Patti Comunitari per lo Sviluppo e la Qualità Sociale

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Comune di Pisa PATTI COMUNITARI PER LO SVILUPPO E LA QUALITA’ SOCIALE

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La brochure descrive l'esperienza pisana dei Patti Comunitari per lo Sviluppo e la Qualità Sociale. Un progetto nato ispirandosi alle idee di Adriano Olivetti. L'impresa, la città, la comunità di persone che ad essa si riferiscono con il loro carico di aspettative e problemi, con il loro bagaglio di esperienze e potenzialità ne sono protagonisti. Sulla traccia dell'impegno comunitario e di responsabilità sociale di Adriano Olivetti, Pisa ha sperimentato un metodo che ha unito intorno a impegni reciproci, assunti in risposta a bisogni della collettività, i diversi attori protagonisti dello sviluppo della città. Istituzioni, enti pubblici e privati, forze economiche e sociali, associazionismo, volontariato, si sono uniti per portare a compimento un insieme di progetti descritti nella brochure.

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Comune di Pisa

PATTI COMUNITARI PER LO SVILUPPO E LA QUALITA’ SOCIALE

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“PLASMARE NELLA VIVA REALTA’ GLI IDEALI CHE OGNUNO PORTA NEL CUORE: ARMONIA, ORDINE, BELLEZZA, PACE” (Adriano Olivetti)

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L’umanesimo di Olivetti non era disgiunto da una chiara visione imprenditoriale, anzi. I successi della “fabbrica” non furono separati dal modo che egli ebbe di organizzarla, né la sua visione strategica fu offuscata dalla responsabilità sociale che fortemente sentiva. Convinto del futuro dell’elettronica, alla sua improvvisa e prematura scomparsa, toccò a un gruppo di imprese e banche continuare l’Olivetti, ma caratterizzate da una misera visione così espressa da Valletta: “l’Olivetti è una buona impresa ma con un neo da estirpare: l’elettronica, perché è un settore per il quale occorrono investimenti che nessuna impresa italiana è in grado di affrontare.”Allo stesso modo furono ben presto archiviati il suo umanesimo e la sua visione comunitaria secondo la quale esiste un complesso sistema di relazioni umane, sociali, infrastrutturali tra il territorio e il sistema delle imprese che in esso opera.Se è tardi, irrimediabilmente, per recuperare all’Italia un primato nell’elettronica che avrebbe potuto esercitare – ma la rivoluzione digitale potrebbe consentire recuperi, dovremmo coltivare ambizioni grandi –, è del tutto attuale, persino necessaria, quella visione che lega in un sistema interdipendente l’impresa in senso lato e il territorio, e nel territorio la città che ne costituisce il cuore. Un approccio possibile ai problemi dello sviluppo di una comunità, per “plasmare nella viva realtà gli ideali

che ognuno porta nel cuore: armonia, ordine, bellezza, pace” (A. Olivetti) . Forse un’utopia, in realtà anche un programma di governo e una felice consonanza con il programma di governo del Comune nella parte in cui si afferma l’obbiettivo di “una città da vivere, più bella e attraente” dove la bellezza non è mero ornamento ma sintomo di una “crescita di qualità”, stimolo alla creatività, elemento costitutivo del benessere collettivo.Pisa ritrova in questa consonanza la sua vocazione di città laboratorio e propone ai destinatari della presente dichiarazione d’intenti, di condividere e fare propri, prima ancora che di sottoscrivere, gli elementi di un possibile Patto di comunità per lo sviluppo e la qualità sociale.Per avere innanzi a tutto la persona come misura delle azioni.Perché le azioni siano ispirate dalla visione che tentiamo qui di proporre, perché una tale ispirazione non sia solo il frutto di singole illuminazioni ma la parte di un progetto condiviso e perciò più forte e più efficace.Per dare vita a un metodo e ad un impegno reciproco tra gli attori dello sviluppo della città, che sia di guida nel pensare e realizzare il futuro della comunità, consapevoli che tanto più si è comunità, quanto più un insieme di cittadini, di istituzioni, di forze sociali, condividono dei valori e fini.

Ogni anno un patto

Una lista concreta di progetti dove i privati, il privato-sociale, istituzioni che rappresentano “autonomie funzionali”, le associazioni, possano dare alla città, in un disegno condiviso, opere, servizi, azioni di utilità pubblica, per cui il Comune (quando è necessario e possibile insieme ad altre istituzioni) s’impegni a realizzare procedimenti accelerati, scelte realizzative, concorso con risorse proprie – e dunque con scelte mirate di bilancio –, anche se in misura “marginale” rispetto allo stanziamento dell’attore che promuove e finanzia il progetto. Tutto ciò con un positivo ritorno d’immagine per i promotori, perché realizzano un legame più forte con la città, vi s’identificano: e la città può avere un grande valore di traino e di visibilità.

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Il Patto Comunitarioper lo sviluppo e la qualità sociale

L’idea

L’impresa, la città, la comunità di persone che ad esse si riferiscono con il loro carico di aspettative e problemi, con il loro bagaglio di esperienze e potenzialità. Davanti ad esse le grandi questioni della cittadinanza declinata nella versione del nostro tempo. Da una parte la solidarietà sociale da consolidare ed estendere a inedite realtà – i nuovi poveri, i migranti, quelli che sono toccati, o travolti, dai repentini mutamenti che rendono la vita spesso incerta e meno definita, i cambiamenti nella vita quotidiana delle famiglie in termini di mobilità, di orari, di cura dei bambini e degli anziani. Una solidarietà sociale che deve perciò essere ripensata nelle sue priorità, nei modi di somministrare sostegni e supporti, negli obbiettivi stessi che deve porsi, per contribuire ad una società che vorremmo coesa, persino armoniosa - parola temeraria ma di utile pronuncia.Dall’altra, ma non altrove – nello stesso mondo di problemi, tensioni e speranze che parimenti connota e qualifica – una competizione planetaria che ogni giorno ci costringe a riposizionarci, a rivedere le tabelle di marcia, a riconsiderare margini e spazi.Un mondo che spesso ci lascia smarriti, ma che può coinvolgerci se ne percepiamo le opportunità.Le opportunità: se esse possano tradursi in una crescita diffusa, se possano portare ad un esteso benessere non solo materiale ma anche civile e culturale, è tutt’altro che scontato. Dipenderà da molte variabili. Se non vedremo le contraddizioni e i sussulti della nostra epoca come un determinismo da inseguire affannosamente, ma come un intreccio da capire, come una mappa su cui si

possono tracciare percorsi e indicare mete.Ci sorregge una ragione positiva e propositiva; e poi la conoscenza, la buona volontà di donne e uomini che vogliono partecipare, che hanno bisogno, proprio per questo, di idee forti: non lo stagno rassicurante di un qualche sistema ideologico, ma una visione, un modo di sentire i problemi che sostenga e orienti, che illumini nel concepire e nel fare.Anche l’utopia – che fu quella di Adriano Olivetti – di un’armonia assai più grande delle nostre comunità, controcorrente, che indichi almeno una via, un senso.L’impresa dunque, e la sua responsabilità sociale. La città, appunto: paradigma del nostro tempo, condizione maggioritaria dell’umanità, repertorio di contraddizioni ed asperità, luogo dove si incontrano i talenti e fermenta l’innovazione, quell’innovazione necessaria per dare al nostro paese un ruolo nella scena globale. È possibile che l’impresa con la sua responsabilità sociale, il governo locale, una classe dirigente diffusa, l’opinione pubblica più consapevole, trovino un terreno comune in cui esercitare il dovere dell’innovazione unito a quello della coesione sociale, della crescita economica ma anche umana e culturale, l’una condizione delle altre, le altre lievito dell’una?È accaduto. Pisa ne è stata, in piccola parte, testimone privilegiata nella sua storia recente. È accaduto che a Pisa, dove l’Università voleva costruire – erano gli anni cinquanta – una macchina elettronica da calcolo, dove gli Enti Locali (non solo di Pisa, ma anche di Livorno e Lucca, primo esempio virtuoso di Area Vasta) destinarono risorse al progetto, approdassero – intenzionati a investire sull’elettronica, coinvolti, per questo, a collaborare con l’Università di Pisa - Adriano Olivetti e la sua “fabbrica” . Adriano Olivetti che ebbe sempre al centro del proprio agire l’innalzamento culturale delle persone che con lui collaboravano, la valorizzazione dei giovani d’ingegno, il valore del lavoro, la necessità di dare ai lavoratori - cittadini certezze e servizi e di renderli partecipi del destino della fabbrica come di quello della società, “ambiva a mettere nella industrializzazione un umanesimo …. in cui la sicurezza personale fosse estesa alla sicurezza della famiglia e delle relazioni sociali”(M. A. Toscano).

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Sulla traccia dell’impegno comunitario e di responsabilità sociale di Adriano Olivetti, già a partire dal precedente mandato, abbiamo dato vita ad un metodo e ad un impegno reciproco fra gli attori dello sviluppo della città – istituzioni, enti pubblici e privati, forze economiche e sociali, associazionismo, volontariato – per individuare e portare a compimento un insieme di progetti che rispondono ad una stessa ispirazione di coesione sociale, di crescita economica, civile e culturale.

E’ nata così l’esperienza pisana dei Patti Comunitari per lo Sviluppo che ha consentito di realizzare progetti e interventi importanti per il miglioramento della qualità di vita dei cittadini e per la riqualificazione dei quartieri.Parte di questi progetti sono già stati realizzati, altri sono in progress.Un’esperienza positiva dunque, che continuiamo a portare avanti individuando nuovi progetti di pubblico interesse frutto di una collaborazione (talvolta anche

L’esperienza pisana dei Patti Comunitari per lo Sviluppo

I progetti

Il metodo di lavoroOpere, servizi, azioni di pubblica utilità che dal privato e dal privato-sociale si affiancano all’attività istituzionale possono rientrare in un disegno organico, coerente e condiviso.I progetti che compongono il disegno possono contare su una forte attenzione del Comune, sia - dove è possibile – attraverso una partecipazione di bilancio, sia con scelte realizzative e di accelerazione dei relativi provvedimenti.I promotori dei progetti si giovano di un ritorno d’immagine non trascurabile, per il

profilo del patto e per le caratteristiche di traino e di visibilità che una città come la nostra è in grado di offrire.Essi, inoltre, possono fare riferimento alla disciplina delle sponsorizzazioni e alla nuova figura del rapporto pubblico-privato così come impostato dal D.L. 185/2008.Il metodo ha costituito un’esempio per la Regione che ha adottato i PCS come approccio di carattere generale.

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Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Comune di Pisa, L’Istituto Europeo per la Prevenzione e la terapia dell’obesità, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, con il contributo di UISP comitato di Pisa.

Si pone l’obiettivo di contrastare la diffusione dell’obesità, fenomeno che l’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito come una «epidemia» e come «una delle maggiori sfide per la salute pubblica nel XXI secolo, attraverso un intervento multisettoriale. Due sono le grandi aree d’azione: pianificazione territoriale e progettazione urbanistica, da un lato, e formazione, comunicazione e informazione, dall’altro.Il Progetto muove dalla convinzione che all’azione terapeutica diretta che pure esiste (ed ha un costo elevatissimo, in Europa il 7% del totale della spesa sanitaria) deve essere affiancata una efficace azione di prevenzione attraverso la diffusione di validi stili di vita basati su una corretta alimentazione e, soprattutto, su una più intensa attività fisica, e che tali obiettivi si possano raggiungere pensando la struttura della città in coerenza con essi. La Regione Toscana ha ritenuto “Pisa città che cammina” una buona pratica territoriale da esportare a livello regionale ed extra‐regionale e (il 18 aprile 2012)ha sottoscritto un Protocollo d’intesa con il Comune di Pisa. Oggi il progetto è in atto e parti consistenti degli interventi previsti sono già state realizzate: • Asse pedonale Stazione - Piazza dei Miracoli: è stata già realizzata la riqualificazione di Corso Italia, la pavimentazione di Piazza dei Cavalieri, iniziati i lavori per la lastricatura di via S. Maria nel tratto che congiunge Piazza Cavallotti con Piazza dei Miracoli.• Spazi urban-fitness all’aperto: sono già stati realizzati alle Piagge, sul litorale, sulla Golena d’Arno a Riglione, al CEP, e prossimamente San Marco.• Inserimento del piano della camminabilità e della ciclabilità all’interno del Piano Urbano del Traffico, • Approvazione del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche nel centro storico. • Realizzato evento “SportU” a maggio 2014 con incontri e dibattiti in collaborazione con l’assessorato

allo Sport; in corso di programmazione un ulteriore evento per la promozione di stili di vita; • Percorsi pedonali protetti: Sono stati progettati 14 percorsi protetti in prossimità di scuole non in ZTL, 9 dei quali ad oggi completati, come palestre per la mobilità in autonomia. In questo ambito è stata pianificata la realizzazione di due esperienze di pedibus: la prima presso I.C. Galilei con il coinvolgimento delle scuole Gereschi, l’altra presso I.C.Tongiorgi con il coinvolgimento delle scuole Collodi. Si è trattato di due interventi molto diversi sia per modalità di costruzione del progetto sia per modalità di attuazione dello stesso. In entrambi i casi si è lavorato attorno ad un progetto educativo di progettazione partecipata dei percorsi con la scuola i bambini ed i loro genitori. • Definito e realizzato il programma annuale di educazione agli stili di vita e alla corretta alimentazione, nell’ambito del Piano di Educazione alla Salute di area pisana e con la supervisione della ASL5, e nell’ambito del contratto di refezione scolastica.• per quel che riguarda i percorsi ciclabili e pedonali dobbiamo fare riferimento al piano della mobilità e al lavoro della consulta delle biciclette che hanno recepito le indicazioni del progetto portando a compimento in maniera concreta il completamento e messa a norma di alcune piste ciclabili esistenti (Cisanello, Calambrone, Sottopasso dell’Aurelia, IKEA ecc.) e andando molto avanti nella progettazione di quelle dal progetto indicate come prioritarie (Pisa Marina di Pisa, progetto regionale di ciclopista sull’Arno, pista intorno alle mura di Pisa, ecc.).

Prossime tappe del progetto:

1) Completamento dell’asse pedonale Stazione- Piazza dei Miracoli2) Completamento della realizzazione dei percorsi

Le cose fattePisa città che cammina

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pedonali protetti per il raggiungimento in autonomia e sicurezza degli edifici scolastici da parte dei bambini, con concretizzazione del progetto “Pedibus” a partire dai quartieri con meno difficoltà strutturali3) campagne di sensibilizzazione sui corretti stili di vita e alla corretta alimentazione (con percorsi nelle scuole)

4) Progetto Mura, completamento dell’intervento di riqualificazione con camminamenti in quota. Recupero della promenade architetturale e creazione di aree a verde attrezzate con percorsi ciclo-pedonali

Le cose fatte - I progetti già realizzati

Pisa Wi-Fi

“Pisa Wi-Fi” è un progetto voluto dall’amministrazione comunale, che rappresenta un altro tassello verso l’evoluzione di Pisa in smartcity; consente un accesso gratuito alla rete internet e ai numerosi servizi che l’amministrazione ha attivato, attraverso diversi tipi di dispositivi mobili (smartphone, laptop o tablet). Il sistema fornisce poi nuovi servizi ai turisti che possono navigare all’interno del portale per il turismo

e interagire con i totem multimediali disposti lungo i percorsi turistici cittadini. Il progetto, realizzato con la compartecipazione di numerosi attori pubblici e privati, risponde a un’idea di smart city dove potersi muovere liberamente restando connessi gratuitamente ad Internet, usufruendo liberamente di servizi, informazioni e segnalazioni turistiche.Nel progetto è prevista la collaborazione con attività commerciali e Associazioni, le quali possono attivare Hotspot Pisa WiFi utilizzando la piattaforma del Comune di Pisa, compartecipando ad estendere il servizio su tutto il territorio comunale. L’estensione della copertura Wi-Fi free di buona parte del centro storico è in progress. Ad oggi sono attivi 27 Hotspot con 80 punti di accesso ad internet coprendo un’area complessiva di 92,720 mq. Il primo punto realizzato con il contributo diretto di un impresa è quello in Largo Ciro Menotti implementato con la società Eurid.

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Le cose fatte

Un esempio perfetto d’intervento pubblico-privati per la riqualificazione della città. Grazie a un investimento privato di 80.000 € (Servair Air Chef proprietaria del bar Salza che affaccia sulla piazza) e a una disponibilità del Comune che ha investito 40.000 € si è proceduto alla ripavimentazione della piazza. L’intervento di altri privati ha poi consentito di completare la riqualificazione della piazza, arredarla e dotarla di servizi di connessione wi fiGli sponsorServair Airchef srl MilanoTipologia di lavoro - Lavori di nuova pavimentazione in pietra di Travertino con inserti in pietra Santa Fiora con predisposizione di sottoservizi, fornitura dei vasi per la piante di arancio (citrus aurantium) ed eliminazione delle barriere architettoniche.Costo - € 80.210,00 oltre IVA

Lattanzi S.r.l. di RomaTipologia di lavoro - Lavori di pulizia e decoro delle colonne poste al piano terra dei porticati intorno alla piazza.

Costo - € 6.000,00 oltre IVACoop. Terra Uomini Ambiente di Castelnuovo GarfagnanaTipologia di lavoro – Fornitura in opera delle piante di arancio (citrus aurantium) con la posa nei vasi contenitori.Costo - € 5.000,00 oltre IVAToscana Energia GreenTipologia di lavoro-Realizzazione impianto di illuminazione pubblica della piazza e dei portici con utilizzazione di sorgenti luminose a LEDCosto-25.000 euro.eu e Monte dei PaschiTipologia di lavoro: WIFI gratuito in Borgo e Largo Ciro Menotti

Riqualificazione di Largo Ciro Menotti

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Le cose fatte - I progetti già realizzati

Seicentocinquanta metri quadrati coperti, realizzati sotto la chiesa del Cep, nei locali un tempo occupati dallo storico cinema teatro “20+1” dei salesiani, abbandonati da tempo, per ospitare l’emporio della Caritas. Il centro distribuisce cibo e vestiti per le famiglie povere del territorio e svolge una funzione di centro di aggregazione sociale e polo per le attività culturali nel quartiere. Inaugurata a giugno del 2013, rappresenta un esempio di collaborazione tra pubblico e privato che nasce in un momento di grave crisi economica proprio per andare incontro alle molte famiglie che vivono una situazione di povertà.L’emporio è gestito dalle cooperative sociali “Axis” e “Il Simbolo” ed è strutturato come un moderno supermercato a cui gli ospiti possono accedere con una tessera collegata ad un sistema informatico di gestione delle casse: il terminale riconosce le generalità della persona ed i punti ad essa associati spendibili all’interno del “negozio”, individuati in base ai bisogni da parte di una commissione di valutazione composta da operatori pubblici e privati che si occupano quotidianamente di povertà e disagio sociale. Gli ospiti possono fare la spesa gestendosi il credito disponibile in base alle proprie esigenze, dato che a ciascun alimento sarà attribuito un punteggio generalmente inferiore al suo valore di mercato. Tutti i prodotti sono donati gratuitamente grazie

all’opera del Banco Alimentare, collette e donazioni private, al progetto “Buon Fine” della Coop che si propone il recupero a fini sociali di quei prodotti rimasti invenduti, assolutamente ancora buoni ma che a causa della scadenza ravvicinata, delle ammaccature sulla confezione o in quanto residui di attività promozionali non possono più essere riproposti sugli scaffali ed a una rete di produttori locali che hanno condiviso l’iniziativa.In modo simile funziona anche l’emporio degli abiti usati parte del progetto “Abitiamo l’usato”, promosso dalla Caritas Pisa insieme ad Acli e San Vincenzo de’Paoli: tutti gli abiti sono donati gratuitamente mediante la stessa tessera a punti utilizzabile anche per i generi alimentari.L’investimento è stato di 1,2 milioni di euro, finanziato con i fondi dell’otto per mille della diocesi e grazie al sostegno della Fondazione Pisa che ha erogato un contributo di 624mila euro mentre l’amministrazione comunale ne ha messi a disposizione altri 30mila e assicurato il supporto costante dei propri uffici sia nella progettazione architettonica che in quella sociale, circa 60mila euro sono venuti dalle ACLI (5xmille) e 10mila euro dalla Fondazione “Il cuore si scioglie”, gran parte degli arredi sono stati donati da UniCoop Firenze.

Cittadella della solidarietà

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Le cose fatte

Il progetto Mondostazione nasce in un quartiere, quello della Stazione, che ha grande bisogno di presidio sociale e d’identità, valorizzando l’esperienza di una presenza importante come quella del Dopolavoro Ferroviario che da sempre svolge un’importante ruolo di centro di aggregazione sociale e culturale. Testimone dei cambiamenti avvenuti nel quartiere della Stazione, interessato da massicci fenomeni immigratori che ne hanno mutato le caratteristiche e la fisionomia, il Dopolavoro ha voluto giocare un ruolo da protagonista, dando vita a una serie di iniziative rivolte all’integrazione e al dialogo tra culture diverse.

A sostegno delle attività promosse dal DLF il Comune ha erogato un contributo di 32.000 €

Ad oggi sono state realizzate molte attività sociali con obiettivo quello dell’integrazione e del dialogo interculturale.

Le cose fatteMondostazione

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Le cose fatte - I progetti già realizzati

Big Fish

Il Big Fish è uno stabilimento balneare gestito interamente da persone con disagio mentale grazie all’Associazione L’Alba, già conosciuta per il circolo in via delle Belle Torri a Pisa. Inaugurato prima dell’estate 2013, il bagno è aperto a tutti. Dispone di 180 ombrelloni, 44 cabine (decorate con i pesci di ceramica simbolo della struttura), bar, ristorante e wi-fi free. Rappresenta una realtà di riferimento, un modello a livello nazionale di struttura gestita da gruppi di auto-aiuto. L’iniziativa ha avuto il sostegno del Comune di Pisa che ha concesso l’uso delle strutture ed è stata realizzata grazie all’intervento dell’associazione ALBA che, oltre a gestirla, ha sostenuto parte dell’investimento per la ristrutturazione dello stabilimento. Al progetto hanno contribuito l’Usl, la Società della Salute, la Regione Toscana, la Fondazione Pisa.

Quella dell’Alba e del Big Fish è oggi un’esperienza vincente che ha messo insieme pubblico e privato e che dimostra che si può fare imprenditoria nel settore sociale.

Mare d’argentoPer la terza stagione consecutiva, con la collaborazione degli stabilimenti balneari del litorale, è stato possibile offrire l’opportunità di una pausa di relax e riposo ad anziani che non

avrebbero in altro modo potuto permetterselo. Si tratta di un’iniziativa unica a livello nazionale, un esempio virtuoso di cooperazione pubblico-privato a fini sociali, che integra l’offerta di servizi rivolti alla

terza età già offerti a livello istituzionale. Beneficiari i cittadini “over 65” con un reddito annuale non superiore ai venti mila euro, residenti nei nove comuni della Zona Pisana (Calci, Cascina, Fauglia, Lorenzana, Orciano Pisano, Pisa, San Giuliano Terme, Vecchiano, Vicopisano). Per 5 giorni la settimana, da lunedì al venerdì, gli stabilimenti balneari hanno offerto, al costo simbolico di 1 euro, un ombrellone, due sdraio e l’uso dello spogliatoio ad un anziano accompagnato da altre tre persone. Il progetto è stato ideato e promosso da ConfcommercioPisa, dal Sindacato Balneari SIB, insieme alla Società della Salute della Zona Pisana. I risultati sono molto positivi, il servizio è diventato un punto di riferimento in estate per gli

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Le cose fatteCinema Don Bosco - Marina di Pisa

Grazie all’impegno volontario del circolo cinematografico “Nostro Cinema”, nato nel 2011 con l’obiettivo di promuovere la cultura cinematografica sul litorale, è stato possibile riaprire la storica sala del cinema teatro Don Bosco. Le attività sono riprese il 26 novembre del 2011. Oggi, grazie all’impegno di quanti hanno creduto in questo progetto, la sala è diventata un importante luogo di aggregazione.La sala svolge la sua attività grazie all’impegno di volontari che ne garantiscono l’apertura e le proiezioni. Ad oggi ha una programmazione molto attiva su cinema, teatro, musica, danza e ha mutato le abitudini dei cittadini e cittadine dello stesso litorale, stimolando anche altre agenzie culturali a misurarsi sul tema della necessità di fare comunità. Centinaia gli eventi costruiti in 4 anni di attività (momentaneamente sospesa per lavori di ristrutturazione e miglioramento). Molti i film proiettati, sia al chiuso che all’aperto, fino allo scorso

29 giugno 2014 quando è terminata la 1° Festa del cinema del Litorale. La sala è stata riqualificata grzie all’acquisto di nuovi impianti di proiezione, suono e accoglienza comprensivi di palco e sedie per le attività all’aperto. Sono state avviate attività per le scuole e con le scuole praticamente tutto l’anno a partire dai vari saggi, ai progetti, alle attività di formazione, in particolare vorremmo ricordare l’Opera per i bambini. Per la danza ed il teatro si sono avute prime nazionali, spettacoli con artisti veramente bravissimi, ricordiamo i Sacchi di Sabbia, Andrea Balestri, circo e magia con Cristiano Masi. Molte anche le rassegne: il Cinemarzo delle donne, il Weekend marinese, Surf ecologia e creatività, la 1° rassegna dei film del litorale (Pisorno) e la 1° rassegna di teatro del litorale, la 1° Festa del Cinema del Litorale. Nel 20132 il Cinema Don Bosco ha potuto cosi festeggiare il suo centenario e per l’occasione è stato pubblicato un piccolo libro che ne ricorda la storia. Il Cinema Don Bosco si è sempre comunque caratterizzato per la sua capacità di accoglienza, per essere punto di riferimento di quanti ne rendono possibile l’attività animati da un forte spirito di collaborazione, volontariato e assenza di vantaggi personali.

Le cose fatteCinema Don Bosco - Marina di Pisa

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Le cose fatte - I progetti già realizzati

ASILO DI MONTACCHIELLO

Il Comune, insieme alla Camera di Commercio, ha avviato con le imprese localizzate nell’area industriale di Ospedaletto un percorso partecipato per individuare necessità e interventi da realizzare per una riqualificazione ambientale dell’area. Il percorso intende coinvolgere le imprese nella definizione delle linee guida progettuali, nell’individuazione delle priorità d’intervento, nel sostegno diretto a progetti che rientrano nella filosofia dei Patti Comunitari di Sviluppo. Nell’ambito di questo percorso è nato il progetto per la realizzazione di un asilo nell’area di Montacchiello, uno dei progetti più importanti del Patto di Comunità .

Con l’intervento dell’ANCE (associazione nazionale costruttori edili) che ha progettato e realizzerà l’asilo fornendo un finanziamento di 1 milione di euro; A fianco dell’ANCE è intervenuto anche la Forti Holding Spa, che fornisce il terreno.

L’amministrazione Comunale ha rilasciato tutti i permessi per la cantierizzazione dell’opera e che fornirà i servizi socio-educativi per bambini da 0 a 6 anni. La struttura sarà in grado di ospitare circa 45 i bambini figli di quelle persone che tutti i giorni lavorano presso le aziende concentrate nel quartiere.Il progetto va a inserirsi all’interno di un intervento complessivo di riqualificazione dell’area di Ospedaletto, che sta procedendo in risposta alle necessità emerse attraverso il processo partecipativo avviato con le imprese e le associazioni di categoria, in un’area dove quotidianamente affluiscono, secondo uno studio della Camera di Commercio, circa 7000 lavoratori.

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Le cose fatte

Invia la tua proposta di progetto, o la tua disponibilità a sostenere un progetto all’indirizzo [email protected]

Progetto “Innovare per Crescere” - VodafoneIl progetto “INNOVARE PER CRESCERE”, promosso dal Comune di Pisa, in partenariato con la Scuola Superiore S.Anna di Pisa, l’Azienda USL5 - U.F.S.M.I.A. di Pisa, l’Ufficio Scolastico Provinciale di Pisa, l’Associazione Italiana Dislessia di Pisa è finanziato dalla Fondazione Vodafone all’interno del percorso dei PCS. Obiettivo del progetto è la facilitazione dell’apprendimento scolastico per i bambini e ragazzi con Disturbi Specifici di Apprendimento.Grazie al progetto “Innovare per crescere” La tecnologia entra in classe per consentire a disabili e i dislessici di studiare più facilmente grazie all’ausilio delle più moderne tecnologie multimediali.Il progetto si rivolge agli alunni e alle alunne di una fascia specifica: dalla terza elementare alla terza media, intervenendo proprio nel momento in cui i bambini cominciano a formare il loro metodo di studio e la loro

autostima. Non è facile stare a scuola quando non si riesce ad imparare, non perché non si abbiano le capacità per farlo, ma perché non si hanno gli strumenti giusti.La tecnologia oggi offre gli strumenti giusti e nuove strategie didattiche. Il progetto voluto dall’amministrazione comunale di Pisa ha messo insieme soggetti privati che hanno tecnologie, risorse e competenze, rendendo possibile lo sviluppo di un esperienza che può essere replicata in altri contesti. Il progetto si snoda in quattro fasi. La prima fase prevedeva la selezione e formazione di undici tutor che lavoreranno con i bambini. Dovranno incoraggiarli a raggiungere una loro autonomia nello studio.La seconda fase, quella attuativa, prevedeva la

creazione di un parco informatico per bambini diversamente abili, e di poli studio per svolgere i compiti quotidiani per bambini con disturbi d’apprendimento.La terza fase è di analisi e ricerca degli strumenti d’aiuto più validi. In questa fase sono i bambini stessi e la loro risposta pratica al progetto a fare la differenza.L’ultima fase sarà di sensibilizzazione collettiva a questa tematica, perché l’esperienza pisana non resti un caso isolato, ma perché questa fortunata unione di forze tra soggetti privati e il Comune porti a risultati duraturi e diventi metodo.

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Le cose fatte - I progetti già realizzati

Proseguiamo insieme la positiva esperienzadei Patti Comunitari per lo SviluppoLe scelte compiute nel mandato 2008-2013, con una visione nuova dello sviluppo urbano sostenibile che metta a frutto le rivoluzioni digitale ed energetica, danno forza e opportunità ad un progetto di modernizzazione qualitativa della città: città intelligente, giovane e attraente, che investe sulla cultura, sul suo patrimonio d’arte e sul suo ambiente naturale, che difende i suoi servizi qualificati e le sue attività produttive. Un progetto che cresce e si regge anche su un “patto di comunità” per la coesione sociale che punta sulla cittadinanza attiva e la partecipazione. Incoraggiati dai risultati già ottenuti e dalla risposta positiva che la comunità ha saputo dare, riproponiamo anche in questo secondo mandato (2013-2018) la positiva esperienza del “Patto di comunità per lo sviluppo e la qualità sociale”. L’obiettivo è quello di continuare una positiva esperienza che ha consentito di realizzare

quei progetti di pubblico interesse qui esposti, in collaborazione (talvolta anche economica) con soggetti privati, associazioni, singoli cittadini.Oltre ai progetti avviati nel precedente PCS e da portare a compimento, nel secondo mandato stiamo elaborando nuove idee e attendiamo nuove proposte. Intendiamo promuovere una mobilitazione di tutta la comunità anche attraverso forme nuove d’impegno che vanno nella direzione delle esperienze di cittadinanza attiva. Sarà possibile, da parte di cittadini e di associazioni, adottare spazi pubblici, prendersi cura di un luogo di particolare rilevanza storica o monumentale, contribuire con il proprio tempo e impegno a iniziative di carattere sociale, creando servizi innovativi altrimenti non possibili. Chiunque, cittadini, imprese, associazioni, può rendersi protagonista, può proporre o sostenere idee e progetti.

Diventare protagonisti nell’esperienza dei Patti Comunitari per lo Sviluppo

E’ possibile proporre nuovi progetti all’attenzione dell’Amministrazione,evidenziare bisogni che possono trovare risposta nella compartecipazione di soggetti privati, offrire il proprio tempo e la propria esperienza come volontario al servizio di progetti di pubblica utilità, sostenere progetti con il proprio apporto finanziaria. Aziende, associazioni, singoli cittadini, possono presentare la propria idea o proposta, o la propria disponibilità di sostegno ai PCS, scrivendo all’indirizzo [email protected] o utilizzando la piattaforma web disponibile all’indirizzo www.comune.pisa.it/pcs.

Invia la tua proposta di progetto, o la tua disponibilità a sostenere un progetto all’indirizzo

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