Panaghia E Immacolata Concezione

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Spunti riflessivi sulla Tutta Santa (Panaghia) e sull\'Immacolata concezione con attenzione ecumenica

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8 dicembre 1854

Pio IX proclama il dogma

(Roma)

11 febbraio /25 marzo 1858

Apparizioni dell’Immacolata a

Bernardette Soubiros (Lourdes)

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Vi sono alcuni punti dottrinali

che fanno parte della

Rivelazione, ma che tuttavia

non sono subito chiari ed

evidenti ai credenti. Ciò è

dovuto al fatto che qualche

volta la fonte primaria di

questa Rivelazione, la Sacra

Scrittura, non è esplicita. Per

spiegare e comprendere

allora queste verità, vi è

bisogno dell‟azione dello

Spirito Santo nella Chiesa –

gerarchia e fedeli – e del

lento lavoro dei teologi, il cui

compito è proprio quello di

trarre conclusioni certe a

partire dai dati rivelati.

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L‟Immacolata

Concezione di Maria ne è un esempio tipico. Questa verità era già

percepita dal popolo cristiano attraverso il “senso della fede” –

sensus fidelium – sin

dai primi secoli della Chiesa, e vissuta a livello devozionale e liturgico. Faceva parte del patrimonio di fede dei Padri. Tuttavia i teologi facevano molta difficoltà a spiegarne il vero senso.

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Riflessioni sulla

redenzione di Cristo

I padri latini prima di

Agostino e i padri

orientali non

dispongono ancora di

una riflessione

esplicita sul peccato

originale originato

come colpa. Soltanto

Agostino si pone la

domanda se Maria era

libera dal peccato

originale.

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Suscipe me non

ex Sara, sed ex

Maria; ut

incorrupta sit

virgo, sed virgo

per gratiam ab

omni integra labe

peccati

Accogli me con quella carne che è

caduta in Adamo. Accoglimi non da

Sara, ma da Maria, di modo che si tratti,

sí, d'una vergine inviolata, ma d'una

vergine che la grazia ha reso immune

da ogni macchia di peccato.(Ambrogio, In Ps 118, sermo 22,30)

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Il peccato originale

originato è la privazione

della vita divina, della

grazia paradisiaca, la

mors animae dei

progenitori che ricade

sui discendenti.

Chaíre , kecharitoméne

(Lc 1,28a) è il

fondamento biblico

dell’esclusione del

peccato in Maria:

rallegrati d’ essere

(stata) trasformata

dalla grazia.

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Tutta Santa (panágia) in

Eusebio di Cesarea e

Immacolata in Gregorio di

Nissa.

Alla fine del tempo patristico

tutti concordano sulla totale

purezza di Maria.

Ella nasce come i cherubini, colei

che è formata di un argilla pura e

immacolata. Infatti quando lei si

trovava ancora nei lombi del padre

Gioacchino, sua madre Anna

ricevette l‟annuncio di un santo

angelo con le parole seguenti: Tua

prole sarà celebrata nel mondo

intero. Perciò Anna la presentò al

Signore nel tempio.(Teotecno di Livia 550)

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Incolume è la tua nascita, o

Vergine incolume Maria;

mirabile è sia la concezione

sia il parto. (Andrea di Creta VIII

sec.)

L‟origine immacolata di Maria

appare come un nuovo inizio che

ristabilisce la purezza dello stato

originale in Paradiso. Anzi, Maria

stessa è il Paradiso in cui abita

Cristo, nuovo Adamo.

La madre di Dio “è più

santa di tutti i Santi; ella

appare totalmente pura

per Colui che abitava in lei

con corpo e spirito”.

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Oggi l’umanità, in tutto il

fulgore della sua nobiltà

immacolata, riceve la sua

antica bellezza. Le vergogne

del peccato avevano oscurato

lo splendore e il fascino della

natura umana; ma nasce la

madre del bello per

eccellenza, questa natura

ricupera nella sua persona, i

suoi antichi privilegi ed è

plasmata secondo un modello

perfetto e degno di Dio…

Oggi la riforma della nostra

natura comincia e il mondo

invecchiato, sottomesso ad una

trasformazione tutta divina,

riceve le primizie della

seconda creazione( Andrea di Creta, VIII sec)

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Dopo (l‟annunciazione

dell‟angelo) la mia natura

ricevette su comando di Dio

il feto: la mia natura non

aveva osato accogliere il

feto prima della grazia

divina. Quando però arrivò

la grazia, il grembo chiuso

aprì le sue porte. Esso

accolse il deposito

proveniente da Dio e lo

conservò fino a quel giorno,

quando quello seminato nel

grembo materno per la

volontà di Dio giunse alla

luce.(Germano di Costantinopoli, Catechesi

mariana)

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Maria è il tipo ideale dell‟umanità.

Soltanto lei ha pienamente

realizzato l‟idea divina dell‟uomo; è

l‟uomo (la persona umana) per

eccellenza… Unica fra gli uomini

che hanno vissuto o vivono, la

Vergine è rimasta liberata da ogni

iniquità, dall‟inizio fino alla fine della

sua esistenza: soltanto lei ha

rimesso a Dio nella sua integrità la

bellezza che egli ci dona… ha

tenuto la forma umana in tutto il suo

splendore, pura di ogni forma

estranea… Nessuno degli altri, dice

il profeta è estraneo dalla sporcizia

(Giobbe 14,4)…Nessuna persona è

stata santa prima della beata

Vergine: è stata la prima e l‟unica ad

essere assolutamente assente dal

peccato…(Nicola Cabasilas – XIV sec.)

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Come comporre il

bisogno di redenzione di

Maria e la sua santità

massima?

Secondo Giovanni DunsScoto (1265-1308), in questo davvero doctorsubtilis, “Maria ha dovuto essere redenta nel modo più perfetto e questo non poteva consistere nella purificazione del peccato originale, ma nella preservazione da esso”

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“La posizione di Duns

Scoto è geniale: egli,

ponendosi sul piano

dell‟obiezione agostiniana-

tomista, che era

evidentemente di natura

cristologico-soteriologica,

seppe rovesciare i termini;

per lui la Vergine non solo

non è sottratta alla

redenzione, ma è proprio da

essa che le è pervenuta -

«retroattivamente» la grazia

cristica d‟essere preservata

dal peccato radicitus e

d‟essere piena di grazia.

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“La piena santità di Maria e la sua totale assenza di peccato erano, pertanto, affermazioni tradizionali e universalmente diffuse. Maria – si riteneva- non peccò personalmente perché fu santificata nel seno di sua madre, libera dal fomens peccati(l’abituale e disordinata concupiscenza, radice e fonte di ogni peccato personale)”

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Questo argomento è quello

della “Redenzione

preventiva”, secondo cui

l‟Immacolata Concezione

rappresenta il capolavoro

della Redenzione operata

da Cristo, perché proprio la

potenza del Suo amore e

della Sua mediazione ha

ottenuto che la Madre fosse

preservata dal peccato

originale. I Francescani

accolsero e diffusero con

entusiasmo questa dottrina,

e altri teologi – spesso con

solenne giuramento – si

impegnarono a difenderla e

a perfezionarla.

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Anche menti eccellenti, come

san Bernardo, san Tommaso

d‟Aquino e san Bonaventura,

pur avendo una grande

devozione personale per la

sublime purezza e illibatezza

della Vergine Maria, tuttavia non

riuscivano a spiegarlo a livello

teologico. Tra le maggiori

difficoltà da loro addotte per

questa esitazione, ve ne erano

due. Una era l’universalità della

redenzione, per cui se Cristo è

davvero il Redentore di tutto il

genere umano, come ci insegna

la Sacra Scrittura, allora anche

Maria dovette essere redenta,

cioè liberata dal peccato dopo la

sua concezione.

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La seconda difficoltà proveniva da

un‟idea ereditata da sant'Agostino,

per cui il peccato originale di Adamo

ci verrebbe trasmesso attraverso

l’infezione della carne, quindi con la

generazione fisica. Per queste due

ragioni anche i tre grandi teologi

sopra menzionati sostenevano che

Maria, seppure per poco tempo, era

stata anche lei macchiata dal

peccato. Ciò naturalmente andava

contro la sensibilità dei fedeli stessi.

Il beato Giovanni Duns Scoto aveva

ben percepito la gravità del

problema e con il suo acume riuscì

a risolvere con successo e

definitivamente le due difficoltà.

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Per prima cosa, appoggiandosi

all‟autorità di sant'Anselmo,

spiegò che il peccato non può

essere trasmesso fisicamente

attraverso la generazione,

perché non è qualcosa di

materiale. Il peccato di Adamo

per i suoi discendenti consiste

propriamente in una mancanza

della giustizia originale. Esso è

di tipo morale e non fisico, si

trova nell‟anima, e più

precisamente nella volontà e

non nel corpo.

Senza la grazia di Cristo,

l‟uomo è incapace di entrare

in dialogo con il Padre.

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Motivo per cui, dice Scoto,

«essendo la volontà

qualcosa di puramente

immateriale e perciò distinta

dalla carne, allora non può

essere infetta dalla carne»

Secondo, spiega sempre il

Beato, nel caso di Maria, Dio

ha fatto qualcosa di molto

speciale e conveniente, ha

cioè preservato l‟anima di

Maria dall‟essere contagiata

dal peccato, al momento

stesso della sua concezione.

In questo modo, all‟atto della

sua concezione lei era

“senza macchia”,

Immacolata.

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Ecco le parole di Scoto: «Dio poté, nel

primo istante di quell‟anima, darle la

stessa grazia che dà a un altro nel

momento della concezione o del

battesimo. Così, in quel primo istante,

essa non ebbe il peccato originale,

così come con gli altri avviene con il

battesimo». Per quanto riguarda il

motivo dell‟universalità della redenzione,

questo era effettivamente la causa

principale della negazione

dell‟Immacolata Concezione. Il beato

Giovanni Duns Scoto spiegò che la

redenzione universale di ogni essere

umano rimane un fatto indiscutibile. Di

fatto tutti sono stati redenti da Cristo,

Maria inclusa. E anche lei, se non fosse

stata preservata, sarebbe stata

bisognosa di redenzione liberativa.

Come chiunque altro, cioè, avrebbe

avuto bisogno del battesimo.

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Tuttavia, nel suo caso specifico avvenne

qualcosa di molto speciale. Mentre per tutti gli

altri esseri umani i meriti della redenzione

sono applicati dopo la nascita del bambino,

nel momento in cui viene battezzato, nel caso

di Maria quegli stessi meriti furono applicati

prima, e cioè nell’istante stesso in cui fu

concepita dai suoi genitori. In altre parole,

per Maria vi è stata una Redenzione

preservatrice. Cristo, spiega Duns Scoto, è

Mediatore di grazia non soltanto quando ci

purifica dal peccato dopo che lo abbiamo

contratto, ma ancora più perfettamente

quando preserva dal peccato che ci viene

dall‟essere discendenza di Adamo. Per questo

dunque, non solo Cristo rimane il Redentore

universale, ma anzi col preservare la Vergine

ha compiuto un atto di redenzione ancora più

perfetto: «Cristo non sarebbe redentore

perfettissimo se non avesse meritato che

Maria fosse preservata dal peccato originale».

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Tuttavia, nonostante la soluzione

delle difficoltà da parte di Scoto,

questa verità non fu subito

accettata dalla maggioranza dei

teologi e dalle autorità, soprattutto

per il timore di mettersi contro

l‟autorità di teologi come san

Tommaso d‟Aquino. All‟interno

della famiglia francescana invece,

l‟Immacolata Concezione di Maria

fu accettata, difesa e predicata

con sempre maggiore

entusiasmo, appoggiandosi alla

dottrina del “Dottore

dell‟Immacolata”, altro titolo con

cui Duns Scoto diverrà noto nella

storia. L‟intera teologia del beato

Giovanni Duns Scoto, anzi, verrà

diffusa dai francescani ad ogni

livello, sia in Europa che in terra

di missione, anche grazie a

questo importante punto

dottrinale sull‟Immacolata.

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Ci vollero ancora altri 600

anni circa, prima che il

privilegio mariano fosse

ufficialmente riconosciuto.

Ma la storia diede finalmente

ragione al nostro Beato,

quando l‟8 dicembre 1854 il

papa beato Pio IX –

sollecitato anche dalla lettura

di una esortazione di san

Leonardo da Porto Maurizio

letta nel Convento romano di

San Bonaventura al Palatino

– proclamò l‟Immacolata

Concezione dogma di fede.

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Ecco le parole del Papa:

«Dichiariamo, affermiamo e

definiamo rivelata da Dio la

dottrina che sostiene che la

beatissima Vergine Maria fu

preservata, per particolare

grazia e privilegio di Dio

onnipotente, in previsione dei

meriti di Gesù Cristo Salvatore

del genere umano, immune da

ogni macchia di peccato

originale fin dal primo istante del

suo concepimento, e ciò deve

pertanto essere oggetto di fede

certo ed immutabile per tutti i

fedeli».

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A questo riguardo, vorrei

mettere in evidenza un dato, che

mi pare importante. Teologi di

valore, come Duns Scoto, circa

la dottrina sull‟Immacolata

Concezione, hanno arricchito

con il loro specifico contributo di

pensiero ciò che il popolo di Dio

credeva già spontaneamente

sulla Beata Vergine, e

manifestava negli atti di pietà,

nelle espressioni dell‟arte e, in

genere, nel vissuto cristiano.

Tutto questo grazie a quel

soprannaturale sensus fidei,

cioè a quella capacità infusa

dallo Spirito Santo, che abilita

ad abbracciare le realtà della

fede, con l‟umiltà del cuore e

della mente» (Benedetto XVI,

Udienza generale 7 luglio 2010).

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«Non solo il ruolo di Cristo nella

storia della salvezza, ma anche

quello di Maria è oggetto della

riflessione del Doctor Subtilis. Ai

tempi di Duns Scoto la maggior parte

dei teologi opponeva un‟obiezione,

che sembrava insormontabile, alla

dottrina secondo cui Maria

Santissima fu esente dal peccato

originale sin dal primo istante del suo

concepimento: di fatto, l‟universalità

della Redenzione operata da Cristo –

evento assolutamente centrale nella

storia della salvezza – a prima vista

poteva apparire compromessa da

una simile affermazione. Duns Scoto

espose allora un argomento, che

verrà poi adottato anche dal beato

Papa Pio IX nel 1854, quando definì

solennemente il dogma

dell‟Immacolata Concezione di Maria.

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“La radicale esclusione del peccato

dall‟esistenza di Maria non è

affermazione che termina su di lei,

ma espande i suoi sensi in molteplici

direzioni. Sta anzitutto a indicare:

•l‟atto radicale con cui Dio ha deciso

di contrapporre Maria a Satana;

•l‟espansione smisurata della grazia;

•la signoria di Dio su Satana;

•l‟inafferrabilità di Maria da parte del

Nemico;

•la libertà della Vergine, ininterrotta e

piena, dall‟ “asservimento” a Satana;

•la superiorità della Regina delle

vittorie sul Nemico del Regno”

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“La dottrina dell’Immacolata testimonia quindi che la grazia di Dio è stata sufficientemente potente per suscitare una risposta; che grazia e libertà, grazia ed essere se stessi, rinuncia e compimento si contraddicono solamente in apparenza, mentre in verità una cosa condiziona e procura l’altra”

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Così ciò che era ragione d‟una

difficoltà ad accettare la dottrina

dell‟IC diventava ragione della

sua fondatezza. Questa

condizione di Maria non era,

perciò, un‟eccezione alla

Redenzione di Cristo, ma un suo

frutto speciale : il Cristo

Redentore perfettissimo, in modo

assai conveniente e congruo,

preservò da qualsiasi contagio

del male colei che, generandolo,

doveva diventare la Madre

messianica, esercitando una

conseguente „mediazione

materna‟.

Page 31: Panaghia E  Immacolata Concezione

La teologia del peccato

originale è una teologia

della coscienza cristiana

del peccato. La sua

complessità e le dottrine

che la illustrano nel tempo

sono un servizio

necessario per restituire

alla chiamata e alla

riconciliazione lo

splendore della speranza

cristiana.

Page 32: Panaghia E  Immacolata Concezione

La prima e l‟ultima parola

del Vangelo

sono la “chiamata” in Cristo

e la “riconciliazione” in Lui.

La dottrina del peccato

originale ha quindi

rigorosamente un carattere

secondo (perché viene

dopo la buona notizia della

creazione in Cristo) e un

carattere penultimo

(perché viene prima e in

vista della redenzione in

Cristo)

Page 33: Panaghia E  Immacolata Concezione

Maria riceve

per grazia la

guarigione dalle

radici del

peccato in

primo istanti

suae

conceptionis.

Page 34: Panaghia E  Immacolata Concezione

Maria è la figura concreta

della speranza cristiana

perché “nel primo istante

della sua concezione, per

singolare grazia e

privilegio di Dio

onnipotente, in vista dei

meriti di Gesù Cristo,

salvatore del genere

umano,è stata preservata

immune da ogni macchia

di peccato originale”

Page 35: Panaghia E  Immacolata Concezione

Il dono di grazia

ricevuto

anticipatamente da

Maria per la sua

partecipazione unica

– maternità divina – al

mistero

dell‟incarnazione è

concesso per grazia

ai cristiani attraverso il

mistero della

maternità della chiesa

che ci genera nel

battesimo

all‟avventura cristiana

di essere figli nello

Spirito.

Page 36: Panaghia E  Immacolata Concezione

L‟Immacolata

concezione

ci offre in Maria

il volto dell‟uomo

redento da Cristo,

nel quale Dio

rinnova, in modo

ancor più mirabile[…]

il progetto del

paradiso.

Page 37: Panaghia E  Immacolata Concezione

L‟Immacolata è la creazione

senza peccato, cioè integra,

senza difetti, senza “caduta”;

essa è la perfetta creazione

parziale quale Dio aveva

desiderato fosse la creazione

totale.

Ma l‟Immacolata con la sua

integrità, non ricorda solo come

poteva e doveva essere l‟intera

creazione, se l‟uomo fosse

rimasto fedele, ma profetizza

anche come essa può e deve

diventare.

Page 38: Panaghia E  Immacolata Concezione

È la meta che indica

l‟integrità a cui Dio

vuole riportare, con

l‟opera salvifica, l‟intera

realtà creata

I cercatori di Dio

trovano

nell‟Immacolata tutti i

loro desideri d‟integrità

e di pienezza e nello

stesso tempo

l‟accoglimento di tali

desideri da parte

dell‟Altissimo

Page 39: Panaghia E  Immacolata Concezione

È la grazia redentrice

più piena e più ricca

fatta da Dio all‟uomo,

che ha trovato per

contro, la risposta più

piena e più ricca fatta

da parte della

creatura.

Risposta completa alla

domanda vocazionale di

Dio è pure critica

radicale di ogni

esistenza

colpevolmente

irrealizzata e alienata,

d‟ogni vita inautentica e

falsa.

Page 40: Panaghia E  Immacolata Concezione

La tradizione biblica assegna

alla luna la funzione di segnare

la successione dei mesi e dei

tempi (cf. Gn 1,14.16; Sir 43,7-

8). Avere la luna sotto i piedi

significa possedere il dominio

assoluto sullo svolgimento del

tempo o almeno essere

sottratti al suo corso fatale. La

donna, quindi, mentre ancora il

tempo procede nel suo

svolgimento, ne è al di sopra.

Nella Gerusalemme celeste,

dove la donna – sposa

dell‟agnello usufruirà

definitivamente della gloria del

Signore, la luna scomparirà del

tutto (Ap 21,23), perché sarà

finita la successione di tempi.

Page 41: Panaghia E  Immacolata Concezione

Ma il contesto può suggerire un

ulteriore riferimento. In Ap 11,19,

che introduceva la nostra visione,

era comparsa “l‟arca della sua

alleanza”. Questo particolare può

rievocare il Sal 89,37s: “In eterno

durerà la sua discendenza, il suo

trono davanti a me quanto il sole,

sempre saldo come la luna,

testimone fedele nel cielo”: per il

cantore del salmo l‟alleanza

assicurata e giurata a Davide durerà

in eterno, cioè fino al perdurare del

sole e della luna. L‟alleanza che ora

si apre con la comparsa dell‟arca e

la visione della donna va al di là del

perdurare del tempo e avrà il suo

compimento nella Gerusalemme

nuova (cf. Ap 21,3)

Page 42: Panaghia E  Immacolata Concezione

Nel dialogo ecumenico

Page 43: Panaghia E  Immacolata Concezione

Nel dialogo ecumenico

Esiste oggi la necessità

di distinguere

tra sentimento religioso

e fede cristiana

Nel 1998 il Gruppo di

Dombes ha scritto: “in

Maria niente permette

di fare di le il simbolo di

quel che ci separa”

Nella Vergine

tutto è relativo a Cristo

e tutto da lui dipende

Page 44: Panaghia E  Immacolata Concezione

È un dato storico che la

persona di Maria sia stata

uno dei luoghi

d‟investimento privilegiato

della religione popolare

nell‟evangelizzazione

cristiana.

Maria riveste un triplice

ruolo:

-un ruolo di prossimità:

è la madre attenta a tutti i

suoi figli;

- un ruolo di difesa

dell’identità culturale: è

celebrata con le

caratteristiche di ogni

singolo popolo;

- un ruolo di protezione

e di guarigione: si

suppone che liberi da

tutte le oppressioni e da

tutte le malattie

Page 45: Panaghia E  Immacolata Concezione

I cattolici, con un

atteggiamento di

prudenza e di carità,

di fronte alle

“reticenze” degli

altri cristiani,

dovrebbero

presentare una

catechesi più attenta

alla testimonianza

della Scrittura.

Questa catechesi

dovrebbe costituire

una pedagogia della

fede per la pietà

popolare.

Page 46: Panaghia E  Immacolata Concezione

La resistenza dei protestanti

all’ordine dell’affettività,

alimentata per secoli da

perpetue controversie sulla

Vergine Maria e la loro rigida

lettura della testimonianza

della Scrittura sono difficoltà

da superare con la reciproca

conoscenza, il dialogo senza

infingimenti e la preghiera

comune.

È in realtà un identico sguardo di

fede su Gesù che ci incita a non

separarci a causa di colei che non

fu all‟origine delle nostre divisioni

confessionali

Page 47: Panaghia E  Immacolata Concezione

La Chiesa non farebbe

dell’accettazione di questi due

dogmi un preliminare alla

piena comunione delle Chiese.

Essa domanderebbe soltanto ai

partner con i quali

ristabilirebbe tale comunione

di rispettare il contenuto dei

dogmi,

di non ritenerli contrari

all’evangelo né alla fede,

ma di considerarli come

conseguenze libere e

legittime di una riflessione

della coscienza cattolica sulla

coerenza della fede.

Page 48: Panaghia E  Immacolata Concezione

“possiamo affermare insieme

che l‟opera di redenzione di

Cristo ha raggiunto Maria

fino in fondo, nell‟intimo del

suo essere e nei suoi

primissimi momenti di vita.

Ciò non è contrario

all‟insegnamento della

Scrittura, e può essere

compreso solo alla luce della

Scrittura”.

(ARCIC II, «Maria: grazia e speranza in Cristo» n. 59, in EO 7/239).

Page 49: Panaghia E  Immacolata Concezione

Influsso prioritario del popolo

Intervento decisivo del magistero della Chiesa

Prospettiva Cristologica:

un inno alla potenza salvifica dell’Unico mediatore

Prospettiva antropologica:

Evento di grazia per l‟umanità in cammino

SINTESI

Page 50: Panaghia E  Immacolata Concezione
Page 51: Panaghia E  Immacolata Concezione

Ella realizza l’uomo che Dio ha

sempre voluto, eretto verso il

cielo (noi siamo curvati dal

peccato), aperto verso gli altri

(noi ci chiudiamo dentro noi

stessi) e fraterno con il mondo

(noi possediamo la terra in

modo egoistico). Ella

appartiene al disegno

primigenio di Dio, logicamente

anteriore alla caduta

dell’umanità.

Page 52: Panaghia E  Immacolata Concezione

Come mai tra le tante

immagini dell’Immacolata

ha prevalso quella della

Donna che schiaccia la

testa del serpente? Tra i

tanti fattori si distingue

l’archetipo con tutta la

sua carica emozionale

della Donna e il Drago.

Maria, versione femminile

del figlio dell’uomo (Dan

7), appare come una forza

pura, santa e bella, che si

confronta con la forza

bruta del Mostro e lo

vince.

Page 53: Panaghia E  Immacolata Concezione

Ella costituisce

un’energia

assiologica

evidente: ispira i

comportamenti etici

del lotta contro le

forze d’oppressione

e di morte, come è

illustrato dalla

storia della Polonia

e del Messico le

immagini della

Madonna di Jasna

Gora e della Vergine

di Guadalupe.

Page 54: Panaghia E  Immacolata Concezione

L’Immacolata è tipo non solo ontologico

(immagine) o escatologico («teletipo»: Barth),

ma anche tipo etico della Chiesa (esemplare),

che deve essere come lei sposa «gloriosa, senza

macchia né ruga ma santa e immacolata» (Ef 5,27)