per rilanciare l’economia - DentalAcademyAnno VIII Numero 5/2013 CONGRESSO SIDP: ELENA VARONI...

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Investire in ricerca per rilanciare l’economia La ricerca italiana in odontoiatria punta a trasferire i risultati all’industria e al tessuto economico e produttivo del Paese Anno VIII Numero 5/2013 CONGRESSO SIDP: ELENA VARONI RITIRA IL PREMIO GOLDMAN PER LA MIGLIORE RICERCA DI BASE Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue ISSN 1970-7428 GRIFFIN EDITORE www.griffineditore.it Dental Market Ricerca sui materiali Oral Care: novità dalla ricerca Meeting News 56° CONGRESSO AMICI DI BRUGG Rimini, 23-25 maggio Rimini Fiera, ingresso ovest Padiglioni espositivi: C7 - A7 - A5 Padiglioni congressuali: C5 - C2 - Auditorium LE NOVITÀ DEL CONGRESSO Proiezione in 3D dell’intervento in diretta satellitare Proiezione in HD di tutte le relazioni in sala Accreditamento ECM sia residenziale che FAD Due “quaderni di aggiornamento” in omaggio Per informazioni: Adriapoint Tel. 0541.793025 r.a. [email protected] www.amicidibrugg.it 26° CONGRESSO NAZIONALE AIO 7° CONGRESSO INTERNAZIONALE FOCUS ON DENTISTRY LA SALUTE DEI DENTI FA SORRIDERE IL TUO CUORE Alghero, 13-15 giugno Per informazioni: Aio Luisanna Porceddu [email protected] - cell. 340.2705988 www.aio.it Giampietro Farronato Laura Strohmenger Antonella Polimeni

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Investire in ricercaper rilanciare l’economiaLa ricerca italiana in odontoiatria punta a trasferire i risultati

all’industria e al tessuto economico e produttivo del Paese

A n n o V I I I N u m e r o 5 / 2 0 1 3

CONGRESSO SIDP: ELENA VARONI RITIRA IL PREMIO GOLDMAN PER LA MIGLIORE RICERCA DI BASE

Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue

ISSN 1970-7428GRIFFIN EDITORE

www.griffineditore.it

Dental Market

Ricerca sui materiali

Oral Care: novità dalla ricerca

Meeting News

56° CONGRESSO AMICI DI BRUGG

Rimini, 23-25 maggio

Rimini Fiera, ingresso ovest

Padiglioni espositivi: C7 - A7 - A5

Padiglioni congressuali: C5 - C2 - Auditorium

LE NOVITÀ DEL CONGRESSO

� Proiezione in 3D dell’intervento in diretta satellitare

� Proiezione in HD di tutte le relazioni in sala

� Accreditamento ECM sia residenziale che FAD

� Due “quaderni di aggiornamento” in omaggio

Per informazioni: Adriapoint

Tel. 0541.793025 r.a.

[email protected]

www.amicidibrugg. i t

26° CONGRESSO NAZIONALE AIO7° CONGRESSO INTERNAZIONALE

FOCUS ON DENTISTRY

LA SALUTE DEI DENTI FA SORRIDERE IL TUO CUORE

Alghero, 13-15 giugno

Per informazioni: Aio

Luisanna Porceddu

[email protected] - cell. 340.2705988

www.aio. i t

Giampietro Farronato Laura Strohmenger Antonella Polimeni

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<<3 << << PRIMA PAGINA

Nutrire la ricerca

fa crescere la pratica clinica

EDITORIALE

Paolo [email protected]

Questo è un numero di Italian Dental Journal un po’

particolare sotto il profilo dei contenuti: si parla

molto di ricerca (clinica e applicata) e di giovani ri-

cercatori. Chi pensasse che in un momento di cri-

si si debba dare più importanza all’impellenza di

problematiche strettamente professionali è in erro-

re: il momento della semina è quello più importan-

te ai fini del raccolto e la via maestra per uscire

dalla crisi è proprio quella di puntare sulla ricerca

e sull’innovazione tecnologica come unico stru-

mento disponibile per riguadagnare la competiti-

vità perduta. Sarebbe un errore chiudersi nel pro-

prio studio a “tirare la lima” (scusate il francesi-

smo) senza darsi il tempo di approfondire, studia-

re, aprirsi a nuove frontiere di cultura scientifica. La

ricerca ripaga in termini pratici.

Certamente la ricerca scientifica italiana ha biso-

gno di un futuro migliore, fatto di investimenti stra-

tegici, di programmazione, di trasparenza e di in-

centivi al merito. Ma l'Italia ha soprattutto bisogno

di ricerca scientifica produttiva e competitiva per

uscire dal declino. Nell’economia moderna l’unico

modo per avere una economia sana e in crescita è

investire in ricerca, innovazione, tecnologia ed

educazione delle generazioni future (scuola e uni-

versità).

Ecco che cosa serve: un laboratorio che ha l’obiet-

tivo di creare un nuovo modello di relazione indu-

stria-università, dove la ricerca e la conoscenza

accademica si uniscono al know how e all’espe-

rienza industriale.

Qualcosa si sta muovendo in questa direzione e ne

parleremo nel prossimo numero del giornale: alcu-

ne iniziative nascono da più di un centro d’eccel-

lenza e costituiscono senz’altro un buon modello

da imitare. Speriamo che questo accada: in gene-

rale, oggi purtroppo l’Italia riserva alla ricerca po-

co e male. Le carenze di personale, logistiche e in

generale di supporto sono croniche e fondi per i

centri che istituzionalmente sviluppano ricerca e si

confrontano a livello internazionale sono pochi.

Con la scusa del trasferimento tecnologico, ma

con le solite logiche clientelari, molti soldi vengono

erogati per iniziative discutibili – ad esempio, con-

sorzi costituiti ad hoc – che non portano poi a nes-

sun risultato.

Eppure è fuori discussione che la collaborazione

tra il mondo della ricerca e quello delle imprese è

nell'interesse di entrambe e dell'intera società.

L'Europa ha bisogno dei risultati della ricerca per

poter competere sui mercati internazionali. Da par-

te sua, anche la ricerca non può fare a meno delle

risorse aggiuntive offerte dall'industria.

Ciò premesso, spetterà poi all’odontoiatra il compi-

to di integrare nella pratica clinica la formazione

permanente, che lo informa sui risultati della ricer-

ca principalmente attraverso la letteratura scientifi-

ca e i corsi più seri. È necessario avere la capacità

e la disponibilità mentale di modificare il proprio

comportamento terapeutico in modo continuo se è

il caso, accettando di incorporare i risultati della ri-

cerca nelle proprie decisioni.

Oltre 1.600 fra odontoiatri e

igienisti dentali hanno parteci-

pato all’XVI edizione del con-

gresso internazionale della

Società italiana di parodonto-

logia (Sidp) dello scorso mar-

zo a Rimini. Il congresso ha

fatto il punto sulle nuove co-

noscenze scientifiche e tecno-

logiche che la ricerca ha reso

disponibili nel campo della

parodontologia e dell’implan-

tologia clinica e ha gettato uno

sguardo oltre lo stato dell’arte,

proponendo spunti su ciò che

verosimilmente costituirà lo

standard delle cure nei prossi-

mi anni e concentrandosi, co-

me era espressa volontà del

presidente Alberto Fonzar, sui

benefici che le nuove proposte

potranno apportare al benes-

sere dei pazienti.

«Il take home message del no-

stro evento è stato quello di

porre attenzione e seguire i

vantaggi provenienti dalle

nuove tecnologie che la ricerca

scientifica ha reso disponibile,

e che a breve potranno offrire

indubbi vantaggi alla nostra

pratica clinica – ci ha spiegato

Guerino Paolantoni, coordi-

natore della commissione edi-

toriale della Sidp –. In futuro –

continua il parodontologo –

l’obiettivo della società è quel-

lo di consolidare la nostra

“mission”: offrire ai soci un

supporto culturale essenziale

per la crescita professionale,

proponendo di volta in volta

nel susseguirsi degli eventi

scientifici che verranno orga-

nizzati temi estremamente in-

teressanti e utili, che raccolga-

no lo stesso consenso di quello

appena concluso» ci ha detto

Paolantoni, dando così ap-

puntamento alle prossime

manifestazioni scientifiche

della Società italiana di paro-

dontologia.

Premio Goldman

ai giovani ricercatori

Nell’ambito del congresso

Sidp la platea ha assistito alla

presentazione dei lavori con-

correnti al premio Goldman.

Sul palco hanno preso la paro-

la i giovani e brillanti autori

partecipanti alla selezione. I

giovani autori dei lavori pre-

sentati sono stati applauditi

non solo per la correttezza

scientifica delle ricerche, ma

anche per la chiara esposizione

e la sicurezza nel rispondere

alle numerose domande del

pubblico.

Il premio Goldman per la mi-

gliore ricerca clinica è stato as-

segnato al lavoro di Romano,

Perotto, Castiglione, Cricenti,

Mariani, Ferrarotti e Aimetti

dal titolo “Prevalenza e indica-

tori di rischio della parodonti-

te: studio epidemiologico

cross-sectional su base di po-

polazione”; il premio per la

migliore ricerca di base è an-

dato invece al lavoro dal titolo

“Costrutto multistrato in chi-

tosano per la rigenerazione

parodontale: strati funzionali

per interfaccia multi-tissutale”

di Varoni, Xu, Cochis, Chin,

Altomare, Lodi, De Nardo,

Quinn, Carrassi, Rimondini e

Cerruti.

«Il lavoro di ricerca è iniziato

un anno fa esatto alla McGill

University di Montreal, in col-

laborazione con l'università di

Milano e l’università del

Piemonte Orientale» ci ha det-

to Elena Varoni, fresca vinci-

trice del premio per la miglio-

re ricerca di base. La dottores-

sa Varoni, dopo il dottorato, ha

intrapreso l’attività di ricerca-

trice spostandosi tra Milano,

Novara e Montreal, interagen-

do con scienziati che si occu-

pano di fisica, chimica, biolo-

gia e medicina.

Biomateriale "intelligente"

per la terapia rigenerativa

La ricerca premiata da Sidp

ha per oggetto lo sviluppo di

un innovativo biomateriale

finalizzato alla terapia rigene-

rativa parodontale. Alla ricer-

ca partecipano diversi gruppi

universitari. In Canada il la-

voro di ricerca – tutt'ora in

corso – è supervisionato dalla

professoressa Marta Cerruti,

nata a Torino e oggi responsa-

bile del Biointerface Lab della

McGill University in Canada,

il laboratorio dove si è svolto

il grosso del progetto. «Qui

sviluppiamo materiali inno-

vativi per la medicina rigene-

rativa e per il rilascio farma-

cologico. Inoltre si studiano i

fenomeni che accadono al-

l'interfaccia tra le biomoleco-

le e i biomateriali» ci ha spie-

gato la dottoressa Varoni. Per

l’Italia invece sono coinvolti il

Dental Materials Lab dell’uni-

versità del Piemonte

Orientale diretto dalla profes-

soressa Lia Rimondini e il

Materials for Innovation Lab

del Politecnico di Milano gui-

dato dal professor Luigi De

Nardo. Anche questi due la-

boratori fanno ricerca nel-

l’ambito dell’ingegneria tissu-

tale biomedica e delle nano-

tecnologie.

«A livello clinico poi – ci ha

detto Elena Varoni – ho colla-

borato con il reparto di paro-

dontologia dell'unità operati-

va odontostomatologia II

dell'AO San Paolo (università

di Milano) diretto dal profes-

sor Antonio Carrassi. L’unità

operativa, articolata in diversi

ambulatori, ne ha uno dedi-

cato alla cura e prevenzione

della malattia parodontale ed

è molto attento ai progressi

più recenti della terapia rige-

nerativa parodontale. Qui la-

voro con il professor

Giovanni Lodi che, dalla lau-

rea in poi, è stato una guida a

livello di ricerca scientifica» ci

ha confidato la dottoressa

Varoni, che subito dopo la

laurea ha scelto di intrapren-

dere il percorso della ricerca,

Sidp valuta le ricadutedelle innovazioni scientificheTra i vincitori del premio Goldman al congresso della Società italiana di parodontologia spicca una ricerca per lo sviluppo di un innovativo biomateriale finalizzato alla terapia rigenerativa parodontale

> Nelle foto in queste pagine, alcuni momenti del congresso Sidp (Rimini, 14-16 marzo 2013)

L’anno prossimo la manifestazione scientifica sarà ancora a Rimini, sempre in marzo, dal 13 al 15

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4<<DENTAL PRESS <<

Igiene oralee curva glicemica

Uno studio multicentrico

sui livelli di glucosio nella

saliva offre nuovi spunti di

riflessione su tempi e modi

di un’igiene orale che sia

davvero accurata ed efficace

nel prevenire la patologia

cariosa. Questa volta, a dif-

ferenza del solito, l’attenzio-

ne non è rivolta alle mano-

vre di igiene orale ma a ciò

che accade all’interno della

nostra bocca in relazione al

metabolismo.

Alimentazione sana e corretta,

accurata igiene orale con uti-

lizzo di presidi che assicurino

una copertura antibatterica ef-

ficace e di lunga durata, anche

nelle ore notturne: queste in

sintesi le raccomandazioni che

emergono dai risultati della ri-

cerca multicentrica biennale

dal titolo “Dosaggio del gluco-

sio nella saliva”, condotta in

collaborazione fra la professo-

ressa Antonella Polimeni del-

l’università Sapienza di Roma

e il professor Giampietro

Farronato dell’università di

Milano e realizzata con il con-

tributo di Colgate.

Lo studio è stato condotto

con l’intento di misurare, in

diversi momenti della gior-

nata, le variazioni dei livelli di

glucosio nella saliva. Livelli

che, come dimostrato da pre-

cedenti studi (1-3), sono cor-

relabili con la patologia ca-

riosa. Che il glucosio sia pre-

sente nella saliva è un fatto

noto da tempo, con valori

particolarmente elevati nei

soggetti diabetici. «Ci siamo

chiesti se, oltre che nel diabe-

tico, il rapporto fra salute

orale e alimentazione è pre-

sente anche nell’individuo

normale» spiega il professor

Farronato, direttore della

scuola di specializzazione in

ortognatodonzia e presidente

del corso di laurea in igiene

dentale dell’università di

Milano.

I risultati dello studio

Ciò che emerge dall’analisi, e

che potrebbe avere interessan-

ti implicazioni sulle prescri-

zioni dei tempi delle manovre

di igiene orale, è la curva delle

variazioni dei livelli di glucosio

nell’arco della giornata.

«Abbiamo reclutato un cam-

pione statisticamente signifi-

cativo di soggetti sani, profes-

sionisti del settore e studenti

con altissima capacità di man-

tenere un’ottima igiene orale, e

abbiamo effettuato un primo

prelievo di saliva dopo un di-

giuno dalla mezzanotte prece-

dente e senza che si fossero la-

vati i denti al mattino» spiega

il ricercatore. I soggetti sono

stati quindi invitati a consu-

mare la colazione e a lavarsi i

denti. I prelievi successivi di

saliva sono stati eseguiti dopo

60, 90, 120 e 180 minuti. «Nel

primo prelievo abbiamo otte-

nuto alti valori di glucosio –

riporta Giampietro Farronato

–. Considerato che si tratta di

soggetti molto capaci di puli-

zia dentale, significa che si è

avuto un accumulo di glucosio

durante la notte, probabil-

mente arrivato attraverso la

saliva». Al secondo prelievo,

eseguito un’ora dopo aver la-

vato i denti, i livelli di glucosio

raggiungono un valore mini-

mo per poi risalire, con una

curva a campana, in coinci-

denza con il terzo prelievo e

diminuire progressivamente

nei due prelievi successivi.

Lo studio evidenzia dunque

un incremento dei livelli di

glucosio salivare anche a di-

stanza dalla colazione, in

coincidenza con l’innalza-

mento della curva di glucosio

nel sangue conseguente al

consumo del pasto. Inoltre,

mostra chiaramente un au-

mento della quantità di glu-

cosio nella saliva soprattutto

di notte, quando il flusso sali-

vare è ridotto rispetto al gior-

no e il glucosio è concentrato

nella poca saliva presente. A

ciò si aggiunge l’incremento

di glucosio coincidente con la

curva postprandiale successi-

va alla cena. «Ceniamo, ci la-

viamo i denti, ma la curva

glicemica si innalza dopo –

sottolinea l’autore dello stu-

dio –. C’è poi la brutta abitu-

dine di fare il carico alimen-

tare soprattutto la sera e di

conseguenza il fenomeno vie-

ne esaltato proprio nel mo-

mento in cui c’è meno dilava-

mento – aggiunge Farronato,

che poi ricorda come sul

mercato siano presenti alcuni

prodotti di igiene orale con-

tenenti antibatterici, come ad

esempio Triclosan, «di dimo-

strata efficacia antibatterica e

antinfiammatoria che hanno

una durata maggiore di 8 ore

grazie all’aggiunta al dentifri-

cio di un co-polimero che au-

menta la permanenza e assi-

cura il lento rilascio dei prin-

cipi attivi nel cavo orale».

La prevenzione si fonda dun-

que su corrette abitudini ali-

mentari, evitando per esempio

di alzarsi a saccheggiare il fri-

gorifero nelle ore notturne, e

su corrette misure di igiene

orale con l’utilizzo di presidi

che garantiscano una prolun-

gata copertura antibatterica.

«Ci sono dentifrici che pro-

mettono una lunga durata di

protezione, importante so-

prattutto durante la notte

quando c’è maggior accumulo

di glucosio, salivazione dimi-

nuita, abbassamento del pH e

proliferazione batterica facili-

tata – sottolinea Farronato,

che puntualizza l’importanza

della ricerca –: «si inserisce nel

contesto di un discorso più

ampio a forti basi scientifiche

in cui l’obiettivo deve essere

quello di mantenere lo stato di

salute del cavo orale, affinché

perduri per tutta vita, con im-

portanti ricadute sistemiche».

A. P.

Bibliografia

1. Pohjamo L, Knuuttila M,

Tervonen T, Haukipuro K.

Caries prevalence related to the

control of diabetes. Proc Finn

Dent Soc 1988;84:247-52.

2. Twetman S, Johansson I,

Birkhed D, Nederfors T. Caries

incidence in young type 1 dia-

betes mellitus patients in rela-

tion to metabolic control and

caries-associated risk factors.

Caries Res 2002;36:31-5.

3. Karjaleinen KM, Knuuttila

ML, Käär ML. Salivary factors

in children and adolescents

with insulin-dependent diabe-

tes mellitus. Pediatr Dent

1996;18:306-11.

I livelli di glucosio nella saliva – correlati alla patologia cariosa – raggiungono il picco a due ore dai pasti: sono i risultati di uno studio multi-centrico condotto alle università di Roma e Milano e finanziato da Colgate

> Antonella Polimeni> Giampietro Farronato

sia clinica che di base, piutto-

sto che iniziare a lavorare a

tempo pieno come libero

professionista. Una scelta non

comune in ambito odontoia-

trico.

Il progetto di ricerca è nato in

realtà nel più semplice dei

modi: «l'idea ha preso forma

durate un incontro tra me e la

professoressa Cerruti, serena-

mente sedute a un tavolino di

un bar vicino alla stazione di

Torino. Il primo schizzo è sta-

to disegnato su un tovagliolo

di carta» ricorda Elena

Varoni.

Le relazioni al congresso

Tornando ai lavori congres-

suali di Rimini, la platea ha

potuto assistere a numerose

relazioni scientifiche orienta-

te non solo a inquadrare am-

biti particolari di trattamento

ma anche a fornire consigli

pratici per interventi sicuri e

predicibili.

Tomaso Vercellotti ha aperto

i lavori del corso precongres-

suale presentando i risultati

della sua ultradecennale atti-

vità di ricerca sulle apparec-

chiature piezoelettriche fino

alle loro più recenti applica-

zioni in osteointegrazione.

Stefano Parma Benfenati e

Giuliano Maino hanno rivisi-

tato differenti protocolli ope-

rativi nel trattamento combi-

nato perio-ortodontico avva-

lendosi dello strumento pie-

zoelettrico. Francesco Cairo

ha presentato i risultati della

sua ricerca clinica applicando

la piezochirurgia al tratta-

mento parodontale osseo-re-

settivo, in alternativa alla re-

sezione classica mediante

strumenti taglienti o rotanti.

Ivo Agabiti ha proposto la so-

nochirurgia, basata sull’uti-

lizzo degli “air-scaler” in pa-

rodontologia, chirurgia orale

e implantologia come ausilio

efficiente per la semplifica-

zione del trattamento chirur-

gico avanzato e infine

Tiziano Testori ha rivisitato

la chirurgia del seno mascel-

lare alla luce della minor in-

vasività e morbilità che la

piezochirurgia sembra evi-

denziare.

Nella giornata del venerdì, i

lavori sono stati aperti dal fi-

sico Lucio Rossi, ricercatore

del Cern di Ginevra e diretto-

re del progetto Lhc che ha re-

centemente identificato il bo-

sone di Higgs, che ha accom-

pagnato il pubblico in uno

straordinario viaggio verso la

comprensione dell’infinita-

mente grande attraverso l’os-

servazione dell’infinitamente

piccolo. Una standing ovation

ha mostrato il gradimento del

pubblico anche per le sue do-

ti di grande comunicatore.

La lectio magistralis di

Kenneth Kornman applicata

alle potenzialità dei test dia-

gnostici in parodontologia ha

introdotto i temi di Daniel

Thoma, che ha illustrato i ri-

sultati di studi pre-clinici e

clinici dell’applicazione dei

fattori di crescita per la rige-

nerazione ossea, e Wolf

Grimm, che ha analizzato la

predicibilità in rigenerazione

ossea e di fibre collagene me-

diante cellule staminali. «Le

conclusioni apparentemente

deludenti di queste impor-

tanti relazioni - ha fatto nota-

re Fonzar - hanno mostrato

come sia ancora prematura

l’applicazione clinica sia di al-

cuni test genetici che dell’uso

corrente delle cellule stamina-

li in parodontologia e im-

plantologia».

La mattina del sabato era dedi-

cata ai biomateriali e ai tessuti

omologhi: Massimo Simion

ha descritto l’applicazione di

innesti eterologhi per le rico-

struzioni ossee mascellari e

mandibolari, Stephan Rebele

ha contribuito con le esperien-

ze del suo gruppo di ricerca

clinica sull’uso di sostituti di

gengiva per la ricostruzione

dei tessuti molli e Matteo

Chiapasco ha concluso i lavori

presentando recenti dati sulle

potenzialità dell’osso omologo

nelle ricostruzioni pre implan-

tari in gravi atrofie dei mascel-

lari. Anche queste relazioni

hanno mostrato le precise in-

dicazioni e i limiti delle nuove

tecniche chirurgiche, compro-

vate non soltanto dall’espe-

rienza clinica ma anche da ri-

levanti studi di ricerca.

In parallelo al congresso si è

tenuta la sessione scientifica

dedicata agli igienisti dentali

(ben 600 partecipanti), figura

professionale ormai sempre

presente nelle attività cultura-

li di Sidp. Un concetto espres-

so anche da Maurizio Tonetti,

presidente eletto della società

scientifica, che ha sottolineato

l’importanza di questa colla-

borazione nel comune obiet-

tivo di una preparazione

scientifica e culturale di alto

livello.

Andrea Peren

Nel pomeriggio di venerdì 15 marzo, nell’ambito del congres-

so della Società italiana di parodontologia (Sidp), si è aperta la

consueta sessione dedicata agli igienisti dentali. I lavori con-

gressuali, coordinati da AAnnttoonniioo RRuuppee, sono stati seguiti da cir-

ca 600 persone, testimoniando ancora una volta l’interesse di

questa professione per la cultura e la formazione scientifica in

parodontologia.

La prima relazione, “Nuove strategie nel controllo di placca

nello spazio interprossimale: dogmi ed evidenza scientifica”, è

stata di FFiilliippppoo GGrraazziiaannii, che ha aperto con una panoramica

sulla fisiologia e anatomia della zona interprossimale, oltre che

delle proprietà del biofilm batterico. Ha dimostrato quanto sia

difficile la detersione corretta per la disinfezione dell’ambiente

interdentale e quanto sia allo stesso tempo fondamentale per

queste aree. Il suggerimento per un corretto protocollo di ge-

stione dello spazio è sicuramente l’uso degli scovolini di diver-

so tipo, più maneggevoli e utilizzabili dal paziente con maggior

efficacia.

Graziani ha anche dimostrato come sia importante che il me-

dico, in prima persona, incentivi il paziente a seguire tutto ciò

che l’igienista dentale farà per il mantenimento della salute del

suo cavo orale. Solo con una sinergia tra odontoiatra e igieni-

sta si può ottenere il fine ultimo: la salute orale del paziente.

È poi salito sul palco GGiioovvaannnnii SSaammmmaarrccoo per parlare delle

nuove strategie nel controllo e nella prevenzione della carie.

Secondo l’esperto l’attuale crisi economica ha portato a un au-

mento di soggetti cariosi per il consumo di alimenti energetici

a costi più bassi. La carie è un processo infettivo e il processo

di demineralizzazione può essere reversibile ad opera del cal-

cio, per cui la presenza di fluoro rende il dente più protetto. La

carie si sviluppa per la sinergia di diversi elementi: suscettibi-

lità dell’ospite, batteri, dieta, fattori protettivi. È importante indi-

viduare i fattori di rischio, applicare i metodi di misurazione e

stadiazione in classe di rischio e applicare metodiche di modi-

fica dell’ambiente orale.

Per Sammarco oggi è necessario concentrarsi sulla diagnosi e

sulla valutazione del rischio. Dal cariogramma DMFT-P si può

ricavare un trattamento personalizzato. Nel futuro invece pro-

babilmente potremo affidarci a ceppi di mutans non cariogeni

modificati geneticamente, probiotici e vaccini anticarie.

LLuuiiggii NNiibbaallii ha fatto una disamina della terapia fotodinamica,

ipotizzandone l’uso per migliorare l’efficacia dei risultati dopo

scaling e levigatura radicolare, per evitare un ricorso eccessi-

vo agli antibiotici. La terapia fotodinamica si basa sul principio

dell’inattivazione cellulare tramite stimoli luminosi, con il van-

taggio di un effetto diretto e selettivo sui batteri e l’assenza del

rischio di determinare resistenza batterica.

L’evidenza scientifica però è relativa e non omogenea. Non ci

sono indicazioni soddisfacenti e i dati clinici non sono ancora

incoraggianti. Gli studi sono pochi e i protocolli non sono an-

cora definitivi. In futuro la fotodinamica potrà rappresentare

un'alternativa?

La giornata del sabato è stata aperta dal professor KKeennnneetthh

KKoorrnnmmaann, che ha relazionato sui fattori genetici in parodonto-

logia. Il docente ha iniziato con un interrogativo: si può dimo-

strare che chi ha la placca è più esposto alla parodontopatia?

Diversi studi dimostrano la differenza enorme tra la malattia

causata dalla placca e la gravità della malattia, che invece è

data dalla differenza genetica. I batteri sono essenziali per

avere una parodontopatia ma la diversità è data della geneti-

ca, quindi dalla risposta immunitaria. Ciò spiega come in pa-

zienti che hanno accumuli di batteri maggiori di altri possano

non sviluppare una parodontite più grave di altri. Il tutto poi è

condizionato dall’ambiente.

L’indirizzo futuro della prevenzione sarà sicuramente costituita

da medicina predittiva, prevenzione e prevenzione personaliz-

zata e la professione dell’igienista sarà insostituibile.

KKaajjssaa HH.. AAbbrraahhaammssssoonn si è concentrata sulle strategie per la

gestione del comportamento del paziente per migliorare la sa-

lute orale. L’esperta ha riferito come secondo diversi studi gli

interventi educativi tradizionali sui pazienti si siano dimostrati

efficaci nel ridurre placca e gengivite a breve termine, ma gli

effetti a lungo termine sul comportamento di questi interventi

rimangono dubbi.

I fattori che possono incidere sulla determinazione del pazien-

te a seguire l'igiene e la prevenzione sono l'età, il sesso, la per-

sonalità, i fattori cognitivi, il sostegno sociale, la cultura, la

complessità del trattamento e il suo costo economico. Il coun-

seling è fondamentale per il successo della terapia ma per ri-

sultare efficace deve essere personalizzato.

Ha concluso i lavori l’intervento di CClleelliiaa MMaazzzzaa, che ha messo

in evidenza che al di là della patologia, nel percorso terapeu-

tico esiste un forte legame emozionale di cui l’igienista deve

tener conto per essere efficace nello svolgimento della sua

professione. L’igienista deve prendersi cura dell’insieme del

suo paziente, intervenendo su fumo, ipertensione, adiposità,

alcol, ipercolesterolemia, diabete, scarsa attività fisica.

L'adesione del paziente alla terapia è il punto critico per l'igie-

nista dentale; non è più sufficiente la compliance: è fondamen-

tale l'adesione a un programma che insieme si deve portare

avanti fino all'obiettivo prefissato. E lavorare a un obiettivo co-

mune significa ascoltare il paziente e condividere le sue pro-

blematiche di salute.

Gli strumenti educazionali dell’igienista sono la comunicazione

e la relazione “partecipata”, che possono essere rafforzati da

un approccio ispirato alla “medicina narrativa”, in cui si consi-

derano tutti gli aspetti che caratterizzano la persona e influi-

scono, più o meno direttamente, sullo stato della malattia e del

mantenimento della salute.

La sessione igienisti dentali al congresso Sidp

<< DENTAL PRESS5 <<

Page 4: per rilanciare l’economia - DentalAcademyAnno VIII Numero 5/2013 CONGRESSO SIDP: ELENA VARONI RITIRA IL PREMIO GOLDMAN PER LA MIGLIORE RICERCA DI BASE ... Con la scusa del trasferimento

Xilitolo come presidioper prevenire la carieIl più grande studio italiano sul chewing gum allo xilitolo ne conferma l’efficacia nella riduzione del rischio relativo di contrarre nuove carie. La carie in Italia colpisce l’80% della popolazione tra i 19 e i 25 anni

Sono stati presentati nel corso

di una conferenza stampa i ri-

sultati del più importante e

completo studio italiano sul-

l’utilizzo del chewing gum

contenente xilitolo come stru-

mento integrativo per la pre-

venzione dalla carie. Lo studio

è stato realizzato dall’univer-

sità di Milano con il proprio

Centro di collaborazione Oms

per l’epidemiologia e l’odon-

toiatria di comunità e l’Istituto

di clinica odontoiatrica dell’u-

niversità di Sassari, con il par-

ziale supporto di Perfetti Van

Melle, che ha fornito il soste-

gno all’iniziativa nell’ambito

del proprio impegno per la ri-

cerca scientifica.

Lo studio presentato da Laura

Strohmenger – professore or-

dinario all’università di

Milano e coordinatore del

progetto ministeriale di speri-

mentazione territoriale di un

programma integrato di oral

health – è durato complessiva-

mente due anni e mezzo e si è

concluso nel 2011. I primi ri-

sultati dello studio sono stati

pubblicati su Caries Research

nel 2009, mentre i risultati

conclusivi sono stati pubblica-

ti su Clinical Oral Investigation

(Campus G, Cagetti MG, Sale

S, Petruzzi M, Solinas G,

Strohmenger L, Lingström P.

Six months of high-dose xyli-

tol in high-risk caries subjects-

a 2-year randomised, clinical

trial. Clin Oral Investig 2013

Apr; 17(3):785-91).

Il disegno dello studio

Lo studio è stato condotto

su 176 bambini di età com-

presa fra i 7 e 9 anni iscritti

alle scuole elementari di

Sassari, risultati selezionati

come ad alto rischio di carie

e con elevata concentrazione

di mutans streptococchi.

Sono stati divisi in due

gruppi: i bambini del primo

(gruppo xilitolo) hanno ma-

sticato chewing gum senza

zucchero contenenti xilitolo,

mentre quelli del secondo

(gruppo controllo) hanno

masticato chewing gum sen-

za zucchero non contenenti

xilitolo. L’introduzione del

chewing gum in entrambi i

gruppi è stata in aggiunta al-

le pratiche fondamentali di

igiene orale, cioè l’uso di

spazzolino e dentifricio, sen-

za il cambiamento degli stili

alimentari. La somministra-

zione controllata di chewing

gum è durata 6 mesi, duran-

te i quali i bambini del pri-

mo gruppo hanno assunto

circa 11g di xilitolo al gior-

no. Alla fine del periodo di

masticazione, i bambini del

gruppo xilitolo avevano me-

no streptococchi nella saliva

e una placca con minore ca-

pacità di generare acidi.

Terminati i primi sei mesi, la

prevenzione della carie è

stata affidata ai singoli pa-

zienti, mediante l’uso di

spazzolino e dentifricio al

fluoro. Dopo due anni – un

tempo sufficiente per lo svi-

luppo della carie – è stato

deciso di richiamare i bam-

bini per una visita di con-

trollo finale. Tramite dei

questionari trimestrali è sta-

to possibile determinare che

i due gruppi, partiti con una

condizione del cavo orale

identica, sono rimasti com-

parabili nel corso di tutto il

periodo dello studio per

pratiche di prevenzione e

abitudini alimentari. L’unica

differenza sostanziale è stata

la masticazione di chewing

gum con o senza xilitolo per

i primi sei mesi.

Durante la visita finale è sta-

ta valutata la progressione

delle carie, che sono state

quantificate e classificate in

base alla gravità. Le carie

chiamate “a livello D1-D2”,

che interessano solo lo smal-

to, sono state identificate e

raggruppate come carie del-

lo smalto. Le carie “a livello

D3”, che interessano anche

la dentina, sono state identi-

ficate come lesioni cariose.

I risultati

della sperimentazione

Dai risultati è emerso che i

bambini del gruppo xilitolo

avevano sviluppato molte

meno carie rispetto al grup-

po controllo, sia a livello di

smalto che a livello di denti-

na.

Ecco i numeri: nel gruppo

controllo, il 16,66% dei

bambini aveva sviluppato

nuove carie dello smalto,

mentre per il gruppo xilitolo

questo valore era del 2,86%.

E ancora, il 10,26% dei bam-

bini del gruppo di controllo

aveva nuove lesioni cariose;

nel gruppo xilitolo, invece,

l’incremento è stato solo

dell’1,43%.

Questi risultati hanno per-

messo di evidenziare un da-

to particolarmente impor-

tante: una riduzione di ri-

schio relativo di contrarre

nuove carie pari all’82% per

il gruppo xilitolo rispetto al

gruppo controllo.

«Sulla base dei risultati di

questo studio siamo sempre

più convinti che l’utilizzo di

chewing gum con xilitolo sia

un efficace e poco costoso

strumento preventivo nei

confronti del rischio carie –

ha commentato Laura

Strohmenger –. La preven-

zione deve essere svolta in

ogni luogo, a casa, come a

scuola e al lavoro. Il risultato

di questo studio, che è stato

svolto in condizioni di vita

reali, dà indicazioni utilizza-

bili da tutti nella vita di ogni

giorno» ha concluso la ricer-

catrice.

Lo xilitolo è un edulcorante

di origine vegetale utilizzato

nel chewing gum come so-

stituto dello zucchero.

Questo ingrediente fa parte

della famiglia dei polialcoli,

sostanze non cariogene che

hanno la peculiarità di non

essere fermentate dai batteri

del cavo orale e, quindi, non

consentono la formazione

degli acidi che corrodono lo

smalto. A differenza degli al-

tri polialcoli, lo xilitolo è

considerato anche cario-

protettivo perché svolge

un’azione specifica contro

gli streptococchi del gruppo

mutans, batteri collegati allo

sviluppo della carie.

Il quadro epidemiologico

La divulgazione dei risultati

dello studio è stata precedu-

ta dall’intervento del dottor

Fabrizio Oleari, capo del

Dipartimento della sanità

pubblica e dell’innovazione

del ministero della Salute,

che si è particolarmente sof-

fermato sulla descrizione

analitica della situazione

dell’odontoiatria in Italia e

in altri paesi europei. Lo

stesso, inoltre, ha riferito del

contributo che il dicastero

della salute sta fornendo in

questi anni per migliorare lo

stato di salute orale dei no-

stri concittadini, specie at-

traverso azioni progettuali

di prevenzione portate avan-

ti in collaborazione con di-

verse realtà universitarie na-

zionali. La maggior parte di

tali iniziative vedono il coin-

volgimento degli individui

in età evolutiva, poiché si è

visto come le azioni di pro-

mozione della salute orale

impostate nei primi anni di

vita consentono l’instaurarsi

di abitudini personali dura-

ture nel tempo.

La diffusione della cultura

della prevenzione e la pro-

mozione di idonee e scienti-

ficamente provate misure di

prevenzione sono stati gli

argomenti presi in conside-

razione dal dottor Michele

Nardone, dirigente medico

del Dipartimento della sa-

nità pubblica e dell’innova-

zione del ministero della

Salute. L’esperto ha disegna-

to il quadro epidemiologico

nel nostro Paese delle malat-

tie più tipiche del cavo orale:

carie, malattia parodontale,

edentulismo, cancro della

bocca.

In relazione alla malattia ca-

riosa, i dati evidenziano che

a 4 anni di età il 20,61% de-

gli individui presenta lesioni

cariose in atto; a 12 anni, il

43,99% dei soggetti è affetto

da carie, con un aumento

della stessa al crescere del-

l’età. Tutto ciò conferma il

dato secondo il quale tale

malattia rappresenta la pa-

tologia cronica più frequen-

te, specie nei paesi a più ele-

vato reddito come l’Italia,

concentrandosi particolar-

mente nelle fasce più deboli

della popolazione.

A. P.

> Laura Strohmenger

COLLUTORIO «RAGGIUNGE IL 100% DELLE SUPERFICI DELLA BOCCA»

Un’accurata igiene orale quotidiana è di fondamentale impor-

tanza nella prevenzione e nel mantenimento della salute ora-

le. Tuttavia, dai risultati di un studio americano pubblicati sulla

rivista General Dentistry, uno spazzolamento accurato e l’uso

regolare del filo interdentale da soli non sarebbero in grado di

eliminare completamente la totalità dei batteri presenti nel ca-

vo orale.

Secondo CChhrriissttiinnee AA.. CChhaarrlleess, autrice della ricerca e direttore

scientifico di Johnson & Johnson Consumer Healthcare

Research & Development, l'utilizzo di un collutorio antibatteri-

co due volte al giorno, in aggiunta alla normale prassi di igie-

ne quotidiana, può significativamente ridurre l'insorgenza di

placca e gengivite, bloccando il degenero di stati infiammato-

ri allo stadio iniziale in forme di patologie parodontali più avan-

zate.

La spiegazione è semplice, afferma la ricercatrice, in quanto

«il collutorio è in grado di raggiungere quasi il 100% delle su-

perfici della bocca, mentre l’azione dello spazzolino si con-

centra sui denti, che costituiscono solo il 25% della bocca».

L’indagine, della durata di sei mesi, ha coinvolto 139 adulti in

cui era stata riscontrata la presenza di placca e gengivite di

entità lieve o moderata. I soggetti sono stati suddivisi in due

gruppi.

I membri del primo gruppo hanno seguito un programma di

igiene orale con spazzolino da denti seguito da risciacqui con

collutorio antibatterico per due volte al giorno, mentre i mem-

bri del secondo gruppo hanno seguito il medesimo program-

ma utilizzando un collutorio placebo.

I risultati mostrano che il gruppo che si è sottoposto alla cura

con un collutorio antibatterico ha ridotto lo sviluppo di placca

fino al 26,3%. Inoltre, lo stesso gruppo ha mostrato una dimi-

nuzione del 20,4% dei casi di gengivite.

Al termine dei sei mesi dello studio, quasi il 100% dei parteci-

panti che avevano utilizzato il collutorio antibatterico ha mo-

strato una riduzione della gengivite, mentre solo il 30% del

gruppo che ha utilizzato il collutorio placebo ha manifestato ri-

sultati simili.

RRaacchheellee VViillllaa

Charles CA, McGuire JA, Qaqish J, Amini P. Increasing antipla-

que/antigingivitis efficacy of an essential oil mouthrinse over time:

an in vivo study. Gen Dent 2013 Jan-Feb;61(1):23-8.

6<<DENTAL PRESS <<

Page 5: per rilanciare l’economia - DentalAcademyAnno VIII Numero 5/2013 CONGRESSO SIDP: ELENA VARONI RITIRA IL PREMIO GOLDMAN PER LA MIGLIORE RICERCA DI BASE ... Con la scusa del trasferimento

<< FOCUS ON9 <<FOCUS ON << 8<<

Compositi: una lineadi ricerca molto attivaSono molte le linee di indagine aperte e altrettanto numerose sono le indicazioni che scaturiscono dalla pratica clinica, ma che ancora cercano una validazione scientifica dalla ricerca sui materiali per restauro

Ci sono pochi dubbi sul fatto

che i compositi abbiano lette-

ralmente rivoluzionato le pos-

sibilità restaurative dell’odon-

toiatria: pensionare prima i ce-

menti al silicato e poi l’amal-

gama è stato come saltare due

ere geologiche per i dentisti e

due ere cosmetiche per i pa-

zienti. Oggi, tuttavia, a quasi

sessant’anni dal famoso arti-

colo di Michael Buonocore

sulla mordenzatura dello

smalto, questi materiali conti-

nuano a soffrire alcune impor-

tanti limitazioni. Contrazione

volumetrica, durezza non

sempre sufficiente, residui di

monomero non polimerizzato

sono alcuni dei problemi sui

quali l’industria e la ricerca cli-

nica sono più concentrate, se-

guendo le indicazioni degli

studi sulla longevità dei re-

stauri.

Un’ampia rassegna di tutti

questi problemi si trova in un

denso articolo pubblicato po-

co più di un anno fa da due

chimici e un biologo dell’uni-

versità del Colorado (Cramer

NB, Stansbury JW, Bowman

CN. Recent advances and deve-

lopments in composite dental

restorative materials. J Dent Res

2011 Apr;90(4):402-16).

Una relazione a tre

La buona durata di un restau-

ro estetico dipende dalla paci-

fica convivenza di tre partner:

la resina polimerizzabile, il

riempitivo (filler) e l’interfac-

cia resina-riempitivo. La resina

è composta da singole unità

(monomeri) che formano una

struttura con elevato numero

di legami tra le unità (cross-

link) sotto l’azione di una spe-

cifica fonte luminosa che agi-

sce da catalizzatore della rea-

zione. Il riempitivo apporta al-

cune qualità tra cui: radiopa-

cità, riduzione della contrazio-

ne post-polimerizzazione me-

diante riduzione della frazione

resinosa, aumento del modulo

di elasticità. Infine l’interfac-

cia: solitamente una molecola

silanica (silicio + idrogeno)

fissata sul riempitivo inorgani-

co che con i suoi forti legami

covalenti fa da ponte con la

componente polimerizzabile

organica.

All’interno dei materiali com-

positi, la reazione di fotopoli-

merizzazione coinvolge i mo-

nomeri di dimetilacrilato che

si legano tra loro con un com-

plesso intreccio di cross-link

attraverso tre fasi: iniziazione,

propagazione e terminazione.

Per quanto riguarda la cinetica

della polimerizazione, evitan-

do i dettagli che imporrebbero

frustranti tentativi di ricordare

i contenuti dei primi esami

universitari, i particolari più

interessanti per la clinica sono

riportati nel box in questa pa-

gina.

Lo stress da contrazione

La fotopolimerizzazione, pur-

troppo, ha un pessimo effetto

collaterale capace di deforma-

re la struttura dentale, indurre

microfratture e ridurre l’ade-

sione. È lo stress da contrazio-

ne che deriva da una compli-

cata interazione tra viscosità

della resina, riduzione volu-

metrica, velocità di reazione,

evoluzione del polimero e altri

parametri che insieme forma-

no un beffardo cubo di Rubik:

se ne muovi uno, li sposti tut-

ti. In sostanza, è il padre di tut-

ti i problemi che si presentano

alla poltrona.

Ma di quanto effettivamente si

contrae un composito appena

indurito? i dati disponibili di-

cono tra 1 e 5%; non è poco

per un restauro di pochi milli-

metri cubici ma, curiosamen-

te, mancano conferme della

relazione tra contrazione e ri-

sultati clinici. In altre parole,

non c’è prova diretta che a una

maggiore contrazione segua

un maggiore rischio di insuc-

cesso. Resta però un dato che

non mostra variazioni da

vent’anni: il primo motivo per

sostituire un restauro in com-

posito è la carie secondaria.

Tre sono essenzialmente le

strategie seguite per dimi-

nuirne l’impatto: modificare

il punto di gel agendo su tem-

pi e modalità di polimerizza-

zione, modificare la densità

dei monomeri o dei gruppi

funzionali, modificare il mec-

canismo di polimerizzazione

basato sui radicali. Un aiuto

in questo senso potrà venire

anche dai nuovi riempitivi di

grandezza nanometrica a

struttura fibrosa.

Il fotone e il chinone

Nei laboratori qualcuno non

ha dimenticato i primi eroici

compositi pasta-pasta e stu-

dia ancora la polimerizzazio-

ne non attivata dalla luce che,

però, ha l’irrinunciabile van-

taggio di concedere tutto il

tempo necessario alla model-

lazione. Qualcun altro rim-

piange gli ultravioletti perché

la minore energia della luce

visibile limita la scelta dei

reagenti che innescano la rea-

zione e impone sistemi mul-

ticomponenti, come il noto

canforochinone-amina ter-

ziaria.

La ricerca in questo campo si

concentra su alcune aree chia-

ve: efficacia della reazione di

innesco, sintonia tra reagente e

fonte luminosa (assorbimento

della luce), riduzione di sotto-

prodotti colorati, riduzione

della tossicità delle amine ter-

ziarie. L’importanza di tutto

ciò è aumentata dal fatto che il

canforochinone è diventato

punto di riferimento anche

per le lampade a Led: infatti, il

loro spettro di emissione è fat-

to su misura per la lunghezza

d’onda di 468 nm che rappre-

senta il suo picco di assorbi-

mento della luce.

Filler

Quello dei riempitivi è un set-

tore molto promettente per il

miglioramento dei compositi,

come hanno dimostrato gli

ultimi anni. Qualità, distribu-

zione e superficie dei filler so-

no oggetto di intense ricerche,

stimolate ancor più dalle tec-

nologie “nano” che produco-

no un enorme cambiamento

delle proprietà fisiche del ma-

teriale, non paragonabile a

quello indotto dai riempitivi

di tipo “micro”. I nanofiller

sono composti da particelle di

grandezza compresa tra 5 e

100 nanometri che portano a

un enorme aumento della su-

perficie complessiva del riem-

pitivo e a un ispessimento

della consistenza del compo-

sito. Tra le proprietà che più

risentono dei nanofiller vi è la

resistenza all’abrasione che

aumenta significativamente.

Tra i nuovi nanoriempitivi vi

è una varietà di monomeri

ibridi organici/inorganici e di

prodotti silanici; di questi ul-

timi sono stati provati sia le

versioni porose sia quelle non

porose che in associazione si

sono dimostrate le migliori

per rinforzare le qualità mec-

caniche del composito.

Oltre alla composizione e alla

grandezza, anche la superficie

dei filler è oggetto di numero-

se ricerche con un obiettivo

sopra tutti: ridurre l’energia di

superficie e, in questo modo,

ridurre anche consistenza e

idrofilia del composito au-

mentando contemporanea-

mente la dispersione del filler

nella resina. Da questa pre-

messa sono partite le numero-

se indagini su trattamenti di

superficie alternativi a quello

finora più in voga basato sul-

l’uso di MPS (metacrilossipro-

piltrimetossisilano).

Un discorso a parte meritano,

infine, i filler con proprietà ca-

rioprotettive, come la combi-

nazione di fosfato calcico con

fibre ultrafini di nitruro di sili-

cio che conferisce al composi-

to anche buone qualità mecca-

niche.

Qualche consiglio pratico

Jack Ferracane si occupa di

compositi da trent’anni e diri-

ge il dipartimento di conserva-

tiva della Oregon University a

Portland. Il suo articolo

“Placing dental composites: a

stressful experience”, pubblica-

to nel 2008, è pieno di buoni

consigli contro lo stress da

contrazione. Il primo rimane

quello della stratificazione

progressiva del composito che

si basa su buone fondamenta

logiche pur non avendo una

solida dimostrazione scientifi-

ca, una tara dovuta alla pre-

senza di tante variabili opera-

tore-dipendente non facil-

mente controllabili.

Vi è però almeno la certezza

che il materiale si contrae in

direzione centripeta, conside-

rando periferia la superficie li-

bera e centro la parete dentale

alla quale aderisce. Perciò au-

mentando la superficie libera,

si limita lo stress oltre che assi-

curare una migliore penetra-

zione della luce. Per ridurre lo

stress qualche autore consiglia

un sottofondo di cemento ve-

tro-ionomero o di resina non

riempita che, essendo meno

duri, assorbirebbero la forza di

contrazione. Un effetto analo-

go ci si può aspettare con un

sottofondo di composito

“flow” a patto che abbia una

bassa rigidità e dall’uso di liner

con caratteristiche gommose,

consigliati da alcuni autori.

Per quanto riguarda tempi e

modalità di uso della luce po-

limerizzante, Ferracane sostie-

ne che non è ancora possibile

dare consigli sicuri, anche se il

presupposto logico è ben sal-

do: evitare una polimerizza-

zione troppo veloce.

Fondamentalmente sono tre i

sistemi proposti: quello del-

l’aumento progressivo dell’ir-

radiazione luminosa, quello a

gradino (“step”: prima al mi-

nimo per 10 secondi poi al

massimo) e quello ritardato

(“pulse delay”: al minimo per

5 secondi, pausa di alcuni mi-

nuti e poi al massimo). I ri-

sultati in laboratorio, tutta-

via, non sono concordi e an-

che quelli clinici non vanno

molto meglio, come confer-

ma un recente articolo di au-

tori italiani (Poggio C,

Lombardini M, Gaviati S,

Chiesa M. Evaluation of

Vickers hardness and depth of

cure of six composite resins

photo-activated with different

polymerization modes. J

Conserv Dent 2012 Jul;

15(3):237-41).

Cosma Capobianco

GLI ASPETTI CRITICI DELLA FOTOPOLIMERIZZAZIONE

AAuuttooaacccceelleerraazziioonnee

Al termine della reazione la concentrazione di radicali liberi

aumenta e accelera la velocità di reazione. Questo permet-

te l’indurimento in tempi clinicamente accettabili

VVeettrriiffiiccaazziioonnee

Verso la fine della reazione la sua velocità rallenta e causa

l’accumulo di metacrilati liberi

GGeell PPooiinntt

È il momento in cui inizia a formarsi il gel; è fondamentale per

limitare lo stress da contrazione

PPuunnttoo ddii vveettrriiffiiccaazziioonnee

È il momento in cui il polimero inizia a diventare vetroso e ad

assumere le sue proprietà fisiche definitive

EEtteerrooggeenneeiittàà

Il polimero finale è molto eterogeneo per via dei microgel e dei

metacrilati liberi che possono essere più reattivi di quelli inizia-

li. L’eterogenetià contribuisce alla variazione dell’indice di rifra-

zione che aumenta la traslucenza indotta dal riempitivo

A SETTEMBRE CON ITALIAN DENTAL JOURNAL

Italian Oral Hygiene, supplemento dedicato a prevenzione e igiene orale

Italian Dental Journal pubblicherà il prossimo settembre la prima uscita di un fasci-

colo – supplemento al giornale – di 16 pagine in grande formato dedicato alla pre-

venzione e all’igiene orale. Si chiamerà IIttaalliiaann OOrraall HHyyggiieennee e sarà rivolto agli igieni-

sti dentali, ma anche agli odontoiatri, consapevoli di poter migliorare il futuro della

professione solo attraverso una pratica clinica di prevenzione odontoiatrica di qua-

lità, attenta alle evidenze scientifiche sempre più rivolte alla valutazione delle nuove

tecnologie e dedicate alla prevenzione.

La direzione scientifica del progetto è affidata a GGiiaannnnaa MMaarriiaa NNaarrddii, ricercatore

dell’Università di Roma Sapienza e direttore del master di I livello in tecnologie avan-

zate nelle scienze di igiene orale.

Sul primo numero della pubblicazione si potranno leggere le ultime notizie internazio-

nali dall’IFDH - International Federation of Dental Hygienist, la rubrica “interviste pa-

rallele”: l’igiene orale e le sue prospettive professionali nell’ottica dell’igienista in start

up e dell’igienista affermato, gli eventi dell’igiene professionale con news associati-

ve e sindacali e poi i materiali, gli strumenti, la ricerca e l’innovazione nella profes-

sione. Il cuore centrale di IIttaalliiaann OOrraall HHyyggiieennee sanno però i lavori scientifici sulle nuo-

ve tecnologie e l’igiene orale, a cura dei docenti del master in tecnologie avanzate

nelle scienze di igiene orale della Sapienza di Roma.

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<< FOCUS ON11 <<FOCUS ON << 10<<

Nuove prospettiveper l’odontoiatria esteticaCome i trattamenti della medicina estetica possono cambiare l’approccioal paziente e i contenuti della prima visita. L’offerta di una nuova gammadi servizi può dare nuovo impulso alla vita dello studio odontoiatrico

Dottor Costa, come e quando

è maturata la decisione di am-

pliare l’offerta dei servizi pro-

posti dal suo studio odontoia-

trico, introducendo i tratta-

menti ai tessuti periorali?

Lo racconto sempre, la scintil-

la che mi ha portato a questa

decisione è legata a un episo-

dio simpatico. Più di dieci an-

ni fa, al termine di un lungo e

complesso trattamento prote-

sico, una mia paziente guar-

dandosi allo specchio mi chie-

se se avessi potuto fare qualco-

sa per le sue labbra e per le

bruttissime rughe che le con-

tornavano: «E ora, queste lab-

bra me le lascia così?».

Non era la prima volta che i

miei pazienti mi facevano do-

mande di questo tipo, ma la

sua insistenza mi stimolò e

incuriosì. Partecipai ad alcuni

congressi di medicina e chi-

rurgia estetica e rimasi subito

colpito e affascinato da quelle

specialità mediche, tanto che

da lì sarebbe cominciata una

vera “rivoluzione” nel mio la-

voro. Frequentai corsi dove si

spiegava l’utilizzo di materia-

li per me nuovi come i filler, i

peeling, i rivitalizzanti; altri

ancora, tematici, che riguar-

davano per esempio l’estetica

del viso, l’alimentazione, l’in-

vecchiamento, la medicina

termale e la psicologia. Erano

tutti rivolti a medici generici,

dermatologi, chirurghi pla-

stici, naturalmente non a

dentisti.

Inoltrarmi in quel mondo mi

permise di fare valutazioni

che prima mi erano sfuggite.

Perché alcune persone deside-

ravano modificare l’aspetto

della propria pelle, del proprio

viso? Era ricerca di particolari

effimeri o voglia di attenzione,

voglia di star bene? E ancora,

dove si collocava la medicina

estetica rispetto alle altre spe-

cialità mediche?

Il seguito mi portò molto lon-

tano, alla scoperta di un ap-

proccio diverso alla persona.

Scelsi una delle due scuole ri-

conosciute di medicina esteti-

ca e iniziai un percorso qua-

driennale che mi avrebbe dato

la preparazione necessaria per

poter introdurre nel giusto

modo queste nuove teorie e

tecniche nella mia attività.

Sono stati anni che hanno

cambiato profondamente la

mia vita, l’ambiente di lavoro

e l’approccio ai pazienti.

Conoscere, capire, studiare,

padroneggiare materiali e

strumenti nuovi focalizzan-

domi soprattutto sul viso,

questo è stato il valore aggiun-

to che ha modificato e miglio-

rato la mia professione.

In seguito all’introduzione

dei trattamenti di medicina

estetica, è stato necessario in-

tervenire apportando modifi-

che alla struttura del suo stu-

dio e alla preparazione dello

staff?

Fin da subito mi sono reso

conto che questa mia nuova

esperienza doveva essere tra-

smessa e condivisa, con il mio

staff, per esempio, e con i miei

pazienti in incontri dedicati.

Il risultato è stato entusia-

smante: tutti erano d’accordo

sul fatto che le terapie del pe-

riorale potessero rientrare tra

le proposte dello studio denti-

stico. Non solo odontoiatria

intraorale quindi, ma atten-

zione al viso, ai tessuti perio-

rali, ai bisogni e aspettative del

paziente per dare e creare be-

nessere.

Un nuovo modo di concepire

l’odontoiatra, ma anche un

nuovo modo di affrontare la

mia professione. La mia prima

visita è cambiata, diventando

un'importante e strategica

possibilità di ascolto e cono-

scenza, l'inizio di un rapporto

esclusivo e di una proposta te-

rapeutica di più ampio respi-

ro, la possibilità di instaurare

con i pazienti un rapporto di-

verso fin dal primo momento.

Anche il personale del mio

staff ha sentito un’esigenza di

cambiamento, chiedendomi

di potermi affiancare in questi

nuovi trattamenti, informan-

dosi per saperne di più, fre-

> Ezio Costa è docente al master

di II livello "Estetica dei tessuti

orali e periorali in odontoiatria"

dell’università di Padova ed è

presidente della Perioral and

Oral Integrated Esthetic Science

International Society (Poiesis -

www.poiesisweb.eu)

quentando corsi e infine chie-

dendo di essere trattato a sua

volta.

Quello che operiamo è un

cambiamento che parte da

noi. Dobbiamo cominciare a

pensare diversamente: se vo-

gliamo essere efficaci nel tra-

smettere un nuovo messaggio

dobbiamo crederci fortemen-

te e dobbiamo essere convinti

che questi aspetti, questo ap-

proccio, questa odontoiatria ci

appartengono interamente.

Sarà un nuovo business? Sì, il

risultato economico è sicura-

mente un "effetto collaterale

positivo". È evidente, peraltro,

che l’odontoiatria intraorale

mantiene il ruolo centrale del-

lo studio. Occuparci del perio-

rale migliora concretamente

la gratificazione dei nostri pa-

zienti, il loro grado di apprez-

zamento delle terapie ricevute

e di conseguenza il rapporto

con il nostro lavoro.

Il risultato sarà eccezionale, ci

meraviglieremo di quello che

sta succedendo perché tutto

quello che ci sta attorno avrà

una collocazione completa-

mente diversa, una luce diver-

sa. Tutto ci apparterrà in una

nuova dimensione, più com-

pleta. Se ne renderanno conto

gli stessi pazienti, veri media-

tori del cambiamento, insieme

con le persone che lavorano

con noi.

Qual è il trattamento estetico

del viso attualmente più ri-

chiesto? In che cosa consiste e

quali sono le sostanze o le

tecnologie utilizzate per que-

sto trattamento?

La richiesta più diffusa è

quella di sostenere e miglio-

rare i tessuti cutanei, per re-

cuperare quell’equilibrio e

quell’armonia che si sono

persi invecchiando.

L’invecchiamento, l’azione

del sole, le abitudini alimen-

tari, i problemi di salute, la

perdita di tono e di elasticità

della pelle comportano con il

passare degli anni un’altera-

zione delle proporzioni e del-

le forme del nostro viso: per-

dita di tono, perdita di volu-

me generale di zigomi, guan-

ce e labbra e comparsa di ru-

ghe perlopiù mimiche, segno

della diminuita elasticità.

Un ottimo effetto fisico volu-

minizzante aggiunto a un ef-

fetto biologico stimolante

della cute si possono ottenere

con i nuovi filler biorivolu-

metrici, prodotti iniettabili a

base di acido ialuronico.

I biorivolumetrici raggiungo-

no questo obiettivo aumentan-

do al massimo l’azione combi-

nata tra le proprietà dell’acido

ialuronico reticolato (il classico

filler) e quelle dell’acido ialuro-

nico libero (il classico rivitaliz-

zante), generando stimolo re-

cettoriale a livello dermico sui

fibroblasti e ipodermico sulle

cellule mesenchimali (che

mantengono elevata capacità

riproduttiva e possono diffe-

renziarsi in diversi tessuti) e

sulle cellule adipocitarie.

I risultati consistono nell’im-

mediato ripristino dei volumi

e nel miglioramento della

struttura tissutale, da cui de-

rivano un aspetto superficiale

cutaneo più disteso, idrata-

zione, tonicità, maggiore ela-

sticità e microcircolazione. In

sintesi, un ottimo effetto fisi-

co voluminizzante, aggiunto a

un effetto biologico stimolan-

te sui recettori cellulari.

Un altro trattamento molto

richiesto consiste nell’utiliz-

zare la tossina botulinica per

modulare la forza dei muscoli

mimici e scheletrici dell’arti-

colazione temporo-mandibo-

lare. Oltre ai dimostrati risul-

tati estetici, come l’attenua-

zione delle rughe, l’uso della

tossina botulinica rappresen-

ta un importante supporto al-

la terapia classica dei dolori

cranio-facciali e delle para-

funzioni.

In base alla sua esperienza,

quali consigli si sente di dare a

un odontoiatra che decida di

dedicarsi anche al trattamen-

to estetico del terzo inferiore

del viso? Quale percorso for-

mativo consiglierebbe di se-

guire?

Dopo più di dieci anni da

"quella domanda" la mia espe-

rienza diventa un’importante

occasione di formazione gra-

zie anche alla sinergia di quan-

ti, insieme a me, vedono un

nuovo orizzonte in odontoia-

tria. Cinque anni fa l’univer-

sità di Padova, istituendo il

primo master di II livello in

estetica dei tessuti orali e pe-

riorali per gli odontoiatri –

dove coordino e insegno –, ha

dato il primo importante se-

gnale.

Nel 2009, con un gruppo di

colleghi, abbiamo fondato la

società scientifica Poiesis

(Perioral and Oral Integrated

Esthetic Sciences International

Society) con la quale si è volu-

to dare stimolo alla ricerca e

alla cultura dell'estetica inte-

grata del viso e del sorriso, sti-

moli che confluiranno anche

quest’anno nel congresso in-

ternazionale PrimaVera

Poiesis (Verona, sabato 13

aprile).

A maggio 2012 inoltre, è parti-

to un grande e prestigioso pro-

getto Poiesis-Andi per infor-

mare e iniziare a formare tutti

i dentisti italiani sull'utilizzo

dei filler attraverso un percor-

so di formazione completo. Il

progetto “Bellezza con sicurez-

za” (www.bellezzaconsicurez-

za.it) è insieme un messaggio e

un invito: è l'invito a provare il

cambiamento, con attenzione

e accurata preparazione, e il

messaggio è quello di conti-

nuare a fare della nostra pro-

fessione l'immagine dell’im-

pegno e della passione.

Rachele Villa

Una professione – quella del dentista moderno – che non è

più legata solo all’odontoiatria, ma a un insieme di specialità

che, a partire dalle cure dentali, si servono della psicologia e

della medicina estetica per offrire ai propri pazienti una più

ampia possibilità di benessere.

Ne abbiamo parlato con il dottor EEzziioo CCoossttaa che nel suo stu-

dio di Verona propone ai suoi pazienti trattamenti di più ampio

respiro: dal 2000 infatti, accanto a protesi, parodontologia e

implantologia, ha introdotto la medicina estetica nella sua pra-

tica professionale.

Non solo odontoiatria intraorale quindi, ma attenzione al viso

e ai tessuti periorali, ai bisogni e alle aspettative del paziente

fin dalla prima visita, che diventa un momento di ascolto.

FORMAZIONE PRATICAIN MEDICINA ESTETICA

Il dottor Ezio Costa organizza presso il suo studio a Verona

una serie di corsi per medici chirurghi e per odontoiatri con

l'obiettivo di introdurre all'utilizzo delle tecniche di medicina

estetica del viso e alla loro corretta integrazione nello studio

odontoiatrico. La richiesta arriva sopratutto dai dentisti,

che sempre più si trovano a dover affrontare richieste dai

loro pazienti prevalentemente orientate all’estetica. Il mi-

glioramento di un sorriso richiede abilità e competenze

specifiche e la capacità di integrarlo armonicamente con

il viso del paziente. La padronanza delle tecniche non

chirurgiche di medicina estetica applicabili al viso aiuta a

completare i piani di cura dentali.

I corsi sono strutturati a moduli di mezza giornata. I moduli

introduttivi tradizionali si riferiscono all’utilizzo di filler e bio-

rivitalizzanti per la ridefinizione dei volumi del volto e miglio-

ramento dell’aspetto cutaneo; all’utilizzo della tossina botu-

linica nel terzo inferiore del viso e in odontoiatria; all’utilizzo

di peeling chimici; al laser e alla luce pulsata, nuove tecno-

logie per il foto-ringiovanimento.

I corsi sono a numero limitato (massimo 5 partecipanti per

ogni sessione) e prevedono che ogni partecipante porti

con sé una modella da trattare direttamente con l’aiuto del

dottor Costa (per informazioni: tel. 045.8680233 - info@dot-

toreziocosta.it - www.dottoreziocosta.it).

> Paziente di anni 44, prima e dopo i trattamenti intra e periorali. Durante il trattamento di riabilitazione tota-

le implanto-protesica a carico immediato superiore e inferiore si è valutato insieme con la paziente di intervenire

sui tessuti periorali con tossina botulinica, acido polilattico e filler

> Paziente di 59 anni, prima e dopo il trattamento con filler biorivolume-

trico con cannula nella regione periorale. Si noti il miglioramento superfi-

ciale dei tessuti e la restituita armonia dei volumi del volto

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R e v i e w d e l l a l e t t e r a t u r a i n t e r n a z i o n a l e

DENTALevidence

Negli ultimi decenni la dif-

fusione dei restauri diretti in

composito nei settori poste-

riori è cresciuta enorme-

mente. L’ampia diffusione è

legata ai progressi nello svi-

luppo di nuovi materiali e ai

vantaggi del composito, non

solo in termini estetici, ma

anche perché capace di favo-

rire un approccio più con-

servativo, riducendo la pre-

parazione di cavità e preser-

vando tessuto sano. Uno de-

gli svantaggi, invece, avanza-

ti da una parte della lettera-

tura scientifica riguarda la

maggiore percentuale di fal-

limento degli stessi a causa

di carie secondarie.

Vista l’espansione, la perfor-

mance clinica a lungo termi-

ne dei restauri diretti in

composito nei settori poste-

riori è argomento di prima-

ria importanza a livello cli-

nico. Per questo Demarco e

colleghi si sono preoccupati

di raggruppare e analizzare

gli studi relativi alla loro

longevità, con almeno 5 an-

ni di follow-up. Il fallimento

veniva identificato con la

necessità di riparazione o

sostituzione del restauro,

necessità di terapia endo-

dontica o estrazione del

dente.

Questi i risultati.

Quando viene impiegato

materiale composito ibrido,

si riporta una percentuale di

fallimento annuale in gene-

rale favorevole: l’indice, che

stima la probabilità che un

determinato materiale falli-

sca a un anno di utilizzo, è di

circa l’1-3%.

Le principali ragioni di falli-

mento si confermano risie-

dere nelle carie secondarie e

nella frattura (del restauro o

dell’elemento dentale).

La longevità pare influenza-

ta, in particolare, da variabi-

li cliniche, variabili legate ad

esperienza e la tecnica del-

l’operatore e variabili legate

al paziente (rischio indivi-

duale di carie, bruxismo).

Per quanto riguarda le varia-

bili cliniche, gli autori fanno

riferimento soprattutto a

classe, dimensione e localiz-

zazione del restauro. Infatti,

secondo i dati scaturiti dalla

ricerca, più estesa era la ri-

costruzione e maggiore era il

rischio di fallimento, così

come i restauri a carico di

settori molari erano più a ri-

schio dei settori premolari.

Questi riscontri sono asso-

ciabili a un maggiore stress

masticatorio sul tessuto

dentale residuo, condizione

che ne favorisce la frattura.

Anche la presenza di un sub-

strato, come cementi vetro-

ionomerici o idrossido di

calcio, interefendo con le

procedure adesive, si asso-

ciano a rischio aumentato di

fallimento.

Interessante notare come, a

discapito della straordinaria

velocità con cui nuovi mate-

riali vengono immessi sul

mercato, l’evidenza scienti-

fica dimostrerebbe che le

proprietà intrinseche del

materiali non siano un fat-

tore rilevante per la longe-

vità del restauro.

Ancor più interessante il da-

to conclusivo della revisione

della letteratura, relativo alla

riparazione del restauro.

Tale trattamento, ove possi-

bile, permette una minore

perdita di tessuto sano e un

minor costo della cura, pro-

lungando la sopravvivenza

del restauro diretto. Se, in-

fatti, invece di considerare la

riparazione del restauro co-

me un fallimento essa veniva

esaminata tra i successi, la

percentuale di fallimento

annuale passava dall’1,9%

allo 0,7%, con follow-up a

22 anni.

Questo dato supporta la ri-

parazione del restauro quale

valida alternativa alla sua so-

stituzione, in un contesto

generale che rivela una lon-

gevità elevata dei restauri di-

retti in composito nei setto-

ri posteriori, tenendo conto

dei fattori sopra citati.

Elena Varoni

Demarco FF, Corrêa MB, Cenci

MS, Moraes RR, Opdam NJ.

Longevity of posterior compo-

site restorations: not only a

matter of materials. Dent Mater

2012 Jan;28(1):87-101.

Il controllo delle infezioni in

odontoiatria deve necessaria-

mente comprendere adeguati

programmi di immunizzazio-

ne rivolti a tutti i professionisti

che operano negli studi e nelle

cliniche in cui vengono effet-

tuati trattamenti per la salute

orale. Ma la consapevolezza

dei dentisti italiani in que-

st’ambito sarebbe davvero

scarsa. È questa la situazione

che risulta a Stefano Petti,

Giuseppe Messano e

Antonella Polimeni dell’uni-

versità Sapienza di Roma, che

hanno pubblicato i risultati di

un loro studio sulla rivista

Vaccine.

In occasione di un importante

congresso nazionale tenuto nel

2009, gli autori hanno distri-

buito un questionario a denti-

sti con all’attivo almeno 15 an-

ni di attività, invitandoli a ri-

spondere in forma anonima a

una serie di domande formu-

late in base alle raccomanda-

zioni della Immunization

Action Coalition e del Piano

nazionale vaccinazioni. Il que-

stionario è stato completato da

379 odontoiatri, dall’età media

di quasi cinquant’anni, per il

55,4% uomini.

In primo luogo, gli autori han-

no chiesto ai dentisti se avesse-

ro controllato almeno una vol-

ta la positività rispetto al virus

dell’epatite B negli ultimi dieci

anni e una risposta affermati-

va è stata data dal 53,8% degli

interpellati. È stato l’unico ca-

so in cui si è superata la metà

dei dentisti intervistati. Alla

questione successiva, se aves-

sero l’abitudine di vaccinarsi

ogni anno contro l’influenza

stagionale, la percentuale dei sì

è scesa al 47,5%. È stato poi

domandato ai partecipanti se

fossero immuni rispetto al

morbillo (con risposta positi-

va nello 0,8% dei casi), agli

orecchioni (sì al 2,6%), alla ro-

solia (3,4%), alla varicella

(8,7%), se avessero ricevuto

una dose di richiamo contro il

tetano negli ultimi dieci anni

(13,2%), se si fossero vaccinati

contro la tubercolosi (10,8%)

o la meningite (1,6%).

Secondo gli autori, i dati di-

mostrano che un controllo ef-

ficace delle malattie infettive

negli studi dentistici non può

essere ottenuto senza piani

adeguati di immunizzazione;

«questo concetto – spiegano –

piuttosto che un’alternativa al-

le precauzioni adottate nor-

malmente per prevenire le in-

fezioni devono essere concepi-

te come un’integrazione».

Ma in poche linee guida com-

paiono programmi di vaccina-

zione rivolti al personale den-

tistico e non sempre sono suf-

ficientemente chiari. Per

esempio, secondo le linee gui-

da della British Dental

Association, tutto lo staff clini-

co dovrebbe essere vaccinato

contro le malattie più comuni,

che però non vengono men-

zionate, ad eccezione dell’epa-

tite B. Invece, in base alle linee

guida per il controllo delle in-

fezioni emesse dall’Irish

Dental Council, i dentisti do-

vrebbero essere vaccinati con-

tro poliomielite e difterite, che

non sono ad alto rischio di tra-

smissione nei setting dentisti-

ci.

«La mancanza o l’ambiguità

dei programmi di immunizza-

zione – scrivono i ricercatori

romani – unite alle preoccupa-

zioni infondate rispetto alla si-

curezza e all’efficacia dei vacci-

ni, stanno probabilmente alla

base della poca consapevolez-

za verso le patologie che pos-

sono essere prevenute da parte

dei professionisti del dentale».

Per migliorare questa situazio-

ne, che comporta rischi per lo

staff dentistico e per i pazienti,

gli autori ritengono che il

compito di elaborare pro-

grammi di vaccinazione mira-

ti debba essere affrontato con

il coinvolgimento attivo delle

associazioni professionali, in

modo che le misure più effica-

ci non vengano imposte dal-

l’alto ma siano il frutto di una

condivisione.

Renato Torlaschi

Petti S, Messano GA, Polimeni A.

Dentists' awareness toward vacci-

ne preventable diseases. Vaccine

2011 Oct 19; 29(45):8108-12.

Servono programmi di vaccinazioneper il controllo delle malattie infettive

PROFILASSI

Riparazione è valida alternativa alla sostituzione del restauro?

CONSERVATIVA

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Page 9: per rilanciare l’economia - DentalAcademyAnno VIII Numero 5/2013 CONGRESSO SIDP: ELENA VARONI RITIRA IL PREMIO GOLDMAN PER LA MIGLIORE RICERCA DI BASE ... Con la scusa del trasferimento

Considerati gli elevati costi

di allestimento di un ambu-

latorio dentistico e vista la

gran quantità di tempo che i

componenti dello staff vi

trascorrono, sono relativa-

mente pochi gli approfondi-

menti comparsi in letteratu-

ra riguardo al progetto degli

studi e alle interazioni che si

stabiliscono tra ergonomia,

fattori economici e controllo

delle infezioni.

Una delle prime pubblica-

zioni risale agli anni

Sessanta e collega la proget-

tazione degli spazi alla pro-

duttività, evidenziando la

suddivisione dei locali in sa-

le d’attesa, amministrazione

e aree cliniche; riguardo al

controllo delle infezioni,

l’autore suggeriva di allestire

un’area dedicata alla decon-

taminazione degli strumen-

ti, attrezzata anche per le at-

tività di laboratorio e sepa-

rata dalla zona in cui i pa-

zienti possono accedere e ri-

cevere i trattamenti.

Nell’ultimo decennio abbia-

mo assistito a un certo au-

mento di interesse per la

progettazione degli ambien-

ti in cui si svolge l’attività

odontoiatrica, con una mag-

giore attenzione alla ridu-

zione al minimo del rischio

di infezioni.

In quest’ambito si segnala

un’indagine pubblicata sul

Journal of Hospital Infection

e condotta allo scopo di de-

terminare la configurazione

delle aree in cui vengono de-

contaminati e sterilizzati gli

strumenti rispetto a quelle

dedicate alla pratica clinica e

di approfondire altri fattori

come la ventilazione degli

studi. La situazione analiz-

zata è quella scozzese, di-

stante da quella italiana ma

ricca di spunti di riflessione,

basti pensare alle conclusio-

ni a cui sono giunti gli auto-

ri: «la collocazione degli stu-

di, ottenuta in gran parte ri-

convertendo spazi destinati

a funzioni residenziali, com-

porta numerose restrizioni a

progetti di locali che siano

pienamente adeguati all’e-

sercizio delle terapie odon-

toiatriche».

I dati sono stati raccolti at-

traverso interviste e osserva-

zioni dirette. Sono stati esa-

minati piantine e prospetti,

per un totale di 179 studi

odontoiatrici; un’analisi più

dettagliata delle dimensioni

delle stanze è stata svolta per

13 ambulatori in cui i pro-

cessi di decontaminazione

erano previsti negli stessi lo-

cali adibiti al trattamento e

per altri sette in cui erano

previsti locali separati.

I risultati dell’indagine mo-

strano che la maggior parte

degli studi (55 su cento) era-

no derivati dalla riconver-

sione di abitazioni residen-

ziali, mentre altri erano ori-

ginariamente destinati ad

attività commerciali, per lo

più negozi (29%) e solo il

12% erano stati progettati

appositamente per la pratica

odontoiatrica. Gli studi era-

no composti mediamente da

otto vani, di cui tre destinati

al trattamento dei pazienti.

Nel 38% dei casi era prevista

un’area separata dagli am-

bulatori e dedicata alla de-

contaminazione degli stru-

menti, con entrata separata

nel 30% degli studi; inoltre,

36 volte su cento era presen-

te una ventilazione meccani-

ca. Le aree di decontamina-

zione erano in genere facili

da pulire (85%), avevano

pavimenti lisci e pareti facil-

mente lavabili. La superficie

delle aree destinate alla de-

contaminazione è stata cal-

colata mediamente in 15,8

metri quadrati, sia in caso di

locali a sé stanti che di zone

attrezzate all’interno del-

l’ambulatorio. Ma questa

media deriva da una grande

variabilità di situazioni, che

spesso non sono ottimali

tanto da consigliare, secon-

do gli autori, di delegare

l’attività di decontaminazio-

ne e sterilizzazione degli

strumenti ad appositi servizi

esterni.

Giampiero Pilat

Smith AJ, Lockhart DE,

McDonald E, Creanor S,

Hurrell D, Bagg J. Design of

dental surgeries in relation to

instrument decontamination. J

Hosp Infect 2010 Dec;

76(4):340-4.

Progettazione: gli studi sono inadeguatiper sterilizzare gli strumenti?

ARCHITETTURA DELLO STUDIO

Le evidenze di una relazione

tra osteoporosi e malattia

parodontale sono in aumen-

to. Del collegamento tra le

due condizioni di salute par-

la ampiamente la parodon-

tologa californiana Joan

Otomo-Corgel con un arti-

colo di approfondimento

pubblicato su Periodontology

2000.

Le terapie parodontali e im-

plantoprotesiche nei pazien-

ti affetti da osteoporosi o

osteopenia comportano sfi-

de aggiuntive e impongono

la necessità di considerare

ulteriori elementi rispetto ai

trattamenti standard. Tra

l’altro si sta moltiplicando il

numero di pazienti con va-

lori insufficienti di densità

minerale ossea, così come di

coloro che assumono bisfo-

sfonati per lunghi periodi.

Allora, con l’evolvere dei

trattamenti per l’osteoporo-

si, è necessario che gli odon-

toiatri sappiano riconoscere

l’impatto di osteoporosi e

osteopenia sulle loro terapie

e che siano in grado di pre-

sentare ai pazienti le diverse

opzioni disponibili.

Le decisioni da prendere ri-

guardo al trattamento paro-

dontale e all’applicazione di

impianti in soggetti che as-

sumono bisfosfonati dipen-

dono da diverse variabili,

come la durata del tratta-

mento farmacologico, il tipo

di farmaco, il dosaggio e la

modalità di assunzione

(continua o intermittente),

la via di somministrazione

(orale o endovenosa), il gra-

do di compliance, l’età del

paziente, le sue condizioni

dentali e parodontali e il suo

stato generale di salute.

Nella pratica clinica, l’odon-

toiatra dovrebbe: identifica-

re i pazienti a rischio di

osteoporosi, anche se non

diagnosticata (giocando così

un ulteriore ruolo nella dia-

gnosi precoce di questa ma-

lattia); per quelli con osteo-

porosi già nota prendere in

esame nel dettaglio la tera-

pia farmacologica in corso;

valutare gli stili di vita, in

particolare l’esercizio fisico

e il tipo di alimentazione;

spiegare ai pazienti i possi-

bili impatti dei bisfosfonati

sulle terapie parodontali e

implantari; eliminare l’in-

fiammazione dentale e paro-

dontale; consultare il medi-

co curante in caso di neces-

sità.

Con l’affacciarsi di medicine

alternative ai bisfosfonati

orali, è necessario prestare

attenzione all’eventuale

comparsa di altri potenziali

effetti collaterali a carico del

cavo orale, anche mantenen-

dosi aggiornati in merito al-

l’evolversi delle tecnologie

che facilitano diagnosi pre-

coci e permettono di preve-

nire o trattare le complica-

zioni.

Secondo Otomo-Corgel, gli

odontoiatri devono com-

prendere il meccanismo d’a-

zione delle diverse terapie:

quelle parodontali e implan-

tologiche sono possibili in

questa tipologia di pazienti,

ma vanno valutate caso per

caso. Ancora una volta, assu-

me un’importanza partico-

lare lo scrupoloso manteni-

mento dell’igiene orale, così

come la terapia di manteni-

mento parodontale e il mo-

nitoraggio costante delle

condizioni della bocca.

«Dobbiamo continuare a in-

terpretare i dati provenienti

dalla ricerca nel contesto dei

bisogni espressi dai nostri

pazienti» scrive la dentista

americana, che sottolinea

poi come non esista «una

singola terapia sicura ed ef-

ficace per tutti».

Siccome le persone con

osteoporosi sono a maggior

rischio di malattia parodon-

tale e certi bisfosfonati uti-

lizzati dai pazienti osteopo-

rotici li pongono a maggior

rischio di osteonecrosi dei

mascellari, il trattamento

parodontale e la prevenzio-

ne diventano imperativi e

devono essere attuati anche

attraverso una collaborazio-

ne tra odontoiatri e altri

specialisti.

Renato Torlaschi

Otomo-Corgel J. Osteoporosis

and osteopenia: implications

for periodontal and implant

therapy. Periodontol 2000 2012

Jun; 59(1):111-39.

La terapia parodontalenel paziente con osteoporosi

PARODONTOLOGIA

Il trattamento con campi

magnetici statici ha aumen-

tato notevolmente la stabi-

lità degli impianti dentali e

ha ridotto la perdita ossea

durante le settimane iniziali

della guarigione. Sono i ri-

sultati di uno studio condot-

to presso l’università di

Teheran, in Iran, pubblicati

sulle pagine di Implant

Dentistry.

Secondo il protocollo di

trattamento proposto da

Brånemark, perché abbia

luogo l’osteointegrazione

dopo l’inserimento dell’im-

pianto sono necessari tre

mesi di guarigione per tes-

suti duri e tessuti molli e un

altro periodo variabile dai

tre ai sei mesi in cui non de-

vono essere applicati carichi.

Il tutto si traduce dunque in

almeno un anno di ridotta

qualità della vita, fatto che

può influire sulla stessa de-

cisione, da parte del pazien-

te, di ricorrere a una riabili-

tazione implanto-protesica.

Diverse ragioni hanno por-

tato a pensare che i campi

elettromagnetici statici pos-

sano abbreviare il periodo di

guarigione; ci sono infatti

evidenze scientifiche dei lo-

ro effetti terapeutici in caso

di fratture ossee ed è anche

noto che sono in grado di

promuovere la produzione

di Dna, Rna e proteine.

Gli odontoiatri iraniani

hanno dunque arruolato 20

pazienti, 11 uomini e 9 don-

ne, dall’età media di 42 anni

e mezzo, a cui doveva essere

estratto un singolo dente nel

settore anteriore dell'arcata

superiore e che desiderava-

no rimpiazzarlo con un im-

pianto. Dopo l’estrazione,

sono stati applicati imme-

diatamente impianti a vite

con abutment magnetici o

convenzionali nei due grup-

pi, di test e di controllo, in

cui sono stati suddivisi in

modo randomizzato i parte-

cipanti.

Il vantaggio dei magneti

permanenti è che non ri-

chiedono una fonte esterna

di energia per generare un

campo magnetico nell’area

circostante.

Dopo uno, due e tre mesi gli

autori dello studio hanno

registrato i cambiamenti del

livello dell’osso marginale

ed effettuato un’analisi con

radiofrequenza per verifica-

re la stabilità dell’impianto.

Ebbene, i campi statici gene-

rati dagli abutment magne-

tici hanno prodotto un au-

mento rilevante nei valori

del quoziente di stabilità im-

plantare (Isq) e minori cam-

biamenti nei livelli dell’osso

marginale nelle prime setti-

mane successive all’inter-

vento, anche se dopo tre me-

si le differenze tra i gruppi si

sono ridotte fino a non esse-

re più significative dal punto

di vista statistico.

La stabilità secondaria è

conseguenza della guarigio-

ne ossea e dell’osteointegra-

zione tra la superficie del-

l’impianto e l’osso; dipende

dalla formazione di osso e

dal rimodellamento dell’in-

terfaccia tra osso e impianto.

Altri ricercatori avevano

mostrato che i valori di Isq

restano stabili o migliorano

leggermente nelle prime

quattro-sei settimane, per

poi aumentare considerevol-

mente. In questo studio, il

miglioramento della stabi-

lità implantare rilevato nel

gruppo di test potrebbe es-

sere spiegato, secondo gli

autori, dall’effetto favorevo-

le dei campi magnetici sulla

formazione ossea, con la

conseguente riduzione del

periodo di guarigione.

Un risultato aggiuntivo otte-

nuto dalla sperimentazione

ha riguardato il posiziona-

mento immediato dell’im-

pianto che, in entrambi i

gruppi, non è stato in grado

di prevenire il riassorbimen-

to osseo delle creste alveola-

ri, fatto del resto già eviden-

ziato da altri studi.

Renato Torlaschi

Siadat H, Bassir SH, Alikhasi M,

Shayesteh YS, Khojasteh A,

Monzavi A. Effect of static ma-

gnetic fields on the osseointegra-

tion of immediately placed im-

plants: a randomized controlled

clinical trial. Implant Dent 2012

Dec; 21(6):491-495.

Campi magnetici per favorireguarigione e osteointegrazione

IMPLANTOLOGIA

<<

16DENTALevidence Review della letteratura internazionale17 << Review della letteratura internazionale DENTALevidence

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<< FOCUS ON19 <<

Il tuo sito web ha un obiettivo

specifico? Lo chiede, quasi pro-

vocatoriamente, l’Internet

Marketing Consultant Mike

Pederson dalle colonne del

magazine americano Dental

Economics.

«Per il 99% degli odontoiatri

l’obiettivo numero uno è quel-

lo di convincere le persone a

chiamare il loro studio denti-

stico. Per questo – suggerisce

l’esperto – ogni pagina del sito

dovrebbe cercare di raggiunge-

re questo scopo». Dopo aver

esaminato centinaia di siti web

di studi odontoiatrici negli

Stati Uniti, Mike Pederson ha

scovato due errori ricorrenti,

che di fatto scoraggiano i po-

tenziali pazienti a contattare la

struttura: il numero di telefono

spesso è nascosto e risulta diffi-

cile comprendere il luogo in

cui si trova lo studio.

«Il numero di telefono dovreb-

be essere in alto a destra di

ogni pagina del tuo sito web –

consiglia Pederson – e il modo

più semplice per farlo è quello

di inserirlo nell’header del si-

to». Ovvero nella barra supe-

riore, nell’immagine di testa.

In questo modo l’utente visua-

lizzerà immediatamente i con-

tatti dello studio, senza doverli

cercare tra le pagine del sito.

Chi naviga su internet alla ri-

cerca di un dentista dovrebbe

trovare con immediatezza an-

che un’altra informazione, ov-

vero dove si trova lo studio. E

dovrebbe riuscire a capirlo nel-

la maniera più semplice possi-

bile. Come? Per gli esperti di

web maketing la soluzione

ideale è quella di collocare una

mappa ben visibile sul sito

web, magari posizionata al pie-

de della home page e nella si-

debar (la barra laterale) su tut-

te le altre pagine. «Questa posi-

zione consente ai visitatori di

vedere dove si trova lo studio

in modo semplice e rapido e di

capire quanto tempo impie-

gherebbero a raggiungerlo, da

casa o dal posto di lavoro».

«Spesso vedo siti web di studi

odontoiatrici senza mappa. È

un errore» sentenzia l’esperto,

convinto che se i potenziali pa-

zienti non saranno in grado di

capire immediatamente dove

si trova lo studio, è altamente

probabile che rimangano tali.

Consigli pratici a parte, la buo-

na regola generale da seguire

per chi si trova di fronte alla

progettazione o revisione del

proprio sito internet è quella

della funzionalità: inutile riem-

pire pagine web di informazio-

ni aggiuntive se vanno a disca-

pito di chiarezza, intuitività e

semplicità di accesso ai dati es-

senziali. Entrando nel sito in-

ternet di uno studio dentistico

– attività profondamente con-

dizionata dalle abitudini e da-

gli spostamenti territoriali dei

suoi pazienti – i visitatori do-

vrebbero quindi poter capire

in maniera estremamente faci-

le quali servizi offre, come fis-

sare un appuntamento e dove

si trova.

Dal passaparola

alle testimonianze

Una moda tutta americana è

quella dei testimonial, che in

questo caso saranno i pazienti

dello studio. Secondo gli esper-

ti americani può essere efficace

pubblicare online apprezza-

menti e riconoscimenti da par-

te dei pazienti passati e presen-

ti: aiuterebbe il visitatore a su-

perare, nel modo più autentico

possibile, i dubbi riguardo il

nuovo dentista a cui affidarsi.

Funzionerà anche da noi?

Tre errori da evitare

Glenn Lombardi, altro esperto

di strategie di marketing onli-

ne, fa il ragionamento inverso e

si chiede quali sono i principa-

li difetti nella progettazione di

un sito web che hanno l’effetto

di allontanare anziché attrarre

i visitatori. Ne individua tre, tre

difetti da evitare per fare buo-

na impressione nella prima vi-

sita al sito internet.

Anzitutto la forma grafica: «se

la grafica è vecchia e obsoleta, i

nuovi visitatori non trascorre-

ranno molto tempo sulle pagi-

ne del sito – spiega Lombardi

–. Il sito è il volto dello studio

dentistico sul web e dovrebbe

riflettere positivamente lo

standard di cura che viene of-

ferto ai pazienti».

L’altro errore da evitare è la

confusione nella navigazione e

la scarsa organizzazione del si-

to. Un sito ben concepito sarà

organizzato con pulsanti che

faranno accedere velocemente

alle informazioni che gli utenti

stanno cercando.

Infine, non va tralasciata

un’accurata presentazione del-

lo studio, delle sue attività, del-

lo staff che ci lavora. Accurata,

non lunga: comprendere il

profilo dello studio e ricevere

informazioni su cosa offre do-

vrebbe essere un’attività che ri-

chiede all’utente solo pochi se-

condi. «Se la tua home page

non ha queste informazioni

chiave, i visitatori passeranno

immediatamente a un altro si-

to web che esprime più chiara-

mente la sua finalità pratica»

avverte l’esperto, convinto che

«un sito ben concepito, con

contenuti interessanti, naviga-

zione intuitiva ed elementi di

design attraenti possa avere un

enorme impatto sulla capacità

di reclutare nuovi pazienti».

Come posizionarsi

sui motori di ricerca

Riuscire a ottenere “un posto al

sole” sui principali motori di

ricerca, Google in testa, è di

fondamentale importanza.

Può tradursi in un enorme

vantaggio sulla concorrenza,

soprattutto quando la ricerca

degli utenti sul web non è così

specifica da condurli ai risulta-

ti che si aspettano di ottenere.

In altre parole, bisogna andare

incontro all’utente e saper farsi

trovare prima ancora di essere

cercati. Ecco perché diventa

importante guardare al web

marketing, ovvero a tutte le at-

tività e le strategie finalizzate a

dare visibilità e traffico qualifi-

cato a un sito web. Per l’odon-

toiatra che vuole sfruttare le

potenzialità del web per pro-

muovere la propria immagine

e i propri servizi, la realizzazio-

ne del sito internet è dunque

solo il primo passo di un lungo

percorso. Il secondo step è pro-

prio l’ottimizzazione sui mo-

tori di ricerca (Seo, search engi-

ne optimization).

Per posizionarsi al meglio e in-

traprendere una serie di atti-

vità accessorie che aiutino a

portare traffico di qualità al si-

to e che favoriscano la conver-

sione della visita in un reale

contatto è però quasi obbliga-

torio affidarsi a società di con-

sulenza.

«La consulenza inizia con un

vero e proprio percorso di ana-

lisi (e sessioni di business coa-

ching), che tenga conto delle

attuali condizioni dello studio

dentistico, dell’analisi territo-

riale e del mercato in cui ope-

ra, dei concorrenti, degli obiet-

tivi a breve e lungo termine, ra-

gionando in termini di effi-

cienza ed efficacia operative –

spiega Emanuela Anedda, tito-

lare dello Studio Profit & Loss

Milano, specializzata nel setto-

re della consulenza aziendale,

marketing e commerciale, on e

off line –. Gli odontoiatri in

genere dichiarano di acquisire

clientela attiva quasi esclusiva-

mente mediante il passaparola,

sottovalutando l’efficacia delle

tecniche di comunicazione più

moderne, che mirano all’im-

plemento del business me-

diante azioni di marketing on

line, proximity marketing, co-

marketing, analisi e interventi

sulla reputation».

Andrea Peren

Il tuo sito webattrae davvero i pazienti?Qualche consiglio dagli esperti americani di web marketing. Le caratteristiche essenziali del sito internet dello studio odontoiatrico sono la semplicità e la completezza nel fornire le informazioni di base

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<<EDUCATION & MEETING NEWS << 20<<

Scienza del comportamentoper essere più competitiviIn occasione del primo congresso di Behavior Analysis in Dentistry imassimi esperti del settore si ritrovano per discutere di strategie ineditevolte ad aumentare produttività e qualità dello studio

Il primo congresso di psico-

logia odontoiatrica dal titolo

“L’ultima risorsa per l’odon-

toiatria privata in Italia:

l’Applied Behavior Analysis”,

in programma giovedì 9

maggio a Verona (Palazzo

della Gran Guardia) nell’am-

bito della conferenza interna-

zionale dell’Association for

the Advancement of Radical

Behavior Analysis (Aarba),

mette in luce l’esigenza di ap-

plicare i principi e le tecniche

dell’analisi del comporta-

mento in campo odontoiatri-

co, con l’intento di fornire ai

professionisti gli strumenti

indispensabili per poter af-

frontare e superare i nuovi

scenari competitivi che il set-

tore sta presentando.

«L’odontoiatria italiana –

spiega il professor Fabio

Tosolin, presidente della so-

cietà italiana di psicologia

scientifica Aarba – sta vivendo

una trasformazione radicale.

Come ampiamente previsto

da Carlo Guastamacchia più

di vent’anni fa, le società di ca-

pitali e il franchising sostitui-

scono i tanti piccoli studi pro-

fessionali odontoiatrici che

costituivano l’ossatura delle

cure dentali in Italia. È anche

in atto un processo di assimi-

lazione delle strutture: in tutti

gli studi odontoiatrici e in tut-

ti i paesi del mondo, lo si vede

anche nell’est europeo, è oggi

possibile realizzare strutture

con livelli di strumentazione,

prodotti e know-how simili o

addirittura identici. Perfino le

iniziative e i piani di marke-

ting sono sempre più assimi-

lati; tutti possono acquistare

pagine di quotidiani o studia-

re siti web accattivanti».

Secondo l’esperto c’è una

sola cosa che non tutti gli

studi riescono a reperire: il

comportamento dei membri

dello staff. «Chi non com-

prende che il successo dello

studio è funzione dei com-

portamenti agiti da tutti i

membri dello staff – conti-

nua Fabio Tosolin – siano

essi due o duecento, non ha

alcuna probabilità di rispon-

dere alle problematiche

emergenti nell’attuale situa-

zione socio-economica re-

cessiva».

Modificare

i comportamenti

Tosolin spiega che il com-

portamento motorio, verba-

le e anche emotivo dei mem-

bri dell’équipe è il primo re-

sponsabile dei successi tera-

peutici, della produttività,

della qualità e in ultima ana-

lisi dei margini di profitto

dello studio. Ma a differenza

di strumenti e know-how, i

comportamenti non sono

immutabili.

«Tradizionalmente si pensa

che i comportamenti siano

connaturati al carattere o al-

la personalità della persona.

Niente di più falso. A sorri-

dere, annuire, assistere, pas-

sare i ferri si impara. E si im-

parano anche i comporta-

menti sovraordinati, come

fermarsi volontariamente

fuori orario o prendere da

soli iniziative eccellenti, fi-

nanche al sacrificio persona-

le a favore dello studio e non

del tornaconto personale

immediato».

Behavior Analysis

come strumento di successo

Secondo le convinzioni di

Tosolin, la chiave di volta

che permette di ottenere tut-

to questo è una scienza, la

Behavior Analysis o analisi

comportamentale, che con-

sente di misurare, modifica-

re e sviluppare frequenza e

precisione dei comporta-

menti lavorativi. Un metodo

evidence-based che consente

di prevedere con ragionevo-

le certezza cosa si ottenga

mutando le contingenze la-

vorative. I vantaggi che ne

derivano sono innumerevo-

li, in tutte le aree. Per esem-

pio, sul versante della com-

pliance, è evidente quanto

possa contare la capacità di

ottenere il 100% di richiami

per l’igiene, di ottenere ade-

sione e rapporto fiduciario

al trattamento e alle sue

condizioni economiche. Sul

versante delle attività extra-

cliniche o di marketing sani-

tario i vantaggi vanno dalla

capacità di prevenire e risol-

vere reclami, ottenere rispet-

to degli accordi per appun-

tamenti e pagamenti o svi-

luppare un passaparola vo-

lontario di pazienti e colla-

boratori.

«Tanto rigore e metodo non

erano certamente indispensa-

bili nella pratica professiona-

le degli anni ’80 – afferma il

professor Tosolin – quando

l’enorme numero di pazienti

doloranti unito a una diffusa

cultura di soggezione verso

l’odontoiatra consentivano

allo studio ampi margini di

spreco e di imprecisione nella

comunicazione al paziente e

nella motivazione dei colla-

boratori. Oggi per rimanere

nel novero degli studi effi-

cienti e profittevoli è impre-

scindibile adottare esclusiva-

mente i metodi certi e speri-

mentati della scienza del

comportamento».

Il tema conduttore del con-

gresso è quindi la leadership,

frutto di azioni scientifica-

mente programmate e certe,

di cui sono chiamati a parlare

Aubrey Daniels, massimo

esponente scientifico al mon-

do di performance manage-

ment, seguito da Daniel J.

Moran, studioso delle tecni-

che per il rapporto con il pa-

ziente. Gli interventi di

Roberto Weinstein, Giuseppe

Siciliani, Raffaello Cortesi e

altri relatori toccano un tema

legato a questo filo condutto-

re, con presentazione di dati

scientifici. «Simbolicamente –

conclude Tosolin – la grande

tavola rotonda finale condot-

ta da Carlo Guastamacchia

serve a portare all’attenzione

dei massimi rappresentanti

del mondo odontoiatrico la

proposta di una gestione glo-

bale dello studio fondata sul-

l’evidenza sperimentale e

dunque su dimostrazioni di

efficacia».

Rachele Villa

> Fabio Tosolin

Tel. 02.40047947

[email protected]

www.aba-italy.it

Per informazioni

<<

Video 3D e alta risoluzioneal congresso di RiminiIl congresso degli Amici di Brugg si rinnova e punta forte sulle nuove tecnologie: dall’intervento chirurgico in 3D alla proiezione di immagini in alta definizione. Si sperimenta così una nuova esperienza congressuale

Dottor Scotti, le immagini

3D sono la principale novità

del congresso. Che tipo di

esperienza didattica può dar-

ci questa tecnologia?

La vera novità è la ripresa te-

levisiva in diretta di un in-

tervento su paziente effet-

tuata con la tecnologia 3D.

Si tratta di una primizia a li-

vello europeo che siamo riu-

sciti a realizzare grazie al-

l’impegno del nostro amico

Salvatore Bellocco della Gds

Communication.

La scelta del 3D non è moti-

vata dalla volontà di “stupire”

i partecipanti con effetti spe-

ciali. La qualità delle immagi-

ni in una professione chirur-

gica, e ancor più nella nostra

professione, è parte integran-

te del messaggio scientifico.

Ma ciò che intendiamo otte-

nere con il 3D è molto di più:

attraverso la tridimensiona-

lità si raggiunge la visione del

dettaglio e l’esperienza visiva

è simile a quella dell’occhio

umano, perché si percepisce

la profondità del campo. Con

questa tecnologia si riesce

davvero a portare i parteci-

panti a fianco della poltrona

del dentista e metterli nelle

condizioni di “catturare” ogni

singolo dettaglio dell’inter-

vento.

In pratica sabato pomeriggio

saremo in 1.500 persone al-

l’interno dello studio del dot-

tor Valbonesi, senza dover al-

lungare il collo per vedere ol-

tre le sue spalle e senza calpe-

starci l’un l’altro per avere

uno spiraglio di visibilità!

E l’odontotecnico Bonfiglioli

sarà virtualmente circondato

da altrettante persone mentre

svolge il suo lavoro.

Ma le novità non si fermano

qui. Ci sarà anche un’altra

soprpresa che, grazie a un

alto grado di interattività, ci

permetterà di coinvolgere

ancor più i partecipanti al

congresso.

Quali sono le altre novità or-

ganizzative e tecnologiche di

quest’anno?

Da cinquant’anni l’obiettivo

del congresso degli Amici di

Brugg è quello di offrire un

congresso dai contenuti pra-

tici, che nella modalità di in-

segnamento si sviluppi quasi

come un corso.

Per affinare un format con-

gressuale di questo tipo, ol-

tre all’introduzione del 3D,

abbiamo puntato forte sul-

l’alta definizione delle im-

magini che verranno proiet-

tate in sala. Come ho già det-

to, l’alta qualità dei filmati e

delle immagini cliniche met-

te tutti i partecipanti nelle

condizioni di seguire a pieno

gli interventi dei relatori,

dalla prima fila come dal

fondo della sala. Abbinato

all’alto livello scientifico del-

le relazioni, siamo certi di

offrire un aggiornamento

professionale realmente frui-

bile dalla platea.

Accanto agli aspetti tecnolo-

gici abbiamo voluto allargare

la divulgazione scientifica

con metodi tradizionali. Mi

riferisco ai Quaderni di ag-

giornamento odontoiatrico

degli Amici di Brugg: testi

scientifici approfonditi e ben

noti che, grazie alla dovizia di

foto, hanno la “leggerezza” e

la “funzionalità” di manuali

che rappresentano un sup-

porto di grande utilità nel-

l’attività clinica quotidiana.

La novità di quest’anno è nel

fatto che siamo stati in grado

di distribuirne addirittura

due, perché siamo consape-

voli della loro utilità per i

colleghi.

Insomma apriamo alle nuove

tecnologie ma non dimenti-

chiamo l’autorevolezza della

carta stampata e la praticità

che è in grado di darci il libro.

La struttura del congresso è

sostanzialmente quella degli

altri anni, con il giovedì pre-

congressuale e il venerdì e il

sabato di congresso. C’è

qualche novità di rilievo da

questo punto di vista?

Le novità sono nella giornata

di giovedì: una giornata pre-

congressuale ricca di eventi di

durata limitata, piacevoli da

seguire e che permettono di

personalizzare l’esperienza

congressuale.

In questi mesi abbiamo col-

laborato con le aziende per

elevare sempre di più il livel-

lo scientifico dei corsi tecno-

logici da loro sponsorizzati

(vedi box in questa pagina,

ndr).

Crediamo molto in questi

corsi come opportunità di ag-

giornamento merceologico.

Che significato ha il corso di

formazione professionale per

venditori aziendali?

Il corso, realizzato in in colla-

borazione con Ancad e l’uni-

versità Bocconi, vuole forma-

re degli informatori aziendali

partendo da quelle che sono

le esigenze dei loro clienti:

noi dentisti.

Per gli Amici di Brugg i ven-

ditori e le aziende del settore

sono parte integrante del

mondo odontoiatrico e par-

tecipano di fatto alla vita de-

gli studi dentistici. Il corso

che organizziamo da qual-

che anno ha due obiettivi di-

chiarati: da una parte si vuo-

le coltivare un atteggiamen-

to di collaborazione con

questa figura professionale;

dall’altro si cerca di fornirgli

delle conoscenze che siano

utili per sviluppare un rap-

porto proficuo con gli

odontoiatri.

Non dimentichiamoci che il

rappresentante, quando por-

ta nei nostri studi dei conte-

nuti informativi – e non delle

offerte commerciali da super-

mercato –, ci offre un servizio

estremamente utile per la no-

stra professione.

Accreditamento Ecm e con-

gresso online. Come vi siete

organizzati?

Quest’anno, con un sistema

che ha richiesto l’impegno

dei nostri provider Gds

Communication e Beta

Eventi, siamo riusciti a orga-

nizzare un doppio accredita-

mento Ecm: sia residenziale

che Fad.

Questa seconda possibilità,

attraverso due corsi di ap-

profondimento relativi agli

argomenti congressuali, ci

permetteranno di assegnare

un consistente numero di

crediti Ecm ai partecipanti

che assommeranno i crediti

residenziali a quelli che po-

tranno ottenere comoda-

mente a casa riguardando gli

approfondimenti sulle tema-

tiche affrontate.

Un “ripasso” e un “confron-

to” estremamente utile e in-

novativo sotto il profilo di-

dattico, perché consente ai

partecipanti del congresso di

rivedere online le relazioni

di specifico interesse. In

questo modo anche il que-

stionario Ecm online diven-

ta esso stesso uno strumento

didattico: viene compilato

in maniera ragionata, c’è la

possibilità di verificare la

correttezza delle risposte e si

può approfondire riguar-

dando i filmati.

Questa, più che una novità, la

definisco un “affinamento”

della didattica, con l’ausilio

della più moderna tecnologia

a supporto del tradizionale

concetto di divulgazione

scientifica in senso pratico,

peculiarità della nostra asso-

ciazione.

Andrea Peren

<< EDUCATION & MEETING NEWS21 <<

> Renato Scotti di Uccio

I CORSI TECNOLOGICI AL CONGRESSO DI RIMINI

Giovedì 23 maggio

CCaadd--ccaamm ee rraaddiioollooggiiaa,, nnuuoovvii ssttrruummeennttii aallllaa ppoorrttaattaa ddii ttuuttttii

Relatori: Guido Garotti, Andrea Gandolfi

Sponsor: Carestream Dental

Giovedì 23 maggio

LLaa ccrriissii iinn ooddoonnttooiiaattrriiaa.. CCoommee ssuuppeerraarree llee ddiiffffiiccoollttàà ccoonn llee pprroopprriiee

rriissoorrssee eedd eenneerrggiiee

Relatori: Federica Fonzar, Gianluca Pedrazzini

Sponsor: Dental Coaching

Giovedì 23 maggio

NNuuoovvii aapppprrooccccii aallll''ooddoonnttooiiaattrriiaa mmooddeerrnnaa ee aallll''oorrttooddoonnzziiaa eesstteettiiccaa

Relatori: Alberto De Chiesa, Claudio Cortesini, Gaetano Pugliese,

Biagio Di Dino, Antonio Berardi, Massimiliano Bucceri

Sponsor: Nuvola by Geo

Giovedì 23 maggio

SSAAFF SSyysstteemm:: eennddooddoonnzziiaa aa iinnvvaassiivviittàà mmiinniimmaa

Relatori: Francesco De Simone, Raviv Zary

Sponsor: STS Medical

Giovedì 23 maggio

DDiiggiittaall DDeennttiissttrryy.. NNuuoovvoo aapppprroocccciioo cclliinniiccoo iinntteerrddiisscciipplliinnaarree bbaassaattoo

ssuullll’’iimmpprroonnttaa oottttiiccaa.. TTeeccnniicchhee iinntteeggrraattee ffrraa ssttuuddiioo ee llaabboorraattoorriioo

Relatori: Stefano Biacchessi, Cesare Robello, Mauro Fazioni,

Riccardo Scaringi, Alfonso Baruffaldi, Massimiliano Pisa

Sponsor: Sirona

Giovedì 23 maggio

IIll ppeennssiieerroo llaatteerraallee iinn iimmppllaannttoopprrootteessii

Relatori: Gian Edilio Solimei, Gaetano Calesini

Sponsor: Sweden&Martina

Giovedì 23 maggio

IIll ddiiggiittaallee iinn ooddoonnttooiiaattrriiaa.. AAnnttiicciippiiaammoo ii tteemmppii,, uusscciiaammoo ddaalllloo ""ssttaattoo

ddii aatttteessaa"" ee ggeessttiiaammoo iill nnoossttrroo ssttuuddiioo ddaa iimmpprreennddiittoorrii ddii ssuucccceessssoo

Relatori: Lilia Bortolotti

Sponsor: Revello

Venerdì 24 maggio

NNuuoovvee tteeccnnoollooggiiee ppeerr ll’’iiggiieennee ddeennttaallee

Sponsor: Johnson&Johnson

Il 56° congresso degli Amici di Brugg si terrà come ogni an-

no alla Fiera di Rimini (ingresso ovest). Tre i padiglioni dedi-

cati alla fiera merceologica (C7, A7, A5) e tre alle sessioni

scientifiche (C5, C2, Auditorium). L’appuntamento è fissato

per il 2233,, 2244 ee 2255 mmaaggggiioo e sono attesi circa 1.500 partecipan-

ti da tutta Italia.

Se il programma scientifico rappresenta – non potrebbe esse-

re altrimenti – l’aspetto più rilevante del congresso, è pur ve-

ro che la logistica, l’organizzazione e le novità tecnologiche

incidono direttamente sull’esperienza congressuale dei parte-

cipanti, sul modo in cui vivono e fruiscono l’evento.

Italian Dental Journal ha raggiunto RReennaattoo SSccoottttii ddii UUcccciioo, se-

gretario dell’Associazione e figura importantissima del congres-

so perché ne guida la macchina organizzativa. Con lui abbiamo

dato un’occhiata alle novità di questa edizione del congresso,

soprattutto dal punto di vista organizzativo e tecnologico.

56° CONGRESSO AMICI DI BRUGG

Rimini, 23-25 maggio

Rimini Fiera, ingresso ovest

Padiglioni espositivi: C7 - A7 - A5

Padiglioni congressuali: C5 - C2 - Auditorium

LE NOVITÀ DEL CONGRESSO

� Proiezione in 3D dell’intervento in diretta satellitare

� Proiezione in HD di tutte le relazioni in sala

� Accreditamento ECM sia residenziale che FAD

� Due “quaderni di aggiornamento” in omaggio

Per informazioni: Adriapoint

Tel. 0541.793025 r.a.

[email protected]

www.amicidibrugg. i t

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<< EDUCATION & MEETING NEWS23 <<EDUCATION & MEETING NEWS << 22<<

Premium Day Sweden & MartinaLa dodicesima edizione del Premium Day, approfondimento

scientifico in implantologia organizzato dall’azienda Sweden &

Martina, si terrà all’interno del Palazzo della Ragione di Padova

dal 6 all’8 giugno.

I lavori inizieranno nella giornata di giovedì 6 giugno con il cor-

so precongressuale affidato al professor Niklaus P. Lang e al dot-

tor Ignazio Loi, protagonisti rispettivamente delle relazioni dal

titolo “Treatment strategies for the mutilated dentition”(con tra-

duzione simultanea) e “Rapporto tra contorno protesico e tessu-

ti gengivali”, che occuperanno l’intera giornata.

Nelle due giornate successive il salone del Palazzo della Ragione

sarà teatro del programma scientifico per odontoiatri. Sul palco

allestito all’ombra del gigantesco cavallo ligneo, copia rinasci-

mentale di quello del monumento al Gattamelata di Donatello,

si alterneranno alcuni tra i più grandi esponenti del mondo

odontoiatrico internazionale, che offriranno un crescendo di in-

terventi di approfondimento e confronto suddivisi in cinque ses-

sioni: “Cosa abbiamo imparato in 30 anni di chirurgia implanta-

re” e “di protesi su impianti”, “Protesi. Nuovi orizzonti della pro-

tesi su impianti”, “Rigenerazione tissutale. Gestione dei tessuti

duri e molli” e infine “Le chiavi del successo implantoprotesico”.

Parallelamente, in altre sale del palazzo, saranno allestite le ses-

sioni specifiche per odontotecnici, per igienisti dentali e per assi-

stenti di studio.

Durante le giornate congressuali sarà possibile visitare tutte le sa-

le del Palazzo della Ragione e il Museo del Rinascimento. Come

già nelle precedenti edizioni del congresso Premium Day, anche

quest’anno sarà allestita una grande festa di gala presso il parco

dell’azienda, con musica dal vivo e open-bar, che rappresenterà

tra l’altro l’occasione per concludere i festeggiamenti per il 40°

anniversario di Sweden & Martina.

L’edizione spagnola del Premium Day

Intanto Sweden & Martina Mediterranea – base spagnola della

casa madre italiana – comunica di aver organizzato per il 7, 8 e 9

novembre di quest’anno l’atteso remake del congresso tenutosi

nel 2011, annunciando così la seconda edizione del Premium

Day in Spagna.

Sede dell’evento sarà ancora il centro congressi Eurobuilding

4 di Madrid, che ospiterà un cospicuo gruppo di eccellenti re-

latori già a partire dalla giornata dei corsi precongressuali.

Giovedì 7 novembre saranno infatti ben quattro i corsi teori-

co-pratici di approfondimento tenuti dai relatori Juan Faus

(corso di chirurgia con utilizzo delle suture), Marco Csonka

(corso molto atteso sulle tecniche di applicazione del rivolu-

zionario apparecchio Magnetic Mallet), Giuseppe Iaria (corso

sull’utilizzo dei laser), Giorgio Carusi (approfondimento del-

la tecnica Mise).

Il congresso scientifico, presieduto anche in questa seconda edi-

zione dal professor Mariano Sanz Alonso, decano della presti-

giosa Università Complutense di Madrid, e dal professor Ugo

Covani, da sempre referente scientifico di Sweden & Martina,

prevede la presenza di relatori delle più importanti università

spagnole – quali lo stesso Sanz ma anche i professori Juan

Manuel Aragoneses, Juan Carlos De Vicente, Maximino

Gonzalez, José Maroto, Miguel Penarrocha, Guillermo Pradies,

Eugenio Velasco – e moltissimi illustri nomi dell’odontoiatria

spagnola, tra i quali spiccano Fernando Bustillo, Calvo de Mora

e José Manuel Vásquez Moreno.

Gli argomenti trattati verteranno su estetica in implantologia,

carico immediato, protesi su impianti con tecnologia Cad-Cam,

oltre a una rassegna delle collaudate o nuovissime tecnologie ab-

bracciate e proposte dall’azienda: il dispositivo Magnetic Mallet,

la chirurgia guidata, la chirurgia piezoelettrica, il laser in chirur-

gia. Relatore italiano di eccellenza sarà il dottor Ignazio Loi, che

presenterà la sua tecnica Bopt (Biologically Oriented

Preparation Technique) per la preparazione a finire del monco-

ne naturale: questa tecnica, documentata dalla sua lunga espe-

rienza clinica, consente l’adattamento delle mucose ai profili

protesici determinati dalle corone e ha dimostrato di garantire la

stabilità dei tessuti a medio e lungo termine.

Sweden & Martina spa

Rossella Tosello - [email protected]

Tel. 049.9124300 - Fax 049.9124290

www.sweden-martina.com

Per informazioni

Il contenzioso in odontoiatriaIl contenzioso in odontoiatria: come prevenirlo e come trattarlo.

È questo l’argomento di un corso monotematico organizzato a

Brescia (Hotel Villa Fenaroli) l’11 maggio dall’Accademia italia-

na di endodonzia (Aie).

«Negli ultimi anni stiamo assistendo a un aumento del numero

delle richieste di risarcimento per malpractice e la crescita del

contenzioso ha rinnovato l’interesse per le problematiche legate

alla responsabilità odontoiatrica» afferma Giuseppe De Caroli,

presidente Aie.

Negli ultimi decenni la giurisprudenza ha cambiato il proprio

orientamento nell’individuare la parte cui incombe l’onere della

prova nelle cause di risarcimento del danno da colpa medica: og-

gi la presunta parte lesa (il paziente) ha solo il dovere di dimo-

strare l’avvenuta prestazione professionale cui sarebbe consegui-

to il danno. Al contrario, al professionista incombe l’onere di

provare di avere posto in essere ogni possibile accorgimento per

agire secondo le regole dell’arte, dimostrando di aver operato

con perizia, diligenza e prudenza. «Oggi, dunque, l’odontoiatra

deve possedere non solo capacità tecnico-professionali tali da

permettergli di gestire correttamente la pratica clinica, ma anche

avere competenze necessarie per gestire possibili contestazioni

del proprio operato e un eventuale contenzioso» riflette

Massimo Mariani, coordinatore del corso che è rivolto a odon-

toiatri, studenti di odontoiatria e igienisti dentali.

Il si prefigge l’obiettivo di fornire un approfondimento medico-le-

gale e giurisprudenziale in grado di puntualizzare e chiarire le mo-

dalità di informazione, consenso e gestione dei dati clinici, nonché

le obbligazioni fra le parti. Saranno descritti gli aspetti relativi alla

responsabilità professionale e al nesso causale fra la condotta e l’e-

vento dannoso, verrà sviluppato il tema della rilevanza del consen-

so informato e delle caratteristiche necessarie affinché lo stesso

possa considerarsi validamente prestato e saranno analizzati i di-

versi orientamenti giurisprudenziali in materia di responsabilità

medica. Le tematiche saranno sviluppate prendendo in considera-

zione tre diversi punti di vista: quello del medico legale, quello del-

l’avvocato e quello del clinico con competenze in odontoiatria fo-

rense. Quest’ultimo, in particolare, descriverà l’importanza della

documentazione clinica e radiografica che ogni professionista de-

ve sempre eseguire, non solo per realizzare la “miglior pratica cli-

nica”, ma anche – e soprattutto – per l’autotutela del medico in ca-

so di contenzioso con il paziente. Attraverso la presentazione ico-

nografica di casi clinici realmente avvenuti in varie branche odon-

toiatriche verranno mostrati non tanto gli errori clinici nei tratta-

menti, quanto gli aspetti critici negativi di comportamento del

medico che hanno innescato il contenzioso.

MJ Eventi Sas

Tel. 055.576856 - Fax 055.5059360

[email protected]

www.mjeventi.com

Per informazioni

Congresso SiasoSiaso, il Sindacato italiano assistenti di

studio odontoiatrico, ha organizzato

per sabato 1 giugno a Vicenza il suo

congresso nazionale. Il programma

dell’incontro prevede una relazione di

Fabio Tosolin, psicologo e presidente

dell’Association for the Advancement

of Radical Behavior Analysis (Aarba),

sull’importanza di lavorare in sicurez-

za all’interno dello studio odontoia-

trico (seguendo una metodologia

scientifica). Interverrà poi Roberto Lombardi dell’Inail (ex

Ispesl) per parlare del rischio biologico nell’attività odontoiatri-

ca e delle misure di sicurezza da attuare in base al D.Lgs 81/08.

Prima della pausa pranzo, il dibattito sindacale entra nel vivo con

una tavola rotonda dal titolo “Problematiche occupazionali degli

studi odontoiatrici, perché il profilo Aso non va in porto?”.

«Ascolteremo opinioni provenienti da diverse realtà del mondo

associativo odontoiatrico e dalla voce di alcuni rappresentanti

delle istituzioni» ci ha anticipato Fulvia Magenga, segretario ge-

nerale Siaso. Alla tavola rotonda parteciperanno Onorio Rosati e

Carlo Borghetti (consiglieri della Regione Lombardia), Franco

Martini (Cgil), Mario Piovesan (Cisl), Marco Paolo Nigi

(Confsal), Marialice Boldi (Aidi), Laura Antonia Marino

(Unid), Alberto Libero (Andi), Claudio Palerma (Italia Impresa)

e Maria Grazia Cannarozzo (Coi-Aiog).

A concludere la giornata di confronto sul mondo del lavoro del-

l’assistente di studio odontoiatrico saranno Paola Barbera (pre-

sidente Idea) e Annamaria Girardi (presidente Aiaso), che saran-

no protagoniste di una riflessione sulla professione Aso e sulla

sua formazione.

Siaso ha anche reso noto di aver accettato l’invito a partecipare

alla tavola rotonda su temi odontoiatrici che si terrà nell’ambito

del congresso Aarba (www.aarba.eu) in programma a Verona il

9 maggio. La discussione sarà incentrata sull’Applied Behavior

Analysis come risorsa per l’odontoiatria privata: gli strumenti

psicologici indispensabili per poter affrontare e superare i nuovi

scenari competitivi che il settore sta presentando.

Siaso - www.siaso.it - [email protected]

Cell. 338/7801837 - Cell. 347.2644330

Per informazioni

> Fulvia Magenga

> Niklaus P. Lang > Ignazio Loi

> Ugo ovani > Mariano Sanz

Ical Med – Centro Radiologico Odontoiatrico ha organizzato per

venerdì 3 maggio presso la sua sede di San Miniato (Pisa) un cor-

so teorico pratico dedicato all’utilizzo della TC Cone Beam in

odontoiatria.

Il programma scientifico prevede la trattazione di argomenti stret-

tamente riconducibili all’attività di clinica di tutti i giorni, a parti-

re da come ottenere tutte le informazioni necessarie al caso in esa-

me fino all’analisi del modo in cui i piani di ricostruzione e di ac-

quisizione possono condizionare un progetto di implantologia

guidata. La finalità del corso sarà quella di far acquisire ai parteci-

panti anche le nozioni di base relative all’utilizzo della tecnologia

Cone Beam; per questo sia il piano di di acquisizione (o piano

scout) sia il piano di ricostruzione verranno ampiamente spiegati

e discussi in tutte le loro variabili chiave.

È il dottor Biagio Di Dino, relatore del corso, a ricordarci i vantag-

gi principali del Cone Beam: «in pratica questa tecnologia è l’evo-

luzione della Tac in odontoiatria. Grazie ad essa però possiamo

contare su una bassa dose di radiazione al paziente. Dal punto di

vista diagnostico ci offre qualità di immagine eccellente e alta pre-

cisione. Le immagini possono essere acquisite in alta definizione in

caso di particolari valutazioni o acquisi-

zione standard per il lavoro di routine –

dice Di Dino, che tra l’altro è autore del li-

bro “Atlante del Cone Beam, immagini

volumetriche 3D” (www.conebeam.it) –.

Questa tecnologia – continua l’esperto –

ci offre una procedura efficiente per l'in-

dagine, mediante un posizionamento fa-

cile del paziente, tempi di scansione e ri-

costruzione rapidi ed è compatibile con i

principali sistemi di guida di perforazione

e di navigazione chirurgica».

Ical Med - [email protected] - www.icalmed.it

Tel. 0571.419761 - Fax 0571.403616

Il Cone Beam in odontoiatria

Per informazioni

> Biagio Di Dino

Dopo il successo riscontrato lo scorso anno, prosegue la pro-

grammazione dei “corsi dedicati” degli Amici di Brugg, nati

dalle richieste di approfondimento pervenute dai frequentato-

ri del corso di alta formazione.

Ciascun corso teorico-pratico è una “full immersion” di due

giorni su una tematica specifica, con circa 16 ore di lezione.

Riservati a odontoiatri e odontotecnici, questi incontri hanno

caratteristiche essenzialmente pratiche. Specifiche strutture,

atte all’esecuzione delle singole fasi di lavoro, saranno a com-

pleta disposizione dei partecipanti nelle varie sedi in cui ver-

ranno svolti i corsi. L’organizzazione, interamente garantita

dagli Amici di Brugg, non mancherà di coniugare le attività di

carattere scientifico-applicativo a momenti d’incontro convi-

viale, nell’atmosfera di amicizia che contraddistingue tutte le

iniziative dell’Associazione fin dalla sua nascita.

I prossimi corsi in programma (con date e sedi ancora da de-

finire) sono “Il digitale in odontoiatria: fotografia, Cad-Cam,

Smile Design”, “La programmazione della protesi estetica” e

“Occlusione nella pratica quotidiana. Preparazioni protesiche,

registrazioni endoextra orali, esecuzione di casi reali”.

Programmi completi, sedi e date vengono aggiornati sul sito

www.amicidibrugg.it

I corsi monotematicidegli Amici di Brugg

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FATTI & PERSONE << 24<<

Mantenimento implantare: il master per igienisti dell’università di Pisa Lo scorso febbraio a Lido di

Camaiore (Lucca) si è con-

cluso il master di I livello in

implatoprotesi orale orga-

nizzato dall’università di

Pisa e rivolto ai laureati in

igiene dentale. Il corso si è

tenuto presso l’Istituto

Stomatologico Toscano nel-

l’arco dell’anno accademico

2011-2012 e ha coinvolto

igienisti dentali provenienti

da tutte le regioni italiane e

con diversi livelli di espe-

rienza, da giovani neolau-

reati a professionisti affer-

mati.

Obiettivo del master è quel-

lo di offrire una formazione

specialistica e permanente

sull’implantopotesi orale e,

in particolare, sulla terapia

di mantenimento implanta-

re. Com’è noto, tale pratica

terapeutica ha assunto negli

anni un rilievo sempre mag-

giore a causa della crescente

diffusione delle ricostruzio-

ni protesiche implanto-sup-

portate. È necessario quindi

che l’igienista dentale cono-

sca in modo approfondito

sia la componentistica dei

manufatti implanto-protesi-

ci sia le tecniche di manu-

tenzione igienica degli stessi.

Il master in implantoprotesi

orale dell’università di Pisa

ha affrontato entrambi que-

sti aspetti, senza dimenticare

le fondamentali basi anato-

miche e fisiologiche né gli

aspetti microbiologici, gene-

tici e traumatici che sono le

cause principali dell’insuc-

cesso implanto-protesico.

Le lezioni sono state tenute

da alcuni tra i più importan-

ti esperti in questo campo

presenti in Italia, inclusi do-

centi e ricercatori universi-

tari, tecnici, odontoiatri e

igienisti dentali con specia-

lizzazione in implantoprote-

si, tutti selezionati dal diret-

tore del master, il professor

Ugo Covani, e dalla dotto-

ressa Annamaria Genovesi. I

professionisti intervenuti

hanno presentato agli allievi

i più aggiornati dati della

letteratura scientifica, ma

anche casi clinici che hanno

offerto utili spunti di discus-

sione.

Particolare attenzione è stata

riservata alle tecniche anti-

microbiche, laser-assistite e

glicino-assistite, così come

alle strumentazioni sia ma-

nuali che ultrasoniche con

materiali idonei a non dete-

riorare le strutture implan-

tari. Grande interesse hanno

suscitato le lezioni dedicate

alla diagnostica per immagi-

ni, essenziale per una valuta-

zione completa dei tessuti, e

quelle sulla diagnosi delle

patologie dei tessuti perim-

plantari attraverso l’utilizzo

del sondaggio con sonde

manuali ed elettroniche e la

compilazione di indici mo-

dificati.

Infine, poiché il successo

della protesi su impianti non

può essere totalmente ascri-

vibile alle pratiche di mante-

nimento eseguite dal profes-

sionista ma anche alle ma-

novre di igiene domicilare, il

master non poteva tralascia-

re le tecniche di motivazione

e di istruzione del paziente

al corretto utilizzo dei presi-

di più adeguati alle diverse

tipologie di protesi implan-

to-supportate.

Al termine del ciclo di lezio-

ni, ogni studente ha soste-

nuto la discussione di una

tesi di diploma su un argo-

mento scelto tra quelli esa-

minati durante il corso.

Quest’anno inoltre i parteci-

panti, sotto la supervisione

della dottoressa Genovesi,

hanno dato vita a un gruppo

di studio dal quale verrà

tratto un manuale di terapia

di mantenimento implanta-

re rivolto ai professionisti e

molto utile anche agli stu-

denti dei corsi di laurea in

igiene dentale.

Massimiliano Fasci

Italian Dental Journal Anno VIII - numero 5 - aprile (2) 2013Mensile di attualità, informazione, cultura

Organo Ufficiale Smom onlus - Solidarietà Medico Odontoiatrica nel Mondo

Direttore responsabilePaolo Pegoraro [email protected]

RedazioneAndrea Peren [email protected] Villa [email protected]

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Grafica e impaginazioneMarco Redaelli - www.creativastudio.eu

Hanno collaborato in questo numero:Cosma Capobianco, Giampiero Pilat, Renato Torlaschi, ElenaVaroni

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TESTATA ASSOCIATA

Conservativa

Realizzata dalla societàsvizzera Polydentia e distri-buita in esclusiva per l’Italiada Perident DentalProducts, LumiContrast èun’innovativa matrice sezio-nale sviluppata per preser-vare gli occhi dall’eccessivoaffaticamento: grazie all’ec-cellente contrasto tra il colo-re blu opaco della matrice eil bianco dei denti, diventapiù semplice individuare l’a-rea di intervento durante lefasi di ricostruzione. Le tra-dizionali matrici in acciaio in-vece, a causa del materialeriflettente di cui sono fatte,possono provocare talvoltauna sensazione di stressoculare causata proprio dalriflesso della luce e dalloscarso contrasto nell’area di

lavoro.LumiContrast diventa anco-ra più utile quando nelle fasidi lavoro ci si avvale di lentimonoculari o microscopidentali.La colorazione della matriceLumiContrast, effettuata conle più moderne tecnologie,fa sì che il colore blu non sidistacchi o possa essereabraso durante le normalifasi di lavorazione. Pertantonessuna particella si disper-de all’interno della cavità otra il materiale di otturazio-ne.L’acciaio selezionato di altaqualità ottimizza le procedu-re di restauro, in quanto lamatrice non cede all’internodella cavità, né può esseredeformata dai cunei inter-dentali. Gli anelli sono posi-zionabili con una comunepinza per diga.

Per informazioni:

Perident Dental Products

Tel. 055.696540 r.a.

Fax 055.696900

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www.perident.it

LUMICONTRAST

Conservativa

A volte un restauro eseguitoa regola d’arte dal punto divista tecnico non è sufficien-te. In alcuni casi infatti l’o-dontoiatra deve utilizzarecolori e creatività per ricrea-re l’individualità del pazientein modo estetico e naturale.

È proprio questo l’obiettivoche Heraeus voleva rag-giungere quando ha iniziatoa progettare Venus Color, ilsuo nuovo composito fluidofotopolimerizzabile. Venus Color è composto dacinque colori intensi – bian-

co, blu, giallo grano, ambrae cocco – che permettono diottenere facilmente tutti i tipidi caratterizzazione dei re-stauri diretti e indiretti e deidenti artificiali. Venus Colorè l’ideale completamentodell’ampia gamma di com-positi nano ibridi Heraeuscome Venus Diamond,Venus Pearl e VenusDiamond Flow, la cui resaestetica può essere ulterior-mente migliorata dagli effettidel nuovo composito.Come? Imitando per esem-pio incrinature dello smalto,calcificazioni, superfici abra-se, fessure, alterazioni cro-matiche del colletto dei den-ti e solchi dello smalto.Venus Color si usa anchecome strato di colore inter-

medio per coprire alterazionicromatiche dell’elementodentale. Si può utilizzarenon diluito in uno strato sot-tile o diluendolo con un com-posito fluido trasparente chene riduca l’intensità cromati-ca. Si può applicare indiret-tamente con un pennello oaltri strumenti adatti. Venus Color è disponibile insiringhe singole da 1 gram-mo o in kit continente i cin-que colori.

Per informazioni:

Heraeus Kulzer srl

Tel. 02.210094274

Fax 02.210094288

www.heraeus-dental.it

VENUS COLOR

<<<< << DENTAL MARKET25

I redazionali presentati in queste pagine rapprentano una libera scelta della Redazione di Italian Dental Journal tra i comunicati pervenuti

Chirurgia

L’espansore Komet(Extender) ha la funzione dimoderare, coordinare e con-trollare l’espansione oriz-zontale della cresta mascel-lare nel rispetto del principiodella minima invasività, inseguito a interventi di splitcrest per l’inserimento pluri-mo di impianti.L’indicazione principale èsoprattutto quando si devo-no inserire più impianti suuna cresta splittata da di-strarre per una certa lun-ghezza. In combinazionecon le viti di espansione e

condensazione MaxilloPrepS p r e a d - C o n d e n s e ,l’Extender permette un’e-spansione tranquilla e con-trollata, in quanto riduce inmodo ottimale le forze perunità di superficie che siesercitano sull’osso dellacresta alveolare.L’Extender dovrebbe essereinserito a una profondità diminimo 5 mm. Da chiuso haun’ampiezza di 1,25 mm epuò essere espanso fino aun’ampiezza di 6 mm. L’Extender fa parte della si-stematica MaxilloPrep dellaKomet, ma può essere ac-quistato anche separata-mente.

Per informazioni:

Komet Italia srl

Tel. 02.67076654

Fax 02.67479318

[email protected]

www.komet.it

EXTENDER KOMET

> Extender Komet

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<<<<DENTAL MARKET << 26

Endodonzia

VDW.Gold Reciproc è il nuovomotore endodontico brevettatoda Dentsply/VDW. Funzionacon strumenti reciprocanti erotanti e grazie al rilevatoreapicale integrato consente dimonitorare la posizione dellostrumento all’interno del cana-le per tutta la lunghezza di la-voro.VDW.Gold Reciproc è estre-mamente versatile perché èdotato di tre differenti modalitàdi utilizzo: solo motore, solo lo-calizzatore apicale, motore elocalizzatore apicale simulta-neo. Questo permette all’ope-ratore di scegliere tra determi-nazione della lunghezza di la-voro durante la sagomatura odeterminazione della lunghez-za di lavoro in modalità sepa-rata.Il motore assicura inoltre un

maggiore comfort e minori ri-schi di frattura dello strumentograzie alla funzione “ReciprocReverse”, che avvisa con unsegnale acustico quando è ne-cessario esercitare un movi-mento di brushing laterale perconsentire un avanzamentoapicale semplificato e una ri-duzione dello stress sullo stru-mento. Il motore endodontico è coper-to da tre anni di garanzia e puòessere provato direttamente instudio contattando il referenteDentsply di zona.

Per informazioni:

Dentsply Italia srl

Tel. 06.7264031

Fax 06.72640372

[email protected]

www.dentsply.it

VDW.GOLD RECIPROC

Igiene Orale

Il dentifricio Forhans Special,a base di fluoro e di una solu-zione di zinco cloruro, aiuta aproteggere denti e gengive ea prevenire la formazione del-la carie e della placca.Si consiglia il suo utilizzo trevolte al dì, dopo i pasti princi-pali. In questo modo si con-sente allo zinco cloruro, in-grediente chiave della formu-la, di svolgere la sua azioneastringente e antisettica con-tribuendo a prevenire e ridur-re l’infiammazione gengivale,rendendo più sane le gengivee aiutando a prevenire la

comparsa di afte e sanguina-menti gengivali. Il collutorio Forhans Medico,disponibile nelle due versioni“concentrato” da 75 ml e“pronto all’uso”, da 250 ml, èutile per il trattamento dellestomatiti e delle parodontitied è efficace contro le aftosirecidivanti.I prodotti Forhans sono di-sponibili in farmacia.

Per informazioni:

Uragme srl

Tel 06.87201580

www.uragme.it

FORHANS SPECIAL

Conservativa

Kerr Corporation e KaVoDental GmbH hanno unito leloro più avanzate tecnologieper creare un sistema per rea-lizzare rapidamente e con suc-cesso i restauri nei settori po-steriori: SonicFill. Il compositoconsente di effettuare i restau-ri utilizzando una tecnologia asingolo incremento, sempliceda utilizzare, che combina i

vantaggi di un composito fluidoa quelli di un composito univer-sale. Con SonicFill è possibile ridur-re il tempo necessario al posi-zionamento, dall’adattamentoalla modellazione del restauro,impiegando fino al 30% di tem-po in meno rispetto ai metodidi applicazione convenzionali.Il sistema è costituito da un

manipolo KaVo che consentel’attivazione sonica di un com-posito specifico, SonicFillComposite, progettato da Kerre confezionato in pratici appli-catori monodose. L’attivazionesonica del prodotto riduce inmodo significativo e tempora-neo la viscosità del compositoper consentire un rapido riem-pimento della cavità. Questocambio di viscosità assicuraun semplice posizionamentodel materiale e un adattamen-to superiore alla cavità. Il com-posito applicato con SonicFillriacquista rapidamente una vi-scosità ideale che mantiene laforma conferita e risulta esseresemplice da modellare e adat-tare, senza appiccicarsi allostrumento. Ottima anche la sua resisten-

za meccanica, che garantisceuna bassa contrazione e unaprofondità di polimerizzazionefino a 5 mm. Diversi studi clinici hanno di-mostrato che le proprietà fisi-che di SonicFill sono compara-bili sia a quelle dei compositifluidi per riempimento con sin-golo strato, sia a quelle deicompositi tradizionali applicatimediante stratificazione.

Per informazioni:

Kerr Italia srl

Tel. 081.8508327

[email protected]

www.kerrdental.it

KaVo Italia srl

Tel 010.8332.1

[email protected]

www.kavo.it

SONICFILL

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