Palazzo Avogadro Un bene culturale di Sarezzo

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Palazzo Avogadro Un bene culturale del nostro territorio

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Palazzo Avogadro

Un bene culturale del nostro territorio

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PROGETTO FAI(Fondo Ambiente Italiano)

Zanano – 19 e 20 marzo

GIORNATE DI PRIMAVERA

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CHE COSA ABBIAMO

IMPARATO?

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Gli AVOGADRO di Zanano

Il primo documento La nostra riproduzione

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BREVE STORIA DELLA FAMIGLIA AVOGADRO

Zanano era un feudo della famiglia nobile degli Avogadro.Non si sa con certezza quale sia l’origine degli Avogadro di Zanano. Alcuni storici pensano che sia un ramo dei Signori della Scala di Verona, gli Scaligeri, il cui stemma era costituito da tre scale vermiglie in campo d’argento (come nello stemma che si trova a Zanano).

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Il primo documento che testimonia la presenza degli Avogadro a Zanano è una pietra che reca scolpito lo stemma delle tre scale, con incise, sopra e intorno, parole scritte in latino che significano: “ANNO DEL SIGNORE 1337. QUESTO MONUMENTO È DEI SIGNORI DE ADVOCATIS DE ZENANO” .

Gli Avogadro amministravano il territorio di Zanano per conto del vescovo.

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Risiedevano nell’edificio che dominava il minuscolo paese con la sua massiccia torre, la corte rustica, la cappella di S. Martino e, davanti, il sagrato e la piazza dove cittadini e contadini si radunavano in pubblica assemblea.

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LO STEMMA AVOGADROOSSERVIAMOLO E SCOPRIAMO FRAMMENTI DI

STORIA

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IL NOSTRO LAVOROCON IL DAS ABBIAMO RIPRODOTTO LE PARTI DELLO STEMMA E LE ABBIAMO COLORATE CON LE TEMPERE

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UN AFFRESCO ENIGMATICO

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Questo enigmatico affresco si trova nella sala delle armi di Palazzo Avogadro.Forse questo affresco racconta di uno scontro avvenuto tra guelfi (sostenitori del Papa) e ghibellini (sostenitori dell’imperatore) attorno al 1300. I guelfi, rappresentati dagli orsi (o lupi) neri, erano guidati da un Avogadro e, nell’affresco, si dirigono con atteggiamento bellicoso verso i ghibellini, rappresentati dagli orsi (o lupi) bianchi. La storia narra che i guelfi uscirono vittoriosi da questo scontro.

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IL NOSTRO LAVOROABBIAMO DECORATO LA STAMPA DELL’ AFFRESCO CON MATERIALI VARI: POLVERE DI GESSO CON SALE, CHICCHI DI CAFFÈ, CHICCHI DI RISO, STOFFA, BRILLANTINI…

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QUESTO AFFRESCO CI HA ISPIRATO TANTI BEI RACCONTI

FACCIAMO VOLARE LA

FANTASIA

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Era l’anno 1337 e vivevo all’ interno di un castello con tanti abitanti. Il maniero sorgeva sulla cima di una montagna, da lì si poteva contemplare un paesaggio magnifico. C’erano fitti boschi di querce abitati da animali selvatici. Boscaioli e cacciatori raccoglievano legna e selvaggina per la vita nel castello. Era una vita felice. Spesso la sera venivano organizzate feste che duravano fino al mattino con tanti balli e banchetti deliziosi con cibi prelibati. Il giorno dopo trovavi persone sdraiate che ancora bevevano e ridevano mentre dormivano. Il regno del castello della Felicità confinava con un altro regno dedito alla preparazione della guerra.I due sovrani erano amici e vivevano in armonia.Intrattenevano scambi commerciali e le persone viaggiavano liberamente tra i due regni.Una notte, oscura e tempestosa, piena di lampi … una notte mai vista, il regno Arzarat ebbe la visita di un tipo alto, vestito di nero. Dal nero di quella notte e dai vestiti non si poteva vedere neanche il viso; comunque continuò a suonare, ma nessuno gli apriva perché erano scomparsi tutti.

Una cosa davvero strana. Allora il re, che non ne poteva più del “drin, drin, drin” andò ad aprire lui e vide questo tipo un po’ inquietante. Il tipo sconosciuto gli diede un pacco con sopra scritto: “Questo pacco è per il sovrano Harry Benzon”. Dopodiché scomparve.Il sovrano entrò e aprì quello strano pacco. Dentro trovò una gemma unica al mondo e una lettera di sua madre, la più potente strega di tutti i tempi, Martisia Adams. Sulla lettera c’era scritto che l’altro regno aveva tutti i tesori del mondo, di andare in cantina che avrebbe trovato un libro con inciso sul lato queste lettere “L P P T D M”. Doveva tirarlo fuori e poi rimetterlo al suo posto e la libreria si sarebbe girata. Infatti fu così.“Vedrai un tavolo al quale manca questa gemma: mettila al suo posto” c’era scritto.Un attimo dopo aver infilato la gemma ci fu una luce abbagliante e nei due regni tutti diventarono animali con un’enorme fame di distruzione e di potere. Così scoppiò una guerra che continuò per anni finché i due regni col tempo vennero distrutti. 

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Era l’anno 1337 e vivevo all’interno di un castello con tanti abitanti. Il maniero sorgeva sulla cima di una montagna, da lì si poteva contemplare un paesaggio magnifico.C’erano fitti boschi di querce abitati da animali selvatici. Boscaioli e cacciatori raccoglievano legna e catturavano selvaggina per la vita nel castello. Era una vita felice. Spesso la sera venivano organizzate feste che duravano fino al mattino con balli e banchetti deliziosi. Il giorno dopo trovavi persone sdraiate per strada che ancora bevevano e ridevano mentre dormivano. Nei giorni normali i fabbri lavoravano il ferro nelle fucine, le donne cucinavano i prodotti che la terra offriva generosa, i bambini giocavano e la sera si raccontavano storie di paura nelle stalle. Io servivo il mio re con fedeltà e dedizione.Il regno del castello della “Felicità” confinava con un altro regno dedito alla preparazione della guerra. I due sovrani erano amici e vivevano in armonia. Intrattenevano scambi commerciali e le persone viaggiavano liberamente tra i due regni.

Un giorno questa serenità fini. L’imperatore che si trovava a valle aveva conosciuto una bellissima ragazza di nome Artemide. Artemide era povera e viveva in una baracca al confine tra i due regni, ma aveva occhi azzurri nei quali ti potevi specchiare. L’imperatore Lowein se ne era perdutamente innamorato, ma il re del regno della Felicità, Ottaviano, era il suo rivale in amore. I due rivali chiesero al mago di corte di preparare una pozione che facesse innamorare la ragazza. Però Artemide fu nascosta nel bosco fatato per impedire ai sovrani di sposarla. Prese il suo posto il fratello gemello Aleandro che, dotato di poteri soprannaturali, si era trasformato in Artemide con l’intenzione di impossessarsi di uno dei due regni.Passarono i giorni e lui decise di distruggere i regni per crearne uno nuovo. Aveva creato un marchingegno chiamato Spara Via la Tua Scia e quando lo mise in funzione tutti capirono che era Aleandro. Così tutti diventarono rabbiosi, lo legarono ad un tronco e gli diedero fuoco.Allora Artemide vera prese la spada, andò a quel famoso tronco e lo distrusse.Da quel momento Aleandro e Artemide viaggiano per tutta Sarezzo ancora adesso.

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20 marzoGIORNATE DI PRIMAVERA

DEL FAI

FINALMENTE POSSIAMO

DIMOSTRARE CIÒ CHE ABBIAMO

IMPARATO!

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