PARCO DELLE ACQUE RELAZIONE · Piazza Amendola e fino alle sorgenti del Muraglione fino al ......
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PROPOSTA PER LA COSTITUZIONE DEL PARCO DELLE ACQUE MINERALI E DELLE SORGENTI TERMALI E MINERALI PRESENTI NEL TERRITORIO DEI COMUNI DI CASTELLAMMARE DI STABIA E VICO EQUENSE
Uno degli aspetti per cui Castellammare è ben conosciuta è quello legato al patrimonio
idrogeologico costituito dalle sorgenti che sono presenti nella fascia di territorio compresa
tra il centro storico, la zona collinare e la sottostante costa per una lunghezza di circa un
chilometro. Si tratta di un’area urbana che segna la parte più meridionale del centro antico
fino alle spiagge di Pozzano, limitata dai monti di Faito e dal mare. Il quartiere comprende
un quadrilatero che può essere perimetrato dal Castello Angioino a monte fino al borgo di
Pozzano e fino al porto commerciale sottostante.
Foto: quartiere portuale del “Parco delle Sorgenti”
In questo tratto geograficamente ed urbanisticamente ben limitato ben 28 sorgenti con
caratteristiche chimiche ed organolettiche differenziate ubicate alcune lungo la strada ed
altre nel “parco delle antiche terme” forniscono le acque termali per le Nuove Terme,
alimentano per buona parte sia l’acquedotto cittadino che extracittadino dalla sorgente di
Fontana Grande, sono inoltre imbottigliate da attività industriali (società Acetosella, società
Acqua della Madonna ora in liquidazione) dalle rispettive sorgenti, ed infine consentono
una fiorente attività di ristorazione correlata (chalet acqua della madonna). L’insieme di
tutte le attività rappresenta l’intera storia della città, da sempre legata alle acque ed al suo
ciclo anche se è evidente lo stato di degrado ed abbandono in cui versa l’intera area.
Attualmente le sorgenti evidenziano molte problematiche correlate a varie forme di utilizzo
in modo forse impropri, sia come quantità che come qualità.
Infatti si rileva:
- dal punto di vista igienico (in forma sporadica e saltuaria) la presenza di forme di
inquinamento batteriologico da contaminazioni fecali;
- dal punto di vista chimico fisico variazioni ed alterazioni negli elementi caratterizzanti
la mineralizzazione delle acque;
- miscelazioni di acque di differente chimismo a causa di emungimenti incontrollati;
- degrado dell’emergenza sorgentizia e evidente necessità di rinaturalizzazione delle
sorgenti, sia a scopo di tutela ambientale sia paesaggistica.
E’ evidente che quest’amministrazione pone in forma primaria la salvaguardia di un
bene comune che va sicuramente al di là del semplic e interesse locale e ritiene che il
solo modo per consentire la salvaguardia e la valor izzazione della fascia di sorgenti
sia quello di creare un “PARCO delle ACQUE MINERALI ” come bene collettivo e
preminente risorsa geonaturalistica da sottoporre a lla tutela giuridica.
Si tratta dell’intera area meridionale stabiese di elevata valenza storica che necessita di
una riqualificazione sociale ed ambientale che naturalmente passerà per la riqualificazione
del suo patrimonio sorgentizio.
L’aspetto geonaturalistico è sicuramente unico nel panorama nazionale ed anche
internazionale, costituendo un unicum di integrazione ambientale ed antropica, una vera è
propria curiosità naturale e scientifica da porre sotto i riflettori della tutela.
Tutto l’affioramento sorgentizio e l’intero futuro collegato al termalismo ed allo sviluppo
turistico della città è sottoposto ad un grave rischio nei termini di tutela e salvaguardia della
varietà chimico fisica, della qualità e della purezza delle sorgenti che è necessario
salvaguardare con ogni iniziativa utile.
In definitiva è di estrema attualità ripristinare la cultura ed il rispetto del territorio mediante
un’operazione di tutela e restauro del sistema sorgentizio e proporre un percorso storico ed
ambientale che si snoderà tra strade ed affioramenti sorgentizi.
Foto: Sorgente di Fontana Grande che alimenta l’acquedotto cittadino e parte dell’acquedotto
Iper la penisola sorrentina
Infatti lungo il tratto che da Piazza fontana Grande lungo Via Brin, su per via Visanola poi
Piazza Amendola e fino alle sorgenti del Muraglione fino al borgo di Pozzano sono presenti
tutte le sorgenti del patrimonio idrico stabiese; molte di queste hanno vissuto periodi
travagliati ed attualmente sono nascoste oppure in abbandono; è un tratto di città e di
memoria che va valorizzato ed a cui potrebbe essere associato un percorso naturalistico
cittadino in cui le sorgenti nei punti dove queste giungono a giorno dovranno essere
evidenziate, valorizzate e tutelate per la loro importanza anche futura.
Foto: sorgente del Muraglione località Via Acton - Pozzano
Valorizzare e tutelare le sorgenti significa provvedere al risanamento igienico ed
ambientale dell’intera area che renderà di fatto vivibile e turisticamente attraente i percorsi
ad esso associati. Al di là dell’individuazione di tutte le forme di legge previste per la tutela
delle sorgenti si evidenzia la necessità di realizzare un parco urbano delle acque
minerali (di carattere regionale o internazionale) che mostrerà gli affioramenti sorgentizi
nella loro meraviglia naturale liberandoli dal degrado in cui versano facendone una vera e
propria attrazione naturalistica con un percorso di conoscenza ed approfondimento.
La creazione di un Parco inoltre consentirà l’accesso a tutti gli aspetti legislativi ad esso
correlati per garantire la salvaguardia delle acque sotto ogni aspetto e fornire rilancio
all’attività turistica e termale.
Le acque minerali della città di Stabia erano famose già nell’antica Roma per l’abbondanza,
la varietà e le capacità curative. Le caratteristiche terapeutiche erano decantate anche a
fine Ottocento da illustri clinici quali L. Sementini, R. Maturi, De Renzi e sono tuttora
riconosciute pregevoli dalla moderna medicina.
Studi effettuati in passato hanno evidenziato che a Castellammare di Stabia, ai piedi del
massiccio carbonatico del Monte Faito, emergono acque sotterranee per una portata
complessiva di circa 550 litri al secondo. Gli efflussi provengono da più scaturigini lungo un
fronte di circa un chilometro in prossimità del centro antico, a pochi metri dalla linea di
costa.
La differenza quantitativa e qualitativa degli efflussi è legata al complesso assetto
geologico strutturale locale, alla eterogeneità dell’acquifero fratturato e carsificato che lo
alimenta (massiccio del Faito) ed ai fenomeni di interazione tra le acque di falda del
serbatorio carbonatico e quelle di ingressione marina.
Gli studi innanzi citati hanno evidenziato che esistono altri punti di recapito lungo la costa
delle acque di sorgente presso Vico Equenze (sorgenti della zona dello Srajo), con sbocchi
concentrati dallo stesso acquifero carbonatico che alimenta le sorgenti stabiesi.
L’avvio e la pratica di iniziative volte alla tutela e valorizzazione di questo patrimonio, anche
attraverso l’approfondimento degli studi idrogeologici e idrogeochimici del bacino di
alimentazione delle sorgenti, rappresenta un’esigenza per i territori che non può essere
trascurata.
Uno strumento idoneo sul piano politico-amministrativo è stato apprestato dalla Regione
Campania con le recenti modifiche introdotte alla normativa regionale in materia di
“Disciplina della ricerca ed utilizzazione delle acque minerali e termali, delle risorse
geotermiche e delle acque di sorgente” di cui alla L.R. 29 luglio 2008, n.8-.
Ed invero con l’art.2 della L.R. 22 luglio 2009, n°8 (entrata in vigore in data 4 agosto 2009
per dichiarazione di urgenza a seguito della pubblicazione sul B.U.R.C. n°48 del 3/8/2009),
la Regione Campania promuove l’istituzione di “Parchi delle acque minerali” con finalità di
tutela ambientale e paesistica, con particolare riferimento alla tutela e promozione delle
acque, stabilendo al comma 2° che il “parco delle acque” è costituito qualora “gli enti locali
esprimono o confermano la loro volontà associativa entro novanta giorni dall’entrata in
vigore della presente legge”. Ne deriva che entro e non oltre il 3 novembre 2009 deve
essere manifestata da parte degli enti locali interessati la volontà associativa indicata dal
legislatore regionale ai fini della costituzione del parco.
E’ opportuno, a tal proposito, sottolineare che, muovendosi in questa direzione, il Comune
di Castellammare di Stabia, con Deliberazione n. 228 del 17/11/2006, ha approvato il
progetto di Restauro di Villa Ersilia (le opere sono state ultimate) all’interno del parco delle
Nuove Terme di Stabia per la realizzazione di un “Osservatorio delle Acque”, laboratorio
fisico-chimico, microbiologico, idrogeologico e geofisico.
Il laboratorio ha come “mission” principale la protezione e la salvaguardia del patrimonio
idrico termale, con particolare attenzione rivolta al monitoraggio fisico delle fonti ed alla
difesa dall’inquinamento e dalle contaminazioni. A tal fine, saranno coordinate e stabilite le
azioni di controllo da effettuare sugli scarichi e sui prelievi laddove tali azioni possono
incidere sulla qualità delle acque stesse.
Oltre ai laboratori vi sono spazi per la ricerca dove saranno individuate le misure
necessarie a preservare le fonti nei termini di tutela e salvaguardia della loro varietà
chimico-fisica, della qualità e della purezza delle acque. Questa attività di ricerca
rappresenta sia il supporto scientifico per la definizione della qualità delle acque che la
quantificazione dei valori culturali delle esse.
Orbene, tenuto conto che nel corso della seduta del 23 luglio 2009 la valorizzazione ed il
potenziamento della risorsa acqua attraverso la costituzione di un “Parco delle Acque” ha
costituito una delle linee strategiche ritenute più significative dal Consiglio comunale in fase
di approvazione del Documento di Orientamento Strategico nell’ambito della individuazione
degli obiettivi programmatici strategici per l’area vasta stabiese, si impone la necessità per
l’Ente di avviare le procedure per giungere alla costituzione del Parco coinvolgendo il
confinante Comune di Vico Equense e di altri enti viciniori interessati.
Gli studi innanzi riferiti hanno, infatti, evidenziato che iniziative di tutela e valorizzazione
delle risorse idriche non possono essere svolte solo in ambito locale in quanto l’andamento
idrogeologico di una sorgente è legato alla struttura dell’intero bacino imbrifero che nel
caso di specie interessa anche altri comuni.
Foto: Chiesa di Porto Salvo sorta sulla sorgente Acqua della Madonna
Di tanto si è ritenuto doveroso informare la S.V. in relazione ai compiti assegnati all’Ufficio
“Più Europa” nell’ambito dell’attuazione degli interventi connessi con l’utilizzazione dei
fondi strutturali 2007-2013 -.