Pagine da allenare oggi capanna

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Calcio. Allenare oggi Riccardo Capanna http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/allenare-oggi

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L’errore preconcetto: il corpo assemblato

Attualmente, l’atteggiamento con cui tutti gli addetti ai lavori (i tec-nici, i dirigenti e fin anche i giornalisti specializzati) affrontano iproblemi collegati all’allenamento, porta ad un’unica paradossaleconclusione: il corpo umano è concepito come una strutturaassemblata, costituita da una molteplicità di disparati componenti(figura 2).

Un “insieme” si dice assemblato quando è il risultato della somma disingole parti che, attraverso attività diverse e indipendenti, operanoal meglio delle loro possibilità per farlo funzionare. L’idea che gli allenatori siano convinti di avere a che fare con uncorpo assemblato si rende evidente quando, ad esempio, propongo-no in palestra attività in cui i muscoli vengono “lavorati” singolar-mente alle macchine di muscolazione. In più con la malaugurata ideache, facendo eseguire subito dopo lo sforzo degli “esercizi di trasfor-mazione (!?!)”, il rafforzamento possa divenire più facilmente “utiliz-zabile”, ad esempio, nell’ambito della coordinazione negli sprint. Scrivendo queste righe, mi viene alla mente un barman, che dopoaver versato i diversi ingredienti in uno shaker, li scuote un po’ (li tra-sforma) ed ottiene quale risultato un cocktail.

L’uomo impara ed agisce come un organismo integrato e non assemblato.

Si ritiene chela prestazionesi concretizzi

ASSEMBLANDOgli stimoli cometasselli di un “MOSAICO”

FIGURA 2

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È mio intendimento trattare gli argomenti che caratterizzano questa“Seconda regola” con grande enfasi, allo scopo di far comprendere allettore quanto sia fondamentale che anche durante le esercitazionisvolte senza la palla, finalizzate allo sviluppo delle capacità di resi-stenza o di forza1, si pretenda dai giocatori il rispetto della gestualitàtipica che caratterizza il gioco del calcio.

L’allenamento senza palla in regime di resistenza

Trattando nel caso specifico di attività in cui non è previsto l’usodella palla, si evidenzia la necessità di confutare, con argomentazionicredibili e coerenti, le idee di coloro i quali pensano, ad esempio, chelo sviluppo della resistenza ricercata con metodo tradizionale, e cioècon la corsa in linea a ritmo costante, sia l’unica soluzione o per lomeno la più idonea a perseguire una condizione di forma ottimale.Alla luce delle acquisizioni, dovute agli studi di neuroscienze, tale proce-dura di allenamento deve essere abbandonata, giacché non tiene contodella coordinazione specifica caratteristica della disciplina praticata ed èorientata solo allo sviluppo dell’attività bioenergetica “periferica”.La strategia di allenamento che sembra poter fornire un rendimentomigliore dovrebbe prevedere invece che ogni esercitazione vengaproposta con modalità specifiche, affinché si renda possibile l’inte-grazione funzionale fra la resistenza e le abilità tecniche che il gioca-tore esprime quando non è in possesso di palla. Questo si può realizzare solo considerando di cambiare lo svolgimen-to delle esercitazioni mirate allo sviluppo della “preparazione fisica”. Sulla base delle mie esperienze fornisco di seguito alcuni accorgi-menti in merito.

• Le esercitazioni devono essere caratterizzate, durante il loro svilup-po settimanale, da ritmi di corsa differenziati2.

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Quando si propone un’esercitazione (carico di allenamento), la coordinazio-ne specifica deve assumere priorità assoluta sull’aspetto bioenergetico.

1 Gli argomenti che fanno riferimento allo sviluppo della forza saranno trattatinell’ambito del capitolo relativo alla “Terza regola”.

2 Questo principio fa riferimento ai concetti espressi nella “Terza regola”..

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Relativamente all’organizzazione dell’allenamento svolto in periodoagonistico, la logica della mia proposta prevede che nei primi giornidella settimana le esercitazioni siano caratterizzate da un grado ditensione muscolare inferiore, rispetto a quella che si riscontra nellesedute dei giorni seguenti. Questo, sia per favorire nei giocatori il recupero dell’integrità musco-lare dopo lo stress dalla partita precedente, e sia perché ritengo fon-damentale proporre degli sforzi progressivamente crescenti in prepa-razione alla partita successiva. Tale approccio metodologico va esteso sia alle esercitazioni di resi-stenza, come è stato specificato nel capitolo precedente, sia a quelledi forza di cui parleremo ora.Proprio riguardo all’attività di rafforzamento risulta perciò inconcilia-bile con il mio modo di concepire l’organizzazione dell’allenamentoche, nelle sedute di inizio settimana, siano effettuate per gli arti infe-riori degli esercizi con o senza sovraccarico, in quanto l’impegno alivello muscolare, risultando eccessivo, contrasterebbe con l’enuncia-to di questa “Terza regola”.Alla luce di tale premessa, appare quindi chiaramente perché gliesercizi ad elevata tensione muscolare siano inseriti nel piano di alle-namento nella seconda metà della settimana. Come vedremo inseguito, se la partita di campionato si gioca alla domenica, il giornopiù congeniale per farli eseguire risulta essere il venerdì. Nell’individuarne la tipologia pratica, tenendo conto dei concettiespressi nei capitoli precedenti, non potremo evitare perciò di ricer-care lo sviluppo della potenza muscolare degli arti inferiori attraversoesercitazioni specificatamente coordinative. Per perseguire tale prerogativa è necessario che gli esercizi abbianodelle peculiarità gestuali (coordinazione inter-muscolare) e spazio-temporali (coordinazione intra-muscolare) orientate e finalizzate amigliorare la capacità di accelerazione, espressione motoria che qua-lifica le azioni più significative di un giocatore di calcio.Comunemente, invece, la forza muscolare ritenuta utile a sviluppare irequisiti adatti a concretizzare l’accelerazione, viene ricercata conesercitazioni che, caratterizzate dall’uso di macchine di muscolazio-ne, non sono propriamente consone all’obiettivo da perseguire.

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Durante le sedute di una settimana tipo, le esercitazioni devono esserecaratterizzate da tensioni muscolari progressivamente crescenti.

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L’allenamento per il gioco del calcio è caratterizzato dalla riproposi-zione nel tempo di esercitazioni idonee a determinare negli atleti lapossibilità di esprimere le proprie migliori qualità tecniche e tattichedurante tutto il corso della partita.I giocatori quindi, nel periodo preparatorio ed in seguito in quelloagonistico, devono “prepararsi” per affrontare una “prestazione diresistenza”. Che la partita impegni la capacità di “resistere” è dimostrato da nume-rose ricerche, nelle quali si evince che la media di percorrenza in 90minuti può variare dai 9 ai 12 km, svolti alternando diverse andature(passo, corsa lenta, corsa veloce, sprint, corsa indietro, laterale, etc.).Gli allenatori devono perciò confrontarsi con una doppia problemati-ca. La prima è relativa ad individuare il tipo di resistenza che puòqualificare la prestazione agonistica e la seconda è quella di determi-nare come sia possibile allenarla.A questo proposito, anche se l’impegno dei giocatori “dura a lungo”,non siamo certamente di fronte ad una prestazione di “lunga durata”,così come la si intende in maniera classica nell’atletica leggera. Durante la partita di calcio, al contrario, ogni giocatore alterna nume-rosi momenti di attività senza palla trascorsi a vari ritmi di corsa, abrevissimi altri periodi in cui ne detiene il possesso. Tutte le innumerevoli giocate di durata variabile, con o senza il pos-sesso della palla, sono separate le une dalle altre da pause anch’essedi differente durata. Le pause, periodi in cui si verifica il recupero,non permettono un ripristino completo delle energie spese in prece-denza, cosicché il gioco si sviluppa in regime di affaticamento pro-gressivamente crescente.Di fronte a questa molteplicità di situazioni, il problema prioritarioche si deve risolvere attraverso l’allenamento è quello di realizzareun significativo miglioramento delle capacità di recupero e, con ciò,la possibilità di reintegrare nel più breve tempo possibile le energiespese precedentemente. Per incrementare le capacità di recupero, le esercitazioni facentiparte di qualsiasi seduta di allenamento, ad eccezione di quella chesi effettua il giorno prima della partita ufficiale, devono sollecitare neigiocatori un elevato consumo di O2. Devono inoltre comprendere

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Ogni esercitazione deve essere riproposta con continuità, incrementandoprogressivamente l’entità dello stimolo.