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www.bo7.it versetti petroniani DI GIUSEPPE BARZAGHI ltro che società dei consumi. Noi siamo la società dello sciupio. Invece di consumare noi gettiamo, scartiamo, rifiutiamo. Usiamo qualcosa? L’idea di «usato» non è certo celebrativa: l’utilitarismo distrugge i valori prima ancora di riconoscerli. «Riciclato» è un’altra beffa dell’utile, cioè usabile e basta. Tutto va perduto. E siccome il perduto non lo trovi più, è annullato, annichilito, noi siamo dei nichilisti. Anche perché, se annulliamo le cose, è perché le stimiamo un nulla già in partenza. Questo è il nichilismo. Ma attenzione anche al consumare! Società dei consumi, alla fine non è proprio niente di diverso. Perché consumare, lì vien preso da «consumere», che vuol dire ridurre al nulla: «consunto» dall’uso. E l’uso, come l’utile e il perduto si affacciano nel tempo: il tempo ne è padrone, consuma tutto. Ma c’è un consumare che viene da «consummare», cioè portare a compimento. È veder la compiutezza in tutti frantumi del tempo in un atto contemplativo. I malati terminali: consumati dal tempo, lo consumano contemplando persino le goccioline d’acqua che aspirano a fatica con la cannuccia, tra le labbra secche. Dobbiamo consummare il tempo, prima che lui consumi noi. A Consumismo e nichilismo, una raccolta poco differenziata Feste: a Madonna dell’Acero Le parrocchie che danno viveri Libano, Caritas mobilitata a pagina 4 a pagina 2 a pagina 6 occuparsi. Spesso il politico ha l’illusione che coccolando i suoi potenziali giovani elettori possa averne un ritorno in termini di potere. Ma i giovani sono così facili da comprare? Più che di potere, i giovani sono affamati di identità. In questo senso sono «corruttibili» da chi, magari attraverso un’ideologia morta da decenni, e qualche spazio e strumento organizzativo, gliene offre comunque una parvenza. Tra i rischi di un assessorato di que- sto genere non c’è solo la risposta burocratica ma anche quello di spac- ciare per universali idee che servono in realtà a catturare il consenso delle nicchie omogenee al proprio proget- to politico (centri sociali, sballo...). C’è il pericolo che le idee e le espe- rienze della maggioranza dei giovani siano dimenticate quando non osta- colate? Questi sono appunto i rischi del corrompere le potenzialità giovanile attraverso proposte ideologiche fatte a fini di potere. Ciò crea naturalmente, oltre a futuri guai per chi si lascia «corrompere», mettendo così a rischio la propria libera crescita, una spaccatura tra questi gruppi infeudati ai partiti, e la maggioranza dei giovani, che rimane inascoltata dall’amministrazione pubblica, e spesso anche dai media. Supponiamo che l’assessorato ai gio- vani, nonostante le riserve, vada in por- to. Quali consigli potrebbe dare? Go- verno o ascolto? Centralismo o sussi- diarietà? Ascolto e sussidiarietà. Altre soluzioni hanno un’anima totalitaria. Chiunque si occupa di giovani non può prescindere dalla DI STEFANO ANDRINI rofessor Risé cosa si aspettano i giovani da una amministrazio- ne locale e più in generale dalla politica? Poco, perché sono abituati a una politica che non si occupa di loro se non per organizzarli in gruppi più o meno legati ai partiti. Tuttavia, avrebbero invece bisogno che l’amministrazione pubblica, soprattutto a livello locale, li osservi, e si metta in ascolto dei loro bisogni, per poterli aiutare a sviluppare la forza di crescita per la persona e la società, che il mondo giovanile rappresenta. Di fronte ai bisogni complessi del- l’universo giovanile la risposta dei Comuni e delle Regioni è spesso semplicistica: un assessorato ad hoc. Ma ai giovani serve davvero? Ogni assessorato dovrebbe tenere d’occhio i bisogni, ma anche le potenzialità dei giovani, per il settore di sua competenza. Certo, l’educazione e lo sport sono quelli a vocazione giovanile più alta. Ma anche la cultura, il territorio, naturalmente la famiglia, la casa, devono rimanere in contatto e rispondere all’universo giovanile. L’idea dell’assessorato ai giovani spezza e corporativizza un mondo giovanile del quale invece ogni aspetto dell’amministrazione deve P questione educativa. E’ una sfida che tocca anche gli assessori? E in che modo? Innanzitutto in quanto educandi. Può educare solo chi si lascia educare dal mondo, da ciò che accade, dall’altro. Anche dai giovani, ascoltando profondamente le loro palesi debolezze, e le loro forze nascoste. Poi, certo, chiedendoci, su ogni delibera: questo che effetto potrà avere sui giovani? Dannoso, o utile? Li aiuterà a vivere e a crescere, o a distruggersi e dimenticarsi? E poi agendo di conseguenza. Laici illuminati e presuli insistono con sempre maggior frequenza sulla necessità di un’autentica libertà di e- ducazione. E’ un concetto che vale anche per la moltepli- cità delle esperienze giovanili? Nella giovinezza ogni esperienza è educativa, sviluppa o distrugge aspetti della personalità. E’ così per la musica, tutto il settore del tempo libero, lo sport, ogni esperienza di aggregazione. Sono tutte esperienze educative nelle quali la famiglia deve avere libertà di ispirazione e conduzione. Asses sorato ai giovani Il risc hio «spezzatino» In memoria delle vittime ercoledì 2 agosto, si commemora a Bologna il 26° Anniversario della strage della stazione. Alle 9.15 in Piazza Nettuno concentramento e corteo, coi Gonfaloni delle città, lungo via dell’Indi- pendenza; alle 10.10 in piazza Medaglie d’Oro: intervento del Presidente dell’As- sociazione familiari vittime della strage, Paolo Bolognesi, minuto di silenzio in me- moria delle vittime, interventi del Sinda- co e di un rappresentante delle Istitu- zioni; alle 11.30 in San Pietro Messa ce- lebrata da monsignor Rino Magnani par- roco della Cattedrale. Alle 21 in Piazza Maggiore: concerto Orchestra sinfonica Fondazione Toscanini. M «2 agosto» Nuove generazioni, una preoccupazione educativa ell’ambito del previsto allargamento degli assessorati comunali, deciso con la recente riforma dello statuto, si è parlato, nelle scorse settimane, di un probabile futuro assessorato ai giovani. Non ci interessa in questa sede discutere del merito politico anche se, a parere di molti osservatori, la casella giovani dovrebbe essere destinata a una parte della maggioranza che non si può certo considerare moderata. Né, tanto meno, ci interessa esercitare improbabili diritti di veto. La nostra preoccupazione, lo riaffermiamo a scanso di equivoci, è prioritariamente educativa. Serve o non serve un assessorato ai giovani? Nel caso lo si costituisca di quali criteri dovrà tener conto? Iniziamo questa settimana a ragionare su queste tematiche, nella speranza di avviare un fecondo dibattito, con un’intervista al professor Claudio Risé. (S.A.) N il punto Psicoterapeuta e giornalista laudio Risé è docente di Sociologia dei processi culturali e di comunicazione al Corso di Laurea in Scienze della comunicazione dell’Università dell’Insubria, Facoltà di Scienze, Varese. Dal 1976, é attivo nel campo della Psicologia Analitica. È psicoterapeuta e editorialista presso alcuni quotidiani. Tra le pubblicazioni ricordiamo "Il mestiere di padre" (San Paolo) e "Don Giovanni. L’ingannatore" (Frassinelli). C chi è Parla lo psicanalista Claudio Risé: «Da parte delle amministrazioni locali ci vogliono ascolto e sussidiarietà. Altre soluzioni hanno un’anima totalitaria» Domenica 30 luglio 2006 • Numero 30 • Supplemento al numero odierno di Avvenire Pagine a cura del Centro Servizi Generali dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 - 051 64.80.755 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 46,00 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-18) Concessionaria per la pubblicità Publione Loris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d 47100 Forlì - telefono: 0543/798976 Asses sorato ai giovani Il risc hio «spezzatino»

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www.bo7.itversetti petroniani

DI GIUSEPPE BARZAGHI

ltro che società dei consumi. Noi siamo la società dello sciupio.Invece di consumare noi gettiamo, scartiamo, rifiutiamo.

Usiamo qualcosa? L’idea di «usato» non è certo celebrativa:l’utilitarismo distrugge i valori prima ancora di riconoscerli.«Riciclato» è un’altra beffa dell’utile, cioè usabile e basta. Tuttova perduto. E siccome il perduto non lo trovi più, è annullato,annichilito, noi siamo dei nichilisti. Anche perché, se annulliamo

le cose, è perché le stimiamo un nulla già in partenza. Questo è ilnichilismo. Ma attenzione anche al consumare! Società deiconsumi, alla fine non è proprio niente di diverso. Perchéconsumare, lì vien preso da «consumere», che vuol dire ridurre alnulla: «consunto» dall’uso. E l’uso, come l’utile e il perduto si

affacciano nel tempo: il tempo ne è padrone, consuma tutto. Ma c’èun consumare che viene da «consummare», cioè portare acompimento. È veder la compiutezza in tutti frantumi del tempo in unatto contemplativo. I malati terminali: consumati dal tempo, loconsumano contemplando persino le goccioline d’acqua che aspirano afatica con la cannuccia, tra le labbra secche. Dobbiamo consummare iltempo, prima che lui consumi noi.

A

Consumismo e nichilismo,una raccolta poco differenziata

Feste: a Madonnadell’Acero

Le parrocchieche danno viveri

Libano, Caritasmobilitata

a pagina 4

a pagina 2

a pagina 6

occuparsi. Spesso il politico ha l’illusione checoccolando i suoi potenziali giovanielettori possa averne un ritorno intermini di potere. Ma i giovani sonocosì facili da comprare?Più che di potere, i giovani sonoaffamati di identità. In questo sensosono «corruttibili» da chi, magariattraverso un’ideologia morta dadecenni, e qualche spazio estrumento organizzativo, gliene offrecomunque una parvenza.Tra i rischi di un assessorato di que-sto genere non c’è solo la rispostaburocratica ma anche quello di spac-

ciare per universali idee che servonoin realtà a catturare il consenso dellenicchie omogenee al proprio proget-to politico (centri sociali, sballo...).C’è il pericolo che le idee e le espe-rienze della maggioranza dei giovanisiano dimenticate quando non osta-colate?Questi sono appunto i rischi delcorrompere le potenzialità giovanileattraverso proposte ideologiche fatte afini di potere. Ciò crea naturalmente,oltre a futuri guai per chi si lascia«corrompere», mettendo così a rischiola propria libera crescita, unaspaccatura tra questi gruppi infeudatiai partiti, e la maggioranza deigiovani, che rimane inascoltatadall’amministrazione pubblica, espesso anche daimedia.Supponiamo chel’assessorato ai gio-vani, nonostante leriserve, vada in por-to. Quali consiglipotrebbe dare? Go-verno o ascolto?Centralismo o sussi-diarietà?Ascolto esussidiarietà. Altresoluzioni hannoun’anima totalitaria.Chiunque si occupadi giovani non puòprescindere dalla

DI STEFANO ANDRINI

rofessor Risé cosa si aspettano igiovani da una amministrazio-ne locale e più in

generale dalla politica?Poco, perché sono abituati a unapolitica che non si occupa di loro senon per organizzarli in gruppi più omeno legati ai partiti. Tuttavia,avrebbero invece bisogno chel’amministrazione pubblica,soprattutto a livello locale, li osservi,e si metta in ascolto dei loro bisogni,per poterli aiutare a sviluppare laforza di crescita per la persona e lasocietà, che il mondo giovanilerappresenta. Di fronte ai bisogni complessi del-l’universo giovanile la risposta deiComuni e delle Regioni è spessosemplicistica: un assessorato ad hoc.Ma ai giovani serve davvero?Ogni assessorato dovrebbe tenered’occhio i bisogni, ma anche lepotenzialità dei giovani, per il settoredi sua competenza. Certo,l’educazione e lo sport sono quelli avocazione giovanile più alta. Maanche la cultura, il territorio,naturalmente la famiglia, la casa,devono rimanere in contatto erispondere all’universo giovanile.L’idea dell’assessorato ai giovanispezza e corporativizza un mondogiovanile del quale invece ogniaspetto dell’amministrazione deve

Pquestione educativa. E’ una sfida chetocca anche gli assessori? E in chemodo?Innanzitutto in quanto educandi. Puòeducare solo chi si lascia educare dalmondo, da ciò che accade, dall’altro.Anche dai giovani, ascoltandoprofondamente le loro palesidebolezze, e le loro forze nascoste.Poi, certo, chiedendoci, su ognidelibera: questo che effetto potràavere sui giovani? Dannoso, o utile?Li aiuterà a vivere e a crescere, o adistruggersi e dimenticarsi? E poiagendo di conseguenza.Laici illuminati e presuli insistonocon sempre maggior frequenza sullanecessità di un’autentica libertà di e-ducazione. E’ un concetto che vale

anche per la moltepli-cità delle esperienzegiovanili? Nella giovinezza ogniesperienza è educativa,sviluppa o distruggeaspetti dellapersonalità. E’ così perla musica, tutto ilsettore del tempolibero, lo sport, ogniesperienza diaggregazione. Sonotutte esperienzeeducative nelle quali lafamiglia deve averelibertà di ispirazione econduzione.

Assessorato ai giovaniIl rischio «spezzatino»

In memoria delle vittimeercoledì 2 agosto, si commemora aBologna il 26° Anniversario della

strage della stazione. Alle 9.15 in PiazzaNettuno concentramento e corteo, coiGonfaloni delle città, lungo via dell’Indi-pendenza; alle 10.10 in piazza Medaglied’Oro: intervento del Presidente dell’As-sociazione familiari vittime della strage,Paolo Bolognesi, minuto di silenzio in me-moria delle vittime, interventi del Sinda-co e di un rappresentante delle Istitu-zioni; alle 11.30 in San Pietro Messa ce-lebrata da monsignor Rino Magnani par-roco della Cattedrale. Alle 21 in PiazzaMaggiore: concerto Orchestra sinfonicaFondazione Toscanini.

M

«2 agosto»

Nuove generazioni,una preoccupazione educativa

ell’ambito del previsto allargamento degliassessorati comunali, deciso con la recente

riforma dello statuto, si è parlato, nelle scorsesettimane, di un probabile futuro assessorato aigiovani.Non ci interessa in questa sede discutere delmerito politico anche se, a parere di moltiosservatori, la casella giovani dovrebbe esseredestinata a una parte della maggioranza che nonsi può certo considerare moderata. Né, tantomeno, ci interessa esercitare improbabili diritti diveto.La nostra preoccupazione, lo riaffermiamo ascanso di equivoci, è prioritariamente educativa.Serve o non serve un assessorato ai giovani? Nelcaso lo si costituisca di quali criteri dovrà tenerconto? Iniziamo questa settimana a ragionare suqueste tematiche, nella speranza di avviare unfecondo dibattito, con un’intervista al professorClaudio Risé. (S.A.)

N

il punto

Psicoterapeutae giornalista

laudio Risé è docente diSociologia dei processi culturali e

di comunicazione al Corso di Laureain Scienze della comunicazionedell’Università dell’Insubria, Facoltàdi Scienze, Varese. Dal 1976, é attivonel campo della Psicologia Analitica.È psicoterapeuta e editorialistapresso alcuni quotidiani. Tra lepubblicazioni ricordiamo "Il mestieredi padre" (San Paolo) e "DonGiovanni. L’ingannatore" (Frassinelli).

C

chi è

Parla lo psicanalista Claudio Risé:«Da parte delle amministrazionilocali ci vogliono ascoltoe sussidiarietà. Altre soluzionihanno un’anima totalitaria»

Domenica 30 luglio 2006 • Numero 30 • Supplemento al numero odierno di AvvenirePagine a cura del Centro Servizi Generalidell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 -051 64.80.755 fax 051 23.52.07email: [email protected] annuale: euro 46,00 - Contocorrente postale n.° 24751406 intestato ad

Arcidiocesi di Bologna - C.S.G.Per informazioni e sottoscrizioni: 051.6480777 (dal lunedì al venerdì,orario 9-13 e 15-18)Concessionaria per la pubblicità PublioneLoris Zanelli Via Punta di Ferro 2/d47100 Forlì - telefono: 0543/798976

Assessorato ai giovaniIl rischio «spezzatino»

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ALM

ANAC

CO

L’«Acero» in festaIl Santuario della Madonna dell’Acero (foto Marchi - Porretta Terme); accanto, l’Immagine della Vergine

2 Domenica30 luglio 2006

DI CHIARA UNGUENDOLI

e radici del Santuario della Madonnadell’Acero affondano nellalontananza del tempo: sulla sua

«data di nascita» ci sono diverse ipotesi,ma il primo documento certo è un Attonotarile che risale al 1505, poi idocumenti di visite pastorali degliArcivescovi, la prima delle quali avvennenel 1576. «Da allora - spiega monsignorIsidoro Sassi, da poco nuovo rettore delSantuario - siamo certi dell’esistenzaalmeno di un Oratorio dedicato allaVergine». All’origine di tutto però cisarebbe come sempre un eventomiracoloso, che la tradizione colloca nelXIII o XIV secolo: la Madonna sarebbe

apparsa a due pastorelli sopra un alberogigantesco, sul quale già era collocata unasua immagine, e uno dei due, che erasordomuto, avrebbe recuperato l’udito ela parola. In seguito a questo evento sisarebbe sviluppata la devozione popolarealla Madonna detta appunto «dell’Acero»,alla quale furono attribuiti moltimiracoli, e che portò poi alla costruzioneprima di un Oratorio, poi di un vero eproprio Santuario. L’albero originario, ilfamoso acero, è stato conservato fino adoggi, anche se attualmente è purtroppomalato e quindi recintato per evitarnel’accesso. Quanto al Santuario, il suoaspetto attuale è lo stesso,sostanzialmente, che assunse nel 1759, aseguito di un restauro operato dalla

nobile famiglia bolognese Arnoaldi,molto devota alla Vergine.«La festa della Madonna dell’Acero èancor oggi molto sentita - spiegamonsignor Sassi - e vi partecipano nonsolo bolognesi, ma anche moltimodenesi e molti toscani. È inoltrepresente anche una sorta di "fiera". Festalegata in modo particolare alla tradizionedella processione che si compie attornoal Santuario con l’Immagine dellaMadonna». «Un’altra caratteristicaimportante - continua - è la presenzacostante a questa festa di un Vescovobolognese, o che sia stato legato inqualche modo alla nostra diocesi. Questoper sottolineare il fatto che il Santuario èarcivescovile e quindi ha un legame

particolare con la diocesi: questa lo deveconsiderare una propria "risorsa", comeluogo di devozione mariana».«Un’ultima, ma non meno importanteconsiderazione - conclude monsignorSassi - è che attorno a questo Santuariosono sorte negli anni numerose vocazionisacerdotali. Questo è stato favoritosicuramente dal luogo, che invita alsilenzio e al raccoglimento, ma anchedalla possibilità che è offerta diorganizzare campi-scuola e ritiri nellestrutture annesse al Santuario stesso. Epoi c’è la presenza della Madonna, che èl’elemento fondamentale. Speriamo chesi continui a tenere conto di questaimportante possibilità, e che la tradizionedella nascita di vocazioni continui».

L

Il programma della solennità

enerdì 4 e sabato 5 agosto siterrà al Santuario della Madonna

dell’Acero la solennità e festa dellaBeata Vergine dell’Acero. Venerdì 4solennità della dedicazione dellachiesa: Messa alle 11 e alle 21 Vegliamariana e Rosario con le fiaccole.Sabato 5 solennità della BeataVergine: saranno celebrate Messe alle7, 8,30, 12 e 16.30. Alle 10 Messa eprocessione con l’Immagine dellaVergine presiedute dal vescovoausiliare monsignor Ernesto Vecchi.Alle 17.30 Vespri solenni eBenedizione eucaristica. Durante lagiornata possibilità di confessarsi.

V

santuario

Tre nuovi Accoliti

omenica 6 agosto nel Santuariodella Madonna di Calvigi il vescovo

ausiliare monsignor Ernesto Vecchiistituirà Accoliti tre membri dellaConfraternita della Madonna di Calvigi:Franco Gaggioli, Andrea Longo e NatalinoFranzoni. Il programma prevede alle 17 ilritrovo, alle 17.15 la recita del Rosario ealle 18 la Messa presieduta da monsignorVecchi con l’istituzione degli Accoliti.Seguirà un momento conviviale.

D

rande festa in vista per laConfraternita «Madonna di Calvigi»,legata all’omonimo Santuario:

domenica 6 agosto infatti tre membri dellastessa Confraternita saranno istituiti Accolitidal vescovo ausiliare monsignor ErnestoVecchi. Sarà anche l’occasione perfesteggiare il decimo anniversario della«rinascita» della Confraternita, avvenutaappunto nel 1996: per questo sono stateinvitate a partecipare alla celebrazione tuttele Confraternite della diocesi, con una lororappresentanza in cappa.La Confraternita ha una tradizione antica: ègià nominata infatti in un documento del1633: allora però era dedicata alla«Madonna della Cintura». Conobbe alternevicende fino alle soppressioninapoleoniche, quando venne abolita. Èstato il parroco di Granaglione precedenteall’attuale, cioè don Massimo Fabbri, adavere dieci anni fa l’idea di ricostituirla,questa volta col nome di «Madonna di

Calvigi». «La Confraternita è aperta anche aivilleggianti, - spiega il Priore Enrico Pagani -che sono poi per la maggior parte personeche hanno le loro "radici" in questa zona evi tornano durante l’estate. Oggi quindi dei52 componenti (tra uomini e donne) unabuona parte proviene da fuori provincia, equalcuno anche da fuori regione».L’impegno principale dei confratelli èquello della preghiera quotidiana allaMadonna; la maggior parte delle attività siconcentra durante l’estate, quando laparrocchia si «popola» di villeggianti. Ilprimo momento di incontro è però semprel’1 maggio: al Santuario si svolge la Messasolenne, poi l’assemblea sociale, seguita dalpranzo e dall’incontro col parroco. In luglioe agosto la Confraternita è presente alleMesse domenicali celebrate al Santuario alle18 e precedute dal Rosario. Moltoimportante è poi l’animazione delle duegrandi feste mariane di agosto: la discesadella Madonna di Calvigi a Granaglione

(che ogni 5 anni si estende a tutte le borgatee ogni 10 a tutto il Comune), all’inizio delmese, e, il 15, la solennità dell’Assunta, festadel Santuario. E a proposito del Santuario, ricordiamo chela sua origine è legata ad un fattoprodigioso accaduto all’inizio del 1500all’allora parroco don Simone Vivarelli: unsasso, che gli aveva dato riparo durante untemporale, si staccò e rovinò sulla strada,senza però colpirlo. Grato alla Madonnaper lo scampato pericolo, don Simone fecedipingere sul sasso un’immagine dellaVergine con il Bambino in braccio. Poi ladevozione per quella Madonna crebbe,tanto che a lei si rivolsero gli abitanti delluogo nel 1630, per invocare la liberazionedalla peste. Ottenutala, come voto in quellostesso anno costruirono un piccoloOratorio. Quello fu il primo nucleo delfuturo Santuario, mentre dell’immagine èpresente oggi una copia su tela.

Chiara Unguendoli

G

casa del clero

Celebrazioni e crescentineabato 5 agosto nella chiesa di S. Agostino presso laCasa del clero si terrà la festa della Madonna della

Neve. Si inizierà la mattina, alle 10, con la Messasolenne presieduta da monsignor Vincenzo Zarri,vescovo emerito di Forlì. La celebrazione sarà animatadai solisti della Cappella Musicale arcivescovile di S.Petronio diretti da Michele Vannelli. Al termine,processione nel giardino con l’icona mariana veneratanella chiesa di S. Agostino. Alle 20.30 Rosariopresieduto dall’arcivescovo cardinale Carlo Caffarra; aseguire, dalle 21,15, spettacolo animato dalla«Giorgino Band» e rinfresco con crescentine e gelato,preparato dalla parrocchia di S. Maria di Venezzano.L’ingresso della chiesa di S. Agostino è in via Barberia26; quello del giardino della Casa del clero in via delFossato 4/3: si consiglia, per raggiungerli, di servirsidelle numerose linee di autobus che fermano in PiazzaMalpighi, perché la possibilità di parcheggio saràlimitata.

S il secondo anno che alla Casa del clero, in viaBarberia, si celebra la festa della Madonna dellaNeve, riprendendo un’antica tradizione. Questo

luogo infatti ha una tradizione mariana radicata:«sappiamo che nelle Mura del Mille (checorrispondevano alle attuali fondamenta della Casadalla parte di via del Fossato) fu inglobato untempietto con un’immagine mariana - spiega ildirettore della Casa, monsignor Gian Luigi Nuvoli - euno scritto afferma che questa risaliva addirittura al493. Fu venerata per lungo tempo come "Madonnadell’Orto", perché si affacciava proprio dove oggisorge il giardino della Casa, quindi fu chiamata"Madonna del Buon Gesù". Nel 1661 vennetrasportata nella appena costruita chiesa dellaMadonna della Neve, e ne assunse il nome.Purtroppo nel 1796, a seguito delle soppressioninapoleoniche, la chiesa venne chiusa e la Madonna,un affresco, fu trasportata in Certosa, dove fu murata

assieme a tante altre nel "Chiostro delle Madonne".Lì rimane ancora oggi, ma purtroppo, a causa dellacostruzione della Tomba Pallavicini, è molto pocovisibile». «Ora - prosegue monsignor Nuvoli - stiamocercando di riportarla nel suo luogo d’origine, cheattualmente è la parete di fondo della biblioteca, manon siamo ancora riusciti. Anche quest’anno perciòporteremo in processione, la mattina del 5 agosto,l’icona mariana che si trova nella chiesa di S.Agostino della Casa del clero, anch’essa moltopregevole; e ci fermeremo proprio nel luogo dove untempo era collocato l’affresco». Don Nuvoli spiegaanche che il titolo di «Madonna della neve», dato allachiesa e quindi all’immagine «è associato a quellodella Vergine venerata a Roma nella Basilica di S.Maria Maggiore: anche a Bologna infatti c’era unaConfraternita con questo titolo, aggregata a quellaromana. La sua finalità era riscattare coloro che eranodivenuti schiavi dei Musulmani». (C.U.)

È

Calvigi,dieci anni fa la «rinascita» della Confraternita

La Confraternita della Madonna di Calvigi; a sinistra il Santuario, qui sotto l’Immagine

La Madonna della chiesa di S. Agostino

Madonna della Neve, tradizione anticaMadonna della Neve, tradizione antica

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DI EMANUELA GHINI

a vita di un Pastore è indissolubilmentelegata a tutti coloro che egli ha condotto,talvolta da vie tortuose e tunnel oscuri, alle

sorgenti d’acqua viva del Vangelo. Perciò ilringraziamento di un Pastoreper il dono ricevuto con lachiamata di Gesù alla suasequela coinvolge tutticoloro che da lui sono statigenerati fino a che Cristonon è stato formato in loro(Gal 4,19). Così un intero«popolo che nessuno puòcontare», al di là della suarappresentanza visibile, sistringe intorno a monsignorLuigi Bettazzi nell’azione digrazie per il suo LX disacerdozio. Il popolo dicoloro che nelle condizionidi vita, di età, di lavoro, diluogo più diverse - sacerdotie sposi, anziani e giovani,intellettuali e lavoratorimanuali, missionari emonaci - sono riconoscenti aDio per il dono immenso dicui li ha gratificati mettendosulla loro strada un Pastoreche ha loro annunciato conla vita e con la parola labuona notizia e con tanti diloro ha camminato perdecenni. Incarnazione fedele,orante, magnanima, gioiosadell’Amore che è Dio,

divenuto in Gesù salvatore e amico dell’uomo.Amore che è stato, per tutti e per ciascuno,condivisione di vita nel richiamo costante allafede, sostegno nella prova, aiuto nel bisogno,accoglienza di ogni povertà, apertura allasperanza. Testimonianza fortissima, maismentita, di una dedizione appassionata aCristo, alla sua dolce Madre, alla Chiesa, algenio femminile, all’uomo nella sua totalità, «laprima fondamentale via della Chiesa»(Giovanni Paolo II). A un mondo dacomprendere e amare, in cui essere lievitoevangelico. Luigi Bettazzi vive ora una terza etàmeravigliosamente bella e feconda,in cui consegna alla comunità nonsolo ecclesiale la preziosatestimonianza della suapartecipazione al ConcilioEcumenico Vaticano II, che GiovanniXXIII denominò la «Pentecoste delnostro tempo», richiamando i lavoria cui collaborò come Padreconciliare, soprattutto facendo lagenesi delle più importantiCostituzioni, dense di unpatrimonio ancora in parteinesplorato. In questo servizio allaChiesa non esita ad affrontare gliargomenti più scomodi con lo

Lsguardo della fede e la sensibilità di chi partecipaalle sofferenze degli ultimi. Ma quantomonsignor Luigi Bettazzi si sia prodigato indifesa dell’uomo, trattando tutti i temi che neinsidiano la vita e la dignità - l’aborto, la mafia,il terrorismo, la droga, l’Aids, l’economia, laguerra...- è noto, come disse una volta GiovanniPaolo II, non solo in Italia, ma nel mondo. Tuttoperò fa capo al suo essere un discepolo di Cristo,un suo apostolo. Vorremmo dire: un apostoloprediletto. È il motivo primo dell’azione digrazie per il suo LX di sacerdozio da parte di tutticoloro che egli ha condotto all’incontro conCristo. Chi di noi è stato giovane... poco tempofa ricorda la Fuci di Bologna degli anni ’60guidata da un giovane don Luigi che a un foltogruppo di studenti vivaci e provocatori additava,come modello di vita cristiana, l’atteggiamentodi Gesù in croce: in piedi a braccia aperte. Inpiedi: pronti a rispondere alla voce del Padre. Abraccia aperte: in atto di accoglienza di ognifratello.Vorremmo aver vissuto così. Alcuni di noi visono riusciti. Altri ci provano ancora, con passidivenuti meno veloci ma il cuore teso allo stessoorizzonte spalancato, al tempo della lorogiovinezza inquieta e in ricerca, dal loro umilegrande Padre. Che nel suo stile libero,anticonformista, ma «obbediente in Ivrea», li haeducati ad amare una Chiesa di cui alcuni di lorovedevano più le rughe che il volto bello dellasposa di Cristo. Li ha guidati ad agire «conamore». Nella convinzione che «questa è la veralegge di ogni rapporto ecclesiale, che devepresiedere al dialogo all’interno della Chiesa, alservizio della gerarchia e soprattutto all’impegnoefficace di presenza della Chiesa nel mondo». Sei figli spirituali di «don Luigi» hanno cercato dicamminare così nella Chiesa, di essere, ognunonel suo ambito, modesta ma viva presenza diamore, lo devono prima di tutto a lui. Che hamostrato loro, con l’intera vita donata ai piùpoveri, e ha annunziato a tutti, con la fede e conle opere, di «non avere nulla di più caro di Gesù,che rivela al mondo il mistero dell’amore delPadre e la vera dignità dell’uomo» (liturgia).Tutta la passione per l’uomo di Luigi Bettazzi,che l’ha spesso esposto a incomprensioni, è natadalla sua totale appartenenza a Cristo. Lamodestia di «don Luigi» ha sempre custodito nelsilenzio l’universo misterioso della preghiera,

con le sue albe luminose, la fatica deicammini sassosi e la festadell’incontro con acque tranquille.Tutto sovrastato e alluso, con unasemplicità che a qualcuno è potutaapparire perfino sconcertante, da unapercezione dell’imminenza della vitaeterna gioiosa e contagiosa, irradiatada una presenza serena, fiduciosa,piena di speranza.«La verità - ha scritto Ezra Pound - stanella tenerezza». «Don Luigi», che hacontestato con la sua vita ogni formadi possesso e di potere, mostrandocidi non avere nulla più caro di Gesù, ciha trasmesso la tenerezza della Verità.

Il 4 agosto si celebra a Bologna la festadi S. Domenico. Il priore ricostruisce le tappeche lo hanno portato accanto a S. Petronio

Il Compatrono

Si rinnova il «Perdono di Assisi»

Bettazzi, prete da 60 anni

ei prossimi giorni, in tutte lechiese e in particolare inquelle francescane, si potrà

ottenere il cosiddetto «Perdono diAssisi»: un’indulgenza plenaria la cuiorigine risale allo stesso S. Francesco.Raccontano infatti i documenti che ilSanto, quando abitava nellachiesetta della Porziuncola, ebbeuna visione nella quale gli fu dettodal Signore di rivolgersi a PapaOnorio (che allora si trovava nellavicina Perugia) per chiedereun’indulgenza legata alla stessachiesa. Francesco andò subito dalPapa, e chiese anzitutto

«un’indulgenza conseguibile senzaoboli». Il Papa obiettò che non eraconsuetudine della Chiesaconcedere ciò, tuttavia accettò echiese al Santo «quanti anni vuoiche io fissi riguardo all’indulgenza».Ma Francesco rispose che «nondesiderava anni, ma anime»; espiegò: «Santo Padre, voglio, se ciòpiace alla vostra santità, che quantiverranno in questa chiesa confessati,pentiti, e, come conviene, assolti daun sacerdote, siano liberati dallacolpa e dalla pena in cielo e in terra,dal giorno del Battesimo al giorno eall’ora dell’entrata in questa chiesa».Il Papa rimase ancor più stupito perquesta insolita richiesta, e feceobiezione: «Molto è ciò che chiedi, oFrancesco: non è infatticonsuetudine della Chiesa romanaconcedere una simile indulgenza».Ma quando sentì da Francesco che la

richiesta veniva «da colui che mi hamandato, il Signore Gesù Cristo»,ordinò che fosse esaudito,superando anche numeroseresistenze dei Cardinali: limitòtuttavia l’indulgenza concessa a unsolo giorno dell’anno, «in perpetuo».L’indulgenza si può dunqueacquisire, una sola volta per sé o perun defunto, dalle 12 dell’1 agostoalla mezzanotte del 2, visitando unachiesa pubblica (in precedenza ilprivilegio era concesso solo allechiese francescane, ma poi è statoesteso) e recitando il «Padre Nostro»e il «Credo». Nei 15 giorniprecedenti o seguenti si devonoadempiere le tre solite condizioni:Confessione e Comunionesacramentali e una preghiera (un«Pater», un’«Ave», o un’altra a scelta)secondo l’intenzione del SommoPontefice. (C.U.)

N

Dalle 12 dell’1 alle 24 del 2agosto è possibile ottenerel’indulgenza la cui originerisale a S. Francesco

DI CHIARA UNGUENDOLI

l mio cuore in questomomento è come uncampo di battaglia, dove di

affrontano diversi sentimenti: dauna parte quello che ho fatto equello che lascio, dall’altral’urgenza di mettermi a seminareil nuovo campo che Dio mi haaffidato. Sperimento nella miavita, a 60 anni, il "già e nonancora" della Sacra Scrittura. Peròsento anche una voce che mi dice,come Gesù a Pietro: "duc in

altum", getta lereti dall’altraparte e lì troverai.È questa fiduciache mi sostiene:sulla Sua Parolavado acominciare unanuova "pesca"».

Così don Mario Benvenuto,attualmente parroco a S.Giuseppe Lavoratore manominato a S. Maria delle Graziein S. Pio V, descrive il propriostato d’animo in questo momentodi passaggio.Don Mario, nato a Potenza,attribuisce la propria vocazione«più che altro alla guida delparroco della mia infanzia, quellodi Potenza appunto, e poiall’aiuto di alcuni amici checondividevano il mio cammino».Ordinato a Bologna nel 1971, è

stato subito inviato comecappellano a S. Giacomo fuori lemura: «un’esperienza molto bella,soprattutto con giovani efamiglie», la ricorda. Nel 1976 iltrasferimento a Crevalcore, «dovetrovai una situazione moltodifficile, con una forte divisionetra giovani e adulti. Ma pianpiano riuscii a "ricucirla", e anchedi questa esperienza ho un belricordo». Nel 1981, ancora un

trasferimento, cappellano allaSacra Famiglia, «dove era parrocodon Giuseppe Stanzani - ricorda -del quale ho un bellissimo eaffettuosissimo ricordo. Ancheperché mi incoraggiò a portareavanti la passione che avevo fin daragazzo per la musica, e acomporne, anche: vennero cosìfuori vari Salmi musicati, che hopoi portato anche in tutte le altreparrocchie dove sono andato».Nell’’86, la promozione aparroco, e la destinazione aLovoleto «una piccola comunità,nella quale dovetti fare un po’ ditutto: in primo luogo, dedicarmi ai lavori di restauro eristrutturazione di chiesa ecanonica, che ne avevano urgentebisogno». Infine nel ’93 l’approdoa S. Giuseppe Lavoratore, «unaparrocchia che in questi anni ècresciuta enormemente, passando

da 3000 a 5000 abitanti: si sonoaggiunti dunque soprattutto tantinuovi bambini e ragazzi, ai qualimi sono in modo particolarededicato. E ora che devo lasciarla,questa comunità, ho dispiacere,perché mi sono sinceramenteaffezionato a tutti». Della nuovaparrocchia, S. Maria delle Grazie,dice di sapere molto poco: «so cheha 2000 abitanti in più dellaprecedente, ma qui la maggiorparte sono adulti ed anziani. Soanche che ci sono stati molti braviparroci, a cominciare dal "mitico"monsignor Enelio Franzoni.Spero dunque di poter raccoglierei frutti del loro lavoro e, da partemia, portare una ventata dinovità». Don Benvenuto conclude facendosue alcune parole di S. Paolo (cfrAt 20, 22-24): «Non ritengotuttavia la mia vita meritevole dinulla, purché conduca a terminela mia corsa e il servizio che mi èstato affidato dal Signore Gesù»«nella nuova parrocchia».

DI ANGELO PIAGNO *

omenico proveniva dallaSpagna. Nato verso il 1174, nel1206 si stabilisce nel sud della

Francia per predicare contro l’eresiacatara e nel 1219 mette la sua residenzaa Bologna, nel convento di S. Nicolò.Qui morirà il 6 agosto 1221 e il suocorpo resta nella città felsinea. È questofatto che innesca la devozione da partedella popolazione e delle autoritàcomunali. Tutta una serie diavvenimenti, alcuni dei quali attribuitiall’intercessione e alla preghiera diDomenico, diventano l’avvio per lacanonizzazione del Fondatore dei FratiPredicatori. Per esumare la salma diDomenico e quindi dare il via alprocesso di canonizzazione, ènecessaria l’autorizzazione delpontefice: una delegazione compostada religiosi e da rappresentanti delComune bolognese si reca a Roma eottiene l’assenso. La devozione popolare si accentuadopo la canonizzazione. Le autoritàcittadine, si fanno portavoce di talisentimenti e nel 1245 il nome di

Domenico viene inserito all’inizio deidocumenti ufficiali del Comuneassieme a quello di S. Petronio. Nel1292 il Consiglio comunale ordina chela festa di S. Domenico sia celebratacon la massima solennità. Finalmentenel 1306, con un proprio decreto, ilConsiglio comunale nomina S.Domenico «patrono della città» e loinvoca «perpetuo intercessore per lavera libertà del popolo». Nel 1627viene eretta sul sagrato della chiesa, lacolonna con la statua di rame dorata disan Domenico benedicente. Nel 1709 ilcardinale Legato Nicolò Grimaldi, insintonia col Senato bolognese, ordinache il giorno della festa (5 agosto), siaconsiderato festivo. Verranno in seguitoaltre istituzioni, non sempre insintonia con i sentimenti di devozionee di riconoscenza verso il Santo, dicoloro che li avevano preceduti. Ma S.Domenico non si adonta e non smettedi proteggere e benedire quella cittàche secoli prima aveva accolto lui e isuoi figli, intenti a dare vita ad unnuovo modo di vivere il messaggio diCristo. E continuerà a farlo sempre.

* Priore del Convento S. Domenico

DIl programma. Domenico muore il 6 agosto, maGregorio IX, per evitare la conco-

mitanza con la festa di S. Sisto fissòla commemorazione il 5 agosto. Pao-lo IV nel 1518 volle estendere a tut-ta la cristianità la celebrazione dellaMadonna della Neve, festeggiata aRoma il 5 agosto, e anticipò al 4 quel-la di S. Domenico. La recente riformaliturgica l’ha posticipata all’8. Ma aBologna è rimasta il 4. Questo il pro-gramma delle celebrazioni. Martedì1, mercoledì 2 e giovedì 3 agosto Tri-duo di preparazione: alle 19 Messa.Venerdì 4, giorno della festa, Messealle 7,30 e alle 9. La Messa delle 10,30è celebrata da padre Giuseppe Bari-gazzi, Guardiano dei Frati Minori diS. Antonio. Alle 12 celebra monsignorLuigi Bettazzi, vescovo emerito di I-vrea nel 60° di Ordinazione sacerdo-tale. Alle 18 concelebrazione eucari-stica presieduta da monsignor Vin-cenzo Zarri, vescovo emerito di Forlì.

S

la festa

Messa in San Domenicoarà nella stessa chiesa e nellostesso giorno che vide la sua

ordinazione da parte del cardinaleNasalli Rocca nel 1946, chemonsignor Luigi Bettazzi, oggivescovo emerito di Ivrea, celebrerà laMessa in occasione del 60°anniversario sacerdotale. Lacelebrazione si terrà venerdì 4 alle 12nella Basilica di S. Domenico.Monsignor Bettazzi, nato nel 1923 aTreviso, ha conseguito a Bologna lalaurea in filosofia all’Alma Mater e ilbaccelierato in Seminario, e a Romala laurea in teologia all’UniversitàGregoriana. È stato vescovo ausiliaree vicario generale a Bologna con ilcardinale Lercaro, dal 1963 al 1966. Amonsignor Bettazzi i rallegramentidell’arcidiocesi. Nella circostanzapubblichiamo una testimonianza disuor Emanuela Ghini del Carmelo diSavona.

S

anniversario

«Il perdono di Assisi», affresco nella chiesetta della Porziuncola in S. Maria degli Angeli (Assisi)

La chiesa di S. Maria delle Grazie in S. Pio V

3Domenica30 luglio 2006

Don Benvenuto a Santa Maria delle Grazie«Lascio con dispiacere la comunitàdi S. Giuseppe Lavoratore, ma il Signoremi chiama e mi dice: "Duc in altum!"Imitando san Paolo, voglio condurrea termine il servizio affidatomi da Gesù»

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ull’onda dell’incontrointerreligioso che si è svolto aMosca nei primi giorni di questo

mese, particolarmente gradito mi ètornato l’invito per un incontropersonale con il Patriarca di Mosca edi tutte le Russie Alessio II. Incompagnia dell’ex presidente dellaFiera di Bologna onorevole DanteStefani, sono stato ricevuto dalPatriarca in udienza privata giovedì20 luglio, al termine di una solennefunzione religiosa nell’anticaCattedrale in onore della Madonnadi Kazan, donata da Papa Benedetto

S

dell’Europa. Il Patriarca, concompiacimento, sottolineava comel’immagine della Madonna di S.Luca, donata dalla Chiesa diBologna, sia venerata con grandedevozione popolare nella nuovaCattedrale di S. Salvatore a Mosca ecome l’icona della Madonna dellaTenerezza, da lui donata alla Chiesadi Bologna, sia invocata con fervoreda cattolici e ortodossi russi nellaCattedrale di S. Pietro. Mi confidavaamichevolmente: «Se, come spero,verrò in Italia, dopo Roma vorròvisitare Bologna e incontrarnefraternamente l’Arcivescovo». Conlo stesso spirito di intesa ecollaborazione, un concreto aiutoho portato all’arcivescovo cattolicodi Mosca Kondrusiewicz per iseminaristi cattolici.

Padre Tommaso Toschi, Delegato arcivescovile

per i Rapporti con le Chiese dell’Est

XVI.In un clima di grande cordialità, AlessioII ha sottolineato come nei Paesi ditradizione cattolica e ortodossa siaccentuino oggi le tendenze negativedel secolarismo, crolli il tasso dinatalità e l’ateismo pratico si diffonda amacchia d’olio. In questa situazione èurgente unire gli sforzi perché Cristo eil suo Vangelo restino alla base delvivere sociale. Dalla conversazione èrisultato che ci sono cambiamentipositivi nelle relazioni tra il Patriarcatodi Mosca e il Vaticano. Dopo l’elezionedi Benedetto XVI si è iniziato alavorare insieme nella Commissionemista tra Chiesa cattolica e ortodossa esi è avviato un meccanismo perrisolvere praticamente i conflitti locali.Negli ambienti vicini al Patriarcato siparla con vivo interesse dellapossibilità che cattolici e ortodossipossano firmare di comune accordoun documento sulle radici cristiane

DI CHIARA UNGUENDOLI

ono veramente tante, a Bologna e indiocesi, le parrocchie che svolgono unservizio di distribuzione di viveri e

generi alimentari per le persone bisognose,tanto italiane quanto extracomunitarie.Un’attività che dimostra come l’esigenza piùelementare delle persone, quella del cibo,stia diventando purtroppo una veraemergenza.Nella parrocchia di Gesù Buon Pastore ilservizio di distribuzione alimenti ha unatradizione consolidata: «Siamo "nati"ufficialmente nel 1996 - spiega laresponsabile Vittoria Gavioli - ma già daprima di allora il parroco don TizianoFuligni svolgeva un’opera di questo genere, ene è lui tuttora l’"anima"». La distribuzionedelle «sporte» avviene il giovedì mattina,«ma anche negli altri giorni - spiega laGavioli - ci mettiamo a disposizione di chiha qualche necessità». Il numero di coloroche usufruiscono del servizio è molto alto:più di un centinaio d’inverno, unasettantina d’estate, per una media che toccala novantina. «Si tratta soprattutto, anche senon solo, di extracomunitari - dice laresponsabile - provenienti da unacinquantina di Paesi diversi: prima lamaggioranza era costituita da magrebini,ora prevalgono le persone dell’Est europeo edel Sud America. A loro l’anno scorsoabbiamo distribuito 175 quintali dialimenti, dei quali 160 fornitici dal BancoAlimentare e 15 dai parrocchiani». Coloropoi che usufruiscono della distribuzione delcibo possono «ordinare» anche qualchecapo d’abbigliamento: il martedìpomeriggio questi vengono distribuiti, el’anno scorso sono stateconsegnate 3100«sportine» e 1795«pezzi» singoli. Il tuttograzie all’impegnogratuito di tantivolontari «veramenteencomiabili per il loroentusiasmo e la lorodedizione». L’aspetto piùimportante comunque,sottolinea Vittoria, è ilrapporto personale chesi crea con gli «utenti»,«anche i più "difficili",come i nomadi delvicino campo»; e donFuligni racconta felicecome molti di coloroche si servono delservizio siano andati atrovarlo, in occasione diun suo recente ricovero.35-continua

S

DI PAOLO ZUFFADA

ntendo muovermi da subito insquadra», afferma Giordano Baietti,neopresidente dell’Api di Bologna, «un

lavoro di squadra effettivo, non unaproclamazione di rito o una parola di quelle,come "concertazione", che hanno così pocoriscontro. A me piacciono i fatti e non leparole».In pratica come si muoverà? Intendo creare un gruppo di collaboratori, tra iconsiglieri e i funzionari dell’Associazione,cercando di mobilitarne le risorse in funzionedi specifici compiti. Data la complessità infattidelle questioni da affrontare e la quantità divicende che premono ai nostri associati, pensosia necessario dar vita ad una «squadra»composta di persone che possiedano deleghechiare e abbastanza ampie, a seconda delleloro propensioni, in determinati ambiti. Una

naturalmente, è la burocrazia, le sue pretese ele sue complessità. Nella nostra regione essa haseminato danni ingenti. È necessariosollecitare le istituzioni ad una riflessione sucome semplificare certi procedimenti. Perché icosti per le imprese sono molto elevati. L’Apiha calcolato che in un’impresa di 50dipendenti, due e mezzo vengono impegnati atempo pieno solo per adempimentiburocratici.Poi c’è il problema infrastrutture...Permane fortissima, per la competitività delleimprese, l’esigenza di infrastrutture adeguate,soprattutto quellelegate alla viabilità.Penso alla recenteindagine che l’Api hasviluppato su tutta laprovincia, nellaquale si evidenzianole priorità: PassanteNord e Spinadorsale, che laProvincia individuanell’Intermedia dipianura.

sorta di «giunta», formata da specialisti in varisettori, con deleghe specifiche per problemistrategici.Quali sono i suoi obiettivi principali?Il tema numero uno da affrontare è quello delrilancio di Bologna e della sua affermazionecome città strategica nel contesto italiano edeuropeo. Soprattutto mi preme che vengamaggiormente valorizzata l’imprenditoriabolognese nel suo complesso. L’imprenditorelavora essenzialmente con le proprie forze,senza supporti o sussidi dall’esterno. Habisogno di lavorare in un contesto che nefavorisca le condizioni operative, senzascaricargli addosso adempimenti impropri oun incessante drenaggio di risorse. E per quanto riguarda le relazioni con le isti-tuzioni locali?È importante avviare una relazione positivache si caratterizzi soprattutto sulla concretezzadelle cose da fare. Avversario numero uno,

Baietti: «Rilanciare Bologna»

Con due delle comunità che distribuisconoalimenti ai bisognosi proseguiamo l’inchiestasulle realtà diocesane collegate alla Caritas

Parrocchie, pane ai poveri

Bologna-Mosca, il rapporto continuaPadre Toschi è stato ricevutoin udienza privatadal patriarca ortodosso Alessio II, che ha sottolineatola comune devozione mariana

Nelle foto il servizio di distribuzione dei viveri a Santa Teresa del Bambin Gesù

A Santa Teresa una «sporta» mensilea cinque anni, nella parrocchia di S. Teresa del Bambin Gesù, si tiene una volta almese (l’ultimo venerdì dalle 15 in poi), tutti i mesi dell’anno, la distribuzione di cibo

per gli indigenti. «Si tratta di persone che vengono inviate dal Punto di ascolto dellaparrocchia – spiega il parroco, monsignor Giuseppe Stanzani –. È questo infatti che, unavolta constatato lo stato di indigenza, consegna agli interessati un tesserino che dà diritto aritirare, nel giorno stabilito, una consistente scorta di cibo, del valore di 80-100 euro. Iltesserino dura sei mesi, dopo di che si fa un nuovo colloquio per vedere se il bisognopersiste oppure no, perché magari la persona ha trovato un lavoro». Beneficiari del Bancosono stati in quattro anni 1300. Soprattutto moldavi (37%), ucraini (25%), rumeni (19%). Gli«utenti» di questo servizio mensile sono davvero molti (attualmente) circa 200-220; «lagrande maggioranza sono extracomunitari – spiega il parroco – ma ci sono anche una seriedi famiglie della parrocchia: a loro riserviamo altri orari, e ad alcuni anziani portiamoaddirittura gli alimenti a casa». «La composizione della sportina» prosegue il parroco »varia secondo la tipologia della merce che ci giunge dal Banco alimentare regionale che hasede a Imola. In genere si tratta di 6 kg di alimenti: ci sono di solito latte, burro, grana oprovolone, riso, pelati, pasta lunga e corta, bibite e biscotti. Il servizio alimentare rientra inuna serie di aiuti per i bisognosi che la parrocchia «mette in campo»: dal già citato «Puntod’ascolto», alla distribuzione di vestiario, alla Scuola di italiano per stranieri, alla sempliceaccoglienza che però è molto gradita da chi ha bisogno e spesso è solo. (C.U.)

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Giordano Baietti

Fedeli russi a Mosca davanti alla Madonna di S. Luca; nella foto piccola, padre Toschi e Alessio II

Api, nuovo presidenteiordano Baietti è ilnuovo presidente

dell’Api di Bologna per ilquadriennio 2006-2010.Lo ha eletto all’unanimità ilConsiglio direttivodell’Associazione nella sedutadel 25 luglio.Personalità particolarmenteconosciuta nel mondodell’industria bolognese,Baietti è amministratoredelegato della Edil Cri SpA,l’impresa di costruzioniresidenziali, industriali esportive da lui stesso fondatanel 1969, e consigliere dellaCompredil Srl, impresa dicomponenti prefabbricati perl’edilizia che sempre luifondò nel 1974.È sposato, ha tre figli e seinipoti.

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il postino

Le strane prioritàdella Regione

confortante sapere che ilConsiglio regionale dell’EmiliaRomagna in questi giorni ha

lavorato con sollecitudine per il benedella collettività, su temi condivisi edi assoluta priorità! Si tratta diattenzione agli anziani? Alle nuovepovertà? A chi cerca casa? Allefamiglie? Ai posti negli asili nido?No... Sono stati approvati due disegnidi legge che riguardano la diffusionedi strutture per nudisti e la protezionedella fauna minore (chiocciole, rane,ecc.) e che comportano comunqueutilizzo di denaro pubblico ocomunque agevolazioni! Questepersone elette da noi (e retribuite) sìche hanno sensibilità e rispetto per lavita in qualunque forma! Alconfronto, chi protesta e osaesprimere dissenso per l’aborto e l’usodegli embrioni è tacciato diintegralismo e di opporsi al progressodella scienza e della medicina, se poiad alzare la voce sono i cattolici,allora questa sarà interferenza in unostato «laico»! C’è qualcosa che nonva! Tutto ciò è immorale, mapurtroppo nessuno scenderà in piazzaa manifestare come avviene per ilcalcio! È molto triste che la civileRegione Emilia Romagna sia cosìsollecita. Ancora una voltaevidentemente affari e interessi dipochi prevalgono!

Lidia Monti, San Lazzaro di Savena

Libertà di educazione,l’Europa è lontana

l patriarca di Venezia cardinaleAngelo Scola, nel suo intervento inoccasione della festa del Redentore,

ha offerto a tutta la società civile unariflessione sul sistema di istruzione esulla libertà di educazione, temi chetanto stanno a cuore all’AssociazioneGenitori scuole Cattoliche (AGeSC)anche nella nostra regione. Lamancanza di un autentico pluralismoscolastico è un evidenteimpoverimento di tutto il sistemascolastico nazionale. La scuolaitaliana continua ad essere ancorata aun modello scolastico che doveva farfronte all’esigenza di promuovere lalingua nazionale e il senso diappartenenza alla nuova repubblica eproponeva un sistema unico per tuttala nazione, e quindi concepiva lascuola come luogo di formazione delpatrimonio di valori elementaricomuni del nuovo cittadino. Oggi cirichiamiamo all’Europa, a livelloeconomico, legislativo, ma l’Italia perquanto riguarda la libertà di sceltaeducativa delle famiglie non si allineaagli altri Paesi europei, tanto da esserefanalino di coda insieme con laGrecia. Tale libertà di scelta non èdisgiunta dalla parità anchefinanziaria. A questa scelta non ostal’art. 33 della Costituzione. Ènecessario però affermare che scuolelibere, promosse da liberi attori inforza del principio di sussidiarietà,dovranno attuare anche il principio disolidarietà per garantire l’effettivoaccesso di tutti all’istruzione gratuitaobbligatoria. L’AGeSC ha sempredenunciato come la Legge 62approvata dal Parlamento italianocon il governo D’Alema, attualmentein vigore, propone una parità a livellonormativo senza prevedere alcunosgravio per i genitori che scelgono lescuole paritarie, che sono parte delservizio pubblico dell’istruzione. Nonv’è altra strada che quella di applicarefino in fondo, anche al campodell’educazione, il principio dellelibertà realizzate sempre più invocatoin tutti i settori delle democrazielaiche e plurali odierne. Questo solopuò dare piena soddisfazione aldiritto all’educazione dei genitori.

Giuseppe Bentivoglio,presidente Agesc Emilia Romagna

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4 Domenica30 luglio 2006

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DI CHIARA UNGUENDOLI

a tempo - spiega Renzo Zagnoni -io e Paola Foschi, sotto l’egidadell’Istituto per la Storia della

Chiesa di Bologna stiamo facendo un"censimento a tappeto" di tutta ladocumentazione sulle pievi bolognesi nelMedioevo. Questo confluirà in una grossapubblicazione che uscirà nel prossimoinverno, e che si avvarrà anche delcontributo di Lorenzo Paolini e Paola Porta.In questo ambito, è nato il desiderio diapprofondire la conoscenza di alcune pievi,e di parlarne in modo più ampio di quantosia possibile in una pubblicazionecomplessiva. Così sono usciti diversivolumetti su diverse pievi, dei quali questosu quella di Panico è l’ultimo in ordinecronologico». Per quanto riguarda lastruttura del libretto, Zagnoni illustra icapitoli in cui è diviso. «Si comincia con"L’intitolazione a S. Lorenzo", quindi sipassa subito alle "Origini della Pieve":origini non note, ma sicuramente moltoantiche, perché il primo documento cheattesti l’esistenza della pieve è del 1049,quindi si tratta sicuramente di originialtomedievali. Ce ne sono del resto moltiindizi, come appunto l’intitolazione a S.Lorenzo e la vastità del territorio che erasottomesso alla pieve stessa: sappiamoinfatti che solitamente più il territorio eravasto, più antica era l’origine, perché leprime pievi dovevano "coprire" un ambitovasto, e successivamente questo si riducevaquando sorgevano altre pievi». «Segue -continua Zagnoni - "I rapporti con i conti diPanico", perché questi avevano il lorocastello proprio a pochi passi dalla Pieve.Essi dominavano tutta la media Valle delReno, e il Comune di Bologna lottò a lungocontro di loro: l’ultima battaglia è del 1307.Il capitolo successivo illustra una Bollapontificia, conservata nell’Archivioarcivescovile di Bologna, di Papa AlessandroIII del 1173, che dà un’esatta idea deipossessi e dei diritti della pieve, essendoindirizzata direttamente al pievano. Poiparlo de "L’arciprete, i canonici e i conversidella pieve". Il titolo arcipretale allora erasolo del pievano, non dei cappellani dellealtre piccole chiese: un titolo moltoimportante, perché si trattava delrappresentante del Vescovo nel territorio. Icanonici hanno anch’essi molta importanza:si è scoperto infatti che in questo periodo(XI-XIV secolo) le pievi hanno tutte unastruttura collegiata, non solo quelle chel’hanno conservata fino ad oggi. Tali Collegicanonicali svolgevano anche il compitodella formazione dei giovani chierici che ipreparavano all’ordinazione diaconale epresbiterale: non esistevano infatti allora iSeminari, che saranno creati dopo il

Concilio di Trento. E poi c’erano i conversi,figure singolari, perché facevano alcuni voti,ma non ad esempio quello di castità: si sainfatti che anche coppie di sposi si"convertivano", nel senso che donavano tuttii loro beni alla pieve e si consacravano adessa prestando il proprio lavoro, e questa incambio li manteneva. Il loro compito erasoprattutto l’amministrazione concreta deibeni territoriali». «Il capitolo successivo -continua ancora Zagnoni - è dedicato a"Possessi, diritti, decime e sepolture": lepievi infatti ricevevano decime di tutti i benidel territorio: un quarto andava almantenimento della chiesa, un quarto aquello del pievano e dei canonici, un quartoper poveri e pellegrini e un quarto alVescovo. Si parla poi del "Territorio e chiese

dipendenti": la prima definizione delterritorio è del 1300, anno in cui si compilaun "decimario" con tutte le chiese e cappelledel bolognese. Infine un capitoletto èdedicato alla decadenza, della pieve come ditante altre istituzioni ecclesiastiche, tra ’300e ’400, e uno è sul "Ritorno al Medioevo".La Pieve di Panico infatti è una delle pocheche conservano ancora la struttura romanica(metà secolo XII): e questo grazie, ma anchea causa, di restauri avvenuti tra la finedell’’800 e il 1928. Essi riportarono appuntoin luce l’antica struttura, ma nello stessotempo distrussero parecchie opere pregevoli,ad esempio i sei altari laterali, cheospitavano diverse opere d’arte. È rimastasolo la pala dell’altare maggiore, di inizio’600, che raffigura S. Lorenzo».

Renzo Zagnoni ha scritto un nuovo librettosulla chiesa di San Lorenzo di Panico,tra le più antiche della montagna bolognese

Il duo Poli-Ballista fa rivivere le fiabeno scenario favoloso perincontrare i personaggi dellafantasia: si può sintetizzare così

l’appuntamento, nell’ambito diCaleidoscopio musicale, del primoagosto al Monte delle Formiche, nelquale l’attore Paolo Poli,accompagnato dal pianoforte diAntonio Ballista, reciterà le fiabe diCharles Perrault, Madame le PrinocBeaumont e Jean de Brunhoff,arricchite dalle musiche di MauriceRavel e Francis Poulenc.Autori francesi dunque, maadattamento italianissimo: «La bellaaddormentata nel bosco» e «Pollicino»,entrambe di Perrault, sono presentatenella traduzione di Carlo Collodi, cosìcome «La bella e la bestia» dellaBeaumont. Pochi sanno, infatti, chel’autore di Pinocchio, dieci anni prima

U di scrivere il suo capolavoro, raccolse etradusse le fiabe di questi due autorinel volume «I racconti delle fate»,compiendo una brillante operazioneculturale e linguistica: la trasposizionedi vicende fantastiche ambientate nellaFrancia del Re Sole nel contesto piùumile, anche se granducale, della suaToscana. Limitandosi a variaresapientemente il lessico, l’andamentodelle frasi, i modi di dire, Collodisfruttò le straordinarie capacitàmimetiche di questi antichi raccontipopolari, capaci di avere fortuna inogni tempo e paese, mantenendo lapropria freschezza prima nel passaggiodalla tradizione orale alla parolascritta e poi nei vari adattamentiteatrali. Analoga fortuna ha avuto «Lastoria dell’elefantino Babar», chel’incantevole musica di Poulenc ha

contribuito a rendere deliziosa pergrandi e bambini non solo dellaFrancia ma di tutto il mondo.Il Monte delle Formiche, dove sisvolgerà la rappresentazione, deve ilsuo nome all’annuale volo nuziale diquesti insetti, che ogni settembre viconvergono a sciamidal centrodell’Europa. Il loroviaggio termina aipiedi del Santuariodi Santa Maria diZena, dove muoionoin massa. Ciòconferisce al luogouna certa aura dimistero, che ben siadatta allaperformance del duoPoli-Ballista. Il

primo, fiorentino, si è dedicatoall’attività teatrale negli anniSessanta, cimentandosi comeimpresario, autore ed interprete dispettacoli brillanti. Da vent’anni sidedica al teatro musicale: hacollaborato come regista e vocerecitante con la Filarmonica romana,l’Opera bolognese ed il Festivalveneziano, lavorando tra gli altri coni maestri Cesare Brero e Mario Rossi.Frequenti le sue incursioni nel

mondo della musicamoderna, grazie ancheall’incontro con un autorecome Satie. Eclettico anchel’approccio di AntonioBallista, insieme pianista,clavicembalista e direttored’orchestra. Si è cimentatonei più vari repertori, siacome solista che nel campodella musica da camera esinfonica con rara inventivae originalità.

Vincenzo Vinci

ppuntamento col gospelnostrano sabato 5 agosto aMonzuno: nella chiesa di

Trasasso sarà di scena dalle 21 il«Plantations Sound Chorus». Nato aBologna nel 1975, ma di formazionemista, il gruppo è composto datrentacinque elementi e da cinquestrumentisti: chitarra, basso, duetastiere, batteria e percussioni. Delloro repertorio (compostointeramente da brani in linguaoriginale, orchestrati e armonizzatidal direttore Massimo Montanari)fanno parte naturalmente itradizionali Negro Spirituals, canti chevenivano eseguiti dai neri d’Americadurante le riunioni religiose e sitrasformavano in un’espressioneprofonda del loro desiderio di libertà.Ma assieme ai canti prettamentereligiosi, lo spettacolo comprenderàelementi di canto profano, come nel

caso delle gospel songs e delle worksongs, i «canti di lavoro», nati percoordinare i movimenti dei lavoratorie utilizzati nelle occasioni in cui erarichiesto uno sforzo muscolarecomune. Altro materiale utilizzato daiPlantations è costituito dai brani difolklore dell’America del Nord e delleIndieOccidentali,caratterizzati datemi sempliciche rimandanoa tradizionitramandate pergenerazioni.Il repertorio ècompletatodalla musicarockcontemporanea:utilizzando ilcoro non solo

come orchestra, ma fondendolo conlo strumento musicale che loaccompagna, il gruppo rilegge inmodo originale brani dei BluesBrothers, degli U2 e dei Queen. Noti alivello internazionale, i Plantationshanno per tre volte rappresentatol’Italia all’Eurotreff, festival che si

svolge annualmente inGermania, e hanno portatola loro musica in moltecittà della penisola.Il programma della serataprevede una serie di cantitradizionali armonizzati daMontanari, tuttinaturalmente in inglese, da«Go tell it on themountains» a «Swing low,sweet chariot», da «Nobodyknows the trouble i’veseen» a «Oh happy day».

Vincenzo Vinci

A

Rocca Pitigliana,«Rallegrati o piena di grazia»

associazione culturale Musicae di Riola di Vergatopresenta la quarta edizione di «Suoni

dell’Appennino», la rassegna di musica classica, sacra eprofana, musica popolare, blues, dixie, musica da salotto,canzone napoletana, gospel, musica per il cinema, che staallietando in questi mesi estivi le serate nell’Appenninobolognese (con un’incursione anche nel territoriomodenese). Venerdì 4 agosto la rassegna farà tappa a RoccaPitigliana dove, in concomitanza con la festa «Rocca sottole stelle», verrà presentato il concerto dal titolo «Rallegrati,piena di Grazia». Si tratta di una scelta di «Ave Maria» dicelebri autori (Arcadelt, Durante, Mozart, Cherubini, SaintSaens, Gounod, Bach, Mascagni, Leoncavallo e Schubert)proposte dalla voce di Claudia Garavini, soprano,accompagnata al pianoforte da Walter Proni. Il concerto, aingresso gratuito, inizierà alle ore 21ed è realizzato con la collaborazionedel Comune di Gaggio Montano,della Provincia di Bologna, e con ilsostegno di sponsor locali. Dopo ilconcerto verrà offerto un rinfresco atutti i partecipanti. Perinformazioni:www.suonidellappennino.it ,Associazione Musicae, tel.051/916909, ufficio stampa3386029156.

’L

Dove e come richiedere il libroenzo Zagnoni, noto studioso e storico dellamontagna bolognese, ha pubblicato recentemente

un nuovo volumetto dedicato a "La Pieve di San Lorenzodi Panico nel Medioevo".Ad esso hanno collaborato Aniceto Antilopi per le foto eper i disegni Bill Homes.Il libro (edizioni Gruppo studi Alta Valle del Reno -Nuèter, euro 5) è reperibile nelle librerie della montagnae, per chi è abbonato, come allegato della rivista"Nuèter".Chi lo desidera lo può comunque richiederedirettamente al Gruppo di studi Alta Valle del Reno,Casella Postale 26, Porretta Terme.

R

scheda

Gospel a Trasasso con i «Plantations» Concerto di Matesicomenica 6 agosto alle 21,nella parrocchia di San Pie-

tro di Vidiciatico si terrà un con-certo per organo e accompa-gnamento alla liturgia; all’or-gano Wladimir Matesic. Nato aBologna nel 1969, Matesic hastudiato Organo e composizio-ne organistica ai conservatori diPiacenza e Bologna diploman-dosi nel 1992. Nel 1995 conse-gue il diploma di Concertistad’organo alla Musikhochschuledi Freiburg in Breisgau. È do-cente diOrganopressol’associa-zione«Organi-sti per laLiturgia»dell’Arci-diocesi.

D

Vidiciatico

Nella foto grande la mappa del territorio sottomesso alla pieve. Sopra dall’alto in basso la pala d’altare che raffigura San Lorenzo e l’interno dell’antica chiesa

I «Plantations»

MatesicC. Garavini

Babar

Il santuario del Monte delle Formiche

La riscoperta della pieve

Martedì, 1 agosto, alle ore21.30, al Monte delle Formiche,ingresso gratuito

5Domenica30 luglio 2006

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DOCU

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TI

Una giovane donna tra le macerie di un edificio distrutto dai combattimenti

6 Domenica30 luglio 2006

DI ERNESTO VECCHI *

ice il Signore: «Io ho progetti di pace enon di sventura; voi mi invocherete e iovi esaudirò, per concedervi un futuro

pieno di speranza» (Cf. Ger 29,11).Le parole del Profeta Geremia aprono ilcontesto liturgico di questa giornata dipreghiera e di penitenza per la pace in MedioOriente, indetta da Benedetto XVI, con unpressante invito a tutte le Chiese e a tutti icredenti del mondo.Il Cardinale Arcivescovo ha voluto che laChiesa di Bologna rispondesse all’invito del

Papa, con immediataconsapevolezza, attraversovarie iniziative, prima fratutte questa convocazioneeucaristica in Cattedrale emediante lasensibilizzazione delleparrocchie e delle altreaggregazioni ecclesiali.Ai grandi strateghi dell’altadiplomazia mondialel’iniziativa del Papa,nonostante il suo respiroplanetario, ecumenico einterreligioso, potràsembrare irrilevante ai finidella soluzione pratica delconflitto in atto.In realtà, se non si voglionoperpetuare gli equilibri

instabili, che da oltre cinquant’anni rendonoprecaria e ad alto rischio la convivenza diquesti popoli, è necessario che «qualcosacambi nel cuore degli uomini». È la prospettivaindicata dai testi biblici proclamati ora per lanostra meditazione.Il Profeta Michea orienta l’attenzione sul«monte del tempio del Signore» (4,12), il«monte di Sion, la città del Dio vivente, laGerusalemme celeste» (Mic 4,2). È da questomonte che «uscirà la legge» (Mic 4,2)fondamentale della convivenza umana: lalegge dell’amore, la sola capace di trasformareil deserto in giardino, dove fiorisce il «diritto ela giustizia», l’alimento sicuro della pace (Cf. Is32, 15-18).Ma la legge dell’amore, per esprimersi ad ognilivello della convivenza umana, ha bisogno diriscoprire il Dio di Abramo, di Isacco e diGiacobbe come icona primordiale dell’amore,icona proposta all’attenzione di tutti, credentie non credenti, da Benedetto XVI nella suaprima Enciclica.In un mondo in cui il nome di Dio è spessocollegato con la vendetta, l’odio e la violenza(Cf. «Deus caritas est», 1), la rivelazione biblicacontinua a riverberare nel cuore e nella mentedi ogni essere umano il grandecomandamento dell’amore, che Gesù stesso haformulato nel suo orizzonte integrale: «Ameraiil Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, contutta la tua mente e con tutta a tua forza eamerai il prossimo tuo come te stesso» (Cf. Mc12, 29-31).Ma la dinamica di questo amore viene messain evidenza dalVangelo diGiovanni: «Comeil Padre ha amatome, così anch’ioho amato voi.Rimanete nel mioamore. Seosserverete i mieicomandamenti,rimarrete nel mioamore» (Gv 15,9-10).Per vincerel’indurimento delcuore umano èdunque necessario

«rimanere nell’amore di Cristo» per introdurrenel mondo la potenza trasformante dell’amoredi Dio. Pertanto, urge un cambiamento dirotta: il mondo occidentale ha teorizzatoormai troppo a lungo che la convivenzasociale, per essere democratica, libera,pienamente realizzata, ha bisogno di vivere«come se Dio non esistesse».Ma Dio c’è e non può essere sottratto alleprofonde aspirazioni di ogni essere umanosempre emergenti, anche in tempi diconclamata secolarizzazione. Per questo ilPapa ha proposto a tutti, anche ai noncredenti, di «vivere come se Dio esistesse»(Discorso al Clero della Diocesi di Aosta, 25luglio 2005).Ciò non significa eludere il principioevangelico del «dare a Cesare quello che è diCesare e a Dio quello che è di Dio» (Cf. Mt 22,21), perché tale principio appartiene allastruttura fondamentale del cristianesimo. Sitratta invece di non distruggere la relazionereciproca esistente tra questi due ambiti dellavita umana: l’uomo ha una sua unitàintrinseca che non può essere elusa e tantomeno spezzata.La pace «non è semplicemente assenza diguerra e neppure uno stabile equilibrio traforze avversarie, ma si fonda su una correttaconcezione della persona umana e richiedel’edificazione di un ordine sociale secondogiustizia e carità» (Cf. «Gaudium et spes», 78;«Centesimus annus», 51; Is 32,17).Ora la politica non è una semplice tecnica perla definizione dei pubblici ordinamenti: il suoscopo è la promozione della giustizia, chediviene la misura intrinseca di ogni politica, laquale, a sua volta, non può dimenticare che lagiustizia ha anche una sua dimensione etica(Cf. «Deus caritas est», 28).«Tutto questo - scrive Benedetto XVI - portaalla domanda più radicale: "Che cosa è lagiustizia?"». La risposta fa appello alla«ragione», la quale per poter operarerettamente e divenire «ragione pratica» habisogno di essere «purificata» dal suo«accecamento etico» derivante dal prevaleredell’interesse e del potere (Cf. «Deus Caritasest», 28), che spesso collidono con strutture dipeccato, come mette in evidenza la lettera diGiacomo (Cf. 4, 1-10).Proprio «in questo punto politica e fede si

toccano». Se la fede «apre nuovi orizzontimolto al di là dell’ambito proprio dellaragione», al contempo, la fede per la ragione sipone come «forza purificatrice», aiutandola anon isterilirsi nelle secche delle miopiemondane.«La fede permette alla ragione di svolgere inmodo migliore il suo compito e di vederemeglio ciò che le è proprio» («Deus caritas est»,28).Noi, stasera in unione col Papa, e con tutte leChiese particolari facciamo appello alle risorsepiù alte della fede, mediante la preghiera, chespalanca le porte della misericordia di Dio eporta i frutti della Pasqua di Cristo, attraversovie che solo Dio conosce, anche là dove nonsono attesi e non sono considerati materiarilevante di scambio internazionale (Cf.«Gaudium et spes», 22).Preghiamo - come chiede il Papa - «perchécessi immediatamente il fuoco tra le parti, siinstaurino subito corridoi umanitari e siaprano negoziati ragionevoli e responsabili,per porre fine ad oggettive situazioni diingiustizia».«I Libanesi hanno diritto di vedere rispettatal’integrità e la sovranità del loro Paese, gliIsraeliani hanno diritto di vivere in pace nelloro Stato ed i Palestinesi hanno diritto diavere una loro Patria libera e sovrana»(Benedetto XVI).Questi obiettivi, ragionevoli e urgenti, peressere raggiunti hanno bisogno di spintepurificatrici sollecitate dall’alto (Cf. Gc 4, 1-10), e rispondenti alle aspirazioni piùprofonde della coscienza umana. Ciòcomporta una rinnovata capacità di dialogonella comunità internazionale, secondo il«diritto e la giustizia» e, soprattutto, lo sforzodi soppesare gli eventi non con le bilancetruccate dell’ideologia unilaterale, delfanatismo religioso, della supremaziaeconomica e militare.Solo così il nostro futuro rimarrà aperto allasperanza (Cf. Ger 29, 11) e le nuovegenerazioni del mondo globalizzato potrannoaccogliere il comandamento dell’amore esperimentare la pienezza della gioia (Cf. Gv15, 11-12). Diversamente si dirà col Salmista:«Parlano di pace al loro prossimo... mavogliono la guerra» (Cf. Sal 28, 3; 120, 7).

* Vescovo ausiliare di Bologna

D

Nell’omelia della Messa celebratadomenica scorsa, Giornatadi preghiera e di penitenza perla pace in Medio Oriente, ilVescovo ausiliare ha ricordato chese non si vogliono perpetuare gliequilibri instabili, che da oltrecinquant’anni rendono precaria ead alto rischiola convivenza di questi popoli,è necessario che «qualcosa cambinel cuore degli uomini»

Ecco come contribuirefferte in aiuto alle popolazioni sofferentipossono essere versate su: conto corrente postale

n. 838409, intestato a «Arcidiocesi di Bologna - Caritasdiocesana»; conto corrente bancario: 000000923578intestato a «Arcidiocesi di Bologna - Caritasdiocesana», Abi 05387 - Banca popolare EmiliaRomagna - Cab 02400 - Sede di Bologna - Cin H. Perentrambi, la causale è «Emergenza Medio Oriente».

O

Medio Oriente, grande mobilitazione della CaritasDI CHIARA UNGUENDOLI

seguito dellaNotificazione del vescovoausiliare monsignor

Ernesto Vecchi di domenicascorsa, riguardante la tragicasituazione del Medio Oriente ela Giornata di preghiera epenitenza proclamata perl’occasione da Papa BenedettoXVI, anche la Caritas diocesanasi è mobilitata, in pienasintonia con l’opera dellaCaritas nazionale e di quelledei Paesi coinvolti nelconflitto: Libano e Israele.L’attenzione della Caritasitaliana è costante verso tuttala regione e così purel’impegno nel fornire aiuti atutte le popolazioni colpite. «Sisono attivati gruppi di giovani

Aper aiutare e confortare lefamiglie dei rifugiati -riferiscono gli operatori locali -e le comunità cristiane hannomesso a disposizione le lorostrutture per accogliere quantifuggono, cristiani emusulmani, senzadistinzione». Incoordinamento con gli altriorganismi attivi sul posto, laCaritas si sta occupandosoprattutto dei servizi igienico-sanitari, della fornitura dimedicine e della distribuzionedi viveri. Le cliniche mobili e ilpersonale sanitario dellaCaritas visitano regolarmente icentri di accoglienza.Da parte sua, la Caritas delLibano ha lanciato undrammatico appello: «IlLibano brucia, stanno

distruggendo il nostro Paese!». La situazione cambia di orain ora e gli sfollati che cercanozone più sicure sono ormaicentinaia di migliaia. Vicinoalla città di Tiro, CaritasLibano sta assistendo inalloggi di fortuna, in generenelle scuole, 2000 famiglie, maè soprattutto a Beirut che sistanno ammassando migliaiadi famiglie provenienti daivillaggi del sud del paese.L’impegno che le autoritàhanno richiesto in questa faseiniziale alla Caritas Libano è dicollaborare all’assistenza diben 50.000 famiglie, oltre250.000 persone. Alloggiatetemporaneamente in edificipubblici, hanno bisogno ditutti i beni di primasopravvivenza, poiché chi è

fuggito dai villaggi non hapotuto portare quasi nulla consé, oltre ai familiari. Lavalutazione delle spesenecessarie per l’assistenza alle50.000 famiglie è di 1.153.200euro. Per gli immigrati e irifugiati, circa 1000 personecompletamente abbandonate,la somma è di 140.000 euro.La Caritas Gerusalemme a suavolta unisce la sua voce a

quella delle altreorganizzazioni umanitarie elancia un appello alla reteCaritas perché siadoperi,coinvolgendo leproprie comunità, acontribuire per la realizzazioneuna serie di interventi digrande urgenza. Il dramma èparticolarmente grave(«humanitarian devastation»)nella striscia di Gaza, dove stacrescendo il numero dipersone costrette a vendere ibeni di casa per procurarsiviveri e medicine. La CaritasGerusalemme denuncia anchel’aumento delle persone chemancano di qualsiasi mezzo disopravvivenza e che sirivolgono ai punti diassistenza per le necessitàquotidiane.

A chi saranno destinati i fondi

Tutti i fondi raccolti dallaCaritas diocesana verrannodestinati alla Caritas italiana,la quale li utilizzeràdirettamente e per aiutare leCaritas del Libano e diGerusalemme.

La pace ha bisogno di DioLa pace ha bisogno di Dio

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Don Giovanni Benassi nuovo parroco a San Francesco d’Assisi di San LazzaroRinnovamento nello Spirito: Roveto Ardente - Bologna Sette non va in vacanza

nomineNUOVO PARROCO. L’Arcivescovoha accolto le dimissioni permotivi di età e di salute di donFilippo Naldi, parroco di S.Francesco d’Assisi a S. Lazzaro.Suo successore sarà donGiovanni Benassi, attualmenteparroco a Marmorta, chemanterrà l’incarico di delegatoarcivescovile per il Mondo dellavoro.

diocesiMONSIGNOR CASSOLI. Oggi alle18.30 nella parrocchia di S.Matteo della Decima si terràuna concelebrazione eucaristicapresieduta dal vescovo ausiliaremonsignor Ernesto Vecchi a 20anni dalla scomparsa dimonsignor Ivaldo Cassoli, chericoprì importanti incarichi indiocesi: Cancelliere della Curia,delegato arcivescovile, officialedel Foro ecclesiastico, parrocoa Decima dal 1944 al 1952,rettore di S. Petronio e di S.Maria della Vita.CHIUSURA CURIA. Gli ufficidella Curia Arcivescovile e ilCentro servizi generalirimarranno chiusi per ferie dadomani al 20 agosto. L’Ufficiomatrimoni aprirà il 18 agosto.BOLOGNA SETTE.Come ognianno, «Bologna Sette» nonchiude per ferie: il giornaleuscirà quindi regolarmenteanche nel mese di agosto. Saràpossibile contattare la

redazione ai soliti recapiti: tel.0516480707 - 0516480755, fax051235207, [email protected] Inparticolare, per consegnaremateriale sarà necessario primatelefonare, essendo la Curiachiusa, o rivolgersi in portineria.LAGARO. Nella chiesa di SantaMaria Assunta di Lagaro,domenica 6 agosto alle 17 si terràuna catechesi guidata da donFranco Lodi, parroco di Minerbio,già missionario ad Usokami(Tanzania) sul tema«Dall’Eucaristia alla missione.Esperienze di vita eucaristica interra di missione». Al termineBenedizione eucaristica.RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO. IlRinnovamento nello Spirito Santonell’Arcidiocesi di Bolognaorganizza l’inziativa «Rovetoardente». Venerdì 4 agostoAdorazione notturna del SS.Sacramento nel Santuario delCorpus Domini (via Tagliapietre).L’adorazione inizierà dopo laMessa di apertura, alle 21, eterminerà con la Messa delle 8,30di sabato 5 agosto.

musica«DA BACH A BARTÒK». Verràinaugurata domani a PorrettaTerme la XVIII edizione delfestival internazionale musicale«Da Bach a Bartòk». Alle 21 alParco Roma la soprano DimitraTheodossiou, accompagnata daPaola Del Verme al pianoforte eGiovanni Roselli al flautointerpreterà brani operistici.

le saledellacomunità

A cura dell’Acec-Emilia Romagna

TIVOLIv. Massarenti 418 La casa sul lago051.532417 del tempo

Ore 21.30

S. GIOVANNI IN PERSICETO (Fanin)p.zza Garibaldi 3/c Inside man051.821388 Ore 21.15

Tutte le altre sale della comunità sonochiuse per le ferie estive.

cine

ma

Estate ragazzi

Isola Montagnola

rosegue anche in agosto EstateRagazzi in Montagnola: il centro è

rivolto a bambini e ragazzi dai 6 ai 14anni e usa il sussidio «Pinocchio: unGrillo per la testa» come ambientazioneper i giochi e i laboratori, lo sport el’animazione. È ancora possibile iscriversiall’ufficio AGiO in Montagnola, dallunedì al venerdì dalle 14 alle 19.Informazioni: tel. 0514228708 owww.isolamontagnola.it.

P

7Domenica30 luglio 2006

[email protected]

S. Prospero di SavignoS. Prospero di Savignodomenica 6 agosto si terrà la

festa della Madonna all’Oratoriodella SS. Trinità. Il programmaprevede alle 11 la Messa cantata,alle 16 giochi vari, alle 16.30esibizione del Corpo bandistico diRiola; alle18 Messa e processionecon la statua della Madonna dellaSS. Trinità. Seguirà un rinfresco e alle20 uno spettacolo pirotecnico. Pertutto il giorno si terrà la lotteria dibeneficenza.

A

S. Maria a Castel di Casioi svolgeranno domenica 6 agosto ifesteggiamenti per la festa di S.

Maria nella parrocchia di S. Biagio aCastel di Casio. Si tratta di unaricorrenza molto antica, celebrataininterrottamente dalla prima metàdel ’700 in segno di ringraziamentoalla Madonna per aver salvato il paeseda una grave epidemia di tubercolosi.Già oggi, alle 17, verrà celebratanell’oratorio la Messa. Seguirà unaprocessione fino alla chiesa. Giovedì 3agosto la Messa è in programma alcimitero alle 20.30, mentre sabato 5 lacelebrazione eucaristica cominceràalle 16.30 e sarà seguita dall’Unzionedegli ammalati. Domenica 6 sarà lagiornata conclusiva, con la Messa delle17 e la processione presiedute damonsignor Francesco Finelli. Ifesteggiamenti termineranno con unacena conviviale.

S

festa

er la prima voltaquest’anno la Chiesaitaliana è chiamata a

celebrare la Giornata per lasalvaguardia del Creato. Inuna lettera indirizzata a tutti iparroci e rettori di chiese,monsignor Oreste Leonardi,vicario episcopale perl’Animazione cristiana dellerealtà temporali, spiega che lacelebrazione avverrà il 1°settembre, mentre eventualiiniziative potranno esseresviluppate durante tutto ilmese. Come diocesi, inparticolare, il tema verràaffrontato con un convegnoinserito nel programma delCongresso eucaristicodiocesano.«Questa proposta nuova –afferma monsignor Leonardi– va ricollegata peraltro ad

attenzioni che hanno un forteradicamento nella tradizionecristiana, dove confrontarsicon il Creato ha sempresignificato affermare unadimensione fondamentaledella fede.L’attenzione dei credenti perle concrete problematiche chesostanziano la questioneambientale affonda le sueradici in quella confessionedel Creatore che ha animatola vita di tante generazioni».Il testo della lettera, assiemeall’allegato sussidio (cheriporta il «Messaggio per laGiornata 2006» e alcunistrumenti e indicazioni chepossono aiutare a viverla alivello locale) sono riportatiintegralmente nel sitowww.bologna.chiesacattolica.it

P

oppia festa quest’anno il 6 agosto per la parrocchia di Fradusto:celebrazione delle glorie di Maria Santissima e centenariodell’erezione della chiesa, dedicata a S. Procolo. Il programma della

festa prevede sabato 5 alle 20 la Messa. Domenica 6 Messa solenne alle 11;alle 16 Rosario e processione. Sia sabato dalle 20.30, sia domenica dalle 17 cisarà poi modo di intrattenersi fraternamente con manifestazioni conviviali emusicali.C’è poi una circostanza che rende più solenne questa domenica: dopo treanni di inagibilità della chiesa, causata dal terremoto del 13 settembre 2003,che aveva provocato seri danni atutta la costruzione, essa è «risorta»ancora più bella e accogliente, e ifradustesi la possono riempire dellaloro preghiera e del canto diringraziamento. La fabbrica dellachiesa arcipretale si presenta ora intutta la sua bellissima struttura: ècostruita in stile barocco, e con isuoi archi e pennacchi chesorreggono la cupola, invital’anima ad elevarsi verso l’infinito.È con meraviglia e stupore cheparrocchiani e villeggianti lavisitano, ammirando anche lericchezze dell’altare maggiore, verogioiello realizzato in marmopolicromo, e i due altari laterali cheprovengono dall’Abbazia diNonantola.

DA Fradusto è rinata la chiesa

L’1 settembre Giornata per la salvaguardia del Creato

Gardeletta rende omaggio alla Beata Vergine Maria Addolorata

ono in programma domenica 6 agosto i festeggiamenti inonore della Beata Vergine Maria Addolorata a Gardeletta.

La preparazione comincia già tra giovedì 4 e venerdì 6, conil Rosario alle 21 alle Murazze, da dove sabato alla stessaora partirà una processione che giungerà a Gardeletta conl’Immagine. Subito dopo avrà luogo in chiesa la celebrazionedella penitenza. Domenica 6 le celebrazioni hanno inizioalle 9.30 con la Messa cantata. Alle 16 comincerà la sagrapaesana e alle 21.30 si potrà assistere a uno spettacoloestemporaneo. Durante i festeggiamenti si svolgerà unaraccolta di offerte in denaro, dolci e vino, per ilcompletamento della sala parrocchiale.

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Monte S. Giovanni, si festeggiala Madonna del Buon Consiglio

ella parrocchia di Monte S. Giovanni aMonte S. Pietro, la prima domenica di

agosto è dedicata, come ogni anno, alla festadella Madonna del Buon Consiglio. Ecco gliappuntamenti religiosi: venerdì 4, alle 20, sicelebra la Messa in suffragio dei defunti,seguita dal Rosario e dall’Adorazioneeucaristica. In quest’occasione sarà presenteun confessore. Domenica 6 prima Messa alle8.30, mentre la Messa solenne inizia alle 11.15.Alle 18 verrà recitato il Rosario, eseguito ilcanto delle Litanie e avrà luogo la processionecon l’immagine della Madonna del BuonConsiglio. Per quanto riguarda il risvoltopopolare della festa, sia sabato che domenicasaranno allestiti stand gastronomici, unmercatino equo e solidale e verranno venduti ibiglietti di una sottoscrizione a premi a favoredella parrocchia: l’estrazione sarà domenicaalle 22.30. Ci sarà spazio anche per il consueto«gioco del tappo», animato dai ragazzi dellaparrocchia. Durante il fine settimana, la loggiadella canonica ospiterà una mostra di quadricontemporanei, e si potranno anche ammirarefotografie che testimoniano la vitaparrocchiale. Sabato 5, dalle 20 in poi si ceneràa base di tigelle, crescentine e soprattuttopolenta nel cortile della parrocchia. Seguiràuno spettacolo musicale con Ale & Silvia.Domenica 6, infine, dalle 17 si esibirà il corpobandistico «Remigio Zanoli» di Castello diSerravalle. Sarà possibile fermarsi a cena dopola funzione pomeridiana.

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Una festa degli scorsi anni

Nella foto a fianco la locandina delfilm «La casa sul lago del tempo», diAlejandro Agresti, con SandraBullock e Christopher Plummer

n preparazione alla Festa dellaMadonna del Carmelo, «FestaGrossa», che si celebrerà domenica

13 agosto, la parrocchia di Loianoorganizza due iniziative a carattereculturale: nel cinema parrocchialelunedì 7 e martedì 8 alle 21 verràproiettato - gratuitamente - il film «Ilgrande silenzio» di Philip Groning (èun film meditativo di due ore e mezzoche presenta la vita dei monacicertosini del monastero della GrandeChartreuse), mentre mercoledì 9sempre alle 21 nella sala adiacente ilcinema parrocchiale, si terrà unincontro guidato da monsignor LinoGoriup, vicario episcopale per laCultura e la Comunicazione, sul tema:«Dopo il Codice Da Vinci: La chiesa ela comunicazione della fede».Riguardo a «Il grande silenzio» ilparroco don Enrico Peri ricorda che«presenta la vita dei monaci certosinidel monastero della GrandeChartreuse, nelle Alpi francesi, nellaquotidianità fatta di piccoli gesti didevozione silenziosa in ognimomento della giornata, nel lavoro enella preghiera. Il regista ha condivisocoi monaci quattro mesi della sua vita.È un film che ha come colonna sonorai canti liturgici dei monaci, il crepitiodel vento, il fruscio delle foglie, ilrumore dei passi, il cinguettio degliuccelli, il rintoccare delle campane.Durante il film non sentiamo quasimai parlare i monaci se non percantare e l’unico ad avere la parola èun anziano monaco non vedente chemette a parte il regista di alcune sueriflessioni molto brevi come "Nonbisogna avere paura della morte. Più cisi avvicina a Dio, più si è felici".Attraverso questo film speriamo diriscoprire anche noi, immersi in unmondo rumoroso, frenetico esovraeccitato, il valore del silenzio».

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Alla Borra si celebra S. Annaggi, nell’oratorio della Borra diMontesevero, si celebra la festa di

Sant’Anna. Alle 17.30 verrà celebrata laMessa, cui farà seguito un rinfrescopreparato dagli abitanti della borgata.

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Loiano, «Il grande silenzio» verso la festa

La scomparsa di Alberto Baronciniei giorni scorsi si è verificato un tragico lutto per la parrocchia di S.Lorenzo e la comunità del Seminario. È infatti improvvisamente

scomparso, in un incidente stradale, Alberto Baroncini, 21 anni, fino adora seminarista, anche se orientato ad altra strada. Era entrato nelSeminario minore al III anno delle superiori, continuando a frequentarefino alla maturità il liceo classico Galvani. Aveva appena concluso il 2°anno di Teologia alla Facoltà teologica dell’Emilia Romagna.Particolarmente dotato e appassionato per la musica, frequentava ilConservatorio, dove era alunno del maestro Bovina e aveva appenasostenuto a pieni voti l’esame di 8° anno di organo. Era impegnato inparrocchia come educatore dei giovanissimi e in diocesi nel servizio aglihandicappati a Casa S. Chiara. I funerali sono stati celebrati ieri dalcardinale Caffarra nella parrocchia di S. Lorenzo.

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lutto

Montesevero

Loiano, «Il grande silenzio» verso la festa

Page 8: Pagine a cura del Centro Servizi Generali Arcidiocesi di Bologna - … · 2019-12-17 · poi c’è la presenza della Madonna, che è l’elemento fondamentale. Speriamo che si continui

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8 Domenica30 luglio 2006

DI MASSIMO ANTINUCCI *

l tempo del riposo estivo è per l’Onarmouna occasione fondamentale per lefamiglie, i giovani e gli anziani, per

recuperare energie e ritrovare una dimensionedi dialogo con se stessi, con i propri cari, congli altri. Le relazioni umane nella quotidianitàcittadina tendono ad inquinarsi, perstanchezza, per le difficoltà o anche per ilcaldo, ed è per questo che l’Onarmo offre imeravigliosi scenari alpini che nella loromaestà accolgono tutti indistintamente.La Casa di Canazei, quella storica, è situata adAlba di Canazei sotto il monte Vernel e laMarmolada. È il punto di partenza per leescursioni che portano al Rifugio Contrin eper i più volenterosi verso Punta Penia o laValle San Nicolò. I responsabili della Casa,insieme agli ospiti più affezionati, sono adisposizione per dare consigli sulle escursionio attività che si possono fare. Marco e Daniela, dentisti, con i figli Luca eAndrea stanno per partire per San Vigilio diMarebbe: insieme a un gruppo di famiglie sidanno appuntamento ogni anno in questaCasa. Tante le iniziative che propongono,coinvolgendo anche gli altri ospiti: gite,escursioni in bici, partite di calcio e la seragiochi e perfino spettacoli. Giovanni e Francesca con i loro figli, amantidella bici, hanno scelto le ampie vallate verdiche attorniano la Casa di San Silvestro diDobbiaco. Essa offre l’opportunitàdell’immersione completa nell’ambientedell’alta Val Pusteria, a pochi km dall’Austria edai punti più suggestivi delle nostre Dolomiti,in particolare le Tre cime di Lavaredo, la ValleFiscalina e di Sesto, il lago di Braies, o ilmagnifico pianoro di Prato Piazza.

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La caratteristica sarà quella di mantenerecome sempre lo spirito di famiglia, diaccoglienza e amicizia che distingue questeCase. La presenza del sacerdote, e dellaEucaristia, sono la garanzia che questiperiodi possono davvero aiutare per farritrovare un rapporto più vicino con lanostra fede e con il Creato.Tutti gli ospiti e i bolognesi sono invitati aritrovarsi alla fine dell’estate per unmomento di condivisione insieme. Sarà lafesta di S. Martino che si terrà domenica12 novembre a Villa Pallavicini: offriràl’opportunità di riflettere concretamente sucome si possano creare vincoli disolidarietà a sostegno delle famiglia.

* Associazione Matteo Talbot

Vi è inoltre la Casa sull’Appenninobolognese, a Vidiciatico, che ospita tutticoloro che apprezzano le nostremontagne, con la comodità dellavicinanza a Bologna. Il parco regionale delCorno alle Scale ha valorizzato una seriedi itinerari davvero da riscoprire.I nostri ospiti che preferiscono il mare,hanno scelto la Casa di Pinarella diCervia o quella di Massignano (AscoliPiceno). Entrambe sono immerse nelverde e permettono di approfittare delmare in un contesto rilassante e senzaconfusione.Questi sono i luoghi che gli ospiti chehanno scelto di frequentare le Casedell’Onarmo frequenteranno questa estate.

Irlanda.Tutti sulle tracce del «vero lievito»

t’s a lovely day for...».Immaginatevi 45 ragazzi tra i 13e i 18 anni, accompagnati da 4

professoresse, a Galway, cittadina dellacosta occidentale dell’Irlanda, chetrascorrono una vacanza studio di 15giorni. Sveglia ore 7.30, tre ore discuola per migliorare l’inglese, pranzo,attività pomeridiane tra sport edescursioni, ed uscite serali, sempresotto l’immancabile sorveglianza delle

«prof». Nulla di nuovo, qualcunopenserà. Bene. Anche noi inizialmenteeravamo di questo parere... ma cisiamo dovuti ricredere.Il rischio di ripiombare in una routinenuova, ma solita, era incombente. Enasceva una domanda: come poterevivere una esperienza all’estero inmodo che fosse significativa per lanostra vita? La risposta è arrivataquando abbiamo cercato di affrontareal nuova quotidianità con unosguardo attento, teso a conoscere lecose, non fermandosi al frutto, macercandone la radice. Così ha fatto unfamoso irlandese che abbiamo«incontrato» a Dublino, ArthurGuinness. Come tutti sanno, l’Irlandaè famosa per la sua birra nera: laGuinness, sogno proibito per noiminorenni. Immaginatevi la nostra

«gioia» quando le professoresse ci hannoproposto di visitarne addirittura lostabilimento, sapendo che avremmopotuto assaporare solo un succo di frutta(mentre le «prof» si bevevano la birra!).Eppure, seguendo la visita, abbiamoscoperto che la bibita nera pubblicizzataovunque è il risultato del desiderio diArthur Guinness di plasmare gli elementidella natura che lo circondavano e farnequalcosa di buono. Abbiamo così scopertoche gli ingredienti della birra sono l’orzo,il luppolo, l’acqua e il lievito, ma abbiamocapito che il vero lievito è stato un uomoche ha voluto vivere da protagonista.Questo è lo stesso desiderio che ci ha fattovivere la sveglia mattutina, le ore di scuola,i rapporti con le «host families», con leinsegnanti e tra di noi come una novitàinattesa.«It’s a lovely day for...»

DI FRANCESCO ROSSI

rrivano a Bologna datutt’Europa i 750 scout chedomenica prossima 6 agosto

parteciperanno alla cerimonia diapertura di «Roverway», l’eventorivolto ai giovani tra i 16 e i 22 anni.Si tratta, spiegano gli organizzatori,di «un’occasione d’incontro per igiovani delle due organizzazionimondiali del guidismo e delloscoutismo: Wosm (Wordorganisation scout mouvement) perragazzi e ragazze, presente in 216paesi del mondo con un totale di 28milioni di giovani associati, e Wagggs(World association girl guide and girlscout), rivolta solo a ragazze e checonta 10 milioni di associate».Per l’Italia, inoltre, l’eventocostituisce «un esempio dicollaborazione attiva tra le dueassociazioni che costituiscono laFederazione italiana dello scoutismo:Agesci, l’associazione cattolica con180.000 associati, e la Cngei, nonconfessionale, con 10.000 associati». Il motto è «Dare to share», «osare lacondivisione» per costruire un futurodi pace e vera solidarietà, rifiutandola rassegnazione, la frammentarietà,la paura.La cerimonia di apertura si svolgeràin contemporanea in 10 città italiane,tra cui appunto il capoluogoemiliano, e coinvolgerà in tutto5.000 giovani, di cui 1.500 italiani e3.500 stranieri, che, dopo essereandati alla scoperta degli itinerari deltrekking e della cultura nelle diverseregioni italiane, dall’11 al 14 agostoconfluiranno in un grande campofisso a Loppiano, nei pressi diFirenze.L’appuntamento bolognese è alle 9 alparco della Montagnola per unincontro dei capi route. Seguirà unavisita alla città e, alle 12, il momentoforte della giornata, sempre allaMontagnola, con la celebrazioneeucaristica presieduta dal vescovoausiliare monsignor Ernesto Vecchi.Il pomeriggio vedrà giochi e balli instile rinascimentale. Il Rinascimento,infatti, farà da «quadro simbolico» ditutto l’evento. Esso, spiegano ancoragli scout, «non è una memorianostalgica, ma uno spunto perparlare dell’oggi. Storicamente è statoun momento di grande splendore intutta Europa e l’arte, soprattutto inItalia, ha vissuto un momento felice.Nel momento storico in cui viene re-interpretata la classicità, cioè lanostra identità, e vengono messeinsieme e condivise le conoscenze,nasce la concezione rinascimentaledell’uomo, dell’arte e della scienza».«Oggi - proseguono - la cultura, lavisione dell’uomo sonosettorializzate, parcellizzate, lescienze sono divise tra loro, anchel’uomo è diviso in se stesso, lamorale divisa dalla legge, lacoscienza dalla prassi. È per questoche crediamo necessario ricostruireun’unità nell’uomo e tra gli uomini,partendo dalla consapevolezza che lacondivisione dei saperi, delle culturee delle idee moltiplica le ricchezze».Alle 16.30 saluti e cerimonia ufficialedi apertura, dopo di che rover escolte da Bologna partiranno, divisiin gruppi, alla volta di 15 differentiitinerari, alla scoperta di realtàsignificative all’interno della regione.Roverway, la cui prima edizione si ètenuta in Portogallo nel 2003, èaperto a giovani provenienti da 30Paesi europei, come Spagna, Francia,Inghilterra, Macedonia, Romania,Cipro e Albania, o vicini all’Europa,come la Turchia.

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Arriva «Roverway»

Un momento della «Roverway» del 2003 in Portogallo

Galway

Nella foto grande, le Tre Cime di Lavaredo; in quella piccola, la Casa dell’Onarmo a Dobbiaco

I ragazzi del LiceoMalpighi di Bologna, invacanza studio a Galway,firmano un resoconto dovenon mancano le sorprese

Domenica prossima alle 12in Montagnola la Messacelebrata dal vescovo ausiliare,monsignor Ernesto Vecchi

Case per ferieAll’Onarmoun’esperienzadi amicizia