Per i genitori · PRESENTAZIONE 2 DEL PROGETTO “La scuola insegna: Sicur@ ... capofila del...

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1 e-book Per i genitori La scuola insegna: Sicur@mente insieme

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e-bookPer i genitori

La scuola insegna:

Sicur@mente

insieme

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2PRESENTAZIONEDEL PROGETTO

“La scuola insegna: Sicur@mente insieme” nasce con l’intento di individuare innovativi interventi didattici, da sperimentare sul campo, per lo sviluppo di una responsabilità civica in materia di Sicurezza e di tutela della Salute individuale e pubblica. La Salute è un diritto / dovere di ogni individuo e la sua salvaguardia non può e non deve essere delegata solo agli enti pubblici e alle varie organizzazioni sanitarie preposte, ma è una responsabilità sociale, della quale sono tutti rivestiti, in particolar modo le istituzioni sociali (quali famiglia e scuola) responsabili del processo di formazione ed educazione dei ragazzi. Gli unici strumenti, validi per prevenire o limitare l’insorgenza di eventi spiacevoli e/o di patologie negli ambiti organizzativi della vita quotidiana (Carta di Ottawa per la promozione della salute nel 1986), sono la conoscenza e l’acquisizione di BUONE PRATICHE, spesso in netto contrasto con i modelli comportamentali, acquisiti in famiglia, richiesti dal gruppo di appartenenza o proposti dai mass media. Le finalità perseguite sono:• diffusione di conoscenze riguardanti i rischi legati a comportamenti scorretti;• individuazione di strumenti efficaci ed efficienti per formare cittadini consapevoli del valore delle proprie scelte nella tutela dell’incolumità propria e degli altri;• fruibilità del prodotto realizzato da parte di tutti gli stakeholders della scuola, in primis i genitori.L’efficacia e l’efficienza del progetto saranno strettamente legate al riscontro nella quotidianità, cioè alla conformità dei modelli di vita proposti da tutte le organizzazioni ed istituzioni al messaggio educativo fornito.

Il progetto, finanziato da INDIRE, è realizzato da un partenariato interistituzionale costituito da:• Civicamente, una società altamente specializzata nell’uso della tecnologia

digitale per l’Educazione e la Formazione, • da tre istituzioni scolastiche saldamente radicate nel territorio calabro:

a. Istituto di Istruzione Superiore Leonardo Da Vinci - Nitti di Cosenza (scuola capofila del progetto); b. Istituto di Istruzione Superiore IPSC – IPSIA - ITCG di Paolac. Istituto omnicomprensivo Liceo Classico- IC San Demetrio Corona -IC San Giorgio.

Tale accordo tra varie istituzioni è espressione della volontà comune di ampliare l’Offerta Formativa con percorsi educativi inerenti a una tematica che risulta, a livello nazionale ed europeo, di primario interesse didattico e di ricerca, ma anche dal desiderio di assicurare un prodotto che possa soddisfare le esigenze di diverse realtà territoriali.

Gli alunni, coinvolti nel progetto, sono quelli del primo biennio delle Scuole Secondarie di secondo grado. Questi ragazzi rientrano nella fascia di età in cui vengono stabiliti i rapporti con se stessi e con il mondo esterno, fondamentali nel determinare l’autostima e la sicurezza personale dell’individuo e l’acquisizione di stili di vita, mantenuti da adulti e difficili da sradicare.

La validità di ogni azione educativa è strettamente legata alla capacità di individuare l’approccio pedagogico,più adeguato agli interessi dei ragazzi, per assicurarne una loro partecipazione attiva, costruttiva e propositiva. Il tool educativo multimediale Open Mind risponde a questi requisiti, perché utilizza lo strumento di comunicazione prediletto dai nostri giovani in formazione, cioè la condivisione di contenuti audio/video, e più adatta a interiorizzare attivamente i contenuti, a riconsiderare il proprio vissuto e a sviluppare le Life Skills, cioè le abilità

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da tradurre in comportamenti positivi per affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana. Inoltre, l’Open Mind rappresenta un valido sostegno per i docenti, facilitando:

• la trattazione sintetica ed esaustiva anche di tematiche complesse e poliedriche, quale la sicurezza; • i confronti di idee senza vincoli, limitazioni o pregiudizi, in uno scenario protetto e condiviso con altri, evitando momenti di noiosa fruizione;• la diffusione del messaggio educativo all’esterno.

Nel pacchetto multimediale, il tema della Sicurezza si presenta suddiviso in due lezioni Open Mind, collegate tra loro e relative a due macro-tematiche:

1 - “ Sicurezza in strada, sui luoghi di lavoro e in caso di calamità”Argomenti:- L’ambiente che ci circonda- Consapevoli in strada- Rendi sicuro il tuo lavoro

2- Sicurezza e salute: dalla sfera personale a quella domestica”Argomenti:- Sicuri in casa - Al sicuro dagli alimenti - Al sicuro dalle dipendenze

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1.1 “L’ambiente che ci circonda”

I rischi naturali sono quelli determinati dal rapporto uomo-natura, che si caratterizzano per gli elementi che ne determinano l’insorgenza, valutati in termini di probabilità di insorgenza delle conseguenze negative (pericolosità) e di attitudine dell’ambiente a sopportarne gli effetti (vulnerabilità). I danni sono decisamente mitigati dalle attività di soccorso e di prevenzione attuate dalla Protezione Civile, un sistema nazionale operante in sinergia con enti locali (Regioni, Province e comuni) e con varie strutture operative (VVF, CFS, SSN, FF. AA, il Volontariato ed altre). Tuttavia, anche il singolo cittadino deve rivestire un ruolo chiave in una situazione emergenziale, con interventi preventivi e operativi, mirati alla gestione delle criticità, differenziate a seconda dei luoghi e delle strutture abitualmente frequentate e in relazione alle attività svolte.

In ambito scolastico, i rischi naturali di maggiore pericolosità e vulnerabilità sono: sismici, idrogeologici o da incendi.

RISCHI SISMICI

Sono provocati dal movimento di faglie trascorrenti che si manifestano con vibrazioni del suolo (scosse), imprevedibili e inevitabili. Nonostante alcuni tentativi attuati nel sottosuolo per scaricare gradualmente le tensioni accumulate, solo la progettazione di edifici resistenti a scosse, anche di maggiore entità, rappresenta attualmente lo strumento idoneo per mitigarne i danni. La loro gestione nella scuola è strettamente legata, oltre alla sicurezza dell’edificio, alla formazione dei ragazzi in merito

ai comportamenti da mantenere prima e dopo il terremoto e alla realizzazione di un efficace piano di emergenza. L’evacuazione parziale o totale dipende dalla presenza di “zone a rischio” all’interno della scuola, dalla collocazione della scuola nel territorio e dal verificarsi di eventi dolosi o calamità.

RISCHI IDROGEOLOGICI Derivano da processi di erosione/degradazione del suolo, che si possono manifestare con eventi catastrofici, quali alluvioni e frane. Le cause possono essere: • naturali, cioè strettamente legate a fattori meteorologici (clima, esposizione al sole, pendenza dei versanti, escursione termica), alla geologia, alla topografia e alla copertura vegetale del terreno;• antropiche, cioè determinate dalle attività dell’uomo, come il disboscamento, la desertificazione (causata principalmente da produzioni monoculturali di tipo intensivo e/o da uso indiscriminato di prodotti chimici ad alto impatto ambientale), gli interventi sul terreno per la costruzione di strade, ponti, abitati e altro.Questi rischi sono prevedibili ed evitabili con interventi di prevenzione e di mitigazione degli effetti distruttivi, delineati nei piani

di manutenzione previsti dalla vigente normativa, quali, ad esempio, analizzare il territorio, sviluppare carte tematiche, costruire una vera mappa del rischio.

RISCHI DA INCENDI

Il processo di combustione viene rappresentato con un triangolo (noto come triangolo del fuoco), essendo determinato dalla presenza concomitante di tre componenti: combustibile, cioè

la sostanza capace di bruciare; comburente, usualmente l’ossigeno;

Sicurezza in strada, sui luoghi di lavoro e in caso di calamità

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fonte di innesco, l’apporto di calore.L’incendio è gestibile con l’annullamento di uno di questi tre elementi, cioè • per esaurimento o allontanamento del combustibile (circoscrizione);• per soffocamento, eliminando l’ossigeno con coperte, sabbia, schiuma gas inerti, l’acqua; • per raffreddamento, cioè diminuendo la temperatura con anidride carbonica o acqua.

L’acqua non deve essere utilizzata: - su apparecchi elettrici in tensione, per evitare i danni della folgorazione;- su metalli roventi, per non provocare esplosioni per le emissioni di idrogeno e di ossigeno, formatesi dalla dissociazione dell’acqua;- su combustibili liquidi che, galleggiando per il loro peso specifico inferiore, andrebbero a propagare l’incendio.In presenza di un incendio, si prevede una evacuazione parziale o totale, a seconda che il suo sviluppo avvenga all’interno o all’esterno della scuola.

In sintesi, per questi rischi l’unica arma valida per eliminare o, almeno, mitigarne i danni risulta la prevenzione.

1.1 “Consapevoli in strada”

Gli incidenti stradali rappresentano, in ogni Paese del mondo, un’importante problematica sia dal punto di vista sanitario - economico che di speranze ed aspettative di vita, risultando la nona causa di morte e di invalidità, in particolar modo giovanile, e prevedendo il raggiungimento del terzo posto nel 2020. È fondamentale, quindi, che ogni cittadino, in relazione al ruolo e alle attività svolte, assuma come impegno serio l’obiettivo europeo di ridurre di almeno il 10% le menomazioni gravi e di almeno il 20% la mortalità e il numero dei ricoveri derivanti dagli incidenti stradali. L’incidentalità stradale è causata da tre

macrofattori: l’infrastruttura, il veicolo e l’uomo.

INFRASTRUTTURA

Le strade, infrastrutture di trasporto destinate alla circolazione di veicoli, sono di responsabilità degli enti proprietari, i quali, secondo il “Nuovo codice stradale”, devono garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione assicurando:• caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali previste per ogni tipologia di strada (autostrade, strade extraurbane principali e secondarie, strade urbane di scorrimento, strade urbane di quartiere e strade locali);• regolari interventi di manutenzione, gestione e pulizia; • accurati controlli tecnici dell’efficienza;• adeguata e corretta illuminazione; • apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta per ogni tipologia.

In Italia, un elemento critico ai fini di sicurezza sono le intersezioni. In corrispondenza o in prossimità di un incrocio urbano, si registra la più alta percentuale di incidenti, ma con un basso tasso di mortalità, a causa del mancato rispetto della segnaletica e di collisioni con l’utenza più debole, rappresentata da pedoni e ciclisti. In ambito extraurbano, la percentuale di incidenti diminuisce, ma aumenta la gravità delle conseguenze, spesso mortali, e la causa sono la distrazione e la velocità.

In presenza di eventi atmosferici, quali neve, pioggia, ghiaccio, nebbia e vento, occorre sempre procedere con attenzione e prudenza, ridurre la velocità, mantenere la distanza di sicurezza ed evitare brusche sterzate.La segnaletica stradale si distingue per vari segnali con un ordine di priorità:1° le segnalazioni manuali degli agenti \ preposti al traffico;2° i segnali dei semafori;3° i segnali verticali;4° i segnali orizzontali.

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VEICOLO

Il veicolo può considerarsi affidabile, in termine di sicurezza, se dotato di dispositivi atti a migliorare il suo comportamento in situazioni di rischio, ad esempio il sistema antibloccaggio (ABS), per evitare il bloccaggio delle ruote durante le frenate; il controllo elettronico della stabilità (ESC); l’Attesa Fatturazione Uso (AFU) per segnalare il materiale consumato e non fatturato; il controllo della trazione o antislittamento (TCS).

Gli interventi, atti invece a ridurre i danni agli occupanti di un veicolo in caso di incidenti, sono regolamentati da varie ed apposite normative, quali:• l’obbligo d’installazione e utilizzo delle cinture di sicurezza; • la dotazione obbligatoria di bordo, che in Italia si limita al triangolo di emergenza, al giubbotto retroriflettente, alle catene da neve o gomme termiche;• test di sicurezza obbligatori per veicoli di una certa età;• l’obbligo, per i conducenti e passeggeri di ciclomotori e motoveicoli, di indossare un casco protettivo omologato;• l’obbligo di non trainare mai altri veicoli e di non trasportare altre persone con la bicicletta;• l’obbligo di essere maggiorenne per guidare i ciclomotori, obbligatoriamente dotati di assicurazione; di non trasportare il secondo passeggero se il veicolo non è omologato per due persone; di guidare solo veicoli immatricolati con targa a 6 cifre.

UOMO

Le funzioni coinvolte nell’attività di guida sono: orientamento spazio-temporale, percezione visiva ed uditiva, capacità d’attenzione e di controllo delle proprie emozioni, prontezza di riflessi e coordinazione motoria. La sicurezza nella guida è strettamente legata alla massima efficienza delle suddette funzioni, che non può essere assicurata con l’assunzione di:

• BEVANDE ALCOLICHE Le bevande alcoliche alterano la percezione dello spazio, dei colori, delle distanze. In stato di ebbrezza, i tempi di reazione, intesi come l’insieme di manovre da mettere in atto, sono rallentate ed imprecise. Quindi, aumenta il pericolo alla guida.L’ art. 186 del Codice Stradale vieta la guida in stato di ebbrezza, cioè con un livello alcolemico di 0,5 g/L nel sangue. Per livelli alcolemici maggiori sono previste sanzioni e sospensione della patente, di entità strettamente legata ai valori rilevati dal test.

• STUPEFACENTILe sostanze stupefacenti agiscono sulla funzionalità del Sistema Nervoso e sullo s t a t o di coscienza, provocando un’alterazione psicofisica. L’ art 187 del Codice Stradale vieta la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope, ma non ne specifica il quantum di sostanza psicotropa da ritenere come livello soglia, sia per la difficoltà nel rilevarne la presenza nell’organismo, sia perché una percentuale, seppur bassa, del tossico può essere rilevata anche in assenza dell’effettiva alterazione psicoattiva.

Anche se attualmente l’obiettivo europeo

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fissato nel 2001 non è stato raggiunto, ilpiano di azione sulla sicurezza stradale è stato un forte catalizzatore per l’UE e per i singoli Stati membri ed è servito ad incentivare gli sforzi volti a migliorare la sicurezza stradale.

1.2 Rendi sicuro il tuo lavoro Tutti i dipendenti delle aziende vanno incontro a rischi in funzione del lavoro che

svolgono. A tal proposito, lo Stato

ha emanato una serie di norme, prescrivendo, per tutti i settori di attività privati o pubblici, misure

di sicurezza e comportamenti da

adottare in forma preventiva e di azione, adeguati a fronteggiare le varie situazioni di rischio. In ambito scolastico, il Dirigente Scolastico (DS) riveste il ruolo di datore di lavoro e ne assume gli incarichi e le responsabilità, previsti dal D. Lgs.626/94:• assicurare relativa documentazione dell’anagrafica e dell’organigramma della sicurezza e dei pericoli relativi alle varie attività e fasi lavorative, previo sopralluogo di un Tecnico della Sicurezza;• fornire una valutazione dei rischi presenti;• adottare misure di prevenzione e protezione per ridurre i rischi alla fonte;• assicurare formazione e informazione adeguate a tutto il personale;• provvedere all’opportuna documentazione con il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi), nel quale riportare il programma utilizzato per migliorare la sicurezza nel tempo.

Collaborano con lui altre figure professionali, quali:• RSSP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e di Protezione), nominato dal DS in base al possesso di competenze

certificate da specifici corsi di formazione. E’ responsabile dell’organizzazione e gestione di tutto il sistema appartenente alla prevenzione e alla protezione dai rischi.• MC (medico competente), nominato dal DS in base alla certificazione di competenze specifiche, assicura collaborazione nella valutazione dei rischi sanitari presenti e ne assicura l’opportuna documentazione.• RLS (Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza), eletto dai lavoratori, riveste il ruolo di loro rappresentante.• Addetti alle emergenze e al primo soccorso, lavoratori opportunamente formati, incaricati dall’attuazione di misure di prevenzione e di gestione dell’emergenza.

Anche il lavoratore deve assicurare la cura della sicurezza e della salute di sé e delle altre persone, ottemperando a obblighi prestabiliti, quali: • osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dalle figure predisposte e assicurarne l’adempimento anche dagli altri;• utilizzare correttamente il materiale e le attrezzature di lavoro, senza effettuare alcun intervento senza opportuna autorizzazione e comunicarne eventuali deficienze o pericoli evidenziati;• sottoporsi a opportuni controlli sanitari;• utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione, che si distinguono in: collettivi (DPC - parapetti provvisori, reti di sicurezza, estintori, idranti ed altri); individuali (DPI - caschi ed elmetti di protezione, occhiali protettivi, maschere, tappi auricolari ecc...). Questi ultimi sono specifici della mansione svolta e devono rispondere a requisiti generali, quali possesso della marcatura CE e delle certificazioni previste, di istruzioni di utilizzo chiare e comprensibili, nonché adeguatezza al rischio da prevenire e alle esigenze ergonomiche e di salute del lavoratore.

Fondamentale, in termine di prevenzione,

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risulta il corredare l’ambiente di lavoro con segnali di divieto, segnali di prescrizione, segnali di avvertimento e segnali di approfondimento.

I principali rischi, in ambito scolastico, sono:1. rischi elettrici, determinati dai macchinari in uso. In caso di anomalie o malfunzionamento, è sconsigliabile effettuare la riparazione personalmente, ma chiedere l’intervento di una ditta specializzata. Si può evitare assicurando un’opportuna manutenzione ed un regolare controllo e degli impianti elettrici;

2. rischi da incendio, facilmente evitabili essendo spesso determinato dalla disattenzione dell’uomo e dall’uso improprio delle attrezzature e dei prodotti presenti in azienda. Per azioni di intervento necessario a mitigarne i danni, in tutti i luoghi di lavoro sono presenti:a. gli estintori a polvere e a CO2, importanti per estinguere un eventuale incendio;b. le planimetrie ubicate sui muri di tutte le aule per facilitare l’evacuazione parziale o totale;c. le frecce verdi che indicano il percorso per raggiungere l’esterno.

In caso di piccoli incidenti, sono ubicate nei vari locali le cassette con dotazioni di primo soccorso, adeguate all’entità numerica del personale scolastico, ed è presente il personale addestrato all’utilizzo del loro contenuto.

In sintesi, tutti i pericoli di una certa entità potranno essere azzerati e potrà essere assicurata la tutela e la salvaguardia della salute dei lavoratori con il rispetto delle misure di prevenzione, affiancate all’utilizzo

dei dispositivi di protezione messi a disposizione.

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2.1 Sicuri in casa

Nonostante la casa sia da tutti considerata come il luogo più sicuro per eccellenza, essa nasconde molteplici pericoli nascosti, responsabili dell’alta percentuale di drammatici episodi incidentali, quali cadute, ferite, ingestione di corpi estranei, soffocamento, avvelenamenti, intossicazioni, qualche volte anche la morte. La categoria di persone, in assoluto più colpita, è rappresentata da: donne, in particolare le casalinghe; anziani, in particolare gli ultraottantenni; disabili e bambini. Questi eventi, a volte, avvengono per la scorretta progettazione o realizzazione degli edifici o arredi, ma molto più spesso siamo noi a rappresentarne la causa, perché utilizziamo in modo improprio gli elementi che costituiscono la nostra casa o ne sottovalutiamo i rischi, disconoscendone la pericolosità.

RISCHI ELETTRICI

L’ energia elettrica, che ci consente tutti i comfort ai quali ormai siamo abituati, è ritenuta dalla maggior parte d e l l a popolazione innocua per l’uomo, sottovalutando il pericolo della folgorazione. Essa è originata dal contatto tra noi e un qualsiasi elemento in tensione e può determinare, a seconda dell’intensità della corrente, effetti solo dolorosi (la cosiddetta scossa) o letali

(la morte). In alcuni casi, il contatto è determinato dalla nostra disattenzione, come il toccare un filo o un elemento in tensione con mani e piedi bagnati, dimenticando che l’acqua è un buon conduttore. Altre volte, la ragione è indipendente dalla

nostra volontà, quando, ad esempio, un elemento in tensione si scarica sulla carcassa metallica di un apparecchio (es. frigorifero) e noi lo tocchiamo involontariamente. Tali incidenti si sono n o t e v o l m e n t e ridotti con lo obbligo

dell’interruttore d i f ferenz ia le s a l v a v i t a , che interviene ogni qualvolta si verifichi una dispersione di corrente elettrica nell’impianto.

Ogni singolo cittadino può fornire un suo contributo in termine di sicurezza, adottando accorgimenti e comportamenti adeguati, quali:• acquistare e utilizzare solo apparecchi elettrici con il marchio I.M.Q. (Istituto del Marchio di Qualità);

• evitare il contatto con elettrodomestici e fili elettrici con mani e piedi nudi bagnati, o in presenza di acqua sul pavimento

della stanza;• evitare di collegare più di un

apparecchio a una presa elettrica;• non staccare la spina direttamente dal cavo;• usare per il collegamento di qualsiasi

apparecchio una spina a tre spinotti, dei quali solo quello centrale è collegato a terra, riconoscibile per il colore giallo-verde del rivestimento isolante del cavo;• srotolare completamente, anche per un collegamento momentaneo, il cavo delle prolunghe elettriche limitando però al

minimo il loro utilizzo;• proteggere gli alveoli delle

“Sicurezza e salute: dalla sfera personale a quella domestica”

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prese, in modo che i bambini non corrano rischi;• evitare di tenere i portalampada senza lampadina, per non lasciare degli elementi elettrici in tensione;

• togliere l’alimentazione elettrica, anche quando sostituiamo una lampadina o facciamo qualsiasi intervento sull’impianto;• favorire la corretta ventilazione degli apparecchi.

RISCHI ELETTROMAGNETICI

Tutti gli apparecchi elettrici sono sorgenti, oltre che di campi elettrici, anche di campi elettromagnetici. Il campo elettrico è sempre presente negli ambienti domestici, i nd i penden temen te dal funzionamento degli elettrodomestici;

invece, quello magnetico si produce solo se negli apparecchi circola corrente elettrica. Anche il telefono cellulare è in grado di ricevere e trasmettere onde elettromagnetiche; più è vicino all’orecchio, maggiore sarà l’assorbimento di onde dannose per la nostra salute.Per prevenire i rischi, è bene attuare alcuni accorgimenti:• durante l’utilizzo degli apparecchi elettrici, allontanarsi da essi, per essere sicuri di non essere investiti da campi elettromagnetici;• utilizzare l’auricolare per le conversazioni con il cellulare e, se non è possibile il suo utilizzo, effettuare conversazioni brevi, alternando l’orecchio a fianco dell’apparecchio;

• non rimanere nelle vicinanze del forno a microonde durante il suo utilizzo.

RISCHI DA INCENDIO

L’incendio si verifica per un uso scorretto degli elettrodomestici, per un cattivo stato dell’impianto elettrico, ma soprattutto per il malfunzionamento o la mancata sorveglianza delle apparecchiature, quando sono in funzione. Anche le candele accese, utilizzate in situazioni particolari, creano rischi d’incendio imprevedibili.

Contribuiscono all’espansione delle fiamme tende e tendaggi e tutti gli altri arredi di stoffa o materiale p l a s t i c o . Si può intervenire in m o d o preventivo, utilizzando questi accorgimenti:• p r e s t a r e attenzione alla cottura dei cibi su forni e fornelli, perché l’olio s u r r i s c a l d a t o p o t r e b b e f a c i l m e n t e p r e n d e r e fuoco;• f a r e attenzione all’uso di stufe portatili per il riscaldamento di ambienti;• evitare l’uso di bombolette di lacca per capelli o altri spray, perché contengono gas altamente infiammabile che, in presenza di fiamma, potrebbe provocare un incendio;• non fumare in camera da letto;• non lasciare in “stand-by” computer e televisori quando siamo fuori casa o durante la notte;• utilizzare gli elettrodomestici solo quando siamo in casa;• posizionare gli elettrodomestici in modo che, durante il loro funzionamento, abbiano il ricambio d’aria;• acquistare materiali elettrici di qualità quando allestiamo l’albero di Natale e/o il Presepe.

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Per tutelare l’incolumità nostra e delle altre

persone, in caso di incendio è indispensabile spostarsi nella stanza abbassandosi, considerato che i prodotti della combustione vanno verso l’alto; proteggere il corpo da l l ’ i r ragg iamento termico; riparare le vie respiratorie con un panno bagnato e chiamare i vigili del fuoco.

I RISCHI PER I BAMBINI

In presenza di bambini, sono fonte di pericolo:• le scale, perchè possono causare cadute, soprattutto se non sono sgombre da giochi e altri materiali;• i prodotti per la pulizia della casa, i farmaci, le vernici, ecc., da conservare adeguatamente e maneggiare con cura.• l’ingestione accidentale di porzioni di giocattoli (soprattutto se non hanno il marchio CE), di oggetti di piccole dimensioni, di cibi solidi quali noccioline o chicchi d’uva, che possono bloccare la respirazione.

SORVEGLIAMOLI SEMPRE

2.2 Al sicuro dagli alimenti

Nelle civiltà occidentali ed industrializzate, una grave minaccia sociale è rappresentata dai Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), patologie che possono compromettere la funzionalità di tutti gli organi ed apparati del corpo e portare, addirittura, alla morte. Sono derivate da un’eccessiva preoccupazione per il peso e le

forme del corpo e da un rapporto con il cibo non regolato dai reali fabbisogni calorici quotidiani, ma dalla pressione sociale, esercitata dai mass-media, dagli amici e dai contesti frequentati. Sono l’aspetto più evidente di una sofferenza e di un disagio, che altera la percezione di sé, del suo mondo interiore e delle proprie risorse personali, familiari e sociali. I DCA compaiono, in prevalenza, durante l’adolescenza, fase della vita in cui l’uomo è più debole e vulnerabile, essendo impegnato nella “ridefinizione complessiva della propria identità”. Nonostante le difficoltà a stabilire un andamento nel tempo di questo pericolo, perché i soggetti che ne sono affetti tendono a “nascondere il loro segreto”, si può affermare che l’età media di insorgenza si stia abbassando. Sono le donne a esserne maggiormente colpite, sia per l’immagine “ideale” di corpo femminile, proposta dai mass media, sia per l’azione dei loro ormoni sessuali.

I più conosciuti disturbi del comportamento alimentare sono la Bulimia Nervosa e l’Anoressia Nervosa, detti anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DPA), che possono presentarsi ciclicamente nella vita della stessa persona e sono entrambi disturbi legati a una distorta percezione della propria immagine corporea, fino a divenire una fobia definita come dismorfofobia. La Bulimia Nervosa è caratterizzata da un ciclo costituito da una dieta rigida, seguita da crisi bulimiche (o abbuffate), cioè l’introduzione, in un definito periodo di tempo (due ore), di un’eccessiva quantità di cibo (in particolare cibi proibiti, quali dolci e grassi) per perdita di controllo su quello che si mangia. A queste crisi, seguono comportamenti di compensazione, per ostacolare l’aumento del peso, quali: vomito autoindotto, uso improprio di lassativi/diuretici, digiuno, intensa attività fisica, clisteri. Per la diagnosi di questo

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12disturbo alimentare, le crisi e i comportamenti autopunitivi si devono ripetere, in media, due volte alla settimana per tre mesi. Anche per tale malattia, l’incidenza è maggiore nelle donne, ma i ragazzi bulimici sono tre volte maggiore dei ragazzi anoressici.Oltre a questa bulimia con comportamento purgativo, si affianca la bulimia non purgativa, che si differenzia dalla precedente perché il controllo del peso si ottiene solo con il digiuno e l’attività fisica.

Anche nei Disturbi di Alimentazione Incontrollata (BED), non sono utilizzati comportamenti compensatori; si manifestano almeno per due giorni alla settimana, in un periodo più lungo di sei mesi. I soggetti, affetti da tale patologia, sono per lo più obesi; mangiano più velocemente ed in solitudine per la vergogna del cibo ingerito e non sono esclusivamente adolescenti, potendo interessare anche la terza decade o l’infanzia.

L’Anoressia Nervosa, invece, si caratterizza per la ricerca ossessiva di magrezza ed è determinata da fattori familiari e sociali. È errato pensare che si perda lo stimolo della fame, invece molto presente; nel soggetto anoressico esso è fortemente controllato, esprimendo in tal modo la propria forza di volontà e di determinazione. Anche per questo disturbo, si distinguono una forma restrittiva, nella quale il peso è controllato con digiuno, dieta rigida ed eccessiva intensità fisica, euna con crisi bulimiche e/o condotte compensatorie. Le persone anoressiche sono sempre sottopeso e il valore di IMC (Indice di Massa Corporea, calcolato dal rapporto tra il peso in Kg della persona per il quadrato dell’altezza espresso in m) è uguale o inferiore a 17.7 (valore di riferimento per donna di età superiore ai 18 anni). Spesso, la malattia inizia in modo graduale in forma lieve e transitoria, a causa di eventi stressanti o importanti cambiamenti, per poi progredire in una forma grave e di lunga durata, determinando indebolimento, amenorrea ( assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi) o, addirittura la morte.

Appartengono ai DCA anche i Disturbi Alimentari Non Altrimenti Specificati (NAS), cioè disturbi

clinicamente significativi, che non soddisfano però i criteri per una diagnosi piena, es. una paziente con tutti i sintomi dell’Anoressia, ma con il ciclo mestruale.

CAUSE E PREVENZIONE

I DCA sono causati dalla concomitanza di vari fattori, che concorrono a rendere l’individuo più predisposto (f. predisponenti), che scatenano la malattia (f. precipitanti o scatenanti) e che la perpetuano (f. di mantenimento).

Per la tutela della persona, si individuano diversi tipi di prevenzione:• prevenzione primaria - intervenire con corsi di sensibilizzazione e di formazione per ridurre o eliminare i fattori di rischio;• prevenzione secondaria - prevedere interventi precoci per ridurre la morbilità e la cronicizzazione;• prevenzione terziaria - intervenire con opportuno trattamento per ridurre i sintomi.La scuola interviene con azioni di sensibilizzazione e di formazione (p. primaria), mirate a implementare nei ragazzi il senso di responsabilità verso la propria salute.

Sovrappeso ed obesità sono da evitare, non per conformarsi agli attuali canoni di bellezza, ma per le gravi patologie che possono determinare. Quindi, il controllo del peso è un comportamento corretto e in linea con la Sicurezza, che deve essere, però, perseguito con diete sane ed equilibrate, identificando questo termine non ad azioni privative e restrittive, ma a stili di vita e comportamenti che assicurano il benessere fisico e psichico, ad esempio:• fornire il 20% delle calorie al mattino con una colazione adeguata;• scegliere, per gli spuntini, cibi ipocalorici, quali frutta fresca ricca in fibra ed acqua, evitando merendine, patatine, bibite gassate ecc.;• praticare un’attività sportiva regolare.

In sintesi, una sana e corretta alimentazione rappresenta, quindi, il primo atto di prevenzione per limitare l’insorgenza dei problemi connessi con la nutrizione e proteggere la nostra salute

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2.3 Al sicuro dalle dipendenze

Le dipendenze sono alterazioni biologiche (d. fisiche) o del comportamento (d. psichiche) o entrambe (d. psico-fisiche), che rappresentano un pericolo per la salute dell’individuo e dell’intera comunità sociale. Esse scaturiscono da un legame che si crea con un oggetto, una persona o una sostanza, che da semplice abitudine diventa una droga, alterando i rapporti con il mondo esterno e producendo assuefazione (cioè l’organismo si adatta a tale sostanza diminuendone o annullandone gli effetti).Le più gravi dipendenze della moderna società sono: il tabagismo, l’alcolismo, la tossicodipendenza, la dipendenza da web e da cellulari.

FUMO

L’ azione cancerogena del tabagismo è dovuta alla combustione completa delle diverse

sostanze chimiche contenute in una sigaretta

( c i r c a 12.000), quasi tutte

dannose e responsabili di alti tassi di mortalità per l’insorgenza di varie

neoplasie tumorali, di danni a svariati apparati (cardio-circolatorio, sessuale, respiratorio) e alla pelle.Il fumo crea dipendenza fisico- psichica; infatti, a un apparente effetto stimolante (aumento delle prestazioni intellettuali e scomparsa di piccole paure e tensioni) segue uno stato di depressione, che spinge a fumare nuovamente. La gravità dei danni è strettamente legata: • all’età di iniziazione, chi inizia a fumare a 15 anni quadruplica il rischio di un tumore al polmone rispetto a chi inizia a 25 anni; • al numero di sigarette giornaliere fumate e all’intensità delle inalazioni;

• al sesso, le donne fumatrici sono più soggette a problemi al cuore, a menopausa anticipata, a fertilità ridotta e ad alto rischio di osteoporosi e aborti. La sigaretta non nuoce gravemente solo a chi ne fa uso, ma anche alle persone che sono a contatto con i fumatori ed assumono passivamente il fumo emesso, che ha una concentrazione di sostanze tossiche elevata.

La legge antifumo, art. 51 della Legge n. 3 del 16 gennaio 2003, tutela la salute dei non fumatori con il divieto di fumare in ogni locale pubblico, a eccezione dei locali riservati ai fumatori e in casa propria. Le sanzioni previste sono molto salate e crescono di entità, se si fuma in presenza di donne in gravidanza o bambini. Sono previste sanzioni anche per chi deve far rispettare il proprio dovere e non lo compie. La normativa, però, perde di valore se il singolo cittadino non si attiva a farla rispettare.Attualmente, lo strumento maggiormente utilizzato in alternativa alla sigaretta da fumo è la sigaretta elettronica. Essa crea di certo una forte dipendenza psichica nella maggior parte dei soggetti esposti e i rischi per la salute, soprattutto quelli derivanti da patologie oncologiche, dovrebbero essere minori non contenendo catrame, benzene ed idrocarburi policiclici aromatici. Tuttavia, l’Istituto Superiore di Sanità ha affermato che non esistono dati sufficienti per escludere effetti dannosi per la salute.

ALCOL

L’alcol ha un alto potere energetico, cioè fornisce una notevole quantità di calorie, ma non soddisfa le esigenze nutritive dell’organismo. I danni, causati dalla sua assunzione regolare ed eccessiva, sono gravissimi e molteplici, tra essi la

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diminuzione delle difese immunitarie, alterazioni gravi ed irreversibili del fegato, disturbi neurologici, malattie cardiovascolari e maggiore rischio di malattie tumorali. L’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) considera l’alcol una droga, perché crea dipendenza fisica e psichica e dà assuefazione. L’alcolismo non è solo un pericolo per la salute, ma anche una piaga sociale per i comportamenti aggressivi e irresponsabili in ambito affettivo e familiare e per le cosiddette “stragi stradali” conseguenti ad alterazioni nella percezione dello spazio, dei colori e delle distanze.Anche per questo pericolo, gli interventi di prevenzione sono forniti dallo Stato con varie normative, che prevedono sanzioni diversificate in base agli eventuali danni sociali e morali, che potrebbero registrarsi in caso di ebbrezza.

DROGA

La droga è una sostanza di origine naturale o sintetica, che agisce sull’organismo di un soggetto, modificandone le sensazioni e il comportamento. Quando l’assunzione della droga crea una dipendenza fisica o psichica, cioè si avverte il bisogno irrefrenabile di assumere la droga, nonostante sia una sostanza che altera le funzioni biologiche e psicologiche dell’organismo, si parla di tossicodipendenza o tossicomania. Il consumo maggiore della droga si registra negli adolescenti, spinti da molteplici ragioni: curiosità, pressione del gruppo, ricerca del piacere proibito, stati di disagio o di disadattamento.Alcune sostanze stupefacenti, quali barbiturici, alcol e tabacco, sono legali; altre sono illecite, quali la cannabis e i suoi derivati, l’oppio, la cocaina, il crack e alcune sostanze sintetiche come l’ecstasy.La cannabis è nota per le sue capacità stupefacenti, di cui sono dotate le foglie, utilizzate per produrre marijuana, e le secrezioni dei peli ghiandolari, utilizzate

invece per l’hashish. Crea una dipendenza psichica. In piccole quantità, determina uno stato di euforia, seguito da uno stato confusionale e poi da un momento di apparente serenità e sonno. In quantità maggiori, invece, induce distorsioni percettive ed episodi psicotici.Il papavero da oppio fornisce le materie prime per la produzione di morfina ed eroina. La morfina è stata la prima sostanza a essere estratta da droghe vegetali, si presenta come una polvere bianca che, a bassissime dosi, ha un effetto analgesico accompagnato da uno stato di euforia. Dosi più elevate provocano vomito, sonno comatoso e gravi problemi di respirazione, con conseguente morte per paralisi respiratoria.A una fase di euforia, caratterizzata dall’eliminazione di qualsiasi dolore, segue un periodo in cui si riscontrano dimagrimento, mancanza d’appetito, tremori, diminuzione di resistenza alle infezioni, ecc. Infine, si registra un terzo periodo, con esito inevitabilmente letale, per gravissimo deperimento generale, malattie infettive, sincope cardiaca. A

scopo terapeutico, viene usata per alleviare fortissimi dolori, non attenuabili con altri farmaci.

L’eroina si presenta in forme diverse: può essere una polvere bianca o marroncina. Quasi sempre viene tagliata con altre sostanze; può essere inalata per via nasale, fumata, ma in generale viene iniettata per via sottocutanea o in vena. Ha come effetto un immediato senso di piacere ed euforia, che nei tossicodipendenti lascia il posto ad ansia, depressione e dolori fisici. Crea una dipendenza fisica e psicologica molto forte;

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è, infatti, necessario aumentare la quantità e la frequenza delle dosi per riuscire a ottenere le stesse sensazioni. L’eroina produce molti danni al fisico: inibisce la produzione degli ormoni sessuali, riduce l’attività respiratoria, indirettamente provoca infezioni come epatite virale, tetano e AIDS, dovute allo scambio di siringhe. Dosi eccessive possono causare coma e morte per collasso respiratorio. Le crisi di astinenza, che si manifestano dopo poche ore dall’introduzione di una dose, sono

molto dolorose e comportano nervosismo, panico, tremori, spasmi muscolari, ansia, insonnia, dolori, nausea, vomito e tachicardia.

Il crack viene assunto inalando il fumo dopo aver surriscaldato i cristalli in pipe apposite di vetro o ricavate spesso da bottiglie di plastica modificate o lattine. È uno stupefacente altamente pericoloso in grado di indurre elevata dipendenza e rapida assuefazione psicologica e fisica, inoltre è

in grado di aumentare gli istinti violenti e disinibire i principali centri di controllo del sistema nervoso centrale. Spesso porta all’alienazione sociale o a forme di psicosi.

L’ ecstasy è una sostanza che agisce come stimolante e allucinogeno; determina distorsione nella percezione, danneggia il cervello; interferisce con la capacita termoregolativa dell’organismo, può causare aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna e, in alcuni casi, conduce alla morte. Le strade, le scuole, le palestre e le discoteche sono oggi invase da nuove

droghe con denominazioni esotiche o con sigle misteriose (DMT, NEXU, GHB, SHBOO, ICE, KHAT, POPPER, Special K, Efedrina, ecc.). Esse procurano collasso cerebrale o cardiocircolatorio, anoressia, danni al cervello e lesioni alla retina; quindi, nonostante in apparenza possano sembrare innocue, sono pericolose o, addirittura, mortali.

WEB_CELLULARE

Le nuove tecniche di comunicazione hanno determinato l’insorgenza di una nuova dipendenza, nota come disturbo del controllo degli impulsi (Internet addiction disorder - IAD), che non rappresenta un fattore a rischio solo per gli adolescenti. La sua insorgenza non deriva dall’assunzione di sostanze stupefacenti o alcolici, ma da attività lecite, non socialmente riprovevoli ed apparentemente non dannose. Solo in parte, tale dipendenza è indotta da situazioni di disagio o da disturbi psichici preesistenti ed è causa di stress fisico (che si manifesta con perdita di peso, insonnia, problemi di vista, cefalee), ma anche psichico, derivato da un’ossessione verso il mondo virtuale e da una perdita di interesse verso il mondo reale (lavoro, famiglia, parenti, amici).

Chi si trova in stato di dipendenza, deve essere aiutato. Vanno evitate, a queste persone, disagio e ansia.