Pagine a cura del Centro Servizi ... - Chiesa di Bologna

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DI LUCA TENTORI i furono tre giorni di festa a Poggio Renatico tra 27 e il 29 settembre 1907. Per l’inaugurazione della nuova chiesa parrocchiale, l’abbazia di San Michele Arcangelo, tutto il paese fu tirato a lucido e vennero anche monsignori importanti da Bologna, come recitava il cartellone con il programma dei festeggiamenti. Oggi, a 105 anni di distanza, dopo il terremoto del 20 e 29 maggio scorso, la gente di Poggio vorrebbe risistemare la sua chiesa gravemente lesionata insieme alla canonica e ad alcune opere parrocchiali. La torre dell’orologio del Comune è crollata completamente, mentre il campanile, irrimediabilmente compromesso, è stato abbattuto due settimane fa. Quest’ultimo era stato inaugurato nel 1946 ma con i suoi 20 metri di altezza rimase incompiuto per il cedimento delle fondamenta. Anche la più antica e originaria abbazia, presso il cimitero, ha registrato il crollo del tetto e la lesione delle strutture portanti. Il terremoto insomma ha smontato pezzo per pezzo la storia e l’identità artistica, religiosa e culturale del paese, ma fortunatamente non ha causato morti o feriti gravi, e il numero degli sfollati è di un centinaio di persone. Tutte le strutture parrocchiali sono inagibili compresa la canonica dove da qualche giorno è iniziata l’opera di sgombero delle macerie. La Messa feriale e festiva è ospite del centro sociale. «La comunità, per ora - racconta il parroco don Simone Zanardi, anch’egli sfollato e ospite in paese da amici - non ha un punto di riferimento per pregare, per incontrarsi, per riavviare le attività pastorali. E’ possibile contattarmi solo al cellulare, l’unico mezzo che ho a disposizione per gestire la parrocchia». L’appello è quindi quello di aiutare concretamente e da subito questa comunità che necessita di una tensostruttura e strumenti per portare avanti la vita pastorale. Nonostante questo sono tanti i propositi di don Simone legati al culto e alla carità. «Domenica 27 maggio sono state amministrate regolarmente 53 cresime nel tendone delle feste del Partito democratico, che ci ha ospitato per alcune domeniche per la Messa festiva, - spiega don Zanardi - e per il mese di agosto si vuole partire in qualche modo con Estate Ragazzi». Un altro segno di speranza è il concerto con il Gen Rosso del prossimo 15 settembre, già programmato, e riconfermato con forza, nel campo sportivo del paese. «Anche questo vuole essere un evento per la rinascita del nostro paese - spiega - e un mezzo per venire incontro alle tante spese che dovremo affrontare». E su internet c’è grande fermento per pubblicizzare l’evento e sensibilizzare all’iniziativa: è stato creato un apposito sito che ha un forte valore simbolico: www.concertogenrosso.altervista.org. Dopo l’abbattimento del campanile gli artificieri hanno recuperato intatta la croce posta sulla sommità. E’ l’immagine che racconta un nuovo inizio per la comunità a partire da quella croce, dalla fede come fondamento per ricostruire la vita della gente, i simboli del paese e le strutture parrocchiali. Nel manifesto dell’inaugurazione della chiesa del 1907 si legge anche: «Nella mezzanotte treni speciali di ritorno per Bologna e Ferrara». Ci piacerebbe riprendere quei treni dopo aver festeggiato la rinascita della vita normale a Poggio Renatico e la ricostruzione delle sue case, delle sue chiese e delle sue torri. C DI STEFANO ANDRINI a parola crisi, ormai inflazionata, ha un significato di- verso da quello che usiamo nel linguaggio corrente». Lo afferma il sociologo Ivo Colozzi che nella parrocchia di San Giorgio di Piano ha parlato delle proposte dei cattolici per uscire dalla difficile situazione economica. «Quando c’è una malattia grave» spiega il sociologo «ci può essere una crisi. Se si supera si migliora o si guarisce, in caso contrario no. Nella tra- gedia greca, la crisi è il momento della svolta. Il termine non si- gnifica tanto difficoltà, quanto cambiamento di prospettiva. An- che la crisi economica potrebbe preludere a qualcosa che anco- ra non c’è, ma che sarà diverso da prima». La causa della crisi è politica o economica? Per molti la colpa è del capitalismo, che strutturalmente alter- na periodi di crescita e di flessione. Altri ritengono invece che la causa vera sia politica e dipenda da un credito eccessivamente facilitato per motivi di consenso elettorale. Perché gli speculatori hanno assunto un potere così forte? Questa irresistibile ascesa risale ai primi anni ’80 con l’avvento della globalizzazione, che ha trasformato il pianeta, Africa e- sclusa, in un unico grande mercato. Prima della crisi del 2008 venivano scambiati ogni giorno nel mercato globale (nelle Bor- se fondamentalmente) un miliardo di euro di beni industriali e mille miliardi di beni finanziari. Questo è il rapporto tra eco- nomia finanziaria e reale. L’economia non è diventata solo glo- bale, ha cambiato completamente pelle. Un esempio: tra il mo- mento in cui una petroliera parte dalla Nigeria coi serbatoi pie- ni e quello in cui arriva a destinazione, il petrolio che contiene viene venduto tra le 50 e le 60 volte (e tante volte cambiano prezzo e destinazione della nave). Questa è la realtà. Ed i pro- cessi economici non si possono controllare a livello politico. Segue a pagina 4 L « www.bo7.it Domenica 17 giugno 2012 Numero 24 Supplemento al numero odierno di Avvenire Pagine a cura del Centro Servizi Generali dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 051 64.80.707 - 051 64.80.755 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 55 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-17.30) cronaca bianca omenica scorsa ho visto le immagini in tivù: non so dirvi se mi sono più spaventato o commosso. Novantamila persone (90mila! Io a girovagare fra i tanti pianeti che ho visitato ne ho incontrate una decina...) hanno partecipato al pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto. C’erano tanti giovani, tanti bolognesi, tanti emiliano romagnoli. Una marea umana, bella gente. Tutta una notte in cammino, fra fuochi d’artificio, preghiere, rosari e canti per arrivare all’alba in piazza, a Loreto, nella casa di Maria, intonando: «Sapete voi che c’è per noi una grande Casa». Uno dice: ma chi glielo fa fare a un ragazzo di 20 anni di riempirsi i piedi di vesciche e calli, arrivare stremato alla meta, anzichè farsi il primo week end di sole e baldoria a Milano Marittima? Una risposta «magari un po’ banale, ma autenticamente umana» l’ho trovata in una lettera che mi ha scritto una ragazza di Modena, 24enne, che ha partecipato al pellegrinaggio: «In quelle nove ore di cammino ho rivisitato tutta la mia vita. Le cose belle, quelle brutte. La fatica, la gioia. La paura di non farcela più, l’orgoglio di arrivare al ’traguardo’. la felicità di avere a fianco amici veri, che ti danno una pacca sulle spalle quando stai cedendo e a quel punto, non so perché, non cedi più. Non avevo mai partecipato alla Macerata-Loreto, non sapevo come avrei vissuto questa esperienza. Ora posso dirlo: più che un pellegrinaggio è una vera e propria fotografia della vita. Forse una scuola di vita». Il Piccolo Principe D DI CHIARA UNGUENDOLI orna sabato 23, dalle 20 alle 23, la «Notte bianca - Le chiese illuminano il cuore della città», iniziativa della parrocchia dei Santi Bartolomeo e Gaetano: in quell’orario saranno aperti al pubblico e illuminati i luoghi di culto presenti nel territorio della parrocchia, con la sole eccezione della Cattedrale di San Pietro e della Basilica di San Petronio (chiuse per le verifiche conseguenti al terremoto) più molte chiese e Santuari del centro cittadino. «L’iniziativa di aprire, presentare e illuminare contemporaneamente le chiese» spiega monsignor Stefano Ottani, parroco ai Santi Bartolomeo e Gaetano «offre la possibilità di ammirare nell’intimo questo straordinario patrimonio di storia, cultura, arte e spiritualità che sono appunto le chiese bolognesi. La novità di quest’anno è che lavoriamo in stretta collaborazione, oltre che con l’associazione guide Gaia, con l’Ufficio catechistico diocesano, per realizzare un progetto di itinerari di arte e catechesi. Un’idea che Papa Benedetto XVI sta sostenendo anche attraverso la nuova edizione del Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica: quel discorso che si fa a livello di Chiesa universale vogliamo farlo a livello di Chiesa bolognese». Segue a pagina 4 T «Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi» Quei novantamila nella casa di Maria terremoto. Prosegue il viaggio tra le parrocchie 23 giugno. Notte bianca, le chiese illuminano la città il tunnel della crisi. La vita dei cattolici al tempo dello «spread» I L COMMENTO MATERNE : UN TRAGHETTO PER USCIRE DAL GIURASSICO STEFANO ANDRINI ell’ultima seduta la Giunta comunale di Bologna ha approvato le nuove regole per le scuole dell’infanzia paritarie a gestione privata. La delibera apre le porte, di fatto, al rinnovo della convenzione fino alla fine del mandato. Non entriamo in queste sede negli aspetti tecnici del provvedimento (ne parla il presidente della Fism a pagina 6). Basti dire che in alternativa ai finanziamenti erogati fino ad oggi il Comune ha realizzato un sistema di indicatori che premia, con quote di finanziamento maggiori, le scuole che hanno le rette più basse e che garantiscono l’integrazione degli stranieri e dei disabili. E’ una decisione importante, quella del Comune, anche se invitiamo tutti ad usare con prudenza termini come rivoluzione e svolta epocale. Perché, in fondo, l’amministrazione si è limitata ad applicare la legge nazionale e a prendere atto, diversamente da alcuni giapponesi che continuano a combattere una guerra anacronistica, che senza la seconda gamba del sistema paritario, quella a gestione privata anche la prima, quella statale e comunale, rischia di diventare insostenibile. Non c’è nessuno miracolo da certificare, quindi. Né tanto meno si può ritenere che la scelta di andare al rinnovo della convenzione, come afferma invece qualche politologo col pensiero ancora fermo al giurassico, sia una «captatio benevolentiae» verso i cattolici o più in generale verso l’elettorato moderato. Qui la fede (o la Chiesa, o la Curia, o la diocesi, o il cardinale o i preti) non c’entrano nulla. Siamo di fronte a una questione di ragione e di realismo. Di fronte alla crescente difficoltà da parte del Comune di mantenere i tradizionali standard del welfare (l’asilo garantito a tutti per intenderci) c’è il rischio di raccontarsi delle favole («azzeriamo le liste di attesa») o di mascherare, senza curarla in realtà, l’impotenza statale e comunale con strutture esterne o mostri a due teste come gli enti misti. La scelta giusta è un’altra. Imboccare con decisione la strada del privato sociale: giuridicamente contemplata, operativamente efficace, economicamente vantaggiosa (come ci ricorda lo «spread» tra i costi altissimi di una sezione paritaria a gestione pubblica e i costi, notevolmente più bassi, di una sezione paritaria a gestione privata). In questa prospettiva vale la pena ricordare che nella nostra città lo strumento della convenzione viene utilizzato da vent’anni, non è legato ad uno schieramento politico (è stata introdotto per la prima volta da un’amministrazione di centro sinistra), è modernissimo perché rappresenta un’alternativa alla gestione diretta del welfare da parte delle amministrazioni sempre più impraticabile a causa delle casse vuote. Da questa delibera, dunque, la strada del sistema integrato delle scuole dell’infanzia bolognesi è segnata indelebilmente. Per questo auspichiamo che in questo percorso non ci siano intoppi, timidezze o addirittura trappole. Sulla convenzione non si giochi al ribasso con la durata o con gli stanziamenti perché soprattutto in tempi di crisi c’è bisogno di certezze. Con una consapevolezza: a una città che, anche a fine crisi, non sarà più quella che un tempo garantiva servizi dalla culla alla tomba, un rattoppo per quanto ben fatto non serve. L’amministrazione, proprio sui nidi e sulle materne, può gettare le basi di una riforma radicale. Inventando forme di aiuto e di sostegno alla famiglia, per esempio. Per uscire finalmente in mare aperto sfidando le colonne d’Ercole del conservatorismo, vera malattia genetica della nostra città. «Duc in altum», Bologna. N Poggio Renatico: la chiesa, i crolli, il recupero della croce del campanile e il parroco. La ricostruzione inizia dalla maturità a scossa del 20 maggio fortunatamente non mi ha colpito negli affetti e nelle cose più care. Nel- lo sconcerto delle prime giornate la concentrazione e la voglia di studiare sono venute meno. Le preoc- cupazioni erano altre: mi sono impe- gnato con la parrocchia per dare una mano nei campi di accoglienza intratte- nendo i bambini. Dopo pochi giorni il ri- torno alla scuola dichiarata agibile. Ci ha sorpreso una nuova scossa, quella del 29 maggio; in classe, durante il compi- to di matematica, non dimenticherò mai quel «rumore», la paura negli occhi dei miei compagni e le urla mentre goffamente mi in- filavo sotto il banco. Da quel momento anche il no- stro calendario scolastico è stato sconvolto: non si conosce ancora dove e quando si effettueranno gli esami di maturità che su ordinanza ministeriale do- vrebbero essere solo orali. In queste settimane ho ritrovato l’impegno nello studio grazie anche alla disponibilità dei nostri professori con cui cerchiamo di prepararci nel migliore dei modi: facendo lezio- ne all’aperto, studiando in biblioteca e discutendo le tesine. Sono convinto che la «ricostruzione» pas- si anche attraverso un buon esame di maturità! Matteo Barbieri, maturando Isit Bassi-Burgatti - Cento (FE) L Sisma, la conta dei danni ono ben 279, in tutta la diocesi, gli edifici che in qualche misura, piccola o grande, sono stati lesionati dalle recenti scosse di terremoto. I numeri, forniti dall’Ufficio amministrativo diocesano, comprendono differenti tipologie di edifici: chiese parrocchiali (91), chiese non parrocchiali (57), campanili (34), canoniche (44), opere parrocchiali (16), scuole parrocchiali (15), altri edifici (22) e diversi tipi di danni. Il vicariato che ha subito il maggior numero di danni è certamente quello di Galliera, con 91 edifici lesionati, seguito da quello di Cento con 74, da Persiceto Castelfranco con 57 e da Budrio con 23 strutture danneggiate. Servizio a pagina 4 S Manifesto per l’inaugurazione del 1907 A Poggio Renatico

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DI LUCA TENTORI

i furono tre giorni di festa a PoggioRenatico tra 27 e il 29 settembre1907. Per l’inaugurazione della

nuova chiesa parrocchiale, l’abbazia di SanMichele Arcangelo, tutto il paese fu tirato alucido e vennero anche monsignoriimportanti da Bologna, come recitava ilcartellone con il programma deifesteggiamenti. Oggi, a 105 anni didistanza, dopo il terremoto del 20 e 29maggio scorso, la gente di Poggio vorrebberisistemare la sua chiesa gravementelesionata insieme alla canonica e ad alcuneopere parrocchiali. La torre dell’orologiodel Comune è crollata completamente,mentre il campanile, irrimediabilmentecompromesso, è stato abbattuto duesettimane fa. Quest’ultimo era statoinaugurato nel 1946 ma con i suoi 20metri di altezza rimase incompiuto per ilcedimento delle fondamenta. Anche la piùantica e originaria abbazia, presso ilcimitero, ha registrato il crollo del tetto e lalesione delle strutture portanti. Il terremotoinsomma ha smontato pezzo per pezzo lastoria e l’identità artistica, religiosa eculturale del paese, ma fortunatamentenon ha causato morti o feriti gravi, e ilnumero degli sfollati è di un centinaio dipersone. Tutte le strutture parrocchialisono inagibili compresa la canonica doveda qualche giorno è iniziata l’opera disgombero delle macerie. La Messa feriale efestiva è ospite del centro sociale. «Lacomunità, per ora - racconta il parroco donSimone Zanardi, anch’egli sfollato e ospitein paese da amici - non ha un punto diriferimento per pregare, per incontrarsi, perriavviare le attività pastorali. E’ possibilecontattarmi solo al cellulare, l’unicomezzo che ho a disposizione per gestire laparrocchia». L’appello è quindi quello diaiutare concretamente e da subito questacomunità che necessita di unatensostruttura e strumenti per portareavanti la vita pastorale. Nonostante questosono tanti i propositi di don Simone legatial culto e alla carità. «Domenica 27 maggio sono stateamministrate regolarmente 53 cresime nel tendone dellefeste del Partito democratico, che ci ha ospitato peralcune domeniche per la Messa festiva, - spiega donZanardi - e per il mese di agosto si vuole partire inqualche modo con Estate Ragazzi». Un altro segno disperanza è il concerto con il Gen Rosso del prossimo 15settembre, già programmato, e riconfermato con forza,nel campo sportivo del paese. «Anche questo vuoleessere un evento per la rinascita del nostro paese - spiega- e un mezzo per venire incontro alle tante spese chedovremo affrontare». E su internet c’è grande fermentoper pubblicizzare l’evento e sensibilizzare all’iniziativa: èstato creato un apposito sito che ha un forte valoresimbolico: www.concertogenrosso.altervista.org.Dopo l’abbattimento del campanile gli artificieri hannorecuperato intatta la croce posta sulla sommità. E’l’immagine che racconta un nuovo inizio per lacomunità a partire da quella croce, dalla fede comefondamento per ricostruire la vita della gente, i simbolidel paese e le strutture parrocchiali. Nel manifestodell’inaugurazione della chiesa del 1907 si legge anche:«Nella mezzanotte treni speciali di ritorno per Bologna eFerrara». Ci piacerebbe riprendere quei treni dopo averfesteggiato la rinascita della vita normale a PoggioRenatico e la ricostruzione delle sue case, delle sue chiesee delle sue torri.

C

DI STEFANO ANDRINI

a parola crisi, ormai inflazionata, ha un significato di-verso da quello che usiamo nel linguaggio corrente». Loafferma il sociologo Ivo Colozzi che nella parrocchia di

San Giorgio di Piano ha parlato delle proposte dei cattolici peruscire dalla difficile situazione economica. «Quando c’è unamalattia grave» spiega il sociologo «ci può essere una crisi. Se sisupera si migliora o si guarisce, in caso contrario no. Nella tra-gedia greca, la crisi è il momento della svolta. Il termine non si-gnifica tanto difficoltà, quanto cambiamento di prospettiva. An-

che la crisi economica potrebbe preludere a qualcosa che anco-ra non c’è, ma che sarà diverso da prima». La causa della crisi è politica o economica? Per molti la colpa è del capitalismo, che strutturalmente alter-na periodi di crescita e di flessione. Altri ritengono invece che lacausa vera sia politica e dipenda da un credito eccessivamentefacilitato per motivi di consenso elettorale. Perché gli speculatori hanno assunto un potere così forte? Questa irresistibile ascesa risale ai primi anni ’80 con l’avventodella globalizzazione, che ha trasformato il pianeta, Africa e-sclusa, in un unico grande mercato. Prima della crisi del 2008

venivano scambiati ogni giorno nel mercato globale (nelle Bor-se fondamentalmente) un miliardo di euro di beni industriali emille miliardi di beni finanziari. Questo è il rapporto tra eco-nomia finanziaria e reale. L’economia non è diventata solo glo-bale, ha cambiato completamente pelle. Un esempio: tra il mo-mento in cui una petroliera parte dalla Nigeria coi serbatoi pie-ni e quello in cui arriva a destinazione, il petrolio che contieneviene venduto tra le 50 e le 60 volte (e tante volte cambianoprezzo e destinazione della nave). Questa è la realtà. Ed i pro-cessi economici non si possono controllare a livello politico.Segue a pagina 4

www.bo7.it

Domenica 17 giugno 2012 • Numero 24 • Supplemento al numero odierno di Avvenire

Pagine a cura del Centro Servizi Generalidell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna - tel. 05164.80.707 - 051 64.80.755 fax 05123.52.07email: [email protected]

Abbonamento annuale: euro 55 - Contocorrente postale n.° 24751406 intestatoad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G.Per informazioni e sottoscrizioni:051. 6480777 (dal lunedì al venerdì,orario 9-13 e 15-17.30)

cronaca bianca

omenica scorsa ho visto le immagini in tivù: non so dirvi se mi sono piùspaventato o commosso. Novantamila persone (90mila! Io a girovagarefra i tanti pianeti che ho visitato ne ho incontrate una decina...) hanno

partecipato al pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto. C’erano tanti giovani, tantibolognesi, tanti emiliano romagnoli. Una marea umana, bella gente. Tutta unanotte in cammino, fra fuochi d’artificio, preghiere, rosari e canti per arrivareall’alba in piazza, a Loreto, nella casa di Maria, intonando: «Sapete voi che c’è pernoi una grande Casa». Uno dice: ma chi glielo fa fare a un ragazzo di 20 anni diriempirsi i piedi di vesciche e calli, arrivare stremato alla meta, anzichè farsi ilprimo week end di sole e baldoria a Milano Marittima? Una risposta «magari unpo’ banale, ma autenticamente umana» l’ho trovata in una lettera che mi hascritto una ragazza di Modena, 24enne, che ha partecipato al pellegrinaggio: «Inquelle nove ore di cammino ho rivisitato tutta la mia vita. Le cose belle, quellebrutte. La fatica, la gioia. La paura di non farcela più, l’orgoglio di arrivare al’traguardo’. la felicità di avere a fianco amici veri, che ti danno una pacca sullespalle quando stai cedendo e a quel punto, non so perché, non cedi più. Non

avevo mai partecipato alla Macerata-Loreto,non sapevo come avrei vissuto questaesperienza. Ora posso dirlo: più che unpellegrinaggio è una vera e propria fotografiadella vita. Forse una scuola di vita».

Il Piccolo Principe

D

DI CHIARA UNGUENDOLI

orna sabato 23, dalle 20 alle 23, la«Notte bianca - Le chieseilluminano il cuore della città»,

iniziativa della parrocchia dei SantiBartolomeo e Gaetano: in quell’orariosaranno aperti al pubblico e illuminatii luoghi di culto presenti nel territoriodella parrocchia, con la sole eccezionedella Cattedrale di San Pietro e dellaBasilica di San Petronio (chiuse per leverifiche conseguenti al terremoto) piùmolte chiese e Santuari del centrocittadino. «L’iniziativa di aprire,presentare e illuminarecontemporaneamente le chiese» spiegamonsignor Stefano Ottani, parroco ai

Santi Bartolomeo e Gaetano «offre lapossibilità di ammirare nell’intimoquesto straordinario patrimonio distoria, cultura, arte e spiritualità chesono appunto le chiese bolognesi. Lanovità di quest’anno è che lavoriamoin stretta collaborazione, oltre che conl’associazione guide Gaia, con l’Ufficiocatechistico diocesano, per realizzareun progetto di itinerari di arte ecatechesi. Un’idea che Papa BenedettoXVI sta sostenendo anche attraverso lanuova edizione del Compendio delCatechismo della Chiesa cattolica: queldiscorso che si fa a livello di Chiesauniversale vogliamo farlo a livello diChiesa bolognese».Segue a pagina 4

T

«Non si vede bene che con il cuore.L’essenziale è invisibile agli occhi»

Quei novantamila nella casa di Maria

terremoto.Prosegue il viaggio tra le parrocchie

23 giugno.Notte bianca,le chiese illuminano la città

il tunnel della crisi.La vita dei cattolici al tempo dello «spread»

I L C O M M E N T O

MATERNE: UN TRAGHETTO

PER USCIREDAL GIURASSICO

STEFANO ANDRINI

ell’ultima seduta la Giuntacomunale di Bologna haapprovato le nuove regole per

le scuole dell’infanzia paritarie agestione privata. La delibera apre leporte, di fatto, al rinnovo dellaconvenzione fino alla fine delmandato. Non entriamo in queste sedenegli aspetti tecnici del provvedimento(ne parla il presidente della Fism apagina 6). Basti dire che inalternativa ai finanziamenti erogatifino ad oggi il Comune ha realizzatoun sistema di indicatori che premia,con quote di finanziamento maggiori,le scuole che hanno le rette più basse eche garantiscono l’integrazione deglistranieri e dei disabili. E’ unadecisione importante, quella delComune, anche se invitiamo tutti adusare con prudenza termini comerivoluzione e svolta epocale. Perché, infondo, l’amministrazione si è limitataad applicare la legge nazionale e aprendere atto, diversamente da alcunigiapponesi che continuano acombattere una guerra anacronistica,che senza la seconda gamba delsistema paritario, quella a gestioneprivata anche la prima, quella statalee comunale, rischia di diventareinsostenibile. Non c’è nessunomiracolo da certificare, quindi. Nétanto meno si può ritenere che la sceltadi andare al rinnovo dellaconvenzione, come afferma invecequalche politologo col pensiero ancorafermo al giurassico, sia una «captatiobenevolentiae» verso i cattolici o piùin generale verso l’elettorato moderato.Qui la fede (o la Chiesa, o la Curia, ola diocesi, o il cardinale o i preti) nonc’entrano nulla. Siamo di fronte a unaquestione di ragione e di realismo. Difronte alla crescente difficoltà da partedel Comune di mantenere itradizionali standard del welfare(l’asilo garantito a tutti perintenderci) c’è il rischio di raccontarsidelle favole («azzeriamo le liste diattesa») o di mascherare, senza curarlain realtà, l’impotenza statale ecomunale con strutture esterne omostri a due teste come gli enti misti.La scelta giusta è un’altra. Imboccarecon decisione la strada del privatosociale: giuridicamente contemplata,operativamente efficace,economicamente vantaggiosa (come ciricorda lo «spread» tra i costi altissimidi una sezione paritaria a gestionepubblica e i costi, notevolmente piùbassi, di una sezione paritaria agestione privata). In questa prospettivavale la pena ricordare che nella nostracittà lo strumento della convenzioneviene utilizzato da vent’anni, non èlegato ad uno schieramento politico (èstata introdotto per la prima volta daun’amministrazione di centrosinistra), è modernissimo perchérappresenta un’alternativa allagestione diretta del welfare da partedelle amministrazioni sempre piùimpraticabile a causa delle casse vuote.Da questa delibera, dunque, la stradadel sistema integrato delle scuoledell’infanzia bolognesi è segnataindelebilmente. Per questoauspichiamo che in questo percorsonon ci siano intoppi, timidezze oaddirittura trappole. Sulla convenzionenon si giochi al ribasso con la durata ocon gli stanziamenti perché soprattuttoin tempi di crisi c’è bisogno di certezze.Con una consapevolezza: a una cittàche, anche a fine crisi, non sarà piùquella che un tempo garantiva servizidalla culla alla tomba, un rattoppo perquanto ben fatto non serve.L’amministrazione, proprio sui nidi esulle materne, può gettare le basi diuna riforma radicale. Inventandoforme di aiuto e di sostegno allafamiglia, per esempio. Per uscirefinalmente in mare aperto sfidando lecolonne d’Ercole del conservatorismo,vera malattia genetica della nostracittà. «Duc in altum», Bologna.

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Poggio Renatico: la chiesa, i crolli, il recupero della croce del campanile e il parroco.

La ricostruzione inizia dalla maturitàa scossa del 20 maggio fortunatamente non miha colpito negli affetti e nelle cose più care. Nel-

lo sconcerto delle prime giornate la concentrazionee la voglia di studiare sono venute meno. Le preoc-cupazioni erano altre: mi sono impe-gnato con la parrocchia per dare unamano nei campi di accoglienza intratte-nendo i bambini. Dopo pochi giorni il ri-torno alla scuola dichiarata agibile. Ciha sorpreso una nuova scossa, quella del29 maggio; in classe, durante il compi-to di matematica, non dimenticherò maiquel «rumore», la paura negli occhi deimiei compagni e le urla mentre goffamente mi in-filavo sotto il banco. Da quel momento anche il no-stro calendario scolastico è stato sconvolto: non siconosce ancora dove e quando si effettueranno gliesami di maturità che su ordinanza ministeriale do-vrebbero essere solo orali. In queste settimane horitrovato l’impegno nello studio grazie anche alladisponibilità dei nostri professori con cui cerchiamodi prepararci nel migliore dei modi: facendo lezio-ne all’aperto, studiando in biblioteca e discutendole tesine. Sono convinto che la «ricostruzione» pas-si anche attraverso un buon esame di maturità!

Matteo Barbieri,maturando Isit Bassi-Burgatti - Cento (FE)

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Sisma, la conta dei danniono ben 279, in tutta ladiocesi, gli edifici che in

qualche misura, piccola o grande,sono stati lesionati dalle recentiscosse di terremoto. I numeri,forniti dall’Ufficio amministrativodiocesano, comprendonodifferenti tipologie di edifici:chiese parrocchiali (91), chiesenon parrocchiali (57), campanili(34), canoniche (44), opereparrocchiali (16), scuoleparrocchiali (15), altri edifici (22) ediversi tipi di danni. Il vicariatoche ha subito il maggior numerodi danni è certamente quello diGalliera, con 91 edifici lesionati,seguito da quello di Cento con 74,da Persiceto Castelfranco con 57 eda Budrio con 23 strutturedanneggiate.Servizio a pagina 4

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Manifesto per l’inaugurazione del 1907

A Poggio Renatico

ono tre quest’annole date di FestaInsieme, la festa di

Estate Ragazzi con lapresenza del Cardinale,proposte dal serviziodiocesano di Pastoralegiovanile. Alle duetradizionali che sitengono nel SeminarioArcivescovile, createper alleggerirel’affluenza a ciascunappuntamento erendere così piùfruibile la proposta, siè aggiunta «in corsa»quella organizzata aRenazzo, per ilvicariato di Cento, neiluoghi più colpiti dalsisma. Una decisionepresa sia per favorireuna partecipazionecapillare delleparrocchie coinvoltenei disagi delterremoto, sia comesegno di vicinanza daparte della diocesi. InSeminario leparrocchie sonoinvitate nei giornigiovedì e venerdì 21 e22 giugno: la primadata è per le comunitàche concludonol’Estate Ragazzi il 22giugno; la seconda perchi la termina dopo. Ilprogramma prevedel’accoglienza a partire dalle 8.30 e alle 10 l’arrivo dell’Arcivescovo perla preghiera e un momento di riflessione. Alle 11 le sfide nel parco e,dopo il pranzo, il grande gioco con premiazioni finali alle 15.30. Perla zona di Cento l’appuntamento è invece mercoledì 20 a Renazzo, alParco dei Gorghi, per una giornata di gioco e animazione. «FestaInsieme è sempre un’occasione importante per bambini e adolescenti»commenta don Sebastiano Tori, incaricato diocesano per la Pastoralegiovanile «Per tante ragioni: l’incontro con l’Arcivescovo, con tanticoetanei, con un popolo di persone che sta camminando nellamedesima direzione. E’ capace di educare ed incidere più di tanteparole, perché è un fatto, che si pone con la forza e l’evidenza diqualcosa che c’è». L’esperienza delle terre colpite dal terremoto,prosegue il sacerdote, ha testimoniato quest’anno anche un altroaspetto importante: «Estate Ragazzi è qualcosa cui nessuno vorrebberinunciare. E’ sentito come una parte importantissima della vitapastorale delle parrocchie e dell’evangelizzazione dei giovani. Quindianche nelle terre più segnate e provate dal sisma le comunità cristianehanno fatto di tutto per fare comunque attività, arrangiandosi allameglio. Estate Ragazzi è per i bambini un segno bello di vita esperanza». Festa Insieme è anche sempre un evento molto partecipato dalleparrocchie della diocesi. Lo scorso anno vi hanno preso parte circa 5mila persone, di cui 1200 animatori e 3800 bambini, provenienti daoltre 60 parrocchie. Nella prima data erano presenti 1800 partecipantidi una trentina di parrocchie, e nella seconda 3200 di 34. L’affluenzaattesa quest’anno nella nuova «location» di Renazzo è di circa 1500partecipanti, provenienti dal vicariato di Cento e zone limitrofe.

Michela Conficconi

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San Martino, condivisione a quattro

Quest’anno ai due appuntamenti in Seminario,giovedì e venerdì, se ne aggiungerà un altromercoledì a Renazzo per il vicariato di Cento,sempre con la presenza del cardinale

2 BOLOGNASETTE

Domenica17 giugno 2012primo piano

Cercasi tensostruttureutti possono contribuire perchél’Estate Ragazzi nelle zone col-

pite dal terremoto possa partire. So-prattutto attraverso la donazione difondi. Molte, infatti, le necessità del-le parrocchie che, a causa del sisma,non possono più contare sulle ope-re pastorali ed hanno dunque biso-gno di acquistare urgentemente ten-sostrutture. Chi vuole può versarequote sul conto corrente postale nu-mero 838409, intestato alla Caritas,o fare un bonifico bancario alla Ban-ca popolare dell’Emilia Romagna (Ar-cidiocesi di Bologna, IbanIT27Y0538702400000000000555). Lacausale è la medesima: «Terremotoin Emilia - Romagna, per attività e-ducative». La sottoscrizione è ap-poggiata dall’Azione cattolica, cheha dedicato ad essa l’iniziativa«Dammi 5», ispirata al gesto del «da-

re un cinque», e che prevede il ver-samento di 5 euro. Il servizio dioce-sano di Pastorale giovanile precisache, al momento, non servono ali-mentari o vestiario, e che il consi-glio è proprio quello della donazio-ne in denaro. Si cercano invece ani-matori o gruppi di animatori indi-pendenti che possano aiutare le co-munità che intendono prolungarel’Estate ragazzi per più settimane ri-spetto a quelle originariamente pre-viste. La disponibilità può essere da-ta con una mail a [email protected], indicando no-me, cellulare e mail di un referente;numero di educatori e animatori di-sponibili; età degli adulti e dei ra-gazzi; periodo di disponibilità. Inwww.bologna.chiesacattolica.it/gio-vani è stata allestita una sezione«Terremoto» con gli aggiornamentisu tutte le necessità collegate alleattività educative.

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Zone terremotate, si rilancianel nome di Sherlock Holmes

utte le parrocchie, anche se gravementecolpite dal sisma, metteranno in campo

Estate Ragazzi, come avevano previsto. Nonsolo perché si desidera tornare quanto primaalla normalità, ma soprattutto perché le at-tività estive sono una straordinaria occasio-ne d’incontro ed educazionedei giovani che le comunitàcristiane non possono e nonvogliono lasciarsi sfuggire.Certe, anzi, che sia ora più chemai necessario essere vicinoa ragazzi, adolescenti e lorofamiglie, così duramente pro-vate dal terremoto, per por-tare l’annuncio cristiano. Per-ciò non solo hanno conserva-to le date e i luoghi di attivitàprevisti, come anche il tema(che quest’anno è SherlockHolmes), ma c’è anche chi ha«rilanciato» prolungando ilperiodo o rendendo ancorapiù capillare la presenza. Nesono esempio Cento e Creval-core, che hanno avviato Esta-te Ragazzi già da due setti-mane, immediatamente dopo la chiusura an-ticipata delle scuole. Crevalcore poi, che avevaprevisto di concludere a fine giugno, conti-nuerà anche per tutto il mese di luglio. Un no-tevole aggravio d’impegno, per il quale la co-munità ha chiesto aiuto alla Pastorale giova-nile per reperire e coordinare l’invio di ani-

matori o gruppi di animatori indipendenti.Ciò che le parrocchie hanno dovuto rivedere,dopo il sisma, sono stati i luoghi nei qualisvolgere le attività. Invariate, per lo più, leaggregazioni, le stesse degli anni scorsi. Que-ste, nel particolare, le modalità organizzati-ve. La città di Cento si ritrova a Penzale, do-ve le attività sono partite nelle tendopoli dainizio giugno anche se l’Estate Ragazzi vera e

propria è attiva da lunedìscorso. Crevalcore ha fatto a-nimazione nella tendopoli dainizio giugno fino a venerdì;da lunedì 25 giugno e fino al27 luglio proseguirà invececon l’Estate Ragazzi in 3 pun-ti della città. Pieve di Cento eCastello d’Argile hanno in ca-lendario 3 settimane a giu-gno: ognuno farà riferimentoai propri spazi anche se ci sa-ranno diverse attività comu-ni. L’Estate Ragazzi che si tie-ne a Sant’Agostino raccogliele parrocchie di Sant’Agosti-no, San Carlo, Chiesa Nuova eBuonacompra: 2 settimane digiugno e, a seguire, i campiscuola. Poggio Renatico faràla sua Estate Ragazzi ad ago-

sto (come sempre), mentre a Malalbergo si u-niranno le due parrocchie di Malalbergo eGallo Ferrarere per 3 settimane a giugno, e aSan Venanzio, sotto un capannone, per tuttoil mese di giungo le parrocchie di San Ve-nanzio e dei Santi Vincenzo e Anastasio diGalliera. (M.C.)

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na marea di cappellini colorati hanno invaso i prati intornoalla chiesa di Penzale per le tre settimane di Estate ragazzidella città di Cento. E sotto i cappellini quasi 400 bambini e

150 animatori raccolti insieme dalle tre comunità di San Biagio, SanPietro e Penzale, dopo i danni subiti dalle strutture parrocchiali acausa del terremoto. A capitanare l’allegra avventura don GiulioGallerani, responsabile della pastorale giovanile di Cento. «Questaper noi è un’esperienza veramente nuova» racconta don Gallerani «eall’inizio abbiamo faticato non poco a riorganizzarci per l’inagibilitàdelle strutture, ma tutti gli animatori hanno capito e si sonoadoperati con spirito di servizio. Siamo molto felici, perché per noi èla risposta più bella da offrire per lenire la sofferenza del terremoto,la risposta nella gioia di amare e di stare insieme. Stare coi bambini ecoi ragazzi ti dà la forza di ricominciare e di essere nella gioia, perchéloro questa carica ce l’hanno dentro». Per contenere il gran numerodi ragazzi oltre ai grandi spazi verdi della parrocchia di Penzale,Estate ragazzi ha occupato anche un’attigua piazza pubblicaappositamente attrezzata. « Sì, siamo molto "fitti"» spiega ancoradon Giulio «ma è bello unire le ricchezze di ogni parrocchia, chemesse insieme risultano moltiplicate, più che sommate. Il messaggioche voglio lanciare a questi ragazzi è che nella gioia dell’altro trovi latua gioia: così ci insegna Gesù». Un’unica Estate ragazzi dunque, ma

con una seconda base al campo degli sfollati presso il Palazzettodello sport del paese. Qui sono assicurati nella tendopoli 600 postiletto e la distribuzione dei pasti. Un gruppo di educatori anima ipiccoli ospiti del campo per donare un po’ di serenità nella difficilesituazione psicologica e fisica degli sfollati. Un’esperienza arricchentee ricercata dagli stessi educatori più grandi, che con grande passionepropongono giochi e momenti comuni di condivisione. Già si pensae si prepara l’incontro con il Cardinale di mercoledì prossimo aRenazzo, dove in mattinata l’Arcivescovo incontrerà tutte le EstateRagazzi di queste zone colpite dal sisma. E all’evento arriveranno inbicicletta - in pullman i più piccoli - anche i 300 iscritti all’Estateragazzi della vicina Pieve di Cento. Qui la base dell’esperienza estivaè il parco Venturi, messo a disposizione dal Comune e allestitoanche grazie all’aiuto della Pro Loco. «Per precauzione abbiamopreferito svolgere le nostre attività completamente all’aperto sottoalcuni gazebo - dice don Paolo Giordani, responsabile dell’Estateragazzi di Pieve -. Ci sembrava importante offrire questo servizio allefamiglie, ai più piccoli, al paese, perché è un tocco di normalità e dicarica». Quest’anno tra l’altro l’esperienza estiva della parrocchia diPieve è stata rafforzata offrendo anche la possibilità del pasto e oraridi apertura più lunghi.

Luca Tentori

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are ciò che la parrocchia hasempre proposto, in quantobuono e giusto, pur nella

situazione di anormalità nellaquale il paese di trova. E’ questa laparola d’ordine della comunità diRenazzo, che è partita lunedì conl’edizione 2012 dell’Estate Ragazzi.Nonostante le tende ancoramontante nei giardini e la paura diulteriori scosse che, tenace,continua ad aleggiare tra lefamiglie. Sono 140 i ragazziniiscritti, provenienti da Renazzo eCorpo Reno, due comunità che datempo viaggiano insieme nelleattività estive. Rispetto allo scorsoanno mancano all’appello i piccolidalle parrocchie di Palata Pepoli eDodici Morelli, che si sonoorganizzate diversamente. «L’unicacosa che abbiamo modificato è lalogistica» spiega il parroco don Ivo

Cevenini «Il punto di riferimento èil ricreatorio di Renazzo, che non èstato danneggiato dal sisma ed haun’ampia area verde esterna su cuicontare. Ma stiamo soprattuttoall’esterno, sotto il tendone allestitoper la celebrazione della Messa.All’interno dell’edificio non cisarebbe alcun pericolo, ma lefamiglie sono più tranquille sesanno che i bambini sono nelgiardino. Così andiamo nelricreatorio solo per alcune attività,ma per il resto, compreso il pranzo,utilizziamo il tendone». Strutturada conciliare, tuttavia, con leesigenze liturgiche. Come accadutoproprio qualche giorno fa, quandoper la celebrazione di un funerale lasquadra dell’Estate Ragazzi hadovuto fare un fuori programma diqualche ora nel vicino parco. A Renazzo l’Estate Ragazzi, come

previsto, si protrarrà per tresettimane, e dunque fino al 29giugno, con le proposte dilaboratori, recite, spettacoli e uscite.Compresa quella per la FestaInsieme straordinaria voluta dalCardinale sui luoghi del terremoto.A rendere possibile l’attività unpiccolo «esercito» di una sessantinadi animatori, dalla prima allaquarta superiore, coordinati da treadulti che, generosamente, hannodato la loro disponibilità. Numeridi rilievo, dunque, che sono dipoco inferiori a quelli dello scorsoanno, soprattutto per la scelta dialcune famiglie di trasferirsitemporaneamente altrove, in attesache finisca lo sciame sismico.«Vogliamo tornare alla normalità ilprima possibile» afferma EugenioCurati, Lettore e coordinatore del-l’Estate Ragazzi «Per noi è molto

importante sentire la vicinanza del-la diocesi. Nei giorni scorsi abbia-mo contattato l’Arcivescovo per rife-rirgli di una questione, e lui ci ha ri-sposto immediatamente. Un’atten-zione che ci ha confortato molto,perché abbiamo sentito la Chiesa diBologna presente nel nostro lavo-ro». (M.C.)

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Estate ragazzi, c’è Festa Insieme

Cento e Pieve di Cento, in piena attività fra tende e gazebo

anti Vitale e Agricola, Santi Bartolomeo eGaetano, Santa Caterina di Strada Maggio-re e San Martino: sono le quattro parroc-

chie di centro città che stanno portando avantiinsieme Estate Ragazzi. Per due settimane (lascorsa e la prossima) l’appuntamento per tuttii bambini è negli spazi della Basilica di San Mar-tino, in via Oberdan 25, come da ormai tre an-ni. Circa 60 ragazzini, seguiti da una ventina dianimatori delle scuole superiori, nel cuore diBologna sono chiamati a vivere un’esperienzaintensa di condivisione, fatta degli ingredientiche da sempre caratterizzano l’Estate Ragazzi: lapreghiera, la scenetta con la presentazione deltema della giornata, i bans, il gioco, le uscite e ilaboratori. Alcuni di questi ultimi fortementecaratterizzati dalla fantasia ed esperienza deglianimatori: come l’idea di costruire animali condiversi materiali di riciclo. «E’ da anni che stia-

mo lavorando per realizzare le attività estive coigiovani all’interno di un percorso che guardi ol-tre le singole parrocchie» spiega Fabrizio Chen-di, coordinatore dell’iniziativa «Soprattutto perle realtà del centro ciò è particolarmente im-portante. Da alcuni anni è nata questa realtà a"4" che, dopo varie peregrinazioni, ha trovatoun luogo adeguato di realizzazione nella par-rocchia di San Martino. Oltre agli ambienti in-terni dell’edificio, c’è infatti un bellissimo chio-stro che si presta molto per le attività coi ragaz-zi, anche in caso di pioggia». Il terremoto, for-tunatamente, non ha inferto ferite particolari al-la struttura, che è dunque interamente agibile.«L’unico "segno" che ci ha lasciato il sisma» con-tinua Chendi «è il piano di evacuazione che ab-biamo provato con tutti i bimbi; per essere pron-ti a qualunque emergenza». Sul piano educati-vo, conclude il coordinatore, la città risente mol-

to della difficoltàdi allacciare rela-zioni, spesso an-che tra persone cheabitano vicine.«Vediamo chemolti ragazzi all’i-nizio fanno faticaad accettare il gio-co insieme» dice«Sono abituati alcellulare, al computer, ed è faticoso pensarsi inuna squadra. Per noi è prioritario educare alladimensione di comunità; per questo è impor-tante che ciascuno riesca ad allacciare un rap-porto di fiducia con educatori e animatori e la-sciarsi guidare, per sperimentare quanto sia piùbello, anche se faticoso, condividere il propriotempo con gli altri». (M.C.)

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Estate ragazzi a San Martino

Estate ragazzi a Renazzo

Animatori e personale del campo sfollati di Cento

Estate ragazzi a Pieve di Cento

Estate ragazzi a Cento

Festa Insieme 2011

Renazzo.Grande voglia di normalità

Don Mirio a Chiesa Nuovao accolto questa nomina con gioia, ancheperché un anno come amministratore

parrocchiale mi aveva preparato a un evento chesentivo probabile: si tratta in sostanza del coronamentodi questo anno molto bello e positivo. E ho accettatononostante fossi consapevole della mia sproporzionerispetto al grande compito che mi viene affidato, perchéso di poter contare su dei validicollaboratori: non sono solo». DonAndrea Mirio, 40 anni, commenta così ilfatto di essere stato nominato parroco aSan Silverio di Chiesa Nuova. «Sonooriginario della parrocchia di SanGiacomo Fuori Le Mura» racconta donMirio «e lì mi sono formato e mi sonoimpegnato come educatore,frequentando anche l’Azione cattolica,specialmente i campi estivi. In questomodo ho conosciuto dei preti, "in primis"il mio parroco don Lorenzo Lorenzoni,che mi hanno presentato la vita sacerdotale come bella,significativa e adatta a me, e così è nata la miavocazione. Sono entrato in Seminario a 28 anni, dopoaver lavorato alcuni anni in un’agenzia di viaggi (sonoperito turistico); evidentemente, avevo maturato l’ideadi fare nuovi e diversi viaggi!».«Sono diventato sacerdote nel 2007» prosegue «e poi so-

no stato cappellano per 3 anni alla Beata Vergine Im-macolata, dove già avevo svolto attività pastorale comediacono. Sono stati anni molto formativi, quella comu-nità ha "dato l’impronta" al mio presbiterato, grazie an-che al bel rapporto col parroco don Pietro GiuseppeScotti». Poi don Mirio è approdato a Chiesa Nuova: unanno come cappellano («trascorso nella cura della Pa-storale giovanile, sotto la guida di don Adriano Pinar-di»), quindi un altro anno come amministratore parroc-

chiale e ora la nomina a parroco. «Quella diChiesa Nuova è una parrocchia molto attiva»sottolinea «con un laicato molto valido che o-pera nel segno della corresponsabilità. Un lai-cato che ama la Chiesa e desidera costruire untessuto cristiano sul territorio». «Il mio primoproposito» prosegue « è approfondire il sensodi appartenenza e di comunità, la consapevo-lezza della parrocchia come "casa comune".Le tante belle realtà che esistono in parroc-chia, infatti (dai gruppi famiglia ai giovani,dal sostegno agli anziani alla validissima ope-ra della Caritas) rischiano la frammentazione,

se non approfondiamo la consapevolezza che il puntodi coesione è l’Eucaristia domenicale, punto di partenzae di arrivo di ogni azione, origine della nostra identità».«Anche i numerosi ministeri laicali che la comunità hafortunatamente espresso nel tempo» conclude don Mi-rio «devono concorrere ad edificare la comunità, pre-senza del Signore nel territorio». (C.U.)

BOLOGNA 3SETTE

Domenica17 giugno 2012 vita ecclesiale

Nella Messa a Santa Maria del Suffragioil cardinale ha espresso la gratitudine dellanostra Chiesa per i 100 anni di presenzain diocesi dei sacerdoti del Sacro Cuore

vita della Grazia ed esprimere anchequesta vita dell’amore di Dio in segniconcreti di carità».«Quest’anno poi – prosegue ancoramonsignor Antonio Allori – lapartecipazione a questa Giornata è unsegno anche di comunione allasollecitudine che il Papa ha espressoverso le famiglie e le comunità che sonostate segnate dal terremoto. Tra le primeofferte giunte alle Caritas diocesane dellezone colpite, c’è stata proprio, findall’inizio, un’offerta devoluta dal Papa afavore delle famiglie. E anche quello chegli è stato donato nel contestodell’Incontro mondiale delle famiglie, luilo ha devoluto, diviso equamente, alleChiese segnate dal terremoto, compresala diocesi di Bologna».

Chiara Unguendoli

ell’imminenza della festa dei SantiPietro e Paolo (che si celebra il 29giugno), domenica 24 si celebra in

tutte le diocesi d’Italia la «Giornata per lacarità del Papa».In tutte le chiese in cui si celebral’Eucaristia saranno raccolte offerte che ilSanto Padre destinerà liberamente allesue opere di carità.«Questa giornata è ormai tradizionalenella Chiesa – spiega monsignorAntonio Allori, vicario episcopale per laCarità – e vuole esprimere un segno dicomunione con il Papa, che ha propriocome primo compito quello dipresiedere alla carità della Chiesa,insieme al compito di confermare ifratelli nella fede. Quindi è un segno perriconoscere la sua missione nella Chiesa,che è la missione stessa di Cristo: dare la

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Don Mattarelli alla Beveraraon Gianfranco Maurizio Mattarelli, 56 anni,è stato nominato parroco a San Bartolo-

meo della Beverara. Riguardo a tale nomina eai suoi sentimenti, dice che «sono a serviziodella Chiesa di Bologna e quindi sempre a di-sposizione dei bisogni della diocesi. Per 20 anniho camminato con le parrocchie di Selva Mal-vezzi e San Martino in Argine, che mi hanno a-mato e che ho amato con tutto il cuore; ora ilVescovo mi chiede di andare a San Bartolomeodella Beverara; la vocazione continua… In que-sti giorni un groviglio di sentimenti agitano mee le mie due comunità: cerchiamo di tenerequelli buoni per far sì che questo distacco sia,come dice il Vangelo, una potatura per portarepiù frutto!». Sulla sua storia, don Maurizio rac-conta: «la mia vocazione è na-ta e cresciuta in particolarenella parrocchia di Medicina enel gruppo giovani del vica-riato di Budrio, animato, a co-minciare dagli anni ’70, dadon Tonino Pullega, appassio-nato educatore soprattutto al-la vita ecclesiale. Ordinato nel1983, sono stato cappellanopresso la parrocchia dei SantiAngeli Custodi a Bologna finoal 1992, e poi parroco di Selva Malvezzi e SanMartino in Argine fino ad oggi. Agli Angeli Cu-stodi ho imparato la fedeltà concreta e umiledella quotidianità, e in questi anni di parrocola leggerezza della mano con cui condurre ilgregge di Dio». «Della parrocchia della Bevera-ra» prosegue «non so nulla; conosco solo il par-roco don Nildo al quale mi lega una lunga e af-fettuosa amicizia. Spero di poter continuare lasua opera di edificazione della Chiesa di Dio se-condo lo spirito del Concilio Vaticano II». «Aimiei futuri parrocchiani» conclude don Matta-relli «chiedo che mi accolgano prima di tuttocome fratello, bisognoso di conversione. Chiedodi potermi immergere nel flusso vitale di quellacomunità: i parroci cambiano, le parrocchie ri-mangono! Vado come prete: chiedo di essereaiutato a ravvivare il dono che mi è stato fatto,per la mia e loro gioia!». (C.U.)

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Caffarra: «La fede dona la vita eterna»e vostre comunità sono piccole comunità. Ma non sonopiccole se le guardiamo alla luce della parola di Dio ap-

pena ascoltata. Anche nelle vostre comunità, cari amici, av-viene, mediante il sacerdote, ciò che è narrato nella paginaevangelica. È la presenza di Cristo che dona Se stesso sullacroce, che si realizza fra di voi. Che la comunità cristiana incui è presente realmente il Signore risorto, sia piccola o gran-de, sia numerosa o non, alla fine che cosa conta? Là dove èpresente Gesù, è presente il centro del mondo e della sto-ria. Ma voi capite, cari fratelli e sorelle che per comprende-re questo; per ritenere vero ciò che vi ho appena detto, ènecessaria la fede. É la fede che ci introduce alle realtà piùgrandi, più belle, più preziose. Come voi già sapete, nel pros-simo quattordici ottobre inizieremo solennemente l’Annodella Fede: l’anno dedicato in modo speciale a nutrire la no-stra fede, ad istruirla attraverso la catechesi. Ed è anche l’an-no datoci dal Signore per riaccogliere la fede, se l’abbiamoabbandonata. Non sprecate questa occasione. Chi è cre-dente, non è mai solo; la fede ci apre la porta al possessodei beni più preziosi. Anzi al bene sommo: la vita eterna.Poiché come ha detto Gesù: «chi crede ha la vita eterna» [Gv6, 47].

Dall’omelia del cardinale a Zappolino

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DI CARLO CAFFARRA *

a solennità del Sacro Cuore di Gesù ci porta a con-siderare, a contemplare la sorgente più profonda dacui sgorga, da cui procede tutta l’opera della sal-

vezza. È questa una solennità che ci chiede di guardarealla storia della nostra salvezza con uno sguardo che ri-conduce ogni singolo momento ad un solo punto. Lasolennità , in fondo, ci dice: «come in un cerchio tutti iraggi convergono verso il centro, così tutte le singole ar-ticolazioni della proposta cristiana - Incarnazione delVerbo, morte e risurrezione di Gesù, Chiesa ed Eucare-stia - convergono verso un solo nucleo incandescente epartono da esso». Questo nucleo, questo centro, questasorgente è l’Amore con cui Dio ci ama, e che si rivela pie-namente nel cuore aperto di Cristo. L’Apostolo nella se-conda lettura ci augura che siamo «in grado di com-prendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lun-ghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore diCristo che sorpassa ogni conoscenza». San TommasoD’Aquino commenta questo testo nel modo seguente:«Tutto ciò che si trova nelmistero della redenzioneumana e dell’incarnazio-ne di Cristo è opera dellacarità: dalla carità proce-dette che egli si sia incar-nato - … -; dalla carità chesia morto - … -. E pertan-to sapere la carità di Cri-sto, è sapere tutti i miste-ri dell’incarnazione di Cri-sto e della redenzione no-stra, i quali provennerodall’immensa carità diDio, che certamente ecce-de ogni intelligenza crea-ta e la scienza di tutte le al-tre cose» [in Eph. III, lec-tio V; 178]. Chi ha cono-sciuto l’amore di Dio inCristo, ha conosciuto tut-to. L’immane tragedia delterremoto ha fatto sorge-re nel nostro cuore unadomanda drammatica ed urgente, che più o meno e-splicitamente ogni persona umana si porta dentro: machi è l’uomo veramente? È un piccolo frammento di uninsieme governato da leggi impersonali e sconosciute, chepossono travolgerlo in qualsiasi momento come una fo-glia secca, oppure ogni uomo, ciascuno di noi è stato vo-luto ed è conservato in vita da un Amore eterno ed in-condizionato? Quale è la realtà ultima: il caso, la neces-sità o una sapienza infinita piena d’Amore? Il colpo dilancia con cui il soldato romano ha aperto il costato diCristo, ci consente di guardare dentro «al cuore di Dio,e trovare la risposta alle nostre domande. Non siamo af-fidati al caso, non siamo come foglie secche che le for-ze della natura possono spazzare via. Siamo affidati adun Amore eterno che ci ha voluti per renderci partecipidella sua stessa vita. La Realtà ultima non è impersona-le. Dio, che è Amore, è il Padre, il Figlio e lo Spirito San-

to» [D. Barsotti, «Cento pensieri sull’amore», LEF, Firen-ze 1988, 7]. Nella misura limitata di ciascuno viene tra-vasata, effusa la misura infinita dell’Amore di Dio in Cri-sto. Il costato aperto del Crocifisso ci rivela la vera natu-ra di Dio, di che cosa è «fatta». Ascoltiamo il profeta: «ilmio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo fre-me di compassione. Non darò sfogo all’ardore della miaira … perché sono Dio e non uomo». Cioè: Dio è «fat-to» in modo tale da non poter dare sfogo all’ardore del-la sua ira. Così è fatto l’uomo, ma Dio non può dare sfo-go alla sua ira, perché «il suo cuore si commuove den-tro di Lui ed il suo intimo freme di compassione». Pos-siamo dunque e dobbiamo fare nostre le parole del Sal-mo, rispondendo alla rivelazione dell’Amore con que-ste parole: «Ecco, Dio è la mia salvezza; io confiderò,non avrò mai timore, perché mia forza e mio canto è ilSignore; egli è stato la mia salvezza». L’Apostolo nella se-conda lettura parla anche delle dimensioni dell’amoredi Dio rivelato in Cristo. La prima dimensione è la lar-ghezza: il Cuore è aperto, tutti sono chiamati ad entrar-vi, nessuno escluso. La seconda dimensione è la lun-

ghezza: il Cuore resta a-perto per sempre, e nel cor-po del Signore risorto es-so può essere toccato daTommaso, poiché eternaè la sua misericordia. Laterza dimensione è l’altez-za: Cristo nella sua caritàvuole elevarci alla sua stes-sa dignità di Figlio, ci ren-de partecipi della sua stes-sa natura divina. La quar-ta dimensione è la profon-dità: è un amore - quellodi Dio in Cristo - di cuinon comprenderemo maile profondità, e si esprimein opere che superano lamisura della nostra ragio-ne. La solennità del SacroCuore è quest’anno parti-colarmente splendente perla Chiesa di Dio in Bolo-gna. Ringraziamo il Padre

di ogni grazia per il centenario della presenza fra noi deiSacerdoti del Sacro Cuore. Quanta gratitudine vi deve lanostra Chiesa! È ben noto a tutti il vostro servizio ad es-sa, donato con grande generosità: nelle parrocchie, nel-la carità, nella cultura. Non possiamo non manifestarela nostra gratitudine in primo luogo con la preghiera. IlSignore vi doni di essere sempre più fedeli al vostro ca-risma fondazionale. Il Signore vi doni di testimoniare franoi la carità del Cuore di Cristo nella sua quadruplicedimensione. Sia una carità che nella sua larghezza ab-braccia tutti, soprattutto i più poveri. Sia una carità chenella sua perseverante lunghezza non si stanchi mai. Siauna carità che sappia elevare ogni persona ferita ed u-miliata alla sua sublime dignità. Sia una carità che sap-pia giungere fino alle profondità della persona, che sap-pia umiliarsi nel servizio.

* Arcivescovo di Bologna

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Don Guerrini a San Severinoapevo che la condizione di cappellano è disolito transitoria, e quindi mi aspettavo di

essere nominato prima o poi parroco. Ma mi hastupito piacevolmente il fatto di essere subitonominato alla guida di una parrocchia così grande.Mi è sembrato un bel gesto di fiduciadell’Arcivescovo verso un prete giovane; e glienesono grato, anche se sono consapevole delladifficoltà del compito». Così don Raffaele Guerrini,41 anni, spiega i suoi sentimenti per la nomina aparroco di San Severino. «Sono nato a Imola, macresciuto a Bologna, nella parrocchia dei SantiFilippo e Giacomo» racconta don Guerrini. «La miavocazione è nata un po’ avanti negli anni, quandoero già laureato in Giurisprudenza e dopo aver svoltodiversi lavori. È stato in quel periodo, nel qualeniente mi affascinava pienamente, che alcune bellefigure di sacerdoti mi hanno aperto alla bellezzadella vita col Signore e nella Chiesa: lentamente misono "innamorato" di Gesù e della sua Chiesa, e da lìè nata la decisione di entrare in Seminario». Ancoradurante gli studi seminariali, don Guerrini prestaservizio pastorale a Castel San Pietro Terme:«un’esperienza bellissima e importante» commenta;poi come diacono «lavora» prima a Molinella e poi aMedicina e infine, dopo l’ordinazione diventacappellano a Zola Predosa, dove è rimasto cinqueanni. «Tutte esperienze molto belle» afferma «esoprattutto che mi hanno fatto molto maturare:

quello che sono oggi è il prodottodel rapporto, sempre positivo ecostruttivo, anche seimpegnativo, con le comunitànelle quali sono stato». Questepositive esperienze sono ilmotivo per il quale don Raffaeledice di non essere preoccupatoper il suo nuovo compito. «Nonconosco la realtà di San Severino,ma sono sereno e curioso»

afferma «So che il Signore mi aiuterà, e mi affido alui». «Ai miei prossimi parrocchiani chiedosoprattutto di essere pazienti» conclude «e dicominciare a camminare insieme, seguendo ilVangelo. Perché tutti, parroco e parrocchiani, siamodiscepoli del Signore».

Chiara Unguendoli

l 9 e 10 giugno scorsi, le parrocchie diZappolino, Fagnano, Ponzano, e Tiola hannoincontrato il Cardinale Arcivescovo per la visita

pastorale. Appena giunto a Zappolino il Cardinaleha contemplato il panorama delle colline che siinnalzano lungo la prima parte della Valle solcatadal fiume Samoggia con il verde della campagnarigogliosa. Il programma prevedeva in primoluogo la visita ad alcune famiglie con personemalate, che lo hanno accolto attorniate dai lorofamiliari. Nel pomeriggio l’incontro con i bambinidel catechismo che non erano già partiti per leferie estive: il Cardinale li ha invitati a cercare diconoscere sempre meglio Gesù; poi ha incontrato iloro genitori, esortandoli a considerare il grandevalore educativo che ha la famiglia nel crescere ipropri figli. Dopo questi incontri, l’Arcivescovo si è recatonella parrocchia di Ponzano per una liturgia dellaParola guidati dalle letture della Messa di SanLuigi Gonzaga, che non è il patrono, ma che il

compianto don Alfredo Solferini aveva istituitocome festa dei giovani. Infine la giornata si èconclusa con la visita alla chiesa di Maiola,parrocchia soppressa. Il momento centrale della domenica 10 giugno, èstato la Messa interparrocchiale nella quale cisiamo uniti a tutte le Chiese italiane nella collettaper la popolazioni che hanno subito il terremoto;è è seguita l’assemblea con le riflessioni eindicazioni del Cardinale per la vita cristiana nelleparrocchie. Nel pomeriggio la visita alla antica parrocchia diSanta Maria Assunta di Fagnano per un momentodi preghiera alla Madonna e poi l’Arcivescovo si èdiretto verso la parrocchia di San MicheleArcangelo di Tiola. Il Cardinale in questi giorni hatoccato con mano come questa parte della diocesiè ricca di storia, e di fede e tradizioni da custodiree tramandare alle future generazioni.

Don Fabio Vignoli, parroco a Zappolino, Fagnano, Ponzano e Tiola

IIl cardinale a Zappolino, Ponzano, Fagnano e Tiola

OGGIConclude la visita pastorale a SanLorenzo in Collina, Monte San Pietro eMontemaggiore.

DOMANIAlle 15.30 a Roma al Convegnodell’Ufficio di Pastorale sanitaria della Ceitiene una conferenza su:«L’evangelizzazione sorgentedell’autentica innovazione».

MERCOLEDÌ 20Alle 9.30 a Renazzo «Festa insieme» diEstate ragazzi.

GIOVEDÌ 21 Alle 10 in Seminario «Festa insieme» di

Estate Ragazzi.

VENERDÌ 22Alle 10 in Seminario «Festa insieme» diEstate Ragazzi.Alle 19 a Sant’Antonio di Savenabenedice la prima pietra delle opereparrocchiali.

SABATO 23Alle 16.30 nel monastero delle AncelleAdoratrici (via Murri 70) Messa eprofessione solenne di una Ancella.

DOMENICA 24Alle 11 a San Giovanni in Persiceto Messaper la festa della natività di S. GiovanniBattista e istituzione di un Accolito

nuovi parroci/1 nuovi parroci/2

nuovi parroci/3

Un momento della Visita pastorale

Don Guerrini

Don Mattarelli

Don Mirio

24 giugno.La carità del Papa

Le dimensionidell’amore

aranno ben 37, le chiese cherimarranno aperte eaccessibili nella serata di

sabato 23. Quelle elencate qui diseguito saranno accessibili dalle20 alle 23, con visite guidate emomenti musicali: SantiBartolomeo e Gaetano (visiteguidate alle 19.30 e 20.45; alle23 concerto di chiusura del coroparrocchiale «Perfetta letizia» diSant’Agata Bolognese eQuartetto d’archi «Astrolabio»);Santa Maria della Vita, Santuarioe Oratorio (visite alle 20.30 e21.45); Santi Gregorio e Siro(alle 21.15 e 22.30 concerto delcoro «Tomas Luis De Victoria»);Santissimo Salvatore (visite alle20 e 21; alle 22 concerto dellaCorale polifonica «Jacopo daBologna»); Santi Vitale eAgricola (alle 20.30 e alle 22concerto di Roberta Marzoli eSilvia D’Annunzio, violino eMattia Guerra,, clavicembalo;alle 21 e 22.30 visite); SanSigismondo (alle 20 e alle 22visite; alle 21 concerto del coro«Levis ventus» della Chiesauniversitaria); San Michele de’Leprosetti (alle 21 e alle 22visite; alle 21.30 e 22.30concerto di Matteo De Angelis,tromba); Cappella di SantaMaria dei Bulgari (alle 21 e alle22 visite); San GiacomoMaggiore (alle 21 e alle 22visite); Oratorio di Santa Cecilia(alle 21 e alle 22 visite; alle21.30 nel chiostro concerto deltrio finlandese «Ideale»);Oratorio di Santa Maria deiGuarini (alle 20.30, 21.30 e22.30 visite, alle 21.15 e 22.15concerto di Leonardo Cesini,violino); Oratorio del BeatoLudovico Morbioli (alle 21 e alle22 visite); San Nicolò degliAlbari (dalle 20 alle 23Adorazione eucaristica). Le

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chiese elencate di seguitosaranno aperte sempre dalle 20alle 23 e alle 21 e alle 22 ci saràuna presentazione storico-artistica e catechistica: BeataVergine del Soccorso: Madonnadella Pioggia; San Benedetto;Santa Caterina di via Saragozza;Santa Caterina di StradaMaggiore; San Domenico; SanGiovanni Battista dei Celestini;San Giovanni in Monte; SanGiuliano; Santi Filippo eGiacomo; Sant’Isaia; SantaMaria dei Servi; Santa Mariadella Carità; Santa Maria dellaPietà; Santa Maria di Galliera;Santa Maria e San Domenicodella Mascarella; San Martino;San Paolo Maggiore; SantoStefano; Santissima Trinità;Santuario del Corpus Domini;Santuario del SantissimoCrocifisso; Santa Maria dellaVisitazione. Le offerte raccoltedurante le visite sarannodevolute per la ricostruzionedelle chiese danneggiate dalterremoto.

i terrà sabato 23 a Ferrara, all’Hotel SanGirolamo dei Gesuati, la Conferenzaorganizzativa Nord Italia

dell’Associazione medici cattolici italiani(Amci); saranno presenti il presidentenazionale Enzo Saraceni, il segretarionazionale Franco Balzaretti e i presidentiregionali di Piemonte, Lombardia, Veneto,Friuli Venezia Giulia, Liguria ed EmiliaRomagna. In contemporanea, si terràl’incontro degli Assistenti ecclesiasticisezionali e regionali, coordinatore padreGiorgio Maria Carbone o.p., Assistenteregionale Emilia Romagna.Il giorno prima, venerdì 22 nella Salaconferenze dello stesso hotel si terrà ilconvegno «Il dolore e la sofferenza: losguardo di cura». In apertura, preghiera esaluto di monsignor Paolo Rabitti,arcivescovo di Ferrara. Alle 16 saluti delle

autorità e alle 16.30 di monsignor EdoardoMenichelli, assistente ecclesiastico nazionaleAmci. Quindi l’introduzione dellavicepresidente nord Chiara Mantovani; alle17 Ermanno Pavesi, psichiatra, segretarioGenerale Fiamc parlerà di «Homo patiens:statuto antropologico della personasofferente», mentre alle 17,45 monsignorGiampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste epresidente Osservatorio Van Thuan sullaDottrina sociale della Chiesa tratterà il tema«"Christus medicus": la cura della sofferenzacome carità sociale»; alle 18,30 dialogo eriflessioni. «Il dolore e la sofferenza deipazienti» spiega Chiara Mantovani «sono ilmotivo per cui esistono i medici: l’attenzionedeve quindi essere rivolta alla persona chesoffre, prima che alla malattia in sé. Oggipurtroppo gli esseri umani per esserericonosciuti nella propria dignità devono

avere certe caratteristiche: bellezza, efficienza,salute. Noi parliamo invece dello "statutoantropologico" della persona malata, per direche anche e soprattutto nella condizione didebolezza data dalla malattia l’essere umanoha piena dignità. Un’affermazione che untempo sarebbe parsa ovvia e persinosuperflua, ma che oggi invece purtroppo ènecessario ribadire con forza». «Di fronte atutto ciò» prosegue «sta il medico cattolico: alui sta affermare che la scienza non trova unostacolo nella fede, ma anzi la cura rispondeall’esigenza, di fede ma anche prettamenteumana, di aiutare gli altri. Per questo se ilmedico ha davvero uno "sguardo di cura",compie anche un’opera di carità sociale. Lo"sguardo" del medico cristiano, insomma,che è rivolto al bene di tutte le persone e ditutta la persona, "fa bene" a tutta la società».

Chiara Unguendoli

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segue da pagina 1Professor Colozzi c’è una regia occulta dellacrisi? Lo escludo. Esistono invece centri di potereimportanti e in lotta l’uno con l’altro. Fino adoggi non possiamo tuttavia affermare che ci siaun unico gruppo in grado di avere il controllo diquesto processo, perché è la struttura stessadell’economia capitalistica a impedirlo.La democrazia, però, sembra sospesa … La legittimazione di quello che Churchilldefiniva il peggiore dei sistemi politiciteoricamente immaginabili ma il migliore diquelli che abbiamo conosciuto empiricamente, èsempre più difficile. Qualcuno comincia apensare che la posta in gioco sia troppoimportante per subordinarla alla variabile di una

scheda nell’urna. Di più:che in un contesto diglobalizzazione lademocrazia non sia piùun modello affidabile.Con futuri scenariaddirittura contrapposti:da una parte l’ipotesi diandare oltre la democraziarappresentativaprivilegiando quelladeliberativa; dall’altraquella di una nuova

aristocrazia in grado di esercitare un livello dicapacità decisionale che il popolo non è più ingrado di avere. L’Italia è nel mirino degli speculatori ancheper il fatto di essere un Paese cattolico?L’Italia è sotto attacco non perché è cattolica, maperché è il Paese col livello di debito dichiaratopiù alto in assoluto e con un tasso di crescitaassolutamente irrisorio. Ciò detto, è vero che latradizione cattolica che in Italia anima ancora icomportamenti della maggioranza delle persone(anche se spesso in maniera inconsapevole) ecaratterizza il nostro Stato sociale dà fastidio alprogetto di rivalutazione della culturailluministico-massonica che sta avanzandonell’Unione europea. Ma tutto questo nonc’entra con la crisi. Perché l’Italia sembra avere smarrito la stradadella speranza?Perché siamo un Paese per vecchi. Ed è difficilepensare che un vecchio possa sperare nel futuro,avere davanti a sé il tempo sufficiente per dire:«adesso c’è la crisi ma ci riprenderemo». Questoè il tipico atteggiamento dei giovani. Su questabase naturale la cultura ebraico-cristiana erariuscita a creare una consistenza dell’Io cheportava ad avere un atteggiamento estremamenteattivo oltre che positivo nei confronti delle sfideposte dalla realtà. Il problema oggi è che la

percentuale di chi è agnostico o ateo tra giovani,adulti e anziani è esageratamente sbilanciata. Miè capitato tra le mani il testo di una canzone diun rapper italiano che definisce positiva lamancanza di speranza. Stiamo rischiando diavere una generazione di giovani senza speranza. In tempi non sospetti la Chiesa lo aveva inqualche modo intuito…E’ vero. Più di 10 anni fa i Vescovi hanno messoa tema l’emergenza educativa, quando per tuttisembrava l’ultimo dei problemi. E invece era laquestione centrale: il fatto che noi adultistavamo perdendo la capacità di trasmettere ainostri figli e nipoti quella cultura e quella fedeche aveva caratterizzato la nostra fanciullezza eanche la nostra crescita. Quell’emergenza oggista cominciando a produrre i suoi effettinegativi.Parafrasando Woody Allen potremmo dire chela politica è morta e i tecnici non stanno mol-to bene. Chi ci salverà? La società civile. Pensiamo al terremoto e allastraordinaria testimonianza dei volontari, allarinascita della solidarietà, alla voglia diricominciare. Questa è la nostra la forza. E quinon c’entrano né la politica né i tecnici. Chehanno invece un altro compito. Questa vitalitàdella società civile deve essere sussidiata.Togliendo gli impedimenti che laappesantiscono e le impediscono di sprigionarela sua enorme potenzialità.

In una situazione come quella attuale cosapossono fare i cattolici? Resistere alla tentazione dell’Aventino,certamente. Ma non credo che la priorità siano leopere. La strada è un’altra, anche se è moltodifficile. La capacità di testimoniare la fede,soprattutto alle nuove generazioni. Ovveroaffermare e documentare che il vivere la fede èun modo per avere una vita più piena, più felice,più umanamente intensa, più ricca. Mi permetta di insistere: ma il contributo deicattolici al Paese?Non è diverso da quello che ho detto. Il veropunto su cui i cristiani potrebbero oggi dare uncontributo decisivo è ridare consistenza all’Io,alla persona, all’identità. Dalla crescitaimpressionante di suicidi si capisce che esisteuna fragilità dell’identità, assolutamenteimprevedibile. Fino a quando le cose vanno nelverso giusto si tira avanti. Basta che la sfidadiventi un attimo più difficile e si crolla. Questafragilità ha a che fare con la perdita dell’identitàcristiana: c’è una forza che nasce dal valoreassoluto che la vita assume nella certezza dellaresurrezione che si sta smarrendo. Se i cristianifossero capaci di riproporre la profondaconvenienza dell’esperienza cristiana comeun’esperienza ricca, valida, importante, utile pertutti, farebbero per il Paese quello di cui haveramente bisogno.

Stefano Andrini

4 BOLOGNASETTE

Domenica17 giugno 2012società

Nell’incontro tenuto a San Giorgio di Pianoil sociologo Ivo Colozzi ha rilanciato il valoredella testimonianza come strumento peraffrontare la crisi che attanaglia il Paese

DI CHIARA UNGUENDOLI

ono ben 279, in tutta la diocesi, gli edifici che in qual-che misura, piccola o grande, sono stati lesionati dallerecenti scosse di terremoto. I numeri, forniti dall’Uffi-

cio amministrativo diocesano, comprendono parecchie di-verse tipologie di edifici (chiese parrocchiali (91), chiesenon parrocchiali (57), campanili (34), canoniche (44), o-pere parrocchiali (16), scuole parrocchiali (15), altri edifici(22)) e molti diversi tipi di danni; dalla piccola crepa al crol-lo quasi totale. Il vicariato che ha subito più danni è quellodi Galliera, con 91 edifici lesionati, seguito da quello di Cen-to con 74, da Persiceto Castelfranco con 57 e da Budrio con23. Suddivisi per province (la diocesi si estende anche in par-ti delle province di Modena e Ferrara), gli edifici danneg-giati sono 202 per Bologna, 69 in per Ferrara e 8 per Mo-dena. Gli edifici danneggiati che hanno ricevuto l’ordinan-za di inagibilità sono 54. «Le chiese della città di Bologna»precisa don Mirko Corsini, dell’Ufficio amministrativo dio-cesano «non hanno - a ciò che mi risulta - nulla di proble-matico a livello statico e sono solo chiuse in via precauzio-

nale». «Si deve comprendere» prosegue «che la chiusura dialcune chiese è a favore della popolazione, al fine di evita-re possibili problematiche in caso di sisma. La chiusura diun edificio di culto è sempre una fatica per tutti: per la Chie-sa che si trova a dover vivere la sua vita pastorale in manie-ra "provvisoria"; per la gente che non solo non ha possibi-lità di accedere ad un luogo di culto familiare, ma anche èprivata della possibilità di vedere un edificio patrimoniostorico del nostro Paese. Non è stata quindi una scelta faci-le, ma si è ritenuta doverosa al fine di pensare primaria-mente all’incolumità delle persone». «Inoltre» dice ancoradon Mirko «si desidera precisare che l’impossibilità di po-ter intervenire in alcune zone sulla messa in sicurezza degliedifici non dipende dal volere dei parroci o della Curia. In-fatti in questo stato di emergenza, sono solo i Vigili del Fuo-co coordinati dalla Direzione regionale dei Beni culturali apoter decidere sull’urgenza e a compiere l’intervento su be-ni storico artistici. Da parte della diocesi, ove vi fosse ri-chiesto dai sindaci o dalla necessità di velocizzare la prati-ca, si è sempre data delega ai sindaci (ad esempio: al sinda-co di Poggio Renatico; al sindaco di Cento per Buonacom-

pra; al sindaco di Cento per Reno Centese; al sindaco di Pie-ve di Cento). La Direzione regionale, da parte sua, non sot-tovaluta queste situazioni ma sta compiendo un lavoro diverifica degli edifici per poter avere delle priorità, avendo uncostante contatto con noi». « Da parte dell’Arcidiocesi» con-clude don Corsini «si sono sollecitate più volte alcune si-tuazioni e si è avuta risposta rassicurante che si stava proce-dendo. Di fatto alcune situazioni sono già state risolte o invia di risoluzione. Queste precisazioni sono importanti perfar comprendere che i parroci interessati al momento stan-no facendo ciò che in loro potere oggettivofare secondo le vigenti norme civili. Conte-stualmente, ritengo che tutti abbiano a cuo-re la situazione e le problematiche delle po-polazioni interessate. Personalmente riten-go che la macchina operativa, seppur com-plessa, stia reagendo e intervenendo. Un gra-zie è opportuno a tutti coloro che stanno la-vorando a favore delle popolazioni e alla sal-vaguardia del nostro patrimonio storico ar-tistico».

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medici cattolici.Uno sguardo sulla sofferenza

sisma.Nel territorio della diocesi danneggiati 279 edifici

Pastorale sanitaria, lezione di Caffarra al convegno Ceiomani il cardinale Carlo Caffarra sarà a Roma, dove parteciperà al XIVConvegno nazionale dei direttori degli Uffici diocesani di pastorale

sanitaria organizzato dall’Ufficio di Pastorale della Sanità della Conferenzaepiscopale italiana, sul tema «Un nuovoparadigma per la Sanità in Italia. LaChiesa a servizio del cambiamento».Alle 15.30, al Centro congressi Cei (viaAurelia 796) l’Arcivescovo terrà una«lectio magistralis» su«L’evangelizzazione, sorgentedell’autentica innovazione». «Ilconvegno» spiegano gli organizzatori «sipropone di riflettere sulle modalità concui il Vangelo possa suscitare prassiefficaci di accompagnamento deicambiamenti in atto. Le testimonianzedi prossimità, l’educazione a relazioni estili di vita buoni e l’impegno culturale,frutto dell’evangelizzazione,costituiscono le basi di un nuovoparadigma, per la piena umanizzazionedel mondo della salute».

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«Percorso di arte e fede»Segue da pagina 1

er le principali chiese» prose-gue monsignor Ottani «ab-

biamo individuato un’opera come"tappa" di un percorso nonsolo nella città, ma anche difede, e per ognuna abbiamocreato una scheda che saràdistribuita». «Altra "novità" diquest’anno è il terremoto»continua monsignor Ottani«che ha reso inagibili due del-le più grandi e prestigiosechiese del centro cittadino. Abbiamocercato di fare di questo non un’oc-

casione per un’edizione minore, maaddirittura uno slancio per dare unsegno di presenza e di speranza. Per-ciò abbiamo chiesto ai parroci del cen-tro di Bologna di unirsi a noi tenen-

do accese e agibili le lorochiese: e la quasi totalitàha risposto positivamen-te». «Il filo conduttore diquesta iniziativa» conclu-de «è l’idea che l’arte, intutte le sue manifestazio-ni architettoniche, pitto-riche, poetiche, offra non

solo una forma da ammirare ma an-che un messaggio da conoscere».

Santissimo Salvatore pro terremotatiUn breve viaggio tra arte e spiritualità

omani nella chiesa abbaziale del Santissimo Salva-tore (via Cesare Battisti 16) si terrà una serata dedi-

cata alla raccolta fondi per la ricostruzione del SantuarioSanta Maria degli Angeli a Finale Emilia: esso è infatti se-de della Comunità di San Giovanni che regge anche il San-tissimo Salvatore. La serata, che inizierà alle 21, si intito-la «Quadri di vita fra cielo e terra», ed è una visita guida-ta accompagnata da musiche e letture, un breve viaggiofra arte e spiritualità: nove tappe attraverso la chiesa delSantissimo Salvatore e le sue principali opere d’arte. Let-ture e musiche a cura del Coro Arcanto, pianoforte e di-rezione Giovanna Giovannini, coordinamento artisticoGloria Giovannini.

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Le chiese aperte nella Notte bianca:visite guidate, musica e catechesiUn’ Italia

da cristiani

Rappresentazione di un mercato medievale

Ivo Colozzi

Don Ottani

Castelluccio di Porretta,l’organo ritrovato

omenica 24, alle ore 17,30, nell’Oratorio del Crocefisso a Castel-

luccio (Porretta Terme), si terrà un in-contro dedicato a «L’organo ritrovato ei restauri della chiesa di Castelluccio»,iniziativa promossa dalla Parrocchia,dall’associazione Nuèter e dall’associa-zione Voci e organi dell’Appennino. DonLino Civerra, Vicario, introduce la gior-nata. Renzo Zagnoni guida una brevevisita alla chiesa e alle opere restaura-te e da restaurare. Claudio Negroni il-lustra il restauro del tetto, da lui rea-lizzato nel 2011, mentre Wladimir Ma-tesic e Samuele Maffucci parlano del-l’organo storico «Adriano Verati», risa-lente all’ultimo decennio del XIX seco-lo, con cassa monumentale del sec. X-VII e del suo futuro, auspicabile re-stauro. Spiega Renzo Zagnoni: «L’annoscorso Claudio Negroni, bravissimo ar-tigiano di Clusone, provincia di Berga-mo, ha rifatto il tetto con lastre d’are-naria, usando una tecnica molto com-plessa. Il risultato è magnifico. Dopoquesto intervento, doveroso, perché iltetto era in condizioni pessime, parle-remo di come andare avanti. L’idea e-ra di restaurare l’organo, strumento dipregio, ora inutilizzabile. Per questo in-terverranno il Maestro Matesic e l’or-ganaro Maffucci». Samuele Maffucciconferma che si tratta di un organo dipregio. «È uno strumento seicentesco,come dimostra la bella cassa ornata daun motivo serliano, un dato curioso per-ché questo motivo era tipico di Roma.L’organo fu poi modificato da Verati do-po la riforma ceciliana, alla fine del-l’Ottocento. È uno strumento meccani-co, che presenta un interessante com-promesso fra antico e moderno. Le can-ne sono ancora in buono stato, ma tut-to ha subito molti danni per l’umiditàe per i tarli. Vale senz’altro la pena d’in-tervenire perché è uno strumento con56 tasti che permette di suonare un re-pertorio molto vasto». (C.D.)

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oppio appuntamento questa settimana al Festival di SantoStefano. Domani e giovedì (inizio sempre ore 21,15) nelchiostro della basilica, si alterneranno repertori diversi,

all’insegna della bella musica, con interpreti raffinati. Lunedì incalendario troviamo un talentuoso trio, composto da due sorelle,Barbara (violino) e Giada (viola), e dal fratello Klaus (violoncello).È il Trio Broz, formato alla scuola di perfezionamento di RoccoFilippini all’Accademia di Santa Cecilia e a quella di Piero Farullialla Scuola di Musica di Fiesole. È affiancato dal flautista emilianoMarco Coppi, già allievo di Giorgio Zagnoni. Il programma si aprecon il Trio per archi in mi bemolle maggiore op. 3 di Beethoven,mentre nella seconda parte troviamo i Quartetti per flauto e archi diMozart. Giovedì 21 il festival si colora di rosa e di jazz. NickyNicolai, voce inconfondibile e grande carisma, accompagnata dalNicky Nicolai Jazz Quartet, special guest Stefano Di Battista, sax,presenta «Con tutte le note che ho» (Io, Mina e le altre).All’interprete chiediamo: un programma ricco di promesse. Da dovenasce? «Volevo proporre alcune canzoni che facevano parte del miobackground, non proprio tutte, perché ci vorrebbero diverse serate. Èun modo per entrare in contatto con il pubblico, perché ho moltobisogno dell’altro, di riconoscere chi mi sta di fronte». E il jazz? «Cisono canzoni, penso a "Vorrei che fosse amore", "Se stasera sono

qui" o "Se domani" che sono grandistandard del jazz italiano. Per questo sipossono fare anche acustiche. Poi entra ingioco la bravura dei musicisti che sarannocon me». Canzoni ormai diventateclassici? «Sì, non è solo la canzonenapoletana il grande classico. C’è unrepertorio molto bello ormai entrato a farparte di quello che siamo». Ci sarà ancheun omaggio a Lucio Dalla. «Sì è un omaggio al grande Lucio che hoamato molto e che ho inserito in questo spettacolo». Tre anni fa ènata sua figlia Flora e ha deciso di stare lontana dal palcoscenico.Adesso torna. Che effetto le fa? «Bellissimo, torno a cantare, adivertirmi. Spero con questa serata di comunicare una grandeleggerezza, quella che provavo quando ero una ragazzina.Cercavamo meno cose e anche pensando ci si divertiva». Il costo delbiglietto è di 15 euro e la prevendita è aperta ogni giorno ( 9-12,30 /15,30-18,30 ) nella Sala del Museo di S. Stefano, piazza S. Stefano,Bologna (tel. 051.223256). L’intero ricavato dei concerti allaComunità Monastica Benedettina-Olivetana, per la tutela dellabasilica.

Chiara Sirk

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DI CHIARA SIRK

anti patroni e Università in Europa» è il titolodi un convegno internazionale di studi,promosso dal Centro interuniversitario per la

storia delle università italiane (CISUI), che si svolgeràa Bologna, tra Palazzo Hercolani e il Complesso diSan Giovanni in Monte, da giovedì 21 a sabato 23(programma suwww.magazine.unibo.it/Magazine/Eventi/2012/06/21/Santi_patroni_e_Universita.htm). Giovedì nellaSala dei poeti di Palazzo Hercolani, Strada Maggiore45, alle ore 15, si apre la prima sessione presiedutada P. Bernard Ardura (Pontificio comitato di Scienzestoriche). Intervengono studiosi italiani (SimonaNegruzzo, Università Cattolica del Sacro Cuore;Pierantonio Piatti, Pontificio comitato di Scienzestoriche; Paolo Cappellini Università di Firenze; LuigiBorgia, Accademia internazionale di araldica) estranieri (Jacques Verger, Paris-Sorbonne; KlausHerbers, Università di Erlagen; César Olivera,Consejo superior de investigaciones científicas).Curatori scientifici del convegno sono PatriziaCastelli e Roberto Greci. Alla professoressa Castelli,docente dell’Università di Ferrara, che venerdìmattina interverrà su "Sant’Anna nello Studio diParigi", chiediamo di spiegarci com’è nata questainiziativa. «Ogni anno il Cisui, centro unico in Italia al qualepartecipano docenti di quasi tutti gli atenei,organizza un convegno di studi. Quest’anno si èpensato di dedicarlo ai Santi patroni delleUniversità».Sembra un tema inedito.«Sì, non esiste un testo di riferimento su questotema, che definisce anche i rapporti fra istituzioniuniversitarie e vita religiosa che noi affronteremo dalMedioevo all’età moderna».Quanto era importante questo patronato?«Ogni università, così come le diverse nationes,gruppi di studenti italiani o ultramontani, e i collegiavevano uno o, spesso, più patroni. In occasionedelle feste dei patroni erano organizzate numeroseiniziative, sacre e profane. Le lezioni erano sospese eci si divertiva, talvolta anche in modo trasgressivo.Per questo le Università cercavano di limitare ilnumero dei patroni, senza per questo dimenticarli».Già, perché oggi neanche si sa che anche il mondoaccademico abbia i suoi santi.«Il legame ormai è molto debole, diciamo che nerimane una traccia nella Messa celebrata all’iniziodell’anno accademico. Eppure in un dotto trattatodel Seicento viene spiegato che San Nicola e SantaCaterina hanno sostituito Apollo e Minerva, perchégià "ab antiquo" gli studi avevano dei patroni. Ilculto dei santi, del resto, ha sempre avuto una grandeimportanza: essi non solo proteggono, ma sonoanche intercessori presso Dio. La stessa fede, al di làdelle nationes, dei linguaggi diversi, era segno di unaprofonda unità nel corpo unico della Cristianità.Dopo, è cambiato tutto».

Da giovedì a sabato convegnointernazionale di studi promossodal Centro interuniversitario perla storia delle università italiane

BOLOGNA 5SETTE

Domenica17 giugno 2012 cultura

opo anni d’incomprensibile oblio, interrotti soloda un convegno organizzato dall’AccademiaFilarmonica qualche anno tempo, Bologna onora

uno dei suoi figli che più hanno rappresentato la città incampo musicale: Francesco Molinari Pradelli. Nato nel1911 e scomparso nel 1996, è stato direttore d’orchestra difama internazionale. Non c’è teatro di prestigio in cui nonsia stato sul podio. Forse il suo essere spesso impegnatoall’estero lo hanno fatto un po’ dimenticare in patria especialmente nella sua città natale. Ora però gli viene resoun duplice omaggio che tiene conto delle due «anime» delMaestro: da una parte grande musicista, dall’altraappassionato collezionista d’opere d’arte. La prima è statacelebrata di nuovo all’Accademia Filarmonica, dove sonostate inaugurate due sale, recentemente restaurate earredate grazie alla generosità dei figli del Direttore, come«Sala di musica» e «Sala di studio e ascolto». L’altrainiziativa, realizzata da Fondazione Cassa di Risparmio inBologna, Museo della Città e Soprintendenza per i BeniStorici, Artistici ed Etnoantropologici di Bologna, è lamostra «Quadri di un’esposizione. Pittura barocca nella

collezione del maestro Francesco Molinari Pradelli», chesarà inaugurata mercoledì 20, alle ore 19, a Palazzo Fava,via Manzoni, 2.Il figlio, Marco Molinari Pradelli, ricorda l’amore di suopadre per l’arte. «Era profondo, intenso. Nel tempo liberoentrava nelle chiese e frequentava i musei. Si era fatto unabiblioteca e una raccolta d’immagini di livellouniversitario. Ricordo ancora il suo entusiasmo quandoarrivavano le casse. Io e i miei fratelli, ancora bambini, loguardavamo aprirle, poi, tirato fuori il quadro, ci spiegavaautore, stile, particolari».Com’era nata la passione?«Per arredare la sua prima casa, iniziò a comprare alcuneopere di pittori dell’Ottocento, solo quello che gli piaceva,non ha mai seguito le mode. Poi scoprì l’arte antica:vendette tutto e iniziò ad acquistare opere datate tra lafine del Cinque e il tardo Settecento. Fu tra i primi adinteressarsi alle nature morte, quando non le volevanessuno».Quante opere ha raccolto?«Oggi ne rimangono duecento che sono state oggetto

d’interesse da parte di studiosi e studenti. Sgarbi, Zeri,Argan sono tutti passati a vedere la collezione che miopadre ha sempre considerato come un insiemeindivisibile».Alla fine prevaleva la musica o l’arte? «È una bella domanda. Una volta ha detto: "Possonodirmi che ho sbagliato un’interpretazione, ma non che hosbagliato un’attribuzione". Era diventato un esperto e haanche contagiato altri con questo "virus": come Corelli eZanasi».Le opere della collezione sono già state esposte?«Sì, sempre una scelta, prima a Bologna, Palazzo delPodestà nel 1984, poi a Palazzo Te, a Mantova, nel 1995.Questa volta però quelle esposte sono state di nuovostudiate con criteri scientifici da Angelo Mazza che harealizzato un nuovo catalogo». Ne cita qualcuno?«La Sacra famiglia di Sebastiano Ricci, il Ratto d’Europa diCagnacci, il Bagno nella piscina probatica di Palma ilgiovane».

Chiara Sirk

Dpittura barocca.Molinari Pradelli, quadri di un’esposizione

«Santo Stefano».«Broz» e Nicky Nicolai San Colombano, finale di stagione con Beethoven i conclude giovedì 21 il ciclo di concerti che «Genus Bononiae» hapresentato in San Colombano, luogo d’arte e di musica che ospita

la Collezione Tagliavini. Il concerto ha inizio alle ore 20.30, e la parte-cipazione è consentita solamente previa esibizione di un coupon, daritirare presso San Colombano (via Parigi, 5). Spiega il Maestro Luigi Fer-dinando Tagliavini: «La serata è dedicata a due composizioni di Beetho-ven raramente eseguite, i Trii op. 11 e op. 38 per clarinetto, violoncel-lo e pianoforte. Tra di loro si inquadra un "Morceau" per clarinetto evioloncello di Luigi Cherubini, composto nel 1824. I trii di Beethovenrisalgono rispettivamente al 1798 e al 1805 e il secondo di essi è unasplendida trascrizione di Beethoven stesso del celebre "Settimino""per strumenti a fiato op. 20 del 1799. Le composizioni rivivranno at-traverso le sonorità di tre preziosi strumenti, due dei quali di epocabeethoveniana, il clarinetto di Johann Wilhelm Grenser di Dresda (da-tabile 1807-17) che fu uno dei maggiori costruttori di strumenti a fia-to, e il pianoforte costruito a Vienna nel 1833 da Matthäus Andreas Stein.Ad essi, che sono tra i gioielli della collezione, si affianca uno strumento"ospite", un violoncello costruito a Parigi da Andrea Castagneri nel1740. Pianoforte e violoncello sono affidati a due artisti già ben notial pubblico di San Colombano, rispettivamente Carlo Mazzoli e MauroValli, mentre il clarinetto verrà suonato per la prima volta in questasede da uno specialista del clarinetto storico, Rocco Carbonara». (C.D.)

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Caterina d’Alessandria, Minerva cristianana santa in particolare sembra legata al mondouniversitario, Caterina d’Alessandria, patrona di

molti atenei. Il motivo di questa presenza ricorrente lospiegherà Simona Negruzzo, docente dell’UniversitàCattolica del Sacro Cuore. «Caterina d’Alessandria è lapatrona ideale perché è martire, perché è una donna, eperché testimonia la sua fede con semplicità,confondendo i potenti. Per questo prestissimo gli ordinimendicanti la vollero come protettrice degli studi difilosofia e teologia. Da qui il suo patronato passò alleuniversità. La sua festa era solenne e molto sentita, madopo il Concilio Vaticano II, non essendocitestimonianze certe a lei coeve della sua esistenza, diCaterina nel calendario liturgico, il 25 novembre, si fasolo memoria».Per secoli però furono sufficienti i documenti esistenti.«Sì, che però risalgono a tre secoli dopo la sua morte.Ma la continuità e il fervore del culto fanno pensare aduna tradizione molto radicata. Colpiva molto questa fi-gura di giovane in grado non solo di tenere testa all’im-peratore e ai suoi sapienti, ma anche di portare, parlan-do con efficacia, alla conversione tutti quelli che incon-trava, perfino la moglie dell’imperatore e le guardie. Leiè debole e forte nello stesso tempo e per questo diven-ta punto di riferimento. Sarà anche detta la Minervacristiana». Di quante università è patrona? «In Italia diSiena, Padova, che nel suo emblema ha Caterina e SanGiovanni Battista, e Pavia, che l’ha sia nell’antico sigillo,sia nello stendardo ufficiale con S. Agostino. All’esterodi Vienna, Graz e a Cambridge c’è il St. Catharine colle-ge. Anche molti collegi d’istruzione, come quello per inobili che i gesuiti fondarono a Parma e il Collegio Realdi Toledo, sono a lei dedicati». (C.S.)

UProfessori santi, il buco dell’età moderna

aetano Greco (Università di Siena) parlerà su «Professo-ri santi nell’Italia moderna». Professore, abbiamo dei

santi tra gli accademici in età moderna? «Pochi, pochissimirispetto al fiorire di santità fra docenti, scienziati, studenti,alla quale assistiamo fra Otto e Novecento. Questa diffe-renza mi ha spinto a proporre un’indagine». Che ha con-fermato questa sua prima impressione? «Sì, l’unico docen-te - santo del XVII secolo è Roberto Bellarmino, gesuita, teo-logo, che però assurge agli altari in età contemporanea.Mentre dopo arrivano Frassati, Toniolo, Enrico Medi che intempi relativamente brevi vengono riconosciuti santi o bea-ti». Perché questa differenza? «I motivi sono diversi. Ho let-to gli scritti agiografici dell’epoca e si diventava santi per virtùparticolari o per martirio. Possiamo presumere che un do-cente, ancorché devoto, non avesse alti meriti in questi cam-pi. Non solo, Benedetto XIV romanizza l’intero processo dicanonizzazione, che diventa un’operazione quasi di tipogiudiziario. Anzi, quel pontefice decide che la canonizza-zione è una prova dell’infallibilità del Papa. Questo rendemolto complesso l’iter. Non solo, la Chiesa in quel periodoè dilaniata dalle dispute teologiche, con il problema delgiansenismo. Mettendo insieme tutto, la possibilità che daambienti intellettuali potessero uscire degli "exempla" perla cristianità diventò inesistente. Tranne pochissimi casi, co-me Calasanzio, fondatore degli Scolopi, e Zaccaria, fonda-tore dei Barnabiti, ma lì c’erano gli ordini che premevano».Un’università senza santi, quella tra Sei e Settecento, dun-que. «Sì, anche perché ai prìncipi che finanziavano le uni-versità, interessavano per questioni di prestigio i santi, e in-teressavano anche buoni docenti per preparare i futuri qua-dri. Che le due cose s’intersecassero, invece, non era una lo-ro preoccupazione». (C.S.)

G

Caterina disputa con i filosofi

Patronid’ateneo

Bigari: Paesaggio con mulino

Nicky Nicolai

Il taccuino della settimanaMartedì Estate , martedì 19, nell’Ango-lo delle Absidi, Piazza San Domenico,

presentano una serata dedicata al jazz conChecco Coniglio, trombone; Teo Ciavarel-la, pianoforte; Annibale Modoni, vibrafo-no;Paolo Ghetti, contrabbasso, e MassimoDall’Omo, batteria. Giovedì 21, nel Chiostrodi San Domenico, per «Vizi d’estate a...Bo-logna» sul tema «Avarizia e Invidia», Mar-cello Fois dialoga con Stefano Zamagni edElena Pulcini. In entrambi i casi inizio al-le ore 21 e ingresso libero. La rassegna «No-te nel Chiostro» giovedì 21, ore 21, nel chio-stro del Cenobio di S. Vittore presenta «5Fiati per il Novecento». Il Quintetto Kan-dinsky (Matteo Salerno flauto; SimoneFrondini oboe; Simone Fornaciari clari-netto; Eolo Pignattini corno, e Stefano Sem-prini fagotto) eseguirà musiche di Ibert,Hindemith, Berio, Arnold, Gershwin. Ve-nerdì 22, ore 21, nella chiesa parrocchia-le S. Bartolomeo di Silla (Gaggio Montano)la rassegna «Voci e Organi dell’Appenni-no» presenta un saggio degli Organisti delVicariato di Porretta Terme. Stefano Evan-gelisti, Giovanni Monari, Renzo e France-sco Zagnoni, eseguono musiche di varicompositori.

I

DI STEFANO ANDRINI

olto soddisfatto per la delibera della Giuntacomunale di Bologna che rinnova laconvenzione con le scuole dell’infanzia paritarie

a gestione privata. Parola di Rossano Rossi, presidenteprovinciale della Fism (26 scuole associate, 72 sezioniconvenzionate, 1600bambini accolti). «Ilnostro» spiega Rossi «èun giudizio positivoperché la deliberarecepisce nella sostanza eanche nell’impiantocomplessivo il lavoro delGruppo tecnico (conrappresentanti dellescuole edell’Amministrazione),che ha cominciato alavorare subito dopoNatale». Non solo. «Nonc’è stata una sempliceproroga dellaconvenzione ma un veroe proprio rinnovo legatoal periodo di duratadell’amministrazione».Quali le novità?La conferma delladistinzione tra uncontributo fisso sulpiano gestionale e unaserie di contributiminori da raggiungere inbase a criteri di qualità.Il rinnovo dellaconvenzione haaccentuato l’aspetto degliobiettivi da raggiungere:da un lato è diminuita laparte di contributo fisso,dall’altra si è ampliato ilpanorama degliindicatori che le scuolenella loro libertàpossono cercare di raggiungere per avere comunque lostesso tipo di contributo che avevano prima. E per quanto riguarda le famiglie in difficoltà?Si è preso come parametro il contributo per larefezione, che già le famiglie possono chiedere aiQuartieri in base a indicatori Isee; alle scuole chehanno genitori che usufruiscono di questo piccolocontributo, verrà riconosciuto un contributosignificativo per abbattere le rette e aiutare nel sostenerel’iscrizione e la retta. Questo è importante, perché noi

avevamo segnalato che lafamiglia oggi si vedeinvestita di richieste, afronte di contributi chenon aumentano né dalloStato né dal Comune madi un costo della vitascolastica che comunqueaumenta. Questo, in uncontesto di crisieconomica, sicuramente cipenalizza e quindiabbiamo cercato di

introdurre un capitolo, nella Convenzione, in cui cifosse la concreta attenzione a questo tipo di famiglia.Nelle prossime tappe del percorso ci potranno esseredelle sorprese?Dal punto di vista dell’amministrazione direi di no,perché essa ci è sembrata fin dall’inizio moltodeterminata a portare avanti questa esperienza che

ormai dura da quasivent’anni, di sistemaintegrato attraversoilconvenzionamento.Il passaggio però inConsiglio comunale,ma soprattutto ilpassaggio neiQuartierisicuramente daràmodo a chisappiamo che ormaipregiudizialmente ècontrario a questecose di avere voce edi inserirsi.Cosa cambia concre-tamente per le scuo-le cattoliche?Dovranno inqualche modopuntaremaggiormente araggiungere alcuniobiettivi che fannoparte di quegliindicatori cheabbiamo detto:quindi maggioreattenzione a unsistema tariffariodifferenziato, aproporre e produrreprogetti di qualità,di qualificazionedella didattica, aun’accoglienza dibambini certificati,

di stranieri. Scuole che non hanno sezioni Primaverapossono poi dare spazio agli «anticipatari», perchéanche questo è un aspetto che abbiamo deciso dipremiare, anche per andare incontro ai grandi numeridei nidi. Sostanzialmente, c’è in gioco una maggioreresponsabilità, libertà e autonomia delle scuole nelpotere diversificare le attenzioni e i progetti che sipossono mettere in atto.E per il futuro?Le difficoltà in cui il Comune sembra «navigare»sempre di più, magari partendo proprio dallostrumento convenzione che è innovativo, spingono lacittà a decidere se la società civile deve esserevalorizzata o meno. Con nuove strategie, con un po’ dicoraggio: perché non si può assolutamente tornareindietro! Parliamo di 300-400 bambini in lista d’attesa:quanti sarebbero se non ci fossero le nostre scuole?Parliamo di realtà che hanno anche la disponibilità e lapotenzialità di fare qualcosa di più di qui a qualcheanno, di mettere in gioco delle sezioni in più, diampliare eventualmente. Ma lo potranno fare a frontenon dell’emergenza, ma di un programma a lungascadenza.

Mna Messa, come atto di affidamento del viaggio missionarioche alcune decine di bolognesi hanno deciso di fare nel pe-riodo estivo. Si tratta della tradizionale celebrazione eucari-

stica dedicata ai «partenti», coloro che nelle prossime settimane sirecheranno in un Paese di missione per un’esperienza di lavoro econdivisione, in calendario venerdì 22 alle 21 nella parrocchia diSan Lorenzo (via Mazzoni 8). Sono invitati coloro che fanno rife-rimento al Centro missionario diocesano e alle diverse associazio-ni e gruppi missionari presenti sul territorio. Presiede don DavideMarcheselli, parroco di Mapanda in Tanzania, in questi giorni a Bo-logna per un periodo di riposo. «La Messa è un bel momento in cuii vari gruppi della diocesi si ritrovano perpregare prima di partire - spiega don Tarci-sio Nardelli, direttore dell’Ufficio diocesanoper l’Attività missionaria - Esprime dunquela dimensione missionaria della nostra Chie-sa. Tanto più che in molti hanno cammina-to insieme nelle preparazione, partecipandoal percorso improntato dal Centro missio-nario e proposto a tutte le associazioni». So-no 34 le persone che hanno aderito al pro-getto del Centro missionario diocesano; qua-si il doppio dello scorso anno. I partecipan-ti, suddivisi in quattro gruppi, andranno inTanzania, dove staranno quasi un mese: dal14 luglio all’11 agosto. Quattro, tutte nelladiocesi di Iringa, le destinazioni: Kaning’ombe, Ukumbi, Usokamie Mapanda. Ciascun gruppo avrà una località in particolare cui faràriferimento, ma visiterà anche le altre. «Ognuno dei villaggi che ab-biamo scelto ha una sua caratteristica - spiega don Nardelli - Ka-ning’ombe, è una realtà interamente africana, dove si può fare e-sperienza di uno spaccato autenticamente locale. Ad Ukumbi, do-ve saremo ospiti delle suore di Santa Clelia Barbieri, alterneremogiornate dedicate a piccoli lavori utili alla comunità, a momenti divisita delle principali realtà sociali e religiose del territorio; compresala scuola materna, che con i suoi 300 bambini è una delle più gran-di della diocesi di Iringa. A Usokami ci ospiterà il nuovo parrocopadre Vincent Mwagala; lì visiteremo il Centro sanitario e la Casadella carità per i bambini orfani. A Mapanda, infine, con l’aiuto del-le Famiglie della visitazione approfondiremo l’aspetto ecumenicodella missione, ma anche altre dimensioni sociali, politiche e cul-turali». In occasione della Messa verrà anche lanciato il concorso«Guardare lontano per vedere vicino»: i «partenti» sono invitati aprodurre un elaborato digitale della durata massima di 15 minuti,sulla base dell’esperienza nei campi di lavoro e condivisione. Alvincitore sarà assegnato un premio in denaro da destinare alla mis-sione visitata. (M.C.)

U

er modelli di comunicazione nellamediazione didattica intendiamo schemiformali, paradigmi di riferimento per

orientare i processi di insegnamento all’internodella relazione educativa scolastica» spiegaRoberto Rezzaghi in merito alla sua relazione allaGiornata residenziale promossa dall’Ufficiodiocesano Irc. «La loro conoscenza èparticolarmente utile alla didattica, poichéconsente una comunicazione più fluida edefficace. Nel secolo scorso, in ambito religioso-pedagogico, abbiamo assistito allo sviluppo didiversi modelli di comunicazione didattica, moltidei quali utilizzati ancora oggi, pur se in modi econ strumenti tecnici più aggiornati». Quali sono i modelli principali?Tra i più famosi, possiamo certamente ricordarequello puerocentrico, legato alle proposte dellescuole nuove e all’attivismo dei primi decenni delNovecento; il modello Kerygmatico, diffusosi trale due guerre; quello antropologico-esperienziale,

affermatosi verso la metà del secolo scorso; ilmodello curricolare o didattica per obiettivi e, daultimo, la didattica per concetti.Come cambiano nei diversi gradi di scuola? I modelli sono schemi di riferimento, non rigidegriglie da applicare; quindi non cambiano con ilmutare dei gradi scolastici. A cambiare sonoinvece le attività e le tecniche, specifiche per lediverse età, con le quali sono attuati. E facileintuire, ad esempio, come la narrazione, sempreefficace, nei gradi inferiori, quando gli alunni nonconoscono la scrittura o la usano in modo ancoraincerto, abbia una importanza maggiore; cosìcome invece l’uso di certe moderne tecnologieinformatiche, che suppongono negli alunni abilitàe conoscenze digitali sofisticate, siano più adatteai grandi.Come incidono le nuove tecnologie nel linguag-gio dei giovani? La questione oggi è molto dibattuta. A mio avviso,mentre possono cambiare le tecniche della

comunicazione didattica,non è vero che cambianoaltrettanto velocemente ilinguaggi, in quanto essinon sono legati tantoall’agire della persona,quanto al suo essere, allasua struttura relazionale,che è di naturaantropologica. L’affermazione però esigechiarimenti che non possono essere dati in pochebattute. Può fare qualche esempio dei principali cambia-menti in atto? Quelli più evidenti si registrano negli strumentididattici e mediatici sempre nuovi, digitali e non;ma quelli più importanti, che stanno all’originedella lamentata emergenza educativa, riguardanopiuttosto la povertà e l’insignificanza esistenzialedei messaggi trasmessi nelle relazioni educative.(M.C.)

P«Didattica, la comunicazione sfida i docenti

6 BOLOGNASETTE

Domenica17 giugno 2012percorsi educativi

Dopo il rinnovo il presidente dellaFism di Bologna, Rossano Rossi,spiega cosa cambierà per le materneparitarie a gestione privata

La convenzione

ere you are», dice Pietro, 7anni non ancoracompiuti, porgendo il

pallone a Jenny. «Thank you...»risponde l’insegnante e animatriceamericana, «...and good English! Onepoint for your team!». Pietroraggiunge soddisfatto i suoi amicidella squadra blu. Ora la vittoriafinale dei suoi è più vicina. Nonperché ha segnato un gol nellapartitella del pomeriggio, ma perchéha usato correttamente un’espressioneche gli era stata insegnata. Siamo alPotato Camp, il campo estivo tutto ininglese organizzato da IstitutoSant’Alberto Magno e Apple TreeSchool of English, nella splendidacornice dell’Eremo di Ronzano. Tuttele attività del Camp si svolgono inlingua inglese e sono condotte dainsegnanti e animatori madrelingua

esperti. Ogni momento è buono perpraticare la lingua: dai giochi dibenvenuto della mattina, fino ai«workshop» pomeridiani di musica,arte e scienze pazze, passando per ilpranzo («Can i have some water,please?»). «Cerchiamo di stimolare ibambini ad usare l’inglese in modonaturale e spontaneo in un contestodi gioco e creatività, passando tantotempo all’aria aperta» raccontaAlberto, il coordinatore del campo. Illuogo poi, è di quelli speciali. ARonzano, la struttura è composta dallachiesa gotico-romanica e dall’Eremo,che i Padri Servi di Maria hannoriportato all’antico splendore. Il tuttoè circondato da alcuni ettari di terrenoda cui si può godere una vistameravigliosa sulle colline, da un lato,e sulla città, dall’altro. «A me piace ilPotato Camp perché è interessante e

divertente. Si fanno nuove amicizie, sista in mezzo alla natura e si imparanotante cose. E tutti i giorni mangiamoun po’ di patate!» dice Francesca, 12anni. Non a caso si chiama PotatoCamp. La ditta Pizzoli sponsorizzal’iniziativa con una fornitura diprodotti che vengono inseritigiornalmente nel menu del pranzo:crocchette, purè, patate al forno,gnocchi. Insomma, per dirla conAnnalisa, 12 anni : «Si vivepatatosamente».

Alberto Girotti

Un momento del «Materna day»

Salesiani, le borse di studio gobbare sui libri ripaga. Lo sanno bene Simone Chiari,Stefano Bortolotti, Dario Zappalà, Tiziano Michelini, Ni-

cola Fava, Simone Melis, Nicholas Risi e Federico Zirotti che,dopo aver sudato per un intero anno tra banchi e laborato-ri dell’istituto tecnico e professionale dei Salesiani, ora ven-gono premiati con una borsa di studioassegnata da Unindustria Bologna. Unassegno da 500 euro al merito, per a-ver veleggiato su una media non infe-riore all’8 e mezzo (qualcuno addirit-tura ha sfiorato il dieci), che l’Associa-zione degli industriali di via Serlio met-te a disposizione grazie al contributodella Cassa di Risparmio di Cento. Uninvestimento che Unindustria Bolognafa sui giovani per incentivare la cultu-ra tecnica e che è frutto di un patto e-ducativo siglato con i Salesiani. «Que-

sta attenzione» commenta don Alessandro Ticozzi, direttoredei Salesiani «dice il valore che la scuola salesiana ricopre perla preparazione dei futuri tecnici e che permette agli allievidi cimentarsi per essere eccellenti. L’"anima" di Don Boscosi rende così viva anche oggi». «Riconfermiamo il nostro im-pegno di sempre, in partnership con CariCento, a supporto

della formazione dei giovani e dellacultura tecnica» sottolinea Sonia Bon-figlioli, presidente del settore metal-meccanico di Unindustria Bologna «Ilcapitale umano e la specializzazionedelle persone hanno sempre "fatto ladifferenza" per l’industria bolognese.Ed oggi, che stiamo attraversandograndi cambiamenti dettati dalla ne-cessità di innovare e di internaziona-lizzarsi, le nostre aziende hanno piùche mai bisogno di giovani collabora-tori di grande qualità e preparazione».

S

Insegnamento religione cattolica,il 25 una giornata residenziale

l linguaggio religioso nell’anno della fe-de»: è questo il tema della Giornata resi-

denziale organizzata dall’Ufficio diocesano perl’Insegnamento della Religione cattolica nellescuole. L’appuntamento, rivolto agli insegnantidi Religione cattolica nelle scuole di ogni or-dine e grado, si terrà lunedì 25 nel SeminarioArcivescovile (piazzale Bacchelli 4). Il pro-gramma prevede il ritrovo alle 8.45, la pre-ghiera, e alle 9.30 una prima relazione di Giu-seppe Mari, docente all’Università Cattolica delSacro Cuore di Milano, su «Il linguaggio reli-gioso nella scuola». Un secondo intervento èin scaletta alle 10.45: Roberto Rezzaghi, do-cente di Catechetica nella medesima Univer-sità, parlerà di «Modelli di comunicazione nel-la mediazione didattica». Alle 12.15 Messa e aseguire il pranzo. La Giornata continuerà nelpomeriggio coi l’introduzione ai laboratori disettembre, le comunicazioni, il dibattito e al-le 16.30 la recita dei Vespri.

I campi de «L’albero di Cirene»uasi tutti tra i 18 e i 30 anni. E’ que-sto l’identikit del gruppo, composto

da una quarantina di persone, che partiràquest’estate con l’associazione “L’albero diCirene” per un’esperienza di lavoro e con-divisione in zone di missione. Tre le de-stinazioni scelte: il Brasile, la Moldavia ela Tanzania. “Nella maggioranza dei casichi parte lo fa per la prima volta – spiegadon Mario Zacchini, parroco a Sant’Anto-nio di Savena e presidente dell’associa-zione – Il desiderio non è tanto fare del-le cose, quanto stringere rapporti di ami-cizia e realizzare un viaggio che è per tut-ta la vita, in quanto permette di conosce-

re nuove dimensio-ni che cambiano ilmodo di vivere lapropria quotidia-nità. E’ il 17° annoche l’associazioneorganizza «campi» diquesto genere, cia-scuno della duratadi due o tre settima-ne. E da sempre rap-presentano un’espe-rienza importanteper chi la vive. Que-st’anno, per esem-

pio, vengono anche due nonne oltre i 70anni, colpite dall’entusiasmo dei loro ni-poti che hanno fatto il viaggio negli scor-si anni». In Tanzania è di circa 20 perso-ne il gruppo che andrà, diviso su tre lo-calità e due diocesi. A Iringa i giovani mis-sionari visiteranno il grande orfanotrofiodi Tosamaganga e la parrocchia di Njki-panbo tenuta da un sacerdote africano; indiocesi di Ifikara la meta sarà invece il vil-laggio di Chita. Significativa l’esperienzain Moldavia, dove il gruppo visiterà unpiccolo paese cattolico rimasto fedele al-la fede e alla Chiesa anche negli anni du-ri del Comunismo, quando il popolo do-vette rinunicare per anni alla presenza diun sacerdote. «Con questa comunità - con-clude don Zacchini - esiste un rapportodi amicizia, che coltiviamo con grande ar-ricchimento reciproco». (M.C.)

Q

San Giacomo festival «emigra»fra i terremotati di Crevalcore

l «San Giacomo Festival» dei Padri Agostiniani di Bo-logna si sposta al campo sportivo di Crevalcore per

tre concerti pro terremotati («Concerti al campo. No-te… di solidarietà ed amicizia per i terremotati di Cre-valcore») il 21, 22 e 23 giugno alle 21.30. «Era nostrogrande desiderio andare in quelle zone», sottolinea pa-dre Domenico Vittorini, organizzatore dell’evento, «lerecenti problematiche che abbiamo avuto a Bolognanella realizzazione dei nostri concerti della prossimasettimana ci hanno spinto ad accelerare i tempi e aspostarci a Crevalcore. Non sprechiamo energia a fa-re guerre qui, ci siamo detti, impieghiamole là doveforse sono più utili. Ci siamo messi allora in contattocon l’assessore alla Cultura di Crevalcore Alex Carpaniche ci ha aiutato ad organizzare l’evento. Oltretutto c’èuna chiara intenzione da parte dell’assessore a non fer-marsi qui, ma a creare un palco permanente nella ten-sostruttura del campo sportivo di Crevalcore ed orga-nizzare una programmazione estiva di "eventi" finoal 30 settembre per la quale abbiamo offerto la no-stra assistenza. Potremmo quindi essere solo all’iniziodi una collaborazione a lungo termine». Questo il pro-gramma dei concerti. Giovedì 21 «Due Quartetti de-dicati ad Haydn», di Wolfgang Amadeus Mozart, violi-ni Rakhsha Ramezani, Enxhi Sabahu e Gabriele Pa-lumbo; viola Margherita Fanton; violoncello GiacomoSerra. Venerdì 22 «Dal tardo Romanticismo all’Im-pressionismo». Guida all’ascolto: voce narrante Ro-berta Passerini, coreografia Federica Bovina, al pianoLetizia Venturi. Sabato 23 dalla Finlandia «Trio idea-le»: musiche di Sibelius, Merikanto, Rautavaara, Tosti,Jarnefelt, Cervais e Debussy. (P.Z.)

I

Sant’Isaia, un’Estate Ragazzialla scoperta delle nostre radici

empre più in alto!»: questo l’incipit dell’EstateRagazzi della parrocchia di Sant’Isaia, che per

due settimane, dall’11 al 22 giugno ospita un centi-naio di ragazzi ,75 bambini delgruppo medie e25 adolescenti nelruolo di animato-ri, guidati da donAndrea Marinzi,della Fraternitàsacerdotale di SanCarlo Borromeo.Tante le proposteformulate per a-nimare le giorna-

te di questo vivace gruppo che conta sia bambini pro-venienti dal quartiere che da altre zone di Bologna.«Quest’anno» racconta don Andrea «abbiamo volutoindirizzare lo sguardo per scoprire le radici cristianedella nostra città e portiamo i ragazzi in luoghi sug-gestivi di Bologna come la cripta di san Vitale e Agri-cola e il santuario del Corpus Domini, dove è custo-dito il corpo intatto di Santa Caterina de Vigri». In ca-lendario anche gite sull’Appennino e la tradizionalepuntata a Mirabilandia. Tra le iniziative anche alcuniincontri con giovani protagonisti di storie che testi-moniano la fatica, a lieto fine, della crescita.

Francesca Golfarelli

Estate ragazzi di Sant’Isaia

Rossano Rossi

«Sant’Alberto Magno»: il «Potato camp»

Estate missionaria, venerdìla Messa dei «partenti»

Il «Potato camp»

La premiazione

A cura dell’Acec-Emilia Romagna

CHAPLINP.ta Saragozza 5 Molto forte,051.585253 incredibilmente

vicinoOre 16 - 18.30 - 21

TIVOLIv. Massarenti 418 Piccole bugie 051.532417 tra amici

Ore 21

Tutte le altre sale della comunitàsono chiuse per il periodo estivo.

diocesiMINISTERI ISTITUITI. Domenica 24 alle 17.30 nellaparrocchia di Dodici Morelli il vescovo emerito di Forlìmonsignor Vincenzo Zarri celebrerà la Messa nel corso dellaquale istituirà Accoliti il parrocchiano Brunino Balboni eGioavnni Maccaferri della parrocchia di Santa Maria diGaleazza.

spiritualitàADORAZIONE EUCARISTICA. Oggi, come ogni domenica nelSantuario del Corpus Domini (via Tagliapietre 21) dalle17.30 alle 18.30 Adorazione eucaristica guidata dalleSorelle Clarisse e dai Missionari Identes.SANTO STEFANO. Domenica 24 dalle 9 alle 12nella Biblioteca S. Benedetto del complessodi Santo Stefano (via S. Stefano 24) domIldefonso Chessa, benedettino olivetano epadre Jean-Paul Hernàndez, gesuitaguideranno l’ultimo incontro del percorso«Parole del Qoelet. Dietro al muro del non-senso». Tema: «"Ricordati del tuo creatore"(Qo 12, 1-14)».

associazioni e gruppiGRUPPO COLLEGHI. Il gruppo colleghi Inps-Inail-Asl si incontrerà martedì 19 giugno,per l’ultima catechesi della stagione condon Giovanni Cattani. Appuntamento alle15 presso le suore Missionarie del Lavoro invia Amendola 2 (3° piano).VAI. Il Volontariato assistenza infermiSant’Orsola-Malpighi, Bellaria,Villa Laura, Sant’Anna,Bentivoglio, San Giovanni inPersiceto comunica chel’appuntamento mensile saràmartedì 26 giugno presso lacasa del diacono Fabio Lelli aBoschi di Baricella (viaMarchette 15). Alle 18 Messaper i malati, seguita daincontro e cena insieme.APUN. L’Associazione Apunorganizza per oggi il«Convivio di Giugno» alConvento dell’Osservanza. E’prevista la visita alla Rotondadi Villa Aldini e la proiezionedel film «Le due città" di JackConway». Ritrovo alle 10piazzetta del Conventodell’Osservanza.

musicaSAN SIGISMONDO. Oggi alle 17nella chiesa di SanSigismondo concerto del Coro«Levis Ventus» della chiesauniversitaria di SanSigismondo, diretto daStefano Parmeggiani e dellaCorale Polifonica «Città diPorto Sant’Elpidio», direttoreSauro Argalia.OSSERVANZA. Mercoledì 20alle ore 21 il Coro CaiBologna si esibirà nel chiostrodell’Osservanza.

Corpus Domini, oggi AdorazioneDodici Morelli, due nuovi accoliti

le saledellacomunità

cine

ma

[email protected]

BOLOGNA 7SETTE

Domenica17 giugno 2012 notizie

La scomparsadi Gianni Lanzarini

scomparso giovedì, a 84 an-ni, Gianni Lanzarini, fratello

di Loretta, volontaria del Csg. Natoa Vergato, primo di sei figli, allamorte del padre aveva 17 anni. As-sieme al fratello Angelo di 15 si as-sunse la responsabilità di seguire ifratelli-ni. «Erabuono,sensibi-le, congrandesenso direspon-sabilità.Per noiè stato il"giova-ne padre"» ricorda commossa Lo-retta. Volontario in Curia per 12 an-ni, lascia la moglie Fernanda e lafiglia Annalisa. Ieri i funerali in SanGiovanni Bosco, celebrati da mon-signor Ernesto Vecchi.

’E

La parrocchia di Mercatale per san Giovanniella parrocchia di Mercatale da venerdì 22 a lunedì 25giugno si celebra il patrono San Giovanni Battista.

Venerdì 22 alle 19 apertura stand gastronomico, alle 21«Estate ragazzi show», spettacolo dei ragazzi e animatori diEr. Sabato 23 alle 19 apertura stand gastronomico e alle 21esibizione del Gruppo ballerini della Scuola di ballo«Emporio danza Gabusi». Domenica 24, giorno della festa,alle 9.30 Messa solenne; alle 16.30 Vespro solenne. Alle 19apertura stand gastronomico e alle 20.30 esibizione dipattinaggio artistico dell’«Accademia Skating Fly». Infinelunedì 25 alle 19 apertura stand gastronomico, alle 21Gruppo cantanti «Tippy tay swing», canzoni swing anni ’40 e’50. Durante tutta la festa sarà funzionante il mercatino enei locali del Circolo il «Pozzo di San Patrizio» per le aule dicatechismo.

N

San Giovanni Battista di Casalecchio, si conclude la Decennale eucaristica

a conclusione della 5ª Decennale eucaristica coinci-derà, nella parrocchia di San Giovanni Battista di Ca-

salecchio, con la festa del patrono, domenica 24. Alle20.30 si terrà la Messa solenne, presieduta dal vicario ge-nerale monsignor Giovanni Silvagni; seguirà la proces-sione eucaristica che si concluderà con la benedizione nelcortile dell’asilo «Lamma». Nei giorni precedenti, giovedì21, venerdì 22 e sabato 23, Triduo di preparazione conMessa alle 18 alla quale sono particolarmente invitatigiovedì le famiglie e venerdì i giovani. Da giovedì 21 a lu-nedì 25 la sera nel cortile parrocchiale si terrà la tradi-zionale sagra, con stand gastronomico, pesca, giochi e piccoli complessi dilettantistici ad animare le sera-te: «una festa apprezzata soprattutto perché in stile familiare» sottolinea il parroco don Lino Stefanini. Du-rante l’anno della Decennale diverse sono state le iniziative attuate dalla parrocchia, «tutte indirizzate»spiega don Stefanini «ad alimentare e rafforzare la devozione all’Eucaristia. Non grandi cose, ma fatte be-ne: particolarmente ben riuscita è stata l’iniziativa di un momento di Adorazione, una volta al mese, altermine della Messa parrocchiale domenicale; e molto bella l’ora di Adorazione che, durante le Qua-rant’Ore, hanno svolto oltre una cinquantina di ragazzi del catechismo».

L

Monte San Giovannicelebra il Battista

omenica 24 la parrocchia di Monte SanGiovanni celebra il patrono San Gio-

vanni Battista. Saranno celebrate Messe al-le 8.30 e alle 11; alle 18 concerto nella chie-sa parrocchiale per la rassegna «Corti, chie-se e cortili»: si esibiranno Pamela Lucciari-ni, voce e Luca Scandali, organo. Dalle 16 al-le 23 nel cortile parrocchiale si terrà la sa-gra paesana: bancarelle allestite dai com-mercianti della frazione, stand gastrono-mico e momenti ricreativi per bambini e ra-gazzi. Collabora alla realizzazione della fe-sta il Circolo culturale «L’uomo che verrà».

D

Sant’Antonio di Savena:prima pietra per Casa tre tende

ecessarie da decenni»: così il par-roco don Mario Zacchini definisce

le nuove strutture parrocchiali «Casa tre ten-de» di Sant’Antonio di Savena, delle qualivenerdì 22 alle 19 il cardinale Carlo Caffar-ra porrà simbolicamente la prima pietra.Saranno presenti gli oltre 200 tra ragazzi eanimatori dell’«Estate ragazzi» parrocchia-le, assieme alle loro famiglie. «In realtà il la-voro per le tre strutture è già iniziato» spie-ga don Zacchini «tanto che speriamo di a-verle complete già nell’aprile del 2013. Sitratta di tre "blocchi", denominati appun-to "tre tende": il primo sarà destinato a uf-fici e aule per il catechismo, il secondo con-terrà un grande salone polivalente, il terzoinfine ospiterà la sede del Centro di ascoltoe la "casa" del Gruppo scout. Il tutto per un

complesso di450 metriquadrati». «Lanecessità diqueste strut-ture si sentivada tempo» ri-badisce il par-roco «Bastipensare cheper ospitare

gli oltre 200 dell’"Estate Ragazzi" li dobbia-mo dirottare ogni giorno negli spazi del Vil-laggio del Fanciullo: i nostri infatti attual-mente sono insufficienti».

In memoriaRicordiamo gli anniversari di questa settimana.

19 GIUGNOPinghini don Ernesto (1946)Cassanelli don Luigi (1966)Annuiti don Carlo (1975)

20 GIUGNOBalestrazzi monsignor Andrea(1959)

21 GIUGNOVignudelli don Gaetano (1962)

22 GIUGNOBisteghi monsignor Adelmo(1952)

23 GIUGNOMassa don Amerigo (1948)Gaspari Sua Eccellenzamonsignor Mario Pio (1983)

24 GIUGNOMartelli don Mario (1947)Quattrini don Aldo (1979)

Verzuno inaugura con gioiai locali parrocchiali rinnovati

arà una giornata di gioia, per la piccola parroc-chia di Verzuno, guidata da don Fabio Betti,

quella di domenica 24: non solo perché come ognianno si festeggerà il patrono San Giovanni Battista,ma perché il vicariogenerale monsignorGiovanni Silvagni, checelebrerà la Messa al-le 10 e presiederà lasuccessiva processio-ne con la statua delSanto, inaugurerà poii locali parrocchiali in-teramente ristruttura-ti. «Si tratta di una tor-re del 1300 ampliatanel 1800» spiega don Betti «Era ridotto in condi-zioni fatiscenti, ora è stato ripristinato, reso agibilee adatto alle attività parrocchiali: sono tre sale conle relative pertinenze, cioè bagni e cucina. E tuttoè stato fatto con i risparmi della piccola, ma inge-gnosa comunità». «La zona è molto bella» prosegueil parroco «ed estremamente tranquilla, e quindipensiamo che possa essere un ottimo luogo per lacatechesi, soprattutto quando è bel tempo, ma an-che per incontri comunitari di vario tipo». C’è da ag-giungere che il lieto evento vedrà riunite, a partiredalla Messa, le tre comunità guidate da don Betti:Riola, Savignano e Verzuno. Dopo l’inaugurazione,ci sarà il pranzo dei collaboratori della comunità enel pomeriggio alle 16 Rosario e Vespri. Seguirà laclassica festa paesana, con stand gastronomico, pe-sca e orchestra.

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I «Ragazzi cantori»

Sant’Antonio Maria PucciMessa per padre Lucenti

scomparso il 23 maggio scor-so padre Angelo M. Lucenti,

servita, già parroco di Sant’AntonioMaria Pucci dal 1986 al 2002; il fu-nerale si è celebrato il 25 maggionella Basilica di Santa Maria dei Ser-vi. Una Messa in suffragio sarà ce-lebrata martedì 19 alle 19 nella chiesa parroc-chiale di Sant’Antonio Maria Pucci (viale della Re-pubblica 28). La comunità si ritroverà in preghieraattorno al suo antico Pastore fin dalle 18 per ilRosario e il Vespro.

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Trebbo di Reno onora il patronoa parrocchia di Trebbo di Reno celebra nel-la prossima settimana la festa del patrono

San Giovanni Battista. Venerdì 22 alle 21 nellachiesa parrocchiale riflessione-catechesi di donStefano Culiersi, parroco a Lovoleto e Viada-gola, sul tema «Giovanni Battista ci convoca».Domenica 24, giorno della festa, alle 18 Mes-sa solenne del patrono e benedizione alla lo-calità di Trebbo con le reliquie di San Giovan-ni Battista. A seguire, incontro conviviale. «An-che questo anno» dice il parroco don GregorioPola «lo sguardo di San Giovanni Battista, dal-la nostra pala d’altare, ci accompagnerà a chiu-dere l’Anno pastorale nella rinnovata sequelaall’Agnello di Dio».

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La chiesa di San Giovanni Battista di Casalecchio

«Lercaro», visite alla mostra«Con gli occhi alle stelle»

ell’ambito della mostra «Con gli occhialle stelle. Giovani artisti si confronta-

no col Sacro» in corso alla Galleria d’artemoderna Raccolta Lercaro (via Riva di Reno57) una visita guidata sarà condotta dal ge-suita Andrea Dall’Asta mercoledì 20 alle20.45; al termine sarà offerto un piccolobuffet. Sa-bato 23 alle16 visita al-le opere diFrancescoArecco «Ar-ca: tempo eluogo di u-na possibi-le salvezza»condottada MariaRapagnetta, con il metodo «Incontrarsi nel-l’arte»; massimo 20 persone, obbligatoriala prenotazione al tel. 0516566210 - 211 oe-mail: [email protected] Nonsi tratta di una visita guidata tradizionale,ma di un percorso artistico condotto da-vanti ad alcune opere, partendo dalle e-mozioni che esse suscitano in ciascuno deipartecipanti. E anche l’Ucai si recherà in vi-sita alla mostra sempre mercoledì alle 15.30:«un’occasione importante» spiegano i re-sponsabili «per vedere e conoscere il rap-porto dei giovani, attraverso l’arte, con la tra-scendenza».

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Lizzano, canonicae oratorio estivo

a parrocchia di Lizzano in Belve-dere ospita nell’ampia canonica

dotata di camere con bagno sacerdo-ti, religiosi e religiose, familiari del cle-ro e persone legate per servizi alle co-munità. La casa offre tutti i servizi,compresa la biancheria. Ampia libertàper fare passeggiate, e abbastanza a-gevole frequentare le Terme di Por-retta. Sempre nella parrocchia di Liz-zano, oratorio estivo dal 2 luglio all’11agosto: bambini e ragazzi dai 4 ai 14anni possono essere accolti, dalle 8 al-le 17 compreso il pranzo (dal lunedì alvenerdì e sabato mattina), in una gran-de casa, Villa Sandiford, circondata daun bellissimo parco recintato. L’orato-rio, di tipo salesiano, è gestito da gio-vani volontari che cooperano con i Sa-lesiani: gli «Amici del Sidamo», che rea-lizzano progetti di sviluppo in Etiopiae fanno servizio a Lizzano da oltre 20anni. Per entrambe le cose info e pre-notazioni: tel. 053451015 -3397999639.

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Don Ligabue lascia Santa Caterina di via Saragozzaaggiunto il 43°anno di vita sacerdotale, dopo essere stato cappellano ad Altedo,a San Bartolomeo della Beverara e parroco a San Martino, monsignor Celso Li-

gabue lascia questa domenica Santa Caterina di via Saragozza dove era parroco dal1992, per tornare a Formigine (Mo). Chi vorrà sentire le sue omelie dovrà quindi an-dare un po’ più lontano. Don Celso è infatti noto per parlarecon il cuore, senza tuttavia lasciarsi andare ai sentimentalismi.Innamorato del Vangelo, testimonia la sua fede con la ragio-nevolezza di un intelletto brillante, capace tanto di chinarsi su-gli argomenti più delicati, quanto di aprirsi alla battuta e all’i-ronia. Complice una formazione maturata dal 1974 sui trenidell’Unitalsi e quel buonsenso ereditato dai campi e ben a-malgamato agli studi classici e teologici, Don Celso ha la libertàdei grandi: quella sicurezza di sé che rende capaci di accoglie-re. Quel prete dall’aspetto altero e statuario, di elegante por-tamento, capelli bianchi e occhi azzurri, che, in questi giorni,qualcuno può ancora aver visto sotto i portici di via Saragozza,è uomo capace della più grande amicizia, ossia di quella raraesperienza umana che lascia ciascuno nella solitudine dellapropria libertà, pur consolandola con la certezza della propria presenza. Un tale ca-risma è maturato nella quotidiana contemplazione dei movimenti di Cristo nei Van-geli. Lungi da derive intellettualistiche, don Celso si è costruito giorno per giorno nel-l’imitazione del Maestro, traendo infime da Lui anche la determinazione. Così, avendoribadito con forza di non volere né feste né addii oltre alla Messa domenicale, checelebrerà alle 11.15, egli continuerà la sua missione a Formigine, nella parrocchiadei suoi familiari, «figlio» della diocesi di Bologna ma altrettanto parrocchiano del-la Chiesa e cittadino del mondo, nella libertà con cui egli ama definirsi. (L.B.)

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San Luca, la vita liturgica continuaonostante la chiusura a causa del terremoto, ilSantuario della Beata Vergine di San Luca pro-

segue la sua vita liturgica e continua ad accogliere ipellegrini che vi si recano, nella cripta che è rimastaaperta; sono invece sospese, e rimandate alla riaper-tura, le iniziative previste per luglio, quali concerti eaperture serali. Per quanto riguarda l’orario delle Mes-se, quelle festive sono alle 8 in cripta e alle 9, 10.30 e17.30 nel piazzale; sono a-bolite le Messe delle 12 e del-le 16.15; quelle feriali sonoalle 7.30, 9.30 e 10.30, è a-bolita quella delle 16. A co-municarlo è il vicario arcive-scovile della Basilica, mon-signor Arturo Testi. «In que-sta emergenza» dice «per noimolto lieve in confronto atanti nostri fratelli e sorelleprivi della chiesa e che vivo-no nelle tendopoli, voglio esprimere il mio ringrazia-mento più sincero e affettuoso a coloro che hanno do-nato la loro collaborazione con gioia e fatica, in mo-do tale da continuare ad accogliere in questo nostroSantuario i pellegrini». «A loro» prosegue « abbiamocercato di offrire alcune realtà molto belle, in cripta.Anzitutto, l’altare del Santissimo Sacramento è visibi-le e vi è l’effettiva possibilità di fermarsi e scoprire l’A-dorazione. Poi, l’Icona della Madonna è posta al cen-tro, in modo da poterla pregare molto da vicino, ad-dobbata anche con la fioriera. La cripta inoltre è unluogo adatto per il silenzio e la preghiera personale;è possibile anche accendere i ceri e approfittare deiricordini. Approfitto dell’occasione per invitare allegenerosità: le offerte si possono dare alle suore o a me».

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I locali rinnovati

Vidiciatico, la Casa per ferie a prima Casa per Ferie, voluta dall’Onarmo edal suo fondatore monsignor Giulio Salmi, ven-

ne aperta nell’estate del 1947 ad Alba di Canazei,costituendo fin da subito un valido strumento peri lavoratori e le loro famiglie nel contesto delle va-canze. È oggi la Fondazione «Pallavicini Famigliae Lavoro», nata quattro anni fa come costola del-la Fondazione Gesù Divino Operaio, a gestire bencinque Case per Ferie. Le altre sono a Vidiciatico,a Pinarella di Cervia, a San Vigilio di Marebbe e aSan Silvestro di Dobbiaco. La Casa «San Michele Ar-cangelo» a Vidiciatico, è situata nel centro storicodel paese in posizione silenziosa, vicina al Parcodel Corno alle Scale ed è dotata inoltre di un am-

pio giardino i-deale per le atti-vità all’aria aper-ta. Vi è poi l’op-portunità di mo-menti comunita-ri di preghieranella Cappella.Vidiciatico è unameta di vacanza davvero unica per le tante atti-vità sportive da praticare, le escursioni, i santua-ri, come quello della Madonna dell’Acero, oltre aicaratteristici borghi da visitare. Per info e preno-tazioni: 051-6418810.

Saverio Gaggioli

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Don Celso Ligabue

Gianni Lanzarini

La vetrata della chiesa

Il cantiere dell’opera

Un’opera in mostraSan Luca

Padre LucentiLa Casa per ferie di Vidiciatico

San Giovanni in Persiceto,il cardinale per il patrono

omenica 24 la parrocchia di San Giovanni in Persiceto celebrerà,come ogni anno, la festa del patrono San Giovanni Battista. Que-

st’anno la festa sarà caratterizzata da una parte dalla solennità, vistoche la Messa delle 11 (che sostituisce quelle delle 10 e 11.30) sarà ce-lebrata dal cardinale Carlo Caffarra, che istituirà anche Accolito il par-rocchiano Domenico Papa; dall’altra dal dramma del terremoto, a cau-sa del quale le chiese sono state chiuse e la celebrazione del Cardi-nale, come tutte le Messe domenicali, si terrà nel tendone allestitonel cortile della parrocchia. «Da noi i danni del sisma sono stati limi-tati» spiega il parroco don Giovanni Bonfiglioli «ma a poca distanzada noi il terremoto ha fatto grossi danni, e la popolazione continuaad essere molto spaventata. Per questo siamo grati all’Arcivescovo, cheverrà per celebrare con noi il nostro patrono, ma anche per condivi-dere una situazione non facile e per invitarci alla speranza». Il pro-gramma della giornata prevede poi un altro momento importante: ilconcerto dei «Ragazzi cantori di San Giovanni in Persiceto - LeonidaPaterlini», diretti da Marco Arlotti, alle 21 nella palestra dell’asilo «A-mici dei bambini» gestito dalla suore Minime.

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