PARROCCHIA DI SAN PIETRO APOSTOLO SCHIO DUOMO · La Vostra Parrocchia ha avuto in questi ultimi...

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Bollettino del Duomo dicembre 2017 - gennaio 2018

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BollettinodelDUOMO

PARROCCHIA DISAN PIETRO APOSTOLOSCHIO

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La parola del Papa

IL NATALE DI GESÚ, SORGENTE DELLA SPERANZA

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!a pochi giorni dal Natale, vorrei rifl et-tere in modo piú specifi co sul momento in cui, per cosí dire, la speranza è en-trata nel mondo, con l’incarnazione del Figlio di Dio. Lo stesso Isaia aveva pre-annunciato la nascita del Messia in al-cuni passi: «Ecco la Vergine concepirà e darà alla luce un fi glio, a lui sarà dato il nome di Emmanuele» (7,14); e anche «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici» (11,1). In questi brani tra-spare il senso del Natale: Dio adem-pie la promessa fa-cendosi uomo; non abbandona il suo popolo, si avvicina fi no a spogliarsi della sua divinità. In tal modo Dio dimostra la sua fe-deltà e inaugura un Regno nuovo, che dona una nuova speranza all’umanità. E qual è questa speranza? La vita eterna.Quando si parla di speranza, spesso ci si riferisce a ciò che non è in potere dell’uomo e che non è visibile. In effet-ti, ciò che speriamo va oltre le nostre forze e il nostro sguardo. Ma il Natale di Cristo, inaugurando la redenzione, ci parla di una speranza diversa, una spe-

ranza affi dabile, visibile e comprensibi-le, perché fondata in Dio. Egli entra nel mondo e ci dona la forza di camminare con Lui: Dio cammina con noi in Gesú e camminare con Lui verso la pienezza della vita ci dà la forza di stare in manie-ra nuova nel presente, benché faticoso. Sperare allora per il cristiano signifi ca la certezza di essere in cammino con Cristo verso il Padre che ci attende. La speranza mai è ferma, la speranza sem-pre è in cammino e ci fa camminare.

Questa speranza, che il Bambino di Betlemme ci dona, offre una meta, un destino buono al presente, la sal-vezza all’umanità, la beatitudine a chi si affi da a Dio miser icord ioso . San Paolo riassu-me tutto questo con l’espressione: «Nella speranza

siamo stati salvati» (Rm 8,24). Cioè, camminando in questo mondo, con spe-ranza, siamo salvi. E qui possiamo farci la domanda, ognuno di noi: io cammi-no con speranza o la mia vita interiore è ferma, chiusa? Il mio cuore è un cas-setto chiuso o è un cassetto aperto alla speranza che mi fa camminare non da solo, con Gesú?

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Nelle case dei cristiani, durante il tem-po di Avvento, viene preparato il pre-sepe, secondo la tradizione che risale a san Francesco d’Assisi. Nella sua sem-plicità, il presepe trasmette speranza; ognuno dei personaggi è immerso in questa atmosfera di speranza.Prima di tutto notiamo il luogo in cui nacque Gesú: Betlemme. Piccolo borgo della Giudea dove mille anni prima era nato Davide, il pastorello eletto da Dio come re d’Israele. Betlemme non è una capitale, e per questo è preferita dalla provvidenza divina, che ama agire attra-verso i piccoli e gli umili. In quel luogo nasce il “figlio di Davide” tanto atteso, Gesú, nel quale la speranza di Dio e la speranza dell’uomo si incontrano.Poi guardiamo Maria, madre della spe-ranza. Con il suo “sì” ha aperto a Dio la porta del nostro mondo: il suo cuore di ragazza era pieno di speranza, tutta animata dalla fede; e cosí Dio l’ha pre-scelta e lei ha creduto alla sua parola. Colei che per nove mesi è stata l’arca della nuova ed eterna Alleanza, nella grotta contempla il Bambino e vede in Lui l’amore di Dio, che viene a salvare il suo popolo e l’intera umanità. Accan-to a Maria c’è Giuseppe, discendente di Iesse e di Davide; anche lui ha credu-to alle parole dell’angelo, e guardando Gesú nella mangiatoia, medita che quel Bambino viene dallo Spirito Santo, e che Dio stesso gli ha ordinato di chia-marlo così, “Gesú”. In quel nome c’è la speranza per ogni uomo, perché me-diante quel figlio di donna, Dio salverà l’umanità dalla morte e dal peccato. Per questo è importante guardare il presepe! E nel presepe ci sono anche i pastori, che rappresentano gli umili e i poveri

che aspettavano il Messia, il «confor-to di Israele» (Lc 2,25) e la «redenzio-ne di Gerusalemme» (Lc 2,38). In quel Bambino vedono la realizzazione delle promesse e sperano che la salvezza di Dio giunga finalmente per ognuno di loro. Chi confida nelle proprie sicurez-ze, soprattutto materiali, non attende la salvezza da Dio. Mettiamoci questo in testa: le nostre sicurezze non ci salveran-no; l’unica sicurezza che ci salva è quella della speranza in Dio. Ci salva perché è forte e ci fa camminare nella vita con gioia, con la voglia di fare il bene, con la voglia di diventare felici per l’eternità. I piccoli, i pastori, invece confidano in Dio, sperano in Lui e gioiscono quando riconoscono in quel Bambino il segno indicato dagli angeli (cfr Lc 2,12).E proprio il coro degli angeli annuncia dall’alto il grande disegno che quel Bam-bino realizza: «Gloria a Dio nel piú alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14). La speranza cri-stiana si esprime nella lode e nel ringra-ziamento a Dio, che ha inaugurato il suo Regno di amore, di giustizia e di pace.Cari fratelli e sorelle, in questi giorni, contemplando il presepe, ci prepariamo al Natale del Signore. Sarà veramente una festa se accoglieremo Gesú, seme di speranza che Dio depone nei solchi della nostra storia personale e comuni-taria. Ogni “sí” a Gesú che viene è un germoglio di speranza. Abbiamo fidu-cia in questo germoglio di speranza, in questo sì: “Sí, Gesú, tu puoi salvarmi, tu puoi salvarmi”. Buon Natale di speran-za a tutti! ●(Udienza generale del 21 dicembre 2017)

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CURIA VESCOVILE DI VICENZAIl Vicario Generale

alla parrocchia “S. Pietro” in Schio

Carissimi Fratelli e Sorelle,un caro e fraterno saluto a tutti voi. Vi scrivo questa lettera sapendo che siete ben consapevoli del cammino che la nostra Diocesi sta compiendo, con impegno e fatica ma soprattutto con entusiasmo e disponibilità allo Spirito, per essere una comunità di discepoli credibili nel vivere e nell’annunciare il Vangelo di Gesú.In questa prospettiva anche la presenza e il servizio dei Preti e dei Diaconi e la comune corresponsabilità nell’edificare la Chiesa assumono un carattere ed una valenza da considerare con particolare attenzione e discernimento, sapendo guardare con saggezza il passato da cui veniamo, affrontando con passione e generosità il presente che il Signore ci dona e aprendoci con fi-ducia e speranza al futuro che il Regno di Dio ci promette.La Vostra Parrocchia ha avuto in questi ultimi anni come pastore mons. Bruno Stenco. Ora, dopo una valutazione attenta della vostra realtà e della situazione generale del Vicariato e della Diocesi, il Vescovo Beniamino ha chiesto a mons. Bruno la disponibilità ad assumere un nuovo servizio pa-storale. Vi comunico pertanto la conclusione del suo servizio pastorale a partire dal prossimo settembre. A mons. Bruno, la nostra gratitudine e la nostra stima per il servizio svolto.A servire la vostra parrocchia sarà nominato nei prossimi giorni un nuovo amministratore parrocchiale, nella prospettiva di costituire, nel futuro pros-simo, una Unità Pastorale con parroco proprio. Ogni cambiamento è sempre motivo di fatica e anche di sofferenza, sia per il singolo presbitero che per la Comunità, ma è anche occasione di rinnovata fiducia nella Provvidenza di Dio e nella immancabile azione dello Spirito: vi invito a vivere questa tappa con questa fiducia, sentendoci tutti parte di quella famiglia più grande che è la Chiesa diocesana, alla quale possiamo dare tutti il nostro piccolo ma indispensabile apporto di adesione e collabo-razione. Vicenza, 22 giugno 2017

Il vicario generale

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24 settembre 2017

Grazie, don Brunodi Natale Montanari

Caro don Bruno,è giunto il tempo dei saluti: l’ultimo atto che restituisce a chi parte l’unità di mente e cuore. Sí, perché dal giorno del Santo Patrono di certo la tua mente è rivolta alla nuova destinazione che ti at-tende, mentre gli affetti qui consolidati come pastore ti fanno guardare con no-stalgia alle tue pecore una per una, com-prese quelle piú testarde e recalcitranti. Quando entrasti in Duomo, presentato dal vescovo Nosiglia come nuovo par-roco di San Pietro il 5 luglio 2009, non eri certamente nuovo alla comunità di Schio, che già ti aveva avuto per ben 22 anni come responsabile della scuola Ma-gistrale e media «Bakhita» (1985-2007) e rettore della chiesa di Sant’Antonio

abate per sei anni (1993-99), prima del tuo periodo romano come direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione della C.E.I. È inevitabile che ti rattristi lasciare que-sta comunità che, particolarmente negli ultimi tre anni, con tanta energia hai chiamato a raccolta, cercando di scuo-terla e motivarla a sentirsi rigenerata nella fede di una comune Missione. Le tre «Settimane della Comunità», da te fortemente volute, sono state esempla-ri nell’adempiere questo compito, e i documenti prodotti in quegli incontri restano testimonianza netta ed unica nella storia della nostra parrocchia. Ti resterà forse il rammarico di progetti non portati a termine o di esperienze

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non maturate, ma qualcosa si è mosso. I gruppi pastorali di zona che hai avvia-to per l’esigenza di farci prossimi atti-vamente hanno avuto l’esito positivo di far interagire persone che per tanti anni sono state solo «vicine di banco»: la fede individuale pian piano diviene fede condivisa. Come a scuola è la ricreazione che crea complicità, cosí i momenti di festa or-ganizzati insieme hanno portato alla conoscenza reciproca, e la conoscenza porta alla cordialità. L’esperienza in-segna che le persone con cui c’è stata collaborazione fraterna, in molti casi amicizia fraterna, non si lasciano mai. D’altronde, chi ti vorrà incontrare e salutare (non sarai poi tanto distante!) troverà la tua piena accoglienza. Hai seminato a piene mani il buon seme della Parola, con la consapevolezza, propria dell’educatore, che, come tu

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stesso scrivi sull’ultimo «Bollettino par-rocchiale»: «è difficile il confronto tra la potenza della parola annunciata dal Vangelo e il lento cammino dell’uomo che ascolta, accoglie e risponde nel rit-mo della sua esistenza quotidiana». Ma tutto è Grazia, la tua guarigione e l’otti-ma ripresa, e perfino la malattia, e ora il

distacco... la Grazia di Dio non smette di sorprenderci: magari ci succede di comprenderlo dopo. Anche queste sono parole tue, che restano nella memoria come lezione di vita.Ti siamo grati di averci accompagnato con la tua guida, e ti seguiremo con la preghiera. ●

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1 ottobre 2017

IL SALUTO A DON MARIANODomenica 1 ottobre, a una settimana esatta dalla celebrazione di congedò di mons. Stenco, la parrocchia ha salutato il suo amministratore parrocchiale, don Mariano Ronconi, presentato alla Parrocchia da mons. Guidolin, rettore del seminario minore. Suggestiva la celebrazione con il rito dell’aspersione e della consegna del Vangelo, alla fi ne della quale la parrocchia si è stretta attorno al suo nuovo pastore.

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È tempo di rinnovare l’abbonamento

Il costo del bolletino sarà di 10 euroRINNOVARE L’ABBONAMENTOCon questo numero di ottobre riprende la pubblicazione del Bollettino. Le famiglie della nostra parrocchia sono invitate a sostenere il Bollettino del Duomo con l’abbonamento e a migliorarlo con il consiglio e l’invio di proposte e commenti.

PERCHÉ FARE L’ABBONAMENTOÈ importante rendere più forti e convinti i nostri legami comunitari non solo ecclesiali, ma anche civili. È importante conoscere le nostre radici, comunicare le numerose iniziative in atto, informare su quelle che sono in programmazione, crescere nella consapevolezza di ciò che siamo e vogliamo essere, contribuire a rafforzare nelle nostre famiglie e nei nostri bambini, ragazzi e giovani un piú forte senso di appartenenza alla comunità.

QUANTO COSTA L’ABBONAMENTO ANNUOQuest’anno ci sarà una novità: i numeri del «Bollettino» saranno quattro pubblicati in coincidenza con i tempi forti dell’anno pastorale. La quota di abbonamento, necessaria per coprire le spese di stampa, è 10 euro.Con questo numero sarà consegnato alle famiglie il calendario parrocchiale.

COME FARE L’ABBONAMENTOI modi per abbonarsi sono vari:

• pagare l’offerta della quota annuale direttamente alla zelatrice che passerà per proporre l’abbonamento

• portare la quota presso la canonica (via Cavour, 3) o presso la Buona Stampa(via Cavour)

• versare su bollettino di conto corrente postale n. 20562484 intestato a:Parrocchia San Pietro apostolo.La causale è Offerta per il rinnovo Bollettino anno 2017-2018.

Per coloro che abitano fuori Schio è possibile versare la quota di 10 euro (assieme a un contributo per le spese di spedizione di 10 euro) sul CCP n. 20562484 intestato a «Parrocchia San Pietro apostolo».

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BollettinodelDUOMO

PARROCCHIA DISAN PIETRO APOSTOLOSCHIO

ANNO XLI – NUMERO 1 – DICEMBRE 2017 – GENNAIO 2018 Periodico della Parrocchia del Duomo di S. Pietro – SchioRegistrato dal Tribunale di Vicenza il 12 settembre 1978 al n. 375Proprietà di don Mariano Ronconi, amministratore parrocchialeDirettore responsabile: Giuseppe Piazza - Schio, via Milano, 34 – Tel. 0445 521425Comitato di redazione: Gianni Grendene, don Alberto Maschio, Giuseppe Piazza, don Mariano Ronconi, Giorgio ZacchelloSede della redazione: Canonica di San Pietro apostolo – via C. Cavour, 3 – 36015 Schio (VI)tel. 0445/521103 – e-mail: [email protected] Edizioni – via Jacopo da Ponte, 41 – Bassano del Grappa (VI)

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SOTTO IL PRÒNAO DEL DUOMO

Il Bollettino parrocchiale del Duomo nacque piú di quarant’anni fa per deside-rio di mons. Luciano Dalle Molle, come elemento di unione in una parrocchia un po’ frammentaria. Co-noscevo don Luciano da molto tempo, da quando eravamo impegnati nella vita scoutistica. Nominato arciprete del duomo, chiese il mio aiuto per la direzio-ne del Bollettino. Dopo i primi numeri, preparati da noi due, si formò un co-mitato di redazione che si riuniva ogni mese per concordare il tema, gli articoli e distribuire gli incarichi.È la continuazione della «Fiamma del Sacro Cuore», fondata nel 1932 da mons. Girolamo Tagliaferro, l’arciprete dell’unica grande parrocchia della città di Schio, eretta nel XIII secolo. È con-temporanea all’altra antica comunità parrocchiale di Magrè, che fu comune autonomo fino al 1928, prima di essere inglobato nel comune di Schio. Poi sono sorte nuove parrocchie, fra cui Poleo, Sacro Cuore e Santa Croce, Santissima Trinità. Le parrocchie si stanno in parte riunendo nelle unità pastorali, perché il seminario è in crisi e mancano i preti.Quarant’anni si stampavano 2800 copie del Bollettino, dieci numeri nell’anno. Ultimamente i numeri erano otto con una tiratura di 1.100 copie. Ora il Bollettino riprenderà la pubblica-zione in forma ridotta.

I motivi della scelta sono diversi: appare sempre piú difficoltosa la consegna delle copie agli utenti, le zelatrici che distribuiscono il Bollettino sono diminuite di numero, come pure i pre-ti e i fedeli. Di conseguenza sono state soppresse alcune celebrazioni delle Messe perché i preti non hanno il dono dell’ubiquità; in cen-tro vivono molti islamici, in

alcuni condomini è difficile entrare per segnalare e consegnare le nostre propo-ste parrocchiali. Tuttavia ognuno può abbonarsi e trovare una copia del Bollet-tino al negozio della Buona stampa in via Cavour, vicino alla chiesa di S. Giacomo. Diffondere e leggere il Bollettino è una garanzia perché possa continuare la pub-blicazione e per avvertire il senso della parrocchia come comunità.Perciò il Bollettino parrocchiale sarà ri-dimensionato, modificato nell’impianto generale per renderlo piú adeguato ai tempi e appetibile a tutti. Uscirà in occa-sione dei momenti piú importanti della liturgia. Il primo numero sarà dedicato all’Avvento e al Natale.

***È una diceria consolidata: noi italiani abbiamo il primato dell’evasione fisca-le, dell’uso dei cellulari e di altro; la ma-fia è nata nell’Italia del sud e l’abbiamo esportata in ogni parte del mondo. Tut-tavia abbiamo creato ed esportato anche molte cose belle, per esempio invenzio-

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ni, cultura, musica e arte di ogni tipo. L’Italia è un enorme museo di opere d’arte: nessun paese può competere con noi. Alcune dicerie sono vere, altre sono leggende, calunnie inventate.È interessante notare la recente notizia della regina Elisabetta II la quale avrebbe portato i suoi capitali fuori dall’Inghil-terra, nei paradisi fiscali degli evasori, per un investimento illegale. Ma nella li-sta incriminata, pubblicata dai giornali di tutto il mondo, figurano molti altri nomi famosi di persone insospettabili, che pubblicamente sono i garanti dell’one-stà e della legge. Ma privatamente, che fanno? Fanno i loro interessi come qua-si tutti gli umani; i politici tuttavia sono sempre al primo posto.L’unico deterrente è la legge, il binario fondamentale della vita associata, e la paura di una condanna che rende pub-blico il reato e ti costringe a pagare una penale.Tuttavia se i monarchi, che godono già di moltissimi privilegi, si comportano male, come i comuni cittadini, evasori e altro, e non salvano neppure le appa-renze, perché conservare la monarchia? Noi italiani, dopo i misfatti di casa Sa-voia, abbiamo scelto con il referendum del 1946 la repubblica democratica dove puoi cambiare e mandare a casa ogni set-te anni il Capo dello Stato.

***È difficile sapere se gli Americani siano contenti del loro Trump, eletto presi-dente USA pur avendo ottenuto meno voti della sua antagonista. Non esiste una legge elettorale perfetta: anche in USA succedono stranezze di questo tipo. Se guardiamo il panorama internazionale, sembra che Trump incontri qualche dif-

ficoltà. La grande Cina e la potente Rus-sia sembrano un po’ in vantaggio. Putin è un politico navigato, astuto, forse de-stinato a prendere il posto che un tempo era degli USA. Speriamo che l’Europa non ne esca con le ossa rotte. Inoltre la minaccia atomica dei missili già lanciati un po’ dovunque, l’arsenale militare e le parate faraoniche della Corea del nord fanno paura a molti.Speriamo solo che prevalga il buon senso e la voglia di pace. La guerra è un male assurdo per tutto il mondo.

***Vita dura anche per Cristoforo Colom-bo in America. Negli USA è iniziata una lotta ai monumenti di personaggi che possono suscitare odio e razzismo. Fra questi è incappato anche il nostro navi-gatore Cristoforo Colombo, colpevole di aver scoperto l’America nel 1492 , di aver sfruttato quelle terre, di aver porta-to le malattie dell’Europa. È considerato una figura controversa per il trattamento che avrebbe riservato ai nativi americani quando sbarcò dalle tre caravelle. Non si salva nessuno quando comincia la caccia alle streghe. Nella guerra alle statue è finito anche il genovese Cristoforo Co-lombo i cui busti in pietra sono stati de-capitati, distrutti.Speriamo che il crocifisso dei cristiani rimanga fuori da questa guerra assurda. La figura di Gesú Cristo potrebbe essere sottoposta ad una revisione critica, perché ha portato l’amore, la speranza, la fede, la fratellanza fra gli uomini. Il nostro na-vigatore, che scoprí per caso l’America mentre sperava di andare per altra rotta verso le Indie, se avesse saputo che cosa la storia gli avrebbe riservato, avrebbe forse scelto altri itinerari meno impegnativi.

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***Si sono concluse le elezioni in Sicilia, dopo guerre terribili fra le forze poli-tiche. Oramai anche la politica è una guerra continua. Appena eletto, qual-cuno è già stato arrestato. Almeno due gruppi dicono di aver vinto: la coalizione di destra e i grillini come partito piú nu-meroso. La sinistra non ha mai raggiun-to la maggioranza in Sicilia.In realtà la maggioranza delle recenti elezioni è andata agli assenti, che tutta-via non hanno vinto, perché l’assente ha sempre torto.Mi chiedo se esista un politico in grado di governare bene la nostra famosa isola sicula e i siciliani. Non vorrei mai essere al suo posto. Farebbe paura a chiunque intraprendere un’azione complessa, dif-ficilissima, piena di incognite e di intri-ghi.

***L’inno nazionale italiano, le cui paro-le furono scritte nel 1847 dal ventenne genovese Goffredo Mameli e fu mu-sicato poco dopo da un altro genovese Michele Novaro, non è piú provvisorio; è diventato l’inno ufficiale della nostra repubblica. Durante il fascismo era sta-to dimenticato, poiché si preferivano le marce del regime, ma dal 1946 fu ripro-posto, come provvisorio. Ora è diven-tato l’inno ufficiale. Non è bello come altri, per esempio quelli dell’Austria, Germania e Inghilterra, ma è il simbolo dell’Italia: mi sembra giusto conservarlo e renderlo definitivo, dopo troppi anni di provvisorietà. Dobbiamo al presiden-te Ciampi se i nostri giovani e gli sportivi hanno cominciato a conoscerlo e a can-tarlo nelle manifestazioni ufficiali, anche

se era ancora provvisorio. In Italia capita spesso che il provvisorio diventi definiti-vo. Tuttavia non sarebbe male modifica-re qualche parte del testo, adatto al clima risorgimentale, un po’ meno a quello del nostro tempo, in cui tutti preferiamo la pace.

***Siamo prossimi al Natale e la Capodan-no: perciò auguri sinceri a tutti!Il nostro Natale cristiano era anticamen-te una festa pagana: i Saturnali. Solo dal IV secolo divenne ricorrenza cristiana, poi si aggiungono le strenne e panettoni, come si usava nei banchetti dei Saturna-li, in cui i servi e padroni si scambiavano doni come gesto di uguaglianza sociale. Il Babbo Natale è una creazione recen-te. Nel 1875 la pittrice svedese aveva di-pinto alcune cartoline augurali di Santa Claus che vestiva di verde. Ma 45 anni dopo fu introdotto l’abito rosso, dipin-to dall’americano Haddon Sundblom, per imitazione dell’azienda committente Coca Cola le cui lattine avevano lo stesso colore. La pubblicità è l’anima del com-mercio e di Babbo Natale. A noi basta il presepio.

***Un uomo molto famoso, conosciuto da tutti, ha la sorpresa di leggere sul giorna-le la notizia della sua morte. Ovviamente si affretta subito a telefonare ai familiari e agli amici per rassicurarli. La prima te-lefonata è proprio per la moglie che si trova in vacanza. Ma quella, non appena riceve la telefonata dal marito che ritene-va defunto, risponde con voce tremante: «Sei proprio tu? È impossibile… ma da dove mi stai telefonando?» ●

Il direttoreGiuseppe Piazza

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i nostri catechisti

– Centro –

Da 0 a 7 anniGruppo A: Alessandra GaliottoAnnalia Grandesso

Terza Primaria

Gruppo A: IosefinaGruppo B: madre Carmen GasparettiLivia RobuGruppo C: madre Luciana ComparinGruppo D: Teresa Pacucci

QuarTa Primaria

Gruppo A: madre Laura Maier - Barbara ZangrandeGruppo B: Martina MarangoniGruppo C: Crisitina Dalle Carbonare FioravantiGruppo D: Antonella Cornolò

QuinTa Primaria

Gruppo A: suor Alberta BortignonGruppo B: Margherita RossiGruppo C: Federica Dalla FinaGruppo D: Lidia Raumer Zanrosso

Prima media

Gruppo A: Monica Gianoli ZambonGabriella Leoli Adriani Maria Andrei

Seconda media

Gruppo A: Valentina BredaLaura Manea

Terza media

Gruppo A: Barbara BobiceSara BroccardoGruppo B: Alessandra Dalla VecchiaPaola Campara

***Prima SuPeriore

Gruppo A: Emanuelita RamponPia Clementi

Gruppo di quarta elementare

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– San Nicolò –

GruPPo Prima elemenTare:Riccardo Casarotto

GruPPo Seconda elemenTare

Giulia Cortiana Enrico Tonin

GruPPoTerza elemenTare Carlotta Beggio – Francesca

GruPPo QuarTa elemenTare Sara Piazza – Lara Garbin

GruPPo QuinTa elemenTare Francesca Righele Matilde Dalla Costa

GruPPo Seconda e Terza media Federica Beni Giulia Letter Sabrina De Marchi

GruPPo Prima e Seconda SuPeriore Katia ZuccoliDaniela ZanrossoEnrico Pretto

GruPPo Terza e QuinTa SuPeriore Davide Borga

Gruppo di terza media

Gruppo di seconda media

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Oratorio Salesiano

Saluti dal Grest 2017

Key Boys 2017

GREST 2017

Grandi attività hanno caratterizzato l’estate dell’dell’Oratorio salesiano. Dopo il GREST, partito alla grande, ci sono stati i campi dei vari gruppi. Un caloroso grazie agli animatori e a tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita delle attività.

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Estate Scout

Lupetti e coccinelle

Reparti

Nel prossimo numero ampio articolo sull’estate scout.

Leader 2017

Clan di Camelot

Campo Volley

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Occhi al cielo e piedi per terradi Mascia Selmo

Comunità san Nicolò

La Comunità San Nicolò ai Cappucci-ni ha vissuto, come sempre, un’intensa estate, con opportunità di crescita e for-mazione per piccoli e grandi. Elementa-ri, medie, cresimandi e famiglie hanno trascorso tempi di condivisione, allegria e crescita insieme. “Occhi al cielo e pie-di per terra” tenendo presenti: acco-glienza; custodia; condivisione; dialogo; far fatica insieme; riconoscenza. Queste le sei parole che hanno accompagnato il campo famiglie e sull’onda delle quali abbiamo cercato quotidianamente di di-ventare “angeli custodi” l’uno dell’altro attraverso piccoli gesti di attenzione che incarnassero la nostra idea di comunità.Guida delle nostre giornate è stato il li-bretto contenente il Vangelo del giorno e riflessioni ad esso collegate. Partendo da questi spunti si svolgevano le attività

che trovavano culmine nella santa Messa serale, momento di sincera condivisio-ne, correzione fraterna e letizia. La gioia condivisa passava attraverso la concre-tezza dei piccoli gesti quotidiani: appa-recchiare le tavole, fare un’escursione, cucinare insieme, partecipare ai giochi organizzati in squadre con componen-ti di tutte le età, lavare i piatti… tutto era occasione per scambiarsi pensieri (e risate!) e far crescere lo spirito comuni-tario.Felicità mai superficiale; ma emozioni spesso in superficie, manifeste.Quest’anno nuovo stimolo di arric-chimento è stata la presenza di alcune persone che hanno voluto vivere per la prima volta questa nostra esperienza di comunità e ciò ci fa sperare che nuovi semi possano sempre germogliare. ●

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Condividiamo con voi che leggete una delle preghiere più significative e toccanti del libretto del campo, opera del cuore di don Gigi Verdi:

“Regalarsi ogni giorno un po’ di bellezza.

Coltivare relazioni nutrienti per la nostra anima. Mettere sempre amore in ciò che facciamo.

Lasciare andare la negatività in cui ci siamo imbattuti. Accogliere la vita come un’avventura meravigliosa.

Osare il nuovo, guardando il mondo con occhi bambini. Impegnarsi a lasciare una traccia luminosa dietro di noi. Perché la vita è una collana fatta di migliaia di giorni.

Ciascuno, unico e irripetibile. Proprio come ciascuno di noi:

un pensiero unico ed irripetibile che Dio non rifarà più.”

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Comunità romena

Alcuni momenti dell’estate della comunità romena che fa riferimento alla chiesa di Sant’Antonio abate. In alto il gruppo che si è recato a Medjugorje. Qui attorno, invece, le immagini della festa in onore di san Michele arcangelo, particolarmente venerato in Romania. Grazie a tutti loro e a don Petru

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Zona di sant’Antonio

Cose nuove e cose antichedi Natale Montanari

Grandi opere sono in corso all’ester-no della chiesa di Sant’Antonio abate: si sta procedendo alla manutenzione e riparazione del tetto e contemporane-amente sono iniziati, dietro le quinte e nel silenzio, i contatti per progettare e realizzare il Presepio artistico, che ve-drà quest’anno la sua quinta edizione.Nel 2013 infatti il Gruppo pastorale di zona decise di far rivivere la tradizione che taceva ormai da anni. Fu vincen-te l’idea di allestire il Presepio non piíú ai piedi dell’altare dell’Assunta, ma nel transetto di destra, nello spazio in cui un tempo prendevano posto le mona-che agostiniane. Ogni anno cambia lo sfondo e si arricchisce di riferimenti ambientali locali, dallo scenario incon-

fondibile dei monti alla cupola della no-stra chiesa. Il fulcro naturalmente è rap-presentato dalla capanna, dove la Sacra Famiglia, costituita dalle antiche statue, è disposta sempre con qualche inattesa variante, a testimoniare ai nostri occhi l’Evento che si rinnova, nel suo signifi-cato immutabile.Gli ideatori e costruttori sono un grup-po affiatato di quattro persone ben note alla comunità dei fedeli, e apprezza-te per la generosità con cui mettono a disposizione il proprio tempo e la pro-pria abilità. Lo scorso Natale furono stampati anche i “santini” raffiguranti il particolare della Natività, a colori, cor-redati da una breve preghiera sul retro. Saranno forniti anche quest’anno.” ●

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Fratel Biagio Conte è tornato a visitare Santa Bakhita come pellegrino che “vola”

La “Sapientissima follia del Vangelo” presso santa Bakhita

C’era già stato. Nel maggio 2011, invi-tato per il Festival biblico di quell’anno, fratel Biagio Conte aveva visitato, tra le altre chiese, anche quella delle Canos-siane. Soprattutto quella delle Canossia-ne: ci teneva particolarmente, infatti, a venerare le spoglie mortali della schia-va e suora santa, Bakhita. Proprio per questo si era piegato alla proposta degli organizzatori del Festival. Bakhita lo at-tirava, misteriosamente… Di Bakhita, in quell’occasione, aveva chiesto a suor Lu-ciana una reliquia, che le suore si sareb-bero affrettate a mandare a Palermo, il suo luogo di origine e di “lavoro”. Venne in carrozzina, quell’anno: una patologia alle vertebre lo obbligava a quel mezzo.

È venuto, martedí 18 luglio di quest’anno, con i suoi piedi: la Vergine di Lourdes gli aveva, nella sua salutare piscina, ridato le gambe («Adesso non cammino: volo!»).È venuto da lontano… Da lontano nello spazio e da lontano nel tempo. Partito piú di un anno fa (sedici mesi fa, per la precisione), dalla sua lontana Sicilia, ha percorso a piedi sedici regioni italiane (gliene mancavano quattro, quando è giunto a Schio). Sempre portandosi in mano o sulla spalla una Croce. Sempre annunciando – negli incontri fortuiti lungo le strade o in qualche incontro or-ganizzato alla bell’e meglio, come nella chiesa parrocchiale di Magrè, il lunedí sera 17 luglio – l’amore infinito che quel-

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la Croce testimonia; l’accoglienza infini-ta, che abbraccia tutti e che affratella tutti (migranti compresi), che essa grida con il suo eloquente silenzio. Sempre compor-tandosi secondo lo Spirito di Colui che sulla Croce è stato appeso: confidando in maniera assoluta nella Provvidenza, rifiutando offerte in denaro, chiedendo soltanto la carità di un unico pasto serale e di un tetto (non un letto su cui dormi-re, ma un pavimento ed un tetto).E cosí, accompagnato da fratello Davide, ha rimesso piede nella chiesa delle Ca-nossiane. Di nuovo l’incontro con la sor-ridente suor Luciana (ma anche con suor Laura e con suor Maria Carla). Di nuo-vo, soprattutto, l’incontro con Bakhita: con il suo corpo, con i suoi oggetti, con i suoi spazi, elementi, tutti, che stillano grazia divina. Una grazia che infrange ogni catena e santifica…Per chiedere quella grazia fratel Biagio è giunto fin lí. Per le persone ospitate (piú di mille!) nelle tre strutture di ac-coglienza che, giovane allora (inquieto e

ardimentoso), aveva aperte per i barboni e i senzatetto (a cui si sono aggiunti, nel tempo, extracomunitari di ogni sorta). Le aveva aperte – si trattava di fabbricati dismessi da tempo, appartenenti ad enti pubblici – a prezzo di scioperi prolunga-ti della fame e di altre forme pacifiche di protesta, che miravano a convogliare l’attenzione di tutti sugli “invisibili” che ci vivono accanto, in situazione di emar-ginazione e di sofferenza, e che lui, gio-vane, a differenza dei piú, aveva “visti”. Aveva dormito con loro nella stazione di Palermo. Aveva mangiato con loro (accettandone magari la carità: avanzi di cibo recuperati da un cassonetto). Li aveva visti, talora, scacciare dalle Forze dell’Ordine (la loro presenza “disturba” i nostri paesaggi naturali ed artistici). Ne aveva raccolto, in qualche occasione, l’ultimo respiro…E ora è stato lí, nei luoghi di Bakhita, a pregare per loro. E per noi. Per i nostri cuori di pietra che non vogliono diventa-re cuori di carne. Che “non vedono” Chi dovrebbero vedere: il Cristo che assume le fattezze di ogni povero e sofferente del mondo. E che si fa mendico, alle no-stre porte, di un gesto o di una parola di amore.Rivestito di un saio di colore olivastro, con il novizio Davide, fratel Biagio è passato lungo le vie della nostra città. In chi l’ha davvero incontrato, in chi ha intuito qualcosa del suo mistero (non fermandosi ad aspetti da taluni giudica-ti folcloristici), è rimasta una nostalgia. Una nostalgia di Vangelo. Un interno mormorio di Vangelo, e cioè di sapien-tissima follia. Un profumo di Vangelo che rincuora, dà speranza ed ispira. Gra-zie, fratello Biagio! ●

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Il nuovo oratorio di santa RitaFinalmente a casa. Cosí potremmo salutare l’ar-rivo della statua di santa Rita nel nuovo oratorio, ricavato in uno degli atri della chiesa di Sant’An-tonio abate. Sabato 28 ottobre la piccola statua ha lasciato i locali dell’ex monastero, dove si tro-vava dal 1937 ed è stata portata in processione (foto qui sotto) nella

chiesa di Sant’Antonio e lí collocata nel suo nuovo oratorio. La breve cerimonia, ac-compagnata dal suono della banda di Malo e dai canti della nostra Scho-la cantorum, ha visto la partecipazione di nume-rosi fedeli, segno indub-bio della devozione che accompagna ancor oggi la Santa di Cascia. ●

Segnalazione libraria

Per Natale è disponibile in libreria l’ultima fatica let-teraria del nostro direttore: Esami, non solo scolastici, edito dall’Editrice Veneta, che tratta degli esami in genere: scolastici, di maturità, di concorso, di uni-versità, patente di guida, esami di bellezza, di poli-tica, esami medici, sportivi, della vecchiaia e altro.La prefazione è di Giandomenico Cortese.Il costo del volume è 12 euro.

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Segnalazione libraria

EDOARDO GHIOTTO, Ludovico da Casoria e Alessandro Rossi si parlano. Un santo a Schio, Ed. Summano, p. 221, 9 eurodi Antonio Trivellato

Il mio presepe

Edoardo Ghiotto, archivista del Duomo di Schio, ha pubbli-cato di recente un interessante volume dal titolo Ludovico da Casoria e Alessandro Rossi si parlano. Un santo a Schio, Edizioni Summano, 2016. In questo saggio, che si legge con facilità e piacere, vengono ricostruiti in dettaglio i rapporti tra l’impren-ditore scledense Alessandro Rossi e il futuro santo Lodovico da Casoria (1814-1885), rapporti legati in particolare all’intensa attività benefi ca del santo campano tra Napoli e Roma in una Italia da poco unifi cata. Al volume è premessa l’interessante e suggestiva prefazione di Giorgio Zacchello dal titolo Aspetti di carità sociale nella Schio di fi ne ottocento.

Anche quest’anno lanciamo l’iniziativa «Il mio presepe ». Proponia-mo a tutti coloro che si sono impegnati a fare il presepe nella propria casa di partecipare. Che cosa bisogna fare? È molto semplice.Fotografare il presepe (meglio se con una macchina digitale e con una foto ad alta risoluzione), inserire la fotografi a nel computer e inviarla all’indirizzo [email protected] assieme al proprio nome e cognome, indicando come oggetto «Il mio presepio».Le fotografi e pervenute saranno esposte in Duomo.A tutti i partecipanti sarà consegnato un piccolo, ma signifi cativo «segno di riconoscimento» durante la celebrazione della S. Messa in Duomo, alle ore 11 di domenica 7 gennaio 2018.Ricordate: perché la partecipazione sia valida occorre che la fotografi a giunga non oltre il giorno dell’Epifania, lunedí 1 gennaio 2018.Che ne dite? Forza allora, al lavoro…

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Cosí mi sposo all’uso giapponese. Incontro con Fabio Sartorellidi Maria Pia Cenci

Centro di Cultura “Card. Elia Dalla Costa”XXXV anno di attività - ciclo autunnale di incontri

Nella splendida cornice del Teatro Civico, un evento davvero speciale ha dato inizio il 1° ottobre al ciclo autun-nale di incontri del Centro di Cultura «Cardinale Elia Dalla Costa» Nel 35° anniversario di attività, grati alla lungi-miranza dei soci fondatori, si è voluto offrire alla cittadinanza uno spettacolo particolare che, unito al fine culturale, fosse anche motivo di svago per un pia-cevole pomeriggio domenicale. La conversazione-spettacolo, affidata a Fabio Sartorelli, molto noto al pubbli-co del Centro di Cultura, è stata una

vera immersione nel mondo dell’opera, per conoscere Giacomo Puccini e per capire e gustare la sua Madama Butter-fly in un modo veramente originale e coinvolgente. Attraverso un racconto intenso che ha preso le mosse dal “ja-ponisme” e dalla passione per l’Orien-te, Fabio Sartorelli si è soffermato sul-la genesi dell’opera e parallelamente sulla storia del suo compositore, dan-do voce, con le note del pianoforte, al film muto e inedito Un giorno con Puccini. Coadiuvato da tre giovani at-tori provenienti da prestigiose scuole

di teatro, che hanno recitato con viva par-tecipazione i passi più salienti dell’opera, il relatore ci ha accom-pagnato in un viaggio entusiasmante, arric-chito da ascolti guida-ti, video ed esempi al pianoforte. Con que-sto evento il Centro di Cultura si augura di poter continuare ad offrire importanti opportunità di incon-tro, per una serena e costruttiva crescita culturale nello spirito illuminante dei fon-datori. ●

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L’incontro e il dialogo tra ingegneria, biotecnologia e medicina per il futuroe la salute dell’uomo. Incontro con Elisa Cimettadi Maria Pia CenciLa ricerca: un settore multidisciplina-re che sviluppa tecnologie avanzate e rappresenta una conquista affascinante e promettente per la salute dell’uomo. Questo è il tema trattato nella seconda conferenza del ciclo autunnale da Elisa Cimetta, ingegnere chimico, attualmen-te ricercatrice presso il dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova, dopo aver trascorso quattro anni alla Columbia University di New York. È cofondatrice dell’azienda Epi Bone spin off di quella università, la cui mis-sione è produrre tessuti ossei da cellule staminali del paziente stesso. Le cellule staminali, ha spiegato la dottoressa, sono in grado di generare altre cellule sempre piú differenziate e specializzate; vengo-no usate per produrre tessuti umani, per testare l’efficacia di nuovi farmaci, per sperimentare nuove terapie per la cura di gravi malat-tie genetiche. Senza entrare nell’ambito della questione etica sollevata tempo fa sulla ricerca delle cellule staminali prelevate da embrioni, questo progetto va a creare dei pezzi d’osso da rimpiazzare in un paziente che ne ha bisogno. Cellule accuratamente sele-zionate, prelevate dal tessuto adiposo del paziente, poste in un bioreattore che offre un

ambiente ideale di coltura, diventano forma perfetta e viva di osso da impian-tare nel paziente stesso, senza problemi di adattamento o di rigetto.Le terapie con le cellule staminali sono assai delicate, seguono regole rigidissi-me, molto precise, monitorate e rego-lamentate; occorrono anni di studio e prima di vedere l’utilizzo di questa tec-nologia che ha già raggiunto traguardi piú che importanti e positivi, si dovrà ar-rivare ipoteticamente al 2023-2025. Nel laboratorio lavorano a stretto contatto persone appartenenti a molteplici ambiti scientifici: unendo le competenze diver-se e altamente specializzate di ingegneria chimica, biologia e medicina, si possono affrontare e superare tante barriere.È una bella sfida… per il futuro dell’uma-nità. ●

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APPUNTAMENTI DEL MESE— DICEMBRE 2017 —

Venerdí 1 a Sant’Antonio abate giornata di adorazione eucaristica e preghiera per le vocazioni. Alle ore 20.30 a San Nicolò Vigilia di Avvento

Sabato 2 all’Oratorio salesiano: ritiro dei ragazzi di seconda e tera media.Domenica 3 I d’Avvento. Inizia l’anno liturgico. A San Nicolò: festa degli anziani.Lunedí 4 memoria di san Giovanni Damasceno. Inizia la settimana eucaristica:

tappa a San Nicolò.Martedí 5 settimana eucaristica: tappa a Sant’Antonio abate.Mercoledí 6 memoria di san Nicola di Mira: settimana eucaristica: tappa dalle

Canossiane.Giovedí 7 memoria di sant’Ambrogio: settimana eucaristica: tappa in Duomo.Venerdí 8 solennità dell’Immacolata concezione della beata Vergine Maria:

festa dell’adesione dell’Azione Cattolica.Sabato 9 alle ore 17 all’Oratorio salesiano: Corona d’Avvento.Domenica 10 II d’avvento: Alle ore 17 a San Giacomo: concerto di Natale

della Schola cantorum.Mercoledí 13 memoria di santa Lucia: alle ore 18 in Duomo: concerto di santa Lucia.

Alle ore 20.30 a palazzo Boschetti: incontro degli adulti di AC.Sabato 16 festa della dedicazione della Cattedrale: inizia la novena di Natale.

All’Oratorio salesiano ritiro dei ragazzi delle superiori.Domenica 17 III d’avvento, Gaudete: alle sante messe benedizione delle statuine del

Bambin Gesú. Alle ore 12 “Natale insieme” per le persone anziane e sole, Lions Club.

Lunedi 18 alle ore 20.30 a Sant’Antonio abate: celebrazione comunitaria della Penitenza.

Martedi 19 alle ore 20 in Duomo: concerto degli allievi dell’istituto comprensivo «Fusinato». Alle ore 20.15 a Santa Croce: celebrazioni comunitarie della Penitenza.

Mercoledi 20 alle ore 20 in Duomo: concerto degli allievi dell’istituto comprensivo «Fusinato». Alle ore 20 a San Benedetto di Magrè: celebrazione comunitaria della Penitenza.

Giovedi 21 alle ore 10 a Casa «San Francesco»: santa Messa di Natale.Alle ore 19.30 al Sacro Cuore: celebrazione comunitaria della Penitenza.

Venerdi 22 alle ore 9.30 presso l’istituto «La CASA»: santa Messa di Natale. Alle ore 20.30 a Santissima Trinità: celebrazione comunitaria della Penitenza.

Sabato 23 alle ore 20.45 in Duomo: concerto del coro «Monte Pasubio».Domenica 24 IV d’avvento: alle ore 18 a Sant’Antonio abate: santa Messa.

Alle ore 21 all’Oratorio salesiano: Veglia e santa Messa. Alle ore 22.30 in Duomo: veglia, benedizione del presepio e santa Messa. Alle ore 24 a San Nicolò: santa Messa.

Lunedí 25 solennità del Natale del Signore: sante Messe con orario festivo.Martedí 26 festa di santo Stefano primo martire: sante Messe alle ore 8.30

(Sant’Antonio) alle ore 10 a San Nicolò e alle ore 11 (San Giacomo).

Giovedí 28 festa dei santi martiri innocenti: alle ore 9 a San Giacomo:incontro di preghiera per le rosarianti.

Domenica 31 festa della santa famiglia di Gesú, Maria e Giuseppe: solennità del titolo

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ANAgrAfE PArrOCChIALE Dal 16 maggio al 15 ottobre 2017

della chiesa delle Canossiane. Alle ore 11 in Duomo: santa messa e canto del Te Deum. Sono sospese le sante messe prefestive.

— GENNAIO 2018 —

Lunedí 1 solennità di Maria santissima madre di Dio: Buon Anno!51a Giornata mondiale della pace.In Duomo alle ore 11.00 santa Messa e canto del Veni creator,

Venerdí 5 a Sant’Antonio abate giornata di adorazione eucaristica e preghiera per le vocazioni. Sono sospese le sante messe prefestive.

Sabato 6 solennità dell’Epifania del Signore: si ricorda il 198 anniversario della dedicazione del Duomo (1820). In Duomo alle ore 11.00: benedizione dei bambini. Giornata dell’infanzia missionaria. Sono sospese le sante messe prefestive. In Duomo alle ore 18.30: santa Messa.

Domenica 7 festa del Battesimo del Signore. In Duomo ore 11 celebrazione del Battesimo comunitario. Finisce il tempo di Natale. Premiazione del concorso: «Il mio presepio».

Domenica 14 104a giornata del migrante e del rifugiato.In Duomo alle ore 11 santa Messa con le comunità ghanese e romena.

Domenica 21 a Sant’Antonio abate alle ore 17 veglia di preghiera per l’unitàdei cristiani.

RINATI NEL BATTESIMO17. Joshua Forson di Jonathan e Konadu Charity (28 maggio)18. Lucia Robu di Cezar e Manuela Robu (27 maggio)19. Gioia Bressan di Juri e Monica Zanotto (24 giugno)20. Sophia Bogo di Davide e Anna Pizzolato (2 luglio)21. Mathilda Cencherle di Paolo e Sarah Pizzolato (2 luglio)22. Niccolò Maccà di Stefano e Anna Bogotto (2 luglio)23. Pietro Dare di Massimiliano ed Elisa Dal Santo (2 luglio)24. Giorgia Serman di Alberto e Francesca Dal Molin (2 luglio)25. Giovanni Rancan di Antonio e Valentina di Giacomo (2 luglio)26. Federico Sandri di Fabio e Laura Benetecco (9 luglio)27. Antonia Lorena Filep di Marian-Daniel e Ancuta-Doina Moldovan (29 luglio)28. Giovanni Saouza Goncalves di Souza André e Daiane Fonseca (13 agosto)29. Taveras Manole Tyrone di Mario Alberto Taveras e Victoria Manole

(13 agosto)30. Leonardo Pianegonda di Ruggero e Alessia De Franceschi (10 settembre)31. Annarita Meneguzzo di Mirko e Roberta Casarotto (10 settembre)32. Nina Roman di Stefano e Valeria Bernardi (15 ottobre)33. Edoardo Alessandro Francesco Gandini di Alessandro e Giulia Boscato (21 ottobre)34. Valerio Nicola D’Alessandro di Alfonso e Chiara Caruso (22 ottobre)35. Anastasia Judith Angela Darkwah di Daniel e Cristina Piazzo (22 ottobre)36. Logan Wayne Bradford di Michael De Wayne e Frida Scortegagna (5 novembre)

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37. Eli Joshua Daniel di Kristopher Kyle e Jenny Toniolo (5 novembre)38. Alessandro Ferrazza di Massimo e Martina Girardello (5 novembre)39. Bianca Dall’Igna di Dario e Juliia Jvashchenko (5 novembre)40. Rachele Lanzeni di Stefano e Anna Deborah Procopio (5 novembre)

UNITI NEL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO

3. Davide Zampieri e Anna Corà (27 maggio)4. Paolo Rachello ed Elena Mondin (3 giugno)5. Nicola Meneghetti e Fiorella Sola (10 giugno)6. Marco Faccin ed Elena Santacatterina (17 giugno)7. Juri Bressan e Monica Zanotto (24 giugno)8. Nicola Gavasso e Giorgia Paganini (8 luglio)9. Paolo Thiella e Chiara Rossato (29 luglio)10. Paolo Beccaro e Alice Sconcerle (2 settembre)11. Alberto Furlanetto e Cristina Rossi (9 settembre)12. Vittore Resentera e Maria Scapin (16 settembre)13. Luca Paolin e Martina Sartore (30 settembre)14. Claudiu Perca e Adriana Robu (14 ottobre)

RITORNATI AL PADRE

25. Maria Bertezzolo (1926), vedova26. Gian Domenico Luccarta (1938), coniugato27. Giovanni Neffati (1927), coniugato28. Mario Cicchellero (1944), coniugato29. Antonio Fochesato (1940), coniugato30. Livio Greselin (1922), vedovo31. Antonio Gavasso (1929), coniugato32. Teresa Gasparoni (1922), vedova33. Giovanna Filippi (1938), vedova34. Diomira Socal (1923), (nubile)35. Bruno Pietribiasi (1931), coniugato36. Luigi Fanelli (1933), vedovo37. Lilliana Dal Santo (1930), vedova38. Emilia Martini (1930), coniugata39. Silvana Zambon (1940), vedova40. Giuseppe Migliorin (1938), vedovo41. Annita Noaro (1924), vedova42. Pier Maria Edmondo Formento (1950), coniugato43. Angelina Marchioro (1922), vedova44. Livia Facci (1921), vedova

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