Pagina99 2014.04.26

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WWW.PAGINA99 .IT IL QUOTIDIANO DEL WEEKEND 26 APRILE | 2 MAGGIO 2014 ANNO 1 N. 39 EURO 3,00 Storie Investire e assumere in Italia AsdoMar, la scommessa di Vito Gulli 10 Mappe Lipsia la nuova Berlino. Polo di attrazione per scrittori e musicisti 14 | 15 Idee Con i social network diminuisce la fiducia negli altri. I rischi dell’ hate speech 26 | 27 Tendenze L’hipster contemporaneo, poco amato, specchio di una generazione fragile 28 | 29 La polizia “bonifica” le favelas. Ma la violenza investe la città mondiali, guerra e pace a Rio MARIO TAMA/GETTY DAVID GALLERANO n Circa 400mila turisti sono attesi a Rio de Janeiro per assistere a sei delle sessanta- quattro partite del Mondiale di calcio. Ogniqualvolta alzeranno lo sguardo, at- traverso le finestre dei loro alberghi o i fine- strini dei loro taxi, verso una delle decine di favelas della zona sud di Rio - l’area ricca della città - potranno vedere un gigantesco cartello con su scritto Upp. Molti non sa- pranno nemmeno dire di che si tratta. Eppure c’è chi giura che quel cartello sia lì proprio per loro. La “pacificazione” delle favelas di Rio de Janeiro attraverso le Upp (Unidades de Po- licia Pacificadora) è forse il più importante progetto di sicurezza pubblica realizzato in Brasile negli ultimi trent’anni. In ogni tappa del suo sviluppo ha attratto l’attenzione spasmodica dei media. Il suo ideatore, l’assessore alla pubblica sicurezza di Rio de Janeiro Josè Mariano Beltrame, è oggi una delle figure pubbliche più note del paese. Oltre a diversi tentativi di imitazione in Brasile e all’estero, il programma può vantare una considerevole riduzione degli omicidi nelle favelas (almeno fino al 2013). Ma che cos’è davvero la pacificazione? n Il Piemonte, secondo un’indagine del centro studi di Confindustria, è la regione quarta in classifica, dopo Lazio, Lombardia e Veneto, nel- lo sperpero delle risorse pubbliche attraverso le società partecipate. Con un miliardo di euro di costi complessivi delle partecipazioni: in tutto 7.061. E la maggior parte di enti, società, organi- smi non producono servizi, bensì servono a mantenere lo status quo nella giostra delle pol- trone. Gli investimenti sono in gran parte in aree industriali e in immobili, che producono perdi- te, accumulano debiti e non offrono servizi. Non sono quindi appetibili in un mercato bloccato dalla crisi. Sono 58 le partecipazioni dirette o in- dirette, numero ingannevole perché ogni ente o società si disperde fra i mille rivoli di diverse ra- mificazioni che si perdono in società private milioni & poltrone sprechi in Piemonte I NUMERI 3 miliardi È il valore della merce rubata ogni anno nei supermercati italiani, 150 euro a famiglia pagina 11 78% La percentuale di quanti ritengono moral- mente inaccettabile l’infedeltà coniugale secondo il Pew Reserch Centre pagina 19 1600 Sono i miliardi, l’equivalente del Pil italia- no, che deriverebbero da tasse sulle emis- sioni inquinanti pagina 20/21 50% A tanto corrispondono i 188 milioni di in- cassi di 155 film italiani per un budget com- plessivo di 357 milioni. pagina 32/33 1999 L’anno di uscita di “Notting hill”, il film con Hugh Grant e Julia Roberts che ha reso fa- moso il quartiere di Londra. pagina 44 PUBBLICAZIONE SETTIMANALE CINEMA Nicole diventa Grace pagine 34 e 35 y(7HC2I3*SKKKKO( +&!"!"!@!} GIAPPONE Un popolo obbediente pagine 16 e 17 u segue a pagina 2 u alle pagine 6 e 7 CRISTINA GIUDICI

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  • WWW.PAG I N A 99 .IT ILQUOTIDIANODELWEEKEND 26 APRILE | 2 MAGGIO 2014 ANNO 1 N. 39 EURO 3 ,0 0

    Storie Investire eassumere in ItaliaAsdoMar, la scommessadi Vito Gulli 10

    Mappe Lipsia la nuovaBerlino. Polo diattrazione per scrittorie musicisti 14 | 15

    Idee Con i socialnetwork diminuisce lafiducia negli altri. I rischidell hate speech 26 | 27

    Tendenze Lhipstercontemporaneo, pocoamato, specchio di unagenerazione fragile 28 | 29

    La polizia bonifica le favelas. Ma la violenza investe la citt

    mondiali, guerra e pace a RioMARIO TAMA/GETTY

    DAVID GALLERANO

    n Circa 400mila turisti sono attesi a Rio deJaneiro per assistere a sei delle sessanta-quattro partite del Mondiale di calcio.

    Ogniqualvolta alzeranno lo sguardo, at-traverso le finestre dei loro alberghi o i fine-

    strini dei loro taxi, verso una delle decine difavelas della zona sud di Rio - larea riccadella citt - potranno vedere un gigantescocartello con su scritto Upp. Molti non sa-pranno nemmeno dire di che si tratta.

    Eppure c chi giura che quel cartello sia lproprio per loro.

    La pacificazione delle favelas di Rio de

    Janeiro attraverso le Upp (Unidades de Po-licia Pacificadora) forse il pi importanteprogetto di sicurezza pubblica realizzato inBrasile negli ultimi trentanni.

    In ogni tappa del suo sviluppo ha attrattolattenzione spasmodica dei media. Il suoideatore, lassessore alla pubblica sicurezzadi Rio de Janeiro Jos Mariano Beltrame,

    oggi una delle figure pubbliche pi note delpaese. Oltre a diversi tentativi di imitazionein Brasile e allestero, il programma puvantare una considerevole riduzione degliomicidi nelle favelas (almeno fino al 2013).Ma che cos davvero la pacificazione?

    n Il Piemonte, secondo unindagine del centrostudi di Confindustria, la regione quarta inclassifica, dopo Lazio, Lombardia e Veneto, nel-lo sperpero delle risorse pubbliche attraverso lesociet partecipate. Con un miliardo di euro dicosti complessivi delle partecipazioni: in tutto7.061. E la maggior parte di enti, societ, organi-smi non producono servizi, bens servono amantenere lo status quo nella giostra delle pol-trone. Gli investimenti sono in gran parte in areeindustriali e in immobili, che producono perdi-te, accumulano debiti e non offrono servizi. Nonsono quindi appetibili in un mercato bloccatodalla crisi. Sono 58 le partecipazioni dirette o in-dirette, numero ingannevole perch ogni ente osociet si disperde fra i mille rivoli di diverse ra-mificazioni che si perdono in societ private

    milioni & poltronesprechi in Piemonte I NUMERI

    3 miliardi il valore della merce rubata ogni anno neisupermercati italiani, 150 euro a famiglia

    pagina 11

    78 %La percentuale di quanti ritengono moral-mente inaccettabile linfedelt coniugalesecondo il Pew Reserch Centre pagina 19

    1600Sono i miliardi, lequivalente del Pil italia-no, che deriverebbero da tasse sulle emis-sioni inquinanti pagina 20/21

    50%A tanto corrispondono i 188 milioni di in-cassi di 155 film italiani per un budget com-plessivo di 357 milioni. pagina 32/33

    1 999Lanno di uscita di Notting hill, il film conHugh Grant e Julia Roberts che ha reso fa-moso il quartiere di Londra. pagina 44

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    CINEMANicole diventa Grace

    pagine 34 e 35y(7HC2I3

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    GIAPPONEUn popolo obbediente

    pagine 16 e 17

    u segue a pagina 2

    u alle pagine 6 e 7CRISTINA GIUDICI

  • 2 | STORIE | pagina 99we | sabato 26 aprile 2014 sabato 26 aprile 2014 | pagina 99we | STORIE | 3

    I NUMERIl l

    n Nella terza stagione di The Wire,tra le serie televisive americane piacclamate dalla critica, il maggioreBunny Colvin crea Hamsterdam,unarea della citt di Baltimora nel-la quale i trafficanti di droga posso-no svolgere il loro lavoro in santapace, niente pi arresti, retate,blitz.

    In cambio i trafficanti prometto-no di non spostare i loro affari al difuori dellarea designata. Un accor-do col crimine per pacificare B a l-timora, tra le citt pi violente dA-merica, recuperando al controllodello Stato le sue aree pi povere eabbandonate. Laccordo, informa-le, d il via a un circolo virtuoso: conla pace diminuiscono i reati e laviolenza, aumenta il morale dellacomunit, e finalmente lo Stato rie-sce ad arrivare nelle aree disagiatedella citt e a fornire dei servizi fon-damentali.

    Il processo di pacificazione diRio de Janeiro, inaugurato nel no-vembre 2008 con linstallazionedella prima Upp nella piccola faveladi Santa Marta, zona sud della citt, il frutto di unanalisi analoga aquella del maggiore Colvin: interearee della citt erano dagli anni Ot-tanta sotto il giogo del traffico didroga e pressoch inaccessibili alleistituzioni.

    Nella maggior parte delle favelaslo Stato si faceva vedere soltantocon saltuarie e violente sortite poli-ziesche che mettevano a repenta-glio la vita degli abitanti. La guerraal traffico, inutile e dispendiosa, im-pediva alla polizia lo svolgimentodelle sue funzioni normali.

    Un contesto affine, quello in cuierano costretti a lavorare Colvin eBeltrame, per una strategia dagliaspetti quasi opposti: perch se nei

    corners di Baltimora la pace venivaconcordata, nelle favelas di Rio vie-ne imposta.

    Dal momento in cui il governato-re di Rio de Janeiro annuncia pub-blicamente la pacificazione di unanuova favela, seguono alcune setti-mane di preparazione tattica. Poi,nel giorno designato, battaglionidelle operazioni speciali della Poli-zia militare, Bope e Batalhao deChoque, supportati a volte - nel casodelle comunit pi grandi - da re-parti dellesercito e della marina,penetrano nella favela e la occupa-no. Nella maggior parte dei casi nonhanno nemmeno bisogno di com-battere, perch i trafficanti sono giemigrati altrove. Dopo aver issato labandiera del Brasile al culmine diuna solenne cerimonia pubblica,segue un periodo di pattugliamentodella polizia civile. Poi finalmenteviene installata lUpp, lunit di po-lizia pacificatrice che dovr ga-rantire dora in poi la sicurezza degliabitanti della favela. formata dagiovani reclute educate ai princpi

    del policiamento comunitario:presenza ininterrotta nelle aree dicompetenza e dialogo costante con icittadini.

    Lo scorso 30 marzo stato occu-pato il gigantesco Complexo do Ma-r (130mila abitanti), dove prestosar installata la trentanovesimaUpp. E proprio questultima opera-zione ha rinfocolato i dubbi e le cri-tiche che circondano il programmasin dal suo esordio. Al Mar, infatti,la guerra non cessa. Solo nellultimasettimana due morti: Terezinha Ju-stino, 67 anni, e Jefferson Da Silva,18, sono stati colpiti e uccisi - in mo-menti diversi - da due pallottole va-ganti. Ma il momento pi critico

    per la reputazione del programmarisale allo scorso luglio, in seguitoalla sparizione del muratore Ama-rildo de Souza, scambiato per untrafficante e condotto dalla poliziamilitare nella caserma dellUpp diRocinha, zona sud di Rio. E di lscomparso. La campagna viraleCad Amarildo? (Dov Amaril-do) tuttoggi una colata di fangosullimmagine del programma.

    Altro episodio difficile quellocapitato nella favela di Pavao-Pa-vaozinho il 22 aprile, dove si sospet-ta che la polica militar abbia pesta-to a morte un ballerino professioni-sta, Douglas Rafaele De Silva,scambiato per uno spacciatore. La

    morte ha scatenato una guerrigliaurbana in citt che ha fatto almenoun morto e un ferito.

    Proprio in quei giorni difficili ilColonnello Frederico Caldas, exportavoce della Polcia Militar, ve-niva nominato comandante gene-rale dellUpp. Caldas, 48 anni, da 29in polizia, la macchia vermiglia sulsuo occhio destro testimonia comealcune delle favelas pacificate sianoancora in guerra: Il 16 febbraioscorso. Mi chiamano allalba perdirmi che ci sono attacchi in corso alComplexo Do Alemao [enorme fa-vela pacificata nella zona nord diRio]. Decidiamo di salire in cima.Siamo in un vicolo stretto. Tre poli-ziotti col fucile, il maggiore e io. Al-limprovviso partono dei colpi. Duemi passano vicino e sollevano fram-menti di parete che mi finiscononellocchio. Mi hanno messo settepunti ma sto recuperando bene.

    Negli ultimi mesi i principali car-telli del traffico carioca - ComandoVermelho e Amigos dos Amigos -

    ma la violenzaora contagiai quartieri bene

    VERSO I MONDIALI VERSO IL MONDIALI

    Brasile | Il programma Upp trasforma i rapporti

    di potere nelle favelas. I criminali lasciano il campo

    allo Stato. Calano gli omicidi, aumentano stupri

    e furti, prima puniti dalla giustizia dei trafficanti.

    E i reati crescono nelle strade fuori dagli slum

    sembrano aver intensificato la lottacontro il processo di pacificazione.Lallarme tale che il governatoredi Rio, Sergio Cabral, ha da pocochiesto al presidente Rousseff rin-forzi militari a difesa dellUpp, ciche suona come un tradimento del-la transizione pacifica promessa al-lopinione pubblica. Per il colonnel-lo si tratta di una misura necessaria:Nel 95 si arriv a 70 omicidi per100mila abitanti. Numeri da guer-

    ra. Oggi siamo a 24. Solo dieci annifa Rio era un luogo decadente, i suoicieli erano solcati da spari, vedevigente attraversare la strada col fuci-le in mostra. Se la citt ha cambiatofaccia molto si deve allUpp. E se cuna resistenza al cambiamento ilgoverno federale deve mobilitarsi.Ma le critiche al programma non silimitano alla rediviva attivit deitrafficanti. Che questi ultimi non sisarebbero arresi facilmente era pre-

    visto. Come era previsto che ne ri-manessero molti in libert.

    Le occupazioni vengono annun-ciate con largo anticipo proprio perevitare bagni di sangue al momentodella retomada. Molti criminali rie-scono a fuggire e si riorganizzano,ma nel frattempo perdono il loroterritorio in favore dello Stato. Eraanche previsto che il trasferimentodautorit nelle favelas generassescompensi. Le statistiche dicono

    che sono diminuiti gli omicidi mache sono aumentati stupri e furti, fi-no a oggi puniti con pene severissi-me dalla giustizia alternativa impo-sta dai trafficanti.

    Quello che non era previsto, per,era che aumentassero i reati com-messi sullasfalto (cio fuori dallefavelas): scippi e furti di macchinasono in clamorosa crescita. Po-trebbe essere un effetto collaterale -ammette Caldas -, con le Upp moltidelinquenti comuni hanno perso leloro entrate e sono costretti a ripo-sizionarsi sul mercato.

    Una beffa clamorosa, se fosse ve-ro quello che dicono molti critici delprogramma, e cio che il senso ulti-mo della pacificazione era metterein sicurezza la citt per larrivo deituristi dei grandi eventi - Mondiali2014 e Olimpiadi 2016. Il progettoUpp si potuto espandere grazie aigrandi eventi ma non nasce perquesto, assicura Caldas. In effetti,dopo uniniziale predilezione per lazona sud (quasi completamente pa-cificata) e per i dintorni del Maraca-n - dove il pi dei turisti stazioner

    - il programma ha toccato diverseenclave della zona nord, lontane daicentri dinteresse turistico. Dove in-vece ancora latitante nella Bai-xada Fluminense - zona Ovest -centro di dominio della milizia e

    area col pi alto tasso di criminalitnella cidade maravilhosa. Organiz-zazioni paramilitari illegali formateda poliziotti e ex poliziotti, le miliziecontrollano di fatto circa la metdelle favelas di Rio. Diversamenteda dove dominano i trafficanti, nel-le favelas della milizia il traffico didroga di regola molto limitatomentre il legame con la politica lo-

    mille favelas, un milionee 700mila personen Rio de Janeiro conta circamille favelas. Si stima che ciabitino 1.700.000 persone, il14 % della popolazione totale.Dallesordio del programmadi pacificazione, sono stateimpiantate 39 Upp (Unidadesde Policia Pacificadora), con ilcompito di vigilare sulla sicu-rezza di circa 250 favelas.

    La nuova Policia Pacifica-dora si avvale del contributodi 12.500 agenti provenienti

    dal centro di reclutamentodella Policia Militar.

    Il rapporto agenti/cittadini,cruciale nella filosofia del p o-liciamento comunitario, variadagli 88,2 per mille abitantinella favela di Babilonia ai 9,1nella Cidade de Deus, con unamedia che si aggira intorno al30 per mille.

    Numeri impressionanti, sesi pensa che in Italia (terzopaese al mondo in questa clas-

    sifica) il rapporto di 4,75 permille.

    Tutto ci ha un costo moltoalto (e secondo alcuni insoste-nibile nel lungo periodo): permantenere il contingente dipacificazione, il governo diRio de Janeiro spende ognianno un minimo di 720 milio-ni di Reais (circa 233 milionidi euro).

    Quanto ai risultati, alli n t e r-no delle favelas, nel 2013, so-no stati estremamente positi-vi, quasi una rivoluzione: levittime di morte violenta sonodiminuite del 75%.

    Le morti dovute a interventidella polizia sono crollate inmedia da 0,5 a 0,12 al mese.

    In compenso si sono molti-plicati i casi di violenza dome-stica e di stupro.

    Pesano su questi ultimi datila sospensione della giustiziaalternativa imposta dai traffi-canti e laumento delle denun-ce alle autorit statali.

    Dal 2013 - prendendo inconsiderazione dati relativi al-lintero Stato di Rio non es-sendo ancora disponibili sullefavelas- si rileva uninversionedi tendenza: gli omicidi sonoaumentati del 15 % rispetto al2012.

    Risultano in forte aumentoanche i tentativi di omicidio(+7%), gli scippi (+17%) e ifurti di auto (+19%).

    MARIO TAMA/GETTY IMAGES

    MARIO TAMA/GETTY IMAGES

    RIO DE JANEIRO Sopra bambininello slum pacificato di Cantagalovicino a Copacabana e alla spiaggia diIpanema.A destra, elicotteri sorvolano la faveladi Mare.Sotto, ragazzi giocano a calcio sullaspiaggia di Ipanema

    sommario

    n STORIE | pagine 2 -1 1

    Mondiali tra guerra e paceLapertura dedicata alla controver-sa pacificazione nelle favelas brasi-liane. I criminali lasciano il campo al-lo Stato. Mentre si attendono 400mi-la turisti per i Mondiali di calcio, ca-lano gli omicidi, ma aumentano stu-pri e furti, prima puniti dalla giustiziadei trafficanti. E i reati crescono nellestrade fuori dagli slum. Lo sviluppoeconomico c stato, ma fortementediseguale. A seguire uninchiesta sul-le partecipate pubbliche in Veneto,sono 7.061, moltiplicano perdite e ac-cumulano debiti. Costano un miliar-do di euro. Poi due pagine sui movi-menti antieuro in Europa, compresalItalia. Per chiudere una lunga inter-vista al signor AsdoMar a capo diunazienda virtuosa che investe inItalia, e poi un viaggio nei consumidiseguali dei supermercati italianidove aumentano le vendite di prodot-ti di lusso e i furti.

    n MAPPE | pagine 1 2 -1 9

    Sapore dEuropa a MontecitorioTra le leggi approvate dal nostro Par-lamento sono molte quelle che rece-piscono le direttive Ue. Tanti i decretie le proposte stravaganti, ma lItalia anche ai primi posti per le infrazioni.A seguire due reportage da Lipsia:tanti artisti e affitti in salita, la nuo-va Berlino. E poi un reportage dalGiappone, dentro la cultura dellob-bedienza e della collettivit che orariaccende il nucleare con oltre 50reattori nonostante Fukushima. Suc-cessivamente notizie sui conflitti am-bientali, guerre per la terra e per il pe-trolio. Poi lindagine del Pew Resear-ch Centre che ha interrogatole persone di 40 paesi su gay, sesso,gioco e alcool. La foto che ne esce quella di un mondo moralista

    n INNOVAZIONI | pp 20-23

    Sar la finanza a salvarci dalglobal warmingInvestimenti per 1.600 miliardi didollari allanno serviranno a evitareun aumento di 2 gradi della tempera-tura globale. A seguire ultime novithi-tech, nanotecnologie, occhiali chesimulano emozioni e una app percombattere il jet-lag.

    n IDEE | pagine 24 -3 1

    Le icone di Luigi GhirriAl festival di Reggio Emilia omaggioal grande fotografo tra icone, paesag-gi, architetture. A seguire una ricercache punta il dito contro i social net-work: fanno calare la fiducia nei con-fronti degli estranei. E poi una doppiapagina sulla subcultura hipster con-temporanea, poco amata, ma spec-chio di una generazione fragile cheattinge agli stili passati. E un ritrattodel grande economista Federico Caf-f e dei suoi allievi.

    n ARTI | pagine 32-43

    LOscar non basta, il piattopiange ancoraTutti i dati della produzione cinema-tografica italiana che raccoglie la me-t di quanto investe. E poi le uscitenelle sale a partire dal film su Grace diMonaco. A seguire la storia della pro-duzione giovanile del pittore Munchraccontata a fumetti. La musica daascoltare e un viaggio in Islanda in-credibile terra isolata tra ghiaccio efuoco. La nuova scena narrativa ira-niana, oltre gli stereotipi. E poi ma-ledetti veneti: lettera allo scrittoreFrancesco Maino che ha dato formaa uninvettiva crudele e spietata dellasua regione. E ancora fotografia emoda con i nuovi anti-modelli.

    n OZII | pagine 44-48

    Un sabato a Notting hillPer chiudere un percorso tra i sapori ele migliori cantine siciliane. Infine inostri giochi e il cruciverba.

    Il costo della vita aumenta.Ora si pagano servizi comegas, acqua e luce primaforniti dai narcotrafficanti

    Polizia ed esercitooccupano il territorio.Poi viene installatala forza di pacificazione

    u segue a pagina 4

    u segue dalla prima

    MORRO DO ALEMAO Bambini nella piscina confiscata a un boss GETTY

    SERGIO MORAES/REUTERS

  • 2 | STORIE | pagina 99we | sabato 26 aprile 2014 sabato 26 aprile 2014 | pagina 99we | STORIE | 3

    I NUMERIl l

    n Nella terza stagione di The Wire,tra le serie televisive americane piacclamate dalla critica, il maggioreBunny Colvin crea Hamsterdam,unarea della citt di Baltimora nel-la quale i trafficanti di droga posso-no svolgere il loro lavoro in santapace, niente pi arresti, retate,blitz.

    In cambio i trafficanti prometto-no di non spostare i loro affari al difuori dellarea designata. Un accor-do col crimine per pacificare B a l-timora, tra le citt pi violente dA-merica, recuperando al controllodello Stato le sue aree pi povere eabbandonate. Laccordo, informa-le, d il via a un circolo virtuoso: conla pace diminuiscono i reati e laviolenza, aumenta il morale dellacomunit, e finalmente lo Stato rie-sce ad arrivare nelle aree disagiatedella citt e a fornire dei servizi fon-damentali.

    Il processo di pacificazione diRio de Janeiro, inaugurato nel no-vembre 2008 con linstallazionedella prima Upp nella piccola faveladi Santa Marta, zona sud della citt, il frutto di unanalisi analoga aquella del maggiore Colvin: interearee della citt erano dagli anni Ot-tanta sotto il giogo del traffico didroga e pressoch inaccessibili alleistituzioni.

    Nella maggior parte delle favelaslo Stato si faceva vedere soltantocon saltuarie e violente sortite poli-ziesche che mettevano a repenta-glio la vita degli abitanti. La guerraal traffico, inutile e dispendiosa, im-pediva alla polizia lo svolgimentodelle sue funzioni normali.

    Un contesto affine, quello in cuierano costretti a lavorare Colvin eBeltrame, per una strategia dagliaspetti quasi opposti: perch se nei

    corners di Baltimora la pace venivaconcordata, nelle favelas di Rio vie-ne imposta.

    Dal momento in cui il governato-re di Rio de Janeiro annuncia pub-blicamente la pacificazione di unanuova favela, seguono alcune setti-mane di preparazione tattica. Poi,nel giorno designato, battaglionidelle operazioni speciali della Poli-zia militare, Bope e Batalhao deChoque, supportati a volte - nel casodelle comunit pi grandi - da re-parti dellesercito e della marina,penetrano nella favela e la occupa-no. Nella maggior parte dei casi nonhanno nemmeno bisogno di com-battere, perch i trafficanti sono giemigrati altrove. Dopo aver issato labandiera del Brasile al culmine diuna solenne cerimonia pubblica,segue un periodo di pattugliamentodella polizia civile. Poi finalmenteviene installata lUpp, lunit di po-lizia pacificatrice che dovr ga-rantire dora in poi la sicurezza degliabitanti della favela. formata dagiovani reclute educate ai princpi

    del policiamento comunitario:presenza ininterrotta nelle aree dicompetenza e dialogo costante con icittadini.

    Lo scorso 30 marzo stato occu-pato il gigantesco Complexo do Ma-r (130mila abitanti), dove prestosar installata la trentanovesimaUpp. E proprio questultima opera-zione ha rinfocolato i dubbi e le cri-tiche che circondano il programmasin dal suo esordio. Al Mar, infatti,la guerra non cessa. Solo nellultimasettimana due morti: Terezinha Ju-stino, 67 anni, e Jefferson Da Silva,18, sono stati colpiti e uccisi - in mo-menti diversi - da due pallottole va-ganti. Ma il momento pi critico

    per la reputazione del programmarisale allo scorso luglio, in seguitoalla sparizione del muratore Ama-rildo de Souza, scambiato per untrafficante e condotto dalla poliziamilitare nella caserma dellUpp diRocinha, zona sud di Rio. E di lscomparso. La campagna viraleCad Amarildo? (Dov Amaril-do) tuttoggi una colata di fangosullimmagine del programma.

    Altro episodio difficile quellocapitato nella favela di Pavao-Pa-vaozinho il 22 aprile, dove si sospet-ta che la polica militar abbia pesta-to a morte un ballerino professioni-sta, Douglas Rafaele De Silva,scambiato per uno spacciatore. La

    morte ha scatenato una guerrigliaurbana in citt che ha fatto almenoun morto e un ferito.

    Proprio in quei giorni difficili ilColonnello Frederico Caldas, exportavoce della Polcia Militar, ve-niva nominato comandante gene-rale dellUpp. Caldas, 48 anni, da 29in polizia, la macchia vermiglia sulsuo occhio destro testimonia comealcune delle favelas pacificate sianoancora in guerra: Il 16 febbraioscorso. Mi chiamano allalba perdirmi che ci sono attacchi in corso alComplexo Do Alemao [enorme fa-vela pacificata nella zona nord diRio]. Decidiamo di salire in cima.Siamo in un vicolo stretto. Tre poli-ziotti col fucile, il maggiore e io. Al-limprovviso partono dei colpi. Duemi passano vicino e sollevano fram-menti di parete che mi finiscononellocchio. Mi hanno messo settepunti ma sto recuperando bene.

    Negli ultimi mesi i principali car-telli del traffico carioca - ComandoVermelho e Amigos dos Amigos -

    ma la violenzaora contagiai quartieri bene

    VERSO I MONDIALI VERSO IL MONDIALI

    Brasile | Il programma Upp trasforma i rapporti

    di potere nelle favelas. I criminali lasciano il campo

    allo Stato. Calano gli omicidi, aumentano stupri

    e furti, prima puniti dalla giustizia dei trafficanti.

    E i reati crescono nelle strade fuori dagli slum

    sembrano aver intensificato la lottacontro il processo di pacificazione.Lallarme tale che il governatoredi Rio, Sergio Cabral, ha da pocochiesto al presidente Rousseff rin-forzi militari a difesa dellUpp, ciche suona come un tradimento del-la transizione pacifica promessa al-lopinione pubblica. Per il colonnel-lo si tratta di una misura necessaria:Nel 95 si arriv a 70 omicidi per100mila abitanti. Numeri da guer-

    ra. Oggi siamo a 24. Solo dieci annifa Rio era un luogo decadente, i suoicieli erano solcati da spari, vedevigente attraversare la strada col fuci-le in mostra. Se la citt ha cambiatofaccia molto si deve allUpp. E se cuna resistenza al cambiamento ilgoverno federale deve mobilitarsi.Ma le critiche al programma non silimitano alla rediviva attivit deitrafficanti. Che questi ultimi non sisarebbero arresi facilmente era pre-

    visto. Come era previsto che ne ri-manessero molti in libert.

    Le occupazioni vengono annun-ciate con largo anticipo proprio perevitare bagni di sangue al momentodella retomada. Molti criminali rie-scono a fuggire e si riorganizzano,ma nel frattempo perdono il loroterritorio in favore dello Stato. Eraanche previsto che il trasferimentodautorit nelle favelas generassescompensi. Le statistiche dicono

    che sono diminuiti gli omicidi mache sono aumentati stupri e furti, fi-no a oggi puniti con pene severissi-me dalla giustizia alternativa impo-sta dai trafficanti.

    Quello che non era previsto, per,era che aumentassero i reati com-messi sullasfalto (cio fuori dallefavelas): scippi e furti di macchinasono in clamorosa crescita. Po-trebbe essere un effetto collaterale -ammette Caldas -, con le Upp moltidelinquenti comuni hanno perso leloro entrate e sono costretti a ripo-sizionarsi sul mercato.

    Una beffa clamorosa, se fosse ve-ro quello che dicono molti critici delprogramma, e cio che il senso ulti-mo della pacificazione era metterein sicurezza la citt per larrivo deituristi dei grandi eventi - Mondiali2014 e Olimpiadi 2016. Il progettoUpp si potuto espandere grazie aigrandi eventi ma non nasce perquesto, assicura Caldas. In effetti,dopo uniniziale predilezione per lazona sud (quasi completamente pa-cificata) e per i dintorni del Maraca-n - dove il pi dei turisti stazioner

    - il programma ha toccato diverseenclave della zona nord, lontane daicentri dinteresse turistico. Dove in-vece ancora latitante nella Bai-xada Fluminense - zona Ovest -centro di dominio della milizia e

    area col pi alto tasso di criminalitnella cidade maravilhosa. Organiz-zazioni paramilitari illegali formateda poliziotti e ex poliziotti, le miliziecontrollano di fatto circa la metdelle favelas di Rio. Diversamenteda dove dominano i trafficanti, nel-le favelas della milizia il traffico didroga di regola molto limitatomentre il legame con la politica lo-

    mille favelas, un milionee 700mila personen Rio de Janeiro conta circamille favelas. Si stima che ciabitino 1.700.000 persone, il14 % della popolazione totale.Dallesordio del programmadi pacificazione, sono stateimpiantate 39 Upp (Unidadesde Policia Pacificadora), con ilcompito di vigilare sulla sicu-rezza di circa 250 favelas.

    La nuova Policia Pacifica-dora si avvale del contributodi 12.500 agenti provenienti

    dal centro di reclutamentodella Policia Militar.

    Il rapporto agenti/cittadini,cruciale nella filosofia del p o-liciamento comunitario, variadagli 88,2 per mille abitantinella favela di Babilonia ai 9,1nella Cidade de Deus, con unamedia che si aggira intorno al30 per mille.

    Numeri impressionanti, sesi pensa che in Italia (terzopaese al mondo in questa clas-

    sifica) il rapporto di 4,75 permille.

    Tutto ci ha un costo moltoalto (e secondo alcuni insoste-nibile nel lungo periodo): permantenere il contingente dipacificazione, il governo diRio de Janeiro spende ognianno un minimo di 720 milio-ni di Reais (circa 233 milionidi euro).

    Quanto ai risultati, alli n t e r-no delle favelas, nel 2013, so-no stati estremamente positi-vi, quasi una rivoluzione: levittime di morte violenta sonodiminuite del 75%.

    Le morti dovute a interventidella polizia sono crollate inmedia da 0,5 a 0,12 al mese.

    In compenso si sono molti-plicati i casi di violenza dome-stica e di stupro.

    Pesano su questi ultimi datila sospensione della giustiziaalternativa imposta dai traffi-canti e laumento delle denun-ce alle autorit statali.

    Dal 2013 - prendendo inconsiderazione dati relativi al-lintero Stato di Rio non es-sendo ancora disponibili sullefavelas- si rileva uninversionedi tendenza: gli omicidi sonoaumentati del 15 % rispetto al2012.

    Risultano in forte aumentoanche i tentativi di omicidio(+7%), gli scippi (+17%) e ifurti di auto (+19%).

    MARIO TAMA/GETTY IMAGES

    MARIO TAMA/GETTY IMAGES

    RIO DE JANEIRO Sopra bambininello slum pacificato di Cantagalovicino a Copacabana e alla spiaggia diIpanema.A destra, elicotteri sorvolano la faveladi Mare.Sotto, ragazzi giocano a calcio sullaspiaggia di Ipanema

    sommario

    n STORIE | pagine 2 -1 1

    Mondiali tra guerra e paceLapertura dedicata alla controver-sa pacificazione nelle favelas brasi-liane. I criminali lasciano il campo al-lo Stato. Mentre si attendono 400mi-la turisti per i Mondiali di calcio, ca-lano gli omicidi, ma aumentano stu-pri e furti, prima puniti dalla giustiziadei trafficanti. E i reati crescono nellestrade fuori dagli slum. Lo sviluppoeconomico c stato, ma fortementediseguale. A seguire uninchiesta sul-le partecipate pubbliche in Veneto,sono 7.061, moltiplicano perdite e ac-cumulano debiti. Costano un miliar-do di euro. Poi due pagine sui movi-menti antieuro in Europa, compresalItalia. Per chiudere una lunga inter-vista al signor AsdoMar a capo diunazienda virtuosa che investe inItalia, e poi un viaggio nei consumidiseguali dei supermercati italianidove aumentano le vendite di prodot-ti di lusso e i furti.

    n MAPPE | pagine 1 2 -1 9

    Sapore dEuropa a MontecitorioTra le leggi approvate dal nostro Par-lamento sono molte quelle che rece-piscono le direttive Ue. Tanti i decretie le proposte stravaganti, ma lItalia anche ai primi posti per le infrazioni.A seguire due reportage da Lipsia:tanti artisti e affitti in salita, la nuo-va Berlino. E poi un reportage dalGiappone, dentro la cultura dellob-bedienza e della collettivit che orariaccende il nucleare con oltre 50reattori nonostante Fukushima. Suc-cessivamente notizie sui conflitti am-bientali, guerre per la terra e per il pe-trolio. Poi lindagine del Pew Resear-ch Centre che ha interrogatole persone di 40 paesi su gay, sesso,gioco e alcool. La foto che ne esce quella di un mondo moralista

    n INNOVAZIONI | pp 20-23

    Sar la finanza a salvarci dalglobal warmingInvestimenti per 1.600 miliardi didollari allanno serviranno a evitareun aumento di 2 gradi della tempera-tura globale. A seguire ultime novithi-tech, nanotecnologie, occhiali chesimulano emozioni e una app percombattere il jet-lag.

    n IDEE | pagine 24 -3 1

    Le icone di Luigi GhirriAl festival di Reggio Emilia omaggioal grande fotografo tra icone, paesag-gi, architetture. A seguire una ricercache punta il dito contro i social net-work: fanno calare la fiducia nei con-fronti degli estranei. E poi una doppiapagina sulla subcultura hipster con-temporanea, poco amata, ma spec-chio di una generazione fragile cheattinge agli stili passati. E un ritrattodel grande economista Federico Caf-f e dei suoi allievi.

    n ARTI | pagine 32-43

    LOscar non basta, il piattopiange ancoraTutti i dati della produzione cinema-tografica italiana che raccoglie la me-t di quanto investe. E poi le uscitenelle sale a partire dal film su Grace diMonaco. A seguire la storia della pro-duzione giovanile del pittore Munchraccontata a fumetti. La musica daascoltare e un viaggio in Islanda in-credibile terra isolata tra ghiaccio efuoco. La nuova scena narrativa ira-niana, oltre gli stereotipi. E poi ma-ledetti veneti: lettera allo scrittoreFrancesco Maino che ha dato formaa uninvettiva crudele e spietata dellasua regione. E ancora fotografia emoda con i nuovi anti-modelli.

    n OZII | pagine 44-48

    Un sabato a Notting hillPer chiudere un percorso tra i sapori ele migliori cantine siciliane. Infine inostri giochi e il cruciverba.

    Il costo della vita aumenta.Ora si pagano servizi comegas, acqua e luce primaforniti dai narcotrafficanti

    Polizia ed esercitooccupano il territorio.Poi viene installatala forza di pacificazione

    u segue a pagina 4

    u segue dalla prima

    MORRO DO ALEMAO Bambini nella piscina confiscata a un boss GETTY

    SERGIO MORAES/REUTERS

  • 4 | STORIE | pagina 99we | sabato 26 aprile 2014VERSO I MONDIALI

    Brasile, tv al plasmae muri senza intonaco

    ALBERTO RIVA

    n Si potrebbe chiamarla l'auroraboreale brasiliana. Ma no, non unfenomeno naturale. Si osserva spe-cialmente la sera, guardando unafavela qualsiasi del centro di Rio odella periferia di San Paolo. Una lu-ce azzurra, fluttuante, rapir il no-stro sguardo. Riflessi misteriosi de-gli astri? No, pi prosaicamente sitratta di televisori al plasma. Tuttisintonizzati sulla telenovela serale.La curiosa esperienza visiva, al di ldi testimoniare un importante fe-nomeno di costume, ci dice qualco-sa di fondamentale sull'economiabrasiliana.

    Intervistato dal settimanaleeconomico Exame, Fernando Gai-ger dell'Istituto di ricerca econo-mica applicata (Ipea) afferma chel'espressione nuova classe media una formula elogiativa ma, in so-stanza, bugiarda. Descrive una so-ciet dove il povero consuma dipi, grazie alla facilit di accesso almicrocredito, ma resta assai lonta-no dal ricco. E per spiegare il suoragionamento fa l'esempio delle tva schermo piatto. Una recente ri-cerca ha mostrato che sull'interoterritorio nazionale le televisionial plasma troneggiano nel 35% deisalotti; ma se si restringe il cam-pione alle famiglie delle favelas, lapercentuale sale al 46%.

    Tradotto cosa significa? Significache in Brasile indicatori come tassodi crescita e Pil, ancora pi che inaltri Paesi, non riescono a spiegareesattamente la situazione. Quanto-meno, vanno presi con le pinze. Ilfavellato possiede la tv di cinquantapollici, ma i muri di casa sua nonsono intonacati e spesso non puavvalersi di una rete fognaria e diun sistema di smaltimento dei ri-fiuti. Vale a dire che la crescita eco-nomica di questi anni ha s traghet-tato 30 milioni di persone fuori dal-la povert, ma li ha resi consumato-ri prima ancora che cittadini.

    Lanciando uno sguardo pi am-pio, tuttavia, difficile negare chein questi ultimi dieci/quindici annile condizioni generali di vita deibrasiliani non siano migliorate enon si sia data una prima, forte ro-sicchiata alla super concentrazionedel reddito.

    Sebbene, ancora nel 2010, datadell'ultimo grande censimento daparte dell'Istituto brasiliano diGeografia e Statistica (Ibge), il 41%di tutta la ricchezza nazionale fossenelle mani del 10% della popolazio-ne, l'indice Gini ha indicato un mi-glioramento scendendo dallo 0,556del 2004 (secondo anno del primogoverno Lula) allo 0,507 del 2012(fine del suo secondo mandato).Negli anni precedenti, il coefficien-

    te era arrivato a toccare punte dello0,600, cio autentico sottosvilup-po. Eppure, fu gi durante i governidel sociologo socialdemocraticoFernando Henrique Cardoso(1995-2003) che cominciarono aessere applicati quei programmisociali, come Auxilio Gas, CartoAlimentao, Bolsa Escola, che poiLuiz Inacio Lula da Silva potenzie-r e render pi popolari sotto l'u-nica insegna di Fome Zero e BolsaFamilia.

    Ancora secondo il censimentodel 2010, i primi dieci anni delnuovo secolo hanno accompagnatomiglioramenti rilevanti, per esem-pio per le donne nel mercato del la-voro. La loro occupazione passatadal 35,4% al 43,9%. Il reddito realeda lavoro aumentato del 5,5% e sesi prendono in esame le classi me-no abbienti, migliorato del 35%.Basta dare unocchiata al salariominimo: nell'ultimo periodo delgoverno Cardoso era di 276 Reaismentre nel 2013 si assestato a678 Reais (alla fine di quest'annosar di 714).

    Nello stesso periodo, i minori chelavorano, nel campione tra i 10 e i17 anni, sono diminuiti da 3,9 a 3,4milioni, e direttamente proporzio-nale si dimostrata la diminuzionedei bambini che restano lontani da

    scuola: nel 2000 erano il 5,5% (diquelli in unet compresa tra i 7 e i14 anni) mentre nel 2010 sono di-ventati il 3,1%.

    Un altro indicatore significativoriguarda le minoranze: neri e par-dos (cio tutti quelli che non sonon neri n bianchi) hanno benefi-ciato di maggior accesso all'educa-zione: a inizio del 2000 i neri chenon giungevano nemmeno allaquinta elementare erano il 74,4%,nel 2010 sono scesi al 56,8%. Nu-

    meri noiosi che indicano per che ilmodello verticale della societ bra-siliana ha subito in questi anni unaspallata e ha iniziato a inclinarsi unpochino. E allora perch, ci si do-manda, proprio adesso si sono regi-strate le proteste pi forti e i movi-menti di piazza pi significativi de-gli ultimi 25 anni?

    La risposta a una domanda coscomplessa non una sola. Anzi, lerisposte sono molte, e tutte valide.Il mandato di Dilma Rousseff (co-minciato nel 2011) stato segnatoda una diminuzione di velocit nel-leconomia brasiliana, come d'altraparte capitato a tutti i paesi del

    Bric. I successi economici degli ul-timi 12 anni non hanno automati-camente significato altrettanti tra-guardi sul piano della sicurezza epace sociale. Ma c un altro aspettoche si mantenuto distante dallamaggior distribuzione del reddito,e cio una politica di uguaglianzafiscale.

    Il sistema tributario brasiliano diseguale, nel senso che colpisce dipi le classi povere di quelle ricche,e lo fa attraverso le imposte indi-rette. Se i ricchi pagano pi tassesul reddito e sui salari alti, i pi po-veri sono colpiti indiscriminata-mente da imposte nascoste nei be-ni di largo consumo. E cos, in uncircolo vizioso, mentre i brasilianiconsumano molto pi di prima,senza rendersene conto si sono im-poveriti e indebitati. Quale statala miccia delle proteste dello scorsogiugno, cominciate a Rio e a SanPaolo e poi dilagate nel resto delPaese? Il costo del biglietto del tra-sporto pubblico. Al quale poi si so-no aggiunti il carovita (alimenti) el'indignazione per i budget milio-nari dei Mondiali.

    Il governo Rousseff ha spogliatoil progetto politico di Lula della suaveste ideologica e, in qualche mo-do, ha lasciato i brasiliani al freddo.Prima era molto visibile la manoche dava, adesso si vede anchequella che toglie. Come nella favelache abbiamo di fronte: quando la tvsi spegne, il manto azzurro svaniscee restano solo i muri senza calce e lefinestre prive di infissi.

    Diseguaglianza | La crescita economica c stata,

    cresce il salario minimo, ma il 41% della ricchezza

    nazionale resta nelle mani del 10% della popolazione

    MARIO TAMA/GETTY IMAGES

    INTERNI La casadi una famiglia residentenella favela di Prazeres

    Ora pi facile la cce ss oal microcredito, i consumiaumentano, nelle favelasil 46% di supervideo

    Il sistema fiscale disuguale, molti brasilianisi trovano pi indebitati, la miccia delle proteste

    cale molto forte. Caldas non saspiegare perch di 39 Upp solouna sia in zona di milizia (lascelta delle aree non mi riguar-da), ma non ci sta ad ammettereci che molti sospettano, e cioche il controllo sociale impostodai paramilitari sia tollerato dal-lo Stato: Oggi il regime di terro-re che impongono le milizie loconosciamo tutti. La milizia nonpu e non deve sostituire lo Sta-to. Nelle favelas in cui le Uppsono arrivate, intanto, il costodella vita in aumento. Non solosono aumentati gli affitti (+16%nel Complexo do Alemao). Ma gliabitanti sono costretti adesso apagare dei servizi che prima glierano forniti gratis dai traffican-ti: luce, acqua, gas e segnale tele-visivo. Nonostante alcune com-pagnie private si siano impegna-te a offrire pacchetti c o n v e n i e n-ti ai moradores, il rischio gentri-ficazione esiste. Caldas ammettema aggiunge: Si ricordi chequei servizi, seppur gratuiti, era-no molto precari. E in ogni casoabbiamo assistito a una ripresadelle attivit economiche e dellapresenza turistica che dovrebbecompensare gli svantaggi. Ba-ster il mercato per reintegrare lefavelas nel tessuto urbano? Im-probabile. Nelle maggior partedelle comunidades continuano amancare servizi fondamentalicome scuole, ospedali, pavimen-tazione e illuminazione pubbli-ca. Tutto ci cui dovrebbe prov-vedere la seconda parte del pro-gramma di Beltrame: Upp So-cial, che ha il compito di coordi-nare iniziative pubbliche e pri-vate per il miglioramento dellavita nelle aree pacificate. Inmolti, a Rio, definiscono Upp So-cial un fracasso, un fallimento.Col tempo la pacificazione pareaver perso la spinta al rinnova-mento sociale per limitarsi allasua dimensione di sicurezza pub-blica (anchessa - come visto - incrisi). Facile bollare Upp Socialcome un insuccesso, dice Cal-das, ma la maggior parte di que-ste comunit devono fare i conticon 150 anni di problemi. Sononate e cresciute in un contesto diassoluta mancanza di pianifica-zione urbana. Ha idea di quantopu costare allo Stato invertiresecoli di abbandono?

    Eppure, con tutti i suoi proble-mi, la pacificazione di Rio de Ja-neiro continua a godere di un va-sto consenso e le Upp rimangonouna tagliente arma politica nellemani del governatore Sergio Ca-bral (del Psdb, il partito rivale delPt di Rousseff).

    Alla fine della terza stagione diThe Wire, il maggiore Colvin ac-compagna il candidato sindacoCarcetti nelle aree pacificate diHamsterdam. Carcetti osservacolpito gli sviluppi positivi nella-rea, ma poi pensa: Fare accordicon i trafficanti di droga? Chefollia. Hamsterdam diviene lasua arma per delegittimare il sin-daco uscente e vincere le elezio-ni.

    Nelle favelas di Rio lo Statonon ha fatto accordi. Si spara an-cora, anche se meno; la vita degliabitanti si per molti aspetticomplicata, ma i trafficanti nongirano pi sfrontati con le armi inmano, liberi di imporre il loro po-tere sui cittadini pi poveri dellacitt. Sul territorio riconquistatodalla polizia sventola fiera la ban-diera del Brasile. In autunno cisaranno le elezioni statali, e il co-lonnello Caldas sicuro: Chiparler male delle Upp perder.

    u segue da pagina 3

  • 6 | STORIE | pagina 99we | sabato 26 aprile 2014 sabato 26 aprile 2014 | pagina 99we | STORIE | 7

    CRISTINA GIUDICI

    n Come in tutte le Regioni, anche in Pie-monte si scatenato un dibattito sulla razio-nalizzazione delle societ partecipate e/ocontrollate dagli enti pubblici. Con una ti-mida riforma, venduta come una rivoluzio-ne copernicana dalla giunta leghista guidatada Roberto Cota. Una riforma che probabil-mente rimarr sulla carta per via delli n t e r-ruzione della legislatura, visto che il tempo scaduto e il 25 maggio si terranno nuove ele-zioni.

    E ora che si tratta di fare un bilancio e siail premier Matteo Renzi sia il ministro del-lEconomia Pier Carlo Padoan, insistonosulla necessit di razionalizzare il sistemadelle partecipazioni, ereditato dalla PrimaRepubblica, che ha creato una serie infinitadi carrozzoni elefantiaci gli amministrato-ri pubblici uscenti della Regione Piemontesi prendono meriti per le poche partecipatemesse in liquidazione perch di fatto fallite,per la riduzione dei membri dei Cda, e per ilridimensionamento abbastanza significati-vo del tetto dei compensi annuali dei mana-ger, ridotti a 40 mila euro.

    Ma se si guarda alla Luna e non al dito, co-me risulta dallindagine del centro studi di

    Confindustria, la Regione sabauda la quar-ta in classifica, dopo Lazio, Lombardia e Ve-neto nello sperpero delle risorse pubblicheattraverso le societ partecipate.

    Con un miliardo di euro di costi comples-sivi delle partecipazioni: in tutto 7.061. E co-me abbiamo gi scritto nella puntata dedi-cata al Veneto (linchiesta si trova ora su p a-gina99.it), la maggior parte di enti, societ eorganismi non producono servizi, bens ser-vono a mantenere lo status quo della giostradelle poltrone.

    E probabilmente fa bene lassessore regio-nale uscente alle Partecipate, Agostino Ghi-glia (Fratelli dItalia), a lanciare un monitocontro i facili moralismi. Sostenendo chedismettere le partecipazioni complicatoperch per alcune societ esistono dei pattiparasociali, che impediscono la liquidazionedelle quote senza il consenso di un terzo deisoci ed difficile trovare acquirenti per areeindustriali o immobiliari in un mercato sta-gnante spiega a pagina99. Infatti la mag-

    gior parte delle partecipazioni regionali so-no state investite in aree industriali e in im-mobili, che producono perdite, accumulanodebiti e non offrono servizi. Non appetibiliquindi in un mercato bloccato dalla crisi, inPiemonte pi cruenta che in tutto il resto delNord. Inoltre aggiunge lassessore Ghi-glia oggi quasi impossibile dismettereuna quota o liquidare una societ pubblica,poich implica un processo complesso per lariqualificazione.

    Non la pensa cos Pier Giorgio Scoffone(area centrosinistra), membro del Cda diFinpiemonte Partecipazioni, che ambisce ariformare il diritto societario di molte parte-cipate, per raddrizzare alcune ataviche stor-ture degli enti pubblici. In realt bastereb-be creare una societ apposita, un fondo im-mobiliare, per riunire tutti gli immobili oaree industriali di propriet degli enti pub-blici, in perdita e/o inutilizzati, per valoriz-zarli, cambiarne la destinazione duso e ri-metterli sul mercato, spiega. Infatti, se sigraffia la superficie, si rimane stupefatti.

    Ufficialmente la Regione Piemonte ha 58partecipazioni dirette e indirette, di cui unadecina, minori, in teoria, in liquidazione. Unnumero ingannevole, per, perch poi ogniente, societ o consorzio partecipato si di-sperde fra mille rivoli di diverse ramificazio-ni, dentro altre societ private. Oltre allepartecipazioni regionali, ci sono quelle pro-vinciali, 31, e quelle comunali, 46. Parteci-pazioni che si intrecciano spesso negli stessienti, ma che complessivamente sono 135.Quelle pi patrimonializzate si fa per dire,poich sono quasi tutte in perdita fannocapo alle due finanziarie della Regione: Fin-piemonte e Finpiemonte Partecipazioni.

    La prima ha in pancia una serie di parchitecnologici, in perdita, che il presidente Fa-brizio Gatti (Pd) sta cercando di liquidare.Come lEnviroment Park Spa (mezzo milio-ne di euro di perdita) che ha portato i libri intribunale per un concordato preventivo. OTecnogranda Spa, con perdite di 425.507euro. Anche se poi bisogna stare attenti adattribuire alla liquidazione di una partecipa-zione un significato di una volont per unamigliore amministrazione, visto che peresempio, a Torino, esiste addirittura ancoraun consorzio, Citrea, creato nel 1950 dal Co-mune di Torino per gestire la linea di unatranvia per collegare Torino a Rivoli, di 11chilometri, che in liquidazione dal 1979(sic!) e da due anni la societ non approvaneppure i bilanci, come ci ha raccontato unanostra fonte.

    In ogni caso la bad company della Regio-ne Piemonte certamente FinpiemontePartecipazioni, il cui presidente lavvocatoPaolo Marchioni, ex consigliere provincialedella Lega Nord, e consigliere uscente delCda da poco rinnovato dellEni. Finpiemon-te Partecipazioni una societ mista, quasi

    interamente controllata dalla Regione con30 partecipazioni infilate nella propria pan-cia, che nel 2012 ha chiuso il bilancio con 8milioni e 611 mila euro di perdite e, notiziaancora riservata, chiuder il bilancio del2013 con oltre 11 milioni di perdite, dovutesoprattutto alla gestione di aree industrialiinutilizzate per le quali non si riesce a trova-re gli investitori che acquisiscano le quotedegli enti pubblici.

    La situazione patrimoniale di Finpiemon-te Partecipazioni un colabrodo. E pu con-tare solo su poche societ, che produconoutili, come ad esempio Ardea Energia, Bar-ricalla (limpianto per lo smaltimento dei ri-fiuti industriali) e la centrale fotovoltaicaStrambino Solar, che servono a cercare di ri-pianare le voragini delle altre societ, tuttein perdita.

    A cominciare da Expo Piemonte, messo inliquidazione. Un sito fieristico di Valenza,soprannominato un bel prato verde. Con-siderato poco attrattivo persino dagli orafidel distretto di Valenza, quasi inutilizzato,con quasi un milione di euro di perdita,(precisamente 944.977), dove la Regionedovrebbe cedere una parte delledificio, Ca-scina dellOrefice, a Bulgari, che per ora perha versato solo un acconto di 10 mila euro.

    Oppure le Terme di Acqui, con un resortdi lusso, per cui stato fatto un bando inter-nazionale con tali e tanti paletti, da poterprevedere che la gara andr deserta. Ancheperch chi assumer la gestione delle terme obbligato a ripianare il debito di 1 milione

    292mila euro e a investire 15 milioni per ri-strutturare limmobile dato in concessione.

    O Villa Melano, mai finita, a cui ora la Re-gione ha destinato persino 7 milioni e 800mila euro per completare la costruzione a n-che per ragioni di sicurezza, si legge nelladelibera regionale sulla razionalizzazionedelle societ partecipate. Meraviglioso.

    E ancora: laeroporto Levaldigi di Cuneo,gestito dalla Geac con una perdita di oltre unmilione di euro, ora in vendita, che ha untraffico molto modesto e mete come Alghe-ro, Cagliari, Mostar, Casablanca, Tirana,Bucarest. O laeroporto di Biella (432milaeuro di perdita) da dove non si pu andareda nessuna parte, e infine quello di Alessan-dria, in liquidazione.

    Ma probabilmente, per capire le storturedel sistema delle partecipazioni, che in Pie-monte stato diviso (lottizzato, si dicevauna volta) in modo abbastanza equo fra lecordate politiche del centrodestra e del cen-trosinistra, non ci si deve tanto interrogaresul motivo irragionevole per cui con i finan-

    sprechi & poltrone fallito il Piemonte Spa

    ECO N O M I A ECO N O M I A

    Inchiesta | 7.061 partecipazioni pubbliche.

    Ad aziende che troppo spesso non producono

    servizi ma moltiplicano perdite e accumulano

    debiti. Costano un miliardo di euro.

    E sono in molti casi in liquidazione

    VA L E N Z ALa sede del centro espositivopolifunzionale Expo Piemonte

    Sono 58 le partecipazionidirette regionali, ma ognistruttura si disperde in millerivoli che finisconodentro altre societ private

    Mirafiori, quellinutileregalo alla FiatTorino | Settanta milioni pubblici per i terreni

    del Lingotto. Che dovevano servire ad attirare

    investitori e insediamenti. E sono quasi inutilizzati

    n Del senno di poi son pienele fosse, daccordo, ma oggi aTorino non si trova nessuno,nel centro-sinistra, che nonsia imbarazzato davanti allavicenda della societ parteci-pata Torino Nuova EconomiaSpa, Tne. Creata nel 2005 conle quote del Comune, durantela giunta di Sergio Chiampari-no, quelle della Regione alloraguidata da Mercedes Bresso, edella Provincia targata an-chessa Pd, governata da An-tonio Saitta, doveva servire ariutilizzare unarea dismessadella Mirafiori, per attirare in-vestitori, creare nuovi insedia-menti industriali e diventareunenorme occasione per tra-sformare unex area industria-le in un una piattaforma perattirare investitori e decine diaziende. In cambio la Fiat, cheaveva il 10% delle quote diTne, si era impegnata a man-tenere la linea di produzionedella Punto a Mirafiori e a bo-nificare larea. Tutti da c c o r-do, persino il belligerante sin-dacato della Fiom.

    E invece sette anni dopo la-rea ancora inutilizzata. Nes-suna azienda ha fatto uno f f e r-ta concreta, forse scoraggiataanche dai tempi lunghi dellaburocrazia, e dalla mancatabonifica, ed andata a finirecos. Che la Fiat ha incassatouna dote di 70 milioni di eurosborsati dagli enti pubblici percomprare i terreni dal Lingot-to e il campo Volo di Collegno:300 mila metri quadrati, chenon sono mai stati bonificati,perch poi la Fiat si sfilata.Anche perch davanti alli m-possibilit (o meglio alli n c a-pacit) di destinare larea ascopi industriali, bisognavafare una bonifica ambientalepi complessa e molto costo-sa, per favorire un uso com-merciale a cui la Fiat si sot-tratta, rinunciando alla pro-pria quota.

    Di progetti ne sono stati fat-ti tanti, a un certo punto si ipotizzato anche di costruireun insediamento di alloggi po-polari, oppure di creare un en-nesimo centro commerciale.Progetti per i quali per eranecessaria la bonifica di cuisopra. I pochi sostenitori diquesta dubbia operazione so-stengono che almeno per unavolta la Fiat non ha preso i sol-di pubblici senza dare nulla incambio: la linea produttiva stata mantenuta e sono statiriassorbiti nellazienda diver-se centinaia di operai cassain-tegrati.

    I molti detrattori, non solonel centrodestra ma anche nelcentrosinistra, affermano in-vece che sia stata uno p e r a z i o-

    ne di facciata e un ulterioresperpero di risorse pubbliche:cio finte gare, finti player, enessun progetto fattibile. Nelfrattempo per il mutuo acce-so sullarea Mirafiori scadu-to nel dicembre scorso. Nelfrattempo la Tne stata pivolte ricapitalizzata e lunicorisultato ottenuto fino ad ora stato quello di costruire ilCentro del Design del Politec-nico di Torino, dentro un excapannone, inaugurato nel2011.

    Ora Tne, Torino NuovaEconomia, controllata daFinpiemonte Partecipazioni,che quindi pare votato ad as-sorbire la maggior parte deglienti inutili, (con il 43,54% del-le quote), Finanziaria Citt diTorino (43, 54%), Provincia diTorino (10,89%), e Fga Realstate Service (2,03%). La m-ministratore delegato di Tne Davide Canavesio, un impren-ditore che ha cercato di diven-tare presidente dellUnioneindustriale di Torino, ma sfu-mata la possibilit di rappre-sentare gli imprenditori tori-nesi, ha ricevuto la piccola ri-compensa della direzione diTne. Sul sito web della societsi legge che la societ serve almantenimento di un polo diaree produttive per crearenuove occasioni di riqualifica-zioni urbane alla Porta Sud diTorino. Ma per ora rimaneinutilizzato. Morale: sotto ilcadeaux alla Fiat, niente.

    C. G.

    Lunico risultatodella societ statoil Centro del Designdel Politecnico

    ziamenti degli enti pubblici sono stati creatitre incubatori di imprese che svolgono lostesso ruolo, ma si deve soprattutto leggerefra le righe degli assetti societari del Con-sorzio di Eurofidi.

    Costruito anche con il 17% di quote di Fin-piemonte Partecipazioni, 30 milioni di inve-stimento fino a oggi, Eurofidi ha creato unafiliera finanziaria di diverse societ, che of-frono consulenze e servizi alle imprese asso-ciate in cambio delle garanzie per i fidi, me-diante le altre societ controllate da Eurofi-di: Eurogroup, Eurocons, Euroenergy, Eu-roventure. Cos da un capitale pubblico dellaRegione, stata creata in una filiera finan-ziaria e di servizi che opera in tuttItalia.

    Peccato che Eurofidi nel 2013 abbia perso27 milioni di euro e che la Regione, insiemeagli altri soci istituti bancari e associazionidi categorie sar costretta a ricapitalizzarecon un aumento di capitale complessivo di50 milioni di euro. Peccato che il presidentedi Eurofidi sia Massimo Nobili, che anchepresidente di Eurogroup; peccato che il di-rettore di Eurofidi sia Andrea Giotti, che anche amministratore delegato di Euro-group. Eurogroup a sua volta controlla Eu-rocons, che opera nel campo della finanzaagevolata e consulenza gestionale per le pic-cole e medie imprese, dove il presidente sempre Massimo Nobili e lamministratoredelegato sempre Andrea Giotti. E cos via,visto che Euroenergy, controllata da Euro-group, che vende impianti di energie rinno-vabili alle aziende, nel suo Cda ha due con-

    siglieri che si chiamano appunto MassimoNobili e Andrea Giotti. Dimostrando coscome facile aggirare la norma del tetto deicompensi di 40mila euro. E dimostrandocos come due navigati esponenti della Pri-ma Repubblica siano riusciti a lanciareunOpa sulle societ partecipate.

    Massimo Nobili, ex democristiano e poiesponente di Forza Italia stato presidentedella Saia, del Tecnoparco del Lago Maggio-re, della Spi (Servizi pubblici locali) e haavuto altre molteplici cariche nelle societpartecipate,prima di approdare ad Eurofidi,mentre Andrea Giotti, senese, ex dipenden-te di Finpiemonte, direttore generale diEurofidi da oltre 30 anni.

    E forse bisognerebbe chiedersi come maisi sia arrivati al punto di avere una societ,la Saia, ora in liquidazione, che gestisceunarea industriale a Verbania, con perditedi 3 milioni e mezzo di euro e senza fondisufficienti per pagare le spese di condomi-nio. Un rompicapo finito in tribunale per-ch fra i soci, oltre a Finpiemonte Parteci-pazioni con il 28% delle quote, nel Cda cisono anche istituti bancari: creditori e fi-nanziatori al contempo.

    Ora, che siano state messe in liquidazionealcune partecipazioni di societ fallite, chenessuno vuole, ridotti gli emolumenti deimanager, magari cosa buona e giusta, mavendere larma spuntata della razionalizza-zione delle partecipate-colabrodo in Pie-monte come una rivoluzione copernicana,pare davvero eccessivo.

    TO R I N O Il parco scientificotecnologico per lambiente

    Enviroment park

    F i n p i e m o n te

    Partecipazioni SPA

    u -11 MILIONI (2013)

    S.a.i.a Spaarea industrialedi Verbania

    u -3.495.569 (2012)

    Terme di Acqui Spa

    u -1.291.539 (2012)

    S.a.ga.t (aeroportodi Torino Caselle)

    u -602.601 (2012)

    Sace Spa ( aeroportodi Biella)

    u -432.180 (2012)

    Geac Spa (aeroportodi Cuneo)

    u -1.398.841 (2012)

    Expo Piemontedi Valenza

    u -944.997 (2012)

    Te c n o p a rcodel Lago Maggiore

    u -1 .0 8 8 . 8 0 9 ( 2 01 3 )

    Enviroment Park Spa

    u -500.000 (2013)

    Tecnogranda Spa

    u -425.207 (2013)

    E u rof i d i

    u -27 MILIONI (2013)

    TUTTE LE PERDITE

    F I AT Lo stabilimento di Mirafiori GETTY IMAGES

  • 6 | STORIE | pagina 99we | sabato 26 aprile 2014 sabato 26 aprile 2014 | pagina 99we | STORIE | 7

    CRISTINA GIUDICI

    n Come in tutte le Regioni, anche in Pie-monte si scatenato un dibattito sulla razio-nalizzazione delle societ partecipate e/ocontrollate dagli enti pubblici. Con una ti-mida riforma, venduta come una rivoluzio-ne copernicana dalla giunta leghista guidatada Roberto Cota. Una riforma che probabil-mente rimarr sulla carta per via delli n t e r-ruzione della legislatura, visto che il tempo scaduto e il 25 maggio si terranno nuove ele-zioni.

    E ora che si tratta di fare un bilancio e siail premier Matteo Renzi sia il ministro del-lEconomia Pier Carlo Padoan, insistonosulla necessit di razionalizzare il sistemadelle partecipazioni, ereditato dalla PrimaRepubblica, che ha creato una serie infinitadi carrozzoni elefantiaci gli amministrato-ri pubblici uscenti della Regione Piemontesi prendono meriti per le poche partecipatemesse in liquidazione perch di fatto fallite,per la riduzione dei membri dei Cda, e per ilridimensionamento abbastanza significati-vo del tetto dei compensi annuali dei mana-ger, ridotti a 40 mila euro.

    Ma se si guarda alla Luna e non al dito, co-me risulta dallindagine del centro studi di

    Confindustria, la Regione sabauda la quar-ta in classifica, dopo Lazio, Lombardia e Ve-neto nello sperpero delle risorse pubblicheattraverso le societ partecipate.

    Con un miliardo di euro di costi comples-sivi delle partecipazioni: in tutto 7.061. E co-me abbiamo gi scritto nella puntata dedi-cata al Veneto (linchiesta si trova ora su p a-gina99.it), la maggior parte di enti, societ eorganismi non producono servizi, bens ser-vono a mantenere lo status quo della giostradelle poltrone.

    E probabilmente fa bene lassessore regio-nale uscente alle Partecipate, Agostino Ghi-glia (Fratelli dItalia), a lanciare un monitocontro i facili moralismi. Sostenendo chedismettere le partecipazioni complicatoperch per alcune societ esistono dei pattiparasociali, che impediscono la liquidazionedelle quote senza il consenso di un terzo deisoci ed difficile trovare acquirenti per areeindustriali o immobiliari in un mercato sta-gnante spiega a pagina99. Infatti la mag-

    gior parte delle partecipazioni regionali so-no state investite in aree industriali e in im-mobili, che producono perdite, accumulanodebiti e non offrono servizi. Non appetibiliquindi in un mercato bloccato dalla crisi, inPiemonte pi cruenta che in tutto il resto delNord. Inoltre aggiunge lassessore Ghi-glia oggi quasi impossibile dismettereuna quota o liquidare una societ pubblica,poich implica un processo complesso per lariqualificazione.

    Non la pensa cos Pier Giorgio Scoffone(area centrosinistra), membro del Cda diFinpiemonte Partecipazioni, che ambisce ariformare il diritto societario di molte parte-cipate, per raddrizzare alcune ataviche stor-ture degli enti pubblici. In realt bastereb-be creare una societ apposita, un fondo im-mobiliare, per riunire tutti gli immobili oaree industriali di propriet degli enti pub-blici, in perdita e/o inutilizzati, per valoriz-zarli, cambiarne la destinazione duso e ri-metterli sul mercato, spiega. Infatti, se sigraffia la superficie, si rimane stupefatti.

    Ufficialmente la Regione Piemonte ha 58partecipazioni dirette e indirette, di cui unadecina, minori, in teoria, in liquidazione. Unnumero ingannevole, per, perch poi ogniente, societ o consorzio partecipato si di-sperde fra mille rivoli di diverse ramificazio-ni, dentro altre societ private. Oltre allepartecipazioni regionali, ci sono quelle pro-vinciali, 31, e quelle comunali, 46. Parteci-pazioni che si intrecciano spesso negli stessienti, ma che complessivamente sono 135.Quelle pi patrimonializzate si fa per dire,poich sono quasi tutte in perdita fannocapo alle due finanziarie della Regione: Fin-piemonte e Finpiemonte Partecipazioni.

    La prima ha in pancia una serie di parchitecnologici, in perdita, che il presidente Fa-brizio Gatti (Pd) sta cercando di liquidare.Come lEnviroment Park Spa (mezzo milio-ne di euro di perdita) che ha portato i libri intribunale per un concordato preventivo. OTecnogranda Spa, con perdite di 425.507euro. Anche se poi bisogna stare attenti adattribuire alla liquidazione di una partecipa-zione un significato di una volont per unamigliore amministrazione, visto che peresempio, a Torino, esiste addirittura ancoraun consorzio, Citrea, creato nel 1950 dal Co-mune di Torino per gestire la linea di unatranvia per collegare Torino a Rivoli, di 11chilometri, che in liquidazione dal 1979(sic!) e da due anni la societ non approvaneppure i bilanci, come ci ha raccontato unanostra fonte.

    In ogni caso la bad company della Regio-ne Piemonte certamente FinpiemontePartecipazioni, il cui presidente lavvocatoPaolo Marchioni, ex consigliere provincialedella Lega Nord, e consigliere uscente delCda da poco rinnovato dellEni. Finpiemon-te Partecipazioni una societ mista, quasi

    interamente controllata dalla Regione con30 partecipazioni infilate nella propria pan-cia, che nel 2012 ha chiuso il bilancio con 8milioni e 611 mila euro di perdite e, notiziaancora riservata, chiuder il bilancio del2013 con oltre 11 milioni di perdite, dovutesoprattutto alla gestione di aree industrialiinutilizzate per le quali non si riesce a trova-re gli investitori che acquisiscano le quotedegli enti pubblici.

    La situazione patrimoniale di Finpiemon-te Partecipazioni un colabrodo. E pu con-tare solo su poche societ, che produconoutili, come ad esempio Ardea Energia, Bar-ricalla (limpianto per lo smaltimento dei ri-fiuti industriali) e la centrale fotovoltaicaStrambino Solar, che servono a cercare di ri-pianare le voragini delle altre societ, tuttein perdita.

    A cominciare da Expo Piemonte, messo inliquidazione. Un sito fieristico di Valenza,soprannominato un bel prato verde. Con-siderato poco attrattivo persino dagli orafidel distretto di Valenza, quasi inutilizzato,con quasi un milione di euro di perdita,(precisamente 944.977), dove la Regionedovrebbe cedere una parte delledificio, Ca-scina dellOrefice, a Bulgari, che per ora perha versato solo un acconto di 10 mila euro.

    Oppure le Terme di Acqui, con un resortdi lusso, per cui stato fatto un bando inter-nazionale con tali e tanti paletti, da poterprevedere che la gara andr deserta. Ancheperch chi assumer la gestione delle terme obbligato a ripianare il debito di 1 milione

    292mila euro e a investire 15 milioni per ri-strutturare limmobile dato in concessione.

    O Villa Melano, mai finita, a cui ora la Re-gione ha destinato persino 7 milioni e 800mila euro per completare la costruzione a n-che per ragioni di sicurezza, si legge nelladelibera regionale sulla razionalizzazionedelle societ partecipate. Meraviglioso.

    E ancora: laeroporto Levaldigi di Cuneo,gestito dalla Geac con una perdita di oltre unmilione di euro, ora in vendita, che ha untraffico molto modesto e mete come Alghe-ro, Cagliari, Mostar, Casablanca, Tirana,Bucarest. O laeroporto di Biella (432milaeuro di perdita) da dove non si pu andareda nessuna parte, e infine quello di Alessan-dria, in liquidazione.

    Ma probabilmente, per capire le storturedel sistema delle partecipazioni, che in Pie-monte stato diviso (lottizzato, si dicevauna volta) in modo abbastanza equo fra lecordate politiche del centrodestra e del cen-trosinistra, non ci si deve tanto interrogaresul motivo irragionevole per cui con i finan-

    sprechi & poltrone fallito il Piemonte Spa

    ECO N O M I A ECO N O M I A

    Inchiesta | 7.061 partecipazioni pubbliche.

    Ad aziende che troppo spesso non producono

    servizi ma moltiplicano perdite e accumulano

    debiti. Costano un miliardo di euro.

    E sono in molti casi in liquidazione

    VA L E N Z ALa sede del centro espositivopolifunzionale Expo Piemonte

    Sono 58 le partecipazionidirette regionali, ma ognistruttura si disperde in millerivoli che finisconodentro altre societ private

    Mirafiori, quellinutileregalo alla FiatTorino | Settanta milioni pubblici per i terreni

    del Lingotto. Che dovevano servire ad attirare

    investitori e insediamenti. E sono quasi inutilizzati

    n Del senno di poi son pienele fosse, daccordo, ma oggi aTorino non si trova nessuno,nel centro-sinistra, che nonsia imbarazzato davanti allavicenda della societ parteci-pata Torino Nuova EconomiaSpa, Tne. Creata nel 2005 conle quote del Comune, durantela giunta di Sergio Chiampari-no, quelle della Regione alloraguidata da Mercedes Bresso, edella Provincia targata an-chessa Pd, governata da An-tonio Saitta, doveva servire ariutilizzare unarea dismessadella Mirafiori, per attirare in-vestitori, creare nuovi insedia-menti industriali e diventareunenorme occasione per tra-sformare unex area industria-le in un una piattaforma perattirare investitori e decine diaziende. In cambio la Fiat, cheaveva il 10% delle quote diTne, si era impegnata a man-tenere la linea di produzionedella Punto a Mirafiori e a bo-nificare larea. Tutti da c c o r-do, persino il belligerante sin-dacato della Fiom.

    E invece sette anni dopo la-rea ancora inutilizzata. Nes-suna azienda ha fatto uno f f e r-ta concreta, forse scoraggiataanche dai tempi lunghi dellaburocrazia, e dalla mancatabonifica, ed andata a finirecos. Che la Fiat ha incassatouna dote di 70 milioni di eurosborsati dagli enti pubblici percomprare i terreni dal Lingot-to e il campo Volo di Collegno:300 mila metri quadrati, chenon sono mai stati bonificati,perch poi la Fiat si sfilata.Anche perch davanti alli m-possibilit (o meglio alli n c a-pacit) di destinare larea ascopi industriali, bisognavafare una bonifica ambientalepi complessa e molto costo-sa, per favorire un uso com-merciale a cui la Fiat si sot-tratta, rinunciando alla pro-pria quota.

    Di progetti ne sono stati fat-ti tanti, a un certo punto si ipotizzato anche di costruireun insediamento di alloggi po-polari, oppure di creare un en-nesimo centro commerciale.Progetti per i quali per eranecessaria la bonifica di cuisopra. I pochi sostenitori diquesta dubbia operazione so-stengono che almeno per unavolta la Fiat non ha preso i sol-di pubblici senza dare nulla incambio: la linea produttiva stata mantenuta e sono statiriassorbiti nellazienda diver-se centinaia di operai cassain-tegrati.

    I molti detrattori, non solonel centrodestra ma anche nelcentrosinistra, affermano in-vece che sia stata uno p e r a z i o-

    ne di facciata e un ulterioresperpero di risorse pubbliche:cio finte gare, finti player, enessun progetto fattibile. Nelfrattempo per il mutuo acce-so sullarea Mirafiori scadu-to nel dicembre scorso. Nelfrattempo la Tne stata pivolte ricapitalizzata e lunicorisultato ottenuto fino ad ora stato quello di costruire ilCentro del Design del Politec-nico di Torino, dentro un excapannone, inaugurato nel2011.

    Ora Tne, Torino NuovaEconomia, controllata daFinpiemonte Partecipazioni,che quindi pare votato ad as-sorbire la maggior parte deglienti inutili, (con il 43,54% del-le quote), Finanziaria Citt diTorino (43, 54%), Provincia diTorino (10,89%), e Fga Realstate Service (2,03%). La m-ministratore delegato di Tne Davide Canavesio, un impren-ditore che ha cercato di diven-tare presidente dellUnioneindustriale di Torino, ma sfu-mata la possibilit di rappre-sentare gli imprenditori tori-nesi, ha ricevuto la piccola ri-compensa della direzione diTne. Sul sito web della societsi legge che la societ serve almantenimento di un polo diaree produttive per crearenuove occasioni di riqualifica-zioni urbane alla Porta Sud diTorino. Ma per ora rimaneinutilizzato. Morale: sotto ilcadeaux alla Fiat, niente.

    C. G.

    Lunico risultatodella societ statoil Centro del Designdel Politecnico

    ziamenti degli enti pubblici sono stati creatitre incubatori di imprese che svolgono lostesso ruolo, ma si deve soprattutto leggerefra le righe degli assetti societari del Con-sorzio di Eurofidi.

    Costruito anche con il 17% di quote di Fin-piemonte Partecipazioni, 30 milioni di inve-stimento fino a oggi, Eurofidi ha creato unafiliera finanziaria di diverse societ, che of-frono consulenze e servizi alle imprese asso-ciate in cambio delle garanzie per i fidi, me-diante le altre societ controllate da Eurofi-di: Eurogroup, Eurocons, Euroenergy, Eu-roventure. Cos da un capitale pubblico dellaRegione, stata creata in una filiera finan-ziaria e di servizi che opera in tuttItalia.

    Peccato che Eurofidi nel 2013 abbia perso27 milioni di euro e che la Regione, insiemeagli altri soci istituti bancari e associazionidi categorie sar costretta a ricapitalizzarecon un aumento di capitale complessivo di50 milioni di euro. Peccato che il presidentedi Eurofidi sia Massimo Nobili, che anchepresidente di Eurogroup; peccato che il di-rettore di Eurofidi sia Andrea Giotti, che anche amministratore delegato di Euro-group. Eurogroup a sua volta controlla Eu-rocons, che opera nel campo della finanzaagevolata e consulenza gestionale per le pic-cole e medie imprese, dove il presidente sempre Massimo Nobili e lamministratoredelegato sempre Andrea Giotti. E cos via,visto che Euroenergy, controllata da Euro-group, che vende impianti di energie rinno-vabili alle aziende, nel suo Cda ha due con-

    siglieri che si chiamano appunto MassimoNobili e Andrea Giotti. Dimostrando coscome facile aggirare la norma del tetto deicompensi di 40mila euro. E dimostrandocos come due navigati esponenti della Pri-ma Repubblica siano riusciti a lanciareunOpa sulle societ partecipate.

    Massimo Nobili, ex democristiano e poiesponente di Forza Italia stato presidentedella Saia, del Tecnoparco del Lago Maggio-re, della Spi (Servizi pubblici locali) e haavuto altre molteplici cariche nelle societpartecipate,prima di approdare ad Eurofidi,mentre Andrea Giotti, senese, ex dipenden-te di Finpiemonte, direttore generale diEurofidi da oltre 30 anni.

    E forse bisognerebbe chiedersi come maisi sia arrivati al punto di avere una societ,la Saia, ora in liquidazione, che gestisceunarea industriale a Verbania, con perditedi 3 milioni e mezzo di euro e senza fondisufficienti per pagare le spese di condomi-nio. Un rompicapo finito in tribunale per-ch fra i soci, oltre a Finpiemonte Parteci-pazioni con il 28% delle quote, nel Cda cisono anche istituti bancari: creditori e fi-nanziatori al contempo.

    Ora, che siano state messe in liquidazionealcune partecipazioni di societ fallite, chenessuno vuole, ridotti gli emolumenti deimanager, magari cosa buona e giusta, mavendere larma spuntata della razionalizza-zione delle partecipate-colabrodo in Pie-monte come una rivoluzione copernicana,pare davvero eccessivo.

    TO R I N O Il parco scientificotecnologico per lambiente

    Enviroment park

    F i n p i e m o n te

    Partecipazioni SPA

    u -11 MILIONI (2013)

    S.a.i.a Spaarea industrialedi Verbania

    u -3.495.569 (2012)

    Terme di Acqui Spa

    u -1.291.539 (2012)

    S.a.ga.t (aeroportodi Torino Caselle)

    u -602.601 (2012)

    Sace Spa ( aeroportodi Biella)

    u -432.180 (2012)

    Geac Spa (aeroportodi Cuneo)

    u -1.398.841 (2012)

    Expo Piemontedi Valenza

    u -944.997 (2012)

    Te c n o p a rcodel Lago Maggiore

    u -1 .0 8 8 . 8 0 9 ( 2 01 3 )

    Enviroment Park Spa

    u -500.000 (2013)

    Tecnogranda Spa

    u -425.207 (2013)

    E u rof i d i

    u -27 MILIONI (2013)

    TUTTE LE PERDITE

    F I AT Lo stabilimento di Mirafiori GETTY IMAGES

  • 8 | STORIE | pagina 99we | sabato 26 aprile 2014 sabato 26 aprile 2014 | pagina 99we | STORIE | 9

    EUROPA AL VOTOl l

    ELEZIONI EUROPEE ELEZIONI EUROPEE

    MARTINO MAZZONIS

    n Un operaio britannico chiedel'elemosina mentre il lavoratorea poco prezzo dell'est europeo sela spassa. Un altro poster recita:26 milioni di europei cercanolavoro. Indovina a chi lo pren-deranno. Siamo ancora all'i-draulico polacco, in Gran Bre-tagna, e chi usa questa immagi-ne rischia di prendere molti votialle elezioni europee di finemaggio. I sondaggi di fine aprileassegnavano all'Ukip, lo Uk In-dependence party, tra il 20 e il29%. Nigel Farage il 50enneleader che nel '93 usc dai con-servatori per fondare il partitoche vuole il Regno Unito fuoridall'Europa ed sposato conuna tedesca, ha vinto un duellotv con il leader LibDem Clegg easpetta di tornare al parlamen-to europeo dove siede dal 1999.Dalla crisi finanziaria del2008 lo scontento cresciuto,

    ma il successo dell'Ukip vieneda pi lontano che non dalla cri-si economica, ha a che vederecon profonde trasformazionieconomico politiche. Quel che davvero cambiato la manife-sta incapacit dei due partitiprincipali e ora che sono al go-verno anche dei LibDem di af-frontare e dare risposte allequestioni che premono all'elet-toratochepensa divotareUkip:l'immigrazione e l'opposizioneall'Unione europea. Prima del-l'ingresso dei paesi dell'est eu-ropeo non si trattava di temi co-s cruciali. Poi, dopo anni diNew Labour al governo, c' sta-to un travaso verso i conservato-ri. Oggi con il governo Tory,

    hanno perso fiducia anche nelpartito di Cameron. Del resto, ilnumero di immigrati non sce-so di un unit. Dopo aver ab-bandonato i laburisti, a cui vie-ne imputato di aver aperto lefrontiere, oggi la perdita di cre-dito per i conservatori. Da

    questo punto di vista la GranBretagna somiglia ad altri paesieuropei: c' una enorme partedell'elettorato che non si senterappresentata. Tra questi, se-condo i sondaggi, il 40% dellaclasse lavoratrice tradizionalesente di non avere voce a West-

    minster. Solo il 16 della middleclass ha gli stessi sentimentiverso la politica. Pi in generalepossiamo dire che, parlando diimmigrazione, si tratta di unaquestione cruciale per una fettaimportante della popolazioneche la politica non in nessunmodo in grado di affrontarlo.

    Robert Ford autore, assie-me a Matthew Goodwin di Re-volt on the right, libro appenauscito nel quale si affronta il te-ma dellidentit dellUkip. Il vo-lume frutto di una ricerca su

    un campione di migliaia di mili-tanti ed elettori, interviste a di-rigenti e analisi dei dati esisten-ti su quellelettorato.

    Nel libro si parla della cresci-ta di consensi dellUkip come diuna rivolta contro lestabli -shment. Non che l'attitudinenei confronti dell'establi-shment sia davvero cambiatanell'ultimo decennio. Le paroled'ordine che l'Ukip usa nonhanno nulla di clamorosamen-te nuovo. Ma parlano in manie-ra crescente a quei segmenti disociet che non si sentono rap-presentati in nessun modo, chenon trovano nelle opzioni poli-tiche esistenti risposte ai propriproblemi. Per loro l'establi-

    la rivolta di destradella working class ingle se

    Ukip | La formazione di Nigel Farage raccoglie consensi lontano

    da Londra, tra i ceti dimenticati dai partiti tradizionali che si rivolgono

    al ceto solo medio. Parla Robert Ford, co-autore di Revolt on the right

    UKIPUn militantedel partitotrasportaun cartelloelettorale

    MATT CARDY/GETTY IMAGES

    CHI GUADAGNA E CHI PERDECON LANTIEUROPEISMO

    I sondaggi parlano chiaro: nel prossimoparlamento europeo i gruppi in qualche modoanti-euro (o razzisti o di estrema destra)sono destinati a crescere in termini numerici.In Francia, Olanda, Svezia, Grecia, Belgio- e altrove - ciascuna formazione che facampagna politica attiva contro la monetaunica e lUnione europea registra unapropensione al voto in salita. Non si tratta di unblocco omogeneo, tuttaltro. Gi nellattualeParlamento i partiti che nei diversi paesi fannodel nazionalismo e della lotta allEuropa la lorobandiera non siedono assieme.Alba Dorata e lUkip non hanno la stessacultura politica. Cos come non ce lhannoi vari partiti autonomisti, uniti dalla volontdi secessione, ma spesso diversi per visionesu quasi tutto il resto.In ogni modo il Front National di MarineLe Pen rischia di confermare - o addirittura

    veder crescere - i consensi raccolti alle elezionimunicipali. I sondaggi danno al FNpercentuali oltre il 22%.In Olanda il PVV, caso di anti-europeismocon una cultura politica eterogenea, potrebberaccogliere pi del 15%, pi o meno comenel 2009, mentre i fiamminghi belgi del VlamsBelang si confermano su percentuali attornoal 10. Molto se si considera che raccolgono i votisolo di met del paese.Il paradosso del risultato europeo - per comesi delinea a un mese dal voto - che gliantieuropeisti sono fortinei paesi non colpiti dalla crisi. In Spagna epersino in Grecia sono forme di politica pitradizionale che raccolgono i consensi di coloroche sono critici con lUe. In Grecia Siryza cheapprofitter del sentimento antieuropeo (circa20% di consensi, mentre Laba Dorata al5-6%), in Spagna, forse, Izquierda Unida. Lostesso vale per lItalia dove lM5S aguadagnare dallantieuropeismo.

    Bianco, maschio, over50 e poco istruito:ecco lelettore tipodel partito

    BEPPE GRILLO Il leaderdel M5S assieme al senatoreVito Crimi

    ALBERTO PIZZOLI/GETTY IMAGES

    euro o non euro: il dilemmadei duri antisistema italiani

    EMILIO CARNEVALI

    n un paradosso che l'Italia, la nazionechehainventatoil fascismoelohaesportatonel mondo, ne sia oggi, di fronte alla crisi,ancora immune e, anzi, sia un laboratorio didemocrazia diretta con ilMovimento 5 Stel-le. Il vento dell'ultradestra soffia in Europasempre pi forte. La partitocrazia che lo hagenerato ne soffrir pesanti conseguenze inmancanza di alternative democratiche. ONikos o Beppe. Cos scriveva Beppe Grillosul suo blog il 9 maggio del 2012. Il riferi-mento era al leader del partito neonazistagreco Alba Dorata, quelNikosMichalolia-kos che solo un anno dopo - in seguito all'o-micidio del rapper antifascista Pavlos Fys-sas - verr arrestato con l'accusa di aver crea-to un'organizzazione criminale.

    Lasciamo al lettore la valutazione di me-rito sul supposto laboratorio di democra-zia diretta rappresentato dall'Italia. E sof-fermiamoci su una tesi che in pochi tantofra i sostenitori, quanto fra i critici del movi-mento di Grillo possono contestare. Con lacrisi economica scoppiata nel 2008 sonocresciute in tutto il continente formazionipolitiche che hanno dato voce al dilagantedisagio sociale attraverso aggressive paroled'ordine anti-etablishment: contro le classidirigenti dei rispettivi paesi come contro ivertici delle istituzionicomunitarie, accusa-te a torto o a ragione di avere imposto po-litiche di austerit che hanno aggravato larecessione anzich contrastarla.

    Le uniche a demonizzare il nostro movi-mento sono le lite, quelle che ci hannoportato in questa situazione. Ma il popolonon questacasta,che inizia adaverepauradi perdere i suoi scandalosi privilegi. Sonoparole che potrebbero tranquillamente es-sere attribuite a Grillo, ma che in realt hapronunciato la leader del Front NazionalMarine Le Pen. La verit che molte dellefigure retoriche utilizzate dai due perso-naggi sono del tutto sovrapponibili, come ilrifiuto delle categorie di destra e sinistrae l'accusa rivolta alle principali formazionipolitiche dei propri paesi di rappresentareun unico, indistinto, blocco di potere.

    Ci non toglie che su molte altre questioniil partito di Grillo non equiparabile alletante formazioni xenofobe e populiste dellagalassia euroscettica cui la Le Pen si propo-ne di fare da modello e guida nell'ambito diuna vasta alleanza continentale. Sono statigli stessi capi del M5S a dichiarare la propriairrevocabile indisponibilit: Marine LePen una bella signora di grande successo,ha scritto Grillo sul suo blog. Ha perun'appartenenza politica diversa dal M5S eper questo non sono possibili accordi. Riend'autre. Adieu. Stessa posizione ribaditadall'ideologo Gianroberto Casaleggio inuna recente intervista: Tranquilli, insiemecon quelli non ci staremo.

    La posizione del M5S sull'Europa e la suamoneta unica cio sul principale tema cheterr banco in vista delle elezioni per rinno-vo del parlamento di Strasburgo moltomeno netta di quella della Le Pen e degli altrigruppi no euro presenti anche nel nostropaese. Per la Lega Nord l'euro una mone-ta criminale. Secondo il suo segretario,Matteo Salvini, leuro morto, una mone-

    ta che si dimostrata senza capo n coda, hacreato fame e ci ha riportato indietro di 40anni. Andare oltre un dovere perch i te-deschisono riuscitia fareconla monetauni-ca quello che non sono riusciti a fare prima:conquistare lEuropa. Analoghe dichiara-zioni sono state fatte dalla leader di Fratellid'Italia, Giorgia Meloni.

    I 7 punti per l'Europa elaborati dal M5Sin vista delle elezioni del prossimo 25 mag-gio non contengono una esplicita propostadi uscita dalla moneta unica, bens un assaipi ambiguo referendum per la perma-nenza nell'euro, cui fanno seguito in mo-do apparentemente contraddittorio - una

    serie di rivendicazioni miranti a realizzareuna maggiore integrazione economica e fi-nanziaria all'interno dell'Unione (il punto 3prescrive ad esempio l'adozione di Euro-bond).

    A parte il fatto che l'art. 75 della Costitu-zione recita che non ammesso il refe-rendum per le leggi tributarie e di bilan-cio, di amnistia e di indulto, di autorizza-zione a ratificare trattati internazionali,quale il Trattato di Maastricht che ha in-trodotto la moneta unica, la praticabilitdi una tale soluzione recisamente conte-stata dagli stessi teorici dell'abbandonodell'euro. Annunci di qualsiasi tipo da-rebbero il via a fughe di capitali, mettendorapidamente il paese nell'impossibilit difinanziare il proprio deficit estero, haspiegato l'economista Alberto Bagnai, au-tore del fortunato volume Il tramonto del-l'euro. Come e perch la fine della monetaunica salverebbe democrazia e benesserein Europa (Imprimatur editore). deltutto evidente che chiunque fosse titolaredi un deposito bancario si affretterebbe aprelevare il proprio denaro per metterlo alsicuro di fronte alla possibilit di una ride-nominazione del suo intero patrimonio fi-nanziario in una nuova moneta, tenutoconto che quest'ultima andrebbe incontroa una inevitabile svalutazione. Le conse-guenze di tale corsa agli sportelli sarebbe-ro devastanti. D'altra parte non ipotizza-bile una chiusura delle banche per l'interoperiodo che va dal primo annuncio di unreferendum fino alla vittoria del s, op-pure fino all'effettivo change-over. Non un caso se il tema, negli ultimi tempi, siastato lasciato pi sullo sfondo dal movi-mento, all'interno del quale continuano aconvivere due impostazioni di politicaeconomica di difficile conciliazione: dauna parte la denuncia delle politiche diausterit e dei trattati europei che le isti-tuzionalizzano, primo fra tutti il FiscalCompact, definito sul sito di Grillo uncombinato di norme assolutamente mici-diale; e in questo il M5S molto vicino al-la lettura delle crisi europea propria delleformazioni di area socialista e della sini-stra radicale. Dall'altra un approccio chepotremmo definire pi realista del re intermini di rigore nei conti pubblici: Le u-ro e lEuropa non devono essere un alibi, la tesi di Casaleggio. Noi abbiamo oggi800 miliardi di spesa. Di questi, 100 sonotasse sul debito. Degli altri 700, possiamotagliarne 200. Io discuter con lEuropasulla gestione, ma non per questo sonoesonerato dal fare pulizia a casa mia.Davvero non sar facile trovare una sinte-si: ammesso e non concesso che sia negliinteressi del movimento farlo.

    MASSIMILIANO SFREGOLA

    n A M ST E R DA M . Leco dello slo-gan meno marocchini (minder,marokkanen) scandito quasi unmese fa, nel quartier generale delPvv dai sostenitori di Geert Wil-ders fece il giro d'Europa, scate-nando unondata di indignazione;era lelection day per le ammini-strative dei Paesi Bassi, e il leaderrazzista, sfruttando il palco me-diatico offerto ai partiti per i com-menti ai primi exit-poll, aveva cos

    aperto la sua campagna elettoraleper le europee. Infondo a Wildersdella politica locale importava benpoco e da novembre, quando ave-va suggellato la santa alleanza cri-stiana ed euroscettica con MarineLe Pen, anche la politica nazionaleaveva iniziato a stargli stretta.

    Non un lavoro semplice deco-dificare le mosse di Geertje; daquasi un decennio, commentatorie osservatori delle vicende politi-che del paese dei tulipani, cercanoinvano di spiegare e analizzare la-scesa del Pvv e il largo seguito mes-

    so assieme dallerede politico diPim Fortuyn, nonostante gli scarsirisultati concreti ottenuti fino aoggi e l'azione politica fossilizzatada anni sugli stessi slogan antiislam.

    Intanto, per, il partito vola neisondaggi e a poche settimane dalleelezioni europee, si registra il testaa testa con i liberali del D66, nono-stante lo scarno programma elet-torale , lassenza totale di demo-crazia interna e il fitto mistero sul-la situazione finanziaria; in basealla legge olandese, infatti, i partiti

    che scelgano di non avvalersi delfinanziamento statale non sonoobbligati a rendere pubblici i bi-lanci.

    Qualche anno fa, Karen Guer-tsen, una giovane giornalista delsettimanale De Tijd riusc, spac-ciandosi per una studentessa uni-versitaria, a ottenere uno stagepresso il gruppo parlamentare delPvv: riusc ad accedere allinviola -bile stanza dei bottoni del partito,raccontando in un libro

    la storia di un partito-personatotalmente in balia del consensoottenuto dalle operazioni media-tiche anti-islam, dove opinioni di-vergenti e dialettica semplice-mente non sono ammessi. Secon-do il giornalista olandese Bas Pa-ternotte la condizione di reclusoche il leader del Pvv vive dal 2004,da quando cio venne sventato unattentato per uccidere lui e la de-

    putata anti-Islam di origine so-mala Ayaan Hirsi Ali, ha avuto unruolo chiave nel maturare losses -sione monotematica della lotta al-lIslam come solo e unico pernodellazione del suo movimento;Wilders, infatti, vive sotto scortain una localit segreta del paese,non pu ricevere visite e per ragio-ni di sicurezza pu vedere la mo-glie solo una volta a settimana.Una situazione umanamente in-sostenibile che avrebbe accentua-to il processo di fusione della cul-tura del partito con la persona delleader, favorendone la deriva pa-dronale.

    I candidati alle elezioni, sono inquesto senso un ottimo esempio:vengono tutti scelti personalmen-te da Wilders e a parte Martin Bo-sma, ex giornalista della Cnn, tan-to nella formazione nazionalequanto nella delegazione del par-

    tito a Starsburgo, si tratta quasisempre di persone di fiducia delleader senza particolari esperien-za nella gestione della cosa pubbli-ca. Sono membri di fatto di un par-tito senza tessere -l'unica l'ha intasca il fondatore- senza sezioni ocircoli, spesso etichettato comemovimento di estrema destra mache a parte la crociata contro l'isla-mizzazione delloccidente, condi-vide ben poco con neonazisti e ul-tra-conservatori europei. A parti-re dalle posizioni radicalmentepro-Israele.

    Il Pvv un partito populista efortemente antieuropeista ma adifferenza, per esempio, dei cugi -ni fiamminghi del Vlaamse Be-lang, non una formazione omo-foba e

    non sostiene posizioni partico-larmente conservatrici sul pianodelle politiche sociali. nazionali-

    shment la middle class urbanache ha studiato, e che il centrodella battaglia dei consensi tralaburisti e conservatori. La wor -king class, quelli che nel librochiamiamo i rimasti indietro,non li rincorre nessuno, fannoda spettatori a questa caccia alvoto del centro della politicabritannica, la middle class. Qui,con un lavoro lungo,si inseritol'Ukip. Approfittando del fattoche la politica, i politici, ha comecentro Londra. Il che li rendeeli fa percepire- come lontani daquesti gruppi di rimasti indie-tro, che non amano affatto leragioni del successo di Londrache sono tra le altre una societglobalizzata e multietnica.

    Nigel Farrel nato e vive inKent.

    Ma da dove viene questo sen-timento anti-europeo degli in-glesi? In fondo la crisi economi-ca figlia della City (e di Wallstreet), non dellEuropa. C'da dire che la sofisticatezza del-l'elettore non si spinge a cam-biare voto in base a un'idea con-creta di da dove venga la crisi. Ilsentimento anti-europeo, o me-glio, di distanza dall'Europa, storicamente radicato. Noi ave-vamo l'impero, prima e poi ilCommonwealth. La verit chese l'Ukip ha preso voti anti-Eu-ropa ieri, oggi sullassociazioneEuropa/immigrazione e con lesue parole d'ordine contro unestablishment che ignora la vo-lont popolare. Solo poi c' il te-ma di un progetto di integrazio-ne europea che non sta funzio-nando.

    A votare - o meglio, a pensare

    di votare - Ukip sono soprattut-to gli inglesi: E un fenomenoconcentrato in Inghilterra, nonin Scozia o Galles. Ed un feno-meno non urbano, soprattuttonon londinese e non riguarda learee a forte immigrazione. Co-me succede anche in altri paesieuropei, l'idea di alcune fascesociali che si sentono colpitedall'immigrazione non ha a chevedere con la relazione direttacon gli immigrati, ma con lasensazione che l'immigrazionestia alla base della propria per-dita di peso nella societ e nel-l'economia - spiega ancoraFord, che precisa - L'Ukip ilpartito meglio definito dal pun-to di vista demografico. Sonomaschi, bianchi, inglesi, ten-denzialmente over 50 e con bas-si livelli di istruzione.

    In Gran Bretagna la destrarazzista c sempre stata, maquesta diversa per toni e p