l’area dei Calanchi, di Valsinni, Tursi e Craco.

4.2 La valutazione d’integrabilità

Obiettivo dell’analisi di integrabilità è stato quello di identificare nel territorio circostante al

Parco elementi utili nel migliorare la competitività del PNAL su alcuni key factors relativi ai

diversi prodotti/segmenti. L’integrabilità che qui si è voluto verificare è funzionale allo

sviluppo di prodotti turistici maggiormente competitivi basati su specificità del Parco, sia per

caratteristiche territoriali sia per vocazione connessa alla sua natura di area protetta.

La valutazione è stata condotta analizzando sia il grado di integrabilità geografica sia il livello

di integrabilità tematica delle diverse attrattive del PNAL (culturali, naturalistiche,

enogastronomiche, artigianali ecc.) con quelle dei territori precedentemente individuati nella

valutazione comparativa.

Il grado di integrabilità geografico è stato di più semplice valutazione, essendo questo legato

ad un aspetto di posizione e logistica. Quello tematico è stato derivato invece da due ulteriori

assessment: uno sulla competitività del territorio come destinazione ecoturistica/di

scoperta/montana (sulla base dell’attuale stadio di sviluppo dei prodotti in questione per

ciascun territorio potenzialmente integrabile, dell’attuale situazione e trend del mercato

turistico in queste aree e della valutazione dello sviluppo del sistema di offerta) e un altro

sull’attuale sistema di attrattive culturali, naturalistiche, ecc.

Quest’ultimo assessment è stato in particolare il risultato dell’analisi dell’attuale

configurazione delle risorse materiali e semiotiche dei diversi territori considerati e del

potenziale di mobilizzazione. Tale valutazione si è resa necessaria dato che la configurazione

delle risorse di un dato luogo non è fissata o preesistente, ma dipende da un insieme di

perfomances di turisti e residenti, organizzate e informali, che avvengono all’interno o in

relazione al luogo stesso (fotografia, lettura, posting di informazioni su siti web, navigazione

Page 12: PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

on line shopping) e in funzione delle quali i luoghi e gli oggetti assumono significati multipli

contestuali.

Tale assessment è stato condotto a partire da un’analisi semiotica del PNAL e delle altre aree

attraverso le guide turistiche, che rappresentano in testi, mappe, fotografie, ecc. una serie di

segni, frutto del complesso gioco di letture precedenti, testi già circolanti, produzioni

dell’industria culturale e pratica turistica. A questa valutazione se ne è aggiunta un’altra

ricavata da un’indagine presso le strutture ricettive sulle motivazioni e sugli spostamenti della

domanda già in loco.

4.3 La valutazione strategica dei prodotti

La valutazione strategica dei prodotti è stata condotta attraverso un adattamento della matrice

di McKinsey e a partire dai risultati delle precedenti valutazioni uniti alle stime della

domanda potenziale del PNAL per i diversi prodotti/segmenti.

La matrice di McKinsey, poco impiegata in ambito turistico e appositamente adattata al caso

in questione, è uno strumento che consente di evidenziare da un lato i prodotti turistici

sviluppabili, mostrandone la posizione relativa di ciascuno in termini di rapporto con la

domanda potenziale, dall’altro la dotazione dei fattori chiave, includendo non solo l’attuale

sviluppo dei prodotti, ma anche la potenzialità in termini di risorse, possibilità di

mobilizzazione e messa a valore. Sulla colonna della matrice è indicato il livello di interesse

della domanda potenziale relativa a ciascun segmento/prodotto, non solo in termini di

numerosità, ma anche di customer mix, ossia di peso delle diverse componenti di domanda;

sulla riga è invece segnalata la presenza nel territorio del Parco di fattori chiave funzionali alla

competitività su ciascun specifico segmento. La posizione di ciascun prodotto – il vettore

nella matrice - rappresenta quindi non solo la numerosità e desiderabilità del customer mix dei

diversi segmenti di domanda potenziale, includendo tutte le componenti (turisti, escursionisti,

ecc.), ma anche l'opportunità che il PNAL ha di competere per conquistare una quota

maggiore di questa domanda. I prodotti con maggior potenzialità e quindi priorità di sviluppo

sono quelli collocati nell’area in alto a destra della matrice, mentre quelli che richiedono

maggiore tempo e investimenti sono distribuiti sull’area in basso a sinistra.

Figura 2 – La matrice di McKinsey

Page 13: PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

La valutazione strategica dei prodotti del PNAL è stata condotta rispetto al turismo montano,

natura, di scoperta e al turismo religioso; quest’ultimo, anche se è stato studiato solo

marginalmente per assenza di domanda (se non quella legata alla visita a parenti e amici e alla

partecipazione a manifestazioni, più o meno religiose) è stato considerato, dato che il PNAL

presenta alcune peculiarità rispetto a questo prodotto.

La valutazione ha inoltre tenuto conto di due possibili alternative che hanno quindi restituito

due diverse matrici: la prima rappresenta la situazione dei prodotti relativamente a domanda e

fattori chiave solo considerando la dotazione interna del PNAL; la seconda rappresenta invece

la situazione data dall’integrazione con altri territori.

5. I risultati delle valutazioni8

I risultati innanzi tutto della valutazione comparativa sono descritti nella tabella 1, la quale

evidenzia i punti di forza e di debolezza del PNAL, valutati sulla base delle risorse disponibili

nel Parco stesso e di quelle dei competitors e rispetto a diversi prodotti/segmenti turistici.

Emerge che il PNAL può contare su un’attrazione archeologica significativa come gli Scavi di

Grumentum, sulla vicinanza ad un’altra interessante attrazione quale la “Vita Bandita” e su

una certa peculiarità dei prodotti enogastronomici. Buoni risultati si riscontrano anche dal lato

dell’accessibilità, tra l’altro migliore di quella degli altri territori analizzati e della capacità

ricettiva, anche in questo caso più sviluppata rispetto alle altre aree. È inoltre l’unica area

della Basilicata dotata di piste di sci alpino e sci nordico, complementari a quelle per lo sci di

fondo, presenti invece nel vicino Pollino. Si tratta inoltre di un’area protetta molto estesa,

anche se tale fattore si ritrova anche in un parco molto più conosciuto come quello del

Pollino.

La valutazione ha comunque evidenziato anche numerosi punti di debolezza, rappresentati

innanzi tutto dalla ridotta presenza di attrazioni significative – oltre a quelle sopra segnalate –

rispetto agli altri territori e dalla mancanza di un paesaggio davvero peculiare. Si pensi ad

esempio che il Parco del Pollino si caratterizza per l’unicità della flora e della fauna, quello di

Gallipoli-Cognato si distingue per la riconosciuta unicità del paesaggio, come anche l’area di

Valsinni che può vantare un paesaggio fortemente connotato, merito anche della produzione

letteraria (qui sono presenti il Parco Letterario di Isabella Morra e quello di Carlo Levi). Tali

debolezze rispetto agli altri territori analizzati, unite alla recente istituzione del parco e alla

valorizzazione delle risorse non ancora completa, fanno sì che il PNAL sia limitato da una

scarsa notorietà e da un posizionamento confuso. Il PNAL risulta inoltre indebolito dalla

mancanza di servizi appositi per i visitatori – oltre alle guide – e da una scarsa

differenziazione degli itinerari, a limitazione così della fruibilità dell’area protetta da parte dei

diversi segmenti di domanda (famiglie con bambini, turisti sportivi e d’avventura, ecc.).

8 Lavoro svolto da Montaguti F. e Mingotto E.

Page 14: PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

Complessivamente si può quindi riconoscere che il PNAL presenta vantaggi su accessibilità,

offerta ricettiva e dotazione di impianti ma un riconoscimento meno deciso dell’assetto

complessivo del territorio e degli attrattori, sia sul fronte del “paesaggio culturale” sia su

quello del turismo natura.

Tabella 1 – I risultati della valutazione comparativa: punti di forza e di debolezza del PNAL

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

PNAL

Attrazione archeologica importante

Area piuttosto estesa

Accessibilità buona

Ricettività sviluppata anche se orientata al

turismo d’affari/lavoro

Dotazione di piste per sci alpino e sci nordico – le

uniche della Basilicata

Proposta enogastronomica con elementi di

peculiarità superiori

Alcuni casi di successo sul fronte enoturismo e

rigenerazione

Continuità con Vita Bandita

Valorizzazione non completa (sentieri e anche

risorse e proposte).

Scarsa notorietà

Posizionamento non chiaro (forse anche per

questione di tempo)

Attrazioni più significative segnalate altrove

Paesaggio meno evidentemente peculiare

Poca differenziazione degli itinerari dal lato della

difficoltà

Mancanza all’interno del parco di altri servizi per

i visitatori oltre alle guide (es. programma di

attività di fruizione del parco originali e distinte a

seconda dell’età e del tipo di partecipanti – dagli

intenditori ai meno esperti -)

Parco Nazionale del Pollino

Attrazione must

Area molto estesa

Unicità di flora e fauna

Elementi culturali e enogastronomici

Sci di fondo

Turismo montano già sviluppato

Posizionamento: incontaminato

Notorietà elevata a livello nazionale, come area

parco

Valorizzazione non completa spesso a carico di

ricettività e servizi

Accessibilità non ottimale

Manutenzione piste non ottimale

Attrattività turistica in calo

Nessuna notorietà a livello internazionale

Turismo montano più che natura.

Parco Regionale Gallipoli-Cognato – Piccole Dolomiti Lucane

Notorietà Volo dell’Angelo ---> posizionamento

su avventura

Buona valorizzazione delle risorse ambientali

(sentieri, mappe, proposte, ecc.)

Area non estesa

Ricettività molto limitata

Accessibilità limitata

Offerta culturale non particolarmente sviluppata

Page 15: PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

Dolomiti Lucane: una delle principali attrazioni

della regione

Riconosciuta unicità del paesaggio

Contiguità con Vita Bandita

Birdwatching importante e ben valorizzato

Contiguità con Montagna Materana, da cui eredita

un posizionamento da mondo altro

Integrazione nel prodotto anche di altre aree per

effetto delle attività promosse dalla cooperativa

Offerta turismo invernale non presente

Area Calanchi - Valsinni

3 attrazioni molto segnalate (Calanchi, Craco,

Santa Maria d’Anglona)

3 parchi letterari

1 bandiera arancione e 2 stelle Touring

Contiguità all’area balneare

Paesaggio fortemente connotato, anche per effetto

della produzione letteraria

Prossimità a Matera e possibilità di sfruttarne le

dinamiche positive

Città dell’Olio (Aliano e Ferrandina)

Toccata dal servizio “Provincia in bus”

2 parchi letterari su 3 poco o per nulla attivi

Accessibilità non ottimale

Ricettività assente o limitata

Valorizzazione dall’esterno

La valutazione di integrabilità, risultato anche delle considerazioni sopra riportate, ha

evidenziato innanzi tutto che dal punto di vista geografico, l’integrabilità è possibile con tutti i

territori considerati, visto che essi sono contigui.

Considerando tuttavia i movimenti della domanda e la posizione di alcuni bacini in cui la

domanda potenziale di turisti ma anche di residenti è particolarmente numerosa, emerge come

la zona dietro la costa ionica lucana e a ovest di Matera (Bradanica, specie lungo l’Appia,

Montagna Materana) e le località non balneari del Metapontino e il Parco di Gallipoli-

Cognato, si trovino lungo la direttrice di questi flussi, nel momento in cui questi volessero

raggiungere il PNAL. Tali aree risultano comunque avere un peso strategico diverso rispetto a

quello del Pollino, che presenta una domanda turistica con caratteristiche simili a quella del

PNAL (turismo montano e natura) ma con una dinamica poco positiva, al contrario invece di

quanto accade, ad esempio a Matera e nel Metapontino.

In termini invece di integrabilità tematica, la valutazione restituisce risultati più o meno

diversi a seconda dei segmenti di domanda. Per quanto concerne il turismo montano e

sportivo potrebbe essere percorribile innanzi tutto l’integrazione con il Pollino, che

consentirebbe l’ampliamento dell’offerta di turismo invernale ma anche d’avventura,

Page 16: PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

combinando lo sci di fondo e avventura con quello alpino. Da non scartare è anche

l’integrazione con il Parco di Gallipoli-Cognato che permetterebbe di offrire un prodotto per il

turismo estivo più sfidante e adatto agli appassionati di montagna ma anche agli sportivi e a

quelli alla ricerca di avventura (qui si trova il Volo dell’Angelo, ossia un volo appesi ad un

cavo d’acciaio tra le due stazioni di Pietrapertosa e Castelmezzano).

Tali integrazioni richiedono comunque prima un miglioramento della fruibilità di piste e

percorsi e soprattutto nel Pollino e nel PNAL una miglior messa a valore dell’offerta esistente,

affinché le risorse diventino vere attrazioni.

In termini invece di turismo natura, l’integrabilità potrebbe essere percorribile sia con il

Pollino, sia con il parco di Gallipoli-Cognato sia con il territorio interno tra la costa ionica e i

parchi; quest’ultima sarebbe tuttavia da preferire alle prime, in quanto si configura come una

migliore soluzione win-win per entrambi i territori coinvolti: infatti la combinazione tra i

punti di forza dell’area interna tra costa, Matera e parco di Gallipoli-Cognato (il paesaggio

ben riconosciuto dei Calanchi) e quelli del PNAL (maggiore strutturazione sul fronte natura,

peculiarità, prodotti tipici diversi e migliore capacità ricettiva) consentirebbero un

rafforzamento dei key factors per entrambi i territori.

A riguardo invece del turismo di scoperta, ancora una volta il territorio dietro la costa ionica

presenta un assetto già in parte mobilizzato attraverso network diversi da quello turistico e la

presenza di alcuni attrattori non naturali segnalati come significativi dalle guide, oltre che dei

parchi letterari; sarebbero inoltre possibili concept trasversali che includono anche l’offerta

natura, come le storie sui lupi e sui lupi mannari, tra l’altro riportate anche da Levi, che

potrebbero costituire un elemento centrale per unire parco letterario, specificità del PNAL

(Museo del lupo, presenza dei lupi) e tradizione.

Si ricorda che l’integrabilità qui discussa è funzionale al potenziamento della competitività

del PNAL rispetto ai diversi prodotti/segmenti, attraverso un’integrazione win-win per i

diversi partner, in cui anche il PNAL possa essere quindi un attore centrale. Non si esclude

comunque che non possa essere verificata anche la fattibilità di un’altra tipologia di

integrazione basata invece su iniziative più semplici di alleanza e co-marketing, in cui però il

Parco può risultare secondario rispetto ad altri partner più forti.

Infine la valutazione strategica dei prodotti ha condotto alla definizione delle due matrici di

seguito proposte. È doveroso precisare che la posizione in colonna si basa sulle seguenti

considerazioni, derivanti dalla stima della domanda attuale e potenziale:

la domanda potenziale di turismo religioso proprio è di poco conto;

il turismo montano è stimato in circa 19.000 arrivi nel PNAL;

la domanda complessiva per il prodotto “natura” (escursionisti, residenti, scolaresche,

turisti con altre motivazioni ma con propensione a questa fruizione del territorio e turisti

natura veri e propri) è stimata in 250.000 visitatori potenziali, cui si aggiungono altri

50.000 potenziali arrivi di turisti natura nei prossimi 5 anni;

Page 17: PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

la domanda complessiva per il prodotto “scoperta” (escursionisti, residenti, scolaresche,

turisti con altre motivazioni ma con propensione a questa fruizione del territorio e turisti di

scoperta veri e propri) è stimata in circa 350.000 visitatori potenziali, cui si aggiungono

altri 164.000 potenziali arrivi di turisti “di scoperta” nei prossimi 5 anni.

Senza alcuna integrazione con altri elementi del territorio circostante, la situazione del PNAL

è piuttosto positiva da un punto di vista di domanda, avendo due segmenti con un bacino

potenziale in crescita (scoperta e natura); tuttavia, come si ha già avuto modo di osservare,

risulta più complessa dal punto di vista dei fattori chiave.

Tenendo invece conto delle possibilità di integrazione con altre aree, la dotazione del PNAL

migliora e si configurano come prodotti a maggiore potenzialità il montano e il turismo di

scoperta.

Anche se in misura minore, migliora la situazione anche del prodotto natura grazie da un lato

all’integrazione tra le specificità e la maggiore strutturazione del PNAL con alcune evidenze

paesaggistiche ora più riconosciute; dall’altro all’aggregazione di aree più immediatamente

limitrofe a zone ove si trovano ampi bacini di domanda.

Figura 3 – Valutazione strategica dei prodotti del PNAL senza integrazioni con altre aree

Figura 4 – Valutazione strategica dei prodotti del PNAL con integrazioni con altre aree

Page 18: PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

6. Percorsi strategici di sviluppo: considerazioni sul ruolo del segmento business,

della Carta europea del turismo sostenibile nelle aree protette e dell’area costiera.

Oltre ai risultati dell’analisi di cui ai punti precedenti, anche le ricerche condotte da FEEM

negli ultimi anni, in particolare quelle sull'analisi della consistenza dei flussi turistici

attualmente presenti nei comuni del Parco e dell'offerta (in termini di risorse e di servizi per il

turista) fanno emergere alcune altre considerazioni relative alle strategie da mettere in campo

per uno sviluppo competitivo del turismo in quest'area.9

La concentrazione dei flussi, delle risorse e dei diversi servizi turistici evidenzia la presenza di

tre poli maggiormente suscettibili di sviluppo turistico.

Il primo gravita intorno all'area di Viggiano e di Grumento Nova, dove si registra la maggiore

concentrazione di posti letto, prevalentemente nel comparto alberghiero. L'utilizzo di queste

strutture ricettive qui avviene prevalentemente a opera della domanda di turismo business e di

lavoro, legata allo stabilimento petrolifero di Viggiano. Tale componente di domanda è

integrata da un’altra a carattere più leisure, connessa prevalentemente al turismo montano.

Il secondo polo può essere individuato intorno all’area di Pignola, comune della Val Camastra

connotato da una buona consistenza dell'offerta ricettiva. Anche quest’area si caratterizza per

una doppia valenza: da un lato il turismo montano e dall’altro il turismo business, legato in

parte all'attività estrattiva e in parte alle attività industriali dell'area di Tito.

Infine, il terzo polo si sviluppa attorno ai comuni di Lagonegro e Lauria, dove si registra una

domanda prevalentemente leisure legata d’estate ai turisti balneari di Maratea. A questa

domanda balneare se ne aggiunge una di tipo montano sviluppata d’estate e in parte d’inverno

per la presenza del comprensorio del Sirino.

Ne consegue, quindi, l'assenza di una fruizione del territorio da parte di veri e propri turisti

naturalistici. Escludendo, per ovvi motivi, i turisti business, nemmeno quelli della montagna

possono essere propriamente qualificati come turisti verdi, dato che le attività da essi svolte –

sci, passeggiate e escursioni - non sono sufficienti per farli rientrare nella definizione di

“turisti natura”. Sembra trattarsi piuttosto di una fruizione di montagna piuttosto tradizionale

e di un turismo “di passaggio” verso la costa ionica o “di sponda” alla stessa.

Rispetto a quello che ci si potrebbe attendere da un’area protetta, allo stato attuale le direttrici

più fattibili di sviluppo turistico del Parco appaiono legate non tanto al turismo natura, quanto

9 A.Bencivenga, M.Brei, M.Cassinelli, L. Chiarullo, A.Percoco (2011), Le potenzialità turistiche di un’area

protetta tra natura e energia:il parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, XXXII

Conferenza Italiana di Scienze Regionali.

Page 19: PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

alla presenza della domanda business e alle potenzialità espresse dall’area rispetto al turismo

di scoperta.

6.1. Il possibile ruolo strategico del segmento business

Il segmento business può generare impatti ed esternalità positive per il turismo nel Parco sia

in termini qualitativi che quantitativi. In primo luogo, il turista business richiede servizi di

elevata qualità sia rispetto alla ricettività che alla ristorazione, oltre a caratterizzarsi per una

domanda aggiuntiva di servizi a valore aggiunto (comunicazioni, trasporto, servizi per la

fruizione di risorse artistiche e culturali, servizi per il leisure ecc.). Si tratta, quindi, di un

segmento ad elevata profittabilità, se si considera che la spesa media giornaliera dei turisti

business è pari a tre volte quella di un viaggiatore per vacanza, secondo studi internazionali

(Davidson e Cope, 2002).

Rispetto alla stagionalità, questo segmento si distribuisce durante tutto l'arco dell'anno,

configurandosi come un segmento complementare rispetto al segmento vacanze, in grado,

pertanto, di ridurre la stagionalità con benefici per la sostenibilità del settore turistico, per la

qualità ambientale, per la redditività, per lo sviluppo imprenditoriale e infine per il

miglioramento delle relazioni residenti/turisti e turismo/economia locale.

Inoltre, il turismo business induce effetti positivi anche sul piano aziendale; la

diversificazione nel segmento business, infatti, aumenta il tasso di utilizzo delle strutture e

stimola l’innovazione migliorando il posizionamento anche rispetto alle nuove esigenze della

domanda di ospitalità per vacanze. Le imprese attive nei segmenti tradizionali possono,

quindi, perseguire politiche volte al miglioramento qualitativo delle strutture ricettive

utilizzando le maggiori risorse finanziarie derivanti dall’integrazione dei due segmenti.

Infine, non va sottovalutato il ruolo che il segmento business può svolgere in termini di

marketing territoriale. La visita di un luogo per motivi di lavoro influenza positivamente la

scelta della destinazione per le proprie vacanze. Infatti, diverse indagini hanno dimostrato che

la conoscenza di una località durante un viaggio di lavoro ne favorisce la visita anche in

qualità di turisti (spesso assieme ai propri familiari). In particolare, la British Tourism

Authority ha condotto una ricerca da cui è emerso che in Gran Bretagna il 40% dei

viaggiatori sceglie, per le proprie vacanze con la famiglia, una destinazione che ha visitato in

precedenza per motivi di lavoro (Davidson e Cope 2003).

Questa capacità moltiplicativa potrebbe, quindi, rappresentare una notevole potenzialità

aggiuntiva in un'ottica di pianificazione dello sviluppo turistico del Parco. Allo stato attuale,

tale potenzialità è solo parzialmente colta dal territorio. Lo dimostra il fatto che, come emerge

Page 20: PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

dall’indagine condotta dal CISET10, tale categoria di turisti, nonostante soggiorni per periodi

piuttosto lunghi – circa 14 giorni –, non si mostra molto propensa a svolgere attività leisure,

come la visita alla località nella quale pernotta o escursioni in quelle limitrofe. Solo una

minoranza si reca durante il proprio tempo libero sulla costa ionica.

Ne consegue la necessità di ripensare il sistema di offerta turistica locale, per facilitare

l'incontro con le esigenze espresse dal segmento business che, al momento, riveste il peso

maggiore in termini di presenze nel Parco.

6.2. L’integrazione con Gallipoli-Cognato e l’alleanza con la Costa ionica

A supporto valgano alcune informazioni relative alle scelte effettuate dai turisti leisure (77%

sul totale) presenti in Val Camastra. Esiste, infatti, un consistente flusso in uscita da quest'area

verso il Parco Gallipoli Cognato e le Dolomiti Lucane, un'area dotata di un buon

posizionamento sul mercato turistico, anche internazionale, e di una notevole riconoscibilità.

Come già evidenziato nel paragrafo 5, da un punto di vista geografico, il Parco Regionale di

Gallipoli Cognato e delle Piccoli Dolomiti è attiguo alla Val Camastra, per cui potrebbe

rappresentare una “locomotiva” cui il Parco Appennino Lucano potrebbe ipotizzare di

agganciarsi per una proposta di integrabilità.

Rispetto al Parco Nazionale Appennino Lucano, il Parco di Gallipoli-Cognato presenta un gap

notevole in termini di offerta culturale e, soprattutto, di servizi di ricettività, tanto da mettere

in campo una possibile cooperazione con il Vulture, altro territorio dotato di un notevole

potenziale turistico.

Nell'ottica di perseguire un riequilibrio e una sorta di compensazione tra i due territori

contigui, si potrebbe ipotizzare un percorso di integrazione nel sistema di offerta dei due

Parchi, dove il Parco Nazionale potrebbe svolgere un ruolo di protagonista in termini di

dotazione di strutture per l'accoglienza turistica e di offerta culturale, facendo, però, leva sulla

notorietà raggiunta dal Parco Regionale in virtù della presenza di un attrattore di nuova

generazione (Volo dell'Angelo).

Un'altra potenzialità potrebbe essere offerta dalla necessità espressa dalla Costa Ionica di

destagionalizzare, per far fronte al fenomeno di sovraffollamento estivo e di abbandono delle

aree interne, nel resto dell'anno. Infatti a quest’area, densamente turistica nel periodo estivo e

10

La ricerca è stata condotta attraverso la somministrazione di un questionario telefonico a un campione di

strutture ricettive (nel Parco e in alcune aree limitrofe) con l'obiettivo di indagare la tipologia di domanda

turistica attualmente presente nei comuni del Parco.

Page 21: PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

dotata di un buon posizionamento in termini di visibilità e di domanda sia domestica che

straniera (nei soli mesi di Luglio e Agosto si regista sulla fascia ionica oltre la metà dei

pernottamenti dell’intero anno) , si contrappone il territorio montano dell’entroterra,

turisticamente in una fase esplorativa con potenzialità da mettere ancora a valore. Un binomio

possibile per la ricchezza di risorse ambientali e naturalistiche, di eventi culturali, occasioni

enogastronomiche, presenze storiche ed archeologiche di grande rilievo che possono

contribuire a definire un nuovo prodotto turistico integrato del “Mare” con la “Montagna”.

Tali presupposti permettono di ipotizzare uno sviluppo integrato del comprensorio “mare-

montagna” che faccia perno sia sulla riconoscibilità e notorietà dell’area costiera sia sulle

specificità e tipicità dell’entroterra. Un “product mix” capace di destagionalizzare i flussi

della costa ionica e allo stesso tempo di costruire un prodotto in linea con le richieste del

mercato turistico post moderno, sempre più interessato a un’offerta che coniughi qualità dei

servizi, tipicità dell’offerta e unicità dell’esperienza turistica.

Al fine di verificare il reale interesse dei turisti verso un prodotto d’integrazione del mare e

della montagna, la Fondazione Eni Enrico Mattei ha condotto un’indagine pilota sul territorio

costiero lucano, che ha restituito informazioni di tipo qualitativo. Sono stati somministrati, nei

mesi estivi del 2012 (Giugno-Settembre), 157 questionari ai turisti balneari.

Guardando alle percentuali più alte di risposta si può tracciare un identikit del turista-tipo

intercettato sulla fascia metapontina. Esso proviene principalmente dalle regioni limitrofe ed è

per lo più un lavoratore dipendente o professionista che viaggia con famiglia. Ha un’età che

va dai 31 ai 45 anni e un’ istruzione medio – alta, nonché un livello socio – economico medio.

E’ un fidelizzato del posto e trascorre abitualmente la vacanza in questi luoghi. E’ un turista

che ama il relax e la tranquillità e si muove rigorosamente in auto. Oltre alla vacanza estiva si

concede altri viaggi, in particolare nei mesi primaverili di aprile e maggio e nei mesi invernali

di dicembre e gennaio. E’ particolarmente attento al rapporto qualità/prezzo e soggiorna sulla

Costa per la presenza di un’offerta balneare strutturata. Tuttavia si dichiara propenso ad

effettuare una vacanza nell’entroterra che abbia alla base la scoperta del patrimonio storico–

culturale e naturalistico dell’area, e che includa la pratica di attività sportiva, il pernottamento

in borghi caratteristici e la degustazione di prodotti tipici. Afferma che lo spostamento, per

raggiungere le località dell’entroterra, dovrebbe durare tra i 50 min e le 2 ore.

Da tale punto di vista, la presenza dell’arteria viaria SS598, di collegamento diretto tra la

costa e l'entroterra, rappresenta un punto di forza di questa ipotesi, consentendo un rapido

spostamento dei flussi turistici.

Considerando da un lato i dati relativi all’indagine condotta che evidenzia la possibilità di

attingere flussi di turisti dal nutrito bacino della Costa Ionica e dall’altro il dato sul

comportamento della domanda business del PNAL che, seppur in misura marginale,

Page 22: PER UN ASSESSMENT CONCRETO DELLA POTENZIALITÀ TURISTICA DI UN'AREA PROTETTA

generalmente si sposta verso il Metapontino per motivi leisure, si comprende come un

prodotto integrato potrebbe dare il valore aggiunto all'attuale sistema turistico del Parco,

ponendosi come obiettivo non tanto e non solo la valorizzazione e la promozione del

giacimento di risorse locali, quanto, contestualmente, l'attivazione di esternalità indotte dalla

valorizzazione e integrazione di tali potenzialità.

6.3. La Carta Europea del Turismo Sostenibile

Una buona occasione per definire una strategia di sviluppo turistico di medio-lungo periodo è

rappresentata dal percorso intrapreso dal Parco per aderire alla Carta Europea del Turismo

Sostenibile nelle aree protette, un processo attraverso il quale tutti i diversi attori del territorio

(istituzioni, operatori privati e comunità locale), aderendo al progetto, si impegnano a

partecipare e cooperare per la definizione e la realizzazione di azioni e progetti coerenti con i

principi del turismo sostenibile.

Una maggiore qualificazione del sistema ricettivo, in funzione delle caratteristiche dei

segmenti di turisti che visitano il Parco, ad esempio, e la definizione di prodotti turistici

specifici possono rappresentare possibili temi intorno a cui costruire la strategia di sviluppo

sostenibile del settore turistico locale, così come già avvenuto in altre aree protette (Parco

Naturale delle Alpi Marittime).

Allo stesso tempo, la Carta Europea del Turismo Sostenibile conferisce al Parco una vera e

propria “certificazione del territorio”, che lo connota come area particolarmente impegnata

nella tutela dell'ambiente e nella pratica del turismo sostenibile.

In quest'ottica, l'implementazione di azioni finalizzate a realizzare le potenzialità ecoturistiche

del Parco può renderlo più appetibile agli occhi dei turisti natura, che si muovono mossi dalla

volontà di vivere un’esperienza di ritorno alla natura e alle cose semplici.

All'interesse per la natura questa tipologia di turisti associa anche la pratica sportiva; Dal

Rapporto Ecotur (Osservatorio Permanente sul Turismo Natura, 2011) emerge come l’attività

maggiormente praticata sia dai turisti italiani sia da quelli stranieri consista infatti nella

pratica sportiva (42% di preferenze per gli italiani e 37% per gli stranieri), in particolare - in

ordine di importanza - il trekking, la mountain bike, l’equitazione, il ciclismo su strada, il

rafting fluviale, il canottaggio e il kajak. Inoltre, mentre gli italiani prediligono anche la

degustazione di piatti e prodotti enogastronomici tipici locali (19% di preferenze) e il relax

(16%), gli stranieri preferiscono, oltre all’attività sportiva, la visita ai centri storici e ai borghi

(20%) e le passeggiate nella natura (19%). Simili risultati sono ottenuti anche da un altro

studio, secondo il quale solo il 15% dei turisti in vacanza in un parco è interessato ad attività

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di osservazione/esplorazione della natura (es. bird-watching), mentre il restante 85% opta per

attività ludiche, come lo sport (25%) o i percorsi enogastronomici (27%) (Fondazione

Univerde 2012).

Anche rispetto a queste ultime considerazioni bisogna evidenziare come il Parco non riesca

ancora a proporre un prodotto turistico chiaramente distinguibile e in grado di soddisfare le

esigenze del turista di scoperta, pur rappresentato nel territorio oggetto di studio.

7. Considerazioni conclusive

L’intero impianto metodologico impiegato ha il merito di fondarsi su un approccio che mette

in relazione domanda e offerta, integrando cioè a diversi livelli valutazioni sulla capacità di

attrattiva delle risorse e non solo sul loro valore intrinseco, sulla configurazione delle risorse

materiali e semiotiche, sul potenziale di mobilizzazione, sull’offerta di altri territori limitrofi,

sulla domanda attuale e potenziale rispetto a diversi prodotti/segmenti.

Tale approccio ha quindi permesso di giungere ai risultati sopra descritti e a definire la

fattibilità di alcuni possibili percorsi di sviluppo turistico. Si è delineato così un quadro molto

più completo e esaustivo e linee di indirizzo molto più percorribili rispetto a quanto si sarebbe

probabilmente pervenuti con una semplice analisi limitata alle sole risorse del parco.

È da chiedersi in primo luogo se una semplice analisi delle risorse fosse stata in grado di

rilevare il vero peso del turismo natura; al contrario cioè di quello che ci si sarebbe potuto

aspettare, avendo a che fare con un’area naturalistica protetta, l’approccio impiegato ha

evidenziato che il turismo natura non è il prodotto con le maggiori potenzialità e quindi quello

maggiormente sviluppabile, in tempi brevi, per il PNAL. Lo sviluppo del turismo natura, che

al momento genera solamente il 3% dei turisti del PNAL, richiede infatti un potenziamento in

senso competitivo del Parco, con una messa a valore più ampia delle risorse e una proposta ad

esempio di itinerari (anche più differenziati), possibilità di sport avventura, gite, pacchetti,

attività per famiglie e scuole, fermo restando comunque che il territorio appare come meno

connotato rispetto ad altre aree limitrofe.

È piuttosto il turismo di scoperta, maggiormente legato agli aspetti storico-culturali, ai

prodotti enogastronomici e artigianali tipici, ai piccoli borghi, a configurarsi come il prodotto

maggiormente sviluppabile, sia per la dotazione di fattori chiave sia per l’entità della

domanda potenziale, che anche se non arriva a cifre enormi è prevista in crescita e già

rappresenta più del 15% dei turisti del PNAL. La fruizione “da paesaggio

culturale”(Meneghello, Montaguti e Manenente, 2011) consentirebbe infatti di valorizzare i

prodotti tipici e l’enogastronomia, che costituiscono proprio una delle caratteristiche più

distintive dell’area Parco – forse più dell’aspetto naturalistico - insieme alle tradizioni, anche

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religiose, alle feste e alle sagre - altri elementi riconosciuti come piuttosto diversificanti per

quest’area rispetto al territorio limitrofo. Il turismo di scoperta è inoltre estremamente

interessante dato che la proposta di itinerari naturalistici, gite guidate, visite a musei e centri

dedicati al patrimonio naturalistico entrano comunque a pieno titolo come attività in una

esperienza di questo tipo.

In secondo luogo la valutazione, in particolare quella di integrabilità, ha evidenziato che il

percorso di sviluppo non si dovrebbe limitare alla sola valorizzazione delle risorse ma

dovrebbe fondarsi sulla costruzione sull’integrazione vera e propria (vedi par. 5) di altri

elementi – ora assenti - a completamento dell’offerta e che si trovano però all’esterno dei

confini dell’area protetta, o, in seconda battuta, sulla costruzione di alleanze strategiche, come

quella con la costa ionica.

Anche in questo caso difficilmente la semplice analisi delle risorse avrebbe condotto a simili

conclusioni, che rappresentano senza dubbio un elemento centrale per il successo dello

sviluppo del PNAL. Proprio la valutazione di integrabilità ha fornito risultati interessanti in

merito alla dotazione dei key factors necessari per potenziare la competitività del PNAL

rispetto ai diversi prodotti/segmenti. Le possibilità con cui concretizzare queste integrazioni

sono molteplici e vanno da una semplice proposta virtuale o di informazione ad accordi più o

meno formali, con le altre aree per la creazione di concept e proposte. Ciò che è interessante

osservare è che le integrazioni vere e proprie proposte (escludendo quindi alleanze

strategiche) sono state concepite in modo da avere un carattere win-win per entrambe le parti,

in modo che il territorio del PNAL possa beneficiare dei punti di forza di altre aree, mettendo

a sua volta a disposizione i suoi elementi di vantaggio in termini soprattutto di capacità

ricettiva, anche diversificata, strutturazione e organizzazione.

È evidente che l’approccio metodologico impiegato, basato nell’ordine sulla valutazione

comparativa, di integrabilità e strategica dei prodotti, se pur con delle limitazioni – non sono

state approfondite ad esempio le modalità con cui rendere operative le integrazioni con gli

altri territori -, riduce il rischio di definire obiettivi di sviluppo poco o per nulla realistici e

basati su assunzioni e risultati parziali fondati esclusivamente su un approccio “da offerta” o

“da risorsa” e che non tengano conto delle attività e degli interessi della domanda.

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