PAROLE DAGLI SCRITTI DI MÈRE E SRI AUROBINDO

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PAROLE DAGLI SCRITTI DI MÈRE E SRI AUROBINDO Sri Aurobindo e Mère parlano di Loro stessi SRI AUROBINDO SU SE STESSO Solo io potrei parlare degli avvenimenti del mio passato dando loro vera forma e vero significato. Né voi né nessun altro sapete alcunché della mia vita; essa non si è svolta in superficie così che gli uomini potessero vederla. Credo fermamente che voi siate un'Incarnazione Divina. Ho ragione? Seguite la vostra fede; è improbabile che vi induca in errore. Solo l'Amore divino può sostenere il travaglio che devo affrontare; lo deve sopportare chiunque abbia sacrificato ogni altra cosa al solo scopo di innalzare la terra oltre la sua oscurità verso il Divino. Naturalmente, chiunque voglia modificare la natura terrestre deve in primo luogo accettarla per poterla cambiare. Cito da una mia poesia: Chi vuole portare qui il paradiso deve anch'egli discendere nel fango e sopportare il travaglio della natura terrena e percorrere il doloroso cammino.

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PAROLE DAGLI SCRITTI DI MÈRE E SRI AUROBINDO

Sri Aurobindo e Mère

parlano di

Loro stessi

SRI AUROBINDO SU SE STESSO

Solo io potrei parlare degli avvenimenti del mio passato dando loro vera forma e vero significato.

Né voi né nessun altro sapete alcunché della mia vita; essa non si è svolta in superficie così che gli uomini

potessero vederla.

Credo fermamente che voi siate un'Incarnazione Divina. Ho ragione?

Seguite la vostra fede; è improbabile che vi induca in errore.

Solo l'Amore divino può sostenere il travaglio che devo affrontare; lo deve sopportare chiunque abbia

sacrificato ogni altra cosa al solo scopo di innalzare la terra oltre la sua oscurità verso il Divino.

Naturalmente, chiunque voglia modificare la natura terrestre deve in primo luogo accettarla per poterla

cambiare. Cito da una mia poesia:

Chi vuole portare qui il paradiso

deve anch'egli discendere nel fango

e sopportare il travaglio della natura terrena

e percorrere il doloroso cammino.

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Non avevo in me alcuna spinta verso la spiritualità, ho sviluppato la spiritualità. Ero incapace di

comprendere la metafisica, sono divenuto un filosofo. Non avevo sensibilità per la pittura, l'ho sviluppata

con lo Yoga. Ho trasformato la mia natura da ciò che era in ciò che non era. L'ho fatto in un modo speciale,

non per mezzo di un miracolo, e per mostrare cosa poteva essere fatto e come poteva essere fatto. Non

l'ho fatto per me una mia necessità personale o con un miracolo senza alcun procedimento. Sostengo che

se non fosse così, allora il mio Yoga sarebbe inutile e la mia vita un errore, un'assurda anomalia della natura

senza senso o effetto. Voi tutti sembrate credere che sia un grande complimento dirmi che ciò che ho fatto

non ha alcun significato per altri al di fuori di me. E' la critica più distruttiva che possa essere rivolta al mio

lavoro. Inoltre, non l'ho fatto da me stesso, se per me stesso vi riferite all'Aurobindo che fu. Egli agì grazie

all'aiuto di Krishna e della Shakti divina. Ho anche avuto aiuti umani.

****

Non so nulla degli Avatar. Praticamente ciò che conosco è che quando cominciai non possedevo tutti i

poteri necessari, dovetti svilupparli per mezzo dello Yoga, per lo meno molti che non erano attivi quando

cominciai, e quelli che lo erano dovetti affinarli per portarli ad un più alto livello. La mia personale opinione

sulla questione è che la vita e le azioni dell'Avatar non sono miracoli. Se lo fossero, la sua esistenza sarebbe

del tutto inutile, una superflua anomalia della natura. Egli accetta le condizioni di vita terrestri, ne usa i

mezzi e mostra la via all'umanità mentre l'aiuta. Altrimenti quale sarebbe la sua utilità e perché si

troverebbe qui?

*

Voi pensate, quindi, che in me (non chiamo in causa la Madre) non vi siano mai stati dubbi o disperazione,

così come attacchi di ogni genere. Ho sopportato ogni attacco che gli uomini hanno sopportato, altrimenti

sarei stato incapace di assicurare qualcuno che: "Anche questo può essere conquistato". Almeno non avrei

il diritto di dirlo. La vostra psicologia è terribilmente rigida. ripeto, il Divino, quando si assume il fardello

della natura terrestre, lo prende completamente, sinceramente, senza trucchi da prestigiatore o pretesa

alcuna. Se ha qualcosa dietro di sé che emerge sempre dalle apparenze, questa è la stessa cosa in essenza

che vi è dietro agli altri esseri, anche se ad un più grande livello, ed è per risvegliarla che egli è qui.

L'essere psichico agisce allo stesso modo per tutti coloro che sono destinati al cammino spirituale, non è

necessario che gli

uomini siano esseri straordinari per seguirlo. Questo è l'errore che state facendo, insistendo sempre sulla

grandezza come se solo i grandi potessero essere spirituali.

*

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Stavo evidenziando che, fondamentalmente, ogni cosa è possibile, quindi non dovreste dire che il Divino

non può fare questo o quello. Tuttavia, allo stesso tempo, sottolineavo anche che il Divino non è obbligato

a mostrare senza senso o ragione la sua onnipotenza, quando sta operando di sua propria volontà entro

determinate condizioni. Giacché, argomentando che il divino non può, che è impotente, che non può fare

ciò che non è ancora mai stato fatto ecc., voi negate la possibilità di cambiare le cose e di conseguenza

l'evoluzione, la realizzazione di ciò che è irrealizzato, l'azione del potere divino, della grazia divina, e

riducete tutto ad una questione di rigido e inalterabile status quo, che è un'insolente sfida sia ai fatti che

alla ragione! E alla super ragione. Capite adesso?

Riferendosi a me stesso e alla madre, vi sono persone che dicono: "Se la supermente deve discendere, può

discendere in tutti, allora perché in loro per primi? Perché non potremmo riceverla noi prima di loro?

Perché attraverso di loro e non direttamente?" Suona molto razionale, logico, molto sostenibile. La

difficoltà sta nel fatto che questo ragionamento ignora le condizioni, presume insensatamente che si possa

far

discernere la supermente in se stessi senza avere la minima cognizione di ciò che la supermente sia e così

supporre un miracolo bislacco; chiunque cerchi di farlo è destinato a scivolare nella più rovinosa caduta,

come finora è capitato a tutti coloro che vi hanno tentato. E' come pensare di non aver bisogno della guida,

ma che sia possibile raggiungere la cima della montagna per lo stretto sentiero che si sta seguendo sul

bordo di un precipizio, semplicemente con un balzo nell'aria. Il risultato è inevitabile.

*

Non ho intenzione di raggiungere la supermente per me solo, non sto facendo nulla per me stesso, poiché

non ho alcuna necessità personale, né della salvezza (Moksha), né della supermentalizzazione. Se sto

cercando la trasformazione supermentale è perché è una cosa che deve essere realizzata per la coscienza

della terra e se non viene fatta in me stesso non può essere fatta in altri. La mia supermentalizzazione è

solo la chiave per aprire le porte della supermente alla coscienza terrestre; ottenerla per se stessa sarebbe

del tutto futile. Tuttavia non ne consegue neppure che se o quando diverrò supermentale, ognuno diverrà

supermentale. Altri che sono pronti potranno così diventarlo, quando saranno pronti a riceverla, sebbene,

naturalmente, il raggiungimento in me stesso sarà per loro un grande aiuto. E' perciò alquanto legittimo

avere l'aspirazione alla trasformazione a patto che:

1) Non se ne faccia una questione troppo personale o egoistica trasformandola in un'ambizione

nietzschiana o d'altro tipo per

diventare un superuomo.

2) Si sia pronti ad affrontare le condizioni e i passaggi necessari per il raggiungimento dello scopo.

3) Si sia sinceri e si guardi al processo come ad una parte della ricerca del Divino e il conseguente culmine

della volontà divina in noi. Non si insista in nient'altro che non sia il raggiungimento di questa volontà,

qualunque possa essere, trasformazione psichica, spirituale oppure supermentale. Tutto questo dovrà

essere considerato come il compimento delle opere di Dio nel mondo, non come una possibilità o una

conquista personali.

*

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Non sono scoraggiato da ciò che sta accadendo perché so e ho sperimentato centinaia di volte che oltre la

più nera oscurità, per chi è uno strumento divino si trova la luce della vittoria di Dio. Non ho mai avuto un

forte e persistente desiderio perché qualcosa dovesse accadere nel mondo (non sto parlando di questioni

personali) che alla fine non sia accaduto, anche dopo un ritardo, una sconfitta o persino un disastro. Ci fu

un momento in cui Hitler vinceva dovunque e sembrava certo che il nero giogo dell'Asura sarebbe stato

imposto al mondo intero; ma dov'è ora Hitler e dove il suo regime? Berlino e Norimberga hanno segnato la

fine di quell'atroce capitolo nella storia umana. Altre ombre minacciano di oscurare o perfino di inghiottire

l'umanità, ma anch'esse finiranno come è finito quell'incubo. Non posso scrivere ampiamente in questa

lettera di tutto ciò che giustifica la mia fiducia; un giorno, forse, sarò

in grado di farlo.

*

Avete espresso in una delle vostre lettere la percezione della presente oscurità nel mondo che ci circonda e

questa deve essere stata una delle cause che hanno contribuito al vostro essere così malamente turbato e

incapace di respingere immediatamente l'attacco. Per quanto mi riguarda, le condizioni oscure non mi

scoraggiano né mi convincono della vanità della mia volontà di "aiutare il mondo", poiché sapevo che

sarebbero venute; erano presenti nella natura del mondo e dovevano manifestarsi per poter essere

esaurite o espulse e un mondo migliore, liberato da esse, potesse instaurarsi. Dopo tutto, nel campo

esteriore qualcosa è stato fatto e ciò può aiutare o preparare l'ottenimento di qualcosa anche nel campo

interiore. Ad esempio, l'India è libera e la sua libertà era necessaria se il lavoro divino doveva essere

compiuto. Le difficoltà che la circondano ora e che possono aumentare per un certo periodo, specialmente

riguardo al pasticcio del Pakistan, erano fatti che dovevano venire alla luce ed essere risolti. Anche in

questo caso vi è la certezza di una completa risoluzione del problema, sebbene, sfortunatamente, una gran

quantità di sofferenze umane sia inevitabile nel corso degli eventi. In seguito, il lavoro per il divino diverrà

più possibile e può anche darsi che il sogno, se si tratta di sogno, di condurre il mondo verso la luce

spirituale, possa anche diventare una realtà. Perciò non sono disposto, neppure adesso in queste condizioni

oscure, a considerare la mia volontà di aiutare il mondo condannata al fallimento.

LA MADRE SU SRI AUROBINDO

Madre, avete parlato della nascita di Sri Aurobindo come eterna nella storia dell'universo. Cosa intendevate

esattamente per eterna?

La frase può essere compresa in quattro modi diversi su quattro piani ascendenti di coscienza:

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1) Fisicamente, le conseguenze di questa nascita saranno di portata eterna per il mondo.

2) Mentalmente, è una nascita che sarà ricordata eternamente nella storia universale.

3) Psichicamente, una nascita che ricorre sempre di epoca in epoca sulla terra.

4) Spiritualmente, la nascita dell'eterno sulla terra.

*

Non ha alcuna importanza se vi sono centinaia di esseri immersi nella più densa ignoranza. Colui che

abbiamo visto ieri è sulla terra: la sua presenza è sufficiente a provare che verrà un giorno in cui l'oscurità

sarà trasformata in luce, in cui

il tuo regno sarà infine stabilito sulla terra.

*

Ciò che Sri Aurobindo rappresenta nella storia del mondo non è un insegnamento, neppure una rivelazione:

è un'azione decisiva direttamente dal Supremo.

*

Nell'eternità del divenire ogni Avatar è solo l'annunciatore, il precursore di una più perfetta realizzazione

futura.

E tuttavia gli uomini hanno sempre la tendenza a deificare l'Avatar del passato in opposizione all'Avatar del

futuro.

Ora di nuovo Sri Aurobindo è venuto per annunciare al mondo la realizzazione del domani; e ancora una

volta il suo messaggio incontra la stessa opposizione come tutti quelli che lo hanno preceduto.

Ma il domani proverà la verità di ciò che egli ha rivelato e il suo lavoro sarà compiuto.

*

Sri Aurobindo venne a dirci: "Non è necessario lasciare la terra per trovare la verità, non è necessario

lasciare la vita per trovare l'anima, non è necessario abbandonare il mondo o

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avere solo credi limitati per entrare in contatto col divino. Il divino è ovunque, in ogni cosa e se è nascosto

lo è perché non ci diamo la pena di scoprirlo".

*

Sri Aurobindo ha incarnato in un corpo umano la coscienza supermentale e non ci ha solo rivelato la natura

del cammino da seguire e il metodo da usare per giungere alla meta, ma ce ne ha anche dato, grazie alla

sua personale realizzazione, l'esempio; ha fornito la prova che l'opera può essere fatta e che il tempo è

arrivato.

*

Sri Aurobindo ha dato la sua vita perché noi potessimo nascere nella coscienza divina.

*

Non dobbiamo essere disorientati dalle apparenze. Sri Aurobindo non ci ha lasciati. Sri Aurobindo è qui,

vivo e presente come mai e sta a noi realizzare la sua opera con tutta la sincerità, tutto l'ardore e la

concentrazione necessari.

*

Sri Aurobindo non appartiene al passato e neppure alla storia.

Sri Aurobindo è il futuro in via di realizzazione.

Perciò dobbiamo rivestirci di un'eterna giovinezza per essere in grado di avanzare con la necessaria rapidità

e non essere pigri sul cammino.

*

L'uomo è la creazione di ieri.

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Sri Aurobindo venne ad annunciarci la creazione di domani: la venuta dell'essere supermentale.

*

Il messaggio di Sri Aurobindo è una luce solare immortale che si irradia sul futuro.

*

Sri Aurobindo è venuto sulla terra dal Supremo per annunciare la manifestazione di una nuova razza e il

mondo nuovo, il mondo supermentale.

Prepariamoci per il suo avvento in tutta sincerità e ardore.

*

Sri Aurobindo venne per parlare al mondo della bellezza del futuro che deve essere realizzata.

Non venne per dare una speranza, ma una certezza dello

splendore verso cui il mondo muove. Il mondo non è uno sfortunato accidente, è una meraviglia che muove

verso la sua espressione.

Il mondo ha bisogno della certezza nella bellezza del futuro e Sri Aurobindo ci ha dato questa assicurazione.

*

Il loto rosso è il fiore di Sri Aurobindo, ma in particolare per il suo centenario sceglieremo il loto azzurro,

che è il colore della sua aura fisica, per simbolizzare il centenario della manifestazione del supremo sulla

terra.

*

Per esprimere la nostra gratitudine a Sri Aurobindo non possiamo fare niente di meglio che essere una

dimostrazione vivente del suo insegnamento.

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*

Perché voi o Sri Aurobindo non avete fatto un più ampio uso del miracolo per conquistare le resistenze

della coscienza umana esteriore? Perché questo genere di evasione nei confronti dell'esteriore, questo non

intervento o discrezione?

Per quanto riguarda Sri Aurobindo so soltanto quello che mi disse più volte. Le persone chiamano

"miracolo" solo gli interventi nel mondo materiale o vitale. Questi interventi sono sempre frammisti con

movimenti d'ignoranza e di arbitrarietà.

Il numero di miracoli nella mente che Sri Aurobindo ha fatto è incalcolabile; naturalmente, se solo si avesse

una chiara, sincera, pura visione si potrebbe percepirlo, e molti l'hanno percepito. Egli rifiutò, questo lo so,

rifiutò di compiere qualsiasi miracolo di natura vitale o materiale, a causa della mescolanza.

La mia esperienza è questa: nello stato in cui è attualmente il mondo un miracolo diretto, materiale o

vitale, deve necessariamente tenere conto dei molti elementi di falsità che non possono essere accettati.

Questi sono necessariamente falsi miracoli e non possono essere ammessi. Ho visto ciò che le persone

chiamano miracolo; un tempo ne ho visti molti, che davano il diritto di esistere ad un mucchio di cose che

per me non sono accettabili.

Ciò che attualmente gli uomini chiamano miracolo è quasi sempre compiuto da esseri del piano vitale o per

mezzo di uomini che sono in relazione con gi esseri del piano vitale ed è una cosa mista, accoglie la realtà di

certe cose, la verità di certe cose che non sono vere. E' su questa base che agisce. Di conseguenza è

inaccettabile.

Non ho ben compreso cosa intendete dicendo che Sri Aurobindo compiva miracoli nella Mente.

Avveniva quando metteva la forza supermentale nella coscienza mentale. Egli inseriva nella coscienza

mentale (la coscienza mentale che governa tutti i movimenti materiali) una formazione supermentale o un

potere una forza che ne cambiavano immediatamente l'organizzazione. Ciò produceva

effetti immediati apparentemente illogici, perché non seguiva il corso dei movimenti in accordo con la

logica mentale.

Egli stesso soleva dire che quando era in possesso e poteva usare a volontà il potere e la forza

supermentali, e quando li poneva in un determinato posto con uno scopo definito in vista, il risultato era

irrevocabile, inevitabile, l'effetto era assoluto. Questo si può chiamare un miracolo.

Ad esempio, prendiamo qualcuno con una malattia, un dolore; quando Sri Aurobindo era in possesso di

questo potere supermentale (vi fu un periodo in cui diceva che era completamente sotto il suo controllo,

vale a dire, che poteva usarlo come voleva, poteva metterlo dove voleva), poneva questa volontà, diciamo,

in qualche disordine naturale nel fisico, nel vitale o nella mente, portava questa forza supermentale, questa

forza di una più alta armonia, di un ordine superiore e la metteva lì e questa agiva immediatamente. E

costituiva un ordine, creava un ordine, un'armonia più alta di quella naturale. Ossia, se era una cura, ad

esempio, la cura risultava essere più perfetta, più completa di ogni altra ottenuta attraverso gli ordinari

mezzi mentali e fisici.

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Vi fu un buon numero di questi casi. Ma le persone sono così cieche, così indurite nella loro coscienza

ordinaria che danno sempre delle spiegazioni, possono dare sempre una spiegazione. Sono solo coloro che

possiedono fede e aspirazione, qualcosa di molto puro in loro, vale a dire qualcosa che vuole veramente

conoscere, che sono in grado di percepirlo. Quando c'era il potere di farlo, era solito persino dire che

avveniva senza sforzo, doveva fare solo questo, mettere il potere di ordine e di armonia supermentale e poi

istantaneamente il risultato desiderato era ottenuto.

L'INSEGNAMENTO

DI

SRI AUROBINDO

L'insegnamento di Sri Aurobindo parte da quello degli antichi saggi dell'India che sostenevano che dietro

alle apparenze dell'universo vi è la realtà di un essere e della coscienza, un sé di tutte le cose, uno ed

eterno. Tutti gli esseri sono uniti in quell'unico sé e spirito, ma divisi da una certa separatività di coscienza,

un'ignoranza del loro vero sé e realtà nella mente, nella vita e nel corpo. E' possibile, per mezzo di una

disciplina psicologica, rimuovere questo velo di coscienza separativa e divenire consci del vero sé, della

divinità in noi e in tutto.

L'insegnamento di sri Aurobindo stabilisce che questo unico essere e coscienza è involuto qui nella materia.

L'evoluzione è il metodo grazie al quale libera sé stesso; la coscienza appare in ciò che sembra essere

incosciente e, una volta apparsa, è automaticamente spinta a crescere sempre più in alto e allo stesso

tempo ad ampliarsi e a svilupparsi verso una sempre più grande perfezione. La vita è il primo passo di

questa liberazione di coscienza; la mente è il secondo; ma l'evoluzione non termina con la mente, attende

di rivelarsi in qualcosa di più grande, una coscienza che sia spirituale e supermentale. Il prossimo passo

dell'evoluzione deve essere

verso lo sviluppo della supermente e dello spirito come il potere dominante nell'essere cosciente. Perché

solo allora la divinità involuta nelle cose rivelerà se stessa interamente e sarà possibile alla vita manifestare

la perfezione.

Ma mentre i primi passi dell'evoluzione furono intrapresi dalla natura nella pianta e nella vita animale senza

una volontà cosciente, nell'uomo la natura diviene capace di evolvere grazie alla volontà cosciente nello

strumento. Non è tuttavia per mezzo della volontà mentale nell'uomo che questo può essere fatto

compiutamente, perché la mente giunge solo fino ad un certo punto e dopo questo può solo muoversi in

tondo. Deve essere attuata una conversione, un rivolgimento della coscienza con il quale la mente deve

essere cambiata in un principio superiore. Questo metodo è da ricercarsi attraverso l'antica disciplina

psicologica e la pratica dello yoga. In passato, era stato tentato con un allontanamento dal mondo e una

scomparsa nelle altezze del sé o dello spirito. Sri Aurobindo insegna che è possibile una discesa del più alto

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principio, che non rivelerà semplicemente il sé spirituale fuori del mondo, ma lo rivelerà nel mondo,

rimpiazzerà l'ignoranza della mente o la sua limitatissima conoscenza con una verità coscienza

supermentale. Questa sarà uno strumento sufficiente del sé profondo che renderà possibile all'essere

umano scoprire se stesso dinamicamente così come interiormente e svincolarsi dalla sua umanità ancora

animale in una razza più divina. La disciplina psicologica dello Yoga può essere usata a questo fine, aprendo

tutte le parti dell'essere verso una

conversione o una trasformazione attraverso la discesa e l'operare di un più alto principio supermentale

ancora celato.

Questo cambiamento, tuttavia, non può essere fatto all'improvviso o in breve tempo o per mezzo di una

trasformazione rapida o miracolosa. Molti passi devono essere intrapresi dal ricercatore prima che la

discesa supermentale sia possibile. L'uomo vive, per lo più, nella sua mente, vita e corpo superficiali, ma vi

è un essere profondo in lui con più grandi possibilità al quale deve risvegliarsi, perché ora egli riceve da

questo essere un'influenza assai ridotta ed è questa che lo spinge verso una costante ricerca di una più

grande bellezza, armonia, potere e conoscenza. Il primo sviluppo dello Yoga è perciò quello di aprire le

distese di questo essere interiore e di vivere da lì verso l'esterno, di governare la sua vita esteriore per

mezzo della luce e della forza interiori. Nel fare questo egli scopre in se stesso la sua vera anima che non è

la commistione esterna di elementi mentali, vitali e psichici, ma qualcosa della realtà che sta dietro a loro,

una scintilla originata dall'unico fuoco divino. Deve apprendere a vivere nella propria anima e a purificare e

orientare, per mezzo di questa guida verso la verità, il resto della natura. A quel punto può esserci

un'apertura verso l'alto e la discesa di un più alto principio dell'essere. Ma persino allora non si tratta della

piena luce e forza supermentali, giacché vi sono parecchi campi di coscienza fra la mente ordinaria e umana

e la verità coscienza supermentale. Questi campi di coscienza intermedi devono essere aperti e il loro

potere fatto discendere nella mente,

nella vita e nel corpo. Solo in seguito il pieno potere della verità coscienza potrà lavorare nella natura. Lo

sviluppo di questa autodisciplina, o Sadhana, è di conseguenza lungo e difficile, ma persino una piccola

parte di esso è un grande guadagno perché rende la realizzazione e la perfezione ultime più possibili.

Vi sono molte cose che appartengono a sistemi più antichi che sono necessarie sulla via: un'apertura della

mente a più grandi comprensioni e al senso del sé e dell'infinito, un emergere in ciò che è stata chiamata la

coscienza cosmica, il controllo sui desideri e sulle passioni; un ascetismo esteriore non è essenziale, ma

sono indispensabili la conquista del desiderio e dell'attaccamento e un controllo del corpo e delle sue

necessità, le sue bramosie e i suoi istinti. Vi è una combinazione dei princìpi dei vecchi sistemi: la via della

conoscenza attraverso il discernimento della mente fra la realtà e l'apparenza, la via del cuore, della

devozione, dell'amore e del dono di sé, e la via delle opere che volge la volontà dagli interessi egoistici

verso la verità e il servizio di una più grande realtà che non sia l'ego. Per questo, l'intera natura deve essere

esercitata affinché possa rispondere e venire trasformata ogniqualvolta una più grande luce e forza operi in

essi.

In questa disciplina l'ispirazione del maestro e il suo controllo e la sua presenza nei momenti di difficoltà

sono indispensabili, perché sarebbe altrimenti impossibile superarli senza un gran numero di ostacoli ed

errori che impedirebbero ogni possibilità di successo. Il maestro è qualcuno che ha raggiunto una coscienza

e uno stato d'essere più alti ed è

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spesso visto come la loro manifestazione o il rappresentante. Egli non aiuta solo grazie al suo insegnamento

e in misura maggiore con la sua influenza ed esempio, ma con il potere di comunicare agli altri la sua

propria esperienza.

Questo è l'insegnamento e il metodo d'azione di Sri Aurobindo. Non è suo scopo sviluppare alcun tipo di

religione o di amalgamare le religioni più vecchie, o di fondare alcuna nuova religione, poiché ciascuna di

queste cose allontanerebbe dal suo scopo centrale. La sola meta di questa Yoga è un autosviluppo interiore

per mezzo del quale chiunque lo segue possa col tempo scoprire l'unico sé in tutti ed evolvere una più alta

coscienza di quella mentale, una coscienza spirituale e supermentale che trasformerà e divinizzerà la natura

umana.

IL MESSAGGIO

DI SRI AUROBINDO

PER IL 15 AGOSTO 1947

Il 15 agosto 1947 è il giorno della nascita dell'India libera. Segna per lei la fine di una vecchia era e l'inizio di

un nuovo periodo. Ma possiamo anche farne una data importante nello schiudersi di una nuova era per il

mondo intero, per il futuro politico, sociale, culturale e spirituale dell'umanità, con le nostre vite e le nostre

azioni di nazione libera.

Il 15 agosto è il mio compleanno ed è per me naturalmente gratificante che abbia assunto un così vasto

significato. Accolgo questa coincidenza non come un incidente fortuito, ma come la sanzione e il sigillo della

forza divina che guida i miei passi sul lavoro col quale iniziai a vivere, l'inizio della sua piena fruizione. In

verità, in questo giorno, posso guardare giungere a realizzazione o sulla via del compimento quasi tutti i

movimento del mondo che ho sperato di vedere adempiuti nella mia vita, sebbene apparissero allora come

sogni inattuabili. In tutti questi moti l'India libera può ben giocare una larga parte e assumere una posizione

guida.

Il primo di questi sogni riguardava un movimento rivoluzionario che avrebbe creato un'India libera e unita.

L'India oggi è libera, ma non ha raggiunto l'unità. In un determinato momento sembrò quasi che sarebbe

ricaduta, al punto cruciale della liberazione, nel caos degli Stati separati che precedettero la conquista

britannica. Ma, fortunatamente, sembra ora probabile che questo pericolo venga evitato e che una larga e

potente, seppure non ancora completa unione verrà stabilita. Anche la saggiamente drastica politica

dell'Assemblea costituente ha reso probabile la soluzione del problema delle classi depresse senza scisma o

separazioni. Tuttavia la vecchia divisione della comunità fra Indù e Mussulmani sembra essersi ora indurita

in una divisione politica permanente della nazione. C'è da sperare che questo fatto non venga accettato

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come stabilito per sempre o come qualcosa che non sia più di un espediente temporaneo, perché se

persistesse l'India potrebbe essere seriamente indebolita, persino storpiata: la lotta civile può rimanere

sempre possibile, possibili persino una nuova invasione e la conquista straniera. Lo sviluppo interno e la

prosperità dell'India possono essere impediti, la sua posizione fra le nazioni indebolita, il suo destino

menomato o persino frustrato. Questo non deve avvenire; la divisione deve cessare. Auguriamoci che possa

accadere naturalmente per mezzo di un sempre maggiore riconoscimento della necessità non solo della

pace e della concordia, ma dell'azione comune, con la pratica di atti comuni e la creazione dei mezzi per

ottenere questo scopo. In questo modo l'unità può infine avvenire sotto qualsiasi forma, la forma esatta

può avere un'importanza prammatica, ma non fondamentale. Ma con qualunque mezzo, in qualsiasi

maniera,

la divisione deve finire; l'unità deve essere e verrà raggiunta, perché è necessaria per la grandezza dell'India

futura.

Un altro sogno riguardava la rinascita e la liberazione dei popoli dell'Asia e il suo ritorno al suo grande ruolo

nel progresso della civilizzazione umana. L'Asia si è levata; larghe parti sono ora completamente libere o

stanno in questo momento per essere liberate; le sue altre parti ancora assoggettate o parzialmente

assoggettate si stanno muovendo verso la libertà con qualunque mezzo. Solo un poco ancora deve essere

fatto e lo sarà fra non molto. In questo quadro l'India ha la sua parte da giocare e ha cominciato a giocarla

con un'energia e un'abilità che indicano già la misura delle sue possibilità e il posto che può occupare nel

concilio delle nazioni.

Il terzo sogno riguardava un'unione mondiale formante la base esterna di una vita più equa, luminosa e

nobile per tutta l'umanità. Questa unificazione del genere umano è in facimento; vi è un inizio non

perfettamente organizzato, ma che combatte contro tremende difficoltà. Vi è lo slancio e deve

inevitabilmente crescere e conquistare terreno. Anche qui l'India ha iniziato a giocare una parte

preminente e la sua presenza potrà fare tutta la differenza fra uno sviluppo lento e timido ed uno

coraggioso e rapido, se saprà sviluppare quella più ampia arte di governo che non è limitata dai problemi

presenti e dalle possibilità immediate, ma guarda nel futuro e lo avvicina. Una catastrofe potrebbe

intervenire o distruggere quello che si sta facendo, ma persino in questo caso il risultato finale è sicuro.

L'unificazione è una

necessità della natura, un movimento inevitabile. La sua necessità per le nazioni è altrettanto chiara,

perché senza di essa la libertà delle piccole nazioni può essere in ogni momento messa in pericolo e perfino

la vita delle grandi e potenti rimane insicura. L'unificazione è perciò un interesse di tutti e solo la stupidità e

lo sciocco egoismo umano possono prevenirla, ma non possono frapporsi per sempre alle necessità della

Natura e della Volontà divina. D'altra parte una base esteriore non è sufficiente; deve formarsi uno spirito e

un modo di vedere internazionali, devono apparire forme ed istituzioni internazionali, probabilmente

sviluppi che considerino duplici o molteplici diritti di cittadinanza, scambi voluti o fusioni volontarie di

culture. Il nazionalismo avrebbe soddisfatto se stesso e persa la sua militanza e non troverebbe più queste

cose incompatibili con la propria preservazione e l'integralità del proprio modo di vedere. Un nuovo spirito

di unità prenderà possesso della razza umana.

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Un altro sogno, il regalo spirituale dell'India al mondo è già cominciato. La spiritualità dell'India sta

entrando in Europa e in America in misura sempre maggiore. Questo movimento crescerà; sempre più

occhi si volgono verso di lei con speranza fra i disastri del tempo e vi è persino un'aumentata richiesta non

solo dei suoi insegnamenti, ma della sua pratica psichica e spirituale.

Il sogno finale era un passo nell'evoluzione che avrebbe innalzato l'uomo ad una coscienza più alta e più

ampia ed iniziato la risoluzione dei problemi che lo hanno turbato e angustiato fin dalla prima volta che

cominciò a pensare e a

sognare una perfezione individuale e una società perfetta. Questa resta ancora una speranza personale ed

un'idea, un ideale che ha iniziato a fare presa sia in India che in Occidente sulle menti lungimiranti. Le

difficoltà sul cammino sono ancora più formidabili di quelle che si possono trovare in qualsiasi altro campo

d'azione, ma le difficoltà sono state create per essere superate e se c'è la volontà suprema saranno vinte.

Anche in questo caso, poiché deve procedere attraverso una crescita dello spirito e della coscienza

interiore, se questa evoluzione deve avere luogo, l'iniziativa può venire dall'India e, sebbene la portata

debba essere universale, il movimento centrale può essere suo.

Tale è il contenuto che pongo in questa data della liberazione dell'India; dipende dalla nuova e libera India

se e quando questa speranza sarà giustificata.

ALCUNI PASSAGGI

DA 'SAVITRI'

Oh, di sicuro un giorno egli risponderà al nostro

richiamo

Un giorno creerà la nostra vita di nuovo

e pronuncerà la magica formula di pace

e porterà perfezione allo schema delle cose.

Un giorno egli scenderà alla vita e alla terra,

lasciando il segreto delle porte eterne,

in un mondo che invoca il suo aiuto,

e porterà la verità che libera lo spirito,

la gioia che è il battesimo dell'anima,

la forza che è il braccio disteso dell'amore.

Page 14: PAROLE DAGLI SCRITTI DI MÈRE E SRI AUROBINDO

Un giorno egli solleverà il tremendo velo

della sua bellezza,

imporrà la delizia al cuore pulsante del mondo

e denuderà il suo corpo segreto di luce e di gioia.

Duro è il pesante fardello del redentore del mondo;

il mondo stesso diviene il suo avversario,

i suoi nemici sono gli esseri che egli viene a salvare.

Coloro che egli vuole salvare sono i suoi antagonisti:

Questo mondo è innamorato della sua propria ignoranza,

la sua oscurità si volge via dalla luce del redentore,

offre la croce in pagamento per la corona.

Uno ancora potrà venire, armato, invincibile;

la sua volontà immobile affronta l'ora che passa;

i colpi del mondo non possono piegare

quel capo vincitore;

calmi e sicuri sono i suoi passi nella notte che avanza;

la meta recede, egli non affretta il suo incedere,

non si volge alle alte voci nella notte.

Non chiede aiuto alle divinità inferiori;

i suoi occhi sono fissi alla meta immutabile.

L'uomo devia o sceglie cammini più facili;

egli resta sull'unica alta e difficile via

che sola può portare ai picchi dell'eterno;

i piani ineffabili hanno già percepito il suo passo;

ha reso suoi strumenti la terra e il cielo,

Page 15: PAROLE DAGLI SCRITTI DI MÈRE E SRI AUROBINDO

ma i limiti della terra e del cielo cadono da lui;

egli trascende la loro legge, ma l'utilizza come suo mezzo.

Ha afferrato le mani della vita, ha dominato il proprio cuore.

Le finte della natura non deviano la sua visione,

inflessibile il suo sguardo è rivolto alla lontana metà della verità;

la sorda resistenza del fato non può spezzare la sua volontà.

Nei terrificanti passaggi, nei sentieri fatali,

invulnerabile la sua anima, non ucciso il suo cuore,

egli vive attraverso l'opposizione dei poteri della terra

e le imboscate della natura e gli attacchi del mondo.

Trascendendo dolore e gioia con la statura del suo spirito

fronteggia il male e il bene con occhi calmi e uguali.

Anch'egli deve lottare con la sfinge degli enigmi

e immergersi nella sua lunga oscurità.

E' entrato nelle profondità dell'incosciente

che velano se stesse perfino al loro proprio sguardo.

Egli deve chiamare la luce in quegli oscuri abissi,

altrimenti la verità non potrà mai conquistare il sonno

della materia.

E la terra intera guardare negli occhi di Dio.

La sua conoscenza deve ridare splendore a tutte

le cose oscure,

il suo potere deve sciogliere tutte le cose perverse;

egli deve passare sull'altra spiaggia del mare della falsità,

deve penetrare la tenebra del mondo per portarvi la luce.

Il cuore del male deve essere smascherato ai suoi occhi,

Page 16: PAROLE DAGLI SCRITTI DI MÈRE E SRI AUROBINDO

egli deve comprendere la sua cosmica tenebrosa necessità,

le sue vere e orrende radici nel terreno della natura.

Deve conoscere il pensiero che muove l'azione del demone

e giustifica il traviato orgoglio del titano

e la menzogna latente nei contorti sogni della terra:

deve entrare nell'eternità della notte

e conoscere l'oscurità di Dio come conosce il suo sole.

Per questo deve scendere nel fondo dell'abisso,

per questo deve violare le immensità dolorose.

Imperitura e infinito e saggio,

ancora deve viaggiare nell'inferno per salvare il mondo.

Egli emergerà nella luce eterna

ai confini del punto d'incontro di tutti i mondi;

là, al margine dei passi più alti della natura

la legge segreta di ogni cosa è compiuta.

Tutti i contrari sanano il loro lungo disaccordo.

Là gli eterni opposti s'incontrano e si abbracciano,

là la sofferenza diviene un'acuta ardente gioia;

il male ritorna al suo bene originale,

e il dolore giace sul seno della beatitudine:

essa ha appreso a versare liete lacrime di felicità;

il suo sguardo è carico di estasi piena di desiderio.

Allora qui la legge del dolore sarà finita.

La terra sarà trasformata nella casa della luce del cielo,

un veggente nato dal cielo albergherà nei petti umani;

il raggio supercosciente toccherà gli occhi degli uomini

e il mondo cosciente della verità scenderà sulla terra

Page 17: PAROLE DAGLI SCRITTI DI MÈRE E SRI AUROBINDO

invadendo la materia col raggio dello spirito

risvegliando il suo silenzio a pensieri immortali

risvegliando il cuore muto alla parola vivente.

Questa vita mortale ospiterà la beatitudine dell'eternità,

il sé del corpo assaporerà l'immortalità.

Allora l'opera del redentore del mondo sarà compiuta.

Quando l'oscurità s'infittisce strangolando il petto

della terra

e la mente corporea dell'uomo è l'unica lampada,

come di un ladro nella notte sarà il passo furtivo

di uno che entra non visto nella sua stessa casa.

Una voce a mala pena udita parlerà, l'anima ubbidirà,

un potere nella camera interiore della mente si insinuerà,

un fascino e una dolcezza apriranno le porte chiuse

della vita

e la bellezza conquisterà il mondo che resiste,

la luce di verità catturerà la natura di sorpresa,

un atto furtivo di Dio forzerà il cuore alla beatitudine

e la terra crescerà inaspettatamente divina.

Nella materia sarà acceso l'ardere dello spirito,

di corpo in corpo si animerà la sacra nascita;

la notte si risveglierà all'inno delle stelle,

i giorni diverranno una felice marcia di pellegrinaggio,

la nostra volontà una forza del potere

dell'eterno,

ed il pensiero i raggi di un sole spirituale.

Page 18: PAROLE DAGLI SCRITTI DI MÈRE E SRI AUROBINDO

Pochi vedranno ciò che nessuno ancora comprende;

Dio crescerà mentre i saggi parlano e dormono;

perché l'uomo non saprà ciò che viene finché non accadrà

e non vi sarà fede fino a quando il lavoro non sarà

compiuto.

FINE