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Parrocchia “SS. Filippo e Giacomo” Ente gestore della: Scuola Primaria Paritaria Parificata “SS. Filippo e Giacomo” -Scuola dell’Infanzia Paritaria “S.Giovanni Bosco1 IL DIRIGENTE SCOLASTICO -visto l’arti. 25 del D.L.vo 165/2001 e.s.i.; -vista la circolare 13/05/2010, n. 7 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Funzione Pubblica ; -visto il comma 4 dell’art. 3 del DPR275/1999 come modificato dall’art. 1, comma 14 della L. n. 107 del 13/07/2015; EMANA I SEGUENTI INDIRIZZI PER LE ATTIVITA’ DELLA SCUOLA E DETERMINA LE SEGUENTI SCELTE DI GESTIONE E DI AMMINISTRAZIONE PER IL TRIENNIO 2016/2017 2017/2018 2018/2019. La validità dei contenuti e del Piano Triennale dell’Offerta Formativa è subordinata, limitatamente alle compatibilità di organici, alla verifica da parte dell’ URS della Provincia di Brescia ai sensi dell’art. 1, comma 13 della L.107/2015.

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Parrocchia “SS. Filippo e Giacomo”

Ente gestore della: Scuola Primaria Paritaria Parificata “SS. Filippo e Giacomo” -Scuola dell’Infanzia Paritaria “S.Giovanni Bosco”

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IL DIRIGENTE SCOLASTICO

-visto l’arti. 25 del D.L.vo 165/2001 e.s.i.;

-vista la circolare 13/05/2010, n. 7 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della

Funzione Pubblica ;

-visto il comma 4 dell’art. 3 del DPR275/1999 come modificato dall’art. 1, comma 14 della L. n. 107

del 13/07/2015;

EMANA

I SEGUENTI INDIRIZZI PER LE ATTIVITA’ DELLA SCUOLA

E DETERMINA

LE SEGUENTI SCELTE DI GESTIONE E DI AMMINISTRAZIONE

PER IL TRIENNIO 2016/2017 – 2017/2018 – 2018/2019.

La validità dei contenuti e del Piano Triennale dell’Offerta Formativa è subordinata, limitatamente

alle compatibilità di organici, alla verifica da parte dell’ URS della Provincia di Brescia ai sensi

dell’art. 1, comma 13 della L.107/2015.

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1. CHI SIAMO

IL MONASTERO, IL CONVENTO: dentro ci siamo noi: Scuola Parrocchiale Primaria e dell’Infanzia. Per meglio comprendere l’origine del convento che si trova annesso alla chiesa di Santa Maria degli Angeli, occorre rifarsi alla devozione verso San Bernardino da Siena, il quale, durante le sue peregrinazioni attraverso l’Italia negli anni 1421 e 1422, visitò Brescia e, in questa occasione, come vuole la tradizione, passò anche da Gavardo. Qui, egli avrebbe fervorosamente propugnato la fondazione del monastero francescano.

Ne potrebbe essere una prova l’antico affresco che si trova in uno dei chiostri del convento di San Francesco a Brescia, in vicolo San Giuseppe 5, ora sede della Fondazione Civiltà Bresciana; come pure non è da dimenticare che in Gavardo, proprio nel suo centro storico, esiste una piazza che porta il nome di San Bernardino. Lo storico Paolo Guerrini, tuttavia, non condivide del tutto questa tesi e attribuisce la fondazione del convento al Comune di Gavardo. Comunque, questo convento sorse nel XVI secolo, sulla strada- come scrive Bruni Conter – che prima dell’apertura dell’attuale via Molino, conduceva al luogo dove ora sorge Villanuova. Dai documenti esistenti nell’archivio comunale si apprende che il convento abbia dato asilo, nel 1600, a 12 frati minori osservanti di San Francesco; il loro numero, però, variò sempre fino a ridursi nel 1632 a due soltanto. All’epoca della sua cessazione, verificatasi nella seconda metà del settecento, i frati erano quattro. Salvatosi dalla soppressione operata nel 1798 dal Governo Provvisorio Bresciano, il convento fu definitivamente eliminato nel 1805 dal Governo del Regno

Italico; ma già dell’anno prima, 1904, il luogotenente Conter aveva chiesto al Comune di Gavardo, con lettera riservatissima, informazioni circa il numero dell’attività dei frati; e serpeggiava in paese la notizia della progettata soppressione. Infatti, alcuni gavardesi avevano provveduto a inviare una lettera al comune in questo senso. Ne riportiamo i punti principali: ” Una voce sorda ma comune fa temere vicina la soppressione di questo Convento di Santa Maria degli Angeli dei Revv. Padri Minori Osservanti di San Francesco. Giammai novella più infausta e sconsolante giunger potea alla pia e devota popolazione di Gavardo (…) “Massima è la costernazione del paese (…) quindi i sottoscritti, a nome di tutto il popolo, ricorrono

alla Autorità Vostra, signori Agenti Municipali, pregandoVi, supplicandoVi, scongiurandoVi (…) A voler interporre presso chi s’aspetta la Vostra mediazione, onde venga sospesa la traslazione (sic!) di questi buoni religiosi (…)”.

Seguono le firme: Agostino Noventa, Filippo Bonomi, Amelio Noventa, Angelo Vezzoni, Giuseppe Rivetta, Celso Moreni, Turrini, Piccini, Podavini, Bologna, Bianchini e molti altri. La municipalità di Gavardo fece la sua supplica e scrisse al Prefetto del Dipartimento del Mella in data 27. 7. 1805, che anziché ” amalgamare ” il convento al R° Demanio e trasferire i frati in quello di San Giuseppe in Brescia, si potesse ottenere dal Governo l’autorizzazione a vendere il Convento medesimo ad alcuni Prevosti che si erano offerti di acquistarlo. Purtroppo, tutto fu inutile: il 20. 8. 1805 il Prefetto proibì di officiare la Chiesa e ordinò di consegnarne le chiavi.

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Tralasciando di ricordare le successive vicende relative alla vendita dei quadri e degli arredi conservati nel convento, così come il brolo e l’annesso orto, diremo solo che il 18.1.1806 il Comune di Gavardo chiese e ottenne dal Demanio di poter riavere il convento per aprirvi una scuola. Arriviamo così a Don Carlo Zanardi, parroco di Sopraponte, che aveva aperto in Gavardo un Istituto per fanciulle orfane e derelitte: egli, il 13.9.1806, chiese al Vice Prefetto del Dipartimento del Mella che :” … alle ragazze e alle loro maestre venga assegnato un posto fisso in chiesa”, fino a riuscire, alla fine, ad acquistare dal Demanio stesso il convento per alloggiarvi il suo Istituto. Anni dopo, le fanciulle dell’istituto Zanardi furono affidate alle Figlie di S. Angela, le quali nel 1831 vestirono l’abito religioso, entrando a far parte dell’ Ordine di S. Orsola con la Regola di Bordeaux. È da questa data che ha inizio l’opera altamente benefica delle Madri Orsoline che per ben 158 anni si dedicarono all’educazione, all’insegnamento e all’avvio al lavoro di centinaia e centinaia di

ragazze gavardesi e questa loro opera benemerita continuò fino all’agosto 1989. In quell’anno, considerando che le vocazioni erano andate progressivamente diminuendo fino a ridurre il numero delle religiose gavardesi a sole otto unità, la Madre Provinciale dell’Ordine venne nella determinazione di trasferire le suore rimaste al convento di Capriolo, e di mettere in vendita il monastero; e fu la grande intuizione del parroco di Gavardo, don Francesco Zilioli, che portò all’acquisizione da parte della parrocchiale dell’intero complesso di 22.000 metri quadrati, di cui 4.000 coperti. La cifra, non certo indifferente di 2 miliardi, venne coperta con le offerte della comunità parrocchiale. Vennero così aperte la Scuola Primaria Paritaria intitolata a SS. Filippo e Giacomo con cinque classi e la Scuola dell’Infanzia intitolata a S. Giovanni Bosco con tre sezioni. Attualmente le classi sono dieci e le sezioni quattro.

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Una Scuola Parrocchiale al servizio della Comunità Pastorale

Una Scuola aperta ed in dialogo con il territorio La scuola è il principale strumento di cultura ed educazione.

Uno strumento che la parrocchia di Gavardo mette a disposizione di tutti i fedeli; è anche luogo di

formazione per gli adulti, i genitori, e le giovani famiglie.

La nostra scuola parrocchiale è riferimento per tante famiglie e non solo di Gavardo. Accoglie

complessivamente 322 alunni; 108 nella scuola dell’infanzia S. Giovanni Bosco e 214 nella

scuola primaria SS. Filippo e Giacomo.

Le scuole sono entrambe paritarie e a tempo pieno. Negli ampi e attrezzati spazi del Monastero

dei frati francescani prima e delle suore Orsoline poi, ferve l’attività educativa, formando non solo

culturalmente, ma altresì moralmente i bambini della scuola dell’infanzia e i fanciulli della scuola

primaria. Una scuola, dunque, che intende porsi al servizio del progetto pedagogico educativo

che, insieme al consiglio pastorale parrocchiale, si vuole disegnare nella piena e partecipata

collaborazione .

La CEI ha sottolineato più volte il valore della scuola cattolica e lo ha ribadito con un recente

documento dal titolo “Educare alla buona vita del vangelo” .

“…La scuola cattolica fa parte a pieno titolo del sistema nazionale di istruzione e formazione. Nel

rispetto delle norme comuni a tutte le scuole, esse hanno il compito di sviluppare una proposta

pedagogica e culturale di qualità, radicata nei valori educativi ispirati al Vangelo. Il principio

dell’uguaglianza tra le famiglie di fronte alla scuola impone non solo interventi di sostegno alla

scuola cattolica, ma il pieno riconoscimento, anche sotto il profilo economico, dell’opportunità di

scelta tra la scuola statale e quella paritaria.

La scuola cattolica potrà essere così sempre più accessibile a tutti, in particolare a quanti versano

in situazioni difficili e disagiate. Il confronto e la collaborazione a pari titolo tra istituti pubblici,

statali e non statali, possono contribuire efficacemente a rendere più agile e dinamico l’intero

sistema scolastico, per rispondere meglio all’attuale domanda formativa. La scuola cattolica

costituisce una grande risorsa per il Paese. In quanto parte integrante della missione ecclesiale,

essa va promossa e sostenuta nelle diocesi e nelle parrocchie, superando forme di estraneità o di

indifferenza e contribuendo a costruire e valorizzare il suo progetto educativo.”

L’ impegno degli insegnanti e di tutti gli operatori scolastici della nostra scuola parrocchiale è

rivolto ad offrire una proposta educativa qualificata, ispirata ai valori cristiani.

Per la parrocchia la dimensione educativa è imprescindibile. La scuola parrocchiale è una

possibilità di evangelizzazione, è raccogliere un patrimonio prezioso che dura nel tempo, è un

modo per esprimere un atto d’amore all’uomo di oggi, è un modo non occasionale per relazionarsi

con le giovani famiglie, è un modo per le giovani famiglie di relazionarsi con la cultura ed i valori

cristiani.

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La nostra Scuola Parrocchiale (Scuola dell’Infanzia Paritaria S. Giovanni Bosco e Scuola Primaria

Paritaria SS. Filippo e Giacomo) oggi manifesta la sua identità:

Nell’offrire una proposta di qualità: cultura, educazione, professionalità; nel porre al centro di ogni sua azione e scelta il bambino come persona; riconoscendo il primato, l’insostituibilità della famiglia nella crescita della persona; nel proporre una formazione valoriale e religiosa, promuovendo la disponibilità a

confrontarsi.

È una cosa un po’ speciale una parrocchia con una scuola. Ce ne sono poche in Italia e

pochissime a Brescia . Vuol dire avere nella parrocchia una forte sensibilità educativa. Vuol dire

che la parrocchia è disposta ad investire forze per l’attività educativa; vuol dire assumersi un

impegno grande, quello di educare i ragazzi con una decisiva corresponsabilità nel confronto tra

scuola, genitori, territorio, parrocchia.

La scuola, infatti, connette la sua funzione alla famiglia come naturale espansione del compito

formativo di quest’ultima. Poter avere a disposizione una scuola in cui la fede Cristiana fa da

motore e da cornice è per la comunità un grande servizio, un auspicio. La fede Cristiana genera poi

uno stile di vita, di valori, di cultura che incidono nel paese, nella comunità stessa, fanno crescere

in umanità la civiltà anche per chi non crede. La scuola cattolica entra così nella prospettiva

missionaria della Chiesa, propone scelte impegnative di vita, si preoccupa che tutti possano vivere,

attraverso la cultura, una crescita umana integrale.

Certo non si può sempre parlare di libera scelta. Iscrivere un figlio ad una scuola cattolica

oggi significa pagare la scuola due volte. Pagare la libertà, comunque, non è libertà.

L’affermazione che il finanziamento della scuola cattolica andrebbe a premiare i ricchi non è

corretta; è piuttosto il mancato finanziamento da parte dello Stato che penalizza le famiglie,

limitando la fruizione del diritto di scelta a chi lo può pagare.

Più una scuola sta bene più è frequentata e può diventare una realtà che può permettersi anche

di aiutare chi è più in difficoltà.

Auspichiamo che questo patrimonio sociale ed educativo sia sempre più conosciuto, condiviso e

sostenuto. Dobbiamo pure ringraziare e apprezzare la lungimiranza di chi, nel passato, ha saputo

fare scelte che hanno permesso alla Parrocchia di Gavardo di far nascere un modello di scuola

che oggi continua la sua attività e si pone come riferimento educativo non solamente per Gavardo

ma anche per i comuni vicini.

Il Dirigente scolastico Il Parroco

Prof. Giacomo Comincioli Don Italo Gorni

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Significati, Valori e Stili di presenza nella nostra scuola

parrocchiale

La Scuola dell’Infanzia S. Giovanni Bosco è gestita dalla Parrocchia di Gavardo dal 1989 e si propone a tutto

il Comune di Gavardo ed ai Comuni vicini, come:

una scuola libera in cui gli insegnanti assumono la propria responsabilità educativa nei confronti dei bambini, mettendo a disposizione le proprie competenze, la propria umanità, il proprio lavorare al servizio della crescita dei giovani che si pongono loro di fronte; anche genitori e alunni accettano liberamente di partecipare alla costruzione di tale progetto educativo che ha come orizzonte dell’avventura umana della conoscenza e quindi dell’educazione il senso religioso;

una scuola pubblica, che si rivolge a tutti senza fini di lucro, impegnata ad elevare il livello di istruzione di ciascun cittadino secondo i dettami della Costituzione;

una scuola laica, aperta a tu o e a tu come lo è ogni auten ca esperienza di educazione cris ana, preoccupata di fare crescere uomini liberi, capaci di ragionare in modo critico;

una scuola viva, in cui l’apprendimento è inteso come il comunicarsi di un’esperienza cosciente della realtà, sempre attuale e dinamicamente in sviluppo; ne consegue una didattica viva, non ripetitiva nè imprigionata in schemi parziali

una scuola efficiente, con un corpo insegnante selezionato in base alla competenza e alla disponibilità a fare della scuola, una serietà di lavoro educativo e didattico, un luogo in cui i ragazzi sperimentano soddisfazione ed interesse all’apprendimento.

una scuola dell’esperienza, come elemento sorgivo, scopo, origine e termine di confronto e paragone di ogni autentico atto educativo;

una scuola della personalizzazione, intesa innanzitutto come coinvolgimento della persona dell’insegnante e della persona del bambino in tutte le dimensioni di sviluppo del suo essere.

La scuola applica il contratto FISM

La Scuola dell’Infanzia è composta da quattro sezioni. E’ frequentata da bambini provenienti dal Comune di Gavardo e dai comuni limitrofi, a motivo della sua ubicazione centrale, degli spazi ampi e confortevoli e dei servizi che offre.

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2. FONDAMENTI CULTURALI E PEDAGOGICI

La scuola dell'infanzia San Giovanni Bosco è un'istituzione educativa di ispirazione cristiana, dove

la centralità della persona costituisce regola primaria e di riferimento per la prassi educativa.

La scuola dell'infanzia,coerente con la propria identità e con l'ispirazione cristiana in cui hanno

sede le proprie radici, intende svolgere, nei confronti dei bambini, un'azione educativa che non si

scosta dai principi, dagli ideali e dai valori proposti, testimoniati e diffusi dalla fede cristiana.

La scuola considera il bambino come persona, soggetto di diritti inalienabili. Si propone la finalità

di promuovere lo sviluppo armonico del bambino rispondendo ai suoi bisogni di crescita, nel

rispetto dei tempi di maturazione e delle potenzialità di ciascuno. La scuola si propone di

promuovere l'identità personale, la conquista dell'autonomia e lo sviluppo delle competenze.

In questa prospettiva adotta e applica le “Indicazioni nazionali per i piani personalizzati delle

attività educative nelle scuole dell'Infanzia”approvate dalla Camera dei Deputati e dal Senato della

Repubblica il 28 Marzo 2003.

Le indicazioni sono una specie di materia prima a cui tutti i docenti e le loro scuole sono chiamati a dare una propria forma in base alle esigenze delle famiglie e del territorio, ma soprattutto in base ai diversi ritmi di maturazione dei bambini. Secondo le “Indicazioni Nazionali” la scuola dell’Infanzia rafforza :

l’identità personale

l’autonomia

le competenze individuali La scuola raggiunge questi obiettivi del processo formativo collocandoli in una visione di scuola che riconosce il ruolo primario della famiglia e l’importanza del territorio in cui la scuola è collocata. Maturazione dell’identità Il bambino possiede la capacità di esprimere i propri sentimenti, le proprie intenzioni, i propri disagi o la propria gioia con peculiarità individuali che lo distinguono e lo identificano. La Scuola dell’Infanzia :

rafforza l’identità personale;

motiva alla curiosità;

aiuta a maturare sicurezza;

aiuta a cogliere la propria appartenenza culturale.

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Conquista dell’autonomia Il bambino è caratterizzato per larga parte da una situazione di dipendenza fisica dall’adulto e di ricerca di sicurezza affettiva; l’autonomia è connessa alla progressiva capacità di fare da sé e di distinguersi dall’adulto. La Scuola dell’Infanzia:

consolida la fiducia in se stessi;

conduce all’alimentazione attiva e al controllo delle esigenze corporali;

conduce all’interazione con il diverso e con il nuovo;

sviluppa la capacità di compiere scelte autonome;

aiuta a scoprire e interiorizzare valori universali;

sviluppa la libertà di pensiero. Sviluppo della competenza Il bambino conosce agendo in un contesto essenzialmente sensoriale, ma deve essere aiutato a prendere le distanze dal dato esperienziale per poterlo ricostruire, rielaborare, rievocare e per diventare capace di conoscere utilizzando immagini, ricordi, simboli e concetti. La Scuola dell’Infanzia:

consolida le abilità sensoriali;

valorizza l’intuizione, l’immaginazione e la creatività;

guida le prime forme di esplorazione, ricostruzione e riorganizzazione dell’esperienza;

stimola la produzione e interpretazione di messaggi, testi e situazioni;

promuove il progressivo distacco dal concreto per orientare verso una progressiva padronanza di codici simbolici;

sviluppa la capacità di considerare la realtà sotto diversi punti di vista. Un bambino è competente quando è in condizione di affrontare nuove situazioni e nuovi stimoli,cioè è in grado di utilizzare modalità di pensiero adeguate per assimilare e interiorizzare nuove conoscenze. Fondamentale è la valenza del curricolo implicito ossia il percorso che affida grande importanza alle attività ricorrenti di vita quotidiana,assunte nella progettazione didattica come occasione per sviluppare identità,autonomia,competenza.

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INGRESSO E USCITA

- acquisire norme di vita sociale - superare e controllare la propria emotività - acquisire norme di vita pratica

USO DEL BAGNO

- curare autonomamente la pulizia e l'ordine personale - rispettare le regole

PRANZO

- accettare la varietà dei cibi - sviluppare e rispettare la libertà del gusto personale - essere autonomo

RIORDINO DEL MATERIALE

- saper collocare il materiale negli appositi spazi - aver rispetto del materiale durante l'uso e il riordino - rafforzare la capacità di collaborare in vista di una meta comune

INCARICHI

- saper assumere la responsabilità del ruolo rivestito

N

3. LA PROPOSTA EDUCATIVO-DIDATTICA

La nostra scuola dell'infanzia pone al centro della sua proposta formativa: la realizzazione di un clima di accoglienza e collaborazione tra bambini,insegnanti,genitori. il richiamo alle tradizioni culturali cristiane e il legame con il territorio. l'individuazione di percorsi formativi che accompagnino il bambino fino al suo ingresso alla

scuola primaria. le attività di sezione le attività di laboratorio

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LA SEZIONE E’ il cuore delle relazioni,per costruire nuove amicizie,vivere esperienze; è il punto di riferimento primario dei bambini. E’ strutturata in angoli con una precisa valenza affettiva ed educativa: angolo dei travestimenti e della cucina Qui il bambino, "giocando” alla mamma, al papà, al negozio ecc., sperimenta il gioco simbolico e proiettivo. Il bambino esprime, interpreta ruoli precisi attraverso il linguaggio verbale e corporeo, comunica sentimenti ed emozioni in relazione all'esperienza familiare. Nel gioco dei "far finta" i bambini imparano ad organizzarsi ed a interagire tra di loro, definendo i ruoli di ciascuno e gestendo il materiale a disposizione; angolo delle costruzioni In questo spazio il bambino ha a sua disposizione materiale diverso: lego, mattoncini di legno, legnetti, macchinine, piste, animali, ecc. Il bambino progetta quello che vuole fare, pensa, riflette, risolve intoppi , si accorge per esempio che per costruire un ponte deve usare due pezzi di legno della stessa altezza, c'è un continuo porre e porsi quesiti e risolverli: “se… .… allora....… " è la radice di ogni ragionamento. Tutto questo è apprendimento a pieno titolo e pone le basi per ogni apprendimento futuro. Il gioco delle costruzioni favorisce l'operare in gruppo per obiettivi comuni (es. costruiamo insieme); angolo espressivo I bambini sono educati all'uso adeguato del materiale messo a loro disposizione (pennarelli, pastelli a cera e di legno, colla, forbici, tempere, pennelli). In questo spazio il bambino ha la possibilità di esprimersi attraverso il materiale scelto; angolo dei giochi logici: Il materiale messo a disposizione è vario e graduato secondo l'età. L'uso dei giochi strutturati (tombole, domino, puzzle, sequenze logiche, materiale di seriazione, classificazione, corrispondenza, giochi con regole, blocchi logici ecc..) permette al bambino di fissare, sistematizzare le esperienze, i vissuti ed i processi logici avviati nel rapporto con il reale; angolo morbido E' l'angolo delle attività di routine,della lettura,del rilassamento. Offre ai bambini occasioni di tranquillità e di riposo. Permette di vivere il proprio corpo senza i condizionamenti imposti dagli arredi. Offre l'opportunità di conoscere il libro,di utilizzarlo con cura,con autonomia e libertà. Tale angolo favorisce anche la conversazione tra piccoli e grandi gruppi;

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Il TEMPO e lo SPAZIO della scuola sono il contesto quotidiano nel quale l'educatrice e i bambini vivono la loro esperienza. A scuola il bambino sperimenta il "tempo" nello scorrere della giornata: una successione di momenti, ripetuti quotidianamente, per creare punti stabili di riferimento. In questa dimensione tutto acquista significato e ciascun bambino sperimenta la sicurezza di sapere dov'è, con chi è e cosa può fare. La routine quotidiana diventa così per il bambino l'incontro con un tempo conosciuto e sicuro, un tempo atteso e previsto che, garantendo una sicurezza, stimola all’esplorazione e alla scoperta. L’accoglienza

L'accoglienza dei bambini avviene in salone e in sezione. E'un momento importante e delicato in cui il bambino deve percepire che qualcuno lo attende e lo introduce all'incontro con i compagni e l'ambiente. E' il momento in cui i bambini sono aiutati a riconoscersi parte di un gruppo. La cura di sé

La cura di sé riguarda quei gesti di vita quotidiana: andare in bagno, lavarsi le mani, riordinare la sezione, l'attenzione alla propria persona. L’insegnante accompagna il bambino in questi gesti, lo aiuta, lo rassicura, non si sostituisce a lui perché consapevole che questi momenti sono fondamentali nella sua scoperta corporea. Il pranzo

Il pranzo assume per il bambino un grande valore simbolico e affettivo. I bambini apparecchiano e sparecchiano la tavola. L'insegnante pranza insieme ai bambini e questo crea un momento di intimità particolare; è qui che alcuni raccontano di sé, della propria casa favorendo la crescita dei legami. Il gioco

E' caratterizzato dal fatto che il bambino prende l'iniziativa in prima persona; è vissuto in modo costruttivo e adeguato nel momento in cui avverte che l'adulto ha stima di quello che fa. L'insegnante pensa allo spazio e dà un tempo; nel gioco c'è un bambino che sperimenta e un adulto che partecipa osservando, intervenendo, permettendo che qualcosa accada, sostenendo le relazioni, introducendo elementi nuovi e lasciandosi sollecitare, disponibili ad eventuali cambiamenti. La proposta dell’educatrice

E' il momento in cui l'educatrice pensa ad una proposta che continua e si sviluppa nel tempo: a volte è l'incontro con un personaggio che coinvolge i bambini in un'avventura, altre volte è il racconto di una fiaba che coinvolge tutti in un percorso; non ultima la sollecitazione che può venire da un bambino e che l'educatrice raccoglie e rielabora come proposta per tutti.

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I LABORATORI Nei laboratori sono proposte nuove esperienze cognitive, emotive,relazionali intorno alle quali si sviluppa e si consolida il lavoro di sezione. Il laboratorio è uno spazio che offre ai bambini:

la possibilità di approfondire e consolidare attività in ambiti più specifici (motorio, cognitivo, emotivo, ecc);

proposte educative più mirate e omogenee rispetto alle fasce d'età. Il laboratorio è quindi un luogo dove c'è spazio e gratificazione per ciascuno, dove ogni bambino cerca di esprimere al meglio il proprio essere con attività pensate per ciascuna età e difficilmente realizzabili all'interno delle sezioni eterogenee. In esso si concretizzano percorsi didattici legati alle varie aree di sviluppo individuate nei diversi campi d'esperienza e si sviluppano attività. E' il luogo dove si fanno scoperte, si formulano ipotesi, si costruisce. Consapevoli quindi che la famiglia è il primo luogo dell'esperienza del bambino e attraverso la convivenza ed il rapporto quotidiano con i genitori impara un modo di essere e di vivere, la nostra scuola vuole essere un'occasione che non interrompe lo sviluppo di questa esperienza iniziale. Nella nostra scuola il bambino trova un ambiente ordinato ed intenzionalmente orientato all'educazione globale della sua persona attraverso esperienze di vita ed un contesto relazionale significativo. Attraverso la proposta formativa della scuola dell'infanzia il bambino compie un'esperienza mediante la quale cresce come persona, apprende e sviluppa abilità e competenze. Nella nostra scuola ogni bambino deve poter trovare un ambiente significativo in cui fare esperienze di affetto, di stima, di simpatia, di comprensione e quindi di crescita. Ecco perchè all'interno della stessa le insegnanti sono attente anche ad organizzare tempi e spazi che siano rispettosi delle esigenze e dei bisogni dei bambini. Tempo e spazio sono due risorse della scuola che servono a facilitare la relazione con il bambino e la sua crescita globale. Consapevoli dell'importanza del gioco come fertile attività propria della natura infantile, la scuola ne fa strumento e veicolo di primo livello per favorire apprendimenti di conoscenze e competenze. Gli interventi delle insegnanti sono previsti in forma tale da garantire il perseguimento degli obiettivi, promuovendo le esperienze formative dirette, senza imporre percorsi rigidi che smorzano le motivazioni e gli interessi dei bambini. Ci aspettiamo quindi, alla fine del cammino nella scuola dell'infanzia, di trovare un bambino che, avendo gustato l'esperienza vissuta, riconosca che per arricchirla ed approfondirla, deve compiere un passo verso un nuovo ambiente, la scuola primaria, certo di poter sempre essere accompagnato in “questa avventura con il mondo” che non finisce mai.

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4. SCUOLA E FAMIGLIA: CORRESPONSABILITA' EDUCATIVA ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE I bambini giungono alla scuola dell'infanzia con una storia: hanno imparato a parlare e a muoversi

con autonomia, hanno sperimentato le prime e più importanti relazioni, hanno appreso ad

esprimere emozioni e ad interpretare ruoli attraverso il gioco, hanno appreso i tratti fondamentali

della loro cultura.

La famiglia, che rappresenta il contesto più influente per lo sviluppo del bambino, è sempre portatrice di

risorse che possono essere valorizzate,sostenute e condivise nella scuola, per consentire di creare una rete

solida di scambi e di responsabilità comuni.

Il primo incontro con la scuola e con gli insegnanti, nonchè l'esperienza scolastica dei figli aiutano i genitori a prendere più chiaramente coscienza della responsabilità educativa che è loro affidata. Questo per noi significa rispettare ogni singola storia, rispettare le preoccupazioni e le esigenze di ognuno, verificare e confrontare insieme a loro la nostra proposta educativa mediante: SCUOLA APERTA: nel mese di giugno tre giorni vengono dedicati ai bambini nuovi iscritti

ed ai loro genitori al fine di favorire una prima conoscenza ed un primo avvicinamento alla scuola. A conclusione verrà proposto un incontro serale tra genitori ed insegnanti nel quale verranno fornite tutte le informazioni necessarie per l'inizio del nuovo anno scolastico e le modalità d'inserimento. Nei primi giorni di settembre si chiede ai genitori un incontro preliminare per la raccolta di informazioni utile all'imminente ingresso. Nel mese di ottobre avviene la verifica di tale processo attraverso un colloquio individuale.

ASSEMBLEA GENERALE nel mese di ottobre nella quale viene presentata la progettazione

annuale e vengono eletti due rappresentanti per ogni sezione. TRE COLLOQUI INDIVIDUALI momenti di riflessione sulla crescita di ogni bambino (le

insegnanti sono disponibili ad eventuali colloqui aggiuntivi in base alle esigenze o richieste da parte della famiglia o delle stesse insegnanti).

TRE CONSIGLI D'INTERSEZIONE i rappresentanti di sezione partecipano ai consigli

d'intersezione, informano tramite verbale tutti i genitori riguardo l'andamento educativo didattico delle varie sezioni,portano eventuali richieste da parte delle famiglie.

COINVOLGIMENTO ALLE FESTE organizzate durante l'anno per le diverse ricorrenze: festa

dei nonni, festa di Natale, festa di fine anno.

ACCOGLIENZA/INTEGRAZIONE DEI BAMBINI CON DISABILITA':

è compito della scuola inserire ed integrare i bambini con disabilità secondo quanto

previsto dalla normativa vigente( L517/77 Art 2,7 Legge 104/92 ) progettando

itinerari didattici e procedure affettivo-relazionali che mirino ad alleviare i disagi,

che influenzano,le dinamiche formative ed orientative della personalità. La

presenza di bambini con disabilità richiede l'intervento dell'insegnante di sostegno

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e, dove necessario, dell'assistente ad personam, che diventando risorsa della

sezione, promuovono attività diversamente organizzate, dalle quali trae vantaggio

ogni singolo bambino, anche se l'obiettivo primario rimane il bambino con

disabilità. La progettazione e la verifica delle attività didattiche sono di competenza

sia delle insegnanti di sezione nelle quali i bambini sono inseriti, sia delle insegnanti

di sostegno che ne curano l'integrazione scolastica. Saranno perciò realizzati e

verificati progetti educativi personalizzati, che terranno conto della

programmazione didattica delle sezioni di appartenenza dei bambini con disabilità.

Tali progetti individualizzati terranno conto della diagnosi funzionale, di ciò che il

bambino è in grado di svolgere, delle risorse interne o reperibili sul territorio. Essi

conterranno:

obiettivi

attività-esperienze-contenuti

metodi e strumenti

verifica

Saranno inoltre definiti i tempi di permanenza in sezione senza l'insegnante di sostegno, i

tempi di permanenza con l'insegnante di sostegno, i tempi di intervento individualizzato

dell'insegnante di sostegno con il bambino, i tempi di inserimento in piccoli gruppi dentro

la sezione e fuori i tempi di inserimento in attività di laboratorio ecc.

ACCOGLIENZA/INTEGRAZIONE DEI BAMBINI STRANIERI:

la scuola si impegna a favorire l'integrazione scolastica dei bambini stranieri, come

contributi ad un'educazione aperta e multiculturale, finalizzata al confronto e alla

conoscenza di culture diverse, mediante iniziative di accoglienza e integrazione.

LA CONTINUITA' EDUCATIVA:

è presente all'interno della scuola una commissione che si occupa degli aspetti organizzativi,pratici e strumentali del progetto continuità. Il concetto di continuità educativa allude ad una dimensione di sviluppo e maturazione della persona che avviene in maniera progressiva e per fasi, in cui, quelle che seguono, legittimano quelle precedenti di cui sono il prodotto. Pertanto la continuità, nei servizi educativi, costituisce un valore irrinunciabile. Tuttavia, anche la discontinuità, intesa come cambiamento non lineare, è ugualmente necessaria nel processo di sviluppo e viene inserita in una cornice di coerenza educativa che considera l’unicità della persona, al di là dei cambiamenti portati dalla sua crescita, in quanto l’esperienza formativa è necessariamente permanente durante l’arco della vita.

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La continuità in concreto

Continuità asilo nido-scuola dell’infanzia

La continuità si concretizza con i seguenti progetti e con il seguente protocollo:

i bambini frequentanti l'asilo nido nel Comune di Gavardo saranno accompagnati dalle educatrici

presso la nostra scuola dell'infanzia per un primo approccio alla struttura e alle insegnanti. Gli

incontri ( generalmente due ) saranno fatti nel mese di giugno e i bambini saranno accolti dai

compagni nel giardino della scuola.

Seguirà uno scambio di informazioni tra educatrici e insegnanti

Protocollo per la formazione delle sezioni

Nella formazione delle sezioni, il Collegio Docenti persegue per ogni sezione una ripartizione

equilibrata secondo i seguenti criteri:

-età ( bambini di 3-4-5 anni )

-sesso ( maschi/femmine )

-relazioni parentali

-bambini diversamente abili

Si terrà inoltre conto delle indicazioni delle educatrici dei bambini provenienti dal nido.

Il Collegio Docenti valuterà per ogni altra ed eventuale richiesta da parte dei genitori.

Salvaguardati i criteri e verificata l'impossibilità di coniugarli tutti,la decisione finale sarà affidata al

Dirigente scolastico.

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Continuità scuola dell’infanzia-scuola primaria

La continuità si concretizza con i seguenti progetti ed il seguente protocollo:

Destinatari:

classi prime e classi quinte della scuola Primaria S.S Filippo e Giacomo, le giraffe della Scuola

dell’Infanzia S. Giovanni Bosco di Gavardo e gli alunni dell’ultimo anno della scola dell’infanzia

esterni alla nostra scuola, ma iscritti alla classe prima presso il nostro istituto

Obiettivi :

-Favorire un passaggio sereno al nuovo ordine scolastico.

-Preparare positivamente gli alunni alla nuova esperienza scolastica.

-Ritrovare, in quello che all’inizio del nuovo anno scolastico sarà il nuovo ambiente scolastico,

tracce di esperienze vissute.

-Favorire la socializzazione.

-Condividere esperienze affettive ed emotive.

- Condividere l’esperienza dei bambini delle classi prime e quinte.

- Verificare alcuni dei prerequisiti previsti per l’accesso alla scuola primaria.

- Cogliere alcune caratteristiche del nuovo ambiente scolastico.

- Progettare e realizzare lavori di gruppo in un clima di reciproca collaborazione.

-Educare all’ascolto.

-Educare all’accoglienza dell’altro.

3 Descrizione dell’attività:

Le attività verranno variate di anno in anno in base alle esigenze degli alunni e delle insegnanti.

INCONTRO EXTRA

Prima delle vacanze di Pasqua gli alunni delle classi prime, accompagnati dalle insegnanti di quinta,

verranno invitati dalle giraffe alla scuola dell’infanzia per uno scambio di auguri.

MINIOLMPIADI

Gli alunni dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia prenderanno parte alle miniolimpiadi e al

momento di premiazioni

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Protocollo per la formazione delle classi prime

Il protocollo per la formazione delle classi prime della scuola primaria nasce dall’esigenza di creare

classi equilibrate, nelle quali il team docenti possa svolgere al meglio il proprio lavoro con

l’obiettivo di sviluppare, nel miglior modo possibile le attitudini e le potenzialità di ogni bambino,

con la consapevolezza che il contesto che circonda ogni alunno incide in maniera significativa sul

suo sviluppo. Essendo questo il primo anno di applicazione del protocollo, consideriamo questa

esperienza una sperimentazione al termine della quale, dopo i primi mesi di scuola, potremo

verificare se l’obiettivo di creare classi equilibrate è stato raggiunto. Potrebbe quindi essere

necessario rivedere il protocollo.

La commissione continuità propone di adottare il seguente protocollo per la formazione delle

classi prime della scuola primaria.

Durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia vengono testati i primi possibili gruppi, che

andranno poi a costituire le classi prime, nel corso delle attività di laboratorio e durante le lezioni

di psicomotricità.

Le insegnanti delle future classi prime si riservano la possibilità di svolgere delle osservazioni

all’interno degli ambienti della scuola dell’infanzia sui bambini iscritti al primo anno della scuola

primaria, soprattutto per quanto riguarda i casi segnalati o certificati.

Tra la metà di maggio e i primi di giugno le insegnanti delle future prime incontrano le insegnanti

della nostra scuola dell’infanzia e le insegnanti degli alunni esterni alla nostra scuola. La data e

l’orario dell’incontro vengono comunicati tramite mail alle scuole coinvolte. Le insegnanti della

scuola primaria utilizzano una griglia standard per la raccolta dati. Si richiede inoltre per i casi

diagnosticati o certificati il passaggio e l’esposizione di tutta la documentazione relativa

all’integrazione dell’alunno.

Durante le prime settimane di giugno vengono formate le sezioni delle classi prime. Le insegnanti

della scuola dell’infanzia stendono un elenco di possibili piccoli gruppi di bambini nel rispetto dei

criteri stabiliti per la formazione delle classi. Le insegnanti delle future classi prime, gli specialisti

ed il Dirigente Scolastico con le Collaboratrici si riuniscono per stendere gli elenchi delle due

sezioni. Verranno accolte le preferenze dei genitori solo in seguito al rispetto di tutti i criteri

previsti per la formazione delle classi prime. Da questo punto di vista le insegnanti della scuola

dell’infanzia si adopereranno per coltivare nei genitori la consapevolezza che tutti gli insegnanti

che accoglieranno i bambini nella scuola primaria sono egualmente validi e che le classi verranno

strutturate nel tentativo di creare due gruppi equilibrati, egualmente eterogenei per permettere

un cammino sereno e produttivo per tutti.

Dopo la formazione delle sezioni, nel mese di giugno, verrà organizzata una riunione per i genitori

dei futuri alunni delle classi prime per presentare la nostra scuola, per presentare gli elenchi delle

classi e per fornire delle indicazioni per curare il delicato passaggio dalla scuola dell’infanzia alla

scuola primaria.

In riferimento ai casi certificati, diagnosticati o comunque supervisionati da un’equipe specialistica

gli insegnanti delle classi prime e gli specialisti si riservano la possibilità di richiedere a giugno un

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incontro più approfondito alla presenza degli insegnanti della scuola dell’infanzia, degli insegnanti

di sostegno e dell’assistente ad personam che hanno seguito l’alunno/a negli anni di frequenza

della scuola dell’infanzia e degli insegnanti di sostegno e dell’assistente ad personam che

seguiranno l’alunno/a nel quinquennio della scuola primaria.

Criteri per la formazione delle classi

Equa ripartizione:

degli alunni delle diverse sezioni della scuola dell’infanzia

dei diversi stili di apprendimento e comportamenti

tra maschi e femmine

in base all’età

in base alle relazioni parentali

in base ai ceti sociali

di alunni diversamente abili o con bisogni educativi speciali Si terrà conto della continuità pedagogica orizzontale.

Le preferenze espresse dai genitori saranno accolte solo in seguito al rispetto di tutti i criteri

precedenti.

Salvaguardati i criteri e verificata l’impossibilità di coniugarli tutti, la decisione finale sarà affidata

al Dirigente Scolastico.

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PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITA' SCUOLA, FAMIGLIA, ALUNNI

Il Patto educativo di corresponsabilità(istituito dall'art.5-bis del D.P.R.249/98 così integrato ai sensi

dell'art.3 D.P.R 235/2007)ha come obiettivo di impegnare le famiglie sin dal momento

dell'iscrizione a condividere con la scuola i nuclei fondanti dell'azione educativa.

Esso mette in evidenza il ruolo strategico che può essere svolto dalle famiglie nell'ambito di

un'alleanza educativa che coinvolga la scuola,i bambini,i loro genitori,ciascuno secondo i rispettivi

ruoli e responsabilità.

Questo patto tra insegnanti,genitori,alunni nasce quindi dalla necessità di individuare gli

obiettivi comuni e i diritti e i doveri di tutti,pur nella diversità dei ruoli che ciascuno interpreta

nella scuola.

Insegnanti,genitori,alunni devono collaborare,nella chiarezza e nella fiducia reciproca,per creare

una scuola che sia portatrice di valori positivi.

LA SCUOLA SI IMPEGNA A:

Favorire l'integrazione di ciascun alunno

Creare un clima di reciproca fiducia,stima e collaborazione con e tra gli alunni e le famiglie

Elaborare la programmazione didattica e informare le famiglie del percorso di lavoro e

degli obiettivi stabiliti

Favorire il confronto e la socializzazione

Formulare una valutazione motivata e trasparente,coerente con il percorso educativo e

didattico e con gli obiettivi di sviluppo delle competenze relativi alle diverse età

Attivare iniziative educative orientate alla promozione del benessere di tutti gli alunni

Promuovere l'accoglienza e l'integrazione degli alunni diversamente abili,stranieri,con

bisogni educativi speciali.

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I genitori sono responsabili del percorso di crescita dei loro figli e devono aiutarli a sentirsi

capaci di apprendere.

LA FAMIGLIA SI IMPEGNA A:

Conoscere e rispettare l'organizzazione scolastica,l'orario d'ingresso e uscita della scuola

evitando i ritardi

Acquisire le informazioni relative al PTOF e alla programmazione annuale

Partecipare ai colloqui individuali e alle assemblee per costruire intese educative comuni

Controllare sempre le comunicazioni

Collaborare con la scuola nell'azione didattica e formativa in particolare nel:

seguire il percorso scolastico del bambino

stimolare la conquista dell'autonomia,consapevoli della sua importanza in relazione

allo sviluppo della propria identità

fornire alle insegnanti tutte le informazioni ritenute utili per una maggiore

conoscenza del bambino

accogliere in modo sereno e positivo le comunicazioni delle insegnanti,collaborando

in modo sinergico ad aiutare il bambino a raggiungere gli obiettivi proposti

Gli alunni sono i protagonisti della scuola e hanno quindi diritto:

Ad una proposta educativa che valorizzi l'identità e le potenzialità di ciascuno

Ad avere una scuola attenta alla sensibilità e alle problematiche dell'età

Ad essere aiutati,guidati e consigliati nelle diverse fasi della maturazione e

dell'apprendimento

Ad essere rispettati ed ascoltati quando esprimono emozioni,osservazioni e domande

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5. IL METODO

Il metodo si fonda sull'esperienza non insegnata, ma vissuta, capace di stimolare il mondo interiore del bambino e mobilitarne l'intelligenza, l'affettività e la curiosità. Non è caratterizzato solo dal “fare”ma crea le condizioni perché il bambino possa compiere un passo in consapevolezza e il suo agire diventi sempre più ricco di significato. Permette di cogliere nuove conoscenze attraverso l'osservazione, la domanda e la ricerca della risposta, provando per tentativi e riflettendo con l'insegnante sui passi compiuti. E' caratterizzato dalla flessibilità e dalla continua verifica che rende l'insegnamento più aderente alla realtà del bambino, dentro ad un progetto unitario condiviso annualmente dalle insegnanti. Tutti gli interventi educativi e didattici, mirano a raggiungere un certo profilo educativo in uscita

dell'alunno, articolato nelle seguenti aree:

1.Costruzione del sé

Il bambino deve acquisire la consapevolezza della propria identità ( corporea,cognitiva,relazionale

e affettiva ) per poter poi sviluppare l'autonomia, la responsabilità, la solidarietà.

2.Competenze cognitive

Il bambino deve imparare ad ascoltare, osservare, esprimersi anche con linguaggi diversi,

analizzare e risolvere problemi, stabilire relazioni, acquisire conoscenze e abitudini.

3.Dinamiche relazionali

Il bambino deve essere educato alla socialità ( regole della convivenza civile ), all'affettività (

conoscenza di sé e dei propri sentimenti,autostima ),all'ambiente ( consapevolezza della propria

posizione in un ecosistema ).

4.Convivenza civile

Il bambino deve imparare a comportarsi in modo educato e interagire con gli altri in modo

rispettoso e collaborativo.

Il metodo educativo sarà quindi basato su:

l'osservazione del grande gruppo ( sezione ), del piccolo gruppo ( laboratori ), e del singolo

bambino;

il gioco,risorsa privilegiata di apprendimenti e relazioni;

l'esplorazione e la ricerca per stimolare la curiosità nei confronti del mondo;

il laboratorio articolato in varie forme e con molteplici funzioni;

la verifica.

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6. VALUTAZIONE

La valutazione è dare valore al bambino che sta facendo un cammino aiutandolo a compiere dei

passi. Avviene innanzitutto nel rapporto tra l'insegnante e il bambino e, contemporaneamente, fra

l'insegnante e la famiglia.

Si svolge in varie fasi:

Insieme ai bambini quando con loro si ripercorrono le tappe salienti di un percorso e si

verificano la comprensione e l'assimilazione attraverso schede di verifica.

Nel momento di programmazione tra le insegnanti di sezione, dove si ripercorrono le tappe

delle esperienze già proposte osservando i risultati raggiunti, cercando di riprendere le

esperienze meno chiare e di approfondire quelle più riuscite.

Durante i colloqui individuali in cui viene valutato il percorso di crescita.

Attraverso l'autovalutazione di fine giugno fatta dalle insegnanti su tutti gli aspetti del

progetto per evidenziare punti di forza e debolezza, in base ai quali progettare l'esperienza

dell'anno successivo.

7. AUTOVALUTAZIONE

Nelle recenti indicazioni per il curricolo del 2012 si legge che”L'autovalutazione delle singole

scuole ha la funzione di introdurre modalità riflessive sull'intera organizzazione dell'offerta

educativa e didattica della scuola, per svilupparne l'efficacia, anche attraverso dati di

rendicontazione sociali o emergenti da valutazioni esterne”.

Anche la scuola dell'infanzia è coinvolta in questi processi di autovalutazione per verificare

criticamente il proprio operato, assumendosi la responsabilità a livello collegiale di decidere cosa

vada migliorato per riconfermare il senso e l'identità di questo grado scolastico.

I processi di autovalutazione possono dunque aiutare ad essere maggiormente:

consapevoli delle ragioni fondative dell'essere scuola a servizio dei bambini e delle

famiglie;

capaci di ricollocarci in realtà sociali a costante e veloce mutamento;

aderenti all'ispirazione cristiana delle scuole Fism e consapevoli dell'appartenenza alla

realtà ecclesiale.

La definizione del percorso di autovalutazione si pone nell'ottica di un progressivo miglioramento

e fornirà quei dati utili a rilevare collegialmente la aree e/o gli specifici punti delle diverse aree su

cui tornare a riflettere, discutere e prendere decisioni.

In questo modo il gruppo di lavoro potrà realizzare un processo di autovalutazione formativa che,

in quanto tale, non è di tipo sommativo e di conseguenza statico, ma consente una lettura

dinamica della scuola dell'infanzia.

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La nostra scuola ritiene dunque che la valutazione debba essere realizzata con uno strumento

costruito confrontando le idee di qualità elaborate da tutte le componenti della realtà scolastica.

Verrà quindi costruita una griglia di enunciazioni che potranno servire come strumento di

rilevazione del livello della qualità della proposta scolastica.

Quindi cosa valutare nella scuola dell'infanzia?

Valutazione del PTOF: permette di riflettere sul processo educativo in atto in una scuola,

così da acquisire consapevolezza dell'insieme di aspetti che qualificano in senso educativo

le esperienze che vi si realizzano.

Valutazione del contesto di socializzazione: permette di descrivere e precisare in che modo l'ambiente e le circostanze di vita influenzano lo sviluppo del bambino sostenendolo o al contrario ostacolandolo.

Organizzazione.

Pratiche educative e didattiche.

Stili educativi delle insegnanti .

Modello comunicativo offerto dalla scuola.

Accoglienza.

Osservazione, documentazione

Personalizzazione degli interventi e didattica per l'inclusione sociale.

Azioni di miglioramento: possibili rimedi per sanare le debolezze e le iniziative da

intraprendere per rafforzare i punti di forza.

L'autovalutazione deve quindi essere intesa come un'azione da svolgersi nel tempo, strettamente

legata a momenti di riflessione sui punti sopra citati, per strutturare ambienti significativi e per

elaborare un progetto concreto documentabile e verificabile.

8. UNA SCUOLA INCLUSIVA(PAI)

La nostra scuola si propone di essere una scuola inclusiva. Il viaggio fatto per raggiungere questo

concetto è stato un viaggio lungo che ha trovato il suo compimento nella Direttiva del MIUR del 27

dicembre 2012 ”Strumenti d'intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione

territoriale per l'inclusione scolastica”.

Bastano le parole iniziali della Premessa per cogliere il quadro nuovo che, finalmente, si apre e si

compie in una cultura che sottolinea l'importanza del contesto dove si considera la persona nella

sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale. Fondandosi sul profilo di funzionamento e

sull'analisi del contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali ( BES )

dell'alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni.

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In questo senso, ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare bisogni

educativi speciali: per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali,

rispetto ai quali è necessario che la nostra scuola offra un'adeguata e personalizzata risposta.

Va quindi potenziata la cultura dell'inclusione, anche mediante un approfondimento delle relative

competenze degli insegnanti, finalizzata ad una più stretta interazione tra tutte le componenti

della comunità educante. Per questo la nostra scuola è consapevole che per essere inclusiva,si

deve ricordare che il bambino è della scuola tutta, non solo dell'insegnante di sezione. Se questo

vale per ogni bambino, vale a maggior ragione per il bambino fragile che necessita di sguardi

plurali, di azioni congiunte. La nostra scuola si propone quindi di essere una scuola inclusiva o

meglio una scuola attenta alle persone e per le persone che sono tutte diverse, ciascuna nella

propria unicità, da conoscere, riconoscere,amare,valorizzare. E' una scuola che sa farsi prossimo a

ciascuno, che sa mettersi accanto, compagna di strada, ma anche capace di connettere tra loro le

diverse esperienze che i bambini vivono. Una scuola che sa leggere con attenzione e con spirito

riflessivo le domande e i bisogni che i tempi odierni ci chiedono.

La nostra scuola ha identificato delle buone prassi che ci permettono di vivere in una scuola

accogliente e inclusiva:

Tempo disteso per permettere alle insegnanti di porsi in atteggiamento di ascolto,

accoglienza di bisogni speciali, per osservare, progettare;

Valorizzazione del tempo del gioco mediante la selezione dei materiali, l'allestimento di

angoli stimolanti, di spazi che il bambino può sperimentare in autonomia;

Esperienze di sezioni aperte per permettere uno sguardo condiviso sul bambino;

Esperienze di laboratori per permettere al bambino di vivere stili educativi diversi e

esperienze di gruppi omogenei.

9. IRC: Insegnamento Religione Cattolica

“La scuola dell'infanzia concorre all'educazione ed allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo,

morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini” ( L. 53/03,art.2e ); essa fa parte del

sistema educativo di istruzione e di formazione, il quale prevede, tra i suoi principi e criteri

direttivi, anche il conseguimento di una formazione spirituale e morale”(l.c,art.2b).

Ogni scuola dell'infanzia,dunque, se vuole”concorrere all'educazione armonica ed integrale dei

bambini e delle bambine”, deve tenere presente e curare anche la dimensione religiosa dello

sviluppo del bambino. Ciò vale, in particolare, per le scuole dell'infanzia di ispirazione cristiana,

nelle quali il Progetto educativo che sta alla base della loro proposta educativa si ispira al Vangelo

di Gesù e quindi è ancorata ad una precisa visione della vita e della persona. L'insegnamento

dell'IRC si colloca nel quadro delle finalità della scuola dell'infanzia, contribuisce alla formazione

integrale dei bambini ed, in particolare, tende a promuovere la maturazione della loro identità

anche nella dimensione religiosa, valorizzando le loro esperienze personali e ambientali e

orientandoli a cogliere i segni espressivi della religione cristiana cattolica,ed eventualmente di

altre espressioni religiose presenti nell'ambiente.

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10. LA NOSTRA SCUOLA:

STRUTTURA-ORARIO-RISORSE

LA STRUTTURA: La nostra scuola è disposta su due piani: Al piano inferiore:

• SEZIONE ARANCIO con bagno annesso • SEZIONE VERDE con bagno annesso • SALONE (accoglienza, momenti comuni, psicomotricità, extra orario) • REFETTORI (sezioni azzurra, gialla, verde) • GIARDINO spazioso e soleggiato

Al piano superiore:

• SEZIONE AZZURRA con bagno annesso • SEZIONE GIALLA con bagno annesso • SPAZI DI SERVIZIO • ARMADIETTI PER OGNI BAMBINO • SPOGLIATOIO/BAGNO PER INSEGNANTI • BAGNO ATTREZZATO PER BAMBINI DIVERSAMENTE ABILI • ASCENSORE

ORARIO

La nostra giornata è suddivisa in momenti regolari, studiati per seguire i ritmi dei nostri bambini e per dare loro le giuste modalità per una maturazione serena ed armoniosa:

7,30/8,45 EXTRAORARIO

8,45/9,10 ACCOGLIENZA IN SALONE/SEZIONE/GIARDINO

9,15/9,45 ATTIVITA' DI ROUTINE IN SEZIONE

9,45/11,10 ATTIVITA' DI SEZIONE/LABORATORI

11,10/11,30 IGIENE PERSONALE E PREPARAZIONE PER IL PRANZO

11,30/12,30 PRANZO

12,30/13,00 GIOCO LIBERO

13,00/14,45 RIPOSO (LUPETTI) RELAX E ATTIVITA’ IN SEZIONE/LABORATORI (TIGROTTI E GIRAFFE)

14,45/15,30 RISVEGLIO, RIORDINO, MERENDA

15,30/15,55 USCITA

16,00/18,00 EXTRAORARIO

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La scuola dell'infanzia è aperta da settembre a giugno. Il mese di luglio è dedicato al DON BOSCO SUMMER

RISORSE UMANE:

Nella scuola sono presenti:

Il Collegio Docenti

Prof. Giacomo Comincioli Dirigente Scolastico

Marchiori Sabrina insegnante sezione gialla e Collaboratrice del D.S

Abarabini Maria Agnese insegnante sezione verde

Braga Sonia insegnante supplente sezione Azzurra

Notari Isabella insegnante sezione arancio

Ruggeri Daniela insegnante supplente sezione Azzurra

Tonni Claudia insegnante psicomotricità

Schivardi Marta assistente ad-personam

Organizzazione di segreteria

L’Ufficio di Segreteria dell’Istituto, nel triennio di riferimento, è composto ed articolato secondo i

seguenti ambiti funzionali:

Avanzi Valentina Assistente Amministrativo;

Vincenzi Rosanna Assistente Amministrativo.

Personale ATA

Comai Emanuela responsabile coordinamento personale ATA

Abbaino Sonia cuoca, responsabile della corretta alimentazione dei bambini, responsabile del

controllo delle forniture al momento della consegna e del successivo stoccaggio

Dominici Giovanna aiuto cuoca

Avanzi Claudia responsabile pulizie e cura della Scuola dell’Infanzia

Cappa Elena aiuto pulizie e cura della Scuola dell’Infanzia

Turrini Piera collaboratrice

Volontari ed aiuti esterni

Sono persone accreditate che si fanno carico di lavori di manutenzione, tinteggiatura, sfalcio

dell’erba, adeguamento delle strutture e dei laboratori per la migliore funzionalità dell’edificio, si

mettono a disposizione delle insegnanti per accompagnare le classi durante le uscite, per la

creazione di strumenti nei momenti di festa ecc. i Volontari della scuola sono, in molti casi,

genitori o nonni degli alunni stessi della scuola e la loro opera è molto efficace e gradita.

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Gli organi della Scuola Parrocchiale

Sono organi della Scuola:

a. Il Presidente: Parroco della Parrocchia SS. Filippo e Giacomo

b. Il Consiglio di Gestione: composto dal Presidente e da quattro membri da lui stesso

nominati; per il triennio di validità del presente documento i membri sono:

Prof. Giacomo Comincioli, Dirigente Scolastico

Rag. Giandomenico Vitton Mea, Responsabile Amministrativo

Prof.ssa Bianchini Milena,

Dott.ssa Paola Cavagnini

Ing. Matteo Bacchetta

c. Il Consiglio Scolastico dove, oltre alle sopracitate cariche, compaiono due rappresentanti

eletti tra i Docenti (uno per l’Infanzia e uno per la Primaria), tre genitori (uno per grado

di’istruzione ed un rappresentante dei genitori della scuola “A. Jucker” di Villanuova), un

rappresentante del personale non docente, un componente designato dal Consiglio

Pastorale Parrocchiale.

Gli Organi Collegiali già sopracitati. Tutto il personale docente e non docente partecipa a corsi

d'aggiornamento e di formazione di taglio culturale, pedagogico e didattico e ai corsi di

formazione obbligatoria (DL 193/07-ex 155/97-Haccp; DPR 151/11 antincendio; DL81/08 Sicurezza

e Pronto Soccorso).

Da due anni si svolgono progetti con alcune realtà presenti nel comune, quali la Biblioteca e la

Casa di Riposo “La Memoria”.

E’ in programma una stretta collaborazione con altre realtà presenti sul territorio: Museo,

Protezione Civile, Alpini, Associazioni Sportive, Parrocchia ed Oratorio.

RISORSE MINIMALI:

Al fine di poter adempiere agli obiettivi sopra elencati, finalizzati allo sviluppo integrale del

bambino, si

RICHIEDE

un contributo per i diversi processi che verranno attivati, come di seguito elencati:

1. Abbonamento alla rivista Scuola Dell'Infanzia (Giunti).

2. Acquisto di sussidi e materiali per l'arricchimento degli angoli delle quattro sezioni per

incrementare l'educazione sensoriale-percettiva (euro 500,00 circa per ogni sezione).

3. Viaggi e gite d'istruzione:concorso spese a sostegno di famiglie in difficoltà (euro 250 circa).

4. Acquisto di piccoli attrezzi per la realizzazione di un orto didattico e, qualora fosse

possibile, di una piccola serra per iniziative rivolte allo studio della natura(viti, ulivi,

granoturco, frumento, patate, fagioli, cipolle, ecc). (euro 1000,00 circa)

5. Tre pacchetti di offerta formativa (euro 3000,00 circa) per attivare laboratori con specialisti

6. Attivazione laboratorio per il colore ( euro 1500,00 circa per predisposizioni materiali

didattici e sughero alle pareti).

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11. MIGLIORIE PER I PROSSIMI TRE ANNI:

Nel corso dei prossimi anni, la nostra scuola, per arricchire ed integrare l'offerta formativa,

vorrebbe proporre, se le risorse economiche lo permettono, le seguenti attività e laboratori:

Attività ludico-creative in sezione, gestite direttamente con la lingua inglese.

Laboratorio motorio, musicale, senso percettivo.

Iniziative rivolte all'interpretazione in forma di danza, mimo, gestualità di animali, di

personaggi delle fiabe con linguaggio teatrale e sostegno alla comunicazione con linguaggi

non verbali.

Nel corso degli anni, d'accordo con il gestore, si vorrebbe attivare una piccola fattoria dove

verranno temporaneamente portati a scuola animali da cortile per un'attenta osservazione

ed accudimento, il tutto improntato a principi di affetto.