PATOLOGIE GASTROENTERICHE - Altervista
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PATOLOGIE
GASTROENTERICHE
Corso di Laurea:
8473 - INFERMIERISTICA
(ABILITANTE ALLA PROFESSIONE SANITARIA DI INFERMIERE) (L)
39308 - SCIENZE CLINICHE DELL'AREA MATERNO INFANTILE (C.I.) -
PEDIATRIA E NEONATOLOGIA
15.04.2015
Docente Prof. G. Cocchi
Stomatite
• Infezione della mucosa orale
• Presenza di placche con essudato giallastro ed alone eritematoso; cadono lasciando piccola ulcera.
• Disfagia, impossibilita' alimentazione.
• Eziologia: Herpes virus.
Stomatite
• Una forma particolare di stomatite del neonato o del bambino molto piccolo e' la candidosi del cavo orale o mughetto
• Eziologia: Candida albicans
•
• Patina bianca disseminata a piccole bolle rilevate; non dolorosa; provoca fastidio e disagio alla suzione
• Pulizia del cavo orale con soluzioni o gel antimicotici.
Intervento infermieristico:
- detersione del cavo orale con colluttori
- favorire alimentazione del piccolo con cibi liquidi o semiliquidi, semifreddi, poco salati
- segnalare particolari stati di agitazione del bambino (sedativi, antidolorifici)
- evitare estensione delle lesioni intorno alle labbra.
IL REFLUSSO
GASTRO-ESOFAGEO
• IL RIGURGITO E’ L’EMISSIONE ATTRAVERSO LA BOCCA DI
CONTENUTO GASTRICO REFLUITO SENZA APPARENTE
SFORZO E SENZA CONTRAZIONI DELLA PARETE
ADDOMINALE
• IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO È IL RITORNO DI
CONTENUTO GASTRICO IN ESOFAGO ATTRAVERSO LA
GIUNZIONE GASTROESOFAGEA
• IL CONTENUTO GASTRICO CHE REFLUISCE IN ESOFAGO È
RAPPRESENTATO DA SECREZIONE ACIDO CLORIDRICA E
PEPSINA, RESIDUI ALIMENTARI, PIÙ RARAMENTE
SECREZIONI BILIARI
• IL RIGURGITO E’ IL SINTOMO PIÙ CARATTERISTICO DI RGE
Reflusso gastro-esofageo
Passaggio aumentato e ripetuto di liquido gastrico in esofago per il cattivo funzionamento dello sfintere esofageo inferiore.
Infiammazione ed erosione della mucosa esofagea
Sintomatologia
dolore durante o dopo il pasto. Qualche volta puo' accompagnarsi a vomito. Il bambino tende a rifiutare il pasto, a interromperlo, ad assumere durante il pasto posizioni caratteristiche (in opistotono);
nei casi piu' gravi arresto della crescita o disturbi respiratori (apnea, cianosi, bradicardia, asma e infezioni respiratorie ricorrenti) per le piccole inalazioni che si accompagnano al reflusso.
FATTORI FAVORENTI IL REFLUSSO GASTRO-
ESOFAGEO NEL LATTANTE
DIETA LIQUIDA
CLINOSTATISMO
ELEVATO RIEMPIMENTO GASTRICO
IPOTONIA DELLO SFINTERE ESOFAGEO INFERIORE
RILASCIAMENTI TRANSITORI DEL LES
DIFETTO DI SUPPORTO PERISFINTERIALE
Fibre m. oblique gastriche (Willis)
Fibre m. oblique esofagee (Helvetius)
LES : SFINTERE ESOFAGEO INFERIORE
IL RGE SI DEFINISCE FUNZIONALE QUANDO SI
MANIFESTA IN UN LATTANTE CON RIGURGITI POST-
PRANDIALI (SIA PURE FREQUENTI) SENZA
INTERESSAMENTO DELLA CRESCITA E DELLO STATO DI
SALUTE
LA MALATTIA DA RGE E’ LA CONDIZIONE IN CUI IL
REFLUSSO DETERMINA SEGNI E SINTOMI DI MALATTIA,
DOVUTI ALL’INFIAMMAZIONE DELLA MUCOSA
ESOFAGEA O A COMPLICANZE EXTRA INTESTINALI
(AD ES. RESPIRATORIE)
REFLUSSO GASTROESOFAGEO
EPIDEMIOLOGIA
IL 50% DEI BAMBINI PRESENTA UN REFLUSSO
FUNZIONALE ENTRO I PRIMI 2 MESI.
DI QUESTI:
80% SI RISOLVE IN <12 MESI
15% SI RISOLVE IN <24 MESI
5% EVOLVE IN MALATTIA DA REFLUSSO
GER FUNZIONALE IN ETA’ INFANTILE
CARATTERISTICHE
EMESI QUOTIDIANA (RIGURGITI > VOMITI)
OTTIMO STATO DI SALUTE (“HAPPY SPITTING OUT”)
NORMALE PATTERN DI CRESCITA
DISCOMFORT DEI GENITORI
FREQUENTI CAMBI DI FORMULE
NESSUNA EFFICACIA DEI FARMACI
GENERALMENTE SI RISOLVE TRA I 12-18 MESI DI ETÀ
PUÒ TRASFORMARSI IN MALATTIA DA RGE IN OGNI MOMENTO !
SEGNI DI ALLARME DI MALATTIA DA RGE
• PERDITA DI PESO
• RIFIUTO DEL CIBO
• DISFAGIA E DOLORE TORACICO
• AUMENTO DELLA FREQUENZA E DELLA INTENSITA’
DELL’EMESI
• ASMA, INFEZIONI RESPIRATORIE RICORRENTI
• EMATEMESI
• WHEEZING O TOSSE IN POSIZIONE DISTESA
• APNEA, CIANOSI,
• ALTE
QUANDO SOSPETTARE UNA MALATTIA DA GER NEL
NEONATO
POSTURE ANOMALE-OPISTOTONO
PARTICOLARI COMPORTAMENTI: irritabilità,
emissione di liquido o gas dalla bocca, movimenti
della bocca, tosse, conati
APNEE
ASPIRAZIONE
STRIDORE LARINGEO
WEEZING-ASMA
OTITI RICORRENTI
LARINGOTRACHEITI RICORRENTI
IPERTROFIA TONSILLARE
PIANTO RICORRENTE
DISTURBI DEL SONNO
QUANDO SOSPETTARE UNA MALATTIA DA GER NEL
LATTANTE
BRONCOPNEUMOPATIA RICORRENTE
DOLORE ADDOMINALE RICORRENTE
DOLORE TORACICO
SINTOMI DA ESOFAGITE-ANEMIA
CEFALEA
DISTURBI ASPECIFICI DEL SONNO
PATOLOGIA ORL
QUANDO SOSPETTARE UNA MALATTIA DA GER NEL
BAMBINO
DIAGNOSI
IMPORTANTE DISTINGUERE GER
SECONDARIO
ERNIA JATALE
OSTRUZIONI INTESTINALI
MALATTIE DEL SNC
MALATTIE METABOLICHE
INTOLLERANZE ALIMENTARI
MALATTIE RESPIRATORIE CRONICHE
INDAGINI DIAGNOSTICHE
RX TUBO DIGERENTE
ECOGRAFIA ADDOMINALE
PH-METRIA
SCINTIGRAFIA
MANOMETRIA
IMPEDENZIOMETRIA
ELETTROGASTROGRAFIA
ENDOSCOPIA
TERAPIA
TERAPIA CONSERVATIVA
1. RASSICURARE I GENITORI
2. TERAPIA POSTURALE
3. TERAPIA DIETETICA
TERAPIA FARMACOLOGICA
1. GASTROPROTETTORI
2. ANTIACIDI-ANTISECRETORI
TERAPIA CHIRURGICA
TERAPIA CONSERVATIVA
POSTURALE
FIANCO SINISTRO
PRONO (SOLO DOPO I PRIMI MESI)
ANTI- TRENDELEMBURG INCLINAZIONE
DI 30°
TERAPIA CONSERVATIVA
DIETETICA: LATTANTI
ISPESSIMENTO DEL LATTE
FARINE DI SEMI DI CARRUBA
CREMA DI RISO AL 5-7%
FORMULE AR
PASTI PICCOLI E PIÙ FREQUENTI
EVITARE:
CIOCCOLATO-CAFFÈ
COCA COLA-BIBITE GASSATE
CIBI PICCANTI
BEVANDE GHIACCIATE
TERAPIA CONSERVATIVA
DIETETICA: BAMBINI
FASE 1 (1-2 SETTIMANE)
POSTURA
ISPESSIMENTO DEI CIBI
RACCOMANDAZIONI DIETETICHE
ACIDO ALGINICO
RASSICURARE I GENITORI
FASE 2
H2-ANTAGONISTI (ranitidina)
FARMACI “NUOVI”:
SUCRALFATO,
OMEPRAZOLO, ECC.
REFLUSSO NON COMPLICATO
NO ESAMI
PH-METRIA NORMALE ANORMALE
ENDOSCOPIA
RX TD CON BARIO
FLUSSO DIAGNOSTICO-ASSISTENZIALE
FASE 3
CHIRURGIA
Reflusso gastro-esofageo
• RGE come causa di morte improvvisa in culla; tende a scomparire dopo il primo semestre di vita
• Nei casi gravi si deve intervenire con terapia medica o, in casi estremi, chirurgica.
• La diagnosi si fa con – esame radiologio con mezzo di contrasto di esofago e
stomaco;
– PH metria esofagea (patologico se presente più volte e per durata >3% durata esame complessivo
– Endoscopia
– Ecografia (meno invasivo, ma meno preciso; bambini < 2aa).
Reflusso gastro-esofageo • Posizione del contenuto gastico nelle varie posture: la posizione C
(bambino prono, inclinato di 30°) risulta essere la più efficace come antireflusso
A B
C D
Terapia
• Posizione
• Antiacidi (idrossido di alluminio)
• Protettori mucosa gastrica (gefarnato, sucralfato > secrezione di muco)
• Inibitori gastrina (ranitidina, omeprazolo)
Intervento infermieristico:
- osservare modalita' di alimentazione del bambino
- controllare peso
- segnalare eventuali disturbi respiratori durante il pasto o durante il vomito
- preparare il bambino agli esami strumentali
- assistere il bambino durante la PH-metria segnalando le variazioni di stato, l'orario dei pasti, le crisi di pianto, il sonno
- somministrare eventuale terapia medica
- eseguire la terapia posturale
Diarree Croniche
Sono sindromi da malassorbimento caratterizzate da:
• difetto dell’assorbimento intestinale di alcuni costituenti alimentari
• presenza persistente di feci abbondanti
• compromissione dell’accrescimento e dello stato generale.
Maldigestione
– Insufficienza del PANCREAS (mucoviscidosi)
– Insufficienza del fegato (atresia vie biliari)
• Malassorbimento (alteraz. Mucosa intestino tenue)
– Morfologiche (celiachia, allergia latte vaccino)
– Funzionali (difetto di disaccaridasi)
• Alterazione anatomica dell’intestino
– resezioni
La Fibrosi Cistica (FC) o Mucoviscidosi è una grave malattia
congenita, evolutiva e cronica, che colpisce indifferentemente
maschi e femmine, trasmessa con meccanismo AR, il cui difetto
di base consiste nella produzione di una proteina alterata
chiamata CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance
Regulator) coinvolta nel trasporto transmembrana di sali.
L’alterazione di tale proteina provoca un’ anomalia nella
secrezione delle ghiandole esocrine con produzione di secrezioni
dense e viscose che occludono dotti e canali.
La presenza di queste secrezioni anormali determina un danno
progressivo degli organi coinvolti: il pancreas si atrofizza,
l'intestino si occlude, il fegato trattiene bile, i bronchi si
ostruiscono e s'infettano lesionando i polmoni.
FIBROSI CISTICA O MUCOVISCIDOSI
FIBROSI CISTICA O MUCOVISCIDOSI
Il gene della FC è situato sul braccio lungo del cromosoma 7 e
codifica la proteina CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane
Conductance Regulator) localizzata nella membrana apicale delle
cellule degli epiteli con la funzione di regolare gli scambi idroelettrici.
Esistono numerose mutazioni, oltre 1000, la più frequente
mutazione è la ΔF508 (delezione dell’amminoacido fenilalanina in
posizione 508).
Le mutazioni FC vengono generalmente distinte in cinque classi
principali, a seconda delle alterazioni funzionali e strutturali che
determinano sulla proteina: • assenza di prodotto proteico;
• modificazione dei processi biochimici post-traduzionali;
• alterazione dei meccanismi di regolazione;
• insufficienza nella funzionalità ionica;
• riduzione quantitativa dell’mRNA o della proteina.
E’ una m. genetica diffusa e interessa circa 1/2500 nati.
Una persona su 25 è portatrice sana del gene mutato.
Il difetto è localizzato sul cromosoma 7.
La malattia si manifesta solo negli omozigoti e due genitori portatori
eterozigoti avranno, a livello statistico, il 25% di probabilità di generare
un figlio malato (fig. 1).
Se in una coppia uno solo dei due genitori (o il padre o la madre) è
portatore, ad ogni gravidanza vi è il 50% di probabilità che il figlio sia
un portatore e il 50% di probabilità che il figlio sia sano (fig. 2).
FIBROSI CISTICA O MUCOVISCIDOSI
Fig. 1 Fig. 2
La maggior parte dei pazienti affetti da fibrosi cistica
presenta i primi sintomi della malattia durante
l'infanzia.
Circa il 17% dei neonati affetti manifesta, come
sintomo della malattia, una ostruzione intestinale, detta
ileo da meconio entro le prime 24 ore dalla nascita.
Nei casi più comuni la sintomatologia si manifesta
con una tosse persistente, broncopolmoniti recidivanti e
ritardo nell'accrescimento.
Nella maggior parte dei casi le infezioni respiratorie
sono dovute allo Staphilococcus aureus,
all'Haemophilus influenzae B, allo Pseudomonas
Aeruginosa talora resistenti ai comuni trattamenti
antibiotici.
Sintomatologia
FIBROSI CISTICA O MUCOVISCIDOSI
• Nell‘80-90% dei casi un'insufficienza pancreatica con
conseguente malassorbimento proteico e lipidico ed
emissione di feci abbondanti ed untuose.
• Nel fegato il sistema biliare e' interessato nel 15-20% dei
casi con ittero da stasi in epoca neonatale e cirrosi epatica
focale e multifocale evolvente in insufficienza epatica
nell’adulto.
• Inoltre, a livello del naso e dei seni paranasali, il ristagno di
secrezioni e la colonizzazione batterica portano allo sviluppo
di una sinusite cronica.
Sintomatologia
• Il 95% dei maschi presenta azospermia da ostruzione dei
dotti, mentre il 25% delle femmine è infertile a causa
dell'alterazione del muco cervicale (muco prodotto e
presente a livello della cervice uterina).
• Tuttavia il 90% delle gravidanze da parte di donne affette è
portata a buon fine e di solito le donne affette da fibrosi
cistica sono in grado di allattare i propri bambini.
FIBROSI CISTICA O MUCOVISCIDOSI
FIBROSI CISTICA O MUCOVISCIDOSI
Un accenno particolare deve essere riservato
alla “Sindrome da perdita di sale”, che è un
quadro clinico acuto che può presentarsi
quando la sudorazione è molto intensa, nei
primi anni di vita, durante la stagione estiva,
in caso di febbre o in occasione di un’
iperattività fisica e che può condurre ad uno
squilibrio metabolico con ipocloremia ed
alcalosi.
La diagnosi di FC allo stato attuale delle conoscenze
può essere sospettata e formulata in presenza di:
1. uno o più sintomi evocativi o compatibili con la
malattia;
2. diagnosi di FC accertata in un fratello o in parente
consanguineo;
3. screening neonatale per la FC positivo;
4. presenza di due mutazioni associate a FC;
5. test del sudore positivo.
FIBROSI CISTICA O MUCOVISCIDOSI
DIAGNOSI CLINICA E MOLECOLARE
La FC deve essere sospettata nei lattanti quando presentano:
• ittero colostatico neonatale protratto;
• diarrea persistente con feci abbondanti e fetide;
• scarso accrescimento a dispetto di un vorace appetito;
• sindrome da perdita di sali (shock ipovolemico con ipocloremia ed
alcalosi metabolica);
• tosse pertussoide.
In seguito a qualunque età, la FC deve essere sospettata in pazienti che
presentino:
• dolori addominali intensi, ricorrenti (occlusione o subocclusione
intestinale) senza causa apparente;
• tosse catarrale ricorrente o cronica;
• torace deformato “a botte” e/o ippocratismo digitale;
• precedenti diagnosi di tubercolosi e intradermoreazione negativa;
• emottisi sia massiva che modesta, specie se ricorrente;
• pneumotorace spontaneo.
FIBROSI CISTICA O MUCOVISCIDOSI Sintomi evocativi di F.C.
La diagnosi può essere "sospettata" alla nascita in caso di ileo da meconio.
• E’ possibile effettuare il dosaggio della tripsina nel sangue prelevato al
quarto giorno di vita.
• Test del sudore con il quale vendono dosati i livelli di Cloro e Sodio che
sono tipicamente aumentati.
• La conferma viene dall'identificazione delle mutazioni geniche.
• Oggi l'analisi genetica consente di riconoscere l'85% dei portatori. Nelle
famiglie a rischio, cioè nelle famiglie in cui i genitori sono portatori sani è
possibile la diagnosi prenatale nel primo trimestre di gravidanza.
Diagnosi
Normale Fibrosi cistica
Osmolarità 154 ± 40 299
Na+ (nM) 10 - 40 60 - 145
Cl- (nM) 0 - 30 70 - 120
K+ (nM) 2 - 25 5 - 60
FIBROSI CISTICA O MUCOVISCIDOSI
E' rivolta a contrastare l'evoluzione della malattia e si basa su: fisiokinesiterapia respiratoria
dieta equilibrata molto ricca di Sali
somministrazione di enzimi pancreatici ad ogni pasto
AB-terapia nei confronti dei germi isolati dalle secrezioni bronchiali
terapia medica delle complicanze
nei casi più gravi, trapianto di polmoni e/o fegato
Questi interventi hanno consentito di ottenere aspettative di vita
superiori a quelle del passato quando di FC si moriva nei primi anni di
vita.
La vita media si avvicina ai 40 anni, ma le cure agiscono sui sintomi e
non sul difetto di base della malattia.
Sono allo studio nuovi farmaci, attualmente in fase di sperimentazione
clinica.
FIBROSI CISTICA O MUCOVISCIDOSI
TERAPIA
Diarree croniche
Biochimica Clinica Laboratorio
assorb grassi Feci abbondanti,
steatorroiche
Es. Feci, lipemia
assorb vit D Rachitismo Ca,P,Fosf.Alc.
assorb vit K Emorragie Fatt. coag.
assorb vit B Anemia, alteraz.cute
e mucose
emocromo
assorb proteine Edemi, scarso
accrescim., ipotrofia
muscol.
proteinemia
assorb ferro Anemia Sideremia
assorb. K, elettroliti Ipotonia muscolare Dosaggio elettrol.
Malattia Celiaca
Malassorbimento legato ad un'intolleranza permanente alla gliadina (fraz. proteica del glutine contenuta in frumento, orzo, avena, segale)
incidenza circa 1-3 %
Eziopatogenesi
• fattori genetici
– piu' elevata frequenza in gemelli omozigoti
– particolari aplotipi del sistema HLA (B8, DR3, DQ2, DQ8); concordanza di aplotipi spiega particolare freq. In diabetici;
• fattori ambientali
– presenza di gliadina
COMPONENTE GENETICA La celiachia è una malattia con forte componente
genetica, e concordanza molto elevata tra gemelli
monozigoti.
Il primo studio della letteratura su una ampia
popolazione di gemelli (47 coppie) ha rivelato una
concordanza nei gemelli monozigoti dell’85%, molto
elevata per una malattia multifattoriale.
L’incidenza in gemelli dizigoti del 20%, non dissimile da
quella dei fratelli, depone per uno scarso effetto
dell’ambiente (a parte il glutine) sullo sviluppo della
malattia.
(Greco et al. GUT: 50, 624, 2002)
Importanza dell’assetto HLA
(Louka AS, Hum. Immunol. 64, 350, 2003)
Su 1008 casi esaminati l’88% sono DQ2 (DQA1*05/DQB1*02),
6% sono DQ8 (DQA1*0301/DQB1*0302).
I pochi pazienti DQ2 DQ8 negativi (60 su 1008) si sono rivelati
quasi tutti possedere almeno un monomero del DQ2.
Questo studio, oltre a confermare il fatto che la malattia celiaca
è legata a due soli tipi di molecole DQ, presenti sulla superficie
cellulare, ci ha insegnato che, da un punto di vista diagnostico,
la tipizzazione HLA ha un valore predittivo negativo pressoché
assoluto, il che può risultare molto utile per escludere un
possibile sviluppo di malattia celiaca in soggetti a rischio, per
esempio nei parenti di I grado di celiaci.
Meccanismo patogenetico
- teoria immunologica: reazione anticorpale contro le cellule enteriche in presenza di gliadina;
- teoria dell'alterato sito di membrana: presenza di recettore anomalo per la gliadina il cui legame scatena l'effetto tossico (o diretto o attraverso anticorpi).
- Infezione da ROTAVIRUS come fattore scatenante.
Quadro istologico
• Mucosa piatta (atrofia dei villi)
• Ipertrofia delle cripte
• infiltrati di cellule infiammatorie (linfo-
plasmacellule, neutrofili, macrofagi).
• Interessamento del digiuno e, nei casi gravi, anche dell'ileo terminale.
Conseguenza:
- ridotto assorbimento di tutte le sostanze nutrienti (proteine, glucidi, lipidi, vitamine e sali minerali);
- sindrome da maldigestione per ridotta increzione di pancreozimina-colecistochinina e secretina dalla mucosa atrofica del digiuno.
Villi Intestinali
• Nella m. celiaca i villi si
atrofizzano e le cripte si
ipertrofizzano
• Al di sotto della mucosa
aumentano le cellule
infiammatorie (linfo-
plasmacellule, neutrofili,
macrofagi)
Sintomatologia
• Inizia con l'introduzione del glutine (farinacei):
• feci: abbondanti, ricche di grassi ma non diarroiche, maleodoranti per la presenza dei grassi, schiumose. A volte crisi acute di diarrea (crisi celiache);
• addome voluminoso e prominente;
• dimagrimento notevole: ipotrofia delle masse muscolari (puo' essere mascherata dagli edemi);
• accrescimento rallentato
• manifestazioni carenziali: anemia, rachitismo, emorragie, edemi.
Laboratorio
• Ricerca anticorpi:
– anti-transglutaminasi di classe IgA (TTG) (escludere deficit IgA)
– e antipeptidi deaminati della gliadina (DPG-AGA) di classe IgG;
– anti-endomisiso (EMA) non di routine;
• Es. feci: ricche di grassi e saponi, non di trigliceridi (assorbimento alterato, digestione normale); ricche di proteine;
• Biopsia intestinale: epitelio piatto, cripte ipertrofiche. etc.
• Carico di Fe (1 mg/kg): aumento sideremia assente o scarso;
Malattia celiaca
• Forme cliniche particolari
anoressica
ipotrofica
emorragica
latente (con scarso accrescimento, ma senza diarrea).
• Diagnosi
Triade classica, ma rara: ipoevolutismo somatico + addome voluminoso + steatorrea
es. feci
TTG, DGP-AGA, EMA
biopsia intestinale ( in passato 3 test)
HLA: 88% DQ2; 6% DQ8
Malattia celiaca
• Decorso: a “periodi”
crisi celiache
scarso accrescimento
• Prognosi: buona con dieta. I soggetti non trattati in eta' adulta possono presentare affezioni maligne dell'app. gastroenterico tipo linfomi o ulcere.
• Terapia: dietetica con alimenti privi di glutine (Biaglut, Aproten, etc.), ricca di proteine e povera di grassi.
• Preferibili latti a base di idrolisati proteici per frequente deficit associato di lattasi (Alfare', Pregestimil, Nutramigen).
• Grassi a MCT
La dieta va fatta per tutta la vita.
IL RUOLO DELLA DIETISTA
• La dietista deve assistere il paziente celiaco per rendere
il più normale possibile la gestione della sua dieta;
• è indispensabile fornire tutte le indicazioni sul glutine
e sulla sua totale esclusione dando indicazioni necessarie
sulle possibili alternative dietetiche affinché questa
“pericolosa sostanza” non sia mai presente nella dieta
giornaliera.
• E’ noto ormai che l’alimentazione corretta senza
glutine è l’unica terapia, al momento, conosciuta
da seguire per tutta la vita.
LA CELIACHIA
Frumento
Farro Orzo
Segale
Glutine
LA CELIACHIA Il glutine non è presente RISO
MAIS
MIGLIO
LEGUMI
SESAMO
LA CELIACHIA
GLI ALIMENTI: Carne, pesce e uova
Tutti i tipi di carne e pesce
Pesce conservato: al naturale, sott’olio, affumicato o surgelato
Uova
Prosciutto crudo
Salumi (salsiccia, cotechino,zampone, p.cotto, spek, bresaola,
wurstel, coppa, pancetta, mortadella, salame )
Sughi pronti del commercio tipo ragù di carne
Piatti pronti o precotti di carne o pesce
Carne in scatola conservata
Carne o pesce impanati, infarinati o cucinati con salse e sughi
addensati con farina
Pesce surgelato precotto e pronto da cuocere o friggere
Malattia Celiaca
OBIETTIVI INFERMIERISTICI • Insegnare alla famiglia e al bambino
l’autogestione: – Discutere perché il glutine deve essere eliminato
dalla dieta; discutere la patofisiologia della malattia.
– Provvedere informazioni scritte concernenti la dieta, compresi i cibi che devono essere evitati così come pure quelli sostitutivi.
– Insegnare l’importanza di leggere attentamente le etichette di un prodotto per evidenziare sorgenti nascoste di glutine.
– Dare punti di riferimento se necessario (medico esperto, associazione), compreso quello del dietologo.
LA CELIACHIA
A CHI RIVOLGERSI
E’ presente in Italia un’associazione, di notevole importanza
che si occupa di celiachia :
ASSOCIAZIONE ITALIANA CELIACHIA ( AIC )
Da anni si occupa della formulazione di un prontuario in cui
compaiono gli alimenti permessi, a rischio, vietati e certificati dalle
Aziende produttrici.
Sono le industrie che garantiscono l’assenza di glutine dai loro prodotti.
Il prontuario è in continuo aggiornamento, le notizie sono pubblicate
sulla rivista “Celiachia Notizie” o sul sito” www .celiachia.it” .
Anche i farmaci possono contenere tracce di glutine,
sempre l’AIC fornisce un prontuario con i medicinali non a rischio
INTOLLERANZE ed
ALLERGIE ALIMENTARI
- Allergia meccanismo immunologico
(IgE mediato)
- Intolleranza anche cause non
immunologiche (carenza enzimi
intestinali)
INTOLLERANZA AL
LATTOSIO
• deficit di lattasi, raramente ereditario, piu' spesso acquisito in seguito a gastroenterite che distrugge temporaneamente l'epitelio intestinale
• diarrea acquosa ed acida che si associa con la somministrazione del latte
• Accertamento diagnostico : Clinitest
CLINITEST
METODI DI INDAGINI SULLE FECI
• Clinitest: test per la dimostrazione di sostanze riducenti
(zuccheri) nelle feci
• Indicazioni: Diarrea a dieta contenente carboidrati e
valutazione della tolleranza della alimentazione.
• Se la dieta contiene alimenti ricchi di lattosio (latte), il
Clinitest positivo suggerisce, in primo luogo, l'esistenza
di un malassorbimento di lattosio; più raramente esso
può essere dovuto a malassorbimento dei
monosaccaridi costitutivi del lattosio, glucosio e
galattosio, quale si osserva, per esempio, nella sindrome
dell'intestino infetto.
TRATTAMENTO
sospensione del latte, latti poveri di lattosio (Accadi')
Allergie alimentari
• latte, uova, arachidi, pesce, fragole
• diarrea cronica e/o sintomi cutanei (eczema, orticaria) e/o sintomi respiratori (asma bronchiale);
• in casi estremi sintomi collassiali fino allo shock anafilattico
Allergia alle proteine del latte vaccino
(lattalbumina, lattoglobulina, caseina)
• caratteristica del lattante alimentato con latte vaccino (formule del commercio); qualche volta anche lattanti allattati al seno in madre che assume alimenti derivati da latte vaccino
• diagnosi in relazione alla comparsa di sintomatologia dopo assunzione di latte vaccino e derivati
• conferma diagnostica se scomparsa sintomi con sospensione latte e ricomparsa dopo reintroduzione
• esami di laboratorio utili: test sierologici (RAST), eosinofili elevati, IgE elevate, test cutanei (Prick test),
RAST
• E’ un test radioimmunologico per individuare AC di tipo IgE specifici per
allergeni noti o sospetti.
L'IgE è l‘AC associato con la risposta allergica di tipo I.
Il riscontro in un soggetto di un alto livello di IgE contro polline può
indicare che tale soggetto è allergico al polline oppure a proteine simili. Un
soggetto che ha superato l'allergia a distanza di un anno dalla esposizione
può avere ancora IgE elevate. L'esecuzione del test prevede che
l'allergene sospetto sia prima associato ad un substrato insolubile e
successivamente venga aggiunto il siero del paziente.
Se il siero contiene AC specifici, questi AC si legano all'allergene
formando un complesso IgE-allergene. AC anti-IgE umane radiomarcati
vengono aggiunti al complesso IgE-allergene, con gli allergeni già
associati al materiale insolubile. Gli AC anti IgE umane non legati
vengono lavati via. La quantità di radioattività è a questo punto
proporzionale al contenuto nel siero di IgE specifiche per quell'allergene.[7]
PRICK test
• Il prick test è il test allergologico cutaneo di
fondamentale importanza per la diagnosi
delle allergie respiratorie, alimentari e verso
altri allergeni quali ad esempio il latex. Il
prick test è un test allergologico utilizzato
per determinare se una sostanza
specifica provoca infiammazione
allergica con meccanismo immediato
ovvero mediato da IgE (immediate-
type hypersensitivity o reazione di
tipo secondo la classificazione
di Coombs e Gell).
PRICK TEST
• Nel prick test, alcune gocce di allergene purificato vengono
posizionate sulla superficie cutanea, solitamente
dell'avambraccio, e successivamente la cute viene scalfita con
una lancetta monouso al fine di lasciar penetrare l'allergene
attraverso gli strati più superficiali della cute. Dopo un'attesa di
circa 15-20 minuti si valuta la reazione cutanea ottenuta in
corrispondenza di ogni allergene precedentemente
posizionato. La reazione a livello dei singoli allergeni testati
viene confrontata con un controllo positivo (solitamente
costituito da istamina) e con un controllo negativo (solitamente
costituito da glicerina, il liquido di diluizione degli allergeni).
• In caso di reazione positiva è possibile osservare una reazione
caratterizzata da pomfo (area circoscritta di edema cutaneo, in
tutto e per tutto simile ad una puntura di zanzara) intensamente
pruriginoso, contornato da un alone di eritema.
PRICK TEST
RAST
• In genere si ricorre al RAST per effettuare un test
allergico quando:
• un medico sconsiglia la sospensione di farmaci che
possono interferire con i risultati del test o
provocare complicazioni;
• un paziente è affetto da gravi malattie della pelle
come la psoriasi o un eczema diffuso;
• un paziente ha una tale elevata sensibilità ad un
sospetto allergene che la somministrazione di
questo allergene potrebbe provocare effetti
collaterali potenzialmente gravi.
Quadri clinici di presentazione
• Problemi gastro-enterici
– Acuti (diarrea, vomito, dol addomin.)
– Cronici (s. da malassorbimento)
• Crisi coliche dei primi 3 mesi
• Shock anafilattico
• Dermatite atopica ed orticaria
Intervento infermieristico nella diarrea
cronica del bambino
- osservazione e valutazione delle caratteristiche delle feci
- controllo del peso e dell'altezza
- esecuzione accurata degli esami richiesti: test Xilosio, Test del sudore, assistenza alla biopsia intestinale
- spiegazione della dieta
DIARREA : perdita con le feci di oltre 10 ml/Kg/die di acqua
ACUTA : durata inferiore alle 2 settimane
Frequente causa di morte nei paesi del terzo mondo (3-5 milioni di morti all’anno). In Italia la mortalita’ e’ < 0.4 per mille.
Eta’: bambini (da 1 a 6 anni soprattutto)
Stagione: estate per le forme batteriche, inverno per le forme virali
DIARREA ACUTA: Definizione
Patologia acuta dovuta ad infezione del tratto GE da parte di
agenti infettivi batterici, virali o parassitari:
Flora batterica intestinale nel
neonato e nel lattante
• Il tubo digerente del neonato è sterile, ma già dopo 24 ore di vita vi è una flora batterica fecale proveniente, per via orale, dalla madre (durante il parto), e quindi dall’ambiente esterno.
• La flora batterica cosiddetta saprofita influenza la digestione , interviene nella sintesi delle vitamine B e K e controbilancia la flora batterica patogena
Flora batterica intestinale nel
neonato e nel lattante
• Allattato al seno (Latte ricco di zuccheri)
• Allattato artificiale (Latte ricco di proteine)
• Lattobacillo bifido (G+)
Fermenta gli zuccheri con produzione di anidride carbonica e acidi; meno facile a virulentarsi
• Escherichia Coli (G-)
Provoca putrefazione delle proteine con produzione di ammoniaca; più facile a virulentarsi
Fabbisogno idrico
nel neonato e nel lattante
• Perché un organismo funzioni bene vi deve essere EQUILIBRIO (omeostasi) tra liquidi introdotti e liquidi eliminati
• Già normalmente questo equilibrio nel lattante è difficile
ENTRATE
Alimentazione
USCITE
Respirazione, sudore,
Perspiratio ins., urine,
feci
Fabbisogno idrico
nel neonato e nel lattante
• Il corpo del lattante è costituito per il 70-80% di acqua (55% nell’adulto)
• Il lattante tende a perdere più liquidi (dispersione di calore, perspiratio ins., feci, minor capacità di concentrazione renale)
• Il lattante nel corso delle 24 ore deve ricambiare il 50% del suo liquido extra-cellulare (14% nell’adulto). Mentre per l’adulto perdere ½ L di liquidi con la diarrea non è molto grave perché è solo una piccola percentuale rispetto al suo peso, per un lattante è grave perché rappresenta un’alta percentuale del suo peso
700cc 1400cc 700cc
C.extracell.
lattante E U
1000cc 14000cc 1000cc
C.extracell.
adulto
E U
DIARREA ACUTA
Eziologia
• Nel 40-50% dei casi non isolabile alcun agente eziologico
• Negli altri casi, alla nostra latitudine, possono essere identificati i seguenti agenti in ordine di frequenza: – Virus
– Batteri
– Cause alimentari
– Cause endocrino-metaboliche
– Farmaci
DIARREA ACUTA - Eziologia: VIRUS
≈ 2/3 dei casi
- frequenti soprattutto nei mesi invernali e nei primi 2-3 anni di vita;
- decorso più lieve rispetto alle forme batteriche (meno
febbre, scariche meno intense), a volte accompagnate da sintomi respiratori;
- In ordine di frequenza: - Rotavirus, 65% (propagazione anche per via aerea) - Adenovirus, 5% - Astrovirus - Calicivirus: ad es. virus di Norwalk - coronavirus
DIARREA ACUTA - Eziologia: BATTERI
1/3 dei casi • Quasi sempre germi Gram-; frequenti soprattutto nei mesi estivi;
• decorso più pesante rispetto alle forme virali (febbre elevata, scariche più numerose con feci liquide);
• In ordine di frequenza: – Salmonelle, 20%
• S.Typhi e Paratyphi A e C (patogene per uomo)
• S.Paratyphi B (patogena per uomo e animali)
– febbre elevata, scariche numerose con feci liquide e verdastre, a volte sanguinolente;
– Campilobacter Jejuni, 8%
– Escherichia Coli enteropatogena, 1%
– Forme rare, <1% • Yersinia enterocolitica
• Shighelle
• Vibrio cholerae
• Clostridium difficile
• Secondarie a infezioni parenterali (otite media, tonsilliti, bronchiti, broncopolmoniti, cistopieliti)
DIARREA ACUTA - Eziologia:
FORME RARE NON BATTERICHE <1% dei casi
• Giardia lamblia: protozoo parassita
• Miceti (candida): tipiche di soggetti immunodepressi o in terapia di lunga durata con antibiotici o cortisonici
• Cause alimentari: errori dietetici o intolleranze alimentari
• Cause endocrino-metaboliche: ipertiroidismo, tirosinosi etc.
• Farmaci: antibiotici come eritromicina, clindamicina e alcune cefalosporine possono provocare gravi coliti pseudo-membranose
Tossinfezioni alimentari da
stafilococco aureo
I sintomi (vomito, diarrea, dolori addominali)
non sono legati alla moltiplicazione del germe, ma
alla produzione di una tossina (enterotossina
preformata)
I sintomi quindi iniziano già dopo poche ore (1-6
ore) dall’assunzione del cibo contaminato.
Frequenti nei paesi industrializzati
(centinaia di epidemie l’anno)
Riserve
1) altri esseri umani
(es. Salmonelle)
2) animali: bue, bestiame, pollame, uova, latte
(Campylobacter, Salmonelle)
3) esseri viventi nelle acque superficiali
(Vibrio cholerae)
Fattori di rischio
1. Mancanza di acqua potabile
2. Scarse condizioni sanitarie
3. Non allattamento al seno (primi 12 mesi)
4. Malnutrizione
5. Scarsa acidità nello stomaco
6. Mancata immunità a specifici patogeni
7. Alterata immunita’ cellulare
8. Aumentata resistenza agli antibiotici (Shigella)
FISIOPATOLOGIA
Penetrazione: quasi sempre per via orale
Colonizzazione dell’intestino prima dei sintomi
Aderenza all’epitelio intestinale mediante specifici recettori e
con l’uso di molecole particolari (adesine)
La diarrea si puo’ produrre con due meccanismi:
1. Aumentata secrezione intestinale (meccanismo
tossinico: es. Cholera); e nelle forme allergiche;
2. Diminuito assorbimento intestinale (meccanismo
invasivo): è tipico della maggior parte delle
infezioni (Salmonelle, Shigelle, EC, rotavirus,
ecc); penetrazione dell’agente eziologico dentro
la cellula e sua distruzione.
Disidratazione
• Isotonica (70%): uguale perdita di acqua e di elettroliti; cute secca, mucose aride; fontanella depressa, oligo-anuria (iperazotemia); sete scarsa;
• Ipertonica (20%): la perdita di acqua supera quella degli elettroliti (Na+, K+); sete intensa, ipereccitabilita’ nervosa; oligo-anuria marcata;
• Ipotonica (10%): la perdita di elettroliti supera quella dell’acqua (vomiti intensi, mucoviscidosi); clinicamente simile alla forma isotonica con in piu’ i segni dello shock (ipotensione, tachicardia).
Disidratazione: gradi di gravità
• 1° grado (lieve): perdita idrica < 5% del peso corporeo; cute abbastanza elastica, polso valido, sensorio integro
• 2° grado (moderata): perdita idrica del 5-10% del peso corporeo; cute arida, occhi infossati, fontanella depressa, polso piccolo e frequente, torpore; oliguria
• 3° grado (grave): perdita idrica > 10% del peso corporeo; aggravamento dei sintomi precedenti
Acidosi metabolica
La diminuzione del pH è dovuta a:
a) perdita di Na+ e K+ con la diarrea;
b) insufficienza renale (ridotto flusso plasmatico renale);
c) formazione di corpi chetonici (combustione dei grassi
endogeni invece che i glucidi esterni);
d) aumento dell’acido lattico (anossia tissutale da shock)
L’acidosi è in genere compensata sia dal rene (che elimina
H+ con l’ammoniaca), sia dal polmone (che elimina la CO2).
Puo’ scompensarsi se viene meno il compenso renale:
IMPORTANZA della TERAPIA REIDRATANTE !
Il laboratorio
•Valutazione dell’EGA e degli elettroliti
•Emocromo con formula ed ematocrito
•PCR (elevata nelle ff. batteriche)
•Azotemia (valutazione della funzionalità renale)
•Transaminasi (lieve aumento nelle forme da rotavirus)
•Coprocoltura
•Ricerca dei virus (o meglio degli AC) con metodo
ELISA per i rotavirus
•Parassitologico per la Giardia (o sondaggio duodenale)
Il trattamento della diarrea acuta 1) Terapia reidratante
Nelle forme lievi e medie per via orale (soluzioni gluco-
saline): 100-150 ml/Kg/die nei bambini di età < 1 anno;
70-100 ml/Kg/die nei bambini > 1 anno.
Nelle forme gravi e in caso di vomito per via endovenosa
(fleboclisi di soluzioni in genere isotoniche alla dose di
80-120 ml/Kg/die).
Nelle forme molto gravi con shock si devono infondere
all’inizio 40 ml/Kg nel giro di 1-2 ore e continuare nelle 24
ore successive come nelle forme gravi.
Il trattamento della diarrea acuta 1) Terapia reidratante
• L’aggiunta di K+ va fatta con molta attenzione
solo dopo la ripresa della diuresi (2-4 mEq/Kg).
• In caso di acidosi : bicarbonato di sodio (B.E. x Kg) / 3
• Terapia reidratante di mantenimento (nei giorni successivi):
70-100 ml/Kg/die o 1800 ml/m2 (anche per os).
Il trattamento della diarrea acuta
2) Rialimentazione
Prima fase (12-24-48 ore): dieta idrica
Seconda fase: rialimentazione relativamente precoce
(la ricostruzione dei villi è facilitata dalla presenza del cibo
all’interno del tubo digerente).
Bambino < 6 mesi: o alimentazione con latte materno o con
latte artificiale diluito (a 1/3-1/2) o con latte in polvere a
diluizione crescente (5-10-15 %). A volte latti speciali a
base di idrolisati proteici (Nutramigen).
Bambino > 6 mesi: semolini di riso o di grano + carote +
proteine della carne o del parmigiano + olio (di oliva o
di mais) + frutta (mela, banana). Altri cibi: patate
Il trattamento della diarrea acuta 3) Antibiotici
Di regola non vanno usati
Eccezioni: • sepsi (emocoltura positiva)
• localizzazione extra-intestinale (meningite, osteomielite)
• nei neonati (e negli anziani)
• nel tifo : ampicillina (mg 100/Kg/die) e/o Caf per 2-4 settimane
• nel Campylobacter : eritromicina (mg 40/Kg/die) per 7 giorni
• nella Yersinia : cotrimoxazolo
• nel Clostridium difficile : vancomicina endovena
• nella giardiasi : metronidazolo o paromomicina
Fermenti lattici
Sono prodotti a base di germi vitali, non patogeni,
antibiotico-resistenti, che hanno lo scopo di
ripristinare il normale equilibrio della flora batterica
intestinale.
La loro efficacia è attualmente in discussione.
Sono costituiti in genere da lactobacilli acidofili o da
spore di Bacillus subtilis
Forme particolari di diarrea
Sindrome uremico-emolitica : colite emorragica con forti dolori
addominali, insufficienza renale (iperazotemia), anemia emolitica
(anemia e iperbilirubinemia) e piastrinopenia. Molto grave, spesso
mortale.
Eziologia: il più spesso E. Coli, a volte con carattere epidemico.
Enterocolite necrotizzante (NEC) : forma grave del neonato, specie
se di basso peso, legata sia a infezione ad opera di svariati germi,
sia a fatti anossici locali e generali.
Sintomi: gravi condizioni generali, vomito, shock (peritonite), CID
Diagnosi: radiologica (“pneumatosi intestinale” cioè bolle d’aria
all’interno della parete intestinale)
Terapia anche chirurgica in caso di perforazione intestinale.
Intervento infermieristico
• Evitare la diffusione della malattia;
• Evitare le alterazioni della cute da
prolungato contatto con le feci;
• Evitare la disidratazione mettendo in atto
correttamente le prescrizioni mediche
dirette a questo scopo.