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Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
- 1 -
IN
TRO
DU
ZION
E
La com
plessità di un sistema com
e quello sanitario può creare condizioni favorenti la variabilità, i difetti di congruità, di continuità e la scarsa
integrazione nella cura, tutte condizioni che facilitano la possibilità di errore. In tale quadro i metodi tradizionali di valutazione ed analisi per ―funzioni‖,
che, nel mondo sanitario, corrisponde per lo più ad un’analisi per ―struttura‖ (U
O/U
F) alla quale si attribuisce la responsabilità clinica ed organizzativa
dello specifico mom
ento clinico appare non più adeguato.
Si è cercato, quindi di identificare uno strumento m
etodologicamente standardizzato che m
igliori l’operatività di tutte le strutture tenendo conto della
complessità ed interattività dei processi, definendo:
► gli obiettivi singoli e quelli com
uni,
► i ruoli di ciascuno
► i tem
pi di intervento
► gli am
biti di intervento e i compiti degli operatori
Lo strumento che attualm
ente appare più idoneo a rispondere a tali esigenza è il "Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale― (PDTA).
Il termine "percorso‖ fa riferim
ento:
► sia all’iter del paziente dal prim
o contatto con il mondo sanitario alla diagnosi e terapia,
► sia all’iter organizzativo che si realizza nella realtà aziendale dal m
omento della presa in carico del paziente,
i termini "diagnostico", "terapeutico" e "assistenziale" vogliono com
plessivamente indicare:
► la presa in carico totale - dalla prevenzione alla riabilitazione - della persona che ha un problem
a di salute
► gli interventi m
ulti professionali e multidisciplinari rivolti in diversi am
biti come quello psico-fisico, sociale e delle eventuali disabilità.
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
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Il PDTA rappresenta uno strum
ento tecnico-gestionale, il cui standard è sempre in progressione, che si propone com
e obiettivo primario di garantire:
► la riproducibilità delle azioni,
► l’uniform
ità delle prestazioni erogate
► la riduzione dell’evento straordinario.
► lo scam
bio di informazioni e la com
prensione dei ruoli,e nel contempo consente:
► un costante adattam
ento alla realtà specifica,
► una costante verifica degli aggiornam
enti e dei miglioram
enti.
La stesura di un PDTA, pur contestualizzato ad ogni singola realtà, deve rispondere a requisiti ben definiti per perm
ettere un confronto oggettivo tra
Aziende, tra Presidi, tra strutture operative che trattano la stessa patologia. I PDTA sono quindi m
odelli locali che, sulla base delle linee guida ed in
relazione alle risorse disponibili, consentono un'analisi degli scostamenti tra la situazione attesa e quella osservata in funzione del m
iglioramento.
In questa ottica il PDTA costituisce uno strum
ento che permette all'azienda sanitaria di delineare, rispetto ad una patologia o un problem
a clinico, il
miglior percorso praticabile all'interno della propria organizzazione e rappresenta, in sostanza, la contestualizzazione di Linee G
uida, relative ad una
patologia o problematica clinica, nella specifica realtà organizzativa di un'azienda sanitaria.
Sono quindi riferimento obbligatorio per un PD
TA le linee guida, intese come "raccom
andazioni di comportam
ento clinico, elaborate mediante un
processo sistematico, con lo scopo di assistere m
edici e pazienti nel decidere quali siano le modalità assistenziali più appropriate in specifiche
situazioni cliniche* ‖ alle quali si fa riferimento per la valutazione della bontà e dell'efficacia di ogni prestazione.
* (Institute of Medicine. G
uidelines for Clinical Practice.From
Development to U
se. Washington D
C: National Academy Press, 1992),
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
- 3 -
IN
DIC
E Introduzione .................................................................................................................................................................................................................... 1
1 . Oggetto ...................................................................................................................................................................................................................... 4
2. Scopo ......................................................................................................................................................................................................................... 5
3. Descrizione ed am
bito di applicazione ........................................................................................................................................................................ 6
4. Definizioni ................................................................................................................................................................................................................... 8
5. Fonti normative, inform
ative, di indirizzo; Bibliografia ................................................................................................................................................ 10
6. Matrice delle R
esponsabilità ..................................................................................................................................................................................... 21
7. Modalità operative ed analisi del processo ................................................................................................................................................................ 23
7.1 Scheda raccolta informazioni .............................................................................................................................................................................. 24
7.2 Scheda analisi FME
A ........................................................................................................................................................................................ 54
7.3 Classificazione m
odi di errori ............................................................................................................................................................................. 56
8. Aree di miglioram
ento e responsabilità di gestione .................................................................................................................................................. 57
9. Indicatori ................................................................................................................................................................................................................... 58
10. Gestione docum
ento ............................................................................................................................................................................................... 58
11. Allegati .................................................................................................................................................................................................................... 59
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
- 4 -
1. OG
GE
TTO
Il percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (PDTA) costituisce lo strum
ento finalizzato all’implem
entazione delle Linee Guida (LG
) e risulta dall’integrazione di due com
ponenti: le raccomandazioni cliniche della LG
di riferimento e gli elem
enti di contesto locale in grado di condizionarne l’applicazione (1).
Nel presente docum
ento vengono definite le caratteristiche minim
e di qualità (standard predefiniti) da soddisfare nella realizzazione del PDTA per le
Emergenze endoscopiche‖. In particolare, da un punto di vista generale, devono essere realizzate le seguenti attività:
1. vengono individuate le principali fonti norm
ative di riferimento e le m
igliori evidenze scientifiche derivanti dalla revisione della letteratura; 2.
viene tracciata una completa m
appatura, articolata in stepsuccessivi e cronologici, delle principali fasi del processo; 3.
viene effettuata una ricostruzione logico-sequenziale delle attività da svolgere, rappresentata graficamente attraverso il diagram
ma di flusso;
4. per ciascuna fase del processo, discussa e condivisa, viene individuato un responsabile e i relativi fattori di qualità da soddisfare;
Vengono, quindi, fornite indicazioni generali, da coniugare in ciascuna realtà organizzativa locale al fine di garantire il corretto svolgimento del
percorso individuato: (1) 1.
per le fasi più complesse e critiche possono essere predisposti Percorsi e/o Raccom
andazioni Operative necessarie a garantirne il corretto
svolgimento;
2. deve essere reso accessibile a tutti gli operatori coinvolti nel processo il repertorio di linee guida, raccom
andazioni operative, percorsi interni aggiornati(per efficacia preventiva, frequenza, risorse im
pegnate) per lavorare in modo appropriato;
3. nell’am
bito delle attività analizzate vengono individuati i punti ritenuti “critici” e gli strumenti per m
onitorarli (indicatori); 4.
nell’ottica dell’assicurazione di qualità devono essere definiti gli indicatori di qualità del processo con relativi livelli soglia di accettabilità; 5.
in ogni realtà organizzativa sarà, quindi, vantaggioso applicare una tecnica di analisi proattiva, previsionale e sistematica (FM
EA ―FailureModes
and Effects Analysis‖) per identificare e prevenire i problemi sul processo prim
a che essi insorgano, garantendo così sicurezza ed affidabilità;
6. dovranno, infine essere definite le m
odalità e le responsabilità per la diffusione, l’applicazione e l’aggiornamento delle procedure di struttura
relative alla gestione del PDTA.
(1) In ciascuna realtà assistenziale possono esistere ostacoli di varia natura (strutturali, tecnologici, organizzativi, professionali, socio-culturali, geografico-am
bientali, norm
ativi) che impediscono l’applicazione di una o più raccom
andazioni delle LG e che, pertanto, richiedono un adattam
ento della LG. I professionisti, previa
analisi del contesto locale e identificazione degli ostacoli, devono verificare con la direzione aziendale la possibilità di rimuovere gli ostacoli o se questo non è
possibile, modificare la specifica raccom
andazione nel PDTA, facendo in m
odo di soddisfare per altra via la raccomandazione espressa dalla LG
.
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
- 5 -
2.SC
OP
O
Il PDTA per le em
ergenze endoscopiche mira a garantire:
1. il M
iglioramento del processoassistenziale attraverso l’analisi, la diagnosi delle criticità, dei punti di forza e di debolezza, l’identificazione
precoce delle situazioni a rischio e l’individuazione delle possibili aree di miglioram
ento;
2. l’esecuzione del processo assistenziale basata su norm
e giuridiche/norme tecniche/linee guida ufficiali/di società scientifiche;
3. adeguatediagnosi, terapia e prevenzione delle com
plicanze delle emergenze endoscopiche assicurando sem
pre la sicurezza del Paziente, la sua centralità, la continuità assistenziale, la riduzione degli interventi inappropriati;
4. la sicurezza delle pratiche di lavoro ela prevenzione dei rischi derivanti da com
portamenti non conform
i a standard condivisi, soprattutto di
tipo professionale e organizzativo;
5. la presenza di percorsi assistenziali scritti, basatisulle prove di efficacia(EVIDENZE) condivisi da tutti gli operatori sanitari coinvolti;
6. larintracciabilità e verificabilità di tutte le azioni assistenziali e terapeutiche intraprese attraverso una corretta gestione della docum
entazione
clinica
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
- 6 -
3.DE
SC
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Processo: “PER
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E.‖
Input: “Accesso Paziente conU
rgenza endoscopica (emorragia digestiva, ingestione di caustici, ingestione di corpi estranei, ER
CP)
Output:
“ Dim
issione del PazienteconUrgenza endoscopica
Descrizione fasi:
1. APPR
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7. ESEC
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8. M
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O (stratificazione per intensità di cura) ED
ASSEGN
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10. MO
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– ASSISTENZIA
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12. RELAZIO
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Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
7
Campo di applicazione:
la politica della qualità è una scelta ed un modo di gestione che poggia sulla responsabilizzazione e sul coinvolgim
ento di tutto il personale sanitario
con lo scopo di migliorare in m
aniera continua l’organizzazione, i processi del lavoro ed i risultati. Le modalità operative previste dalla presente
procedura vengono quindi applicate da tutti gli operatori coinvolti nella gestione del Paziente con Em
ergenza Endoscopica
4.DE
FINIZIO
NI
Em
orragia Digestiva Superiore (EDS): perdita di sangue dal tratto digestivo superiore, intendendo per tale quello prossim
ale rispetto al legam
ento di Treitz (terza porzione duodenale-digiuno prossimale) che clinicam
ente può manifestarsi con:
Ematem
esi: vomito di sangue rosso o caffeano
Melena: em
issione di feci picee ( a‖ gelatina di more‖ )
Ematochezia: em
issione di sangue rosso vivo e/o scuro dal retto, framm
isto a feci: può verificarsi solo in caso di sanguinamenti rilevanti
(>500-1000ml) con rapido tem
po di transito (< 8 h)
Em
orragie Digestivainferiore (EDI ) definita storicamente com
e un sanguinamento che origina distalm
ente rispetto al legamento di Treitz;
poiché le emorragie provenienti dal piccolo intestino differiscono da quelle coliche dal punto di vista della presentazione, della gestione e degli
outcomes, prenderem
o in esame esclusivam
ente i sanguinamenti che originano dal colon-retto e con caratteristiche di acuzie, clinicam
ente può
manifestarsi con:
Ematochezia: em
issione di sangue rosso vivo e/o scuro dal retto, framm
isto a feci, se massivo (sanguinam
ento rilevante >500-1000ml con
rapido tempo di transito < 8 h), e/o associato a instabilità em
odinamica può riferirsi a ED
S: in tali condizioni può essere di aiuto la
introduzione di SNG
(Se positivo conferma la genesi superiore, diversam
ente non la esclude). Rettorragia: em
issione si sangue rosso vivo da retto non framm
isto a feci, in genere indicativo di sanguinamentodistale, basso.
Melena: em
issione di feci picee , raro ma possibile per sanguinam
enti prossimali, (ceco) con transito intestinale rallentato
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8
Tem
po zero:il mom
ento in cui il Pz. che configura una possibile Emergenza endoscopica è sottoposto alla prim
a valutazioneè considerato il
“ tempo zero”
Sanguinam
entoclinicamente rilevante: qualunque sanguinam
ento che richiede 2 o più unità di sangue in 24 ore dal tempo zero.
Instabilità em
odinamica: Shock index > 1: rapporto Frequenza cardiaca/Pressione arteriosa: (se >1 il paziente è in instabilità em
odinamica)
Aspetti che influenzano la severità del quadro:
A) Durata del sanguinamento acuto
Dal tem
po zero alle prime di 24 ore può esserci evidenza di sanguinam
ento attivo (instabilità emodinam
ica, ripresa dell’ematem
esi, instabilità
dell’emocrom
o: la melena da sola non è indice di sanguinam
ento attivo se c’è stabilità dell’emocrom
o)
B) Mancato controllo del sanguinam
ento entro 6 ore (1 dei seguenti criteri) necessità di trasfondere 4 unità di sangue
impossibilità ad ottenere un increm
ento stabile della pressione sistolica di 20mm
Hg
impossibilità ad ottenere una riduzione della frequenza cardiaca di alm
eno 10b/min o a livelli <100b/m
in
C) Fallimento del trattam
ento dopo 6 ore nuova em
atemesio m
elena o ematochezia o rettorragia associata a:
riduzione della PA di 20m
mH
g
aumento della frequenza cardiaca di 20 b/m
in., in due misurazioni consecutive a distanza di un’ ora
trasfusione di 2 o più unità di sangue per mantenere l’ H
t=27 o Hb= 7-9 gr%
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
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9
D
) Recidiva di sanguinamento
Em
atemesi≥ 2 ore dopo l’inizio di uno specifico trattam
ento farmacologico o endoscopico
R
iduzione di 3 g/L del livello di Hb (riduzione di circa 9%
dell’ematocrito),
decesso,
adjuste- blood- requirement -index (ABR
I) ≥ 0.75 (ABRI= unità di em
azie/[Ht finale- H
t iniziale + 0.01]).
La recidiva di sanguinam
ento, se precoce, è difficilmente distinguibile dal m
ancato arresto del sanguinamento stesso.
in caso di varici esofago-gastriche se occorre entro cinque giorni dall’inizio del trattam
ento rientra nel failure of bleeding control (Baveno IV-V-VI).
Nota:l’esecuzione di indagini endoscopiche in urgenza è sicuramente una delle condizioni di m
aggiore complessità a causa di:
condizioni cliniche del Paziente spesso m
olto gravi (emodinam
iche, respiratorie, co-patologie)
mancata o ridotta preparazione dei visceri ( sangue, ingesti , feci)
finalità dell’esame: di regola terapeutica, non solo diagnostica
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
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10
5.FO
NTI N
OR
MATIVE, IN
FOR
MATIVE, D
I IND
IRIZZO
5.1 Fonti normative generali
Norm
ativa nazionale -
Decreto Legislativo 19 giugno 1999, n. 229: "Norm
e per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell'articolo 1 della
legge 30/11/1998, n. 419"
- PSN 2011-2013 che prevede la costituzione di reti assistenziali.
- D.M
n° 70 del 2 aprile 2015 ―Regolam
ento per la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’
Assistenza Ospedaliera‖.
- DPCM
12 gennaio 2017 : ―Definizione e aggiornam
ento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all'articolo 1, comm
a 7, del decreto
legislativo 30 dicembre 1992, n. 502. (17A02015) G
.U. Serie G
enerale , n. 65 del 18 marzo 2017)
Norm
ativa regionale -
D.A. n 629 del 31 marzo 2017, e s.m
.i. ―Riorganizzazione della rete ospedaliera ai sensi del D
.M. 2 aprile2015, n. 70‖
- D.A.n 22 del 11 G
ennaio 2019: ―Adeguamento della rete ospedaliera al D
.M. 2 aprile 2015, n. 70‖.Suppl. ord. n. 1 alla G
UR
S (p. I) n. 6
dell’8-2-2019 (n. 9) -
5.2 Docum
enti di supporto e riferimento interni
- Procedure G
estione del rischio clinico Aziendali e di Presidio
- M
anuale del Sistema di gestione Q
ualità Aziendale e di Presidio
- M
anuale del Sistema di G
estione della Qualità della S
truttura
- Percorsi O
perativigenerati o correlati
- L. G
.trasfusioni
- L.G
. Correzione ipovolem
ia / equilibrio acido-base
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
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11
- Linee guida N
azionali e Internazionali (bibliografia)
- Linee guida R
egione Sicilia
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
12
5.2 Fonti ed indirizzi tecnico-scientifici (BIB
LIOG
RA
FIA)
5.2a Emorragie digestive superiori
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Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
13
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ecomm
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ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
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ulticenter prospectivestudy‖, Gut 2017; 356: i6432.
34) J.J. Sung, et ―Asia-Pacific working group on non-variceal upper gastrointestinal bleeding: an update 2018‖ al;G
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21
6:.M
ATRIC
E DELLE R
ESPON
SABILITÀ
Responsabile del PD
TA: ……
……
……
……
……
……
…
Attività / Attori M
DEU
/PS
A
M
AS
IC
D
ir.UO
M
T Equipe
MS
IR
I
MG
/I C
HE
O
SA
Attivazione del percorso R
R
R
Accoglienza e m
onitoraggio parametri vitali
I
R
Prima visita
R
R
I
Stabilizzazione em
odinamica
R
I
R
C
Attivazione equipe multidisciplinare
R
I
I
R
C
I
I
Presa in carico e valutazione del pz
R
C
Trasferimento del paziente nel setting appropriato
C
C
R
C
Accoglienza del pz presso il setting di ricovero
R
R
Valutazione m
edica
R
Accertam
ento infermieristico
R
Gestione del paziente pre-endoscopia
C
R
C
C
C
C
D
efinizione del timing endoscopico
I
R
Trasporto del paziente polo endoscopico o B.O
.
P
C
/R
E/R
Esecuzione endoscopia e valutazione post-esam
e
I
I R
I
I I
Indirizzo al settingassistenziale più appropriato
I
I R
I
M
onitoraggio e assistenza medica
C
I
R
C
I I
I C
C
Assistenza infermieristica
I
I
R
C
Briefing
R
I
I/C
I
I I
G
estione dimissioni
R
C
R
LEGEN
DA
Ruoli: M
DEU
: Medico D
EU / P
S; MAS: M
edico altra struttura;IC: Inferm
iere coordinatore;Dir.U
O: R
esp. U.O
; MT M
edico Tutor; Equipe:Equipemultidisciplinare;
MS: M
edico Setting; ,MG
Medico U
O G
astroenterologia /Chirurgo endoscopista; IR
Infermiere R
eferente; I: Infermiere, O
SA: Op.socio-assistenziale;
A: anestesista. Responsabilità:
E = esegue;R
= responsabile; I = è informato; C
= collabora; P = esprime parere
Nell’am
bito della rete, Il 118 interviene inizialmente per il trasporto del paziente con urgenza endoscopica dal proprio dom
icilio presso il centro hub-spoke più vicino; in caso di necessità il trasferim
ento da un centro spoke a un centro hub avviene con ambulanza del centro spoke o, in subordine, con
trasporto fornito dal 118 con tipologia di mezzo (M
SA, MSI, M
SB) adeguato alle necessità cliniche del paziente.
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
22
NO
TE:
IC= coordinatore nelle ore diurne e inferm
iere del triage in sua assenza
MT dirigente U
O gastro e/o M
edicina Interna
MD
EU = m
edico del 118
PS: Medico di pronto soccorso
MS
=: medico setting: dirigente m
edico che ha in carico il paziente nel preciso mom
ento del percorso (DE
U, D
EA
, Dirigente m
edicina /gastroenterologia, chirurgia, anestesista , etc)
IR=inferm
iere di reparto I=inferm
iere di PS
MG
/I: in assenza del gastroenterologo il medico di riferim
ento e’ l’internista EQ
UIP
E: gastroenterologo/internista/chirurgo endoscopista, anestesista, chirurgo, radiologo/radiologo interventista.
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
23
7.Modalità operative
Il miglioram
ento dei processi rappresenta un mom
ento essenziale per un funzionamento più efficace ed efficiente del Sistem
a. Quale prem
essa per il m
iglioramento dei processi è la loro conoscenza. A tal fine si riportano di seguito gli strum
enti per rappresentare (mappare) il funzionam
ento del processo, passo fondam
entale e precondizione per poterlo esaminare in m
odo critico e al fine di pervenire alla definizione delle linee di intervento sul processo: 1. Flow
-chart specifiche relative ai ―Percorsi per tutte le emergenze endoscopiche.‖Lo scopo è quello di illustrare ― la collocazione di specifiche attività
e la sequenza con la quale risorse umane/m
ateriali/strumentali, vengono im
piegate nel processo‖. Il diagramm
a di flusso o flow chart è una
rappresentazione visiva, grafica che dà risalto, innanzi tutto, alle esigenze logico-temporali tra le attività del processo e alle m
odalità attraverso cui è svolto il lavoro. Il diagram
ma di flusso ricostruisce le attività, i docum
enti e altri elaborati prodotti collegandoli a specifici soggetti che sono responsabili di quella fase, di una specifica area di attività, di una singola operazione. L’obiettivo è quello di aiutare utenti interni ed esterni a com
prendere la sequenzialità dei processi ma soprattutto di associare attività, fasi o azioni a specifiche responsabilità organizzative;
2. Scheda raccolta informazioni, l’obiettivo è di raccogliere inform
azioni relative: A) al processo nella sua generalità (attività, input/output); B
) a specifiche condizioni organizzative, quali la strum
entazione impiegata nello svolgim
ento delle attività, criticità organizzative e logistiche che possono lim
itarne o ostacolare l’efficacia e l’efficienza dell’iter del processo. Questa scheda è com
plementare alla scheda di analisi attività/attori e
permette di raccogliere le altre inform
azioni necessarie alla descrizione completa del processo. In ogni riga si associa una descrizione
dell’attività, strumentazione, docum
enti di supporto e riferimento (IN
TERN
I: protocolli e/o Istruzioni operative,..ecc; ESTERN
I: Linee Guida
società scientifiche, ecc; CO
GEN
TI: Leggi e/o Delibere…
; SUPPO
RTO
OBBLIG
ATOR
IO disposizioni della direzione di Presidio, ecc..),
Documenti di registrazione, note e criticità relative all’attività in questione. Può essere opportuno, in coerenza con gli obiettivi di analisi (ciò che
ci si prefigge di indagare) inserire altre colonne al fine di presidiare aspetti/profili/tipologie di informazione non contem
plati nella Scheda che non ha la pretesa di essere esaustiva a priori.
3. Scheda analisi FMEC
A, ―Failure Modes and Effects C
ritical Analysis‖: è una tecnica previsionale, sistematica, utilizzata per identificare e prevenire
i problemi sui processi prim
a che essi insorgano. Si tratta di un’analisi di tipo qualitativo intesa a definire quello che potrebbe succedere (il modo di
guasto/errore) se si verificasse un difetto, una omissione, un errore. Si tratta in estrem
a sintesi di identificare per ognuna delle attività del processo le m
odalità di guasto/errore, l’indice di priorità del rischio, le azioni (preventive/migliorative/correttive) e le m
isure per i risultati attesi.
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
24
7.1 Scheda raccolta inform
azioni FASE
: ATTIVAZIO
NE
DEL PE
RC
OR
SO
:EM
OR
RA
GIE D
IGE
STIVE
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITÀ
STRU
MEN
TI N
OTE
1° Soccorso adom
icilio
ACC
ESSO TR
AMITE 118
Il personale della Centrale operativa (118) è
addestrato a identificare al triage telefonico una sospetta em
ergenza endoscopica digestiva e a gestirla com
e un’emergenza m
edica
Sistema 118
Cartella /
Scheda 118
Attribuzione codice colore ed intervento di 1° soccorso
Scelta Ospedale di destinazione
Il personale dei mezzi di soccorso, quando
possibile, preavvisa il Pronto Soccorso
dell’imm
inente arrivo di un paziente con sospetta em
orragia digestiva superiore o inferiore.
Accesso tramite
il Pronto Soccorso
ACC
ESSO D
IRETTO
AL PR
ON
TO
SOC
CO
RSO
Il Paziente si rivolge direttam
ente al PS
Infermiere triage
Medico PS
Modello PS
Una volta giunto al Pronto S
occorso il Pz. viene preso in carico dall’inferm
iere di triage che assegna il codice di priorità e dal m
edico di PS in caso di codice rosso con successiva attivazione del percorso diagnostico-terapeutico.
Paziente già ricoverato
Insorgenza di evento emorragico in paziente
già degente presso una U.O
. M
edico del Setting di ricovero
CC
I
Il medico responsabile del Paziente valuta
il problema, assicura la stabilizzazione
emodinam
ica e quindi contatta diretta-m
ente il/i consulente/i in questione (G
astroenterologo o Chirurgo in caso di
possibile intervento chirurgico,Anestesista-R
ianimatore).
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
25
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITÀ
STRU
MEN
TI N
OTE
Trasferimento
da altra struttura
Trasferimento eventuale da altra Struttura
sanitaria o Zona Territoriale a centro della rete Trasferim
ento da centro spoke a centro Hub
Medico struttura inviante ed accettante
Personale 118 con am
bulanza m
edicalizzata
Fax o telefono
In questo caso il personale della Struttura
invianteprevia stabilizzazione clinica del paziente contatta il 118 per il trasferim
ento dello stesso presso il centro più vicino della rete. Il G
DL suggerisce che il paziente dopo il trattam
ento resti in carico al centro delle rete dove è stato trasferito (posto tecnico da istituire nei centri aderenti alla rete, secondo intensità di cure).
GD
L: Gruppo di Lavoro
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
26
7.1.2 Scheda raccolta inform
azioni: INQ
UA
DR
AM
EN
TO D
IAGN
OSTIC
O IN
PR
ON
TO S
OC
CO
RS
O o N
EL S
ETTING
DI R
ICO
VE
RO
* FASE
DESC
RIZIO
NE ATTIVITA
R
ESPON
SABILITÀ STR
UM
ENTI
NO
TE
Accoglienza Valutazione: assegnazione codice triage
Infermiere
Protocollo di triage ed applicazione di
algoritmo decisionale
I Pz in codice rosso, stabilito al triage o accom
pagnati dal medico
del 118 accedono imm
ediatamente
alla sala visita M
onitoraggio Funzioni vitali: (A
,B,C,D
)*, param
etri vitali: PA, FC; PAO
; FR; sO
2; EG
A se emorragia severa
Medico Tutor Inferm
iere
Prima visita*
Valutazione clinica del paziente ed inquadram
ento diagnostico: - Valutazione dati anam
nestici - Presenza di instabilità em
odinamica
(valutazione dello shock index) - Presenza di Fattori che aum
entano il rischio
- Richiesta esam
i di laboratorio in urgenza **
M
edico PS
M
edico setting di ricovero*
(Per em
orragia digestiva Score allegati)
Cartella P
So CC
I**
È fondamentale definire i pazienti
al mom
ento della loro amm
issione al pronto soccorso se a basso o adalto rischio di com
plicazioni Shock index: FC
/PAO
Pz. Instabile: shock index >1
Gestione
Clinica e
Monitoraggio
A) Monitoraggio param
etri vitali B) Tem
peratura corporea C
) Posizionamento1-2 C
.V. D
) Eventuale Posizionamento S
.N.G
M
edico PS+
Anest.-Rianim
atore +Inferm
iere PS o
MedicoTutor
Anest.-Rianim
atore+ Inferm
iere setting di ricovero*
Linee Guida
Regione Sicilia
Modello di PS° o C
CI*
Pz Stabile: Shock index < 1 , oppure: PAO
80 - 100 mm
Hg,
FC < 100 m
in, D
iuresi >0,5 ml/KG
ora N
o ipotermia
Correzione acidosi m
etabolica, (riduzione dei lattati)
*Legenda:A: Air; B: breath; C: Circulation; D: disability SNC
°PS: Pronto soccorso
**CCI: *C
artella Clinica Integrata : in caso di paziente già ricoverato
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
27
7.1.3 Scheda raccolta inform
azioni: STABILIZZA
ZION
E E
MO
DIN
AMIC
AE
D ATTIV
AZIO
NE
RE
PE
RIB
ILE E
ND
OS
CO
PIA ( + E
QU
IPE
MU
LTIDIS
CIP
LINA
RE ) IN
PR
ON
TO S
OC
CO
RS
O o N
EL SETTIN
G D
I RIC
OV
ER
O*
Stabilizzazione em
odinamica
Il Medico di P.S. o il M
edico di Setting intraprende al più presto tutti i provvedim
enti necessari per la stabilizzazione del paziente em
orragico: Valutazione Shock index: Frequenza cardiaca/ PAO
N
B: minore attendibilità nei pz. in
Trattamento con beta bloccanti che
riducono la frequenza cardiaca <1 paziente stabile > 1 paziente instabile
o Infusione di cristalloidi
o Em
o-Tx (se Hb < 7 gr%
) Inizia Terapia C
ausale (PPI, farmaci
vasoattivi + antibiotici se paziente cirrotico, etc.)
Medico P
S
Medico setting di
ricovero
Linee guida
Regione S
icilia.
Correzione
ipovolemia
Eq. Acido-Base
Modello PS o C
CI*
Posizionamento S
NG
e lavaggio gastrico (se ritenuto opportuno)
Shock index: se > 1 paziente instabile: Stabilizzazione Em
odinamica del
Pz. emorragico con valutazione e
correzione dei parametri vitali se
shock index >1 M
onitoraggio parametri vitali :
FC,
PAO,
EGA,
Emocrom
o, Predisposizione di 1-2 validi accesso venoso
Ripristino volem
ia: - Infusione di liquidi: non ci sono evidenze di > efficacia di un fluido rispetto a un altro; suggeriti:
x cristalloidi (es. ringer acetato 2000 m
l in bolo) o x
colloidi (es gelofusine 1-2 L)
-Trasfusioni se Hb < 7 gr:
(targetHb tra 7 e 9 gr%
) - Ev. FFP e trasfusioni di PLTs se
necessità di > 8 UEC
in 24 ore^^
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
28
Attivazione Endoscopia
Il medico di P.S. o il m
edico di Setting, sulla base della valutazione clinica e della analisi dei param
etri vitali ed emato-
chimici, decide se attivare:
o Endoscopista reperibile che valuterà se avvalersi della assistenza dell’ Anestesista e laddove necessario il C
hirurgo e se disponibile il Radiologo
interventista (equipe multidisciplinare:
―Bleeding Team‖)**
o N
ei pz. Instabili, lo shock index > 1 correla significativam
ente con: ¾
EDS:
o N
ecessità di ospedalizzazione ¾
EDI:
o M
ortalità o
Sanguinamento attivo con
9
> possibilità di Indentificare la sede alla TC
MD
9
> possibilità visualizzare spandim
ento di mdc alla
angiografia
Medico P
S
Medico setting di
ricovero*
Endoscopista
Anestesista
Score EDS G
BS, R
ockallpre-endo PN
ED
Score EDI
Score di Oakland
di Strate
C
artella PS o C
CI*
La proposta di attivazione del Team
Multidisciplinare è effettuatadal
Medico di P.S. o dal M
edico di Setting di D
egenza, ad avvenuta stabilizzazione o m
igliore livello possibile di stabilizzazione del paziente N
el pazienti stabili o stabilizzati va poi effettuata la distinzione tra:
o Sanguinam
ento maggiore
(richiede sempre
ospedalizzazione) o
Sanguinamento m
inore che può essere gestito am
bulatorialmente:
Tale distinzione si effettua con degli score validati G
li score più efficaci nel predire la possibile gestione am
bulatoriale sono: Score EDS: G
BS < 1 Score EDI Score di O
akland < 8
L’infermiere di turno provvede ad attivare
l’Equipe del Bleeding team.
Infermiere
Bleeding team: gastroenterologo
chirurgo, radiologo, anestesista, inferm
ieri Legenda:* C
CI cartella clinica integrata ^^: FFP: frozenfresh plasm
a PLTs : pappe piastriniche UEC
: unità di emazie concentrate
EDS
: Emorragie digestive superiori G
BS: Glasgow
-Blathcford. Score PN
ED: progetto nazione em
orragie digestive (score) EDI: em
orragie digestive inferiori
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
29
** Il Bleeding Team rappresenta l’equipe m
ultidisciplinare (Gastroenterologo o C
hirurgo Endoscopista, Anestesista, Chirurgo, radiologo/R
adiologo Interventista) che può venire attivata dopo valutazione del Pz. da parte del M
edico del PS o di Reparto di degenza: il tutto in base alle risorse
disponibili e alla contestualizzazione del PDTA nelle singole realtà.
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
30
7.1.4 Scheda raccolta inform
azioni: PR
ESA
IN C
AR
ICO
ED
EV
EN
TUA
LE ATTIV
AZIO
NE E
ND
OS
CO
PIA
IN R
EGIM
E D
I UR
GE
NZA
O
DI U
RG
EN
ZA D
IFFER
IBILE
IN P
RO
NTO
SO
CC
OR
SO
o NE
L SETTIN
G D
I RIC
OV
ER
O*
FASE
DESC
RIZIO
NE ATTIVITA
R
ESPON
SABILITÀ STR
UM
ENTI
NO
TE
Presa in carico e valutazione del Paziente Em
orragico
L’Equipe Multidisciplinare procede ad una
valutazione della gravità del quadro clinico in base a:
o G
rado di stabilità emodinam
ica del Pz.:
o R
ilevanza clinica del sanguinam
ento o
Com
orbidità
Medico P
S o di R
eparto
Gastroenterologo Endoscopista (m
edico e/o chirurgo)
Anestesista C
hirurgo
Linee guida R
egione Sicilia
C
artella PSo C
CI*
Parametri di stabilità del paziente:
o P.A.
o FC
, o
EGA (acidosi lattica)
o sensorio
o T corporea
o diuresi)
Rilevanza clinica del
sanguinamento:
o N
° Unità sangue trasfuse
o Analisi delle possibili:
► cause e
► sede dell’em
orragia, C
omorbidità: o
Cirrosi Epatica
Cardiopatia ischem
ica o
Broncopatia cronica o
Insuff. Renale cronica,
o N
eoplasia o
Terapia anticoagulante/ antiaggregante.
Su questa base viene effettuata la STR
ATIFICAZIO
NE D
EL R
ISCH
IO
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
31
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITÀ
STRU
MEN
TI N
OTE
Eventuale attivazione Esam
e Endoscopia in regim
e di: -U
rg.precoce -U
rgenza -U
rg. differita
Gastroscopia:
Urgenza precoce (entro 12 h) per: - Sanguinam
ento da varici, - Em
atemesi ripetuta, o SN
G con sangue
rosso - Pz con persistenza di instabilità
emodinam
ica nonostante terapia - C
ontroindicazione a sospensione anticoagulanti/antiaggreganti
Urgenza (entro24 h) per: - no em
atemesi in atto,
- melenao storia di sanguinam
ento nelle ultim
e 24 ore in pz. emodinam
icamente
stabile,
Urgenza differibile ( > 24h ): - M
elena o storia di sanguinamento in pz.
emodinam
icamente stabile senza
comorbidità (G
BS < 2) Colonscopia:
Colonscopia in urgenza entro 12-24 ore o prim
a seduta disponibile: - Va effettuata una rapida preparazione
intestinale attraverso la assunzione di 4-6 litri di soluzione P
EG per os o
mediante S
NG
se paziente incapace di assum
ere il PEG per os in dosi adeguate
Medico P
S o di R
eparto
Gastroenterologo Endoscopista (m
edico e/o chirurgo)
Anestesista C
hirurgo
Score pro-dim
issione (G
BS) Score di gravita’
(Rockall
PNED
)
Cartella P
So CC
I*
Linee guida EDS
Linee Guida ED
I LG
Regione S
icilia
Regolam
ento di Area o D
ipartimento
Una com
parazione della perform
ance degli score ha evidenziato: Pz a basso rischio: dim
issibili x
GBS < 1 per ED
S: x
Oakland < 8 per ED
I Pz a rischio m
edio x
GBS > 7 necessità terapia
endoscopica. Pz a alto rischio m
ortalita’: x
PNED
> 4 (meglio di)
x R
ockall pre-end .>4 o x
Rockall post-end .>5
In base alla gravità delle condizioni cliniche il paziente viene dim
esso, osservato, o ricoverato presso il Setting di ricovero più appropriato: Assistenza bassa:
D
imesso: Attivazione
percorsi continuità assistenziale
Assistenza media:
O
BI
Area medica
Assistenza Alta
Semi-intensiva
Intensiva.
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
32
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITÀ
STRU
MEN
TI N
OTE
Valutazione clinica dei pz ed attivazione dei percorsi interni per la gestione del Pz con urgenza endoscopica
Dopo la stabilizzazione e l’inquadram
ento diagnostico, in base alle condizioni cliniche del paziente; Il M
edico di PS insieme all’Equipe
multidisciplinare assegna il paziente alla
UO
di riferimento per il ricovero
M
edico PS
o di Reparto
Gastroenterologo Endoscopista (m
edico e/o chirurgo)
Anestesista C
hirurgo
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
33
7.1.5.1 Scheda raccolta inform
azioni: RIC
OVE
RO
CIC
LO C
ON
TINU
O (S
TRATIFIC
AZIO
NE
PE
R IN
TEN
SITÀ)
TRAS
FER
IME
NTO
ED
AC
CO
GLIE
NZA
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITÀ
STRU
MEN
TI N
OTE
DefinizioneArea
di Ricovero ed
assegnazione all’ U
.O. di
tutoraggio
Il Medico di PS decide, sentito il parere
degli specialisti di riferimento:
o G
astro-enterologo preferenzialm
ente o
Anestesista,nei Pazienti più gravi
Il Livello e l’U.O
. di assegnazione* per la presa in carico del P
aziente in base a - criteri di stabilità clinica, - rischio di ri-sanguinam
ento, - patologia prevalente, co-m
orbidità
Medico di PS
Linee Guida ED
S Linee guida ED
I LG
Regione S
icilia
La Patologia Prevalente è quella che ha portato il P
azientealla osservazione o che rischia di destabilizzarlo nuovam
ente. La presenza di co-m
orbidita’ resta fondam
entale per il giudizio clinico com
plessivo
Trasferimento
dal PS
Il medico del PS:
Assegna per disciplina e criticità al setting operativo
Medico P
S
Docum
entazione clinica
* UO
di assegnazione secondo protocolli condivisi con D
EA nei singoli ospedali in base alle risorse locali
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
34
7.1.5.2 Scheda raccolta inform
azioni: RIC
OVE
RO
CIC
LO C
ON
TINU
O (S
TRATIFIC
AZIO
NE
PE
R IN
TEN
SITÀ) - A
CC
OG
LIEN
ZA D
EL
PA
ZIEN
TE
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITÀ
STRU
MEN
TI N
OTE
Accoglienza presso il setting del Pz con urgenza endoscopica
Il paziente giunge in reparto dove viene accolto dal M
edico e dall’Infermiere di
reparto che provvederanno a: a) Valutare le condizioni generali b) M
onitorare i parametri vitali
c) Rilevare la tem
peratura cutanea d) Posizionare catetere vescicale e) Ev. Posizionare sondino N
-Gper:
9
EDS che richiede gastrolusi
9
EDI severa e/o pz.
instabile(sospetta per eds) o per preparazione Intestinale (paziente incapace adassum
ere rapidam
ente 4-6 litri di peg)
Medico tutor
Infermiere
Linee guida EDS
Linee guida EDI
Linee guida R
egione Sicilia
C
CI
L’ infermiere identifica il paziente;
- ritira la documentazione;
- annota i dati del paziente sul registro nosologico;
- spiega le regole di accesso alla U
O.
Valutazione m
edica
Il medico provvede:
- alla prima visita e alla richiesta degli
esami di laboratorio e/o diagnostica
per approfondimento diagnostico
-alla richiesta di eventuali consulenze -ad instaurare la Terapia pre-endoscopica. -M
anagement della ev. terapia già in
atto e/o anticoagulante/antiaggregante
Medico
C
CI
Linee guida EDS
Linee guida EDI
Linee guida
Regione S
icilia
Nel
paziente con
Emorragia
digestiva:
1. Valutare le condizioni generali
2. M
onitorare i parametri vitali
3. R
ilevare la T° cutanea 4.
Terapia pre-endoscopica: o
PPI ev se sospetta ulcera peptica
o Vasoattivi e antibiotici se sospetta da varici, no P
PI 5.
Valutazione stop terapia antiaggregante/anticoagulante
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
35
Accertamento
infermieristico
L’inferm
iere del settingassistenziale provvede a: - raccolta dell’anam
nesi infermieristica
- rilevazione dei bisogni assistenziali - richiesta di eventuali consulenze
infermieristiche
- viene individuata la tipologia di assistenza e vengono definiti gli interventi di assistenza di base e/o avanzata
Infermiere
ASGO
* o similare
CC
I Buone Pratiche per la
Sicurezza del Pz
(vedi oltre)
*ASG
O: Accertam
ento stato generale Ospedalizzato; scheda in 10 punti che valuta la intensità di assistenza inferm
ieristica necessaria : vedi allegato
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
36
7.1.5.3 Scheda raccolta inform
azioni: RIC
OVE
RO
CIC
LO C
ON
TINU
O - G
ESTIO
NE
DE
L PA
ZIEN
TE
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Gestione del P. nel
setting di ricovero
Mantenim
ento di uno o più validi accessi venosi Ev. Lavaggio gastrico attraverso il SN
G se ED
S, M
onitoraggio N° evacuazioni e colore
feci
Gastroenterologo
Infermiere
CC
I
Linee guida EDS
Linee guida EDI
LG R
eg Sicilia
I parametri PA, FC
e N°
evacuazioni sono indici sensibili della ripresa o non stabilizzazione del sanguinam
ento a cui deve essere correlata la valutazione dell’em
ocromo.
Definizione del
Timing per esam
e gastroscopico urgente
L’Equipe Multidisciplinare stabilisce il
mom
ento ottimale per eseguire una
endoscopia digestiva in base alla stabilizzazione/ottim
izzazione del Paziente e allagravità del quadro clinico si distinguono:
Urgenza precoce: il prim
a possibile e com
unque entro12 ore
Urgenze :entro 24 ore
Urgenze differibili: oltre le 24 ore U
na gastroscopia può essere inutile o dannosa in corso di shock o in presenza di insufficiente gastrolusi. L’assenza di sangue nel SN
G non è
indice di stabilità del Paziente
EQU
IPE M
ULTID
ISCIPLIN
ARE:
Gastroenterologo -
Chirurgo Endoscopista
CC
I
Linee guida EDS
Linee guida EDI
LG R
eg Sicilia
Valutazione della perdita ematica in
base a: PA; FC; diuresi; stato
mentale Inform
are i Familiari del
quadro clinico e dei rischi
L’Equipe Multidisciplinare definisce
anche, sulla base della gravità del quadro clinico anche la sede più appropriata per l’esecuzione dell’esam
e: polo endoscopico o blocco operatorio.
Definizione del
Timing per esam
e colonscopico urgente
L’Equipe Multidisciplinare stabilisce il
mom
ento ottimale per eseguire una
colonscopia,in base a stabilizzazione del Pz, rapida preparazione intestinale e gravità del quadro clinico si distinguono:
Urgenze: il prim
a possibile e com
unque entro le 24 ore
Urgenze differibili : alla prima
seduta endoscopica schedulata
EQU
IPE M
ULTID
ISCIPLIN
ARE:
Gastroenterologo -
Chirurgo Endoscopista
Incluso confronto con cardiologo ed
ematologo
CC
I Line guida E
DS
Linee guida EDI
Linee guida R
egione Sicilia
L’esame deve essere eseguito in
una sala endoscopica che fornisca tutte le apparecchiature necessarie all’anestesia ed alle m
anovre rianim
atorie (Pulsi-ossimetro,
respiratore, monitor, defibrillatore,
ecc.) o in mancanza di ciò in sala
operatoria.
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
37
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Valutazione terapia Antiaggregante
ASA: prevenzione prim
aria: sospesa Prevenzione secondaria:se possibile va continuata, se sospesa va ripresa non appena stop stabile del sanguinam
ento D
APT: o Tienopiridine: N
on dovrebbe essere sospesa o
nei 90 gg successivi a IMA o
o entro 30 gg da stenting coronarico m
etallico, o
3 mesi se stent ricoperto da
sirolimus,
o 6 m
esi se stent ricoperto da paclitaxel;
Nelle altre condizioni o
prosegue solo ASA, o
reintrodurre P2Y12 entro 5 gg
CC
I LG
Regione S
icilia
LA Prosecuzione dell’ASA e/o della D
APT, associa a maggiore
persistenza/ ricorrenza sanguinam
ento, (10 vs 5%) m
a correla con una m
inore mortalità
globale (1,3 vs 10,3% per m
inori accidenti cerebrovascolari) Se stent, dopo stop D
APT rischio di trom
bosi dello stent dopo 7 gg. dallo stop
Valutazione terapia anticoagulante V
KA
Stop VKA, Ev. Konakion 5-10 m
g ev se INR
> 2,5 Se em
orragia grave e persistente 4F-PC
C in prim
a linea FFP in seconda linea D
opo stop del sanguinamento:
Nei pazienti ad alto rischio trom
botico ¾
U
so di EBPM a ponte dopo 48
ore ¾
R
ipresa di AVK dopo 7 giorni
CC
I LG
Regione Sicilia
Se emorragia lieve:
endoscopia quanto INR
<2,5 Se em
orragia grave o
Vit K 5-10 mg e.v. ed ev
o C
omplesso protrom
binico 4F-PC
C (C
onfidex® o
Pronativ® ) m
eglio di o
FFP (25-50 UI/Kg)
o N
ei pz con valvole m
eccaniche no vit K per rischio iper-coagulabilità
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
38
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Valutazione terapia con N
AO
Stop NAO
U
so di inibitori se emorragia severa e
pericolosa per la vita o in loro assenza 4F-PC
C
aPCC
R
ipresa dei NAO
entro 7 gg dopo stop del sanguinam
ento
EQU
IPE M
ULTID
ISCIPLIN
ARE:
M
edico tutor C
he si avvale della consulenza di:
Gastroenterologo
Chirurgo
Endoscopista C
ardiologo Em
atologo
CC
I LG
Regione
Emorragia lieve non sospendere
NAO
; Em
orragia moderata: aspettare
cessazione effetto NO
A (36 ore) Em
orragia grave e/o persistente con pz instabile, insufficienza renale, o recente assunzione farm
aco: o
-Idarucizumab (Praxbind) 2
dosi a distanza di 15 minuti
contrasta effetto dabigatran se non disponibile usare 4F-PC
C in seconda linea
o -Andaxanet contrasta***apixaban e rivaroxaban
o -C
iraparanteg contrasta tutti i D
OAC
e eparina )*** In tali situazioni som
ministrare:
o 4F-PC
C (C
onfidex® o
Pronativ® )in prim
a linea^ o
aPCC
in seconda linea^^, o
FFP non indicato
^ * 4F-PCC
: 4-factor protrombin com
plex concentrate **aPC
C: activated prothrom
bin complex concentrate
***Gli ultim
i 2 ancora non disponibili in Italia.
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
39
7.1.5.4 Scheda raccolta inform
azioni: RIC
OVE
RO
CIC
LO C
ON
TINU
O (S
TRATIFIC
AZIO
NE
PE
R IN
TEN
SITÀ)
PREPAR
AZION
EDEL PAZIEN
TE ALL’IND
AGIN
E END
OSC
OPIC
A
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Com
unicazione e raccolta C
onsenso Inform
ato all’indagine endoscopica
Il Team endoscopico (M
edico ed Infer-m
ieri di Endoscopia Digestiva )
provvede ad informare il Pz. su
importanza, significato diagnostico e
terapeutico e possibili complicanze
dell’Endoscopia Digestiva Superiore e
a raccogliere il consenso informato
Gastroenterologo/
Chirurgo
Endoscopista
Procedura aziendale/di struttura per la gestione del consenso inform
ato
Consenso Inform
ato scritto
La corretta informazione e
conoscenza dei Medici ed Inferm
ieri che eseguiranno l’Endoscopia riduce lo stato di ansia e preoccupazione del Paziente
Preparazione del Pz.alla G
astroscopia
x Assicurare A
deguata Gastrolusi
x D
igiuno da almeno 6-8 ore
x In caso di sanguinam
ento attivo e recente assunzione di cibo: gastrolusi dopo intubazione oro-tracheale
x Assicurarsi uno/due validi accessi venosi.
x Far togliere (e conservare!) occhiali e protesi dentarie m
obili. Inferm
iere/ M
edico Setting
Linee guida EDS
Linee guida
Regione S
icilia
x Una Insufficiente G
astrolusi rende difficoltosa l’individuazione della sede del sanguinam
ento ed il successivo trattam
ento emostatico
x L’assenza di periodo di digiuno adeguato aum
enta il rischio anestesiologico ed intra-procedurale
Preparazione del Pz.allaC
olonscopia
x Assicurare una adeguata preparazione intestinale entro 6-8 ore con 4-6 litri di PEG
(ev. via SN
G se paziente incapace ad
assumere il PEG
necessario rapidam
ente x
Assicurarsi uno/due validi accessi venosi.
Linee guida EDI
Linee guida
Regione S
icilia
La preparazione intestinale consente di effettuare un esam
e di qualità, m
igliorando: o
Visualizzazione, o
Diagnosi con riconoscim
ento di stigm
ata di recente sanguinam
ento o
Possibilità di emostasi,
o R
iduzione rischio perforazione o
Assenza di maggiori effetti
collaterali
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
40
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Rischio
pre.endoscopico ED
S
x Score G
lasgow-Blatchford (G
BS) x
Score di Rockall (pre-endo)
x Score PN
ED
MS
M
T
Linee guida EDS
Linee guida EDI
Linee guida R
eg Sicilia
Vedi Allegati score
Gli score servono per prevedere
l’outcome del paziente sulla base di
alcuni semplici param
etri clinici pre-endoscopici, utili per stabilire se un pz. non è grave e può essere dim
esso o se richiede un esame
endoscopico in urgenza per alto rischio di ri-sanguinam
ento e morte.
La mortalità correla con: o
Caratteristiche del paziente:
Età, comorbidità,
anticoagulanti/antiaggreganti o
Severità del sanguinamento
o C
ausa (UP m
eglio di varici, em
orroidi meglio di colite
ischemica )
Rischio pre-
endoscopico ED
I x
Score di Oakland
x Score di Strate
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
41
7.1.6.1 Scheda raccolta inform
azioni: SALA E
ND
OS
CO
PIC
A O
BLO
CC
O O
PE
RATO
RIO
, ES
EC
UZIO
NE
EN
DO
SC
OP
IA FASE
DESC
RIZIO
NE ATTIVITA
R
ESPON
SABILITA’ STR
UM
ENTI
NO
TE
Trasporto Pz. in
Endoscopia digestiva /Blocco O
peratorio
L’operatore addetto trasporta il paziente al polo endoscopico o in sala operatoria Æ
P. in precario equilibrio em
odinamico
Operatore addetto al
trasporto + Inferm
iere + Anestesista/R
ianimatore
Foglio di consegna
Esecuzione esame
endoscopicoper em
orragie digestive
In caso di gravi emorragie, l’esam
e endoscopico(soprattutto
la EG
DS)
viene effettuata in Sala Operatoria,
in sedazione profonda o intubazione oro-tracheale;
Responsabilità
Equipe multidisciplinare
G
astroenterologo- Chirurgo Endoscopista
Anestesista Inferm
ieri di Endoscopia Digestiva
Endoscopi (operativo e/o diagnostico) accessori per
emostasi
Endoscopica
PO.di struttura
Score di Rockall e
Forrest
Referto Endoscopico Scheda/C
artella Anestesiologica C
artella Inferm.
Endoscopica
Obiettivi dell’ esam
e endoscopico 1. Localizzare la fonte del sanguinam
ento 2. Procedere a em
ostasi endoscopica 3. Prevenire ri-sanguinam
ento 4. O
ttenere elementi utili alla prognosi
NB: N
ei pazienti critici con emorragia non
dominabile endoscopicam
ente avvalersi della Radiologia Interventistica
► Causa non variceale:
o Em
bolizzazione endo-arteriosa ►
Causa variceale: o
TIPS (trans-epatic-porto-sistem
ic-shunt) e/o
o BR
TO (balloon-occluded
retrograde-transvenous- obliteration)
o Early TIPS(entro 72 ore) va preso in considerazione nel sottogruppo di Pz con classe funzionale di C
hild-Pugh avanzata (B9-C13,
o Ev. Sonda di Sengstaken-Blackm
ore o stent esofageo ricoperto, (es tipo D
anis) ―a ponte‖ in previsione di effettuare R
x interventistica:
In caso di minore perdita em
atica l’ esam
e endoscopico viene effettuato in E
ndoscopia Digestiva, in
sedazione con monitoraggio del Pz.
e con eventuale assistenza anestesiologica In caso di fallim
ento della emostasi
endoscopica nella emorragia da
varici e non avvalersi della radiologia interventistica In caso di fallim
ento della radiologia interventistica inviare il paziente alla chirurgia
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
42
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Monitorizzazione del
Paziente durante esam
e endoscopico urgente
Controllo param
etri vitali, M
onitoraggio parametri em
odinamici
ed ossimetrici, perdite volum
e em
atico
Sedazione cosciente: -Endoscopista e -Inferm
iere endoscopia
Sedazione profonda:
-Anestesista e -Inferm
iere di Anestesia o di sala
Scheda Anestesiologica
Linee guida EDS
Linee guida EDI
Linee guida R
eg Sicilia
Durante l’esam
e endoscopico in urgenza è indispensabile un m
onitoraggio delle funzioni vitali e della stabilità em
odinamica
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
43
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Valutazione post esam
e endoscopico urgente del rischio di ri-sanguinam
ento
Per la valutazione del rischio di recidiva em
orragica e di morte post-
ricovero ospedaliero Per la prognosi dei sanguinam
enti del tratto gastrointestinale superiore si applica il m
etodo del Risk-score
secondo Rockall
Rischio basso (0-2)
Rischio m
edio (3-5) R
ischio alto (> 5) Per la prognosi della em
orragia digestiva inferiore si applica uno dei seguenti score: R
ockall Strate Blatchford (G
BS) O
akland
EQU
IPE MU
LTI-D
ISCIPLIN
ARE
Percorsi operativi di
struttura
Allegati score: EDS:
Classificazione di
Forrest Score di:
Rockall pre e post-
endoscopico, PN
ED
GBS
EDI Score di: R
ockall, Blatchford
Strate
I Risk-score secondo R
ockall o PNED
per ED
S o di Rockall, Blatchford o Strate per
EDI identificano m
eglio i Pz gravi (predicono ri-sanguinam
ento e mortalità).
Lo score di Blatchford per EDS e di
Oakland per ED
I identificano meglio i pz
meno gravi dim
issibili),
Gli score utilizzano un algoritm
o che, attribuisce ai dati anam
nestici, clinici, em
atochimici e strum
entali disponibili, un punteggio che consente di applicare al quadro clinico un valore num
erico che, confrontato con un’apposita scala di valori, dà una stim
a del rischio di ri-sanguinam
ento e/o di morte con una
indicazione sulle conseguenti misure e
intensità di monitoraggio e cure da
adottare nel singolo paziente.
Alcuni score sono costruiti per predire outcom
e severi, altri per predire out come
favorevoli
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
44
7.1.6.2 Scheda raccolta inform
azioni: SALA E
ND
OS
CO
PIC
A O
BLO
CC
O O
PE
RATO
RIO
VA
LUTA
ZION
E DE
L PZ. E
TRA
SFE
RIM
EN
TO A
L SETTIN
G D
I RIC
OVER
O PIU
’ APPRO
PRIATO
FASE
DESC
RIZIO
NE ATTIVITA
R
ESPON
SABILITA’ STR
UM
ENTI
NO
TE
Indirizzo Al setting assistenziale adeguato
Dopo l’esecuzione della Endoscopia
Digestiva il Pz. viene rivalutato e, in
base alle condizioni cliniche ed al rischio di recidiva della em
orragia digestiva, inviato al Setting di provenienza o, se questo non risultasse adeguato, indirizzato al Setting assistenziale più idoneo (Area Intensiva, area m
edica, area chirurgica, O
BI, day-service/dim
issione
Gastroenterologo
Chirurgo
Endoscopista
Anestesista
Regolam
enti PO
Docum
enti di Analisi di PR
di Struttura
Linee guida EDS
Linee guida EDI
Linee guida R
eg Sicilia
L’ osservazione clinica e il m
onitoraggio di PA, FC, H
b, indici coagulativi ed evacuazioni sono indispensabili nei P
z. che hanno presentato una im
portante perdita em
atica o presentano comorbidità,
alterazioni emo-coagulative, e/o
alto score di Risanguinam
ento
PO
: presidio ospedaliero PR: Protocolli
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
45
7.1.7 Scheda raccolta inform
azioni: RIC
OV
ERO
CIC
LO C
ON
TINU
O (S
TRATIFIC
AZIO
NE
PE
R IN
TEN
SITÀ
) - GES
TION
E D
EL AZIE
NTE
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Attività diagnostica-terapeutica-assistenziale
Monitoraggio
clinico-assistenziale
Controllo P
A, FC, Em
ocromo ed assetto
coagulativo, prevenzione complicanze, controllo
evacuazioni (numero e qualità). N
ei Pz. più gravi, m
onitoraggio dei singoli parametri, con rilevazioni
a intervalli definiti.
Medico Tutor
G
astroenterologo- C
hirurgo che operano nel Setting
assistenziale di ricovero
LINEE G
UID
A ED
S ED
I C
CI
Il controllo
clinico-assistenziale consente di m
igliorare l’outcome
del Pz. e valutare precocemente
le com
plicanze ed
il rischio
di recidiva em
orragico
Assistenza m
edica e Prescrizione della terapia per sanguinam
ento digestivo
Attuazione misure terapeutiche appropriate al
rischio Rischio basso (ES Score di Rockall< 2): dim
issione precoce. In caso di ulcera terapia con PPI per 6sett., astensione da FAN
S e fumo,
eradicazione H.P
Rischio m
edio/alto (ES Score di Rockall> 2): In caso di ulcera ―a rischio‖ PPI in infusione per 72 ore quindi trattam
ento con PPI per 6 settim
ane, astensione da FAN
S e fumo, eradicazione H
.P N
B: Il Sanguinamento nel Paziente C
irroticoè da considerare sem
pre ad alto rischio e si avvale di terapia con antibiotici e farm
aci vaso-attivi, i PPI non raccom
andati se non patologia pepticaassociata; nei pazienti con classe funzionale avanzata (B9-C
13) valutare early-TIPS
C
CI
STU
Il medico Tutor illustra al
paziente l’andamento clinico,
l’iter diagnostico/terapeutico e le eventuali prescrizioni
Assistenza inferm
ieristica
L’infermiere svolge l’attività di assistenza in
rapporto alle necessità ed ai bisogni del pz e nel rispetto del progetto assistenziale. R
egistra nella C
CI gli eventi clinici e assistenziali
contestualmente al loro verificarsi e li descrive al
collega del turno successivo al mom
ento del passaggio delle consegne
Infermiere
CC
I R
ilevazione parametri vitali,
assistenza infermieristica
Briefing
Condivisione giornaliera, inter-professionale, delle
problematiche clinico-assistenziali dei singoli
pazienti
Coordinatore
infermieristico
CC
I C
oordinatore infermieristico
MT
IR
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
46
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
R
eintroduzione terapia con ASA
Prevenzione primaria; valutare ev. non ripresa del
farmaco
Prevenzione secondaria: non sospendere, se sospesa re-iniziare non appena stop stabile del sanguinam
ento
MT
collabora cardiologo e em
atologo
CC
I
LG R
egione Sicilia
LG
ESGE
Il rischio di trombosi diventa
significativo dopo 7 gg dallo stop
R
eintroduzione D
APT o P2Y12 Entro 5 gg dopo stabilizzazione em
orragia Il rischio di trom
bosi diventa significativo dopo 7 gg dallo stop
R
eintrodurre AVK
Reintrodurre entro 7 gg
Valutare ev.bridging con EBPM
nei pz a > rischio di trom
bosi) dopo 48 ore dallo stop del sanguinam
ento e sino a successivo ripristino dell’ IN
R tra 2 e 3.
Re-introduzione entro 7-15 gg
associa a minori eventi anti-
trombotici senza m
aggiori eventi em
orragici. Pz ad alto rischio trom
bosi: valvole cardiache m
eccaniche, pregressi IC
TUS
R
eintrodurre N
OAC
R
e-introdurre entro 7 gg
Re-introduzione dopo 7 gg
mutuata da VKA,
IL Trial pause sta valutando la eventuale utilità del bridge con EBP
M in pz. ad alto rischio
trombotico
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
47
7.1.8 Scheda raccolta inform
azioni: RIC
OV
ERO
CIC
LO C
ON
TINU
O - G
ESTIO
NE
DIM
ISSIO
NI
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Dimissione
Programm
azione dim
issioni
A stabilizzazione clinica ottenuta si può procedere: a) al trasferim
ento a setting assistenziale di m
inore intensità di cura; b) alla dim
issione del Pz. che può avvenire anche dopo osservazione in D
ay-Service.
Gastroenterologo- C
hirurgo che operano nel Setting
assistenziale di ricovero
Docum
enti Aziendali
di PO/
di Struttura per la G
estione dim
issioni e trasferim
enti
La dimissione da un setting
assistenziale attesta il m
iglioramento o la stabilizzazione
del quadro clinico con conseguenti m
inori necessità assistenziali e m
inore rischio di ripresa dell’em
orragia
Dim
issione e attivazione continuità assistenziale
L’Infermiere com
pila l’ASGO
, fotocopia gli obiettivi prefissati e i param
etri del paziente per passarli alla continuità assistenziale nel follow
-up precedentem
ente concordato
Infermiere
Scheda ASGO
o scheda/ cartella
infermieristica
L’Infermiere R
eferente ha giàattivato la D
imissione
ospedaliera protetta) , nei casi che rispondono ai criteri elencati nella scheda d’attivazione D
OP,
dopo la presa in carico nel setting di ricovero
Il medico redige la lettera di dim
issione, compila
le richieste regionali dei farmaci e
programm
azione l’eventuale follow up
ambulatoriale
Medico Tutor
Ricettario
Regionale
Lettera MM
G
Prenotazione visita ed esami di
controllo Eventuale distribuzione diretta dei farm
aci dal reparto o dalla farm
acia ospedaliera
Informazione /
educazione PZ
Il medico e l’inferm
iere rinforzano gli obiettivi prefissati con il paziente, il caregiver ed i fam
iliari
Medico Tutor e
Infermiere referente
Colloquio
opuscoli
Medico e inferm
iere spiegano a paziente e care-giver la terapia da assum
ere, e le norme
igienico-dietetiche e gli stili di vita più idonei
Gestione
documentazione
sanitaria
Il medico Tutor com
pila la SD
O. Il D
irettore di U
.O. firm
a la cartella. Il coordinatoree il medico
tutor verifica la completezza della
documentazione sanitaria ed archivia la C
CI
Dir. U
O
Medico Tutor
Infermiere R
eferente
CC
I R
egistro nosologico
Il Medico e l’inferm
iere durante un colloquio personalizzato con il paziente e/o fam
iliari consegnano la lettera di dim
issione e le richieste farm
aci
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
48
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Endoscopia in urgenza non em
orragica: C
orpi estranei Accettazione
Anamnesi accurata:
Ingestione o
accidentale (90%)
o Ingestione volontaria10%
(pz psichiatrici, detenuti, drug addict,etc).
o
Natura,
o Form
a del corpo estraneo Sm
usso, allungato, acum
inato/tagliente, iatrogena (es dentiera)
o D
imensioni:
o Tem
po dalla ingestione e dall’ultim
o pasto Patologie pre-esistenti: stenosi, esiti interventi) Esam
e obiettivo: o
Valutare la stabilità del paziente o
Se in esofago: disfagia, odinofagia,
o D
olore collo, torace-addome,
dispnea, tumefazioni, crepitii
sottocute, o
Stomaco; spesso asintom
atico o conati vom
ito, o
Intestino: ostruzione, dolore, sanguinam
ento, perforazione C
omplicanze: m
ediastinite, peritonite, em
orragia, avvelenamento
Suggerita osservazione continua (w
athcfulobservation)
Medico P
S o di R
eparto
Gastroenterologo Endoscopista (m
edico e/o chirurgo)
Anestesista C
hirurgo R
adiologo
Linee guida R
egione Sicilia
C
artella PS o C
CI*
80-90% dei corpi estranei transita
spontaneamente e viene espulso con
le feci 10-20%
necessita rimozione
endoscopica 1-2%
di intervento chirurgico C
omplicanze globali <1%
C
omplicanze da rim
ozione endoscopica 8%
. Se ingesti nello stom
aco, o
rischio di ab ingestis e di o
non visualizzare il corpo estraneo (anche di 2 cm
) D
ifficile il passaggio dal piloro se di diam
etro superiore a 25 mm
. Su questa base viene effettuata laSTR
ATIFICAZIO
NE D
EL RISC
HIO
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
49
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Esami R
x
Diagnosi
Rx: collo-torace-addom
e TAC
se sospetta perforazione
Cartella P
So CC
I*
LG R
egione Sicilia
R
egolamento di Area o
Dipartim
ento
La clinica può guidare sulla possibile sede del corpo estraneo Se C
orpo estraneo Rx trasparente
non somm
inistrare bario, si esegue direttam
ente la gastroscopia La sede definita dall’R
X è affidabile per circa 30 m
inuti dopo le quale la sede potrebbe cam
biare.
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
50
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Esecuzione esam
e endoscopico
Oltre ll’80%
dei corpi estranei viene elim
inato spontaneamente e non richiede
gastroscopia G
arantire protezione sicura delle vie aeree (sedazione cosciente se collaborante, diversam
ente con assistenza anestesiologica e protezione dellevie aeree G
astroscopia urgente precoce (al più presto, com
unque entro 12 ore) Tem
po minim
o almeno 6 ore dall’ultim
o pasto
o Ingestione m
agneti multipli
o C
orpi estranei contenenti piombo
o Assunzione di grosse quantità di pillole
o C
E appuntiti o vulneranti o
Se in esofago con sintomi
Gastroscopia urgente (entro 24 ore) o
Corpo estraneo in esofago o
stomaco con presenza di sintom
i o
Condizioni anatom
iche che ostacolano la elim
inazione (stenosi, M
C, etc). .
o Se in esofago in assenza di sintom
i (possibile passaggio nello stom
aco)
.
I magneti m
ultipli aderiscono e possono determ
inare compressione
anse, necrosi, emorragia,
perforazione Il pz va ricoverato, m
onitorato clinicam
ente e radiologicamente (per
magneti oltre il duodeno)
Il piombo assorbito è tossico, per cui
va rimosso rapidam
ente, -dosare la piom
bemia,
-somm
inistrare o
PPI (rallentano la liberazione del Pb nello stom
aco o
Chelanti com
e da indicazioni centro anti-veleni (C
AV) Le pillole tendono inizialm
ente a com
pattare , la rimozione
endoscopica ne riduce l’assorbimento
Se pz asintom
atico con corpo estraneo sm
usso inferiore a 25 mm
nello stom
aco paziente dimesso con
Rx settim
anale ma con indicazione a
ripresentarsi in PS se sintomi o vom
ito
L’uso di PPI può essere indicato se batterie nello stom
aco (l’ambienta
acido favorisce la corrosione della batteria
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
51
FASE D
ESCR
IZION
E ATTIVITA
RESPO
NSABILITA’
STRU
MEN
TI N
OTE
Gastroscopia in
urgenza differita > 24 ore
o Batterie a disco o bottone dopo 24-48 ore persistenza nello stom
aco o
Se nello Stom
aco in assenza sintom
i,persistente oltre 3 settim
ane ai controlli Rx
o C
orpo estraneo superiore a 25-30 m
m o lungo oltre 6-10 cm
(senza sintom
i possibile attesa sino a 3-4 settim
ane)
Medico P
S o M
edico tutor
Gastroenterologo
Linee guida R
egione Sicilia
Lavanda gastrica SE Pz asintom
atico dimesso con
controlli RX settim
anali, eventuale rim
ozione endoscopica se non progredisce oltre le 3-4 settim
ane. Si puo’ favorire la progressione del C
E con soluzioni di PEG
Controindicazione
a esecuzione esam
e endoscopico
Corpi estranei contenenti narcotici
(narcotic packets): Perforazione Stom
aco ripieno di ingesti (aspettare svuotam
ento 6-8 ore)
Medico P
S o M
edico tutor
Gastroenterologo
Linee guida R
egione Sicilia
La estrazione endoscopica a rischio rottura o danneggiam
ento contenitore con tossicità acute sistem
ica M
onitoraggio del paziente ed eventuale rim
ozione chirurgica se corpo estraneo ritenuto Se lo stom
aco non è vuoto può risultare difficile anche visionare corpi estranei di due cm
.
Indicazioni a chirurgia
―Narcotic package” o corpo vulnerante
oltre il Treitz che non transita entro 3 gg dopo w
ash out con PEG
Medico P
S o M
edico tutor
Gastroenterologo
Chirurgo
Linee guida R
egione Sicilia
Sino al 35% di com
plicanze se oltrepassano il Treitz
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
52
Endoscopia in urgenza non em
orragica: Ingestione di caustici Accettazione
Anamnesi accurata:
Motivo Ingestione o
accidentale (>80% bam
bini) o
Volontaria (50% adulti) > quantità
ingerita, >lesioni
Natura caustico o
Acidi forti, pH<2
o Alcali forti pH
>12 o
Agenti ossidanti Q
uantità Stato fisico ( liquido, solido, viscoso) C
oncentrazione M
odalità assunzione D
istanza dal pasto. Valutazione tossicologica: consulto con centro anti veleni (C
AV) Sintom
i: Se sospetta perforazione: preferire im
aging: Rx collo-Torace-Addom
e o TC
con mdc; se conferm
ata G
astroscopia indicata solo intraoperatoria per guidare il chirurgo su sede ed estensione lesioni. G
astrolusi: controindicata, salvo nei casi di caustico a tossicità locale lieve m
a sistem
ica elevata
Medico P
S o di R
eparto
Gastroenterologo Endoscopista Anestesista
Chirurgo
Radiologo
Linee guida R
egione Sicilia
C
artella PSo C
CI*
Se ingestione involontaria piccole quantità lesioni prossim
ali, se volontaria > quantità ingerita, >lesioni Acidi forti:cloridrico, fluoridrico,
nitrico,solforico (es liquidi batterie, detergenti W
C m
etalli, antiruggine) determ
inano necrosi colliquativa con escare che non tendono ad approfondire Alcali forti: am
moniaca, carbonato di
sodio, idrossido di sodio, idrossido dipotassio, ossido di calcio (detersivi per lavastoglie e per uso dom
estico) D
eterminano necrosi colliquativa con
tendenza alla trans-muralizzazione
Ossidanti: ipoclorito di sodio(candeggina)
permanganato di K,perossido di
idrogeno(alle attuali concentrazioni presenti in com
mercio sino a 150 m
l causano solo lievi danni). N
atura fisica caustico: D
enso: >lesioni prossimali (cavo orale
esofago) Liquido: >lesioni stom
aco e cardias ll cibo nello stom
aco diluisce la sostanza caustica e riduce il contatto con la m
ucosa Sintom
i: dolore urente al cavo orale con iperem
ia, edema,erosioni o ulcere,
scialorrea, faringodinia, odinofagia, disfagia, dolore retrosternale, pirosi, epigastralgia, dolore addom
inale con o senza peritonism
o, vomito, eruttazioni,
afonia, raucedine, stridore laringeo, alitosi, em
atemesi, dispnea da aspirazione
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
53
Endoscopia in urgenza non em
orragica: Ingestione di caustici Tim
ing G
astroscopia in urgenza
Timing individualizzato in base a: ►
Clinica paziente
► Sostanza ingerita
► M
odalità ingestione ►
Quantità ingerita
► L’esam
e risulta poco rischioso per il paziente entro le 96 ore
Urgenza precoce:entro 12 ore
► Sem
pre se sintomi
Assistenza anestesiologica sempre se
pz instabile, utile per prevenire danno da opposizione cosciente e evitare inalazione. G
astroscopia a 3-4 settimane
Per valutare esiti cicatriziali e stenosi nei pz con lesioni grado 2-3 ed eventuale trattam
ento della stenosi con dilatazione o stenting G
astroscopia a circa 20 anni: per screening per possibile C
a esofago Terapia m
edica:
o TPN
: Digiuno proporzionale a
entità lesioni o
PPI alte dosi evidenza dimiglior
controllo su reflusso (suggeriti no EB
M)
o Steroidi non indicati
o Antibiotici se uso di steroidi o coinvolgim
ento polmonare
Medico P
S o di R
eparto
Gastroenterologo Endoscopista Anestesista
Chirurgo
Linee guida R
egione Sicilia
C
artella PSo C
CI*
Obiettivi gastroscopia:
Decontam
inazione se caustico a tossicità sistem
ica Selezione pz secondo gravità: Stadiazione di Zargar in gradi: G
1: edema e iperem
ia ; osservazione breve e rapida ripresa alim
entazione con dimissione
G2: erosioni e ulcere
G2A: superficiali
G2B: profonde, circonferenziali:
Ricovero am
biente medico
G3A: aree necrosi piccole
Ricovero am
biente intensivo G
3B: aree necrosi estese R
icovero in ambiente intensivo allertare
chirurgico (vedi allegato) M
ortalità 10%.
Stenosi1-2%
Rischio C
a esofago 2-30%
Una M
A della Cochrane non ha
evidenziato un vantaggio nell’uso di steroidi che dovrebbero prevenire la stenosi esofagea nelle lesioni di grado 2. G
li antibiotici non vanno somm
inistrati a scopo profilattico, utilise steroidi (im
munosoppressione) o coinvolgim
ento polm
onare
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
54
Endoscopia in urgenza non em
orragica: ERCP
ERC
P < 24 ore
o Pancreatite acuta severa biliare con ostruzione biliare e colangite m
oderata/severa
o C
olangite acuta con ostruzione biliare (severa) non responsiva a terapia m
edica o con segni di disfunzione d’organo
ERC
P entro 48 ore o
Colangite m
oderata
ERC
P entro72 ore.
o Pancreatite acuta anche severa con segni di ostruzione biliare senza colangite acuta
o
Colangite acuta lieve con
ostruzione biliare Previa docum
entazione ostruzione biliare con calcoli o stenosi m
ediante colangio-R
MN
o EU
S (pre ER
CP) che
riducono la necessita di ERC
P nei 2/3 dei casi N
B: Nei cirrotici la ercpè gravata da
>SAEs ( sanguinam
ento, colangite) e AC
LF (acute on chronicliverfailure)(15biblio)
Medico P
S o di R
eparto
Gastroenterologo Endoscopista (m
edico e/o chirurgo)
Anestesista C
hirurgo
Linee guida R
egione Sicilia
LInee G
uida ESGE
C
artella PS o C
CI*
Score PA : Apache 2
BISAP R
anson
Classificazione di . Tokio colangiti
BISAP: Bedside index sever.Ac.Pancreat. Punteggio > 2 P
A severa e > mortalità
o BU
N > 25
o Stato m
entale o
SIRS >2
o Eta’> 60 aa
o Versam
ento pleurico SIRS: se presenti 2 o piu criteri tra: o
T° <36> 38 C°
o FR
> 20 atti/minuti
o FC
> 90 min
o W
BC < 4000 o > 12000 m
mc
RAC: Revised Atlanta classification:
Lieve: no DO
o complicanze locali
Moderata: D
O tem
por. e/o complic. locali
Severa: DO
persistente singola (PSOF) o
multipla (PM
OF)
DBC: determinant based classification:
PA: 4 stadi: Lieve: N
o necrosi e DO
assente M
oderata: necrosi sterile eDO
tempor.
Severa:necrosi infetta oDO
persist.. C
ritica: necrosi infetta eDO
persist Lim
ite: Richiede alm
eno 1 settimana per
valutare necrosi e infezione Colangite acuta: C
lassificazione di Tokio Lieve: si risposta a Terapia m
edica no DO
M
oderata: no risp. Terapia medica, no D
O
Grave: no risp. a Terapia m
edica, si DO
DO
: DISFU
NZIO
NE O
RG
AN
O; SAE
S: SID
E ADV
ERS
E EFFECT-S; PSO
F: PER
SISTENT SIN
GLE O
RG
NA
FAILU
RE; PM
OF: PER
SIS
T. MU
LTIPLE OR
GA
N FAILU
RE
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
55
AP
PLIC
AZIO
NE
TEC
NIC
A FM
EC
A FA
ILUR
E M
OD
E A
ND
EFFE
CT A
NA
LYSIS
( FME
A ) A
ND
FAILU
RE
MO
DE
S, E
FFEC
TS A
ND
CR
ITICA
LITY AN
ALYS
IS ( FM
EC
A )
Indice di Priorità del R
ischio (IPR):1. Probabilità che si verifichi l’evento 2. G
ravità degli effetti dell’evento3. Rilevabilità dell’evento
Per calcolare l’indice di rischio è necessario:
1. C
ostruire le tre scale di valutazione necessarie, assegnando a ciascun elemento il proprio punteggio:
- P
robabilità di errore: punteggio 1-10 -
Gravità dell’errore: punteggio 1-10
- R
ilevabilità dell’errore: punteggio 10-1 -
2.
Applicare la formula: P x G
x R.
L’IPR si calcola com
e il prodotto dei tre parametri considerati. Esso può assum
ere il valore massim
o di 1.000 (10x10x10: prodotto dei punteggi m
assimi delle scale) e il valore m
inimo di 1 (1x1x1: prodotto dei punteggi m
inimi delle scale).
Esempi di scale:
Probabilità Punteggio
Rem
ota0%
1 Bassafra 5‰
e 1‰
2-3 M
oderatafra 0,5‰ e 0,5%
4-5-6
Altafra 1% e 5%
7-8
Molto altafra 5%
e 50%
9-10
Gravità
Punteggio Appena percettibile o im
percettibile 1
Lieve 2-3
Moderata
4-5-6 G
rave 7-8
Gravissim
a 9-10
Rilevabilità
Punteggio Altissim
a 1-2
Alta 3-4
Media
5-6 Bassa
7-8 bassissim
a 9
Nulla
10
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
56
Schem
a esemplificativo di S
cheda FME
CA
7.2. Scheda analisi FM
ECA
: ……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
…...…
……
. (Fase del PDTA
a cui la scheda si riferisce)
Attività M
odalità di errore
Effetti M
isure di controllo attuali
G
(Gravità)
P (probabilità di accadim
ento)
R
(difficoltà di rilevazione)
IPR
(Indice priorità di rischio:
G x R
x P)
Analisi delle cause
Azioni preventive/
correttive
Schem
a esemplificativo di tabella per C
LAS
SIFICA
ZION
E dei M
OD
I di ER
RO
RE
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
57
7.3. Scheda classificazione m
odi di errori in base all’indice di priorità di rischio
Modi di E
rrore IP
R
AZIO
NI C
OR
RETTIV
E E P
RE
VEN
TIVE
CO
ND
IVIS
E:
1. ……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
…..
2. ……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
…..
3. ……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
…..
4. ……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
……
…..
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
58
8. Aree di m
iglioramento e responsabilità di gestione
Le Criticità em
erse durante l’analisi del processo rappresentano situazioni che necessitano l’avvio imm
ediato di azioni di miglioram
ento. S
copo della seguente tabella è quindi quello di prendersi in carico il problema definendo le responsabilità per la sua gestione
Dopo aver individuato le aree di crisi e le responsabilità per loro gestione, sarà necessario raccogliere ed analizzare le inform
azioni a supporto e condividere le azioni di m
iglioramento prioritarie da avviare, ed in particolare.
1. analizzare il problem
a individuandone le cause; 2.
identificare le soluzioni; 3.
pianificare le soluzioni (Piani d’Azione); 4.
individuare gli indicatori per il monitoraggio della loro applicazione e il raggiungim
ento del risultati Le azioni di m
iglioramento richiedono di essere gestite com
e veri e propri progetti in cui il ―cuore‖ è rappresentato dalla pianificazione delle attività: lo strum
ento è il Piano d’Azione. Nel m
odello di manuale della qualità per l’Accreditam
ento istituzionale i Piani di azione
sono descritti nei relativi Piani triennali e annuali di m
iglioramento.
8.1 7.1 Responsabilità nelle pianificazione delle azioni di m
iglioramento
Schem
a esemplificativo di tabella delle R
ESPO
NS
AB
ILITÀ relative alla gestione delle criticità em
erse
RE
SP
ON
SA
BILITÀ
CR
ITICITÀ
GR
C A
sl D
ir. Infer. D
ir. AF
Dir. U
U.O
O
Dir. P
O
Percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale per il trattam
ento delle Urgenze in Endoscopia Digestiva
59
9.CR
ITERI / IN
DIC
ATOR
I E STAN
DAR
D V
edi Docum
ento 2: Implem
entazione di strumenti di audit e feedback nell’A
F Medica per indurre il cam
biamento nella pratica clinica
10. GESTIO
NE D
EL DO
CU
MEN
TO Il presente docum
ento riporta evidenziato il proprio stato di revisione, la data di emissione e la firm
a dei responsabili della redazione, valutazione ed approvazione. I R
eferenti del documento provvedono a far verificare e revisionare annualm
ente questo Docum
ento e comunque quando intercorrono
variazioni significative del mandato e del contesto di riferim
ento. G
li aggiornamenti vengono gestiti nel caso di variazioni della struttura organizzativa, variazioni degli orientam
enti strategici, nuove disposizioni legislative, statutarie e/o regolam
entari, nuove esigenze operative, interventi correttivi e/o preventivi sul sistema di gestione
per la qualità dalle stesse funzioni che lo hanno redatto. Le m
odifiche apportate ai documenti e ai dati sono verificate e approvate dalle stesse funzioni che eseguono la prim
a verifica e danno la prim
a approvazione, in modo da assicurare la congruenza tra m
odifiche apportate e stesura originaria del documento.
In caso di revisione il Responsabile Q
ualità provvede a distribuire a tutti gli interessati le sezioni aggiornate, unitamente al nuovo Indice e
stato di revisione del Manuale.
11. ALLE
GA
TI
1. FLO
W C
HA
RT (D
IAGR
AM
MI D
I FLUS
SO
)
2. STRU
ME
NTI D
I AU
DIT E FE
ED
BA
CK
3.LINEE
GU
IDA
REG
ION
E S
ICILIA
4.SC
OR
E STR
ATIFICA
ZION
E R
ISC
HIO
(inseriti nei diagramm
i di flusso specifici) 5. IN
DIC
ATOR
I DI P
ERFO
RM
AN
CE