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INAF-ISTITUTO NAZIONALE DI ASTROFISICA OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI CAPODIMONTE Per chiarimenti tecnici sulla presente gara: tel 081-5575586 ing. d’Ambrosio Luigi Per chiarimenti amministrativi sulla presente gara: tel 081-5575514 sig. Cuccaro Giuseppe ALLEGATO TECNICO AL CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO OGGETTO: Fornitura in opera di una rete multiservizio a larga banda per le esigenze dell’INAF-OAC a Napoli

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INAF-ISTITUTO NAZIONALE DI ASTROFISICA

OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI CAPODIMONTE

Per chiarimenti tecnici sulla presente gara: tel 081-5575586 ing. d’Ambrosio Luigi

Per chiarimenti amministrativi sulla presente gara: tel 081-5575514 sig. Cuccaro Giuseppe

ALLEGATO TECNICO

AL CAPITOLATO SPECIALE DI

APPALTO

OGGETTO: Fornitura in opera di una rete multiservizio a larga banda per le esigenze dell’INAF-OAC a Napoli

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PROGETTO “LA RETE LOCALE DELL’OAC AD ALTA VELOCITÀ” pag. 2/60

INDICE

1. Introduzione ................................................................................................................................. 3 2. Oggetto della gara ........................................................................................................................ 4 3. Articolazione della gara ............................................................................................................... 6 4. Obiettivi generali.......................................................................................................................... 8 5. Requisiti tecnologici .................................................................................................................... 9 6. Caratteristiche ambientali .......................................................................................................... 11 7. Normative di riferimento per il cablaggio .................................................................................. 13 8. Descrizione generale dell’impianto di cablaggio....................................................................... 16

8.1 Definizioni ......................................................................................................................... 16 8.2 Dorsale Fonia ..................................................................................................................... 19 8.3 Pannelli di permutazione telefonica ................................................................................... 21 8.4 Dorsale Dati ....................................................................................................................... 21 8.5 Schema di principio ........................................................................................................... 24 8.6 Cablaggio orizzontale ........................................................................................................ 25

9. Postazione di lavoro ................................................................................................................... 26 10. Pannelli di permutazione per attestazione del cavo ............................................................... 27

10.1 Canalizzazioni.................................................................................................................... 29 10.2 Impiantistica elettrica ......................................................................................................... 30 10.3 Armadi di permutazione ..................................................................................................... 33 10.4 Modalità di installazione e messa in opera del cablaggio .................................................. 35 10.5 Elementi quantitativi: la consistenza del cablaggio ........................................................... 36

11. La copertura wireless ............................................................................................................. 38 12. Apparati attivi di rete ............................................................................................................. 40 13. Protezione di alimentazione elettrica ..................................................................................... 44 14. Software per il monitoraggio ................................................................................................. 45 15. Apparati per il monitoraggio (primo lotto) ............................................................................ 46 16. Apparati per il monitoraggio (secondo lotto)......................................................................... 47 17. Preparazione dell’ambiente.................................................................................................... 48 18. Test e Certificazione .............................................................................................................. 49

18.1 Precollaudo e messa in funzione ........................................................................................ 49 18.2 Certifica della fibra ottica .................................................................................................. 49 18.3 Certifica del cablaggio orizzontale .................................................................................... 50

19. Pubblicita’ del finanziamento ................................................................................................ 52

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1. Introduzione

Il presente documento costituisce l’Allegato Tecnico al Capitolato Speciale di Appalto per la realizzazione di una rete ad alta velocità per la trasmissione dati (LAN) ad alte prestazioni dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Capodimonte (nel seguito abbreviato in OAC). Con questo intervento si vuole principalmente soddisfare le richieste di elevate velocità di trasmissione dati, indispensabili per l’elaborazione di immagini di grande formato. L’area della ricerca sarà, quindi, dotata di prese telematiche 10/100/1000Base-T. Inoltre, verrà aumentata la larghezza di banda a tutta l’infrastruttura di rete per implementare l’architettura AVVID (integrazione di voce, video e dati su di un’unica rete IP) per fornire risposta, in maniera innovativa, a svariate esigenze multimediali che vanno dalla telefonia IP alla visualizzazione a distanza, in “real time”, delle immagini riprese dal telescopio di questo Osservatorio. Infine il cablaggio strutturato sarà esteso in maniera più capillare. L'investimento connesso con la realizzazione di un’infrastruttura di rete multiservizio e multiaccesso costituisce un impegno tale da condizionare per un notevole lasso di tempo tutte le future scelte nel settore telematico ed informatico per quanto riguarda l’area interessata. Allo stato dell’arte, la tecnologia Ethernet, in particolare nelle sue varianti 802.3 e 802.11 sta ormai proponendosi come soluzione ottimale a costi contenuti per la realizzazione di infrastrutture di reti locali flessibili ad alte prestazioni per l’interconnessione dei sistemi di calcolo. Pertanto l’investimento deve essere fatto alla luce di adeguati criteri e requisiti che garantiscano la buona riuscita della realizzazione sia per il breve che per il medio e lungo termine (rispondenza immediata alle esigenze presenti e facile adattabilità a quelle future). Tra i tanti criteri adottabili, quelli che si ritengono indispensabili nella soluzione da proporre sono:

a) adozione di tecnologie all'avanguardia ma ragionevolmente consolidate e sperimentate; b) semplicità di uso e di gestione; c) affidabilità di tutti i componenti attivi e passivi; d) rispondenza agli standard internazionali; e) flessibilità, robustezza ed espandibilità del sistema nel suo complesso. f) capacità di supportare tutte le esigenze di comunicazione (dati, fonia, video, audio, etc.); g) razionalizzazione del sottosistema di cablaggio; h) integrazione eventuale con il sistema di fonia al fine di contenere i costi di comunicazione; i) completa integrazione di soluzioni di rete preesistenti per salvaguardare gli investimenti

fatti.

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2. Oggetto della gara

Oggetto della Gara è il potenziamento della rete locale dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte, struttura di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, in modo da portare il Gigabit Ethernet al desktop a tutte le postazioni adibite alla Ricerca. L’Osservatorio attualmente è dotato di una infrastruttura di rete costituita da circa 400 punti rete collegati tramite cablaggi strutturati, alcuni di categoria 5, altri di categoria 5e ed altri ancora di categoria 6. Le dorsali sono realizzate quasi tutte in fibra ottica multimodale (quasi tutte con 8 fibre 62.5/125µm), come riportato nel disegno “dorsali” allegato. I punti rete sono collegati ad apparati attivi che, nella maggioranza dei casi, forniscono loro connettività Ethernet 10/100baseTX. La configurazione attuale della componente attiva è riassunta nel disegno “Configurazione Attuale” allegato. Con l’intervento, nella sua totalità, si vuole realizzare una infrastruttura di rete, che abbia le seguenti caratteristiche principali:

• Connettività 10/100/1000 Mb/s per almeno 264 punti attivi sugli apparati di rete, • Permetta la piena compatibilità e il pieno riutilizzo delle apparecchiature già in dotazione • “Fault Tolerant”, sia a livello di switch di centro stella, sia a livello di configurazione globale, • Disponibilità adeguata di banda per le elaborazioni di immagini di grande formato, che si

quantizzano in 96Gbps ovvero 72 Mpps per lo switch di centro stella • Etherchannel/Port trunking (802.1ad), di 3 portanti Gigabit Ethernet paralleli, • Architettura scalabile e di provata qualità, ottimizzata per applicazioni multimediali • Integrazione di dati, voce e video su di un’unica rete IP • Switch “layer 2/3/4” • Gestione della qualità di servizio in accordo ai principali standard di mercato • Gestione ed implementazione di VLAN • Piena gestibilità e configurabilità, sia attraverso le principali facility di network management

(SNMP/RMON), nonché tramite interfaccia user-friendly GUI-based e tramite linea di comando (CLI), accessibile da remoto via telnet

• Supporto in-line power 48V

Lo scopo finale della rete da realizzare è di consentire agli utenti del comprensorio connessioni sia wireline che wireless, ad alte prestazioni con protocollo TCP/IP secondo gli standard più diffusi sul mercato insistendo su di un’infrastruttura di cablaggio strutturato multiservizio ed una copertura wireless “hot-spot” realizzate all’occorrenza. Con questo intervento si vuole intervenire sia sul cablaggio, che sulle apparecchiature attive. Per quanto riguarda la cablatura, si intende utilizzare quella già esistente, perché ritenuta ancora idonea, opportunamente ampliata con aggiunta di altre prese RJ45 e altri due FD da collegare con cavi in fibra ottica 50/125 OM3 al CD/BD/FD “Centro Stella”. Il cablaggio delle nuove prese RJ45 dovrà essere di tipo strutturato di categoria 6 (secondo lo standard TIA/EIA-568-B.2-1), per consentire la compatibilità con il cablaggio preesistente e prestazioni superiori, in modo da poter supportare egregiamente velocità trasmissive superiori al gigabit/sec, nonché applicazioni impegnative quali il Video digitale e la VoIP (Voice over IP). Il cablaggio dovrà inoltre essere di tipo schermato (con cavi STP oppure FTP) per evitare danni da fulmini e conseguenti interruzioni nel servizio. Questo sito, data la sua ubicazione, è

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particolarmente vulnerabile: nel passato, molto spesso si sono avuti ingenti danni causati da fulmini. I cavi in rame, inoltre, dovranno avere guaina LS0H, nel rispetto delle norme per gli edifici pubblici. I cavi in fibra ottica dovranno essere di tipo multimodale con almeno 4 coppie, per consentire sviluppi futuri. Tutti i collegamenti dovranno essere certificati; quelli ottici con l’OLTS e l’OTDR e quelli su rame con fornitura dei documenti di certifica in forma grafica e numerica, nonché in formato elettronico. Non sono previste opere edili perchè si utilizzeranno, per la maggior parte, canalizzazioni già esistenti ed eventuali piccoli interventi potranno essere eseguiti dal personale interno. Per quel che attiene le apparecchiature attive, si è pensato di orientarsi verso soluzioni che, fatta salva l’aderenza alle finalità del progetto, potessero fornire una buona fault tolerance senza eccedere troppo nelle spese. In pratica si è pensato di sostituire l’attuale centro stella (lo switch stackable 3550 della Cisco) con uno switch modulare capace di fornire elevate velocità di switching (ad es. 96 Gbps, 72 Mpps) e avente una affidabilità integrata. Facendo riferimento, ad esempio, ai prodotti della Cisco, lo switch in questione potrebbe essere (a titolo di esempio) il Catalyst 4510R configurato con doppio supervisore ed alimentazione ridondante. Questa soluzione fornisce una buona fault tolerance in virtù di una affidabilità integrata a costi accessibili. Un’altra caratteristica richiesta a questo switch di centro stella è la capacita di fornire servizi intelligenti, quali la convergenza ed il controllo di dati IP, streaming video e telefonia in modo da poter implementare un’architettura AVVID. Ciò rende questa soluzione particolarmente innovativa e tecnologicamente all’avanguardia. Si prevede di inserire in questo switch 3 schede ad alta densità di porte 10/100/1000Base-T; queste andranno a sostituire parte degli attuali switch con porte 10/100Base-T che verranno riutilizzati per sostituire gli hub ethernet, nonché come materiale di scorta (spare part) per ridurre i costi di manutenzione. Si stima in cinque unità la necessità di switch per il wiring closet, che saranno posizionati nei vari armadi FD, in modo da fornire connettività Gigabit alle prese che su questi FD si attestano. Si potrà avere, così, la disponibilità di connessioni Gigabit ethernet ovunque distribuite sulla struttura. Infine deve essere proposto un sistema di firewall in modo da poter garantire adeguati livelli di sicurezza, anche se viene realizzato il collegamento veloce (100 Mbps) con la rete Metropolitana di Napoli. Attualmente questa struttura è collegata al polo GARR di Napoli tramite una linea dedicata a 2Mbit/s. E’ stato studiato, ma non ancora realizzato, un miglioramento del collegamento alla rete GARR tramite il collegamento alla rete metropolitana. A sintetizzare quanto sopra, si riportano in allegato:

- schema della dorsale esistente - schema della situazione attuale degli apparati attivi.

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3. Articolazione della gara

La presente gara è articolata su due lotti temporali; il primo da attuarsi il più presto possibile e comunque entro 60 gg dall’aggiudicazione, il secondo entro 90 gg dal completamento del primo lotto. La ditta aggiudicataria deve essere disponibile ad effettuare i lavori anche in più tappe successive, causa eventuali indisponibilità dei locali e/o per altre esigenze di questo Osservatorio. Le singole fasi di attività devono comunque concludersi entro 30 gg. solari continuativi dalla comunicazione di disponibilità. L’importo economico per il primo lotto è di 119.500,00 euro, oltre IVA. L’importo economico per il secondo lotto è di 87.000,00 euro, oltre IVA. Nella tabella seguente si riporta ciò che deve essere previsto rispettivamente nel primo e nel secondo lotto temporale. Vengono anche riportati, a titolo indicativo, i valori entro cui rimanere, per le varie voci. È consentito superare i limiti di ogni singola, mentre non è consentito superare l’importo totale del primo e/o secondo lotto temporale prima riportati. Si ricorda che l’aggiudicazione verra’ fatta sul prezzo totale e non sui valori dei lotti o delle singole voci.

PRIMO LOTTO TEMPORALE Voce A Acquisto di materiali e di attrezzature per la realizzazione dell’infrastruttura di rete, che comprende: • Lo Switch di Centro Stella • Gli Switch per il wiring closet • Schede di rete per PC (**) • Transceiver (*) • Bretelle e cavetteria varia • Software di Network Management

Euro 105.000,00 + IVA

Voce B Acquisto di Personal Computer, che comprende: • N. 5 PC

Euro 10.000,00 + IVA

Voce C Opere di posizionamento della fibra o dei cavi, che comprende: • N. 2 collegamenti in fibra ottica tra due FD ed il CD/BD/FD “Centro

Stella”, pulitura terminazione fibre relative a collegamenti già esistenti, certifiche, ecc.

Euro 2.500,00 + IVA

Voce D Costi di installazione e collegamento delle attrezzature di rete

Euro 2.000,00 + IVA

(*) Transceiver = si intende qui l’Access Point per collegamento della rete wireless alla rete wired (**) Schede di rete = q.t’ 30, 10/100/1000, PCI

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SECONDO LOTTO TEMPORALE

Voce A Acquisto di materiali e di attrezzature per la realizzazione dell’infrastruttura di rete, che comprende: • Switch per il wiring closet • Firewall • Materiali per i cablaggi strutturati • Schede di rete per PC (**) • Transceiver (*) • Bretelle e cavetteria varia • Software di Management

Euro 68.666,00 + IVA

Voce B Opere di posizionamento della fibra o dei cavi, che comprende: • N. 75 punti rete doppi, cat.6, FTP

Euro 4.500,00 + IVA

Voce C Acquisto di Personal Computer, che comprende: • N. 5 PC

Euro 10.000,00 + IVA

Voce D Costi di installazione e collegamento delle attrezzature di rete

Euro 4.000,00 + IVA

(*) Transceiver = si intende qui l’Access Point per collegamento della rete wireless alla rete wired (**) Schede di rete = q.t’ 30, 10/100/1000, PCI Nota. Si precisa che la fornitura deve intendersi “chiavi in mano”, cioè le installazioni devono

comprendere quelle hardware e quelle software, nonché le configurazioni avanzate di tutto il software fornito (ad esempio, per lo switch di centro stella, deve essere compresa la segmentazione della rete in multipli domini di broadcast). Tutte le attività di installazione e configurazione dovranno essere effettuate da personale certificato nelle tecnologie oggetto della fornitura.

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4. Obiettivi generali

Le attività favorite dal progetto sono:

• La ricerca, in particolare lo scambio documentale e di informazioni nonchè l'accesso a banche dati di natura specialistica. Inoltre con gli strumenti informatici più evoluti è possibile non solo scambiare e condividere file alfanumerici di lavoro (articoli, note di lavoro, ecc.) ma anche oggetti grafici sofisticati che permettono il lavoro cooperativo su progetti complessi.

• Lo scambio di informazioni tra OAC, INAF ed Università, aventi come oggetto la didattica, le esperienze di studio e lo scambio di protocolli di ricerca. In questo contesto è certamente importante che la rete supporti la multimedialità facilitando la teledidattica, la teleconferenza e comunque la condivisione di informazioni, non solo tra università, ma anche fra tutte le istituzioni. Particolarmente significative appaiono le esigenze nell'ambito dei dottorati di ricerca, segnatamente per quelli consorziati tra più sedi universitarie.

• Le esigenze degli archivi scientifici di dati ed immagini, sia come servizio sia come ricerca, che incidono in maniera determinante nella definizione di molti parametri della rete. Questo settore risulta in molti casi decisivo nel determinare la necessità di una revisione della struttura attuale della rete. Il radicamento dell’OAC nel suo territorio, sia con la partecipazione e promozione alle attività culturali e progettuali, sia con iniziative a carattere imprenditoriale o di servizio che l'OAC si appresta ad offrire alla comunità sociale in cui è inserita, sarà favorito dalla presente realizzazione.

• La cooperazione in atto tra OAC ed enti di ricerca, università e industria nello sviluppo tecnologico, che riveste aspetti normativi particolari nell'uso di infrastrutture di istituzioni pubbliche a servizio della ricerca.

In tale contesto l’idea progettuale sviluppata consiste nella realizzazione di reti LAN multiservizio e multiaccesso (wireline e wireless) ad alte prestazioni a beneficio degli Edifici dell’OAC.

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5. Requisiti tecnologici

Le infrastrutture da realizzare saranno costituite da una componente wireline (distribuzioni orizzontali in rame FTP o STP cat. 6 e verticali in fibra ottica multimodale 50/125 µm OM3) ed una wireless nell’ambito delle aree ove e prevista una forte mobilità degli operatori scientifici (ad esempio, nell’auditorium, nelle sale seminari, nelle sale riunioni). La tecnologia portante di rete sarà Ethernet nelle sue varianti Gigabit (802.3z/1000baseSX o 1000baseLX) a livello di dorsale e Fast/Gigabit (802.3u 10/100baseTX o 802.3ab 1000baseT) a livello di accesso. La tecnologia designata per la componente wireless sarà 802.11b/g (Wi-Fi). Le apparecchiature attive di rete saranno in grado di garantire l’integrazione della tecnologia Voice-over-IP sulla dorsale prevedendo eventualmente l’alimentazione diretta di telefoni IP tramite il supporto in-line power su tutte le porte. Il sistema di cablaggio deve essere in grado di supportare applicazioni vocali analogiche e digitali, dati, video e in bassa tensione per la gestione degli edifici, permettendo se necessario, ad un computer, ad un centralino o ad una telecamera, di condividere lo stesso supporto fisico, composto da componenti di connessione e di gestione cavi. Il sistema di cablaggio deve inoltre rispettare pienamente gli standard ed avere un’architettura aperta come definito dallo standard ISO/OSI. Per quanto riguarda i requisiti basilari circa le nuove realizzazioni, sulla base di quelli che sono i fabbisogni tecnologici fondamentali delle strutture presenti all’interno degli edifici collegati si rende necessario:

• Garantire il più possibile, anche nel corso dell’espletamento dei lavori la continuità del servizio dell’infrastruttura esistente, attualmente sfruttata da numerose applicazioni di carattere gestionale relative alla componente assistenziale.

• Prevedere la riutilizzazione delle infrastrutture preesistenti in termini di cablaggio di dorsale in fibra ottica e più in generale di tutta la componente passiva (permutatori ottici, rack tecnologici, UPS) dovunque le stesse si rivelino comunque adeguate a supportare pienamente le caratteristiche tecnologiche della dorsale da realizzare.

• Prevedere a regime la diffusione capillare della rete di accesso in tutti gli edifici raggiunti dalla dorsale di campus attraverso la predisposizione delle opportune risorse di connettività, in termini di disponibilità di interfacce a livello di apparecchiature attive, per la distribuzione della rete sui piani degli stessi.

• Assicurare la salvaguardia degli investimenti nel tempo e l'ottimizzazione dei costi fissi di gestione attraverso l'utilizzazione di componenti di rete attive e passive ad elevato standard di qualità, alta affidabilità e perfetta compatibilità ed adeguatezza agli standards tecnologici.

• Garantire una disponibilità adeguata di banda a livello di dorsale, a tale proposito è da considerarsi obbligatorio l’utilizzo della tecnologia Gigabit Ethernet (802.3ab/802.3z), prevedendo eventualmente l’aggregazione, in modalità Etherchannel/Port trunking, di più portanti Gigabit Ethernet paralleli, al fine di assicurare a tutte le strutture localizzate su più piani una connettività interna anche a 1Gbps. Tale requisito è ritenuto fondamentale dall’utenza a fronte di tutta una serie di esigenze di scambio di flussi di immagini e video all’interno degli uffici. L’aggregazione in banda di portanti multipli, pur non essendo un requisito irrinunciabile costituisce certamente un elemento preferenziale nella valutazione

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dell’architettura proposta in quanto garantisce oltre all’incremento della banda sul collegamento anche la divisione del carico sulle porte aggregate e la fault-tolerance in caso di guasto di uno dei links componenti il gruppo (o trunk).

• L’utilizzo obbligatorio della tecnologia Multilayer Switching (fino al layer 3) sulle sole apparecchiature attive di centro stella di edificio (se realizzati presso i corpi distaccati) per combinare le prestazioni “wire speed” dello switching puro con i livelli di sicurezza, qualità del servizio ed i meccanismi di filtraggio e controllo di traffico propri del routing. Ciò si rende necessario essenzialmente per garantire l’applicabilità delle politiche di sicurezza richieste dall’utenza.

• La possibilità di realizzare topologie di reti virtuali complesse, anche raggruppando porte attestate su apparecchiature distinte, per far fronte alle particolari caratteristiche topologico/organizzative della struttura e segmentare le utenze secondo logiche di traffico e sicurezze locali che non tengano conto della locazione fisica degli utenti. A latere di tale requisito di base, la possibilità di applicare criteri avanzati di sicurezza/protezione (VPN) sulle VLAN stesse costituisce un elemento preferenziale nella valutazione dell’architettura proposta

• La piena gestibilità e configurabilità, sia attraverso le principali facility di network management (SNMP/RMON), nonché tramite interfaccia user-friendly GUI-based e tramite linea di comando (CLI), accessibile da remoto via telnet.

Tutte le infrastrutture di rete da realizzare dovranno integrarsi con la preesistente dorsale di campus ottica in tecnologia Gigabit Ethernet che raggiunge al piano Terra tutti gli edifici oggetto dell’intervento ma non alcuni corpi di fabbrica distaccati. Pertanto, nel contesto della realizzazione delle dorsali di edificio i punti di concentrazione individuati a livello dei singoli piani/aree dovranno essere raccordati direttamente ai centri stella esistenti mentre a livello dei corpi distaccati potranno essere realizzati, se le dimensioni lo rendono necessario e conveniente, nuovi centri stella di corpo secondari ove confluiranno i concentratori relativi ai singoli piani/aree del corpo di fabbrica e che andranno a loro volta raccordati al preesistente centro stella di edificio ed attraverso di esso alla dorsale di campus. Le infrastrutture di rete realizzate a livello di ciascun edificio dovranno essere totalmente switched in topologia stellare eventualmente multicentrica e pienamente conformi alle normative internazionali in termini di cablaggio strutturato degli edifici pubblici. Il collegamento alle preesistenti apparecchiature attive di centro stella dovrà essere garantito equipaggiando tali apparecchiature con moduli di interfaccia dotati del numero di porte necessarie a collegare tutte i nuovi punti di distribuzione realizzati. I dettagli circa la dotazione attuale dei centri stella esistenti saranno riportati nella successiva sezione “Apparecchiature Attive”. E’ necessario che l’impianto nel suo complesso, e l’infrastruttura di rete in particolare, offrano le massime garanzie d’espandibilità sia in termini di prestazioni sia d’aumento del numero di postazioni utente collegabili. Si dovrà cercare pertanto di soddisfare i più ampi requisiti di funzionalità e flessibilità sia nei confronti delle tecnologie affermate che di quelle emergenti e più promettenti, mirando ad ottenere una struttura aperta a soluzioni informatiche multivendor e multiprotocol, ma con l’adozione d’architetture di rete consolidate. La suite di protocolli che si prevede di utilizzare più diffusamente sulla rete intranet è TCP/IP ; altri protocolli, come AppleTalk e Novell/IPX, pur avendo una minore diffusione, dovranno essere ugualmente supportati.

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6. Caratteristiche ambientali

L'Osservatorio Astronomico di Capodimonte è sito a Napoli alla salita Moiariello, 16, all'interno di un comprensorio demaniale in uso gratuito permanente, di circa sei ettari posto a 154 mt. sul mare. L'Osservatorio consta di vari edifici all'interno dei quali trovano ubicazione uffici tecnico-amministrativi e laboratori dove si svolgono le attività scientifiche e di ricerca, didattiche e di osservazione. Gli edifici, individuabili nella allegata planimetria, sono in particolare:

• Villa della Riccia; • L'Edificio Monumentale o della Specola; • La Biblioteca; • L'Auditorio con annesso Museo; • La Falegnameria; • Il collegamento coperto (budello) con annesso l'edificio adibito a Ufficio Acquisti e

Magazzino; • il Meridiano, • il Bamberg; • le Foresterie; • la Portineria nord.

Gli edifici oggetto di intervento (indicati in rosso nella planimetria allegata) sono:

• Villa della Riccia; • L'Edificio Monumentale; • L'auditorio con annesso Museo.

L’edificio Villa della Riccia è costituito da un corpo unico a due livelli. Rivestita esternamente da un bugnato liscio, con ampio portale d'ingresso sul prospetto principale che dà su uno slargo, oggi ospita il centro di calcolo, l'ufficio tecnico e i locali degli astronomi ricercatori. La Villa della Riccia è collegata all'Edificio Monumentale da un lungo corridoio coperto denominato budello che dà accesso all'edificio, su di un unico piano, destinato all'ufficio acquisti e a magazzino. All'Edificio Monumentale, dove attualmente sono ubicati gli uffici amministrativi nonché l'ufficio della direzione, si accede tramite uno scalone monumentale, che apre ad un'ampia terrazza su cui si erge la facciata principale dominata da un pronao dorico di sei colonne. La superficie della facciata è scandita dall'apertura di sette archi e dalla campitura in due livelli con, al di sopra della cornice, un rialzo sul quale spiccano alle estremità due cupole. La struttura è realizzata in tufo nelle fondamenta ed all'esterno, ed è ricoperta da un rivestimento di mattoni con archivolti, mostre, zoccoli e cornici in travertino rosa di Gaeta. In posizione leggermente avanzata rispetto al corpo di fabbrica, rispettivamente ad Est e ad Ovest della terrazza, si stagliano due torri a sezione circolare. Entrambe furono realizzate in epoca successiva alla fondazione, per ospitare strumenti più moderni e troppo grandi per trovare alloggiamento nei cupolini preesistenti. Negli ambienti ricavati al di sotto della terrazza monumentale hanno trovato ubicazione la biblioteca, l'auditorio ed il museo.

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Si allegano:

• Una planimetria generale con indicazione degli edifici dell’OAC; • Una mappa in scala 1:1000 • Una rappresentazione grafica della situazione plano-altimetrica

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7. Normative di riferimento per il cablaggio

Il cablaggio dovrà essere conforme alle normative TIA/EIA 568B, ISO/IEC 11801 ed EN 50173. Ad esse si dovrà fare riferimento per quanto riguarda le norme di installazione, la topologia, i mezzi trasmessivi, le tecniche di identificazione dei cavi, la documentazione e le caratteristiche tecniche dei prodotti impiegati.

A totale garanzia della soluzione di cablaggio, tutti i componenti dovranno essere stati certificati e marchiati da un ente indipendente, che abbia verificato le caratteristiche di performance per ogni singolo componente del canale (connettori, pannelli di permutazione, patch cord e cavo di posa) per la totale rispondenza alle richieste minime di questi standard. Inoltre, eventuali certificazioni indipendenti di conformità alle specifiche dello standard Europeo Cenelec EN50173-1 per il sistema di cablaggio passivo, saranno considerate elemento qualificante della soluzione di cablaggio proposta.

Si riporta nel seguito l’elenco degli standard di riferimento per la componente cablaggio strutturato.

• ISO/IEC 11801 Information technology –Generic cabling for customer premises

• Cenelec EN 50173 Information technology –Generic cabling systems

• Cenelec EN 50174-1 Information technology –Cabling installation

Part 1: Specification and quality assurance

• Cenelec EN 50174-2 Information technology –Cabling installation

Part 2: Installation planning and practices inside building

• EIA/TIA-568-B.1 General Cabling System Guidelines

• EIA/TIA-568-B.2 Copper Cabling Component Specifications

• EIA/TIA-568-B.3 Optical Fiber Component Specifications

• EIA/TIA 569-A Pathways and Spaces

• EIA/TIA 606-A Administration (numbering and labeling)

Lo standard EIA/TIA 568 è stato fondamentale in quest’evoluzione costituendo il primo passo verso una regolamentazione dei sistemi di cablaggio, definendo un sistema generico di cablaggio per trasmissione dati all’interno dell’edificio in grado di supportare un ambiente multivendor e multiprotocol. L’ISO/IEC IS 11801 è l’evoluzione dello standard EIA/TIA 568A e come questo definisce norme e regole per il cablaggio strutturato d’edifici e i requisiti fisici ed elettrici di cavi e connettori in modo

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da garantire la trasmissione di voce, dati, testi, immagini. Le sostanziali differenze con lo standard americano EIA/TIA sono : • nomenclatura leggermente diversa per gli elementi costituenti il cablaggio ; • introduzione del concetto di classi di lavoro per definire i requisiti minimi di una tratta di

collegamento ; • allargamento della gamma dei tipi di cavo che possono essere utilizzati, sia a livello di rame sia

di fibra ottica, con inammissibilità dell’uso di cavi coassiali ; • fornisce un numero maggiore di dati sulle caratteristiche dei mezzi trasmissivi ; • introduzione di test più rigorosi per controllare le categorie dei cavi in rame ; • trattazione più approfondita degli aspetti della messa a terra in considerazione del fatto che

viene introdotto l’utilizzo di doppini schermati. Lo standard prEN 50173 riprende e fa propria a livello CEE/UE la normativa ISO/IEC IS 11801. In considerazione di quanto sopra, la normativa di riferimento per questo progetto dovrà essere l’ISO/IEC 11801 di cui di seguito riportiamo i punti basilari. LO STANDARD ISO/IEC IS 11801 Lo standard ISO/IEC IS 11801 specifica : • struttura e configurazione minima di un cablaggio generico ; • requisiti di realizzazione ; • caratteristiche di ogni singola tratta di collegamento ; • requisiti e tipologia di procedure di verifica. Nello standard gli elementi funzionali di un cablaggio strutturato generico sono definiti come segue: • Campus Distributor (CD) (centro stella di comprensorio) ; sottosistema di cablaggio per dorsale

di comprensorio ; • Building Distributor (BD) (centro stella di edificio) ; sottosistema di cablaggio per dorsale di

edificio ; • Floor Distributor (FD) (centro stella di piano) ; sottosistema di cablaggio orizzontale. • Telecommunication Outlet (TO) (presa utente) Connettendo insieme gruppi di questi elementi funzionali si forma un sottosistema di cablaggio. La topologia è di tipo stellare gerarchico con possibilità inoltre di connettere opzionalmente cavi di dorsale tra livelli uguali di gerarchia. Questo permette di distribuire meglio i cavi, ridurre l’utilizzo dei cavi nei montanti di edificio e di predisporre percorsi alternativi. Leggi molto importanti, da tener presente, per l’esecuzione degli impianti secondo la realizzazione dei lavori a “regola d’arte” sono:

• Legge n° 186 del 1-3-1968. Disposizioni concernente la produzione di materiali,

apparecchiature, macchinari, installazione di impianti elettrici ed elettronici,[2]. • D.P.R. n° 547 del 27-4-1968 . Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. • Legge n° 791 del 18-10-1977.Garanzia di sicurezza del materiale elettrico. • Legge n. 46 del 5-3-1990 . Norme per la sicurezza degli impianti elettrici e le norme

emanate dal Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI). • D.P.R. n° 447 del 20-2-1992 . Regolamento d’attuazione della legge n° 46 del 5 marzo

1990, in materia di sicurezza degli impianti.

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• D.P.R. n° 626 del 1994. Disposizioni concernenti la ripartizione degli obblighi di sicurezza. • Decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494. Attuazione della direttiva 92/57/CEE

concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili.

• Norme CEI relative a tutti i fascicoli interessati agli impianti di progetto, con particolare riferimento alle norme 64-8,64-9, 11-1, 11-8, 11-11 e relative varianti.

Per quanto attiene le caratteristiche dei materiali da impiegare si conferma che dovranno

essere utilizzati prodotti di primarie case, e comunque rispondenti per tipologia d’impiego alle Normative CEI e IMQ:

• CEI 23-31 canalizzazioni in acciaio zincato a caldo; • CEI 23-32 canalizzazioni in materiale plastico; • CEI 23-14, CEI 23-8 tubazioni in materiale plastico.

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8. Descrizione generale dell’impianto di cablaggio

L’infrastruttura di rete wireline da realizzarsi nell’ambito dell’appalto in oggetto dovrà consentire : • l’utilizzo indifferenziato di tutte le prese distribuite sulle sedi, indipendentemente dal tipo di

applicazione o protocollo di rete da supportare ; • la possibilità di riconfigurazione, di mobilità interna, di utilizzo di nuove applicazioni senza

richiedere ulteriori lavori che interferiscano con il normale funzionamento della rete ; • un funzionamento sicuro delle applicazioni e del sistema nel suo complesso. A questo scopo, l’intero impianto dovrà essere realizzato ricorrendo a una modalità avanzata di cablaggio strutturato, con distribuzione dorsale (verticale) in fibra ottica 50/125 e distribuzione d’area (orizzontale) in rame categoria 6. Il cablaggio dovrà predisporre anche le funzionalità di base (permutatori fonia, cavi multicoppia) per integrare, attraverso interventi futuri, le postazioni di lavoro realizzate al sistema telefonico del campus.

8.1 Definizioni

Il cablaggio dovrà essere articolato, come prevedono gli standard TIA/EIA 568B ed ISO/IEC11801, in:

1. Cablaggio di dorsale che collega i locali tecnici di edificio di un comprensorio (dorsale di

campus, vedi “C” nella figura) o i locali tecnici di piano (dorsale di edificio, vedi “A” e “B” nella figura).

Dorsale di campus: Il cablaggio di una dorsale di campus o comprensorio si estende dal centro stella di comprensorio (CD) ai centri stella di edificio (BD) situati in ciascuno degli edifici serviti. Quando è presente questo tipo di cablaggio il collegamento va terminato ad un permutatore sia dal lato (CD) che dal lato (BD). Nel caso in esame il cablaggio di dorsale del campus si estende dal locale tecnico/armadio di campus (CD), situato al livello -1 nel corpo che ospita la Presidenza (ed. 21), al locale tecnico/armadio principale di ogni edificio (BD) presente nel campus, dislocato a livello -1 o -2 sotto ciascun edificio.

Dorsale di edificio: Il cablaggio di dorsale dell’edificio si estende dal locale tecnico/armadio principale di edificio (BD) agli armadi di piano (FD). Il sottosistema include i cavi di dorsale dell’edificio e la loro terminazione.

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Non ci devono essere più di due livelli gerarchici di permutazione nel cablaggio di dorsale per limitare la degradazione del segnale per i sistemi passivi e per semplificare la gestione dei cavi e delle connessioni. Non ci può essere più di un BD tra un CD e un FD

Il cablaggio di dorsale si suddivide in: dorsale dati (fibra ottica) e dorsale fonia (cavi multicoppia in rame).

2. Cablaggio di distribuzione orizzontale che partendo dall’armadio o locale tecnico di piano

raggiunge il posto lavoro;

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La distribuzione orizzontale identifica quella parte di cablaggio, con cavo in rame a 4coppie e/o fibra ottica, che collega i permutatori di piano alla postazione utente su connettori modulari tipo RJ45 per il rame o SC per la fibra ottica.

Le normative stabiliscono che il cablaggio orizzontale, denominato anche cablaggio di piano, risponda ai seguenti requisiti:

• 90 m di distanza massima ammessa tra l’armadio di distribuzione ed il posto lavoro;

• 10 m massimo per le bretelle di permutazione.

Tutti i componenti passivi, quali:

q cavi di distribuzione orizzontale FTP o STP

q bretelle di permutazione

q connettori

q pannelli di permutazione,

devono avere, per questo impianto, caratteristiche in Categoria 6 secondo le ultime definizioni dello standard EIA/TIA 568-B.2-1 sul quale vengono riportate le specifiche dei singoli componenti in Categoria 6.

La seguente figura mostra come si richiede vengano inquadrati i precedenti concetti nel contesto del l progetto di cablaggio oggetto del presente appalto.

Come indicazione generale, ove esista un precedente cablaggio che sia in grado di soddisfare pienamente i requisiti minimali previsti per l’impianto in oggetto in questo allegato tecnico, si richiede che eventuali punti rete aggiuntivi, se non in numero sufficiente da giustificare un nuovo cablaggio si integrino e armonizzino, dove e per quanto possibile, nel contesto dell’infrastruttura preesistente.

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Dorsale di campus

Do

rs

ale

d

i e

dif

icio

FD = distributore di piano

BD = distributore di edificio CD = distributore di campus

PABX: centrale fonia

Canalizzazione d'ingresso

Pdl = terminazioni di rete

PABX

Pdl Pdl Pdl CD/BD/FD

Pdl Pdl Pdl

Pdl Pdl Pdl

Pdl Pdl Pdl

FDY

Piano Y

Piano X

Piano terra

Piano Z

FDX

FD0

8.2 Dorsale Fonia La dorsale fonia è costituita da cavi multicoppia in cat. 3 da 100 ohm, 24 AWG che vanno connessi alle due estremità sui dei permutatori tipo 110. Tali cavi normalmente hanno origine dal permutatore della centrale telefonica e terminano sui permutatori negli armadi situati nei locali tecnici di edificio e/o di piano. Per l’attestazione dei cavi multicoppia FTP O STP necessari per il raccordo fonia dal PABX verso gli armadi di distribuzione, potranno essere utilizzate strisce di permutazione tipo 110, con una connessione di tipo stellare. Il cavo multicoppia di dorsale fonia dovrà essere dimensionato considerando almeno 1,5 coppie per ogni postazione di lavoro presente. Per l’attestazione dei cavi multicoppia FTP o STP Cat. 3 o superiore necessari per il raccordo fonia dal PABX verso gli armadi di distribuzione, saranno utilizzate strisce di permutazione 110.

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Wiring block, connecting block e patch cord per sistema 110

Cavo multicoppia Cat. 3 o superiore per dorsale fonia

Questa soluzione consente di ottimizzare l’utilizzo delle coppie dei cavi di dorsale fonia. Tutte le coppie presenti potranno essere efficientemente utilizzate sia per l’attivazione di apparecchi analogici, sia per apparecchi ISDN o numerici a 4 fili.

NelIa realizzazione delle dorsali fonia, i cavi in rame da impiegare dovranno avere sempre le caratteristiche tecniche minime, di seguito riportate:

Tipo di cavo : 50/100 coppie con conduttori in rame elettrolitico ricotto stagnato 24AWG e con codice colori secondo tabella CEI UNEL 00724.

Guaina esterna : colore grigio RAL 7035, costruita con guaine e isolanti di tipo LSZH, conforme alle normative IEC 60332.1(CE 20-35), CEI 20-22/III. Distanze:

• dal PABX al CD/BD/FD = 30mt cavo 50/100 coppie per fonia (compresi 5metri di scorta in ogni armadio)

• dal PABX al FD1 = 50mt cavo 50/100 coppie per fonia (compresi 5metri di scorta in ogni

armadio)

• dal PABX al FD2 = 100mt cavo 50/100 coppie per fonia (compresi 5metri di scorta in ogni armadio)

• dal PABX al FD3 = 150mt cavo 50 coppie per fonia (compresi 5metri di scorta in ogni armadio)

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8.3 Pannelli di permutazione telefonica

Per la connessione della dorsale di Edificio Fonia dovranno essere utilizzati dei pannelli di permutazione a 25 o 50 porte RJ45 cat. 3 non estraibili sui quali verranno terminati i cavi multicoppia provenienti dal permutatore di edificio in ragione di n° 2 coppie per ogni porta RJ45. A mezzo di patch cord RJ45 – RJ45 saranno effettuati gli instradamenti verso la distribuzione orizzontale dei numeri telefonici.

8.4 Dorsale Dati

Le dorsali dati dovranno essere realizzate, solo ed esclusivamente , con cavi in fibra ottica multiconduttori. Questi dovranno avere con un numero di fibre adeguato a garantire tutti i collegamenti previsti dalle architetture logiche adottate (stellare e/o a matrice), tenendo inoltre conto degli sviluppi futuri e delle necessarie fibre di scorta, per singola tratta. Inoltre si dovranno studiare percorsi fisici appropriati al fine di garantire un‘adeguata ridondanza dell’intero impianto.

Il cavo ottico da utilizzare deve essere di tipo:

• multimodale 50/125 micron OM3, tipo tight, LSZH, per applicazioni intra-edificio

• monomodale 9/125 micron, tipo loose tube, armatura dielettrica, guaina in PE (per installazione esterna) per applicazioni inter-edificio

Per questo progetto è richiesta une serie di collegamenti di dorsale di edificio (intrabuilding backbone) con cavo in fibra ottica multimodale da almeno 12 fibre 50/125 micron OM3, con “larghezza di banda maggiorata” in prima finestra, per supportare eventuali applicazioni quali 10Gigabit Ethernet con apparati attivi che lavorano in prima finestra (850nm) su distanze fino a 300m, collegato in modalità stellare tra il centro stella di edificio e gli armadi di piano.

Viene inoltre richiesta, dove necessario per raccordare ai preesistenti centri stella eventuali corpi distaccati non serbiti una serie di collegamento di estensione alla dorsale di campus (interbuilding backbone) con cavo in fibra ottica monomodale da almeno 12 fibre 9/125 micron.

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Caratteristiche tipo della fibra ottica multimodale 50/125micron OM3:

Caratteristiche tipo della fibra ottica monomodale 9/125micron :

I patch panel, in funzione del tipo di cavo utilizzato, ospiteranno moduli con bussole SC (come raccomandato dagli standard EIA/TIA 568B e ISO/IEC 11801). L’attestazione dei cavi ottici di dorsale deve avvenire su pannelli ottici adatti al montaggio su rack 19” (1U o superiore).

Il permutatore utilizzato avrà una struttura componibile che permette la massima flessibilità d’impiego. I moduli con le bussole ottiche avranno una modularità di 6 connettori SC ogni modulo con la possibilità di inserimento ed estrazione dal fronte del pannello; il cassetto estraibile darà la possibilità di accedere frontalmente alla parte interna.

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Il pannello di attestazione per fibra ottica sarà utilizzato all’interno degli armadi per l’attestazione della fibra di dorsale. Le interconnessioni saranno realizzate utilizzando bretelle di permutazione di tipologia omogenea alla fibra installata, collegate agli apparati attivi e/o altre tratte di dorsale e/o postazioni di lavoro. Sulla parte frontale del pannello, in corrispondenza di ogni bussola sarà posizionata una etichetta identificativa della fibra connettorizzata.

Pannello ottico e adattatori

Al fine di ottimizzare i tempi di installazione e la qualità del risultato, si richiede l’uso di connettori ottici installabili in campo.

Caratteristiche dei connettori ottici installabili in campo:

FERULE IN CERAMICA: la tecnologia impiegata deve usare ferule in ceramica di precisione per garantire durata, stabilità termica e resistenza ai graffi.

TERMINAZIONE REALIZZATA IN FABBRICA: in condizioni di produzione controllate, la tecnologia usata per i connettori deve realizzare una finitura di precisione sulla terminazione di ogni connettore, con un’ottima geometria per offrire le massime prestazioni. Ciò a tutela di un’eccellente trasmissione ottica che elimina il rischio di errori risultanti da una lucidatura manuale in campo.

I connettori installabili in campo per fibra da 50/125 µm e per fibra da 9/125 µm, devono usare fibra ottica ottimizzata, la stessa fibra raccomandata per le applicazioni a 10 Gigabit dalla TIA/EIA-568-B.3-1.

Le ispezioni interferometriche effettuate sulla superficie di terminazione devono garantire che l’apice, il raggio di curvatura e la protrusione soddisfino le esatte tolleranze richieste per ottenere un’ottima prestazione, bassa perdita e minima riflessione.

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Le bretelle di raccordo agli apparati attivi dovranno essere del tipo bifibra multimodale 50/125 e 9/125 micron e dotate ai due estremi di opportuni connettori ceramici, di tipo SC, rispettando nel collegamento agli apparati la polarizzazione delle fibre. La lunghezza della bretella dovrà essere finalizzata in dipendenza delle distanze medie di permutazione, con lunghezza minima 1 metro.

I

Ciascuna fibra della bretella, dovrà essere singolarmente protetta con rivestimento di tipo Tight, costituito da filo aramidico e guaina termoplastica ed avrà le stesse caratteristiche ottiche del cavo installato.

8.5 Schema di principio Il punto di concentrazione primario (CD/BD/FD) per servire ciascuna struttura sarà il centro stella di edificio, attualmente localizzato al piano Terra e già raccordato alla dorsale di campus. Ad esso dovrà fare capo, tramite apposite canalizzazioni, la dorsale di edificio che collegherà tutti gli armadi di piano attraverso la distribuzione verticale. Il collegamento tra il centro stella ed ogni armadio di piano sarà costituito da un cavo in fibra ottica multimodale da 50 micron da 12 fibre. L’uso di un cavo con un numero di fibre superiore a quelle realmente utilizzate, permetterà di superare in maniera efficace i problemi causati da eventuali guasti, fornendo nel contempo una maggiore flessibilità ai livelli superiori dell’architettura di rete.

Punti di concentrazione

Cavo UTP

Fibra ottica

Tenendo conto delle dimensioni e della struttura degli edifici da cablare, i punti di concentrazione per il cablaggio orizzontale (distributori di piano FD) dovranno essere realizzati individuando precisamente la

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loro posizione, possibilmente baricentrica rispetto alla superficie servita, così da distribuire il cablaggio in modo equilibrato, e ognuno di essi supporterà le prese necessarie a cablare in modo strutturato ogni singolo piano.

8.6 Cablaggio orizzontale In un concetto di tipico cablaggio strutturato gli standard definiscono una densità “tipo” di 1 Pdl doppio -2 prese RJ45- ogni 10m2 di area utile, uso ufficio. Il cablaggio orizzontale da realizzaredovrà essere di tipo strutturato con topologia a stella.

Patch cod postazione di lavoro

FD TR

concentratore

stazione di lavoro

Max 90 m

cavo di apparato + patch cord nell’FD +patch cord postazione di lavoro ≤10 m Particolari del cablaggio orizzontale

Il punto di utenza, denominato Pdl, deve essere realizzato su scatola tipo 503 conforme alla normativa. L’identificazione del link dovrà essere riportata anche sui due estremi del cavo, sul patch panel all’interno dell’armadio e riportata sul libro delle permutazioni (cartaceo e informatico); la distanza tra il patch panel all’interno dell’armadio di piano e la postazione di lavoro dovrà essere al massimo di 90 metri.

Le prese RJ45 dovranno essere di tipo modulare e provviste di icone colorate asportabili per l’identificazione esterna del servizio dati/fonia ad esse collegato.

L’attestazione delle coppie su ciascuna presa o connettore dovrà rispettare lo standard EIA/TIA (scegliere T568A o T568B) secondo la sequenza riportata di seguito :

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9. Postazione di lavoro

SOLUZIONE FTP o S-FTP

Ogni postazione di lavoro dovrà essere equipaggiata con due prese modulari tipo RJ45 schermate, con sistema di connessione delle coppie del cavo di posa orizzontale in tecnica IDC (Insulation Displacement Contact); la sequenza di attestazione potrà essere quella di tipo T568A o T568B riportata sul frutto con codice colore per entrambe le tipologie.

Il connettore deve permettere di realizzare una corretta terminazione del foglio (FTP) e/o della calza/foglio (SFTP) di schermatura al fine di garantire la migliore condizione di funzionalità del sistema; il connettore dovrà montare una copertura metallica posteriore al fine di ottenere la migliore connessione dello schermo con il connettore e proteggere lo stesso da eventuali disturbi elettromagnetici esterni (gabbia di faraday).

Il connettore dovrà garantire gli stessi spazi di ingombro della soluzione con connettore UTP, mantenendo lo stesso sistema di inserimento e estrazione frontale sulla placca utente. Il connettore dovrà poter essere inserito ed estratto (modulo snap-in) dal fronte della placca (faceplate) al fine di garantire la migliore operabilità installativa iniziale e per eventuali future manutenzioni.

A completamento della presa telematica, il collegamento tra i connettori posti sulla placca e il terminale d’utente dovrà essere

costituito da una bretella (Patch Cord) schermata FTP di lunghezza compresa tra i 3 e i 5 metri. Lo stesso tipo di bretella di opportuna lunghezza dovrà essere utilizzata all’interno dell’armadio di permutazione per il collegamento agli apparati attivi.

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10. Pannelli di permutazione per attestazione del cavo

SOLUZIONE FTP/S-FTP:

Il pannello di permutazione orizzontale (patch panel) dovrà essere utilizzato all’interno degli armadi per l’attestazione di cavi FTP/S-FTP e la relativa permutazione tramite bretelle (patch cord) verso apparati e/o altre tratte di cavo.

Il permutatore avrà una struttura in lamiera metallica, parte frontale provvista di supporto per rack 19”, altezza 1U e 24 prese RJ45 conformi alla normativa di riferimento.

Le prese RJ45 saranno provviste di sistema di connessione delle coppie in tecnica IDC (Insulation Displacement Contact), con eventuale etichettatura anteriore per l’identificazione della postazione di lavoro connesse.

I cavi saranno posati e fascettati nella parte posteriore del permutatore dividendoli a gruppi fino al raggiungimento del punto di attestazione, onde evitare che il cavo degradi le sue caratteristiche a causa di eccessive curvature. Il permutatore deve essere dotato di una guida di sostegno e di ancoraggio dei cavi da terminare.

I pannelli di permutazione da 24 porte, 1U, montano lo stesso tipo di connettore del lato utente, con la stessa caratteristica di inserimento frontale e la possibilità di utilizzare sul singolo connettore icone di diverso colore per identificare il servizio ad esso collegato.

Inoltre i pannelli dovranno garantire il collegamento e la continuità di terra tra tutti i connettori installati, nonché un punto di ancoraggio di collegamento di terra tra il pannello e l’armadio, per

garantire e ottimizzare l’equipotenzialità del sistema.

Inoltre i connettori si dovranno poter inserire ed estrarre frontalmente (moduli snap-in) per una facile installazione e futura manutenzione.

Nei sistemi di permutazione con connettori RJ45 , dovranno essere fornite bretelle di permutazione, realizzate dal fornitore del cablaggio, con cavi FTP o

STP Cat.6 di tipo stranded, intestate da entrambi i lati su Plug RJ45 .

Le lunghezze, che dovranno essere standard, saranno scelte in modo adeguato garantire un’organizzazione ordinata dell’armadio di permutazione .

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Per tutte le bretelle di permutazione è richiesta la certificazione di rispondenza alla categoria prodotta dal costruttore, in questo caso secondo EIA/TIA 568-B.2-1 per la categoria 6.

La bretella dovrà essere costituita da un cavo a 4cp FTP o STP con impedenza caratteristica 100Ω, in rame a filamenti 24-AWG e rispondente alla Categoria 6, con guaina di protezione ritardante la fiamma (PVC).

Le bretelle RJ45-RJ45 dovranno essere dotate inoltre alle due estremità di connettori RJ45 Cat. 6 per la completa connettorizzazione delle 4cp, con tecnologia che permetta l’ottimizzazione dell’attestazione del cavo di patch sul plug, così da rispettare, per i componenti in Categoria 6 le specifiche richieste dello standard EIA/TIA 568-B.2-1.

I connettori RJ45 dovranno essere inoltre dotati di cappucci plastici possibilmente colorati che permettano l’iconabilità della bretella e la separazione tra le coppie fino al punto di attestazione sul plug RJ45.

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10.1 Canalizzazioni Il percorso dai locali tecnici individuati alle prese d’utente dovrà avvenire in apposite canalizzazioni da realizzare nei corridoi e nelle stanze, possibilmente all’interno dei controsoffitti. Qualora sia necessario un tratto ascendente o discendente per raggiungere le prese ai piani inferiori e superiori rispetto alla collocazione del centro stella si dovranno utilizzare le canalizzazioni verticali nei cavedi che ospitano anche i cavi di dorsale in fibra. Come norma generale tutte le canalizzazioni dovranno essere realizzate in modo da minimizzare l’impatto sull’estetica degli edifici/locali. CANALIZZAZIONE SOTTERRANEA Il locale che ospita il centro stella preesistente al piano Terra dovrà essere raccordato agli altri locali tecnici individuati per gli altri centri stella di edificio BD tramite una canalizzazione in acciaio o PVC di dimensioni minime 150x100 mm., installata lungo le canalizzazioni sotterranee utilizzando supporti di sospensione a soffitto, posizionati ad una distanza massima di 80 cm. uno dall’altro, oppure disposta all’interno di scavo o cavedio appositamente predisposto ; la canalizzazione dovrà anche raggiungere in ogni edificio gli imbocchi dei cavedi verticali da sfruttare per le salite ai piani. Al fine di assicurare un adeguato grado di esecuzione d’impianto, tutta la tratta di canalizzazione dovrà essere effettuata con l’utilizzo di componenti prestampati di una stessa linea di prodotto. La canalina, dotata di coperchio, sarà rispondente alle norme CEI 23-31 ; in particolare, dovrà essere di materiale acciaio zincato, verniciata con polveri epossidiche termoindurenti atossiche, dimensionata in base ai flussi di cavi che ospiterà ma garantendo comunque un ulteriore disponibilità di spazio utile all’interno di almeno il 50% del totale. Ogni componente della canalina dovrà essere provvisto di tutti gli accessori di messa a terra secondo le normative vigenti. CANALIZZAZIONI VERTICALI NEI CAVEDI Le canalizzazioni a supporto dei cavi dorsali di edificio dovranno essere in acciaio o PVC e dimensionate in base ai flussi di cavi che ospiteranno, tenendo presente che il loro utilizzo sarà volto al contenimento sia di cavi in fibra ottica che in rame (nei tratti dal piano in cui è collocato al centro stella FD ai piani asserviti), e dovranno garantire comunque un’ulteriore disponibilità di spazio utile all’interno di almeno il 50% dello spazio totale. Le canalizzazioni avranno origine al piano Terra di ogni palazzina fino all’imbocco dei cavedi verticali ; questi ultimi dovranno essere percorsi interamente fino all’altezza dell’ultimo piano da servire. CANALIZZAZIONI PER I CORRIDOI Lungo i corridoi degli edifici, ove possibile all’interno dei controsoffitti o comunque affiancate alle pareti, dovranno essere collocate delle canaline in PVC con grado di infiammabilità U.L.94V-0, sospese con supporti al soffitto, di dimensioni adeguate (in alternativa 50x50 mm o 100x100 mm) al contenimento di tutti i cavi FTP o STP e in fibra con una riserva di spazio libero utile di almeno il 50% del totale. Le canaline dovranno avere coperchi con dispositivo antiscivolo e dovranno essere corredate da una serie completa di accessori in grado di mantenere il raggio di curvatura dei cavi entro 50mm. Gli stessi canali devono inoltre essere disponibili in policarbonato trasparente, per garantire l’assenza di alogeni nei fumi.

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CANALIZZAZIONI NELLE STANZE All’interno delle stanze i cavi dovranno essere stesi sfruttando se possibile la controsoffittatura presente, in modo da limitare al massimo la parte visibile del cablaggio e salvaguardando il più possibile l’estetica dei locali. Si dovrà utilizzare una canalina con coperchio in PVC rigido pesante, antiurto, agli agenti chimici più comuni, a partire dalla canalizzazione in corridoio fino alla presa d’utente, cercando di minimizzare l’impatto sull’estetica dei locali. Le canaline dovranno essere in grado di mantenere il raggio di curvatura entro i limiti stabiliti dalla normativa EIA/TIA569 (1”max). I coperchi delle canaline potranno essere rimossi solamente con l’aiuto di attrezzi (antimanomissione). Le canaline destinate a contenere cavi per un singolo utente dovranno essere del tipo “minicanale con coperchio incernierato”, i canali multiutente dovranno essere predisposti per contenere delle scatole con interasse viti 83,5mm saldamente fissate alla base oltre alle apposite pareti divisorie interne. I canali portautenze dovranno prevedere la possibilità di utilizzare apposite placche ad innesto (fissaggio senza viti) per i componenti di trasmissione dati. Al fine di assicurare un adeguato grado di esecuzione ed estetica d’impianto , tutta la tratta comprese le scatole di supporto, dovrà essere realizzata con l’utilizzo di componenti prestampati di una stessa linea di prodotto. Come regola generale, le canaline e le tubazioni dovranno essere dimensionate in base ai flussi di cavi che ospiteranno, garantendo comunque un’ulteriore disponibilità di spazio utile all’interno di almeno il 50% del totale, per consentire il raddoppio delle linee FTP o STP connesse alla presa e la stesura di un cavo ottico delle caratteristiche richieste.

10.2 Impiantistica elettrica IMPIANTO ELETTRICO Per l’alimentazione elettrica delle apparecchiature attive che dovranno essere localizzate presso i nodi di concentrazione vanno installati nei locali tecnici corrispondenti quadri elettrici di materiale termoplastico autoestinguente, dotati di interruttore magnetotermico differenziale, di una gemma luminosa per la segnalazione della presenza dell’alimentazione monofase a 220V, di un gruppo di 3 prese multistandard bipasso/Shuko rispondenti alle norme CEI 23-16, 23-5. I quadri elettrici dovranno consentire ampliamenti fino al 100% della potenza richiesta dalle apparecchiature fornite, in ottemperanza alle previsioni del presente capitolato. Tutte le utenze elettriche, i quadri elettrici e gli armadi rack dovranno essere collegati alla rete di terra. Il conduttore di protezione dovrà avere sezione adeguata all’intensità di corrente verso terra e comunque non inferiore alle sezioni dei conduttori di alimentazione del circuito elettrico. La sezione dei conduttori sia di alimentazione che di uscita, dovrà essere dimensionata per la corrente nominale del relativo interruttore a prescindere dall’effettivo assorbimento dell’utenza allacciata, tenendo conto della lunghezza e del tipo di posa in opera. I cavi impiegati dovranno essere con conduttori in rame multipolari isolati sotto guaina protettiva conforme alle norme CEI 20-15, 20-11, 20-34 ; la protezione dovrà essere rispondente alle norme

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CEI 20-22, 20-35, 20-37, 20,38. I cavi avranno le guaine colorate in base alle tabelle CEI-UNEL 00722. Gli interruttori magnetotermici e magnetotermici differenziali installati dovranno essere conformi alle norme CEI 23-3 e 23-18. L’interruttore generale avrà caratteristiche elettriche tali da garantire la protezione di un numero di circuiti elettrici pari alle utenze da servire comprese le possibili espansioni. Gli interruttori di alimentazione degli apparati dovranno essere scelti in funzione dell’assorbimento di ogni singolo apparato ; inoltre, per quanto riguarda l’intervento differenziale, dovrà essere del tipo ad alta sensibilità e per selettività legato all’interruttore generale del quadro. I materiali, i componenti e le apparecchiature impiegati nella realizzazione dell’impianto dovranno essere dotati di marchio IMQ. Come regola generale, tutte le estensioni all’impianto elettrico generale da realizzare a supporto a quello telematico dovranno essere concordate con il locale Ufficio Tecnico competente e prevedere la piena conformità alle norme CEI 64- 8 terza edizione nonché alla Legge del 5 Marzo 1990 n°46 ed al relativo decreto di attuazione del 6 Dicembre 1991 n°447. Le caratteristiche di tutte le componenti utilizzate, dovranno essere rispondenti alle norme di Legge e di regolamento vigente alla data della realizzazione degli impianti ed in particolare saranno conformi: alle prescrizioni di Autorità Locali, comprese quelle dei V V. F F; alle prescrizioni e indicazioni dell' ENEL; alle seguenti disposizioni di Legge e Norme CEI :

CEI 03 - 15 Segni grafici per schemi ( conduttori e dispositivi di connessione) CEI 03 - 19 Segni grafici per schemi ( apparecchiature e dispositivi di comando e protezione CEI 03 - 20 Segni grafici per schemi (strumenti di misura, lampade e dispositivi di

segnalazione ) CEI 17 - 05 Interruttori automatici per corrente alternata a tensione nominale non superiore

a 1000 V e per corrente continua a tensione nominale non superiore a 1200 V CEI 17 - 13/1

Apparecchiature di manovra assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 1: Prescrizione per apparecchiature di serie (AS) e non di serie (ANS)

CEI 20 - 13 Cavi isolati con gomma butilica con grado di isolamento superiore a 3 CEI 20 - 19 Cavi isolati in gomma con tensione nominale non superiore a 750 V CEI 20 - 20 Cavi isolati in PVC con tensione nominale non superiore a 750 V CEI 20 - 21 Portata dei cavi in regime permanente CEI 20 - 22 Prova dei cavi non propagante l'incendio CEI 23 - 03 Interruttori automatici di sovracorrente per usi domestici e similari CEI 23 - 05 Prese a spina per uso domestico o similare CEI 23 - 08 Tubi protettivi rigidi in PVC CEI 23 - 09 Piccoli apparecchi di comando non automatici per tensioni nominali fino a 380 V

destinati ad usi domestici e similari CEI 23 - 14 Tubi protettivi flessibili in PVC CEI 64 - 08 Impianti elettrici utilizzatori. Norme generali 3° edizione CEI 64 - 09 Impianti elettrici utilizzatori negli edifici a destinazione residenziale e similare CEI 64 - 50 Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori, ausiliari e

telefonici CEI 103 - 01 Impianti elettrici utilizzatori negli edifici a destinazione residenziale e similare D.P.R. 547 Del 27 Aprile 1955 e successive modifiche

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Saranno inoltre conformi a tutte le altre Norme CEI non espressamente elencate ma inerenti gli impianti elettrici (e/o suoi componenti) negli edifici civili. Le apparecchiature presenti negli armadi tecnologici saranno alimentate a 220Vc.a. 50Hz (con tolleranze specificate in ETS 300-132-1). COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA Nel progettare un sistema di cablaggio strutturato si deve tenere presente quanto precisato dagli standard europei sull’immunità da emissioni elettromagnetiche (per esempio EN 50081-1, EN 50082-1, EN 55022, EN 55024). Il cablaggio è considerato come un sistema passivo e non è quindi possibile provarlo individualmente sulle EMC. Apparati che sono stati progettati per queste applicazioni devono rispettare questi standard sulle EMC, in modo da non degradare le caratteristiche del sistema. In fase di progettazione si deve tenere in particolare conto questo problema, in modo da preservare quanto più possibile l’integrità dei segnali da interferenze e disturbi sia interni sia, in particolare, esterni alle linee di trasmissione. MESSA A TERRA DEL CABLAGGIO Tutti i collegamenti a terra ed equipotenziali dovranno essere conformi alle norme locali che prescrivono i requisiti di collegamento a terra e/o equipotenziale. Deve essere prevista la messa a terra dei conduttori schermati, dopo aver accertato che la d.d.p. massima ai capi dello schermo non ecceda il valore di 1 V e come previsto da EIA/TIA 607. Un basso valore dell’impedenza di terra è opportuno per garantire il corretto funzionamento dell’impianto, ma non esiste un limite restrittivo per tale valore: in generale un impianto di messa a terra correttamente coordinato con le protezioni contro i contatti indiretti nel rispetto delle Norme CEI 64-8 fasc. 4131-4137 e CEI 11-1 fasc. 5025 risulta sufficiente per il buon funzionamento del sistema. Dovrà pertanto essere prevista per ciascun edificio una serie di collegamenti con cavo 16 mmq tra gli armadi di piano. Tali collegamenti dovranno essere realizzati a partire dal nodo equipotenziale di edificio ad ogni

gruppo di armadi di piano. Ogni gruppo di armadi dovrà essere interconnesso con cavo 16 mmq. All’interno di ogni armadio i singoli componenti passivi (patch panel) con cavo 6 mmq. Infine dovrà essere realizzato un collegamento a maglia, ovvero tra i gruppi di armadi di piani prospicenti con cavo 16 mmq.

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10.3 Armadi di permutazione

Caratteristiche generali:

Gli armadi tecnologici utilizzati per ospitare le apparecchiature dovranno essere

preferibilmente realizzati in conformità della UNI EN ISO 9001 e ISO 14001 e delle norme internazionali IEC 297-2 e le DIN 41494 parte 1 e DIN 41494 parte 7 per il montaggio di apparati elettrici ed elettronici, EN 60950 e VDE 0100. Come regola generale, la dimensione degli armadi da fornire dovrà essere tali da ospitare le apparecchiature attive ed il cablaggio per l’attestazione di tutti i punti presa, deve essere prevista una percentuale di futura espansibilità attorno al 30% - 35%. Tutti gli armadi di rete dovranno avere un’organizzazione interna che garantisca un ordinato montaggio di tutti i componenti installati. Per tanto a tale scopo si dovranno prevedere tutti gli accessori necessari , quali ad esempio : passacavo, pannelli ciechi, etc.

Per la realizzazione delle porte in vetro, dovrà essere utilizzato vetro temperato dallo spessore min. 4 mm. in corrispondenza alla normativa UNI EN 12150-1 del 31/07/2001(ex UNI 7142) per la sicurezza, tale vetro, oltre ad essere più resistente di un vetro normale, in caso di rottura si sbriciola in minuscoli frammenti inoffensivi, motivo per cui è classificato tra i materiali vetrosi di sicurezza. Si ricorda che l’ utilizzo di una porta in vetro temperato consente in caso di emergenza, grazie alla sua frangibilità, di per poter togliere l’alimentazione ELETTRICA alle apparecchiature (legge 626 sulla sicurezza) senza causare danni per le persone. Gli armadi rack dovranno possibilmente essere muniti sia di targhette identificative recanti il numero di serie, che di marchi di approvazione a Standard (ad.es. CSA ,VDE) sia di Numero di registrazione con il quale sono stati registrati i prodotti presso i rispettivi istituti di test ; all’occorrenza copia delle Certificazioni dei test potrà essere richiesta al produttore degli armadi

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Per gli armadi di rete andrà sempre prevista l’alimentazione elettrica, che sarà diversificata in funzione del tipo di armadio e dalla sua ubicazione.

Tutte le linee elettriche dovranno rispettare , per quel attiene il dimensionamento e la documentazione, quanto previsto: in Italia dalla Legge 46/90 e dalle norme CEI.

I cavi saranno posati e fascettati nella parte posteriore del permutatore dividendoli a gruppi fino al raggiungimento del punto di attestazione, onde evitare che il cavo degradi le sue caratteristiche a causa di eccessive curvature. Il permutatore dovrà essere dotato di una guida di sostegno e di ancoraggio dei cavi da terminare.

A corredo dei permutatori dovranno essere compresi, sulla parte frontale, tutta una serie di pannelli guida permute per il corretto incanalamento delle patch cord necessarie all’attestazione dei cavi all’apparato o ad altra tratta di cavo secondo la configurazione di apparecchi/apparati da attivare.

Passacavi orizzontali

Il pannello guida permute sarà realizzato in lamiera metallica verniciata, adatto per essere installato su struttura rack 19”, altezza 1U completo di occhielli, e verrà installato parallelamente al permutatore per il corretto incanalamento delle bretelle di raccordo.

All’interno dell’armadio dovranno essese utilizzati accessori che garantiscano le condizioni ottimali di funzionamento e gestione del cablaggio, quali gruppi ventole da tetto e ripiani fissi o estraibili.

Configurazione armadi:

Gli armadi dovranno alloggiare gli apparati attivi di rete, i patch panel delle dorsali in fibra ottica e i componenti passivi per la attestazione dei cavi di dorsale e del cablaggio orizzontale.e dovranno essere costituiti da una struttura basata su due telai autoportanti 19”. Tutti gli allestimenti potranno essere effettuati direttamente sul telaio che supporta anche le pannellature esterne. La struttura dovrà essere completamente smontabile e rimontabile, leggera e stabile con caricabilità a rack fino a 400 kg. in lamiera d’acciaio passivata, e basata sulla tecnica rack 19” (482,6 mm.).

Le caratteristiche di riferimento saranno: • altezza da 27 a 42U • Telai autoportanti 482,6 mm (19?), anteriori e posteriori, fissati alla base e al tetto e regolabili in

profondità con l’interasse standard 495 mm; • Telaio del fondo e del tetto con finestra di massima ampiezza per l’integrazione modulare di

pannelli ciechi, traforati per la ventilazione o per l’entrata dei cavi; • Lamiera del tetto con feritoie d’ingresso cavi a spazzola, microtraforatura per l’integrazione di

moduli di ventilazione; • Piedini di livellamento per compensare le irregolarità del pavimento;

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• Eventuali Distanziali da 20 mm, per l’innalzamento del tetto (forniti sfusi); • Unità di ventilazione con 2 ventilatori precablati e pronti per l’allacciamento termostato; • pareti laterali «light» ad innesto asportabili , con nervature di rinforzo e serratura a chiave 3524

E per facilitare, ove necessario , l’assemblaggio di armadi affiancati e l’interconnessione di apparati. Dovranno essere realizzati in lamiera d’acciaio, trattamento di fondo per elettroforesi, verniciatura a polveri epossidiche

• porta anteriore con vetro di sicurezza con cerniere per apertura a 130° ,sistema di chiusura in due punti, impugnatura ergonomica e serratura a chiave

• possibilità di montare dei ripiani per sostenere apparati sprovvisti delle alette di fissaggio in tecnica 19”;

• Elementi meccanici costituenti l’armadio provvisti di accessori per la connessione costante al conduttore di protezione di terra.;

• Dovranno avere Una gamma completa di accessori dedicati. • striscia d’alimentazione con almeno 5 prese adatte per spine UNEL e interruttore bipolare

magnetotermico, quale sezionatore unico di tutti gli apparati asserviti.

10.4 Modalità di installazione e messa in opera del cablaggio

Cablaggio orizzontale:

Nell’installazione dei cavi del cablaggio orizzontale, è mandatario rispettare le seguenti norme d’installazione :

• lunghezza massima della connessione (channel), tra posto di lavoro e apparato attivo di rete, e/o altro servizio 100 m totali , comprese le bretelle lato armadio e lato utenza;

• tensione massima di tiro ammessa per i cavi di distribuzione orizzontale è di 12 Kg;

• il raggio minimo di curvatura per il cavo FTP o STP a 4 coppie è di 5 cm;

• la “sguainatura” del cavo FTP o STP a 4 coppie, in corrispondenza della parte terminale deve essere il minimo possibile e comunque non superare i 25 mm;

• la “sbinatura” delle coppie del cavo FTP o STP in corrispondenza della terminazione non deve essere superiore a 13 mm, in modo da garantire il mantenimento delle caratteristiche di Categoria 5e o di Categoria 6;

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• per tutti i cavi FTP o STP a 4 coppie, si dovrà prevedere una scorta, lato armadio passivo, di almeno 3 mt., che andrà alloggiata all’interno dell’armadio stesso, ed è consigliato almeno 30cm lato postazione di lavoro.

Le prese andranno collocate nei locali cercando di preservarne il più possibile l’estetica e limitando al massimo i percorsi al di fuori delle controsoffittature. In generale le prese verranno installate sulle pareti più vicine alle scrivanie o posti di lavoro presenti.

Cablaggio di dorsale:

Tutti i cavi di dorsale posati all’interno delle vie cavi dovranno rispettare le seguenti regole:

• raggio di curvatura minimo previsto dal costruttore per il tipo di cavo installato

• tensione di tiro ammessa prevista dal costruttore per il tipo di cavo installato

Inoltre tutti i cavi di dorsale (fibra ottica e/o multicoppia telefonici ), sulle tratte tra gli armadi di rete, dovranno avere una scorta , in testa e in coda, di un minimo di 5 mt.

Tali scorte andranno lasciate in appositi alloggiamenti sulla parete di fondo degli armadi e/o nella parte inferiore degli stessi.

10.5 Elementi quantitativi: la consistenza del cablaggio Per il dimensionamento dei permutatori sia in rame che per fibra e delle apparecchiature attive si riportano in allegato le planimetrie dei locali che riportano per ciascuna sede interessata all’intervento la collocazione dei punti rete richiesti. Una indicazione quantitativa di massima dei totali viene fornita in coda al paragrafo. Tale indicazione è assolutamente approssimativa ed ha il solo scopo di facilitare l’effettuazione di una stima “a corpo” del valore della fornitura. Per la realizzazione di tutti gi elementi del progetto esecutivo (attestazioni della dorsale, punti presa) sarà necessario tenere conto degli schemi di dettaglio allegati e dei rilievi che a fronte delle prescrizioni di base sopra fornite dovranno essere effettuati dalle ditte nel corso dei sopralluoghi, che sono da ritenersi obbligatori.

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Distributor Dislocazione Corpi/Edifici Punti rete Nuovi

Totali Connessioni

Nuove CD/BD/FD “Centro Stella” Villa della Riccia 40 80

FD “Primo Piano” Villa della Riccia 33 66

FD “Auditorium” Auditorium 2 4

TOTALE 75 150

Tutti i punti rete riportati nella precedente tabella sono da considerarsi doppi.

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11. La copertura wireless

Tale servizio dovrà consentire di fornire una connettività “libera” a tutti gli utenti che siano personale interno e/o esterno che intendano accedere alla rete Internet e/o a particolari servizi che verranno erogati attraverso l'infrastruttura di rete a disposizione del complesso. Le prestazioni del servizio di connettività dovranno essere tali da consentire eventuali future applicazioni VoIP o comunque applicazioni real-time e l’accesso a dispositivi standard 802.11b/g WI-FI (Laptop, computers, Palmari, PDA etc.). L’accesso wireless dovrà essere reso disponibile in modalità "hot spot" (realizzando una copertura a macchia di leopardo, limitata alle sole aree di interesse) assicurando almeno il servizio all’interno delle seguenti strutture di uso comune:

• Auditorium • Sala seminari • Sala riunioni

La ditta aggiudicataria dovrà eseguire studi di copertura wireless e di pianificazione dell’occupazione dei canali (per eliminare i fenomeni di interferenza, in particolare con eventuali apparecchiature elettroniche presenti in sito) e per determinare la posizione e l’esatto numero di Access Point necessari per coprire le aree di interesse. Tale studio dovrà essere sottoposto all’attenzione del consegnatario dell’appalto per l’approvazione. Gli elementi su cui si baserà l’autorizzazione a procedere saranno sia di tipo tecnico che di sicurezza ambientale. Inoltre la ditta aggiudicataria dovrà provvedere anche alla realizzazione del cablaggio tra gli Access Point e i punti di accesso alla rete wireline (ogni AP dovrà essere attestato su una diversa porta di uno Switch). Eventuali access point installati all’esterno dovranno prevedere quanto necessario per questo tipo di installazione (scatola a tenuta stagna, protezione al surriscaldamento, etc.). Dovranno essere adottate tutte le possibili misure di sicurezza per evitare “intrusioni”, usi non autorizzati, usi non rispondenti alle policy stabilite, della connettività wireless. Le connessioni wireless dovranno essere protette da un sistema di autenticazione e crittografia in grado di abilitare o meno, con configurazioni a cura del personale tecnico dell'OAC-INAF, gli utenti autorizzati al servizio. ACCESS POINT PER LA REALIZZAZIONE DELLA CONNETTIVITÀ WIRELESS Gli access point da utilizzare per l’erogazione dell’accesso wireless devono presentare le seguenti caratteristiche costruttive e funzionali: − Wireless Access Point modulari in Standard IEEE 802.11b/g − Almeno 1 porta 10/100 fast ethernet per la connessione alla LAN e 1 porta console − Protocolli di autenticazione supportati: § 802.1X,

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§ EAP-Flexible Authentication via Secure Tunneling § Protected EAP- Generic § PEAP-Microsoft Challenge Authentication Protocol Version 2 (PEAP MSCHAPv2), § EAP-Transport Layer Security (EAP-TLS), § EAP-Tunneled TLS (EAP-TTLS), § EAP-Subscriber Identity Module (EAP-SIM) to yield mutual authentication and dynamic,

per-user, per-session encryption keys (WPA e WPA2) − Protocolli di cifratura § AES-CCMP per cifratura WPA2 § Temporal Key Integrity Protocol (TKIP): key hashing (per-packet keying), message integrity

check (MIC) e sistema di rotazione delle chiavi broadcast via TKIP o WPA TKIP § IEEE 802.11 WEP con chiavi a 40 bits e a 128 bits § Cifratura AES in Hardware

− Per accellerare il secure-roaming tra celle l’AP deve poter svolgere la funzione di riautenticazione in base al protocollo 802.1x senza comunicare con il server di autenticazione

− Possibilità di connettere vari tipi di antenna (omnidirezionale e monodirezionale) sia per i moduli radio 802.11b/g sia per il modulo radio 802.11a

− Conformità allo standard IEEE 802.11i − Certificazione WPA e WPA2 − Conformità alle direttive ETSI − Gestione tramite protocolli: BootP, SSH, HTTPS, TFTP, FTP, Telnet, Porta console, SNMP

MIB I & II Tutti i dispositivi di accesso wireless dovranno essere monitorati attraverso una suite di management evoluta che consentirà una gestione proattiva degli stessi. In particolare si riporta nel seguito il dettaglio delle caratteristiche minimali di tale piattaforma:

− Funzionalità di autodiscovery degli appareti di accesso alla rete − Funzionalità per la scoperta, localizzazione e disabilitazione di AP non autorizzati presenti

in rete o nell’area di copertura wireless − Funzionalità per applicare le policy di security agli apparati e ai client wireless − Funzionalità per la scoperta di WLAN wireless presenti in rete − Capacità di gestire dinamicamente la copertura radio, per permettere agli AP di ottimizzare

l’area di copertura in caso di problemi agli AP adiacenti − Capacità di scoperta delle interferenze radio e di monitorare i guasti − Interfaccia che mostri la situazione della rete, carico degli apparati uso delle

radiofrequenze, errori e associazione dei client Capacità di configurare da remoto gli AP e i bridge, le VLAN e di aggiornare il firmware degli apparati

− Possibilità di essere integrato con altri tool di network management − Interfaccia di gestione accedibile tramite protocollo HTTP − Compatibile con apparati in standard 802.11 b e g − Capacità di monitorare la disponibilità dei server IEEE 802.1X , Extensible Authentication

Protocol (EAP), Protected EAP (PEAP) e RADIUS e dei loro tempi di risposta Tale suite di applicazioni deve essere installata sulle apparecchiature di monitoraggio piu’ avanti illustrate (in particolare, su due dei PC deskside). DIMENSIONAMENTO DEGLI ACCESS POINT Presumibilmente, il numero minimale di access point necessari alla copertura delle strutture sopra citate è di 10 unità.

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12. Apparati attivi di rete

Gli armadi tecnologici di concentrazione dovranno ospitare le apparecchiature attive di switching in grado di servire tutte le postazioni di lavoro e gli apparati attivi eventualmente asserviti in gerarchia, garantendo in tal modo compattezza e modularità alla soluzione di rete. Tutte le apparecchiature attive dovranno essere protette da gruppi di continuità “on-line” oppure “off-line no-break” di adeguata capacità nominale e con marcatura CE. Come regola generale ogni armadio rack dovrà contenere un gruppo di continuità per garantire il funzionamento degli apparati in esso alloggiati in caso di interruzione dell’alimentazione elettrica. Il gruppo di continuità dovrà avere un’autonomia di almeno 10 minuti e dovrà essere sovradimensionato in base alla potenza elettrica collegata al quadro. Le batterie di alimentazione del gruppo di continuità dovranno avere una durata di almeno due anni. Le apparecchiature attive di rete switching fornite dovranno essere collegate alla rete di campus preesistente attestandosi in tecnologia gigabit ethernet sui preesistenti switches di accesso al backbone le cui caratteristiche sono riportate nel seguito: SWITCHES PREESISTENTI DI CENTRO STELLA E DI EDIFICIO

• Centro Stella attuale (da sostituire, riutilizzando lo switch)

o Switch CISCO Catalyst 3550-12G • Switch periferici

o N. 9 Switch CISCO Catalyst 3548 XL-EN (riutilizzabili) o N. 1 Switch CISCO Catalyst 3524 XL-EN (riutilizzabili) o N. 2 Switch CISCO Catalyst 3550-24-SMI (riutilizzabili) o N. 1 Switch CISCO Catalyst 3508G-XL-EN (riutilizzabili)

In termini di caratteristiche tecniche le apparecchiature attive di switching dovranno prevedere le seguenti caratteristiche minimali:

SWITCHES SECONDARI DI DISTRIBUZIONE PER CORPI DISTACCATI O CENTRI STELLA PERIFERICI

• Switching a livello 2 e 3 (IP switching) • Porte Gigabit Ethernet in fibra a convertitore variabile GBIC o SFP di tipo SX o LX, ed

opzionalmente ZX • Supporto Frame-tagging e distribuzione VLAN conforme allo standard 802.1q con

zpropagazione inter-switch delle informazioni circa le VLAN • Spanning tree 802.1d per loop detection • Possibilità di aggregare le capacità di multipli canali fisici (porte) in un unico canale logico

(Channel grouping o Port Trunking) • possibilità di ridondare l’alimentazione esternamente • Supporto opzionale dei protocolli : OSPF, BGP, PIM, DVMRP • Supporto opzionale del protocollo IEEE 802.3af

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• supporto di meccanismi di ottimizzazione delle tempistiche di recovery path su base spanning tree

• supporto delle funzionalita’ di Spanning tree su base VLAN per implementare il load balancing del traffico sui trunk switch-to-switch,

• supporto opzionale dei protocolli 802.1s (MST) e 802.1w (RSTP) su ogni interfaccia • Supporto di meccanismi di sicurezza per il protocollo STP: tipo: Spanning-tree root guard

(STRG), Bridge protocol data unit (BPDU) guard • supporto del protocollo IEEE 802.1x con assegnazione dinamica della VLAN • Controllo e limitazione dei Broadcast, Multicast e Unicast Storm per porta • Supporto protocollo IGMP in versione 1 e 2 (Internet Group Management Protocol). • Supporto di IGMP snooping in hardware • Configurazione dei parametri di Qualità del Servizio per singola porta • Supporto della riclassificazione delle trame basato su 802.1p CoS • Supporto opzionale dello scheduling WRR (Weighted Round Robin) • Accodamento in Strict Priority per il traffico Time-sensitive • Possibilità di aggregare in stack più dispositivi • Interfaccia di management Web-based di semplice utilizzo attraverso un browser standard • Gestibilità remota attraverso protocolli di network management SNMP e RMON, linea di

comando (accessibile da remoto via telnet) • Sistema di sicurezza multilivello per l’accesso alla console

SWITCHES DI ACCESSO

• Porte di uplink Gigabit Ethernet in fibra a convertitore variabile GBIC di tipo SX o LX, ed opzionalmente ZX

• Presenza di porte switched in Tecnologia Fast Ethernet in rame 10/100 BASETX Autosensing, per le attestazioni delle postazioni di lavoro e delle ridondanze in rame della dorsale.

• Supporto Frame-tagging e distribuzione VLAN conforme allo standard 802.1q con propagazione inter-switch delle informazioni circa le VLAN

• Spanning tree 802.1d per loop detection • Possibilità di aggregare le capacità di multipli canali fisici (porte) in un unico canale logico

(Channel grouping o Port Trunking) • possibilità di ridondare l’alimentazione esternamente • supporto di meccanismi di ottimizzazione delle tempistiche di recovery path su base

spanning tree • supporto delle funzionalita’ di Spanning tree su base VLAN per implementare il load

balancing del traffico sui trunk switch-to-switch, • supporto opzionale dei protocolli 802.1s (MST) e 802.1w (RSTP) su ogni interfaccia • Supporto di meccanismi di sicurezza per il protocollo STP: tipo: Spanning-tree root guard

(STRG), Bridge protocol data unit (BPDU) guard • supporto del protocollo IEEE 802.1x con assegnazione dinamica della VLAN • Controllo e limitazione dei Broadcast, Multicast e Unicast Storm per porta • Supporto protocollo IGMP in versione 1 e 2 (Internet Group Management Protocol). • Supporto di IGMP snooping in hardware • Configurazione dei parametri di Qualità del Servizio per singola porta • Supporto della riclassificazione delle trame basato su 802.1p CoS • Supporto opzionale dello scheduling WRR (Weighted Round Robin) • Accodamento in Strict Priority per il traffico Time-sensitive • Possibilità di aggregare dispositivi, garantendo la gestibilità e l’aggiornabilità di

un’aggregato come un singolo elemento di rete.

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• Interfaccia di management Web-based di semplice utilizzo attraverso un browser standard • Gestibilità remota attraverso protocolli di network management SNMP e RMON, linea di

comando (accessibile da remoto via telnet) • Sistema di sicurezza multilivello per l’accesso alla console

DIMENSIONAMENTO DEI FIREWALL Deve essere fornita una coppia di firewall, tipo Cisco Pix 515E o equivalente, dalle seguenti caratteristiche:

o 1 rack Unit, o uno slot PCI per un modulo (scheda) espandibile o supporto per il failover o 2 interfacce fast-ethernet che possono arrivare a 6 tramite moduli aggiuntivi. o Cleartext throughput: 188 Mbps o Concurrent connections: 130,000 o 168-bit 3DES IPsec o VPN throughput: fino a 140 Mbps con VAC+ oppure 63 Mbps con VAC o 128-bit AES IPsec VPN throughput: fino a 135 Mbps with VAC+ o 256-bit AES IPsec VPN throughput: fino a 140 Mbps with VAC+ o Simultaneous VPN tunnels: 2000 o Processor: 433-MHz Intel Celeron Processor, o superiore o Random access memory: 64 MB of SDRAM o Flash memory: 16 MB o Cache: 128 KB level 2 at 433 MHz o System bus: Single 32-bit, 33-MHz PCI o Stateful inspection firewall, con logica basata su access-list a catena e moduli per gestire

protocolli quali Ftp, RTSP, H.323, SIP o Gestione NATttin PATting (il masquerading del mondo Linux) o Gestione tramite command line o via web tramite Pix Device Manager (integrato) e

software di gestione come Cisco Works o Supporto di VPN IpSec, PPTP, L2TP. Supporto di IKE, NAT/PAT traversing e

autenticazione IpSec con shared-keys e certificati x509, criptazione DES, 3DES, AES (256 bit)

o Supporto VLAN, SNMP, e OSPF (sebbene sia improprio usare un Pix come un router) o DHCP, telnet, NTP client e server o Meccanismi di intrusion detection con logging remoto o Authentication, Authorization, Accounting (AAA) con supporto TACACS+ e RADIUS

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DIMENSIONAMENTO DEGLI SWITCHES In particolare, per quanto riguarda le specifiche richieste in termini di porte disponibili:

Distributor Edificio Numero di porte 10/100/1000Base-T (da fornire)

Numero di porte 10/100Base-TX (Presenti)

CD/BD/FD “Centro Stella” Villa della Riccia (piano terra) 144 48

FD “Primo Piano” Villa della Riccia (primo piano) 48 96

FD “TWG” Villa della Riccia (primo piano, TWG) 24 48

FD “VST pipeline” Villa della Riccia (piano terra, VST pipeline)

24+24 0

FD “Ufficio Contratti” Edificio C 0 24 FD “Monumentale” Monumentale 0 48 FD “Monumentale 2” Monumentale 0 48 FD “Auditorium” Auditorium 0 48 FD “OmegaCam” Lab. OmegaCam 0 24

FD “Biblioteca vecchia” Monumentale (piano interrato) 0 24

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13. Protezione di alimentazione elettrica

Non c’è linea di distribuzione d’energia elettrica che non sia esente da quei disturbi capaci

di danneggiare l’integrità e la continuità operativa degli apparati di rete. Tra i disturbi più frequenti che provocano circa l’80% dei problemi alle apparecchiature attive vi sono:

- Le conseguenze di questi disturbi vanno dalla semplice perdita di dati al danneggiamento del sistema informatico ed elettronico, con grosso dispendio di tempo, danni economici.

Da qui la necessità sempre più crescente, dovuta allo sviluppo di apparecchiature e PC con maggiore velocità d’elaborazione e complessità, di usufruire di una sorgente di alimentazione esente da problemi di interruzione e disturbi. Devono essere forniti degli UPS da almeno 1000 VA a protezione delle apparecchiature attive di rete.

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14. Software per il monitoraggio

Dovrà essere fornito con la presente gara, una suite di software di management che comprenda: • Software di Network Management per la gestione, il monitoraggio, l’analisi e la documentazione

dell’intera rete di campus, tipo FLUKE OptiView Console-500 o equivalente (da fornire con il primo lotto temporale)

• Software per misurare le prestazioni della rete dati mediante l’analisi di protocollo e tramite un sistema d’analisi esperto, tipo FLUKE Protocol Expert o equivalente (fornibile nel primo o nel secondo lotto temporale)

• Software per la gestione proattiva dei dispositivi di accesso wireless, come precedentemente descritto (da fornire contestualmente ai dispositivi di accesso wireless)

• Eventuale altro software che si ritiene opportuno e/o conveniente offrire.

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15. Apparati per il monitoraggio (primo lotto)

Devono essere forniti, con il primo lotto temporale, i seguenti PC (ISO 9001): o N.1 PC per progettazioni; tipo Workstation; sistema operativo Microsoft® Windows® XP

Professional SP2 (o successiva), versione italiana; supporto anche per il sitema operativo Linux; chassis Mini-Tower; scheda madre con bus PCI Express e controller SATA da 150 MB/s, preferibilmente con funzionalità RAID; processore Intel Xeon almeno 3 GHz o equivalente, cache L2 da 1 MB, FSB a 800 Mhz, con tecnologia Hyper-Threading; 2 GB di memoria SDRAM DDR2 ECC 400 Mhz, (pref. 4 moduli da 512 MB); n.2 dischi fissi Serial ATA da almeno 250 GB e 7200 giri/min; lettore DVD-ROM almeno 16x; masterizzatore DVD +/-RW double layer almeno 16x con software di masterizzazione e decodifica per Windows; unità disco floppy 3,5” 1.44 MB (anche esterno); NIC 10/100/1000Base-T; controller Firewire IEEE 1394; scheda audio (anche integrata); scheda grafica PCIe x16 con uscita VGA D-sub e DVI con almeno 256 MB di RAM, tipo nVidia Quadro FX3400 Dual Monitor DVI o VGA, o equivalente, o superiore; tastiera italiana; mouse ottico con due tasti + rotellina di scroll; monitor da 19” a matrice attiva TFT con connettori analogici e digitali, risoluzione 1280x1024; pen drive 1 Gbyte USB 2.0

o N.1 Notebook con scheda di rete (10/100/1000Base-T) e scheda wireless (802.11g) entrambe

integrate, con HD almeno 80 Gbyte, memoria 1 Gbyte, CPU adeguata (Centrino), monitor SXGA+ TFT 15”, pen drive 1 Gbyte USB 2.0, unità DVD Super Multi drive (Dual Layer) slim SelectBay o equivalente, almeno due porte USB 2.0, porta bluetooth (interna o eventualmente USB), porta i.LINK (IEEE 1394), porta TV-out, sistema audio 16 bit stereo con altoparlanti stereo integrati, batteria con durata almeno 2 ore, modulo PCMCIA per GPRS, borsa, accessori (caricatore, cavo rete, cavo USB, etc), sistema operativo tipo Windows XP

o N.3 PC per il monitoraggio, configurati secondo le necessità del software, e comunque con

almeno 1 Gbyte di memoria, monitor LCD 17”, scheda grafica alte prestazioni.

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16. Apparati per il monitoraggio (secondo lotto)

Ai fini della gestione e monitoraggio dell’intera rete di campus, dovranno essere fornite, con il secondo lotto temporale, le seguenti apparecchiature (ISO 9001):

o N.5 PC deskside con scheda di rete (100/1000) e scheda wireless (802.11g con antenna), motherboard ad alte prestazioni (tipo Asus P5AD2 premium o equivalente), con doppio HD SATA di cui uno da almeno 100 Gbyte per il sistema ed uno da almeno 250 Gbyte per i dati acquisiti con il monitoraggio, memoria 1,5 Gbyte DDR2, CPU adeguata (tipo Athlon AMD a 2 GHz oppure Pentium IV a 3 GHz), scheda grafica 256 Mbyte ad alte prestazioni a doppia uscita (per doppio monitor), masterizzatore DVD e CD-RW, lettore DVD/CD, 4 porte USB 2.0 di cui 2 frontali, doppio monitor 17” LCD, sistema operativo tipo Windows XP (o comunque, su n.2 PC, sistema idoneo –esempio Linux– alla installazione del software di monitoraggio descritto nelle sezioni precedenti”;

o N.1 Switch Layer 2/3, full wire speed, managed, con 16 porte 10/100 Mbit/sec, e con doppio uplink alla rete;

o N.1 Access Point 802.11g. Dovrà essere fornita una mappa A0 di tutta la rete.

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17. Preparazione dell’ambiente

La preparazione dell’ambiente che deve ospitare i sistemi collegati in rete deve rispondere a determinati requisiti ambientali che consentano di garantire le condizioni ottimali per l’esercizio funzionale delle apparecchiature e delle persone che vi lavorano.

A tale proposito si dovrà preparare l’ambiente per una corretta e rapida installazione della soluzione. Dovranno essere verificate:

- Le alimentazioni elettriche ed i quadri elettrici esistenti; - Il lay-out dei cablaggi esistenti e da realizzare; - I percorsi delle dorsali; - L’ubicazione degli armadi rack; - Gli spazi per la sistemazione di tutti i componenti; - Il locale ove ubicare i materiali.

Saranno inoltre concordati con i referenti dell’Amministrazione:

- Gli orari di lavoro; - Le modalità d’accesso ai locali; - I permessi per i tecnici; - Le modalità d’esecuzione dei lavori.

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18. Test e Certificazione

Dovranno essere eseguite le misure e certificazioni richieste e dovranno essere configurati gli apparati attivi secondo le indicazioni dell’Ente. Dovranno essere prodotti tutti i documenti, e precisamente:

- certificazione per tutte le tratte in fibra con i parametri previsti - conformità alla regola d’arte - conformità alla 46/90 - conformità di compatibilità elettromagnetica CE - descrizione dell’architettura della rete - configurazione degli apparati attivi - configurazione degli armadi rack - allegati tecnici e manuali dei prodotti utilizzati - tabella riepilogativa con l’identificazione dei componenti - percorsi dei cavi - prese di terra - piano di manutenzione della rete

18.1 Precollaudo e messa in funzione

Dovrà essere eseguita la validazione del progetto tramite un test funzionale e la certificazione di tutti i componenti della rete per verificarne la piena rispondenza ai requisiti originali del progetto, in termini di funzionalità, prestazioni, affidabilità e conformità agli standard.

Infine dovrà essere compiuto il collaudo relativo alla funzionalità delle rete LAN e dei relativi apparati.

Tale precollaudo dovrà eseguito dai tecnici per verificare la perfetta funzionalità dei componenti prima del collaudo finale da parte dell’Ente. In questo modo si potranno verificare eventuali criticità e/o attuare modifiche di configurazione prima del collaudo formale. Una volta verificata la perfetta funzionalità dell’impianto, questo dovrà essere messo in funzione in attesa del collaudo da parte dell’Amministrazione.

18.2 Certifica della fibra ottica

La certificazione della fibra ottica dovrà essere eseguita secondo gli standard di riferimento, con strumenti di alta precisione di tipo riflettometrico OTDR (Optical Time Domain Reflectometer) e/o Power Meter. I test dovranno essere effettuati su ogni singola tratta: da un armadio di permutazione all’altro, collegando lo strumento di certifica sul patch panel di attestazione del cavo tramite l’interposizione di bretelle. Tutte le bretelle che verranno fornite dovranno essere già certificate con Power Meter dalla casa costruttrice. Si dovrà comunque provvedere a ripetere le misure in campo, provvedendo a fornire

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le tabelle dei valori riscontrati di ogni singola bretella. Dovrà essere garantito che detti valori di riscontro non superino l’attenuazione massima di 1,5dB. Prima di collegare gli apparati attivi, dovrà essere eseguita la verifica di attenuazione sul percorso completo, di tutte le parti passive interposte tra apparato trasmittente e ricevente, per riscontrare che l’attenuazione non superi il valore di 1dB (valore teorico del caso peggiore), calcolato come segue: si sommeranno tutti gli spezzoni o tratte di fibra ottica, ottenendo così la lunghezza massima della connessione; si moltiplicherà la lunghezza della connessione espressa in metri per 0,0035 dB/metro per ottenere l’attenuazione totale della fibra; si sommeranno tutti gli accoppiatori ottici (accoppiamento di due connettori SC tramite bussola) e si moltiplicano per 0,75, ottenendo quindi l’attenuazione totale di accoppiamento; si sommerà l’attenuazione totale della fibra ottica con l’attenuazione totale di accoppiamento e si ottiene così l’attenuazione teorica della connessione ottica

Per ogni singola tratta di fibra dovrà essere eseguita una misura e rilasciata la stampa con l’indicazione grafica e numerica dei risultati ottenuti. Tutti i test dovranno essere effettuati per tutte le fibre ottiche sia in prima finestra (850nm) che in seconda finestra (1300nm).

Dovranno essere effettuati i seguenti test da cui dovranno risultare la rispondenza della tratta ai seguenti parametri:

q nominativo dell’azienda certificatrice q data e ora della misurazione; q nominativo dell’operatore; q tipologia, numero di serie, revisione software dello strumento utilizzato; q numero identificativo della tratta testata. q lunghezza d’onda utilizzata; q attenuazione della tratta (Power Meter); q lunghezza della tratta; q return loss; q curva di attenuazione.

18.3 Certifica del cablaggio orizzontale

Nella certificazione del sistema dovranno essere usate le metodologie e le indicazioni previste dalle Normative vigenti e dagli Standard in essere. Di ogni misura effettuata dovrà essere rilasciata la relativa stampa fornita dallo strumento utilizzato o valore riscontrato dall’Operatore.

Quanto sopra dovrà essere eseguito per ogni singola tratta.

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Pertanto la certificazione dovrà essere realizzata con strumento ad alta precisione avente un’accuratezza di livello II, secondo lo standard di riferimento EN 50173 per cavi binati

dalla quale risulterà la rispondenza della tratta ai seguenti parametri:

q nominativo dell’azienda certificatrice; q nominativo dell’operatore; q tipologia, numero di serie, revisione software dello strumento utilizzato; q numero identificativo della tratta testata; q tipo di test effettuato; q mappatura dei collegamenti; q lunghezza di ogni singola coppia; q impedenza di ogni singola coppia; q resistenza di ogni singola coppia; q capacità di ogni singola coppia; q valore massimo di attenuazione per ogni singola coppia e relativa frequenza di test; q valore massimo di diafonia provata nei due versi (Dual-NEXT) per ogni possibile

combinazione di coppie; q valore minimo di ACR per ogni possibile combinazione di coppie. q NEXT accuracy = ±1,6dB; q Attenuation accuracy = ±1dB; q Random Noise balance = 65-15 log (f/100) dB; q Residual NEXT = 55-15 log (f/100) dB; q Output signal balance = 37-15 log (f/100) dB; q Common Mode Reiection = 37-15 log (f/100) dB; q Length accuracy = ±1 meter ±4% ±10% (NVP uncertainty); q return Loss = 15dB.

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19. Pubblicita’ del finanziamento

La ditta aggiudicataria dovra’ realizzare e porre in opera n.10 targhe in plexiglas, formato A4, con il logo e la scritta dell’INAF-OAC, il logo e la scritta del MIUR, e con la scritta “Rete telematica realizzata con il co-finanziamento del MIUR, nell’ambito del P.O.N. 2000-2006“, o altra dizione simile che sara’ successivamente concordata. La ditta aggiudicataria dovra’ realizzare e porre in opera n.10 targhe in plexiglas, formato A4, con il logo e la scritta dell’INAF-OAC, il logo e la scritta del MIUR, il logo WiFi e con la scritta “WiFi Area realizzata con il co-finanziamento del MIUR, nell’ambito del P.O.N. 2000-2006“, o altra dizione simile che sara’ successivamente concordata. La ditta potra’ apporre, in scala minore (max 30%) rispetto a quelli dell’Ateneo e del MIUR, il proprio logo ed una propria scritta sulle suddette targhe, del tipo “impianto realizzato da …”. I loghi suddetti sono qui di seguito, per completezza, riportati.

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ALLEGATI

“Configurazione Attuale degli Apparati Attivi”

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“Schema della dorsale esistente”

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EDIFICI OGGETTO DI INTERVENTO

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