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PROGETTO DI PIANO (settembre 2004) PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO PARTE QUINTA: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti COMITATO PARITETICO D’INTESA (DPR n. 381/74, art. 8)

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PROGETTO DI PIANO

(settembre 2004)

PROVINCIA AUTONOMA DI

TRENTO

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL

TERRITORIO

PARTE QUINTA:

Sistemazione dei corsi d’acquae dei versanti

COMITATO PARITETICO D’INTESA(DPR n. 381/74, art. 8)

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti i

INDICE PARTE QUINTA

V Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti .............................. 1

V.1 Catasto delle opere di sistemazione e dei dissesti.................................1

V.1.1 Descrizione del catasto esistente........................................................ 1V.1.2 Consistenza delle opere al 2001......................................................... 2V.1.3 Modifiche al catasto esistente e nuovo catasto delle opere ...................12V.1.4 Criteri di aggiornamento e georeferenziazione ....................................42V.1.5 Catasto dei dissesti .........................................................................44V.1.6 Allegato 1: Linee guida per la redazione della carta delle opere e dei

dissesti: modalità di acquisizione ed elaborazione delle informazioni......49

V.2 Portate di piena ............................................................................. 51

V.2.1 Precipitazioni intense del Trentino .....................................................51V.2.2 Linee Guida per la determinazione delle portate di piena......................63V.2.3 Linee Guida per il calcolo del trasporto di sedimenti ............................89V.2.4 Riferimenti bibliografici ..................................................................110

V.3 Progettazione degli interventi di sistemazione dei corsi d’acqua ......... 117

V.3.1 Criteri generali .............................................................................117V.3.2 Portata di progetto ........................................................................128V.3.3 Progettazione delle opere di sistemazione ........................................135V.3.4 Verifica idraulica per gli attraversamenti dei corsi d’acqua..................148V.3.5 Quaderno delle opere tipo ..............................................................159V.3.6 Riferimenti bibliografici ..................................................................164V.3.7 Allegato 1: elementi di dimensionamento e verifica delle opere di

controllo del trasporto solido e delle colate detritiche.........................166

V.4 Criteri di manutenzione degli alvei e delle opere di difesa.................. 185

V.4.1 Criteri generali .............................................................................186V.4.2 Manutenzione degli alvei ................................................................191V.4.3 Manutenzione delle opere di difesa..................................................196V.4.4 Riferimenti bibliografici ..................................................................204

V.5 Pianificazione e programmazione degli interventi ............................. 207

V.5.1 Piani degli interventi di sistemazione ...............................................209V.5.2 Programmazione degli interventi.....................................................211V.5.3 Allegato1 : Linee guida per la redazione della carta dell’uso del suolo

ai fini idrologici: modalità di acquisizione ed elaborazione delleinformazioni .................................................................................212

V.5.4 Allegato 2: Linee guida per la redazione della carta geologica ai finiidrologici: modalità di acquisizione ed elaborazione delle informazioni .219

V.6 Laminazione delle onde di piena..................................................... 225

V.6.1 Principali criticità idrauliche ............................................................226V.6.2 Gestione degli scarichi degli invasi idroelettrici..................................237

Indice delle tabelle ........................................................................................i

Indice delle figure........................................................................................ iii

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 1

V Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti

V.1 Catasto delle opere di sistemazione e dei dissesti

V.1.1 Descrizione del catasto esistente

Il catasto delle opere idrauliche è stato creato allo scopo di archiviare erendere disponibili agli utenti i dati relativi ai tronchi dei corsi d’acqua e alle opere inesso presenti.

Per l’inserimento dei dati descrittivi delle caratteristiche di ogni opera ènecessario innanzitutto specificare le informazioni relative alla sua ubicazione. Lastruttura di gestione dei dati all’interno del catasto è di tipo piramidale, nel senso chealla base, cioè all’ultimo livello, si trovano le opere; ognuna di esse è riferita ad untronco, ciascun tronco è contenuto in un corso d’acqua, che a sua volta si trova in unsottobacino secondario. Più sottobacini secondari vanno a costituire un sottobacinoprincipale; contenuto infine in un bacino, che costituisce il vertice della piramide. Idati all’interno del catasto informatizzato sono quindi inseriti secondo il seguenteschema:

• 1° Livello: bacini;

• 2° Livello: Sottobacini principali;

• 3° Livello Sottobacini secondari;

• 4° Livello: Corsi d’acqua;

• 5° Livello: Tronchi;

• 6° Livello: Opere

I dati relativi alle varie opere vengono inseriti tramite l’uso di schedespecifiche per le varie tipologie di opera. Il catasto preesistente conteneva le seguentischede:

1. Briglie;

2. Cunettoni;

3. Opere spondali;

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti2

4. Repellenti

5. Drenaggi;

6. Piazze di deposito;

7. Svasi in alveo;

8. Interventi successivi;

9. Ponti;

10. Opere di presa;

11. Altri attraversamenti aerei;

12. Altri attraversamenti in alveo;

13. Dighe;

14. Altri scarichi in alveo;

15. Sezioni;

16. Frane;

17. Erosioni di sponda:

18. Cave.

Queste schede erano costituite da una parte comune a tutti i tipi di scheda,che contiene i dati indispensabili per identificare le modalità di archiviazione. In questaparte si trovano le informazioni relative all’anno di costruzione e di realizzazionedell’opera, le misure della distanza dalla confluenza e dall’inizio del tronco in cui èinserita l’opera, il costo di realizzazione.

V.1.2 Consistenza delle opere al 2001

In questo paragrafo si riporta la consistenza delle opere di sistemazione deicorsi d’acqua e dei versanti per gli 8 bacini idrografici in cui è suddivisa la Provincia diTrento, che sono:

1. Chiese

2. Fersina

3. Noce

4. Sarca

5. Adige

6. Avisio

7. Brenta

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 3

V.1.2.1 Bacino del fiume Chiese

L’idrografia del territorio è composta principalmente dal fiume Chiese e daisuoi numerosi affluenti tra cui il Rio Ribor, il Rio Giulis, il Rio Sorino, il Rio S.Barbara insponda destra, il Rio Danerba, il Rio Valbona, il torrente Adanà, il torrente Pelvico edaltri minori in sponda sinistra. Il fiume Chiese nasce dal versante meridionale delmassiccio granitico dell’Adamello (3462 m) da cui discende con corso a caratterenettamente torrentizio lungo la Val di fumo, piegando poi in direzione nord-sud finoalla confluenza con il torrente Adanà presso Pieve di Bono; da qui, con caratteredecisamente fluviale, prosegue con direzione nord-est sud-ovest nella valle delleGiudicarie Inferiori fino allo sbocco nel lago di Idro. Il reticolo idrografico è abbastanzasviluppato, soprattutto in sponda destra su rocce cristalline; tuttavia la maggior partedella circolazione superficiale è stata captata per uso idroelettrico attraverso laformazione di quattro bacini artificiali: Malga Bissina (capacità 60.000.000 m3), MalgaBoazzo (capacità 11.800.000 m3), Ponte Morandin (capacità 300.000 m3), Cimego(capacità 320.000 m3). Nella seguente tabella sono riportate le caratteristicheprincipali del bacino del fiume Chiese:

Asta

principaleTestata Versante destro Versante sinistro Totale

Lungh. Pend.media

Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua

[km] [%] [km2] n.Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2]

47,6 4,2 176,5 122 121,5 0,69 77,3 72 89 1,15 149 142 182,2 1,22 402,8 336 392,6 0,97

Tabella V.1.1: Caratteristiche principali del bacino del fiume Chiese.

Nella seguente tabella sono riportate le opere di competenza del Servizio diSistemazione Montana presenti nel Catasto delle Opere Idrauliche nella parte montanadel bacino del Chiese

Bacino Briglie CunettoniOpere

SpondaliRepellenti Drenaggi

Piazze dideposito

Altri scarichiin alveo Frane

Erosioni

di sponda

n° n° [m] n° [m] n° n° n° n° n° n° [m]

Chiese

S.A.S.S.M.729 71 9.651 372 19.393 2 25 85 43 32 4.339

Tabella V.1.2: Catasto delle opere di sistemazione idraulico forestali per il bacino montano del Chiese (fonte Servizio diSistemazione Montana).

Nella seguente tabelle si riportano invece le opere effettuate nel periodo 1976-2001 dal Servizio Opere Idrauliche nella parte del bacino del fiume Chiese dicompetenza (lunghezza asta principale = 18,5 km; pendenza media 0,72%).

Bacino Briglie ArginiSvasi e

riempimentiCanalizzazioni

Strade

arginali

Scavi in

galleria

Scavi di

sbancamentoDiaframmi

n° [m] [m] [m3] [m] [m] [m3] [m3] [m2]

Chiese

S.A.S.S.M.7 282 8.282 156.000 - 1.968 - - 1.339

Tabella V.1.3: Opere realizzate nel bacino del fiume Chiese dal 1976 al 2001 (fonte S.O.I.).

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V.1.2.2 Bacino del torrente Fersina

Il torrente Fersina nasce dal lago di Erdemolo a quota 2005, sfocia nell’Adige aquota 191 m s.l.m. dopo un percorso di circa 30 km. La parte montana del bacinointeressa il territorio dal Doss del Ciuss alle origini del corso d’acqua per unalunghezza pari a 14,3 km, con una pendenza media del 10%. Il restante sistemaidrografico risulta assai sviluppato d alimentato da abbondanti sorgenti. Fra iprincipali affluenti di sponda destra si hanno i rivi Castellir, Val delle Vergini, ValSigismondi, Val dei Lenzi e Val Battisti; in sinistra si hanno i rivi Rigolor, Molino,Orighel e Val Cava. Il regime idrico del torrente Ferina è influenzato dalle opere diderivazione che alimentano le centraline di Palù, S.Orsola e Canezza. Si riportanonelle seguenti tabelle le caratteristiche principali della parte montana del torrenteFersina e la consistenza delle opere di competenza del Servizio di SistemazioneMontana. aggiornata al 2001.

Asta

principaleTestata Versante destro Versante sinistro Totale

Lungh. Pend.media

Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua

[km] [%] [km2] n.Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2]

14,3 10 18,5 15 16 1,09 24,7 33 31,2 1,27 34,8 41 32,1 0,93 78 89 79,3 1,01

Tabella V.1.4: Caratteristiche principali del bacino montano del torrente Fersina.

Bacino Briglie CunettoniOpere

SpondaliRepellenti Drenaggi

Piazze dideposito

Altri scarichiin alveo Frane

Erosioni

di sponda

n° n° [m] n° [m] n° n° n° n° n° n° [m]

Fersina

S.A.S.S.M.734 113 12.162 247 13.912 8 11 5 176 34 16 802

Tabella V.1.5: catasto delle opere di sistemazione idraulico forestali per il bacino montano del Fersina (fonte Servizio diSistemazione Montana).

Nelle seguenti tabelle sono riassunte le caratteristiche della parte del bacinodel torrente Fersina di competenza del Servizio Opere Idrauliche e le opere effettuatenel periodo 1976-2001 dal Servizio stesso

Bacino Superficie [km2] Lunghezza asta [km] Pendenza media asta

Fersina (S.O.I) 93 14 2,57%

Tabella V.1.6: Caratteristiche principali del bacino del torrente Fersina di competenza del S.O.I.

Bacino Briglie ArginiSvasi e

riempimentiCanalizzazioni

Strade

arginali

Scavi in

galleria

Scavi di

sbancamentoDiaframmi

N° [m] [m] [m3] [m] [m] [m3] [m3] [m2]

Fersina

S.O.I.38 1.958 12.000 371,4 2.610

Tabella V.1.7: Opere realizzate nel bacino del torrente Fersina dal 1976 al 2001 (fonte S.O.I.).

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V.1.2.3 Bacino del torrente Noce

Il torrente Noce ha origine dal Corno dei Tre Signori (Val del Monte) e dalMonte Cevedale (Valle della Mare); confluisce nell’Adige a sud di Zambana dopo unpercorso di circa 67 km. La Val di Sole è caratterizzata da un sistema idrograficoelementare, a ramificazione scarsa, con aste di sviluppo limitato ma con elevatapendenza : tra i principali affluenti si ricordano il Vermigliana, il torrente Melendrio e ilRabbies. La rete idrografica della Val di Non si presenta invece più evoluta connumerosi corsi d’acqua che scorrono per lunghi tratti in profonde forre rocciose: tra imaggiori affluenti si ricordano i torrenti Barnes, Pescara, Novelle, s.Romedio,Pongaiola, Rinassico, Sporeggio e Tresenica. Le acque del torrente Noce sono in piùpunti sfruttate ai fini idroelettrici, in particolare nella testata della Valle della Mare èposto il bacino del Careser (capacità di invaso 16.800.000 m3); nella valle del Monte ilbacino di Pian Palù (capacità di invaso 8.000.000 m3) e nei pressi di Cles il Lago diS.Giustina (capacità di invaso 172.000.000 m3). Un’altra opera di captazione perl’alimentazione della centrale di Mezzocorona è situata nei pressi di Mollaro. In TabellaV.1.8 sono riportate le caratteristiche principali del bacino del torrente Noce, diviseper quanto riguarda la Val di sole e la Val di Non e il dato globale, mentre in TabellaV.1.9 sono indicate le opere inserite nel Catasto del Servizio di Sistemazione Montanaed in Tabella V.1.11 sono riassunte le opere effettuate nel periodo 1976-2001 dalServizio Opere Idrauliche.

Asta

principaleTestata Versante destro Versante sinistro Totale

Lungh. Pend.media

Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua

[km] [%] [km2] n.Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2]

Noce Val di Sole

32,6 1,88 178,3 45 95 0,53 262,1 79 172,5 0,65 215,1 80 162,5 0,75 655,5 204 430 0,65

Noce Val di Non

34,2 1,05 - - - - 255,3 72 130,4 0,51 407,3 163 280,5 0,68 662,6 235 410,8 0,62

NOCE :dalla confluenza tra Noce Bianco e Noce Val del Monte allo sbocco in Adige

66,8 1,45 178,3 45 95 0,53 517,4 151 302,9 0,58 622,4 243 442,9 0,71 1318 439 840,8 0,63

Tabella V.1.8: Caratteristiche principali del bacino del torrente Noce

Bacino Briglie CunettoniOpere

SpondaliRepellenti Drenaggi Piazze di

depositoAltri scarichi

in alveo FraneErosioni

di sponda

n° n° [m] n° [m] n° n° n° n° n° n° [m]

Noce

S.A.S.S.M.1.881 296 29.220 747 42.379 13 6 48 510 268 377 31.016

Tabella V.1.9: Consistenza delle opere di sistemazione idraulico forestali per il bacino montano del Noce (fonte Serviziodi Sistemazione Montana).

Bacino Lunghezza asta [km] Pendenza media asta

Noce (S.O.I) 61 1,22%

Tabella V.1.10: Caratteristiche principali del bacino del torrente Noce di competenza del S.O.I.

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti6

Bacino Briglie ArginiSvasi e

riempimentiCanalizzazioni

Strade

arginali

Scavi in

galleria

Scavi di

sbancamentoDiaframmi

N° [m] [m] [m3] [m] [m] [m3] [m3] [m2]

Noce

S.O.I.21 892 23.819 413.200 4.725

Tabella V.1.11: Opere realizzate nel bacino del torrente Noce dal 1976 al 2001 (fonte S.O.I.).

Il tratto di competenza del Servizio Opere Idrauliche è caratterizzato da unalunghezza circa pari a 61 km ed ha una pendenza media del 1,22%.

V.1.2.4 Bacino del fiume Sarca

Il bacino del fiume Sarca è caratterizzato da una forte variabilità orografica egeomorfologia che ha determinato notevoli differenze anche dal punto di vistaidrografico: le zone in cui si hanno rocce cristalline sono caratterizzate dalla presenzadi torrenti con portate sempre notevoli, mentre le zone calcaree la rete idrografica èmolto irregolare e a scarso sviluppo. Il fiume Sarca ha origine dall’unione di tretorrenti: il Sarca di Campiglio che ha origine dal lago di Nambino, il Sarca diNambrone, e il Sarca di Genova che nasce dai ghiacciai del Mandrone e delle Lobbie.La lunghezza del corso d’acqua è di circa 82 km, con pendenze del 6,2% circa lungo laVal di Genova, dell’1,5% da Pinzolo a Tione, dell’1,2% da Tione a Sarche e dello 0,7%da Sarche alla foce nel Lago di Garda. I principali affluenti del Sarca in sponda destrasono i rivi Bedù di Pelago, Bedù di S.Valentino, il Torrente Arnò, Duina e Dal ; insponda sinistra i rivi Manez e d’Algone, il torrente Ambiez e Val delle Seghe, i riviSalone e Saloncello. Nella parte orientale e meridionale del bacino sono presentinumerosi laghi, tra cui Molveno, S.Massenza, Toblino, Cavedine, Tenno, Ledro e laparte settentrionale del Lago di Garda. Nel settore occidentale sono diffusi i laghi diorigine glaciale (Valbona, S.Giuliana, Garzonè, Rotondo, Scuro, Cornisello, Vedretta,Nambino, ecc). All’interno del bacino sono inoltre presenti rilevanti ghiacciai e vedrette(Adamello, Presanella e Gruppo di Brenta).Il Sarca e numerosi suoi affluenti sonointeressati da opere di derivazione a scopo idroelettrico, tra esse si ricordano le operedi captazione per la centrale di Nembia, di S.Massenza, la derivazione per il lago diToblino e la presa per la centrale di Torbole.

La seguente tabella indica le caratteristiche principali del bacino del fiumeSarca:

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 7

Asta

principaleTestata Versante destro Versante sinistro Totale

Lungh. Pend.Media

Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua

[km] [%] [km2] n.Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2]

SARCA Rendeva, Tione, Giudicarie est

36 1,3 262,6 46 133,5 0,51 319,7 160 236,1 0,74 239 71 110,5 0,46 821,3 277 480,1 0,58

SARCA Basso Sarca Val di Ledro

26,5 0,9 - - - - 239,1 122 164,6 0,69 191,5 28 62,5 0,33 430,6 150 227,1 0,53

SARCA dalla confluenza del torrente Sarca di Val di Genova allo sbocco nel Lago di Garda

62,5 1,1 262,6 46 133,5 0,51 558,8 282 400,7 0,72 430,5 99 173 0,4 1252 427 707,1 0,56

Tabella V.1.12: Caratteristiche principali del bacino del fiume Sarca.

La consistenza delle Opere riportate nel Catasto del Servizio di SistemazioneMontana per la parte montana del bacino del fiume Sarca è indicata nella seguentetabella.

Bacino Briglie CunettoniOpere

SpondaliRepellenti Drenaggi

Piazze dideposito

Altri scarichiin alveo Frane

Erosioni

di sponda

n° n° [m] n° [m] n° n° n° n° n° n° [m]

Sarca

S.A.S.S.M.1.675 326 46.208 799 73.215 16 3 49 533 207 133 8.723

Tabella V.1.13: Consistenza delle opere di sistemazione idraulico forestali per il bacino montano del Sarca (fonteA.S.S.M.).

In Tabella V.1.14 sono riportate invece le opere eseguite sul tratto di fiumeSarca di competenza del Servizio Opere Idrauliche, caratterizzato da una lunghezzapari a 59 km e da una pendenza media del 1,17%.

Bacino Briglie ArginiSvasi e

riempimentiCanalizzazioni

Strade

arginali

Scavi in

galleria

Scavi di

sbancamentoDiaframmi

N° [m] [m] [m3] [m] [m] [m3] [m3] [m2]

Sarca

S.O.I.54 1.640 27.131 719.250 240 14.371

Tabella V.1.14: Opere realizzate nel bacino del fiume Sarca dal 1976 al 2001 (fonte S.O.I.).

V.1.2.5 Bacino del fiume Adige

Il bacino idrografico dell’Adige, limitatamente al territorio compreso inProvincia di Trento ha una superficie di 1032 km2; la lunghezza del corso principale daSalorno (quota 213 m s.l.m.) a Borghetto (quota 125m s.l.m.) è di circa 73 km e lapendenza media è dello 0,1%. I maggiori tributari dell’Adige sono Noce, Avisio eFersina. Nella zona più settentrionale, a nord di Trento il sistema idrografico ha unosviluppo limitato. Nel restante settore ci sono numerosi sottobacini di rilevanteimportanza per estensione, densità del drenaggio e per attività idrogeologica (i

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti8

principali tra questi sono i bacini del Rio Cavallo, del Torrente Leno, del RioS.Valentino, del Torrente Ala del torrente Aviana, del torrente Sorna e dell’Arione).Tra i più importanti bacini artificiali creati per necessità idroelettriche si hanno Prà daStua (capacità di invaso 1.500.000 m3), posto alla testata del torrente Aviana, e degliSpeccheri (capacità di invaso 10.000.000 m3), che trattiene le acque dell’alto corso delLeno. In Tabella V.1.15 sono riassunte le caratteristiche principali del bacinodell’Adige, mentre nella Tabella V.1.16 sono riportate le opere presenti nel Catastodelle Opere Idrauliche dell’A.S.S.M.

Asta

principaleTestata Versante destro Versante sinistro Totale

Lungh. Pend.Media

Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua

[km] [%] [km2] n.Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2]

ADIGE Val d’Adige nord

36,9 0,8 - - - - 148 56 81,5 0,55 214,4 164 217,7 1,01 362,4 220 299,2 0,82

ADIGE Vallagarina

36,4 0,1 - - - - 251,1 135 216,4 0,86 418,6 430 525,5 1,25 669,7 565 741,9 1,11

ADIGE

73,3 0,1 - - - - 399,1 191 297,9 0,75 633 594 743,2 1,17 1032 785 1041 1,01

Tabella V.1.15: Caratteristiche principali del bacino del fiume Adige.

Bacino Briglie CunettoniOpere

SpondaliRepellenti Drenaggi

Piazze dideposito

Altri scarichiin alveo Frane

Erosioni

di sponda

n° n° [m] n° [m] n° n° n° n° n° n° [m]

Adige

S.A.S.S.M2.080 381 33.495 1.155 62.967 56 31 57 348 205 184 8.314

Tabella V.1.16: Consistenza delle opere di sistemazione idraulico forestali per il bacino montano dell’Adige (fonteServizio di Sistemazione Montana).

Per quanto riguarda il tratto vallivo del fiume Adige, di competenza delServizio Opere Idrauliche (fiume Adige: lunghezza 71 km, pendenza 0,13% e torrenteLeno: lunghezza 3,6 km e pendenza media 2,17%) si veda Tabella V.1.17 per laconsistenza delle opere eseguite nel periodo 1976-2001.

Bacino Briglie ArginiSvasi e

riempimentiCanalizzazioni

Strade

arginali

Scavi in

galleria

Scavi di

sbancamentoDiaframmi

N° [m] [m] [m3] [m] [m] [m3] [m3] [m2]

Adige

S.O.I.1 60 2.868 610.745 13.607 9.423 40.000 35.000 11.478

Leno

S.O.I.3.818 10.500 950

Tabella V.1.17: Opere realizzate nel bacino del fiume Adige suddivise tra asta Adige e Leno dal 1976 al 2001 (fonteS.O.I.).

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 9

V.1.2.6 Bacino del torrente Avisio

Il torrente Avisio ha origine dal versante nord-occidentale della Marmolada(3343 m s.l.m.), percorre in direzione nord-est sud-ovest le valli di Fassa, di Fiemmee di Cembra, per sfociare nell’Adige a valle di Lavis (195 m s.l.m.), formando un vastoconoide lungo cica 3 km e della larghezza di 1 km. La lunghezza complessiva del corsod’acqua è di circa 89 km, con pendenza media del 2,02%. Alcuni importantisbarramenti idroelettrici regolano il corso del torrente (bacini della Fedaia- capacità16.000.000 m3-e di Moena – capacità 360.000 m3, di Stramentizzo – capacità10.000.000 di m3) e quello del suo maggiore affluente: il Travignolo (bacino di ForteBuso: capacità 30.000.000 m3). Numerosi sono gli affluenti dell.Avisio, generalmentepiù brevi e ripidi quelli in sponda destra (rio Antermont, Duron, Soial, Vael,Costalunga, Valsorda, Bianco, Stava, Gambis, Predaia, Mercar e Molini). e diproporzioni maggiori, in termini di ampiezza del bacino di raccolta e di rete didrenaggio, quelli che si trovano sulla sponda sinistra, causa un’inflessione versosettentrione del corso principale (rio Contrin, S. Nicolò, Travignolo, Lagorai, Moena,Cadino, Predisella, delle Seghe, Brusago e Regnana). In Tabella V.1.18 sono riportatele caratteristiche principali dell’intero bacino del torrente Avisio. Nelle Tabella V.1.19 eTabella V.1.20 sono indicate la consistenza delle opere presenti nel Catasto delServizio di Sistemazione Montana e le opere realizzate dal Servizio Opere Idraulicheall’interno del bacino (lunghezza tratto di competenza del Servizio = 84 km; pendenzamedia =1,48%).

Asta

principaleTestata Versante destro Versante sinistro Totale

Lungh. Pend.Media

Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua

[km] [%] [km2] n.Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2]

AVISIO Val di Fassa

25,8 3,2 24,5 9 8 0,33 116,2 40 72,9 0,63 126,5 46 84,2 0,66 267,3 95 165,1 0,62

AVISIO Val di Fiemme

29,9 1,3 - - - - 141 55 88,5 0,634 319,9 144 350,6 1,9 460,9 199 439,1 0,95

AVISIO Val di Cembra

33,7 1,7 - - - - 75,6 91 84,6 1,12 130,8 108 133,9 1,02 206,4 199 218,5 1,06

AVISIO

89,4 2,1 24,5 9 8 0,33 332,8 186 245,9 0,74 577,2 298 568,7 0,98 934,6 493 822,6 0,88

Tabella V.1.18: Caratteristiche principali del bacino montano del torrente Avisio.

Bacino Briglie CunettoniOpere

SpondaliRepellenti Drenaggi Piazze di

depositoAltri scarichi

in alveo FraneErosioni

di sponda

n° n° [m] n° [m] n° n° n° n° n° n° [m]

Avisio

S.A.S.S.M.1.611 210 19.625 655 43.832 19 3 13 236 277 320 1.415

Tabella V.1.19: Consistenza delle opere di sistemazione idraulico forestali per il bacino montano dell’Avisio (fonteServizio di Sistemazione Montana).

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti10

Bacino Briglie ArginiSvasi e

riempimentiCanalizzazioni

Strade

arginali

Scavi in

galleria

Scavi di

sbancamentoDiaframmi

N° [m] [m] [m3] [m] [m] [m3] [m3] [m2]

Avisio

S.O.I.64 1.779 29.983 1.287.980 17.300

Tabella V.1.20: Opere realizzate nel bacino del fiume Avisio dal 1976 al 2001 (fonte S.O.I.).

V.1.2.7 Bacino dei fiumi Brenta, Vanoi e Cismon

Il territorio in esame presenta un ricco sistema idrografico, condizionato dallageologia e soprattutto dalla tormentata tettonica. Per semplicità può considerarsiformato dall’unione di due sottobacini: quello del Brenta propriamente detto e quellodel Cismon per quanto relativo alla provincia di Trento. Il fiume Brenta, che ha originedai laghi di Caldonazzo e di Levico, riceve durante il suo corso importanti affluenti fra iquali, in sponda sinistra, i torrenti Larganza, Ceggio, Maso, Chieppena e Grigno.Questi ultimi, con portate abbastanza costanti ed elevate, provengono da convalli chesi inoltrano profondamente nei gruppi montuosi (Val Calamento, Val Campelle, ValMalene, Val Tolvà, ecc.). Meno importanti per numero e dimensioni sono gli affluentidi destra, fra i quali il torrente Centa, che percorre l’omonima valle ed il torrenteMoggio che proviene dalla Val di Sella. Tra gli affluenti del torrente Cismon, che scorrenel territorio provinciale per circa 26 Km, sono da ricordare il torrente Canali, iltorrente Noana ed il torrente Vanoi, alimentato a sua volta da altri corsi d’acqua qualiil torrente Lozen e il rio Valsorda.

Sia il torrente Cismon che i suoi principali tributari, sia i più importantiaffluenti del fiume Brenta, sono interessati da notevoli opere di derivazione a scopoidroelettrico; si ricordano in particolare il bacino idroelettrico di Val Noana (capacità diinvaso 9.000.000 m3) nonchè le opere di captazione per l’alimentazione della centraledi San Silvestro, di Castelpietra, di Carzano, di Costa Brunella, di Pontarso e di Grigno.Le caratteristiche principali del bacino del Brenta sono riassunte nella seguentetabella.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 11

Asta

principaleTestata Versante destro Versante sinistro Totale

Lungh. Pend.Media

Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua Sup Corsi d’acqua

[km] [%] [km2] n.Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2] [km2] n.

Lungh[km]

Dens[km/m2]

BRENTA Alta Valsugana

7,9 0,3 - - - - 99 97 105,5 1,06 48,2 29 24,6 0,51 147,2 126 130,1 0,88

BRENTA Bassa Valsugana

30,5 0,7 - - - - 117,9 70 93,4 0,055 382,8 266 345,9 0,9 500,7 336 439,2 0,88

BRENTA Vanoi

24,7 6,2 40,6 24 28,1 0,69 71,2 68 68,9 0,97 124,8 110 122,6 0,98 236,6 202 219,6 0,93

BRENTA Cismon

26,4 5,7 19,3 13 14,8 0,77 46 40 46 0,99 123,7 116 141,3 1,14 189 169 202 1,07

BRENTA

89,5 3,2 59,9 37 42,9 - 334,1

Tabella V.1.21: Caratteristiche principali del bacino montano di Brenta, Cismon e Vanoi.

Le opere della parte montana del bacino in esame presenti nel Catasto delleOpere Idrauliche dell’A.S.S.M. sono riportate nella seguente tabella suddivise per isottobacini Brenta, Cismon e Vanoi.

Bacino Briglie CunettoniOpere

SpondaliRepellenti Drenaggi

Piazze dideposito

Altri scarichiin alveo Frane

Erosioni

di sponda

n° n° [m] n° [m] n° n° n° n° n° n° [m]

Brenta

S.A.S.S.M.3.489 364 29.450 774 73.676 34 67 37 211 334 132 6.657

Vanoi

S.A.S.S.M.246 7 467 134 13.986 9 1 1 43 119 66 4.918

Cismon

S.A.S.S.M.735 107 15.185 218 16.619 5 47 29 161 113 130 8.962

Tabella V.1.22: Consistenza opere di sistemazione idraulico forestali per il bacino montano di Brenta, Cismon e Vanoi(fonte Servizio di Sistemazione Montana).

Nella seguente tabella sono riportate invece le opere realizzate dal ServizioOpere Idrauliche nei tratti di corsi d’acqua di competenza (Brenta: lunghezza 38 km,pendenza media 0,60%; Cismon: lunghezza media 11,5 km, pendenza media 1,77%).

Bacino Briglie ArginiSvasi e

riempimentiCanalizzazioni

Strade

arginali

Scavi in

galleria

Scavi di

sbancamentoDiaframmi

N° [m] [m] [m3] [m] [m] [m3] [m3] [m2]

Brenta

S.O.I.28 690 20.085 6.766.000 1.710 17.610

Cismon

S.O.I.42 1.163 5.897 400.500 2.920

Tabella V.1.23: Opere realizzate nel bacino di Brenta e Cismon dal 1976 al 2001 (fonte S.O.I.).

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti12

V.1.3 Modifiche al catasto esistente e nuovo catasto delle opere

Il nuovo catasto delle opere idrauliche da realizzare all’interno del P.G.U.A.P.conserva la struttura di base descritta nel paragrafo V.1.1; tuttavia alcune schedesono state eliminate, altre modificate, e si è aggiunta la scheda “Opere di sostegno”.

Alcune modifiche vanno ad incidere su tutte le schede previste, e coinvolgonoin particolare i criteri di georeferenziazione (cfr. V.1.4). Sarà necessario evidenziare,su ciascuna scheda, il risultato (in termini di coordinate planimetriche) di un eventualerilievo GPS, e motivare eventuali differenze di posizione tra il rilievo GPS e la posizionefinale scelta per il punto. Per molte tipologie di opere, sarà utile prevedere un campoche leghi l’opera alla eventuale presenza, in un prefissato raggio, di un’area in franacosì come risulta dall’apposito tematismo.

Per evidenziare le opere inizialmente censite, ma dismesse o distrutte daeventi di piena, si introdurrà un campo che permetta di segnalarne l’avvenutacancellazione, senza per questo eliminare il punto con le relative informazioni.

Altre variazioni specifiche che verranno introdotte sono riportate nellaseguente tabella:

Catasto delle opere idrauliche esistente Nuovo catasto delle opere idrauliche

1) Scheda Briglia

La scheda verrà sostituita con la scheda più generale “Opera

Trasversale”, che servirà per la rilevazione delle caratteristiche di

briglie e soglie. Nella scheda verrà inoltre specificato se l’opera funge

anche da opera di presa.

Devono essere introdotte ulteriori specifiche per una descrizione

efficace delle briglie aperte.

2) Scheda Cunettone nessuna variazione strutturale

3) Scheda Opere Spondali nessuna variazione strutturale

4) Scheda Repellenti nessuna variazione strutturale

5) Scheda Drenaggi nessuna variazione strutturale

6) Scheda Piazze di deposito nessuna variazione strutturale

7) Scheda Svasi in alveoQuesta scheda verrà eliminata in quanto difficilmente essa veniva

compilata e tenuta aggiornata

8) Scheda Interventi successivi Scheda eliminata

9) Scheda Ponti nessuna variazione strutturale

10) Scheda Opere di presa

La scheda viene eliminata, in quanto le opere di presa che comportano

influssi sul regime dei corsi d’acqua sono quelle di tipo trasversale,

l’informazione su questo tipo di opere viene inglobata nella scheda

“Opera trasversale”

11) Scheda Altri attraversamenti aerei nessuna variazione strutturale

12) Scheda Altri attraversamenti in alveoLa scheda verrà eliminata, perché inserita in un altro catasto

(utilizzazioni proprietà del demanio)

13) Scheda Dighe La scheda verrà eliminata

14) Scheda Altri scarichi in alveo

Queste informazioni hanno una valenza legata maggiormente alla

qualità delle acque superficiali e quindi verranno introdotte nel catasto

specifico.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 13

Catasto delle opere idrauliche esistente Nuovo catasto delle opere idrauliche

15) Scheda Sezioni

Nella scheda sezione verranno introdotte alcune modifiche per rendere

più comoda la compilazione della stessa. Ad esempio non sarà più

fornita un’indicazione sulle % delle diverse granulometrie costituenti

l’alveo, ma si darà direttamente una stima del diametro medio del

materiale

16) Scheda FraneLa scheda verrà sostituita dalla scheda rilevazione proposta all’interno

del Catasto dei dissesti.

17) Scheda Erosioni di spondaLa scheda verrà sostituita dalla scheda rilevazione proposta all’interno

del Catasto dei dissesti.

18) Scheda Cave La scheda viene inserita nel catasto delle utilizzazioni del demanio.

19) Scheda Opere di sostegno Scheda nuova

Le schede costituenti il nuovo catasto delle opere idrauliche saranno dunqueridotte alle sole seguenti:

1. Opere Trasversali;

2. Cunettoni;

3. Opere spondali;

4. Repellenti;

5. Drenaggi;

6. Piazze di deposito;

7. Ponti;

8. Altri attraversamenti aerei;

9. Sezioni;

10. Opere di sostegno.

Si riportano di seguito le schede del vecchio catasto che costituiranno la basedel nuovo, con precisazioni e disegni esplicativi riguardanti le voci di più difficileinterpretazione, ed alcune proposte migliorative.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti14

V.1.3.1 Opere trasversali

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 15

La scheda opera trasversale è composta dalle seguenti voci:

• La parte A, è una descrizione di inquadramento dell’opera e contiene i datinecessari per risalire al progetto della stessa

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti16

• La voce B descrive l’andamento planimetrico dell’opera trasversale che puòessere rettilineo o curvilineo (cfr. Figura V.1.1).

freccia (K1.7)

andamento rettilineo

andamento curvilineo

Figura V.1.1: Briglia ad andamento rettilineo e curvilineo.

• Al punto C viene definito il tipo di opera. Nel caso di briglia andranno distinti i tipipiena (cod. 1) e filtrante. Per il tipo filtrante in futuro dovrà essere specificatal’appartenenza ad uno dei seguenti sottogruppi (cfr. Figura V.1.2):

Briglia aperta ad elementi orizzontali (cod.2)Briglia aperta a pettine (cod.3)Briglia aperta reticolare (cod.4)Briglia aperta a graticcio (cod.5)Briglia aperta a funi (cod.6)Briglia aperta a fessura (cod.7)Briglia aperta a finestre (cod.8)

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 17

A

A

sezione A-A

sezione A-A

cod. 2

cod. 3

cod. 4

cod. 5

cod. 6

cod. 7

cod. 8

A

Asezione A-A

A

A

A

A

sezione A-A

sezione A-A

A

A

Figura V.1.2: Tipologie di briglie filtranti.

Se l’opera trasversale è una soglia si inserirà il codice 9.In definitiva i codici da inserire nella scheda al punto C sono i seguenti:

Cod: Briglia

1 Piena

2 Aperta ad elementi orizzontali

3 Aperta a pettine

4 Aperta reticolare

5 Aperta a graticcio

6 Aperta a funi

7 Aperta a fessura

8 Aperta a finestre

9 Soglia

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti18

• Per le parti D ed E che descrivono il paramento a monte e a valle si deve farriferimento alle tipologie riportate in Figura V.1.3. L’inclinazione degli stessi verràcalcolata come rapporto tra distanza e dislivello. I codici da inserire nella schedasono quelli riportati nella stessa Figura V.1.3; nel caso in cui questo parametronon sia rilevabile direttamente si introdurrà il codice 0 (= sconosciuto).

PARAMENTO A MONTE

1-verticale 3-obliquo 2-A gradoni

Figura V.1.3: Paramento a monte.

• Le voci F, G e H definiscono rispettivamente la presenza o meno dei muri d’ala(sia a monte che a valle dell’opera), della platea e della controbriglia. Perquest’ultima, se viene descritta come briglia, viene inserito anche il numero diidentificazione dell’opera. Nella scheda andrà inserito il codice 0 se il muro d’ala ènon esistente e 1 se invece esso è presente.

• Le voci I e J definiscono il materiale costituente la briglia ed il suo eventualerivestimento

• Il punto K descrive le dimensioni della briglia, i particolari geometrici sonoriportati nelle seguenti Figura V.1.4, Figura V.1.5, Figura V.1.6, Figura V.1.7 eFigura V.1.8

• In particolare per la compilazione di questi punti è necessario osservareparticolare attenzione al significato esatto dei singoli parametri richiesti:

• Spessore al coronamento K1.1 comprende anche la sporgenza aggetto K1.2

• Larghezza al coronamento K1.3 è pari alla somma della larghezza dellagaveta (K1.5), ala dxt. e ala sin. (K8.1 e K8.2) e proiezione orizzontale deifianchi

• Il salto a valle è diverso dall’altezza del corpo, per effetto didepositi/ricoprimento ecc.; il gorgo non fa parte del salto a valle: questo vadal livello superiore del gorgo al coronamento.

• La lunghezza delle ali si considera dal limite della gaveta al termine(comprendendo anche l’immorsamento); se non determinabile, si inseriscela parte a vista ma si specifica nella nota che si tratta della sola parte avista.

I parametri geometrici possono cambiare nel caso di soglia, in cui alcune vociassumono un altro significato.

• Alla voce L va descritto lo stato dell’opera e quindi la sua capacità di invaso dimateriale solido presente al momento del rilievo. Viene misurato in m3 stimandoil volume del “vuoto” a monte della briglia.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 19

• Al punto M devono essere riportati eventuali danni e le loro tipologie.

Si propone come modifica specifica alla scheda “opera trasversale” di inserireun campo in cui viene specificato se la stessa funge da un’opera di presa (cfr. FiguraV.1.9). In questo caso andranno specificate alcune sue caratteristiche quali laproprietà, lo stato di funzionamento e la sezione della condotta.

Figura V.1.4: Parametri geometrici descrittivi per una briglia.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti20

larghezza (K7.1)

freccia (K7.2)

larghezza gaveta superiore (K5.1)

larghezza gaveta inferiore (K6.1)

K6.2

K5.2

Figura V.1.5: Briglia a doppia gaveta e briglia a gaveta curvilinea.

b

B

A

a=1 P= A = 1B b

Figura V.1.6: Modalità di misura della pendenza dei fianchi della gaveta di una briglia.

larghezza gaveta superiore

larghezza gaveta inferiore

Figura V.1.7: Esempio di gaveta anomala.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 21

l=larghezza al coronamento

f=freccia

l=larghezza al coronamento

Figura V.1.8: Parametri geometrici misurati per le briglie curvilinee.

canale di derivazione

paratoia per la regolazionedella portata

canale sghiaiatore

sfioratore

griglia e paratoiaopera di presa con

traversa(sbarramento)

platea

scarico di fondo

Figura V.1.9: Esempio di opera di presa trasversale.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti22

V.1.3.2 Cunettoni

Va premesso che nel caso in cui le caratteristiche del cunettone (sezione,pendenza, dimensioni, modalità costruttive) cambino sensibilmente lungo la sualunghezza andrà compilata una scheda per ogni tratto che può essere considerato

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 23

almeno relativamente omogeneo, infatti le schede possono descrivere solo un’operacon caratteristiche costanti.

Nella parte B viene descritto il tipo di sezione; in Figura V.1.10 sonorappresentate le sezioni tipo più frequenti per le opere di canalizzazione.

Figura V.1.10: Sezioni trasversali tipo di un’opera di canalizzazione

Al punto B1 viene definito il tipo di fondo, che può essere rettilineo ocurvilineo. (cfr. Figura V.1.11); mentre al punto B2 viene analizzata la presenza omeno di ricoprimento superficiale della canalizzazione (per esempio nei centri abitati);andranno specificati il numero di tratti coperti e le loro lunghezze.

1 fondo rettilineo 2 fondo curvilineo

Figura V.1.11: Tipo di fondo di un cunettone.

Al punto C viene descritto l’andamento planimetrico del cunettone; andràspecificato se esso è di tipo rettilineo o con curve. Per la compilazione della parte D,relativa alle dimensioni del cunettone si può far riferimento alla Figura V.1.12 in cuisono riportati i principali parametri geometrici misurabili per questo tipo di opera. Alpunto E vanno riportati il numero di salti di fondo e l’altezza totale degli stessi(somma delle altezze dei singoli salti).

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti24

D1

D2

D3

D4

D4

D5

h1h2

Figura V.1.12: Parametri geometrici per un cunettone.

Per quanto riguarda la pendenza media del fondo (punto F) andrà riportata lapendenza media misurata fra i salti di fondo, quindi senza tenere conto del dislivellodei salti stessi.

Al punto G si specificherà il materiale costituente il cunettone., mentre alpunto H1 si specifica anche il materiale costituente il rivestimento.

Un’altra caratteristica da specificare per il cunettone è l’eventuale presenza divegetazione nello stesso (parte I). Al punto K6 viene descritta l’entità dei danniall’opera.

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V.1.3.3 Opere spondali

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti26

La scheda opera spondale serve per descrivere muri, gabbionate, scogliere,ecc. Nel caso in cui un’opera abbia caratteristiche molto diverse (sezione, materiale,ecc) essa andrà descritta con più schede, ognuna relativa ad un singolo tratto parzialeomogeneo.

All’interno della parte A andrà specificato a quale sponda ci si riferisce (sinistrao destra).

Al punto B che descrive l’andamento planimetrico dell’opera spondale andràprecisato se esso è rettilineo o con curve e se esso è parallelo all’asse oppure obliquo.

Ai punti D, E, F e G vanno specificati i principali elementi geometrici descrittividell’opera spondale, riportati in Figura V.1.13.

Per paramento esterno (punto I) si intende l’andamento della struttura verso ilcorso d’acqua considerando la sezione trasversale.

Al punto H viene descritto il materiale costituente l’opera spondale, e al puntoJ quello costituente il suo rivestimento nei casi in cui sia presente.Al punto L sonorilevati i danni all’opera.

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 27

Lungh

ezza (

D)

Alte

zza

(B)

Spessore in testa (E2)

Spessore alla base (E1)

Spessore fondazione (G2)

Alte

zza

fond

azio

ne (

G1)

Lungh

ezza (

D)

Alte

zza

(B)

Alte

zza

fond

azio

ne (

G1)

Spessore in testa (E2)

Spessore alla base (E1)

Spessore fondazione (G2)

Lunghez

za (D

)

Alt

ezza

(B

)

Spes

sore

in tes

ta (E

2)

Lunghez

za (D)

Alte

zza

(B)

Alte

zza

fond

azio

ne (

G1)

Spessore in testa (E2)

Spessore alla base (E1)

Spessore fondazione (G2)

Figura V.1.13: Parametri geometrici descrittivi delle opere spondali.

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V.1.3.4 Repellenti

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 29

Come per la scheda Opera spondale è necessario specificare se l’opera si trovain sponda destra (cod.1) o sinistra (cod.2). Al punto B della scheda vengonospecificati il numero di repellenti presenti e la distanza dal primo all’ultimo. Le parti D,E, F e G contengono i parametri geometrici descrittivi del repellente, riportati in FiguraV.1.14. Va notato che il parametro D (sporgenza) non va inteso come lunghezza delrepellente, ma come proiezione della lunghezza sulla perpendicolare all’asse. L’angolodi inclinazione G invece è quello tra la sponda ed il repellente (ad esempio vale 90°nel caso di repellenti trasversali, perpendicolari all’asse).

REPELLENTI

Figura V.1.14: Parametri geometrici misurabili.

Al punto H viene segnato il materiale costituente il pennello, al punto I lo statoe al punto J l’entità dei danni rilevati all’opera.

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti30

V.1.3.5 Drenaggi

Nella parte iniziale della scheda drenaggi vengono fornite le caratteristichegenerali dell’opera. Al punto B si specifica la localizzazione del drenaggio e al punto C

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 31

le caratteristiche del sistema di tubazioni di drenaggio (vd. Figura V.1.15). Al punto Dsi definiscono le caratteristiche dei pozzetti.

R filtro

Figura V.1.15: Drenaggio superficiale e profondo.

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti32

V.1.3.6 Piazza di deposito

Al punto B della scheda va descritta la forma della piazza di deposito. In FiguraV.1.16 sono riportate le forme più comuni delle piazze di deposito.

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 33

La scheda richiede poi la misura delle caratteristiche geometriche della piazzadi deposito. La profondità (D)e la lunghezza (C) vanno intese come valori medi; dallamisura della larghezza media (F) è quindi possibile calcolare la superficie (G) e ilvolume di invaso (H) della piazza. Le figure che seguono illustrano alcune formecaratteristiche con cui possono essere schematizzate le piazze di deposito e glielementi geometrici da rilevare. I parametri geometrici misurabili per una piazza dideposito sono riportati in Figura V.1.17.

A) Circolare B) Ellittica

C) Esagonale D) Rettangolare E) Triangolare

Figura V.1.16: Forme planimetriche di piazze di deposito.

C

E F

Figura V.1.17: Parametrici geometrici misurabili per una piazza di deposito.

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti34

V.1.3.7 Ponti

Va specificato che il rilievo e la descrizione dei ponti, sono previsti solo perquanto riguarda gli effetti idraulici legati al ponte e derivanti dalla sua presenza.Descrizione, schizzi e note si riferiscono solo a questi aspetti. Al punto B si specifica

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 35

l’orientamento del ponte rispetto alla direzione della corrente; al punto C il tipo disezione in cui è posizionato il ponte.

Nella definizione dei parametri geometrici, (cfr. Figura V.1.18) si ricorda che:

• luce (C1) è la larghezza della sezione di deflusso (se ci sono pilastri si riporta lalarghezza complessiva, da questa è possibile ottenere la larghezza reale dideflusso sottraendo quella dei pilastri (C4.2)).

• franco (C2,C3) è l’altezza massima e minima della sezione di deflusso.

• Il solo elemento da rilevare che non risulta rilevante dal punto di vista idraulico èil tipo di utilizzo del ponte: camionabile principale o secondaria, ferrovia, stradatrattorabile, acquedotto.

C2

C3

C1

Figura V.1.18: Definizione parametri geometrici per le diverse tipologie.

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V.1.3.8 Altri attraversamenti aerei

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Per altri attraversamenti aerei si intendono solo quelli che hanno una possibileinfluenza sulle portate di piena, in quanto possono interessare la sezione di massimapiena. Per essi andrà specificata la tipologia dell’opera (elettrodotto, acquedotto,fognatura o altro).

Al punto C vanno specificati i parametri luce e franco. Si ricorda che per Luce(C1) si intende la larghezza (minima) della sezione di deflusso; per Franco (C2) siintende l’altezza (minima) della sezione di deflusso).

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V.1.3.9 Sezioni

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 39

La scheda descrive gli elementi delle sezioni trasversali dei tronchi chevengono rilevati. Il tronco è già stato definito e non ha caratteristiche di omogeneitàdi sezione quindi per la determinazione delle sezioni è necessario tenere presentequanto segue:

• devono essere rilevate le condizioni medie. La sezione viene ad essererappresentativa di un tratto di torrente, più o meno lungo a secondadell’omogeneità del torrente. Variando in modo significativo queste condizionimedie, si rileva un’altra sezione.

• devono essere segnalate e descritte condizioni particolari. Si intendonosoprattutto sezioni di minimo deflusso, ma possono essere rappresentate ancheda un allargamento della sezione (funzione di piazza di deposito) da una sezionein roccia etc.. Si tratta sempre di sezioni che rappresentano un punto particolaree rilevante dal punto di vista idraulico. Sezioni particolari che devono esseresempre rilevate sono quelle a monte dei ponti (50 m). Le sezioni, in generale,non devono essere più vicine di 200m, ne più lontane di 1.000m.

La scheda Sezione è suddivisa in tre campi principali:

• al punto A viene localizzata la sezione ed in particolare:

• A1 descrive il numero progressivo della sezione sull’asta

• A2 (posizione numero) si riporta il numero dal foglio del rilievo longitudinaledel tronco

• A3/A4 distanza (in metri più 1 decimale) dalla confluenza; o da altri puntiprecisamente identificati e descritti del profilo (anche con il codice), qualoraquesto risulti semplificativo rispetto alla distanza della confluenza che puòessere molto grande

• A5 definisce il tipo di sezione rilevata

• il punto B ne descrive i parametri di identificazione:

• B1/B2 la larghezza e l’altezza della sezione (metri più dm) si riferisceall’alveo normale, che contiene la piena di piccole-medie dimensioni

• B3/B4 (sezione di piena eccezionale) quando riconoscibile si riferisce allasezione di scorrimento della piena massima con invasione delle areegolenali (cfr. Figura V.1.20 e Figura V.1.21). Segni di riconoscimentopossono essere depositi/erosioni, limiti della vegetazione sicuramente noninteressati dallo scorrimento, danni di vecchie alluvioni.

• B5/B10 (descrizione delle sponde e aree di deflusso) si riferiscono allasezione di piena normale (B1/B2)

• B11 (materiale in alveo) si inserisce la ripartizione percentuale di materialecostituente l’alveo. La somma delle voci 1 (sabbia e limo), 2 (ghiaia), 3(ciotoli) e 4 (massi) deve essere paria a 100. La voce massi (B11.4)vieneulteriormente riportata in tre classi di dimensione (30-50, 50-100 e >100cm), la cui somma sarà pari al valore dei massi (punto B11.4)

• il punto C descrive i parametri fuori alveo e sono richiesti i dati di inclinazione deiversanti (riferita all’intorno dell’alveo) o l’altezza dell’alveo sul piano dicampagna. Una valutazione della vegetazione nella fascia prospicente l’alveo

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti40

secondo le otto classi riportate. L’alveo di riferimento è sempre quello di pienanormale.

altezza sul pianodi campagna

C2

inclinazione versanteC1

Figura V.1.19: Parametri geometrici rilevabili per una sezione.

alveo di magra

zona golenare

Figura V.1.20: Localizzazione di una zona golenare.

livello massimo stimato

sedimenti

depositi

segni di erosionehmax

livello dell'acquadurante il rilievo

vegetazione non raggiuntadalla piena

fogliame

Figura V.1.21: Segni per l’individuazione dell’altezza idrometrica massima.

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 41

V.1.3.10 Opere di sostegno

Nel nuovo catasto delle opere verrà inserita questa nuova scheda, per rilevarele caratteristiche delle opere di sostegno che vengono realizzate per la sistemazione diversanti franosi nelle adiacenze del corso d’acqua. Nella prima parte della schedaverranno riportate, analogamente alle altre schede costituenti il catasto, lecaratteristiche generali del tratto di corso d’acqua in cui è inserita l’opera disistemazione. Nei campi che seguono verranno riportati il tipo di opera, le suedimensioni geometriche, il materiale costituente e gli eventuali danni rilevati.

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti42

V.1.4 Criteri di aggiornamento e georeferenziazione

Il nuovo catasto delle opere idrauliche comprende 10 schede. Per ciascuna diesse è necessario individuare un criterio di georeferenziazione, vanno cioè individuatele modalità con cui l’opera descritta nella scheda deve essere rilevata sul territorio erappresentata sul supporto GIS.

Come impostazione generale l’aggiornamento del rilievo andrà effettuato conapparecchiatura GPS; la tipologia di GPS dipende dalla precisione desiderata: GPSdifferenziale per precisioni sub metriche, GPS hobbistici per precisioni di 10-20 metri.Le precisioni si intendono sulle coordinate planimetriche in assenza di disturbo indottodal Ministero della Difesa statunitense (selective availability).

I vari tematismi sono inseriti su alcuni sfondi (la carta tecnica provinciale, lemappe catastali, l’ortofoto digitale), i quali sono affetti da errori. Si pone allora ilproblema di come trattare un punto GPS del catasto, potenzialmente corretto ma cherisulta errato in termini di posizionamento reciproco rispetto ad entità rappresentatenello sfondo.

Un possibile approccio consiste nel modificare la posizione del punto(motivandolo in un apposito campo note), conservando però le coordinate originali inmodo da poterne nuovamente valutare la correttezza nel momento in cui siadisponibile una nuova versione degli sfondi.

Un altro problema è quello dei sistemi di coordinate; la cartografia italiana è incoordinate Gauss Boaga (trasformata traversa di Mercatore con orientazione su RomaMonte Mario ed ellissoide Hayford International), mentre il GPS lavora sull’ellissoideWGS 84.

I programmi standard di scaricamento dati permettono di ottenere lecoordinate in un sistema UTM; per passare a Gauss Boaga occorre eseguire unatraslazione, i cui parametri però dipendono dalla posizione: sulla carta tecnicaprovinciale sono riportate, per ciascun quadrante, i parametri di traslazione da UTMcon datum European 1950 a Gauss Boaga.

Per una trasformazione più precisa alcuni GPS permettono di stimare iparametri di rototraslazione sulla base di quattro punti fiduciali di cui siano note le trecoordinate (è necessaria anche la quota, ortometrica od ellissoidica) sia in WGS 84 siain Gauss Boaga.

Si riportano di seguito le metodologie di rappresentazione dei vari tipi diopera:

1. Opere trasversali: sono da rappresentare con un tematismo puntuale; il puntoandrà preso, se possibile, in corrispondenza del centro dell’alveo. La precisionedel punto potrà essere dell’ordine dei 10 metri; nel caso di opere ravvicinate saràcura del rilevatore integrare l’informazione GPS con altre misure (per esempio ladistanza reciproca) per favorire un corretto posizionamento finale.Rimane davalutare l’opportunità di far corrispondere la posizione dei punti corrispondentialle opere trasversali con l’attuale tematismo del reticolo idrografico.

2. Cunettoni: sono da rappresentare con un tematismo lineare; i punti andrannopresi, se possibile, in corrispondenza del centro dell’alveo. Il tematismo lineare

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 43

va realizzato sulla base dei punti rilevati, cioè costruendo una linea che licongiunga (si noti che tale operazione non è possibile con i comandi base diArcview). Rimane da valutare l’opportunità di far corrispondere la posizione deipunti corrispondenti al rilievo con l’attuale tematismo del reticolo idrografico.

3. Opere di sponda: sono da rappresentare con un tematismo lineare; i puntiandranno presi, se possibile, in corrispondenza della corona del rilevato arginalenel caso di argine, alla sommità della protezione nel caso di difesa di sponda. Iltematismo lineare va realizzato sulla base dei punti rilevati, cioè costruendo unalinea che li congiunga.

4. Repellenti: sono da rappresentare con un tematismo puntuale; il punto andràpreso, se possibile, in corrispondenza dell’ammorsatura del repellente nellasponda. La precisione del punto potrà essere dell’ordine dei 10 metri; nel caso diopere ravvicinate sarà cura del rilevatore integrare l’informazione GPS con altremisure (per esempio la distanza reciproca) per favorire un correttoposizionamento finale.Rimane da valutare l’opportunità di far corrispondere laposizione dei punti corrispondenti alle opere trasversali con l’attuale tematismodel reticolo idrografico.

5. Drenaggi: sono da rappresentare con un tematismo puntuale. La precisione delpunto potrà essere dell’ordine dei 10 metri; nel caso di opere ravvicinate saràcura del rilevatore integrare l’informazione GPS con altre misure (per esempio ladistanza reciproca) per favorire un corretto posizionamento finale.

6. Piazze di deposito: sono da rappresentare con un tematismo poligonale; i puntiandranno presi in corrispondenza della corona del rilevato arginale che ledelimita. Il tematismo poligonale va realizzato sulla base dei punti rilevati, cioècostruendo una linea che li congiunga (nota: tale operazione non è possibile con icomandi base di Arcview). È necessaria una buona precisione dei punti GPS pernon deformare in maniera eccessiva l’andamento del bordo.

7. Ponti: sono da rappresentare con un tematismo puntuale; i punti andranno presi,se possibile, in corrispondenza della mezzeria.

8. Altri attraversamenti aerei: sono da rappresentare con un tematismo puntuale; ipunti andranno presi, se possibile, in corrispondenza della mezzeria della sezioneattraversata

9. Sezioni: sono da rappresentare con un tematismo puntuale; le informazioni sullasezione sono affidate ad un apposito file dwg che la descriva compiutamente. Ilpunto andrà preso, se possibile, in corrispondenza del centro dell’alveo. Laprecisione del punto potrà essere dell’ordine dei 10 metri; nel caso di sezioniravvicinate sarà cura del rilevatore integrare l’informazione GPS con altre misure(per esempio la distanza reciproca) per favorire un corretto posizionamentofinale. Rimane da valutare l’opportunità di far corrispondere la posizione dei punticorrispondenti alle sezioni con l’attuale tematismo del reticolo idrografico.

10. Opere di sostegno: sono da rappresentare con un tematismo puntuale. Laprecisione del punto potrà essere dell’ordine dei 10 metri; nel caso di opereravvicinate sarà cura del rilevatore integrare l’informazione GPS con altre misure(per esempio la distanza reciproca) per favorire un corretto posizionamentofinale.

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti44

Per tutti i tipi di opera inoltre nella tabella degli attributi di ciascun temadovranno essere riportate, oltre alla colonna degli ID e del tipo (presenti solo per itemi briglie e opere spondali) altre 4 colonne corrispondenti a:

• codice del corso d’acqua (di 13 cifre)

• numero progressivo dell’opera

• data ultimo aggiornamento

• quota (solo per le opere più importanti, da rilevarsi sul CTP al momento delladigitalizzazione, sulla base delle isoipse)

Anche per quanto riguarda i dissesti andrà verificato sulla cartografia relativaai piani di bacino la posizione del dissesto e successivamente si passerà alla suadigitalizzazione e georeferenziazione. Nelle zone non coperte dai piani si faràriferimento alla banca dati delle frane (catasto frane) a disposizione del Servizio diSistemazione Montana e alla banca dati dei dissesti già georeferenziata dal ServizioGeologico e a disposizione presso il Servizio di Sistemazione Montana. Le frane attivevengono cartografate con poligoni di colore marrone, mentre quelle consolidate conpoligoni di colore verde chiaro.

Anche in questo caso il database sarà completato con altre 4 colonnecorrispondenti a:

• codice del corso d’acqua (13 cifre)

• numero progressivo

• data ultimo aggiornamento

• quota (solo nei dissesti di maggiori dimensioni, al piede del dissesto, da rilevarsisul CTP al momento della digitalizzazione).

La scala della cartografia prodotta dovrà obbligatoriamente essere 1:10.000, ilformato di restituzione digitale, su base cartografica CTP raster.

V.1.5 Catasto dei dissesti

Il processo di valutazione del rischio idrogeologico applicato ad un territorionon può prescindere dalla raccolta di informazioni riguardanti tre importanti aspetti :

• i fenomeni gravitativi avvenuti in passato od attualmente presenti sul territorio;

• le caratteristiche fisiche dei siti interessati dagli eventi e l’individuazione deifattori di controllo degli stessi;

• le condizioni di sviluppo urbanistico, socio-economico ed ambientale delterritorio.

Lo scopo del Catasto dei Dissesti è appunto quello di fornire uno strumento difacile applicazione per la catalogazione e la raccolta delle informazioni relative alprimo ed in parte al secondo punto.

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PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti 45

In particolare il Catasto è stato strutturato per consentire unarappresentazione dei fenomeni franosi basati su GIS, comprendendo quindi sia unasemplice rappresentazione georeferenziata dell’area in dissesto su base topografica inscala 1:10.000 (CTP), sia una descrizione dettagliata delle caratteristiche tipologiche,morfometriche, di evoluzione del fenomeno e del contesto geologico in cui esso vienea collocarsi. In aggiunta il Catasto consente la raccolta di informazioni su eventualiopere realizzate, impianti di monitoraggio ed indagini condotte sui siti, nonché unasintetica descrizione degli eventuali danni prodotti dai fenomeni gravitativi.

Per consentire una più agevole strutturazione dei dati relativi alla storicità deifenomeni ed al loro ripetersi, il Catasto distingue tre categorie di dissesto:

• evento franoso intendendo con esso un movimento del terreno determinato dallagravità, spazialmente localizzato e circoscritto nel tempo, caratterizzato dacinematismi sia singoli che multipli, contemporanei, in rapida successione odistribuiti anche in modo non continuo nell’arco di un ciclo stagionale;

• frana definita come movimento del terreno determinato dalla gravità,spazialmente localizzato, prodotto da un singolo evento franoso o da più eventifranosi susseguitesi nel tempo con periodi di quiescenza superiori ad un ciclostagionale;

• area franosa intesa come una porzione del territorio facente parte di un’unicaentità geologico-geomorfologica, in cui nell’arco di uno o più cicli stagionali siverificano ripetuti eventi franosi spazialmente e temporalmente distinti ma similiper tipologia prevalente. L’individuazione delle aree franose avviene tipicamenteattraverso l’analisi geomorfologica del terreno. All’interno di un’area franosapossono comunque essere rilevati e censiti singoli eventi franosi o frane.

Ogni fenomeno, distinto in una delle tre precedenti categorie, può esserecorredato di tutte quelle informazioni come intensità, attività, evoluzione, cronologia,ripetitività, ritenute di base per una successiva valutazione della pericolosità.

Attualmente il Catasto risiede presso il Servizio Geologico della PAT conaccesso locale ai dati; le segnalazioni provenienti da altri Servizi avvengono tramitecompilazione di schede cartacee, verificate e quindi successivamente informatizzateda personale del Servizio Geologico. Per il futuro è prevista la possibilità di un accessodiretto in lettura del Catasto tramite rete per tutti i servizi e gli enti locali interessati el’invio dagli stessi, sempre tramite rete, delle informazioni in entrata.

La scheda “frane” e la “scheda “erosione di sponda” presenti nella vecchiaversione del Catasto delle Opere Idrauliche verranno sostituite con una schedastudiata e concordata in collaborazione con il Servizio Geologico, che gestirà il Catastodei dissesti. Si riporta di seguito una bozza della scheda di rilevazione dei dissesti,realizzata dallo stesso Servizio Geologico per la segnalazione di fenomeni franosi daparte degli addetti dei Servizi Opere Idrauliche e Servizio di Sistemazione Montana.

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GENERALITÀ

Codice ASSM: Data: Compilatore: ID. evento:Dati cronologici Localizzazione

Data evento: b. mo s. princ. s. sec. c. d’acqua tronco C.T.P.:� certa � incerta Bacino Idrografico:

Attivazioni precedenti: Comune: Toponimo:

� no � si Precisione rapp. cart.: � precisa � approssimata � incerta

Codice evento precedente: Ubicazione in alveo: � no � si Sponda: � sinistra � destra

Note cronologia: Note Localizzazione:

Stato colturale area frana (F) ed area esterna (E)

F E F E F E F EFustaia resinose � � Rimboschimento � � Seminativo � � Improduttivo � �

Fustaia latifoglie � � Vegetazione riparia � � Prato � � Pista da sci � �

Fustaia mista � � Pascolo alberato � � Colture specializzate � � Area urbanizzata � �

Bosco ceduo � � Pascolo nudo � � Cespuglieto � � Area estrattiva � �

DESCRIZIONE TECNICA DELLA FRANA

Morfometria Esposizione del versante

Quota corona (m): Larghezza nicchia (m): � N � E � S � W

Quota unghia (m): Lunghezza totale (m): � NE � SE � SW � NW

Area totale A (m2): � Dato strumentale � NNE � ESE � SSE � WSW

Volume (m³): � Stima attendibile � NNW � ENE � SSW � WNW

� Stima attendibile � Stima incerta

Profondità superf.

di rottura (m):

� Stima incerta Attività

Angolo dinamico (°): Pendenza del versante (°): � Attivo � Quiescente � Stabilizzato

Classificazione evento Litologia

Ribaltamento � � Terreni sciolti Rocce

Crollo � � Detriti a grossi blocchi � Conglomerati � Rocce effusive

Scivolamento rotazionale � � � Terreni ghiaiosi � c.spigolosi � Brecce � Tufi e piroclastiti

Scivolamento traslativo � � c.arrotondati � Arenarie � Rocce intrusive

Espansione laterale � � Terreni sabbiosi � Argilliti e siltiti � Filladi

Colamento lento � � � Terreni limosi � Rocce carbonatiche � Gneiss, scisti, porfiroidi

Colamento rapido � � Terreni argillosi � Rocce calcareo marnose � Marmi

Sprofondamento � � Terreno eterogeneo � Marne � Anidriti e gessi

DGPV � � Terreno di riporto � Travertini � Calcari e dolomie vacuolari

Complesso � Segni precursori Idrogeologia

Materiale Cont. acqua � Fenditure, fratture � Lesione dei manufatti � Assenti

� Roccia � Secco � Trincee � Inclinazione pali o alberi � Stagnanti

� Detrito terra � Umido � Crolli localizzati � Variazione portata sorgenti � Ruscellamento diffuso

� Terra � Saturo � Rigonfiamenti � Variazione liv. piezometrica � Ruscellamento concentr.

Note alla classificazione: � Contropendenze � Comparsa sorgenti

Acque

superficiali

� Corpo idrico affermato

� Cedimenti � Scomparsa sorgenti � Assenti

� Rumori sotterranei � Intorpidimento acque sorgenti Sorgenti � Diffuse

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

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� Scricchiolio strutture Altro: � Localizzate

CAUSE

Intrinseche� materiale debole � superfici di taglio preesistenti

� materiale collassabile � orient. sfavorev. discont. primarie

� materiale alterato � orient.sfavorev. discont secondarie

� materiale fratturato � contrasto di permeabilità

� materiale solubile � contrasto di competenza

Geomorfologiche� erosione fluviale o torrentizia � deposito sul pendio o in cresta

� erosione glaciale � scarico glaciopressioni

� erosione margini laterali frana � sollevamento tettonico

� eros. sotterranea, sifonamento

Fisiche� precipitaz. brevi intense � gelifrazione o crioclastismo

� precipitaz. eccezionali prolungate � termoclastismo

� fusione rapida di neve/ghiaccio � imbibizione / disseccamento

� fusione del permafrost � aloclastismo

� congelamento sorgenti � terremoto

� abbass. rapido liv. idrico esterno � distruzione vegetazione

� innalzam. livello idrico esterno � rottura soglia lago

Antropiche� scavo al piede per opere stradali � scarsa manutenzione drenaggi

� scavo al piede per opere edilizie � scarsa manutenzione op. sostegno

� scavo al piede in genere � rimozione strutture di sostegno

� ricarica del versante � disboscamento

� abbassam. rapido livello serbatoio � rimboschimento

� innalzamento livello serbatoio � attività estrattive in superficie

� irrigazione � attività estrattive sotterranee

� attività agricole e pratiche colturali � accumulo materiali scarto

� perdite d'acqua � vibrazioni

� carenze nel sist. di drenaggio sup. stradale

⌧ predisponenti � innescanti

DANNI

Persone danneggiate � Edifici danneggiati �

nr. vittime: note: nr. privati danneggiati: note:

nr. feriti: nr. privati a rischio:

nr. evacuati: nr. pubblici danneggiati:

nr. persone a rischio: nr. pubblici a rischio:

Tipo di danno (T): D = diretto; C = caduta in invaso; Sc = sbarram. corso d’acqua; Sr = sbarram. e rottura diga di frana; Rd = rottura diga o argine; Rr = rottura struttura a rete

Grado di danno (G): N = non valutabile; L = lieve (estetico) ; M = medio (funzionale); G = grave (strutturale o perdita totale)

Attività economiche T G Costo (€) Centri abitati T G Costo (€) Infrastrutture a rete T G Costo (€)

strutture agricole centro abitato maggiore acquedotto

strutture commerciali centro abitato minore fognatura

strutture artigianali gruppo di case, rurale linea elettrica

strutture alberg./ricettive case isolate linea di telecomunicazione

impianto manifatturiero Strutt. di comunicazione T G Costo (€) gasdotto

impianto chimico stazione ferroviaria oleodotto

impianto estrattivo stazione-piazzola

autocorriere

condotta forzata

impianto zootecnico piazzola elicottero canalizzazione

Strutt. di interesse pubb. T G Costo (€) casello autostradale Spazio aperto T G Costo (€)

ospedale ponte o viadotto stradale fustaia resinose

ambulatorio ponte o viadotto ferroviario fustaia latifoglie

casa di riposo galleria stradale fustaia mista

scuola galleria ferroviaria bosco ceduo

asilo impianto a fune rimboschimento

sede Pubblica Amministraz. porto vegetazione riparia

magazzino Pubb. Amm. ciclomotori pascolo arborato

caserma VV.F. autovetture – roulotte pascolo nudo

caserma FF AA autocarri – rimorchi seminativo

strutture FF AA autobus prato

caserma FF dell’Ordine convogli ferroviari colture specializzate

impianto sportivo Beni culturali e ambientali T G Costo (€) cespuglieto

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE V: Sistemazione dei corsi d’acqua e dei versanti48

parco pubblico monumento pista da sci

cimitero chiesa Opere sistemazione T G Costo (€)

ripetitore telecomunicazione bene storico-architettonico sistemaz. idraulico-forestali

centrale elettrica museo opere di sostegno

centrale termica biblioteca opere di drenaggio

inceneritore opere d’arte opere di rinforzo

discarica lago barriere

depuratore biotopo opere di protezione

bacino idrico artificiale geotopo opere di difesa da valanghe

diga Anno riferimento costi: movimento terra

Viabilità

A Autostrada SC S. Comunale Tipo Denominazione Progr. (km) Grado Costo (€)

F Ferrovia SF S. Forestale

SS S. Statale PC Pista ciclab.cod

ice

tip

o

SP S. Provinciale X Altro

Corso d’acqua

P Potenziale Danno Denominazione Costo (€)

D Deviazione

SP Sbarramento parzialeCo

dic

e

dan

no

ST Sbarramento totale

Interventi precedenti (P) o successivi(S)

P S N Opere di sostegno P S N Sist. idraulico-forestali P S N Barriere P S N Opere di rinforzo

� � � gabbioni � � � inerbimenti � � � valli, tomi � � � chiodature, bullonature

� � � muri di sostegno � � � rimboschimenti � � � valli � � � tiranti, ancoraggi

� � � barbacani � � � disboscamento � � � tomi � � � imbrigliature

� � � muri tirantati � � � viminate, graticciate � � � barriere generiche � � � iniezioni, jet grouting

� � � berlinesi, paratie � � � briglie � � � barriere rigide � � � reticoli micropali

� � � terre rinforzate � � � soglie � � � barriere elastiche � � � reti fune

� � � arce � � � pennelli � � � muri � � � centinature e/o armature

� � � scogliere � � � argini � � � muri-sostegno � � � tratt. term., chimico, elettrico

Drenaggi � � � difese spondali � � � gallerie artificiali Opere di protezione

� � � canalette superficiali � � � casse d’espansione MITIGAZIONE DEI DANNI � � � reti in aderenza

� � � trincee drenanti Movimenti di terra � � � consolid. edifici � � � reti armate

� � � pozzi drenanti � � � riprofilature, gradonature � � � demolizioni � � � spritz-beton

� � � dreni suborizzontali � � � riduzione carichi in testa � � � sistema monit., allarme Altro:

� � � gallerie drenanti � � � incremento carichi piede � � � evacuazione � � �

� � � impermeabilizzazioni � � � disgaggio � � �

Note:

ESTRATTO CARTOGRAFIA 1:10.000

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V.1.6 Allegato 1: Linee guida per la redazione della carta delleopere e dei dissesti: modalità di acquisizione edelaborazione delle informazioni

Le indicazioni contenute nel presente lavoro si inseriscono nell’ambito di unProgetto di redazione delle nuove linee metodologiche per la redazione dei Piani degliinterventi di sistemazione idraulico-forestale in Provincia di Trento; a tale progetto,promosso dall’Azienda Speciale Sistemazione Montana della Provincia Autonoma diTrento, collabora l’Associazione Italiana di Idronomia che è incarica dell’assistenzatecnico-scientifica.

I professionisti incaricati della redazione della carta delle opere e dei dissestidovranno obbligatoriamente seguire le seguenti indicazioni metodologiche eprocedurali, in modo da ottenere un prodotto che possa essere il più possibileuniforme per qualità e dettaglio.

OPERE

Verificare la cartografia relativa alle opere e dissesti presente nei piani dibacino già redatti; verifica e correzione di eventuali errori sulla base dei dati contenutinel catasto delle opere idraulico-forestali già in parte georeferenziato per le zone in cuiè stata eseguita la revisione. Ove ciò non è avvenuto, verifica e correzione delleinformazioni a disposizione e successiva loro georeferenziazione delle opere sulla cartamediante attribuzione di coordinate geografiche Gauss-Boaga.

Le categorie di opere (1 tema.shp per ogni opera: es. tema “briglie”, tema“ponti”, ecc.) da riportare in saranno le seguenti:

TEMI PUNTUALIOPERA TIPOBRIGLIE 1 PIENA ; 2 FILTRANTEPONTIOPERE DI PRESA

TEMI LINEARIOPERA TIPOCUNETTONEOPERE SPONDALI 1 DX; 2 SX

TEMI POLIGONALIOPERAPIAZZE DI DEPOSITO

Nella tabella degli attributi di ciascun tema dovranno essere riportate, oltre allacolonna degli ID e del tipo (presenti solo per i temi BRIGLIE e OPERE SPONDALI) altre4 colonne corrispondenti a:

• CODICE DEL CORSO D’ACQUA (n° di 13 cifre da catasto)

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• NUMERO PROGRESSIVO (da catasto)

• DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO (da catasto)

• QUOTA (solo delle opere più importanti (filtranti, ponti) da rilevarsi su CTP almomento della digitalizzazione, sulla base delle isoipse)

NB. La procedura di georeferenziazione delle opere, ancorché speditiva, dovràavvalersi dell’identificazione di opere cardine (ponti, opere di grandi dimensioni, ecc)la cui collocazione sia riconoscibile e determinabile con precisione direttamente sullaCTP o preferibilmente su supporti fotografici di dettaglio(es. ortofoto Programma Italia2000). A tali opere andranno riferite le distanze parziali o progressive rinvenibili sulleschede catasto.

DISSESTI

Verificare la cartografia relativa alle opere e dissesti presente nei piani dibacino già redatti; verifica e correzione di eventuali errori di posizionamento del/idissesto/i e successiva digitalizzazione e georeferenziazione dei dissesti, riportando incartogrtafia solamente le frane attive e consolidate (smottamenti, crolli,scivolamenti, scoscendimenti) e le erosioni spondali di maggiori dimensionipotenzialmente in grado di condizionare il bilancio del trasporto solido e/o innescareuna frana, tralasciando le erosioni di sponda minori, alvei in erosione e le areevalanghive.

Ove mancano le informazioni relative ai dissesti (zone non coperte da piani)servirà fare riferimento alla banca dati frane (catasto frane) a disposizione dell’ASSM(con relativa cartografia) e alla banca dati frane già georeferenziata del ServizioGeologico sempre disponibile presso l’ASSM.

Le frane attive verranno cartografate con poligoni di colore marrone, mentrequelle consolidate con poligoni di colore verde chiaro.

Il database collegato al tema FRANE sarà così costituito:

DISSESTO TIPOFRANE 1 ATTIVA; 2 NON ATTIVAEROSIONI SPONDALI

Anche in questo caso il database sarà completato da altre 4 colonnecorrispondenti a:

• CODICE DEL CORSO D’ACQUA (n° di 13 cifre da catasto)

• NUMERO PROGRESSIVO (da catasto)

• DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO (da catasto)

• QUOTA (solamente per i dissesti di maggiori dimensioni, al piede del dissesto, darilevarsi su CTP al momento della digitalizzazione)

La scala della cartografia prodotta dovrà obbligatoriamente essere 1:10.000,il formato di restituzione quello DIGITALE, su base cartografica CTP raster.

NB. La verifica e validazione della cartografia prodotta sarà eseguita a curadell’ASSM mediante controllo di aree campione.