Pellegrinaggio a fatima e santiago di compostela

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PELLEGRINAGGIO A FATIMA E SANTIAGO DI COMPOSTELA. All'aeroporto di Linate arriviamo nottetempo e ci apprestiamo a vivere sette giorni indimenticabili tra spiritualità e cultura. I partecipanti al pellegrinaggio parrocchiale Fatima-Santiago de Compostela (dal 12 al 18 ottobre), sono esattamente 44. Il gruppo più numeroso è di Loano, gli altri provengono da Imperia e Cogoleto. Tre i sacerdoti: don Luciano, don Fabio e don Fabrizio. Atterrati a Lisbona abbiamo incontrato Claudia, la graziosa ed esperta guida, che ci avrebbe accompagnato durante tutta la settimana. Portoghese di nascita ha studiato Italiano presso l’Università di Perugia, e già dai primi momenti abbiamo apprezzato la sua simpatia e bravura. Saliti in pullman, condotto dal professionale ed impeccabile Carlo, abbiamo percorso il centro per un primo approccio con la città, fermandoci dapprima in piazza Rossio (praça de don Pedro IV), il centro pulsante e nevralgico di Lisbona, per arrivare poi alla chiesa di S.Antonio da Padova (di Lisbona), ed alla Cattedrale patriarcale di Santa Maria Maggiore. Sono ormai le 12 e ci apprestiamo ad assistere, in una bellissima cappella laterale, alla Santa Messa officiata da don Luciano. La funzione è anche l’occasione per festeggiare il 50° anniversario di matrimonio di Franca e Nanni (Giovanni Battista). Pranziamo a Lisbona per poi ripartire alla volta di Óbidos, bellissima cittadina dalle case bianche con le finestre dipinte di ocra e blu, ricoperte di buganvillee, detta “la città delle Regine portoghesi”. Entriamo dalla porta di Santa Maria, e ci addentriamo attraverso le stradine tortuose, le case di calce bianca, i mercatini, sino alla Chiesa Madre. Il paese conserva le alte mura medioevali, tutte percorribili (da chi non soffre di vertigini….), ed i resti di un acquedotto romano. Istruiti dalla nostra ineffabile e preziosa Claudia non abbiamo potuto resistere ed abbiamo assaggiato la mitica ginja (liquore di ciliegie tipico del Portogallo) che qui viene servita in meravigliose tazzine di cioccolato, sistema perfetto dal punto di vista ecologico in quanto non c’è bisogno di lavare i contenitori………mangiabili.. idea geniale e deliziosa! Ripartiamo dopo la visita e verso sera arriviamo a Fatima. La città è invasa dai pellegrini provenienti da ogni dove. Appena fuori città sono sorte tendopoli estemporanee ed il numero di camper, roulottes e pullman è veramente notevole. Alla sera ci ritroviamo tutti nel grandioso piazzale prospicente la Basilica, vicino alla Cappella delle Apparizioni, che ospita la statua della Vergine Maria per il Rosario e la fiaccolata, in una

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PELLEGRINAGGIO A FATIMA E SANTIAGO DI COMPOSTELA.

All'aeroporto di Linate arriviamo nottetempo e ci apprestiamo a vivere sette giorni

indimenticabili tra spiritualità e cultura. I partecipanti al pellegrinaggio parrocchiale

Fatima-Santiago de Compostela (dal 12 al 18 ottobre), sono esattamente 44. Il gruppo

più numeroso è di Loano, gli altri provengono da Imperia e Cogoleto.

Tre i sacerdoti: don Luciano, don Fabio e don Fabrizio.

Atterrati a Lisbona abbiamo incontrato Claudia, la graziosa ed esperta

guida, che ci avrebbe accompagnato durante tutta la settimana.

Portoghese di nascita ha studiato Italiano presso l’Università di Perugia,

e già dai primi momenti abbiamo apprezzato la sua simpatia e bravura.

Saliti in pullman, condotto dal professionale ed impeccabile Carlo,

abbiamo percorso il centro per un primo approccio con la città,

fermandoci dapprima in piazza Rossio (praça de don Pedro IV), il centro

pulsante e nevralgico di Lisbona, per arrivare poi alla chiesa di S.Antonio da Padova (di

Lisbona), ed alla Cattedrale patriarcale di Santa Maria

Maggiore. Sono ormai le 12 e ci apprestiamo ad assistere, in una

bellissima cappella laterale, alla Santa Messa officiata da don

Luciano. La funzione è anche l’occasione per festeggiare il 50°

anniversario di matrimonio di Franca e Nanni (Giovanni Battista).

Pranziamo a Lisbona per poi ripartire alla volta di Óbidos,

bellissima cittadina dalle case bianche con le finestre dipinte di

ocra e blu, ricoperte di buganvillee, detta “la città delle Regine

portoghesi”. Entriamo dalla porta di Santa Maria, e ci

addentriamo attraverso le stradine tortuose, le case di calce

bianca, i mercatini, sino alla Chiesa Madre. Il paese conserva le

alte mura medioevali, tutte percorribili (da chi non soffre di

vertigini….), ed i resti di un acquedotto romano.

Istruiti dalla nostra ineffabile e preziosa Claudia non abbiamo

potuto resistere ed abbiamo assaggiato la mitica ginja (liquore

di ciliegie tipico del Portogallo) che qui viene servita in

meravigliose tazzine di cioccolato, sistema perfetto dal punto di

vista ecologico in quanto non c’è bisogno di lavare i

contenitori………mangiabili.. idea geniale e deliziosa!

Ripartiamo dopo la visita e verso sera arriviamo a Fatima.

La città è invasa dai pellegrini provenienti da ogni dove. Appena fuori città sono sorte

tendopoli estemporanee ed il numero di camper, roulottes e pullman è veramente

notevole.

Alla sera ci ritroviamo tutti nel grandioso piazzale

prospicente la Basilica, vicino alla Cappella delle

Apparizioni, che ospita la statua della Vergine

Maria per il Rosario e la fiaccolata, in una

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atmosfera di misticismo e toccante tenerezza e serenità.

La mattina del 13 Ottobre ci avviciniamo alla Cappella per partecipare alla S.Messa

Internazionale delle ore 10, presieduta dal Cardinal Bertone (in rappresentanza del

Papa), dal Cardinale di Lisbona e concelebrata da più di trecento Sacerdoti provenienti

da tutto il mondo.

Nel piazzale antistante la Basilica sono assiepate in

silenzio ed in preghiera circa 300.000 persone.

La Madonna è apparsa nel 1917 in un momento

difficile per l’umanità ha invitato tutti alla

preghiera: «Pregate, pregate molto e fate sacrifici,

molte anime vanno all’inferno perché non c’è chi prega e si sacrifica

per loro».

Fatima è un luogo di preghiera e di pace dove ancora oggi molte

persone cercano di accogliere e realizzare quello che la Madonna,

venendo dal cielo, ha chiesto. E’ impressionante constatare la

compostezza, il silenzio, la partecipazione di quella innumerevole folla

di tutti i colori e di tutte le provenienze uniti nella comune preghiera

alla Vergine. Indimenticabile…!!!!

Dopo la Messa,

accompagnata dal

canto e dallo

sventolio di centinaia

di migliaia di

fazzoletti bianchi, la

statua della Vergine

ritorna nella sua dimora, la Capela des Aparições con una breve processione.

Nel pomeriggio visitiamo il nuovo Santuario della SS. Trinità, che si trova

all’estremo opposto del grande piazzale della

Basilica. E’ una costruzione circolare

che può ospitare ben più di 9 mila persone, dove

tutto parla di eccezionalità e grandiosità, con un

edificio in cui si riconosce il

rispetto e la deferenza verso

il sito storico, entro una

logica dell’equilibrio e di modernità.

Lasciamo il santuario uscendo da una delle porte laterali e

salutiamo l’altissima Croce che campeggia nel sagrato antistante,

per recarci a conoscere, a pochi chilometri da Fatima, il villaggio

dove vivevano i pastorelli. Alla Casa di Lucia, Museo di Alujustrel,

ci ritroviamo nel luogo dove, nel 1916 era comparso l’Angelo per

preparare Lucia, Francesco e Giacinta alle successive apparizioni

della Vergine, avvenute nel 1917.

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Terminata la visita delle piccole e semplici abitazioni dei

pastorelli ci spostiamo a Valinhos, percorrendo parte della Via

Sacra, immersa nel verde di ulivi secolari, e raggiungiamo la

piccola costruzione che ricorda la quarta

apparizione della Madonna, avvenuta il 19

Agosto del 1917, e non il 13 del mese,

come era stato per tutte le apparizioni precedenti, in quanto i

tre veggenti in quei giorni erano stati imprigionati ed accusati

di falsità.

La Mattina successiva, lunedì, alle ore 8,00

assistiamo, presso la Cappelletta dell’Apparizione,

dove, durante la notte, era rientrata da Roma la

statua originale della Vergine dopo la solenne

funzione in San Pietro, alla S.Messa officiata da

Don Fabrizio e concelebrata da Don Luciano, Don

Fabio e altri Sacerdoti italiani

Terminata la Messa si parte alla volta di Batalha per visitare il Monastero di Santa

Maria della Vittoria, costruito nel

1386 dal primo Re del Portogallo, quale

ringraziamento per essere riuscito a

sconfiggere la odiata Castiglia nella

battaglia di Aljubarrota.

All’interno scopriamo un affascinante

esempio di gotico portoghese con imponenti e spoglie navate.

Visitiamo la Capela dos Fundadores con le sue splendide vetrate e le tombe del re

João I e della regina.

Molto particolare le cosidette

Capelas Imperfeitas ou

inacabadas, cappelle mai

terminate e molto decorate con

elementi dello stile manuelino e

gotico.

Lasciata Batalha ci spostiamo di pochi chilometri per conoscere più da vicino il

Monastero di Alcobaça, vicino al fiume Alcoa, splendido esempio di gotico primitivo,

fondato dai monaci

cistercensi durante il

medioevo. Grazie ai

cistercensi si creò una

fiorente scuola di

agricoltura che tuttora

permette a questa

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regione di essere la maggiore produttrice di frutta e verdura del Portogallo.

Nel transetto ammiriamo le tombe di D. Pedro I a sinistra e di fronte, a destra, la

tomba dell’amatissima moglie Inês de Castro. Il destino volle che

Pedro, essendo l’erede al trono, anche se innamorato di questa

Ines (dama di corte), dovesse sposare Costanza di Castiglia. Alla

morte di quest’ultima, Pedro si trasferì con Ines a Coimbra, ma

lei fu fatta uccidere dal padre di Pedro (Alfonso IV) e sepolta a

Coimbra. Ma l’amore non ha confini, così quando morì Alfonso il

figlio, divenuto re, prima fece strappare il cuore agli assassini di Ines (…vendetta,

tremenda vendetta…), poi la dichiarò sua moglie, ne fece esumare il cadavere e ne

dispose la sepoltura ad Alcobaça, obbligando la corte ad inginocchiarsi davanti alla sua

compagna e baciare la mano ormai decomposta. Le due tombe sono

poste una di fronte all’altra perché nel giorno del Giudizio al risveglio

possano vedersi subito. Altro che Giulietta e Romeo…… IL

Il chiostro del monastero è detto “Chiostro del Silenzio” ed è uno dei

più grandi di tutta l’Europa; le colonne che lo circondano sono decorate

con capitelli con motivi animali e vegetali.

Pochissimi chilometri ci separano da Nazaré dove arriviamo per il pranzo.

Il ristorante si trova sulla passeggiata a mare con

magnifica vista sull’oceano da un lato e verso la falesia e

la funicolare dall’altra.

Saliti sulla rocca c’e’ un

santuario dedicato alla

Madonna, ex voto di un

nobile cavaliere templare

salvato, secondo la leggenda, dalla Madonna durante

una caccia al cervo in una mattina nebbiosa, mentre

stava cadendo in mare.

In quel luogo, lungo la balconata che si affaccia sul precipizio vi

era una cappella e in una piccola grotta sotto la cappella ai tempi

gli abitanti avevano nascosto una statuetta della

"Madonna del Latte" per sottrarla ai mori.

Ora la grotta si raggiunge con una scaletta interna alla cappella.

E’ già sera quando arriviamo a Coimbra. Trascorsa la

notte partiamo alla scoperta di questa stupenda

città.

Saliamo nella parte Alta sede della storica

Università medioevale, una delle più

antiche d’Europa (1290), e ci

incuriosiamo nel vedere degli studenti vestiti con le classiche toghe nere.

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Restiamo incantati a guardare il panorama ed il fiume Mondego con il Ponte di Santa

Clara, poi ci lasciamo convincere da una

studentessa e posiamo per una

magnifica foto di gruppo, sullo sfondo

della prestigiosa biblioteca Juanina, una

delle più belle biblioteche del mondo,

con all'interno migliaia e migliaia tra

libri e documenti. Entriamo nella facoltà

di legge e scorgiamo la Capela di Sao

Miguel, che si trova all’interno

dell’università; visto che la porta si apre, cerchiamo di precipitarci all’interno, ma ci

bloccano causa matrimonio, “não pode entrar”. Pazienza.

Durante la discesa verso la parte Baixa della città, facciamo una sosta per visitare e

recitare una preghiera nella Cappella del Monastero di S.Teresa del Carmelo dove si

era ritirata in clausura la ex pastorella di Fatima suor Lucia.

Entrati nella città Bassa incontriamo la chiesa de Santa Cruz (conosciuta anche come

Monastero di Santa Cruz, in portoghese Mosteiro de Santa

Cruz), del XII secolo, è uno dei monumenti

più importanti di Coimbra, e non solo perché

vi sono custodite le salme dei primi due re del

Portogallo. La sua architettura ci lascia

perplessi: appare inizialmente semplice, e poi bella e ancora

dopo elegante, ed infine, man mano che la coscienza estetica

diventa ancora più consapevole di tale grazia stilistica,

grandiosa. L'armonia dei suoi elementi

architettonici è inconfutabile, la coerenza degli stili visibili anche

all'occhio profano. Lo stile è quello manuelino,

tipico del tardo gotico portoghese e rientra in

un periodo storico-artistico nato sotto il re Manuel. Da notare

l’originalità dell’organo in stile barocco, con le canne orizzontali.

Percorriamo la via pedonale, molto vivace e ricca di negozi, per

raggiungere il nostro pulmann e ripartire alla volta di Braga dove

arriviamo per l’ora di

pranzo, per cui

rimandiamo al primo pomeriggio la visita della

Cattedrale (Sé di Braga). E’ la Cattedrale più

antica del Portogallo ed è stata per secoli il

maggiore punto di riferimento religioso,

compendiato nel detto popolare “più vecchio

della Sé di Braga” per riferirsi a qualcosa di

molto antico. Le origini di questa cattedrale le

troviamo alla fine dell'anno 1000, quando fu

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iniziata la costruzione delle cappelle orientali. A causa di svariati interventi negli anni

1200-1300, la costruzione risente dei due stili più importanti: romanico prima, gotico

poi.

Costituita da tre navate, la cappella principale accoglie la statua di Nossa Senhora de

Braga; l'abside è in manuelino, mentre il coro è barocco ed è accompagnato da un

organo considerato vanto in tutto il Portogallo.

All'interno della Cattedrale è proibito fotografare ed i custodi sono molto antipatici…!

Sotto una finissima pioggerella risaliamo in pulmann e ci dirigiamo verso il Santuario

de Bom Jesùs del Monte. La nebbia riduce la possibilità

di apprezzare la monumentale scalinata barocca e la

storica Funicolare ad acqua che dalla base permette di

arrivare alla Chiesa, costruita all’inizio del ‘700 in stile

neoclassico. Ha quattro cappelle laterali e il "Bom

Jesús", a cui è dedicato il tempio, si trova in una di

queste piccole cappelle

e non nell'altare maggiore. L'interno è maestoso, di

un'altezza impressionante e ricoperto da

affreschi; sopra l'altare maggiore vi è una cupola

circolare con diverse finestre che lasciano passare

la luce naturale. A causa della pioggia insistente non

ci siamo fermati a lungo ed abbiamo ripreso il viaggio

alla volta di Santiago de Compostela.

La mattina successiva abbiamo conosciuto Giuseppina, la guida spagnola, anzi galiziana,

che ci avrebbe accompagnato durante la visita del paese e della Cattedrale. La pioggia

diviene meno insistente, ma siamo tutti preparati con

ombrelli ed impermeabili…non si sa mai. La prima cosa

che salta agli occhi è la presenza di spessi strati di

muschio, capelvenere e vegetazione varia su tutti i tetti

e le pareti dei palazzi. Non per niente a Compostela la

pioggia è presente almeno trecento giorni nell'arco

dell'anno!!!

Siamo arrivati nella piazza, davanti alla Cattedrale di San Giacomo, e racchiusa ai lati

da palazzi d'epoca (splendido il Pazo de Roxai sulla

destra). Storicamente

Santiago de Compostela

deve la sua origine proprio

alle spoglie di San Giacomo,

apostolo e martire

cristiano, che si narra

sarebbero custodite nella

Cattedrale a lui dedicata. Giacomo fu martirizzato nella Gerusalemme del 44 d.C., ma

la leggenda vuole che egli abbia predicato in Spagna per tutta la sua vita; fu così che,

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dopo la sua morte, le sue spoglie vennero riportate in Spagna da parte di due suoi

discepoli.

Entriamo nella Cattedrale dalla porta laterale e ci dirigiamo verso

l’altare maggiore che appare di fattura decisamente barocca in

evidente contrasto con l’insieme romanico delle

navate. Visitiamo la cripta con la tomba di S. Giacomo,

sotto l’altare Maggiore e ci apprestiamo a partecipare

alla Messa del Pellegrino delle ore 12, concelebrata dai nostri

Sacerdoti. Durante la cerimonia vengono ricordati i nomi di tutti i

pellegrini arrivati nella giornata, noi compresi, citati come

Parrocchia di S.Pio X da Loano. Al termine, prima della benedizione,

assistiamo al famoso e coreografico “botafumeiro”.

Video: http://www.youtube.com/watch?v=CxvT2FDdST0&feature=youtu.be

Nel primo pomeriggio riprendiamo il cammino, nuovamente in compagnia della nostra

impareggiabile Claudia (niente di personale nei confronti della galiziana, ma Claudia è

tutto un'altra cosa….hi), verso la città di Porto dove arriviamo per il pernottamento.

La mattina passiamo accanto alla Chiesa dos Clèrigos, costruita nel 700 in pieno stile

barocco, dall’italiano Nicola

Nasoni, affiancata dalla

imponente torre dos

Clérigos. Ci fermiamo sulla

piazza della Cattedrale (Sé)

di Porto, da cui si gode uno

stupendo panorama su tutta

la città e sul fiume Douro. Da qui proseguiamo verso il municipio e, lungo la strada,

oltrepassiamo la stazione dei

treni di São Bento, dove ci

fermiamo ad ammirare gli

splendidi azulejos di

ceramica raffiguranti la

storia di Porto.

Proseguiamo a piedi verso la piazza più importante

della città, piazza della Libertade, costeggiata

dall'Avenida dos Aliados che porta alla bellissima

Camara Municipal (Municipio). La piazza è dominata da

una statua equestre di re Pietro IV.

Dopo una breve sosta di

ristoro, ci muoviamo alla volta

del famoso quartiere Ribeira lungo il fiume Douro. Il colpo

d’occhio è davvero incantevole. Lungo la

riva del fiume sono visibili numerose tipiche

imbarcazioni per il trasporto delle botti di vino, mentre più avanti

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svetta il ponte Don Luis I con la sua struttura in ferro

realizzato su progetto

di Gustave Eiffel.

Sul lungofiume vi sono

numerose bancarelle

con prodotti tipici, e le

nostre “compratrici

seriali” proprio non

riescono a resistere ……sorde al richiamo

dell’”ufficiale pagatore”…… !!!!!

Nel frattempo si “è fatta una certa”, per cui, dopo esserci rifocillati, partiamo alla

volta di Lisbona, dove arriviamo verso sera.

La mattina successiva iniziamo dal Parco di Edoardo VII, da cui

si gode un incantevole panorama sulla

città ed il fiume Tago. Scattata la

inevitabile foto di gruppo, dopo

qualche piccola…”divergenza” con una

venditrice di foulard, risaliamo in pulmann alla volta del

quartiere di Belém.

Prima tappa il Monasteiro dos Jerònimos costruito in stile manuelino per celebrare il

ritorno di Vasco de Gama, che

aveva scoperto la rotta per

l'India. Il monastero Jerònimos

esalta lo spirito marinaro dei

portoghesi: la decorazione

merlettata, infatti, è piena di

simboli marinareschi. Vi sono ovunque conchiglie, alghe, ancore, catene, funi, enormi

reti da pesca…Come ogni costruzione di origine o ispirazione marinara che si rispetti,

anche questa porta con sé la sua leggenda. Sembra, infatti, che il monastero

Jeronimos fu costruito nello stesso luogo dove, in origine, sorgeva una piccola chiesa

in cui Vasco da Gama si raccolse in preghiera prima di partire alla scoperta della via

per le Indie, guidato dal profumo delle spezie indiane, come il pepe, la noce moscata, la

cannella, di cui i portoghesi volevano accaparrarsi il commercio senza intermediari.

Noi invece guidati dal profumo del tipico “pastel di Belem”,

finita la doverosa visita al monastero,

ci siamo avvicinati alla storica

pasticceria Pastéis de Belém. Nata nel

1837, è famosa non sono solo per le

tipiche paste ma anche l'ambiente

ampio, le numerose sale e i piccoli

corridoi interni. Un'atmosfera magica che riporta ad altri

tempi grazie al tipico stile lisbonese, con colori e decorazioni azzurre.

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Tappa successiva la Torre di Belém (ovvero Betlemme in

portoghese). All'epoca della sua creazione la Torre sorgeva in

mezzo al Tago; poi il progressivo insabbiamento, specie dopo il

terremoto del 1755, la

avvicinò alla terraferma. E’

attorniata da ampi giardini

lungo il fiume Tago. Ci

portiamo verso il centro e

veniamo colpiti dalla

maestosità del Padrao do Doscombrimentos, il

monumento a forma di prua di nave che celebra le

grandi scoperte per mare.

Pranziamo nel centro storico, la Baixa, a pochi passi dalla piazza Rossio. Nel

primissimo pomeriggio ci spostiamo verso il Bairro Alto, il

quartiere della città alta, una delle poche zone

sopravvissute pressoché indenni al disastroso terremoto

del 1755, dove raggiungiamo la chiesa di San Rocco (Igreja

de São Roque).

La facciata di questa chiesa gesuita di fine ‘500, non

particolarmente bella anzi piuttosto insignificante,

nasconde un interno magnifico con alcune pregevoli cappelle zeppe di ori , azulejos e

marmo.

Particolare la storia della Cappella di San Giovanni Battista che si trova a sinistra

dell’altare. A metà del XVIII secolo fu

progettata e costruita a Roma su ordine del Re,

Dom João V.

Vennero selezionati ed utilizzati tutti i materiale

più esclusivi e costosi reperibili all'epoca come

alabastro, agata, lapislazzulo e marmo di

Carrara. Dopo essere stata ultimata venne

consacrata da papa Benedetto XIV e quindi

venne interamente smontata e trasportata a

Lisbona via mare, con i costi, a dir poco spaventosi, che un’operazione del genere

veniva a costare all’epoca. Ultimamente è stata completamente restaurata e siamo

rimasti affascinati dal suo splendore.

Terminata la visita ci spostiamo,

passando accanto alla stazione

terminale della funicolare, verso

quella che fu la più imponente

chiesa gotica di Lisbona: la Chiesa

del Carmo, distrutta dal terribile terremoto del 1755.

Rimase in piedi solo quello che si vede oggi, con le tre

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ampie navate ormai senza copertura, che lasciano guardare il cielo attraverso gli archi

sospesi.

Siamo al termine del nostro

pellegrinaggio, quindi ci

rechiamo alla Chiesa Italiana

della Madonna di Loreto dove

partecipiamo alla Messa di

ringraziamento celebrata da

don Luciano, don Fabrizio e don Fabio.

All’aeroporto ci congediamo dalla carissima Claudia con baci, abbracci e qualche

lacrimuccia…nell’attesa di risalire sul volo per Linate.

Questo pellegrinaggio è stata una esperienza appagante sia da un punto di vista

religioso-mistico, che dal punto di vista della creazione di un forte sentimento

comunitario tra i partecipanti.

Un affettuoso abbraccio a tutti e grazie per la disponibilità e la simpatia.

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