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Pasquale Rossi Paradigmi e metodi della ricerca in geografia Evoluzione, teorie, esemplificazioni prefazione di Alessandra Giannelli cacucci editore bari Pasquale Rossi Paradigmi e metodi della ricerca in geografia In copertina: V. Kandinsky, Composizione VIII, 1923 (New York, Guggenheim Museum). Progetto grafico e corredo iconografico a cura di Fabrizio Burattini Pasquale Rossi, laureato in Lettere classiche, è stato professore ordinario di Geografia nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari, insegnamento che ha conservato per con- tratto sino all’a.a. 2015-2016. Nella stessa Fa- coltà ha tenuto per diversi anni anche l’incarico di Architettura del Paesaggio (Corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali). “Sono un geografo”, disse il vecchio signore. “Che cos’è un geografo?”. “È un sapiente che sa dove si trovano i mari, i fiumi, le città, le montagne e i deserti”. “È molto interessante”, disse il piccolo principe. “Questo finalmente è un vero mestiere!”. “È molto bello il vostro pianeta. Ci sono degli oceani?”. “Non lo posso sapere”, disse il geografo. “Ah!” (Il piccolo principe fu deluso). “E delle montagne?”. “Non lo posso sapere”, disse il geografo. “E delle città e dei fiumi e dei deserti?”. “Neppure lo posso sapere”, disse il geografo. “Ma siete un geografo!”. “Esatto”, disse il geografo. “Ma non sono un esploratore. Non è il geografo che va a fare il conto delle città, dei fiumi, delle montagne, dei mari, degli oceani e dei deserti. Il geografo è troppo importante per andare in giro. Non lascia mai il suo ufficio, ma riceve gli esploratori, li interroga e prende ap- punti sui loro ricordi. E se i ricordi di uno di loro gli sembrano interessanti, il geografo fa fare un’inchiesta sulla moralità dell’esploratore”. “Perché?”. “Perché, se l’esploratore mentisse, porterebbe una catastrofe nei libri di geo- grafia. Ed anche un esploratore che bevesse troppo”. “Perché?”, domandò il principe. “Perché gli ubriachi vedono doppio e allora il geografo annoterebbe due mon- tagne là dove ce n’è una sola”. (Da Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry) ISBN 978-88-6611-593-9 € 20,00

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Pasquale Rossi

Paradigmi e metodi della ricerca in geografia

Evoluzione, teorie, esemplificazioni

prefazione di Alessandra Giannelli

cacucci editore

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In copertina:V. Kandinsky, Composizione VIII, 1923 (New York, Guggenheim Museum).

Progetto grafico e corredo iconografico a cura di Fabrizio Burattini

Pasquale Rossi, laureato in Lettere classiche, è stato professore ordinario di Geografia nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari, insegnamento che ha conservato per con-tratto sino all’a.a. 2015-2016. Nella stessa Fa-coltà ha tenuto per diversi anni anche l’incarico di Architettura del Paesaggio (Corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali).

“Sono un geografo”, disse il vecchio signore.“Che cos’è un geografo?”.“È un sapiente che sa dove si trovano i mari, i fiumi, le città, le montagne e i deserti”.“È molto interessante”, disse il piccolo principe. “Questo finalmente è un vero mestiere!”.“È molto bello il vostro pianeta. Ci sono degli oceani?”.“Non lo posso sapere”, disse il geografo.“Ah!” (Il piccolo principe fu deluso). “E delle montagne?”.“Non lo posso sapere”, disse il geografo.“E delle città e dei fiumi e dei deserti?”.“Neppure lo posso sapere”, disse il geografo.“Ma siete un geografo!”.“Esatto”, disse il geografo. “Ma non sono un esploratore. Non è il geografo che va a fare il conto delle città, dei fiumi, delle montagne, dei mari, degli oceani e dei deserti. Il geografo è troppo importante per andare in giro. Non lascia mai il suo ufficio, ma riceve gli esploratori, li interroga e prende ap-punti sui loro ricordi. E se i ricordi di uno di loro gli sembrano interessanti, il geografo fa fare un’inchiesta sulla moralità dell’esploratore”.“Perché?”.“Perché, se l’esploratore mentisse, porterebbe una catastrofe nei libri di geo-grafia. Ed anche un esploratore che bevesse troppo”.“Perché?”, domandò il principe.“Perché gli ubriachi vedono doppio e allora il geografo annoterebbe due mon-tagne là dove ce n’è una sola”.

(Da Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry)

ISBN 978-88-6611-593-9

€ 20,00

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Pasquale Rossi

PARADIGMI E METODI DELLA RICERCA IN GEOGRAFIA

Evoluzione, Teorie, Esemplificazioni

Prefazione di Alessandra Giannelli

cacucci editore

bari

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Diceva a tutti: ho cercato di insegnare.In memoria di Andrea A. Bissanti,

un Maestro della geografia contemporanea.

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Prefazione

Il testo è dedicato al prof. Andrea A. Bissanti, recentemente ve-nuto a mancare, un Maestro della Geografia che nutrì una partico-lare attenzione per la didattica, punto di riferimento per i geografi non solo italiani. Un professore universitario che, autore di nume-rose pubblicazioni, riservò, come accennato, gran parte della sua vita accademica all’insegnamento, sempre impartito con entusia-smo, creatività, spirito critico, intuizione, capacità prospettica: una passione che riusciva a trasmettere agli studenti che frequentavano le sue lezioni, ai docenti che seguivano i suoi corsi di aggiorna-mento, ai suoi più diretti allievi e collaboratori, facendo loro sco-prire e amare una disciplina che, contribuendo con i suoi studi e le sue ricerche ad allargare l’orizzonte delle idee e delle conoscenze scientifiche, ha maturato nel corso dei secoli proprie elaborazioni dottrinali, sistemazioni teoriche, specifici paradigmi.

Il termine paradigma, dal greco paràdeigma, significa modello, esempio. In grammatica, come noto, i paradigmi indicano i modelli della declinazione di un nome o della coniugazione di un verbo. Il paradigma di un verbo, in particolare, consiste nell’enunciazio-ne delle sue forme fondamentali, dalle quali derivano tutti gli altri tempi: in latino esso è espresso dai temi del presente, del perfetto, del supino e dell’infinito, temi da cui derivano, appunto, tutti gli altri tempi del verbo in questione.

Nella filosofia della scienza il paradigma è inteso come un com-plesso coerente e articolato di teorie, di regole metodologiche, di procedimenti esplicativi: come tale, il paradigma si configura come un quadro generale di riferimento, una categoria concettuale, un modello teorico per indagini empiriche, il quale conserva una pro-pria validità fino all’eventuale affermazione di nuove teorie e nuo-ve scoperte.

È particolarmente difficile, pertanto, se non del tutto impossibi-le, definire un unico paradigma per la ricerca in geografia. La disci-plina, infatti, pur unitaria nella sua essenza epistemologica, è molto complessa, articolata, poliedrica – di qui gran parte del suo fascino per chi ne ha passione – tanto da richiedere la messa a punto e l’uso di diversi e specifici paradigmi, come poc’anzi si diceva, correlati di volta in volta ad una determinata teoria e di volta in volta appli-cabili a singoli e coerenti casi di studio e di ricerca.

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Una regione, ad esempio, può essere analizzata dal punto di vi-sta del determinismo geografico oppure secondo la teoria sistemica, come si avrà modo di verificare nelle rispettive esemplificazioni: si ottengono risultati diversi, diversa essendo la loro concezione di regione e la relativa metodologia della ricerca.

E ciò vale anche nel caso in cui siano esaminati i rapporti com-plessi ed eterogenei tra uomo e territorio secondo un’ottica di tipo possibilistico: in tal caso, è bene che quei rapporti siano analizzati in termini rigorosamente scientifici tanto in base alle categorie con-cettuali della geografia umana (vicende storiche della popolazione ivi insediata, attività economiche, aspetti demografici, sociali, cul-turali, politici, ecc.), quanto rispetto alle leggi generali che regola-no le grandi ripartizioni della geografia fisica (atmosfera, litosfera, idrosfera e biosfera, quest’ultima essenzialmente intesa come fauna e flora spontanea).

La stessa cosa si può altresì dire per la geografia quantitativa e per la geografia della percezione: l’una e l’altra, infatti, elaborano proprie e distinte teorie, definiscono propri e distinti paradigmi, uti-lizzano propri e distinti metodi d’indagine.

Per non dilungarci più oltre su argomentazioni forse un po’ scon-tate, ci limitiamo a dire che il testo ripercorre la stessa impostazione di quello edito nel 2003 con il titolo di Metodologia della ricerca in geografia. Se ne differenzia, tuttavia, per la scelta di alcune esempli-ficazioni, per la più diretta correlazione fra paradigmi teorici e studi empirici, per la stesura ex novo di un intero capitolo, l’ultimo, con il quale è stato dato più ampio spazio all’analisi del paesaggio, un tema, come noto, di rilevante interesse geografico.

Sono certa che, come per la precedente, anche di questa nuova edizione sarebbe stata consigliata la lettura ai dottorandi di ricerca in Geografia da parte del prof. Bissanti: è stato il mio Maestro e per me sarà sempre un motivo di onore essermi formata alla Sua scuola.

Alessandra Giannelli

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Premessa

Nella sua attività di ricerca la geografia si avvale di un cospicuo patrimonio di saperi essenziali e di un largo ventaglio di categorie concettuali che, per quel che ci riguarda, hanno costituito precisi ambiti di riferimento per lavori che abbiamo compiuto in tempi diversi e dei quali indichiamo qui di seguito gli estremi editoriali nell’ordine con cui si susseguono nei relativi capitoli.

– I terremoti secondo Seneca, in “Geografia generale ed astro-nomica nelle Naturales Quaestiones di Seneca”, Bari, Adria-tica Ed., 1992, pp. 101-124.

– Il Gargano nella Fisica Appula di Michelangelo Manicone, in “Uomini, storia e civiltà nel Gargano tra medioevo ed età moderna”, a cura di Pasquale Corsi, “Quaderni del Sud”, n. 17 (1997), pp. 123-132.

– La Puglia: territorio e popolazione in una breve analisi di tipo deterministico, in “Puglia. Regione naturale e spazio or-ganizzato”, Bari, Adriatica Ed., 1988, pp. 25 - 38.

– La Svezia: territorio e popolazione in una breve analisi di tipo possibilistico, in “Uomo e territorio nell’Occidente in-dustrializzato”, Bari, Adriatica Ed., 1984, pp. 37-41.

– Sulla geografia agraria in età romana: una conferma storica al modello di von Thünen, in “Aufidus”, n. 23 (1994), pp. 57-66.

– Politica del territorio e industrializzazione in Puglia: la svolta degli anni Sessanta del secolo passato, in “Annali del-la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Bari”, XXIII (1980), pp. 461-470.

– La regione come sistema spaziale: la Basilicata, in “geogra-fia”, VI (1983), n. 1, pp.38-46.

– Geografia della percezione e letteratura: l’Italia nella poe-sia di Orazio, in F. Coarelli, A. Corcella, P. Rossi, Un angolo di mondo. Luoghi oraziani. Presentazione di Cosimo Damia-no Fonseca, Venosa, Osanna Ed., 1993, pp. 57-76.

– L’ultimo capitolo è tratto quasi interamente da:1) Lineamenti geomorfologici dei paesaggi italiani, Bari,

Cacucci, 2012;2) Paesaggi di Puglia, 2a ed., Bari, Cacucci, 2011;

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3) Architettura del paesaggio italiano tra Medioevo e Rina-scimento, in “fogli di periferia”, XVIII-XIX (2006-2007), pp. 27-40;

4) AA. VV., Città da scoprire. Guida ai centri minori, Mila-no, T.C.I., 1985, Vol. III, Gravina in Puglia, pp. 158-163 e Polignano a Mare, p. 167.

I primi due temi di cui sopra rientrano nel campo della geografia storica, che di certo è cosa altra rispetto alla storia della geografia, da noi brevemente delineata sino ai tempi di Alexander von Humboldt, il padre della geografia moderna. La geografia storica è interessata a un’ampia gamma di possibili ricerche: toponomastica, antiche di-namiche territoriali, movimenti migratori a volte verificatisi sotto forma di invasioni, origine, sviluppo e decadenza di centri abitati, ecc. Nondimeno, la conoscenza dell’evoluzione storica di una disci-plina – nel nostro caso la geografia – facilita la comprensione della sua essenza epistemologica e, molte volte, costituisce un fondamen-tale sussidio di riferimento per affrontare compiutamente problemi riconducibili a un preciso contesto storico-culturale, come, appunto, negli esempi riportati riguardo a due opere tra loro differenti per epoche e argomenti trattati: la prima appartiene all’età romana e si occupa di un fenomeno di geografia fisica, la seconda, invece, è una corografia di età illuministica sostanzialmente in linea con la filo-sofia del tempo e l’impostazione teorica di Georges Louis Leclerc, conte di Buffon.

Segue, quindi, un’analisi geografica della Puglia e un’altra ri-guardante la Svezia: due territori diversi tra di loro per posizione geografica, rispettivamente mediterranea e nordica, per superficie, per entità demografica, per aspetti culturali, sociali, economici. Ci siamo attenuti nel primo caso ai canoni della teoria deterministica, nell’altro, invece, a quelli della concezione possibilistica. Sarebbe stato possibile, ovviamente, invertire tali relazioni, così come sa-rebbe stato anche possibile applicare allo studio tanto della Puglia quanto della Svezia uno stesso paradigma interpretativo: esaminare entrambe, cioè, secondo quello deterministico oppure quello possi-bilistico.

Successivamente abbiamo preso in considerazione due settori produttivi, il primario e il secondario, riferiti, rispettivamente, a due distinti momenti storici: l’età romana e l’età moderna. Abbiamo in tal modo inteso evidenziare come un determinato paradigma geo-grafico – stiamo parlando di quello strutturalistico - sia applicabile

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ad ambiti anche lontani nel tempo e nello spazio, essendo contraddi-stinto, appunto, così come qualsiasi altro paradigma, da astrazione e generalizzazione concettuale.

Una regione – la Basilicata nel caso da noi considerato – può essere vista come sistema spaziale, se i suoi elementi costitutivi con-corrono alla definizione di un organismo unitario in termini dinamici di connettività e interdipendenza. Il paradigma sistemico, secondo molti Autori, è riconducibile alla geografia quantitativa, anche se ri-sente soltanto in debole misura del relativo formalismo matematico.

Un formalismo del tutto assente nella geografia della percezio-ne: la regione percettiva, infatti, non è rigorosamente strutturata né in termini formali, né funzionali. Un territorio – entità regionale o meno che sia – non è più un dato esteriore, ma penetra nell’interio-rità dell’individuo o di un’intera collettività e si manifesta attraverso le sensazioni e le immagini che è capace di suscitare, specialmente se percepito da un grande poeta come Orazio.

Un’ultima annotazione. La Puglia, specie per quanto concerne ta-luni suoi paesaggi, è stata presa in esame di proposito nella maggior parte delle esemplificazioni prescelte, alcune delle quali sono state opportunamente aggiornate, poiché il testo, come detto in epigrafe, vuol essere un omaggio alla figura di un eminente geografo puglie-se: Andrea Antonio Bissanti.

Entrambi, il Bissanti e chi scrive, siamo stati, in anni lontani, assistenti ordinari del prof. Luigi Ranieri. Lui alla Facoltà di Eco-nomia e Commercio dell’Università di Bari, io in quella di Lettere e Filosofia. Poi le nostre strade si divisero: ognuno seguì le sue incli-nazioni, coltivò i propri interessi di ricerca, approfondì i propri studi. Non venne mai meno, però, la stima reciproca, di sicuro da parte mia, così come continuammo a condividere il ricordo, l’affetto, una profonda gratitudine per l’antico, burbero, carissimo Maestro, la cui forte personalità, di uomo e di studioso, impresse segni indelebili di severità e rigore nella formazione scientifica e professionale dei suoi numerosi allievi, compreso, ovviamente, l’allora giovane An-drea. Un giovane destinato a divenire in Italia indiscusso caposcuola della Didattica della Geografia.

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Indice

Prefazione pag. 7Premessa » 9

Capitolo prieo

Storia della geografia e geografia storica1. Un rapido profilo storico della geografia » 132. I terremoti secondo Seneca » 413. Il Gargano nella Fisica Appula di Michelangelo

Manicone » 61

Capitolo seCooSo

La teoria deterministica e la teoria possibilistica1. Il determinismo geografico » 792. La reazione possibilistica » 833. La Puglia: territorio e popolazione in una breve

analisi di tipo deterministico » 864. La Svezia: territorio e popolazione in una breve

analisi di tipo possibilistico » 103

Capitolo terao

Strutturalismo e funzionalismo in geografia1. Un’inversione metodologica » 1092. Sulla geografia agraria in età romana: una conferma

storica al modello di von Thünen » 1203. Politica del territorio e industrializzazione in Puglia:

la svolta degli anni Sessanta del secolo passato » 128

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ioSiCe

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Capitolo Qrarto

La geografia quantitativa e la geografia della percezione1. La “New Geography” pag. 1372. Una rivoluzione copernicana » 1443. La regione come sistema spaziale: la Basilicata » 1494. Geografia della percezione e letteratura:

l’Italia nella poesia di Orazio » 167

Capitolo Qrioto

Il paesaggio: basi teoriche e casi reali1. Componenti e determinanti » 1792. Paesaggi a prevalente caratterizzazione di un solo

elemento: geomorfologico, idrografico, vegetale » 1852.1 Le Alpi Apuane » 1852.2 Le saline di Margherita di Savoia » 1872.3 La Foresta Umbra » 190

3. Paesaggi a duplice prevalente caratterizzazione » 1923.1 Il costruito e la componente geomorfologica:

Gravina in Puglia » 1923.2 Il costruito e l’idrografia marina:

Polignano a Mare » 1953.3 Il costruito e la componente vegetale:

ville e giardini rinascimentali » 1983.4 Componente idrografica e componente vegetale:

le risaie piemontesi » 2024. Un paesaggio composito e integrato di più elementi:

la Murgia dei Trulli » 204

Riferimenti bibliografici » 213