Per Natale vi auguro un desiderio contagioso di bene Sembra€¦ · Non fanno nemmeno in tempo a...

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri È per adempiere alla legge del Signore che Maria e Giuseppe ti portano al Tempio. Il gesto di offrire un sacrificio vuole manifestare, Gesù, la certezza che tu, come del resto ogni figlio, non sei una proprietà dei genitori, ma un dono che Dio ha loro affidato. In questo contesto di gratitudine e di fiducia avviene l’incontro con Simeone ed Anna, due anziani, che incarnano l’attesa di Israele, la speranza nutrita quotidianamente dagli annunci dei profeti. Quello che viene detto di te non può essere il frutto dell’intuizione umana. È lo Spirito a suggerire espressioni che rivelano la tua identità, Gesù, la tua missione. Sì, tu sei veramente la salvezza attesa, la luce che rivela l’amore di Dio, destinato a tutti i popoli, ma anche la gloria di Israele, il primo destinatario dell’alleanza. Simeone, tuttavia, non può fare a meno di riconoscere una realtà che sconcerta. Nessuno potrà sottrarsi ad una scelta: accettare o rifiutare il tuo dono, accogliere o respingere la tua offerta. Così ognuno, per sua volontà, potrà entrare o sottrarsi allo splendido disegno di Dio. Roberto Laurita Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. [...] Maria e Giuseppe portarono il Bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Una giovanissima coppia col suo primo bambino arriva portando la povera offerta dei poveri, due tortore, e la più preziosa offerta del mondo: un bambino. Non fanno nemmeno in tempo a entrare che subito le braccia di un uomo e di una donna si contendono il bambino. Sulle braccia dei due anziani, riempito di carezze e di sorrisi, passa dall'uno all'altro il futuro del mondo: la vecchiaia del mondo che accoglie fra le sue braccia l'eterna giovinezza di Dio. Il piccolo bambino è accolto non dagli uomini delle istituzioni, ma da un anziano e un'anziana senza ruolo ufficiale, però due innamorati di Dio che hanno occhi velati dalla vecchiaia ma ancora accesi dal desiderio. Perché Gesù non appartiene all'istituzione, ma all'umanità. L'incarnazione è Dio che tracima dovunque nelle creature, nella vita che finisce e in quella che fiorisce. «È nostro, di tutti gli uomini e di tutte le donne. Appartiene agli assetati, a quelli che non smettono di cercare e sognare mai, come Simeone; a quelli che sanno vedere oltre, come la profetessa Anna; a quelli capaci di incantarsi davanti a un neonato, perché sentono Dio come futuro» (M. Marcolini). Lo Spirito aveva rivelato a Simeone che non avrebbe visto la morte senza aver prima veduto il Messia. Sono parole che lo Spirito ha conservato nella Bibbia perché io, noi, le conservassimo nel cuore: anche tu, come Simeone, non morirai senza aver visto il Signore. È speranza. È parola di Dio. La tua vita non finirà senza risposte, senza incontri, senza luce. Verrà anche per te il Signore, verrà come aiuto in ciò che fa soffrire, come forza di ciò che fa partire. Io non morirò senza aver visto l'offensiva di Dio, l'offensiva del bene, l'offensiva della luce che è già in atto dovunque, l'offensiva del lievito. Poi Simeone canta: ho visto la luce da te preparata per tutti. Ma quale luce emana da Gesù, da questo piccolo figlio della terra che sa solo piangere e succhiare il latte e sorridere agli abbracci? Simeone ha colto l'essenziale: la luce di Dio è Gesù, luce incarnata, carne illuminata, storia fecondata, amore in ogni amore. La salvezza non è un opera particolare, ma Dio che è venuto, si lascia abbracciare dall'uomo, è qui adesso, mescola la sua vita alle nostre vite e nulla mai ci potrà più separare. Tornarono quindi alla loro casa. E il Bambino cresceva e la grazia di Dio era su di lui. Tornarono alla santità, alla profezia e al magistero della famiglia, che vengono prima di quelli del tempio. Alla famiglia che è santa perché la vita e l'amore vi celebrano la loro festa, e ne fanno la più viva fessura e feritoia dell'infinito. (di Ermes Ronchi ) nr. 134 (Luca 2, 22-40) Per Natale vi auguro un desiderio contagioso di bene Sembra che il Natale sia amato da tutti, magari per ragioni che non coincidono del tutto con quelle dei cristiani. Che sia, in ogni caso, per molti un’occasione in cui volersi bene o fare del bene, anche solo con semplici regali che esprimono tali sentimenti, non può che essere positivo e farci benedire questa ricorrenza. È vero però che i cristiani sentono, in questi giorni, il bisogno di cogliere il significato più vero del Natale. E lo riconoscono allora come il grande Dono di Dio. Per i cristiani Dio non è una divinità fredda e lontana, da temere, o alla quale accostarsi attraverso un impegnativo e arduo cammino ascetico e purificatore. È il Dio che viene tra noi, anzi si fa uno di noi e si china su di noi. E assume su di sé – il Bambino di Betlemme sarà l’Uomo crocifisso del Calvario – il male dell’umanità, offrendo alla libertà di ciascuno di divenire “creatura nuova in Cristo”. A me piace pensare che l’usanza di farsi regali a Natale derivi proprio dalla gioia di ricevere il Dono che è Cristo, fratello che ci si fa accanto e si prende cura di noi. Questo è anche il desiderio più bello e più salutare che il Natale può suscitare in noi. Io invito tutti a fare spazio alle domande, e sono tante e talora sono drammatiche, di chi soffre povertà, solitudine, incomprensione, ingiustizia, emarginazione, oppressione. Penso a chi non conosce la gioia di donare e a chi raramente sperimenta quella di ricevere doni; a chi sente spegnersi dentro speranza e fiducia nel futuro; a chi non è più in grado di dare un senso al proprio esistere; a chi si ritrova schiavo del vizio e delle dipendenze; a chi subisce le conseguenze nefaste delle guerre e della infelice distribuzione dei beni sulla faccia della terra. Auguro che un desiderio e una volontà di bene più intensa, più fattiva, più solidale possa divenire un inarrestabile contagio, tra noi e in tutto il mondo. Questo sarebbe davvero un autentico Natale. A tutti rivolgo il mio augurio sincero di buon Natale e di un anno ricco di bene. Mons. Gianfranco Agostino Gardin Vescovo di Treviso, 22 dicembre 2017 Domenica 31 dicembre 2017 SANTA FAMIGLIA Anno B

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Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

È per adempiere alla legge del Signore che Maria e Giuseppe ti portano al Tempio. Il gesto di offrire un sacrificio vuole manifestare, Gesù, la certezza che tu, come del resto ogni figlio, non sei una proprietà dei genitori, ma un dono che Dio ha loro affidato. In questo contesto di gratitudine e di fiducia avviene l’incontro con Simeone ed Anna, due anziani, che incarnano l’attesa di Israele, la speranza nutrita quotidianamente dagli annunci dei profeti. Quello che viene detto di te non può essere il frutto dell’intuizione umana. È lo Spirito a suggerire espressioni che rivelano la tua identità, Gesù, la tua missione. Sì, tu sei veramente la salvezza attesa, la luce che rivela l’amore di Dio, destinato a tutti i popoli, ma anche la gloria di Israele, il primo destinatario dell’alleanza. Simeone, tuttavia, non può fare a meno di riconoscere una realtà che sconcerta. Nessuno potrà sottrarsi ad una scelta: accettare o rifiutare il tuo dono, accogliere o respingere la tua offerta. Così ognuno, per sua volontà, potrà entrare o sottrarsi allo splendido disegno di Dio. Roberto Laurita

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. [...]

Maria e Giuseppe portarono il Bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Una giovanissima coppia col suo primo bambino arriva portando la povera offerta dei poveri, due tortore, e la più preziosa offerta del mondo: un bambino. Non fanno nemmeno in tempo a entrare che subito le braccia di un uomo e di una donna si contendono il bambino. Sulle braccia dei due anziani, riempito di carezze e di sorrisi, passa dall'uno all'altro il futuro del mondo: la vecchiaia del mondo che accoglie fra le sue braccia l'eterna giovinezza di Dio. Il piccolo bambino è accolto non dagli uomini delle istituzioni, ma da un anziano e un'anziana senza ruolo ufficiale, però due innamorati di Dio che hanno occhi velati dalla vecchiaia ma ancora accesi dal desiderio. Perché Gesù non appartiene all'istituzione, ma all'umanità. L'incarnazione è Dio che tracima dovunque nelle creature, nella vita che finisce e in quella che fiorisce. «È nostro, di tutti gli uomini e di tutte le donne. Appartiene agli assetati, a quelli che non smettono di cercare e sognare mai, come Simeone; a quelli che sanno vedere oltre, come la profetessa Anna; a quelli capaci di incantarsi davanti a un neonato, perché sentono Dio come futuro» (M. Marcolini). Lo Spirito aveva rivelato a Simeone che non avrebbe visto la morte senza aver prima veduto il Messia. Sono parole che lo Spirito ha conservato nella Bibbia perché io, noi, le

conservassimo nel cuore: anche tu, come Simeone, non morirai senza aver visto il Signore. È speranza. È parola di Dio. La tua vita non finirà senza risposte, senza incontri, senza luce. Verrà anche per te il Signore, verrà come aiuto in ciò che fa soffrire, come forza di ciò che fa partire. Io non morirò senza aver visto l'offensiva di Dio, l'offensiva del bene, l'offensiva della luce che è già in atto dovunque, l'offensiva del lievito. Poi Simeone canta: ho visto la luce da te preparata per tutti. Ma quale luce emana da Gesù, da questo piccolo figlio della terra che sa solo piangere e succhiare il latte e sorridere agli abbracci? Simeone ha colto l'essenziale: la luce di Dio è Gesù, luce incarnata, carne illuminata, storia fecondata, amore in ogni amore. La salvezza non è un opera particolare, ma Dio che è venuto, si lascia abbracciare dall'uomo, è qui adesso, mescola la sua vita alle nostre vite e nulla mai ci potrà più separare. Tornarono quindi alla loro casa. E il Bambino cresceva e la grazia di Dio era su di lui. Tornarono alla santità, alla profezia e al magistero della famiglia, che vengono prima di quelli del tempio. Alla famiglia che è santa perché la vita e l'amore vi celebrano la loro festa, e ne fanno la più viva fessura e feritoia dell'infinito. (di Ermes Ronchi )

nr. 134

(Luca 2, 22-40)

Per Natale vi auguro un desiderio contagioso di bene Sembra che il Natale sia amato da tutti, magari per ragioni

che non coincidono del tutto con quelle dei cristiani. Che sia, in ogni caso, per molti un’occasione in cui volersi bene o fare del bene, anche solo con semplici regali che esprimono tali sentimenti, non può che essere positivo e farci benedire questa ricorrenza. È vero però che i cristiani sentono, in questi giorni, il bisogno di cogliere il significato più vero del Natale. E lo riconoscono allora come il grande Dono di Dio. Per i cristiani Dio non è una divinità fredda e lontana, da temere, o alla quale accostarsi attraverso un impegnativo e arduo cammino ascetico e purificatore. È il Dio che viene tra noi, anzi si fa uno di noi e si china su di noi. E assume su di sé – il Bambino di Betlemme sarà l’Uomo crocifisso del Calvario – il male dell’umanità, offrendo alla libertà di ciascuno di divenire “creatura nuova in Cristo”. A me piace pensare che l’usanza di farsi regali a Natale derivi proprio dalla gioia di ricevere il Dono che è Cristo, fratello che ci si fa accanto e si prende cura di noi. Questo è anche il desiderio più bello e più salutare che il Natale può suscitare in noi. Io invito tutti a fare spazio alle domande, e sono tante e talora sono drammatiche, di chi soffre povertà, solitudine, incomprensione, ingiustizia, emarginazione, oppressione. Penso a chi non conosce la gioia di donare e a chi raramente sperimenta quella di ricevere doni; a chi sente spegnersi dentro speranza e fiducia nel futuro; a chi non è più in grado di dare un senso al proprio esistere; a chi si ritrova schiavo del vizio e delle dipendenze; a chi subisce le conseguenze nefaste delle guerre e della infelice distribuzione dei beni sulla faccia della terra. Auguro che un desiderio e una volontà di bene più intensa, più fattiva, più solidale possa divenire un inarrestabile contagio, tra noi e in tutto il mondo. Questo sarebbe davvero un autentico Natale. A tutti rivolgo il mio augurio sincero di buon Natale e di un anno ricco di bene. Mons. Gianfranco Agostino Gardin Vescovo di Treviso, 22 dicembre 2017

Domenica 31 dicembre 2017

SANTA FAMIGLIA Anno B

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Parrocchie S.Cuore S.Antonio Mogliano

Parr. Sacro Cuore: Tel.: 041.3097009 - [email protected] Parr. Sant’Antonio: Tel.: 041.3097009 - [email protected]

➢ Dalla vendita di ortaggi di stagione e dolci natalizi di sabato 16 e domenica 17

dicembre sono stati ricavati 506 euro a favore della colletta diocesana Un po-

sto a Tavola. Grazie agli organizzatori e a chi ha contribuito!

➢ Arrivano le calzette della Befana! Davanti alla chiesa S. M. Assunta durante le

prossime festività. Il ricavato delle offerte sarà devoluto alla colletta diocesana

per l’infanzia missionaria.

➢ Martedì 2 gennaio la consueta S. Messa delle ore 19.00 a S. Maria Assunta

non sarà celebrata.

➢ Lunedì 8 gennaio, Centro Pastorale S. M. Assunta, ore 20.45: Incontro per

i genitori dei ragazzi di seconda e terza media in preparazione al campo

scuola ad Assisi.

➢ Giovedì 11 gennaio, Centro Pastorale S. M. Assunta, ore 20.30: Battezzati

per diventare Cristiani: itinerario per la formazione di catechisti e coordina-

tori. Tema del III anno: Se non avessi la carità. Primo incontro: “Rivestiti di

Cristo”. Iscrizioni al primo incontro, versando un contributo di 10 euro.

➢ Dopo Natale la segreteria delle parrocchie in centro pastorale resterà chiusa.

Riaprirà lunedì 8 gennaio.

➢ Sabato 20 e domenica 21 gennaio, Cavallino Treporti, Casa per Ferie Ma-

ria Assunta: Week-end di spiritualità per catechisti: Perché state a guardare

il cielo? Info e iscrizioni entro il 10 gennaio: Ufficio Catechistico

0422 - 576940, [email protected].

➢ Sabato 6 gennaio 2018, Sacro Cuore, ore 16.45: Concerto del Coro “La

Contrà”.

➢ Domenica 7 gennaio, dalle 9.30, al Sacro Cuore: nuovo appuntamento con

il GR.INV. per tutti i bambini e i ragazzi dalla 2a elem. alla 3

a media.

SACRO CUORE SANT'ANTONIO

SABATO 30 18.30: + Adina;

+ Aricò Pietro (4° ann.) 18.30: + Vittoria.

DOMENICA 31 Santa Famiglia

8.30: S. Messa.

11.30: S. Messa per la Comunità.

18.30: Te Deum per la Comunità.

10.30: S. Messa per la Comunità.

18.30: Te Deum per la Comunità.

LUNEDÌ 1 Gennaio 2018 Maria Ss. Madre di Dio

8.30: S. Messa.

11.30: S. Messa per la Comunità. 10.30: S. Messa per la Comunità.

MARTEDÌ 2 Ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno

Non c’è la S. Messa Non c’è la S. Messa

MERCOLEDÌ 3 Santissimo Nome di Gesù

8.30: + Berto Gino. Non c’è la S. Messa

GIOVEDÌ 4 Non c’è la S. Messa 18.30: S. Messa.

VENERDÌ 5 18.30: S. Messa prefestiva. 18.30: S. Messa prefestiva.

SABATO 6 Epifania del Signore

8.30: + Ester, Mario e Stella.

11.30: S. Messa per la Comunità.

18.30: + Pastrello Vincenzo; + Pietro ed Assunta Carraro.

10.30: + Baldassa Renato.

DOMENICA 7 Battesimo del Signore

8.30: S. Messa per la Comunità.

11.30: + Canciani Nadia (5° ann.) 10.30: S. Messa per la Comunità.

Lunedì 15 gennaio 2018, chiesa S. Antonio, ore 21.00: Terzo in-

contro biblico, dell’itinerario Abbà dimmi una parola per vivere assie-

me un momento di ascolto della Parola e di approfondimento, medi-

tazione e condivisione. Il tema dell’incontro sarà: “Pensare è vedere: la

cura”.