PENA DI MORTE Elaborazione a cura di: Burtini Francesca Pedoja Federica.

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PENA DI MORTEPENA DI MORTEElaborazione a cura di:Elaborazione a cura di:

Burtini FrancescaBurtini Francesca

Pedoja FedericaPedoja Federica

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Lo scopo di questo lavoro è quello di voler aprire uno spunto di riflessione sulla pena di morte.

In particolare vogliamo ragionare sulle motivazioni che spingono a essere a favore oppure contro la pena capitale.

INTRODUZIONE:INTRODUZIONE:

StrutturaStruttura

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Torna Torna IntroIntro

• Dibattito generale: le ragioni del sì e le ragioni del no.

• Esempi di alcuni Paesi.

• Spunti di riflessione.

•Bibliografia

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I dati raccolti provengono da molte associazioni nazionali ed internazionali, in particolare da Amnesty International.

• La situazione nel mondo

• Le ragioni del sì

•Le ragioni del no

DIBATTITO GENERALEDIBATTITO GENERALE

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La situazione nel mondo:La situazione nel mondo:Più della metà dei paesi ha abolito la pena di morte di diritto o de facto.

Secondo gli ultimi dati di Amnesty International:

  76 paesi hanno abolito la pena di morte per ogni reato

  15 paesi l'hanno abolita salvo che per reati eccezionali (quali quelli commessi in tempo di guerra)

  21 paesi sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte

In totale 112 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica.   

  83 paesi mantengono in vigore la pena capitale e, spesso, eseguono condanne a morte. Torna dibattitoTorna dibattito TestoTesto

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I dati di Amnesty International per I dati di Amnesty International per il 1999il 1999 Secondo Amnesty International nel 1999 sono avvenute oltre 1,813 esecuzioni in 31

paesi. Il numero complessivo è in calo rispetto al 1998 (2,258 esecuzioni), ma in alcuni paesi (Iran, Arabia Saudita, USA) si registra un forte aumento. I dati presentati includono solo i casi conosciuti: molti paesi tengono volutamente nascoste le cifre reali.In Arabia Saudita si registra un notevole incremento delle esecuzioni: dalle 29 del 1998 alle 103 del 1999, ma il numero reale potrebbe essere molto più alto. Amnesty International è a conoscenza di centinaia di esecuzioni in Iraq, ma non è in grado di stabilire se siano state giudiziali o extragiudiziali.Cuba, Oman e Emirati Arabi Uniti hanno esteso la pena di morte a reati come traffico di droga e rapina a mano armata. Purtroppo, alcuni paesi hanno infranto la loro moratoria de facto. A giugno 9 persone sono state impiccate in Trinidad e Tobago cinque anni dopo l'ultima esecuzione. In Uganda ci sono state 28 esecuzioni in un solo giorno (28 aprile) a tre anni dall'ultima.I dati positivi: nel 1999 Timor Est, Turkmenistan, Ucraina e il territorio di Bermuda (sotto giurisdizione britannica) hanno totalmente abolito la pena di morte. La Lettonia la mantiene solo in caso di guerra. Azerbaijan, Bulgaria, Cipro, Georgia, Slovacchia, Turkmenistan e Regno Unito hanno ratificato il Secondo Protocollo Opzionale alla Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR), trattato che si muove verso la totale abolizione della pena capitale.In tutto il mondo sono 108 i paesi abolizionisti per legge o de facto. Amnesty International chiede alla Commissione della Nazioni Unite per i Diritti Umani, attualmente riunita per la consueta sessione annuale a Ginevra, di stabilire una moratoria mondiale sulle esecuzioni. Difendere il diritto alla vita è una responsabilità internazionale. (Fonte: www.volint.it) Torna DibattitoTorna DibattitoTorna strutturaTorna struttura

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Le motivazioni a favore

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La pena di morte per:

Esigenza di giustizia

Funzione deterrente

Interesse economico

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Le motivazioni contro

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Contro la pena di morte per:

Motivazioni morali

Funzione deterrente

Errori giudiziari e discriminazione

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SPUNTI DI SPUNTI DI RIFLESSIONERIFLESSIONE

I crimini

L’opinione pubblica

La discriminazione razziale

I costi

I testi Torna StrutturaTorna Struttura

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Riportiamo qui i crimini per i quali è prevista la pena di morte in tutto il mondo.Ovviamente, non tutti i paesi la prevedono per tutti i crimini.

Crimini contro la persona

Crimini che comportano la perdita della vita (anche non intenzionali)

Reati che causano ferite e sofferenze

Tortura

Trattamento crudele e inumano inferto ai detenuti

Reati che potrebbero causare gravi ferite o morte

Uso di esplosivi contro individui

Crimini contro la morale

Adulterio

Fornicazione

Sodomia

Pubblicazione e commercio di pornografia

Altri generi di crimini contro l'integrità della persona

Rapina

Violenza carnale

Crimini contro la proprietà e crimini economici

Furto di proprietà privata

Furto di proprietà pubblica

Sabotaggio

Realizzazione di profitti in modo illecito

Cambio nero

Accaparramento di beni alimentari

Danneggiamento dell'economia

Altri reati economici

Corruzione

Falso in bilancio

Vendite illegali Contrabbando di chiodi di garofano

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Crimini contro lo stato e reati politici

Tradimento

Spionaggio

Collaborazione con gli imperialisti

Provocazione dell'intervento straniero

Provocazione della rottura delle relazioni diplomatiche

Complotto con un governo straniero

Fomentazione di guerra civile

Prestazione di servizio tra le file del nemico

Cospirazione col nemico

Insurrezione e sabotaggio

Attentato all'autorità del governo

Attentato alla Costituzione e al governo

Attività che sconvolgono l'ordine sociale ed economico

Ripudiare la sovranità e l'indipendenza del paese

Attività controrivoluzionarie

Attività contro o a vantaggio di determinati gruppi sociali

Scioperi e dimostrazioni illegali

Disturbo dell'ordine pubblico

Terrorismo

Attività illegali in collegamento con partiti politici

Altri reati

Sedizione

Disturbo della quiete pubblica

Propaganda attraverso articoli, libri, discorsi a beneficio di ribelli

Propaganda contro lo Stato

Scritti e discorsi incompatibili con l'ordine socialista

Apostasia

Attività comunista di qualsiasi tipo, compresi i discorsi privati

Incoraggiamento di manifestazioni studentesche

Spunti Spunti riflessioneriflessione

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L’opinione pubblicaL’opinione pubblicaUno degli argomenti a favore della pena di morte è che l'opinione pubblica è a favore della pena capitale. Tale argomentazione si basa spesso su sondaggi.

 

L'opinione pubblica sulla pena di morte si basa spesso su una visione incompleta dei fatti e gli stessi sondaggi possono variare molto a seconda di come vengono poste le domande e di quanto si cerchi di informare la gente sull'argomento.

 

Diversi studi suggeriscono che le posizioni sulla pena di morte possono cambiare sulla base di una maggiore conoscenza dei fatti. Uno studio svolto nel 1975 negli Stati Uniti dimostrò che la maggior parte degli interpellati si dichiarava favorevole alla pena di morte ma era molto ignorante sull'argomento; le posizioni favorevoli alla pena di morte diminuivano quando gli interpellati venivano informati meglio sull'argomento.

 

In generale quando agli interpellati vengono proposte diverse alternative credibili alla pena di morte il consenso alla pena capitale diminuisce. Spunti riflessioneSpunti riflessione

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La discriminazione razzialeLa discriminazione razziale

La pena di morte è spesso usata in maniera discriminatoria nei confronti di minoranze razziali, di persone povere e scarsamente istruite e in alcuni casi può venire usata come arma contro oppositori politici.  

Un esempio di come la pena di morte sia usata in maniera iniqua nei confronti delle minoranze si ha negli Stati Uniti. Uno studio del 1987 sulle condanne a morte comminate dallo stato del New Jersey ha dimostrato che l'accusa ha chiesto la pena di morte nel 50% dei casi in cui l'accusato era nero e la vittima bianca e solo nel 28% dei casi in cui sia l'accusato che la vittima erano neri.  

Delle dodici condanne a morte eseguite, la metà sono state emesse da giurie composte da soli giurati bianchi. Secondo alcuni dati, nel 40% dei processi per omicidio in cui l'imputato è un nero e la vittima un bianco, nel 32% dei casi in cui sia l'imputato che la vittima sono bianchi e nel 6% dei casi in cui sia l'imputato che la vittima sono neri.

Non c'è mai stata una richiesta di condanna a morte nei confronti di un bianco che aveva ucciso un nero.

Spunti Spunti riflessioneriflessione

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I costiI costi

Una delle argomentazioni a favore della pena di morte si basa sul fatto che è meno costoso uccidere i colpevoli piuttosto che tenerli in carcere.

Uno studio realizzato nel 1982 nello stato di New York ha rilevato che in media il giudizio capitale e gli appelli di primo grado costerebbero ai contribuenti circa 1.8 milioni di dollari, due volte di più di quanto costi mantenere una persona in carcere a vita.  

Uno studio condotto in Florida nel 1988 sosteneva che i contribuenti pagano oltre 3.1 milioni di dollari per ogni esecuzione.

Spunti riflessioneSpunti riflessione

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Esigenza di giustiziaEsigenza di giustizia

I sostenitori della pena di morte partono dal presupposto che compito fondamentale dello Stato sia difendere ad ogni costo i singoli individui e la comunità, che chi rispetta la legge ha diritto ad una tutela maggiore rispetto a chi la disattende, che chi commette reati deve pagare, che esistono colpe per cui nessuna pena, tranne la morte, costituisca la giusta punizione.Sarebbe quindi un'esigenza di giustizia a sostenere le loro ragioni.In relazione alla pena di morte le teorie sulla funzione della pena si possono ricondurre a due filoni fondamentali: quello della retribuzione e quello della prevenzione. Per il primo la pena è un male che interviene come reazione morale e giuridica al male che è stato commesso con il reato, alla cui gravità è proporzionato, in modo da configurarsi come castigo morale e non come vendetta; per il secondo lo Stato non restituisce male con male, ma si limita a difendere la società dalla pericolosità degli autori dei reati, cercando attraverso la pena di impedire che soggetti socialmente pericolosi commettano altri reati.

Motivazioni Motivazioni propro

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Funzione deterrenteFunzione deterrente

I sostenitori della pena di morte assegnano ad essa una funzione deterrente, in quanto sono convinti che la durezza della pena sia sufficiente in molti casi ad evitare che il reato venga commesso: soltanto coloro che agiscono in preda a violenta passione non badano alla pena prevista dalla legge.In modo particolare la pena di morte svolgerebbe una funzione preventiva nei confronti di ondate di criminalità organizzata in grado di sconvolgere la vita sociale di uno Stato (gangsterismo, mafia, terrorismo ecc.).La pena di morte inoltre, soddisfacendo il risentimento delle vittime e dei loro parenti, eliminerebbe la tentazione di vendette private ed il manifestarsi di disordini sociali.L'eliminazione definitiva di un delinquente eviterebbe poi il ripetersi di altri reati da parte dello stesso che, pur condannato, potrebbe ritornare in libertà per condoni o altri meccanismi previsti dalla legge. Motivazioni proMotivazioni pro

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Interesse economicoInteresse economico

Certamente sul piano economico la pena di morte rappresenta un sistema di punizione molto meno gravoso di una lunga detenzione e dell'ergastolo, e quindi vantaggioso per la comunità.Il fatto che essa sia irreparabile e non si possa risarcire chi sia stato condannato ingiustamente non sarebbe una ragione sufficiente per sopprimerla: basterebbe applicarla solo nei casi in cui ci sia la matematica certezza della colpevolezza dell'imputato; tanto più che esiste un'ulteriore garanzia: il potere di ogni capo di stato di concedere la grazia in caso di dubbio, commutandola in ergastolo o altra pena detentiva.

Motivazioni proMotivazioni pro

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Motivazioni moraliMotivazioni morali

Coloro che si oppongono alla pena di morte si richiamano, soprattutto, a motivazioni morali. Pur non cessando di denunciare la crudeltà intrinseca di questo strumento (crudeltà tanto fisica che psicologica), essi pongono la loro enfasi sul fatto che nessun uomo, né come individuo né come rappresentante della comunità, abbia il diritto di togliere la vita ad un altro uomo, a prescindere dalla gravità delle colpe da quest'ultimo commesse. Secondo loro, inoltre, la pena di morte contravviene al principio secondo cui la finalità della pena non è data dalla vendetta o dalla semplice punizione del colpevole, ma dalla sua rieducazione e recupero sul piano umano e sociale.

Motivazioni controMotivazioni contro

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Funzione deterrenteFunzione deterrente

Il dibattito condotto dagli oppositori della pena di morte non si muove unicamente sul piano dell'etica. In relazione alla presunta funzione deterrente di cui parlano i sostenitori, essi replicano che è ridicolo pensare che un criminale consulti il codice per scegliere il crimine da commettere, e aggiungono che la pena di morte non rappresenta uno strumento efficace nemmeno contro la criminalità organizzata, che è stata sconfitta solo adottando mezzi diversi, in particolare colpendola nei suoi interessi economici. Certamente appaiono innegabili le tendenze alle recidive e alla vendetta privata, ma, secondo gli oppositori, il problema si deve porre in termini di educazione sociale, e la soluzione è data da una continua assistenza agli ex carcerati e da una capillare opera di educazione alla legalità.

Motivazioni controMotivazioni contro

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Errori giudiziari e Errori giudiziari e discriminazionediscriminazione

Oltre a motivazioni di carattere etico e morale, se ne aggiungono altre due ancora più significative. Innanzi tutto è sempre possibile l’eventualità di errori giudiziari, che avrebbero come esito l’uccisione di un innocente. In secondo luogo, molti studi testimoniano come la pena di morte si configuri, nella realtà di molti Paesi, come uno strumento di discriminazione sociale, poiché ad essere giustiziati sono, in larga maggioranza, criminali che appartengono alle classi sociali più deboli, membri delle minoranze razziali, individui con un basso livello di scolarizzazione, soggetti con una vita familiare allo sbando, persone con reddito molto basso, a volte oppositori politici.

Motivazioni controMotivazioni contro

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ESEMPI DI ALCUNI ESEMPI DI ALCUNI PAESIPAESILA SITUAZIONE:

nella ex-URSS

negli USA

in ITALIA

in IRAN

in CINA

in ARABIA SAUDITA

in SINGAPORETorna StrutturaTorna Struttura

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Ex-URSSEx-URSS

Tutte e 15 le repubbliche ex-sovietiche mantengono la pena capitale nei loro ordinamenti, sebbene l'applicazione vari: il numero dei reati capitali è stato ridotto in Bielorussia, Estonia, Lettonia, Lituania, Moldavia, Russia, Ucraina; l'Estonia la mantiene solo per reati commessi in tempo di guerra; nell'ottobre 1994 la pena di morte è stata abolita per le donne in Azerbaijan; in Ucraina tutte le informazioni relative sono coperte dal segreto di Stato.

In queste repubbliche la necessità di agire contro l'aumento della criminalità comune è la ragione principale addotta per il mantenimento della pena capitale.

PaesiPaesi

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USAUSAPur essendo uno degli stati più evoluti del mondo e avendo un teoricamente efficiente sistema legislativo, negli USA ci sono molte discriminazioni verso alcuni gruppi di persone.

MALATI DI MENTEMolte persone affette da ritardi o malattie mentali sono attualmente ospitate nei bracci della morte. In diversi stati la soglia di capacità mentale fissata al di sotto della quale non si può giustiziare una persona è estremamente bassa, e solo nove stati proibiscono l'inflizione di una condanna a morte quando l'imputato è mentalmente ritardato. La soglia di ritardo mentale è un QI di 70.NERIPiù del 40% dei condannati a morte negli USA sono neri, sebbene essi costituiscano soltanto il 12% della popolazione totale. Circa l'80% dei condannati a morte sono riconosciuti colpevoli di omicidi di bianchi, nonostante neri e bianchi siano vittime di omicidi in misura simile.

Inoltre, negli USA e in pochi altri stati (negli ultimi anni Nigeria, Pakistan, Iran, Iraq, Rwanda, Bangladesh, Barbados, Arabia Saudita) può essere condannato a morte e giustiziato anche chi era minorenne al momento del reato. In alcuni processi, la giovane età non è neppure introdotta nel dibattimento in quanto circostanza attenuante. Otto condannati minorenni su nove sono neri o ispanici; la maggioranza proviene da ambienti estremamente degradati e aveva subito violenze sessuali e fisiche da bambini, aveva un basso QI, soffriva di malattie mentali o aveva subito danni al cervello.

PaesiPaesi

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In Italia, tutti gli stati ad

eccezione della Toscana prevedevano la pena di morte, che

nel 1889 fu tuttavia abolita dall'ordinamento del

Regno d'Italia con il codice Zanardelli. Reintrodotta dal fascismo, fu definitivamente sostituita con un decreto legislativo del 1944, dopo la

caduta del fascismo, dall'ergastolo.

ITALIAITALIA

PaesiPaesi

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Dopo la rivoluzione khomeinista del 1979, in Iran è iniziato un processo di adeguamento religioso

delle leggi, comportante, tra l'altro, l'istituzione di tribunali islamici rivoluzionari e l'assunzione di misure arbitrarie, più volte denunciate a livello

internazionale: la legge religiosa è ora diventata la legge dello Stato.

La combinazione di scarsità di giudici qualificati e mancanza di una chiara struttura legale ha portato ad un sistema giuridico per lo più arbitrario, con sentenze del tutto

disparate e con scarse o nulle possibilità di correggere i molti errori che inevitabilmente risultano. Nei processi politici la persona riconosciuta colpevole

non ha nessuno diritto di appello contro la condanna, e i condannati a morte non possono chiedere né la grazia

né la commutazione della pena.

IRANIRAN

PaesiPaesi

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CINACINALa Cina è il paese dove si contano il maggior numero di condannati a

morte, anche se mancano statistiche ufficiali in materia. Vengono spesso

organizzate manifestazioni di massa per la lettura della sentenza di morte, e l'esecuzione viene compiuta subito dopo: i condannati vengono mostrati

al pubblico con la testa reclinata, le mani legate dietro la schiena ed un cartello con il nome

e l'indicazione dei crimini commessi legato al collo.

Vi è una violazione dei diritti fondamentali: molti trascorrono

il periodo che va dalla condanna a morte all'esecuzione ammanettati e coi ferri alle caviglie; inoltre

vengono quasi sempre espiantati gli organi del condannato,

senza chiedere il consenso alla famiglia.

PaesiPaesi

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ARABIA SAUDITAARABIA SAUDITAIn Arabia Saudita si viene giudicati in base alla

Shâria, la legge sacra;

nel mese sacro del Ramadan viene osservata una

tradizionale moratoria delle esecuzioni.

La pena di morte viene comminata per reati sessuali, di droga, sabotaggio, corruzione, stregoneria, produzione/distribuzione/assunzione di alcol.

Le esecuzioni hanno normalmente luogo al termine di

processi iniqui, nell'ambito dei quali mancano le più

elementari garanzie.

Gli imputati possono non essere rappresentati da avvocati difensori e le

confessioni, anche se ottenute mediante

tortura, sono accettate come prove valide dalle corti

e possono addirittura costituire l'unica prova

a fondamento della condanna a morte.

I metodi usati sono la decapitazione con una spada affilata per gli uomini e il plotone di esecuzione per le

donne; le donne sposate riconosciute colpevoli di

adulterio possono anche essere lapidate.

Le esecuzioni hanno luogo nei principali centri del Regno, di solito in

occasione delle preghiere del venerdì pomeriggio, in una piazza

davanti al palazzo del governatore provinciale; un medico è presente

ed ha il compito di certificare il decesso del condannato.

PaesiPaesi

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SINGAPORESINGAPORE

Vi è una nutrita serie di reati per i quali è prevista la pena

capitale, soprattutto legati al traffico di droga: per essi la condanna a morte è applicata in maniera obbligatoria, senza alcuna discrezionalità da parte dei tribunali. L'impiccagione è certa, a meno di

un assai improbabile provvedimento di clemenza del presidente.

PaesiPaesi

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BIBLIOGRAFIBIBLIOGRAFIAA

www.amnestyinternational.it

www.coalit.org

www.illaboratorio.net

www.tmcrew.org

www.volint.it

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I testiI testi

Spunti riflessioneSpunti riflessione

Quelli che vi presentiamo sono solo alcuni esempi riguardanti la pena di morte.

A nostro giudizio, essi hanno particolare importanza.

•Collettivo autonomo Malcolm

•I 10 no umanitari per abolire la pena di morte

•Cesare Beccaria - Dei delitti e delle pene

•Un pensiero di Maximilien Robespierre

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COLLETTIVO AUTONOMO MALCOLMLa pena di morte NON È il frutto di qualche mente insana e incontrollata.

La pena di morte NON È una macchia isolata sul candido vestito del Potere.

La pena di morte NON NASCE da un'ignoranza culturale dei valori del "garantismo", della "civiltà", della "democrazia".

La pena di morte NON È il residuo di qualche regime dittatoriale sopravvissuto al glorioso avvento del Paradiso Liberale.

La pena di morte è semplicemente uno strumento di repressione che il potere decide consapevolmente di adoperare, per EMARGINARE, PACIFICARE, ZITTIRE, RIDURRE AD UN AUTOMA obbediente chiunque sia potenzialmente in grado di far emergere anche una sola delle infinite contraddizioni di un sistema basato sullo sfruttamento.

È mistificatorio ridurre la diffusione della pena di morte a quegli Stati che la contemplano come esito processuale.

NEI CARCERI DI TUTTO IL MONDO muoiono ogni giorno migliaia di uomini e donne, i cui diritti umani (nonché politici e sociali) vengono sistematicamente schiacciati attraverso le TORTURE, le MANCATE CURE, l'ISOLAMENTO PSICOLOGICO, le LIMITAZIONI FISICHE.

QUESTO È IL VERO VOLTO DELLE DEMOKRAZIE MODERNE:

nate dall'emancipazione della borghesia francese nel XVIII secolo, hanno utilizzato 2 secoli di storia per affinare gli strumenti utili a garantire la conservazione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla natura.

La critica della pena di morte non può eludere una critica più radicale del sistema sociale capitalista.

LA REPRESSIONE NON SI EMENDA: SI ABBATTE !!!

-15 OTTOBRE 1998-

TestiTesti

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I 10 MOTIVI UMANITARI PER ABOLIRE LA PENA DI MORTE

1) La pena di morte non serve come deterrente per i crimini.

2) L'applicazione delle norme giuridiche è spesso soggetta a errori umani dolosi o involontari.

3) La pena di morte è un arma troppo potente in mano a governi sbagliati.

4) L'applicazione della pena di morte non incentiva la ricerca di sistemi preventivi.

5) Il diritto alla vita è un principio fondamentale su cui si basa la nostra società.

6) Lo stato si comporterebbe in modo criminale come il criminale stesso.

7) La pena di morte è discriminatoria

8) La pena di morte non ristabilisce alcun equilibrio.

9) Lo Stato è corresponsabile dei crimini commessi.

10) Pena di morte = risparmio ?

TestiTesti

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CESARE BECCARIA E LA PENA DI MORTE di Luca Lombardo

"La morte è veramente utile e giusta in un governo bene organizzato"? Questa, è la domanda, sulla quale vuole farci riflettere Cesare Beccaria nella sua opera "Dei delitti e delle pene", ed alla quale anche dopo tre secoli l'uomo moderno non riesce a rispondere. Deve valere la legge del taglione, per la quale vale il detto occhio per occhio, dente per dente, o bisogna ricordare il significato biblico del "Nessuno tocchi Caino"? E' ancora un problema scegliere l'utilità o l'inutilità del commettere un ennesimo omicidio come deterrente ai reati nel XXI secolo, a distanza di 300 anni dall'opera più considerevole sul tema "pena di morte"? Le opinioni come al solito sono varie e distinte; a chi pensa che la pena di morte sia un deterrente, si contrappone chi pensa che sia solo un mezzo inutile per arricchire il carnet di altri morti. Ma quale tra queste due tesi è quella più accettabile? Cesare Beccaria si è interrogato brillantemente su questo tema, arrivando a determinare che solo in alcuni casi è attuabile questa forma di castigo estremo. Il Beccaria si esprime dicendo che solo nel caso un cittadino rechi danno alla sicurezza della nazione, tale da generare una rivoluzione dannosa dello stato stesso, esso possa essere condannato con la morte; ma quando nello stato regna la tranquillità non esiste il motivo per il quale si debba negare la vita ad un cittadino. Questa considerazione, nell'arco dei secoli, ha subito delle alterazioni. Mentre, la pena di morte vene abolita nel granducato di Toscana e poi successivamente nell'Italia postunitaria anche grazie al saggio di Beccaria, l'analisi dell'illuminista fu stravolta dall'ideale fascista, che sostenne che egli non fu avversario della pena capitale, ma suo sostenitore. Nel codice penale redatto dal ministro Rocco nel periodo fascista si legge esplicitamente che la pena di morte è legittima, quando è necessaria per la difesa della società e dello Stato, come da beccariana memoria. Ma questo vuol davvero dire che chi commette un reato sia talmente dannoso da essere condannato con la morte? Si prenda l'esempio più grave di reato: l'omicidio. Davanti ad un tale affronto verso il diritto primo dell'uomo, la vita, non si può non rimanere attoniti, anche perché sui temi più forti e scottanti si può esprimere un parere critico, mentre su un reato lieve, quale uno scippo o altro è facile essere tolleranti. Naturalmente di primo acchito a chi rivolge un'offesa si vorrebbe rispondere a questa nello stesso modo, ma così utilizzeremmo la stessa carta di chi ha già ucciso. La pena capitale non è altro che l'istinto che prevarica sulla ragione. Ma così come l'eccessiva esasperazione dell'istinto e della rabbia non è un deterrente ai reati, la tolleranza completa ha lo stesso significato, non si può far sempre valere il principio evangelico del porgere l'altra guancia, perché così no si farebbe altro che sminuire la veemenza dell'offesa stessa. Allora qual è la soluzione? Bisognerebbe attuare una politica, non solo della tolleranza, ma anche una politica dell'informazione, mirata al rispetto reciproco. Bisogna, soprattutto, far capire ai giovani che la vita è un bene inestimabile, che nessuno, neanche dopo aver ricevuto un'offesa può violare. "Solo attraverso il dialogo e la collaborazione si può attuare la pace, la guerra e l'odio portano solo distruzione e ulteriore morte", così disse Yasseh Arafat in merito alla guerra palestinese, ma questa frase, equiparando la guerra alla pena di morte, può essere letta così: "La pena capitale porta solo altra morte, mentre solo con il dialogo e l'informazione si può sopprimere la violenza e i

reati contro il prossimo". TestiTesti

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…un pensiero di

MAXIMILIEN ROBESPIERRE

Se le leggi, invece di caratterizzarsi per un’efficace, calma, moderata severità, offrono il destro alla collera e alla vendetta, se fanno scorrere sangue che dovrebbero invece risparmiare e che comunque non hanno il diritto di spargere, se offrono allo sguardo del popolo scene crudeli e cadaveri straziati dalle torture, allora esse confondono nella mente dei cittadini il concetto del giusto e dell’ingiusto e fanno nascere in seno alla società feroci pregiudizi che a loro volta ne producono altri. L’uomo non è più per l’uomo una cosa così sacra; si ha un concetto meno alto della dignità umana quando la pubblica autorità si fa gioco della vita. L’idea dell’assassinio ispira molto meno orrore quando è la stessa legge a darne spettacolo ed esempio; l’orrore del crimine diminuisce poiché essa lo punisce con un altro crimine. State molto attenti a non confondere l’efficacia delle pene con l’eccesso di severità: l’una è assolutamente l’opposto dell’altra. Tutto è fecondo nelle leggi equilibrate, tutto cospira contro leggi crudeli.

"Discorso contro la pena di morte" 30 maggio 1791TestiTesti