PAR FAS REGIONE TOSCANA Linea di Azione...

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Pagina 1 di 61 Ministero dello Sviluppo Economico Ministero dell’Università e della Ricerca Allegato B Formulario di Progetto PAR FAS REGIONE TOSCANA Linea di Azione 1.1.a.3 Ambito disciplinare: Scienze e tecnologie per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali Titolo della proposta: Rischio Sismico negli Edifici Monumentali Acronimo: RiSEM Nome del legale rappresentante dell’organizzazione capofila: Prof. Ing. Alberto Tesi, Rettore dell’Università di Firenze

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Ministero dello Sviluppo Economico

Ministero dell’Università e della Ricerca

Allegato B FFoorrmmuullaarriioo ddii PPrrooggeettttoo

PAR FAS REGIONE TOSCANA Linea di Azione 1.1.a.3

Ambito disciplinare:

Scienze e tecnologie per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali

Titolo della proposta:

Rischio Sismico negli Edifici Monumentali

Acronimo:

RiSEM

Nome del legale rappresentante dell’organizzazione capofila:

Prof. Ing. Alberto Tesi, Rettore dell’Università di Firenze

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Lista dei partecipanti

numero del partecipante nome del partecipante acronimo tipologia del partecipante

(art 4)

1 (soggetto capofila)

Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Facoltà di

Ingegneria, Università di Firenze

DICeA Università

2

Dipartimento di Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici Facoltà di

Architettura, Università di Firenze

DIRES Università

3 Dipartimento di Scienze della

Terra, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e

Naturali, Università di Siena

DST Università

4

Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni

(Laboratorio Tecnologie per i beni Culturali e Ambientali),

Facoltà di Ingegneria, Università di Firenze

DET Università

--- Comune di San Gimignano COMSG Partecipante senza beneficio dei contributi

Forma giuridica dell’associazione

Consorzio X ATS

X Da costituire Già costituito

NOTA: Il Comune di San Gimignano (acronimo COMSG) partecipa al progetto sostenendolo e fornendo attività di supporto logistico e documentario. Di conseguenza, il Comune parteciperà alle attività di ricerca ma non beneficerà né direttamente né indirettamente dei contributi previsti nel progetto, e quindi non figura tra i soggetti attuatori del progetto stesso. COMSG può quindi essere interpretato come una sorta di “supporto esterno”, comunque essenziale ai fini del raggiungimento degli obiettivi. Alla luce di quanto detto, COMSG non farà parte dell’ATS che verrà invece stipulata tra l’Università di Firenze e l’Università di Siena.

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Soggetto Università degli Studi di Firenze Acronimo UNIFI Ragione Sociale Università degli Studi di Firenze Forma giuridica Organismo di Ricerca Partita IVA /C.F: 01279680480 Responsabile legale Nome e cognome Alberto Tesi Ruolo nell’organizzazione Rettore Indirizzo Piazza San Marco, 4 e-mail [email protected] Telefono 055 2757211 Fax 055 2757429 Presentazione del soggetto: L’Università di Firenze ha le sue origini nello Studium Generale che la repubblica fiorentina vuole far nascere nel 1321. Vi si insegnano il diritto, civile e canonico, le lettere e la medicina. Nel 1364 lo Studium diventa università imperiale. Con l’avvento dei Medici al potere in Toscana, viene esiliato a Pisa. Dal XVI secolo a Firenze ricerche e insegnamenti rimangono vivi nelle numerose Accademie fiorite nel frattempo. Nel 1859 rinasce una struttura unica, l’Istituto Superiore di Studi Pratici e di Perfezionamento, che, nello stato italiano, avrà riconosciuto il carattere universitario. Nel 1923 all’Istituto è ufficialmente conferita la denominazione di Università. Oggi è una delle più grandi organizzazioni per la ricerca e la formazione superiore in Italia, con 2.300 docenti e ricercatori strutturati, oltre 1.400 dottorandi di ricerca, 750 assegnisti, quasi cento ricercatori a tempo determinato, 1.700 tecnici e amministrativi e 60.000 studenti. L’Università di Firenze è un grande ateneo, con un’offerta didattica molto vasta, che si estende a tutte le aree disciplinari. Da tempo è iniziato il percorso che si concluderà con la certificazione di qualità delle sue facoltà e dei suoi corsi. L’Università degli Studi di Firenze è suddivisa in dodici facoltà, per un offerta formativa con più di 150 corsi di laurea (di primo e secondo livello), una popolazione complessiva di circa sessantamila iscritti, un quarto dei quali proviene da fuori regione. I ricercatori dell’Università di Firenze aderiscono a 70 dipartimenti e utilizzano circa 60 strutture di ricerca tra centri interdipartimentali e interuniversitari, oltre a 10 centri di ricerca, trasferimento e alta formazione. Negli ultimi anni l’Università di Firenze ha fortemente consolidato le attività di trasferimento: dal deposito di brevetti (circa 50 attivi nel 2007), alla costituzione di laboratori congiunti con imprese (15), fino alla partecipazione a cinque società spin-off. L’attività di trasferimento è coordinata da un apposito ufficio (ILO – Industrial Liason Office), che costituisce un tramite per il coordinamento di tali attività con altre università nazionali ed estere. La partecipazione dell’Università ai processi di innovazione del sistema produttivo regionale e nazionale viene promossa dalla Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione, costituita dall’Università in collaborazione con enti locali.

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Partecipante #1 – DICeA

Responsabile scientifico DICeA Nome e cognome Gianni Bartoli Ruolo nell’organizzazione Professore Associato Indirizzo Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale

via S. Marta, 3 – 50139 Firenze e-mail [email protected] telefono 055 – 4796.218 – Cell. 338 3167283 Fax 055 – 4796.230 Presentazione del soggetto: Successivamente all’istituzione presso l'Università degli Studi di Firenze dell'Istituto di Ingegneria Civile (nel 1974, al momento della costituzione della Facoltà di Ingegneria), nel 1981 viene istituito presso l'Università degli Studi di Firenze il Dipartimento di Ingegneria Civile come naturale prosecuzione dell'Istituto omonimo. Dal 2007 il Dipartimento di Ingegneria Civile ha cambiato il suo nome diventando il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (DICeA). Esso ricopre l'area culturale delle Scienze dell'Ingegneria Civile rappresentate dai settori disciplinari raggruppati sotto la sigla ICAR nella classificazione del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, e già ricadenti sotto la giurisdizione della sottocommissione scientifica 08 del Consiglio Universitario Nazionale; a questi si aggiungono a naturale completamento della competenza territoriale le discipline applicate dell'area delle Scienze della Terra raggruppate sotto la sigla GEO ed alcune discipline di base con spiccata funzione di complementarietà. Fin dall'inizio il lavoro scientifico del Dipartimento è stato caratterizzato secondo filoni principali di approfondimento dei fondamenti delle materie caratterizzanti con la formulazione di Sezioni interne che hanno consentito lo sviluppo di numerosi collegi di Dottorato. Attualmente il Dipartimento è composto da sei sezioni.

1. Geotecnica 2. Idraulica 3. Infrastrutture e Rilevamenti Territoriali 4. Materiali 5. Progettazione Edilizia e Urbanistica 6. Strutture

L'apparato scientifico del Dipartimento, oltre che dalla sua produzione scientifica, si caratterizza marcatamente anche dall'attività dei Laboratori che testimoniano dell'elevata professionalità dello staff dipartimentale nel campo della ricerca sperimentale ed applicata. CV del responsabile scientifico: Laureato in Ingegneria Civile, sezione edile, il 20 ottobre 1988 presso la Facoltà di

Ingegneria dell'Università degli Studi di Firenze, discutendo una Tesi dal titolo "Il progetto di strutture sensibili all'azione del vento: analisi teorica con metodi nel dominio delle frequenze ed esempio applicativo", relatori Prof. Ing. Paolo Spinelli e Prof. Ing. Giuliano Augusti.

Ha conseguito, nel mese di Dicembre 1988, l'abilitazione all'esercizio della professione di ingegnere. È iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di

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Firenze al n. 3176. Nel periodo 1990-1992 ha partecipato al Dottorato di Ricerca in Ingegneria delle

Strutture (sede amministrativa, Firenze; sedi consorziate: Pisa, Genova, Udine e Bari); ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ingegneria delle Strutture discutendo, il 30 settembre 1993, la tesi dal titolo "Dinamica non lineare di strutture sottoposte all'azione del vento: applicazione del calcolo differenziale stocastico".

Nel periodo giugno 1994-giugno 1995 è stato titolare di una borsa di studio post-dottorato assegnata dall’Università di Firenze per il proseguimento delle ricerche sviluppate all’interno del corso di dottorato.

Nell’ambito del Network Europeo BEATRICE (istituito nel contesto del programma HCM), ha usufruito di una borsa di studio che ne ha consentito la permanenza presso il Danish Maritime Institute (Lyngby, Copenhagen, DK) in due distinti periodi: giugno/luglio 1994e novembre/dicembre 1995.

Nel luglio 1995 ha preso servizio come ricercatore universitario presso il Dipartimento di Ingegneria Civile (DIC) dell'Università di Firenze (ora Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, DICeA) per il settore scientifico-disciplinare H07A (Scienza delle Costruzioni). Ha ricevuto la conferma in ruolo nel luglio 1998. Nel periodo luglio 1995/settembre 1998 ha svolto attività didattica di supporto ai corsi di Scienza delle Costruzioni e di Tecnica delle Costruzioni presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Firenze; dall’a.a. 1998/1999 all’a.a. 2000/2001 ha tenuto per supplenza il corso di Scienza delle Costruzioni II (corso integrato con Meccanica Computazionale I), nel corso di Laurea in Ingegneria Civile presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Firenze.

Nel febbraio 2001 è stato nominato Professore Associato di "Tecnica delle Costruzioni" (settore scientifico-disciplinare ICAR/09 già H07B) presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Firenze. Ha ricevuto la conferma in ruolo nel febbraio 2004.

È attualmente docente dei seguenti corsi presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Firenze: dall’a.a. 2000/2001, Tecnica delle Costruzioni I, corso di Laurea in Ingegneria dell’Ambiente e del Territorio; dall’a.a. 2003/2004, Progetto delle Strutture II, corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Civile); dall’a.a. 2003/2004, Tecnica delle Costruzioni II, corso di Laurea Specialistica in Ingegneria per la Tutela dell’Ambiente e del Territorio.

Vice-Direttore del CRIACIV (Centro di Ricerca Interuniversitario di Aerodinamica delle Costruzioni e Ingegneria del Vento), al quale afferiscono le Università di Firenze, di Roma “La Sapienza”, di Perugia, di Trieste, di Chieti-Pescara e l’IUAV di Venezia [da ottobre 2006]; per conto del CRIACIV gestisce la Galleria del Vento presso la Sede di Prato dell’Università di Firenze.

Vice-Presidente dell’ANIV (Associazione Nazionale di Ingegneria del Vento) [da settembre 2007]; membro dell’ANIV dal 1990.

Ha fatto parte del Gruppo di Studio del CNR istituito dalla Commissione di Studio per la predisposizione e l’analisi di norme tecniche relative alle costruzioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che ha prodotto il “Documento CNR-DT 207/2008: Istruzioni per la valutazione delle azioni e degli effetti del vento sulle costruzioni”.

Membro del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Firenze [da settembre 2006 a settembre 2009]; responsabile della Commissione Strutture all’interno dello stesso Ordine [da gennaio 2007].

Autore o coautore di circa 140 pubblicazioni su riviste Nazionali ed Internazionali e

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su Atti di Convegni, principalmente nei seguenti ambiti. ingegneria del vento; identificazione dinamica delle strutture; monitoraggio, diagnosi ed analisi del comportamento di edifici monumentali.

È stato responsabile dei seguenti progetti di ricerca: PROGETTI PRIN:

2005-2006: “Valutazione della risposta dinamica di strutture civili: metodi non distruttivi di identificazione e modellazione semplifica-ta” (Responsabile dell’unità di ricerca DIC Università di Firenze nell’ambito del Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale “VINCES - Le vibrazioni nelle costruzioni civili: causa di danno e disturbo, strumento di indagine e valutazione”, coordinatore nazionale Prof. A. L. Materazzi)

2007-2009: “Nuove tecniche di misura in campo dinamico delle azioni e della risposta di modelli di edifici flessibili in galleria del vento”, (Responsabile dell’unità di ricerca CRIACIV Università di Firenze nell’ambito del Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale “Effetti del vento su strutture snelle e progettazione ottimale basata sulle prestazioni (Wi-POD)”, coordinatore nazionale Prof. G. Augusti)

CONVENZIONI DI RICERCA:

2002-2008: “Monitoraggio ed indagini diagnostiche nella Cappella dei Principi di San Lorenzo in Firenze”, quattro convenzioni di ricerca con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico per le Province di Firenze, Pistoia e Prato

2005-2008: “Monitoraggio ed indagini diagnostiche nel Palazzo Bourbon - Del Monte in Piancastagnaio (SI)”, due convenzioni di ricerca con il Comune di Piancastagnaio

2006-2007: “Verifiche sperimentali sull’utilizzo del collegamento ARDFIX per travi in cemento armato soggette a flessione e rinforzate con CFRP”, contratto con ARDEA s.r.l.

2007-2008: “Prime valutazioni ed interpretazioni del comportamento statico della cupola del Duomo di Siena”, due convenzioni di ricerca con l’Opera della Metropolitana di Siena

Nel campo dello studio del comportamento in campo sia statico sia dinamico degli edifici monumentali si è occupato delle seguenti ricerche: a) interpretazione di dati sperimentali provenienti da sistemi di monitoraggio, essenzialmente statici (la Cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze); b) identificazione statica e dinamica di strutture lineari e non lineari sottoposte a vibrazioni libere e forzate (il Mercato di San Lorenzo a Firenze, la Torre Grossa a San Gimignano, la Cupola del Duomo di Siena); c) modellazione numerica della risposta di grandi edifici monumentali (la Cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, il Mercato di San Lorenzo a Firenze, la Torre Grossa a San Gimignano, la Cappella dei Principi a Firenze, Palazzo Bourbon - Del Monte a Piancastagnaio, la Cupola del Duomo di Siena, Hagia Sophia a Istanbul); d) analisi delle vibrazioni indotte da traffico in edifici di carattere monumentale (il Cenacolo di Santa Apollonia a Firenze, il Palazzo Vivarelli-Colonna a Firenze).

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Partecipante #2 – DIRES

Responsabile scientifico DIRES Nome e cognome Luca Giorgi Ruolo nell’organizzazione Professore Associato Indirizzo Dipartimento di Restauro e Conservazione dei

Beni Architettonici Via P.A.Micheli, 8 - Firenze

e-mail [email protected] telefono 055 2756575 - Cell. 328 1118666 Fax Presentazione del soggetto: Del DIRES (a partire dal 1 aprile 2010 sezione Restauro del nuovo DICR - Dipartimento di Costruzioni e Restauro) fanno parte docenti e ricercatori afferenti a settori di ricerca omogenei per fini e per metodi (settori scientifico-disciplinari ICAR19, il principale, e ICAR06, ICAR13, ICAR15, ICAR18, CHIMI2, GE005 e BI001). L'ambito di interesse che caratterizza, nelle sue finalità e nei suoi lineamenti applicativi, il progetto culturale è individuato dall'insieme delle problematiche riguardanti la conservazione attiva del patrimonio edilizio storico. Questo - considerato sia nella consistenza figurale, materica e costruttiva dei singoli manufatti che del loro contesto - è assunto come valore di cui assicurare permanenza e appropriato uso sociale attraverso la progettazione e la attuazione di interventi di restauro alle diverse scale. Sempre più spesso si è portati a definire tanto l'apporto del restauro quanto quello della nuova costruzione quali trasformazioni dell'esistente. Attualmente le attività riguardano anche il restauro dei giardini storici e del paesaggio. La ricerca è specificamente orientata alla Conservazione e al Restauro del patrimonio architettonico, in continuazione con quella che in epoche passate costituì una significativa presenza nell'ateneo fiorentino. L'attività dell'Istituto fu parte costitutiva della scuola italiana del Restauro, ben nota e apprezzata all'estero forse come la migliore in assoluto. Nel DIRES sono attivi i seguenti Laboratori: • LAM- Laboratorio Materiali Lapidei e Geologia applicata all'ambiente ed al

Paesaggio; • LAMU - Laboratorio Multimediale; • Laboratorio di Geomatica e Conservazione; • Laboratorio Fotografico.

I principali indirizzi della didattica, della ricerca e dell'operatività sono: la conoscenza analitica dei materiali da costruzione antichi e moderni; le indagini fisico-chimiche sui materiai lapidei; la geomatica per la conservazione; la conoscenza del comportamento delle strutture antiche e dell'età moderna; la diagnostica e riabilitazione strutturale, il comportamento degli edifici storici in caso di attività sismica; le trasformazioni strutturali degli edifici storici; l'integrazione di "antico e nuovo" nel progetto di restauro; la sostenibilità nel restauro e negli interventi di consolidamento. CV del responsabile scientifico:

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Nel 1973 si laurea a pieni voti in Architettura presso l'Università degli Studi di Firenze con una tesi su "Architettura nel territorio: ipotesi per una struttura a scala urbana", relatore prof. Leonardo Ricci. Nel 1974 consegue l’abilitazione all'esercizio della professione di Architetto. E’ iscritto all'Albo Professionale della provincia di Firenze. Nel 1975 vince il concorso a tecnico coadiutore di ruolo presso l'Istituto di Restauro dei Monumenti dell'Ateneo Fiorentino, e viene incaricato della gestione del Laboratorio dei Materiali e dell’Archivio dell'Istituto Nel 1983 prende servizio come Ricercatore universitario per la classe Restauro dei Monumenti presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Dal 1983 svolge attività didattica di supporto ai corsi di Restauro dei Monumenti e di Restauro Architettonico, partecipando come correlatore a molte tesi discusse nel settore. A partire dall’A.A. 1991-1992 è docente affidatario di numerosi corsi nel Corso di Laurea in Architettura dell'Ateneo Fiorentino: corsi di Conservazione edilizia e tecnologia del restauro (dal 1991 al 1997), di Degrado e diagnostica dei materiali dell’edilizia storica (dal. 1995 al 1997), di Caratteri Costruttivi dell’edilizia storica (nel 1997), di Restauro Architettonico , materia caratterizzante del Laboratorio di Restauro (dal 1998 in poi). Nel 2001 è vincitore del concorso a Professore associato di Restauro Architettonico e prende servizio presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze quale docente (2001-2006) del corso di Restauro Architettonico, materia caratterizzante del Laboratorio di Restauro Dal 2005 al 2008 è titolare del Laboratorio di sintesi finale (laboratorio prelaurea) in Restauro Architettonico e del modulo di Degrado e Diagnostica nel Laboratorio di Sintesi finale in Riabilitazione strutturale e Restauro del Patrimonio Storico, Architettonico e Territoriale in paesi ad emergenza socio-economica. Attualmente è titolare del corso di Caratteri Costruttivi dell’Edilizia Storica e del Laboratorio di sintesi finale (laboratorio prelaurea) in Restauro Architettonico nel corso di Laurea Specialistica in Architettura. Negli A.A 2002-2003 al 2003-2004 è docente incaricato di Restauro Architettonico nel Corso di Laurea in Tecnologie per la Conservazione dei Beni culturali. E’ stato relatore di 221 Tesi di laurea in Architettura (molte di esse sono state pubblicate) e di 2 tesi di Laurea in Tecnologie per la Conservazione dei Beni culturali. Gli argomenti trattati riguardano edifici monumentali come chiese (a Firenze S.Maria Novella, S. Trinita, S. Maria Maggiore, S. Biagio e S:Maria dei Servi a Montepulciano, S.Giorgio a Modica, del Gesù a Lecce …), palazzi (Palazzo Pitti, Palazzo Corsini, Palazzo Vecchio a Firenze, Palazzo Pretorio a Sinalunga, Palazzo dei Diavoli a Siena,…) , castelli (Malmantile,Montemassi, Fiumefreddo Bruzio, Groppoli, Trequanda, Bolignano, Montiano, Bentivoglio….), cupole (S.Gaudenzio a Novara), campanili e torri (Badia di S.Salvatore di Montecorona, Badia Fiorentina, Duomo di Ravenna, S.Domenico a Perugia) teatri (Teatro Piccolini a Firenze, Teatro Dante a Sansepolcro,…), ponti (di Pogi a Bucine,della Vergine a Pistoia, di Buriano,…) , complessi conventuali (S.Francesco a Lucignano, S.Maria Novella a Firenze,…) , monumenti archeologici (Arco di Augusto a Rimini, Palazzo di Teodorico a Ravenna,…), architetture moderne (Chiesa dell’Autostrada del Sole di Michelucci, Stazioni del Mazzoni, Rotonda di Senigallia,…) e di archeologia industriale. Oltre a questi, tesi erano dedicate a sistemi paesistici (parco del Matese,…), giardini (di Boboli, della Villa di Castello, Torrigiani, a Firenze) e reti impiantistiche antiche (Acquedotti e fonti di Assisi, Gubbio, Senigallia, Bologna, . Ulteriori ricerche erano relative a elementi specifici

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di antiche tecniche costruttive (carpenterie lignee d chese e teatri, volte laterize e lapidee, ..) o materiali (pavimentazioni laterizie antiche, in pietra asfaltica, laterizi bicromi, materiali dell’architettura Liberty,…) indagati nel loro impiego e problemi di conservazione. Dal 1999 è docente al Master in Conservazione e Restauro del Patrimonio Edificato della Facultad de Arquitectura, Urbanismo y Diseño della Universitad Nacional de Córdoba (Argentina) dove nel 2004 è Relatore di una Tesi. Partecipa in qualità di docente a numerosi corsi di Formazione Professionale, Aggiornamento, Seminari nazionali ed internazionali. E' stato promotore, Delegato Nazionale e Vice-chairman nell’Azione COST-UCE, European Cooperation in the field of Scientific and Technical Research, Urban Civil Engineering: 'Urban Heritage - Building maintenance'. Autore o coautore di numerose ricerche sulla diagnosi non distruttiva di Beni Culturali mobili ed immobili mediante termografia e riflettografia, svolte in collaborazione con numerosi Enti ed Istituti, quali l'Istituto Nazionale di Ottica, l'Opificio delle Pietre Dure, Laboratori ed Istituti della Facoltà di Ingegneria di Firenze. Le ricerche riguardano edifici (S.Maria del Fiore, lo Spedale degli Innocenti, il Palazzo dei Cavalieri di Pisa, ...) ed oggetti d’arte (bronzi antichi del Museo Nazionale di Firenze, formella della Porta del Paradiso del Battistero di Firenze, ...). Partecipa a numerose ricerche, basate su appositi nuovi rilievi a grande scala e accertamenti diretti e strumentali, sui molti dei più rilevanti edifici monumentali civili (Palazzo Strozzi e Palazzo del Bargello a Firenze) e chiesastici italiani, quali il complesso di S.Maria del Fiore a Firenze (Cattedrale, Battistero e Campanile); la chiesa di S.Lorenzo Maggiore a Milano (rilievo, studio strutturale); la Badia Fiorentina, Il S.Biagio di Montepulciano, chiese gesuitiche (Gesù di Montepulciano o il San Rocco di Parma); la Fabbrica di S.Pietro a Roma (esecuzione del primo rilievo a grande scala delle sezioni dell’edificio; rilievo strumentale dei profili della cupola ); Rapporti fra architettura e decorazione pittorica in Italia centro-settentrionale tra il XIII e il XIV secolo. Tutti gli studi sono stati pubblicati. Partecipa a numerosi Congressi, Seminari, Giornate di Studio, Conferenze Nazionali ed Internazionali su tematiche relative al Restauro Architettonico, Urbano, alla diagnostica del Restauro, al Rilievo Architettonico, alla Storia dell’Architettura, ai problemi della Conservazione di strutture e materiali. I contributi sono stati sempre pubblicati nei relativi Atti. E’ responsabile di due convenzioni di ricerca con l’Opera della Metropolitana di Siena (2007-2008) sulla Diagnostica Architettonica della cupola della Cattedrale di Siena”, e sulla “Diagnostica architettonica delle strutture adiacenti al tamburo e ai pilastri della Cattedrale di Siena”, Responsabile di accordi ci collaborazioni con enti quali l’Istituto Geografico Militare Italiano per il coordinamento di rilievi finalizzati alla diagnostica per il restauro dell’edificio sede dell’IGM di Firenze, o Italia Nostra, per indagini sul complesso del Duomo di Urbino. Molte delle ricerche svolte sono relative alla diagnostica architettonica e strutturale di grandi strutture fra le quali la Cupola di S.Maria del Fiore, di S.Pietro a Roma, del S. Lorenzo di Milano, del Duomo di Siena, o di edifici a torre e campanili, come quelli di Giotto a Firenze, del S. Biagio a Montepulciano, del Duomo a Ravenna, o la torre del Palazzo del Bargello a Firenze. Tutte le ricerche sono state pubblicate.

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Partecipante #3 – DST

Responsabile scientifico DST Nome e cognome Dario Albarello Ruolo nell’organizzazione Professore Associato Indirizzo Dipartimento di Scienze della Terra

Via Laterina, 8 – 53100 - Siena e-mail [email protected] telefono 0577 233825 - Cell. 335 5925949 Fax 0577 233844 Presentazione del soggetto: Il Dipartimento di Scienze della Terra si è costituito nel 1984 per l’aggregazione di docenti di tre Istituti: l’Istituto di Geologia, l’Istituto di Mineralogia e Petrografia e l’Istituto di Geofisica. Le principali linee di ricerca afferiscono alle aree geologico - paleontologica, mineralogico - petrografica, geografico - geomorfologica, geofisica e geologico - applicata. Nell’area geologico - paleontologica le ricerche sono soprattutto di Geologia regionale, Analisi di bacino, Cartografia geologica, Analisi strutturale e Biostratigrafia con applicazioni nell'Industria estrattiva, nella Geotermia, nella Geologia urbana e nella definizione dei Geositi. In quella mineralogico - petrografica le principali tematiche riguardano ricerche sulle meteoriti antartiche, sui fillosilicati come indicatori di condizioni paleoambientali, sui ceramici avanzati come sensori chimici oltre che ricerche applicate allo studio archeometrico dei manufatti e ai Beni culturali. Assumono inoltre particolare importanza le ricerche in Antartide sull'orogene di Ross e lo studio sui depositi glaciali, al fine di ricostruire l'evoluzione del clima nell'Olocene. Nell'area geografico - geomorfologica le linee di ricerca riguardano principalmente studi sui cambiamenti climatici (Climatic Global Change) neogenici e quaternari, variazioni del paesaggio fisico in varie nazioni del mondo e studi di Neotettonica. Nell'area della Geofisica e della Geofisica applicata le ricerche si sviluppano essenzialmente nei campi della Geodinamica dell'Area mediterranea, negli studi della pericolosità sismica con metodologie innovative e nello sviluppo e nell'applicazione di metodologie geofisiche per la caratterizzazione dinamica dei terreni e dei manufatti in aree sismiche e alla prospezione a bassa profondità in aree caratterizzate da alta vulnerabilità (ad es. aree archeologiche etc.). Nell'area geologico - applicata tra le più significative ricordiamo le ricerche idrologiche e idrogeologiche, quelle finalizzate alla difesa e alla gestione del territorio, quelle di cartografia tematica e Web Cartography, e quelle relative all'applicazione e allo sviluppo di nuove tecniche e metodologie di telerilevamento e GIS. CV del responsabile scientifico: Laureato in Fisica nel 1983 presso l’Università degli Studi di Bologna. Negli anni 1986, 1987 e 1989 titolare di contratti di ricerca presso l’Università di Siena. Dal 1986 al 1988 è stato titolare di una Borsa di Studio presso l’Istituto Nazionale di Geofisica. Nel periodo 1988-1990 ha collaborato con l’Istituto Sperimentale Modelli e

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Strutture (ISMES) di Bergamo in qualità di consulente esterno. Nel 1990 è Ricercatore (confermato nel 1994) presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Siena. Dal 1998 è Professore Associato (confermato nel 2002) presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Siena. Nel corso della sua carriera scientifica si è occupato di modellazione quantitativa (su base analitica e numerica) di processi geodinamici, determinazione dei campi di sforzo e deformazione da dati sismici, studio di precursori sismici e di analisi della sismicità su base statistica. Negli ultimi anni ha svolto soprattutto attività di ricerca nel campo dello sviluppo di metodologie per la stima della pericolosità sismica a partire da basi dati macrosismici e strumentali. E’ stato membro della commissione mista SSN-GNDT- ING per la definizione della nuova carta di pericolosità sismica del territorio Nazionale ed ha sviluppato, come responsabile di unità di ricerca in ambito Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti, ricerche dedicate allo studio della pericolosità sismica. Ha coordinato e coordina alcuni progetti di ricerca finanziati dal Servizio Nazionale della Protezione Civile, per lo sviluppo e l’applicazione di metodi innovativi per la stima della pericolosità sismica e la valutazione della risposta sismica locale. E’ stato co-direttore di progetti di ricerca in ambito NATO-SfP dedicati alla applicazione di tecniche innovative per la caratterizzazione dinamica dei terreni e degli edifici in zona sismica nell’area Balcanica e per lo studio dei processi sismogenici nell’area del Caucaso Meridionale. Ha partecipato, come esperto della Protezione Civile, alla redazione delle Linee guida per la Microzonazione Sismica. In quest’ambito, le sue attività di ricerca sono state focalizzate sullo sviluppo e l’applicazione di metodi innovativi per la caratterizzazione dinamica del sottosuolo con tecniche di sismica passiva. E’ autore di altre 150 lavoro a stampa in forma estesa, di cui un terzo circa su riviste con comitato editoriale internazionale (ISI).

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Partecipante #4 – DET

Responsabile scientifico DET Nome e cognome Massimiliano Pieraccini Ruolo nell’organizzazione Professore Associato Indirizzo via S. Marta, 3 – 50139 Firenze e-mail [email protected] telefono 055 – 4796.273 Fax 055 - 494569 Presentazione del soggetto: Il Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni dell’Università di Firenze (Facoltà di Ingegneria) partecipa al progetto attraverso il Laboratorio Tecnologie per i Beni Culturali e Ambientali (TECHLab). Il Laboratorio Tecnologie per i Beni Culturali e Ambientali (TECHLab) è stato fondato nel 2001 dal prof. Carlo Atzeni e dal dott. Massimiliano Pieraccini (all’epoca ancora ricercatore universitario) in occasione di un consistente finanziamento nell’ambito di un progetto PARNASO (Patrimonio Artistico Nuove Tecnologie Applicate per lo Sviluppo e l’Occupazione) del Ministero dei Beni Culturali. Nello stesso anno l’Ateneo di Firenze contribuisce approvando l’acquisto di una grande attrezzatura, uno scanner 3D, come dotazione del laboratorio. L’attività del Laboratorio si è articolata da subito su due filoni: sviluppo di tecnologie radar per il monitoraggio la diagnostica di grandi strutture architettoniche e acquisizioni tridimensionali di statuaria. Dal 2001 ad oggi vari PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) hanno contribuito alle attività legate al Laboratorio, in particolare sono state approvate e finanziate le domande presentate da Carlo Atzeni e Massimiliano Pieraccini negli anni: 2001, 2002 (2 progetti), 2003, 2005 e 2007. Nel 2005 il Laboratorio ha gestito le attività di un importante progetto di ricerca europeo triennale denominato GALAHAD (www.galahad.eu). Nel 2007 è stato approvato un secondo progetto europeo, denominato ORFEUS (www.orfeus-project.eu). Numerosi altri progetti e convenzioni di ricerca sono stati condotti dal 2001 ad oggi. Inoltre, si vuole far notare che l’attività di ricerca e sviluppo del Laboratorio ha trovato da anni un riscontro con la realtà industriale del territorio. L’azienda IDS SpA di Pisa, leader in Italia nel campo dei radar, ha un legame stabile e duraturo con questo Laboratorio, redigendo progetti comuni di ricerca e anche finanziando posti di assegnista e ricercatore. Attualmente lo staff del laboratorio è costituito da: 2 professori strutturati, 1 ricercatore universitario a tempo determinato, 6 assegnisti di ricerca e 1 dottorando. CV del responsabile scientifico: Massimiliano Pieraccini, nato ad Arezzo il 19 febbraio 1968, laureato in Fisica, dottore di ricerca in “Controlli Non Distruttivi”, è attualmente professore associato confermato presso il Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni dell’Università di Firenze. 1. STUDI E CARRIERA ACCADEMICA 1994 Laurea in Fisica (indirizzo applicativo) conseguita il 6 giugno 1994 presso

l'Università di Firenze. 1995 Premio di Laurea “Nello Carrara” (migliore tesi italiana in Ingegneria

Elettronica o Fisica sulle applicazioni delle onde elettromagnetiche) [D2].

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1997 Ricercatore universitario (classe di concorso: ING-INF/01 Elettronica) presso l’Università di Firenze.

1999 Dottorato di Ricerca in “Controlli Non Distruttivi” conseguito il 12 febbraio 1999 presso l’Università di Firenze.

2000 Conferma nel ruolo di ricercatore universitario. 2005 Professore associato (classe di concorso: ING-INF/01 Elettronica) presso

l’Università di Firenze. 2008 Conferma in ruolo come professore associato 2. ATTIVITA’ DI RICERCA Sensori a fibra ottica per la caratterizzazione di sospensioni di particelle Negli anni 1993-1995 Massimiliano Pieraccini si è occupato dello sviluppo e della realizzazione di sensori a fibra ottica per la caratterizzazione di sospensioni di particelle. Questa attività è stata condotta presso l’Istituto di Ricerca sulle Onde Elettromagnetiche “Nello Carrara” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IROE-CNR), attualmente denominato Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara”, nell’ambito del Progetto Finalizzato“Tecnologie Elettroottiche”.

Trasduttori di ultrasuoni Negli anni 1995-1997, presso il Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’Università di Firenze, Massimiliano Pieraccini si è occupato dello sviluppo e la realizzazione di innovativi trasduttori di ultrasuoni basati sull’impiego di un laser di potenza e una fibra ottica opportunamente trattata.

Acquisizione e digitalizzazione di immagini tridimensionali Nel periodo dal 1998 al 2001, Massimiliano Pieraccini si è occupato di tecniche di acquisizione e digitalizzazione di immagini tridimensionali per applicazioni nel campo dei beni culturali mediante sistemi optoelettronici in grado di acquisire in forma digitale, senza contatto, le coordinate tridimensionali di un oggetto con accuratezza dell’ordine della decina di micrometri.

Radar interferometrici ad apertura sintetica per il monitoraggio di terreni instabili

A partire dal 1998, Massimiliano Pieraccini si è occupato dello sviluppo e la sperimentazione in campo di radar per applicazioni ambientali e di protezione civile. Nel corso degli anni, nell’ambito di vari progetti di ricerca, le tecniche radar sviluppate sono state sperimentate icn una varietà di applicazioni: monitoraggio dei versanti franosi, monitoraggio a distanza di vulcani, monitoraggio a distanza di ghiacciai, rilievo altimetrico di zone non accessibili.

Radar coerenti per il monitoraggio di strutture architettoniche A partire dal 2000, Massimiliano Pieraccini si è occupato dello sviluppo e sperimentazione di innovative tecniche radar per il monitoraggio remoto, statico e dinamico, delle strutture architettoniche. Le tecniche e sistemi radar sviluppati sono stati sperimentati in una varietà di applicazioni: controllo della stabilità statica di grandi strutture, monitoraggio degli effetti di eventi sismici sulle strutture architettoniche, controlli dinamici su grandi strutture.

Radar per introspezione muraria e sotterranea Un altro campo di ricerca di cui Massimiliano Pieraccini si occupa, fin dal 2002, è lo sviluppo e la sperimentazione di tecniche e sistemi radar per l’introspezione muraria e sotterranea. In particolare, sono stati sviluppati sistemi radar con frequenza operativa idonea alla penetrazione attraverso le murature. Tali radar potendo sintetizzare bande molto larghe (fino a 4 GHz), sono in grado di fornire immagini ad alta risoluzione dei materiali investigati. Negli anni 2003-2004, tali innovativi radar sono stati impiegati in una campagna sperimentale che ha avuto

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un certo impatto nella stampa locale e nazionale: l’investigazione delle pareti del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze. L’obiettivo era cercare indizi sull’esistenza di una intercapedine che possa tuttora preservare frammenti del perduto affresco “La Battaglia di Anghiari” di Leonardo da Vinci. Nel novembre 2006 è stato approvato un progetto europeo triennale denominato ORFEUS (Optimised Radar for Finding Every Utility in the Street, http://www.orfeus-project.eu/), che aveva tra gli obiettivi principali lo sviluppo e la sperimentazione di un radar penetrante ai limiti dello stato dell’arte. Il prof. Massimiliano Pieraccini è stato responsabile dell’unità dell’Università di Firenze, che ha avuto un ruolo fondamentale nel fornire la tecnologia necessaria. A riprova della discreta notorietà che il prof. Massimiliano Pieraccini ha raggiunto nel campo dei radar penetranti, si segnala la recente nomina a Technical Chairman della 13th International Conference on Ground Penetrating Radar che si terrà in Italia nel 2010. Questo convegno è il principale evento internazionale nel campo dei radar penetranti. Si tiene ogni due anni ed è la prima volta che viene organizzato in Italia. Il Technical Chairman ha la responsabilità del programma scientifico del convegno.

Sensori elettromagnetici per la ricerca di persone sepolte da macerie o neve Recentemente, il prof. Massimiliano Pieraccini ha iniziato una nuova linea di ricerca che consiste nello sviluppo di un sensore elettromagnetico per la ricerca di persone sopravissute sepolte da neve o macerie attraverso la rivelazione di segnali vitali. Un tale sensore potrebbe avere un notevole impatto nel campo della protezione civile. Si tratta essenzialmente di un sistema di trasmissione e ricezione interferometrico a singola frequenza, in grado di rivelare i piccoli spostamenti indotti dal respiro e dal battito cardiaco mediante la misura della rotazione di fase del segnale rivelato. Attualmente il sensore è in corso di validazione in collaborazione con il Dipartimento dei Vigili del Fuoco di Pisa.

3. RESPONSABILITÀ NELLA GESTIONE DI PROGETTI DI RICERCA E DI FINANZIAMENTI Il prof. Massimiliano Pieraccini è stato responsabile di unità di ricerca nei seguenti progetti. •“Interferometria radar per prove dinamiche su strutture architettoniche”.

Finanziamento di Ateneo per iniziative di ricerca condotte da giovani ricercatori. Anno d’inizio: 2000. Durata: 1 anno.

•“Radar ad apertura sintetica (SAR), per il microrilievo di siti archeologici e per la mappatura altimetrica degli scavi”. CNR Agenzia 2000 Progetto Giovani. Linea tematica: Studi integrati scientifico-umanistici e tecnologie innovative in archeologia. Anno d’inizio: 2000. Durata: 1 anno.

•“Radar interferometrico per la misura a distanza delle vibrazioni di strutture architettoniche sollecitate dal vento”. Progetto di Rilevante Interesse Nazionale cofinanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. Anno d’inizio 2001. Durata: 2 anni.

•“Sviluppo e impiego di innovative tecniche radar di introspezione muraria per la diagnosi di edifici storici e per la verifica degli interventi di recupero”. Progetto di Rilevante Interesse Nazionale cofinanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. Anno d’inizio 2002. Durata: 2 anni.

•“Monitoraggio da terra di fenomeni di instabilità geologica ad alto rischio e di grandi opere strutturali: integrazione di tecniche di telerilevamento a microonde e laser 3D”. Progetto di Rilevante Interesse Nazionale cofinanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. Anno d’inizio 2003.

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Durata: 2 anni. •“GALAHAD” (Advanced Remote Monitoring Techniques for Glaciers, Avalanches

and Landslides Hazard Mitigation) http://www.galahad.eu/. Progetto finanziato nell’ambito del Sesto Programma Quadro della Comunità Europea. Anno d’inizio: 2005. Durata: 3 anni.

•“ORFEUS” (Optimised Radar for Finding Every Utility in the Street) http://www.orfeus-project.eu/. Progetto finanziato nell’ambito del Sesto Programma Quadro della Comunità Europea. Anno d’inizio: 2006. Durata: 3 anni.

•“Radar interferometrici per il monitoraggio di versanti e grandi strutture”. Finanziamento di Ateneo. Anno d’inizio: 2006. Durata: 2 anni.

•“Radar per il monitoraggio di versanti e per la ricerca di persone sepolte da detriti”. Finanziamento di Ateneo, Anno d’inizio: 2007. Durata: 2 anni. Finanziamento: 4,000 euro

•“Sviluppo di radar per il controllo della stabilità delle cave ai fini della sicurezza del personale, per il rilievo e per l'ottimizzazione delle rese”. Progetto di Rilevante Interesse Nazionale cofinanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. Anno d’inizio: 2008. Durata: 2 anni.

4. ORGANIZZAZIONE E DIREZIONE DI GRUPPI DI RICERCA Nel 2001, Massimiliano Pieraccini ha fondato con il prof. Carlo Atzeni, ordinario di Microlettronica presso l’Università di Firenze, il “Laboratorio di Tecnologie per i Beni Culturali e Ambientali” del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni dell’Università di Firenze. Tale laboratorio ha una sede propria di circa 100 metri quadrati con numerose postazioni di lavoro attrezzate. Il personale del laboratorio attualmente consiste di:

• 1 ricercatori a tempo determinato; • 7 assegnisti di ricerca; • 1 dottorando di ricerca.

5. PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE Il prof. Massimiliano Pieraccini è autore di:

• 52 articoli su riviste internazionali ISI • 6 pubblicazioni su riviste nazionali • 3 capitoli di libri • 3 brevetti di invenzione • 45 pubblicazioni su atti di congressi internazionali • 17 pubblicazioni su atti di congressi nazionali

Indice di Hirsch: 10 (calcolato alla data 17/03/2010 da ISI Thomson-Web of Science sulle sole citazioni ISI) Definizione di indice di Hirsh: uno scienziato possiede un indice di Hirsch h se h dei suoi N lavori hanno almeno h citazioni ciascuno e i rimanenti (N – h) lavori hanno ognuno meno di h citazioni. 6. ALTRE ATTIVITA’ SCIENTIFICHE Il prof. Massimiliano Pieraccini oltre alle attività di ricerca menzionate sopra, si è occupato di varie altre attività scientifiche. 1) E’ referee di numerose riviste scientifiche:

• IEEE Transactions on Geoscience and Remote Sensing; • IEEE Letters on Geoscience and Remote Sensing; • IEEE Transactions on Microwave Theory and Techniques; • IEEE Transactions on Instrumentations and Measurements; • IEEE Sensors;

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• International Journal on Remote Sensing; • IET Science Measurement and Technology.

2) E’ membro del panel dei revisori dell’European Radar Conference (EuRAD) che si tiene ogni anno e di cui cura la selezione dei lavori della sessione “Radar architecture and systems”.

3) E’ stato nominato Technical Chairman della 13th International Conference on Ground Penetrating Radar che si terrà in Italia nel 2010. Questo convegno è il principale evento internazionale nel campo dei radar penetranti. Si tiene ogni due anni ed è la prima volta che viene organizzato in Italia. Il Technical Chairman ha la responsabilità del programma scientifico del convegno.

7. ATTIVITA’ DIDATTICA Il prof. Massimiliano Pieraccini è docente dei seguenti corsi:

• Elettronica, per il corso di laurea in Ingegneria Informatica • Elettronica delle Telecomunicazioni, per il corso di laurea in Ingegneria

Elettronica • Tecnologie per i Beni Culturali, per il corso di laurea in Ingegneria Elettronica

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COMSG Il Comune di San Gimignano (acronimo COMSG) partecipa al progetto sostenendolo e fornendo attività di supporto logistico e documentario. Di conseguenza, il Comune parteciperà alle attività di ricerca ma non beneficerà né direttamente né indirettamente dei contributi previsti nel progetto, e quindi non figura tra i soggetti attuatori del progetto stesso. COMSG può quindi essere interpretato come una sorta di “supporto esterno”, comunque essenziale ai fini del raggiungimento degli obiettivi. Alla luce di quanto detto, COMSG non farà parte dell’ATS che verrà invece stipulata tra l’Università di Firenze e l’Università di Siena.

Responsabile scientifico COMSG Nome e cognome Giacomo Bassi Ruolo nell’organizzazione Sindaco Indirizzo Comune di San Gimignano

Piazza del Duomo 2 – 53037 San Gimignano (SI) e-mail [email protected] telefono 0577/9901 Fax 0577/990358

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(Parte 1) 1. Qualità scientifica e tecnica 1.1 Filosofia della proposta e obiettivi

Descrivere la filosofia e gli obiettivi generali del progetto di ricerca. Descrivere in dettaglio gli obiettivi scientifici e tecnologici - S&T. Indicare come questi si relazionano alle tematiche dell’avviso. Gli obiettivi dovranno essere quelli raggiungibili attraverso lo sviluppo del progetto di ricerca, non attraverso sviluppi conseguenti e dovranno essere descritti in una forma misurabile e verificabile, anche in riferimento alle milestones che saranno indicate nella tavola 1.2.e.

RiSEM – Rischio Sismico negli Edifici Monumentali Introduzione

La qualità della vita in ogni ambiente urbano è fortemente condizionata dalla sicurezza e dalla funzionalità degli edifici e delle infrastrutture che compongono l’ambiente stesso. Ogni restrizione all’accesso o all’utilizzo alle aree pubbliche ha una forte ricaduta, in negativo, in termini di qualità della vita per l’intera comunità. Se questo è vero in generale, nel caso dell’Italia (e della Toscana in particolare) il problema è tanto più sentito dal momento che il territorio è caratterizzato da una massiccia presenza di edifici di valore storico e monumentale (in molti casi dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO). Questi edifici non solo hanno un valore storico e documentale (attorno al quale si costruisce e si coagula l’identità storica di una comunità), ma costituiscono, specialmente in aree dove il turismo è diventato una (se non l’unica) delle principali attività economiche, un irrinunciabile valore economico di sostegno alla comunità stessa.

Di contro, gli eventi sismici ai quali il territorio italiano è periodicamente sottoposto, per ultimo il sisma dello scorso 6 aprile 2009 a L’Aquila, hanno messo in evidenza l’elevata vulnerabilità del patrimonio monumentale; non di rado si sono manifestati dissesti e, in alcuni casi, crolli, di edifici monumentali o di parte di essi a seguito di terremoti anche non estremamente violenti (si pensi, ad esempio, ai danni subiti dalla Basilica di San Francesco ad Assisi a seguito delle scosse del novembre 2007).

Di conseguenza appare di assoluto rilievo lo sviluppo della ricerca indirizzata alla messa a punto di tecniche di indagine, di analisi e di diagnosi che consentano, in maniera sufficientemente speditiva e con costi relativamente contenuti, di stabilire il rischio sismico di beni monumentali di rilevanza o di interi agglomerati urbani di interesse storico.

La quantificazione del rischio nasce dalla combinazione di tre diversi fattori, che possono essere sintetizzati nei concetti di pericolosità sismica, vulnerabilità ed esposizione. Con il termine di pericolosità sismica si intende la valutazione del sisma atteso in una data posizione geografica, ovviamente in termini statistici, di solito attraverso la quantificazione della massima accelerazione al suolo su un assegnato periodo di ritorno (ad esempio, la massima accelerazione che un manufatto può subire in un intervallo di tempo di 500 anni o superiore). La vulnerabilità rappresenta un indice della capacità dell’edificio esaminato a sopportare una data azione sismica, ed è di solito espressa attraverso la probabilità che l’edificio possa resistere (con un prefissato livello di danneggiamento) ad un terremoto di assegnata intensità. Infine, con il termine relativo all’esposizione, si intende valutare la rilevanza dell’opera in relazione alla sua importanza ed al suo utilizzo, per il suo valore intrinseco o per la sua funzione o per i beni in esso contenuti; questa valutazione avviene attraverso la quantificazione delle conseguenze che potrebbero derivare alla Comunità da un danneggiamento o, peggio, da un crollo dell’edificio esaminato (ad esempio, a parità di caratteristiche della costruzione, un edificio adibito a museo o ad ospedale è più esposto di un edificio di civile abitazione).

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La valutazione del rischio consente, alla fine del percorso delineato, di trarre conclusioni circa gli eventuali interventi che possono essere previsti per ridurre le conseguenze attese nel caso di evento sismico; parallelamente, il confronto del rischio sismico associato a diversi monumenti o edifici in genere, può essere utilizzato per pianificare, su scala territoriale, la priorità e l’urgenza degli interventi di salvaguardia che possono essere messi in atto sul medio-lungo periodo.

Il percorso che porta alla valutazione del rischio sismico degli edifici (ed in particolare degli edifici a carattere monumentale) è senza dubbio molto complesso, e richiede l’utilizzo di tecniche e conoscenze trasversali a settori e competenze diverse.

Vale la pena di ricordare, in questo contesto, che l’interpretazione della risposta strutturale di un bene monumentale, a differenza di quanto è possibile fare per edifici di nuova costruzione, è un percorso estremamente complesso: da un lato è molto difficile, a volte quasi impossibile, avere informazioni sui percorsi costruttivi (le modifiche intercorse nei secoli) che hanno portato l’edificio a raggiungere la forma attuale; dall’altro spesso non è possibile distinguere con chiarezza gli elementi che hanno un effettivo funzionamento strutturale da altri che hanno solo funzione architettonica. A questo vanno aggiunte anche le difficoltà legate alla possibilità di svolgere una campagna sperimentale esaustiva (almeno in senso classico) che possa togliere incertezze sulle proprietà dei materiali e sulla loro distribuzione spaziale in quanto le prove tecniche di prova potrebbero risultare invasive (si pensi, ad esempio, all’impossibilità di operare una sperimentazione su una parete affrescata).

Ad oggi, emerge quindi con urgenza la necessità di mettere a punto metodologie di indagine ed analisi che consentano di procedere a tale valutazione, e di sviluppare tecnologie che possano essere utilizzate con una certa ripetitività e su una scala abbastanza grande in modo da procedere ad una quantificazione del rischio sismico, sufficiente a fornire le indicazioni di carattere generale necessarie ad una prima stima della priorità degli interventi necessari a salvaguardare il patrimonio monumentale di un insediamento a carattere storico.

Il progetto di ricerca si pone proprio questo obiettivo: raccogliere sotto un denominatore comune competenze e tecniche diverse che, con un impatto minimo sul territorio e sul patrimonio analizzato, possano giungere alla quantificazione del rischio sismico, attraverso la definizione dei diversi aspetti ad esso collegati; tale valutazione viene condotta alla luce delle possibilità offerte dalle più moderne tecnologie disponibili, prevedendo inoltre lo sviluppo e la messa a punto di nuove metodologie e tecniche di indagine. Perché San Gimignano

Il caso di San Gimignano rappresenta al tempo stesso un caso unico nel panorama mondiale ed un caso contraddistinto da una forte omogeneità tipologica. Gli elementi dai quali potrebbe partire lo studio proposto si identificano ovviamente in tutte le Torri presenti nel Centro Storico del comune di San Gimignano (sia quelle di proprietà pubblica che di proprietà privata) che, oltre a rappresentarne gli elementi caratterizzanti, costituiscono le emergenze monumentali maggiormente “a rischio” nel caso di eventi sismici, soprattutto a causa della loro intrinseca vulnerabilità. Al tempo stesso, la presenza di più elementi con comportamento dinamico “analogo” rende il caso individuato come particolarmente significativo in termini di “banco di prova” di nuove tecniche di indagine e di analisi.

In questo senso, San Gimignano può rappresentare un progetto pilota per la messa a punto di metodologie che potrebbero in seguito essere estese, oltre che agli elementi di interesse storico-monumentale presenti nello stesso territorio comunale, anche ad altre realtà presenti sul territorio regionale.

Inoltre, relativamente al solo caso della Torre Grossa, una precedente attività di ricerca effettuata a metà degli anni ’90 permetterebbe di confrontare i risultati ottenuti nel corso della presente ricerca con quelli già disponibili; l’attività precedente si riferisce al “Progetto San

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Gimignano - Interventi di rilievo, conoscenza, monitoraggio, per la tutela ed il riuso della cinta muraria e di due torri di San Gimignano”, nato dalla collaborazione tra la Regione Toscana, il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Firenze, il Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell’Università di Siena ed il Dipartimento di Progettazione dell’Architettura dell’Università di Firenze.

Nel caso esaminato (soprattutto in riferimento alla Torre Grossa) si sono utilizzate tecniche di rilievo e di indagine “classiche”; in particolare il rilievo è stato effettuato con tecniche fotografiche e misure dirette, mentre la definizione delle caratteristiche dinamiche e meccaniche della Torre è stata eseguita utilizzando i risultati da prove dinamiche, da prove con martinetti piatti e da prove di laboratorio su campioni estratti dalla Torre. In parallelo, l’analisi della superficie della Torre Grossa ha consentito di procedere ad una ricognizione delle fasi temporali e delle tecniche utilizzate nella costruzione del monumento, insieme ad una “mappatura” dei diversi litotipi impiegati nella realizzazione delle pareti esterne.

Il presente progetto si propone, in senso ideale, di proseguire il lavoro svolto in passato, integrandolo, relativamente al caso studio della Torre Grossa, con nuove indagini (in particolare relative alla definizione dell’input sismico) che consentiranno di giungere alla completa definizione del rischio sismico del monumento.

Inoltre, le nuove tecniche di indagine che verranno impiegate nel corso del presente progetto permetteranno da una parte il confronto, in termini di risultanze sperimentali, con i dati già acquisiti, validando la procedura proposta nel progetto; dall’altra, le nuove tecniche di indagine che verranno utilizzate, notevolmente più veloci e meno intrusive di quelle a suo tempo impiegate, renderanno possibile l’estensione dello studio alle altre torri di San Gimignano. Filosofia e obiettivi generali del progetto di ricerca

Il progetto si inquadra a pieno nell’ambito disciplinare 3, Scienze e tecnologie per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali, ed è in particolare indirizzato alla messa a punto di nuove tecnologie che possano essere utilizzate nella valutazione del rischio sismico di edifici monumentali.

Utilizzando un caso studio di rilevante interesse (il caso delle Torri di San Gimignano), il progetto si propone di affiancare a tecniche di indagine “classiche”, da tempo patrimonio della comunità scientifica, una serie di metodi innovativi (alcuni dei quali verranno definiti e messi “alla prova” proprio all’interno del presente progetto) che consentano di acquisire le informazioni necessarie allo sviluppo del complesso percorso che porta alla definizione del rischio sismico.

Tali tecnologie si caratterizzano con il denominatore comune di prevedere, per quanto possibile, indagini “a distanza” del bene da valutare, quindi consentendo l’acquisizione delle caratteristiche necessarie alle successive analisi senza entrare in contatto con il monumento, e quindi garantendo una intrusività pressoché nulla ed, al tempo stesso, una rapidità di indagine che le tecniche classiche non riuscirebbero a consentire. Tale rapidità consente, tra l’altro, l’estensione delle tecniche a larghe porzioni di realtà monumentali, allargando la scala delle analisi di rischio sismico dal livello “puntuale” (di singolo monumento) ad un livello “territoriale”.

Sotto questo profilo il progetto intende rispondere ad una serie di esigenze/intenzioni che possono essere così riassunte: 1. Proporre e sviluppare tecniche di indagine innovative “a distanza” che possano dare soluzione

alle problematicità che attualmente, con le tecniche tradizionali di indagine, si manifestano. Il problema delle indagini (intese come tecniche che portano alla conoscenza dell’edificio sotto il profilo meccanico e materico) è stato anche evidenziato dalla recente normativa sismica italiana che ha, infatti, per l’analisi degli edifici esistenti introdotto i cosiddetti livelli di conoscenza. L’analisi di vulnerabilità di un bene monumentale (tanto in campo statico che sismico) richiede, affinché l’analisi sia affidabile, una conoscenza pressoché completa sia del tessuto strutturale

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che delle proprietà dei materiali; spesso tale conoscenza con le tecniche tradizionali non è possibile da raggiungere in quanto risulterebbe necessario intervenire in modo intrusivo sul bene stesso (rischiando, data l’intrusività delle prove necessarie, di comprometterne il valore artistico). In questo senso, lo sviluppo del presente progetto sul caso delle torri di San Gimignano, permettendo di confrontare le tecniche innovative qui proposte con i risultati delle tecniche tradizionali già disponibili (relativamente alla Torre Grossa) può essere considerato a tutti gli effetti un significativo banco di “prova della ricerca”.

2. Gli sviluppi tecnologici degli ultimi decenni hanno visto un progresso esponenziale nella disponibilità di codici di calcolo dedicati a risolvere problemi di meccanica non lineare per la modellazione delle strutture in muratura. In commercio esistono, ad oggi, diverse famiglie di codici che si propongono (basandosi su differenti approcci, che vanno dal continuo fino ai modelli a telaio equivalente) per lo studio della risposta sismica delle murature. Nel caso degli edifici storici l’approccio numerico per eccellenza (spesso a causa delle irregolarità geometriche) rimane l’approccio al continuo, attraverso la modellazione con elementi “solidi”. In questo caso, come testimonia anche la numerosa letteratura scientifica e tecnica, si presenta il problema del modello non lineare da adottare per la modellazione del materiale muratura. Il problema è significativo sia per il comportamento meccanico non lineare in sé del materiale muratura, sia perché nello studio delle murature storiche può essere necessario tenere di conto di ulteriori fenomeni che possono essersi sviluppati nei secoli come il creep e l’aging. In questo senso il progetto intende proporre, sulla base dei risultati sperimentali ricavati nel progetto e sulla base di risultati sperimentali di letteratura, l’implementazione di opportuni legami costitutivi. Si prevede di procedere con tale implementazione su codici OpenSource (Code Aster, EDF) diffondendo così quanto trovato presso la comunità scientifica e tecnica.

3. Un’altra esigenza a cui il progetto intende dare risposta riguarda la possibilità di avere strumenti speditivi per valutare quando “interessarsi” di un bene monumentale, ossia quando procedere ad una campagna di indagini (“a distanza” o a carattere tradizionale) e ad una successiva analisi di vulnerabilità. Se è pur vero che per tutti i beni monumentali è opportuno procedere ad una valutazione delle condizioni di sicurezza è tuttavia necessaria una pianificazione su scala territoriale delle priorità e dell’urgenza degli interventi di salvaguardia che possono essere messi in atto sul medio-lungo periodo. Il progetto intende muoversi verso questa richiesta proponendo per la tipologia strutturale delle Torri storiche in muratura degli strumenti semplificati (una sorta di “scheda di vulnerabilità” a livello territoriale), che offrano una prima serie di indici di vulnerabilità (a carattere generale) tali da consentire di stilare una sorta di “graduatoria” degli edifici maggiormente a rischio. La validità della “scheda di vulnerabilità” proposta (basata fondamentalmente su indici di carattere geometrico) verrà valutata in parallelo ai risultati delle analisi numeriche. I risultati sui modelli numerici identificati delle torri serviranno come verifica della validità della “scheda di vulnerabilità” proposta.

4. In linea generale l’analisi di un bene monumentale richiede la conoscenza di una estesa serie di fattori. Oltre a quanto sopra ricordato, altri elementi che richiedono di essere valutati sono le cosiddette condizioni al contorno (intese tanto come presenza di edifici adiacenti alle torri ai livelli inferiori quanto come tipologia di terreno sulla quale ogni singola torre si sviluppa). La presente ricerca intende anche proporsi per fornire dei livelli “minimi” di conoscenza da raggiungere affinché l’analisi possa fornire risultati efficaci ed attendibili sotto il profilo dell’identificazione del comportamento dell’edificio. In questo senso sui casi di studio si provvederà ad eseguire delle analisi di sensitività. Il risultato finale di tali analisi si concretizzerà nella produzione di “Linee Guida per la vulnerabilità sismica degli edifici in muratura a Torre”.

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È previsto di ottenere questi obiettivi tramite la creazione di 7 distinti workpackages (WP) sviluppati allo scopo di produrre 3 principali main deliverables (D), così come evidenziato nella sezione successiva, il cui raggiungimento può essere utilizzato come criterio oggettivo per verificare e misurare il raggiungimento degli obiettivi ed il progresso della ricerca.

1.2 Qualità ed efficacia del meccanismo di gestione e programma di lavoro proposto

Un programma dettagliato dei lavori – work plan – dovrà essere presentato, suddiviso in pacchi di lavoro (WP) secondo uno sviluppo logico delle fasi di implementazione del progetto. Presentare la proposta secondo lo schema seguente:

• Descrivere la strategia generale del work plan • Mostrare la sincronizzazione dei WPs e dei loro componenti (Gant o similari)

Fornire una descrizione del lavoro dettagliato suddivisa in pacchi del lavoro: elenco pacchi di lavoro (tabella 1.2a) lista dei prodotti (tabella 1.2b) descrizione di ogni pacco di lavoro (tabella 1.2c) tabella delle risorse di personale mesi/uomo (tabella 1.2d) lista dei milestones (tabella 1.2e)

• Fornire una rappresentazione grafica dei componenti del progetto di ricerca con indicate le loro interdipendenze (diagramma di Pert)

Note: • Il numero dei pacchi di lavoro previsti dovrà essere appropriato alla complessità del lavoro e del

valore generale del progetto proposto. La pianificazione dovrà essere sufficientemente dettagliata in modo congruente con le risorse previste e che consenta il monitoraggio in itinere da parte della Regione Toscana.

• Dovranno essere identificati tutti i rischi più significativi e descritte le contromisure corrispondenti. (la lunghezza massima della Parte 1 non dovrà eccedere le 30 pagine, oltre le tavole)

L’articolazione del progetto Il progetto si articola in diverse “fasi” (pacchi di lavoro, nel seguito identificati con

l’acronimo WP), che vedono il coinvolgimento di diversi Dipartimenti di Università della Toscana, a motivo della necessità del collegamento interdisciplinare di competenze anche molto differenti tra loro. Un’altra figura del progetto è rappresentata dalla Municipalità di San Gimignano, che partecipa al progetto sostenendolo e fornendo attività di supporto logistico e documentario.

Nel seguito sono stati utilizzati acronimi per individuare, in forma sintetica, i Dipartimenti delle Università coinvolte nella ricerca: − DICeA: Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Facoltà di Ingegneria, Università di

Firenze; − DIRES: Dipartimento di Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici Facoltà di

Architettura, Università di Firenze; − DST: Dipartimento di Scienze della Terra, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e

Naturali, Università di Siena; − DET:Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni (attraverso TECHLab, Laboratorio

Tecnologie per i beni Culturali e Ambientali), Facoltà di Ingegneria, Università di Firenze. Inoltre verrà utilizzato l’acronimo COMSG per individuare le attività che vedono

direttamente coinvolto il Comune di San Gimignano. Le fasi del progetto ripercorrono l’iter delineato in precedenza per la quantificazione del

rischio sismico, e, per ognuna delle torri, possono identificarsi in quelle identificate nel seguito.

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WP_1 – COORD - Guida, coordinamento, gestione del progetto e disseminazione dei risultati. Questa fase, che vede ovviamente il coinvolgimento di tutte le unità di ricerca, sarà coordinata da DICeA.

WP_2 - SISM - Definizione della pericolosità sismica (valutazione della risposta sismica locale e dell’interazione dinamica terreno-struttura). Questa fase vede il coinvolgimento del DICeA, del DST e del COMSG.

WP_3 - RIL - Acquisizione delle caratteristiche geometriche e dell’evoluzione storica e degli interventi sul manufatto. In questa fase saranno coinvolti il DIRES e il COMSG.

WP_4 – CARAT - Definizione delle caratteristiche meccaniche e dinamiche delle torri. In questa fase saranno coinvolti il DICeA, DET e DST.

WP_5 - VULN - Definizione della vulnerabilità sismica. Questa fase vede il coinvolgimento del solo DICeA.

WP_6 - RIS - Definizione del rischio sismico. In questa fase, che vede coinvolto il DICeA, è comunque essenziale il ruolo offerto da COMSG per la corretta definizione del fattore di “esposizione”.

WP_7 - ADV– Messa a punto di tecniche di indagine e di analisi innovative. Questa fase vede il coinvolgimento del DICeA e DET.

Il progetto nel suo insieme risulta quindi composto da due parti: una parte di gestione, coordinamento e controllo (parte M) ed una parte di ricerca scientifica e tecnologica (parte R). La parte M è composta da un workpackage (WP_1), mentre la parte R è composta da 6 workpackages (da WP_2 a WP_7). A sua volta la parte R può essere considerata composta da 3 macro-fasi (corrispondenti a 3 main deliverables): la prima fase (R1) comprende il WP_2, la seconda (R2) comprende WP_3, WP_4, WP_5 e WP_6, la terza (R3) il WP_7. A conclusione di ciascuna di queste fasi corrisponde la produzione e la disseminazione di un main deliverable (da D.1 a D.3).

Da un punto di vista di organizzazione del progetto, le Fasi 3 e 4 rappresentano il cuore operativo del programma di ricerca, e riguardano gli ambiti in cui sarà possibile mettere a punto ed utilizzare nuove tecniche di indagine e di misura (così come si sviluppano nella Fase 7): esse sono le Fasi che concorrono alla definizione dei modelli numerici che verranno analizzati nella Fase 4 al fine di giungere alla valutazione del parametro maggiormente impegnativo nella catena della definizione del rischio sismico, ossia la “vulnerabilità” del monumento. All’interno delle singole fasi, si possono identificare le attività (tasks) riportate in elenco:

WP_2 – SISM Definizione della pericolosità sismica

SISM-1: COMSG: Reperimento dati di sottosuolo da analisi geologiche e geotecniche già effettuate

SISM-2: DST: Caratterizzazione geologica e geomorfologica del sottosuolo

SISM-3: DICeA: Caratterizzazione geotecnica, risposta sismica locale e interazione dinamica terreno struttura

WP_3 - RIL Acquisizione delle caratteristiche geometriche e delle informazioni sull’evoluzione storica, e degli interventi sui manufatti

RIL -1: DIRES: Rilievo geometrico, analisi del manufatto e degli interventi di restauro

RIL -2: COMSG: Reperimento della documentazione disponibile a livello iconografico e storico-archivistico

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WP_4 – CARAT Definizione delle caratteristiche meccaniche e dinamiche delle torri CARAT-1: DET: Analisi con tecniche GPR non a contatto

CARAT -2: DICeA: Definizione dei parametri meccanici

CARAT -3: DET: Caratterizzazione dinamica con misure con radar interferometrico

CARAT -4:DST: Misure velocimetriche di vibrazioni ambientali

CARAT -5: DICeA: Analisi ed interpretazione dei dati e modellazione strutturale

WP_5 – VULN Definizione della vulnerabilità sismica VULN-1: DICeA: Analisi della vulnerabilità sismica

WP_6 – RIS Definizione del rischio sismico RIS-1: COMSG: Valutazione del grado di esposizione dei manufatti

RIS-2: DICeA: Analisi di rischio

WP_7 – ADV Messa a punto di tecniche di indagine e di analisi innovative ADV-1: DET: Sviluppo di un radar penetrante con sintesi SAR a “grande apertura”

ADV-2: DICeA: Implementazione di metodi di analisi su codici OpenSource

La ricerca è organizzata in modo da produrre 3 main deliverables (da D.1 a D.3), successivamente al raggiungimento degli obiettivi individuati dai milestones da M.2 a M.4 (si vedano i diagrammi di Gantt e di Pert riportati nelle figure successive), congiuntamente a 17 prodotti della ricerca (workpackage deliverables, da 0.1 a 6.2) che rappresentato i risultati delle attività previste in ogni singolo workpackage.

L’intero sviluppo del progetto di ricerca è stato studiato in modo da produrre risultati tangibili così come specificato nel seguito per ciascuno dei workpackages che compongono il progetto.

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RiSEM – Rischio Sismico negli Edifici Monumentali                        (diagramma di GANNT) 

WP task Durata Inizio Fine 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 241 24 1 24

1.1 24 1 241.2 24 1 24

2 12 1 122.1 6 1 62.2 11 2 122.3 11 2 12

3 15 1 153.1 13 3 153.2 6 1 6

4 15 1 154.1 12 1 124.2 6 5 104.3 9 7 154.4 9 7 154.5 11 5 15

5 9 10 185.1 9 10 18

6 8 13 206.1 5 16 206.2 8 13 20

7 18 7 247.1 18 7 247.2 15 10 24

D.1 D.2 D.3M.1 M.2 M.3 M.4 M.5

2 anno1 anno

Main deliverable (D)Milestones (M)

iniz

io p

roge

tto

1 semestre 2 semestre 3 semestre 4 semestre

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Tavola 1.2 a: Lista dei Pacchi di Lavoro WP n°

(1)

titolo WP

tipo di attività

(2)

numero del partecipante responsabile

(3)

acronimo del partecipante responsabile

mesi uomo

(4)

data inizio

(5)

data fine

1 WP_1 – COORD MGT 1 DICeA 13 1 24

2 WP_2 – SISM TRA 1 DICeA 31 1 12

3 WP_3 – RIL TRA 2 DIRES 23 1 15

4 WP_4 – CARAT TRA 1 DICeA 53 1 15

5 WP_5 – VULN TRA 1 DICeA 16 10 18

6 WP_6 – RIS TRA 1 DICeA 10 12 20

7 WP_7 – ADV TRA 4 DET 14 7 24

Totale 160

NOTA: Per tutte le attività (ad eccezione di quelle previste all’interno del WP_1), si è indicata la sigla TRA per caratterizzare il tipo di attività, in accordo alle voci previste a corredo della Tabella. Nel caso in esame, la riconduzione di tutte queste attività ad attività di training risulta non corrispondente alle effettive funzioni che verranno svolte all’interno del WPs, che si configurano piuttosto in attività di ricerca di carattere analitico e sperimentale. (1) Numerazione dei pacchi di lavoro: WP 1 – WP n. (2) Indicare 1’ attività per ogni pacco di lavoro:

SUPP = attività di supporto; MGT = attività di management; TRA = attività di training (3) Numero del partecipante responsabile del lavoro in questo pacco di lavoro (4) Il numero totale dei mesi/uomo previsti per ogni pacco di lavoro (5) Misurata in mesi dalla data di partenza del progetto (mese 1)

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Tavola 1.2 b: Lista dei prodotti della ricerca num.

(1)

nome del prodotto della ricerca

n° del WP

acronimo del partecipante responsabile

natura

(2)

livello di disseminazione

(3)

data di realizzazione

(4)

1.1

Pubblicazione dei risultati scientifici (sia tramite il coordinamento del portale collaborativo internet sia tramite la cura della pubblicazione riassuntiva dei risultati a conclusione del progetto)

1 DICeA R PP 24

1.2 Organizzazione di una giornata di studi (a conclusione del progetto)

1 DICeA R PP 24

2.1 Carta Geologica, Litologica e Geomorfologica in scala 1:2000

2 DST DB PP 12

2.2 Log litostratigrafici e sezioni geologiche 2 DST R PP 12

2.3

Carta delle indagini a scala 1:2000 con la distribuzione dei valori delle frequenze di vibrazione proprie dei terreni.

2 DST DB PP 12

2.4

Carta di microzonazione sismica di secondo livello dell’area indagata con valori FA ed FV da abachi secondo le direttive previste dalla Linee Guida per la Microzonazione Sismica

2 DST DB PP 12

2.5

Rapporto sulla sperimentazione geotecnica in sito e di laboratorio effettuata dal DICeA nell’ambito della ricerca

2 DICeA DB PP 12

2.6

Rapporto sulla scelta di accelerogrammi e spettri rappresentativi della sismicità di base selezionati da un archivio di registrazioni accelerometriche italiane e utilizzati nelle analisi numeriche di risposta sismica locale e di interazione dinamica terreno-struttura

2 DICeA DB PP 12

2.7 Rapporto sulle analisi numeriche degli effetti di sito e dell’interazione dinamica

2 DICeA DB PP 12

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terreno-struttura

2.8

Rapporto sulla determinazione dei fattori di amplificazione degli effetti litostratigrafici e topografici nei siti oggetto delle analisi di RSL, da utilizzare come base informativa per l’eventuale redazione di carte di Microzonazione Sismica di livello 3

2 DICeA DB PP 12

2.9 Dati di input per il WP_6 2 DICeA DB PP 12

D.1 Rapporto sulla pericolosità sismica del territorio di San Gimignano

2 DICeA R PU 15

3.1 Rilievo geometrico delle torri 3 DIRES R PP 15

3.2 Rilievo storico-critico degli interventi avvenuti in passato 3 DIRES R PP 15

3.3 Mappatura di (eventuali) fenomeni fessurativi in corso sulle Torri

3 DIRES R PP 15

3.4 Dati di input per il WP_4 e il WP_5 3 DIRES DB PP 15

4.1 Valutazione delle caratteristiche delle Torri di San Gimignano

4 DET DB PP 12

4.2 Valutazione delle caratteristiche meccaniche delle Torri di San Gimignano

4 DICeA DB PP 10

4.3 Determinazione del comportamento modale dei manufatti

4 DET DB PP 15

4.4 Modelli numerici virtuali identificati delle Torri 4 DICeA DB PP 15

4.5 Dati di input per il WP_5 4 DICeA DB PP 15

5.1

Definizione degli stati limite per le tipologie di edifici a Torre ed individuazione di indici semplificati per la valutazione della vulnerabilità sismica

5 DICeA R PP 18

5.2 Dati di input per il WP_6 5 DICeA R PP 18

6.1

Mappatura dei livelli di esposizione e del rischio sismico delle Torri di San Gimignano

6 DICeA R PP 20

D.2 Le Torri di San Gimignano: rilievo, caratterizzazione, analisi del rischio sismico

2-6 DICeA R PU 20

7.1 Realizzazione di un radar 7 DET P PP 24

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penetrante con sintesi SAR a “grande apertura” e sua sperimentazione in campo

7.2

Definizione di modelli meccanici per la definizione del comportamento delle murature, implementati in codici di analisi OpenSource

7 DICeA S PU 24

D.3 Linee Guida per la vulnerabilità sismica degli edifici in muratura a Torre

1-7 DICeA R PU 24

NOTA: I prodotti di ricerca sono stati numerati in accordo ai corrispondenti WP all’interno dei quali essi verranno prodotti. Per i risultati classificati come deliverables è stata usata la sigla D per evidenziare il fatto che tali prodotti possono essere trasversali rispetto alla configurazione dei WP: (1) Numerare secondo la data di ultimazione. Utilizzare la convenzione numerica (n° del WP). (n° del prodotto nell’ambito

del WP). Per esempio il Prodotto 4.2 sarà il secondo prodotto del Pacco di Lavoro 4. (2) Indicare la natura dei prodotti secondo il seguente codice: R = Rapporto, P = Prototipo, D = Dimostratore, DB= data base, S =software, A= Altro (specificare); (3) Indicare il livello di disseminazione dei prodotti secondo il seguente codice:

PU = Pubblico, PP = ristretto agli altri Partecipanti al Progetto, RI = ristretto ad un gruppo specificato dal consorzio, CO = Confidenziale, solo per i membri del consorzio;

(4) Misurata in mesi dalla data di partenza del progetto (mese 1)

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Tavola 1.2 c: Descrizione dei Pacchi di Lavoro Numero WP n° 1 data inizio Mese: 1 Titolo WP WP_1 – COORD Acronimo del responsabile DICeA Tipo di attività (1) MGT Acronimo dei partecipanti DICeA DIRES DST DET COMSG Mesi/uomo per partecipante 5 3 2 2 1

Obiettivi Guida, coordinamento, gestione del progetto (sotto il profilo scientifico, amministrativo e finanziario) e disseminazione dei risultati. Questa fase, che vede ovviamente il coinvolgimento di tutte le unità di ricerca, sarà coordinata dal capofila del progetto, ossia da DICeA. Descrizione del lavoro (possibilità di suddivisione in Task), e ruolo dei partecipanti Questo WP avrà il compito di indirizzare e guidare il progetto verso il raggiungimento degli obiettivi principali anche tramite la valutazione sia dei main deliverables sia dei milestones. L’attività di coordinamento sarà finalizzata tanto a ricevere e smistare gli input ricevuti dalle diverse componenti del progetto quanto ad organizzare la disseminazione dei risultati. In questo senso una delle attività della fase sarà quello di coordinare una piattaforma internet (un portale collaborativo che servirà anche per la gestione dei flussi di informazione tra i partecipanti al progetto) che servirà sia a collezionare i risultati ottenuti dalle diverse unità che a diffondere i risultati via via ottenuti. L’attività di coordinamento gestirà i plenary meeting (previsti ogni 6 mesi) ed organizzerà due workshop dedicati a presentare alla comunità scientifica (e non solo) i progressi della ricerca secondo i main deliverables prefissati. L’ultimo dei workshop, a conclusione del progetto, verrà organizzato congiuntamente al Comune di San Gimignano, e consentirà di divulgare i risultati ottenuti nel corso della ricerca. Prodotti della ricerca (breve descrizione e mese di realizzazione) 1.1 Pubblicazione dei risultati scientifici (sia tramite il coordinamento del portale collaborativo

internet sia tramite la cura della pubblicazione riassuntiva dei risultati a conclusione del progetto). Realizzazione: mese 24.

1.2 Organizzazione di una giornata di studi (a conclusione del progetto). Realizzazione: mese 24.

(1) Indicare una attività per pacco di lavoro

SUPP = attività di supporto; MGT = attività di management; TRA = attività di training;

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Numero WP n° 2 data inizio Mese: 1 Titolo WP WP_2 – SISM Acronimo del responsabile DICeA Tipo di attività (1) TRA Acronimo dei partecipanti DICeA DST COMSG Mesi/uomo per partecipante 10 20 1

Obiettivi Definizione della pericolosità sismica. Questa fase vede il coinvolgimento delle unità di ricerca DICeA e DST; il ruolo del Comune di San Gimignano è configurabile nella messa a disposizione di tutte quelle informazioni già disponibili riguardo il territorio. Descrizione del lavoro (possibilità di suddivisione in Task), e ruolo dei partecipanti SISM-1: COMSG: Reperimento dati di sottosuolo da analisi geologiche e geotecniche già

effettuate Reperimento e messa a disposizione delle prospezioni e delle prove già effettuate sul

territorio del Comune di San Gimignano. SISM-2: DST: Caratterizzazione geologica e geomorfologica del sottosuolo Caratterizzazione dei terreni ai fini della valutazione dell'amplificazione sismica,

mediante indagini di tipo geologico e geomorfologico (determinazione della successione litostratigrafica e dell’assetto geologico e geomorfologico dell’area).

a. messa a punto del modello geologico/geomorfologico di riferimento finalizzato alla determinazione della risposta sismica locale relativamente al centro storico del Comune di S.Gimignano (carta di microzonazione sismica di primo livello).

b. definizione di una carta di microzonazione sismica di secondo livello (secondo i criteri descritti nelle Linee Guida per la Microzonazione Sismica emanate dalla Conferenza delle Regioni e dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile) a partire da misure di sismica passiva nell’area di interesse; scopo della carta è essenzialmente quello di identificare le aree potenzialmente più pericolose nelle quali concentrare le indagini di dettaglio per la determinazione della risposta sismica locale

SISM-3: DICeA: Caratterizzazione geotecnica, risposta sismica locale e interazione dinamica terreno struttura

Valutazione della risposta sismica locale nei siti potenzialmente più pericolosi identificati sulla base della Microzonazione Sismica di livello 2, come definita nelle già citate Linee Guida (cfr. SISM-2 punto b) e/o in corrispondenza degli edifici a maggiore vulnerabilità sismica (cfr. WP_4) e analisi dell’interazione dinamica terreno-struttura.

Le suddette analisi verranno svolte dalla Sezione Geotecnica di DICeA e comprenderanno:

a. Esame ed interpretazione delle prospezioni e delle prove messe a disposizione da COMSG;

b. Caratterizzazione geotecnica dei terreni in campo statico e dinamico ai fini della valutazione della risposta sismica locale, attraverso prove in sito per la misura della velocità delle onde sismiche (prove Down-Hole) e prove in laboratorio su campioni estratti nel corso della campagna di indagine, programmata e condotta

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congiuntamente con DST; c. Valutazione della pericolosità sismica di base con riferimento a diversi periodi di

ritorno dell’azione sismica e selezione dalla banca dati nazionale ITACA (Luzi e Sabetta - INGV, 2006) di un numero adeguato di accelerogrammi spettro-compatibili;

d. Valutazione degli effetti di sito mediante analisi numeriche della risposta sismica locale;

e. Analisi dell’interazione dinamica terreno – struttura Prodotti della ricerca (breve descrizione e mese di realizzazione) 2.1 Carta Geologica, Litologica e Geomorfologica in scala 1:2000 contenenti: forme, processi e

depositi caratterizzati in termini di stato di attività, tipologia di movimento (per le frane), spessori e caratteri sedimentologici (tessiture, cementazione, etc..) dei terreni di copertura e del substrato. BancaDati delle Carte prodotte. Realizzazione: mese 12.

2.2 Log litostratigrafici e sezioni geologiche rappresentative del substrato, delle coperture e dei movimenti franosi. Realizzazione: mese 12.

2.3 Carta delle indagini a scala 1:2000 con la distribuzione dei valori delle frequenze di vibrazione proprie dei terreni. Profili di velocità delle onde S nei siti esplorati con l’antenna sismica. Mappa delle profondità stimate del basamento risonante e delle velocità medie per le onde S nelle coperture fino al basamento. Realizzazione mese 12.

2.4 Carta di microzonazione sismica di secondo livello dell’area indagata con valori FA ed FV da abachi secondo le direttive previste dalla Linee Guida per la Microzonazione Sismica. Realizzazione: mese 12.

2.5. Rapporto sulla sperimentazione geotecnica in sito e di laboratorio effettuata dal DICeA nell’ambito della ricerca. Realizzazione: mese 12.

2.6. Rapporto sulla scelta di accelerogrammi e spettri rappresentativi della sismicità di base selezionati da un archivio di registrazioni accelerometriche italiane e utilizzati nelle analisi numeriche di risposta sismica locale e di interazione dinamica terreno-struttura. Realizzazione: mese 12.

2.7. Rapporto sulle analisi numeriche degli effetti di sito e dell’interazione dinamica terreno-struttura. Realizzazione: mese 12.

2.8. Rapporto sulla determinazione dei fattori di amplificazione degli effetti litostratigrafici e topografici nei siti oggetto delle analisi di RSL, da utilizzare come base informativa per l’eventuale redazione di carte di Microzonazione Sismica di livello 3 (cfr. Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica - Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - Gruppo di lavoro MS, 2008). Realizzazione: mese 12.

2.9 Dati di input per il WP_6. Realizzazione: mese 12. (1) Indicare una attività per pacco di lavoro

SUPP = attività di supporto; MGT = attività di management; TRA = attività di training;

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Numero WP n° 3 data inizio Mese: 1 Titolo WP WP_3 – RIL Acronimo del responsabile DIRES Tipo di attività (1) TRA Acronimo dei partecipanti DIRES COMSG Mesi/uomo per partecipante 22 1

Obiettivi Rilievo geometrico ed analisi del manufatto e degli interventi di restauro. Analisi dello stato di conservazione dei materiali e delle strutture. Individuazione di eventuali presenze di strutture nel sottosuolo documentate da indagini archeologiche. Interpretazione delle fasi di costruzione e delle trasformazioni. Questa fase vede il coinvolgimento della sola unità DIRES; il ruolo del Comune di San Gimignano è configurabile nella messa a disposizione di tutte quelle informazioni già disponibili sulle Torri, sia quelle di proprietà pubblica che quelle di proprietà privata. Descrizione del lavoro (possibilità di suddivisione in Task), e ruolo dei partecipanti RIL -1: DIRES: Rilievo geometrico, analisi del manufatto e degli interventi di restauro. Sarà eseguito un rilievo geometrico delle torri, sul quale si potranno indicare

molteplici aspetti, fra cui gli interventi che si sono succeduti nelle diverse epoche, la mappatura dell’eventuale quadro fessurativo delle torri. Le indagini porranno inoltre in luce eventuali strapiombi delle torri, le variazioni degli spessori murari ai diversi livelli e l’utilizzo o meno di sistemi di incatenamento. Talvolta gli strapiombi non sono omogenei per tutta l’altezza delle torri ma variano ai diversi livelli e spesso i cambiamenti si osservano in corrispondenza di riseghe interne o esterne. Tale situazione, se fosse accertata, attesterebbe che gli strapiombi si sono manifestati anche durante la costruzione e che sono stati via via corretti creando delle riseghe murarie di ricentramento della risultante dei carichi nelle masse murarie sottostanti.

A proposito dei possibili strapiombi, non è da sottovalutare la funzione di contraffortamento di eventuali strutture adiacenti alle torri. Nel caso che vi si addossino edifici è da verificare che nelle murature della torre non siano state ricavate nicchie o passaggi che possano indebolire pericolosamente le strutture, in modo particolare ai livelli più bassi dove è maggiore l’azione dei carichi. Sono da verificare le deformazioni localizzate dovute a spinte o a incurvamenti delle murature dovute ai cariche verticali e non a una effettiva inclinazione delle torri riconducibile a cedimenti fondali. Le trasformazioni potranno mettere in luce possibili sopralzi delle torri, i consueti spostamenti dei livelli dei solai avvenuti nel tempo (con cambiamenti spesso anche delle strutture dei piani di calpestio, volte demolite per creare solai in legno o viceversa), nonché le variazioni di dimensione e posizione delle aperture. Saranno inoltre verificati i sistemi di salita, che possono essere realizzati con semplici scale in legno, con scale in pietra in galleria, oppure sostenute da archi parietali e pilastri interni. Anche questi sono aspetti che hanno una notevole rilevanza sotto il profilo della sicurezza e del comportamento strutturale delle torri e spesso una notevole valenza architettonica.

E’ da verificare l’esistenza di cantine o vani ipogei all’interno delle torri o in altri ambienti adiacenti. Infatti, se i vani sono stati scavati in un secondo tempo hanno portato fuori terra parte delle fondazioni creando una situazione di potenziale

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pericolo: la muratura fondale potrebbe essere di scarsa qualità e una volta priva di contrasto potrebbe dare luogo a fenomeni di sgrottamento. Qesto aspetto, peraltro, deve indurre a una grande cautela quando si tratta di compiere scavi archeologici ai piedi di torri. Le disomogeneità delle strutture possono evidenziare l’inglobamento di torri preesistenti che hanno condizionato le successive scelte costruttive; comunque sarà valutato il contesto architettonico nel quale si inseriscono le torri, che può avere imposto delle scelte rilevanti nella collocazione, dimensioni e caratteristiche complessive delle torri

Le attività di rilievo verranno svolte attraverso tecniche laser-scanner, fotogrammetria e rilievo topografico della geometria del manufatto

RIL -2: COMSG: Reperimento della documentazione disponibile a livello iconografico e storico-archivistico.

Prodotti della ricerca (breve descrizione e mese di realizzazione) 3.1 Rilievo geometrico delle torri. Realizzazione: mese 15. 3.2 Rilievo storico-critico degli interventi avvenuti in passato. Realizzazione: mese 15. 3.3 Mappatura di (eventuali) fenomeni fessurativi in corso sulle Torri. Realizzazione: mese 15. 3.4 Dati di input per il WP_4 e WP_5. Realizzazione: mese 15. NOTA: Le attività previste di cui ai prodotti da 3.1 a 3.3 si svolgeranno in modo tale da fornire input continuo per la realizzazione dei WP_ 4 e WP_5 con i quali vi sarà scambio durante tutto l’arco temporale di svolgimento del WP_3 stesso (si veda il diagramma di Pert incluso nel progetto). (1) Indicare una attività per pacco di lavoro

SUPP = attività di supporto; MGT = attività di management; TRA = attività di training;

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Numero WP n° 4 data inizio Mese: 1 Titolo WP WP_4 – CARAT Acronimo del responsabile DICeA Tipo di attività (1) TRA Acronimo dei partecipanti DICeA DST DET Mesi/uomo per partecipante 16 18 19

Obiettivi Definizione (sperimentale) delle caratteristiche meccaniche e dinamiche delle torri. Rivisitazione delle attuali tecniche di identificazione dei modelli numerici. Questa fase vede il coinvolgimento delle unità DICeA, DST e DET; alcune indagini verranno effettuate con più tecniche di indagine, al fine di operare un confronto tra metodologie diverse. Descrizione del lavoro (possibilità di suddivisione in Task), e ruolo dei partecipanti CARAT-1: DET: Analisi con tecniche GPR non a contatto Caratterizzazione della tessitura muraria delle torri con l’utilizzo della tecnica del

radar penetrante (GPR), che consente la valutazione dell’omogeneità del paramento murario e dello spessore dello stesso. Questa tecnica, ad oggi largamente diffusa nel campo della ricerca di sottoservizi in ambito urbano, da anni è stata sviluppata dal DET per applicazioni di diagnostica nel campo dei beni culturali, attraverso la realizzazione di strumenti ad elevata risoluzione ed elevato range dinamico. Con questi strumenti è possibile realizzare indagini introspettive riuscendo a rilevare discontinuità o disomogeneità nel paramento murario fino a spessori dell’ordine di alcuni centimetri, penetrando la muratura, in condizioni ottimali, fino ad alcuni metri. Gli strumenti messi a punto dal DET sono di due tipi: sensori che operano a contatto con il manufatto e sensori in grado di operare senza contatto fisico tra il sensore e il manufatto da esaminare, questa caratteristica rende quindi possibile effettuare l’indagine anche su pareti affrescate o decorate, essendo le radiazioni elettromagnetiche del tutto innocue per i pigmenti pittorici. In questa fase verranno eseguite misure di caratterizzazione delle murature in entrambe le modalità: a contatto e non a contatto.

CARAT -2: DICeA: Definizione dei parametri meccanici L’attività della Sezione Strutture di DICeA consisterà nella definizione dei parametri

meccanici necessari nelle successive analisi, attraverso l’analisi dai dati raccolti nella campagna sperimentale, in campagne sperimentali precedenti e da documentazione di letteratura. In questo settore l’attività di DICeA, sulla base di quanto ottenuto nella fase WP_3 - RIL sarà anche di indirizzo per la fase WP_4 - CARAT nel suo complesso. Risultati di analisi preliminari agli elementi finiti sui modelli delle torri verranno impiegati per definire indirizzi ed approfondimenti di indagine.

CARAT -3: DET: Caratterizzazione dinamica con misure con radar interferometrico In questa fase si procederà alla caratterizzazione dinamica dei manufatti mediante

tecniche di misura a distanza attraverso l’impiego di un interferometro radar, utilizzando sollecitazioni di carattere ambientale (vento e/o traffico). Questo strumento, che è un prodotto della ricerca del DET ed attualmente è prodotto a livello industriale, è in grado di calcolare i modi propri di oscillazione del manufatto in

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esame e di fornirne la deformata nel tempo, operando a distanza e senza la necessità di accedere alla struttura.

CARAT -4: DST: Misure velocimetriche di vibrazioni ambientali Le caratteristiche dinamiche delle torri verranno stimate anche attraverso proposto

l’impiego di misure velocimetriche di vibrazioni ambientali. In particolare, viene proposta l’applicazione di una tecnica a stazione di riferimento (Standard Spectral Ratio) su edifici e su parti di edifici per la determinazione delle frequenze proprie di vibrazione in bassa deformazione. I valori ottenuti possono essere applicati per identificare in via preliminare le situazioni di maggiore criticità per la fase di inizio danno (doppia risonanza struttura/terreno) dove orientare studi di dettaglio. Possono anche fornire vincoli utili per lo sviluppo di modelli quantitativi per la caratterizzazione del comportamento dinamico dei manufatti di interesse sotto l’azione del carico sismico.

CARAT -5: DICeA: Analisi ed interpretazione dei dati e modellazione strutturale L’attività della Sezione Strutture di DICeA consisterà nella analisi dei dati registrati

e nella correlazione degli stessi alle caratteristiche dinamiche e meccaniche dei manufatti, al fine di identificare le caratteristiche dinamiche degli stessi. In tale fase verranno sviluppati i modelli numerici dei monumenti, in accordo anche ai risultati ottenuti dalla Fase 2. La parte di validazione dei modelli numerici sarà svolta in riferimento ai seguenti punti:

a) in campo statico verrà preliminarmente svolta un’analisi di sensitività volta a determinare sia le caratteristiche fisiche dei materiali che più influenzano la risposta dei manufatti sia gli effetti prodotti dalle condizioni di vincolo degli stessi (grado di connessioni con gli edifici esistenti ai livelli inferiori delle Torri ed effetti prodotti dalla variabilità dei parametri elastici del terreno di fondazione); l’analisi di sensitività, il cui scopo sarà quello di individuare i “parametri liberi” del sistema (quelli, ossia, che hanno maggiore ripercussione sulla risposta strutturale dei manufatti) consentirà, adottando processi di ottimizzazione (metodi del gradiente, metodi del primo ordine, etc.), di stimare i parametri liberi che meglio ricostruiscono i risultati sperimentali. Va precisato tuttavia che i risultati sperimentali offrono una “fotografia” della struttura al momento attuale (ossia, secoli dopo la costruzione del manufatto); in questa fase dunque verranno anche analizzati, qualora necessario, fenomeni di creep ed aging che possono avere avuto sviluppo nel corso dei secoli e che possono contribuire a ridistribuzioni interne sulla ripartizione dello stato tensionale tra paramenti e nucleo delle pareti a sacco delle Torri;

b) in campo dinamico si procederà all’identificazione del comportamento modale delle Torri. Partendo dai risultati dell’identificazione statica si procederà, adottando tecniche di Model Updating (da sviluppare in ambiente Matlab interagente con ANSYS, ovvero OpenSource), al fine di calibrare i modelli numerici agli elementi finiti sia in termini di frequenze naturali che di forme modali. I modelli consentiranno di

i) svolgere valutazioni si sicurezza sullo stato attuale dei manufatti (in relazione a richieste a carattere statico);

ii) interpretare l’eventuale quadro fessurativo in essi presente; iii) fornire indicazioni di carattere progettuale/previsionale su eventuali

interventi da effettuarsi; iv) offrire indicazioni relative alla progettazione di interventi di monitoraggio in

continuo delle strutture.

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Prodotti della ricerca (breve descrizione e mese di realizzazione) 4.1 Valutazione delle caratteristiche delle murature delle Torri di San Gimignano.

Realizzazione: mese 12. 4.2 Valutazione delle caratteristiche meccaniche delle Torri di San Gimignano. Realizzazione:

mese 10. 4.3 Determinazione del comportamento modale dei manufatti. Realizzazione :mese 15. 4.4 Modelli numerici virtuali identificati delle Torri. Realizzazione: mese 15. 4.5 Dati di input per il WP_5. Realizzazione: mese 15. NOTA: Le attività previste di cui ai prodotti da 4.1 a 4.5, ed in particolare quest’ ultimo, si svolgeranno in modo tale da fornire input continuo per la realizzazione del WP_5 con il quale vi sarà interazione durante l’arco temporale di svolgimento del WP_4 (si veda diagramma di Pert incluso nel progetto). (1) Indicare una attività per pacco di lavoro

SUPP = attività di supporto; MGT = attività di management; TRA = attività di training;

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Numero WP n° 5 data inizio Mese: 10 Titolo WP WP_5 – VULN Acronimo del responsabile DICeA Tipo di attività (1) TRA Acronimo dei partecipanti DICeA Mesi/uomo per partecipante 16

Obiettivi Definizione della vulnerabilità sismica. Questa fase vede, di natura essenzialmente analitica, procedendo a partire dai risultati dei WP_4 e WP_5, vede il coinvolgimento della sola unità DICeA. Descrizione del lavoro (possibilità di suddivisione in Task), e ruolo dei partecipanti VULN-1: DICeA: Analisi della vulnerabilità sismica L’attività della Sezione Strutture di DICeA consisterà nella analisi della vulnerabilità

sismica degli edifici, utilizzando i modelli numerici definiti nel precedente WP_4, mediante la simulazione e la successiva analisi della risposta, in campo lineare e non, della struttura sotto l’azione di sismi di intensità crescente. A tale fine, preliminarmente (basandosi anche su quanto indicato nella “Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni”, ottobre 2007) verranno individuati i diversi Stati Limite rispetto ai quali valutare la vulnerabilità dei manufatti. Tra questi verranno considerati i due seguenti:

I) stato limite di ribaltamento (si verifica che l’azione sismica applicata alla struttura provochi in una generica sezione uno sforzo normale risultante eccentrico il cui punto di applicazione risulti esterno alla sezione stessa);

II) stato limite di rottura del paramento murario nel piano (si verifica che l’azione sismica sia causa di una rottura localizzata per schiacciamento e/o fessurazione della sezione del paramento murario esterno dovuta al superamento dei valori ammissibili della tensione di compressione e/o di trazione per la muratura di pietra).

Altri stati limite verranno presi in considerazione anche in funzione dei risultati ottenuti nella campagna di indagine sperimentale e delle indicazioni della DPCM 2007. Le analisi verranno effettuate seguendo strade di crescente complessità, incrociando, confrontando e proponendo metodi diversi. In particolare si prevede di svolgere le seguenti fasi di dettaglio:

a) I modelli numerici identificati in precedenza verranno impiegati per svolgere analisi in campo lineare e non lineare (nel dominio del tempo) considerando la struttura soggetta a sismi di intensità crescente.

b) data la complessità e l’onere computazionale richiesto per le analisi di cui al punto precedente si prevede di costruire e proporre modelli semplificati delle Torri (realizzati non con elementi solidi ma con elementi piani, pertanto con minore dettaglio sui particolari geometrici) i cui risultati saranno combinati e confrontati con le attività del punto a). Lo scopo di tali analisi è di, mediante confronto, di rendere disponibili e offrire delle linee guida per realizzare modelli semplificati atti a fornire strumenti snelli per valutazioni di vulnerabilità sismica

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di edifici a Torre (il problema può essere particolarmente interessante in quanto, oltre alle Torri di San Gimignano, si ritiene che potrebbe essere indicativo per tutte le strutture a Torre presenti sul territorio toscano quali, ad esempio, i campanili).

c) il terzo livello di indagine proposto per lo studio di vulnerabilità prevede lo studio delle Torri sotto il profilo geometrico; per definire la vulnerabilità simica dei manufatti si prevede di individuare indici che siano capaci di fornire delle stime globali di vulnerabilità. La definizione di tali parametri geometrici verrà svolta adottando come parametri di valutazione la snellezza dei manufatti, i rapporti geometrici tra gli spessori dei paramenti interno ed esterno rispetto allo spessore della parete muraria; il rapporto tra l’area resistente e la massa complessiva della Torre.

Riferimenti bibliografici: a) Lourenço, P.B., Roque, J.A., Simplified indexes for the seismic vulnerability of

ancient masonry buildings, Construction and Building Materials, 20(4), p. 200-208 (2006).

b) DPCM 2007, Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni, 12 ottobre 2007

Prodotti della ricerca (breve descrizione e mese di realizzazione) 5.1 Definizione degli stati limite per le tipologie di edifici a Torre ed individuazione di indici

semplificati per la valutazione della vulnerabilità sismica. Realizzazione: mese 18. 5.2 Dati di input per il WP_6. Realizzazione: mese 18. (1) Indicare una attività per pacco di lavoro

SUPP = attività di supporto; MGT = attività di management; TRA = attività di training;

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Numero WP n° 6 data inizio Mese: 13 Titolo WP WP_6 – RIS Acronimo del responsabile DICeA Tipo di attività (1) TRA Acronimo dei partecipanti DICeA COMSG Mesi/uomo per partecipante 9 1

Obiettivi Definizione del rischio sismico. Questa fase, essenzialmente analitica, vede il coinvolgimento della sola unità DICeA; il ruolo del Comune di San Gimignano è configurabile nel contributo alla corretta definizione dei livelli di esposizione dei manufatti, al fine della corretta valutazione del livello di rischio. Descrizione del lavoro (possibilità di suddivisione in Task), e ruolo dei partecipanti RIS-1: COMSG: Valutazione del grado di esposizione dei manufatti RIS-2: DICeA: Analisi di rischio In questa fase, la Sezione Strutture di DICeA si farà carico della valutazione finale

del rischio sismico degli oggetti esaminati, raccogliendo tutti i risultati delle precedenti fasi e definendo un indice sintetico di rischio per ogni monumento.

Tale attività consiste in una operazione di sintesi dei risultati a cui si è pervenuti nello sviluppo dei precedenti WP ed ha lo scopo di correlare lo stato della conoscenza a cui si è pervenuti sulle torri (in termini di risultati di prove sperimentali sia tradizionali che innovative, ossia di qualità e quantità delle informazioni reperibili sui manufatti) con le tecniche di analisi (ad esempio analisi semplificate mediante lo studio di cinematismo, analisi lineari, analisi non lineari statiche di tipo pushover o analisi nel dominio del tempo) per la valutazione della vulnerabilità delle stesse.

In sostanza, oltre a voler fornire dei risultati tangibili sulle torri di San Gimignano, sfruttando anche i risultati di una precedente campagna di indagini effettuata sulla Torre Grossa in una precedente ricerca, il WP intende rivedere criticamente i metodi e le tecniche di valutazione del rischio sismico proposti dalle norme vigenti, e suggeriti nella letteratura scientifica, per questa tipologia strutturale allo scopo di dare indicazioni effettive (che confluiranno nella pubblicazione delle Linee Guida per la vulnerabilità sismica degli edifici in muratura a Torre) sul loro impiego in funzione della quantità e qualità dei dati sperimentali disponibili. Sotto certi aspetti lo scopo di questa generalizzazione dei risultati mira alla precisazione del livello di conoscenza necessario per poter procedere allo sviluppo di una certa tipologia di analisi. Il WP in conclusione, tramite i risultati tangibili ottenuti sulle torri, mira a porre in relazione i tre seguenti aspetti: a) dati sperimentali (quantità e tipologia di dato sperimentale); b) tipologia di analisi (lineare / non lineare; statica / dinamica); c) tipologia di risultati delle analisi. Si ritiene questo confronto a più livelli (da una situazione in cui è nota la sola geometria della torre senza nessun dettaglio costruttivo e senza nessuna informazione di tipo meccanico sui materiali a una situazione in cui è sostanzialmente noto quasi tutto sulla torre, dallo spessore e forma della parete a sacco fino, ad esempio, a risultati di prove sperimentali NDT con martinetti piatti o a prove di tipo dinamico) mediante differenti tecniche di indagine

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possa offrire indicazioni significative per chi deve o valutare o intervenire su edifici a torre.

Riferimenti bibliografici: a) Lagomarsino S. Mitigazione del rischio sismico dei centri storici e degli edifici

di culto dell'area del Matese nella regione Molise. GNDT - Regione Molise (2001);

b) DPCM 2007, Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni, 12 ottobre 2007

Prodotti della ricerca (breve descrizione e mese di realizzazione) 6.1 Mappatura dei livelli di esposizione e del rischio sismico delle Torri di San Gimignano.

Realizzazione: mese 20. (1) Indicare una attività per pacco di lavoro

SUPP = attività di supporto; MGT = attività di management; TRA = attività di training;

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Numero WP n° 7 data inizio Mese: 7 Titolo WP WP_7 – ADV Acronimo del responsabile DET Tipo di attività (1) TRA Acronimo dei partecipanti DET DICeA Mesi/uomo per partecipante 10 4

Obiettivi Messa a punto di tecniche di indagine e di analisi innovative. Questa fase vede il coinvolgimento delle unità DICeA e DET, e procederà in parallelo alle altre linee di sviluppo del progetto. Descrizione del lavoro (possibilità di suddivisione in Task), e ruolo dei partecipanti ADV-1: DET: Sviluppo di un radar penetrante con sintesi SAR a grande apertura In questo task verrà svolta una attività di ricerca avanzata, che porterà alla

realizzazione di uno strumento del tutto innovativo, ma che, per la sua natura, è inevitabilmente caratterizzata da una certa probabilità di insuccesso, almeno per ciò che concerne il raggiungimento di tutte le specifiche prefissate.

I sensori GPR ad oggi disponibili, anche quelli progettati espressamente per applicazioni di diagnostica dei beni culturali, come quelli utilizzati nel WP_4 – CARAT per la caratterizzazione dei paramenti murari, sebbene riescano ad operare senza contatto ed a distanza rispetto al manufatto in esame, necessitano comunque di essere posizionati in prossimità del punto da esaminare (fino ad alcuni metri di distanza). In una applicazione come quella proposta in questo progetto, cioè la caratterizzazione delle Torri di San Gimignano, verosimilmente non si potrà operare senza accedere fisicamente all’interno delle varie strutture, disponendo lo strumento di volta in volta di fronte alla zona da indagare. E’ chiaro come questa esigenza costituisca un limite per l’applicazione di questa tecnica, in quanto spesso può non essere possibile accedere alla struttura di interesse oppure, quando la zona di interesse non può essere facilmente raggiunta, può essere necessaria la costruzione di un ponteggio o comunque di una struttura di supporto.

Per superare queste limitazioni si propone una soluzione innovativa, basata su un sensore che sfrutti la sintesi SAR con “grande apertura”, cioè realizzata muovendo fisicamente il sensore stesso su lunghe distanze, molti metri, operando a distanza rispetto alla struttura da esaminare, dal suo esterno. Il sensore che verrà realizzato per questa applicazione avrà una frequenza operativa intorno ad 1-2 GHz, per cui la risoluzione potrà raggiungere al massimo il decimetro; questo consentirà da un lato una maggiore penetrazione all’interno della muratura, dall’altro saranno meno stringenti i requisiti in termini di accuratezza della movimentazione rispetto ai sensori ad elevata risoluzione ad oggi disponibili.

In questo modo, disponendo il nuovo sensore su un carrello in grado di muoversi su una rotaia (del tipo di quelli utilizzati in ambito cinematografico), oppure anche semplicemente montato in un carrello trainato, sarà possibile acquisire utili informazioni sulla struttura interna del manufatto esaminato, come ad esempio la disposizione e lo spessore delle pareti, sebbene con una accuratezza dell’ordine del decimetro. Una analisi di questo tipo potrà però essere facilmente condotta in modo estensivo, e, oltre a fornire le utili informazioni sopra descritte, consentirà di

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evidenziare eventuali zone in cui condurre una analisi più accurata con tecniche di introspezione più tradizionali

. ADV-2: DICeA: Implementazione di metodi di analisi su codici OpenSource In questa fase del lavoro, la Sezione Strutture di DICeA si farà carico della messa a

punto di routine di analisi del comportamento dei monumenti adottando codici OpenSource (code Aster) i quali, essendo sistemi aperti rispetto ai tradizionali codici commerciali, consentono di operare sull’architettura del sistema aggiungendo routine dedicate. In questa fase, per le modellazioni mediante elementi finiti piani, si prevede di implementare per l’analisi in campo non lineare delle murature delle Torri, opportuni legami costitutivi (disponibili su base sperimentale in letteratura) all’interno dei codici per la risposta non lineare.

Prodotti della ricerca (breve descrizione e mese di realizzazione) 7.1 Realizzazione di un radar penetrante con sintesi SAR a “grande apertura” e sua

sperimentazione in campo. Realizzazione: mese 24. 7.2 Definizione di modelli meccanici per la definizione del comportamento delle murature,

implementati in codici di analisi OpenSource. Realizzazione: mese 24. (1) Indicare una attività per pacco di lavoro

SUPP = attività di supporto; MGT = attività di management; TRA = attività di training;

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WP2WP2

WP1WP1

WP3WP3

WP4WP4

WP7WP7

WP6WP6

WP5WP5

WP2.1WP2.1

WP2.2WP2.2

WP2.3WP2.3

WP3.1WP3.1

WP3.2WP3.2

WP5.1WP5.1

WP4.1WP4.1

WP4.2WP4.2

WP4.3WP4.3

WP4.4WP4.4

WP6.1WP6.1

WP7.1WP7.1

WP7.2WP7.2

D2D2

D1D1

D3D3

RiSEM ‐ Rischio Sismico negli Edifici Monumentali(Diagramma di PERT)

WP4.5WP4.5

WP6.2WP6.2

Part

e M

Part

e R

1Pa

rte

R2

Part

e R

3Pa

rte

MPa

rte

R1

Part

e R

2Pa

rte

R3

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Tavola 1.2 d: Impegno indicativo dei beneficiari per WP L’indicazione del personale impiegato durante tutto il progetto di ricerca, espresso in mesi/uomo, per ogni pacco di lavoro, per ogni partecipante, risulta estremamente utile per i valutatori.

n° acronimo

beneficiario WP_1 WP_2 WP_3 WP_4 WP_5 WP_6 WP_7 totale mesi/uomo

1 DICeA 5 10 --- 16 16 9 4 60 2 DIRES 3 --- 22 --- --- --- --- 25 3 DST 2 20 --- 18 --- --- --- 40 4 DET 2 --- --- 19 --- --- 10 31 5 COMSG 1 1 1 --- --- 1 --- 4

totale

13 31 23 53 16 10 14 160

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Tavola 1.2 e: Elenco delle milestones

n° nome della milestone

acronimo beneficiario responsabile

WP coinvolti

data prevista

(1)

modalità di verifica

(2)

1 M.1 Kick-off DICeA 1 1

La prima milestone è rappresentata dall’avvio operativo del progetto vero e proprio: in una riunione plenaria (kick-off meeting) verrà notificato formalmente l’inizio del progetto; si ripercorreranno le principali tappe di sviluppo del progetto (scopo del progetto, contenuto, main deliverables, rischi, scadenze fissate, ruoli e responsabilità del team); si verificherà (in accordo anche con il Comune di San Gimignano) la sequenza temporale delle attività e, di conseguenza, delle successive milestones.

2

M.2 Risposta

sismica locale e dati di rilievo

DICeA 2 6

Verifica delle attività intraprese: conclusione della raccolta dei dati disponibili sul territorio del Comune di San Gimignano, in ambito geologico e geotecnico (task 2.1) e relativamente alle Torri (3.2); controllo delle informazioni disponibili relative alla caratterizzazione geologica e geomorfologica del sottosuolo (2.2) e definizione delle indagini geotecniche future (2.3); report sulle misurazioni di tipo geometrico (3.1) e GPR non a contatto (4.1) già effettuate e pianificazione delle successive indagini; avvio della procedura di identificazione dei parametri meccanici (4.2), di interpretazione dei dati acquisiti (4.5); individuazione di una o più torri sulle quali iniziare la modellazione numerica in funzione delle informazioni disponibili (4.5) e messa a punto delle successive procedure; redazione del primo rapporto semestrale; definizione del crono-programma di dettaglio delle attività future.

3

M.3 Pericolosità

sismica e caratteristiche

dinamiche delle torri

DIRES 3, 4 12

Verifica della conclusione del WP_2 e messa a punto dei contenuti del main deliverable D.1; pianificazione delle ultime attività di rilievo e di acquisizione delle informazioni sull’evoluzione storica e degli interventi sui manufatti (WP_3); controllo delle caratteristiche dinamiche delle torri attraverso i confronti tra le

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varie metodologie applicate (tasks 4.3, 4.4 e 4.5); report sulle prime analisi di vulnerabilità delle torri per le quali era stata attivata l’analisi numerica (5.1); avvio e pianificazione delle attività del WP_6; analisi dello stato di avanzamento dei lavori previsti nel WP_7; redazione del secondo rapporto semestrale; definizione del crono-programma di dettaglio delle attività future a conclusione delle attività del primo anno.

4

M.4 Vulnerabilità sismica delle

Torri

DICeA 5, 6 18

Verifica della conclusione dei WP_3, WP_4 e WP_5; messa a punto dei contenuti del main deliverable D.2; pianificazione delle ultime attività di analisi del rischio e controllo della definizione dei livelli di esposizione delle Torri (6.1); raccolta ed analisi dei dati che possono essere utilizzati nella redazione delle “Linee Guida”; analisi dello stato di avanzamento dei lavori previsti nel WP_7; redazione del terzo rapporto semestrale; definizione del crono-programma di dettaglio delle attività nell’ultimo semestre del progetto.

5 M.5 Linee Guida DICeA 1-7 24

Riunione di sintesi finale del progetto; definizione delle Linee Guida (D.3); analisi dei risultati raggiunti nell’intero progetto e nel WP_7 in particolare; redazione de rapporto conclusivo del progetto; pianificazione degli eventi pubblici di disseminazione, di intesa con il Comune di San Gimignano.

(1) Misurata in mesi dalla data di inizio del progetto (mese 1) (2) Mostrare come si conferma il raggiungimento di una milestone

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Elementi per la valutazione del progetto I progetti di ricerca verranno classificati utilizzando i criteri di valutazione di cui all'art.15 dell'Avviso Pubblico. Descrivere le peculiarità ed i punti di forza del progetto secondo i seguenti criteri di selezione: 1) Grado di innovazione del progetto Questo progetto è caratterizzato da innovazione nelle tecnologie sviluppate e nei metodi impiegati, come indicato in dettaglio nel seguito. Innovazione Tecnologica In questo progetto, oltre alle tecnologie convenzionali per il monitoraggio e la caratterizzazione delle strutture architettoniche (in specifico: accelerometri, laser scanner, georadar a contatto) verranno impiegate due tecnologie altamente innovative per il monitoraggio e la caratterizzazione a distanza: il radar interferometrico e il radar penetrante non a contatto a grande apertura. Il primo è uno strumento per la misura a distanza degli spostamenti e delle vibrazioni di strutture architettoniche. Si tratta di un sistema radar sviluppato e realizzato nella pregressa attività di ricerca del DET che si è rivelato uno straordinario strumento di indagine dinamica a distanza più volte impiegato su torri, campanili e ponti. Sebbene recentemente (a partire dal 2008) tale strumento sia divenuto un prodotto, commercializzato dall’azienda IDS SpA di Pisa, a conferma della sua validità tecnologica, si tratta ancora di una tecnologia relativamente nuova che necessita di sviluppi e conferme in campo. Questo progetto sarà l’occasione per tali sviluppi. In particolare, un punto importante da sviluppare è la gestione e la rapida elaborazione dei dati che il radar produce. In una tipica campagna di misura tale strumento produce circa 40 Mbyte al minuto, quindi l’acquisizione ad esempio del tipico andamento giorno notte, magari per vari giorni, può richiedere l’elaborazione di molti Terabyte. L’altra tecnologia oggetto di questo progetto è lo sviluppo di radar penetranti non a contatto a grande apertura. L’idea è di misurare spessori dei muri e disposizione interna dei vani di strutture architettoniche senza fisicamente accedere alla struttura stessa, ma a distanza, semplicemente facendo muovere in modo controllato una testa radar intorno alla struttura, ad esempio girandoci intorno con un carrello, possibilmente su leggere rotaie, come i carrelli cinematografici, in modo da meglio controllare il movimento, almeno nelle prime sperimentazioni. In seguito si potrà usare anche un carrello senza guide a terra, eventualmente anche trainato da un’automobile o montato su un piccolo furgone. Strumenti del genere non esistono allo stato dell’arte e si tratta quindi di un’assoluta novità tecnologica, con, ovviamente, tutti i rischi connessi a uno sviluppo totalmente inedito. Metodi Da un punto di vista metodologico, il progetto rappresenta una delle poche situazioni nei quali la complessa catena che porta alla quantificazione del “rischio sismico” viene identificata su un ambito territoriale anziché puntuale. La messa a punto di tecniche di indagine le più possibile “a distanza” e “non intrusive” consentirà infatti (nel caso esaminato ed in tutte le applicazioni che si renderanno possibili una volta messi a punto i metodi e gli strumenti) l’allargamento della scala di definizione del rischio, dal singolo edificio ad una realtà locale, con un livello di analisi superiore rispetto a quello che è attualmente possibile (spesso rappresentato dalle schede di vulnerabilità di primo o secondo livello predisposte dal GNDT). L’unione delle informazioni che verranno acquisite a livello di microzonazione sismica locale, della conformazione e della geometria dei manufatti, consentiranno la messa a punto di modelli numerici dei singoli edifici; l’analisi della risposta sismica “simulata” permetterà la valutazione del rischio sismico ad un livello maggiore di quanto è ad oggi consentito in assenza di analisi numeriche, garantendo una maggiore affidabilità dei risultati che verranno ottenuti.

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Dal punto di vista metodologico quindi, l’investigazione della possibilità di analisi su scale più grandi rispetto a quelle del singolo edificio rappresenta l’aspetto maggiormente innovativo, e consentirà l’estensione delle tecniche utilizzate a molte realtà locali di interesse. 2) Affidabilità dei soggetti proponenti DICeA Il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale ha svolto e svolge un’intensa attività nel campo del monitoraggio, dell’analisi e dello studio della risposta di edifici monumentali: la presenza nel Dipartimento di figure con competenze specifiche diverse, consente infatti di coprire un’ampia gamma di possibilità di indagine, analisi e studio connesse con le problematiche della conservazione del consolidamento di edifici a carattere monumentale. Le competenze sono state messe a frutto nel corso di un elevato numero di situazioni nelle quali, soprattutto a seguito di Convenzioni di ricerca con Istituzioni pubbliche, si è proceduto all’analisi del comportamento di alcune delle principali emergenze monumentali nel panorama Fiorentino (si pensi ad esempio, agli studi sulla Cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, sulla Cupola della Cappella dei Principi, sulla Torre di Arnolfo, sul Campanile della Badia Fiesolana), Toscano (ricordando tra gli altri gli studi sulla Torre Grossa a San Gimignano, le analisi del comportamento della Cupola del Duomo di Siena, le verifiche sul Palazzo Bourbon-Del Monte a Piancastagnaio), Nazionale (ad esempio, le colonne di Foca ed il tempio di Augusto nel Foro Romano) ed Internazionale (tra gli altri, il ponte di Mostar, il complesso di Hagia Sofia a Istanbul). In praticamente tutti questi casi, lo studio è stato di natura sia sperimentale (contando sull’apporto offerto da due dei Laboratori del Dipartimento, il Laboratorio di Prove Strutture e Materiali ed il Laboratorio di Geotecnica) che analitico-numerica (mettendo a punto modelli e sistemi di calcolo della risposta strutturale in campo sia lineare che non lineare). L’intensa attività di ricerca in questo specifico ambito si è concretizzata in un consistente numero di comunicazioni a Convegni Nazionali ed Internazionali e di pubblicazioni su importanti riviste scientifiche. Nel progetto proposto, l’impegno del Dipartimento si concretizzerà nel coinvolgimento dei due Laboratori precedentemente citati e di un elevato numero di professori e Ricercatori afferenti alla struttura, nonché nell’attivazione di specifici contratti di ricerca finalizzati al coinvolgimento di giovani ricercatori. In aggiunta al vasto curriculum di casi studio accumulato dai componenti del DICeA, il Dipartimento è stato in questi ultimi anni in prima fila nella partecipazione e nella gestione di progetti di ricerca nazionali ed internazionali, figurando più volte come responsabile scientifico di importanti progetti di ricerca. La vastissima esperienza accumulata da DICeA nel corso di questi ultimi anni, manifesta l’affidabilità del soggetto capofila del presente progetto, e fornisce un’ampia garanzia rispetto al raggiungimento degli obiettivi che sono stati delineati in precedenza.

DIRES Del DIRES (a partire dal 1 aprile 2010 sezione Restauro del nuovo DICR - Dipartimento di Costruzioni e Restauro) fanno parte docenti e ricercatori afferenti a settori di ricerca omogenei per fini e per metodi (settori scientifico-disciplinari ICAR19, il principale, e ICAR06, ICAR13, ICAR15, ICAR18, CHIMI2, GE005 e BI001). L'ambito di interesse che caratterizza, nelle sue finalità e nei suoi lineamenti applicativi, il progetto culturale è individuato dall'insieme delle problematiche riguardanti la conservazione attiva del patrimonio edilizio storico. Questo - considerato sia nella consistenza figurale, materica e costruttiva dei singoli manufatti che del loro contesto - è assunto come valore di cui assicurare permanenza e appropriato uso sociale attraverso la progettazione e la attuazione di interventi di restauro alle diverse scale. Sempre più spesso si è portati a definire tanto l'apporto del restauro quanto quello della nuova costruzione quali trasformazioni dell'esistente. Attualmente le attività

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riguardano anche il restauro dei giardini storici e del paesaggio. La ricerca è specificamente orientata alla Conservazione e al Restauro del patrimonio architettonico, in continuazione con quella che in epoche passate costituì una significativa presenza nell'ateneo fiorentino. L'attività dell'Istituto fu parte costitutiva della scuola italiana del Restauro, ben nota e apprezzata all'estero forse come la migliore in assoluto. Nel DIRES sono attivi i seguenti Laboratori: • LAM- Laboratorio Materiali Lapidei e Geologia applicata all'ambiente ed al Paesaggio; • LAMU - Laboratorio Multimediale; • Laboratorio di Geomatica e Conservazione; • Laboratorio Fotografico.

I principali indirizzi della didattica, della ricerca e dell'operatività sono: la conoscenza analitica dei materiali da costruzione antichi e moderni; le indagini fisico-chimiche sui materiai lapidei; la geomatica per la conservazione; la conoscenza del comportamento delle strutture antiche e dell'età moderna; la diagnostica e riabilitazione strutturale, il comportamento degli edifici storici in caso di attività sismica; le trasformazioni strutturali degli edifici storici; l'integrazione di "antico e nuovo" nel progetto di restauro; la sostenibilità nel restauro e negli interventi di consolidamento.

DST Riguardo agli aspetti geologico cartografici, questi costituiscono uno dei campi più importanti dell'attività scientifica del Dipartimento, che ha coinvolto gran parte dei ricercatori. Esso ha portato alla realizzazione di numerose carte geologiche, alla scala 1:50000 per conto del Servizio Geologico Nazionale ed alla scala 1:10000 per conto delle Regioni Toscana, Emilia-Romagna, Umbria e Marche (progetto CARG), accompagnata dall'informatizzazione dei prodotti e dalla realizzazione di banche dati con rappresentazione e diffusione dei dati geotematici (Web - Cartography). Il DST ha partecipato e partecipa a diversi progetti di ricerca nell’ambito dello studio della Pericolosità sismica con particolare riferimento alla sua valutazione a scala locale (microzonazione sismica) e alla interazione suolo/strutture. Oltre ad avere coordinato negli ultimi 8 anni diversi progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN) relativi allo studio teorico e sperimentale dei processi sismotettonici dell’area italiana con particolare attenzione all’area dell’Appennino Centro Settentrionale, il DST gestisce su incarico della Regione Toscana, la rete geodetica permanente GPS per il monitoraggio dei processi tettonici e sismogenetici attivi nell’area toscana. Ha partecipato alla direzione del progetto NATO SfP (980857) su tema della “determinazione di fenomeni di amplificazione locale del moto sismico e della vulnerabilità degli edifici nelle aree della Slovenia, della Croazia e della Macedonia”. Dal 2005 partecipa come unità di ricerca indipendente ai progetti sismologici sviluppati nell’ambito della convenzione fra il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile (DPC) e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) dedicati alla determinazione della pericolosità sismica in Italia e allo studio degli effetti sismici locali. In quest’ambito ha recentemente sviluppato due convenzioni con la Regione Emilia Romagna per lo sviluppo e l’applicazione di metodologie innovative per lo studio della pericolosità sismica nell’area dell’argine meridionale del Po e per la caratterizazione dinamica dei terreni con metodi di sismica passiva. Su quest’ultimo argomento aveva in passato stipulato una analoga convenzione con l’Ufficio Sismico della regione Toscana per lo studio degli effetti sismici locali nell’aera dell’Alta Val Tiberina. Infine, ha recentemente partecipato alla campagna di misure geofisiche svolte su incarico del DPC nell’area danneggiata dal terremoto Aquilano del 6 Aprile 2009 e finalizzate alla determinazione delle carte di microzonazione sismica di terzo livello dei comuni danneggiati (macroaree 6 e 7).

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DET Le attività di ricerca di pertinenza del DET saranno svolte presso il Laboratorio Tecnologie per i Beni Culturali e Ambientali dello stesso Dipartimento (TECHLab). Tale laboratorio universitario è stato fondato nel 2001 dal prof. Carlo Atzeni e dal dott. Massimiliano Pieraccini (all’epoca ancora ricercatore universitario) in occasione di un consistente finanziamento nell’ambito di un progetto PARNASO (Patrimonio Artistico Nuove Tecnologie Applicate per lo Sviluppo e l’Occupazione) del Ministero dei Beni Culturali. Nello stesso anno l’Ateneo di Firenze contribuisce approvando l’acquisto di una grande attrezzatura, uno scanner 3D, come dotazione del laboratorio. L’attività del Laboratorio si è articolata da subito su due filoni: sviluppo di tecnologie radar per il monitoraggio la diagnostica di grandi strutture architettoniche e acquisizioni tridimensionali di statuaria. Dal 2001 ad oggi vari PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) hanno contribuito alle attività legate al Laboratorio, in particolare sono state approvate e finanziate le domande presentate da Carlo Atzeni e Massimiliano Pieraccini negli anni: 2001, 2002 (2 progetti), 2003, 2005 e 2007. Nel 2005 il Laboratorio ha gestito le attività di un importante progetto di ricerca europeo triennale denominato GALAHAD (www.galahad.eu). Nel 2007 è stato approvato un secondo progetto europeo, denominato ORFEUS (www.orfeus-project.eu). Numerosi altri progetti e convenzioni di ricerca sono stati condotti dal 2001 ad oggi. Inoltre, si vuole far notare che l’attività di ricerca e sviluppo del Laboratorio ha trovato da anni un riscontro con la realtà industriale del territorio. L’azienda IDS SpA di Pisa, leader in Italia nel campo dei radar, ha un legame stabile e duraturo con questo Laboratorio, redigendo progetti comuni di ricerca e anche finanziando posti di assegnista e ricercatore. Attualmente lo staff del laboratorio è costituito da: 2 professori strutturati, 1 ricercatore universitario a tempo determinato, 6 assegnisti di ricerca e 1 dottorando. 3) Replicabilità dei risultati I risultati ottenuti nel presente progetto, validati mediante confronto con i risultati già disponibili ricavati da tecniche di prova standard (debolmente intrusive), potranno essere estesi per la rilevazione a distanza del comportamento statico e dinamico di altri edifici a carattere monumentale, anche di tipologia strutturale differente dalle strutture a Torre. In aggiunta, le analisi svolte in merito alla particolare tipologia strutturale a Torre forniranno, relativamente alla parte di analisi e proposta di metodi semplificati, un criterio di valutazione semplice (a basso costo operativo) ma efficace per l’analisi di edifici monumentali con tipologia a Torre. Esso potrà, ad esempio, essere esteso a tutte le Torri e campanili presenti sul territorio. Il progetto ambisce a sviluppare per questa tipologia strutturale una metodologia di indagine (valutazione su scala territoriale) secondo quanto, ad esempio, già disponibile (e recepito anche nella “Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni”, ottobre 2007) per le Chiese. Sarà un punto di forza del progetto il trasferimento e la disseminazione dei risultati e delle conoscenze maturate, nelle modalità e nei tempi sin d’ora previsti nel piano di lavoro. Gli strumenti e i metodi che verranno messi a punto nel progetto ‘RiSEM’, al termine dello stesso, rimarranno a disposizione della comunità scientifica per essere utilizzati in altri casi di studio, laddove si potrà far tesoro anche dell’esperienza maturata nel corso di queste attività di ricerca. Questo sarà possibile anche grazie alla qualificazione di nuove figure professionali, esperte di queste nuove tecnologie, che verrà effettuata nel corso di questo progetto, soprattutto attraverso la stipula di contratti di ricerca a favore di giovani ricercatori. 4) Validità tecnica, validità economica, rilevanza e credibilità del progetto L’esperienza consolidata dai partner di questo progetto in anni di ricerca nei rispettivi settori, testimoniata da numerose pubblicazioni sulle più prestigiose riviste internazionali, è la miglior garanzia della validità tecnica e della fattibilità del progetto stesso.

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L’impegno dei partner per il raggiungimento dei risultati attesi è senza dubbio rilevante: sono previsti 160 mesi uomo di lavoro, che corrispondono ad una media superiore alle 6,5 persone a tempo pieno per ogni mese della durata del progetto. Gli aspetti economici e finanziari del progetto saranno gestiti dal Servizio Finanziamenti alla Ricerca Nazionale del Polo Biomedico e Tecnologico dell’Università degli Studi di Firenze, che ha ottenuto in data 13/11/2009 la certificazione di qualità secondo lo standard UNI EN ISO 9001:2008 per la rendicontazione dei progetti di ricerca nazionali, a garanzia della propria esperienza e competenza in questo settore. 5) Attitudine del progetto a creare validi rapporti di rete Il principale obiettivo di questo progetto di ricerca è raccogliere sotto un denominatore comune competenze e tecniche diverse che, con un impatto minimo sul territorio e sul patrimonio analizzato, possano giungere alla quantificazione del rischio sismico, attraverso la definizione dei diversi aspetti ad esso collegati; tale valutazione viene condotta alla luce delle possibilità offerte dalle più moderne tecnologie disponibili, prevedendo inoltre lo sviluppo e la messa a punto di nuove metodologie e tecniche di indagine. Si tratta quindi di un progetto senza dubbio multidisciplinare, che coinvolge anche geograficamente aree diverse del territorio Toscano. Nel progetto è stata delineata, già nella sua conformazione generale, una serie elevata di interconnessioni tra realtà scientifiche e territoriali diverse. Il problema della determinazione del rischio sismico in edifici monumentali non può non vedere coinvolte specificità e competenze diverse tra loro, che devono operare a stretto contatto ed in connessione costante collegamento, al fine del raggiungimento degli obiettivi che il progetto si propone. Sarebbe infatti impensabile, di fronte ad un problema che, per la sua soluzione, richiede l’interscambio di informazioni, non operare nell’ambito di un “network” che colleghi tra loro le varie attività; l’ambito interdisciplinare, inoltre, richiede la definizione di procedure e sistemi di scambio di informazioni che soltanto un collegamento caratterizzato da una forte inter-connessione può garantire. Da questo punto di vista, il progetto riveste un carattere fortemente multi-disciplinare, e l’intera struttura proposta garantisce un efficace sistema di collegamento tra i partner coinvolti. Infine, per quanto le problematiche affrontate ed i risultati della ricerca vogliano e debbano essere di carattere assolutamente generale (come l’emissione di “Linee Guida” a conclusione del progetto testimonia), è assolutamente necessario radicare il progetto stesso su una specifica realtà territoriale, individuando un contesto ed una problematica (le Torri di San Gimignano e il livello di rischio sismico ad esse collegato) che, oltre a costituire un’emergenza di per sé, fosse rappresentativa del problema affrontato ed al tempo stesso offrisse un valido banco di prova per le tecniche ed i metodi che verranno sviluppati nel corso del progetto. Da questo punto vista, la ripetizione delle procedure su un numero elevato di monumenti con caratteristiche “simili” tra loro, garantisce una verifica alla riproducibilità dei risultati ottenuti, e contribuisce a delineare una procedura di validazione delle metodologie proposte. Il sostegno del Comune di San Gimignano (che figura come partecipante al progetto, anche se non come beneficiario dei contributi previsti dal bando della Regione Toscana) è strettamente necessario al raggiungimento degli obiettivi del progetto; uno studio meramente “accademico” non collegato alle realtà ed alle problematiche locali del territorio non garantirebbe infatti né il necessario confronto con le situazioni specifiche nelle quali la ricerca proposta verrebbe utilizzata, né l’accesso ad una serie di informazioni di carattere specifico che soltanto lo stretto rapporto con gli Amministratori di una realtà locale può garantire. Da questo punto di vista, il collegamento del progetto ad una realtà locale, rappresenta una delle componenti irrinunciabili per la buona riuscita dello stesso. Infine, stante l’ambito specifico del progetto di ricerca, verranno attivati collaborazioni e collegamenti con il Servizio Sismico Regionale (SSR) della Regione Toscana, per un confronto tra i risultati ottenuti dalla ricerca e le informazioni disponibili circa la sismicità locale dell’area di

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interesse, e per la condivisione delle metodologie che verranno delineate ed illustrate nelle “Linee Guida”, al fine di rendere queste ultime un valido strumento metodologico per tutti i successivi interventi di analisi e consolidamento del patrimonio monumentale Toscano situato nelle aree a maggiore rischio sismico. 6) Altri elementi Promozione e qualificazione dell’occupazione in termini di nuovi addetti alla R&S Come emerge dal quadro finanziario del progetto, una parte consistente delle risorse richieste (quasi il 50%) è destinato all’attivazione di contratti di ricerca specifici rispetto alle tematiche proprie del progetto, indirizzati a giovani laureati e dottori di ricerca. Di conseguenza, le attività di questo progetto saranno in gran parte condotte da ricercatori assunti a questo scopo con contratti da Ricercatore a Tempo Determinato o da Assegnista di Ricerca. In questo senso si promuoverà l’occupazione nell’ambito della R&S, ed i nuovi ricercatori saranno impiegati in attività di ricerca al livello più alto dello stato dell’arte, per cui potranno qualificare enormemente la loro professionalità, che li sosterrà e ne faciliterà l’accesso al mondo della ricerca.

Capacità di favorire le pari opportunità di genere e non discriminazione I suddetti contratti di lavoro, prevedendo per legge un orario flessibile, sono per loro natura compatibili le cure parentali; in questo modo si favoriscono le pari opportunità di genere e non si effettua alla fonte alcun tipo di discriminazione.

Contributo alla riduzione delle pressioni e degli effetti ambientali sul territorio Per le caratteristiche del progetto e per le tematiche di ricerca proposta, l’impatto da un punto di vista ambientale sul territorio è ovviamente inesistente. Si vuole però, in questa sede, evidenziare come invece, in un’accezione più vasta della problematica della sostenibilità dello sviluppo del territorio, le maggiori conoscenze che verranno acquisite potranno contribuire ad uno sviluppo più razionale del territorio stesso (in termini di pianificazione ed assetto del territorio, conseguenti ad una politica urbanistica conforme ai risultati che lo studio di pericolosità sismica evidenzierà), contribuendo a ridurre i potenziali effetti negativi che un evento di natura sismica potrebbe indurre.

Collaborazione con le imprese Alcuni dei partner del progetto hanno una lunga tradizione di collaborazione con le aziende toscane per favorire la ricaduta economico-industriale dei progetti. In particolare il Laboratorio Tecnologie per i Beni Culturali e Ambientali dell’Università di Firenze, capofila del progetto, da anni collabora fruttuosamente con l’azienda IDS S.p.A., leader in Italia ed uno dei principali attori al mondo nella produzione di sistemi radar GPR, attraverso il trasferimento tecnologico dei prodotti della ricerca e attraverso il finanziamento congiunto di progetti di comune interesse. (la lunghezza massima di questa parte non dovrà eccedere le 10 pagine)

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(Parte 2) 2. Esecuzione 2.1 Struttura di gestione e procedure

Descrivere la struttura organizzativa ed i meccanismi di decision-making del progetto. Mostrare come essi sono collegati in riferimento alla complessità ed alla dimensione del progetto.

(la lunghezza massima della Parte 2.1 non dovrà eccedere le 5 pagine) La struttura di gestione del progetto si articola sui seguenti organi

1) Il Coordinatore del Progetto, è la persona responsabile dell’intero progetto. Ha facoltà di decidere su tutti gli aspetti del progetto, previa consultazione del Comitato Esecutivo e del Comitato Tecnico che convoca e presiede. Per gli aspetti finanziari e contrattuali si potrà avvalere dei servizi dell’Ufficio Servizi e Relazioni Internazionali del Polo Biomedico e Tecnologico. Il coordinatore redigerà le minute delle riunioni dei comitati esecutivo e tecnico e le invierà tempestivamente ai membri dei comitati. Il coordinatore redigerà il rapporto semestrale da inviare alla regione. Di norma il rapporto verrà redatto subito dopo la riunione semestrale del Comitato Tecnico.

2) Comitato Esecutivo, composto dai rappresentanti dei partner e presieduto dal coordinatore, è il principale organo decisionale

3) Comitato Tecnico, composto dai responsabili e dai partecipanti alle attività previste nei Pacchi di Lavoro e presieduto dal coordinatore, è l’organo dei supervisione, di controllo e di guida dell’avanzamento del progetto

4) Ufficio Servizi alla Ricerca e Relazioni Internazionali del Polo Biomedico e Tecnologico, è la struttura permanente dell’Università di Firenze dedicata agli aspetti finanziari e contrattuali del progetto

Il Comitato Esecutivo, si riunisce su convocazione del coordinatore e ha facoltà di deliberare:

1) sugli obiettivi di ricerca e su eventuali cambiamenti; 2) sull’allocazione del budget; 3) sulle questioni attinenti alle pubblicazioni e alla proprietà intellettuale dei risultati della

ricerca; 4) sulle eventuali divergenze di opinioni che possono nascere tra i partner 5) sull’emissione dei main deliverables previsti nel progetto.

Il Comitato Tecnico, si riunisce semestralmente. Su mandato del coordinatore, sentito il comitato esecutivo, ha facoltà di:

1) orientare e supervisionare le attività di ricerca;

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2) monitorare i risultati parziali della ricerca. L’Ufficio Servizi alla Ricerca e Relazioni Internazionali del Polo Biomedico e Tecnologico

1) Supporta il coordinatore sugli aspetti contrattuali e finanziari; 2) fornisce periodici rendiconti finanziari, consentendo il controllo del piano di spesa previsto

ed effettivamente attuato.

Il Rapporto semestrale è lo strumento fondamentale per il controllo della gestione del progetto. Redatto dal coordinatore con il supporto dei responsabili dei pacchi di lavoro, dovrà riportare lo stato di avanzamento delle attività e ogni discostamento dal piano di lavoro. Verrà presentato in occasione degli incontri del Comitato Tecnico, e permetterà la rimodulazione “in itinere” delle scadenze temporali necessarie all’effettivo raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto. Ai sensi dell’Art. 17 del Bando, i rapporti semestrali verranno trasmessi alla Regione Toscana, con il riferimento agli obiettivi ed ai risultati attesi per ogni attività di ricerca svolta nel semestre precedente, in accordo alle indicazioni di dettaglio degli obiettivi e delle attività riportate nel presente progetto. Nei rapporti semestrali, verranno indicati anche gli eventuali risultati intermedi conseguiti non previsti dal progetto di ricerca, se ottenuti; viceversa, se verranno individuate difformità fra i risultati attesi ed i risultati conseguiti, nei rapporti se ne fornirà un’adeguata motivazione, modificando il nuovo diagramma temporale con l’indicazione della nuova tempistica o le modifiche apportate alla successione temporale delle attività di ricerca. Per questa ragione, i punti di verifica del progetto (milestones) sono stati inseriti in corrispondenza delle riunioni semestrali del Comitato Tecnico, in modo da garantire un adeguato scambio di informazioni, di idee e di contributi da parte di tutti i partecipanti al programma, consentendo quindi un effettivo grado di verifica degli obiettivi raggiunti e delle eventuali criticità riscontrate. In occasione delle riunioni semestrali del Comitato Tecnico, potranno essere proposte anche tutte quelle modifiche non sostanziali al progetto (piccole variazioni dei contenuti del progetto, revisioni del crono-programma, rimodulazioni tra le tipologie di spesa previste), che attraverso il Comitato Esecutivo, potranno essere sottoposte ad un’eventuale richiesta di autorizzazione della Regione Toscana.

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(Parte 3) 3. Tempistica e costi 3.1 Costi per attività di ricerca

Composizione dei costi del progetto di ricerca Costi in euro Costi in %

1. Spese di personale strutturato (max 30%) 194940 26,7%

2. Spese di personale con contratto di lavoro a termine 355000 48,6%

3. Strumentazione e attrezzature 135000 18,5%

4. Servizi di consulenza 0 0,0%

5. Spese generali supplementari (max 2%) 14400 2,0%

6. Altri costi 30660 4,2%

Costo Complessivo 730000 100,0%

3.2 Cronoprogramma degli investimenti

Periodo Costi in Euro Costi in %

II semestre 2010 237500 32,5%

I semestre 2011 141000 19,3%

II semestre 2011 291500 39,9%

I semestre 2012 60000 8,2%

Costo complessivo 730000 100,0%

NOTA: La Tabella precedente è stata redatta, piuttosto che in relazione alle date riportate, operando una suddivisione rispetto alla tempistica di realizzazione del progetto. In altre parole, nel caso in cui il progetto non dovesse iniziare nel II semestre del 2010, i costi sono comunque da riferirsi ai vari semestri a partire dal primo (semestre di attuazione del progetto).

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3.3 Costi per tipologia di attività di ricerca (in euro) Indicare la ripartizione dei costi ai fini della applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato

Task Costo attività

configurabili come ricerca fondamentale

Costo attività configurabili come ricerca industriale

Costo totale

WP_1 – COORD 55000 --- 55000

WP_2 – SISM 100000 --- 100000

WP_3 – RIL 100000 --- 100000

WP_4 – CARAT 225000 --- 225000

WP_5 – VULN 75000 --- 75000

WP_6 – RIS 50000 --- 50000

WP_7 – ADV 125000 --- 125000

Costo complessivo 730000 --- 730000

NOTE: − Ai sensi di quanto riportato all’Art. 2 del bando a cui il presente progetto si riferisce, tutta

l’attività di ricerca che verrà svolta si configura come «ricerca fondamentale», essendo sostanzialmente costituita da lavori sperimentali e teorici finalizzati all’acquisizione di nuove conoscenze e metodologie di indagine.

In alcune parti del progetto si prevede la messa a punti di specifiche attrezzature, per cui alcune attività potrebbero configurarsi nell’ambito della «ricerca industriale»; trattandosi comunque di prototipi che rientrano nello sviluppo sperimentale, si è ritenuto di classificare anche queste attività come ricerca fondamentale.

− La suddivisione dei costi delle attività è stata effettuata rispetto ai work-packages piuttosto che ai tasks, a fine di non frammentare in maniera eccessiva la Tabella precedente.

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3.4 Costi per soggetto attuatore

Soggetto attuatore WP Costo previsto Finanziamento Regionale

DICeA

WP 1 25000 20000WP_2 50000 40000WP_4 75000 60000WP_5 75000 60000WP_6 50000 40000WP_7 25000 20000

DIRES

WP 1 10000 8000WP_3 100000 80000

DST

WP 1 10000 8000WP_2 50000 40000WP_4 50000 40000

DET

WP 1 10000 8000WP_4 100000 80000WP_7 100000 80000

80000

Costo Complessivo 730000 584000

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(Parte 4) 4. Risultato 4.1 Risultati attesi previsti nel programma dei lavori

Descrivere come il vostro progetto contribuirà al raggiungimento dei risultati attesi elencati nel programma di lavoro rispetto al prodotto o ai prodotti previsti. Accennare le fasi che saranno necessarie a determinare questi risultati. Indicare come si è tenuto conto di altre attività nazionali o internazionali di ricerca. Accennare tutti i presupposti e i fattori esterni che possono influenzare il raggiungimento dei risultati previsti.

L’articolare della parte di ricerca del progetto (parte R) è stata curata in modo da avere una suddivisione tale da assicurare il raggiungimento degli obiettivi. In particolare, analizzando le fasi del progetto si evidenzia come vi sia una distinzione tra le parti R1 (WP_2) e R2 (WP_3, WP_4, WP_5 e WP_6) da un lato, e R3 (WP_7) dall’altro. Tale suddivisione è motivata dal fatto che la parte R3 (WP_7) raccoglie gli elementi di “frontiera” del progetto, ossia quegli elementi che rappresentano ricerca in senso stretto. L’avere creato questo WP_7 che viaggia in parallelo agli altri (con i quali si interscambia come descritto nel diagramma di Pert) consente di ritagliare e tenere, seppure comunicante, distinto all’interno del progetto uno spazio per quelle attività di ricerca che, essendo appunto di ricerca, potrebbero necessitare di rimodulazioni nel corso della ricerca stessa. L’articolazione in parallelo tra queste due componenti consente, tramite il raggiungimento dei WP da 2 a 6, di raggiungere i principali risultati previsti (main deliverables da D.1 a D.3) nella ricerca. L’individuazione delle 4 milestones inoltre permetterà di avere un effettivo grado di verifica degli obiettivi raggiunti e delle eventuali criticità riscontrate. 4.2 Divulgazione dell’eccellenza, sfruttamento dei risultati, diffusione della conoscenza Parte integrante delle attività del progetto sarà la divulgazione delle nuove conoscenze acquisite e dei risultati ottenuti. Gli strumenti attraverso cui si realizzerà questo obiettivo sono:

• I main deliverables del progetto, che verranno prodotti a scadenze predeterminate, che saranno resi pubblici, nei quali si riporteranno tutti i risultati conseguiti, i problemi riscontrati e le tecniche utilizzate per risolverli;

• Pubblicazioni scientifiche sulle principali riviste del settore e comunicazioni ad importanti congressi internazionali;

• Realizzazione di un sito Web per la pubblicizzazione di tutte le attività svolte e i risultati conseguiti;

• Comunicazioni su riviste tecniche legate al territorio Toscano (ad esempio, il Bollettino degli Ingegneri o ProgettandoING);

• Comunicazioni ai mezzi di informazione (stampa, televisione,…) dei risultati ottenuti, in una forma che sia comprensibile e di interesse per il grande pubblico.

Al termine del progetto è inoltre prevista l’organizzazione di una giornata di che coinvolga i ricercatori, le autorità cittadine di San Gimignano e la cittadinanza tutta con l’obiettivo di comunicare ad una vasta platea i risultati conseguiti. Si tiene inoltre a precisare che il processo di diffusione dell’eccellenza maturata nel progetto RiSEM si esprimerà anche attraverso la formazione di giovani ricercatori, esperti delle nuove tecnologie, che costituiranno quel tessuto fertile attraverso cui le tematiche trattate potranno avere risonanza sia in ambito regionale che internazionale.

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Tramite il WP_1 il progetto provvederà a disseminare i risultati via via ottenuti pubblicando i risultati dei main deliverables (da D.1 a D.3) sulla piattaforma internet (il portale collaborativo), proponendo due workshop (uno alla fine del primo anno ed uno alla fine del secondo anno) ed organizzando una giornata di studi a conclusione del progetto. Il coordinamento scientifico del progetto curerà inoltre a fine progetto la pubblicazione del documento conclusivo del progetto (Linee Guida per la vulnerabilità sismica degli edifici in muratura a Torre) che raccoglierà le esperienze maturate nella identificazione e nella valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici a torre. Inoltre, durante lo sviluppo del progetto, la maggior parte dei risultati via via ottenuti nell’esecuzione dei WP (indicati in precedenza come “prodotti della ricerca”) saranno pubblicati su riviste scientifiche nazionali ed internazionali. Particolare cura verrà inoltre data alla risorse territoriali diffondendo su riviste del territorio Toscano (ad esempio, il Bollettino degli Ingegneri o ProgettandoING) i risultati che saranno ritenuti utili per la comunità tecnica dei professionisti operanti sul territorio. (la lunghezza massima dell’intera Parte 4 non dovrà eccedere le 10 pagine)

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(Parte 5) 5. Questioni etiche Descrivere le questioni etiche che potrebbero verificarsi nella realizzazione della proposta, i benefici e le difficoltà conseguenti al loro verificarsi e gli effetti che possono avere sull'oggetto di ricerca. La realizzazione della proposta in oggetto non comporta il verificarsi, direttamente o indirettamente, di questioni etiche, come riassunto nella Tabella 1.

La proposta di ricerca riguarda questioni etiche legate a: SI NO

Esseri umani X

Materiale biologico umano X

Dati personali X

Informazioni genetiche X

Animali X

Tabella 1: questioni etiche.

I proponenti confermano che le attività di questo progetto non riguardano:

• Attività di ricerca volte alla clonazione umana a fini riproduttivi. • Attività di ricerca volte a modificare il patrimonio genetico degli esseri umani che

potrebbero rendere ereditabili tali modifiche. • Attività di ricerca volte a creare embrioni umani esclusivamente a fini di ricerca o per

l'approvvigionamento di cellule staminali, anche mediante il trasferimento nucleare di cellule somatiche.