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Bergamasca LOM-14 Il solco fluviale del Serio Il borgo e la campagna Agricoltura e industria Una pianura metropolitana Paesaggio dell’alta pianura asciutta Il campo e la cascina Le dinamiche attuali Montagna Collina Pianura Litorale Naturale Rurale Urbano La pianura bergamasca, con un crescendo che va dal margine meridionale del confine provinciale fino alla linea pedemontana, è inclusa nel vasto sistema della conurbazione lineare padanoveneta. Forti dorsali infrastrutturali, sia stradali sia ferroviarie, attraversano e scompartiscono questo territorio di pianura seccagna stimolando l’aggregazione degli insediamenti secondo modalità che non appartengono più allo schema dell’espansione a gemmazione (vedi i casi emblematici di Cologno al Serio, Martinengo, Romano di Lombardia…) da centri preesistenti ma si compongono a schiera o a pettine lungo le vie di comunicazione, indipendentemente da riferimenti storici d’appoggio. Un caso classico è lungo l’Autostrada Milano- Bergano, dove per ragioni d’immagine e non di logistica localizzativa, molte imprese industriali hanno occupato le fasce limitrofe alla sede stradale precludendo, fra l’altro, la nota veduta panoramica sui colli della città orobica. Solo con una lettura molto attenta, che escluda le ramificazioni attestantisi sulle direttrici stradali, si torna alla tradizionale organizzazione territoriale incentrata sul borgo, di matrice medievale, agente colonizzatore della circostante campagna e sulla trama, a un gradino inferiore, dei nuclei di più modesta dimensione ma tutti di grande compostezza e qualità architettonica, spesso difesi da alte mura di cinta. Nel borgo, di forma circolare, difeso da fossati, e con un‘articolazione viaria interna apparentemente priva di regolarità ma sempre centrata su una o più piazze, spiccano l’edificio di culto e il suo alto campanile, il castello o la rocca, gli isolati di basse case, alcune patrizie, con i portici lungo le vie. Nel villaggio rurale emergono la cascina o l’aggregazione di più ‘corti’, separate dalla rete viaria. La foto è stata scattata nell’autunno 2006 lungo la Strada Francesca, asse di attraversamento est-ovest della pianura bergamasca, che riprende un più disarticolato tracciato di origine medievale. Alla tradizionale coltura seccagna - ormai mietuta - in primo piano fa da sfondo un cascinale del quale, sia funzione sia forma, sono ormai mutate rispetto all’origine. La modesta dimora contadina, affacciata al largo loggiato coperto dove si esponevano i prodotti agricoli per la seccagione, non è più sufficiente ai moderni stili di vita. Le ristrutturazioni di queste dimore alterano, con tamponamenti, sopraelevazioni, ampliamenti di corpi di fabbrica la forma essenziale e funzionale della vecchia cascina a corte plurima. La stessa corte, non più utilizzata per i lavori agricoli viene usata come parcheggio, mentre le stalle e i fienili o giacciono nell’abbandono o sono usati come magazzini. Il paesaggio agrario ha conservato solo residualmente i connotati di un tempo. La ristrutturazione in senso moderno dell’agricoltura in questa zona asciutta, non vi è stata anche a causa della sua subordinazione all’industria, che è dominante e impone ovunque il suo elemento caratteristico: il capannone. La conduzione dei campi è fatta spesso part-time da lavoratori dell’industria che hanno rinunciato alla proprietà. Del resto l’agricoltura in questa parte della regione (la Lombardia asciutta) ha scarsa redditività e ciò ha costituito un fattore non estraneo alle sollecitazioni industriali di cui è stata scenario. Quello della pianura bergamasca è dunque un paesaggio impoverito nelle sue dominanti naturali, dove lo sfoltimento delle cortine arboree, delimitanti i terreni di coltura, mette ancor più a nudo la povertà dei suoi caratteri. Singolare invece, e quasi unico nel contesto regionale, l’assetto paesaggistico della valle del Serio, l’unica non incassata delle tre che ripartiscono questa parte di pianura, dove il fiume scorre entro un largo greto ghiaioso. Gli spazi agricoli, che fino a qualche decennio fa, connotavano il paesaggio e l’economia dell’alta pianura bergamasca stanno cedendo progressivamente all’urbanizzazione. Le tendenze espansive partono dall’arco sud della città di Bergamo compreso fra i due bracci dell’autostrada A4. Si tratta di aree agricole oggi destinate a servizi tecnologici, infrastrutture, magazzini e capannoni commerciali. La fitta rete stradale, sempre bisognosa di ammodernamenti a causa dell’alto numero di veicoli in circolazione, non solo viene a sacrificare altri spazi agricoli ma separa, in modo violento, l’omogeneità del paesaggio agrario. Tipo di paesaggio dell’alta pianura asciutta (Bergamasca). Punto di ripresa: Strada Francesca, presso la località Bolza Ponente (comune di Verdello). Altezza: 159 m Orientamento: O Riferimento geografico: 45°35’28.24"N –9°37'47.35"E Riferimento cartografico: CTR 1:10.000, foglio C5b5 Comprende la porzione di pianura della provincia di Bergamo includendo lembi di territorio i cui limiti sono definiti dal corso dei principali fiumi (Isola, Gera d’Adda, Calciana ecc.). L’assetto del paesaggio agrario discende dalle bonifiche operate in epoca storica con la scomparsa delle aree boscate primigenie a favore delle coltivazioni irrigue e seccagne. Sporadici elementi di sopravvivenza del paesaggio naturale sussistono solo in coincidenza dei solchi fluviali dei maggiori fiumi (Adda, Serio, Oglio). Ma anche il disegno del paesaggio agrario presenta, specie seguendo l’evoluzione recente, una notevole dinamica evolutiva che configura assetti agrari sempre meno caratterizzati nel loro disegno distributivo e sempre più rivolti a un’organizzazione di tipo estensivo monocolturale. Sotto questo profilo diventa anche più labile la tradizionale distinzione fra alta e bassa pianura - che in questo caso corrisponde grossomodo al tracciato della Strada Statale Padana Superiore - che un diverso regime idraulico aveva, fino a qualche decennio or sono, fortemente connotato e distinto. L’alta pianura, dai suoli ciottolosi, soffriva di relativa aridità e necessitava di forti apporti idrici artificiali a scorrimento, garantiti dal XVII-XVIII in poi dalle varie ‘seriole’, canali irrigui che prelevano acqua dai fiumi maggiori all’uscita dalle valli prealpine. cascina a corte dell’alta pianura complesso commerciale coltivazione seccagna (mais) arteria viaria [PAYS.DOC] Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # #

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Bergamasca LOM-14

Il solco fluviale del SerioIl borgo e la campagna Agricoltura e industriaUna pianura metropolitana

Paesaggio dell’alta pianura asciutta

Il campo e la cascina Le dinamiche attualiMontagna

Collina

Pianura

Litorale

Natur

ale

Rural

e

Urban

o

La pianura bergamasca, con un crescendo che va dal margine meridionale del confine provinciale fino alla linea pedemontana, è inclusa nel vasto sistema della conurbazione l ineare padanoveneta. For t i dorsal i infrastrutturali, sia stradali sia ferroviarie, attraversano e scompar tiscono questo territorio di pianura seccagna stimolando l’aggregazione degli insediamenti secondo modalità che non appartengono più allo schema dell’espansione a gemmazione (vedi i casi emblematici di Cologno al Serio, Martinengo, Romano di Lombardia…) da centri preesistenti ma si compongono a schiera o a pettine lungo le vie di comunicazione, indipendentemente da riferimenti storici d’appoggio. Un caso classico è lungo l’Autostrada Milano- Bergano, dove per ragioni d’immagine e non di logistica localizzativa, molte imprese industriali hanno occupato le fasce limitrofe alla sede stradale precludendo, fra l’altro, la nota veduta panoramica sui colli della città orobica.

Solo con una lettura molto attenta, che escluda le ramificazioni attestantisi sulle direttrici stradali, si torna alla tradizionale organizzazione territoriale incentrata sul borgo, di matrice medievale, agente colonizzatore della circostante campagna e sulla trama, a un gradino inferiore, dei nuclei di più modesta dimensione ma tutti di grande compostezza e qualità architettonica, spesso difesi da alte mura di cinta. Nel borgo, di forma circolare, difeso da fossati, e con u n ‘ a r t i c o l a z i o n e v i a r i a i n t e r n a apparentemente priva di regolarità ma sempre centrata su una o più piazze, spiccano l’edificio di culto e il suo alto campanile, il castello o la rocca, gli isolati di basse case, alcune patrizie, con i portici lungo le vie. Nel villaggio rurale emergono la cascina o l’aggregazione di più ‘corti’, separate dalla rete viaria.

La foto è stata scattata nell’autunno 2006 lungo la Strada Francesca, asse di attraversamento est-ovest della pianura bergamasca, che riprende un più disarticolato tracciato di origine medievale. Alla tradizionale coltura seccagna - ormai mietuta - in primo piano fa da sfondo un cascinale del quale, sia funzione sia forma, sono ormai mutate rispetto all’origine. La modesta dimora contadina, affacciata al largo loggiato coperto dove si esponevano i prodotti agricoli per la seccagione, non è più sufficiente ai moderni stili di vita. Le ristrutturazioni di queste dimore alterano, con tamponamenti, sopraelevazioni, ampliamenti di corpi di fabbrica la forma essenziale e funzionale della vecchia cascina a corte plurima. La stessa corte, non più utilizzata per i lavori agricoli viene usata come parcheggio, mentre le stalle e i fienili o giacciono nell’abbandono o sono usati come magazzini.

Il paesaggio agrario ha conservato solo residualmente i connotati di un tempo. La r is t r u t turaz ione in senso moderno dell’agricoltura in questa zona asciutta, non vi è stata anche a causa del la sua subordinazione all’industria, che è dominante e impone ovunque il suo elemento caratteristico: il capannone. La conduzione dei campi è fatta spesso part-time da lavoratori dell’industria che hanno rinunciato alla proprietà. Del resto l’agricoltura in questa parte della regione (la Lombardia asciutta) ha scarsa redditività e ciò ha costituito un fattore non estraneo alle sollecitazioni industriali di cui è stata scenario.

Quello della pianura bergamasca è dunque un paesaggio impoverito nelle sue dominanti naturali, dove lo sfoltimento delle cortine arboree, delimitanti i terreni di coltura, mette ancor più a nudo la povertà dei suoi caratteri. Singolare invece, e quasi unico nel contesto regionale, l’assetto paesaggistico della valle del Serio, l’unica non incassata delle tre che ripartiscono questa parte di pianura, dove il fiume scorre entro un largo greto ghiaioso.

Gli spazi agricoli, che fino a qualche decennio fa, connotavano il paesaggio e l’economia dell’alta pianura bergamasca stanno cedendo progressivamente all’urbanizzazione. Le tendenze espansive partono dall’arco sud della città di Bergamo compreso fra i due bracci dell’autostrada A4. Si tratta di aree agricole oggi destinate a servizi tecnologici, infrastrutture, magazzini e capannoni commerciali. La fitta rete stradale, sempre bisognosa di ammodernamenti a causa dell’alto numero di veicoli in circolazione, non solo viene a sacrificare altri spazi agricoli ma separa, in modo violento, l’omogeneità del paesaggio agrario.

Tipo di paesaggio dell’alta pianura asciutta (Bergamasca).Punto di ripresa: Strada Francesca, presso la località BolzaPonente (comune di Verdello).Altezza: 159 mOrientamento: ORiferimento geografico: 45°35’28.24"N –9°37'47.35"ERiferimento cartografico: CTR 1:10.000, foglio C5b5

Comprende la porzione di pianura della provincia di Bergamo includendo lembi di territorio i cui limiti sono definiti dal corso dei principali fiumi (Isola, Gera d’Adda, Calciana ecc.). L’assetto del paesaggio agrario discende dalle bonifiche operate in epoca storica con la scomparsa delle aree boscate primigenie a favore delle coltivazioni irrigue e seccagne. Sporadici elementi di sopravvivenza del paesaggio naturale sussistono solo in coincidenza dei solchi fluviali dei maggiori fiumi (Adda, Serio, Oglio). Ma anche il disegno del paesaggio agrario presenta, specie seguendo l’evoluzione recente, una notevole dinamica evolutiva che configura assetti agrari sempre meno caratterizzati nel loro disegno distributivo e sempre più rivolti a un’organizzazione di tipo estensivo monocolturale. Sotto questo profilo diventa anche più labile la tradizionale distinzione fra alta e bassa pianura - che in questo caso corrisponde grossomodo al tracciato della Strada Statale Padana Superiore - che un diverso regime idraulico aveva, fino a qualche decennio or sono, fortemente connotato e distinto. L’alta pianura, dai suoli ciottolosi, soffriva di relativa aridità e necessitava di forti apporti idrici artificiali a scorrimento, garantiti dal XVII-XVIII in poi dalle varie ‘seriole’, canali irrigui che prelevano acqua dai fiumi maggiori all’uscita dalle valli prealpine.

cascina a corte dell’alta pianura complesso commerciale

coltivazione seccagna (mais) arteria viaria

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Paesaggio dell’alta pianura asciutta Bergamasca LOM-14

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La campagna della Bergamasca dopo la trebbiatura del granoturco, monocoltura dominate nelle zone asciutte.

Il largo, ciottoloso e spesso asciutto greto del fiume Serio.

Alberature superstiti nella campagna alto-bergamasca.

Canaletta per l’irrigazione artificiale a scorrimento.

Immagine tradizionale del paesaggio agrario bergamasco con il filare alberato e, in lontananza, la cascina.

Strada d’accesso al nucleo di Cascina Martina (Verdello).

L’imponente chiesa parrocchiale neoclassica di Ghisalba. Edifici di culto grandiosi, con alti campanili, sono elemento paesaggistico tipico della campagna bergamasca. In questo caso il progettista fu Luigi Cagnola a imitazione della canoviana Rotonda di Possagno

Il disegno circolare, d’impianto medievale, di Cologno al Serio, simile a quello di molti altri centri dell’alta pianura bergamasca. Il circuito era definito da un fossato d’acque sorgive, lungo il quale quattro ponti e le relative porte consentono l’accesso al nucleo interno

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